DI DE MORI MARIA CLASSE 1 B A. S. 2010A. S....

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A. S. 2010A. S. 2010--20112011

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L’ OTTOCENTO E LA NASCITA DELLO STATO ITALIANO

L’ OTTOCENTO

FFra i secoli della storia, l’Ottocento è quello a noi più vicino.Tra l’altro, nell’ Ottocento; l’ Italia divenne un Paese indipendente, cioè libero

d ll ddalle dominazioni straniere.

LA RESTAURAZIONELA RESTAURAZIONE

Nell’ anno 1814 i rappresentanti delle potenze che avevano sconfitto Napoleone si riunirono in un congresso a Viennacongresso a Vienna, e decisero di restaurare la situazione ggpolitica, cioè far ritornare l’ Europa com’ era prima della Rivoluzione Francese. Tutte le famiglie regnanti tornarono così ai loro antichi troni. In I ’A R LItalia fu l’Austria ad avere il predominio, controllando il Regno Lombardo-Veneto e i piccoli stati del nord.

Il d li A i i ffi i i f i i l b i i i iIl governo degli Austriaci era efficiente, i funzionari laboriosi e capaci, ma ogni libertà di pensiero, di parola e di stampa veniva soffocata dagli interventi della polizia.

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polizia.

Granducato diGranducato diToscana

R d llRegno Regno delledue Sicilie

RegnoLombardo-Veneto

Stati e staterelli

Statopontificio

Regno diSardegna

da unificare

Ducato di Modena

Ducato diParma

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LA FASE DI PREPARAZIONE DELLO STATO ITALIANOLA FASE DI PREPARAZIONE DELLO STATO ITALIANO

LA CARBONERIA

In Italia, divisa in tanti stati e staterelli, alcuni gruppi cercarono di organizzare la ribellione. Per non essere imprigionati, i patrioti italiani fondarono delle

società segrete, la più diffusa era la Carboneria. I suoi membri si riunivano di nascosto e per comunicare usavano le parole dei venditori di carbone, ma il loro significato era politico:per esempio le “vendite” erano le riunioni mentre la “lib i d ll f d i l i” i ifi l “lib i d ll’ I li d liliberazione della foresta dai lupi significava la liberazione dell Italia dagli stranieri”.

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I MOTI DEL 1820 1821I MOTI DEL 1820-1821

Fra il 1820 e il1821 a Napoli, in Sicilia e in Piemonte, si ebbero alcuni tentativi di ribellione, facilmente repressi., f p

I MOTI DEL 1831

Dieci anni più tardi vi fu un’altra ondata di tentativi rivoluzionari in tutta l’ I E I F IVItalia. Essi fallirono, repressi nel sangue. Il duca Francesco IV fece promesse di appoggio ai carbonari, che poi tradì facendo arrestare il capo dei patriotipatrioti.

Una ribellione scoppiò in Romagna e nelle Marche, ma fu rapidamente repressa dall’ esercito austriaco.dall esercito austriaco.

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Le 5 giornate di Milano

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LE RIVOLUZIONI DEL 1848 IN EUROPA E IN ITALIALE RIVOLUZIONI DEL 1848 IN EUROPA E IN ITALIA

In molti stati d’ Europa il 1848 fu un anno di violenti sommovimenti e di grandi cambiamenti. In Francia gli opera i reclamavano giustizia sociale; a Vienna e a I g p g ;Berlino ci si batteva per la libertà politica e in Ungheria i patrioti chiedevano l’ indipendenza dall’ Austria.

I sovrani del Regno delle due Sicilie, del Regno di Sardegna, del Granducato di Toscana e Pio IX concessero la costituzione.

MIl popolo di Venezia aveva proclamato la repubblica e quello di Milano, dopo 5 giorni di aspri combattimenti, era riuscito a cacciare gli Austriaci dalla città.

I S FI patrioti milanesi chiesero aiuto al re di Sardegna. Fu questa la mossa decisiva: Carlo Alberto dichiarò guerra all’ Austria e iniziò la Prima guerra diIndipendenza

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Indipendenza.

LE GUERRE D’ INDIPENDENZA E L’ UNITÀ D’ ITALIALE GUERRE D INDIPENDENZA E L UNITÀ D ITALIA

LA PRIMA GUERRA D’ INDIPENDENZALA PRIMA GUERRA D’ INDIPENDENZA

A fianco del re di Sardegna si schierarono,inizialmente, il papa e i re italiani che avevano concesso la costituzione ai sudditi. Poco dopo, però, si ritirarono e p , p ,lasciarono solo Carlo Alberto. Il re aveva intanto vinto alcune battaglie a Pastrengo e a Goito, mettendo in difficoltà il nemico.

