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1 Fabio Cataneo, Cristiano Cecere, Giovanni Napolitano e Crescenzo Vitolo 2 A liceo scientifico Gandhi di

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Fabio Cataneo, Cristiano Cecere, Giovanni Napolitano e Crescenzo Vitolo

2 A liceo scientifico Gandhi

di

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• Inquadramento generale (a cura di Fabio Cataneo)

• I giochi (a cura di Cristiano Cecere)

• I luoghi della vita sociale (a cura di Giovanni Napolitano)

• La mobilità sociale (a cura di Crescenzo Vitolo)

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• La vicende storiche di Roma hanno avuto sempre notevole influenza sui

cambiamenti sociali: modo di porsi nella società, di interagire con gli altri, di

utilizzare la dialettica contribuiva alla formazione di un civis Romanus.

• La società romana era altamente complessa e vedeva l’interazione di figure

appartenenti a diverse classi sociali e gens; quest’ultime univano persone che

condividevano lo stesso nomen gentilizio con legami di parentela più o meno

stretti.

• I differenti rami di una gens, le familiae, portavano un diverso cognomen.

All’interno di una familia, la figura sociale predominante era sicuramente quella

del Patronus, cioè l’uomo più anziano e saggio, che decideva in ogni circostanza.

• I Patroni più carismatici ed elevati politicamente accoglievano sotto la propria

tutela economica, in cambio di voti e appoggio politico, i clientes, ovvero il

proletariato urbano di Roma

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Le classi sociali

• La società a Roma era divisa in tre classi sociali principali:

l’aristocrazia, la plebe e gli schiavi.

• L’aristocrazia era formata dai Patricii ovvero i Patrizi che

gestivano la politica e che avevano indubbiamente una

posizione privilegiata all’interno della società romana.

• Poi vi era la plebs che era formata dai plebei, cioè mercanti,

artigiani, ristoratori che non avevano grandi risorse

economiche, ma erano ugualmente dei cittadini liberi e

potevano anche partecipare alla vita politica romana attraverso

plebisciti e comizi popolari.

• Gli schiavi, invece, non erano cittadini liberi e lavoravano

sottomessi al patrizio al quale erano stati venduti.

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Donne, bambini ed anziani

• Il ruolo delle donne nell’antica Roma si è evoluto nel tempo.

A partire dall’assenza di diritti politici nel periodo arcaico, esse

giunsero ad ottenere anche il diritto di divorzio e di eredità

attiva e passiva.

• Il ruolo sociale dei bambini e degli adolescenti dipendeva da

quello dei genitori. I ragazzini patrizi avevano la possibilità di

studiare, viaggiare e magari occuparsi di politica mentre quelli

plebei erano costretti a una vita mediocre e non agiata.

La condizione dei figli degli schiavi era ancora peggiore non

avendo possibilità di dedicarsi al gioco e al divertimento,

poiché già in età adolescenziale iniziavano a lavorare per il

dominus.

• Gli anziani erano tenuti in grande considerazione per la loro

saggezza. Infatti personaggi come Catone il Vecchio, Valerio

Corvino e Appio Claudio Cieco si occuparono di politica anche

in età avanzata.

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Costumi sessuali

• Nella società romana l'omosessualità era molto comune e diffusa

soprattutto nei ceti sociali più elevati.

• In generale tutto ciò che riguardava la sfera sessuale era considerato in

maniera molto diversa rispetto a oggi; infatti, gli antichi Romani avevano

un rapporto ambiguo con le relazioni amorose. Da un lato c'era

l'istituzione del matrimonio rispettato e protetto secondo i principi del

mos maiorum, dall'altro l'amore passionale, che alimentava rapporti

extra-coniugali soprattutto con prostitute.

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• Gli storici affermano che il sistema di vita

occidentale non è altro che l’evoluzione

moderna di quello romano. Allora per

conoscere le nostre abitudini e i nostri modi

di essere non ci resta che osservare ciò

che accadeva a Roma al tempo di Traiano,

quando l’impero romano era all’epoca del

suo massimo splendore.

I Romani, al mattino, affollano per varie

ragioni il Foro, considerato il cuore di

Roma. Al foro arrivano poche strade

principali, ma molti sono i vicoli tortuosi, in

cui i palazzi sono così vicini che

ironicamente si diceva che due dirimpettai

potevano stringersi la mano. Spesso i vicoli

stretti sono usati come toilette e qualche

volta per nascondere cadaveri di uomini

ricchi derubati.

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Il Foro

• Il Foro è il cuore di Roma. Qui c’era il Miliarum Aureum, una grande colonna

dove erano incise tutte le distanze tra Roma e le principali città dell’Impero:

costituisce il punto zero di tutte le strade che partivano da Roma.

• Nel periodo della Repubblica il Foro si affollava spesso, perché tutti volevano

assistere ai combattimenti dei gladiatori che poi avvenivano nel Colosseo.

