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Per conoscere e ricordare la storia dell'architettura, dalle costruzioni preistoriche alle sperimentazioni contemporanee. Sintesi e approfondimenti su periodi storici e stili architettonici, forme e materiali, soluzioni costruttive e grandi architetti. ARCHITETTURA SCHEMI RIASSUNTIVI, QUADRI DI APPROFONDIMENTO TUTTO Studio Riepilogo Sintesi LO STUDIO IL CONCETTO DI ARCHITETTURA E I SUOI RAPPORTI CON LA SOCIETÀ DALLA PREISTORIA ALL'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA: STILI, TECNICHE, MATERIALI - CARATTERI GENERALI ED EVOLUZIONE DELLE FORME, ASPETTI TIPOLOGICI E STRUTTURALI - I GRANDI ARCHITETTI DI OGNI EPOCA LA SINTESI INQUADRAMENTI STORICI E GEOGRAFICI - TAVOLE RIASSUNTIVE PER OGNI CAPITOLO - APPROFONDIMENTI SU ARTISTI E PRINCIPALI OPERE - SCHEDE DEDICATE AI PIÙ IMPORTANTI ELEMENTI COSTRUTTIVI E AI MATERIALI DA COSTRUZIONE - DISEGNI E SEZIONI DI TIPOLOGIE E DI PARTICOLARI TUTTO Titolo concesso in licenza a antonella pa

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Per conoscere e ricordare la storia dell'architettura, dalle costruzioni preistoriche alle sperimentazioni contemporanee. Sintesi e approfondimenti su periodi storici e stili architettonici, forme e materiali, soluzioni costruttive e grandi architetti.

ARCHITETTURAS C H E M I R I A S S U N T I V I , Q U A D R I D I A P P R O F O N D I M E N T O

T U T T OStudio • Riepilogo • Sintesi

LO STUDIOIL CONCETTO DI ARCHITETTURA E I SUOI RAPPORTI CON LA SOCIETÀ DALLA PREISTORIA ALL'ARCHITETTURA CONTEMPORANEA: STILI, TECNICHE, MATERIALI - CARATTERI GENERALI ED EVOLUZIONE DELLE FORME, ASPETTI TIPOLOGICI E STRUTTURALI - I GRANDI ARCHITETTI DI OGNI EPOCA LA SINTESIINQUADRAMENTI STORICI E GEOGRAFICI - TAVOLE RIASSUNTIVE PER OGNI CAPITOLO - APPROFONDIMENTI SU ARTISTI E PRINCIPALI OPERE - SCHEDE DEDICATE AI PIÙ IMPORTANTI ELEMENTI COSTRUTTIVI E AI MATERIALI DA COSTRUZIONE - DISEGNI E SEZIONI DI TIPOLOGIE E DI PARTICOLARI

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TUTTOStudio Riepilogo Sintesi

ARCHITETTURAS C H E M I R I A S S U N T I V I , Q U A D R I D I A P P R O F O N D I M E N T O

T E S T I D I M A R C E L L O T O M E I

ARCHITETTURAfrontespizi.ai 1 15/02/10 17:16

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SETTORE DIZIONARI E OPERE DI BASE

Testi: Marcello Tomei, con la collaborazione di Marco Decarlis e Raffaella RaiteriDisegni: Banca dati opere DeA, ad eccezione di quelli alle pagine 20, 24, 28, 33,38, 40, 41, 50, 52, 53, 66, 67, 75, 76, 101, 102, 105, 124, 127, 130, 139, 140, 161,164, 176, 180, 190, 197, 209, 211, 222, 226, 238, 245 (Marcello Tomei)

Realizzazione: Studio Angelo Ramella, NovaraRedazione e impaginazione: Nicole Montanari, Nicoletta Mosca

Copertina: Marco Santini

ISBN 978-88-418-6930-

© Istituto Geografico De Agostini, Novaraprima edizione, marzo 2010prima edizione elettronica, marzo 2011

www.deagostini.itRedazione: corso della Vittoria 91, 28100 Novara

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essereriprodotta, memorizzata o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo,elettronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresicinema, radio, televisione, senza autorizzazione scritta dell’Editore.Le copie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE delcompensoprevisto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941n. 633. Le riproduzioni per finalità di carattere professionale, economicoo commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possonoessere effettuate solo a seguito di specifica autorizzazionerilasciata da AIDRO, corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano,e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org

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Che cosa è l’Architettura? A un tale quesito, soloapparentemente banale, il presente libro cerca di dareuna risposta, non riversando sul lettore un interminabilee noioso “fiume” di date, luoghi e opere, ma cercandodi cogliere gli aspetti peculiari che hanno determinatolo sviluppo dei differenti approcci all’arte dellamanipolazione dello spazio. Architettura che nonsi configura come materia chiusa in se stessa, regolatada uno specifico quadro disciplinare, ma che estendeil proprio campo di indagine alle altre forme artistichee si rivela strettamente correlata ai molteplici aspettidella vita sociale (politica, economia, religione, cultura,scienza e tecnica), di cui diviene inevitabile espressione.Questo libro, corredato di schizzi, schemi compositivie dettagli costruttivi, si presenta come utile strumentodi conoscenza per chi, studente o semplice appassionatodella materia, desideri disporre di un immediato quadrodi riferimento per una corretta collocazione geograficae temporale delle differenti manifestazioni architettoniche,ma anche come supporto per chi, come lo scrivente,per esigenze professionali è chiamato quotidianamentea confrontarsi con i fondamenti della disciplina, nelmomento in cui si accinge, con consapevolezza delleesperienze passate, alla progettazione di spazi coerenticon le istanze della società contemporanea. Concepitocome lavoro di sintesi e di facile consultazione, il librosi pone l’obiettivo di fornire un quadro complessivo diriferimento: alla curiosità e all’interesse del lettore attentoè riservata la facoltà di approfondire tematiche specifiche,particolari aspetti tecnici e costruttivi, così come le figureemergenti nelle diverse epoche, attingendo ai numerosivolumi, manuali tecnici e monografie dedicati alla materia.Sempre consapevole che nessun testo scritto è in gradodi sostituire l’esperienza conoscitiva diretta, sensorialee quasi “fisica” che ogni opera architettonica richiede.

L’Autore

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Guida alla consultazione

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Nascita del Gotico

L’eccezione italiana

Definizione

Il significatooriginariodel termine

L’evoluzionedel significato

Inquadramento storico e geografico

Oggi il termine Gotico indica lo stile artistico nato nella re-gione dell’Île-de-France, nel nord della Francia, verso lametà del XII secolo. Gradualmente l’arte gotica si estende abuona parte dell’Europa occidentale, interessando moltiStati (Gran Bretagna, Germania, Spagna, Portogallo) fino alXV secolo, ad eccezione dell’Italia, che, nel corso del Quat-trocento, vedrà sorgere un differente movimento culturale(Umanesimo) e artistico (Rinascimento).Il termine denota quindi lo stile diffusosi nell’Europa occi-dentale grosso modo tra la fine del Romanico e la diffusio-ne del Rinascimento.Diverso era il significato originario del termine “gotico”: co-niatonelXVsecolodalla storiografia rinascimentaleeattribuitoda alcuni storici a Lorenzo Valla, da altri a Raffaello, era usatoin senso dispregiativo e polemico come sinonimo di “barba-ro”; inizialmente definiva un tipo di grafia opposta a quella ro-mana, e successivamente venne usato per indicare una formaartistica rozza e poco raffinata, nella migliore delle ipotesi ar-bitraria e bizzarra, antitetica rispetto all’equilibrio e all’armo-nia espresse dall’arte classica greca e romana. Il Vasari stessonei suoi scritti si riferisce alla «maniera dei Goti» per criticareopere architettoniche medievali, in cui molte soluzioni stili-stiche dimostrano il decadimento della civiltà romana e il ne-fasto effetto delle invasioni barbariche.Nel corso dei secoli XVII e XVIII si diffondono diverse inter-pretazioni del Gotico, inteso sia come forma d’arte inven-tata dai Goti, antico popolo germanico, e importata in Fran-cia, sia come “art got o cot”, ossia arte della Luce e dello Spi-rito. È però solo con gli approfonditi studi dedicati al Me-dioevo dal Romanticismo che si attua un processo di riva-lutazione dell’arte e dell’architettura gotiche, superando inumerosi pregiudizi storici e giungendo a una serena valu-tazione dei loro caratteri specifici: giudizio che si è protrat-to fino ai nostri giorni.

2 Architettura goticaLo stile gotico fiorisce tra la prima metà del XII e il XV secolo: dai primicantieri delle cattedrali francesi dell’Île-de-France fino alle tarde manifestazionidell’Europa occidentale, il Gotico rappresenta in campo artistico l’ultimafase unitaria nell’ambito dell’arte medievale.

de uno stile fiammeggiante con ricchissime decorazioni scul-toree a traforo (facciata di Strasburgo, iniziata nel 1277). Glisplendidi cicli scultorei delle cattedrali, pur sul modello diquelli francesi, mostrano spesso una spiccata originalità e unintenso naturalismo di alto valore espressivo. Ma il maggiorcontributo del Gotico tedesco è il tipico schema della chiesaa sala (Hallenkirche), assai diffuso dal XIV al XVI secolo. Unvolto particolare ha anche l’architettura delle zone settentrio-nali (Lubecca), semplicissima nelle strutture, priva di decora-zione scultorea e interamente costruita in mattoni invece chein pietra, secondo moduli che si diffondono nei Paesi scandi-navi. I tradizionali schemi gotici hanno lunga vita nei Paesi te-deschi, soprattutto negli edifici civili, disegnando l’intera fi-sionomia delle città germaniche fino al periodo barocco.Scarsa originalità ha invece l’architettura gotica in Austria, fat-ta eccezione per la cattedrale di Santo Stefano, a Vienna.La Svizzera, tra il XIII e il XIV secolo, risente sia dell’apportofrancese (Ginevra, Losanna, Friburgo) sia di quello tedesco(gli architetti della famiglia Ensinger, di origine sveva, lavora-no a Costanza, Berna e Basilea). Come avviene per gli altri Pae-si dell’area germanica, fino a tutto il XVI secolo il Gotico è lostile nazionale delle città svizzere (edifici pubblici e privati, log-ge, fontane e così via).

� Il Gotico nell’Europa orientaleL’influenza francese è tangibile anche in Paesi lontani comel’Ungheria (Castello Reale e cappella di Esztergom) e la Ce-coslovacchia (la cattedrale di Praga fu iniziata daMathieud’Ar-ras, 1344-1352). Tuttavia, gli stretti legami storici tra l’Austria ela dinastia di Boemia creano una comune corrente culturale,legata soprattutto all’attività degli architetti della famiglia deiParler, operanti a Vienna e a Praga. Qui Peter Parler realizzanel coro della cattedrale (1353-1385) un modello di architet-tura per vetrate che, oltre a esercitare una notevole influenzain Polonia (Marienkirche, a Cracovia, 1384) e Ungheria, a Jàk,si estende ai Paesi tedeschi, da Vienna a Norimberga.

� Il Gotico nella Penisola ScandinavaNella Penisola Scandinava il maggior tramite per la diffusionedel Gotico è costituito dagli ordini monastici. I legami con l’ar-te francese, specie dal XIII secolo, sono molto stretti, ma l’usotradizionaledelmattonedonaagli edifici nordiciunsaporepar-ticolare. Le cattedrali di Roskilde (fine XII sec.) e di Uppsala(XIII sec.), quest’ultima eccezionalmente di pietra, si avvalgo-no anche di maestranze francesi. InNorvegia e Svezia è sensi-bile l’influsso inglese, mentre gli schemi della Germania del

Ricche decorazioniscultoree

La chiesa a sala

Lo stile delle regionisettentrionali

Il Gotico in Austria

Il Gotico in Svizzera

Influenza francese

Il ruolodegli ordinimonastici

Influenze inglesee tedesca

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2 - Architettura gotica

Testo con le parole e i concettichiave evidenziati in nero

Note a margine per la rapida individuazionee memorizzazione dei temi principaliSintesi introduttiva al capitolo

Il volume inizia con un’introduzione che definisce il concetto di Architettura e i suoiambiti di applicazione, le figure coinvolte nei processi di realizzazione di un’operaarchitettonica, il ruolo dell’architetto nella storia. Chiarisce inoltre il concettodi urbanistica e affronta altri temi generali, utili alla comprensione degli argomentitrattati nelle dieci sezioni successive, che corrispondono ad altrettanti periodio argomenti significativi della storia dell’architettura, dalle origini ai giorni nostri.Ogni sezione è introdotta da una presentazione che ne espone i caratteri generalie seguita da un sintetico specchietto riassuntivo.Il testo è articolato in modo da favorire la memorizzazione rapida dei tratti salientidi correnti artistiche e architetti, del loro stile e delle loro opere. I capitoli sonoaperti da un cappello introduttivo, che fornisce un rapido inquadramento generale

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classico:unastrutturachetrasmettestabilitàerobustezzacom-positiva – grazie anche alla sua collocazione in posizione so-praelevata –, insieme a forme limpide e semplici. Per la sua re-sidenza, Casa Monticello (1768), in Virginia, si ispira alla Ro-tonda del Palladio: un corpo centrale coperto a cupola è an-ticipatodaunpronao colonnato con timpano; bassi bracci nonsono più intesi come semplici portici, ma espansioni spazialie funzionali; queste ali sono collegate alla casa attraverso pas-saggi semisotterranei che richiamano Villa Adriana, a Tivoli. Iltetto a terrazza favorisce la contemplazione della natura cir-costante, dove sono inseriti bassi edifici di servizio, disposti inmodo da formare una grande U.Vi è una separazione tra gli ambienti pubblici e quelli pri-vati; all’interno le stanze semiottagonali intendono ottimizza-re gli spazi, secondo il concetto generale della formazione diun ambiente continuo anche con il parco. Ordine e armoniaemergono da questa costruzione, archetipo della villa ameri-cana. Jefferson si dedica allo studio dell’architettura romana,di cui adotta le forme per il progetto dell’università della Vir-ginia (1817): 2 file di padiglioni sono collegate a colonnati, po-sti ai lati di un ampio prato; i fronti sono tutti differenti e al-l’interno vi sono aule e alloggi per i docenti; nella parte retro-stante sono dislocati stanze e dormitori per gli studenti.Il progetto esprime bene il rapporto tra uomo e natura, ope-rosità e contemplazione, grazie all’integrazione fra struttureper lo studio e giardini, con grande fluidità dell’impianto. Labiblioteca, posta a un’estremità del complesso, è a piantacentrale, coperta a cupola con pronao e timpano (sumodellodel Pantheon).

Casa Monticello

Archetipodella villa americana

Rapporto tra uomoe natura

2 - Neoclassicismo

IL CAMPIDOGLIO DI WASHINGTON

Le forme classiche di questo edificio, se-de del Congresso degli Stati Uniti, simbo-leggiano le virtù americane e derivano daun rapporto di collaborazione tra diversiarchitetti. La pianta di William Thornton èdel 1793: è costituita da un corpo centra-le a T collegato a 2 ali rettangolari che tra-smettono orizzontalità all’edificio. Il vanocentrale si proietta all’esterno attraversoun portico con colonne a sostegno deltimpano triangolare superiore e ampiescalinate; un’enorme cupola sovrasta ilvano centrale. La progettazione di stampo

neoclassico e il riferimento all’antico e-sprimono il potere governativo, compara-to a quello dell’Impero Romano. L’edificioattuale è frutto di numerosi interventi suc-cedutisi nel corso dell’Ottocento, tra cui lasostituzione della cupola originaria di le-gno con una nuova struttura di ghisa. Lacupola attuale si erge su un tamburo a 2piani colonnato, terminante con la lanter-na e la statua della Libertà. Anche gli in-terni richiamano il classico, con forme adanfiteatro, mezze cupole cassonettate el’impiego di ordini classici.

fondazione pubblica nata nel 1897 allo scopo di reperire nuovefigure professionali nel campo progettuale e creativo.Emblema architettonico del movimento è il palazzo della Se-cessione, costruito in tempi record tra il 1898 e il 1899 comespazio espositivo alternativo a quelli dell’arte accademica,sotto il motto «Al tempo la sua arte, all’arte la sua libertà».Il progetto è di Olbrich: parte da una pianta rigorosamentequadrata che si innalza con pareti lisce e quasi disadorne (sal-voun fregio floreale); finestre eporte si aprono insolitamentecon tagli netti, senza cornici o timpani. La grande invenzio-ne decorativa è l’ampia cupola di rame traforata a motivi flo-reali, rilucente di lamine d’oro. L’interno, illuminato dalla cu-pola, dispone di ampia flessibilità spaziale e si adatta quindialle funzioni espositive.L’austriaco Adolf Loos, pur ponendosi in contrasto con la Se-cessione, ne è l’ultimo e più raffinato interprete. Propugna l’i-dea che «l’architettura non è un’arte perché qualsiasi cosa ser-va a uno scopo va esclusa dalla sfera dell’arte». La sua è quin-di un’architettura nuova totalmente funzionale, in cui ognidecorazione è abolita per rispondere solo alle necessità di chila abita: così nasce casa Steiner, caratterizzata da semplicitàdei volumie funzionalitàdelleaperture. Inseritoormainel con-testo dell’Art Nouveau, all’inizio del Novecento il Sezessionstilassume rilevanza internazionale e le principali istituzioni ven-gono a loro volta messe in discussioni da altri piccoli gruppi.

