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1 TRIBUNALE DI PALMI - RITO COLLEGIALE SEZIONE PENALE STRALCIO DEL VERBALE DI DEPOSIZIONE DI GIUSEPPINA PESCE UDIENZA 22/05/2012 AULA BUNKER TRIBUNALE DI ROMA P.n.R.G.TRIB.819/11 R.G.N.R.4302/06 PROCEDIMENTO A CARICO DI ARMELI SIGNORINO + 62 Presidente CONCETTINA EPIFANIO P.M. ALESSANDRA CERRETI P.M. GIULIA PANTANO - LA COSCA PESCE, I CAPI, LE ATTIVITA’, LE RIUNIONE A CASA DI GIUSEPPA BONARRIGO P.M. DOTT.SSA CERRETI Allora, adesso affrontiamo la tematica delle sue responsabilità nell’ambito di questo processo. Lei è accusata di una serie di reati; il primo fra tutti è l’appartenenza all’associazione mafiosa Pesce e poi i reati che vengono contraddistinti dai capi 13, 14, 20, 21, 36 e 37 del capo d’imputazione. Fermo restando che adesso li analizzeremo tutti, uno per uno, vorrei innanzitutto chiederle: lei ammette la responsabilità per i reati che le vengono contestati? IMP. PESCE Sì. P.M. DOTT.SSA CERRETI Per tutti i reati così come a lei contestati? IMP. PESCE Sì. P.M. DOTT.SSA CERRETI Bene, adesso li analizzeremo uno per uno. Partiamo dal reato associativo. IMP. PESCE Sì. P.M. DOTT.SSA CERRETI Lei è accusata di appartenenza alla

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TRIBUNALE DI PALMI - RITO COLLEGIALE SEZIONE PENALE

STRALCIO DEL VERBALE DI DEPOSIZIONE DI GIUSEPPINA PESCE

UDIENZA 22/05/2012

AULA BUNKER TRIBUNALE DI ROMA – P.n.R.G.TRIB.819/11 – R.G.N.R.4302/06

PROCEDIMENTO A CARICO DI ARMELI SIGNORINO + 62

Presidente CONCETTINA EPIFANIO

P.M. ALESSANDRA CERRETI

P.M. GIULIA PANTANO

- LA COSCA PESCE, I CAPI, LE ATTIVITA’, LE RIUNIONE A CASA

DI GIUSEPPA BONARRIGO

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, adesso affrontiamo la tematica

delle sue responsabilità nell’ambito di questo processo.

Lei è accusata di una serie di reati; il primo fra tutti

è l’appartenenza all’associazione mafiosa Pesce e poi i

reati che vengono contraddistinti dai capi 13, 14, 20,

21, 36 e 37 del capo d’imputazione. Fermo restando che

adesso li analizzeremo tutti, uno per uno, vorrei

innanzitutto chiederle: lei ammette la responsabilità per i

reati che le vengono contestati?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Per tutti i reati così come a lei

contestati?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Bene, adesso li analizzeremo uno per

uno. Partiamo dal reato associativo.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei è accusata di appartenenza alla

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cosca mafiosa Pesce per aver svolto – le leggo il capo

d’imputazione – “In qualità di partecipe, un ruolo di

collegamento e trasferimento di comunicazioni in ordini

tra il padre detenuto Pesce Salvatore e gli altri

associati; in particolare per avere svolto il ruolo di

intermediaria circa le specifiche disposizioni date da

Pesce Salvatore sui destinatari e le modalità delle attività

estorsive, nonché per avere partecipato all’attività di

intestazione fittizia di beni e reimpiego dei capitali

illeciti del gruppo criminale”. Quindi la prima domanda

che le faccio, visto che lei mi ha ammesso la

responsabilità per questo reato, è: esiste una cosca

mafiosa che si chiama Pesce?

IMP. PESCE – Sì, esiste. (…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, vorrei che spiegasse al

Tribunale come fa a fare queste affermazioni? Quali sono

gli elementi a sua conoscenza sulla base dei quali lei

può concludere che esista una cosca mafiosa che si chiama

Pesce?

IMP. PESCE – Sì. Io praticamente vivevo in questa famiglia

e... cioè io ero a conoscenza, insomma, che era una

famiglia mafiosa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da quando ne è venuta a conoscenza?

IMP. PESCE – Diciamo che da sempre, da quando era ragazzina.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha ammesso il ruolo che le è

stato, diciamo, configurato nel capo d’imputazione, cioè

il ruolo di trasmettitrice di messaggi tra i detenuti

innanzitutto; qual è il periodo in cui lei ha svolto

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questa funzione? Da quando a quando?

IMP. PESCE – Nel periodo che mio fratello era in carcere, mio

fratello Francesco.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – È quando è stato arrestato suo

fratello Francesco la prima volta immagino?

IMP. PESCE – No, io...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si riferisce a quella?

IMP. PESCE – No, non era la prima volta. Io parlo dell’arresto

di novembre... di... Adesso io con le date sono un po’...

anche perché sono due anni, quindi...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, certo. Le colleghi a qualche

elemento certo della sua vita. Non so, le sue gravidanze,

l’età dei suoi bambini, quindi magari così si orienta

meglio.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – 2008/2009, insomma quella carcerazione

che ebbe in quegli anni.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi 2008/2009?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lei si recava a colloquio con

suo fratello?

IMP. PESCE – Da mio fratello, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da sola o in compagnia di altri

familiari?

IMP. PESCE – Allora, ci sono state due carcerazioni, quella

che ha avuto a Palmi ci andavo con i familiari; quando è

stato detenuto a Palermo ci andavo da sola con i bambini.

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P.M. DOTT.SSA CERRETI – E a Palmi con quali familiari si

recava a colloquio?

IMP. PESCE – Con mia madre, mia sorella, mio marito...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che tipo di disposizioni lei ha trasmesso

da suo fratello al carcere a fuori o viceversa da fuori a

dentro?

IMP. PESCE – Io mi occupavo, insomma, degli Avvocati. Se

dovevo andare a curare gli Avvocati, se dovevo portare

qualche... insomma qualche notizia all’Avvocato o

qualche... insomma qualche cosa dall’Avvocato a mio

fratello o mio fratello all’Avvocato. E poi nel periodo

che stava a Palermo notizie a mio zio per quello

che riguardava i soldi che lui doveva avere del camion.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Soldi che lui doveva avere da quale

camion?

IMP. PESCE – Dal camion che gli lavorava alla Sisa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi si sta riferendo al camion di

cui al capo d’imputazione (inc.) all’estorsione, il capo

numero 14?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. In questa vicenda che poi

andiamo ava affronteremo nel dettaglio, nel particolare,

lei che ruolo ha svolto?

IMP. PESCE – Andavo e... quando uscivo andavo a trovare mio

zio perché questi soldi arrivavano con difficoltà e mi

recavo più volte lì per dire che mio fratello richiedeva

questi soldi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E poi questi soldi effettivamente lei

li ha mai presi e portati a suo fratello?

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IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quante volte?

IMP. PESCE – Un paio di mesi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.

IMP. PESCE – Cioè tipo quattro/cinque volte, perché venivano

dati mensilmente, quindi per quattro/cinque mesi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E l’ultima volta... perché ci ha dato

un termine iniziale, ha detto 2008/2009, l’ultima volta

in cui lei ha preso queste somme di denaro e le ha

portate a suo fratello riesce a collocarle nel tempo?

IMP. PESCE – Sì, fino al mese prima del mio arresto, marzo

2010.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, marzo 2010 quindi è l’ultima volta

che lei prende queste somme di denaro?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, tornando e poi affronteremo

nello specifico questo capo d’imputazione... tornando

invece al discorso generale, lei ha detto che esiste una

cosca mafiosa che si chiama Pesce, le chiedo lei sa chi

comanda questa cosca mafiosa?

IMP. PESCE – Attualmente mi chiede o nel tempo?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, cristallizziamo al momento del suo

arresto, perché do per scontato che lei conoscenze in

questo momento non ne abbia, se poi ce le ha ce lo dirà

lei. Io intanto le chiedo: al momento del suo arresto,

quindi al 28 aprile 2010, chi comanda la cosca mafiosa

Pesce?

IMP. PESCE – La cosca la comandava... la comanda mio zio

Antonino, però...

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P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, ci spieghi perché lei ha detto

chi comandava... comanda, che vuol dire questo?

IMP. PESCE – Perché era detenuto e in questo momento era il

figlio Francesco a... nel momento... io parlo sempre fino

a quando io sono stata libera.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Certo, sì, sì.

IMP. PESCE – Cioè parlo al presente, però parlo sempre fino...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – È chiaro.

PRESIDENTE – Ecco, allora quando lei parla al presente come si

riferisce alla data del suo arresto?

IMP. PESCE – Fino al 2010, sì.

PRESIDENTE – Quindi quando dice: “Comanda mio zio” significa

nel 2010 comanda mio zio?

IMP. PESCE – Sì, sempre a quel tempo là, sì.

PRESIDENTE – Okay, okay.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo come fa a dirlo, che comandasse

suo zio detenuto e poi suo cugino Francesco classe ‘78?

IMP. PESCE – Allora, intanto perché non è una cosa che... cioè

non è che è una cosa che mi hanno detto, è una cosa che

io so perché, come ripeto e come... forse sono

ripetitiva, però io vivevo in quella famiglia e sapevo

come andavano le cose perché le vivevo giornalmente, cioè

negli anni, nel tempo che sono stata lì. Non è che è una

cosa che apprendi in un momento solo perché l’hai appreso

in quel momento, cioè è una cosa che hai vissuto e che

sai che è così.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Oltre a suo zio Antonino e a suo

cugino Francesco classe ‘78 chi sono le persone che

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dirigono questa cosca mafiosa? Dopo di loro, sotto, chi

c’è, se lei lo sa? Immediatamente sotto.

IMP. PESCE – Dopo di loro c’è... insomma i fratelli di mio zio

hanno anche loro tipo...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi sono? Dica i nomi.

IMP. PESCE – Pesce Vincenzo...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – ...e Pesce Giuseppe quando c’era.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. Suo padre?

IMP. PESCE – No. Loro erano, diciamo, i più...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – I più?

IMP. PESCE – I più forti, i più... Le persone che avevano,

insomma, più rispetto, più forza, più potere insomma.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Poi affronteremo una per una

tutte le posizioni. Adesso le faccio appunto delle

domande più generali.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali sono, se lei lo sa, le attività

illecite della cosca mafiosa Pesce? Quali sono i reati

che la cosca mafiosa Pesce commette?

IMP. PESCE – Mi può ripetere la domanda?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali sono i reati che la cosca mafiosa

Pesce commette? Che tipo di attività illecite svolge?

IMP. PESCE – Allora, il traffico di droga...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – ...le estorsioni e gli appalti, quando ci sono

dei lavori li prendono loro... le parti insomma... le

spartizioni di questi appalti e tutto quello che riguarda

il territorio, insomma. Cioè comandano in quel campo là.

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Qualsiasi cosa abbia profitto insomma è nel loro

interesse, insomma.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Il territorio a cui lei si riferisce...

di che territorio stiamo parlando?

IMP. PESCE – Va beh, Rosarno in particolare perché è proprio

il paese di provenienza. Poi in generale anche negli

altri paesi limitrofi hanno interessi, però diciamo che

lì vivono in... cioè si uniscono ad altre famiglie per

dividere, insomma, questi interessi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Adesso le chiedo c’erano, se è a

sua conoscenza, dei luoghi di incontro, cioè dei posti

specifici dove le persone che lei ha indicato, quindi i

suoi zii o altri componenti della sua famiglia, si

riunivano per parlare di queste cose?

IMP. PESCE – Sì, diciamo che io parlo sempre di quello che ho

visto io.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Certo, lei deve sempre dire quello che

ha visto e come l’ha visto. Adesso io le chiederò quando

l’ha visto pure.

IMP. PESCE – Sì. In quel periodo che io frequentavo la casa di

mia nonna...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sua nonna quale?

IMP. PESCE – Bonarrigo Giuseppa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che è la mamma di?

IMP. PESCE – Di mio padre.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Diceva?

IMP. PESCE – Praticamente in quel periodo che io ho avuto un

po’ più contatti proprio con loro, perché mi recavo lì

proprio per prendere questi soldi di mio fratello,

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vedevo... lì vedevo tante persone che venivano lì, che

venivano a trovare i miei zii, che parlavano...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – I suoi zii quali? Dica sempre il nome?

IMP. PESCE – Giuseppe e Vincenzo.

PRESIDENTE – Mi scusi signora, vuole essere più chiara su

questo punto? Cioè lei dice: “In quel periodo quando

andavo per i soldi di mio fratello”, ci vuole dire più

chiaramente che cosa vuol dire questo? Qual è il periodo

cioè, ecco?

IMP. PESCE – Sì. Nel periodo che io andavo a trovare mio

fratello in carcere, io prima di andare a trovarlo mi

dovevo recare dai miei zii a prendere questi soldi e io i

miei zii li andavo a trovare là perché loro la sera...

tipo io uscivo dal lavoro e dopo delle sei, tipo

dell’orario che finivo, andavo da mia nonna dove trovavo

i miei zii e lì a volte dovevo aspettarli anche per

un’ora, mezzora, due ore.

PRESIDENTE – Ma cioè sono i soldi che lei chiedeva agli zii

per portarli a suo fratello Francesco?

IMP. PESCE – Sì, che mi dovevano dare quelli del camion per

andare a trovarlo, sì.

PRESIDENTE – Ah!

IMP. PESCE – Poi a volte anche perché mio padre...

PRESIDENTE – Ma non solo quei soldi a cui faceva riferimento

con riferimento al capo 14?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, sì, sono proprio quelli,

Presidente.

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IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Sono quelli?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – S ì.

PRESIDENTE – Ah, va bene.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sono sempre lì. (…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, stava raccontando che nel

periodo in cui lei andava a prelevare questi soldi si

recava presso la nonna Bonarrigo.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma la nonna Bonarrigo è la moglie di

Pesce Giuseppe classe ‘23?

IMP. PESCE – No, no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi spieghi.

IMP. PESCE – Di Pesce Francesco...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, spieghi al Tribunale.

IMP. PESCE – Pesce Francesco, non so la classe. È la madre di

mio padre praticamente.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Lei ha detto che vedeva tante

persone e aspettava due/tre ore; ecco, perché aspettava

due/tre ore prima di poter parlare con i suoi zii?

IMP. PESCE – Perché, va beh, erano sempre impegnati a parlare

con qualcuno e poi a volte mi dicevano di aspettare che

dovevano arrivare i figli... “Adesso arriva mio fratello,

l’ho mandato. Adesso arriva” e quindi aspettavo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E perché lei doveva aspettare anche

suo cugino? E quale? Innanzitutto quale zio le diceva

così e a quale cugino si riferiva?

IMP. PESCE – Mio zio Vincenzo lo diceva dei suoi figli e a

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volte era uno e a volte era un altro, insomma a volte

era...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come si chiamano i figli di Vincenzo?

IMP. PESCE – Savino e Francesco.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Francesco classe ‘87?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.

IMP. PESCE – Non so la classe veramente. Savino il figlio di

Vincenzo, Francesco il figlio di Vincenzo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, dovrebbe essere classe... E cosa

c’entrava, mi spiega, suo cugino in questa storia? Perché

lei ha detto che andava da suo zio per prelevare questi

soldi. Ci ha già accennato la provenienza di questo

denaro, poi lo approfondiremo. Cosa c’entra suo cugino o

i suoi cugini?

IMP. PESCE – Perché il padre mandava lui a prendere questi

soldi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mandava lui dove?

IMP. PESCE – Dalla persona che glieli doveva dare, da quello

del camion.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Torniamo a casa di sua nonna

Bonarrigo Giuseppa.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha detto: “Vedevo tanta gente che

parlava con i miei zii”, ma ci spieghi meglio,

tanta gente... che tipo di gente innanzitutto e se

capiva l’oggetto dei loro discorsi?

IMP. PESCE – Allora, no, non lo capivo perché loro si

appartavano a parlare e quindi non...

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P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si appartavano rispetto a lei o

rispetto a sua nonna?

IMP. PESCE – Rispetto a noi in generale, perché ci stava una

porta e poi loro si spostavano oltre questa porta per

parlare.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lei non ha mai avuto modo di

ascoltare l’oggetto dei loro discorsi?

IMP. PESCE – No, no, no, no, non era...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma ha capito le motivazioni di queste

visite?

IMP. PESCE – Diciamo che... sì, più o meno sì, chiedevo cosa

succedeva a mia nonna...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – A chi chiedeva?

IMP. PESCE – A mia nonna, insomma tipo a titolo informativo:

“Ma perché tutte queste persone? ” e allora lei mi faceva

capire che ognuno... chi aveva problemi o chi aveva

bisogno di qualcosa o chi faceva un lavoro per loro,

venivano lì per evitare di andare a casa e di

essere visti... allora venivano lì e parlavano insomma delle

loro cose.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei tra queste persone ha mai visto

gente da lei conosciuta di cui ci può fare i nomi?

IMP. PESCE – Ma poche persone conoscevo. Erano tutte persone

che non erano neanche del paese a volte, perché io non li

avevo mai visti.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma si trattava... mi riferisco a

categorie, no? Non so, di imprenditori, di persone

secondo lei dedite al crimine, di banchieri... di che

tipo di categorie?

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INTERVENTO – Presidente...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, per far comprendere...

PRESIDENTE – No, la domanda non è ammissibile.

INTERVENTO - Ha già detto che non li conosceva.

PRESIDENTE – Non li conosceva, la domanda non può essere

ammessa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, ha detto: “Poche persone

conoscevo, perché molte erano di fuori Rosarno”, ha

detto.

PRESIDENTE – No, ha detto che non li conosceva veramente.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Glielo richiediamo.

PRESIDENTE – Anche perché molti... Non li conosceva, anche

perché molti non erano di Rosarno, così mi pare di aver

capito. È così? Mi sta confermando che è così facendo il

cenno del capo, quindi – non so – se vuole spiegare

qualcosa...

IMP. PESCE – C’erano sia persone che erano del paese che

conoscevo...

PRESIDENTE – Quindi lei conosceva delle persone?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ovviamente mi riferisco a queste.

IMP. PESCE – Persone che conoscevo e molte altre che non

conoscevo.

PRESIDENTE – Ah, quindi conosceva delle persone?

IMP. PESCE – Alcune persone sì.

PRESIDENTE – E queste persone che conosceva... Ecco, la

domanda del Pubblico Ministero è: sa dire chi erano

queste persone che lei conosceva?

IMP. PESCE – Sì, sì.

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PRESIDENTE – Anche se non li sa dire nominativamente oppure sa

indicare i nomi, non so. Ci dica lei, visto che li

conosceva, magari qualcosa può dirci, non so.

IMP. PESCE – Sì, ma una volta ho visto il cognato di mio zio,

Arena, Domenico Arena. Una volta ho visto Cananzi, non so

il nome; mi ricordo il cognome, ma non so il nome.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E chi è Cananzi?

IMP. PESCE – Cananzi, quando io ero fuori, era il consuocero

di mio zio Antonino.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Alcune volte ho visto Preiti, quelli che hanno la

concessionaria.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si ricorda il nome di battesimo di

questo Preiti?

IMP. PESCE – Sì, Domenico.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.

IMP. PESCE – Adesso ricordo solo questi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Va bene.

IMP. PESCE – E poi anche familiari, insomma venivano anche i

familiari, tipo cugini, parenti insomma... però anche

persone che non conoscevo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Ma lei dice: “Vedevo tanta

gente” ci faccia capire cosa intende per tanta gente.

Quando lei arrivava quante persone volta per volta può

aver visto?

IMP. PESCE – Diciamo che non è che facevano... cioè non è che

si fermavano lì per aspettare, quindi non erano

quantificate lì al momento, cioè che vedevo proprio tante

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persone. È che uno andava e uno veniva, uno andava... era

come un viavai, proprio era un continuo...

PRESIDENTE – Quindi non erano persone in fila?

IMP. PESCE – No, no, no. Venivano, vedevano che è occupato, se

ne andavano, ritornavano... insomma, era sempre

così. A volte lui non veniva proprio e loro venivano...

anche io magari lo aspettavo, però lui non veniva.

Capitava sere che lo aspettavo anche due ore, tre ore e

non veniva e tutto quel tempo che io stavo là vedevo

queste persone che venivano in continuazione a chiedere di

lui.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, lei ci ha detto poco fa che si

appartavano.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da lei e da sua nonna.

IMP. PESCE – Da chi stava là. A volte eravamo anche di più,

non eravamo solo io e mia nonna, insomma ci stavamo...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ci riferisce... stava là intende nella

casa di sua nonna, dentro la casa?

IMP. PESCE – Diciamo che c’ha una specie di tettoia e...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, faccia capire al Tribunale

com’erano i luoghi, per capire bene come avvenivano i

fatti?

IMP. PESCE – Allora, la casa è qua. Poi c’è una specie di

tettoia e noi stavamo... con i divanetti fuori e poi c’è

una salita e una porta, un garage, una porta di un garage

e loro entravano in fondo là in quella porta.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Lei ci ha già detto, appunto,

che si appartavano.

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IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma perché quest’esigenza di

appartarsi? Ne avete mai parlato con sua nonna? Avete

capito qual era il motivo?

IMP. PESCE – No. Va beh, però era scontato che noi non

potevamo ascoltare i discorsi che facevano.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E perché lei dice che era scontato? Ci

faccia capire.

IMP. PESCE – Perché non potevamo sentire quello che dicevano,

cioè in quanto donne, in quanto discorsi loro insomma

non... non potevamo sentire quello che loro si dicevano.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma perché, se lo ha mai saputo, i suoi

zii ricevevano queste persone proprio da sua nonna e non

a casa loro?

IMP. PESCE – Non ho capito, scusi.

PRESIDENTE – Perché queste persone andavano... quindi perché

gli zii suoi ricevevano queste persone da sua nonna

anziché nella loro casa?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – L’aveva anche accennato prima veramente.

IMP. PESCE – Perché a casa... diciamo che loro avevano la

sorveglianza, quindi dovevano rientrare. Allora,

prima che loro rientrassero, facevano queste visite, cioè

ricevevano queste persone là che poi era un punto meno

visibile e li ricevevano là insomma.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Meno visibile a chi?

IMP. PESCE – Alle Forze dell’Ordine.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa di ulteriori particolari

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attenzioni per essere meno visibili alle Forze

dell’Ordine predisposte in queste occasioni dai suoi zii?

IMP. PESCE – Quello era già uno e poi avevano le campagne e

passavano il resto della giornata nelle campagne per non

farsi vedere in giro.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, mi riferivo sempre alla attività

svolta a casa di sua nonna Bonarrigo.

IMP. PESCE – Non ho capito la domanda.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sono state mai rinvenuto microspie da

parte vostra e dei suoi familiari presso casa di sua

nonna?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Vuole spiegare al Tribunale come?

IMP. PESCE – Ricordo un episodio che praticamente un giorno

stavo là e si accennò al fatto che avevano rinvenute

queste microspie sotto delle pietre e dicevano... mia

nonna, insomma, si lamentava e diceva... lei non era

contenta del fatto che i figli andavano lì a parlare con

queste persone e diceva che rovinano i suoi figli:

“Guarda, guarda, continuano ad andare lì. Poi li

arrestano, poi li arrestano” e quindi diceva: “Non

parlate. Non parlate. Abbassate la voce, ieri hanno

trovato le microspie”. Allora io poi ho chiesto e mi è

stato detto, sì, che ci stavano delle microspie.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questo quando lo colloca nel tempo,

questo rinvenimento delle microspie?

IMP. PESCE – Sempre nel 2010.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sono state rinvenute delle telecamere

puntate sulla...

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IMP. PESCE – Sì, da... Siccome mia nonna lì è a limite con una

scuola, la scuola Maria Zita...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – E dentro la scuola dice che ci stavano pure le

telecamere fissate su quel posto là.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cioè su casa di sua nonna?

IMP. PESCE – Sì, sulla casa e sul posto dove proprio loro

andavano a incontrarsi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo in che periodo è avvenuto?

IMP. PESCE – Sempre 2010.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E come lo avete saputo delle

telecamere puntate su casa di vostra nonna?

IMP. PESCE – Io non lo so, perché a me sempre me l’ha detto

mia nonna in quel contesto, però non so come l’hanno saputo.

Cioè non so se gli era stato detto o le hanno trovato loro

guardando, perché dopo che hanno visto le microspie

hanno fatto una ricerca più approfondita.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Loro chi?

IMP. PESCE – I familiari, i miei zii, i nipoti.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Dica sempre i nomi perché siete così

tanti che poi sennò rimane una informazione generica.

IMP. PESCE – Giuseppe e Vincenzo, parlo sempre di loro.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – I suoi zii Giuseppe e Vincenzo?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di altre telecamere lei ha mai saputo

oltre queste, diciamo, fissate dalla scuola di fronte a

sua nonna?

IMP. PESCE – Sì. Quelle nell’ospedale, è la strada che porta

dove abitiamo noi, abita mio cugino insomma e altri miei

Page 19: Deposizione Giuseppina Pesce 3

19

zii. Nell’ospedale erano state messe delle telecamere che

guardavano sulle nostre case.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E anche in questo caso lei sa come è

stata scoperta l’esistenza di queste telecamere?

IMP. PESCE – Sì, praticamente si accorgevano di questi fili

che comparivano insomma tra un palo della luce e l’altro

e si risaliva che erano state messe le telecamere.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, invece... No, no, prego, l’ho

interrotta.

IMP. PESCE – C’era anche un problema di un faro della luce,

no? Che praticamente non è mai stato aggiustato, che

batteva proprio sulla casa di Ciccio e sulla casa di mio

padre e un giorno sono venuti ad aggiustare questo faro e

da lì si è capito che era perché... per fare insomma...

per riprendere meglio la strada.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, ma invece le microspie come

sono state trovate?

IMP. PESCE – Di preciso non lo so. So che sono state trovate

là sotto delle pietre dicevano, però non so in che modo,

se le hanno cercate, se è stato un caso... non lo so.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Lei sa se qualcuno della sua

famiglia fosse dotato di rilevatore di microspie?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi?

IMP. PESCE – Chi di preciso non lo so, so che avevano a

disposizione un rilevatore, che usavano anche nelle

macchine quando... dopo magari qualche fermo oppure dopo

le perquisizioni in casa venivano controllate con questo

rilevatore di microspie.

Page 20: Deposizione Giuseppina Pesce 3

20

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questo lei da chi l’ha appreso?

IMP. PESCE – Diciamo che... da mio fratello perché c’è stato

un periodo che aveva le macchine e faceva dei controlli

di questo tipo, però anche da...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E suo fratello ha mai trovato

microspie?

IMP. PESCE – Mi sembra, sì, una in una macchina che aveva

noleggiato, in una Smart.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – In che periodo siamo?

IMP. PESCE – 2006. Mi sembra, sì, 2006. 2005/2006.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Vuole spiegare bene al Tribunale da

dove sorge la necessità di tutte queste precauzioni che

lei ci ha descritto, cioè l’appartarsi, il rilevatore di

microspie, la rimozione delle telecamere... qual è

l’esigenza sottostante?

IMP. PESCE – La consapevolezza di essere una famiglia che

viene monitorata insomma dalla legge e anche dal fatto

che hanno qualcosa da nascondere.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Passiamo al momento degli

arresti. Parlo dei primi arresti, il 28 aprile 2010,

che hanno coinvolto anche lei. Prima di questa data...

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – ...che lei sappia avevate avuto

qualche notizia delle indagini in corso nei vostri

confronti e dell’imminenza dei provvedimenti cautelari?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, da chi? Chiarisca al Tribunale e

racconti questa vicenda.

