Di seguito il report di alcuni degli interventi più ... · comportamento antisociale. Con il tempo...

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Di seguito il report di alcuni degli interventi più significativi dell’evento formativo andato in scena a Catanzaro nello scenario del Teatro Politeama lo scorso 2 marzo (una sessione mattutina e una seconda pomeridiana) sul tema del Cyberbullismo nella sua deriva sociologica. Un evento dalla caratterizzazione teorica, ma con una finestra di suggerimenti pratici applicabili alle realtà scolastiche nelle loro diverse declinazioni sul territorio. Gli spunti che sono riportati di seguito vanno intesi anche come utili strumenti di analisi del fenomeno, da diverse angolature, per una visione più approfondita della Rete e della loro rilevanza nella dinamica sociale. Nel secondo file, invece, si potrà consultare in pdf il programma dettagliato dell’evento.

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Di seguito il report di alcuni degli interventi pi significativi dellevento formativo andato in

scena a Catanzaro nello scenario del Teatro Politeama lo scorso 2 marzo (una sessione

mattutina e una seconda pomeridiana) sul tema del Cyberbullismo nella sua deriva

sociologica. Un evento dalla caratterizzazione teorica, ma con una finestra di suggerimenti

pratici applicabili alle realt scolastiche nelle loro diverse declinazioni sul territorio. Gli

spunti che sono riportati di seguito vanno intesi anche come utili strumenti di analisi del

fenomeno, da diverse angolature, per una visione pi approfondita della Rete e della loro

rilevanza nella dinamica sociale.

Nel secondo file, invece, si potr consultare in pdf il programma dettagliato dellevento.

IL CYBER BULLISMO E I PERICOLI DELLA RETE

Alcuni dei relatori dellevento formativo del 2 marzo scorso. Erano presenti anche delegazioni

di alcune scuole della Calabria.

ALESSANDRA MERCANTINI

Psicopedagogista, mediatore familiare e penale minorile, esperto esterno ufficio di mediazione

penale minorile del Centro Giustizia Minorile per la Calabria.

E intervenuta sul tema Mediazione e gestione alternativa dei conflitti: strumenti per prevenire

Nel proprio intervento la dott.ssa Mercantini sostiene che quel che differenzia maggiormente i bulli

dagli altri ragazzi, la mancanza di empatia, linsensibilit ai sentimenti degli altri, per cui

appaiono incapaci di instaurare relazioni positive o di creare un vero rapporto, sia con i coetanei che

con genitori e insegnanti.

Appaiono in genere sicuri di s ed estremamente impulsivi. Le loro vittime sono prevalentemente

quei coetanei che appaiono pi deboli e insicuri, o i bambini pi piccoli, particolarmente quando

manifestano una certa reattivit alle provocazioni.

Il bullo un prepotente che non si sente mai colpevole, la vittima introversa, sensibile, vulnerabile,

impressionabile, fragile, incapace di ribellarsi, accettando la prepotenza altrui verso di s come un

male inevitabile e, forse meritato in ragione della propria inferiorit.

Nella foto sopra una slide del Corso di Formazione a Catanzaro che induce ad una riflessione

profonda sui ragazzi a scuola

Il comportamento aggressivo del bullo raramente sembra diretto verso un obiettivo specifico e

offre scarso piacere o vantaggi. Generalmente questi ragazzi progrediscono verso la delinquenza e il

comportamento antisociale. Con il tempo aumentano le occasioni di trasgredire le norme e aumenta

il rischio di pericolosit sociale con assunzione di droghe, risse, furti, molestie, scippi, ecc..

Rileva, inoltre, che il trattamento del minore autore di atti di bullismo e della sua vittima non ha mai

beneficiato di adeguata regolamentazione nel sistema giuridico penale italiano, rivelatosi

disinteressato, nel primo caso, alla predisposizione di opportuni interventi preordinati alla

riabilitazione ed alla risocializzazione del reo ed altrimenti poco attento alla condizione della parte

danneggiata ed al soddisfacimento delle sue aspettative.

In questa ottica, infine, la stessa rileva che le risposte della giustizia penale in materia sono

certamente inadeguate e che pu assumere importanza in tale materia la mediazione penale come

strumento alternativo alla pena, in grado di risolvere il conflitto tra bullo e vittima attraverso un

chiaro ed evidente intervento riparatore del primo.

ANTONIO MARZIALE - Garante per linfanzia e ladolescenza della Regione Calabria.

E intervenuto sul tema Dalla parte dei minori.

Il Garante per linfanzia presso la Regione Calabria ha esordito sostenendo che i genitori devono

essere vigili rispetto ai contenuti dei videogiochi che i figli chiedono in regalo per evitare

l'assuefazione alla violenza e al mancato rispetto alla persona, giacch la gran parte dei videogiochi

viene costruita proprio sulla logica della sopraffazione dei pi deboli.

