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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Vicedirettore: Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 16 aprile 2006 Deus caritas est Giovedì 27 aprile alle 17.30 al centro culturale ei locali del centro cultu- rale diocesano in via del- le Galere 35 giovedì 27 aprile alle 17.30 monsi- gnor Diego Coletti e l’assessore co- munale alle culture Massimo Guantini presenteranno alla città l’enciclica di Papa Benedetto XVI «Deus caritas est». L’iniziativa organizzata nell’ambi- to delle conferenze della scuola di teologia diocesana è aperta a tutti. N DESTINAZIONE DEL 5 PER MILLE a legge finanziaria per il 2006 (Legge n.266 del 31.12.2005 art.1 commi dal 337 al 340) consente di destinare il 5 per Mille dell’imposta dovuta in base alla propria dichiarazione dei redditi a sostegno delle ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale) e le O.N.G. (Organizzazioni Non Governative). Oltre alla destinazione dell’8 per Mille, che rimane inalterato, ogni contribuente potrà decidere a chi destinare questa ulteriore percentuale dell’imposta dovuta. Il totale delle destinazioni sarà diviso equamente fra tutte le organizzazioni regolarmente iscritte presso gli appositi Registri Regionali. COME COMPILARE I MODELLI E QUANDO CONSEGNARLI 92089340498 Questo è il numero che dovrà essere indicato sull’apposito spazio previsto nei modelli CUD, UNICO e 730 per destinare automaticamente il 5 per Mille alla «FONDAZIONE CARITAS LIVORNO o.n.l.u.s.» secondo le note esplicative riportate in calce alla locandina. MODELLO CUD Chi non deve fare la dichiarazione dei redditi, ma è titolare di reddito certificato tramite modello CUD, dovrà compilare una parte appositamente adibita alla destinazione del 5 per Mille (che il proprio datore di lavoro gli consegnerà), indicando il Codice Fiscale dell’Organizzazione destinataria del contributo. Il modello CUD e la parte integrativa andranno messi in una busta chiusa con sopra la dicitura “scelta per la destinazione del 5 per Mille dell’IRPEF”, l’anno cui si riferisce, il proprio Codice Fiscale, il nome e il cognome. La busta andrà poi consegnata in banca, alla Posta o al CAF di riferimento. Il termine ultimo per la consegna del CUD è il 31 Luglio 2006. MODELLO 730 I soggetti che sono tenuti a presentare il modello 730, dovranno compilare l’apposito modello 730-1 bis indicando sempre il Codice Fiscale dell’Organizzazione destinataria. Il termine ultimo per la consegna del modello 730 è il 2 maggio 2006, se presentato al datore di lavoro, ed il 15 giugno 2006, se presentato ad un CAF. MODELLO UNICO 2006 I soggetti che sono tenuti a presentare il modello UNICO 2006, come persone fisiche, dovranno indicare il Codice Fiscale dell’Organizzazione destinataria e firmare nell’apposito sezione del modello UNICO 2006. Il termine ultimo per la presentazione di UNICO 2006 è il 31 ottobre 2006. LA DESTINAZIONE DEI CONTRIBUTI Gli introiti derivanti dal 5 per Mille, saranno destinati alla gestione delle attività e delle opere-segno gestite dalla Fondazione Caritas Livorno onlus: - il Centro di Ascolto «Mons.V. Savio»: 5.500 contatti per 705 persone incontrate nel 2005 - il Centro di Prima Accoglienza «G.B.Quilici» guardaroba: 4.600 interventi nel 2005 - il Centro di Prima Accoglienza «G.B.Quilici» doccia: 700 interventi nel 2005 - la Mensa «Don G.B.Quilici» 39.800 pasti nel 2005 - la Casa d’Accoglienza per famiglie "«Don R.Angeli»: 20 adulti e 6 minori nel 2005 - la Casa d’Accoglienza per le famiglie dei carcerati «L’Incontro»: 130 familiari nel 2005 - la Casa d’Accoglienza «San Giuseppe»: 80 detenuti e 20 senza fissa dimora nel 2005 - la Casa d’Accoglianza per madri «Viale dei Pini»: n.4 donne e tre bambini nel 2005 - Ufficio Lavoro Caritas diocesana: 736 persone di cui il 50% è stato avviato al lavoro nel 2005 - Commissione per le tossicodipendenze: 608 colloqui e accompagnamenti nel 2005 - Commissione Carcere: n.23 volontari presenti in carcere, 12.000 di contributi economici e in generi di prima necessità per detenuti meno abbienti. Vi preghiamo di voler dare informazione di questa ulteriore possibilità offerta ai contribuenti per finanziare, senza alcun aggravio a livello personale, i servizi che la Caritas diocesana svolge in nome e per conto della Chiesa livornese. Nel ringraziarvi per la consueta collaborazione, vi auguriamo di terminare in pienezza questa Quaresima e di celebrare con gioia la prossima Pasqua. I Direttori della Caritas diocesana Mauro e Laura Nobili L A Pasqua incontrate la verità ntorno alla scena della morte di Cristo c’era un’intera città, Gerusalemme, del tutto indif- ferente. Casomai tutta indaf- farata a preparare la festa di Pa- squa. Era la grande festa dei giudei e Gesù verrà crocifisso nel giorno della Parasceve, il nostro venerdì, proprio per evitare che fosse d’in- gombro alla festa popolare. La gente di Gerusalemme, la grande città, non sa neppure cosa stia succedendo appena fuori dalle mura, là dove ci sono alcuni con- dannati a morte che vengono crocifissi. Non sa perché, non sa chi sono: il cuore, la testa sono impegnati altrove. E anche i di- scepoli, quelli che hanno seguito Gesù, compresi gli apostoli, compreso Pietro, che si faceva grande della sua fedeltà promes- sa, secondo quanto abbiamo ascoltato, tutti, «abbandonatolo fuggirono». La lettura della Passione secondo Marco si conclude con la figura di due donne: la Maddalena e l’altra Maria, che stanno lì ad os- servare un sepolcro chiuso con dentro un cadavere. Lasciatemi dire, cari fratelli e so- relle, che noi dovremmo essere felici all’inizio di questa settima- na santa, perché non ci ricono- sciamo in nessuna di queste cate- gorie di persone. Noi rileggiamo la passione di Gesù a partire dal dono dello Spirito Santo che ab- biamo avuto nella nostra Pente- coste personale, che è stato il no- stro Battesimo, la nostra Confer- mazione; a partire dalla parteci- pazione gioiosa all’Eucaristia, a quella Eucaristia fatta del corpo di Dio e del sangue di Dio spez- zati e sparsi per noi che ogni giorno se vogliamo, ma almeno la domenica ed in questi santi giorni di Pasqua