Successivamente l’ esercito Piemontese venne duramente sconfitto nella battaglia di Custoza. Carlo Alberto fu costretto a chiedere un armistizio e a ritirarsi in PPiemonte.

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LE REPUBBLICHE DEL 1849LE REPUBBLICHE DEL 1849

In molte città i governanti erano stati cacciati. A Roma Pio IX, accusato di aver tradito la causa liberale, fu costretto a fuggire e venne proclamata la repubblica., f f gg p p

La reazione dell’ Austria fu rapida e spietata: Brescia, dopo 10 giorni di eroica resistenza che le valsero il titolo di Leonessa d’ Italia, fu costretta a cedere, e fcosì pure Venezia, indebolita dalla carestia e dall’ epidemia di colera.

La Repubblica romana, invece, fu sconfitta dall’ esercito francese, accorso in difesa del papa.

Tra gli sfortunati difensori della città c’ erano Mazzini e Garibaldi.

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I cittadini di Brescia per dieci giorni difesero con coraggio e valore la cittàcon coraggio e valore la città

Giuseppe Garibaldi

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LA SECONDA GUERRA D’ INDIPENDENZALA SECONDA GUERRA D’ INDIPENDENZA

Il secondo tentativo di liberare l’ Italia fu messo in atto nel 1859. in quell’ epoca il re di Sardegna era Vittorio Emanuele II e il primo ministro era Camillo g pBenso, Conte di Cavour.

Egli era riuscito a stringere un’ alleanza con l’ imperatore francese Napoleone g g p f pIII,convincendolo a scendere in guerra contro l’ Austria, a fianco del Piemonte; in cambio avrebbe avuto la città di Nizza e la regione della Savoia.

MI due eserciti sbaragliarono gli Austriaci a Solferino e S. Martino. L’imperatore francese firmò un armistizio con l’ Austria e riportò l’ esercito in F iFrancia.

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LE ANNESSIONILE ANNESSIONI

I patrioti dell’ Italia centrale avevano cacciato i loro governanti e chiesto l’ annessione al Piemonte. Cavour riuscì a far accettare queste annessioni alle f qaltre potenze europee. L’Emilia, la Romagna, la Toscana a seguito di plebisciti(votazioni generali), entrarono a far parte del regno di Vittorio Emanuele II.

I rivoluzionari siciliani chiesero a Cavour di mandare spedizioni militari per l l’ l C G l fliberare l’ isola. Cavour era esitante ma Garibaldi fu pronto ad accorrere con un sostegno segreto del Regno di Sardegna.

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Granducato diToscana

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LA SPEDIZIONE DEI MILLE

Il Regno delle due Sicilie viveva in condizioni di grave arretratezza.R g gLa liberazione del regno fu intrapresa da Garibaldi, partendo dalla Liguria e

approdando in Sicilia alla testa di circa mille volontari(da qui il nome della qspedizione).

Re Vittorio Emanuele II

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La battaglia diLa battaglia di Calatafimi

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<<La battaglia di CalatafimiSi udì un colpo, un altro, poi fu suonata la diana, poi il passo di corsa: era il trombetta del Generale..

l l l d b l llCi levammo, ci serrammo, e precipitammo in un lampo al piano. Là ci copersero di piombo. Piovevano le palle come gragnuola, e due cannoni dal monte gia tutto fumo, cominciarono a trarci addosso furiosamente. La pianura fu presto attraversata, la prima linea di nemici rotta; ma alle falde del colle chi guardava in su!

. . . Là vidi Garibaldi a piedi, con la spada inguainata sulla spalla destra, andare dinnanzi lento e tenendo d’occhio

tutta l’ azione. Cadevano intorno a lui i nostri, e più quelli che indossavano camicia rossa. Bixio corse di galoppo a fargli riparo col suo cavallo, e tirandoselo dietro alla groppa, gli gridava:galoppo a fargli riparo col suo cavallo, e tirandoselo dietro alla groppa, gli gridava:

<Generale , così volete morire?><Come potrei morire meglio che pel mio paese?> rispose il generale, e scioltosi dalla mano di Bixio, tirò innanzi

severo. Bixio lo seguì rispettoso.>>severo. Bixio lo seguì rispettoso.CESARE ABBA, GARIBALDINO

PARTECIPANTE ALL’ IMPRESA DEI 1000

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NASCE IL REGNO D’ ITALIANASCE IL REGNO D’ ITALIA

Sbarcato segretamente in Calabria con il suo esercito ingrossatosi per l’ arrivo di nuovi volontari, Garibaldi iniziò la sua marcia vittoriosa verso Napoli., G p

In quello stesso anno anche la Sicilia e le regioni del Sud decisero poi con plebiscito l’ annessione al nascente Regno d’ Italia. Intanto l’ esercito p R gpiemontese, guidato dal re, scendeva verso Napoli.