Page 21: Deposizione Giuseppina Pesce 3

21

IMP. PESCE – Allora, io personalmente l’ho appresa da mio zio

Vincenzo in una famosa sera di quelle che io andavo a

trovarlo lì.

PRESIDENTE – Lì a casa della nonna sempre?

IMP. PESCE – Della nonna, sì, sì. Disse praticamente

insomma... chiacchieravamo insomma del più e del meno, di

queste cose...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – In che tempo siamo?

IMP. PESCE – Febbraio... gennaio/febbraio 2010.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. Praticamente parlando sempre di

questi soldi, di questa cosa... insomma di questi soldi

che dovevo avere un giorno disse: “Sì, sì, parlate,

parlate – dice – tanto tra un po’ – dice – ci arrestano

tutti”. Io lo guardai e dissi: “Come ci arrestano tutti?

Cioè che vuoi dire? ”, dice: “Sì, sì, ci sono degli

arresti. Ora non faccio in tempo a sposare il figlio

perché – dice – tra un po’ mi arrestano” e io ho detto:

“No, dai zio, perché dici così? No, non dire così”, dice:

“No, guarda che ci stanno anche delle donne” e io mi sono

messa a ridere e ho detto: “Sì, delle donne!”, dice: “Sì,

sì, ci saranno – lui all’epoca mi disse – 40 donne della

famiglia Pesce”, dissi: “Ma guarda che 40 donne neanche

stiamo e poi – ho detto – perché ci devono arrestare se

non abbiamo fatto niente? ” e lui disse: “Sì, sì, poi

vedrete, poi vedrete” e finì lì la cosa. Poi... prima di

quel periodo là, mi sembra era estate... o estate o era

settembre, così, mio cugino Marcello ci aveva fatto avere

pure la notizia di stare attenti al telefono, di non

parlare noi donne al telefono perché siamo monitorati,

Page 22: Deposizione Giuseppina Pesce 3

22

siamo intercettati, di stare attente.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi estate 2009 già questo accade?

IMP. PESCE – Sì, sì. Non so se era agosto, settembre... quel

periodo là comunque.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Dicevano che per dicembre ci doveva essere

un’associazione e dovevano arrestare... un’associazione

che era mirata per la famiglia Pesce, tra cui ci stavano

delle donne.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai saputo dove suo zio Pesce

Vincenzo o suo cugino Pesce Marcello hanno reperito

queste notizie?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come facevano a saperlo?

IMP. PESCE – No, no, non l’ho mai chiesto e non era nelle mie

conosce.

(…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa perché suo zio Pesce Vincenzo,

classe ‘59, nonostante fosse a conoscenza dell’imminenza

della cattura sia stato effettivamente arrestato? Lei lo

sa?

AVV. MERCURIO – Ha ripetuto la stessa domanda di prima, c’è

opposizione.

PRESIDENTE – Allora, lei sa, quindi è una domanda a cui

l’imputata può rispondere liberamente, secondo appunto

quello che è a sua conoscenza, se è a sua conoscenza.

IMP. PESCE – Di preciso non lo so. So soltanto che lui aveva

la sorveglianza speciale e che probabilmente non si è

sottratto per questo.

Page 23: Deposizione Giuseppina Pesce 3

23

(…) P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei conosceva l’allora Comandante...

sa che ci fosse il Comandante della Stazione dei

Carabinieri di Rosarno nel periodo dal 2003/2004 ai

giorni nostri?

IMP. PESCE – Io ne conoscevo solo uno, ma non so in che

periodo...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi conosceva lei?

IMP. PESCE – Il Comandante Frisina.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ha mai saputo se questo militare

avesse contatti diretti o indiretti con suo cugino

Francesco, classe ‘78?

IMP. PESCE – Sì, da quello che apprendevo in famiglia, da

quello che... da alcune frasi che ho sentito sapevo che

fra di loro c’era un’amicizia e che più volte lo

interpellava per sapere qualcosa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – In che senso? Spieghi innanzitutto in

quale contesto lo ha saputo e da chi e poi per sapere

cosa?

IMP. PESCE – Allora, diciamo che il contesto è sempre contesto

familiare, a casa o da mia nonna; erano quelli i

riferimenti, non è che avevo altro...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E da chi l’ha sentito?

IMP. PESCE – Da mia nonna, riferito... lo riferiva a mio zio

come per dire: “Tanto lui...”... siccome tra di loro non

c’era un... c’erano come degli attriti, erano...

PRESIDENTE – Tra di loro chi, signora?

IMP. PESCE – Tra mio zio Vincenzo e mio cugino Ciccio.

PRESIDENTE – Sì.

Page 24: Deposizione Giuseppina Pesce 3

24

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Quindi più volte io l’ho sentito parlare con di

lui e in quelle volte che l’ho sentito parlare diceva:

“Tanto lui poi va da Frisina e gli dice... gli dice...

gli dice le cose” insomma.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma di cosa stiamo parlando?

IMP. PESCE – È riferito al fatto che lui si sottraeva alle

catture oppure se che gli facevano le perquisizioni o se

c’era qualche cosa insomma in campo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E lei, oltre averne sentito parlare,

ha contezza diretta di qualche episodio che è accaduto

che le ha confermato questa cosa nella sua famiglia? Mi

sto riferendo quindi al contatto, no? , tra Francesco e i

Carabinieri.

IMP. PESCE – Un episodio preciso no, in generale. Ma non so

l’episodio preciso.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Suo padre Pesce Salvatore quando è

stato arrestato e dove, con che modalità?

PRESIDENTE – Sempre in esecuzione dell’ordinanza del nostro

processo?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, no, mi sto riferendo a un episodio

pregresso, a una carcerazione pregressa rispetto a

quest’ultima.

IMP. PESCE – È stato arrestato a novembre del 2005.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Con che modalità? Dove è stato

trovato?

IMP. PESCE – In un bunker.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – In un bunker e dove si trovava il

bunker?

Page 25: Deposizione Giuseppina Pesce 3

25

IMP. PESCE – Nella casa di mia nonna Bonarrigo Giuseppa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come è stato rinvenuto il bunker?

IMP. PESCE – È stato trovato...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da chi innanzitutto? Si ricorda chi lo

ha arrestato?

IMP. PESCE – I Carabinieri, i R.O.S. mi sembra.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Dai Carabinieri?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E come è stato rinvenuto il bunker? Se

fosse un bunker immagino che non fosse, diciamo, palese;

come è stato rinvenuto questo bunker?

IMP. PESCE – È stata una cosa mirata. Sono proprio andati lì,

hanno fatto una perquisizione e hanno rinvenuto il bunker

sotto il pavimento.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sotto il pavimento?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Da quanto tempo se lei lo sa suo padre

utilizzava questo bunker?

IMP. PESCE – Adesso di non lo ricordo, ma non era...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Giorni, mesi o anni?

IMP. PESCE – No, no, mesi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mesi.

IMP. PESCE – Forse uno, forse due, ma non da tanto.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Durante la permanenza di suo

padre presso il bunker riceveva visite? Qualcuno andava a

trovarlo?

IMP. PESCE – Sì. Va beh, sempre nell’ambito noi familiari

insomma. Io, mia madre, mio cugino Pesce Vincenzo di

Savino, mio fratello...cioè noi, però di estranei no.

Page 26: Deposizione Giuseppina Pesce 3

26

No, no, estranei no, solo noi.

(…) P.M. DOTT.SSA CERRETI – Oltre ai suoi strettissimi familiari,

quelli che ci indicato che andavano a trovare suo padre,

chi altro sapeva...

INTERVENTO – Opposizione.

P.M. DOTT.SSA CERRETI Chi altro sapeva dell’esistenza del

bunker, ora mi devono spiegare perché ci oppone a questa

domanda. Chi altri era a conoscenza dell’esistenza del

bunker, questa è la domanda.

PRESIDENTE – Quindi non chi andava a trovarlo, ma chi altri

era conoscenza.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi altri era a conoscenza.

PRESIDENTE – Quindi è una domanda che non è stata posta,

quindi può essere posta.

(…)

IMP. PESCE – Allora, non molte persone perché non è che quando

c’è un bunker tutti quanti sanno che là ci sta un bunker,

quindi non è una cosa di dominio pubblico che ci sta un

bunker, però ricordo un’occasione di quei giorni che...

PRESIDENTE – Quei giorni intende prima del rinvenimento

diciamo...

IMP. PESCE – Prima dell’arresto... sì.

PRESIDENTE – ...della scoperta del

bunker?

IMP. PESCE – Prima, sì, sì, sì. Che praticamente mia nonna

tenne a sottolineare dicendo... anche prima dell’arresto

però lo disse, che siccome vide uscire da casa di mia

nonna... mio cugino Pesce Francesco, che si trovava

Page 27: Deposizione Giuseppina Pesce 3

27

all’angolo del supermercato, vide uscire mio cugino

Vincenzo da lì e mia nonna cominciò a dire: “Ah, adesso

che ha visto lui uscire da qui ha immaginato che tuo

padre sta qua. Adesso lo arrestano”. Mio padre dopo

neanche cinque giorni è stato arrestato. Quindi lui non

so se era a conoscenza che là ci stava il bunker, però

aveva capito dai movimenti che mio padre stava...

PRESIDENTE – Scusi, io non ho capito bene questo passaggio. Me

lo vuole rispiegare gentilmente.

IMP. PESCE – Praticamente le persone che erano a conoscenza –

era la domanda– del bunker eravamo io e i familiari

ristretti che andavamo a trovare mio padre.

PRESIDENTE – Che andavate a trovarlo lì.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi sapevate che c’era questo...

IMP. PESCE – E poi nei giorni prima era venuto a conoscenza di

questo bunker mio cugino Pesce Francesco.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sempre il figlio di Antonino?

IMP. PESCE – Il figlio di Antonino, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi?

IMP. PESCE – E quindi...

PRESIDENTE – Era venuto a conoscenza...

IMP. PESCE – Perché ha visto i movimenti, vedeva noi uscire da

lì.

PRESIDENTE – Vedeva voi?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE - Ma lei ha introdotto Pesce Vincenzo, non ho

capito Pesce Vincenzo come si collega?

IMP. PESCE – Usciva dal bunker, usciva dal...

Page 28: Deposizione Giuseppina Pesce 3

28

PRESIDENTE – E quindi anche Pesce Vincenzo veniva a trovare

suo padre?

IMP. PESCE – Pesce Vincenzo, il piccolo. Non mio zio.

PRESIDENTE – Sì, non lo zio, il cugino.

IMP. PESCE – Il cugino, sì, sì.

PRESIDENTE – Classe ‘86, mi pare.

IMP. PESCE – L’avevo già detto c omunque.

PRESIDENTE – Qualcosa del genere.

IMP. PESCE – Sì. Sì, sì.

PRESIDENTE – Ma quindi suo cugino veniva insieme a voi a

trovare suo padre?

IMP. PESCE – Sì, sì, ci alternavamo, andava lui, andavamo noi.

PRESIDENTE – Veniva pure lui. Era uno dei visitatori diciamo?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

PRESIDENTE – Perfetto. Quindi Pesce Francesco l’aveva...

quindi suo cugino Ciccio l’aveva visto uscire...

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – E poi dopo è stato arrestato?

IMP. PESCE – Sì. Era a conoscenza che mio padre stava lì.

Adesso non so se sapeva che ci stava il bunker o meno.

PRESIDENTE – Ho capito.

IMP. PESCE – Ma che mio padre era lì sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi scusi, ma perché suo cugino avrebbe

dovuto far arrestare suo padre? Cioè non lo capisco

questo.

AVV. SANTAMBROGIO – Non ha detto che l’ha voluto fare

arrestare, le chiedo scusa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ha detto che è stata una loro ipotesi.

Page 29: Deposizione Giuseppina Pesce 3

29

AVV. SANTAMBROGIO – Ha detto... ha detto... ha riferito di un

pensiero della nonna. Ora cosa c’entra che l’abbia fatto

arrestare.

INTERVENTO – Ha capito che c’era il padre, ma non il bunker.

AVV. SANTAMBROGIO – (inc.) l’ha fatto arrestare, chiedo scusa,

non andiamo oltre.

PRESIDENTE – No, non ha detto che l’ha fatto arrestato. Questo

non l’ha detto, vero? L’ha detto?

IMP. PESCE – No, no.

PRESIDENTE – Sta facendo di no con la testa, quindi non l’ha

detto che l’ha fatto arrestare. Ha detto soltanto...

AVV. SANTAMBROGIO – Ma la domanda del Pubblico Ministero è

stata in questo senso. Ha presupposto un fatto che la

collaboratrice non ha mai detto.

PRESIDENTE – No, non ha detto questo. In effetti non ha detto.

Ha detto soltanto.

AVV. SANTAMBROGIO – Sì, ma perché avrebbe dovuto... Ha

detto... chiedo scusa Presidente e poi chiudo.

PRESIDENTE – Sì.

AVV. SANTAMBROGIO – Ha detto il Pubblico Ministero: perché

avrebbe dovuto fare arrestare suo papà.

PRESIDENTE – E questa domanda infatti non gliela a mmettiamo.

Ecco, non gliel’ammettiamo la domanda perché in effetti

non era venuto fuori da quello che aveva detto finora la

signora Pesce.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Va bene. Allora vuole spiegare al

Tribunale qual è stato l’oggetto esattamente di quello

Page 30: Deposizione Giuseppina Pesce 3

30

colloquio che ci ha riferito avere avuto con sua nonna?

Lei ha detto: “Con mia nonna abbiamo parlato di questo

concatenarsi di eventi”, esattamente cosa vi siete detti

e cosa ha detto sua nonna in quella occasione a questo

proposito?

IMP. PESCE – Dopo l’arresto di mio padre sta dicendo?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, esatto.

IMP. PESCE – Mia nonna in quel contesto ha detto che mio

cugino ha fatto arrestare mio padre e che lo aveva già

fatto negli anni addietro con l’altro figlio grande e che

lui per... per rimanere, insomma, intoccabile lui faceva

queste cose per...

PRESIDENTE – L’altro figlio grande ci sarebbe?

IMP. PESCE – Vincenzo.

PRESIDENTE – Ah, Vincenzo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cosa vuol dire per rimanere

intoccabile lui faceva queste cose?

IMP. PESCE – Era come se faceva dei favori per restare fuori,

insomma, dei processi, dalle associazioni e da tutto.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma tra suo cugino Francesco e suo

padre c’erano... i rapporti com’erano?

IMP. PESCE – Normali.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cioè c’erano motivi di astio che

potevano spingere suo cugino a fare una cosa del genere?

IMP. PESCE – No, no, astio in particolare no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, non c’erano motivi di astio

personale?

IMP. PESCE – No, no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – La spiegazione è solo quella che ci ha

Page 31: Deposizione Giuseppina Pesce 3

31

dato lei?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Posso inserirmi un attimo? Ma quando dice normale

che cosa vuole dire?

IMP. PESCE – Un rapporto...

PRESIDENTE – Ma si frequentavano? Avevano un rapporto di

frequentazione?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

PRESIDENTE – Si vedevano? Si frequentavano?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei adesso ci ha riferito che sua

nonna le avrebbe detto: “Già in passato ha fatto queste

cose”, a cosa si riferiva in particolare?

IMP. PESCE – Sempre a... diciamo da quello che mi ha detto

lei, adesso non ricordo però... che mi ha detto che negli

anni addietro aveva fatto arrestare il figlio grande,

Vincenzo, perché aveva visto uscire una persona dal luogo

dove poi è stato arrestato.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quanti anni indietro andavamo? Di cosa

stiamo parlando?

IMP. PESCE – Alla data dell’arresto di mio zio Vincenzo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, rispetto all’arresto di suo padre

quanti anni prima lo colloca?

IMP. PESCE – Un otto anni prima. Otto/nove anni prima o sei...

insomma anni addietro, ma adesso non...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E Vincenzo in quel periodo era

latitante?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa dove si nascondesse?

Page 32: Deposizione Giuseppina Pesce 3

32

IMP. PESCE – Mi ricordo in un bunker, che è stato anche lui

arrestato in un bunker, però non ricordo dove.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Sa di disponibilità di altri

bunker nella vostra famiglia oltre quelli che ci ha

indicato?

IMP. PESCE – Sì, quello che c’era nell’abitazione di Pesce

Francesco stesso.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E di quello lei com’era venuta a

conoscenza?

IMP. PESCE – È un ricordo che avevo di quando ero piccola, di

una frase che avevo appreso a casa mia.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – A casa sua e questa frase da chi

l’aveva appresa?

IMP. PESCE – Da mio padre.

PRESIDENTE – Cosa avrebbe detto suo padre a proposito?

IMP. PESCE – Era proprio ai tempi che noi eravamo andati ad

abitare giù dove...la casa in via Donizetti numero 1, che

è proprio di fronte alla casa di mio zio Antonino e

ricordo che parlando con mia madre – io ero piccola – lui

disse che il fratello aveva fatto il bunker, un posto

dove nascondersi in cantina e che l’entrata era da una

botte. Ricordo questo. Una botte, sì. Che si entrava

dalla botte, una cosa del genere.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Oltre a questo qualcos’altro, qualcun

altro di cui lei era a conoscenza?

IMP. PESCE – No.

(…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Esisteva, se lei lo sa, una cassa

comune da cui si attingeva per il pagamento delle spese

Page 33: Deposizione Giuseppina Pesce 3

33

legali?

IMP. PESCE – Esisteva una cassa comune per il sostegno delle

persone che non avevano la possibilità di pagarsi i

legali, cioè dei familiari che non avevano la possibilità

di pagarsi i legali.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questa cassa comune a chi

contribuiva... in questa cassa comune chi metteva i

soldi?

IMP. PESCE – Quelli che avevano i soldi, cioè quindi i

familiari che avevano i soldi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì e chi nel caso di specie?

IMP. PESCE – Sì, Pesce Francesco per parte del padre però

Antonino...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Pesce Vincenzo e Pesce Giuseppe. Non sempre però

Pesce Giuseppe, a volte.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questi soldi che venivano versati

nella cassa comune da dove provenivano?

IMP. PESCE – Dal loro... dalle entrate che avevano loro, cioè

i soldi che loro, insomma, si guadagnavano.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si guadagnavano come?

IMP. PESCE – Si guadagnavano con le attività estorsive, con le

attività di appalti, con i loro traffici.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questi soldi servivano anche per il

sostegno delle famiglie o solo per il pagamento delle

spese legali?

IMP. PESCE – Anche per il sostegno delle famiglie.

PRESIDENTE – Chiedo scusa, quindi lei ha detto che questa

cassa comune era formata... confluivano, diciamo, i soldi

Page 34: Deposizione Giuseppina Pesce 3

34

di Pesce Vincenzo, Pesce Giuseppe e Pesce Antonino, quindi

Pesce Francesco per conto del padre, così ha detto. Ma suo

padre era anche uno dei fratelli della famiglia Pesce,

quindi suo padre non metteva niente in questa cassa comune?

IMP. PESCE – No, mio padre riceveva i soldi da loro.

PRESIDENTE – Suo padre riceveva?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Ma perché non aveva possibilità suo padre di

mettere...

IMP. PESCE – No, non aveva...

PRESIDENTE – E altri fratelli della famiglia?

IMP. PESCE – No, no, loro tre.

PRESIDENTE – Loro tre.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi l’Avvocato di suo padre chi

lo pagava?

IMP. PESCE – Prima che ci fosse mio zio Giuseppe e Vincenzo,

Francesco. Quando poi sono usciti tutti quanti lo

pagavano insieme.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – L’Avvocato di suo fratello?

IMP. PESCE – Anche.

PRESIDENTE – Quando sono usciti tutti quanti, quando...

IMP. PESCE – Mio zio Giuseppe e Vincenzo.

PRESIDENTE – Quando sono usciti dal carcere intende?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa se esistesse un posto dove questi

soldi della cassa comune venissero conservati?

IMP. PESCE – No, non lo so.

- L’OMICIDIO SABATINO E IL PERICOLO DI UNA GUERRA CON

Page 35: Deposizione Giuseppina Pesce 3

35

GLI ASCONE E I BELLOCCO

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Passiamo a un altro argomento:

Domenico Sabatino lo conosceva?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi era Domenico Sabatino e come lo

conosceva?

IMP. PESCE – Era un amico di mio padre, di mio fratello, di

mio marito.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei come l’ha conosciuto?

IMP. PESCE – L’ho conosciuto quando abitavo a casa con mio

padre perché era un amico di mio padre.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Aveva dei soprannomi che lei sappia?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quale?

IMP. PESCE – Per via dell’altezza, mi sembra, non lo so

adesso, Sipaluni.

PRESIDENTE – Sipaluni?

IMP. PESCE – Uhm!

P.M. DOTT.SSA CERRETI – È sicura di ciò?

IMP. PESCE – Questo è il soprannome che aveva lui e che aveva

la famiglia.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – I familiari, cioè i fratelli e così... poi...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, tutta la famiglia?

IMP. PESCE – Sì, i fratelli.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Diciamo che si usa quando... da noi si usa quando

uno ha un soprannome, poi diciamo che vengono chiamati

Page 36: Deposizione Giuseppina Pesce 3

36

tutti con lo stesso soprannome. Va beh, poi lui nel

generico, quando si parlava di lui veniva definito,

sempre non so se per la stazza o per quello che faceva,

Il Killer.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi non sa perché veniva definito

così?

IMP. PESCE – No, di preciso no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Presidente, devo procedere a una

contestazione che traggo dal verbale di interrogatorio

del 27 settembre 2011, perché alla stessa domanda

l’imputata in quella occasione aveva risposto...

(…)

PRESIDENTE – Bene. Allora, facciamo fare questa contestazione.

Signora, adesso ascolti quello che sta facendo il

Pubblico Ministero, va bene? Le darà lettura di una

dichiarazione da lei resa chesembrerebbe difforme o

divergente, comunque vedremo, rispetto a quello che ha

detto adesso con riferimento al soprannome di Sabbatino,

va bene? Poi lei ci darà la spiegazione se c’è divergenza

del perché c’è divergenza e qual è la versione corretta,

va bene? Prego Pubblico Ministero.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora signora, alla stessa domanda,

cioè qual era il soprannome di Domenico Sabbatino lei il

27 settembre aveva risposto: “Il Killer, che aveva ‘sto

Sabbatino non è che era un caso, chiaramente... insomma

praticamente sembra che anni prima lui aveva ucciso il

marito di questa ragazza,della sorella di questi Ascone”.

INTERVENTO – Non c’è niente di tutto questo negli nostri

verbali.

Page 37: Deposizione Giuseppina Pesce 3

37

(…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì Presidente, alla luce della

verifica incrociata tra file, copie cartacee, eccetera,

ritiriamo la contestazione, perché sicuramente era un

passo omissato.

PRESIDENTE – Va bene, va bene. Allora andiamo avanti,

riprendiamo, va bene?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Grazie.

PRESIDENTE – Prego.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora signora, torniamo a Domenico

Sabbatino. Domenico Sabbatino faceva parte della cosca

mafiosa Pesce?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come fa a dirlo? Scusi se le rifaccio

ripetutamente questa domanda, ma è sempre importante che

lei indichi al Tribunale i suoi elementi di conoscenza,

cioè la fonte della sua conoscenza.

IMP. PESCE – Perché era a disposizione della famiglia.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Eh, spieghi cosa vuol dire innanzitutto

essere a disposizione della famiglia e come lei ha

appreso che lui lo fosse.

IMP. PESCE – Intanto, va beh, dal legame che c’era di amicizia e

di... il legame, insomma, che ci stava e poi perché...

perché so che faceva delle commissioni per conto della

famiglia, cioè delle commissioni di reato per conto della

famiglia.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Eh, che tipo di commissioni di reato,

dice lei, faceva per conto della famiglia?

Page 38: Deposizione Giuseppina Pesce 3

38

IMP. PESCE – Praticamente se gli veniva chiesto di uccidere

qualcuno per conto della famiglia o di vendicare qualcosa

o di far pagare qualcosa a qualcuno lo faceva.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come lo sa questo lei?

IMP. PESCE – Lo so perché... relativo alla sua morte so che...

intanto la famiglia, diciamo, che è rimasta shoccata da

quello che era successo, perché lui è stato ucciso a

ottobre del 2006, mi sembra...2006/2007, adesso non

ricordo l’anno...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – E da quello che ho sentito sia, insomma, in

famiglia, al funerale... insomma quello che si diceva a

casa era che intanto non lo dovevano toccare perché

faceva parte dei Pesce, perché si parlava di lui come di

un membro della famiglia Pesce e quindi, insomma, c’era

questa questione che ci avevano toccato, “Hanno toccato

noi, è come se avessero toccato uno di noi”. Si parlava

di un inizio di guerra, “Adesso è guerra. Adesso dobbiamo

rivendicarlo. È stato sempre a nostra disposizione. Era

una persona di fiducia” e tutto qua.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Guerra tra chi?

IMP. PESCE – Tra chi aveva fatto questa azione nei confronti

della famiglia Pesce e la famiglia Pesce stessa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma lei quando sentiva questi discorsi

ha sentito anche l’attribuzione della responsabilità?

Cioè quando lei dice: “Era guerra. Si parlava che era

guerra” e la guerra tra chi doveva essere secondo quanto

lei ha ascoltato?

IMP. PESCE – In un primo momento non è che si aveva subito

Page 39: Deposizione Giuseppina Pesce 3

39

chiarezza di chi aveva fatto questo, perché non è che chi

l’aveva fatto lo aveva detto, però poi in secondo tempo

si è incominciato a indagare, insomma. Le persone che

erano interessate a sapere questo arrivarono a capire

perché è stato... perché non si trovava neanche una

spiegazione a questo. E poi, insomma, sono arrivati al

motivo perché è stato ucciso questo ragazzo e, insomma,

da quello che ne era venuto fuori...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ce lo spieghi cosa ne era venuto

fuori. Perché era stato ucciso questo ragazzo?

IMP. PESCE – Perché praticamente all’epoca lui aveva... su

commissione di un affiliato alla famiglia Pesce, aveva

fatto...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che sarebbe, se lo sa?

IMP. PESCE – Non so se era lui preciso o la famiglia... cioè

per lui... solo per lui o anche per i fratelli, Preiti...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Per lui chi?

IMP. PESCE – Preiti Domenico.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, Domenico, Preiti Domenico?

IMP. PESCE – Sì. Su commissione di Preiti Domenico aveva fatto

pagare a questo ragazzo, che era il cognato della persona

che poi lo ha ucciso. Quindi praticamente lui su

commissione di questo Preiti uccise questa persona

all’epoca e poi c’è stata la ritorsione del cognato nei

confronti di Sabbatino.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Cognato che si chiama?

IMP. PESCE – Ascone Vincenzo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi quando lei poco fa parlava di

Page 40: Deposizione Giuseppina Pesce 3

40

guerra la guerra contro chi doveva essere?

IMP. PESCE – Gli Ascone diciamo che sono supportati, affiliati

alla famiglia Bellocco, quindi era come se i Bellocco

avessero...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – I Bellocco sono una famiglia mafiosa?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Gli Ascone pure?

IMP. PESCE – Affiliati alla famiglia... sì, affiliati alla

famiglia Bellocco.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quindi la guerra, spieghi, tra chi

doveva essere?

IMP. PESCE – Praticamente era come se i Bellocco avessero dato

mano libera a questi Ascone di uccidere questa persona,

quindi facendo la guerra ai Pesce, perché era una persona

affiliata ai Pesce, un ragazzo che faceva parte della

cosca Pesce.

PRESIDENTE – E il cognato di questo Ascone che Sabbatino

avrebbe ucciso lei sa come si chiamava?

IMP. PESCE – Adesso mi sfugge sinceramente, però lo ricordavo.