Ha inoltre evidenziato che l'abitudine a questi videogiochi contribuisce a fomentare il bullismo e

tutte le forme di devianza minorile contemporanea, rendendo cos vani tutti gli sforzi pedagogici

della scuola, orientati al superamento di un'emergenza educativa che mai ha conosciuto tinte cos

fosche.

In tal senso, ha affermato che spesso assistiamo a reati commessi da minorenni i quali davanti agli

inquirenti palesano una difficolt a comprendere ed elaborare correttamente la loro cattiva azione e

il dolore che ne consegue sugli altri, proprio perch assuefatti ad una logica virtuale che, ad in certo

punto si mischia alla realt determinando un magma indifferenziato. Per cui possiamo parlare, senza

di timore di smentita, di 'anestesia dei sentimenti'.

I genitori, ha rilevato il Garante, non devono sentirsi estranei a questo processo, immaginando che

basti la scuola. Davanti a richieste di videogiochi violenti, quindi, devono avere il coraggio di dire

"no", un diniego motivato e non gratuito.

Conclude, infine, sostenendo "Guai a quanti sottovalutano questo fenomeno, perch essi si rendono

complici della crescita dei propri figli su binari che non portano alla qualit della vita, contribuendo

ad un ulteriore dissesto della societ contemporanea, nel presente ed in futuro".

PASQUALE COZZA docente animatore digitale Liceo Linguistico Pitagora di Rende.

E intervenuto sul tema Uno schema di attivit didattica su problematiche sociali con luso

degli strumenti del Web 2.0

Il docente ha evidenziato che molti ragazzi vivono lesperienza scolastica senza passioni, interesse,

speranze e creativit. Tra i banchi di scuola cresce cos, inesorabile, una dispersione in presenza, un

malessere interiore, intimo e sofferto, che, giovani stanchi e svogliati, rinunciatari di fronte alla

costruzione del proprio progetto di vita, provano ogni giorno sulla propria pelle. Lo stesso ha

evidenziato che in unottica comunicativa e relazionale, le manifestazioni di disagio scolastico non

si risolvono modificando lallievo che non funziona, ma trasformando la situazione che lo porta a

provare apatia e disinteresse nei confronti dello studio. Lutilizzo della tecnologia e la costruzione

di percorsi di apprendimento di cui lallievo artefice appaiono, in questa prospettiva, la strategia

vincente. la scuola, come comunit educante, che deve essere ripensata per favorire la

socializzazione educativa [AA.VV., 2000] ossia un tessuto positivo di relazioni sociali attraverso

cui dare attenzione alla persona umana pi che al successo scolastico in termini di voti e

prestazioni. Una scuola capace di diventare un laboratorio progettuale, capace di rispondere alle

modalit di apprendimento delle giovani generazioni, poich in grado, attraverso un uso intelligente

della tecnologia, di sviluppare il pensiero critico, la ricerca e l'apprendimento permanente, facendo

dello studente lattore e il protagonista del proprio percorso di conoscenza.

Il prof. Cozza, in tal senso, ha evidenziato che i docenti, dotandosi della straordinaria molteplicit di

risorse e strumenti che la rete rende disponibile, possono proporre nuovi percorsi di apprendimento,

reinventando cos il modo di fare didattica.

Limpiego del Web 2.0, dunque, per stimolare negli studenti processi attivi, specialmente quando

oggetto di studio sono le problematiche giovanili che li coinvolgono pi direttamente. Entrano in

campo, allora, anche le competenze sociali, intese sia come presa di coscienza rispetto ai fenomeni

analizzati, sia come acquisizione della capacit di collaborare con laltro, di scegliere e decidere

insieme, condividendo le esperienze dapprendimento. Il docente, in tal modo, valorizzando le

risorse operative che uno studente possiede, oltre a quelle intellettuali e relazionali, non potr che

favorire in maniera determinante la partecipazione dellalunno alla vita scolastica ed il successo

formativo. Il docente, infine, ha sostenuto che lesperienza con la quale ci siamo misurati nella

pratica didattica ha riguardato un particolare campo di indagine, quello del bullismo nelle scuole,

dettato da esigenze cogenti di vita vissuta nella realt scolastica, ma riteniamo che lapproccio

utilizzato e le nuove metodologie sperimentate possano ben prestarsi per qualsivoglia unit

dapprendimento o modulo didattico su problematiche sociali si intenda affrontare con i ragazzi.

Lattivit, inoltre, stata loccasione per il raggiungimento di un fine ultimo ancora pi importante:

favorire il senso di appartenenza alla comunit scolastica da parte di tutti quegli allievi che vivono

una dispersione in presenza.

ANDREA IOVINO Presidente dellassociazione BIMED

E intervenuto sul tema Modelli e questione formativa: la cittadinanza in opposizione al

cyberbullismo

Lintervento del Presidente dellassociazione BIMED stato certamente il pi efficace e, in

assoluto, quello pi seguito grazie alle grandi capacit comunicative dello stesso.