Il 26 ottobre 1860 a Teano, presso Caserta, Vittorio Emanuele II e Garibaldi si incontrarono.

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L’ incontro di Teano tra Garibaldi e reGaribaldi e re Vittorio Emanuele II

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SI COMPLETA L’ UNITÀSI COMPLETA L’ UNITÀ

LA TERZA GUERRA D’ INDIPENDENZALA TERZA GUERRA D’ INDIPENDENZA

Al completamento dell’ Unità d’ Italia mancavano il Veneto, il Trentino, la Venezia Giulia e Roma, capitale dello Stato pontificio.G R , p p f

Nel 1866 l’ Italia scese in guerra a fianco della Prussia contro l’ Austria. Però solo i Prussiani conseguirono vittorie, mentre per l’ Italia l’ unica fu quella g p f qriportata da Garibaldi che, battuti gli Austriaci a Bezzecca, stava per puntare su Trento quando ricevette da Torino l’ ordine di fermarsi. Nella pace h l’ I l ll’ ll P l Vche seguì, l’ Italia, grazie all’ appoggio della Prussia, ottenne il Veneto.

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La terza guerra d’ indipendenza e l’ Italia dopo di essa

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ROMA CAPITALE D’ ITALIA

Nell’ anno 1870, il governo italiano, approfittando del fatto che la Francia, in P

f fdifficoltà, non poteva intervenire in difesa del Papa, inviò contro Roma un corpo di spedizione militare comandato dal generale Raffaele Cadorna. Il 20 settembre da una breccia aperta a cannonate nelle mura vicin0 a Porta Pia l’settembre, da una breccia aperta a cannonate nelle mura vicin0 a Porta Pia, l esercito italiano entrò in Roma.

Papa Pio IX , dopo aver lanciato la scomunica sul re e sugli invasori,si ritirò nei p p gpalazzi del vaticano e vietò ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica dello Stato e di accettare candidature per l’ elezione del parlamento.

D l 8 R di tò it l d l R d’It liDal 1871 Roma diventò capitale del Regno d Italia.

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L’ INNO DI MAMELIL INNO DI MAMELI

Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente eScritto ne autunno de 1847 da a ora ventenne studente epatriota genovese Goffredo Mameli, musicato poco dopo aTorino da un altro genovese, Michele Novaro, il cosiddetto"Canto degli Italiani" nacque in quel clima di fervorepatriottico che precedette la guerra contro l'Austria.

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•Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, Dell'elmo di ScipioS'è cinta la testa

Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'A il d'A t iS è cinta la testa.

Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte

ll

Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, g

Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.

•Noi siamo da secoli

Ma il cor le bruciò. Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò

Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera una speme:Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò

•Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core ha la manoL'Italia chiamò.

•Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli L i d l Si

Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamoci a coorteLe vie del Signore;

Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? St i i i t

Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.

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Stringiamoci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.

LA PICCOLA VEDETTA LOMBARDALA PICCOLA VEDETTA LOMBARDA

• Nel 1859 durante la guerra per la liberazione della Lombardia, pochi giorni dopo la battaglia di Solferino e San Martino vinta dai Francesi e dagli Italianidopo la battaglia di Solferino e San Martino vinta dai Francesi e dagli Italiani contro gli Austriaci, in una bella mattina del mese di Giugno..

•• un drappello di cavalleggeri piemontesi del Saluzzo andava di lento passo, per

un sentiero solitario verso il nemico esplorando attentamente la campagnaun sentiero solitario, verso il nemico, esplorando attentamente la campagna. Guidavano il drappello un Ufficiale e un sergente e tutti guardavano lontano, davanti a se, con occhio fisso, muti, preparati a veder ...

•• da un momento all'altro biancheggiare fra gli alberi le divise degli avamposti• da un momento all altro biancheggiare fra gli alberi le divise degli avamposti

nemici. Arrivarono cosi a una casetta rustica, circondata di frassini, davanti alla quale se ne stava.. tutto solo un ragazzo d'una dozzina d'anni, che scortecciava un piccolo ramo con un coltello, per farsene un bastoncino; da una finestra della casa spenzolava una larga bandiera tricolore; dentro nonuna finestra della casa spenzolava una larga bandiera tricolore; dentro non c'era nessuno: i contadini, messa fuori la bandiera erano scappati, per paura degli Austriaci.