PRESIDENTE – Ah, okay. Va bene, era il cognato quindi di

Ascone che sarebbe stato ucciso da Sabbatino?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Va bene, se poi si ricorda il nome ce

lo dice nel corso dell’esame.

IMP. PESCE – Sì, se me lo ricordo... Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma la famiglia Pesce decide di reagire

a quello che lei ci ha raccontato, se lo sa?

Page 41: Deposizione Giuseppina Pesce 3

41

IMP. PESCE – Presumo che sì... diciamo che in un primo momento

si parlava insomma di dover far pagare a chi ha fatto

questa cosa, però poi in un secondo momento sono

subentrati... cioè si prevedeva che non sarebbe stata una

semplice... cioè un semplice riscatto, non so nel senso:

tu hai ucciso uno dei nostri, noi uccidiamo uno dei tuoi.

Si sapeva che da lì sarebbe venuta una guerra, una cosa a

catena; quindi hanno deciso i grandi, quindi mio zio

Pesce Giuseppe e Pesce Vincenzo e, insomma, altri

componenti della famiglia, di mettere pace a questa cosa,

cioè di evitare che andasse avanti questa cosa, questa

guerra.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi scusi, ma prima di arrivare al

punto che lei ci sta già descrivendo, dopo l’omicidio di

Domenico Sabatino, che lei sappia, ci sono stati altri

fatti di sangue?

IMP. PESCE – Sì, sì. Sono stati uccisi dei ragazzi

appartenenti agli Ascone insomma, dei cugini.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lo colloca nel tempo questo? Dopo

quanto tempo dall’omicidio Sabbatino?

IMP. PESCE – Penso un anno, un anno e mezzo. Adesso non

ricordo con precisione sinceramente.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ricorda se qualcuno è morto, se ci

sono stati dei feriti? Delle circostanze specifiche?

IMP. PESCE – Sì, un ragazzo è morto. Un ragazzo sì, è proprio

morto.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si ricorda il nome del morto?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Se lo ricorda?

Page 42: Deposizione Giuseppina Pesce 3

42

IMP. PESCE – No, no, no. Il nome no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma è certa che appartenesse alla

famiglia Ascone?

IMP. PESCE – Sì, sì, era proprio un Ascone. Era il cugino di

Ascone Vincenzo e... sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Oltre al morto ci sono stati dei

feriti?

IMP. PESCE – Sì, mi ricordo che erano due ragazzi, che uno era

stato ferito, però poi insomma si è salvato, se non

ricordo male.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come ha reagito la famiglia Pesce a

questi nuovi fatti di sangue?

IMP. PESCE – Cioè di preciso io non lo so perché... cioè non è

che ero...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Certo, se lei sa qualcosa. Perché lei

ci stava raccontando di una intervenuta pace.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma la pace la colloca prima o dopo il

ferimento e l’omicidio degli Ascone?

IMP. PESCE – Prima.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Prima?

IMP. PESCE – Sì. La pace sì, cioè loro volevano mettere pace e

sembrava che era finito tutto lì. Poi col passare del

tempo successe questa cosa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Successe questa cosa, si riferisce al

ferimento e all’omicidio?

IMP. PESCE – L’omicidio... sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E dopo il ferimento e l’omicidio

la questione come è finita?

Page 43: Deposizione Giuseppina Pesce 3

43

IMP. PESCE – Era come se si fosse pareggiato il conto, quindi

erano uno pari e andava bene così.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Nel periodo del ferimento e

dell’omicidio degli Ascone suo fratello era libero o

detenuto?

IMP. PESCE – Era agli arresti domiciliari.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai sentito direttamente da suo

fratello o da qualcun altro della sua famiglia parlare di

propositi di vendetta? Perché lei adesso ci ha descritto

un po’ il clima, ma di specifico da chi ha sentito in

particolare, se è accaduto, parlare di proposito di

vendetta contro gli Ascone?

IMP. PESCE – Va beh, non ne parlavano davanti a noi, però era

chiaro che c’era rabbia, cioè che tutti erano arrabbiati

per questa cosa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Tutti chi?

IMP. PESCE – I familiari, gli zii...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali? Quali? Ci dica sempre i nomi.

Chi era arrabbiato per questa cosa?

IMP. PESCE – No, in quel momento non erano... non mi sembra

che c’era... Zio Vincenzo non c’era. Mi sembra che c’era

solo lo zio Giuseppe. Io non ricordo adesso se ci stava

zio Vincenzo, però non avevo quel rapporto che avevo

ultimamente quindi non posso dire che lui... cioè me

l’abbia detto lui o che l’abbia sentito. Sempre percepito

dalla nonna, quando stavo lì dalla nonna che andavo a

trovarla oppure a casa mia stessa, mio marito, anche noi

percepivamo questa cosa che era stato fatto un torto e

che non era stato... cioè un torto, no un torto... noi lo

Page 44: Deposizione Giuseppina Pesce 3

44

vedevamo non come un torto, cosa una cosa brutta, anche

perché il ragazzo lo conoscevamo, era un padre di famiglia,

aveva dei bambini e quindi insomma...un bambino.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quando dice: “Noi lo conoscevamo”

a chi si riferisce, al suo nucleo familiare?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, io, mia madre, mia sorella, anche i

miei cugini, insomma tutti. Diciamo che con mio marito e

quindi automaticamente anche io e mia madre avevamo un

legame particolare con lui e con la moglie, quindi

vivevamo la cosa in prima persona, perché lui è stato

detenuto con mio marito e poi lui è stato detenuto

e anche nell’ambito di associazione addietro è stato

arrestato con mio padre e quindi facevamo i colloqui

insieme... poi, insomma, c’era un’amicizia un po’ più

particolare.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora buongiorno.

IMP. PESCE – Buongiorno.

PRESIDENTE – La Dottoressa Pantano.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Salve, mi inserisco io un attimino in

questo argomento. Non ho capito tra chi vi era

un’amicizia particolare. Volevo un attimino parlare di

Sabbatino Domenico. Sabbatino Domenico lei ha detto che

era una persona legata ai Pesce.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma a chi se c’è una persona

particolare a cui DomenicoSabbatino, diciamo, era legato?

IMP. PESCE – Allora, in particolare era legato a mio padre...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – ...a mio fratello e a mio zio Vincenzo.

Page 45: Deposizione Giuseppina Pesce 3

45

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Che so io il particolare della loro amicizia,

però in generale era amico e vicino a tutti, cioè a mio

zio Giuseppe, a mio cugino Pesce Francesco...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Allora, io le chiedo di suo fratello

perché immagino che, essendo una persona di famiglia più

vicina insomma a lei, lei potesse sapere qualcosa in più.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha mai visto Domenico Sabbatino

frequentare casa sua, quindi suo fratello?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, lei ci ha messo in correlazione i

due fatti, diciamo, di sangue, cioè ha parlato prima

dell’omicidio Cannizzaro e poi ha elencato questi due

fatti di sangue che si sarebbero verificati come

conseguenza.

AVV. SANTAMBROGIO – Presidente, c’è opposizione...

PRESIDENTE – Cannizzaro non l’ha detto. Sì, sì, sì.

AVV. SANTAMBROGIO - ...perché ha introdotto...

PRESIDENTE – Sì, sì, l’ho colta Avvocato, l’ho colta. Non ha

parlato dell’omicidio Cannistraro. Ha parlato di un fatto

di sangue, di Sabbatino che avrebbe ucciso su incarico di

Domenico Preiti un cognato di Ascone, vero?

IMP. PESCE – Sì. Però posso, Presidente?

PRESIDENTE – Sì, prego.

IMP. PESCE – Mi sfuggiva, però l’avevo già detto questo.

PRESIDENTE – Quando l’aveva detto?

IMP. PESCE – Nei verbali.

PRESIDENTE – Ah, nei verbali.

Page 46: Deposizione Giuseppina Pesce 3

46

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

PRESIDENTE – Okay, quindi le sfuggiva prima...

IMP. PESCE – Adesso mi sfuggiva, però...

PRESIDENTE – ...adesso che è stato fatto questo nome quindi

lei ricorda?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, è Cannistraro Domenico.

PRESIDENTE – Ed era quel cognato di cui non ricordava prima...

IMP. PESCE – Sì, sì, era il marito della sorella Sonia.

PRESIDENTE – È il marito della sorella di?

IMP. PESCE – Sonia Ascone, la sorella di Vincenzo Ascone.

PRESIDENTE – Di Vincenzo Ascone?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Va bene. Bene, Pubblico Ministero prego.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, la mia suggestiva infatti

risiedeva nell’introduzione del nominativo e le chiedo

scusa per questo. Signora, ascolti, lei si ricorda dove

si trovava quando avvenne il tentato omicidio e

l’omicidio che interessò membri della famiglia Ascone?

IMP. PESCE – Sì, mi trovavo a casa di mia madre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi a Rosarno?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei aveva sentito parlare di

questi fatti all’interno della sua famiglia e da chi in

particolare?

IMP. PESCE – Di quel fatto di quel giorno mi sta chiedendo?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Sì, sì.

IMP. PESCE – Sì, quel giorno quando stavo là ho sentito

parlare che era successa questa cosa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello dove si trovava? In quel

Page 47: Deposizione Giuseppina Pesce 3

47

periodo dove risiedeva?

IMP. PESCE – A casa con mia madre, che però era la casa di mia

nonna. Non era la casa in via Donizetti, era la casa di

mia nonna Macrì Marina che praticamente è ubicata di

fronte alla casa della via Donizetti.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi viveva lì Pesce Francesco?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, ha mai sentito parlare di

questi fatti suo fratello Francesco Pesce?

IMP. PESCE – Ricordo quel giorno in particolare che io e mia

madre eravamo su perché la casa di mia nonna è ubicata in

due piani. Praticamente c’ha un pianoterra garage e un

piano su, che sarebbe poi dove abitiamo. Ricordo solo che

mio fratello era giù e venne su e ci diede questa

notizia, dice: “È successo un attentato. – dice – Hanno

ucciso un ragazzo”, però non sapevamo chi. Poi nell’arco

della giornata si è saputo insomma...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E se lo ricorda il nome della persona

uccisa?

IMP. PESCE – Uno degli Ascone, però non so come si chiama.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non si ricorda il nome?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, suo marito in quel periodo era

libero o detenuto?

IMP. PESCE – Era libero.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Era libero. Suo marito conosceva

Domenico Sabbatino?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ha mai sentito colloqui, diciamo, da

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48

parte di suo marito in relazione a queste vicende, quindi

parlo dell’omicidio Sabbatino e poi di tutto ciò che è

venuto fuori, quindi di questi fatti di cui abbiamo

parlato poc’anzi?

IMP. PESCE – Di quello che è susseguito alla sua morte dice?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì.

IMP. PESCE – No, di particolari di quell’omicidio no. Di

quelli prima sì, cioè dell’omicidio di Sabbatino,

delle modalità di chi è stato e tutto questo sì, perché

le ho apprese da lui queste cose, però di quello che è

successo dopo no.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei poi ha parlato, diciamo,

di una pace che sarebbe sostanzialmente intervenuta, dico

bene? Ho capito bene?

IMP. PESCE – Sì. Doveva... cioè doveva essere così, ma poi non è

stato perché c’è stato l’omicidio.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quindi quando sarebbe... quando

sarebbe... innanzitutto se c’è stata e quando si

collocherebbe questa pace di cui lei... io utilizzo il

termine che ha utilizzato lei.

AVV. SANTAMBROGIO – Presidente, già risposto. Ha detto prima

degli attentati.

PRESIDENTE – Ecco, ha già risposto, sì. Era stata fatta una

domanda dall’altro Pubblico Ministero, se era prima o

dopo e ha detto prima.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ha sentito parlare all’interno

della sua famiglia... quindi come apprende questa

circostanza e se sì da chi?

Page 49: Deposizione Giuseppina Pesce 3

49

IMP. PESCE – Non ho capito la domanda. Scusi, mi può ripetere?

PRESIDENTE – Ripeta perché c’è stata questa interruzione e

quindi magari...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei come fa a sapere che c’è stata

questa pace?

IMP. PESCE – Perché si parlava proprio di questo fatto che se

venisse... insomma si doveva scatenare una guerra, si

parlava addirittura di stare attente anche le donne,

perché se succedeva qualcosa potevano anche toccare le

donne...

PRESIDENTE – Ma questo, scusi, l’omicidio di Sabbatino?

IMP. PESCE – Sì, questo subito dopo, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E chi è che la... cioè voglio dire...

IMP. PESCE – Sempre appreso da mio marito. Io questi discorsi

li facevo a casa con mio marito.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito. Sa come si addiviene a

questa pace? Qual è stato... insomma, voglio dire, chi è

stato l’artefice di questa pace?

IMP. PESCE – Sì, mio zio Giuseppe Pesce e... insomma io so lui

perché il grande in quel momento che era fuori, perché

gli altri non ci stavano.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E come fa a riferire, appunto, questa

circostanza? Cioè come fa a dire che...

IMP. PESCE – Perché loro prendevano riferimento sempre: “Zio

Pino... Zio Pino ha detto che...”...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E loro chi è che...

IMP. PESCE – Mio marito, mio fratello, insomma quando si

parlava...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay, quindi ne aveva sentito parlare,

Page 50: Deposizione Giuseppina Pesce 3

50

voglio dire?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da suo marito e da suo fratello?

IMP. PESCE – Sì.

- LA COLLABORAZIONE DI ROSA FERRARO

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Va bene. Ascolti, un altro argomento.

Parliamo un attimo di Ferraro Rosa. Chi è Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – È una cugina di mia madre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci spiega com’è che sono parenti?

IMP. PESCE – Sì, sono figlie di sue sorelle e figlie di due

fratelli, primi cugini.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, che legame di parentela c’è tra

la signora Ferraro Rosa e Ferraro Giuseppe?

IMP. PESCE – Figli di due fratelli e figlie di due sorelle,

primi cugini.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Primi cugini. Tra Ferraro Rosa e

Ferraro Mario?

IMP. PESCE – Zio e nipote, figlia del fratello.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, il papà della signora Ferraro

come si chiama?

IMP. PESCE – Ferraro Giuseppe.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa se la signora Ferraro Rosa

fosse sposata?

IMP. PESCE – Attualmente era separata, divorziata... non so se

era proprio divorziata.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Con chi era sposata?

IMP. PESCE – Con Do Giuseppe.

Page 51: Deposizione Giuseppina Pesce 3

51

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dove viveva?

IMP. PESCE – A Genova.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Hanno figli? Hanno avuto figli?

IMP. PESCE – Sì, tre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Diciamo il nucleo familiare... quindi

una volta sposata ha sempre vissuto a Genova la signora

Ferraro?

IMP. PESCE – Sì, col marito sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, sa se ancora oggi, diciamo, la

signora mantiene un rapporto affettivo col marito?

IMP. PESCE – Non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè voglio dire...

IMP. PESCE – L’aveva già interrotto quando stava giù con noi.

Poi se l’ha ripreso non lo so adesso, però fino a che io

sono stata fuori no.

PRESIDENTE – Quindi quando ha detto che è stata sempre a

Genova, fino a quando non è venuta giù vuole dire?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Perché adesso ha introdotto...

IMP. PESCE – Però anche se stava a Genova era già separata.

PRESIDENTE – Ah, okay.

IMP. PESCE – Poi venne giù ed era ancora attualmente separata.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti signora, lei e i componenti

della sua famiglia diciamo di origine frequentavate

Genova, andavate a trovare la signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Io ricordo che siamo andati solo una volta con

mio padre e con mia madre. Io ero bambina però, potevo

avere dieci anni, così. Eravamo andati per una vacanza,

Page 52: Deposizione Giuseppina Pesce 3

52

una gita su, insomma eravamo andati a Gardaland e siamo

andati a trovare loro a casa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito. Senta, quando Ferraro Rosa

lascia Genova? Perché lei ha detto che a un certo punto

viene a vivere a Rosarno. Se se lo ricorda, se lo riesce

a collocare nel tempo.

IMP. PESCE – Sì, forse 2001 così... 2001/2002.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma sa le ragioni per cui, diciamo, si

trasferisce da Genova a Rosarno?

IMP. PESCE – Perché non... mi sembra che non aveva più un buon

rapporto con la figlia e poi gli era morto un figlio anni

prima e insomma era...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Per cosa era morto il figlio?

IMP. PESCE – Per overdose.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi era tossicodipendente?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, invece i rapporti col marito?

Lei ha detto che erano già separati.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa le ragioni di questa separazione?

IMP. PESCE – Per tradimenti. Lui la tradiva e lei non

sopportava queste cose.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi la signora negli anni 2001/2002

ha detto che si trasferisce a Rosarno?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E dove va a vivere la signora Ferraro

Rosa?

IMP. PESCE – Nella casa paterna di... sua, insomma di suo

padre.

Page 53: Deposizione Giuseppina Pesce 3

53

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ancora era in vita il padre

della signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, la signora Ferraro ha

fratelli?

PRESIDENTE – Cosa? A quella constatazione ancora era in vita,

perché mi sembrava che lei stesse dicendo...

IMP. PESCE – No, era nel senso era perché non lo è più. Era

una...

PRESIDENTE – Era?

IMP. PESCE – Siccome ha detto era...

PRESIDENTE – Sì.

IMP. PESCE – ...e ho avuto un attimo, perché cioè...

PRESIDENTE – Ah, non sa se oggi è vivo, questo vuole dire?

IMP. PESCE – Uhm!

PRESIDENTE – Ah, ho capito. Quindi quell’era, quell’imperfetto,

cioè l’ha...

IMP. PESCE – Mi ha un po’...

PRESIDENTE – ...l’ha colpa di sorpresa perché pensa che può

essere morto nel frattempo? Questo... e quindi lei non lo

sa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – No, no, no, le assicuro è stato un...

PRESIDENTE – Forse è vivo ancora.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non ne sono a conoscenza...

PRESIDENTE – Gli auguriamo lunga vita comunque, va beh.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi va a vivere col padre?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, la signora Ferraro aveva

fratelli o sorelle?

Page 54: Deposizione Giuseppina Pesce 3

54

IMP. PESCE – Sì, aveva una sorella e un fratello.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi faccia capire, quando la signora

Ferraro va a vivere a Rosarno chi trova insomma dei parenti?

IMP. PESCE – Il padre, il fratello e la sorella che all’epoca

ancora era viva.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché dopo... dopo quanto tempo muore e

per che cosa?

IMP. PESCE – Muore se non sbaglio nel 2004/2005, due anni dopo

insomma che lei era lì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E come si chiamava la sorella della

signora Ferraro?

IMP. PESCE – Ferraro Caterina.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa per quale motivo è... se era malata

insomma?

IMP. PESCE – Sì, era malata. Faceva la dialisi, mi sembra.

Aveva l’anemia mediterranea, non so... Sì, aveva problemi

di salute comunque.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, ma aveva un proprio nucleo

familiare questa signora o viveva a casa col padre?

IMP. PESCE – No, no, vivevano tutti sotto lo stesso tetto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Anche il fratello a cui ha fatto

riferimento prima?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E come si chiama?

IMP. PESCE – Ferraro Marco.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei sa che Ferraro Marco ha dei

problemi di salute?

IMP. PESCE – Sì.

Page 55: Deposizione Giuseppina Pesce 3

55

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Di che tipo?

IMP. PESCE – So che non sente bene e che ha problemi a

parlare. È sordomuto, una cosa del genere.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ha problemi, diciamo, di udito,

ma anche problemi diciamo che attengono alle sue facoltà

mentali? Cioè lei con il signor Ferraro ha mai fatto dei

discorsi, insomma è un soggetto capace?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Comprende, questo voglio dire?

IMP. PESCE – Sì, non... non... cioè se gli spieghi una cosa la

capisce, sì, come no.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, la signora Ferraro quanto tempo

si trattiene a Rosarno? Lei dice che arriva nel 2001 fino

a quando vive a Rosarno?

IMP. PESCE – Io nel tempo sono un po’ disorientata. Fino al

2005/2006.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi 2005/2006?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ha sempre vissuto in casa col padre?

IMP. PESCE – No. C’è stato un periodo che ha vissuto con noi.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quando dice con noi...

IMP. PESCE – Con mia madre e mia nonna insomma quando...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua nonna Macrì Marina?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dove vivevano?

IMP. PESCE – Nella casa di mia nonna Macrì Marina.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. A quel punto, quando la signora

Ferraro Rosa va a vivere da sua nonna sostanzialmente, in

Page 56: Deposizione Giuseppina Pesce 3

56

casa di sua nonna, da chi era composto il nucleo? Insomma

chi erano i soggetti conviventi con lei?

IMP. PESCE – Mia madre, mio padre, che però per un certo

periodo ha dormito nella casa in via Donizetti, perché

mio padre aveva la sorveglianza, quindi lui aveva la

residenza nell’altra casa, quindi il giorno stava con noi,

con loro, insomma mangiava lì e tutto, però poi la sera

lui rientrava nell’altra casa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma a che distanza stanno le case

diciamo di sua nonna e la casa diciamo utilizzata di

fatto poi per dormire da suo padre?

IMP. PESCE – Mah, un cento metri.

PRESIDENTE – Poco fa mi pare ha detto che sono di fronte?

IMP. PESCE – Sì, sì, ci sta solo... beh, li divide una specie

di strada, però poi sono una di fronte all’altra.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, invece di voi figli c’era

qualcuno che viveva all’epoca in quella casa, nella casa

di sua nonna?

IMP. PESCE – Di noi figli?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Voi siete quattro figli, giusto?

IMP. PESCE – Sì, sì. Di quel periodo non ho... cioè non

ricordo tanto bene perché era il periodo che si erano

sposate mia sorella, mio fratello, poi si erano separati,

erano tornati in casa, quindi... Ricordo che mia sorella

sì, mi sembra di sì.

PRESIDENTE – Sua sorella quale?

IMP. PESCE – Pesce Marina.

PRESIDENTE – Perché lei ha un’altra sorella, no?

Page 57: Deposizione Giuseppina Pesce 3

57

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – La piccolina.

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – E l’altra sorella...

IMP. PESCE – Stava lì, sì. Lei abitava con mia madre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei invece no? Lei era già

coniugata...

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...e viveva in un’altra casa?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei sa che rapporti ci

fossero... perché lei ha detto che Ferraro Rosa è andata

a vivere a casa di sua nonna, che rapporti c’erano tra

Ferraro Rosa e il nucleo familiare di sua nonna, suo

padre, sua madre...

IMP. PESCE – Buoni, buoni.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mah, era... perché era andata a vivere

lì? Era ospite?

IMP. PESCE – Allora all’inizio perché... diciamo che lei e la

sorella e poi dopo che è morta la sorella passavano tutto

il tempo là con noi a casa di mia madre, insomma. Mia

madre non ha sorelle e quando a Ferraro Rosa è venuta a

mancare la sorella insomma tra di loro c’è stato questo

legale e poi lei veniva... la andavamo a prendere tutti i

giorni e la portavamo là. Poi è successa la malattia di

mia nonna che l’ha resa disabile, è rimasta a letto e poi

lei subentrò come aiuto a mia madre, che però già lei

aveva una figlia disabile e quindi non ce la faceva a

sostenere tutte e due, a badare a tutte e due e lei,

Page 58: Deposizione Giuseppina Pesce 3

58

anche pure per una questione economica perché mia madre

la pagava, aiutava mia madre con la nonna, ad accudire la

nonna.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quando... siccome ha detto poi, poi,

riusciamo a collocarlo nel tempo? Quando, appunto,

diciamo Ferraro Rosa va a vivere e si occupa

concretamente di sua nonna? Va a vivere presso

l’abitazione di sua nonna? Se lo riesce a dare un anno di

riferimento.

IMP. PESCE – 2004, se non sbaglio.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, quindi abbiamo precisato

prima che era un rapporto proprio lavorativo

sostanzialmente, perché lei ha detto che veniva pagata.

IMP. PESCE – All’inizio era affettivo e poi è diventato, sì,

retribuito.

PRESIDENTE – All’inizio, prima che andasse a vivere in casa

della nonna?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – All’inizio quando veniva durante il giorno a

passare un po’ di tempo con la cugina insomma?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Poi dal momento che dormiva là e che... veniva

pagata.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Veniva pagata. Sa quanto veniva pagata

la signora Ferraro?

IMP. PESCE – 300 euro, se non sbaglio.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, quando lei dice viveva... io

adesso non so come è fatta casa di sua nonna, com’è

composta? Voglio dire, è a più piani? Insomma dove viveva

Page 59: Deposizione Giuseppina Pesce 3

59

la signora Ferraro? Aveva una stanza?

IMP. PESCE – Diciamo che il piano dove si abita è uno. L’altro

giù è garage. Sì, aveva una stanza...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma mangiava con il nucleo familiare?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè era una persona... insomma me la

definisca lei voglio dire. Frequentava...

IMP. PESCE – Era una di famiglia. Era una persona come noi,

cioè nel senso che la trattavamo come una di famiglia.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Senta, suo padre all’epoca

svolgeva attività lavorativa?

IMP. PESCE – Sì, avevamo il supermercato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci dice dove?

IMP. PESCE – In via Maria Zita.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Era un supermercato intestato a suo

padre?

IMP. PESCE – Il supermercato no.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma ci lavorava suo papà dentro?

IMP. PESCE – Lo gestiva.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Qualcuno di voi, dei figli, lavorava

nel supermercato?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi?

IMP. PESCE – Io e mia sorella Marina.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua mamma?

IMP. PESCE – Mia madre no perché accudiva mia nonna e mia

sorella Maria Rosaria.

(…)

Page 60: Deposizione Giuseppina Pesce 3

60

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, lei prima ha detto che

Ferraro Rosa era una persona di fiducia della sua

famiglia. Mangiava con voi la signora Ferraro?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo padre rientrava a casa per pranzo?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – C’erano degli argomenti... cioè,

voglio dire, si parlava di tutto o c’erano degli

argomenti di cui non si parlava in presenza della signora

Ferraro?

IMP. PESCE – Nelle volte che io mi sono trovata, perché io non è

che mangiavo tutti i giorni a casa da mia madre, si

parlava tranquillamente.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, invece tornando al

supermercato, suo padre lo gestiva da solo o c’era

qualcun altro che lo gestiva con lui?

IMP. PESCE – No, da solo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da solo. Qual era la situazione conomica

di suo padre in quel momento? Aveva disponibilità

economiche?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi, diciamo, si occupava della

fornitura della merce nel supermercato?

IMP. PESCE – I rappresentanti, cioè le aziende...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, ma immagino che dovessero essere

pagati?

IMP. PESCE – Sì, dovevano essere pagati.

Page 61: Deposizione Giuseppina Pesce 3

61

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, lei sa con quali modalità suo

padre pagasse i fornitori?

IMP. PESCE – Con gli assegni.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma suo padre era titolare di conti

correnti, insomma aveva possibile di emettere assegni in

quel periodo?

IMP. PESCE –Non lui in prima persona, però aveva dei carnet, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Aveva? Chiedo scusa.

IMP. PESCE – Dei carnet.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Aveva dei carnet?

IMP. PESCE – Dei blocchetti di assegni.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, Ferraro Rosa aveva

disponibilità... cioè era intestataria di conti correnti?

Aveva disponibilità di assegni in quel periodo?

IMP. PESCE – Sì, ricordo che aveva aperto un conto corrente e

aveva dato a mio padre la disponibilità.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Aveva aperto autonomamente o gli era

stato consigliato?

IMP. PESCE – Gli era stato chiesto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da chi?

IMP. PESCE – Da mio padre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi suo padre chiede a Ferraro Rosa

di aprire un conto corrente. Sa dove?

IMP. PESCE – Sì, una banca che ci sta lì a Rosarno sul corso,

la Banca Carime.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa, diciamo, come fu aperto questo

conto corrente? Cioè chi si presentò in banca per

l’apertura del conto?

