Democratica n.220 del 4 luglio 2018 - Onestà, onestà · La vicenda è nota. ... ma la maggior...

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WWW.DEMOCRATICA.COM S alvini si scandalizza perché i giudici hanno sequestrato i conti e i soldi della Lega? Centemero soffia sulla magistratura dichiarazioni inquietanti? Non si tratta affatto di uno scandalo. Lo scandalo, semmai, è il silenzio su quanto avvenuto. Lo scandalo è non restituire i soldi. La vicenda è nota. PAGINA 2 SEGUE A PAGINA 3 Onestà, onestà 49 milioni rubati Dopo la sentenza della Cassazione, Salvini attacca la magistratura. Il M5s fa finta di niente. Il Pd: “Restituite i soldi” Lo scandalo del silenzio L’EDITORIALE Franco Vazio n. 220 mercoledì 4 luglio 2018 “Nessun singolo paese può affrontare da solo tutte le sfide importanti che abbiamo di fronte in questo momento storico” (Sergio Mattarella) PAGINA 4 Boeri: “Numeri alla mano, senza migranti il sistema non regge” PENSIONI S iete proprio sicuri che Salvini sia contrario all’immigrazione? A giudicare dai provvedimenti adottati dai governi di centrodestra, succedutisi negli ultimi vent’anni alla guida del nostro Paese, è evidente come i governi Berlusconi-Lega, abbiano favorito l’immigrazione clandestina. SEGUE A PAGINA 2 Così il capo leghista favorisce l’immigrazione L’EDITORIALE Nicola Corea Il 4 luglio visto dall’America Pittella e la politica dei valori USA LIBRO CAPPA A PAGINA 5 PAGINA 6

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Salvini si scandalizza perché i giudici hanno sequestrato i conti e i soldi della Lega? Centemero

soffia sulla magistratura dichiarazioni inquietanti? Non si tratta affatto di uno scandalo. Lo scandalo, semmai, è il silenzio su quanto avvenuto. Lo scandalo è non restituire i soldi.La vicenda è nota.

PAGINA 2SEGUE A PAGINA 3

Onestà, onestà

49 milioni rubati Dopo la sentenza della Cassazione, Salvini attacca la magistratura. Il M5s fa finta di niente. Il Pd: “Restituite i soldi”

“Lo scandalodel silenzio

L’EDITORIALE

Franco Vazio

n. 220mercoledì

4 luglio2018

“Nessun singolo paese può affrontare da solo tutte le sfide importanti che abbiamo di fronte in questo momento storico” (Sergio Mattarella)

PAGINA 4

Boeri: “Numeri alla mano, senza migranti il sistema non regge”

PENSIONI

Siete proprio sicuri che Salvini sia contrario all’immigrazione? A giudicare dai provvedimenti

adottati dai governi di centrodestra, succedutisi negli ultimi vent’anni alla guida del nostro Paese, è evidente come i governi Berlusconi-Lega, abbiano favorito l’immigrazione clandestina.

SEGUE A PAGINA 2

“Così il capo leghista favorisce l’immigrazione

L’EDITORIALE

Nicola Corea

Il 4 luglio vistodall’America

Pittella e la politica dei valori

USA LIBRO

CAPPA A PAGINA 5 PAGINA 6

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2 mercoledì 4 Luglio 2018

I guai del passato che mettono in scacco Salvini

Uno dei più grandi scandali della Lega Nord rischia di travolgere il passato e il futuro del partito di via Bellerio. L’autorizzazione della Cassazione al sequestro a tappeto dei beni del Carroc-

cio per recuperare i soldi sottratti dalla Lega allo Stato - e per cui Umberto Bossi, suo figlio Renzo e l’ex-tesoriere, Francesco Belsito, sono stati condannati - potrebbe avere conseguen-ze pesanti sulla vita della formazione guidata da Matteo Salvini.

La clamorosa decisione della Cassazione è arrivata in risposta al ricorso dei magistrati di Genova che si stanno occupando del processo per la truffa sui rimborsi elettorali. Ad ora la cifra sequestrata si aggira intorno al milione e mezzo di euro. Per arrivare a recuperare i 49 milioni di euro illecitamente ricevuti tra 2008 e 2010 dalla Lega, dunque, c’è ancora parec-chio lavoro da fare. Per questo la sentenza ha stabilito che la Guardia di Finanza, su ordine dei giudici, potrà intervenire “ovunque ven-gano rinvenuti soldi - conti bancari, libretti, depositi - fino a raggiungere la cifra”.