Il dott. Iovino ha sostenuto che il bullo e il cyberbullo sono le due figure principale che necessitano

di grandi cure da parte del sociale e che lattenzione verso il problema del bullismo sia dovuta

principalmente alla non capacit di determinare una relazione adeguata rispetto a questa dinamica.

Sostiene, in tal senso, che il fenomeno certamente sopravvalutato e che l'attenzione va spostata,

soprattutto, verso la figura del bullo poich quel fallimento interiore che lo porta a fare quelle cose

che fa sia superato e costituisca il metro su cui misurare la qualit della nostra scuola. In altre parole

il bullo ha perso la speranza di trovare una prospettiva o unoccasione di inserimento allinterno

dellambito sociale scolastico ed utilizza le modalit peggiori per relazionarsi con il contesto.

Rileva, inoltre, che linnovazione digitale allinterno della scuola non compresa in modo adeguato

e che lesperienza digitale non deve essere assolutamente utilizzata quale espediente per eliminare

la fatica dello studio.

Evidenzia infine, come i professori attualmente costituiscano lultima generazione dei non nativi

digitali e che gli stessi rappresentano un patrimonio straordinario poich il metodo ed il processo

che hanno dentro non si possa disperdere in quanto fondato sul linguaggio e sulla parola.

Rileva, infine, che lavvento delle nuove tecnologie ha comportato un notevole ridimensionamento

del linguaggio dei nativi digitali tanto da far scomparire dal nostro dizionario un gran numero di

parole utilizzate fino a qualche anno fa. E strano, sostiene il Iovino, che questo pur essendo il

tempo in cui si scrivono pi libri sia pure quello in cui si legge di meno.

Una delle relazioni del corso di Formazione del 2 marzo a Catanzaro presso il Teatro

Politeama.

ELENA CARELLI Avvocato penalista

E intervenuta sul tema Rilevanza penale dei comportamenti omissivi del personale scolastico

Lavvocato ha evidenziato come il riferimento per i docenti sia lart. 2048 del codice civile,

dedicato alla responsabilit dei genitori e dei precettori, il quale al 2 comma sostiene che gli stessi

sono responsabili dei fatti illeciti cagionati dai propri allievi nel periodo in cui sono sottoposti alla

loro vigilanza e che sono liberati dallo loro responsabilit soltanto se provano di non aver potuto

impedire il fatto.

Viene in riferimento in tali casi la culpa in vigilando e quello in educando, due figure create dalla

dottrina giuridica per dare adeguate giustificazioni alla condotta omissiva dei genitori e del

personale docente.

A parere del relatore importante stabilire se vi sia un nesso causale tra il fatto compiuto

dallallievo e la condotta omissiva del docente poich solo in tal caso viene in rilievo la sua

responsabilit. Il altre parole occorre determinare se il fatto illecito si sarebbe verificato anche con

lintervento positivo del docente e in che misura.

Conclude sostenendo che nella scuola non sono ammessi comportamenti omissivi dei docenti

sussistendo un vero e proprio obbligo giuridico in capo allinsegnante nel determinarsi ad evitare

e/o impedire levento illecito.

ALESSIA DANDREA Musicista e Presidente dellAssociazione Artists Against Bullying

E intervenuta sul tema La musica: un linguaggio per parlare alle nuove generazioni

La musicista, dopo aver eseguito un brano musicale, ha parlato della sua esperienza contro il

bullismo e dellimportanza della musica quale valore per i ragazzi poich idonea a fornire un

supporto ulteriore per affrontare le tematiche sociali del nostro tempo.

I musicisti, per la DAndrea, possono rivestire un ruolo verso i ragazzi e concedere agli stessi un

aiuto importante poich sono portatori di un linguaggio che ben compreso dai pi giovani.

MARIO CALIGIURI - Direttore del Master in Intelligence dellUniversit della Calabria.

E intervenuto sul tema Cyberbullismo per il XXI secolo.

In particolare ha fornito linquadramento sociologico entro il quale si muove luniverso dei Media e

quello dei Social network evidenziando come il sovraccarico di informazioni possa generare, in un

certo senso, una disinformazione di fondo.Saper utilizzare le parole e fare il calcolo nellera del

Cyber e delle informazioni ripetute pu essere una strada da percorrere

MICHELE SESSA - Sostituto procuratore presso la procura del tribunale dei minori di Catanzaro.

Ha relazionato sul tema Rilevanza Penale dei comportamenti dei minorenni autori di reato

Ha relazionato sullascolto dei ragazzi, degli strumenti alternativi come la messa alla prova, mezzo

alternativo alla pena che comporta lestinzione del reato. La messa alla prova va intesa come una

opportunit fornita ai ragazzi per annullare gli effetti della propria condotta colposa. Pe riparare il

danno.