Palazzodella Secessione

La cupola di rame

Adolf Loos

La diffusionedel Sezessionstil

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1 - Dal Modernismo alla Secessione viennese

In Europa si sviluppa una serie di tendenze architettoniche accomunate da carat-teristiche analoghe e che vengono identificate con i termini Modernismo o Liberty.La nascita del Modernismo si colloca in Catalogna, più precisamente a Barcello-na, intorno al 1880; la sua diffusione si arresta solo verso il 1930.

L’Art Nouveau, diffusa tra il 1893 e il 1914, si sostituisce ai revival stilistici diffon-dendo un linguaggio inedito: suo tratto fondamentale è la trasformazione di ognielemento in un pezzo unico, in opposizione all’imitazione degli stili del passato.

Il movimento avanguardistico De Stijl nasce nei Paesi Bassi sulle orme della rivi-sta omonima fondata nel 1917 che raggruppa pittori, scultori, architetti e poeti pro-pugnatori di un’arte nuova capace di investire ogni aspetto dell’esperienza umana.

In Austria e in Germania verso il 1890 inizia a diffondersi un nuovo fenomeno arti-stico chiamato Sezessionstil, che si inserisce nella linea del ripudio delle istitu-zioni accademiche e della messa in discussione dei canoni tradizionali. Edificio sim-bolo del movimento è il palazzo della Secessione (1898-1899), realizzato su pro-getto di Joseph Maria Olbrich.

SCHEMA RIASSUNTIVOINCONTRO FRA TRADIZIONEE INNOVAZIONE

ART NOUVEAU

DE STIJL

SECESSIONE VIENNESE

Riquadrodi approfondimento

Schema riassuntivo

dell’argomento trattato. Le frequenti note a margine permettono la rapidaindividuazione dei temi principali e agevolano la loro ricapitolazione.Nel testo sono evidenziati in carattere nero più marcato i concetti, le opereo gli architetti che è particolarmente utile ricordare. I capitoli sono conclusida schemi riassuntivi che espongono in sintesi i lineamenti di fondo degli autorio delle scuole. All’interno dei capitoli sono presenti riquadri di approfondimento,che possono trattare argomenti collaterali all’esposizione principale e importantiper la sua comprensione, oppure autori e/o scuole non altrimenti collocabili.

In coda al volume è disponibile un indice in cui sono riportati le opere, le localitàe gli architetti citati nel testo.

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INTRODUZIONEIl concetto di Architettura 11

DALLE ORIGINIALL’ANTICO EGITTO

1 Prime forme di architetturapreistorica 19

2 Architettura mesopotamica 303 Architettura dell’antico Egitto 37

ARCHITETTURE MINOICA,MICENEA E GRECA

1 Architetture minoica e micenea 492 Architettura greca 55

ARCHITETTURE ROMANAE PALEOCRISTIANA

1 Architettura romana 732 Architettura paleocristiana 93

ARCHITETTURE ROMANICAE GOTICA

1 Architettura romanica 1152 Architettura gotica 134

ARCHITETTURADEL RINASCIMENTO

1 Inquadramento storico 1532 Aspetti tipologici 1583 Architetti e opere 163

ARCHITETTURA BAROCCA1 Le origini romane 1712 Il Barocco nel resto d’Italiae in Europa 179

ARCHITETTURADEL SETTECENTO

1 Tardobarocco e Rococò 1872 Neoclassicismo 192

ARCHITETTURADELL’OTTOCENTO

1 L’architettura dell’etàdella macchina 203

2 Eclettismo 2133 Urbanesimo e architettura 216

ARCHITETTURADEL NOVECENTO

1 Dal Modernismoalla Secessione viennese 221

2 Dal Futurismoal Razionalismo 228

3 Dal Movimento Modernoall’Architettura Organica 231

ARCHITETTURACONTEMPORANEA1 Dall’Hi-Techal Postmoderno 237

2 Dal Decostruttivismoal Neorazionalismo 243

3 Nuove tendenze 249

Indice 251

SommarioTitolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto G

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INTRODUZIONE

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Estremamente articolato e complesso è il campodisciplinare dell’architettura, antica arte del costruirecostantemente in equilibrio tra una ricerca teorica voltaalla comprensione dell’evoluzione storica dell’abitarenonché all’interpretazione dell’apporto fornito da altri campidel sapere (sociologia, antropologia, economia)e una pratica del costruire attenta agli aspetti fisicie materiali dell’oggetto architettonico e rivolta a unacontinua ricerca relativa alle componenti tecniche,estetiche e culturali dei materiali e delle tecniche impiegate.Tipico strumento di programmazione di un’operaarchitettonica è il progetto, inteso come l’insiemedi documenti e atti in grado di sviluppare un processometodologico che, dalle prime idee di massima relativeai requisiti, alle aspettative e alle esigenze espresse dallacommittenza e dagli utilizzatori, porta alla prefigurazionedella futura costruzione in ogni minimo dettaglio,sia per quanto riguarda gli aspetti architettonici, tecnicie costruttivi sia per quanto concerne gli aspetti economicie finanziari atti alla realizzazione dell’opera.Strettamente legata al tema del progetto è la scaladi intervento, che, a partire dall’Ottocento e durantei secoli successivi, si estende progressivamentealla grande scala della pianificazione territorialee dell’urbanistica (disciplina interessata alla conoscenzae alla pianificazione progettuale dello sviluppo dei centriurbani), così come alla piccola scala del disegnoindustriale (disciplina orientata allo studio e al controlloformale e prestazionale di oggetti di uso quotidianoprodotti industrialmente).

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L’architettura comerisposta sia allanecessità di riparosia a esigenzepiù evolute

Numerosedefinizioni

Marco VitruvioPollione

Le componentisecondo Vitruvio

Spazio e tempo

11

Definizione di “architettura”

Il primo obiettivo che un testo di architettura dovrebbe por-si è quello di dare una definizione quanto più chiara e com-pleta del termine “architettura” e del suo ambito di applica-zione. In linea generale designa una disciplina che, attraver-so contributi intellettuali e tecnici, interviene sull’ambiente fi-sico esistente allo scopo di modificarlo e adattarlo alle esi-genzeumane.Taledisciplina rispondealbisognoprimariodel-l’uomo di costruire manufatti non solo in grado di costitui-re un riparo e una protezione rispetto alle condizioni clima-tiche avverse, ma anche di fornire una risposta alle esigenzepiù evolute, quali ritrovarsi con i propri simili, praticare scam-bi commerciali, pregare, curarsi, esercitare il potere e, più ingenerale, insediarsi in un determinato luogo attraverso strut-ture stabili e durature.Numerose sono state nel corso dei secoli le definizioni del-la disciplina architettonica formulate da architetti, teorici euomini di cultura; tra queste, quella che ancora oggi risultauna delle più complete si deve a Marco Vitruvio Pollione(80/70-23 a.C.). Nel suo trattato De architectura l’architet-to e scrittore romano concepisce questa disciplina come l’in-sieme di tre fattori:•Firmitas (stabilità)•Utilitas (utilità)•Venustas (bellezza)Secondo la sua definizione ogni realizzazione architettonicanon può infatti prescindere da:•una componente costruttiva e strutturale, senza la qualel’opera è effimera e pericolosa nel suo utilizzo;•una componente funzionale, senza la quale l’opera è unma-nufatto privo di utilità per i potenziali fruitori, equiparabile auna scultura in grande scala;•una componente estetica e di ricerca artistica, senza la qua-le l’opera non può essere definita tale e scade nel campo del-la semplice edilizia.Un altro aspetto caratterizzante è legato ai concetti di spazioe di tempo. Specifica dell’architettura è la facoltà di definiree delimitare gli spazi interni destinati alle diverse esigenzeumane e di regolare i rapporti spaziali reciproci tra i volumi etra questi e l’ambiente circostante. Tale spazio però non è fis-so e immutabile, bensì legato alla variabile tempo.

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Il concetto di Architettura

La percezione dello spazio avviene da parte del potenzialefruitore in una serie di sequenze architettoniche, in una pro-gressiva visione dell’opera considerata da tutti i punti di vista,secondo la successione di vani, elementi costruttivi, volumi epercorsi predisposti dal progettista.Dal confronto tra architettura e altre forme artistiche (pittu-ra e scultura) emerge pertanto un’ulteriore caratteristica:mentre le opere pittoriche e scultoree vengonopercepite dal-la sola componente visiva (al limite tattile per quanto riguar-da la scultura), la reale percezione dell’opera architettonica edella sua spazialità richiede un’esperienza diretta che coin-volge tutti i sensi.Questa non avviene in maniera simultanea da parte del frui-tore, ma richiede uno sforzo intellettivo per comprendere evalutare le impressioni fornite dalla visione esterna del com-plesso, dalla vivibilità dei singoli spazi interni, dalla qualità deimateriali impiegati edagli effetti chiaroscurali determinati dal-la modulazione della luce naturale e di quella artificiale, e in-fine dalle sensazioni che la molteplicità degli aspetti di taleesperienza riesce a trasmettere.Tramite l’esperienza diretta (e non sicuramente solo attra-verso la consultazione di libri e riviste) è possibile cogliere laricchezza dei molteplici aspetti che costituiscono un’opera diarchitettura.

Edilizia corrente e architettura

Oggetto di interesse dell’architettura sono quindi la praticadel costruire e il prodotto di tale pratica, comunemente defi-nita edilizia. A differenza però dell’edilizia corrente, orienta-ta alla realizzazione del prodotto nei suoi aspetti pratici e fun-zionali, l’architettura ricerca anche una finalità estetica.Alla base di un’opera architettonica, oltre alla componentestrutturale e funzionale ci deve essere, insomma, un concet-to formale che si esplicita nell’opera stessa.L’opera architettonica, a differenza del semplice edificio, siconfigura come la composizione armonica di elementi checostituiscono un insieme organico, all’interno del quale con-fluiscono molteplici aspetti caratteristici della società e del-l’epoca nella quale viene realizzata (tendenze culturali, aspi-razioni del progettista e del committente, conoscenze tecni-che e organizzazione economica e sociale).Da questo punto di vista emerge chiaramente come ciascunaopera architettonica risulti intimamente connessa alla vita ci-vile e alla società nella quale viene creata, tanto da costituir-

Percezionedello spazio

Confronto con altreforme artistiche

Oggetto di interessedell’architettura

Rapportocon la società

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Il concetto di Architettura

ne, nei casi più felici, una vera e propria rappresentazione.Ne sono un esempio le piramidi della civiltà egizia, i sontuo-si palazzi della società rinascimentale e i grattacieli metropo-litani della società contemporanea.

Rapporto tra architettura e città:tipologia edilizia e morfologia urbana

Dal punto di vista storico si incomincia a parlare di architet-tura con l’insediamento delle prime forme di civiltà e con ilsorgere delle prime città. Molto stretto si è rivelato appuntonel corso dei secoli il rapporto tra architettura e città, in cuiciascun intervento architettonico risulta sottoposto al condi-zionamento del contesto esterno (sia esso naturale o artifi-ciale) e si pone in un determinato rapporto (di continuità odi opposizione) rispetto all’esistente.Secondo la disciplina architettonica il rapporto tra la formadel singolo edificio e quella dell’insediamento urbano vieneanalizzato tramite due concetti fondamentali: la tipologia edi-lizia e la morfologia urbana.La tipologia edilizia analizza la forma dell’edificio e ne dà unaclassificazione dal punto di vista dello sviluppo storico e del-la funzione: tipi edilizi residenziali (a blocco isolato, accosta-to, a corte chiusa, a corte aperta, in linea, a torre), tipi degliedifici pubblici (scuole, ospedali, teatri, stazioni ), elementi delrapporto tra tipo edilizio e città (lotto, isolato urbano, spaziocostruito, spazio libero: strade, piazze, verde pubblico, corti).La morfologia urbana studia la forma della città, analizzan-dola nei suoi elementi costitutivi (assi viari, aree edificate e li-bere, centralità, margini naturali e artificiali) e nelle relazionireciproche tra loro. Entrambi i concetti hanno costituito inpassato – e costituiscono ancora nel presente – un utile stru-mento di conoscenza delle regole razionali della composi-zione edilizia e urbana e del graduale sviluppo nel tempo del-la morfologia fisica, sociale e culturale degli insediamenti, peruna comprensione delle dinamiche evolutive e per una con-sapevole progettazione dei nuovi interventi.

Gli “attori” del processo di produzionedell’opera architettonica

Come in passato, anche oggi la riuscita di un’opera architet-tonica non è un merito da attribuire esclusivamente a un il-luminato committente o a un architetto creativo,ma alla stret-

Rapporti conil contesto esterno

Tipologia edilizia

Morfologia urbana

Creazionedi un’opera

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ta collaborazione di diversi “attori” (variabili come numero etipo di specializzazione in relazione alla complessità dell’o-pera), ciascuno impegnato nel proprio ruolo.Nelle epoche passate la gestione del processo di realizzazio-ne di un’opera architettonica avveniva in maniera diretta: l’u-tente (un singolo individuo o la collettività) provvedeva in pri-ma persona a programmare, progettare e realizzare l’operaarchitettonica. In epoca moderna, con l’avvento della Rivolu-zione Industriale e la specializzazione del lavoro, si assiste in-vece a un’articolazione del processo di produzione e al pro-liferare delle figure coinvolte. Figure che si possono suddivi-dere nelle seguenti categorie:•Gli utenti, ossia i fruitori dell’opera. In tempi recenti, in ca-si di utente rappresentato dalla collettività, si è assistito a for-me di associazionismo volte a una partecipazione il più pos-sibile diretta alle scelte progettuali e alla definizione delle ri-chieste funzionali.•Il committente, ovvero colui che assume l’onere di finan-ziare la realizzazione dell’opera architettonica. Spesso, manon sempre, coincide con l’utente finale.•Le istituzioni pubbliche (enti statali, regionali, comunali),che, secondo le proprie competenze e le differenti scale di in-tervento, determinano le scelte strategiche di sviluppo e so-vrintendono alla verifica del rispetto delle norme.•L’apparato industriale, costituito dalle imprese di costru-zione – direttamente impegnate nel cantiere – e dalle indu-strie produttrici delle materie prime e delle componenti edi-lizie, dislocate sul territorio.•I tecnici e iprofessionisti, ossia coloro cheoperanonegli am-biti della progettazione, pianificazione e direzione esecutiva,nonché nel collaudo e controllo delle opere. In passato questefigure erano rappresentate fondamentalmente dall’architetto,dall’ingegnere e dal tecnico diplomato come direttore di can-tiere; in tempi recenti, invece, il gruppo si è maggiormente ar-ticolato, comprendendo al suo interno specialisti come l’ur-banista, il geologo, il sociologo, il progettista ambientale, il pro-gettista impiantistico-strutturale, l’esperto in progettazione di-gitale emodellazione solida e altri ancora. In virtùdi questa ten-denza e per la realizzazione di opere di una certa importanzae complessità si è assistito in tempi recenti alla nascita di so-cietà di progettazione integrata, costituite damolteplici com-petenze specialistiche riunite in un’unica struttura.•Le maestranze, cioè gli operai edili impiegati presso le im-prese di costruzione impegnate direttamente in cantiere opresso le industrieproduttrici dimaterieprimeecomponenti,dislocate sul territorio.

Gestionedel processodi realizzazione

Le figure coinvolte

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Architettura come metodologiaprogettuale applicabilealla piccola e alla grande scalaConnaturato alla disciplina architettonica è il concetto di pro-getto (dal latino tardo proiectare, “gettare avanti”, “propor-re”), inteso non solo come momento di redazione degli ela-borati grafici e contabili, ma più in generale come processodi elaborazione teorica e metodologica che precede la rea-lizzazione di un’opera architettonica. Questo processo si ar-ticola in più fasi:•analisi delle esigenze da soddisfare;•programmazione e pianificazione dell’intervento;•elaborazione della forma del manufatto architettonico sianegli aspetti generali sia nei dettagli;•realizzazione materiale dell’opera;•verifica e collaudo di quanto realizzato.