•• Appena visti i cavalleggeri il ragazzo buttò via il bastone e si -Appena visti i cavalleggeri, il ragazzo buttò via il bastone e si .

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• levò il berretto Era un bel ragazzo dal viso ardito dagli occhi• levò il berretto. Era un bel ragazzo, dal viso ardito, dagli occhi grandi e celesti, coi capelli biondi e lunghi; era in maniche di camicia, e mostrava il petto nudo. Che fai qui ?- Gli domandò l'ufficiale fermando il cavallo.- Perché non sei fuggito con la tua ggfamiglia ? -Io non ho famiglia - Rispose il ragazzo- Sono trovatello, lavoro un po' per tutti. Son rimasto qui per veder la guerra-Hai visto passare degli Austriaci ?Hai visto passare degli Austriaci ? -- No, da due giorni -

•• L'ufficiale stette un poco pensando: poi saltò giù da cavallo e• L ufficiale stette un poco pensando: poi saltò giù da cavallo, e

lasciati i soldati li, entrò nella casa e salì sul tetto. La casa era bassa; dal tetto non si vedeva che un piccolo tratto di campagna.- Bisogna salir sugli alberip g g g

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• disse l'ufficiale e discese Proprio davanti all'aia si drizzava un• disse l'ufficiale, e discese. Proprio davanti all'aia si drizzava un frassino altissimo e sottile, che dondolava la vetta nell'azzurro. L'ufficiale rimase un po' sopra pensiero, guardando ora l'albero ora i soldati; poi tutt'a un tratto domandò al ragazzo.; p g- Hai buona vista tu, monello ?-- Io?- Rispose il ragazzo- Io vedo un passerotto lontano un miglio -Sapresti salire in cima a quell'albero?-In cima a quell'albero? io? in mezzo minuto ci salgoIn cima a quell albero? io? in mezzo minuto ci salgo-- E sapresti dirmi quello che vedi di lassù, se c'è soldati austriaci da quella parte, nuvoli di polvere, fucili che luccicano, cavalli ?-- Sicuro che saprei -- Che cosa vuoi per farmi questo servizio?-- Che cosa voglio? - disse il ragazzo sorridendo - Niente

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• Bella cosa ! E poi se fosse per i tedeschi a nessun patto; ma• Bella cosa ! E poi...se fosse per i tedeschi, a nessun patto; ma per i nostri ! Io, sono lombardo - Un momento, che mi levi le scarpe- Si levò le scarpe, si strinse la cinghia dei calzoni, buttò nell'erba il berretto e abbracciò il tronco del frassino. Bene, Ma ,bada....- Esclamò l'ufficiale, facendo l'atto di trattenerlo, come preso da un timore improvviso. Il ragazzo si voltò a guardarlo, coi suoi begli occhi celesti. - Niente - Disse l'ufficiale - Vai su -In pochi istanti il ragazzo fu sulla cima dell'albero avviticchiatoIn pochi istanti il ragazzo fu sulla cima dell albero, avviticchiato al fusto, con le gambe fra le foglie, ma col busto scoperto, e il sole gli batteva sul capo biondo, che pareva d'oro. L'ufficiale lo vedeva appena, tanto era piccino lassù.pp , p- Guarda dritto e lontano - Gridò l'ufficiale. Il ragazzo per veder meglio staccò la mano destra dall'albero, e se la mise alla fronte.

Che cosa vedi? Domandò l'ufficiale Il ragazzo chinò il viso- Che cosa vedi? - Domandò l ufficiale. Il ragazzo chinò il viso verso di lui, e facendosi portavoce della mano rispose. - Due cavalieri sulla strada bianca -- A che distanza di qui ? -

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q- Mezzo miglio -- Muovono ? -- Son fermi -

• - Che altro vedi ? - Domandò l'ufficiale dopo un momento di silenzio.- Guarda a destra - Il ragazzo guardò a destra. Poi disse:- Vicino al cimitero, tra gli alberi, c'è qualcosa che luccica Paiono baionetteluccica. Paiono baionette -- Vedi gente ? -- No, saran nascosti nel grano - In quel momento un fischio di palla acutissimo passò alto per l'aria e andò a morire lontano p p pdietro la casa.- Scendi, ragazzo - urlò l'ufficiale.- T'han visto. Non voglio altro. Vieni giù -

Io non ho paura Rispose il ragazzo- Io non ho paura - Rispose il ragazzo.- Scendi...- Ripeté l'ufficiale -Che altro vedi a sinistra ?Il ragazzo sporse il capo a sinistra: in quel punto un altro fischio più acuto e più basso del primo tagliò l'aria; il ragazzo si p p p g ; griscosse tutto. -Accidenti - Esclamò - L'hanno proprio con me -La palla gli era passata poco lontana.- Scendi - Gridò l'ufficiale-Scendo subito - Rispose il ragazzo.