avremo a nostra disposizione. Non come la Maddalena, non come Maria, davanti ad un se- polcro con dentro un cadavere, non come i discepoli che abban- donano Gesù e scappano, non come la città indifferente, noi ab- biamo ascoltato questo racconto della Passione del Signore, sa- pendo che il protagonista di que- sto racconto è un vero uomo ma è insieme la vera, ultima, defini- tiva manifestazione della verità di Dio. Se ci dimentichiamo questo, cari fratelli e sorelle, assistiamo sola- mente ad un pietoso racconto di un errore giudiziario, di un po’ di cattiveria degli uomini che se la pigliano con un povero profeta di Galilea, un illuso, un po’ esa- gerato nelle sue affermazioni, che fa la fine che si merita come tutti gli illusi, come tutti gli esa- gerati, e viene condannato a morte. Il nostro sguardo, invece, soste- nuto dal dono dello Spirito San- to riconosce in questo uomo niente meno che Dio in persona. Ecco allora qual è la chiave che ci è stata offerta dalla liturgia della domenica delle Palme, soprattut- to dalla seconda lettura. Dopo aver ascoltato il lungo rac- conto della Passione quasi ci sia- mo dimenticati di questa pagina della Lettera di Paolo ai Filippesi. Gesù è di natura divina e sa di es- sere uguale a Dio. Del resto è per questo che l’hanno ammazzato, come bestemmiatore, perché es- sendo uomo, si faceva uguale a Dio. Gesù è uguale a Dio eppure si fa uomo, diventa servo, si fa obbediente ed è fedele nell’obbe- dienza alla volontà del Padre si- no alla morte e alla morte di cro- ce. Chi muore sulla croce non è solo una brava persona, è il figlio di Dio! Chi muore sulla croce è colui che può dire: d’ora in avanti la vostra vita, la vita di tutti ha un solo si- gnificato e un solo valore: amate- vi gli uni gli altri come io ho amato voi. Celebrare la settimana santa, partecipare generosamente come auguro a tutti voi alle liturgie del giovedì, del venerdì e della santa notte pasquale vuol dire riorien- tare il nostro sguardo, il nostro cuore su questa che è la verità di Dio. L’unico vero Dio, il Padre di Gesù, il suo Figlio, incarnato, morto e risorto per noi ed il loro santo Spirito d’amore è ciò da- vanti al quale dobbiamo risco- prire la verità della nostra vita. Questa è la novità sconvolgente. Questo è l’annuncio della Buona Notizia: Dio non poteva fare più di così per mostrarti il suo amo- re, per mostrarlo a te che sei un peccatore. Dio non poteva anda- re al di là di questo limite illimi- tato, di questo confine sconfina- to, di questa condizione senza alcuna condizione, senza alcun ritorno, che è la grande manife- stazione del suo amore donato e crocifisso. Quell’amore che in- contriamo in tutte le eucaristie: il suo corpo spezzato, il suo san- gue sparso. Cosa dovremo fare allora in que- sta settimana santa e soprattutto nel triduo pasquale? Dovremo incontrare questa ve- rità. Dovremo comprendere que- sto messaggio, dovremo lasciare che questo messaggio illumini la nostra vita e ci inviti con il dono della grazia dello Spirito santo a cambiare radicalmente le nostre convinzioni, le nostre abitudini, i nostri stili di vita per fare comu- nione con Gesù. La santa Comunione pasquale alla quale tutti siamo invitati ac- compagnata dal desiderio one- sto e sincero di staccarci dal pec- cato con una buona e santa con- fessione! La comunione pasquale ha que- sto senso: Signore Gesù voglio amare come tu mi hai amato, vo- glio sperimentare fino in fondo quanto è grande e sconfinato il tuo amore per me e voglio ri- spondere a tale amore. È come rinascere, è come un es- sere rifatti da capo splendidi e trasparenti, liberi e dignitosi figli di Dio: un popolo di rinati a vita nuova. Fossimo anche solo un gruppet- to di qualche decina di persone come quelle che si ritrovarono in quella stanza chiusa nel giorno di Pentecoste, noi saremmo ca- paci di annunciare al mondo in- tero la Buona Notizia e di incen- diare il mondo intero con il fuo- co dell’Amore divino. Ma se ci manca questa esperien- za, se ci manca questa convinzio- ne, questa comunione con Dio, con il figlio di Dio crocifisso, morto e risorto per noi, non pos- siamo far altro che tirarci dietro delle stanche abitudini religiose che non servono a niente e a nes- suno. + Diego Coletti I Un aiuto alla Caritas diocesana L’omelia della domenica delle Palme ALCUNE LETTURE SU... La Pasqua F. MANENTI – DAVVERO IL SIGNORE È RISORTO. LECTIO DIVINA SUI VANGELI FERIALI DEL TEMPO PASQUALE.- ED PAOLINE PP.203, EURO 7,50 L’evangelista Luca scrive che Gesù risorto incontrando i discepoli di Emmaus, «spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui». La «rimeditazione» delle Scritture consente ai discepoli di riconoscere Gesù come il Risorto, e quindi di abbandonare ogni delusione, tristezza, paura.Quanto Gesù ha fatto un giorno con i suoi discepoli, continua a compierlo anche oggi con noi. QOHELET CANTO DELLA VITA. INTRODUZIONE DI G.RAVASI E TAVOLE ORIGINALI DI A. NASTASIO. ED. SAN PAOLO PP.111, EURO 22,00 Il Qohelet è un libretto di poco meno 3000 parole ebraiche distribuite in 222 versetti e in 12 capitoli; eppure attorno ad esso si è infittita un’immensa bibliografia, segno di un’attenzione che non è solo esegetica ma anche popolare. Questa pregevole edizione dove accanto al testo biblico vi sono commenti di autori antichi e moderni, è corredata di 18 xilografie a colori che si presentano come un’esegesi immediata e trasfigurata del testo. Mo.C. LE CELEBRAZIONI IN CATTEDRALE VENERDÌ 14 APRILE 9.30 ufficio delle Letture e Lodi presiedute dal Vescovo. 18.30 Celebrazione della Passione del Signore presieduta dal Vescovo. SABATO 15 APRILE 9.30 ufficio delle Letture e Lodi presiedute dal Vescovo. 18.00 Vespri presieduti dal Vescovo 22.30 Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo. DOMENICA 16 APRILE PASQUA DI RESURREZIONE 8.45 il Vescovo celebra la S. Messa presso il carcere delle Sughere. 10.30 S. Messa celebrata dal Vescovo. 18.30 S. Messa LUNEDÌ 17 APRILE 10.30 S. Messa 11.45 Sul sagrato della Cattedrale: benedizione dei bambini 18.30 S. Messa «…e, calatolo giù, lo avvolse in un lenzuolo e lo pose in un sepolcro tagliato dalla roccia…» (Lc 23,53)