Parole, queste, che hanno fatto sbottare Salvini in tv. Ieri sera, a poche ore dal depo-sito delle motivazioni della Cassazione, il lea-

der del Carroccio ospite di “In Onda” su La 7 ha detto che i 49 milioni di cui si parla “non ci sono” e che quello che sta avvenendo “è un processo politico che riguarda fatti di 10 anni fa su soldi che io non ho mai visto”.

Secondo il ministro dell’Interno la colpa di tutto va ricercata nel passato. “Se ci sono fatti di dieci anni fa, - dice - si pensi a quelli che c’erano dieci anni fa; i milioni di italiani che col 2 per mille danno un contributo al nostro partito non c’entrano. Siamo sereni”.

Non la pensano così i giornalisti Giovanni Tizian e Stefano Vergine, autori di un’inchie-sta secondo la quale alcuni documenti otte-nuti da L’Espresso dimostrano l’esistenza di “un filo diretto tra la truffa firmata dal fon-datore e i suoi successori. Tra la fine del 2011 e il 2014, infatti, prima Maroni e poi Salvini hanno incassato e usato i rimborsi elettora-li frutto del reato commesso dal loro prede-cessore. E lo hanno fatto quando ormai era chiaro a tutti che quei denari rischiavano di essere sequestrati”.

Intanto però la situazione si complica an-che per il governo, che ora è chiamato chia-rire la vicenda in Aula. Lo ha ribadito oggi il presidente dei senatori dem Andrea Marcuc-ci: “Abbiamo bisogno che il Paese conosca i dettagli di questa vicenda, conosca e capisca se il ministro dell’Interno nonché vice pre-mier Salvini è coinvolto”.

Politica

Giacomo Rossi CONDIVIDI SU

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Il ministro dell’Interno innervosito sbotta in tv: “processo politico”Gennaio 2012Lo scandalo risale a 6 anni fa,

quando Francesco Belsito venne indagato per la sua gestione dei rimborsi elettorali ricevuti dal partito, trasferiti in alcuni casi all’estero dove erano stati investiti in varie attività, tra cui l’acquisto di diamanti.

Aprile 2012Viene sequestrata alla Camera

dei Deputati nella cassaforte di Belsito la cartellina ‘The Family’ che contiene i documenti delle spese della famiglia Bossi. Tra queste, quelle per i figli del fondatore che sarebbero state effettuate con fondi pubblici. Nello stesso mese Umberto Bossi rassegna le sue dimissioni da segretario della Lega Nord.

Luglio 2017Il tribunale di Genova condanna

per truffa ai danni dello Stato il fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi, e l’ex tesoriere del partito, Francesco Belsito, oltre a tre dipendenti del partito e due imprenditori.

Settembre 2017Il tribunale di Genova aveva deciso

di procedere alla confisca di circa 49 milioni di euro a titolo di risarcimento per i rimborsi ingiustamente riscossi. Nei conti correnti della Lega, però, erano presenti poco meno di 2 milioni di euro. Per questo la procura aveva richiesto di estendere l’esecuzione del sequestro anche alle somme che sarebbero arrivate da lì in poi alla Lega, ma il tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta.

Aprile 2018Visto la risposta negativa da

parte del Riesame, i pubblici ministeri di Genova avevano presentato un ricorso in Cassazione che, ad aprile di quest’anno, ha infine dato l’autorizzazione a procedere.

Luglio 2018Ieri sono state depositate le

motivazioni della Cassazione e sono chiare: “Si possono sequestrare i beni della Lega ovunque vengano rinvenuti i soldi - conti bancari, libretti, depositi - fino a raggiungere la cifra dei 49 milioni di euro”. In particolare ora la Guardia di finanza può procedere al blocco dei conti della Lega in forza del decreto di sequestro senza la necessità di un nuovo provvedimento per somme trovate in momenti successivi al decreto di sequestro.