Il progetto

Fasi di realizzazione

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Il concetto di Architettura

IL RUOLO DELL’ARCHITETTO NELLA STORIA

Quella dell’architetto è una figura profes-sionale caratterizzata da una duplice fun-zione, artistica e tecnica, che nel corsodei secoli ha visto il proprio ruolo consi-derato di volta in volta in modo diversodalla società e ha subito più di una mo-difica del proprio campo d’azione.Nell’antico Egitto l’architetto era unfunzionario che aveva il compito di pro-gettare templi e palazzi, nonché di so-vrintendere alla loro edificazione.Gli antichi Greci, a parte l’aspetto tecnicodella sua attività, ne valorizzarono la com-ponente artistica: l’architetto era innanzi-tutto uomo di cultura e di gusto che im-piegava leproprie conoscenzee lapropriaraffinatezza nel campo delle costruzioni.A Roma, caput mundi, data l’importanzarivestita dalle grandi opere di tipo infra-strutturale e utilitaristico, l’architetto eraprincipalmente un costruttore alle dipen-denze di enti pubblici, civili e militari.Nel Medioevo era una figura itinerante:progettisti-costruttori organizzati in coo-perative andavanodaunacittà all’altra perrealizzare cattedrali e altri edifici religiosi.Con il Quattrocento si impose il con-cetto di architettura come espressione

d’arte e presero corpo due diverse stra-de: quella dei maestri riformatori e quel-la dei semplici costruttori.Nei secoli XVI-XVIII l’architetto era consi-derato il depositario di tutte le nozioni tec-niche e artistiche necessarie per realizza-re compiutamente qualunque edificio, edera ritenuto idoneo a seguire la realizza-zione di qualsiasi opera dalle fasi iniziali diideazione fino allo sviluppo esecutivo e aldettaglio minuzioso di ogni elemento.Nell’Ottocento, grazie allo sviluppo tec-nologico (utilizzo del cemento armato edi strutture in ferro) e di nuovi processidi produzione edilizia, si verifica l’affer-mazione della figura dell’ingegnere civi-le, mentre l’architetto viene relegato alruolo di decoratore e progettista dellecomponenti estetiche degli edifici.Nel corso del XX secolo la figura dell’ar-chitetto riacquista progressivamente pre-stigio e un proprio ruolo ben definito conspecifiche competenze e responsabilità,per arrivare – al giorno d’oggi – a esplo-rare nuovi settori, dall’arredamento alladecorazione, dal design industriale all’ur-banistica, integrando il proprio operatocon quello di altri professionisti.

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Il progetto in tal senso diviene un processo di sintesi dei mol-teplici fattori che concorrono alla sua realizzazione, conden-sati in un’unica forma espressiva: la forma dell’opera archi-tettonica risulta pertanto il momento finale del complessoprocesso analitico che la precede.Vista la capacità dell’architettura di interpretazione e trasfor-mazione della realtà attraverso il progetto, nel corso dei se-coli l’oggetto del suo operare si è progressivamente amplia-to rispetto al manufatto architettonico, estendendo il propriocampo di indagine alla grande scala urbana e territoriale (ur-banistica), così come alla piccola scala degli oggetti d’usopro-dotti industrialmente (industrial design).

Urbanisticae industrial design

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Il concetto di Architettura

Disciplina che trova le proprie origini nell’esigenza dell’uomo di trasformare l’am-biente naturale per adattarlo al proprio bisogno primario di trovare un rifugio rispettoalle condizioni climatiche avverse e alle insidie dell’ambiente naturale.Con l’affermarsi di civiltà stabili ed evolute anche l’architettura si confronta con esi-genze differenti, relative alle attività commerciali, all’esercizio delle pratiche reli-giose, alla cura del corpo, all’esercizio e alla rappresentazione del potere.

Concetto relativo allo studio della forma dell’edificato, analizzato dal punto di vi-sta della sua evoluzione storica e della sua funzione, concepite sia nella propria au-tonomia sia in rapporto al contesto urbano di riferimento.

Concetto relativo allo studio della forma urbana, analizzata nel suo sviluppo storico enelle sue componenti costitutive fondamentali, ponendo particolare attenzione alle re-ciproche relazioni tra esse.

Numerose e diversificate sono oggi, più che in passato, le figure professionali coin-volte a vario titolo nel lungo e complesso processo di produzione di un’opera archi-tettonica, variabili come numero e come specializzazione in relazione alla tipologiadell’opera da realizzare e al suo grado di complessità.

Disciplina che si occupa dello studio analitico e della pianificazione dello svilup-po dei centri urbani tramite l’elaborazione di progetti articolati su vasta scala.

Disciplina dedicata alla conoscenza dell’evoluzione storica e formale degli oggettid’uso prodotti industrialmente e al futuro sviluppo progettuale degli stessi.

SCHEMA RIASSUNTIVODEFINIZIONEDI ARCHITETTURA

TIPOLOGIA EDILIZIA

MORFOLOGIA URBANA

GLI “ATTORI”COINVOLTI NELPROCESSO DI PRODUZIONEDELL’OPERA ARCHITETTONICA

URBANISTICA

INDUSTRIAL DESIGN

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DALLE ORIGINIALL’ANTICO EGITTO

1 Prime forme di architetturapreistorica

2 Architettura mesopotamica3 Architettura dell’antico Egitto

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La comparsa dell’uomo sulla Terra vede il proliferare digruppi nomadi di cacciatori e allevatori che continuamentesi spostano sul territorio in cerca di prede o di nuovi terrenidi pascolo, servendosi di ricoveri precari offerti dallanatura, come grotte o caverne, o di rudimentali capanne,erette rapidamente utilizzando materiali subito disponibili.È solo con l’avvento delle prime civiltà stanziali dediteall’agricoltura, intorno al 6500 a.C., chele costruzioni dell’uomo assumono un carattere più stabilee duraturo, atto a rispecchiare la formazione di gruppisociali consolidati e organizzati. Le singole costruzionisi aggregano a costituire primitive forme di villaggie al contempo si differenziano secondo tipologie diversein relazione alla funzione cui sono destinate.In Mesopotamia, nelle terre rese fertili dalle periodicheinondazioni del Tigri e dell’Eufrate, sorsero le primeimportanti civiltà urbane, e in un arco di tempo di tremillenni si succedettero le civilità dei Sumeri, degli Assiri,dei Babilonesi e dei Persiani, ciascuna arteficedi imponenti e fondamentali opere che grande influenzaavranno nelle epoche successive.La civiltà egizia infine, con le maestose opere a caratterereligioso giunte fino ai giorni nostri (mastabe, piramidie templi), testimonia l’elevato livello organizzativo raggiuntodal proprio apparato statale e religioso.

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La comparsa dell’uomo sulla Terra:popolazioni nomadi e stanziali

L’origine dell’architettura viene fatta coincidere dagli storicicon il passaggio epocale dalle popolazioni nomadi di cac-ciatori e allevatori alla nascita delle prime civiltà stanziali, av-venuto intorno al 6500 a.C. I primi ripari costruiti dalle po-polazioni nomadi, pur avendo un carattere precario legato al-la scarsità delle risorse disponibili, ai frequenti spostamentideterminati dallamigrazione delle prede o dall’alternanza deiterreni di pascolo, contengono in nuce principi, credenze easpirazioni che saranno alla base delle successive civiltà.Nelle stesse speculazioni teoriche della cultura architettonicaoccidentale sono ricorrenti i riferimenti al concetto di “capan-naprimitiva”, intesocomeprimoattodioccupazionedelmon-do da parte dell’uomo, di definizione di un ambiente dome-stico favorevole alla sopravvivenza, in contrapposizione ai ri-gori della natura. A causadel carattere effimero e transitorio deimanufatti risalenti alla fase preistorica del nomadismo, oggi diquesti nonabbiamoalcun reperto; tuttaviaun’indicazionepiut-tosto precisa è fornita dagli studi di antropologia culturale e dietnologia. I primi ripari delle popolazioni nomadi erano rap-presentatida rudimentali capanne, conpavimentodi terrabat-tuta, ossatura di rami e copertura a falde rivestita e protetta dafrasche, foglie e fascine. Tali strutture avevano la caratteristicadi poter essere montate in breve tempo e abbandonate al ter-mine della battuta di caccia o del periodo di pascolo.

Dal nomadismo alleprime civiltà stanziali

Il concetto di“capanna primitiva”

Mentre nelle aree mediorientali si assiste al progressivo passaggio dal nomadismoalla formazione dei primi insediamenti urbani, in Europa si attua lo sviluppo dellaciviltà megalitica nelle aree geografiche di Francia, Spagna, Italia e Inghilterra.Massime espressioni di questa civiltà, ancora oggi visitabili nei siti archeologicidi Carnac e Stonehenge, sono gli imponenti manufatti di pietra, evidenti puntidi riferimento nel paesaggio per segnalare luoghi di culto e di sepoltura.Sul territorio italiano va segnalata, per la sua notevole importanza, la civiltànuragica della Sardegna, culla di un’evoluta organizzazione socialee di un’originale concezione architettonica.

1 Prime formedi architettura preistorica

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Graffiti rupestri

Popolazionidella Palestinae della Mesopotamia

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Dalle origini all’antico Egitto

Altro tipo di riparo che si presentava a portata di mano in si-mili occasioni era costituito dalle grotte naturali, che non ve-nivano semplicemente occupate dagli allevatori o dai caccia-tori, ma modificate e adattate alle loro esigenze. Le cavernecostituivano ampi rifugi naturali, di cui le popolazioni primi-tive si appropriavano, modellandone per quanto possibile leasperità, organizzando al loro interno percorsi e luoghi di so-sta, modificandone la percezione visiva tramite l’apertura diprese di luce naturale o tramite l’utilizzo del fuoco, e deco-randone le superfici interne: ne sono testimonianza i nume-rosi ritrovamenti di graffiti rupestri raffiguranti scene di cac-cia e di vita quotidiana.Intorno al VI millennio a.C. le popolazioni che abitavano leregioni mediorientali della Palestina e della Mesopotamia (at-tuale Iraq), in seguito allo sviluppo dell’agricoltura nelle loroterre – inondate e rese fertili dalle periodiche inondazioni delTigri e dell’Eufrate – modificarono progressivamente le pro-prie condizioni di vita, divenendo stanziali. Questo cambia-mento garantì raccolti regolari, accumulo delle eccedenze dadestinare al commercio e formazione di gruppi sociali con-solidati e organizzati “politicamente”. Il cambiamento socia-le determinò nuove modalità di insediamento sul territorioe l’esigenza di edificare costruzioni che si differenziassero leune dalle altre in relazione all’utilizzo cui erano destinate.

Figura 1Pittura rupestreraffigurante una scenadi caccia (Altopianodel Tassili, Saharaalgerino).

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1 - Prime forme di architettura preistorica

Le tende delle popolazioni nomadi si trasformano presto instrutture più solide, abitazioni a pianta circolare con inte-laiatura di rami rivestita di cannicciato, reso consistente da unimpasto di fango e paglia. Nel Neolitico questa struttura tro-va grande diffusione in un’area che si diffonde fino alla Mon-golia, e acquisisce caratteri di sempre maggiore stabilità: alleorditure perimetrali di legno e alle coperture leggere si so-stituiscono strutturemurarie a pianta circolare in pietra a sec-co, sassi e mattoni che si prolungano sulla copertura a for-mare una sorta di igloo. È questa la tipologia a thòlos, chegrande importanza rivestirà nella edificazione delle tombe atumulo delle civiltà cretese e micenea.Questi primi insediamenti rurali, inizialmente isolati al centrodelle principali regioni agricole, con il diffondersi dell’agricol-tura cominciano a dar vita ai primi villaggi, evidenziando subi-to la difficoltà di aggregazione di strutture edilizie a pianta cir-colare. Di conseguenza la tipologia a thòlos viene progressiva-mente sostituita da edifici con strutture murarie disposte or-togonalmente tra loro e in posizione verticale, in modo da fa-vorire razionali composizioni e aggregazioni di elementi. Cen-tri comeGerico in Palestina, Catal Hüyük in Anatolia e Tell Has-suna in Mesopotamia divengono punti di organizzazione dellavita collettiva, centri religiosi e amministrativi, nodi commer-ciali e luoghi di nascita della produzione artigianale. Al di là del-le specificità locali, queste prime forme di aggregazione pre-sentano alcuni caratteri comuni, che costituiranno la base perlo sviluppo delle successive civiltà urbane.

� L’insediamento agricolo di Catal HüyükCatal Hüyük è una delle più antiche città neolitiche dell’A-natolia. Durante gli scavi che, a partire dagli anni Cinquantadel Novecento, l’hanno riportata alla luce (ma solo in parte),si è scoperto che questo centro di allevatori e agricoltori ave-va tutte le caratteristiche di unprimitivomodello urbano. Ad-dossate le une alle altre a formare una sorta di alveare e cin-te da mura sprovviste di aperture, le case (vista l’assenza distrade) erano accessibili dai tetti mediante scale retrattili dilegno. Questi tetti, terrazzati e posti ad altezze diverse, con-sentivanoalla lucedi raggiungere l’internodelle abitazioni tra-mite piccole finestre. Ogni casa era fatta dimattoni di fangoessiccato ed era a un piano, con un unico ambiente rettan-golare ricoperto di stuoie al cui centro troneggiava il focola-re; due piattaforme con i giacigli fungevano da “stanza” da let-to. Le abitazioni potevano essere provviste di un collega-mento al santuario, un ambiente più ampio dove si seppel-livano i defunti e si celebravano riti in onore degli dei.

Prime abitazionia pianta circolare

Struttura a thòlos

Nascono i villaggi

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Il Neolitico: architettura megalitica

A differenza di quanto avviene nelle aree geografiche medio-rientali tra il V e il III millennio a.C., in Europa non si registrala nascita di analoghi insediamenti urbani, bensì lo sviluppodella civiltà megalitica, che tra il 5000 e il 1800 a.C. si diffon-de in Francia, Spagna, Inghilterra e Italia.Caratteristica principale, nonché potente espressione dellecredenze religiose di tale civiltà, è l’uso di imponenti blocchidi pietra conficcati nel terreno, veri e propri segnali architet-tonici checostituivanopuntidi riferimentoall’internodelpae-saggio indicando luoghi rituali e importanti sepolture.Questi manufatti arcaici, composti in forme elementari, sonodi cinque tipi:•I menhir (termine che in bretone significa “pietra lunga”)sono grandi blocchi isolati di pietra appena sbozzata dalla for-ma approssimativa di parallelepipedo, infissi verticalmentenel terreno.•Gli allineamenti (alignements) sono raggruppamenti di piùmenhir, disposti in file rettilinee e parallele; esempi celebrisono ubicati a Carnac, in Bretagna.•I cromlech (termine che in gallese significa “cerchio di pie-tra”) sono raggruppamenti di più menhir disposti secondocerchi concentrici, spesso intorno a un masso centrale. Unodegli esempi più noti e significativi è costituito dal comples-so di Stonehenge, in Inghilterra, la cui costruzione pare ri-salga al II-III millennio a.C. Dall’orientamento degli elementiche lo compongono sembra fosse dedicato al culto del Sole.•I dolmen (“tavola di pietra”), monumenti megalitici com-posti da una lastra di pietra grezza di forma appiattita, sorrettada 2 o più ritti, anch’essi in pietra. Il dolmen, nella sua estremasemplicità, costituisce il fondamentodel sistemacostruttivo tri-litico (dal greco trèis=3e lìtos=pietra), in cui 2 elementi ver-ticali (piedritti) sostengono il peso di un elemento orizzonta-le (architrave) posto come copertura dello spazio sottostante.Numerosi sono stati i ritrovamenti di dolmen in Francia e inBretagna: uno dei più celebri è la Table des Marchands a Loc-mariaquer, nel dipartimento di Morbihan, in Bretagna.•L’allée couverte è un raggruppamento di più dolmen alli-neati in modo da costituire una sorta di galleria.