• Al tempo di Traiano vi si gestiva l’amministrazione e la giustizia e la gente vi si

recava anche per concludere affari. Era affollato al massimo verso le undici ed

era possibile apprendere notizie di politica, di battaglie e pettegolezzi, nonché

ostentare, per i ricchi, la propria agiatezza, essendo trasportati da schiavi su

lettighe e dispensando inviti a cena.

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Strade, negozi e botteghe

• Le strade principali sono piene di tabernae (negozi e botteghe) che sono

affollate fino ad ora di pranzo. I bottegai e gli artigiani a quel tempo vivevano

con la loro famiglia nelle botteghe e lavoravano solo sei ore al giorno.

• Gli unici che lavoravano di più erano i barbieri e gli antiquari.

• Esistevano strade specializzate per la vendita: di libri (Argiletum); di profumi

(vicus unguentarius); di calzature (vicus scandalariae); per i cambiavalute e per

i banchieri (vicus argentarius).

• Di solito in fondo alle strade c’era la popina, simile al bar, dove si poteva

consumare una frugale colazione.

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Terme e bagni pubblici

• Le Terme sono un luogo affollato da gente del popolo,

da ricchi, a cui interessa concludere affari, e da soldati.

• Esse avevano una grande piscina (natatio) dove

nessuno nuota perché i Romani non sanno ancora

nuotare e tre sale con tre diverse temperature

(calidarium, tiepidarium e frigidarium).

• C’era anche la possibilità di leggere libri nella biblioteca,

di fare esercizi nelle palestre e di assistere a spettacoli

nel teatro.

• Riguardo il comportamento delle donne all’interno delle

Terme, è da segnalare che esse erano nella

maggioranza dei casi libere di comportarsi in modo

trasgressivo.

• Gli uomini ricchi erano ben riconoscibili, perché

circondati da schiavi che li ripulivano dal sudore e dal

grasso spalmato per lottare e per la presenza di

massaggiatori personali.

• I balnea, simili a delle piccole terme, invece erano dei

bagni pubblici dove potersi lavare.

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• Tra i principali luoghi in cui i Romani potevano

incontrarsi e socializzare vi erano quelli in cui si

tenevano i giochi pubblici (Ludi)

• A Roma esistevano diversi tipi di giochi pubblici.

• I più seguiti erano i Ludi Saeculares che duravano tre

giorni e tre notti ed erano organizzati ogni 100 anni

dalla fondazione di Roma (753 a. C). Consistevano in

una processione religiosa a cui seguivano dei sacrifici

rituali al Campo Marzio.

• Poi vi erano le Venationes cioè le lotte in cui erano

coinvolti anche animali feroci.

• I giochi pubblici maggiormente apprezzati erano i

combattimenti tra gladiatori. Il munus (così era

chiamato lo spettacolo dei gladiatori a Roma) poteva

avere come protagonisti semplici schiavi o preparati

professionisti che lottavano con l'obiettivo di

sconfiggere l'avversario.

• Infine vi erano i ludi meno "prestigiosi" come la corsa

dei carri, il tiro alla fune e la corsa dei sacchi.

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Socializzazione nei ludi

• Assistere ai giochi pubblici era considerato un dovere

civico. Essi furono sempre più seguiti, anche

quotidianamente, dall’intera popolazione grazie ai prezzi

accessibili anche alle classi sociali più povere.

• Gli anfiteatri divennero veri e propri luoghi di

socializzazione poiché i cittadini liberi siedevano vicini,

indipendentemente dalla classe sociale di

appartenenza.

• Molti uomini politici (in particolare Nerone)

promuovevano i giochi pubblici per evitare le rivolte delle

classi più povere; infatti la plebe era maggiormente

propensa ad accettare le diseguaglianze sociali

assistendo agli spettacoli con persone di rango

superiore.

• È famosa l'espressione del poeta Giovenale: «panem

et circenses», ovvero «pane e giochi del circo» per

sottolineare che al popolo romano bastavano cibo e ludi

per dimenticare corruzione e malgoverno.

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Il Colosseo

• La struttura a noi maggiormente nota in cui si svolgevano i giochi pubblici è

l'anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseum.

• Fu costruito per volontà dell'imperatore Vespasiano ed è stato chiamato così

perché di fronte ad esso fu eretta un’enorme statua: il Colosso di Nerone.

• Si tratta del più imponente anfiteatro romano conosciuto ed è considerato il più

importante e famoso monumento dell’antica Roma.

• Era in grado di contenere un numero di spettatori stimato tra 50000 ed 80000

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Giochi privati

• Oltre ai ludi, vi erano altri tipi di passatempi che

permettevano ai cittadini di stare insieme e

socializzare.

• Tra i giochi per gli adulti molto diffuso era il cosiddetto

micatio (consisteva nel cercare di indovinare il

numero che l’avversario stava per indicare con le

dita).