Le tappedella storiaccia

Così il capo leghista favorisce l’immigrazione

Nel 2002 il Governo Berlusconi - sostenuto da FI-Lega-AN – ha approvato maxi-sanatoria di 700mila immigrati con il decre-

to legge 195/2002. Poi, nel 2003 il centro-destra ha votato al Parlamento europeo la riforma del Regolamento di Dublino che prevede, per i Paesi di arrivo, l’obbligo di ospitare i migranti. Dunque, l’Italia è ob-bligata a gestire tutti i migranti economici che arrivano nel nostro Paese. Per loro non è previsto nessun ricollocamento, nessuna solidarietà europea, nessuna condivisione degli oneri legati alla gestione dell’immi-grazione (Regolamento 2003/343/CE).

Solo nel 2016 le domande di asilo in UE sono state ben 123.000 (10mila al mese, il 47% in più rispetto all’anno precedente), ma la maggior parte di queste è stata ne-gata: il 61% degli immigrati è rimasto a carico dell’Italia perché trattasi di migran-ti economici. I rimpatri sono difficili visto che mancano gli accordi con la maggior parte dei Paesi di provenienza.

Tra il 1998 e il 2009, in Italia, sono stati regolarizzati 945mila immigrati irregolari da parte dei governi di centrodestra, con

Maroni Ministro dell’Interno. I governi Berlusconi-Lega hanno ripetutamente ap-provato sanatorie, perché le loro politiche sbagliate hanno moltiplicato i clandestini. E’ ancora in vigore la Bossi-Fini, che ha ter-ribilmente complicato la gestione dei mi-granti.

Peraltro, nel 2011, il Governo PDL-Lega Nord, ha autorizzato l’utilizzo delle basi militari italiane per i bombardamenti in Libia (CdM 18.03.2011). Il crollo del regime di Gheddafi e la successiva guerra civile in Libia, ha aperto un corridoio libero per la tratta dei migranti e ha favorito nuove on-date di migranti verso l’Italia.

E adesso? Adesso che la propaganda xenofoba contro l’immigrazione, paga sul piano elettorale, il Ministro Salvini respin-ge i clandestini, viola i trattati internazio-nali e calpesta i più elementari principi umanitari.

Con un pugno di immigrati in meno, l’I-talia è davvero più sicura? L’uomo nero non fa più paura ora che è stato respinto?

Bisognerebbe avere l’onestà di ricono-scere che all’origine dell’immigrazione, c’è il colonialismo occidentale. Li abbiamo conquistati, privati delle loro risorse, ab-biamo favorito totalitarismi e violenze di ogni genere. Ora è il momento di accoglier-li come fratelli.

Nicola CoreaSegue dalla prima

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3 mercoledì 4 Luglio 2018

Il 12 aprile scorso la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Genova in merito ai 48 milioni 969 mila euro di cui il Tribu-nale di Genova aveva ordinato la confisca quando, nel settembre 2017, Umberto Bossi, il tesoriere del-la Lega Nord Francesco Belsito e gli ex tre revisori

contabili del partito erano stati condannati per percezione fraudolenta di rimborsi elettorali.

Con la sentenza di primo grado, il Tribunale di Genova aveva condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione Umberto

Bossi , e 4 anni e 10 mesi Francesco Belsito, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per il grave reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Con la sentenza di primo grado, la Cassazione ha disposto che qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega Nord sia sequestrata “ovunque venga rinvenuta” – dunque su conti bancari, libretti, depositi - fino a raggiungere 49 milioni di euro.

Come ha reagito Giulio Centemero, deputato della Lega e amministrato-re del partito, invece di fare chiarezza? Lanciando sordide intimidazioni: “Forse l’efficacia dell’azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così”, ha commentato.

Il bisogno di far chiarezza aumenta davanti alle parole pronunciate a suo tempo da Francesco Belsito, quando si trattò di commentare la senten-za del Tribunale di Genova: “Avevo rapporti con tutti i maggiori dirigenti del Carroccio quando ero tesoriere, anche quelli che fanno finta di non avermi mai incontrato. Certo anche con Matteo Salvini”. Dunque, anche se il primo ministro ostenta indifferenza, secondo Belsito Salvini è tutt’altro che estraneo alla faccenda.

Si tratta dunque non solo di consentire alla magistratura di eseguire il sequestro che anche la Cassazione ritiene legittimo. Ma anche di impedire che i deputati della maggioranza e del governo la intimidiscano ostaco-lando il corso della giustizia. Le avvisaglie in questo senso, come abbiamo visto, non mancano.