Page 62: Deposizione Giuseppina Pesce 3

62

IMP. PESCE – No, io queste cose non le so perché non ho... non

sono stata lì al momento insomma che è stato aperto

questo conto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E mi spiega che cosa vuol dire che suo

padre aveva la disponibilità di questo conto? Perché lei

ha detto che gli ha dato la possibilità... la signora

Ferraro ha dato la possibilità a mio padre. C’era una

delega? Voglio capire come funzionava. Cioè suo padre

emetteva assegni su quel conto corrente della signora

Ferraro?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma...

IMP. PESCE – Praticamente allora mio padre... prima del

supermercato avevamo avuto un negozio di abbigliamento e

praticamente prima lavorava con gli assegni di mia

sorella, praticamente con il carnet di assegni a nome di

mia sorella. Poi in un secondo momento è stata protestata

e siccome poi, aprendo il supermercato, servivano questi

blocchetti di assegni per poter pagare la merce e poter

riempire il supermercato chiese a Ferraro Rosa, che

abitava in quel periodo sotto lo stesso tetto insomma là

con mia madre, di... a titolo di favore insomma, che gli

avrebbe anche dato qualcosa a livello lavorativo se

avrebbe incassato qualcosa dal supermercato, dall’azienda

che dovevano aprire, non lo so, dalle... non so che

cos’erano, vendite al dettaglio... non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi c’era un accorto in tal senso

con la signora Ferraro tra suo padre e questa...

IMP. PESCE – Sì, fra di loro... sì, sì.

Page 63: Deposizione Giuseppina Pesce 3

63

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, chi in quel periodo, oltre sua

sorella e suo padre, all’interno della famiglia non

poteva emettere assegni? Cioè, voglio dire, per esempio

suo fratello... qual era la condizione di suo fratello in

quel momento?

IMP. PESCE – Era protestato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei?

IMP. PESCE – Protestata.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei, lei dico signora...

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei era protestata e la signora

Ferraro? Sua madre, Ferraro Angela?

IMP. PESCE – Protestata.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi era tutto il nucleo familiare

protestato?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, sa quanti assegni e di che

importo suo padre dispose sul conto corrente della

signora Ferraro?

IMP. PESCE – No, la quantità no.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa?

IMP. PESCE – Non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, la signora Ferraro durante

tutta la sua permanenza a Rosarno continuò a vivere sotto

lo stesso tetto con la sua famiglia?

IMP. PESCE – Fino a che non successe la lite, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – A quale lite stiamo facendo

riferimento?

Page 64: Deposizione Giuseppina Pesce 3

64

IMP. PESCE – Diciamo che dopo questi assegni che lei aveva

dato a mio padre, questi blocchetti, alcuni assegni erano

tornati indietro protestati. Nel momento in cui lei ne

ebbe... le lettere che riceveva insomma da... non mi

ricordo adesso da chi... ricevette queste lettere, adesso

non ricordo chi è che manda... insomma il Giudice

Civile... non lo so adesso da dove arrivavano queste

lettere... poi lei un giorno venne con una di queste

lettere da mio padre dicendogli: “Mi hai protestata! Mi

hai protestati!” da lì hanno litigato e lei poi se ne

andò da casa.

PRESIDENTE – “Venne da mio padre”, dove venne da suo padre?

Dice: “Poi lei venne da mio padre: ‘Mi hai protestata! Mi

hai protestata!’”.

IMP. PESCE – Al negozio, al supermercato.

PRESIDENTE – Al supermercato?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Prima di parlare di questo episodio,

signora Pesce, volevo sapere se di questa circostanza,

ossia dell’apertura del conto corrente da parte della

signora Ferraro Rosa, fosse a conoscenza anche sua madre?

IMP. PESCE– Sì, era a conoscenza e su questo... a questo

riguardo mia madre l’aveva messa in guardia, proprio per

il discorso dei protesti che c’erano stati già nei nostri

confronti e le aveva sconsigliato di fare questa cosa, di

prestarsi a dare questi blocchetti a mio padre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, dopo quanto tempo, se ce lo sa

dire, si registrò questa famosa lite rispetto

all’apertura del conto corrente e all’operatività

Page 65: Deposizione Giuseppina Pesce 3

65

concreta su di esso fatta da sua padre?

IMP. PESCE – Dall’apertura a quanto tempo...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè quanto è durato questo rapporto

per cui suo padre di fatto dispone del conto corrente

della signora Ferraro?

IMP. PESCE – Mah, saranno stati pochi mesi.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Poi se ci racconta che cosa è

avvenuto. Quindi lei ha detto che ha ricevuto delle

lettere la signora Ferraro Rosa. Ecco, se mi può dire

qual è stato lo sviluppo, insomma, di questa storia.

IMP. PESCE – Ripeto, lei ricevette questa lettera di protesto

con dei margini di tempo che doveva coprire queste spese

e poi però da lì ne arrivavano una dietro l’altra e lei

veniva da mio padre dicendogli che lui le deve pagare,

che lui... Mio padre gli diceva: “Sì, sì, va bene, adesso

le paghiamo, stai tranquilla”, però poi se ne andava e ne

arrivavano altre... insomma lei si è scaldata e poi la

cosa è degenerata.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma lei di queste liti ne ha sentito

parlare o ha assistito?

IMP. PESCE – Ne ho sentito parlare perché poi... va beh, è

normale, stavo a casa da madre e si parlava: “Rosa ha

litigato con papà. Hai visto...”, insomma erano poi degli

scambi di quello che succedeva in quel momento. Poi

successivamente la lite praticamente aveva fatto anche... cioè

praticamente la Ferraro Rosa aveva cominciato a

prendersela anche con mia madre, insomma un po’ con

noi...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Andiamo un attimo con ordine. Fino al

Page 66: Deposizione Giuseppina Pesce 3

66

momento in cui, diciamo, il rapporto si incrina con suo

padre è mutato qualcosa nel rapporto Ferraro Rosa –

Ferraro Angela?

IMP. PESCE – Mi scusi, non ho capito.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè voglio dire...

INTERVENTO – Stava rispondendo credo il Tribunale, perché

stava parlando di questa incrinatura dei rapporti.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora Pesce, lei ha detto di aver

appreso di questa lite.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa dove è avvenuta la lita, cioè

in quale luogo?

IMP. PESCE – Al supermercato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quando viene presa la decisione

rispetto alla lite da parte della signora Ferraro Rosa di

allontanarsi dall’abitazione dove viveva?

IMP. PESCE – Quando hanno già litigato già lei era... si era

già allontanata.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, era già andata via?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quindi in conseguenza di che cosa va

via la signora Ferraro Rosa? Cioè voglio capire se se ne

va nel momento in cui riceve i protesti?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì?

IMP. PESCE – Sì, sì, nel momento in cui già era consapevole

che c’era già stato il protesto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, quando va via di casa la

signora Ferraro Angela... quali erano i rapporti tra la

Page 67: Deposizione Giuseppina Pesce 3

67

signora Ferraro Angela e Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – All’inizio erano buoni perché tipo mia madre dava

ragione a lei perché... cioè in un certo senso dava

ragione perché se n’era andata perché c’era stata questa

questione, però ogni tanto la riprendeva dicendo: “Io te

l’avevo detto. Io te l’avevo detto” e allora poi

insomma...

PRESIDENTE – Te l’avevo detto in che senso?

IMP. PESCE – Perché mia madre l’aveva avvisata di non...

PRESIDENTE – Di non dare il consenso per l’apertura del conto,

questo?

IMP. PESCE – Sì, perché diceva: “Ti protesta. Ti protesta. Non

lo fare perché ti protesta” e mia madre diceva: “Se tu mi

avesse sentita questo oggi non sarebbe successo”.

PRESIDENTE – Ho capito, bene.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, invece i termini della lite al

supermercato lei li conosce?

IMP. PESCE – Sì. Sì, perché praticamente subito dopo che hanno

litigato mio padre venne a casa e cominciò a gridare con

mia madre, a dirgli: “Tua cugina... tua cugina come si

permette. È venuta lì davanti al supermercato, con la

gente che passava di là a gridare, a dire che mi sono

comportato con lei, che... ha usato parole grosse: ‘Sei

un poco di buono. Hai fatto questo...’”...

PRESIDENTE – Ma andava... litigava...

IMP. PESCE – Fuori.

PRESIDENTE - ...quindi “Ti sei comportato con me...” perché?

IMP. PESCE – Con me... sì, dammi i soldi...

PRESIDENTE – Il discorso sempre degli assegni?

Page 68: Deposizione Giuseppina Pesce 3

68

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, per quello.

PRESIDENTE – Sempre per...

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Ah, quindi la lite questa è?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – La lite quando va a...

IMP. PESCE – Sì, “Mi hai protestata. Ti rovino...”, insomma

diceva queste cose qua: “Ridammi i soldi. Mi devi

togliere questi protesti”.

PRESIDENTE – Scusi, ma lei ha detto che quando c’è stata

questa lite al supermercato Ferraro Rosa non abitava più

con il nucleo?

IMP. PESCE – No, no, no, infatti è partita da casa sua, del

padre, a piedi ed è arrivata fino al supermercato.

PRESIDENTE – Quindi ha lasciato casa della nonna diciamo...

IMP. PESCE – Sì, l’aveva lasciata perché già...

PRESIDENTE – Quando arrivavano queste lettere e lei è venuta a

conoscenza di questi protesti, è così?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Quindi già...

IMP. PESCE – È probabile che... perché poi io... cioè non è

che poi so le cose...

PRESIDENTE – Non era a casa, ho capito.

IMP. PESCE – Può darsi già che avevano litigato anche per

qualche altra cosa, però il motivo era sempre quello.

PRESIDENTE – Era quello e lei se n’era andata?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Dopodiché un giorno è partita, è andata al

supermercato, l’ha affrontato...

Page 69: Deposizione Giuseppina Pesce 3

69

IMP. PESCE – Un giorno che gli arrivò questa lettera...

PRESIDENTE - ...ma sempre per questo discorso degli assegni?

IMP. PESCE – Sì, sì, sempre per il protesto, sì.

PRESIDENTE – Va bene, okay.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, chi è che ha utilizzato

quell’espressione che lei ha detto: “Ti rovino”?

IMP. PESCE – Lei gli diceva che... cioè praticamente il suo

carattere era un po’ impulsivo. Lei quando partiva con le

parole era abbastanza pesante. Era proprio di indole,

insomma, così. Allora iniziarono a volare parole sia da

parte di mio padre che da parte sua. Insomma si sono

minacciati a vicenda, sono arrivati a parole grosse

entrambi.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E cosa voleva praticamente da suo

padre la signora Ferraro?

IMP. PESCE – Lei voleva che fossero fatti i pagamenti e che

gli fosse tolto il protesto. Mio padre nel momento in cui

l’ha vista che lei lo ha affrontato cominciò a dirgli:

“No, non te li pago. Non te li pago. Non ho soldi,

vattene da qua. Vattene da qua”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Insomma così.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito.

PRESIDENTE – E quindi lei questo l’ha saputo perché l’ha

raccontato suo padre tornando quel giorno dal

supermercato, è così?

IMP. PESCE – ...mio padre dopo subito a casa... Sì, sì, sì.

Sì, venne arrabbiato tipo a parlare con mia madre

dicendogli: “Tua cugina, come si è permessa? È venuto là

Page 70: Deposizione Giuseppina Pesce 3

70

e ha cominciato a gridare davanti”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, ascolti, ma lei ha capito chi

metteva la firma su questi assegni?

IMP. PESCE – Ferraro Rosa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi non c’era una delega fatta a

suo padre?

IMP. PESCE – No, no, no, li firmava lei.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Li firmava lei?

IMP. PESCE – Quando arrivano questi carnet lei li firmava e

poi glieli dava.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha detto che Ferraro Rosa si

allontana da casa nel momento in cui riceve i protesti,

poi c’è la lite a distanza di tempo, ma in questo

frangente la signora Ferraro Rosa continua a frequentare

la casa dove vive sua madre e dove viveva suo padre

all’epoca?

IMP. PESCE – No, no.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E la signora Ferraro Angela continuava

ad avere rapporto con la signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Prima della lita fra di loro sì, perché noi la

andavamo a trovare là, però poi dopo che hanno litigato,

dopo che lei cominciava a non ragionare no, non ci siamo

più andati.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Poi c’è stata un’evoluzione

diciamo nei rapporti ulteriormente all’interno della sua

famiglia con la signora Ferraro Rosa? È successo

qualcos’altro?

IMP. PESCE – Sì, praticamente poi...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè finisce qui la questione del

Page 71: Deposizione Giuseppina Pesce 3

71

protesto, degli assegni che non venivano pagati o è

successa qualche altra cosa dopo questa lite?

IMP. PESCE – Ricordo che... sempre da quello che io quando

andavo sapevo, perché – ripeto – non abitavo là quindi

non sapevo quello che succedeva tutto il giorno. Quindi

quando andavo, nel pomeriggio mi recavo da mia madre...

il pomeriggio o la sera o la mattina solo per una visita

e poi me ne andavo insomma... quello che riuscivo a

sapere è che a questa lite insomma poi avevano preso

parte la famiglia di mia madre, i Ferraro, per cercare di

calmarla, perché lei non si reggeva, perché lei

pretendeva questi soldi, perché...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi ha continuato a chiedere questi

soldi a suo padre dopo la famosa lite?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì, ha continuato. In alcuni casi è

andata dagli zii a spiegargli la situazione, per

chiedergli chi aveva ragione e il padre Ferraro Giuseppe

si recava lui da mio padre dicendogli: “Togli questi

protesti, perché non la reggo più, perché non si

tiene. Non so più come fare a trattenerla” insomma.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma è mai venuta dopo la lite la

signora Ferraro Rosa a casa vostra a chiedere i soldi?

IMP. PESCE – Sì, è capitato un pomeriggio che stavo io a casa

di mia madre...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – È l’unica volta che lei è venuta.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Quel pomeriggio stavo in casa con le bambine...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua madre non c’era?

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72

IMP. PESCE – No, era uscita con mia sorella, erano andate

dall’Avvocato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dall’Avvocato per questo fatto o per

altre questioni giudiziarie?

IMP. PESCE – No, no, no, per altre questioni, altre cose. E

praticamente... niente, quel giorno stavo io a casa e lei

ha suonato, è venuta a piedi... io l’ho vista dalla

telecamera, gli ho aperto tranquillamente e... niente, io

dicevo di entrare e lei non voleva entrare. A un certo

punto io sono scesa giù, perché ci stanno due porte e

sono scesa alla porta chiedendogli che è successo e lei

ha iniziato a raccontarmi tutto: “Tuo padre... tuo padre

mi ha fatto questo. Secondo te è giusto? ” e allora...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma cercava lei, signora, o cercava suo

padre?

IMP. PESCE – No, veramente cercava mia madre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua madre?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha ricevuto minacce in quella

circostanza, lei personalmente?

IMP. PESCE – Lei quel giorno ha usato parole forti. Io ero in

gravidanza e aspettavo...non mi ricordo se (omissis) adesso...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Visto che è una cosa a cui lei,

diciamo, ha assistito personalmente,è la protagonista,

ci può dire esattamente che cos’è che vi siete dette con

la signora Ferraro? Cosa voleva?

IMP. PESCE – Lei mi diceva che vuole ammazzare mia madre, che

vuole ammazzare mio padre, che gliela deve far pagare,

che lei l’avrebbe aspettato lì e quando sarebbe sceso lì

Page 73: Deposizione Giuseppina Pesce 3

73

lo avrebbe ammazzato,gli avrebbe tagliato la testa e

insomma tutte queste cose un po’...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Erano minacce verbali o lei ha visto

anche armi, visto che ha detto che voleva tagliargli la

testa?

IMP. PESCE – No, io quel giorno ho cercato di calmarla,

dicendogli di stare calma, di entrare, che gli avrei dato

un bicchiere d’acqua perché era molto agitata. Io non ho

visto niente. Ho visto soltanto che lei portava una

borsa. Lei di solito le borse non le portava. Poi mentre

stavamo lì a parlare sono arrivate le zie di Ferraro Rosa

e di mia madre insomma...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E chi sarebbero, signora?

IMP. PESCE – È arrivata Conte Maria, che è la moglie di

Ferraro Salvatore, sempre lo zio di Ferraro Rosa, e...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Zio perché fratello del padre?

IMP. PESCE – Sì. E Pellizzeri Antonia, che è la moglie di

Ferraro Francesco, che è sempre zio di Ferraro Rosa e di

mia madre, e la figlia Ferraro Maria Rosa, la figlia di

Pellizzeri Maria Antonia.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, questo Ferraro Francesco e

l’altro Ferraro che ha nominato qual è, chiedo scusa?

IMP. PESCE – Salvatore.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Salvatore. Hanno rapporti di parentela

con Ferraro Mario?

IMP. PESCE – Sì, sono fratelli.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sono fratelli, quindi sono tutti zii

di Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Sì.

Page 74: Deposizione Giuseppina Pesce 3

74

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma sono venute a... Io voglio capire:

la signora Ferraro, dopo questa discussione iniziale che

ha avuto con lei, è entrata in casa o no?

IMP. PESCE – No, non è voluta entrare a casa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi si è tutto svolto fuori?

IMP. PESCE – Sì, davanti la porta, al portone.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quando rispetto a questa lite

giungono le zie?

IMP. PESCE – Dieci minuti dopo. Ma quale lite, scusi?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Scusi, a questa discussione.

PRESIDENTE – No, quando arrivano le zie con sua mamma lei era

già andata via, Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – No, no, era lì, era lì.

PRESIDENTE – Era lì fuori che ancora stava discutendo?

IMP. PESCE – Sì, che parlava con me.

PRESIDENTE – Ah, Okay.

IMP. PESCE – Sì, sì, che stava parlando con me. Loro sono

arrivate e...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma loro sapevano... cioè, voglio dire,

era un passaggio casuale o loro sapevano che la signora

Ferraro Rosa era a casa sua, cioè era lì fuori insomma?

Sapevano che era venuta a trovarsi?

IMP. PESCE – Sì. No, da quello che mi hanno raccontato dopo

praticamente lei era passata prima da loro dicendogli che

stava venendo a casa per fare del male a mia madre, per

fargliela pagare insomma, perché loro abitano diciamo

sulla strada che precede casa nostra, insomma casa di mia

nonna.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Io non ho capito una cosa...

Page 75: Deposizione Giuseppina Pesce 3

75

capisco il motivo di astio nei confronti di suo padre, ma

perché la signora Ferraro Rosa ce l’aveva anche sua

mamma?

IMP. PESCE – Ma perché poi in un secondo momento Ferraro Rosa

ha preso... tipo come se... poi è andata in confusione,

ce l’aveva con tutti, con tutti noi. Cioè tranne che con

me con tutti, con mia sorella Marina, con mia madre, con

mio padre, con tutti... con mio zio, cioè con tutti. Con

me no, però insomma...

PRESIDENTE – Con suo zio quale?

IMP. PESCE – Ferraro Giuseppe.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E quindi giungono le sue zie la

signora Ferraro dove si trovava? La signora Ferraro Rosa.

IMP. PESCE – Davanti alla porta fuori là con me.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E cosa è avvenuto in quel momento lì?

IMP. PESCE – È avvenuto che...

PRESIDENTE – Signor Pubblico Ministero, un attimo solo. Quindi

arrivano le zie con una cugina?

IMP. PESCE – Con una cugina.

PRESIDENTE – Ma non c’è sua mamma in questo contesto?

IMP. PESCE – No, mia madre era dall’Avvocato con mia sorella.

PRESIDENTE – Era dall’Avvocato, mi ero distratta un attimo.

Quindi sono solo le zie con una figlia di una di loro, va

bene?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Okay. E che succede? Prego Pubblico Ministero.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, cosa succede, signora?

IMP. PESCE – Niente, succede che loro cominciarono a

trascinarla per il braccio, dicendogli: “Sali in

Page 76: Deposizione Giuseppina Pesce 3

76

macchina. Sali in macchina. Ti portiamo a casa” e lei

continuava ad opporsi: “No, no, no, no”. Poi, insomma,

sono riuscite a farla salire in macchina e l’hanno

portato via e questa cugina Maria Rosa è rimasta con me.

È rimasta con me, mi ha fatto entrare a casa e... io ero

un po’ agitata, anche dalle parole che lei aveva detto mi

ero un po’ agitata. Poi lei nel guardarmi mi ha detto:

“Tu sei pazza, ma tu sai quello che hai rischiato?”, ho

detto: “No, perché cosa ho rischiato?”, dice: “Nella borsa

aveva un coltello perché – dice – era venuto per fare del

male a tua madre”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però lei questo coltello... lei

personalmente non lo vede?

IMP. PESCE – No, no, no, io non l’ho visto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Ascolti, quindi diciamo che al

di là di questa visita ci sono state altre minacce

rivolte dalla signora Ferraro Rosa a membri della sua

famiglia per quanto lei è a conoscenza? Oltre questo

episodio che lei adesso ha raccontato che cercava di

recuperare i soldi ed è venuta a casa.

IMP. PESCE – No, altri episodi no, però che non si era

rassegnata di questo sì, che lei aveva intenzione di far

del male a mia madre e insomma queste cose qua... da

quello che arrivava poi... perché gli zii prendevano

parte, si erano messi insomma a sistemare questa cosa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, ma la cugina che le ha detto:

“Tu hai rischiato”, aveva visto...le ha detto se avesse

visto il coltello nella disponibilità della signora

Ferraro Rosa?

Page 77: Deposizione Giuseppina Pesce 3

77

IMP. PESCE – No, io non gliel’ho chiesto perché...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non gliel’ha chiesto. Senta, rispetto

a questo fatto poi, appunto, ci sono state delle altre

evoluzioni in relazione a questo storia del carnet degli

assegni? Suo padre ha restituito la somma alla signora

Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – No, perché poi mio padre subito dopo venne

arrestato, se non ricordo male.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi per quanto ne è a conoscenza

non ci fu un pagamento?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa che la signora Ferraro Rosa ha

reso delle dichiarazioni contro i membri della sua

famiglia?

IMP. PESCE – Se...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè le risulta che ci sia stata una

collaborazione da parte della signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa collocarlo nel tempo? Sa

quando...

IMP. PESCE – Mi ricordo che dopo la lite che c’è stata, dopo

un periodo di tempo da una frase sempre che è stata detta

in casa da mia madre si sapeva che Ferraro Rosa aveva

fatto delle dichiarazioni alla Finanza, adesso non

ricordo...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sua madre le specificò da chi era

venuta a conoscenza di questa circostanza?

IMP. PESCE – Dai familiari suoi, dallo zio, insomma dagli zii.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da quale zio, da quali zii?

Page 78: Deposizione Giuseppina Pesce 3

78

IMP. PESCE – Ferraro Mario, insomma da loro stessi.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da Ferraro Mario?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, era la prima volta che nella

parentela si registrasse un’attività di collaborazione da

parte di qualcuno?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non c’erano state altre collaborazioni

in precedenza?

IMP. PESCE – In famiglia dei Ferraro e dei Pesce no.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma quando voi apprendete che c’è

un’attività di... diciamo una collaborazione in corso,

voglio dire, sua madre che la rende partecipe di questa

cosa, sa anche il contenuto di queste dichiarazioni, cioè

sa cosa sta dicendo Ferraro Rosa alla Finanza?

IMP. PESCE – No, però facendo un discorso tra di noi cioè si

immaginava che avrebbe parlato insomma per quello che

riguardava mio padre. Cioè mia madre ricordo disse: “Che

può dire? Quello che sa che può essere...” insomma sul

discorso del protesto... cioè si pensava a questo. Si

pensa, poi non lo so che...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma in quel periodo suo padre, se lei

lo sa, commetteva atti illeciti? Aveva delle attività

delittuose? Compiva attività delittuose?

IMP. PESCE – In quel periodo il supermercato e...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei lì perché dice che è un’attività

delittuosa quella del supermercato, perché è un lavoro?

IMP. PESCE – No, no, nel senso che ricordo che aveva il

supermercato, che era un’entrata...

Page 79: Deposizione Giuseppina Pesce 3

79

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che aveva il supermercato, però voglio

dire...

IMP. PESCE – Va beh, il traffico di droga di cui insomma lui

era...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi in quel periodo suo padre

trafficava in droga?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, suo padre ne parlava in

famiglia di ciò che faceva? In famiglia intendo dire con

la signora Ferraro Angela, con voi figli?

IMP. PESCE – Con me no. Davanti a loro non lo posso dire, non

lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però, diciamo, la preoccupazione della

signora Ferraro Angela... preoccupazione, insomma la

signora Ferraro Angela aveva detto: “Ha più per dire del

protesto”, lei ricorda questo?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, qual è stata e se c’è stata

innanzitutto una relazione alle dichiarazioni rese dalla

signora Ferraro Rosa da parte dei familiari?

PRESIDENTE – Se c’è stata una reazione.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, se c’è stata, certo.

AVV. RYOLO – La reazione mi sembra... l’utilizzo del termine

reazioni...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè è stato... okay.

AVV. RYOLO – Grazie Pubblico Ministero.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, cosa è successo dopo le

dichiarazioni... dopo che venite a conoscenza delle

Page 80: Deposizione Giuseppina Pesce 3

80

dichiarazioni della signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Mah, io non sono venuta a conoscenza delle

dichiarazioni sue nel tempo che io ero fuori, quindi...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – No, però lei ha detto prima che sua

madre glielo aveva riferito, no?

IMP. PESCE – No, aveva detto...

PRESIDENTE – Quando la famiglia apprende che ha fatto delle

dichiarazioni alla Guardia di Finanza magari o a chiunque

altro e lei ha detto: “Però non si sapeva... tanto che

mia madre dice: “Che cosa può dire?” ...

INTERVENTO – Presidente, ha già preciso, ha detto che

pensavano che avesse riferito degli assegni.

PRESIDENTE – Sì, sì, aspetti Avvocato, infatti sto

riassumendo. Quando quindi si sa che comunque ha parlato

e sua madre dice: “Al più che cosa può dire? Degli

assegni” per dire. Ecco, cosa avvenne dopo che comunque

si seppe che lei aveva reso delle dichiarazioni di cui al

momento non si sapeva il contenuto, ma si immaginava che

potessero riguardare gli assegni, secondo quello che lei

ha detto poco fa? Ecco, cosa avvenne se successe

qualcosa? Quali furono gli sviluppi rispetto a questa

situazione, ecco?

IMP. PESCE – No, io ricordo solo qualche frase che veniva

detta, che dicevano che la Finanza neanche l’ha creduta e

che l’avevano rimandata a casa.

PRESIDENTE – Chi diceva questo?

IMP. PESCE – Mia madre.

PRESIDENTE – Sua madre lo diceva?

IMP. PESCE – Sì.

Page 81: Deposizione Giuseppina Pesce 3

81

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, per il momento sappiamo che

sua madre sa che Ferraro Rosa rende delle dichiarazioni.

Pesce Salvatore, suo padre, sa che Ferraro Rosa sta

rendendo delle dichiarazioni alle Forze dell’Ordine?

IMP. PESCE – Lo sapevano tutti, sì, che stava...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello lo sapeva?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello lo sapeva.

IMP. PESCE – Tutti lo sapevamo, sì. Non sapevamo cosa, però

sapevamo che era andata dalla Finanza, che poi era

stata... insomma che aveva fatto delle dichiarazioni e

che... però non potevamo conoscere il contenuto in quel

periodo, cioè perché lei aveva dato quelle...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma avevate interrotto completamente i

rapporti con la signora Ferraro Rosa in quel momento?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

(…)

PRESIDENTE – Ma con gli altri membri della famiglia Ferraro, e

poi vediamo con chi, continuano ad esserci dei rapporti

tra la famiglia sua di origine e la famiglia Ferraro?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E con chi, signora, della famiglia

Ferraro?