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAlberto MigoneVicedirettore: Andrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

16 aprile 2006

Deus caritas estGiovedì 27 aprile alle 17.30 al centro culturale

ei locali del centro cultu-rale diocesano in via del-le Galere 35 giovedì 27aprile alle 17.30 monsi-

gnor Diego Coletti e l’assessore co-munale alle culture MassimoGuantini presenteranno alla cittàl’enciclica di Papa Benedetto XVI«Deus caritas est».L’iniziativa organizzata nell’ambi-to delle conferenze della scuola diteologia diocesana è aperta a tutti.

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DESTINAZIONE DEL 5 PER MILLE

a legge finanziaria per il 2006 (Legge n.266 del31.12.2005 art.1 commi dal 337 al 340) consente didestinare il 5 per Mille dell’imposta dovuta in basealla propria dichiarazione dei redditi a sostegno delle

ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale) e leO.N.G. (Organizzazioni Non Governative).Oltre alla destinazione dell’8 per Mille, che rimane inalterato,ogni contribuente potrà decidere a chi destinare questaulteriore percentuale dell’imposta dovuta.Il totale delle destinazioni sarà diviso equamente fra tutte leorganizzazioni regolarmente iscritte presso gli appositiRegistri Regionali.

COME COMPILARE I MODELLI E QUANDOCONSEGNARLI

92089340498Questo è il numero che dovrà essere indicato sull’appositospazio previsto nei modelli CUD, UNICO e 730 per destinareautomaticamente il 5 per Mille alla «FONDAZIONE CARITASLIVORNO o.n.l.u.s.» secondo le note esplicative riportate incalce alla locandina.

MODELLO CUDChi non deve fare la dichiarazione dei redditi, ma è titolare direddito certificato tramite modello CUD, dovrà compilare unaparte appositamente adibita alla destinazione del 5 per Mille(che il proprio datore di lavoro gli consegnerà), indicando ilCodice Fiscale dell’Organizzazione destinataria del contributo.Il modello CUD e la parte integrativa andranno messi in unabusta chiusa con sopra la dicitura “scelta per la destinazionedel 5 per Mille dell’IRPEF”, l’anno cui si riferisce, il proprioCodice Fiscale, il nome e il cognome. La busta andrà poiconsegnata in banca, alla Posta o al CAF di riferimento. Iltermine ultimo per la consegna del CUD è il 31 Luglio 2006.

MODELLO 730I soggetti che sono tenuti a presentare il modello 730,dovranno compilare l’apposito modello 730-1 bis indicandosempre il Codice Fiscale dell’Organizzazione destinataria. Iltermine ultimo per la consegna del modello 730 è il 2maggio 2006, se presentato al datore di lavoro, ed il 15giugno 2006, se presentato ad un CAF.

MODELLO UNICO 2006I soggetti che sono tenuti a presentare il modello UNICO2006, come persone fisiche, dovranno indicare il CodiceFiscale dell’Organizzazione destinataria e firmarenell’apposito sezione del modello UNICO 2006. Il termineultimo per la presentazione di UNICO 2006 è il 31 ottobre2006.

LA DESTINAZIONE DEI CONTRIBUTIGli introiti derivanti dal 5 per Mille, saranno destinati allagestione delle attività e delle opere-segno gestite dallaFondazione Caritas Livorno onlus:- il Centro di Ascolto «Mons.V. Savio»: 5.500 contattiper 705 persone incontrate nel 2005- il Centro di Prima Accoglienza «G.B.Quilici»guardaroba: 4.600 interventi nel 2005- il Centro di Prima Accoglienza «G.B.Quilici» doccia:700 interventi nel 2005- la Mensa «Don G.B.Quilici» 39.800 pasti nel 2005- la Casa d’Accoglienza per famiglie "«Don R.Angeli»:20 adulti e 6 minori nel 2005- la Casa d’Accoglienza per le famiglie dei carcerati«L’Incontro»: 130 familiari nel 2005- la Casa d’Accoglienza «San Giuseppe»: 80 detenuti e20 senza fissa dimora nel 2005- la Casa d’Accoglianza per madri «Viale dei Pini»: n.4donne e tre bambini nel 2005- Ufficio Lavoro Caritas diocesana: 736 persone di cuiil 50% è stato avviato al lavoro nel 2005- Commissione per le tossicodipendenze: 608 colloquie accompagnamenti nel 2005- Commissione Carcere: n.23 volontari presenti incarcere, 12.000 di contributi economici e in generi diprima necessità per detenuti meno abbienti.Vi preghiamo di voler dare informazione di questa ulteriorepossibilità offerta ai contribuenti per finanziare, senza alcunaggravio a livello personale, i servizi che la Caritas diocesanasvolge in nome e per conto della Chiesa livornese.Nel ringraziarvi per la consueta collaborazione, vi auguriamodi terminare in pienezza questa Quaresima e di celebrare congioia la prossima Pasqua.

I Direttori della Caritas diocesanaMauro e Laura Nobili

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A Pasquaincontratela verità

ntorno alla scena della mortedi Cristo c’era un’intera città,Gerusalemme, del tutto indif-ferente. Casomai tutta indaf-

farata a preparare la festa di Pa-squa.Era la grande festa dei giudei eGesù verrà crocifisso nel giornodella Parasceve, il nostro venerdì,proprio per evitare che fosse d’in-gombro alla festa popolare. Lagente di Gerusalemme, la grandecittà, non sa neppure cosa stiasuccedendo appena fuori dallemura, là dove ci sono alcuni con-dannati a morte che vengonocrocifissi. Non sa perché, non sachi sono: il cuore, la testa sonoimpegnati altrove. E anche i di-scepoli, quelli che hanno seguitoGesù, compresi gli apostoli,compreso Pietro, che si facevagrande della sua fedeltà promes-sa, secondo quanto abbiamoascoltato, tutti, «abbandonatolofuggirono».La lettura della Passione secondoMarco si conclude con la figuradi due donne: la Maddalena el’altra Maria, che stanno lì ad os-servare un sepolcro chiuso condentro un cadavere. Lasciatemi dire, cari fratelli e so-relle, che noi dovremmo esserefelici all’inizio di questa settima-na santa, perché non ci ricono-sciamo in nessuna di queste cate-gorie di persone. Noi rileggiamola passione di Gesù a partire daldono dello Spirito Santo che ab-biamo avuto nella nostra Pente-coste personale, che è stato il no-stro Battesimo, la nostra Confer-mazione; a partire dalla parteci-pazione gioiosa all’Eucaristia, aquella Eucaristia fatta del corpodi Dio e del sangue di Dio spez-zati e sparsi per noi che ognigiorno se vogliamo, ma almenola domenica ed in questi santigiorni di Pasqua avremo a nostradisposizione.Non come la Maddalena, noncome Maria, davanti ad un se-polcro con dentro un cadavere,non come i discepoli che abban-donano Gesù e scappano, noncome la città indifferente, noi ab-biamo ascoltato questo raccontodella Passione del Signore, sa-pendo che il protagonista di que-sto racconto è un vero uomo maè insieme la vera, ultima, defini-tiva manifestazione della veritàdi Dio.Se ci dimentichiamo questo, carifratelli e sorelle, assistiamo sola-mente ad un pietoso racconto diun errore giudiziario, di un po’ dicattiveria degli uomini che se lapigliano con un povero profetadi Galilea, un illuso, un po’ esa-gerato nelle sue affermazioni,che fa la fine che si merita cometutti gli illusi, come tutti gli esa-gerati, e viene condannato amorte.Il nostro sguardo, invece, soste-nuto dal dono dello Spirito San-to riconosce in questo uomoniente meno che Dio in persona.Ecco allora qual è la chiave che ciè stata offerta dalla liturgia della