� Gli allineamenti di CarnacCon i suoi 3000menhir allineati, la cittadina bretone di Carnacè un simbolo indiscusso della civiltà megalitica. Vi si possonoindividuare 5 allineamenti, anticipati da un cromlech ovale econcepiti, secondo alcuni studiosi, come un gigantesco oro-

Tipologie deimanufatti megalitici

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Dalle origini all’antico Egitto

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logio astronomico con cui prevedere le eclissi e determinarei periodi di aratura e semina. A confermare questa tesi ci sa-rebbe il fatto che i campi di pietre traguardano monumentimegalitici delle zone circostanti, tra cui il Grand Menhir Bri-sé, sulla penisola di Locmariaquer, che probabilmente costi-tuiva il principale punto di riferimento per calcolare le pausedelle perturbazioni lunari e prevedere le eclissi. Inoltre pareche, per stabilire le distanze tra le file, gli antichi avessero fat-to riferimento alla yardamegalitica, unità dimisura pari a 81,6centimetri, che sarebbe alla base di tutte le costruzioni mega-litiche della zona di Carnac, ipotesi non da tutti condivisa.Il primo allineamento, Le Ménec (o “luogo delle pietre”), èorientato verso nordest ed è costituito da 11-12 file di menhirche si dipanano per 1165 metri: 1099 monoliti che arrivano aessere alti fino a 4 metri e a pesare anche 50 tonnellate. Al ter-mine di Le Ménec s’incontra un altro cromlech ovale. Terminainvece con il piccolo allineamento di Le Manio il secondo via-le di pietrefitte, Kermario (o “luogo dei morti”), che dista dalprimo circa 250 metri ed è costituito da 1029 monoliti di altez-za decrescente (da oltre 6 m a 60 cm). Dopo un menhir altoquasi 6 metri, il Gigante del Manio, s’incontrano le 13 file di555 menhir disposte a ventaglio del terzo allineamento, Ker-lescan (o “luogo bruciato”). Seguono l’allineamento di PetitMénec (o “piccolo luogo delle pietre”), che pare costituisseconKerlescanununico lunghissimoviale,equellodiKerzerho.

� Il complesso di StonehengeIl complesso megalitico di Stonehenge, nella contea inglesedi Wiltshire, sarebbe stato costruito fra il 3000 e il 1550 a.C.Considerato il più importante monumento preistorico d’Eu-ropa, viene interpretato come un santuario dedicato al dioSole, nonché un progredito osservatorio astronomico. Nelcorso dei 1500 anni che portarono alla realizzazione di que-sto tempio monumentale, abbandonato a metà del secondomillennio, si individuano tre fasi costruttive. Dapprima le co-munità neolitiche spianarono un’area circolare (dettahenge),al cui ingresso furono posti un masso di arenaria (detto perla sua forma Pietra del Calcagno) e 2 monoliti. Lungo il pe-rimetro furono scavate una sessantina di buche (per l’esat-tezza 56, numero che diviso per 3 dà 18,6: il tempo occor-rente alla Luna per compiere un giro completo della linea deinodi), utilizzate – lo si deduce dai ritrovamenti – come tom-be. A completare il quadro, che vede protagonista la culturadi Windmill Hill, 4 monoliti di arenaria sarsen: si pensa chefossero impiegati per le osservazioni astronomiche. In un se-condo momento al centro dell’area furono eretti 80 menhir

L’orologioastronomicodi Carnac

Il più importantemonumentopreistorico europeo

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1 - Prime forme di architettura preistoricaTitolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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di pietra disposti in 2 semicerchi concentrici. Successiva-mente, al posto dei 2 semicerchi fece la sua comparsa – sia-mo nella fase della cultura guerriera del Wessex dell’Età delBronzo – un anello di 29,5 metri di diametro (29,5 è il nu-mero dei giorni del mese lunare sinodico), formato da bloc-chi verticali di arenaria sarsen, alti oltre 4 metri e sormontatida un architrave circolare di blocchi orizzontali; al centro 5 co-lossali triliti disposti inmododa racchiudere la cosiddetta “pie-tra dell’altare”. Più tardi all’interno dell’anello sarsen venne-ro aggiunti un cerchio di 40 pietre azzurre alte fino a 2 metrie una ventina di menhir di forma conica, disposti a ferro di ca-vallo nello spazio circoscritto dai 5 triliti.Tra i resti di questo complesso megalitico – che si sono con-servati fino ai giorni nostri –, frammenti di blocchi e menhir,i 4 monoliti della prima fase, la Pietra del Calcagno e l’altare.Ciò che ancora lascia stupefatti è l’imponenza di Stonehen-ge, soprattutto se si considera che, per il trasporto e l’innal-zamento dei giganteschi blocchi di pietra, nel Neolitico nonc’erano a disposizione i macchinari di cui ci si può avvalereoggigiorno. Tuttavia non si può certo dire che queste popo-lazioni preistoriche non potessero contare su architetti, ma-nodopera e astronomi all’altezza della situazione.Per quanto riguarda la funzione di osservatorio astronomicoattribuita al tempio, fu l’archeologoWilliamStukeley,nel 1740,il primo a riscontrare l’orientamento verso nordest – nel pun-to in cui sorge il sole al solstizio d’estate, il 21 giugno – della

Figura 2Complessodi Stonehenge(Piana di Salisbury,Gran Bretagna).

Un complessodi rara imponenza

William Stukeley

Dalle origini all’antico Egitto

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Pietra del Calcagno e della strada che conduce al centro del-l’henge.Un’interpretazione inchiaveastronomica cheha il suopiù recente sostenitore in Gerald Hawkins (1928-2003), con-vinto che Stonehenge consentisse di traguardare e calcolare ilsorgere e il tramontare del sole e della luna nei solstizi, di de-terminare un calendario lunare e di prevedere le eclissi.

La civiltà nuragica in Sardegna

La civiltà nuragica nasce e si sviluppa in tutto il territorio del-la Sardegna in un arco temporale chedalla primaEtà del Bron-zo (XVIII sec. a.C.) arriva all’Età del Ferro (900-238 a.C.), finoal suo declino nel II secolo d.C., in piena epoca romana.L’origine della civiltà nuragica, che prende il nome dal suomonumento più rappresentativo (il nuraghe), pare sia da at-tribuire alla stessa popolazione sarda che, durante il Neoliti-co e l’Età del Rame, aveva dato vita alla grande cultura dellaSardegna prenuragica e che, nel 1700 a.C., con la scoperta el’utilizzo del bronzo, determina trasformazioni economichee sociali che portano a forme più evolute di organizzazionedelle comunità e a un’originale concezione architettonica.La prima fase della civiltà nuragica, denominata dagli storiciNuragico I A (1700-1500 a.C.), vede l’affermarsi dei caratteridistintivi di questa società, e in campo architettonico si assi-ste all’edificazione dei primi protonuraghi o nuraghi a cor-ridoi. Tali costruzioni, costituite dall’aggregazione di grandiblocchi sbozzati di pietra, presentanouna formapiuttosto toz-za (la loro altezza non supera i 10 m) e uno sviluppo plani-metrico irregolare; internamente sono attraversati da uno opiù corridoi, intervallati da qualche piccola cella ricoperta dauna falsa volta. Peculiarità dell’insieme è la predominanzadella massa muraria rispetto all’esiguità degli spazi interni,compensata dalla presenza di una terrazza superiore, spes-so coperta da una struttura lignea.Intorno al 1500 a.C. (Nuragico I B), durante la media Età delBronzo, cominciano a comparire i nuraghi veri e propri, onu-raghi monotorre: si tratta di costruzioni di forma troncoco-nica realizzate con massi in pietra grezza o appena lavorataper agevolarne la posa inopera, assemblati a secco, senza l’im-piego di leganti cementizi.La tipologia costruttiva è la stessa che si rinviene nelle tombeminoiche e micenee (costruzione a pianta circolare costitui-ta da filari concentrici aggettanti di conci di pietra, conclusasulla sommità da una falsa cupola), con la differenza però che,mentre le thòlos dell’area egea venivano edificate all’interno

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1 - Prime forme di architettura preistorica

Gerald Hawkins

Originedella civiltà nuragica

Nuragico I A

Predominanzadella massa muraria

Nuragico I B

Differenze trale thòlos di areaegea e i nuraghi

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di un tumulo di terra (o di una collina artificiale), i nuraghierano realizzati a partire dal piano di campagna, ossia all’ariaaperta. Internamente la struttura del nuraghe presenta unao più camere sovrapposte, di cui quella al piano terra è col-legata con il vano di ingresso tramite un andito più o menolungo. A partire dall’andito di ingresso, o dalla camera al pia-no terra, una scala di pietra conduce alle camere superiori ealla terrazza posta sulla sommità, seguendo l’andamento cir-colare delle masse murarie perimetrali. Nel notevole spesso-re di queste ultime, costituite da un doppio paramento mu-

Struttura internadel nuraghe

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Dalle origini all’antico Egitto

ARCHITETTURE IN LEGNO

Il legno è stato il primo materiale da co-struzione impiegato dall’uomo fin dallapreistoria, e le sue peculiarità (facile re-peribilità, buone caratteristiche fisichee meccaniche, agevole lavorabilità e, inalcuni casi, possibilità di utilizzo anchesenza alcuna lavorazione) ne hanno fat-to una materia prima tra le più diffuse incampo edilizio, soprattutto tra le civiltàprimitive. Le più antiche testimonianzedi costruzioni lignee risalgono al Paleoli-tico e riguardano sia strutture simili atende sia costruzioni sotterranee incui le pareti verticali e la copertura pia-na erano realizzate con tronchi d’alberoallineati e giuntati tra loro, ricoperti diterra. Successivamente, durante il Neoli-tico, si hanno testimonianze relative a in-sediamenti su palafitte costituiti da abi-tazioni di legno edificate sopra a piat-taforme sostenute da un gran numero dipali conficcati nel terreno o sul fondodei laghi (insediamenti di Ledro e Fiavènei pressi del Lago di Garda). Nei secolisuccessivi il legno ha caratterizzato lacostruzione di manufatti architettonici intutto il mondo, divenendo il materialepreponderante sia per singoli elementicostitutivi (come coperture, solai e ser-ramenti) sia per interi sistemi costruttivi.In Cina il modulo generatore comune atutte le tipologie edilizie è costituito dal

padiglione, composto da una gabbia dielementi portanti di legno tamponati dapannelli leggeri in carta o bambù. Perconsentire la protezione di tali strutturea vista, la copertura, composta daun’ossatura di travi di legno e da unmanto in tegole di laterizio, è dotata diforti aggetti.Anche in Giappone la struttura delle co-struzioni anticamente era di legno, co-perta da tetti a falda in paglia e caratte-rizzata da un’estrema chiarezza compo-sitiva e da un eccellente livello tecnicodelle carpenterie. È nelle abitazioni enelle case del tè che la cultura giappo-nese riesce a esprimere il rigore compo-sitivo degli spazi e il proposito di massi-ma integrazione tra la costruzione e ilcontesto naturale.In Europa gli edifici interamente realiz-zati in legno nascono e si diffondononelle regioni nordoccidentali, dove sonotuttora presenti, soprattutto nei contestimontani e rurali. Le tecniche di assem-blaggio sono di diverso tipo e vanno dal-la semplice sovrapposizione di tronchiscortecciati, incastrati tra di loro in corri-spondenza degli angoli, all’utilizzo distrutture lignee completate da tampona-menti in mattoni, fino alla tipologia dellochalet, la cui struttura è costituita daun’orditura di travi squadrate e tavole

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rario di grossi massi, esterno e interno, colmato nell’inter-capedine centrale da pietrame di piccole dimensioni, veni-vano generalmente ricavati alcuni spazi minori di servizioper soddisfare l’esigenza di ottimizzare lo spazio disponibi-le. Si realizzavano così nicchie e cellette, o venivano scavatipozzi al di sotto del piano del pavimento per la conservazio-ne delle derrate alimentari.In un secondoperiodo, collocabile tra il 1300 e il 900 a.C. (Nu-ragico II e III), al nuraghe monotorre si affiancano strutturepiù articolate e complesse, costituite da diverse torri nuragi-

Nuragico II e III

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1 - Prime forme di architettura preistorica

piallate, lavorazioni rese possibili dall’af-finamento degli utensili impiegati.In contesti urbani e in tempi recenti,grazie alla sempre più accentuata sensi-bilizzazione verso i problemi ambientalie verso le qualità percettive dei materia-li tradizionali, si registra un rinnovato in-teresse per l’utilizzo del legno, non soloin ambito strutturale, ma anche perquanto riguarda le opere provvisorie, lefiniture, i rivestimenti e gli isolanti, non-ché nel campo dell’arredamento, dovel’impiego di questo materiale non hamai avuto flessioni. In tal senso, paralle-lamente all’impiego del legno naturaledelle diverse essenze (abete, quercia,frassino, olmo, larice, castagno e cosìvia), si è avuta negli ultimi tempi una no-tevole diffusione e messa a punto diprodotti derivati dal legno, che possonoessere raggruppati in tre grandi famiglie:• I legni compensati. Appartengono aquesta famiglia i compensati propria-mente detti, composti da strati sottili dilegno incollati tra loro a fibre incrociate;i panforti, composti da un’anima internacostituita da listelli di legno e rivestita e-sternamente da fogli di legno a fibraturaincrociata (impiegati, come i precedenti,per realizzare tamponamenti interni,controsoffittature, rivestimenti e serra-menti); i lamellari, ottenuti dall’incollag-

gio di listelli di legno per formare grandielementi strutturali, quali pilastri e traviad andamento rettilineo o curvilineo (im-piegati per coperture e strutture di di-mensioni rilevanti).• I legni prodotti per sfibratura. Appar-tengono a questa famiglia prodotti realiz-zati con scarti di lavorazione delle tavoledi legno, economicamente vantaggiosi,generalmente impiegati nel campo del-l’arredamento e come isolanti termoacu-stici. Sono costituiti da pannelli di lana dilegno, pannelli OSB (Oriented StrandBoard) e truciolari, ottenuti dall’aggrega-zione di trucioli, scaglie e fibre di legno,tenuti insieme da collanti che ne miglio-rano le caratteristiche meccaniche.• I legni migliorati sono sottoposti atrattamenti specifici per conferire lorodeterminate caratteristiche. I legni im-pregnati sono sottoposti a un processodi imbibizione con resine sintetiche permigliorarne la resistenza al fuoco e la re-sistenza all’aggressione di parassiti; i le-gni metallizzati sono sottoposti a imbi-bizione con metalli in fusione per miglio-rarne la resistenza meccanica; i lamina-ti sono sottoposti a pressatura e imbibi-zione con resine sintetiche, per ottenereun prodotto dalle migliori caratteristichedi resistenza e minore variazione dimen-sionale in relazione agli sbalzi di umidità.

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che (da 2 a 5, che si aggiungono al mastio, la torre principa-le) raccordate tra loro da cortine murarie, a formare impo-nenti bastioni turriti a carattere militare e difensivo. Il livellodi complessità dell’insieme varia in relazione alla funzionesvolta e al ruolo della costruzione all’interno dell’ambito ter-ritoriale di influenza.In ambito funerario, diffuse su tutto il territorio della Sarde-gna sono le tombe megalitiche a corridoio, conosciute con iltermine, inizialmente di origine popolare e successivamenteadottato dal mondo archeologico, di tombe di giganti. Il no-me trova la propriamotivazione nelle rilevanti dimensioni delcorpo tombale e della camera funeraria, spazi destinati adospitare decine – ma in alcuni casi anche centinaia – di se-polture. La tomba di giganti è costituita da un corridoio fu-nerario (delimitato lateralmente da una successione di ritti inpietra e ricoperto da lastroni orizzontali o da filari aggettan-ti) nella cui parte terminale veniva collocato un bancone perla deposizione delle offerte. Esternamente il corridoio era ce-lato alla vista da un tumulo di terra che decresceva in altez-za dal fronte di ingresso fino al fondo absidato. Ai lati del fron-te di ingresso due bracci, costituiti da filari di pietra di altez-za decrescente, formavano l’esedra, spazio sacro nel quale sisvolgevano i rituali in onore dei defunti.

Figura 3Schemi planimetricidelle costruzioninuragiche in Sardegna:A) protonuraghiB) nuraghi monotorreC) nuraghi complessi.

Maggiorecomplessitàcostruttiva

Tombe megalitichea corridoio

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Dalle origini all’antico Egitto

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1 - Prime forme di architettura preistorica

Il passaggio dalle prime forme di nomadismo alla creazione dei primi insediamentistanziali, con conseguente realizzazione di costruzioni stabili, durature e integratetra loro, viene identificato dagli storici come la nascita dell’architettura, espres-sione fisica e materiale di una società complessa e organizzata.