IMP. PESCE – Con tutti com’erano prima, cioè non...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi non era cambiato assolutamente

nulla diciamo?

IMP. PESCE – No, no, no. Con Ferraro Mario, perché Ferraro

Mario nel discorso... quando c’è stata la lite,

Page 82: Deposizione Giuseppina Pesce 3

82

l’aggressione che lei voleva fare a mia madre, che poi

non si era verificata, lui veniva più spesso a casa

perché poi mia madre era preoccupata, quindi come

riferimento prendeva lui per chiedergli aiuto, per dirgli

di bloccarla e per dirgli che lei aveva paura di questa

persona, di andare a casa e di dirgli di non venire. Perché

poi lei aveva fatto sapere che si... siccome è una strada

di...abbiamo la casa internata un po’ in campagna... non

in campagna, però è un posto isolato, allora lei diceva

che si sarebbe nascosta dietro un muretto e quindi meno se

l’aspettasse mia madre lei sarebbe uscita. Quindi da lì

poi cominciavamo a vivere un po’ nella paura perché

pensavamo che ci arrivasse davanti e quindi mia madre

cominciava ad avere paura per lei, per noi. Diceva: “Mi

spaventa i figli. Fa qualcosa nei miei confronti” e

avendo una figlia disabile può succedere di tutto. Quindi

ha chiamato mio zio Ferraro Mario per chiedergli

aiuto, quindi mio zio Ferraro Mario veniva spesso in

quelle sere a casa nostra.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E sa se suo zio Ferraro Mario abbia

concretamente aiutato su questa questione sua mamma?

Visto che lei ha detto che sua mamma era preoccupata e

quindi si rivolge al signor Ferraro Mario e dice:

“Intervieni tu”, che tipo di intervento ha fatto il

signor Ferraro Mario se lo sa?

IMP. PESCE – Allora, quando ci stava la Ferraro Rosa l’avevano

chiamata tipo gli zii tutti, cioè Ferraro Francesco,

Ferraro Mario e Ferraro Salvatore per dirgli di finirla,

per dirgli che non doveva fare queste cose. Nel momento

Page 83: Deposizione Giuseppina Pesce 3

83

in cui lei ha iniziato a fare delle dichiarazioni lui,

come gli altri, come se hanno cominciato ad aver paura,

cioè tipo si sono scaricati questa... non volevano più

saperne di questa cosa. Dice: “No, no, va beh, noi non

vogliamo avere a che fare più con lei, basta. Stai

tranquilla, non ti farà niente. Non ti farà niente”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma c’era, voglio dire, apprensione e

preoccupazione nei confronti di quello che poteva dire la

signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Diciamo che...

AVV. RYOLO – Presidente, c’è opposizione alla domanda.

PRESIDENTE – No Avvocato, è giusto che chiarisca perché ha

detto qualcosa. Dice che aveva paura dopo... Ferraro

Mario aveva cominciato ad avere dopo queste dichiarazioni

e quindi aveva preso le distanze?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Ecco, che cosa vuole dire signora Pesce?

IMP. PESCE – Aveva paura che lei facesse delle dichiarazioni

nei suoi confronti, quindi lui in quel momento non voleva

più sapere di questa...

PRESIDENTE – Dichiarazioni quindi nei suoi confronti quindi

pregiudizievoli per lui intende dire?

IMP. PESCE – Sì, sì, o se a riguardo suo... dichiarazioni non

lo so di che tipo, però come se lui avesse...

PRESIDENTE – Quindi non sa?

IMP. PESCE – No, di che tipo no.

PRESIDENTE – Quindi in questo senso aveva paura?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa quante dichiarazioni aveva reso

Page 84: Deposizione Giuseppina Pesce 3

84

Ferraro Rosa fino a quel momento quando c’è questa

preoccupazione del signor Ferraro Mario?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quante volte si era recata...

AVV. MONACO – Presidente, c’è opposizione perché ha detto che

se ne parlava in casa, ma non si sapeva né quando né come

né a chi le aveva rese. L’ha detto in precedenza.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, ha detto alla Finanza.

AVV. MONACO – Come fa a riferire poi...

PRESIDENTE – Ha detto alla Finanza.

AVV. MONACO – La Finanza l’avete introdotta voi nella domanda.

PRESIDENTE – No, no, no, no, l’ha detto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – L’aveva detto lei.

PRESIDENTE – No, l’ha detto lei. L’ha detto lei: “Credo alla

Guardia di Finanza”. Anzi se poi vedrete la registrazione

lei ha dato in effetti... credo, così ha dato un

dubitativo, ecco. Perché prima ha detto non so, eccetera.

Poi ha dato un credo... poi voglio dire...

AVV. MONACO – E quindi è proprio per questo, Presidente.

PRESIDENTE – ...si vedrà dalla registrazione, ecco.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi è consentita farla?

PRESIDENTE – Sì, prego.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, lei sa se c’era stata

un’unica dichiarazione, quindi in un’unica soluzione,

oppure c’erano state diverse dichiarazioni da parte della

signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – No, non conosco...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa?

Page 85: Deposizione Giuseppina Pesce 3

85

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa di interventi, e se sì da chi,

per quanto riguarda questa attività di collaborazione della

signora Ferraro Rosa?

PRESIDENTE – Non ho capito la domanda, Pubblico Ministero.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora Pesce, lei sa se in quel

periodo la signora Ferraro Rosa fosse assistita da

qualche difensore?

IMP. PESCE – No, non so... (…) P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa se la signora Ferraro Rosa

avesse un difensore all’epoca in cui rendeva

dichiarazioni?

IMP. PESCE – No, non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa. Lei o qualcuno dei

componenti della sua famiglia, anche successivamente,

siete venuti a conoscenza del contenuto delle

dichiarazioni della signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – No, io l’unica cosa che so... ricordo questa

affermazione di mia madre che diceva che non è stata

creduta di quello che ha detto e che neanche gli Avvocati

la volevano difendere perché non era credibile, non lo

so... non la volevano difendere.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però sua mamma non le specifica né il

tipo di dichiarazioni che sta rendendo né quale fosse il

difensore che si fosse rifiutato...

AVV. MALVASO – C’è opposizione, Presidente. Ha già risposto

due volte.

IMP. PESCE – No, no.

Page 86: Deposizione Giuseppina Pesce 3

86

AVV. MALVASO – Due volte ha risposto sulla stessa domanda.

PRESIDENTE – Avvocato, va beh, è stata fatta, dai.

AVV. MALVASO – Ed è ammessa nuovamente, Presidente?

PRESIDENTE – No, no, no, è stata fatta quindi non... Ha già

risposto.

AVV. MALVASO – Ah ecco, questo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, lei prima ci ha parlato di

minacce che la signora Ferraro Rosa ha fatto verso i

componenti della sua famiglia e ci ha raccontato un paio

di episodi. Sa se la signora Ferraro Rosa invece sia

stata mai vittima di minacce? Se sì da chi e per quale

ragione?

(…) IMP. PESCE – Che io sappia no, cioè nel senso che io ho

assistito a loro quando... con loro quando l’hanno

chiamata in quella riunione insomma che hanno fatto i

Ferraro. Non so cosa le abbiano...

PRESIDENTE – E in quella riunione, ma quale riunione perché

non abbiamo parlato di nessuna riunione, signora?

IMP. PESCE – Sì, quando l’avevano chiamata prima delle

dichiarazioni... non so se era già avvenuta la

dichiarazione, le sue dichiarazioni... che l’avevano

chiamata gli zii Ferraro Giuseppe e Ferraro...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Eh, perché questo non ce l’ha detto.

Ce lo racconti.

PRESIDENTE – L’aveva introdotto così, diciamo, non

specificamente.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ce lo racconti.

PRESIDENTE – Cioè dopo che sua mamma aveva chiesto

Page 87: Deposizione Giuseppina Pesce 3

87

l’intervento degli zii Salvatore, Francesco e Mario...

IMP. PESCE – Sono subentrati nel chiamarla.

PRESIDENTE – E quindi loro in pratica erano intervenuti e

l’avevano chiamata?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – L’avevano chiamata nel senso... come l’avevano

chiamata?

IMP. PESCE – L’avevano... Ripeto, non so quello che si sono

detti. So che sono intervenuti per bloccarla, perché non

doveva...

PRESIDENTE – Quando protestava sempre per gli assegni?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Quando voleva fare male a suo padre, a sua madre?

IMP. PESCE – Sì, quando già era venuta a casa con la borsa che

dicevano che dentro ci stava il coltello.

PRESIDENTE – Okay, okay.

IMP. PESCE – Poi da lì a seguirsi lei fece sapere che lei

l’avrebbe fatto comunque, cioè non riuscivano a calmarla.

PRESIDENTE – Sì.

IMP. PESCE – E poi una sera mio zio, nel venire a casa da mia

madre...

PRESIDENTE – Suo zio chi?

IMP. PESCE – Ferraro Mario.

PRESIDENTE – Mario, sì.

IMP. PESCE – Quando poi cominciò a non riuscire più a... cioè

non riusciva più a... non sapeva cosa fare, allora

cominciò a dire a mia madre... perché mia madre si

lamentava del fatto che diceva: “Ma se viene qua e mi fa

del male? Ma se viene qua e fa del male ai miei figli o a

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88

qualcuno di noi? ”, allora mio zio tipo come se... per

dire: “Io non so più cosa fare, io non so che fare” e mia

madre disse: “E allora io che devo fare?Mi devo fare ammazzare?

e mio zio disse: “No, - dice – ti do una pistola io e

se viene, se ti suona o se la vedi la ammazzi –

dice – che tanto se la ammazzi tu – dice – è legittima

difesa”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Questo dialogo tra suo zio e sua madre

lei come l’ha appreso?

IMP. PESCE – Perché mia madre si lamentava del fatto che...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi gliel’ha detto sua madre a lei,

dico?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì, mia madre.

PRESIDENTE – Non era presente lei?

IMP. PESCE – No, no, mi ricordo...

PRESIDENTE – Quindi non ha assistito a questo dialogo?

IMP. PESCE – No, di preciso no.

PRESIDENTE – Quindi l’ha saputo perché glielo aveva detto sua

mamma?

IMP. PESCE – Mia madre, sì. Sì, sì, perché si lamentava insomma.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, ma sua mamma aveva

disponibilità di pistole?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E chi gliel’avrebbe dovuta dare questa

pistola?

IMP. PESCE – Si era offerto lui di darla, Ferraro Mario.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi Ferraro Mario dice a sua mamma

che le avrebbe consegnato una pistola?

IMP. PESCE – Sì.

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P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma per minacciare o per uccidere la

signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – No, no, lui disse chiaramente: “Se viene e ti fa

qualcosa la ammazzi, tanto se la ammazzi tu è legittima

difesa e non ti possono fare niente”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. E tutto questo siamo ancora però

nella fase del subbuglio che si era creato per via dei

protesti, mi sembra di capire, e del fatto che la signora

Ferraro Rosa continuava a chiedere i soldi a voi, la

restituzione di quei soldi, giusto?

IMP. PESCE – Sì.

(…)

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, sa di propositi omicidiari nei

confronti della signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – No, che io abbia sentito: “La dobbiamo ammazzare”

no.

(…)

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signor Presidente, volevo procedere a

una contestazione a questo punto.

PRESIDENTE – Allora, c’è una contestazione, bene, perché la

risposta è stata abbastanza chiara. Ora vediamo perché

pare che ci sia una... Lo sa, il discorso

della contestazione gliel’ho spiegato, no?, che

significa? La contestazione è quando c’è una

discordanza tra quanto dichiarato prima e quanto poi

emerge nel corso dell’esame dibattimentale, va bene? Ora

vediamo di che si tratta e eventualmente chiarirà.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sono due le contestazioni. Inizierei

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90

dalla prima, a proposito dell’episodio della pistola.

PRESIDENTE – Sì.

(…) P.M. DOTT.SSA PANTANO – Allora, con riferimento all’episodio

della pistola la signora ha detto di averlo appreso dalla

madre...(…) Allora, di avere appreso della pistola,

insomma delle minacce dalla madre, quindi pistola che

doveva essere data da Ferraro Mario alla signora Ferraro

Angela. Quando è stata sentita dal Pubblico Ministero il 16

novembre del 2011, pagina 184 delle trascrizioni, la

signora ha invece detto... almeno da me è 184.

PRESIDENTE – 16 novembre 2011.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – La signora ha detto: “...ho sentito

lui...Io non ho visto la pistola, ho sentito lui che diceva:

‘Te la do io’”.

PRESIDENTE – Ho sentito lui, ha capito? Allora, in quelle

dichiarazioni, cioè lei è come se fosse stata presente a

questo incontro che ci sarebbe stato, a questo colloquio

insomma tra sua mamma e lo zia di sua mamma. Adesso

invece ci ha detto una cosa un pochino diversa, no? Che

l’avrebbe saputo dalla mamma e quindi lei non era

presente. Qual è la versione che dobbiamo ritenere

rispondente al vero?

(…)

IMP. PESCE – Sì. Mi ricordo che stavamo... zio stava seduto

sul divano...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi era presente, signora, lei?

IMP. PESCE – Sì, ero presente.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci racconti, appunto, il contesto

visto che era presente quando si svolgeva il fatto?

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IMP. PESCE – Ricordo che lui era seduto sul divano... cioè un

po’ di confusione perché erano più sere che lui veniva e

più volte che si affrontava questo discorso, quindi

ricordo di sapere il fatto... perché nel momento in cui è

stata detto la cosa stavo là e sentivo... nel momento in

cui poi lui se ne è andato mia madre questa cosa l’ha

riportata più volte, quindi...

PRESIDENTE – Quindi dice che ha confusione ora?

IMP. PESCE – Sì, sì. Sono pure un po’ stanca, scusate.

PRESIDENTE – Mi rendo conto. Comunque, voglio dire, quindi a

fronte di questa contestazione, quando le viene ricordata

questa dichiarazione lei ricorda che in effetti era

presente?

IMP. PESCE – Sì, sì, io stavo là e lui stava sul divano... sì,

sì, sì, ero lì. Sì, ero presente.

PRESIDENTE – E quindi ha visto la pistola?

IMP. PESCE – No, no, no, no.

PRESIDENTE – No, non l’ha vista?

IMP. PESCE – No, la pistola no.

PRESIDENTE – Non l’ha vista?

IMP. PESCE – No, no.

PRESIDENTE – Ha solo sentire dire che...

IMP. PESCE – Ho sentito che gli diceva: “Te la do io...”...

PRESIDENTE – ...avrebbe avuto la possibilità di darle la

pistola per...

IMP. PESCE – Sì, perché gli ha fatto anche vedere tipo...

perché mia madre diceva... nel senso tipo: “Io? Io non

riuscirei mai ad uccidere una persona”, no? E allora lui

fece pure il giusto tipo: “La metti qua al buco della

Page 92: Deposizione Giuseppina Pesce 3

92

serratura, magari, e spari senza guardare”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi lei era presente e sua madre

rifiuta diciamo questa indicazione del signor Ferraro

Mario?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. (…) P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, io prima le avevo chiesto se

lei fosse o meno a conoscenza di propositi omicidiari nei

confronti della signora Ferraro Rosa.

IMP. PESCE – Allora, propositi omicidiari cioè che io... io ho

racconto quello che ho sentito, quello che ho... ho

sentito, insomma poi non so se sono propositi omicidiari,

cioè non so catalogarli così insomma. Io sapevo che

Ferraro Rosa era un problema. Che era un problema e che

praticamente era una questione da risolvere.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, perché era un problema la

signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Era un problema per la questione che aveva creato

insomma quel subbuglio a casa mia con mia madre, le liti e

tutto e in più il discorso che stava collaborando, cioè che

aveva cominciato a fare queste dichiarazioni e quindi era

una vergogna per la famiglia. Praticamente, sempre da

quelli che erano i discorsi che apprendevo quando mio zio

Ferraro Mario veniva a casa da mia madre, c’era questa

discussione tra Ferraro Mario, Ferraro Giuseppe, Ferraro

Francesco che praticamente c’era qualcosa... una soluzione

da adottare a questo. E il discorso è che praticamente,

da quello che sempre apprendevo lì,è come se Ferraro Mario

Page 93: Deposizione Giuseppina Pesce 3

93

non prendeva...cioè quando lui ha proposto a mia madre

quella soluzione è perché lui non prendeva posizione per

dire: “Sì, facciamo questo. Sì, la allontaniamo. Sì...”,

non so poi qual erano le loro... il loro metodo. Non

dicevano chiaramente: “Dobbiamo ammazzarla o vediamo come

ammazzarla”, però so che c’era questo problema, c’era una

situazione che doveva essere... su questo praticamente

mi ricordo che, sempre in una di quelle sere che

lui veniva, mia madre... non ricordo se lui ancora era lì

oppure se n’era andato, non lo ricordo... ricordo che poi

mia madre ebbe un battibecco con lui, perché come se lui

diceva che...“Tuo figlio... tuo figlio può... può

vedersela tuo figlio” e mia madre in questo diceva: “Tu

mio figlio devi lasciarlo fuori perché mio figlio è giovane,

perché deve fare... deve vedersela lui. È un problema

vostro. Sta disonorando la famiglia Ferraro, dovete

vedervela voi”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi mi faccia capire signora Pesce,

era un problema sia per i Ferraro che per i Pesce la

collaborazione di Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Sì, perché Ferraro Rosa era una Ferraro che però

stava rendendo dichiarazioni in base alla lite che aveva

avuto con mio padre, che era un Pesce, e quindi era...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi l’oggetto di queste discussioni

tra sua madre e il signor Ferraro Mario qual era?

IMP. PESCE – Era che si doveva prendere una decisione su...

cioè io ricordo che mia madre diceva: “Allontanatela,

mandatela via, fate quello che dovete fare” e lui dava

per scontato che là la soluzione era... cioè di

Page 94: Deposizione Giuseppina Pesce 3

94

fargli insomma tenere la bocca chiusa, quindi quando lui

propose a mia madre quella cosa era come se per eliminare

il problema era quella la soluzione e quindi: “Lo

fai tu. Sei donna e lo fai per legittima difesa”, però

che io abbia assistito mai al fatto che dice:

“Dobbiamo ammazzarlo o la ammazziamo...” questo no. Era

questo che intendevo dire quando...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Io, appunto, questo volevo sapere:

cioè lei aveva compreso se si trattasse di una

eliminazione fisica della signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Ripeto...

AVV. MALVASO – Presidente, ha già risposto a questa domanda.

PRESIDENTE – Sì, ha risposto. Sì, in effetti...

AVV. MALVASO – Due volte.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – In che senso esce il nome di suo

fratello, signora?

PRESIDENTE – No, ha già detto. Ha detto che...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che cosa avrebbe dovuto fare? Cioè non

ho capito che cosa avrebbe dovuto fare.

PRESIDENTE – Ah ecco, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cosa avrebbe dovuto fare Pesce

Francesco?

IMP. PESCE – Sì, mio zio diceva a mia madre di fare

intervenire suo figlio, di... “Se la vede tuo figlio. Tuo

figlio può insomma risolvere questa cosa”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma in che modo avrebbe dovuto

risolverla Pesce Francesco?

AVV. RYOLO – Presidente, c’è opposizione. Avrebbe dovuto

casomai il Pubblico Ministero formulare la domanda in

Page 95: Deposizione Giuseppina Pesce 3

95

maniera diversa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi sono riallacciata alla risposta

della Pesce.

AVV. RYOLO – Da per scontata la indicazione di una modalità

che per la verità almeno fino ad ora non è...

PRESIDENTE – No, no, no, la domanda invece può essere ammessa

nel senso che adesso, se lei lo sa, ci deve spiegare in

che cosa doveva consistere questo intervento. Quando lo

zio di sua mamma proponeva a sua mamma che si occupasse

della questione suo fratello Francesco, Francesco cosa

avrebbe dovuto fare secondo naturalmente le indicazioni

di Ferraro?

IMP. PESCE – Tappare la bocca a Rosa Ferraro eliminandola.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Eliminandola come?

IMP. PESCE – Come...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che cosa vuol dire... cioè voglio

capire che cosa intende lei, cosa ha capito, che cosa

significava eliminare?

IMP. PESCE – Va beh... cioè, ripeto, non si diceva

chiaramente: “La deve uccidere”, però si diceva: “Lo deve

fare lui. Lo deve fare lui. Faglielo fare a tuo figlio,

tanto tuo figlio è giovane, dai”, cioè era questo il

senso, però non è che parlavano mai: “Falla ammazzare a

lui. Falla ammazzare a lui”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però lei aveva intuito che si stesse

parlando di una eliminazione fisica?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti signora Pesce, lei sa diciamo

se vi sono stati interventi concreti?

Page 96: Deposizione Giuseppina Pesce 3

96

IMP. PESCE – No, non lo so perché...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ai danni della signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Non lo so perché poi Ferraro Rosa è sparita,

quindi non lo so se è stato perché è stata portata via,

che non ci sono stati o perché... non ci sono proprio

stati.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Un’altra domanda: suo marito era a

conoscenza della collaborazione della signora Ferraro

Rosa?

IMP. PESCE – Sì, come ne erano a conoscenza tutti ne era a

conoscenza...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ne era a conoscenza anche Palaia

Rocco?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa di minacce di Palaia Rocco nei

confronti della signora Ferraro?

IMP. PESCE – (inc.)...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Direttamente o indirettamente?

IMP. PESCE – Ecco, voglio dire direttamente lui no, ricordo

che... siccome mio marito frequentava un bar che

praticamente è di un cugino di Ferraro Rosa e di mia

madre, insomma di tutti i Ferraro, ricordo che una sera

si decise di... lui aveva detto: “Siamo andati con

Gregorio per fargli cambiare idea, per parlarci, - dice

– ma non si può parlare perché lei continuava a gridare e

a minacciare”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Con Gregorio chi?

IMP. PESCE – Cacciola.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cacciola. Quindi questa circostanza

Page 97: Deposizione Giuseppina Pesce 3

97

lei la apprende da chi?

IMP. PESCE – Da mio marito che diceva: “Siamo andati e non si

riesce a parlare, sembra una pazza. Sembra una pazza”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi lei ha intuito che si fossero

incontrati suo marito e la signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Mi ha detto che ci ha andato con Gregorio.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa se ci furono delle minacce in

quella circostanza?

IMP. PESCE – So che ha parlato Gregorio con lei...

AVV. PISANI – Ha già risposto, Presidente. Ha già risposto su

questo punto.

PRESIDENTE – No, facciamola rispondere.

AVV. RYOLO – Allora la domanda è suggestiva. Può chiedere cosa è

accaduto. Se il teste finora non ha parlato di minacce, non

può introdurre il tema per la prima volta il Pubblico

Ministero.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Io ho chiesto una circostanza di

fatto, se è a conoscenza di minacce. Sto chiedendo un

dato.

AVV. RYOLO – No, la minaccia non credo che sia un termine che

colui che domanda può introdurre nella fase dell’esame

diretto.

PRESIDENTE – Va bene, l’opposizione è accorta, perché comunque

qualcosa aveva detto, ma si era fermata lì. Quindi se

vuole... insomma, voglio dire, è qualcosa che sta dicendo

il Pubblico Ministero. Effettivamente potrebbe suggerire

una risposta che non è stata data finora.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – In che termini le parlò suo marito di

questo colloquio avuto con la signora Ferraro Rosa?

Page 98: Deposizione Giuseppina Pesce 3

98

IMP. PESCE – Che erano andati per intimarle di finirla, di

tapparsi la bocca e di non fare stupidaggini e che lei

non li lasciava parlare, dicendo che lei si deve

difendere, che lei...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei adesso adopera il termine

intimare, fu un termine utilizzato da suo marito?

IMP. PESCE – No, l’ho percepito da quello che diceva che...

“Siamo andati lì...” e andando lì... cioè non è che erano

andati lì per...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cioè era stato prospettato qualche

cosa...

IMP. PESCE – Non era una visita di cortesia insomma.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non era una visita di cortesia. Era

stato prospettato qualcosa alla signora Ferraro Rosa nel

caso in cui fosse andata avanti nelle sue dichiarazioni?

IMP. PESCE – Non ho capito, scusi.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Fu prospettato... Ha detto che non era

una visita di cortesia.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sto chiedendo che fu prospettato

qualcosa alla signora Ferraro...

PRESIDENTE – Se fu prospettato alla signora alla signora

Ferraro...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...ove fosse andata avanti nelle sue

dichiarazioni.

PRESIDENTE - ...se avesse continuato a parlare, a tenere

quell’atteggiamento?

IMP. PESCE – No, non lo so. Questo non lo so.

PRESIDENTE – Lei non lo sa, però ha detto che lei avrebbe...

Page 99: Deposizione Giuseppina Pesce 3

99

cioè che suo marito le ha riferito...

IMP. PESCE – Che sono andati...

PRESIDENTE - ...e che la signora... che non si poteva parlare

con...

IMP. PESCE – Non si poteva parlare perché lei era agitata,

gridava e non gli dava ascolto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, suo zio Ferraro Mario aveva

conoscenze con soggetti napoletani?

(…)

IMP. PESCE – No, non ne sono a conoscenza.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa. Ascolti, invece un’altra

cosa che le volevo chiedere è: al di là della questione

dei protesti, appunto, che aveva ricevuto la signora

Ferraro Rosa a causa dell’apertura di quel conto corrente

su cui operava suo padre, c’erano state altre ragioni di

attrito, diciamo, tra la signora e sua madre? Faccio

riferimento a giochi, schedine.

(…)

IMP. PESCE – Sì, ricordo che c’è una questione per questa

cosa, per una schedina non giocata. Sì, ricordo.

PRESIDENTE – E quando sarebbe avvenuto questo fatto?

IMP. PESCE – Sempre nel periodo in cui lei abitava a casa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Prima, diciamo, della lite per gli

assegni?

IMP. PESCE – Sì, sì, perché praticamente... io adesso questa

cosa la ricordo un po’ alla lontana, perché non...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, quello che si ricorda, signora

Pesce.

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100

IMP. PESCE – Sì, sì, ricordo che giocavamo tutti quasi non

tutti i giorni, ma tutti i sabati forse... all’epoca era

solo il sabato ancora...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quando lei dice tutti...

IMP. PESCE – Sì, giocavamo anche io, mia sorella, mio padre...

giocavamo i numeri, la schedina.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Il lotto era. Ricordo che... non so per una

mancanza c’è stata una schedina che non è stata già

giocata che era di... Siccome Rosa non aveva la macchina,

quindi andavamo noi a giocare queste schedine, o mia

madre o io o mia sorella. Non so se per un errore che c’è

stato, non mi ricordo adesso il particolare, però una

schedina vincente a lei non fu giocata e lei la prese a

male come se è stato fatto apposta per non farla vincere,

insomma era questa la...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Ma, voglio dire, questa

circostanza aveva incrinato i rapporti tra sua madre e la

signora Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Diciamo che mia madre e Ferraro Rosa

caratterialmente sono simili. Sì, un po’ sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però dopo questa circostanza la

signora Ferraro rimane comunque ad abitare presso casa

vostra?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, non è che andò via per la schedina,

insomma. È stata poi una... quando dico che poi lei se

l’è incominciata a prendere anche con mia madre, poi da

lì tirò insomma tante cose che diceva: “Tu mi davi pochi

soldi per badare a tua madre. Tu...”, cioè è stato poi un

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101

accumulo che lei ha poi insomma manifestato tutto quel

rancore insomma.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ho capito. Senta, lei era a conoscenza

delle abitudini della signora Rosa Ferraro?