domenica delle Palme, soprattut-to dalla seconda lettura.Dopo aver ascoltato il lungo rac-conto della Passione quasi ci sia-mo dimenticati di questa paginadella Lettera di Paolo ai Filippesi.Gesù è di natura divina e sa di es-sere uguale a Dio. Del resto è perquesto che l’hanno ammazzato,come bestemmiatore, perché es-sendo uomo, si faceva uguale aDio. Gesù è uguale a Dio eppuresi fa uomo, diventa servo, si faobbediente ed è fedele nell’obbe-dienza alla volontà del Padre si-no alla morte e alla morte di cro-ce.Chi muore sulla croce non è solouna brava persona, è il figlio diDio! Chi muore sulla croce è colui chepuò dire: d’ora in avanti la vostravita, la vita di tutti ha un solo si-gnificato e un solo valore: amate-vi gli uni gli altri come io hoamato voi.Celebrare la settimana santa,partecipare generosamente comeauguro a tutti voi alle liturgie delgiovedì, del venerdì e della santanotte pasquale vuol dire riorien-tare il nostro sguardo, il nostrocuore su questa che è la verità diDio. L’unico vero Dio, il Padre diGesù, il suo Figlio, incarnato,morto e risorto per noi ed il lorosanto Spirito d’amore è ciò da-vanti al quale dobbiamo risco-prire la verità della nostra vita.Questa è la novità sconvolgente.Questo è l’annuncio della BuonaNotizia: Dio non poteva fare piùdi così per mostrarti il suo amo-re, per mostrarlo a te che sei unpeccatore. Dio non poteva anda-re al di là di questo limite illimi-tato, di questo confine sconfina-to, di questa condizione senzaalcuna condizione, senza alcunritorno, che è la grande manife-stazione del suo amore donato ecrocifisso. Quell’amore che in-contriamo in tutte le eucaristie: ilsuo corpo spezzato, il suo san-

gue sparso.Cosa dovremo fare allora in que-sta settimana santa e soprattuttonel triduo pasquale?Dovremo incontrare questa ve-rità. Dovremo comprendere que-sto messaggio, dovremo lasciareche questo messaggio illumini lanostra vita e ci inviti con il donodella grazia dello Spirito santo acambiare radicalmente le nostre

convinzioni, le nostre abitudini,i nostri stili di vita per fare comu-nione con Gesù.La santa Comunione pasqualealla quale tutti siamo invitati ac-compagnata dal desiderio one-sto e sincero di staccarci dal pec-cato con una buona e santa con-fessione!La comunione pasquale ha que-sto senso: Signore Gesù voglioamare come tu mi hai amato, vo-glio sperimentare fino in fondoquanto è grande e sconfinato iltuo amore per me e voglio ri-spondere a tale amore. È come rinascere, è come un es-sere rifatti da capo splendidi etrasparenti, liberi e dignitosi figlidi Dio: un popolo di rinati a vitanuova. Fossimo anche solo un gruppet-to di qualche decina di personecome quelle che si ritrovarono inquella stanza chiusa nel giornodi Pentecoste, noi saremmo ca-paci di annunciare al mondo in-tero la Buona Notizia e di incen-diare il mondo intero con il fuo-co dell’Amore divino.Ma se ci manca questa esperien-za, se ci manca questa convinzio-ne, questa comunione con Dio,con il figlio di Dio crocifisso,morto e risorto per noi, non pos-siamo far altro che tirarci dietrodelle stanche abitudini religioseche non servono a niente e a nes-suno.

+ Diego Coletti

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Un aiuto alla Caritasdiocesana

L’omelia della domenica delle Palme

ALCUNE LETTURE SU...

La PasquaF. MANENTI – DAVVERO IL SIGNORE È RISORTO. LECTIO DIVINASUI VANGELI FERIALI DEL TEMPO PASQUALE.- ED PAOLINEPP.203, EURO 7,50L’evangelista Luca scrive che Gesù risorto incontrando i discepoli diEmmaus, «spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui». La«rimeditazione» delle Scritture consente ai discepoli di riconoscere Gesùcome il Risorto, e quindi di abbandonare ogni delusione, tristezza,paura.Quanto Gesù ha fatto un giorno con i suoi discepoli, continua acompierlo anche oggi con noi.

QOHELET CANTO DELLA VITA. INTRODUZIONE DI G.RAVASI ETAVOLE ORIGINALI DI A. NASTASIO. ED. SAN PAOLO PP.111,EURO 22,00Il Qohelet è un libretto di poco meno 3000 parole ebraiche distribuite in222 versetti e in 12 capitoli; eppure attorno ad esso si è infittitaun’immensa bibliografia, segno di un’attenzione che non è solo esegeticama anche popolare.Questa pregevole edizione dove accanto al testo biblico vi sono commenti diautori antichi e moderni, è corredata di 18 xilografie a colori che sipresentano come un’esegesi immediata e trasfigurata del testo.

Mo.C.

LE CELEBRAZIONI IN CATTEDRALEVENERDÌ 14 APRILE

9.30 ufficio delle Letture e Lodi presiedute dal Vescovo.18.30 Celebrazione della Passione del Signore presieduta dal Vescovo.

SABATO 15 APRILE9.30 ufficio delle Letture e Lodi presiedute dal Vescovo.18.00Vespri presieduti dal Vescovo 22.30 Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo.

DOMENICA 16 APRILE PASQUA DI RESURREZIONE8.45 il Vescovo celebra la S. Messa presso il carcere delle Sughere.10.30 S. Messa celebrata dal Vescovo.18.30 S. Messa

LUNEDÌ 17 APRILE10.30 S. Messa 11.45 Sul sagrato della Cattedrale: benedizione dei bambini18.30 S. Messa

«…e, calatolo giù, lo avvolse in un lenzuolo e lo pose in un sepolcrotagliato dalla roccia…»

(Lc 23,53)