Diffusasi in Europa tra il 5000 e il 1800 a.C., nel corso dei secoli diventa in grado direalizzare una grande quantità di imponentimanufatti in pietra dalla diversa confor-mazione (menhir, dolmen, cromlech, allineamenti e allée couverte), di grande sug-gestione e potere simbolico.

Nata e sviluppatasi in Sardegna dalla prima Età del Bronzo fino al II secolo d.C., prendeil nome dal suo monumento più rappresentativo, il nuraghe, e nel corso dei secoli svi-luppa una nutrita serie di originali costruzioni da esso derivate.

SCHEMA RIASSUNTIVODAL NOMADISMO ALLEPRIME CIVILTÀ STANZIALI

CIVILTÀ MEGALITICAIN EUROPA

CIVILTÀ NURAGICAIN SARDEGNA

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Prime civiltàmesopotamiche

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Inquadramento storico e geografico

Le prime civiltà urbane nacquero e si diffusero in Mesopo-tamia, fertile regione dell’Asia Minore compresa tra i fiumi Ti-gri ed Eufrate, corrispondente all’odierno Iraq.In particolare furono tre le regioni che videro avvicendarsi ci-viltà e culture differenti, per un ciclo complessivo di oltre tremillenni (dal 3500 al 331 a.C., anno della sconfitta dei Persia-ni da parte di Alessandro Magno):

2 Architettura mesopotamicaLa Mesopotamia, ricca regione dell’Asia Minore, è la culla in cui si sonoavvicendate civiltà e culture differenti, che sono riuscite a portare la tecnicadella lavorazione della terra cruda a livelli molto elevati. Queste civiltà hannoedificato templi, ziqqurat e palazzi, fino a raggiungere l’apice con la cittàdi Babilonia, considerata nell’antichità una delle Sette Meraviglie del Mondo.

ARCHITETTURE IN TERRA CRUDA

L’uso della terra per la realizzazione diopere architettoniche è una praticamolto antica, nata con i primi insedia-menti umani del Paleolitico (intorno al6000 a.C.) e sviluppatasi successiva-mente in tutti i continenti fino ai giorninostri, epoca in cui si assiste a una ri-scoperta di questa tecnica, in relazionealle sue caratteristiche biologiche, eco-logiche e ambientali.Diverse sono le tecniche costruttive cheutilizzano la terra come materia prima:• adobe: consiste nel confezionare mat-toni con terra ricca di argilla entro formedi legno o metallo, lasciati essiccare alsole dopo essere stati cosparsi di sabbia;• pisé: tecnica di origine mediorientaleconsistente in una colata di fango liquidoeffettuata in casseformi di legno che ven-gono man mano spostate per completa-re la costruzione. Nella colata vengonogeneralmente inseriti materiali naturali

quali paglia, pezzetti di legno e fibre ve-getali, con lo scopo di costituire una leg-gera armatura e consolidare l’impasto;• torchis: tecnica di realizzazione ditamponamenti esterni di edifici tramiteun impasto di terra e paglia che rivesteun grigliato di legno o bambù, fissato asua volta alla struttura portante dellacostruzione;• bange: tecnica adottata per la realizza-zione di murature portanti tramite undenso impasto di terra e paglia, che vie-ne preparato, trasportato in loco e getta-to in opera senza l’ausilio di casseformi.La superficie della spessa muratura cosìottenuta viene successivamente lisciatatramite il taglio delle parti in eccesso.Numerose sono nel mondo le realizza-zioni in terra cruda, caratterizzate cia-scuna da elementi comuni ricorrenti especificità legate a cultura e tradizionilocali. In Africa sono molto diffusi i vil-

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• La regione ubicata a sud, in prossimità del corso termina-le del Tigri e dell’Eufrate, dove sorsero i centri religiosi di Ur,Eridu, Uruk, Nippur, Lagash, Larsa, che divennero le città-sta-to dei Sumeri.• La regione ubicata a nord, lungo il corso superiore del Ti-gri, dove sorseroKalash,Gawra,Ninive, Khorsabad, Assur, TellHassunah, principali centri urbani degli Assiri.• La regione centrale, con le città di Kish, Akkad, Mari, Bor-sippa e Babilonia, principali centri abitati dei Babilonesi.

I Sumeri

La civiltà sumerica è la prima a insediarsi, intorno al IV mil-lennio a.C., nel sud del Paese. Sua peculiarità è il fatto di es-sere strutturata su basi religiose: ciascun centro urbano ap-parteneva a una divinità, la popolazione era al suo servizio ei mezzi di lavoro venivano collettivizzati.L’edificio più importante della città è il tempio, che si inseri-sce in un tessuto urbano costituito da un’aggregazione di-

Tre regioni

Una civiltàsu basi religiose

Il tempio sumerico

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2 - Architettura mesopotamica

laggi interamente realizzati in terra, incui un unico recinto racchiude diversecostruzioni a pianta circolare raccolteintorno a un cortile centrale. La tipolo-gia è generalmente a thòlos, oppure acopertura piana, sostenuta da unastruttura lignea.Nel Mali numerose sono le moscheerealizzate in terra, caratterizzate da unospesso muro di cinta rinforzato da con-trafforti e torrioni a pianta quadrata, incui il più alto svolge la funzione di mina-reto (moschea del Venerdì a Djenné, no-ta anche come grande moschea di Mop-ti). Celebri sono pure le antiche case atorre della città di Shibam (la “Manhattandel deserto”), nello Yemen, edifici alti fi-no a 8 o 9 piani, realizzati in adobe e u-bicati all’interno di un fitto reticolo distretti vicoli, ai margini del deserto.A partire dal secondo dopoguerra, conl’introduzione sul mercato delle costru-

zioni di materiali prodotti dalla modernaindustria (principalmente cemento ar-mato, acciaio e vetro), nel mondo occi-dentale si assiste a un progressivo ab-bandono della terra cruda, divenuta or-mai nell’immaginario collettivo simbolodi obsolescenza e povertà, da rimuove-re e dimenticare. Un atteggiamento ne-gativo causato molto spesso da pregiu-dizi e dal prevalere di interessi econo-mici volti all’utilizzo dei nuovi materialida costruzione.Recente è però la riscoperta delle terrecrude, soprattutto da parte dell’architet-tura bioecologica. Questa disciplina neapprezza le qualità di economicità, faci-lità di lavorazione ed elevato potere di i-solamento termico, prefigurando possi-bili e diffusi impieghi in un’ottica genera-le di risparmio energetico, utilizzo prefe-renziale delle risorse locali e recupero ericiclaggio delle materie prime.

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sordinata di abitazioni di fango, paglia e canne, servito dastrade tortuose e cinto da mura difensive; oltre a svolgerefunzioni religiose, il tempio riveste importanza politica e am-ministrativa. Generalmente è a pianta rettangolare e si svi-luppa intorno a una corte; spesso gli vengono annessi ma-gazzini, laboratori per gli artigiani, uffici amministrativi e for-ni per il pane.Dal punto di vista tecnico-costruttivo si assiste all’impiego dimattoni di argilla cruda essiccati al sole, dalla duplicefunzione strutturale ed estetica, per la realizzazione di spessemura e contrafforti, mentre per le fondazioni e i pavimentisono utilizzatimattoni cotti in fornace e giuntati con bitume.Le pareti esterne sono rivestite con formelle di ceramicasmaltata che, oltre ad avere una valenza decorativa, si sonosuccessivamente rivelate strumento efficace per la protezionedelle strutture murarie.Citiamo qui i templi più antichi.•Il tempio di Eridu (V millennio a.C.), costituito da un’am-pia sala rettangolare suddivisa in più vani mediante divisoriinterni e chiusa sul fondo da uno spazio absidale dove è col-locato un altare.•Il tempio Bianco di Uruk (IV millennio a.C.), monumenta-le costruzione a pianta rettangolare con murature caratteriz-zate da contrafforti e nicchie; sorge sopra un basamento al-to circa 15 metri, a cui si accede tramite una rampa.•Il tempio di Khafajah (2750 a.C.) che, a differenza degli al-tri, presenta una pianta ovale.Nel corso dei secoli la complessità funzionale dei templi(luoghi di culto, ma anche di valenza politica, economica eamministrativa) evolve verso forme sempre più articolate ecomplesse – i cosiddetti templi-palazzo, ampie costruzionisviluppate intorno a cortili aperti, composte da santuari, re-sidenze dei dignitari, botteghe, magazzini –, fino ad arrivarea costituire il nucleo di vere e proprie città-stato (Palazzo Adi Kish del 2800 a.C., Palazzo Ekhursag di Ur del 2100 a.C.)

Gli Assiri

Al periodo protostorico (IV millennio a.C.) e antico-dinastico(3000-2340 a.C.) della civiltà sumerica segue il periodo acca-dico (2340-2230 a.C.), durante il quale il re Sargon e i suoisuccessori tentano una riunificazione politica della Mesopo-tamia mediata dalla devozione al sovrano, subentrato alle di-vinità come riferimento per lo Stato. In quest’epoca com-paiono templi edificati su alti basamenti gradonati, spesso rea-

Importanza politicae amministrativadel tempio

Mattoni crudi e cotti

I templi più antichi

Evoluzione versoforme più articolate:i templi-palazzo

Riunificazionedella Mesopotamiae nascitadelle ziqqurat

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Dalle origini all’antico Egitto

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lizzati sulle macerie di edifici precedenti: è il tipo edilizio del-la ziqqurat (in sumero E’-temen-an-ki, “fondazione del cieloe della terra”), costruzione templare costituita dalla sovrap-posizione di tronchi di piramide.Sulla terrazza posta alla sommità i sacerdoti praticano le ce-rimonie rituali e osservano i corpi celesti per trarne auspici eprofezie. Alto è il carattere simbolico e religioso di queste co-struzioni, che nella loro morfologia esprimono con evidenzala tensione dalla Terra verso il Cielo.Per la civiltà assira acquista sempre maggiore importanza il ti-po edilizio del palazzo, che con la sua struttura ortogonalecondiziona gradualmente il tessuto edilizio delle città, orga-nizzato secondo una trama regolare a reticolo. Le principalitestimonianze sono costituite dal palazzo di Assurnasirpal aNimrud e dal palazzo di Khorsabad (la capitale del regno),entrambe città di nuova fondazione.

I Babilonesi

In seguito al declino della civiltà assira, la dinastia dei Babi-lonesi assume il ruolo di potenza egemone durante il co-siddetto Periodo Paleobabilonese (2030-1595 a.C.). In que-st’epoca si consolidano le istituzionipolitiche e si opera una

Figura 4Ricostruzionedi una ziqquratmesopotamica.

Importanzaurbanisticadel palazzo

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separazione del potere regale da quello religioso. Dopo unritorno dell’egemonia della civiltà assira durante i periodiMedioassiro (1365-932 a.C.) e Neoassiro (932-612a.C), chetermina con la caduta della città di Ninive ( 612 a.C.), assu-me sempre maggiore importanza la città di Babilonia che,con le sue mura, i palazzi e le ziqqurat, diviene espressionedell’eccellenza raggiunta dall’intera civiltà mesopotamica,tanto da essere annoverata da Greci e Romani tra le SetteMeraviglie del Mondo, in virtù del rigoglio e dello splendo-re dei suoi giardini pensili.La città è organizzata sulla base di un impianto ortogonale, re-golato da principi geometrici, e si sviluppa intorno al PalazzoReale, ricostruito da Nabucodonosor e collegato alla città at-traverso l’imponente Porta di Ishtar (580 a.C.), rivestita dimi-gliaia di formelle policrome in ceramica smaltata, decoratecon raffigurazioni di animali sacri. Simbolo della grandezza edella ricchezza raggiunta dalla civiltà babilonese, questa por-ta marcava l’accesso alla Via Processionale, lunga 300 metri elarga 22, che, fiancheggiata da mura turrite, raggiungeva ladoppia Porta di Astarte.Oggi è possibile visitare al Pergamon Museum di Berlino unafedele ricostruzione con reperti originali della Porta di Ishtar.

I Persiani

La supremazia babilonese crolla nel 539 a.C. per opera di Ci-ro il Grande, capo della prima dinastia persiana (Achemeni-di), che in breve tempo conquista ampi territori dell’Asia Mi-nore, della Macedonia e della Tracia.La cultura architettonica persiana recupera ampiamente l’u-so del laterizio smaltato, di provenienza assira e babilonese,come pure l’impiego di elementi architettonici di prove-nienza hittita e assira (bassorilievi in pietra e decorazioni an-tropo-zoomorfe), integrando il tutto con l’uso massiccio del-le colonne di pietra, mutuate dalla civiltà egizia.Nelle città di Susa, Pasargade (prima capitale) e Persepoli(capitale voluta da Dario I) sono concentrati i principali pa-lazzi persiani, costituiti da grandi sale colonnate collocate subasamenti cui si accede tramite monumentali scalinate, de-corate con maestosi bassorilievi policromi, celebrativi dellagrandezza del sovrano. Lamassicciamassamuraria tipica del-le realizzazioni mesopotamiche viene ora alleggerita dallapresenza di ampi porticati, che stabiliscono un nuovo rap-porto tra gli spazi interni delle sale e quelli aperti del pae-saggio circostante.

Caduta di Ninive

Impianto ortogonaledella città

Caduta di Babilonia

I palazzi persiani

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Dalle origini all’antico Egitto

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Nuova è anche la posizione di questi palazzi: non più erettial centro delle città come avveniva in precedenza, bensì col-locati ai margini dei centri abitati, in luoghi geometricamen-te organizzati e protetti da mura.

� PersepoliLa città di Persepoli fu fondata nel 518 a.C. per volere di Da-rio I il Grande, che intendeva così celebrare l’eterna gloriadel suo impero; a completarla furono Serse I, Artaserse I e Ar-taserse III. Costruita ai piedi del monte Kuh-e Rahmat su unaterrazza rettangolaresopraelevata, l’anticacapitaledegliAche-menidi era circondata da possenti mura. L’accesso era costi-tuito da una grandiosa scalinata a doppia rampa che condu-ceva alla Porta delle Nazioni, eretta da Serse I. Si trattava diun ambiente a pianta quadrata con il soffitto sorretto da 4 co-lonne alte 16 metri; ai lati si aprivano 3 porte, una delle qua-li – quella posta a occidente – era fiancheggiata da una cop-pia di giganteschi tori androcefali.Dalla porta a sud si accedeva all’Apadana, l’edificio più im-portante della città, riservato alle udienze del re. Eretto tra il515 e il 465 a.C., presentava lati quadrati lunghi 75 metri, 72colonne alte 20 metri (ne sono rimaste 13), ordinate su 6 filee, su 3 lati, portici colonnati; agli angoli si ergevano 4 torriquadrate impreziosite da sculture in rilievo. Tutte le colonneerano di pietra scanalata, poggiavano su basi a forma di fioredi loto rovesciato ed erano dipinte a colori vivaci, come purei rilievi e i soffitti lignei.Di fronte alla scalinata est dell’Apadana si trovava il Tripy-lon, una sala quadrata sostenuta da 4 colonne che, comesuggerisce il nome, era provvista di 3 portali. Il portale nordcollegava l’ambiente con il cortile a L su cui si affacciava l’A-padana, il portale est lo metteva in comunicazione con gliedifici pubblici e il portale sud, infine, dava accesso alle stan-ze private del palazzo.Altra sontuosa costruzione di Persepoli era il palazzo di Da-rio I, costruito su un basamento alto più di 2 metri; vi si ac-cedeva mediante una scalinata adorna di sculture. All’inter-no, un vano centrale sorretto da 12 colonne e l’appartamentodel sovrano. Erano 36, invece, le colonne che sostenevano lasala centrale del palazzo di Serse, preceduta da un atrio an-ch’esso ipostilo (con 12 colonne) e da un cortile.Degni d’interesse anche il santuario dedicato al culto del fuo-co, l’Harem – che probabilmente era l’appartamento riserva-to alle concubine del re –, l’arsenale e l’archivio.Ma è la Sala delle Cento Colonne l’edificio in cui l’aspettomonumentale di Persepoli trova la sua massima espressione:

Palazzi ai marginidei centri abitati

Una città volutada Dario I il Grande

Apadana

Tripylon

Palazzo di Dario I

Palazzo di Serse

Harem

Sala delle CentoColonne

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si trattava di un vasto ambiente ipostilo a pianta quadrata incui trovava posto il trono di Serse I, che aveva dato inizio al-la costruzione, portata a termine sotto Artaserse I. Le colon-ne della sala erano effettivamente 100, suddivise in 10 file, esostenevano un soffitto di oltre 4500 metri quadrati.