Ma l'albero mi ripara non dubiti A sinistra vuol sapere?- Ma l albero mi ripara, non dubiti. A sinistra vuol sapere? -- A sinistra - Rispose l'ufficiale - Ma scendi -Un terzo fischio rabbioso passò in alto, e quasi a un punto si vide il ragazzo venir giù, trattenendosi per un tratto al fusto e ai g g , prami, e poi precipitando a capo fitto e colle braccia aperte.- Maledizione ! - Gridò l'ufficiale accorrendo. Il ragazzo batté la schiena per terra e restò disteso con le braccia larghe,...supino; un rigagnolo di sangue gli sgorgava dal petto a

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supino; un rigagnolo di sangue gli sgorgava dal petto, a sinistra. Il sergente e due soldati saltaron giù da cavallo; l'ufficiale si chinò e gli aprì la camicia: la palla gli era entrata nel polmone sinistro.

• -E' morto - Esclamò l'ufficiale --No vive - Rispose il sergente.- Ah povero ragazzo! bravo ragazzo - gridò l'ufficiale -Coraggio coraggio ! Ma mentre gli diceva coraggio e gliCoraggio, coraggio ! - Ma mentre gli diceva coraggio e gli premeva il fazzoletto sulla ferita, il ragazzo stralunò gli occhi e abbandonò il capo: era morto. L'ufficiale impallidì, e lo sguardo fisso un momento, poi lo adagiò col capo sull'erba.- Povero , p g pragazzo! - ripeté tristemente l'ufficiale. - Povero e bravo ragazzo - Poi s'avvicinò alla casa, levò dalla finestra la bandiera tricolore e la distese come un drappo funebre sul piccolo morto lasciandogli il viso scoperto Il sergente raccolse amorto, lasciandogli il viso scoperto. Il sergente raccolse a fianco del morto le scarpe, il berretto, il bastoncino e il coltello. Stettero ancora un momento silenziosi; poi l'ufficiale si rivolse al sergente e gli disse:- Lo manderemo a pigliare g g p gdall'ambulanza: è morto da soldato, lo seppelliranno i soldati -Detto questo mandò un bacio al morto con un atto della mano, e gridò- A cavallo -Tutti balzarono in sella, il drappello si riunì e riprese il cammino E poche ore dopo il piccolo morto ebbe iriprese il cammino. E poche ore dopo il piccolo morto ebbe i suoi onori di guerra. Al tramontar del sole, tutta la linea degli avamposti italiani s'avanzava verso il nemico e attraverso lo stesso cammino percorso la mattina dal drappello di cavalleria, p pp ,procedeva su due file un grosso battaglione di bersaglieri, il quale, pochi giorni innanzi, aveva valorosamente rigato di sangue il colle di San. Martino. La notizia della morte del ragazzo era già corsa fra quei soldati prima che lasciassero gli

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ragazzo era già corsa fra quei soldati prima che lasciassero gli accampamenti. Il sentiero, fiancheggiato da un rigagnolo, passava a pochi passi di distanza dalla casa. Quando i primi ufficiali del battaglione videro il piccolo cadavere disteso ai

• piedi del frassino e coperto dalla bandiera tricolore, lo salutarono con la sciabola; e uno di essi si chinò sopra la sponda del rigagnolo, ch'era tutta fiorita, strappò due fiori e glieli gettò Allora tutti i bersaglieri via via che passaronoglieli gettò. Allora tutti i bersaglieri via via che passarono, strapparono dei fiori e li gettarono al morto. In pochi minuti il ragazzo fu coperto di fiori e ufficiali e soldati gli mandavano tutti un saluto passando- Bravo, piccolo lombardo! - Addio p , pragazzo ! - A te biondino ! - Evviva - Gloria - Addio - Un ufficiale gli gettò la sua medaglia al valore, un altro andò a baciargli la fronte. E i fiori continuavano a piovergli sui piedi nudi sul petto insanguinato sul capo biondo Ed egli dormivanudi, sul petto insanguinato, sul capo biondo. Ed egli dormiva la nell'erba, ravvolto nella sua bandiera, col viso bianco e quasi sorridente, povero ragazzo, come se sentisse quei saluti, e fosse contento d'aver dato la vita per la sua Lombardiap

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