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 aprile 2006II

DOMENICA 30 APRILE di Enrica Talà

LA PRIMAGIORNATADEGLISTUDENTI

pesso, quasi inconsapevolmente, cirivolgiamo ai giovani come se fossero un

unicum senza sfumature,un grupposociologico di riferimento a cui chiedereprestazioni,innovazioni,consumismie responsabilità sociali. A ciascun giovaneandrebbe invece restituito un nome, un volto,una storia, a partire dall’ambito familiare finoad arrivare a quello scolastico e parrocchiale.Bisognerebbe prendersi cura di ognuno comese fosse l’unico giovane rimasto, delimitandocon sollecitudine tutte quelle aree dellaquotidianità in cui viene a sperimentarebenessere e disagio, la qualità della vitarelazionale anche intergenerazionale e lapercezione dei valori.Chi sono gli adolescenti di oggi(14-20 anni) oi giovani adulti (20-35 anni)? Come sonocambiati in riferimento agli attuali mutamentisociali e culturali? Quali sono i tratti che licaratterizzano? Non è un caso che l’IstitutoIard, analizzando un campione (anno diriferimento dell’indagine 2004) di 3000giovani residenti nati tra il 1969 e il 1988(l’universo degli under 35) abbia dovutonominare nel suo rapporto sulla religiosità deigiovani, ben undici diverse tipologie(agnostici; non credenti; credenti in un Diogenerico; minoranze religiose; cristianigenerici; cattolici lontani; ritualisti; intimisti;moderati; ferventi; occasionali, che risultanoessere i più numerosi: 18%).Sette giovani su dieci si dichiarano cristiani,ma solo il 14,8% partecipa alla S. Messadomenicale tutte le settimane; se ci si fermaalla fascia dei 15-17 enni il dato torna a salireal 28%.Il 20,2% di coloro che dichiarano di pregaretutti i giorni, prega saltuariamente (36,6%) oin occasioni particolari (19,2 %). Vi ècomunque una sete diffusa di spiritualità, unsignificativo bisogno di sacro in unadominante «cultura della fragilità» (Andreoli).Alcune considerazioni vengono di seguito:sarebbe interessante una indagine sociologicaaggiornata sulla dimensione religiosa dellefasce giovanile del nostro territorio, perorientare un nuovo stile sinodale diaccompagnamento dei giovani, uscendo dalcircolo vizioso del «parlarsi addosso» o del«parlare loro addosso», senza che essi possanoparlare di sé. Sarebbe significativo se, poi, nellalettura del dato sociologico, potesserointervenire in egual titolo educatori,pedagogisti, teologi, animatori di catechesi edi attività di volontariato per creare un climadi confronto e di scambio collaborativo esinergico. Ma, ultima conservazione, èsoprattutto e sempre più evidente che, informe diverse, i giovani interpellano la Chiesaa un cambiamento nelle modalità dicomunicazione della fede e del Vangelo;chiedono una maggiore attenzione al lorovissuto personale quotidiano:la ricerca faticosadi un senso per la loro vita e le loro scelte, lostudio, il tempo libero.Tutto ciò ha motivato l’ufficio diocesano per lapastorale della scuola e dell’università adorganizzare, per il 30 aprile assieme allacomunità benedettina del Santuario diMontenero, un momento di incontroregionale, di aggregazione e di preghiera pergli studenti delle scuole secondarie e gliuniversitari a cuiinterverrà il Vescovo.«Perché una giornataregionale deglistudenti cristiani? Mipare sia utile daredignità e spessorespirituale e teologicoalla vocazione di chiè chiamato astudiare, a cercare laverità, a prepararsi adun compito alto egrande nella vita:quello di esseredonne e uominitestimoni disperanza in un mondo ancora avvolto dacalcoli meschini e da paure deprimenti. Perquesto ci troviamo intorno a Maria e ai Santi:essi sono segni di questa speranza eintercedono per noi la grazia della libertà edella verità del Vangelo che rende la vita bellae degna di essere giocata fino in fondo nelservizio alla giustizia, alla solidarietà e allapace»(D. Coletti). Nell’occasione saràpresentata anche la figura di S.Giuseppe daCopertino, Patrono degli Studenti.

PROGRAMMA14,30 ritrovo sul sagrato del Santuario di Montenero e acco-glienza.15,00 preghiera iniziale e saluto di mons. Coletti; breve pre-sentazione di S.Giuseppe da Copertino (patrono degli Stu-denti) a cura di padre I. Cascavilla osbv.17,00 preghiera e saluto finale.

SDI MARCO BENNICI

l dibattito sul futuroprossimo venturo delsettore industrialelivornese va avanti da

decenni. Tra millecontraddizioni qualcosasembra cominciare amuoversi. Ma siamoveramente sul filo di unrasoio. Passato questo«istante» potrebbe essereveramente troppo tardiper ritrovare il bandolodella matassa. È questal’analisi lucida egenerosa che fa ilprofessor Massimo Paoli,ordinario di Economia eManagementdell’Innovazione pressol’Università di Perugia edesperto di questioni legateal tema della portualità,dello sviluppo industrialee della logistica toscana enazionale.

Il quadro industrialelivornese è sempre statonello stesso tempoun’incognita e unospecchio di opportunità.Oggi più che mai questacosa è vera se pensiamoallo sviluppo promesso peril porto. Può tracciarci unquadro dei settoriprincipalmente attivi e diquelli che in un futuropotrebbero essere attrattidal nostro territorio?«Nonostante il lungoinesorabile declino industrialesubito, Livorno può essereancora immaginata come una“città ideale”, un esagonoeconomico proporzionato eragionevole, quasi “mediceo”,con almeno sei scommesse dagiocare. La prima, la logistica,ovvero il nuovo porto, cheintegrato finalmente nelsistema portuale toscano (conPiombino e Marina di Massadovremmo costituire il ‘PortoToscano’), funzioni da posto dicomando della piattaformalogistica sud-europea. Unporto che entri nel cuore dellaToscana e non esca soltanto inmare, magari verso ‘l’isola chenon c’è’. La seconda, lacomponentistica auto che,grazie alle convergenze conl’analogo traffico di veicoli,può diventare un magneteattrattore di investimentiindustriali pronti a cogliere laripresa Fiat. La terza, lacantieristica, che può portarciverso il valore aggiunto del‘made in Italy’ applicato alprofilo degli scafi e al profilodegli interni fatti di ‘moda’. Laquarta, le utility, con un ruolodi catalizzatore dello sviluppo,che accanto al gas(piattaforma offshore) vedafinalmente il ruolo centrale del‘waste’, inteso comeopportunità collante di unsistema dei servizi di utilitàche da una parte concepiscaquelle tradizionalmente piùregolate – acqua, rifiuti –come leva, e, dall’altra, quelleliberalizzate – energia, gas –come moltiplicatore. Laquinta, il sistema dei servizibancari e finanziari, atteso dauna sfida epocale: doversidividere tra il servizio allosviluppo locale conintelligenza neicomportamenti e nellerelazioni radicate e il rispettodelle esigenze di livelloglobale, da garantiresoprattutto a livello diefficienza.Tutto condito damolta trasparenza, affinché ilsistema bancario e finanziarionel suo complesso possaessere davvero la levaattraverso la quale troveremo,o non troveremo più, le risorse

I

per “avere ambizione”. Infineil sistema pubblico, non solocome sistema della pubblicaamministrazione, ma semprepiù come ‘cassetta degliattrezzi’ con la qualedirettamente svolgere ruoliavanzati di ‘attrazione’ diinvestimenti e incubazione diimprese innovative (CSP-BIC,Spil, Port Authority, Sanità,Provincia di Livorno Sviluppo,le amministrazioni di Comunee Provincia…)».