IMP. PESCE – Delle?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Delle abitudini? Ad esempio, aveva

l’abitudine di frequentare il cimitero la signora?

AVV. RYOLO – Presidente, c’è opposizione per l’introduzione

del luogo che avrebbe frequentato la signora Ferraro.

PRESIDENTE – Opposizione rigettata.

IMP. PESCE – Sì, frequentava il cimitero perché aveva la

sorella e la madre e quindi settimanalmente da noi

insomma... da noi, in generale la domenica si va a

trovare i defunti.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, siccome lei prima ha detto

che non aveva la macchina la signora Ferraro...

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...ci andava come? Come lo raggiungeva

il cimitero?

IMP. PESCE – Il padre aveva la macchina.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Il padre aveva la macchina?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, ci andava settimanalmente, con

che cadenza? Ogni quindici giorni, ogni mese, ogni due?

Ogni quant’è che frequentava il cimitero la signora

Ferraro, se lo sa?

IMP. PESCE – Non lo so con che cadenza lo frequentava.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa?

IMP. PESCE – No.

Page 102: Deposizione Giuseppina Pesce 3

102

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa quando Ferraro Rosa va via da

Rosarno e per quale ragione?

IMP. PESCE – So che va via, non so il periodo precisamente e

so che è stata portata via dalla Finanza, che se la sono

andata a prendere a casa la Finanza e se la sono portati

via.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa per quale motivo?

IMP. PESCE – Perché stava collaborando.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Su questo argomento nessun’altra

domanda da parte mia.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Signora, solo qualche chiarimento su

questo argomento e poi passiamo al successivo. Faccio un

piccolo passo indietro.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Torno all’argomento del conto

corrente, no? Conto corrente intestato a Ferraro Rosa.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E, come lei ci ha raccontato,

utilizzato da suo padre. Quello che non ho capito è a

cosa serviva questo conto corrente; questi assegni a cosa

servivano a suo padre? Cosa ci doveva fare? Qual era

l’esigenza sottostante alla creazione di questo conto

corrente?

(…)

IMP. PESCE – Sì, doveva servire a... dovevano aprire una ditta

di salumi, di... all’acquisto di una quantità di salumi

di una ditta che avevano aperto loro stessi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Loro chi?

IMP. PESCE – Mio padre e Ferraro Rosa.

Page 103: Deposizione Giuseppina Pesce 3

103

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, quindi c’era una ditta aperta da

suo padre e da Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questa ditta aveva un locale?

IMP. PESCE – No, no, no, era sempre...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi spieghi cos’era e di cosa stiamo

parlando.

IMP. PESCE – Allora praticamente era un’intenzione di fare una

truffa ai danni di questa azienda che vendeva questi

salumi. Da lì lui aveva detto alla Ferraro che

praticamente nel fare questa truffa i soldi del ricavato

avrebbe dato qualcosa anche a lei.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questa truffa lei sa come andava

realizzata?

IMP. PESCE – So che dovevano acquistare un grosso quantitativo

di quello che era, non so, ma salumi, prodotti tipici di

questa attività...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – ...venivano fatti questi assegni e poi non

venivano coperti.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma si acquistavano quindi questi

salumi con assegni che poi non sarebbero stati coperti,

questa era la truffa?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E di questa ditta che doveva essere

aperta lei che cosa sa? Serviva a questo o solo a questo?

Cioè era aperta ad hoc oppure era un’attività diciamo

commerciale che suo padre voleva aprire?

Page 104: Deposizione Giuseppina Pesce 3

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IMP. PESCE – No, no, praticamente non c’era la... era solo

l’intestazione praticamente e la partiva iva che ci

stavano, però effettivamente non c’era il locale.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ah, quindi era un’esistenza meramente

formale della ditta?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – È chiaro.

IMP. PESCE – Anche perché la documentazione si trovava nel

supermercato, quindi era...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ed era un’attività questa che suo

padre aveva inteso... che voleva realizzare insieme a

Ferraro Rosa o c’era coinvolto qualcun altro?

IMP. PESCE – Ci stavano delle persone che all’epoca avevano

aiutato mio padre quando fece la prima fornitura per

riempire il supermercato, però non so chi erano, perché non

erano di Rosarno.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ci ha già risposto su quale

banca... presso quale banca fosse stato aperto il conto

corrente.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – C’era una motivazione specifica, se

lei lo sa, per cui quel conto corrente venne aperto

proprio alla Carime di Rosarno e non presso un’altra

banca?

IMP. PESCE – Perché... da quello che so io perché alla BNL mio

padre nel... siccome la BNL è un’altra banca che si trova

sempre a Rosarno...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Alla BNL non poteva fare accesso perché ormai,

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105

avendo protestato insomma mia sorella... il direttore non

gli avrebbe aperto un altro ancora, quindi era... l’altra

banca era quella che era rimasta insomma, da quello che

so io.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa di quanti blocchetti di assegni in

concreto... non del numero degli assegni che le è stato

già chiesto, ma di quanti blocchetti di assegni stiamo

parlando? Se lo sa.

IMP. PESCE – No, non lo so.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa se Ferraro Rosa si fosse recata

personalmente a ritirare in banca questi blocchetti? Se

lo sa, se lo ha mai sentito che la signora andasse

personalmente in banca a ritirarli.

IMP. PESCE – Non lo so. So che veniva accompagnata da mia

sorella quando doveva andare a qualcosa... qualche

movimento bancario, però non so se anche nel momento che

prelevava i blocchetti o solo quando doveva andare a fare

qualche commissione. So che si recava accompagnata

da qualcuno, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai visto questi blocchetti

nella disponibilità fisica di Ferraro Rosa?

IMP. PESCE – Io ho visto solo una volta questi blocchetti a

casa di mia nonna, insomma dove abitavano loro...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – ...e ho visto proprio lei che li firmava, però è

stato un attimo. Io sono entrata e ho visto lei che

faceva questa cosa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ed era da sola?

IMP. PESCE – No, c’era mio padre che aspettava, io, mia

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106

madre... sì, no, eravamo lì in cucina e ho visto questa

cosa, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lei dice che li firmava

soltanto. Non li riempiva con gli altri dati?

IMP. PESCE – No, no, no, li firmava tutti in una volta e

glielo consegnava.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa chi li riempiva materialmente

poi con gli ulteriori dati? Se lo sa.

IMP. PESCE – No, non lo so. Penso mio padre, ma non... cioè

non lo so, no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Torno all’episodio di cui lei ha

parlato in cui Ferraro Rosa si reca presso il domicilio

di sua madre, non la trova e trova lei. Ne abbiamo già

parlato. Io volevo solo chiederle se in quel contesto

Ferraro Rosa le abbia a lei, a lei Giuseppina, rivolto

delle esplicite minacce?

IMP. PESCE – No, no, assolutamente no.

(…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei poco fa ha affermato che tutti

eravate venuti a conoscenza della circostanza che Ferraro

Rosa avesse iniziato a collaborare con l’Autorità

Giudiziaria, le faccio una domanda più specifica: in

particolare suo fratello Francesco era venuto a

conoscenza di questa circostanza?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come aveva reagito suo fratello

Francesco apprendendo questa notizia?

IMP. PESCE – Di preciso non lo so, perché nel momento che l’ha

appreso non ero con lui, però in generale...

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P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ne avete mai parlato?

IMP. PESCE – Con me no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di questo argomento insieme a suo

fratello Francesco?

IMP. PESCE – Con me no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Avete mai parlato lei o i suoi

familiari della reazione di suo fratello Francesco?

IMP. PESCE – Mio fratello Francesco in quel periodo era più

arrabbiato del fatto che lui...cioè lei era venuta a

casa con l’intento di fare del male a mia madre. Di

questa circostanza non... cioè non ne abbiamo mai...

affrontato questo discorso con lui.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, con lui ho capito. Le ho chiesto

se della relazione di suo fratello Francesco ne abbia

parlato con gli altri familiari. Con lui ho capito che

non ne avete parlato direttamente.

PRESIDENTE – Se c’è stata intanto una reazione di suo fratello

Francesco alla conoscenza che aveva cominciato la

collaborazione Rosa Ferraro e se c’è stata questa

reazione che tipo di reazione insomma...

IMP. PESCE – La reazione era che... siccome mio fratello in

quel periodo doveva andare via da lì per andare a vivere

a Milano, si voleva trasferire e ricordo che lui prese...

cioè voleva sapere... voleva conferma dalla famiglia

Ferraro che avrebbero risolto questo problema e che lui

se ne poteva andare tranquillamente a Milano. Si stava

insomma... voleva capire cosa avrebbero deciso, cosa si

doveva fare.

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- I CAMION DELLA CEDI SISA

P.M. DOTT.SSA PANTANO - Va bene signora, passiamo a un

argomento successivo: la Ce.di.s.i.s.a..

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Cosa è la Ce.di.s.i.s.a., lo sa?

IMP. PESCE – Ce.di.s.i.s.a. è un centro dove si... dove

lavorano, praticamente dove c’è la... i trasporti insomma

per i centri Sisa, dove praticamente i supermercati e

fanno insomma i viaggi con i camion.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E a Rosarno chi è il titolare della

Ce.di.s.i.s.a.

IMP. PESCE – Il titolare della Ce.di.s.i.s.a. è... Della Sisa

sono i Garruzzo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco, mi faccia la distinzione.

IMP. PESCE – Ecco, perché ci sono i supermercati Sisa e il

Ce.di.s.i.s.a..

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Con certezza so che del supermercato Sisa sono i

Garruzzo. Della Ce.di.s.i.s.a.... anche loro.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi è Armeli Signorino?

IMP. PESCE – Non lo conosco.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – C’è un rapporto, una cointeressenza –

se lei lo sa – fra Garruzzo della Sisa e la sua famiglia?

La famiglia Pesce intendo, non la sua famiglia nucleare,

eh!

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Garruzzo abbiamo un nome anche, oltre che Garruzzo?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lo chiediamo alla signora.

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IMP. PESCE – Sì, Giovanni Garruzzo.

PRESIDENTE – Giovanni Garruzzo, okay.

IMP. PESCE – Giovanni Garruzzo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Chi è Giovanni Garruzzo e che rapporto

ha con la famiglia Pesce?

IMP. PESCE – Da quello sempre che io ho appeso so che Giovanni

Garruzzo all’epoca, parlo di anni addietro...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quanti anni addietro?

IMP. PESCE – Parlo degli anni ’94, così.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.

IMP. PESCE – Da quando ricordo io.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Aveva questo supermercato nella Nazionale e... il

primo supermercato, perché poi quello più avanti...

insomma ne ha avuto un altro più grande che è più avanti,

però del primo parlo...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Noi avevamo aperto un supermercato, che era

sempre quello che abbiamo noi... che avevano noi insomma

fino al momento del sequestro e questo supermercato...

praticamente già all’epoca si parlava insomma di farlo

praticamente gestire da Garruzzo, perché praticamente...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Questo che avevate già voi?

IMP. PESCE – Sì, sì, che avevamo acquistato...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Voi chi? Chi intende?

IMP. PESCE – Mio padre.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.

IMP. PESCE – Praticamente questo supermercato doveva essere

dato in gestione a questo Garruzzo col tramite di mio zio

Page 110: Deposizione Giuseppina Pesce 3

110

Vincenzo che praticamente si sarebbe occupato di

riempire questo supermercato prendendo la merce da

Garruzzo, facendo portare la merce dal supermercato di

Garruzzo per farlo lavorare.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – E mio padre avrebbe dovuto gestirlo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Questo siamo, ha detto, agli...

PRESIDENTE – No, mi scusi, mi scusi. Lei dice: “Avrebbe dovuto

gestirlo mio padre”, però ha detto prima: “Avrebbe dovuto

gestirlo Garruzzo”; ecco, vuole essere un tantino più

chiara?

IMP. PESCE – Sì. Praticamente quando gestiva mio padre questo

supermercato non andava bene, quindi l’intento era di

farlo gestire da persone economicamente più forti, che

avevano caratteristiche di poterlo rifornire, di poterlo

gestire meglio. Quindi praticamente mio padre continuava

a gestirlo fisicamente, però dietro ci stavano loro.

PRESIDENTE – Suo padre sarebbe stato una sorta di prestanome

dei Garruzzo?

IMP. PESCE – Allora, il supermercato alla base l’aveva

acquistato mio padre, cioè aveva preso questo

supermercato, perché il locale era in affitto.

PRESIDENTE – È quello in via Maria Zita?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – È quello in via Maria Zita?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Eh!

IMP. PESCE – Il locale era in affitto, quindi aveva preso la

gestione, diciamo.

Page 111: Deposizione Giuseppina Pesce 3

111

PRESIDENTE – Sì.

IMP. PESCE – Però non riusciva ad andare bene questo

supermercato e subentrò questo mio zio Vincenzo, dicendo:

“Dammelo a me, lo gestisco io perché tu non lo sai

gestire”.

PRESIDENTE – Sì.

IMP. PESCE – E la proposta era che l’avrebbe fatto...

affiliato alla Sisa, in pratica ai Garruzzo, però sempre

rimaneva in gestione di mio padre.

PRESIDENTE – Sì. Materialmente lo gestiva suo padre, in

negozio ci stava suo padre.

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Però il riferimento l’avrebbe fatto suo zio

tramite Garruzzo?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – È questo?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Vada avanti. Poi cosa accade?

IMP. PESCE – Niente, questo poi non venne fatto. Cioè questa

era un’idea.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Un progetto quindi?

IMP. PESCE – Sì, sì, era un progetto.

PRESIDENTE – Questa era un’idea, okay.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non se ne fece nulla perché, lo sa?

IMP. PESCE – Non lo so, perché... no, non il perché non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.

IMP. PESCE – Non se ne fece nulla comunque. Rimaneva in

Page 112: Deposizione Giuseppina Pesce 3

112

gestione a mio padre, rimase poi com’era.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.

IMP. PESCE – Niente, so che questo Garruzzo e mio zio avevano

qualche interesse insieme, qualche interesse in corso e

mio zio Pesce Vincenzo aveva qualche interesse nel

supermercato del Pesce Vincenzo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – No...

IMP. PESCE – Del Garruzzo.

PRESIDENTE – Del Garruzzo Giovanni.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi suo zio aveva qualche interesse

nel supermercato di Garruzzo, ho capito bene?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Vuole spiegarci meglio? Che vuol dire?

IMP. PESCE – Cioè come se Garruzzo lavorasse per lui, cioè

come...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, quindi è una cosa diversa.

IMP. PESCE – Sì, che il supermercato apparentemente

era di Garruzzo, però dietro Garruzzo c’era mio zio

Vincenzo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Questo in che anni siamo?

IMP. PESCE – Io adesso faccio riferimento al ’93/’94.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Lei come viene a conoscenza di

questa circostanza? Come lo sa?

IMP. PESCE – Sul progetto che c’era da fare al supermercato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, quindi in quella occasione?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E da chi?

IMP. PESCE – Era un progetto che si faceva tra mio padre, mia

madre...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – No, da chi ne viene a conoscenza?

IMP. PESCE – Ah, da mio padre. A casa mia.

Page 113: Deposizione Giuseppina Pesce 3

113

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah, da suo padre direttamente di

questa circostanza?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha detto che Garruzzo stava lì per

conto di suo zio Vincenzo.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei ha mai saputo, se lo ha saputo, da

quanto tempo? Cioè se era stato sempre così dall’origine

della Sisa o se è una cosa che è intervenuta dopo dalla

creazione?

IMP. PESCE – Non lo so questo con precisione.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. I rapporti tra Garruzzo e la

famiglia Pesce si sono limitati a quelli che lei ci ha

descritto con Pesce Vincenzo o c’erano rapporti anche con

altri componenti della famiglia?

IMP. PESCE – No, nel momento poi che mio zio poi venne

arrestato...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – In che anni siamo?

IMP. PESCE – Non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Più o meno.

IMP. PESCE – Non ricordo l’anno.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Rispetto al ’93/’94...

IMP. PESCE – Dopo un paio d’anni, due/tre anni dopo... ’94

forse.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Dopo cosa?

IMP. PESCE – Dopo... il ’94.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ah okay, scusi non avevo capito.

Quindi dopo il ’93/’94 un paio d’anni e viene arrestato

Page 114: Deposizione Giuseppina Pesce 3

114

suo zio Vincenzo e cosa accade?

IMP. PESCE – Praticamente i rapporti diciamo si rafforzano di

più con mio cugino, con Francesco, Pesce Francesco.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sempre Testuni, il figlio di Antonino?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Che vuol dire si rafforzano di più? Mi

faccia capire.

IMP. PESCE – Allora, praticamente anche da quello che io

percepivo a casa quando magari si parla, quando si parla

di determinate persone che sono vicine a, vicine a, lui è

un fidato di tuo cugino, cioè lui... tanto c’è tuo

cugino... cioè da questo lo apprendo, da discorsi che

sentivo a casa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay, ma nel senso che aveva

sostituito lo zio Vincenzo o che aveva un altro ruolo suo

cugino Francesco, vorrei capire?

IMP. PESCE – Aveva sostituito lo zio Vincenzo. È subentrato

dopo, nel momento che lui non c’è stato più.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei poco fa ci ha fatto la distinzione

fra Sisa e Ce.di.s.i.s.a..

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Adesso ci ha chiarito cos’è la Sisa.

Parliamo della Ce.di.s.i.s.a..

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – A chi fa capo la Ce.di.s.i.s.a.? Ci ha

già detto che cura il trasporto merci.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. A chi fa capo?

IMP. PESCE – A Garruzzo Giovanni e fratelli anche.

Page 115: Deposizione Giuseppina Pesce 3

115

PRESIDENTE – Fratelli di Garruzzo?

IMP. PESCE – Di Garruzzo, sì.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa se ci fosse una cointeressenza

della famiglia Pesce anche nel trasporto merci

Ce.di.s.i.s.a.?

IMP. PESCE – Io so che tutti quanti avevano dei camion e...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Tutti quanti chi?

IMP. PESCE – Tutti, alcuni miei cugini e miei zii... dei

camion che lavoravano dentro questa Sisa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Dice alcuni miei cugini e miei

zii, ci vuole fare i nomi di questi zii e cugini che sa

essere coinvolti nel trasporto merci?

IMP. PESCE – Sì, mio cugino Pesce Francesco.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Che so che ne aveva più di uno.

PRESIDENTE – Classe ’78?

IMP. PESCE – Sì. Mio zio Vincenzo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì. Sa quanti ne avesse suo zio

Vincenzo?

IMP. PESCE – No, con precisione non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.

IMP. PESCE – Mio fratello...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa quanti ne avesse suo fratello?

IMP. PESCE – Uno o due.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.

IMP. PESCE – Uno sicuro, l’altro non lo so se lavorava alla

Ce.di.s.i.s.a..

Page 116: Deposizione Giuseppina Pesce 3

116

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché comunque sa che erano due i

camion (inc.) suo fratello?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Poi chi altro?

IMP. PESCE – Va beh, il figlio di mio zio Vincenzo, Savino.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quanti ne aveva Savino, se lo sa?

IMP. PESCE – No, no, non so le quantità.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay.

IMP. PESCE – Non so quanti camion aveva. Con certezza so

questi perché ho sentito dirlo a loro stessi, però di

altro non so chi ce l’aveva più.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma che lei sappia nel trasporto, come

li definisce lei, i camion della Ce.di.s.i.s.a., c’era

anche gente che non c’entrava niente con la famiglia

Pesce o c’erano solo i suoi familiari?

IMP. PESCE – No, c’erano anche persone non che c’entravano...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Eh, mi spieghi.

IMP. PESCE – Persone a cui loro facevano entrare il camion,

cioè praticamente parenti, familiari, cugini, nipoti...

chiunque insomma aveva la disponibilità di un camion e

voleva metterlo a lavorare loro lo mettevano insomma, lo

facevano entrare.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma quindi era un settore di dominio

assoluto della sua famiglia?

IMP. PESCE – Sì, gestivano loro chi doveva entrare, chi ne

doveva mettere due, chi ne doveva mettere tre, chi non

doveva metterne proprio perché non lo doveva mettere,

insomma questo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei dice: “Gestivano loro”, ma in base a

Page 117: Deposizione Giuseppina Pesce 3

117

cosa? Cioè c’era un contratto col Garruzzo, loro erano

titolari di qualcosa, di una licenza? In base a cosa

gestivano loro quelli che dovevano entrare e che dovevano

avere il camion?

IMP. PESCE – Bastava che andava lì e glielo dicevano, non

c’era un contratto. Bastava quello che loro dicevano e

lui faceva, insomma.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Garruzzo avrebbe potuto dire: “No,

questo camion vostro non entra”?

IMP. PESCE – No, non l’avrebbe potuto dire.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché?

IMP. PESCE – Perché... perché comandavano loro, perché glielo

imponevano, perché non poteva rifiutarsi.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi faccia capire, questo diritto della

famiglia Pesce a disporre dei trasporti Ce.di.s.i.s.a. ha

niente a che vedere con quello che lei ci ha detto

poc’anzi che dietro Garruzzo nella Sisa ci fosse

Vincenzo? Cioè il diritto nasceva di quello o sono due

cose completamente separate?

INTERVENTO – Presidente, da Palmi. Un po’ suggestiva la

domanda, lei che dice?

PRESIDENTE – No, suggestiva forse...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Forse è complessa.

PRESIDENTE – Forse non l’ha neppure compresa esattamente

dall’espressione del fatto che io vedo e che voi non

vedete.

INTERVENTO – Andiamo per gradi magari.

PRESIDENTE – Io credo che la signora non ha neanche compreso

la domanda.

Page 118: Deposizione Giuseppina Pesce 3

118

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, ammetto che sia stata forse

formulata in maniera complessa. Lei ha detto da un lato

che Garruzzo nella Sisa era formalmente titolare della

Sisa, ma dietro c’era suo zio Vincenzo, okay?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Adesso scopriamo che Garruzzo nel

trasporto merci non può dire di no, cioè è dominio dei

Pesce e lui non si può ribellare, ma complice o vittima

Garruzzo dei Pesce?

IMP. PESCE – Complice, cioè a lui va bene quello che loro

dicono.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Siccome lei ha detto che non si può

ribellare e glielo impongono,per questo io le faccio

questa domanda.

IMP. PESCE – Nel senso che lui non può fare: “A me questa

persona non piace, non lo mettiamo”, cioè va bene, deve

andare va bene insomma, però lui neanche magari... cioè

non è che se va – per dire – mio zio e gli dice: “Guarda,

viene mio nipote e mette due camion”, lui non è che può

dire: “No, tuo nipote non mette i camion” e il nipote

mette i camion.

PRESIDENTE – Quindi complice in che senso? Cioè se lui...

IMP. PESCE – Complice perché alla fine lui ci guadagna, cioè

non è che lui perde qualcosa se lo mette tizio o se lo

mette caio. A lui interessa il... cioè mandare avanti

quel lavoro.

PRESIDENTE – Sì, ma complice forse significa qualcos’altro,

no? Voglio dire, chi semplicemente subisce una

imposizione di altri non può ribellarsi e magari più che

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119

complice forse è vittima. Complice significa anche che

gli sta bene, ma non solo... lei dice: perché comunque ci

guadagnava lo stesso Garruzzo, ma come ci guadagnava?

Perché quindi i guadagni andavano a Garruzzo? Ci faccia

capire un attimo.

IMP. PESCE – No, perché Garruzzo in quella attività aveva

anche lui i suoi guadagni; non è che lui teneva questa

azienda aperta e faceva lavorare i camion e lui stava lì

senza far niente. Lui stava lì e prendeva anche lui

insomma...

PRESIDENTE – Quindi per lui era indifferente chi lavorasse

insomma, l’importante è che comunque questi camion

circolassero e che la merce venisse distribuita, che i

soldi entrassero e poi chiunque li prendeva sarebbe stata

la stessa cosa, in questo senso vuole dire che è

complice?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – È così o no?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, è così.

PRESIDENTE – Ma quindi ci guadagnava Garruzzo pure?

IMP. PESCE – Sì, il suo posto insomma se lo guadagnava.

PRESIDENTE – Quindi guadagnava Garruzzo e guadagnavano pure i

suoi parenti?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – I parenti suoi.

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Lei ha detto che entravano tutte

persone direttamente o comunque indirettamente legate a

Page 120: Deposizione Giuseppina Pesce 3

120

voi.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Di questo affare Ce.di.s.i.s.a. c’era

all’interno della famiglia – intendo semprefamiglia

mafiosa – colui che comandava, chi decideva che tu ne

metti due, tu ne metti due, tu un altro ne metti tre

oppure tu non entri? Chi era all’interno della famiglia

che comandava su questo affare?

IMP. PESCE – Pesce Francesco classe ’78.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da sempre?

IMP. PESCE – Sì. Sì, perché mi sembra che la Ce.di.s.i.s.a. è

arrivata già dopo... quando mio zio stava in carcere. È

arrivata... no, no, mi sembra.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei è a conoscenza di liti per questo

motivo tra suo zio Francesco e altri suoi familiari?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Con chi?

IMP. PESCE – Con mio zio Vincenzo Pesce Francesco aveva

litigato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi Francesco, suo cugino, ho

sbagliato io.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, chiedo scusa.

PRESIDENTE – Era tra suo cugino Francesco e altri familiari.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, adesso... con lo zio Vincenzo.

E quale fu l’origine di questa lite? Perché litigarono?

IMP. PESCE – Da quello che ho appreso sempre io dalla nonna

che praticamente lo zio Vincenzo voleva entrare i suoi

cognati a lavorare... a mettere questi camion alla Sisa e

Page 121: Deposizione Giuseppina Pesce 3

121

lui non li faceva entrare, insomma non voleva farli

entrare.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Perché non voleva farli entrare?

IMP. PESCE – Perché, come ripeto, era come se c’era la

preferenza. Ognuno metteva chi voleva mettere, no? Quindi

fra di loro andavano uno contro l’ho, “No, io metto i

miei, tu metti i suoi. Tu ce ne hai cinque, io non ne ho.

Devo mettere questi perché devono lavorare loro...”... Su

questo qua insomma.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Lei sa perché suo cugino non

volesse gli Arena in particolare? C’era un motivo o era

solo un interesse economico, come lei ci sta dicendo?

PRESIDENTE – Gli Arena chi sono?

IMP. PESCE – I cognati di mio zio Vincenzo, Areno Domenico e

l’altro fratello che adesso mi sfugge.

PRESIDENTE – (inc.), però non era stato detto dalla...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì, ha ragione Presidente.

IMP. PESCE – No, non era un motivo preciso, mirato per i

fratelli Arena, era più che altro mirato nei confronti di

mio zio, ma non per gli Arena.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa come finì questa lite?

IMP. PESCE – No, so che sono arrivati alle mani, però poi il

risultato dei camion no, non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sono arrivati alle mani...

innanzitutto questa circostanza quando la colloca nel

tempo, se riesce? E dove è accaduto e come lo ha saputo?

IMP. PESCE – 2009... o fine 2009 o inizi 2010 comunque.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. Da chi l’ha saputo di questa

lite?

Page 122: Deposizione Giuseppina Pesce 3

122

IMP. PESCE – Da mia nonna Bonarrigo Giuseppa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E che le disse in particolare, se lo

ricorda?

IMP. PESCE – Siccome lei era rimasta... si era fatta male a un

ginocchio durante quella lite andandola trovare un

pomeriggio gli chiesi che era successo e mi raccontò

tutto l’episodio e mi disse che avevano litigato, che

l’hanno spinta, lei è caduta e insomma mi ha raccontato

tutto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa come finì, cioè l’esito, alla fine

come finì questa storia?

IMP. PESCE – Della lite o dei camion?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, della lite, della lite. Della lite

e quindi dei camion.

IMP. PESCE – Della lite... in quel momento, beh, finì che lui

lo portarono via perché gli voleva mettere le mani

addosso a mio zio. Poi dopo...