• Molto diffuse erano anche le scommesse; le più note

riguardavano i giochi con una moneta o con dadi

chiamati, rispettivamente, navia aut capita e tesserae.

• I bambini, invece, giocavano spesso con le noci. Il

gioco consisteva nel tentare di far cadere una

piramide di noci lanciandone una verso di essa.

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• Nell’antica Roma gli individui di ogni origine sociale

godevano di qualche opportunità per migliorare la

propria condizione.

• Mentre nella società repubblicana i senatori

tendevano a difendere i propri privilegi, la società

imperiale si rivelò più mobile e aperta favorendo

l'emergere di un'ampia classe media e di un ceto

professionale e burocratico (professionisti, ufficiali,

funzionari imperiali, impiegati provenienti

principalmente dall’ordine equestre).

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• Ad esempio, l'espansione territoriale dell’Urbe,

avvenuta all'inizio dell'età repubblicana (dal 509

a.C.) consentì a molti individui di avere a

disposizione ulteriore terreno da coltivare.

Opportunità da espansione territoriale

• Buona parte di queste opportunità di mobilità sociale derivavano da mutamenti

territoriali che spesso intervenivano moltiplicando le posizioni più ambite già

esistenti e creandone di nuove.

• Anche la fondazione di una colonia, in seguito

a vittorie militari, con l'invio di individui da

insediare nell'area conquistata, dava ulteriori

opportunità di ascesa sociale, poiché le

colonie godevano di una certa autonomia

amministrativa ed eleggevano magistrati. Ad

esempio, nel 194 a.C., sul sito dell’antica

Sibari, fu dedotta la colonia romana di Copia e

vi furono inviati ben 3300 capifamiglia.

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• Una delle possibilità di ascesa sociale era quella offerta dal possesso di

particolari doti di tipo letterario, filosofico o artistico.

Opportunità per meriti culturali

• Polibio, nobile greco, fu condotto in schiavitù

a Roma in seguito ad una sconfitta militare.

Grazie alla sua vasta cultura fu ammesso nei

più rinomati salotti e conquistò l’ammirazione

di molti potenti che gli affidarono anche

l’educazione dei figli. Gli fu concesso anche

di ritornare nella sua patria affidandogli

addirittura il compito di riorganizzare le città;

• Livio Andronico fu condotto a Roma in

seguito alla sconfitta militare di Taranto,

schiavo dell’importante gens Livia. Divenuto

liberto per i suoi meriti di precettore, oltre a

mantenere come cognomen il suo nome

greco (Andronico) assunse il nomen del suo

ex padrone, Livio;

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• Talvolta gli schiavi più vigorosi venivano ceduti ad una scuola di

gladiatori.

Opportunità per meriti agonistici

• In molti casi ciò conduceva rapidamente

alla morte ma, in caso di frequenti

vittorie, era uno dei modi per affrancarsi

dalla condizione di schiavo e divenire

liberto.

• Tra i casi più noti ricordiamo quello di

Asiaticus, ex gladiatore che riuscì ad

elevarsi fino all’ordine equestre e ad

essere nominato capo consigliere

dall’imperatore Vitellio.

• In alcuni casi gli individui riuscivano ad emanciparsi socialmente grazie alle

loro caratteristiche fisiche.

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• A parte la condizione familiare, si poteva diventare schiavi per sconfitta

militare, per indebitamento oppure in seguito ad una grave condanna penale.

Peggioramento della condizione sociale

• Naturalmente vi erano anche casi in cui si

verificava un arretramento della condizione

sociale individuale, che poteva perfino condurre

alla schiavitù; gli schiavi costituivano la classe

sociale inferiore.

• L'emancipazione dalla schiavitù, invece, poteva avvenire inizialmente

secondo particolari forme previste dal diritto civile ed in seguito con forme più

semplici.

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Emancipazione dalla schiavitù Di seguito le forme primitive di emancipazione previste dal diritto civile.

• Manumissio per vindictam: il padrone metteva una mano sulla testa dello schiavo

(manumissus), pronunciando una formula, dopodiché un littore del magistrato presente

toccava lo schiavo su una spalla con una verghetta (vindicta), simbolo di potere, e lo

dichiarava libero;

• Manumissio censu: il padrone, dopo almeno cinque anni, faceva iscrivere lo schiavo come

cittadino romano nelle liste censuarie;

• Manumissio testamento: il padrone per testamento dichiarava libero lo schiavo

(l'esecuzione poteva aver luogo anche prima che il padrone morisse).

Successivamente si diffusero le seguenti forme semplificate:

• Manumissio inter amicos: il padrone dichiarava in presenza degli amici di voler dare la

libertà allo schiavo;

• Manumissio per mensam e per convivii adhibitionem: il padrone liberava lo schiavo

invitandolo a mangiare insieme agli ospiti o semplicemente considerandolo un proprio

commensale; ;

• Manumissio per epistulam: il padrone comunicava per lettera allo schiavo l'intenzione di

liberarlo.

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