La storia recente non èconsolante. Lasmobilitazione della Delphinon suona certo bene. Leiha preso pubblicamenteposizione. Quali sarebberole sue proposte?«La crisi Delphi è statapiuttosto veloce nei tempi einaspettata nelle proporzioni.Basti pensare che i licenziatidi questa impresa negli Usasaranno oltre 130mila. Neavremmo fatto volentieri ameno, ma ritengo possadiventare ancheun’opportunità. In particolareun’opportunità per svolgereun’intelligente operazione dimarketing d’area perl’attrazione degli investimenti.Si tratta, in parole povere, diprovare a sostituire ildisinvestimento Delphi conl’investimento di qualche altrooperatore sempre nel settoredella componentisticaautomotive. Perché se traqueste imprese alcune vannomale, altre invece stannoottenendo buoni risultati esono in piena espansione.Certo un’azione di marketingper l’attrazione degliinvestimenti non siimprovvisa, ma credo che,anche grazie alla miapersonale azione disensibilizzazione portataavanti assieme alle provincedi Pisa, di Livorno e allaregione Toscana dal ’92, oggialcune strutture in grado diportarla avanti, magaricongiuntamente, ci siano, adesempio Spil, Provincia diLivorno Sviluppo, il PoloTecnologico e ToscanaPromozione».

Le prospettive di crescitadello scalo labronico sonoenormi, ma Livorno è soloil porto? Possiamoaccontentarci di puntaresul turismo a basta? Nonrischiamo di restare zoppiverso altri settori delmondo industriale?«Le prospettive del porto diLivorno sono tutte dacostruire, e saranno enormisolo se si provvederàimmediatamente adinvestimenti massicci diadeguamento infrastrutturale,

tecnologico e organizzativo.Altrimenti lo scalo labronicosarà inevitabilmente erapidamente relegato a ruolisempre più marginali. Perquanto riguarda il turismooccorre fare chiarezza, troppitendono a produrreconfusione e aspettativeinadeguate. La provincia diLivorno è già una “regina delturismo”. Deve passare ora daun modello turistico di massatendenzialmente a bassovalore aggiunto ad uno piùqualificato a sempre maggiorevalore aggiunto. Meno turisti,ma più organici al tessutoambientale e culturale. Menopersone, ma più a lungo e in

un clima di accoglienzadiverso che faccia sentire tuttiquelli che vengono a trovarcicome dei cittadini di questaparte del mondo e, non comeadesso, dei “polli”da spennaredal primo ‘Ghino di Tacco’ diturno. Parliamoci chiaro è unarivoluzione culturale chepropongo e non c’è spazio quiper dire altro. Livorno credopossa avere una prospettivasolo verso i turisti delle navida crociera, ai quali potremoaggiungere anche ilmovimento atteso intorno allaPorta a Mare (equipaggi dellacantieristica in riparazioneecc.). In altre parole, puòpuntare ad accogliere coloroche giungendo in Toscana, oper crociera o per lavoro,preferiranno restare a Livornoanziché andare a visitareSiena, Firenze, Lucca, SanGimignano, e così via. Frangemarginali sia chiaro, ma chepotranno rappresentare deinumeri di tutto riguardo,soprattutto rispetto ad unpassato praticamente aturismo zero. In ogni casoLivorno potrà conquistarequeste frange solo con unosforzo corale della città.Se rimane così come sipresenta la domenica, tantoper fare un esempio, c’è pocoda sperare. I turisti deitraghetti pur essendo un vero‘fiume’ non si fermano epresumibilmente non si

fermeranno (per motivipiuttosto ovvi non lo fanno innessuno scalo, all’andata c’èla fretta di raggiungere illuogo agognato delle vacanze,al ritorno….non ci sono piùsoldi e si va rapidamente acasa). A questo proposito cisarebbe da pensare ad unpassaggio graduale versoPiombino di questo flusso chefa guadagnare pochi noti e faperdere tutto il sistema.Tral’altro questo passaggiopotrebbe essere l’inizio di unvero e proprio processonegoziato e programmato dispecializzazione del ‘PortoToscano’ (del quale, lo ripetocon forza, fanno parte, oltre a

Livorno, sia Piombino cheMarina di Massa), rispetto alquale nessuno dovrebbe averealcunché di contrario perché sitratterebbe di assestamentiinfra-sistema al fine diguadagnare tutti più capacitàcompetitiva. Per quantoriguarda la possibilità diessere industrialmente zoppi,dico che lo siamo già eabbondantemente, l’esagonomediceo che ho appenaproposto è tutto da compiere,ora ve ne sono solo robustetracce da cui poter partire».

Bill Gates in un suo libro diqualche anno fa parla di’sistema nervoso digitale’.Lo fa in riferimento alsistema azienda. È un’ideache potremmo ampliareanche alla gestione delterritorio e delle politicheindustriali. Insomma,Livorno ce la può fare, acondizione che?«Dieci anni fa sono statorelatore ufficiale ad unimportante convegno di studiinternazionali di economiadell’innovazione a Goteborg inSvezia dove presentavo unarelazione intitolata ‘Virtuale èrealmente virtuoso?’. Provavoproprio a delineare l’impresainnovativa del futuro. La miaidea era ed è ancora moltosemplice: l’impresa potràanche accrescere il suocontenuto digitale, di service e

così via, ma ciò non significaaffatto che si possa anche‘alleggerire’ più di tanto,soprattutto dal punto di vistacognitivo. Chi lo farà saràrelegato in ruoli minori lungole filiere che verranno invecedominate da leader o“campioni”non più nazionalima transnazionali. Il processodi concentrazione in atto alivello planetario, che faparlare ormai di gigantismodelle imprese in quasi tutti isettori e le filiere rilevantidell’economia e dell’industriamondiale, credo mi stia dandopienamente ragione. Piccolonon solo “non è più bello”, maormai e nella migliore delleipotesi significa “suddito”(e lerare eccezioni sono lì aconfermare la regola). Perquanto riguardal’infrastrutturazioneterritoriale in termini di ‘reti’non può che esser vistapositivamente, ma è solo unelemento, necessario, ma nonsufficiente, per uno sviluppoduraturo. Non ci sono piùricette facili. Per l’esattezzanon ci sono mai state ricettefacili. All’apice del suosplendore persino l’imperoromano, come tutti sanno, sifondava più sulle sue superbestrade ed il suo incredibilesistema di comunicazioni chesulle sue legioni, come dire, ilsistema nervoso è quello piùimportante e se oggipossiamo averlo “digitale” (ilweb), bene, meglio, purché lofacciamo funzionaremodernamente. Ma allora,come sempre, tutto dipendeda come sarà utilizzato. Inaltre parole, il sistema nervosopuò anche essere il piùavanzato, ma se il cervello ‘èvuoto’ non si va da nessunaparte, al limite faremosciocchezze ‘avanzate’, disicuro molto costose. Accantoalla rete digitale, infatti, civuole una riforma dei poteri edelle istituzioni, intelligente,profonda e coraggiosa.Bisognerebbe avere ilcoraggio di tagliare e non soloaggiungere a dismisura.Bisognerebbe tenereintelligentemente collegato unterritorio e non spezzettarlo intante parti. La metafora èsemplice. Un cacciavite,simbolo di qualsiasi strumentoanche molto avanzato, puòessere usato per ferire ouccidere o viceversa intagliaredel legno producendo chissàquale meraviglia artistica.Altrimenti può essere usatoper avvitare. Ma nessuno,anche nel caso del cacciavitepiù avanzato, potrà maipensare che la responsabilitàdi ciò che è stato fatto possaricadere o essere attribuita alcacciavite».