PRESIDENTE – Lui lo portò via chi?

IMP. PESCE – Lui lo portarono via.

PRESIDENTE – Ah, lo portarono via, okay.

IMP. PESCE – C’erano altre persone, i miei cugini...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lui chi?

IMP. PESCE – Francesco.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Francesco venne portato via?

IMP. PESCE – Sì. E poi per un periodo di tempo sono rimasti

proprio nemici diciamo, non c’era verso per... da parte

di mio zio Vincenzo che era più grande di perdonarlo

oppure di riavvicinarsi e poi, no, dopo un periodo invece

so che si erano ripresi... insomma avevano ripreso il

Page 123: Deposizione Giuseppina Pesce 3

123

rapporto. Lui aveva chiesto scusa e...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lui chi?

IMP. PESCE – Francesco.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma alla fine, diciamo, questi camion

entrarono o no, che lei sappia? Chi la vinse da questo

punto di vista?

IMP. PESCE – No, questo non lo so.

(…)

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Le risulta che suo fratello Francesco

avesse manifestato delle minacce nei confronti di

Garruzzo?

PRESIDENTE – Sempre Garruzzo Giovanni?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, sì.

IMP. PESCE – So che mio fratello aveva difficoltà con i

camion...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – ...e che anche alcune volte gli sono stati tolti

con riferimento che mio cugino Francesco aveva avuto

questa volontà e si nascondeva dietro Garruzzo e

quindi...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mi scusi, mi sono persa l’ultima

battuta, chiedo scusa.

PRESIDENTE – Allora, Francesco, suo fratello, aveva avuto

problemi con i camion, ci sta dicendo. In che senso?

IMP. PESCE – Sì, ci sono state alcune volte che i suoi camion

sono stati tenuti fermi, non lavoravano, perché poi può

essere anche che i camion stanno dentro la Sisa, però non

lavorano perché magari qualcuno al posto di un altro fa i

viaggi che al momento ci stanno da fare.

Page 124: Deposizione Giuseppina Pesce 3

124

PRESIDENTE – Sì.

IMP. PESCE – In questo caso quelli di mio fratello venivano

lasciati fermi più spesso.

PRESIDENTE – Sì, ma chi decideva?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco.

IMP. PESCE – Questo lo decideva sempre Francesco in base a

quello che...

PRESIDENTE – Francesco non suo fratello?

IMP. PESCE – No, ’78.

PRESIDENTE – Francesco suo cugino?

IMP. PESCE – Sì. In base a quello che il Garruzzo gli diceva

del lavoro che c’era, cioè il lavoro è questo, chi

dobbiamo...

PRESIDENTE – Ci sono da fare cinque viaggi, per dire.

IMP. PESCE – Sì, sì. E normalmente lui faceva fare i viaggi o

per sé o per le persone a cui lui ci teneva che venissero

fatti questi viaggi.

PRESIDENTE – E suo fratello Francesco non era...

IMP. PESCE – Mio fratello c’è stato un periodo che i suoi

venivano messi insomma da parte e venivano fatti lavorare

meno e quindi mio fratello come riferimento prendeva il

Garruzzo e quindi inveiva contro il Garruzzo, per dire:

“Perché non mi fa lavorare i camion? ”. Ecco, insomma,

era questa...

PRESIDENTE – Quindi, mi scusi, suo fratello non sapeva che...

o sapeva che...

IMP. PESCE – Sì, sì, come no!

PRESIDENTE - ...chi decideva era il cugino, anziché Garruzzo?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

Page 125: Deposizione Giuseppina Pesce 3

125

PRESIDENTE – E perché se la pigliava con Garruzzo allora?

IMP. PESCE – Perché era più debole.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – È chiaro. Tutte queste circostanze che

lei ci ha riferito come le ha apprese?

IMP. PESCE – Assistevo ai discorsi a casa.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Tra chi?

IMP. PESCE – Quando mio fratello era lì tra mio fratello e...

a casa, insomma con mio marito, con mia madre...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E suo marito aveva camion alla

Ce.di.s.i.s.a.?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Come mai?

IMP. PESCE – Perché avevano un’altra attività loro, insomma

lui non aveva necessità di mettere un camion alla

Ce.di.s.i.s.a..

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi non ha mai mostrato interesse

suo marito a...

IMP. PESCE – No, praticamente c'è stato un periodo che

aveva... che aveva mostrato interesse, ma non lui

personalmente, era diretto a me, dicevano che dovevo

mettere io un camion... cioè che era come se mi spettasse

in quanto membro della famiglia avere anche noi un

camion, come nucleo familiare avere un camion anche noi

che lavorava lì e si stava trovando insomma il modo di

poter acquistare questo camion, lo stava cercando mio

marito e dicevano insomma all’epoca, avendo i bambini,

non avendo un lavoro, avendo necessità di avere un’entrata...

si era prospettata questa cosa che poi però non è andata

insomma compimento.

Page 126: Deposizione Giuseppina Pesce 3

126

PRESIDENTE – Signora Pesce, un chiarimento.

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Lei ha detto appena adesso che suo marito aveva

un’altra attività, quindi non aveva interesse perché

aveva un’altra attività.

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Qual era questa attività?

IMP. PESCE – L’azienda di famiglia del padre.

PRESIDENTE – Ah, in questo senso?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, solo una domanda con

riferimento ai camion, lei ha detto che... ci ha fatto

prima i nomi delle persone dell’entourage della famiglia

Pesce che avevano i camion alla Ce.di.s.i.s.a.. Io volevo

sapere: quando lei dice: “Avevano i camion”, erano camion

intestati alle persone che le possedevano oppure erano

intestate a terze persone?

IMP. PESCE – Non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Gliela faccio con riferimento a suo

fratello che forse è una circostanza di cui lei può

essere a conoscenza. Francesco Pesce, classe ’84, aveva

un camion di proprietà diciamo formale alla Ce.di.s.i.s.a.?

IMP. PESCE – Aveva un camion di proprietà perché sapevo che

l’avevo acquistato lui il camion.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Però non lo so a chi era intestato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Non lo sa a chi era intestato?

IMP. PESCE – No, no.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei prima ha detto che Armeli

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127

Signorino non lo conosce?

IMP. PESCE – No, come persona fisica no.

(…)

PRESIDENTE – (…) Signora, può rispondere. Lei ha sentito

mai il nome di Armeli Signorino?

IMP. PESCE – Così per intero no. Armeli Signorino no.

PRESIDENTE – Armeli Signorino no?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E posso chiederle che cos’è che ha

sentito, cioè qual è...

PRESIDENTE – Ecco, perché fa questa precisazione?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – ...il nominativo che ha sentito?

IMP. PESCE – Ho avuto... quando sono stata arrestata che ho

letto l’ordinanza ho saputo che questa persona si chiama

così in quanto il capo d’imputazione che ho è... nei

confronti di questa persona mi viene insomma contestata

l’estorsione.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Gliela pongo in maniera diversa,

perché non voglio sapere quello che lei apprende dagli

altri.

PRESIDENTE – No, stava cercando di spiegare come...

IMP. PESCE – Che questa persona... cioè la conosco con un

altro nome, con il diminutivo del nome, però non sapevo

che era Armeli Signorino; è questo insomma il...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E qual è questo diminutivo?

IMP. PESCE – Rino.

PRESIDENTE – Quindi lei conosceva un certo Rino?

IMP. PESCE – Sempre per... cioè so che era la persona che

Page 128: Deposizione Giuseppina Pesce 3

128

doveva dare i soldi a mio fratello del camion.

PRESIDENTE – Ho capito. Di cui ci ha parlato prima?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Quel discorso là dei soldi che dovevano essere

dati a Francesco suo fratello.

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Quindi questi soldi li doveva dare un certo Rino?

IMP. PESCE – Rino sì.

PRESIDENTE – Che lei aveva visto?

IMP. PESCE – No, no, mai visto.

PRESIDENTE – Non sapeva chi...

IMP. PESCE – No.

PRESIDENTE – Cioè fisicamente non sapeva...

IMP. PESCE – No, io non l’ho mai visto.

PRESIDENTE – E poi ci sta dicendo che leggendo l’ordinanza ha

capito che questo Rino era il diminutivo di questo Armeli

Signorino, questo sta dicendo?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ci sono dei soprannomi con cui lei

conosce questa persona di nome Rino che aveva legami con

suo fratello Francesco Pesce?

IMP. PESCE – Sì. Perché veniva chiamato Rino Lo Sbirro.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – A che titolo la persona che lei

conosce col nome di Rino, che ora mi dice Rino Lo Sbirro,

doveva dare dai soldi a Francesco Pesce?

IMP. PESCE – A che titolo doveva dare i soldi?

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì, perché lei mi ha detto che lo

Page 129: Deposizione Giuseppina Pesce 3

129

collega al discorso dei camion, però voglio capire in che

senso, per quale motivo doveva dare dei soldi?

IMP. PESCE – Perché era la persona che praticamente gestiva il

camion al Ce.di.s.i.s.a. per conto suo, cioè praticamente

faceva i viaggi da quello che so io, i trasporti insomma

del camion e doveva dare i soldi a fine mese a mio

fratello.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E lei è a conoscenza del fatto... cioè

sa se il camion di suo fratello fosse intestato ad Armeli

Signorino?

IMP. PESCE – No, no, non so a chi erano intestati i camion.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Suo fratello aveva... lei dice che lo

gestiva Armeli Signorino, Rino Lo Sbirro lei ha detto.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lo gestiva in che senso? Era

l’autista? Che cos’era Armeli Signorino?

IMP. PESCE – Il lavoro preciso che faceva non lo so. So che

aveva in consegna il camion di mio fratello, ma non so

che... se era l’autista, se era l’intestatario. Non lo so

cos’era.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Poi ci ha spiegato prima che i

profitti variavano in relazione ai viaggi effettuati.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma la gestione del camion da parte di

suo fratello, che appunto lei ci ha detto aveva un camion

alla Ce.di.s.i.s.a., determinava un reddito fisso al

mese? Cioè era un’entrata, costituiva un’entrata per suo

fratello questa?

IMP. PESCE – Sì.

Page 130: Deposizione Giuseppina Pesce 3

130

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei sa a quanto ammontava?

IMP. PESCE – Da quello che io ho appreso quando andavo a

trovarlo, perché questa storia io l’ho saputa soltanto

nel momento in cui andavo a trovare mio fratello al

carcere, che richiedeva questi soldi e quindi mi diceva:

“Ti deve dare i soldi. Digli a zio che ti deve dare i

soldi”.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Me la spiega meglio, appunto. Cioè

quindi, voglio dire, la gestione del camion costituiva un

reddito per suo fratello; questo reddito che cadenza

aveva, voglio dire?

IMP. PESCE – Ogni mese gli dovevano dare un tot di soldi da

questo...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Visto che lei ha avuto un colloquio

con suo fratello in carcere, qual era l’entità della

somma che richiedeva Francesco Pesce al mese?

IMP. PESCE – Allora, quando lo andavo a trovare io e mi recavo

io da mio zio a prendere i soldi erano mille euro.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Mille euro?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Un momento, perché lei ha detto che Francesco,

suo fratello, aveva uno o due camion. Uno sicuramente

alla Sisa, ma l’altro quindi... cioè uno o due, quindi

del secondo non è certa o... ci dica.

IMP. PESCE – Il secondo ce lo aveva, però non lavorava sempre.

PRESIDENTE – Non lavorava sempre?

IMP. PESCE – Sì, la maggior parte delle volte era fermo

perché...

Page 131: Deposizione Giuseppina Pesce 3

131

PRESIDENTE – Ma sempre era alla Ce.di.s.i.s.a.?

IMP. PESCE – Non lo so dove lavorava l’altro. So che ce

l’aveva, ma non so se erano tutti e due nella Sisa o...

PRESIDENTE – Quindi sa che aveva due camion?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Sa per certo che uno lavorava sicuramente alla

Sisa?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Dell’altro non ci sa dire?

IMP. PESCE – No, non lo so.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ma questi mille euro che le sono stati

chiesti da suo fratello dipendevano dal numero dei

viaggi?

IMP. PESCE – Diciamo che quando io... ripeto, perché io ho

saputo di questi camion, ho avuto la consapevolezza di

camion nel momento in cui io andavo a trovare mio

fratello, perché quei soldi per andare a trovarlo e per

portaglieli a lui. Quindi io lì ho avuto la... cioè

sapevo che lui aveva questa entrata, questo camion e che

questo camion lavorava alla Sisa. Non so però il totale

dei soldi che lui prendeva prima o prendeva dopo. So che

nel momento in cui lui era detenuto prendeva questi

soldi.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, quand’era detenuto? A quando

sta facendo riferimento lei?

IMP. PESCE – Dal 2008 fino a che sono andato a trovarlo io al

2010.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Okay. All’epoca dov’era detenuto suo

fratello?

Page 132: Deposizione Giuseppina Pesce 3

132

IMP. PESCE – A Palermo.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quindi lei apprende, appunto, questa

circostanza per bocca di suo fratello, mi sembra di

capire, che avesse diritto a questi soldi?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Lei materialmente ha mai portato i

soldi in carcere a suo fratello?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Quante volte glieli ha portati?

IMP. PESCE – Tante.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Tante volte?

IMP. PESCE – Non riesco a quantificarlo, tante.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ha sempre portato, diciamo, la cifra

che era stata richiesta o ci sono state delle circostanze

in cui ha portato meno o ha portato di più?

IMP. PESCE – No, diciamo che io prendevo queste mille euro e

sostanzialmente le facevo bastare per tutto il mese che

lo andavo a trovare due/tre volte, quante volte andavo a

trovarlo.

PRESIDENTE – Che cosa vuole dire? Cioè non ho capito bene. Lei

prendeva questi mille euro...

IMP. PESCE – E li mettevo da parte.

PRESIDENTE - ...e li metteva da parte.

IMP. PESCE – Nel momento in cui dovevo andare a trovarlo gli

compravo quello che gli servivo, glieli lasciavo a lui

nel libretto dei detenuti...

PRESIDENTE – Quindi glieli portava una volta... cioè li

prendeva una volta al mese questi soldi?

IMP. PESCE – I soldi li prendevo una volta al mese, però lo

Page 133: Deposizione Giuseppina Pesce 3

133

andavo a trovare...

PRESIDENTE – E poi glieli portava in due/tre volte?

IMP. PESCE – Settimanalmente, sì, ogni quindici giorni.

PRESIDENTE – Ah, quindi non glieli portava tutti in una volta?

IMP. PESCE – No, no, no, no.

PRESIDENTE – Quindi non ha mai portato mille euro in carcere?

IMP. PESCE – No, no, in carcere no, no, mai.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora, ascolti, questo reddito di

Pesce Francesco... lei dice: “Sicuramente io nell’anno

2008/2009 ho portato i soldi della gestione del camion a

mio fratello in carcere”.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Da quanto tempo suo fratello era

inserito nella gestione del camion alla Ce.di.s.i.s.a.

rispetto a questo momento? Cioè, voglio dire, da quanto

tempo aveva la disponibilità del camion, se se lo

ricorda? Era di quell’anno o era di anni precedenti?

IMP. PESCE – Allora, ripeto, io ho avuto contezza del camion

di mio fratello nel momento in cui io mi sono dovuta

occupare di mio fratello perché mia madre si era

trasferita per andare a vivere a Milano, perché prima di

me mia madre... io andavo a trovare mio fratello soltanto

quando necessitavo di andare a fargli una visita, non era

una cosa che faceva settimanalmente. Nel momento in cui

mia madre è andata a vivere a Milano iniziai ad andare a

trovare mio fratello settimanalmente e ad avere contatti

con mio zio che praticamente mi dava questi soldi per

andare a trovarlo e per insomma... che erano suoi. Io

dico dal 2008 al 2010, però io non dal 2008

Page 134: Deposizione Giuseppina Pesce 3

134

effettivamente gli portavo questi soldi. Io dal 2009

iniziai ad andare a trovarlo con questa frequenza, quindi

da quella data lì io ho avuto consapevolezza che lui

avesse questo camion, che avesse questa entrata, che

insomma... quindi non so se prima lo aveva, da quanti

anni o...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Però suo fratello in realtà non era la

prima volta quella del 2008/2009 in cui entra in carcere?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – È stato arrestato in altre

circostanze?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco, si ricorda quando?

IMP. PESCE – Diciamo che è stato arrestato sempre, quindi

adesso di preciso ricordarmi le date...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ecco, l’episodio... motivi di arresto

per droga, se li ricorda, di suo fratello?

IMP. PESCE – Sì, l’associazione che ebbe con mio marito, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Si ricorda più o meno l’anno, signora?

IMP. PESCE – Sì, maggio 2008.

(…)

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Allora, lei nel dicembre 2006 è mai

andata a trovare in carcere suo fratello?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sì.

IMP. PESCE – Con quella frequenza che le dicevo, quando ci

stava mia madre andavo settimanalmente a trovarlo,

cioè...

PRESIDENTE – Non settimanalmente.

Page 135: Deposizione Giuseppina Pesce 3

135

IMP. PESCE – Non settimanalmente, ma...

PRESIDENTE – Lei ha detto: “Quando non c’era la mamma andavo

quando volevo andare a trovarlo, quando avevo necessità

di andare a trovarlo”?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – “Quando poi la mamma invece si trasferì a Milano

fui io che presi le...”, sostanzialmente il posto di sua

madre e quindi cominciò ad andare ogni settimana, è così?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Bene.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – (…) volevo chiedere alla signora

Pesce se in precedenza, e faccio riferimento all’anno

2006 in cui noi abbiamo delle intercettazioni ambientali

in carcere, si fosse mai recata a trovare suo fratello

Pesce Francesco e avesse mai parlato dei proventi dello

stesso dall’attività di gestione dei camion e se sì in

quali termini.

(…)

IMP. PESCE – Grazie. Sì, mi sono recata in quel periodo a

trovare mio fratello, ma è uno di quei periodi che io

dicevo prima, quando sentivo la necessità di andare a

trovarlo, quindi in quel periodo mia madre viveva già,

quindi io non... cioè è vero che portai quella

notizia dei camion, ma io non sapevo se quei camion erano

quelli che ancora tutt’oggi, quando io ero fuori, aveva. È

stato solo un messaggio che io ho portato da fuori, cioè

da mio marito che mi aveva riferito...

PRESIDENTE – Quindi lei ricorda di aver portato a suo fratello

Page 136: Deposizione Giuseppina Pesce 3

136

nel 2006?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì.

PRESIDENTE – E che messaggio aveva portato?

IMP. PESCE – Che i soldi glieli avrebbero dati a fine mese e

che gli avrebbero dato mille euro, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E si riferiva a questi soldi di cui

stiamo parlando?

IMP. PESCE – Ripeto, io in quel tempo non... non era come nel

2009/2010 che sapevo che erano quelli i camion, che

sapevo che era quello che glielo gestiva e che era quella la

somma che prendeva. Io quel periodo, a parte che aveva

partorito da due mesi una bambina piccola, quindi io non

occupavo della vita di mio fratello carceraria appieno,

quindi avevo altre cose insomma... Quello è stato solo un

colloquio nel quale io mi sono recata da mio fratello e

ho portato quella notizia da casa che mi aveva riferito

mio marito: “Digli a tuo fratello che a fine mese gli

daranno i soldi e gli daranno mille euro”.

PRESIDENTE – Okay, va bene.

(…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora signora, scusi, ricapitoliamo

da dove siamo partiti. Lei stamattina - parto

dall’origine per riassumere in due parole – ci aveva

ammesso la sua responsabilità per tutti i comportamenti

di imputazione e io le avevo detto poi li analizzeremo

uno per uno, okay?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo è valso anche per il capo 14

Page 137: Deposizione Giuseppina Pesce 3

137

d’imputazione per l’imputazione ad Armeli Signorino, è

così?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Poco fa, da qui è nata tutta la

diatriba che forse insomma era più semplice risolvere con

due domanda, alla domanda della collega che la chiesto da

quando lei ha cominciato a portare in carcere a suo

fratello questi soldi di cui abbiamo già parlato ha

detto: credo dal 2008/2009.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ora, la mia domanda semplicissima. Lei

sa benissimo, perché ha letto il provvedimento coercitivo

nei suoi confronti, immagino l’avrà letto più di una

volta...

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – ...che contro di lei è stata

utilizzata una intercettazione del 12 dicembre 2006 che

secondo la impostazione accusatoria in quella

intercettazione voi parlavate proprio di questi soldi e

lei assicurava a suo fratello: “Ha detto che te li dà a

fine mese”.

AVV. RYOLO – C’è opposizione...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – No, no, adesso non c’è opposizione,

voglio finire. Quello quindi che le chiedo è: visto che

lei le intercettazioni le ha già lette e forse anche

inutile che io gliele facessi vedere, non so se se le

ricorda o meno, il 12 dicembre 2006 parlavate già di

queste somme di denaro che sono le stesse che lei ha

detto: “Ho portato tante volte fino a qualche mese prima

Page 138: Deposizione Giuseppina Pesce 3

138

dell’arresto”? Si parlava già di questi soldi il 12

dicembre del 2006?

PRESIDENTE – Allora, la domanda – Pubblico Ministero – non può

essere fatta perché comunque ha già risposto. Ha dato una

risposta che è registrata, perché è stata fatta dal

Pubblico Ministero che... dalla Dottoressa Pantano negli

stessi termini e l’imputata ha dato una risposta.

AVV. RYOLO – E adesso suggerisce una diversa...

PRESIDENTE – No, adesso non suggerisce niente perché adesso la

domanda non è fatta.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Visto che è un elemento contro di lei

non possiamo consentire di spiegare l’apparente discrasia

fra i due dati, quello accusatorio e quello... io credo

che abbia diritto l’imputata a dare una spiegazione.

PRESIDENTE – Torniamo daccapo. Andiamo avanti su questa

questione, perché non abbiamo a disposizione la

perizia trascrittiva. Quando ce l’avremo, poi

eventualmente se servirà, la richiamiamo per

poter...

IMP. PESCE – Presidente, posso spiegare quello che cambia da

quello che era il 2006 a quello che ho dichiarato del

2008/2009?

PRESIDENTE – Ma l’ha già detto prima o no? ?

IMP. PESCE – Io ho detto che dal 2008/2009 portavo i soldi a

mio fratello.

PRESIDENTE – Eh!

IMP. PESCE – E l’intercettazione c’è e io sono stata arrestata

per quella intercettazione.

Page 139: Deposizione Giuseppina Pesce 3

139

PRESIDENTE – Sì.

IMP. PESCE – Cioè posso spiegarmi? Posso rispondere? Diciamo

che è una spiegazione alla domanda, però...

PRESIDENTE – Sì, può spiegarsi. Certo, può spiegarsi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ne ha diritto.

PRESIDENTE – Certo, ne ha diritto.

IMP. PESCE – Grazie.

PRESIDENTE – Certo.

IMP. PESCE – Io nel 2006 sapevo meramente così che mio

fratello aveva dei camion, sapevo che prendeva questi

soldi, di cui lui viveva in quel periodo sempre

detentivo, perché nel periodo che lui era in carcere...

come dicevo, lui si occupava personalmente delle sue

cose. Nel periodo in cui lui veniva arrestato qualcuno

provvedeva a fargli avere questi soldi. Nel periodo del

2006 non ero io. Cioè è questo... io nel 2008 e 2009 l’ho

fatto io, cioè sono stata io a prendere i soldi e a

portarli a mio fratello. Nel 2006 ho portato quella

notizia a mio fratello dicendogli: “Sì, i soldi te li

daranno a fine mese. Te ne daranno mille, piuttosto che

800”, ma non glieli ho portati io e non ho provveduto ad

andare a prenderli.

PRESIDENTE – E lei ha detto pure: “In quella occasione io ho

portato a mio fratello... ho detto quello che mi aveva

detto mio marito di dirgli”?

IMP. PESCE – Mio marito, sì.

PRESIDENTE – Ha detto questo poco fa?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, nel 2006.

PRESIDENTE – Nel 2006, certo.

Page 140: Deposizione Giuseppina Pesce 3

140

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Quindi sta confermando quello che ha detto prima?

IMP. PESCE – Sì, sì, però cambia che... sì, ero consapevole

nel 2006 che aveva i camion, ero consapevole... sapevo

che lui prendeva questi soldi, perché io stessa gli ho

detto: “Te li daranno”...

PRESIDENTE – Però non glieli portava lei, né si interessava

di...

IMP. PESCE – Di quali camion erano, dove lavoravano...

PRESIDENTE – Né si interessava di farglieli avere questi

soldi?

IMP. PESCE – No, no, neanche. Io in quel colloquio ho riportato

questa notizia a mio fratello, ma non... niente di più.

PRESIDENTE – Ho capito.

(…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi nel 2006 reperiva i soldi provento

di estorsione e li portava in carcere a suo fratello?

IMP. PESCE – Li portava... direttamente li portava mia madre.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Li metteva a lui insomma lì dove...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E chi li andava a prendere

presso Armeli Signorino?

IMP. PESCE – Mio marito...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – ...e... cioè che so che andava lui e so che se ne

occupavano i miei zii Giuseppe e... Giuseppe all’epoca.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Se ne occupavano in senso?

IMP. PESCE – Che li faceva arrivare anche lui questi soldi,

mio zio Giuseppe Pesce.

Page 141: Deposizione Giuseppina Pesce 3

141

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi Giuseppe e Vincenzo, i suoi

zii, se ne occupavano e suo marito li andava a prendere?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sua madre li portava...

PRESIDENTE – Mi scusi Pubblico Ministero, un chiarimento.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Prego.

PRESIDENTE – Dato che adesso sta citando Giuseppe Pecora, ha

detto, e prima quando parlava invece delle visite che lei

faceva settimanalmente a Palermo ha nominato lo zio, senza

però specificare chi era, era sempre Giuseppe Pecora?

IMP. PESCE – Vincenzo.

PRESIDENTE – Vincenzo, ecco. Perché aveva detto più volte lo

zio... volevo chiederglielo perché insomma...

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

PRESIDENTE – Va bene?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sua sorella Marina ha mai portato

questi soldi in carcere a suo fratello? È mai capitato?

IMP. PESCE – Sì, se doveva andare lei a trovarlo sì, è

capitato.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Suo fratello – siamo a dicembre

2006 – aveva un’attività lavorativa lecita?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei nel dicembre 2006 di quella somma

di denaro, della provenienza di quella somma di denaro cosa

sa?

IMP. PESCE – Sapevo che aveva questi camion che lavoravano e

che doveva prendere questi soldi. Che ogni fine mese gli

Page 142: Deposizione Giuseppina Pesce 3

142

venivano dati questi soldi e che... che gli venivano

dati, insomma mandati tramite i miei zii o tramite mio

marito.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.

PRESIDENTE – Le posso chiedere un chiarimento?

IMP. PESCE – Certo.

PRESIDENTE – Quando si parla di questi soldi che, diciamo,

erano frutto dell’uso del camion, ma era il camion della

Sisa questo?

IMP. PESCE – Ripeto, quando era nel 2006 io non sapevo la

provenienza, se il camion era quello della Sisa... I

camion. Io sapevo i camion.

PRESIDENTE – Era dei camion?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Così genericamente?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Successivamente invece era il camion della Sisa?

IMP. PESCE – Io sapevo... sì, quello della Sisa.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sa se suo padre era a conoscenza di

questa somma che veniva incassata mensilmente da suo

fratello?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come lo sa?

IMP. PESCE – Perché più volte chiedeva: “Ma i soldi glieli

hanno dati? Ma i soldi glieli hanno dati? ”.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – A chi lo chiedeva?

IMP. PESCE – Quando andavamo a trovarlo, a fare il colloquio

lo chiedeva o a mia madre o insomma a chi veniva a fare

il colloquio.