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Dalle origini all’antico Egitto

Civiltà insediata nel sud della Mesopotamia verso il IV millennio a.C., la cui organiz-zazione avveniva su basi religiose; il tempio è l’edificio più importante della città,dedicato, oltre che al culto, anche all’attività politica e amministrativa. Organizzatointorno a una corte interna, con il tempo annette alla sua struttura molteplici localiausiliari adibiti a magazzini, laboratori, uffici e forni per il pane.

Civiltà insediata nel nord della Mesopotamia, lungo il corso superiore del Tigri, ca-ratterizzata da un ritorno della figura del sovrano alla guida del Paese; edifici tipicisono la ziqqurat, costruzione templare generata dalla sovrapposizione di tronchi dipiramide, e il palazzo, costruzione a struttura ortogonale intesa come centro gene-ratore della trama di sviluppo dell’intera città.

Civiltà insediata al centro del territorio mesopotamico, caratterizzata da una separa-zione del potere del sovrano rispetto a quello religioso; tra le numerose città, Babilo-nia. Con l’estrema ricchezza dei suoi giardini, delle mura e dei sontuosi palazzi, agliocchi degli occidentali Babilonia diviene simbolo dell’eccellenza raggiunta dall’interaciviltà mesopotamica.

Nel VI secolo a.C. la civiltà persiana subentra a quella babilonese in ampie zonedella Macedonia e della Tracia; in ambito architettonico opera una reinterpretazio-ne del modello del palazzo, integrando elementi mutuati dalle civiltà precedenti edesempi forniti dall’arte egizia.

SCHEMA RIASSUNTIVOSUMERI

ASSIRI

BABILONESI

PERSIANI

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Inquadramento storico e geografico

La civiltà dell’antico Egitto si sviluppa in una fascia geogra-fica corrispondente al corso del fiume Nilo, dalle sue cate-ratte (al confine con il Sudan) fino allo sbocco nel Mar Me-diterraneo, durante un arco temporale che va dal 3100 finoal IV secolo a.C.Gli studiosi hanno suddiviso questo ampio periodo in cinqueepoche storiche:•Periodo Protodinastico (I e II dinastia; 3100-2850 a.C.);•Antico Regno (III-VI dinastia; 2850-2200 a.C.);•Primo Periodo Intermedio (VII-X dinastia; 2200-2052 a.C.);e Medio Regno (XI-XII dinastia; 2052-1786 a.C.);•SecondoPeriodo Intermedio (XIII-XVII dinastia; 1786-1567a.C.) e Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia; 1567-1075 a.C.);•Bassa Epoca (XXI-XXXIX dinastia; 1075-332 a.C.).

Periodo Protodinastico

Di questo periodo arcaico non ci rimane alcuna testimonian-za diretta; solo attraverso l’interpretazione di fregi e imma-gini decorative gli storici hanno potuto ricostruire le primeforme architettoniche dell’epoca, edificate conmateriali na-turali facilmente reperibili quali legno, fibre vegetali e terracruda essiccata al sole.Con l’unificazione tra Alto e Basso Egitto operata nel 3150a.C. per volontà dei primi sovrani Tiniti, per il consolidamen-

Cinque epoche

Ricostruzionedelle prime formearchitettoniche

Unificazione tra Altoe Basso Egitto

Sviluppatasi in un’ampia area geografica corrispondente all’intero corsodel fiume Nilo, la civiltà egizia abbraccia un ampio arco temporaleche va dal 3100 fino al 332 a.C., anno in cui il Paese viene definitivamenteconquistato da Alessandro Magno e privato della propria identità culturale.Passata alla storia per le imponenti realizzazioni delle piramidi – oggi metadi innumerevoli visite turistiche da tutto il mondo –, la civiltà egizia elaboròl’ideazione di molti altri edifici religiosi (màstabe, templi), ammirevoliper l’ingegnosità delle soluzioni architettoniche adottate.

3 Architetturadell’antico Egitto

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to e lo sviluppo della società furono fondamentali le opere diingegneria idraulica, realizzate con grande perizia per irregi-mentare le acque del Nilo, in una rete di dighe e canali ca-paci di sfruttare i benefici delle periodiche inondazioni e ga-rantire in modo continuativo la fertilità delle terre. In questoperiodo l’Egitto, divenuto uno Stato unitario, trasferisce la ca-pitale da Thanit a Menfi.In campo architettonico compaiono le prime tombe a mà-staba, termine derivante dalla lingua araba, in cui significa“panca” o “banchetto”. Queste strutture funerarie erano co-stituite da un gradone di forma troncopiramidale di matto-ni crudi – contenente alcune cappelle rituali – che sovrasta-va un pozzo, dal quale si accedeva alla camera sepolcrale in-terrata. Scopo dell’ampio gradone (unica porzione visibiledella màstaba) era quello di sigillare l’accesso alla tomba ve-ra e propria, ove erano custoditi la salma mummificata e ilsuo corredo di tesori.

Nel corso dei secoli al basamento principale della màstaba,destinata a divenire il monumento funebre caratteristico del-le classi sacerdotali e degli alti funzionari statali, vengono ag-giunte ulteriori terrazze via via più strette verso l’alto.

� Le necropoli di MenfiMenfi, prima capitale dei faraoni, fu per lungo tempo il bari-centro politico, religioso e commerciale dell’Egitto. Se del-l’antica città è rimasto ben poco (resti del tempio di Ptah edue gigantesche statue, trasferite altrove), le vastissime ne-cropoli situate lungo il Nilo possono dire molto del genio edelle capacità tecniche di chi fu incaricato di realizzarle.

Dalle origini all’antico Egitto

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Ingegneria idraulica

Prime tombea màstaba

La prima capitaledei faraoni

Figura 5Schema compositivodi una màstaba egizia:A) gradone

di mattoni crudiB) pozzoC) camera sepolcrale.

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Saqqara

Dahshur

Meidum

Dalla màstabaalla piramide

La necropoli di Saqqara, situata a due chilometri da Menfi,ospitava originariamente solo le spoglie dei funzionari del re-gno. Fu con la II dinastia che incominciarono a esservi sepol-ti anche i faraoni e videro la luce le prime tombe a màstaba.Al faraone Zoser, della III dinastia, si deve il merito di aver in-trodotto un tipo di sepoltura dalla forma innovativa: si tratta-va di una piramide a gradoni decrescenti, alta una sessantinadi metri, che al di sotto presentava il pozzo funerario. A sud,all’interno di un grande recinto che ospitava diversi edifici, sisvolgevano le cerimonie sacre.Altra necropoli di grande interesse è quella di Dahshur, do-ve si erge la Piramide Rossa, realizzata con blocchi di calcaredi colore rossiccio. Di dimensioni di poco inferiori rispetto al-la più celebre – e più tarda – Piramide di Cheope, nella ne-cropoli di Giza (dove verrà trasferita la necropoli reale), la Pi-ramide Rossa, voluta da Snefru, faraone della IV dinastia, è al-ta 100 metri e ha i lati lunghi 220.Nella vicina necropoli di Meidum si erge la prima costruzio-ne dotata di camera sepolcrale interna, cappella funerariaesterna e un tempio in valle: nata come piramide a gradonidurante la III dinastia, fu trasformata durante la IV da Snefru,che volle rivestirla di lastre calcaree. Il crollo del rivestimen-to ha conferito alla costruzione la forma troncoconica con cuisi presenta oggi ai nostri occhi.

Antico Regno

Con la III dinastia lo Stato egizio assume il ruolo di centro dicontrollo delle attività economiche e culturali del Paese, ma-gnificando il proprio potere con l’edificazione di opere mo-numentali. È di quest’epoca il passaggio dal tipo della mà-staba a quello della piramide, costruzione nella quale trova-no applicazione la grande capacità organizzativa del lavoroda parte dello Stato e l’abilità tecnica di artigiani, scalpellinie tagliatori di pietre.Il primo esempio della nuova tipologia è costituito dalla pi-ramide di Djoser, a base rettangolare – composta di 6 gra-doni sovrapposti, tutti interamente di pietra –, che raggiun-gono un’altezza complessiva di 60 metri, ubicata all’internodi un complesso funerario occupante una superficie di ol-tre 15 ettari a Saqqara.Intorno alla piramide sorge una serie di màstabe destinate alculto funerario del re, disposte secondo l’orditura di un reti-colo riproducente l’impianto di una città; il tutto è racchiusodauna cintamurariadi ragguardevole estensione (554 x77m),

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alta circa 10 metri. Il percorso inter-no alla struttura è evocativo dell’im-maginario viaggio compiuto dai de-funti attraverso la morte verso unanuova esistenza ultraterrena.L’ulteriore evoluzione del tipo a pi-ramide gradonata conduce alle im-ponenti e famose piramidi a basequadrata e superfici lisce diCheope(unica tra le Sette Meraviglie delMondo giunta fino ai giorni nostri),Chefren e Micerino (Mykerinos),rinvenute nella necropoli di Giza,costituite da un nucleo di grossiblocchi di calcare e granito rifinito

da un manto esterno di pietre tagliate, levigate e giuntatecon grande precisione. La piramide di Cheope, detta ancheGrande Piramide, la più imponente delle tre della necropolidi Giza, risulta impostata su una base quadrata di circa 230metri di lato e occupa una superficie di oltre 5 ettari. In ori-gine aveva un’altezza di 147 metri, che si sono progressiva-mente ridotti ai 137 attuali a causa dell’azione erosiva degliagenti atmosferici. Il nucleo interno della piramide è costi-tuito da monoliti di granito che arrivano a pesare anche 80tonnellate ciascuno, ed è rivestito da un manto esterno dilastre di calcare, basalto e granito.Compaiono in quest’epoca nuovi elementi architettonici: lecolonne di pietra a forma di palma, di fiore di loto o di fogliadi papiro. Sono costituite da blocchi monolitici di pietra o datamburi sovrapposti sormontati da trabeazioni.Durante la V e VI dinastia e nei secoli successivi, le piramidi(dato l’enorme sforzo economico e organizzativo richiesto al-lo Stato per la loro realizzazione) si ridimensionano e si sem-plificano nella struttura, essendo ora composte da un nucleodi detriti rivestito da lastre di pietra.

Medio Regno

L’espansione del regno determina un progressivo amplia-mento del numero di governatori e funzionari locali addettial governo dello Stato (monarchi), con conseguente indebo-limento del potere centrale. Questa modifica a livello politi-co si riflette in campo architettonico: alla grandiosità e unifor-mità stilistica tipica dell’Antico Regno subentra unamaggiordifferenziazione delle opere, legate alle tradizioni locali. In

Figura 6Sezione verticale dellaPiramide di Cheope(necropoli di Giza):A) ingressoB) camera sotterraneaC) corridoiD) camera della reginaE) grande galleriaF) camera del faraone.

Nuovi elementiarchitettonici

Ridimensionamentoe semplificazionedella struttura

Espansionedel regno

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ambito funerario all’imponenza delle piramidi si sostituisco-no forme di sepoltura più economiche e razionali: màstabedi grandi dimensioni e templi, sia edificati sul terreno sia sca-vati all’interno della roccia.Il tempio egizio, che trae origine da costruzioni analoghe sor-te in epoca arcaica, è il luogo in cui si venera il defunto uo-mo-dio ed è inserito in un contesto di elementi predisposti alfine di generare un percorso processionale riflettente la co-smogonia egizia.Attraverso un portale di ingresso, costituito da 2 muraglionirastremati verso l’alto (pilone), normalmente preceduto da2 obelischi e da un viale di sfingi (dròmos), si giunge in unacorte a cielo aperto circondata da portici e successivamentein una sala ipostila, per poi accedere alla camera sepolcrale,dove è custodito il simulacro della divinità.Di grande effetto risulta pertanto il percorso lineare “a can-nocchiale”, in cui il visitatore, procedendo, incontra via viaspazi in successione che si riducono nelle dimensioni (i sof-fitti si abbassano gradualmente e i pavimenti si innalzano tra-mite gradini) e divengono sempre più intimi e raccolti: dallaluce accecante dell’esterno si giunge alla penombra della sa-la ipostila e al buio totale della camera sepolcrale. Esempi no-tevoli sono costituiti dai templi del dio Ammone di Karnak(dal XVI al I sec. a.C.) e di Luxor (XIV sec. a.C.).Numerosi e caratteristici di quest’epoca sono i templi ru-pestri, costruzioni in cui il percorso rituale si snoda lungole pendici montuose (templi di Mentuhotep e di Hatshe-psut a Deir el-Bahari) o è scavato sul fianco roccioso dellamontagna, come nel caso dei templi di Abu Simbel (pressoAssuan), Beni Hasan, el-Bersha e Meir.

Il tempio egizio

Figura 7Schema compositivodel tempio egizio:A) piloneB) peristilioC) sala ipostilaD) vestiboloE) nàosF) cappelle laterali.

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� I templi di Karnak e LuxorLa città di Tebe, che acquista sempre maggiore importanzae diventerà capitale del Nuovo Regno, accoglie le vestigia deitempli di Karnak (detto la “fortezza”), più volte modificatonel corso di 1600 anni, e Luxor (o harem meridionale). Ilcomplesso di Karnak, dalle dimensioni monumentali, com-prende 3 recinti – con i templi di Amon-Ra, Mut e Montu –,4 cortili, 10 piloni (grandi porte) e diversi edifici minori.A conferirgli l’aspetto attuale fu Nectanebo, sovrano dellaXXX dinastia. Questi fece innalzare il primo pilone davanti albacino collegato al Nilo mediante un canale, e il viale d’ac-cesso fiancheggiato da sfingi criocefale (dalla testa di ariete)che accompagnano al primo cortile, dove per volere di Seti IIe Ramesse II furono erette 2 cappelle per la sosta delle bar-che trasportate durante le processioni.FuHoremheb a far erigere il secondo pilone, che costituiscela facciata del tempio. Il terzo pilone, voluto da Amenofi III,conduce al punto d’incrocio dei due assi stradali, indicato da4 obelischi. Tra il quarto e il quinto pilone, in una piccola sa-la ipostila, si ergevano 2 obelischi con le sommità rivestite dibronzo dorato (ne è rimasto uno solo). Oltrepassato il sestopilone si raggiunge il cortile del Medio Regno e poi il giardi-no botanico, nei cui pressi sorgeva l’obelisco di granito rossoche oggi troneggia nella piazza di San Giovanni in Laterano aRoma. Proseguendo si incontrano il settimo, l’ottavo e il no-no pilone. Il decimo conduce all’esterno del recinto dove,lungo un viale fiancheggiato da sfingi androcefale (dalla testaumana), si raggiunge il tempio della dea Mut. Il tempio diMontu si trova all’esterno del recinto.La costruzione più rappresentativa del complesso di Karnakè la sala ipostila del tempio di Amon, ambiente cui si acce-de dal lato est del primo cortile: eretta nell’arco di un secolo,occupa una superficie di 5500 metri quadrati, è sostenuta da2 file centrali di 12 colonne papiriformi adorne di bassorilie-vi e alte 22 metri e da 122 colonne laterali di 14 metri; il sof-fitto è decorato con raffigurazioni di divinità e costellazioni.A tre chilometri da Karnak sorge dalla sabbia un altro mae-stoso complesso templare, quello di Luxor, la cui costruzio-ne fu voluta daAmenofi III e completata sottoTutankhamon.Originariamente l’edificio comprendeva 14 colonne alte qua-si 20 metri e della circonferenza di 10; attraverso un cortiledelimitato da 2 file di colonne si raggiungevano una sala ipo-stila e il santuario della Barca Sacra.A Ramesse II (1290-1224 a.C.) si deve invece l’ampliamentodel tempio con la realizzazione del primo pilone, un ingres-so maestoso formato da 2 torri trapezoidali; 16 statue raffi-

Il complessodi Karnak

Il complessodi Luxor

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guranti il sovrano e un peristilio con 74 colonne papiriformipopolavano il primo cortile, che accoglieva la cappella dellatriade tebana. Ancora ad Amon,Mut e Khonsu Ramesse II de-dicò un tempio interno. Sul primo pilone vegliavano 2 obeli-schi e 2 imponenti statue del sovrano.Risale al regno di Nectanebo la realizzazione dei 200 metri diviale fiancheggiato da sfingi androcefale che in parte suben-trarono a quelle criocefale volute da Amenofi III ai lati del via-le di 3 chilometri che univa i 2 maestosi complessi templari.