Intervista al professorMassimo Paolisulleprospettive del nostroterritorio

Destinazione SVILUPPOIl lungo sogno industriale livornese

Page 3: Deus caritas estwebdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/documenti... · Deus caritas est Giovedì 27 aprile alle 17.30 al centro culturale ei locali del centro cultu-rale diocesano

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI16 aprile 2006 III

AGENDA DIOCESANACELEBRAZIONI DI PASQUA IN CATTEDRALEVEDI PAG.11

MARTEDÌ 18 APRILE- 17.30 Presso la chiesa di S.Giulia incontro dipreghiera per le vocazioni.

MERCOLEDÌ 19 APRILE- Il Vescovo è a Roma per il pellegrinaggio FIDAEToscana.

GIOVEDÌ 20 APRILE- 18.00 in vescovado riunione dei dirigenti delle scuolecattoliche.

VENERDÌ 21 APRILE- 8.30 il Vescovo incontra gli studenti al liceo Cecioni.- 15.00 il Vescovo a Villa Mayer partecipa al consigliodelle Piccole Figlie di S.Giovanni Gualberto- 18.00 incontrosull’animazione dell’oratorio,parrocchiaNostra S.di Fatima - 19.00 il Vescovo incontra l’Agesci.

SABATO 22 APRILE- 8.10 Pellegrinaggio diocesano al Santuario diMontenero con partenza da Piazza delle Carrozzeanimato dai Monaci Benedettini Vallombrosani e Parr.S.Maria di Montenero.9.00 S.Messa.- 18.30 cresime degli adulti in cattedrale

DAL 22 AL 30 APRILE VISITA PASTORALE ALLAPARROCCHIA S.M.DI MONTENERO.

DOMENICA 23 APRILE- 12.00 il Vescovo celebra le Cresime nella parrocchiaN.S.del Rosario.- 17.30 in cattedrale il Vescovo consacra nell’Ordinedelle Vergine Eugenia Lucia Migliorini e Giusy D’Agostino.

LUNEDÌ 24 APRILE- 9.30 il Vescovo partecipa al convegno del SAE alCalambrone.- 15.30 Presso la parrocchia del Sacro Cuore incontropromosso dall’ADP sul tema «Nel clima della Pasqua»- 18.00 presso il centro artistico «Il Grattacielo»,conferenza sul tema «Annunciare il Vangelo nell’epoca diInternet».Relatore padre Nazareno Taddei – sj.

MERCOLEDÌ 26 APRILE - 18.00 Incontro di riflessione e di meditazione sullafede, in Cattedrale.Guiderà Mons.Peccioli.

GIOVEDÌ 27 APRILE- 10.30 il vicario generale incontra i vicari zonali inVescovado.- 17.30 al centro culturale di via delle Galerepresentazione dell’enciclica (vedi pag.11)

VENERDÌ 28 APRILE- 10.00/12.30 in Vescovado CONSIGLIO EPISCOPALE.- 21.00 il vescovo incontra la commissione per ildiaconato permanente.

DOMENICA 30 APRILE- 12.00 il vescovo concelebra la Messa per il 50°anniversario di don Luigi Zoppi nella chiesa del SacroCuore (Salesiani).- nel pomeriggio giornata regionale degli studenti (vediprogramma a pag.12)

Consacrateal Signore

omenica 23 aprile alle17.30 in cattedrale ilVescovo consacrerà nel-l’Ordine delle Vergini

Giusy D’Agostino e EugeniaLucia Migliorini. È la primaconsacrazione a questo ordineche avviene in Diocesi. Lucia eGiusy hanno alle spalle storiediverse ed un lavoro diverso:Lucia è segretaria di monsi-gnor Coletti e Giusy è respon-sabile del Centro MondialitàSviluppo Reciproco di Livor-no, ma è proprio questo il bel-lo dell’Ordo Virginum: donneche si consacrano a Cristo e al-la Chiesa portando il loro cari-sma religioso laddove vivono elavorano. Ognuna di loro hacamminato per la sua strada,entrambe, da sempre impe-gnate in esperienze ecclesiali,sono giunte a questa scelta do-po anni di riflessione e di de-dizione a Cristo e all’impegnopastorale. Abbiamo rivolto lo-ro alcune domande per cono-scere i loro stati d’animo inpreparazione a questo evento.

Come cambierà la vostra vitadopo questa consacrazione?GIUSY. «Non posso, certamen-te, prevedere il futuro! Credoche la mia vita sarà così comelo è sempre stata: con l’atten-zione alla mondialità, allo svi-luppo ed alla pace, e il servizionella Chiesa di Livorno, attra-verso l’Eap (équipe di anima-zione pastorale) di ParranaSan Giusto e la segreteria delConsiglio pastorale diocesano.Sicuramente dopo il 23 aprilecontinuerò con questo stile divita perché credo che la miaconsacrazione, e di conseguen-za la mia dedizione al Signore,si concretizzi attraverso la con-dizione di vita sino ad oggiportata avanti».LUCIA. «Penso che non cam-bierà. O meglio, io sarò sem-pre la stessa, ma con una mar-cia in più. Il mio proposito èquello di conformarmi semprepiù a Cristo; come dice S. Pao-lo trasformare la mia figura inuno specchio di Cristo e que-sto non sarà certo un compitofacile, ma ci proverò».

Vi sentite pronte per questoevento?GIUSY. «È difficile risponderea questa domanda, c’è sicura-mente la bellezza di fidarsi delSignore, e, quindi, di “tuffarsi”certi di “prendere il largo”, percontinuare a nuotare con icompagni che il Signore ti faràincontrare».LUCIA. «È da molto che atten-do questo momento. Non sose si è mai veramente pronti ascelte forti come queste, peròmi sembra di aver camminatoe adesso mi metto nelle manidel Signore».

Come vi siete preparate in que-sti ultimi giorni?LUCIA. «Tra i mille impegni diogni giorno ho cercato soprat-tutto di pregare. I due giorni diritiro in preparazione alla con-sacrazione sono stati impor-tanti: una pausa nella frettaquotidiana, per stare in silen-zio ed entrare in contatto conil Signore».GIUSY. «Ho continuato a farele cose di tutti i giorni: la pre-ghiera, il lavoro, l’Eap, la fami-glia, la casa, gli amici, ecc., epoi momenti di particolare ap-profondimento sia con il Ve-scovo che con il mio direttorespirituale. Il tutto con unagrande gioia dentro: la gratitu-dine al Signore per quanto haoperato in me, attraverso letante persone, che negli anni,mi hanno accompagnato acamminare nella vita».

Cosa pensate che voglia il Si-

Dgnore da voi? GIUSY. «Una Giusy gioiosa ecapace di trasmettere speranzanonostante le difficoltà che nelquotidiano incontriamo».LUCIA. «A dire il vero non loso ancora. Cerco di leggere lamia vita giorno per giorno cosìcome ho sempre fatto».