Per cui abbiamo presentato un’interrogazione ai Ministri per i rapporti con il Parlamento e della Giustizia, Fraccaro e Bonafede, perché nessuno interferisca nell’estremo tentativo dei giudici di salvare il salvabile. Di pro-vare, cioè, a mettere al sicuro e recuperare almeno una parte di quei sol-di dei cittadini italiani indebitamente percepiti e distratti dalla Lega; soldi frutto di rimborsi pubblici per attività politiche mai fatte.

Sembra di essere in un film comico e grottesco. Chi ieri gridava “Roma ladrona!”, oggi viene ricorso per restituire 49 milioni di euro arraffati agli italiani. E quelle stesse persone, anziché chiedere scusa e restituire il mal-tolto, si permettono persino di recitare la parte della vittima. I giudici non fanno che il loro lavoro. Lo scandalo sarebbe grosso se non dovessero ri-correre, in Italia e all’estero, i truffatori e i soldi spariti. Certo che se poi si scoprisse che i soldi si sono rimaterializzati in qualche stato off-shore su ordine di qualcuno, non solo lo scandalo sarebbe più grande: saremmo davanti anche a reati più gravi come il ricicalggio o l’auto-riciclaggio.

Politica

Franco VazioSegue dalla prima

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“Pensate a come sta messo il centrodestra: tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c’è un partito che ha rubato i

soldi del contribuente. La Lega deve dare 48 milioni di euro del contribuente. E nessuno ne parla. Salvini è tutti i giorni sui talk show, è dappertutto tranne a Bruxelles, e nessuno che gli chieda dei soldi della Lega”. MATTEO RENZI

14 SETTEMBRE 2017

“Voi la dignità l’avete persa in Tanzania e comprando diamanti. Non vi vergognate? Salvini recuperi i soldi portati all’estero, venda i diamanti e restituisca i

soldi al popolo italiano. E finché non lo avrà fatto, abbia il pudore di stare zitto”. RAFFAELLA PAITA

10 DICEMBRE 2017

Lo scandalodel silenzio

Quando il blog dei Cinque Stelle attaccava Salvini e Maroni

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4 mercoledì 4 Luglio 2018

“Numeri alla mano, senza migranti il sistema non regge”

È polemica aperta tra Matteo Salvini e Tito Boeri. Il presi-dente dell’Inps, che ha pre-sentato la relazione annuale dell’Istituto alla Camera, ha affrontato diversi temi attua-

li, attualissimi. Ma a far perdere la testa a Salvini è la sua dichiarazione sui migran-ti che, secondo Boeri, sono fondamentali per pagare le pensioni nel nostro Paese che invecchia sempre di più e soffre un’e-migrazione giovanile molto alta. Piccata arriva su Twitter la risposta del vicepre-mier leghista che dal suo insediamento al Viminale ha concentrato la comunicazio-ne proprio sugli sbarchi in Italia: “‘Servo-no più immigrati per pagare le pensioni, cancellare la legge Fornero costa troppo, servono più immigrati per fare i tanti la-vori che gli italiani non vogliono più fare’. Il presidente dell’Inps continua a fare po-litica, ignorando la voglia di lavorare (e di fare figli) di tantissimi italiani. Dove vive, su Marte?”.

Ma immediata arriva anche la replica di Boeri: “I dati sono la risposta migliore e non c’è modo di intimidirli. La mia rispo-sta è nei dati e i dati parlano”.

“Non possiamo che reiterare con forza - ha detto alla Camera - il nostro invito a pensare al futuro. Nel confronto pubbli-co degli ultimi mesi si è parlato tanto di immigrazione e mai dell’emigrazione dei giovani, del vero e proprio youth drain cui

siamo soggetti. Nessuno sembra preoccu-parsi del declino demografico del nostro Paese”.

In particolare il presidente dell’Inps ha evidenziato come molti abbiano un’idea distorta dei dati sulla popolazione stra-niera nel Paese: “Gli italiani sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di per-sone con meno di 14 anni. Questo avviene anche in altri Paesi, ma la deviazione fra percezione e realtà è molto più accentuata da noi che altrove. Non sono solo pregiu-dizi. Si tratta di vera e propria disinforma-zione”.