Nuovo Regno

Dopo una fase caratterizzata dal tentativo di ritorno alla figu-ra centralizzante del sovrano (XI e XII dinastia), con la XIII di-nastia si apre un periodo di crisi dello Stato, minacciato dallapressione esercitata da popolazioni straniere (gli Hyksos).Con l’inizio del Nuovo Regno (XVIII dinastia) si profila un’e-poca di rinnovato rafforzamento del potere dello Stato e dinuove campagne militari di espansione, volte alla conquistadi Nubia, Siria e Palestina. Con la salita al trono della reginaHatshepsut si assiste alla creazione del mito della teogamia,secondo cui si attribuiscono alla sovrana origini divine per le-gittimare il suo ruolo di comando. In questa fase prolifera unagrande attività costruttiva a Tebe, la capitale.Durante il regno di Amenofi IV si registra un tentativo di rifor-ma religiosa monoteista con la proclamazione del culto diAton (disco solare), e la fondazione della nuova capitale diAketaton (oggi Tell el-Amarna), in suo onore.La città, che ricopriva una superficie di circa 290 chilometriquadrati e si sviluppava lungo l’asse nord-sud, presenta al-cuni aspetti di sicuro interesse. Al suo interno erano indivi-duabili 3 quartieri (a nord, al centro e a sud) che si svilup-pavano intorno a 3 palazzi principali; quello che sorgeva al-l’interno del quartiere centrale era il Palazzo Reale, sede delgoverno e residenza privata dei sovrani. I quartieri residen-ziali presentavano una tipologia di abitazioni a schiera, ra-zionalmente disposte e allineate con il lato corto parallelo al-la strada; presso le classi sociali più elevate si diffusero im-pianti a corte, circondati da giardini e resi unici dal gusto per-sonale del proprietario.Altro edificio rilevante all’interno della struttura urbana diAketaton era il tempio di Aton, che, a differenza dei templiprecedenti, voleva celebrare il globo solare e rappresenta iltrionfo della luce. Le sale ipostile interne e le corti colonna-te, al centro delle quali sono posti gli altari sacrificali, sono ora

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Rinnovato poteredello Stato

Il mitodella teogamia

Aketaton,nuova capitale

Tempio di Aton

3 - Architettura dell’antico Egitto

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aperte al centro, permettendo l’ingresso a una grande quan-tità di luce. Nei secoli successivi appare sempre più evidenteil progressivo indebolimento politico ed economico dell’E-gitto, legato alla difficoltà di mantenere la supremazia in Asia.La crisi si trascina fino alla scomparsa dell’impero egiziano,smembrato dall’invasione della nuova potenza assira.

Bassa Epoca

Durante la XXVI dinastia, quando il sovrano Psametek si alleacon la Libia e sconfigge gli Assiri invasori, l’Egitto conosce unanuova fase di unità. La capitale viene di nuovo trasferita aMenfi, da dove il sovrano procede alla riorganizzazione delgoverno delle varie province e dell’esercito. In campo archi-tettonico poche e frammentarie risultano le vestigia dei tem-pli di Bubasti, Sais e Busiride, edificati sul delta del Nilo.Con la conquista del Paesedapartedel sovranopersianoCam-bise nel 525 a.C., e successivamente con quella di AlessandroMagno nel 331 a.C., l’Egitto perde la propria identità cultura-le ed entra progressivamente a far parte di un nuovo assettopolitico ed economico.

Crisi del potere

Perdita dell’identitàculturale

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Dalle origini all’antico Egitto

EDILIZIA ABITATIVA POPOLARE E DELLE CLASSI NOBILIARIPoche sono le informazioni che ci sonogiunte relativamente all’edilizia abitativanell’antico Egitto, a causa della deperibi-lità dei materiali impiegati (legno, terracruda, fibre vegetali) e della conseguen-te mancanza di ritrovamenti archeologi-ci. Le uniche testimonianze che ci sonopervenute provengono da raffigurazioniornamentali che decoravano tombe esarcofagi e che ci parlano di due diffe-renti tipologie edilizie: una al serviziodel popolo e l’altra delle classi nobiliari.Gli strati sociali più indigenti, impiegati

generalmente nell’agricoltura o nell’edi-ficazione delle imponenti strutture pub-bliche, vivevano in capanne a pianta cir-colare, dotate di una struttura di legno etamponamenti perimetrali in fibre vege-tali intrecciate o mattoni di terra cruda,di probabile derivazione mesopotamica.Le classi sociali più elevate - sacerdoti,amministratori, funzionari dello Stato -disponevano di palazzi e residenzespesso integrati negli edifici pubblici eubicati all’interno del nucleo centraledelle città.

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3 - Architettura dell’antico Egitto

Epoca arcaica di cui poco si conosce a causa della deperibilità dei materiali impie-gati per le costruzioni, di origine naturale e facile reperibilità. Le prime opere di rilie-vo sono le dighe e i canali necessari a regolare le acque del Nilo per sfruttarne ibenefici a scopo agricolo. Compaiono in quest’epoca le prime tombe a màstaba,costituite da un gradone di forma troncopiramidale a protezione di un pozzo e di unacamera sepolcrale nascosta nel sottosuolo.

Periodo caratterizzato dal ruolo centrale svolto dallo Stato nel governo del Paese,espresso architettonicamente tramite la realizzazione di operemonumentali, in granparte giunte fino ai giorni nostri: le piramidi.

Epoca in cui l’espansione continua del regno detemina l’aumento del numero di funzio-nari impiegati, la difficoltà di controllo e il conseguente indebolimento del potere cen-trale. Le costruzioni realizzate presentano un carattere meno unitario e sono orientatealla valorizzazione delle tradizioni locali. Alle grandi piramidi subentrano le più economi-chemàstabe e i templi.

Epoca di rinnovato rafforzamento del potere dello Stato dopo le minacce di invasio-ni straniere, caratterizzata dal proliferare dell’attività costruttiva nella città di Tebe,nuova capitale.

Fase di declino del regno egizio, nonostante il tentativo di riorganizzazione dellevarie province e dell’esercito. Frammentari ed esigui sono i resti dei templi edi-ficati in quest’epoca sul delta del Nilo.

SCHEMA RIASSUNTIVOPERIODO PROTODINASTICO

ANTICO REGNO

MEDIO REGNO

NUOVO REGNO

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ARCHITETTURE MINOICA,MICENEA E GRECA

1 Architetture minoica e micenea2 Architettura greca

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Fin dal Neolitico il Mediterraneo orientale fu luogodi nascita e sviluppo delle prime forme di civiltà, chevi si insediarono a partire dal 6000 a.C. Successivamente(tra il 2500 e il 100 a.C.) quest’area, situata nel puntod’incontro delle rotte di collegamento tra l’Europa,l’Egitto e il Vicino Oriente, fu centro di sviluppo delle civiltàminoica, micenea e greca, che si rivelarono determinantiper la formazione della cultura architettonica occidentale.La civiltà minoica, detta anche cretese dall’isola di Cretain cui fiorì, si sviluppò principalmente nelle cittàdi Cnosso, Festo e Mallia. Prioritaria fu la costruzionedi imponenti complessi palaziali, che si caratterizzanoper l’estrema articolazione degli spazi interni, organizzatiintorno a una corte centrale e distribuiti secondouno schema libero, generato da esigenze contingentipiù che dall’applicazione di rigidi schemi planimetrici.La civiltà micenea, che prende il nome dalla città di Micene,organizza la propria struttura sociale sulla presenza di alcunecittà-stato cinte da mura (Micene, Tirinto, Pilo e Tebe),all’interno delle quali prospera la vita della comunità.Tra il XIII e l’XI secolo una fase di profondi rivolgimenti politicie sociali causa il declino della civiltà miceneae un periodo di instabilità, durante il quale differentipopolazioni gravitano nell’area del Peloponneso.È sul rapporto tra queste genti e sul “collante”rappresentato da lingua e religione comuni che si fondanole basi della civiltà greca, culla delle più alte espressioniartistiche che la storia abbia mai visto.

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Architettura minoica:inquadramento storico e geografico

La civiltà minoica (che prende il nome dal celebre re di Cre-ta Minosse) rappresenta, insieme alla civiltà micenea, l’esem-pio più importante e significativo nell’ambito della cultura ar-chitettonica del bacino del Mediterraneo, crocevia tra Euro-pa, Egitto e Oriente, durante il III e il II millennio a.C. En-trambe le esperienze riuscirono a esprimere un livello archi-tettonico elevato, unico, originale e, per molti aspetti, pre-cursore dell’architettura greca. L’architettura minoica, svilup-patasi sull’isola di Creta, in particolare nelle città di Cnosso,Festo e Mallia, viene suddivisa cronologicamente dagli stori-ci in quattro periodi, legati alle vicende dei grandi palazzi:•Periodo Prepalaziale (2500-2000 a.C.);•Periodo dei primi palazzioProtopalaziale (2000-1700 a.C.);•Periododei secondipalazzioNeopalaziale (1700-1400a.C.);•Periodo Postpalaziale (1400-1100 a.C.).

Costruzioni cretesi: caratteri tipologici,tecnologici e funzionali

Nel Periodo Prepalaziale gli edifici mostrano le caratteristichecostruttive tipiche delNeolitico: sono realizzati conmattoni diargilla crudaessiccata al sole, posta sopraunbasamentodipie-tra. Solo in seguito viene esteso all’intera costruzione l’uso del-la pietra: emblematico è il caso degli insediamenti urbani rin-venuti a Myrtos e Vasilikì, nella parte orientale dell’isola.In ambito funerario assai diffusa è la tomba a thòlos, costru-zione in pietra a pianta circolare con copertura a falsa cupo-la, composta da filari concentrici aggettanti di elementi in pietra.

Civiltà anticipatricidel genio greco

Le quattro fasidella civiltà minoica

Periodo Prepalaziale

Myrtos e Vasilikì

Tombe a thòlos

1 Architetture minoicae micenea

Tra il III e il II millennio a.C. il bacino del Mediterraneo si configura comeimportante crocevia di contatti e scambi culturali tra le popolazioni che risiedonoin Europa, Egitto e Vicino Oriente: ciò favorisce lo sviluppo di due importanti civiltà,quella minoica e quella micenea, fondamentali per l’elevato livello culturaleespresso e per l’influenza esercitata sulla nascita della civiltà greca.

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Architetture minoica, micenea e greca

È durante il periodo dei primi palazzi che si assiste alla nascita,nelle città di Cnosso, Festo e Mallia, degli imponenti comples-si palaziali per i quali l’isola di Creta è conosciuta da secoli.Il palazzo è la dimora del sovrano, vero e proprio nucleo ge-neratore intorno al quale si sviluppa, per stratificazioni e ag-gregazioni successive, l’intero centro abitato. Si imposta in-torno a un grande cortile rettangolare, con giacitura paral-lela all’asse nord-sud, intorno al quale si sviluppa una fitta tra-ma di locali abitativi, sale di rappresentanza, depositi, magaz-zini, laboratori, percorsi e scalinate: il tutto organizzato se-condo uno schema libero – dettato più da esigenze contin-genti che non da un modello rigido – e caratterizzato da ric-che decorazioni e dall’alto livello tecnologico degli impianti.

Periodo dei primipalazzi

La dimoradel sovrano

Figura 8Pianta del palazzodi Cnosso(isola di Creta).

Cortilerettangolare

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1 - Architetture minoica e micenea

Nell’estrema articolazione e complessità degli spazi molti stu-diosi hanno colto riferimenti al mito del labirinto, leggenda-ria costruzione fatta erigere dal re Minosse per rinchiudere ilMinotauro, figura mitologica di uomo con testa di toro, ucci-so poi da Teseo con l’aiuto del filo donatogli da Arianna.Oltre alle dimensioni maestose, i palazzi della civiltà minoicapresentano altre importanti peculiarità: sontuose decora-zioni (tra cui spiccano numerosi affreschi parietali e i rivesti-menti in gesso alabastrino che impreziosiscono i pavimenti),impianti di adduzione e scarico delle acque tramite un si-stema di condutture in terracotta (tecnicamente avanzati perl’epoca) e assenza di strutture difensive, rese superflue permolti secoli dalla presenza del mare.Il periodo dei secondi palazzi vede l’edificazione di edifici an-cora più imponentidi quelli dell’epocaprecedente, sorti sul-le rovine di questi ultimi, distrutti con molta probabilità daeventi sismici. Uno dei tratti distintivi di questo periodo èl’accentuato sviluppo in senso verticale, ottenuto attraversola sovrapposizione di più piani, serie di scalinate e monu-mentali propilei, in cui la struttura asseconda, tramite ter-razzamenti e gradonate, le pendenze naturali e i movimentialtimetrici del terreno.Un’atra tipologia edilizia di rilievo è il teatro (i principali so-no a Cnosso e Festo), che si compone di una scalinata per glispettatori, di posti riservati ai dignitari e di uno spazio cen-trale lastricato per le rappresentazioni.Durante il periodo conclusivo, definito Postpalaziale, l’ege-monia di Creta sul piano commerciale viene progressiva-mente osteggiata daiMicenei fino alla definitiva invasione del-l’isola e alla conseguente caduta della civiltà minoica.Il palazzo di Cnosso resiste alla dominazione fino alla primametà del XIV secolo a.C., quando crolla definitivamente.

Architettura micenea:inquadramento storico e geografico

Verso la metà del XIV secolo a.C. i Micenei assumono gra-dualmente il predominio economico, politico e culturale del-l’area che gravita intorno al Mediterraneo.A una prima fase segnata dall’eccellenza raggiunta nel cor-so dei secoli dall’arte e dall’architettura della civiltà mi-noica segue quindi un periodo di fusione e compenetra-zione tra le due culture, fino a quando l’ormai matura ci-viltà micenea non è in grado di dar vita a espressioni ar-chitettoniche autonome e originali.

Il mito del labirinto

Caratteristicheuniche

Periododei secondi palazzi

Sviluppo verticale

Il teatro

PeriodoPostpalaziale

Il trionfo dei Micenei

Fusionedelle due civiltà

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La civiltà micenea si sviluppa nella Grecia continentale (piùprecisamente nella città di Micene) in un arco temporale chegli studiosi suddividono in tre periodi:•Miceneo antico (1570-1400 a.C.);•Miceneo medio (1400-1200 a.C.);•Miceneo tardo (1200-1125 a.C.).

Le città-stato e i loro resti: palazzi,bastioni, porte e tombe

La struttura della società micenea si fonda sul potere militareesercitato da alcune città-stato (Micene, Tirinto, Petra e Mi-dea), costruite come acropoli fortificate, all’interno dellequali si svolge la vita della comunità.Al centro dell’acropoli sorge il palazzo (sono noti quelli diMicene, Tirinto, Pilo e Tebe), che, pur con qualche piccoladifferenza, replica sempre il medesimo schema: un cortilecentrale collegato a un portico colonnato, a sua volta con-nesso a un vestibolo, spazio che anticipa il mégaron, ampiasala rettangolare al centro della quale è collocato il focolare,circondato da 4 colonne lignee con basamento in pietra. In-torno a questo nucleo una moltitudine di sale, servizi igieni-ci, magazzini, dispense e archivi completa il complesso che,

a differenza di quanto avveniva a Cre-ta, è circondato da possenti mura di-fensive: realizzate con enormi blocchidi pietra grezza o appena sbozzata,hanno meritato l’epiteto di “ciclopi-che”, quasi fossero edificate dai mito-logici Ciclopi.Le abitazioni residenziali sorgono sia al-l’internodella cinta sia all’esterno, adot-tando come tracciato ordinatore il tes-suto di vicoli, strade e percorsi origi-nato dal palazzo.Mentre nella Cretami-noica il tessuto urbano era molto caoti-co e intricato, assimilabile al mitico la-birinto, qui assume una connotazionepiù ordinata e razionale, secondo mo-delli geometrici di riferimento.A Micene numerose sono le testimo-nianze conservate fino ai nostri giorni;tra queste di rilievo è l’ingresso monu-mentale alla rocca in direzione nord-ovest, la celebre Porta dei Leoni, com-

Tre periodi

Lo schemadel palazzo

Figura 9Porta dei Leoni(Micene).