Cosa pensate che rappresentiper la Diocesi questa consacra-zione?GIUSY. «Un momento di gran-de grazia, di lode al Signoreper la Pasqua di “novità” che cifa vivere, e stimolo perchèsempre più donne e uominiinsieme, nella diversità dei ca-rismi, possano, con correspon-sabilità, essere “pietre vive”nella Chiesa e nel mondo. Ol-tre, che a suscitare “costruttividubbi” ad altre donne perchéqueste si possano confrontaree domandarsi se anche loro so-no chiamate a “rafforzare”,con il proprio specifico di vita,l’Ordo Virginum, nascente,della Chiesa di Livorno».LUCIA. «Se la Diocesi lo sapràleggere, penso che questa con-sacrazione possa essere un do-no grande ed un ancor piùgrande “inizio”».

c.d.

a piccola chiesaracchiusa tra lemuradell’Istituto

Immacolata in via deTivoli non riusciva acontenere lecentinaia di personearrivate per assistereal recital di Pasqua,preparato daglialunni e dai genitoridella scuola. Inun’epoca di noia eroutine, il titolo eratra i più accattivanti:“Cieli e terra nuova”,quelli promessi daGesù, quelli chesaranno, ma anchequelli che potrebbero essere oggi, se soloprevalesse il buon senso e l’amore per ilprossimo.I personaggi della Passione e la figura diMaria sono stati i cardini su cui far correre lariflessione. Canti, letture, musiche e danzesapientemente combinati, hanno unito ilvecchio e il nuovo, il sacro ed il profano ehanno condotto per mano i presenti perchéognuno riscoprisse il senso della Pasqua. Nell’ultimo canto «Campane a festa» le dolcivoci dei ragazzi delle elementari e quelle delcoro degli adulti si sono unite anche a quelleangeliche dei bambini delle classi materne,

che sono entrati in chiesa ognuno con inmano una grande e colorata campana dicioccolata, donata dalle maestre.Ospite d’eccezione era monsignor Coletti,che al termine della rappresentazione haringraziato le suore Serve di Maria e le altremaestre per il grande lavoro che ogni giornosvolgono nella scuola. Il compito educativo– ha detto il Vescovo - è la sfida più difficile epiù bella che possa esserci: far crescere nuovecreature in fede e sapienza. Loro saranno ilfuturo, loro saranno i costruttori di cieli eterra nuova!

c.d.

L

DAL 22 AL 24 APRILE

Il convegnodel SAE

l SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), oltre allasessione estiva di formazione, organizza

annualmente in primavera un mini-convegnonazionale teso all’approfondimento di tematiche diparticolare interesse ecumenico.Quest’anno la sedescelta per questo momento di confronto è il ReginaMundi di Calabrone (viale del Tirreno 62). Il tema vertesulla comunione a livello di Chiesa realtà locale el’attenzione è rivolta in particolare alle comunitàcristiane e alla comunità ebraica presenti a Livorno. Lafelice concomitanza dei due centenari (400° della cittàe 200° della diocesi) offre l’opportunità di una verificasui risultati raggiunti e le prospettive aperte nel dialogoecumenico, interreligioso e interculturale. Il convegno,che si svolge dal 22 al 25 aprile, è articolato inrelazioni affidate a studiosi di provata competenza e arappresentative personalità locali. Si prevede lapresenza di un centinaio di convegnisti provenienti datutta Italia.

A.M.S.

«Per la comunione in uno stesso luogo»Sabato 22 aprile- ore 15.00; a seguire interventi di don SeverinoDianich, S.Messa presieduta da monsignor AlbertoAblondi.Domenica 23 aprile- ore 9.00 con la preghiera; a seguire interventi diAnnamaria Sammartano, culto valdese (presso lachiesa valdese di Livorno), incontro in sinagoga (pressola sinagoga di Livorno), interveneto di Gianna Sciclonepastora valdese di Firenze e assemblea dei soci.Lunedì 24 aprile- ore 8.30 riflessione; a seguire incontro al CeDoMEI diLivorno con intervento del prof.Burigana; dopo pranzotavola rotonda al Calabrone; alle 17.45 incontro aLivorno con la comunità greca ortodossa e dopo cenaculto nella chiesa Pentecostale di Livorno.Martedì 25 aprile- ore 9.30 meditazione; a seguire incontro sullavocazione del SAE e conclusione del convegno

IL’Ordo Virginum per la prima volta in Diocesi

ORDO VIRGINUM - COS’E’Ordo Virginum , ossia l’antico ordine delle vergini, rinasceall’indomani del Concilio Vaticano II dalla Costituzione sulla sacra

Liturgia, Sacrosanctum concilium che al n. 80 dice: «Si sottoponga arevisione il rito di consacrazione delle vergini, che si trova nelpontificale romano».Certamente è il Nuovo Testamento a dare una parola nuova sullaverginità: l’esempio di Maria e di Gesù, gli scritti di S. Paolosuscitarono, dalla Chiesa apostolica in poi, donne e uomini chesceglievano la verginità per il Regno. S. Ignazio attesta nella Chiesa diSmirne la presenza di un gruppo di vergini votate alla castità eassimilate al collegio delle vedove. È dal IV secolo quando la Chiesacomincia a istituzionalizzarsi che troviamo tracce di un rito diconsacrazione. Sappiamo di Marcellina, sorella di S. Ambrogio,consacrata in S. Pietro, nella solennità del Natale, da Papa Liberio(352/353 d.C.).Tra il V e il X secolo troviamo i riti di consacrazionenei Pontificali liturgici (Veronese, Gelasiano, Gregoriano, Romano-Germanico). Essi presentano due formule liturgiche: per le vergini chevivono nel monastero e per quelle che vivono nel mondo. Alcune dellepreghiere e antifone sono passate nell’attuale rito; la stessa preghieradi consacrazione si fa risalire a papa Leone Magno (…461). Nel 1139il concilio Lateranense II abolisce lo stato laicale per le verginiconsacrate. D’ora in poi il rito sarà esclusivo per le moniali. GuillaumeDurand, vescovo di Mende, tra il 1292 e il 1295 stila, per usopersonale, una struttura di rito che rimarrà fino al concilio Vaticano II.Nel 1970 viene promulgata dal papa Paolo VI l’editio typica del Ritoin lingua latina e, nel 1980 la versione italiana.Il Codice di Diritto Canonico al can. 604 assimila alle altre forme divita consacrata l’ordine delle vergini che emettono il proposito diseguire Cristo a servizio della Chiesa, nelle mani del Vescovo. Dàinoltre la possibilità alle vergini di associarsi.Il Catechismo della Chiesa Cattolica in tre articoli (922-924) citaquesta forma di vita consacrata ricordandone l’origine apostolica; il n.7 dell’esortazione apostolica Vita consecrata esprime la gioia e lasperanza del Papa di vedere rifiorire l’antico Ordine delle vergini.

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Cieli e Terra nuovaIl recital di Pasqua all’Istituto «Immacolata»

Domenica 30aprile a S. AndreaLA PROFESSIONEPERPETUADI SUOR JUSTINE

uor Justine DemboOsakanu delle suore di

San Francesco d’Assisi diThumbe che attualmenterisiedono in via Galileipronuncerà la suaprofessione perpetuadomenica 30 aprile alle18.00 nella chiesa di S.Andrea. La celebrazionesarà presieduta dalVescovo.

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