E anche senza nominare Salvini, Boeri attacca indirettamente la sua propaganda sui migranti: “Purtroppo è anche possibi-le peggiorare la consapevolezza demogra-fica, ad esempio agitando continuamente lo spettro delle invasioni via mare quando gli sbarchi sono in via di diminuzione. La classe dirigente del nostro Paese dovreb-be essere impegnata in prima fila nel pro-muovere consapevolezza demografica”.

Non mancano critiche nemmeno al de-creto dignità, nonostante l’apprezzamento per la stretta sui contratti a tempo deter-minato. Se cinque proroghe del contratto sono troppe “non si vede perché reintro-durre le causali su quelli a tempo deter-minato” ha detto Boeri secondo il quale “l’esperienza passata dimostra che que-ste comportano un forte appesantimento burocratico, scoraggiando la creazione di lavoro soprattutto nelle piccole imprese. Meglio aumentare i contributi sociali di questi contratti ad ogni proroga”.

Pensioni

Silvia Gernini CONDIVIDI SU

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Il presidente dell’Inps presenta la relazione annuale dell’Istituto. Ed è scontro con Salvini

Il ministro Di Maio è intervenuto alla presentazione annuale dell’Inps sulla previdenza dando un contributo

più che altro di immagine e non certo di sostanza. Nessuna proposta concreta ma i soliti suoi cavalli di battaglia. A parlato di vitalizi e privilegi e questo va bene ma non basta, occorrono proposte complessive. Dovrebbe parlare di previdenza per le future pensioni e di pensionati. Dovrebbe distinguere fra pensione sociale e pensione da lavoro, quello che non fa mai. Le pensioni da lavoro povere sono il 70% compreso molte donne, e non superano i 1000€ mensili. La pensione sociale e altra cosa e ha più facce. Bisogna separare l’assistenza dalla previdenza, estendere la 14ª, tutelare il potere d’acquisto delle pensioni in essere, almeno quelle medio-basse, dare uno spazio concreto al fondo garanzia per i giovani. Queste sono le priorità insieme a sviluppo e occupazione per salvaguardare il sistema pubblico previdenziale. Di Maio dovrebbe riattivare il tavolo di confronto con le parti sociali per dare continuità ad un percorso in grado di definire un progetto utile a lavoratori e lavoratrici, a giovani e anziani.

Carla Cantone

Da Di Maio solo parole e nessuna proposta concreta

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5 mercoledì 4 Luglio 2018

Appena rientrato dagli Stati Uniti, oggi in festa per l’In-dependence Day, ove ho par-tecipato all’International Visitor Leadership Program (IVLP) nato per “promuovere

una migliore comprensione degli Stati Uniti in altri paesi e aumentare la comprensione reciproca tra il popolo degli Stati Uniti e il popolo di altri paesi”.

L’intuizione del Dipartimento di Stato americano è da anni, mediante la parteci-pazione all’IVLP, quella di offrire a leader internazionali attuali ed emergenti l’op-portunità di sperimentare la ricchezza e la diversità della vita politica, economica, so-ciale e culturale ‘a stelle e strisce’ attraver-so scambi progettati nel dettaglio che riflet-tono gli interessi politici dei partecipanti e gli obiettivi di diplomazia del governo degli Stati Uniti. Una diplomazia “from people to people” capace di costruire una rete di con-tatti e un dialogo schietto e senza filtri nei rapporti transatlantici. In passato vi hanno partecipato tra gli altri: Tony Blair, Nico-las Sarkozy, Romano Prodi e molti altri. Un viaggio attraverso l’America delle istituzioni di Washington passando per il Texas, l’Ar-kansas e, infine, la California, terra di stra-ordinaria innovazione.

Washington, DC - oltre al confronto con policy-maker e analisti tra Congresso, Pen-tagono, Dipartimento di Stato e autorevoli think-tank, mi resterà per sempre impresso il ricordo dello storico incontro tra Trump e Kim Jong-un. Assistere a quella stretta di mano con i colleghi IVLP degli altri paesi eu-ropei, diplomatici da tutto il mondo e ameri-cani: un incrocio di generi e generazioni, na-zioni e continenti, insieme in una notte per

testimoniare un passo avanti nelle relazioni tra i due paesi e per la stabilità geopolitica della regione pacifica. Restano, al netto di tutto, i dubbi e le incognite di un percorso di denuclearizzazione ancora tutto da definire ma sicuramente un passo avanti c’è stato. Ancora più forti restano invece i dubbi e le contraddizioni sulle politiche commerciali e dei dazi immaginate sinora dall’Ammini-strazione Trump: sì alla società aperta, co-struiamo ponti non muri.