Page 143: Deposizione Giuseppina Pesce 3

143

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha fatto riferimento prima

generico quando abbiamo parlato dell’attività estorsiva

dicendo che i suoi zii, Vincenzo e Giuseppe, utilizzavano

anche i figli per andare... lei ha detto che li mandava

materialmente a riscuotere. In questo caso specifico,

quindi stiamo parlando del capo 14 estorsione Armeli

Signorino, le risulta che sia stato mai mandato qualche

suo cugino a riscuotere queste somme di denaro?

IMP. PESCE – Del 2006 stiamo parlando?

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. Partiamo dal 2006, se c’è poi...

se ovviamente questa somma di denaro viene poi

materialmente presa nel 2008 o nel 2009 lei ce lo

chiarisca, per carità. Cioè se in questo arco temporale

qualche volta qualche suo cugino è intervenuto per la

riscossione.

IMP. PESCE – Del 2006 non ne ho... non ne sono a conoscenza.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E successivamente?

IMP. PESCE – Sì, del 2008... 2009/2010 sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quale suo cugino?

IMP. PESCE – Il figlio di mio zio Vincenzo, quando Savino,

quando Francesco.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Come fa a dirlo?

IMP. PESCE – Perché mio zio Pesce Vincenzo diceva: “Mando i

miei figli. Mando mio figlio. Stasera mando mio figlio”,

a volte il figlio arrivava là e diceva: “Non l’ho

trovato. Papà, non c’era. Passo più tardi” e allora

assistevo... proprio quando lui lo mandava diceva:

“Passa più tardi che questa ragazza deve andare a

trovare suo fratello domani” insomma o...

Page 144: Deposizione Giuseppina Pesce 3

144

(…)

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Senta, che lei sappia Armeli poteva

rifiutarsi di pagare?

IMP. PESCE – So che...

AVV. SANTAMBROGIO – Presidente, scusi, c’è opposizione da

Palmi. Si chiede alla teste di rispondere sul

comportamento di un altro soggetto.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Se lo sa.

PRESIDENTE – In effetti...

AVV. SANTAMBROGIO – Tra l’altro...

PRESIDENTE – Voglio dire, se sa il motivo poi ci deve dire...

se è una sua opinione poi rimane come tale, quindi

possiamo chiederlo in questi termini.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Anzi, la rendo ancora più specifica:

lei sa se Armeli si è mai in concreto rifiutato di

pagare?

PRESIDENTE – Questa è ancora meglio.

IMP. PESCE – Sì, ultimamente si rifiutava di pagare con la

motivazione che il camion era fermo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E questo cosa ha provocato? Cosa è

accaduto dopo, all’esito del suo rifiuto?

IMP. PESCE – La rabbia di mio fratello. Mio fratello ha

cominciato a diventare insomma aggressivo, a pretendere

quei soldi e a dirmi di andare da mio zio e dirgli che a

lui gli deve quei soldi e di fargli avere quei soldi.

PRESIDENTE – Lo zio in questo caso è?

IMP. PESCE – Vincenzo.

PRESIDENTE – Zio Vincenzo.

Page 145: Deposizione Giuseppina Pesce 3

145

P.M. DOTT.SSA CERRETI – In sua presenza suo fratello ha mai

minacciato Armeli?

IMP. PESCE – Diceva che quando sarebbe uscito se la sarebbe

vista lui con questo tizio e di fargli sapere che lui

sarebbe uscito prima o poi da lì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Poi la questione com’è finita, pagò o

non pagò Armeli?

IMP. PESCE – Sì, sì, pagava tutti i mesi. Almeno fino a quando

c’era mio zio i soldi arrivavano.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei sa chi riuscì a convincerlo a

pagare?

IMP. PESCE – No.

INTERVENTO – Presidente, c’è opposizione.

PRESIDENTE – Ha risposto e ha detto no, che non lo sa.

IMP. PESCE – Signor Presidente, posso?

PRESIDENTE – Prego.

IMP. PESCE – Sulla domanda che mi ha fatto il Pubblico

Ministero adesso.

PRESIDENTE – Eh!

IMP. PESCE – Siccome sono tante le cose, adesso mi è venuto un

flash di una situazione che era successa. Siccome...

Posso?

PRESIDENTE – Sì.

IMP. PESCE – Siccome c’è stato un periodo.

INTERVENTO – Presidente, però rimane l’opposizione, chiedo

scusa.

PRESIDENTE – L’opposizione era... Dunque, la domanda qual era?

INTERVENTO – Presidente...

PRESIDENTE – Scusatemi, qual è la domanda intanto e poi voglio

Page 146: Deposizione Giuseppina Pesce 3

146

dire...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – In questo momento sono dichiarazioni

spontanee.

PRESIDENTE – Appunto, nel senso che è intervenuta

spontaneamente, quindi non possiamo tapparle la bocca in

ogni caso.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Esatto.

PRESIDENTE – Non ha avuto nessuna imbeccata. Manco la vedono,

nessuno la vede, quindi... non è che posso dire: “No, lei

non deve parlare”. Se mi ha chiesto di parlare io devo

raccogliere quello che lei sta dichiarando. Prego.

IMP. PESCE – Praticamente c’è stato un periodo che

praticamente questo Armeli non voleva più dare i soldi a

mio fratello e io quando sono andata da mio fratello e

dissi questa cosa... poi uscendo ho dovuto chiedere

spiegazioni a mio zio per conto di mio fratello e mio zio

mi disse che praticamente questo Armeli era stato

intimato da Francesco Pesce, classe ’84, a non dare

più... ’78, scusi.

PRESIDENTE – Da suo cugino quindi.

IMP. PESCE – Adesso un po’...

PRESIDENTE – Da suo cugino, sì.

IMP. PESCE – Di non dare più i soldi a mio fratello, cioè di

non dargli più questi soldi. Quindi mio zio... quando io

gli dicevo: “Perché non li vuole dare? ”, dice: “Perché

Ciccio gli ha detto che non glieli dare più”. E poi mio

zio insomma parlò con questo Armeli e gli disse che

doveva farlo, almeno fino a che mio fratello era detenuto

doveva dargli questi soldi. Poi, un domani quando lui

Page 147: Deposizione Giuseppina Pesce 3

147

sarebbe uscito, insomma sarebbe arrivato a un chiarimento

con lui.

PRESIDENTE – Può proseguire.

(…)

- GLI “AGGANCI” IN CASSAZIONE: il giudice Carnevale

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Allora, affrontiamo un altro

argomento. Lei ha mai saputo se qualche membro della

famiglia Pesce, e se sì ci dirà chi, conoscesse qualche

magistrato della Corte di Cassazione?

IMP. PESCE – Della famiglia Pesce no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Perché mi fa questa specificazione?

Che vuol dire?

IMP. PESCE – Perché i legali con membri, insomma persone della

Cassazione o insomma con qualche magistrato che poteva

intervenire per loro non erano i membri della famiglia

Pesce.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E chi erano?

IMP. PESCE – Era mio suocero Palaia Gaetano.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – E qualche Avvocato che si prestava a fare da

tramite.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Innanzitutto queste circostanze lei

come le conosce?

IMP. PESCE – Allora, quella degli Avvocati perché ho

partecipato a dei colloqui dove mio padre parlava con mia

madre per il suo... cioè di Avvocati che si dovevano

impegnare per un suo trasferimento tramite insomma

qualcuno che ne aveva le capacità, insomma che poteva

Page 148: Deposizione Giuseppina Pesce 3

148

fare questo trasferimento.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Poi per quanto riguarda mio suocero perché da

quando io mi sono sposata con mio marito sapevo che...

sapevo perché ho sentito, perché più volte mi è stato

detto che mio suocero aveva delle amicizie in ambito...

dicevano a Roma, alla Cassazione a Roma... questo è

quello che mi...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Chi glielo diceva?

IMP. PESCE – L’ho sentito insomma anche da mio marito stesso.

L’ho sentito anche una volta che mi chiese mio zio

Ferraro Giuseppe di chiedere a mio suocero di aiutarlo

insomma con le sue amicizie, con le amicizie che aveva

lui per farlo uscire dal carcere e, va beh, era noto

insomma...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi lo chiese a lei direttamente

Ferraro Giuseppe?

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di intervenire con suo suocero?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei lo fece?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Suo suocero cosa le rispose?

IMP. PESCE – Mio suocero mi rispose che non erano più quelli i

tempi, che lui ormai queste amicizie non le aveva più,

che a causa della sua... cioè praticamente negli anni,

diciamo, la posizione economica era cambiata e lui non

aveva più questi poteri che prima gli venivano...

facilmente raggiungibili con la posizione economica che

Page 149: Deposizione Giuseppina Pesce 3

149

aveva.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E quando suo suocero le riferisce:

“Prima io avevo questi poteri” a quale arco temporale ci

riferiamo? Rispetto la vostra discussione che quando

avviene innanzitutto? Partiamo da questo dato certo.

Questa discussione con suo suocero in relazione a Ferraro

Giuseppe quando avviene?

IMP. PESCE – Sì, un attimo che sto...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Più o meno.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lo colleghi sempre, io le consiglio,

alle date delle sue gravidanze, perché ho visto che così

riesce più a orientarsi.

IMP. PESCE – Forse il 2005... il 2004/2005.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Nel 200/2005 quindi Ferraro Giuseppe

le fa questa richiesta. E il prima a cui si riferisce suo

suocero a che arco temporale si riferiva, se lo sa, se

suo suocero gliel’ha detto.

IMP. PESCE – Non ho capito la domanda, mi scusi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha detto: “Mio suocero mi ha

risposto: ‘Adesso queste cose non le posso fare più.

Prima le facevo’”.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo prima, quanto tempo prima? Se

lo sa. Se glielo ha detto suo suocero.

IMP. PESCE – No, non me l’ha detto, però... insomma, no, non

lo so. Di preciso no.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Tra i suoi familiari Ferraro

Giuseppe è stato l’unico che le ha chiesto di intercedere

Page 150: Deposizione Giuseppina Pesce 3

150

attraverso suo suocero con queste conoscenze in Corte di

Cassazione?

IMP. PESCE – Direttamente sì. Anche con battute o con

riferimenti in altri casi anche mio padre, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E lei ha detto che per Ferraro

Giuseppe si trattava di tirarlo fuori dal carcere e per

suo padre di cosa si trattava?

IMP. PESCE – Tipo per i trasferimenti oppure anche a volte per

intervenire proprio a livello... per farlo uscire... sì,

anche questo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. E questo interessamento per suo

padre, siamo sempre negli stessi anni o in anni diversi

rispetto a Ferraro Giuseppe?

IMP. PESCE – In anni... più o meno era quello insomma l’arco

temporale.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Il periodo era sempre quello?

IMP. PESCE – Sì, sì, 2006, 2005... insomma quello...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E in quel caso suo suocero per suo

padre riesce a fare qualcosa?

IMP. PESCE – No, no, no, lui... almeno per quello che so io

no, non si è mai reso disponibile a farlo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Non si è mai reso disponibile a farlo,

però lei poco fa ha detto: “Ha detto prima le potevo fare

ora non più”.

IMP. PESCE – Sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi un prima c’era stato.

IMP. PESCE – Non si rendeva disponibile perché diceva che non

era più nelle sue capacità di poterlo fare.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ecco, quindi prima sì?

Page 151: Deposizione Giuseppina Pesce 3

151

IMP. PESCE – Sì, sì, prima negli anni prima, si parlava di

decenni prima insomma di quell’arco temporale.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei non sa di cosa di specifico sia

stato fatto in questi anni prima grazie a suo suocero?

Cioè le è stato mai raccontato questo prima... questo

potere che suo suocero asseriva di avere prima in cosa si

era tradotto?

IMP. PESCE – Allora, intanto... va beh, qualcosa era riuscito

a fare nel periodo che c’era stata la prima carcerazione

di mio marito, che avvenne tra il ’95...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Io aspettavo mia figlia, la grande, quindi ’94/’95,

il primo provvedimento...

INTERVENTO – Non abbiamo sentito. Non sentiamo, Presidente, da

Palmi.

PRESIDENTE – Adesso ripeterà a voce più alta.

IMP. PESCE – La prima volta che lui intervenne... che so che

aveva fatto insomma qualche intervento era il primo

provvedimento che mio marito con mio padre che è stato

nel ’94.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E in quel caso innanzitutto suo marito

in che situazioni detentiva era, cioè era libero o

detenuto?

IMP. PESCE – No, no, l’avevano arrestato nell’ambito di un

provvedimento di associazione.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Quindi era detenuto.

PRESIDENTE – E quindi ha detto “con mio padre”, quindi erano

stati arrestati insieme, diciamo nell’ambito della stessa

operazione?

Page 152: Deposizione Giuseppina Pesce 3

152

IMP. PESCE – Sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. L’intervento che lei dice lì

andò a buon fine in cosa è consistito per suo marito in

quel caso?

IMP. PESCE – Che tutti presero la condanna e mio marito è

uscito assolto da quel provvedimento.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma che suo marito venne assolto grazie

all’intervento di suo suocero è una circostanza di cui

lei ha conoscenza perché ne avete parlato o è una sua

deduzione?

IMP. PESCE – No, no, era palese perché... cioè se ne vantava

anche mio suocero dicendo: “Questa volta ti ho salvato,

però non fare altri guai, perché non posso più

intervenire”.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha mai saputo un riferimento

specifico, un nome di questo contatto in Cassazione

grazie al quale suo suocero si vantava di aver ottenuto

dei benefici processuali?

IMP. PESCE – Una volta, non ricordo adesso se nell’occasione

che io riferì a mio suocero quello che mi aveva detto mio

zio o in un altro contesto, ricordo che lui disse che il

Giudice Carnevale non c’era più, non era più arrivabile,

insomma non poteva più arrivare a lui.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questa circostanza chi è che gliel’ha

riferita?

IMP. PESCE – L’ho sentita dire a mio suocero.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E suo suocero a chi la diceva?

IMP. PESCE – Cioè ricordo di averla sentita da lui, non

ricordo se nel contesto quando io gli chiesi di mio zio,

Page 153: Deposizione Giuseppina Pesce 3

153

di intervenire per lui o in un altro contesto, però ho

sentito questa cosa...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – L’ha sentita direttamente da suo

suocero?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ha mai sentito parlare del pagamento

di una somma di denaro per ottenere benefici processuali

per suo padre?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ci vuole raccontare in che contesto,

come l’ha appreso e di cosa si trattava?

IMP. PESCE – Allora, l’ho sentito a casa di mia madre in un

contesto...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Il periodo?

IMP. PESCE – Periodo... forse 2004/2005, sempre quel periodo

là.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quel periodo là?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. L’ha sentito dire a casa di sua

madre, chi c’era e in quale contesto? Ci racconti.

IMP. PESCE – Doveva esserci una sentenza di Cassazione per mio

padre del quale... mio padre e mio zio, se non ricordo

male, era anche per mio zio Ferraro Giuseppe.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Non so bene i particolari perché non...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ci dica quello che sa.

IMP. PESCE – ...non ho partecipato a questa cosa, però da

quello che sentivo e da quello che vedevo, insomma dai

movimenti, dalle telefonate che mia madre faceva nei

Page 154: Deposizione Giuseppina Pesce 3

154

confronti...doveva esserci questo movimento di soldi che

doveva avvenire tramite mio cugino...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Suo cugino quale?

IMP. PESCE – Pesce Francesco, il quale ricordo che...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che c’entrava Pesce Francesco con suo

padre in questa questione? Come mai doveva essere lui a

pagare?

IMP. PESCE – Doveva dare i soldi che servivano per pagare...

insomma per l’esito di questa Cassazione. Doveva dare i

soldi, insomma la disponibilità dei soldi.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì, come mai proprio Pesce Francesco

li dà questi soldi?

IMP. PESCE – Perché era lui che si occupava del pagamento di

quello che serviva nei confronti di mio padre, degli

Avvocati e di tutto quello che serviva.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Che lei sappia Pesce Francesco

aveva dato disponibilità a questo pagamento?

IMP. PESCE – Sì, aveva dato disponibilità tanto che doveva

esserci proprio il passaggio insomma dei soldi che doveva

avvenire, però poi ricordo – sempre da un racconto che

ascoltati – che questo Francesco alla fine questi soldi

non li ha dati e che ha fatto fare cattiva figura alle

persone che si erano impegnati e... e così insomma.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quali erano le persone che si erano

impegnate?

IMP. PESCE – Ricordo un Avvocato, ma non so quale Avvocato

era.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Si impegnati a fare cosa esattamente

queste persone?

Page 155: Deposizione Giuseppina Pesce 3

155

IMP. PESCE – A chiedere il favore e poi fare il passaggio dei

soldi, il pagamento, per ricevere questo beneficio.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma il beneficio qual era in questo

caso in concreto? Quale doveva essere?

IMP. PESCE – Ricordo che era una cassazione, ma non ricordo in

questo momento qual era il processo o qual era la

richiesta insomma che si...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Sa di quanti soldi stessimo

parlando, di che somma di denaro veniva richiesta?

IMP. PESCE – Era una grossa somma. Adesso non ricordo se era a

lire o a euro, comunque era una grossa somma, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Non si ricorda nell’ordine di

centinaia, di migliaia?

IMP. PESCE – Non ricordo se erano 50 milioni all’epoca o 100..

cioè 50 mila euro o 100 milioni. Era insomma...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Comunque nell’ordine di queste cifre?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – Ma questa Cassazione riguardava chi?

IMP. PESCE – Mio padre e mio zio Ferraro

Giuseppe. PRESIDENTE – Insieme?

IMP. PESCE – Sì, sì.

PRESIDENTE – Quindi erano coinvolti insieme in qualche processo?

IMP. PESCE – Sì, sì, un’associazione per droga sempre.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E i benefici di cui lei parla dovevano

riguardare entrambi?

IMP. PESCE – Sì, perché l’esito penso che era per tutti e due,

sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Poi lei ci disse... ci sta dicendo che

non è andato a buon fine, è così? Ho capito bene?

Page 156: Deposizione Giuseppina Pesce 3

156

IMP. PESCE – Non è andato a buon fine il passaggio, sì. Cioè

praticamente questi soldi non sono arrivati e...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Non sono arrivati perché Ciccio non li

ha dati?

IMP. PESCE – Non li ha dati, sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Questo è il motivo?

IMP. PESCE – Sì.

PRESIDENTE – E la Cassazione fu favorevole o contraria?

IMP. PESCE – Non ricordo qual era in questo momento, perché ci

sono tanti provvedimenti, quindi... se non sbaglio era

quella dei 15 anni che poi sono stati confermati.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi poi fu contraria. Lei poco fa

ha parlato anche di un’esigenza di trasferimento di suo

padre.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – All’inizio del... la prima risposta.

Ecco, mi parla di quest’altra vicenda? Chi si interessò

innanzitutto di questa vicenda, del trasferimento di suo

padre?

IMP. PESCE – Diciamo che... sempre gli Avvocati, quindi

ricordo un Avvocato che all’epoca aveva mio padre, mi

ricordo il nome, ma non ricordo il cognome

dell’Avvocatessa, era una donna, Marina.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì.

IMP. PESCE – Che si era impegnata per fargli fare questo

trasferimento. Poi, va beh, nell’arco del tempo c’erano

anche degli altri Avvocati che mio padre contattava e poi

Page 157: Deposizione Giuseppina Pesce 3

157

questi Avvocati insomma venivano giù in Calabria,

parlavano con mio zio Vincenzo all’epoca e... questo lo

ricordo perché mio zio un giorno mi disse che aveva dato

questi soldi effettivamente all’Avvocato e che però poi

il trasferimento effettivamente non c’è stato insomma e

che...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mi faccia capire, innanzitutto di

quanti soldi stiamo parlando, se lo sa?

IMP. PESCE – Allora, il primo Avvocato – se non sbaglio –

quello che veniva da... da Milano mi sembra che veniva

questo Avvocato, erano... non era una grossa cifra,

erano 7 mila euro.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma si trattava di un’attività tipica

del difensore che perorava l’istanza presso il Ministero

da parte di suo padre?

INTERVENTO – Presidente...

PRESIDENTE – Sì...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Per quale tipo di attività era stata

richiesta questa somma di denaro?

IMP. PESCE – Per far trasferire mio padre nel carcere di

Rebibbia.

PRESIDENTE – Trasferire che cosa significa? Cioè l’Avvocato in

concreto cosa avrebbe dovuto... l’Avvocato o gli

Avvocati...

IMP. PESCE – Tramite qualcuno che era di sua conoscenza

predisporre... far insomma... siccome lui faceva richieste

di avvicinamento a...

PRESIDENTE – (inc.) doveva fare la richiesta di trasferimento?

Page 158: Deposizione Giuseppina Pesce 3

158

IMP. PESCE – No, no, le richieste le faceva mio padre e

l’Avvocato doveva fare... tramite qualche conoscenza,

fare accogliere queste richieste e farlo trasferire.

PRESIDENTE – Okay.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E i 7 mila euro a cosa servivano?

IMP. PESCE – A far sì che la persona a cui venivano dati

poteva effettivamente fare questo sollecito a chi doveva

insomma predisporre il trasferimento.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi erano destinati a questa

persona? Non erano il compenso all’Avvocato? Questo

voglio capire.

IMP. PESCE – Era il compenso alla persona che doveva fare il

trasferimento tramite l’Avvocato.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi l’Avvocato era l’intermediario?

IMP. PESCE – Sì. Sì, l’Avvocato era...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Anche questo lei come l’ha appreso?

IMP. PESCE – Questo da mio zio Pesce Vincenzo che... siccome

mio padre in quel periodo chiedeva a lui queste cose,

praticamente lui mi scriveva e mandava una lettera

chiedendo a mio zio queste cose e allora poi io dovevo...

mio padre mi diceva: “Vai da zio e vedi cosa ti dice” e

allora io mi dovevo informare di quello che era e

scriverglielo naturalmente, però non a chiare lettere,

dire: “Zio sta vedendo, ha dato i soldi all’Avvocato” e

questo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Quindi è proprio una conoscenza

diretta che lei ha di questi fatti?

IMP. PESCE – Sì.

Page 159: Deposizione Giuseppina Pesce 3

159

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma il pagamento c’è stato di questi 7

mila euro?

IMP. PESCE – Di un Avvocato sì, di questo Avvocato di cui non

conosco però...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Di quello di cui non si ricorda il

nome o di quello di cui si ricorda solo che è donna e che

si chiama Marina?

IMP. PESCE – Allora, di quello che... di questo dei 7 mila

euro non so proprio chi era, perché non era un Avvocato

nelle mie conoscenza, era un Avvocato che stava a Milano

in quel periodo, di Milano mi sembra che era, adesso...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Uomo o donna?

IMP. PESCE – Uomo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay.

IMP. PESCE – L’Avvocatessa quell’altra... quella ricordo che

doveva intervenire anche lei in questo senso, però questo

solo per sentito dire e non l’ho vissuto in

prima persona. Se ne occupava mia madre di questo.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Okay. Ma questi soldi sono stati...

questi 7 mila euro sono stati effettivamente pagati?

IMP. PESCE – I 7 mila euro sì, perché mio zio più volte mi

diceva: “Ho dato 7 mila euro all’Avvocato e non è

successo niente”.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – All’Avvocato di Milano?

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – E il risultato è stato ottenuto?

IMP. PESCE – No.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Mentre l’altro Avvocato ha ricevuto

somme di denaro, che lei sappia?

Page 160: Deposizione Giuseppina Pesce 3

160

IMP. PESCE – Io non lo so, questo non lo so.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Ma lei come fa a essere così sicura

che si tratti di una cosa illecita, cioè che non si

tratti di una mera attività difensiva?

IMP. PESCE – Perché era chiaro che questi soldi venivano dati

per il trasferimento, per un aggancio che l’Avvocato

aveva e poteva fare questo trasferimento. Non era

un’istanza che l’Avvocato doveva fare. Quelli per la

parcella dell’Avvocato che doveva fare l’istanza era

chiaro che dovevano... cioè veniva data una parcella

all’Avvocato che faceva il suo dovere. Quella era una

questione di impegno in più che aveva l’Avvocato, che si

prendeva per andare a fare questa cosa tramite qualche

conoscenza.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei dice che era chiaro, che cosa vuol

dire che ne parlavate chiaramente tra di voi?

IMP. PESCE – Sì, che ne parlavamo che adesso si impegna questo

Avvocato per farlo trasferire, vediamo... a volte si

faceva anche qualche pensiero nel senso che mia madre o

anche mio zio diceva: “Sì, tuo padre il primo che gli va

raccontare la prima cosa lui subito crede a quello che

gli dicono e...”, così insomma.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Lei ha detto: “Di quest’altro Avvocato

so poco, della donna che si chiama Marina, perché se

occupava mia madre”, che cosa vuol dire, cioè sua madre

che ruolo aveva in questo?

IMP. PESCE – Si occupava degli Avvocati di mio padre. Nel

senso che andava a trovarli...

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Sì. No, nello specifico caso per

Page 161: Deposizione Giuseppina Pesce 3

161

questo episodio di cui le sto chiedendo e che lei mi ha

detto: “So poco perché se ne occupava mia madre”, che

vuol dire “se ne occupava mia madre”?

IMP. PESCE – Si occupava mia madre di andare a parlare con gli

Avvocati di qualsiasi cosa riguardava la condizione

processuale di mio padre in quel momento.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Che lei sappia di questo argomento sua

madre con questo Avvocato ne parlava solo di persona o

anche al telefono?

IMP. PESCE – No, no, parlava anche al telefono.

P.M. DOTT.SSA CERRETI – Parlavano liberamente al telefono, che

lei sappia?

IMP. PESCE – Ricordo un’affermazione di mia madre che diceva:

“Questa non mi risponde neanche più al telefono, c’ha

paura. C’ha paura”, però non so se lei perché ne parlava

chiaramente o perché non rispondeva, perché non voleva

insomma... non lo so. So che mia madre un giorno disse

questa frase, che effettivamente non le rispondeva al

telefono e non riusciva a rintracciarla.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Signora Pesce, ascolti, da dove essere

trasferito suo padre? Lei ha detto che doveva arrivare a

Rebibbia, ma dove si trovava? Qual era il luogo diciamo

di detenzione effettivo, se se lo ricorda, se lo sa?

IMP. PESCE – Se non ricordo male era stato... in quel periodo

là era a Asti, se non ricordo male però, perché è stato

in tanti altri penitenziari, quindi adesso non ricordo di

preciso in quel periodo dov’era. È stato anche a Saluzzo,

è stato a Asti e... non ricordo in quel periodo dov’era

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162

proprio ubicato.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Ascolti, lei prima ha detto che è

stata consegnata questa somma di denaro, questi 7 mila

euro.

IMP. PESCE – Sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Sa dove è avvenuta la consegna?

IMP. PESCE – Sì, questo Avvocato venne in Calabria e andò a

trovare mio zio Pesce Vincenzo a casa di mia nonna

Bonarrigo Giuseppa e lì avvenne...

P.M. DOTT.SSA PANTANO – E lei questa circostanza come fa a

indicarla, ecco?

IMP. PESCE – Sempre me l’aveva detto mio zio perché mi

raccontò: “Quest’Avvocato è venuto...” e insomma...

P.M. DOTT.SSA PANTANO - Quindi si era recato l’Avvocato. Non

suo zio dall’Avvocato, ma è l’Avvocato che scende in

Calabria?

IMP. PESCE – Sì, sì, sì, sì.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Senta, come mai proprio a casa di sua

nonna?

IMP. PESCE – Perché mio zio qualsiasi cosa la faceva là, come

ho detto già prima era il punto di riferimento suo per

gli incontri e per tutto il resto.

P.M. DOTT.SSA PANTANO – Va bene.