Austin, Texas - in occasione del Wor-ld Refugee Day un incontro dav-vero interessante e attuale con la direttrice e gli attivi-sti di American Gateways, un’organizzazione che (come altre realtà vir-tuose quali ad esempio ‘Raices’) promuove la difesa della dignità e dei diritti umani in favore di migranti, rifugiati e sopravvissuti a torture, a conflitti e al terrore dei cartelli della droga dal Cen-tro e dal Sud America. Nei gior-ni infuocati delle polemiche sulla politica della tolleranza zero statunitense in cui echeggiava su ogni media l’audio dei bimbi separati dai genitori, abbiamo cono-sciuto oltre alla forte e fiera opposizione de-mocratica, uno scetticismo tra i cittadini, gli attivisti ma anche tra i senatori e i governa-tori repubblicani.

Little Rock, Arkansas - qui è iniziata la for-tunata esperienza politica di Bill Clinton, un leader globale per tutti i democratici e rifor-misti. Clinton è stato governatore per oltre 10 anni realizzando politiche di sviluppo e integrazione: oltre al passaggio d’obbligo alla Clinton Presidential Library, una visita ricca di significati (viste le polemiche sull’in-tegrazione di questi giorni) alla Little Rock

Central High School da dove nel 1957 è par-tita la lotta contro la segregazione razziale di novi eroici studenti afroamericani.

I progressisti stanno incontrando difficol-tà tanto in Europa quanto negli USA - pro-prio l’Arkansas è passato negli ultimi anni da roccaforte dem a feudo di Trump – e la sfida globale richiede di affrontare le specu-lazioni sulla paura del progresso con ricette credibili, capaci di promuovere prosperità e impatti positivi su: lavoratori, ceto medio e fasce più deboli.

Il prossimo 6 novembre, in occasione del-le mid-term elections, il Congresso potrebbe mutare la propria composizione con un pas-saggio dalla guida a trazione repubblicana a favore di una maggioranza democratica. Proviamo a ripartire da qui, con esempi di coraggio e rinnovata leadership come la giovane rampante dem newyorkese Alexan-dria Ocasio-Cortez, nella riscossa progressi-sta transatlantica.

San Francisco, California - completato il “coast to coast”, con l’arrivo all’ultima tappa del viaggio. Nella San Francisco Bay Area, tra Stanford, Monterey e la Silicon Valley: terra dove ogni giorno si costruisce e si im-magina il futuro. Credo fortemente nei valo-

ri della società aperta e nella relazione transatlantica che a livello econo-

mico è la prima al mondo con scambi commerciali USA-UE

pari a 1000 mld di dollari oltre a un indotto di 13 mln di posti di lavoro (molti di essi nel settore high-tech).

La conclusione di que-sto viaggio, mi ha porta-to a credere ancor di più

che il futuro non deve fare paura. Grazie al progresso

tecnologico è possibile trova-re soluzioni e risposte nuove a

bisogni e domande risalenti - dai trasporti all’agroalimentare, dal turismo al commercio, dalla sanità alla genomica. Ri-fugiarsi nel passato o nella conservazione non è una soluzione credibile: non si può fermare il vento con le mani. Il compito di chi si professa progressista è di capire a fon-do i processi dell’innovazione, spiegarli e renderli conoscibili in tutti gli aspetti, favo-rire le opportunità di crescita e di sviluppo, ridurre i rischi e gli spill-over negativi per la comunità attraverso un’azione regolatoria e riformatrice. Queste le sfide per i democra-tici di oggi e di domani. In Italia, in Europa e in America. Buon Independence Day!

#IVLP #AmericanDays

Independence Day, il racconto dei miei American Days #IVLP

Mondo

Marco Cappa CONDIVIDI SU

Il programma è nato per promuovere una migliore comprensione degli Stati Uniti in altri Paesi

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Un viaggio al termine del

quale si può credere con più forza che futuro non deve

fare paura

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6 mercoledì 4 Luglio 2018

Il racconto di Pittella sul ritorno alla politica dei valori

Il leit motiv che da anni accompagna la politica è ormai chiaro e suona più o meno così: è un affare sporco e cat-tivo, non va assolutamente praticata da professionisti, e chi proprio deve farlo per carità, non più di due man-

dati, che sennò diventa “uno della casta”.Una narrazione, a giudicare dagli ultimi

risultati elettorali, che ha fatto e continua a fare breccia. Per questo appare coraggiosa la scelta di Gianni Pittella, politico di lungo corso da sempre ancorato a sinistra, che nel libro autobiografico “Il più bello dei mari è quello che non navigammo”, edito da Rub-bettino, ha deciso di raccontare la sua vita proprio attraverso la lente della politica, ri-vendicando, al contrario della vulgata, di averne fatto la sua principale attività fin dall’età di dieci anni.

Una storia che, detta così, si direbbe ca-pace di far drizzare i capelli al più puro dei grillini; eppure il racconto di Pittella, per gli argomenti e lo stile narrativo sanguigno – ti-pico del personaggio -, riesce a trasmettere l’idea di un impegno politico che può esse-re alto e nobile anche ( o forse proprio per-ché) praticato a lungo. Un’attività che non tocca semplicemente l’organizzazione del-la vita di una comunità, ma che chiama in causa valori e ideali, passioni e sentimenti, termini sconosciuti al nuovo governo popu-lista alla guida del Paese, e pericolosamente scomparsi dal nostro linguaggio quotidiano.

Il richiamo agli ideali è del resto presen-te fin dal titolo, con la citazione di una del-le poesie più belle del turco Nazim Hikmet, presa a prestito per simboleggiare la traver-sata che aspetta oggi la sinistra perché, per dirla con Pittella, “i valori sono dirompenti e consentono di innovare restando fedeli a se stessi”.

I punti cardinali che fan-no da architrave al libro sono due: il Sud e l’Europa. Contesti che evocano alla perfezione la parabola politica di Pittella, che da consigliere comunale nel piccolo Comune di Lauria è passato per il consiglio re-gionale della Basilicata, per poi approdare alla Camera e arrivare nel 1999 al Bruxelles, dove è rimasto per quasi un de-cennio ricoprendo le cariche di vicepresidente del Parlamento europeo e presidente del Grup-po S&D, l’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici che ha provato a replicare in Euro-pa l’esperienza della fusione di culture politiche rappresen-tata dal Pd.

Un‘esperienza politica co-minciata all’ombra del padre Domenico, medico e senatore per il Partito socialista dal 1972 al 1983, scomparso di re-cente. Una figura forte e carismatica che ha ispirato l’intera parabola politica del figlio Gianni che, non a caso, gli ha dedicato il li-bro e una commossa postfazione.

Dunque il Sud, dicevamo, inteso non solo come luogo geografico ma come “luogo dell’anima”, perché “i Sud del mondo” sono l’emblema delle difficoltà in cui “risiedono le ragioni del socialismo”, capaci di evocare gli ideali di giustizia sociale e di politica fatta per il bene comune.

E l’Europa, nella convinzio-ne, come si legge nel libro, che oggi più che mai “fare politica per la Lucania e per il Mezzo-giorno significa fare politica in Europa”, perché le dinamiche centro/periferia sono le stes-se e si alimentano degli stessi stereotipi, che si tratti di Sicilia e Veneto o di Portogallo e Ger-mania . Un’Europa, che, però deve riuscire a riformare se stessa e a ripartire, mettendo da parte i dogmi dell’austerity impressi dalla destra, in nome di un’Unione che rimetta al centro i cittadini e la questione sociale.

Pittella conclude con un messaggio di ottimismo e con un invito alla sinistra a saper ripartire dalla sconfitta, riu-scendo a coltivare un’idea di futuro che parli alla società,

perché, si chiude il libro (e non possiamo che prenderlo come auspicio), “i più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vis-suti. E la politica più bella non l’abbiamo ancora vista”.

Il libro

Carla Attianese CONDIVIDI SU

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Gianni PittellaIl più bellodei mariè quelloche non navigammoRubbettino

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7 mercoledì 4 Luglio 2018

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8 mercoledì 4 Luglio 2018

In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Silvia Gernini, Stefano Minnucci,Agnese Rapicetta

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