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posta da colossali monoli-ti di pietra squadrata a for-mare un trilite, sul quale ècollocata una grande la-stra triangolare raffigu-rante due leoni in posi-zione araldica ai lati di unacolonna, simbolo del po-tere regale. Anche in am-bito funerario i Miceneisanno concretizzare l’im-ponenza costruttiva e-spressa in campo civile:realizzano infatti granditombe a fossa, ricopertedi lastroni e terra, segnalate in superficie da una stele di pie-tra calcarea, adorna di bassorilievi raffiguranti scene militari odi caccia. Ancora più imponenti sono le tombe a thòlos, strut-ture in pietra a pianta circolare sormontate da una falsa cupo-la ottenuta mediante la sovrapposizione di filari concentrici diblocchi di pietra, accessibili tramite un lungo corridoio aper-to (dròmos) e ricoperte di terra in modo da formare un tu-mulo, oppure scavate nel fianco di colline naturali.Tra le numerose testimonianze pervenuteci (si ricordano lethòlos di Kakovatos in Messenia, di Vaphio in Laconia, di Myr-sinochorion in Messenia, di Dendra in Argolide), la più notaè rappresentata dal Tesoro di Atreo a Micene (conosciuto an-che come Tomba di Agamennone, figlio di Atreo), che risalealla fine del XIV secolo a.C. Anch’essa caratterizzata da un im-pianto a thòlos, presenta dimensioni monumentali nello spa-zio a pianta circolare (diametro di 14,40 metri e altezza dellacopertura a sezione ogivale di 13), che è introdotto da un cor-ridoio scoperto inclinato lungo 36 metri. La camera funera-ria vera e propria, ove si suppone fosse conservata la celebremaschera di Agamennone, è costituita da una stanza cubicaconnessa, tramite un breve passaggio, allo spazio centrale.Ricco doveva essere l’apparato decorativo della tomba: oltreagli ornamenti della superficie della falsa-cupola in oro, ar-gento e bronzo, particolari erano le semicolonne in calcareverde con motivi a zigzag sul fusto e fregi con spirali in marmorosso e alabastro verde.

Figura 10Sezione verticaledel Tesoro di Atreo(Tomba di Agamennone)a Micene.

Le thòlos principali

Tesoro di Atreoa Micene

Ricco apparatodecorativo

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1 - Architetture minoica e micenea

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Architetture minoica, micenea e greca

Sviluppatasi sull’isola di Creta, comprende un arco temporale che va dal 2500 a.C.al 1100 a.C., e la sua storia viene suddivisa dagli studiosi in quattro periodi, legatiall’evoluzione dei complessi palaziali, principale tipologia edilizia dell’isola. Il palaz-zo, dimora del sovrano, urbanisticamente costituisce il nucleo generatore dell’inte-ro centro abitato, che sorge per stratificazioni successive.

Conquistata e gradualmente assimilata la precedente civiltà minoica nel XIV seco-lo a.C., la civiltà micenea si insedia nella Grecia continentale dal 1570 al 1125 a.C.e da qui assume il predominio economico e politico dell’area del Mediterraneo. Lastruttura sociale si fonda sul potere militare delle città-stato, vere e proprie cittàfortificate all’interno delle quali si svolge la vita della comunità.

SCHEMA RIASSUNTIVOCIVILTÀ MINOICA

CIVILTÀ MICENEA

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Inquadramentostorico e geografico

Durante il periodo storico compreso tra il XIII e l’XI secoloa.C. nell’area del Mediterraneo ha luogo una serie di feno-meni (migrazioni di popolazioni dal Centroeuropa, guerre, ri-volgimenti politici e sociali) che determinano il declino dellaciviltà micenea e il profilarsi di un nuovo assetto nel bacinodel Mediterraneo. Al termine di questa fase si delinea un di-verso quadro generale di equilibrio, che vede la popolazionedei Dori stabilirsi nel Peloponneso e gli Achei occupare le co-ste dell’Asia Minore. L’area d’influenza della cultura greca ri-sulta estremamente frammentata, priva di uno stato unita-rio e governata da una serie di città-stato autonome e in com-petizione tra loro. È in questo contesto generale che, dopo i“secoli tormentati e bui” del Medioevo Ellenico, nasce la ci-viltà greca, culla delle più alte espressioni artistiche che ab-biano mai visto la luce nel corso della storia. Questa culturaha avuto grande influenza in epoca classica presso i Romani,e poi in tutta Europa durante il Rinascimento e nei secoli suc-cessivi, fino al XX secolo, con la breve parentesi rappresenta-ta dall’architettura postmoderna.

Le fasi essenziali dello sviluppo della civiltà greca sono:• Medioevo Ellenico (XI-VIII sec. a.C.; a questo periodo ri-salgono tracce di edifici templari);• Periodo arcaico (VIII-metà V sec. a.C.);• Periodo classico (metà V-fine IV sec. a.C.);• Periodo ellenistico o Ellenismo (fine IV-I sec. a.C.).Dal punto di vista geografico si assiste a una progressivaespansione degli insediamenti, che, dalle regioni meridio-nali dell’area balcanica, dalle isole dello Ionio e dell’Egeo,

Declino della civiltàmicenea

Città-statoautonomein competizione

Influssi della culturagreca sulle civiltàsuccessive

Le fasi dello sviluppo

Espansionedegli insediamenti

2 Architettura grecaNella storia della civiltà europea un ruolo di primissimo piano vienesvolto dall’architettura greca, che per la prima volta, insieme a pitturae scultura, esprime una concezione umanistica della vita. L’uomo,centro dell’universo e misura di tutte le cose, diventa artefice di unpensiero etico che ha come obiettivo la realizzazione di un equilibrioarmonioso tra razionalità e passione, armonia che troverà massimaespressione in molte opere dell’età classica.

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sotto la spinta colonizzatrice si estendono alle coste medi-terranee dell’Asia Minore e a tutto il bacino del Mediterra-neo, fino alle coste del Mar Nero.

Periodo arcaico

Il periodo arcaico subentra alla fase di transizione del Me-dioevo Ellenico, durante il quale una serie di rivolgimenti po-litici e sociali aveva determinato la caduta della civiltà mice-nea e una situazione di scambio reciproco tra popolazionidifferenti (Dori, Ioni, Eoli) che gravitavano nell’area del Pelo-ponneso. Durante questo periodo si definiscono i caratteriformali dell’architettura greca, del tutto originali e indipen-denti dagli influssi orientali, nonché un vasto repertorio ditecniche, stili e canoni estetici che, pur con piccole varia-zioni e aggiustamenti, costituirannoun linguaggio formale co-dificato e rappresenteranno categorie di riferimento comuniper i Greci e per molte civiltà successive.Dal momento che la religione, insieme alla lingua, aveva ini-zialmente rappresentato un fattore di coesione nella nascen-te civiltà greca, è proprio in ambito religioso che inizia la ca-ratterizzazione della tipologia edilizia del tempio.Considerato la dimora del dio, questa costruzione nasce co-me organismo molto semplice, costituito da una cella ret-tangolare di mattoni crudi e legno (erede con molta proba-bilità del mégaron miceneo) collocata sopra un basamentodi pietra, in cui il vano di ingresso viene ricavato su uno deidue lati corti e preceduto da un portico ipostilo. Solo suc-cessivamente l’edificio si caratterizza come “periptero” (cir-condato da una fila di colonne su tutti e quattro i lati) e si de-linea nella sua stabilizzazione formale, che lo vede compostoda una cella vera e propria (nàos), destinata ad accogliere l’ef-figie del dio protettore della comunità, preceduta da un ve-stibolo (pronao), costituito dal prolungamento delle paretidel nàos, e conclusa da un portico posteriore (opistodomo).Il tempio era detto in antis se il pronao racchiudeva tra le an-te (prolungamenti delle mura del nàos) 2 colonne, prostilose il fronte presentava una serie di colonne, anfiprostilo se lafila di colonne veniva riproposta nella parte posteriore.La copertura è a doppia falda inclinata con struttura di legnoe manto originariamente in paglia. Successivamente, duran-te il VII secolo a.C., si assiste a un importante cambiamento,risultato del progresso tecnico: l’introduzione di un mantofatto di tegole di terracotta, che risultavano molto più resi-stenti e assai più durature.

I caratteri formalidell’architetturagreca

Il tempio

La copertura

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I materiali poveri (legno e mattoni crudi) con cui è realizza-ta la costruzione vengono progressivamente sostituiti con lapietra, secondounprocesso costruttivo razionalizzato, in ba-se al quale i blocchi lapidei venivano estratti dalle cave, tra-sportati in loco, rifiniti e messi in opera da maestranze spe-cializzate con l’ausilio di semplici leve e sigillature in piom-bo. Gli interventi di finitura relativi alle scanalature delle co-lonne e al labor limae sui capitelli venivano completati in unsecondo tempo.

La codificazione degli ordini classici

Caratteristica dell’epoca arcaica è la codificazione degli ordi-ni architettonici (dorico, ionico e corinzio), ossia il ricorso aun criterio compositivo armonico, in cui i singoli elementicostitutivi sono costantemente in relazione con il tutto.

Figura 11Tempio greco esastilo:pianta e spaccatoassonometricodella fronte.

Dorico, ionicoe corinzio

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2 - Architettura greca

Lato con sei colonne

Anta

Pronao

Ambulacro

Nàos

Àdyton

Opistodomo

Peristilio

Colonne

Stilobate

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Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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Questa ricerca di armonia e di equilibrio trova le proprie ori-gini nel pensiero filosofico greco e nella tensione intellettua-le verso l’unità, la perfezione e la stabilità, espresse sempre inrelazione alla figura dell’uomo e alla natura, come contesto dapreservare e rispettare. In termini tecnici questi principi si tra-ducononell’impiegodimoduli, ossia riferimenti dimensionalie proporzionali che regolano l’intera composizione architet-tonica, e nel ricorso a opportune correzioni ottiche, che con-sentono di volta in volta di adattare i rigidi modelli geometri-ci e matematici alle condizioni reali del sito e alla percezionedell’oggetto architettonico da parte dell’osservatore.

Il Dorico

Il primo ordine architettonico fu quello dorico: nato nell’a-rea occidentale della Grecia intorno all’VIII secolo a.C. e poidiffusosi nell’entroterra e nelle colonie in Italia, esprime la po-tenza delle strutture, pensate come maestose sculture. L’edi-ficio ha forma di parallelepipedo e facciata sui lati brevi, conl’ingresso collocato a est per motivi sacrali.Il tempio dorico sorge su un basamento di pietra locale checomprende sia le fondazioni – il cui strato superiore è notocome euthyntèria – sia i gradini (crepidoma), il più alto dei

Ricerca di equilibrio

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Architetture minoica, micenea e greca

Figura 12Raffrontodelle caratteristichedegli ordini classici.

Potenzadelle strutture

Il tempio

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quali, lo stilobate, costituisce il piano di appoggio delle co-lonne, prive di base. Il fusto delle colonne (ciascuna di al-tezza pari a 4, 5 o 6 volte il diametro) è rastremato (ossia condiametro inferiore maggiore di quello superiore) e presentascanalature unite a spigolo vivo per sottolineare la verticalitàdell’elemento e per creare effetti chiaroscurali sotto i raggidel sole mediterraneo. Il fusto può essere monolitico, ossialavorato in un unico blocco di pietra, o formato da più ele-menti sovrapposti, detti rocchi (non meno di 4). Nel puntoin cui capitello e rocchio superiore si incontrano si trovano3 solchi circolari. La porzione terminale del fusto, detta ypo-trachèlion, era lavorata in un unico blocco insieme al capi-tello. Quanto alle scanalature, il cui numero è sempre mul-tiplo di 4, va detto che la lavorazione era una delle operazioniconclusive, al fine di evitare che gli spigoli si scheggiasseroin corso d’opera.Il capitello è composto da un elemento a forma di cuscinet-to (echino) sormontato da un secondo elemento a forma diparallelepipedo a base quadrata (abaco), sopra il quale pog-gia la trabeazione. La parte più bassa dell’echino era decora-ta con tre anelli incisi, detti armille, che separavano il capi-tello dall’ypotrachèlion.La trabeazione rappresenta la struttura orizzontale di soste-gno della copertura e, dal basso verso l’alto, si compone diun architrave (detto anche epistilio; si tratta di un elementodi pietra a superficie liscia composto da blocchi che si con-giungono in corrispondenza del centro delle colonne), di unlistello continuo sul quale sono applicati elementi decorati-vi (regulae), di un fregio, composto dall’alternanza di meto-pe (campiture rettangolari scolpite, dipinte o lasciate lisce) etriglifi (ripetizione di 3 elementi verticali, memoria delle an-tiche costruzioni di legno). Al di sopra della trabeazione è col-locata la cornice, che racchiude il timpano, spazio triangola-re prospettante sul fronte di ingresso del tempio, destinatoad accogliere statue e bassorilievi decorativi.Il tempio dorico canonico è periptero, ossia circondato daportici, con colonnato che cinge completamente la cella.Gli esempi più importanti di tempio dorico in Grecia sonoquelli di Zeus a Olimpia (470-456 a.C.), di Artemide a Corfù(590-580 a.C.), con il più antico frontone decorato da scultu-re, di Hera a Olimpia (600 a.C.), di Apollo a Corinto (540 a.C.,in pietra calcarea rivestita di stucco bianco), di Atena a Egina(500 a.C.). NellaMagna Grecia i più celebri sono il tempio diApollo a Siracusa (570-560 a.C.), i templi di Hera, di Atena e diNettuno a Paestum (VI-V sec.), il gruppo di templi a Selinunte(550-530 a.C.) e il tempio di Zeus ad Agrigento (500 a.C.).

Le colonne

Il capitello

La trabeazione

La cornice

Gli esempi piùrappresentativi

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2 - Architettura greca

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� I templi di Zeus e di Hera a OlimpiaL’edificio più rappresentativo dell’architettura dorica è senzadubbio il tempio di Zeus, che fa parte del santuario di Olim-pia (sede deiGiochi Panellenicidal 776 a.C. al 393 d.C.). Eret-to dall’architetto Libone tra il 470 e il 456 a.C., era alto 20 me-tri, largo 28 e lungo 68. Il tetto era ricoperto di lastre di mar-mo e caratterizzato da oltre 100 gocciolatoi a testa di leone.La cella, divisa in 3 navate, accoglieva una delle Sette Meravi-glie del Mondo, opera dello scultore Fidia: la statua crisoele-fantina (di oro e avorio) raffigurante Zeus sul trono. Il tempioaveva 6 colonne sui lati brevi e 13 su quelli lunghi; quelle chelo sostenevano – alte 11 metri e del diametro di 2,25 – pog-giavano su un basamento di 3 gradini. Metope e decorazionidei frontoni sono dell’anonimo Maestro di Olimpia.Un altro importante tempio dorico di Olimpia è quello di He-ra: eretto nel 600 a.C., presentava la parte superiore in mat-toni, aveva 6 colonne in facciata ed era cinto da colonne do-riche di legno (successivamente rifatte in pietra). Al pronao ealla cella è stato in seguito aggiunto un vano posteriore cir-condato da colonne.

� I templi di Hera, Atena e Nettuno a PaestumTra gli edifici più rappresentativi dell’architettura dorica nellaMagna Grecia si citano i templi di Hera, di Atena e di Nettunoa Paestum. In principio era Posidonia – questo il nome datodai Greci di Sibari che fondarono la colonia nel VII secolo e vicostruirono diversi edifici, fra cui 3 templi –, poi, con l’occu-pazione da parte dei Lucani nel V secolo, fu la volta di Paistome infine, con l’arrivo dei Romani nel III secolo, si giunse al no-me di Paestum. Lemura poste a difesa del sito erano di pietracalcarea e avevano un perimetro di 5 chilometri; realizzate nelIV secolo a.C., erano interrotte da 4 porte.I templi dorici di Hera, Nettuno e Atena furono eretti tra il VIe il V secolo a.C. Il più antico è quello di Hera, che sorge in-sieme al tempio di Nettuno nell’area sacrale dedicata a He-ra. Questo edificio enneastilo (con 9 colonne in facciata), ori-ginariamente denominato “basilica”, è costituito da blocchidi calcare e sorge su uno stilobate di 25 x 55 centimetri; pre-senta 18 colonne sui lati lunghi, 9 su quelli brevi e una fila asostegno dell’architrave lungo tutto il perimetro, posta “a cu-stodia” della cella. Quest’ultima è a 2 navate con colonnatocentrale e dà accesso a un vano chiuso destinato a esigenzedi culto, il cosiddetto àdyton, che è situato nell’atrio poste-riore in sostituzione dell’opistodomo.Il più importante dei 3 templi dorici è quello di Nettuno, chemostra 14 colonne sui lati lunghi e 6 sui brevi; la cella pre-

Tempio di Zeus

Statua di Zeus

Tempio di Hera

Tre edifici simbolo

Paestum,l’antica Posidonia

Il tempio di Hera,il più antico

Il tempio di Nettuno

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Architetture minoica, micenea e grecaT

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senta una ripartizione in 3 navate, delimitate da 2 file di 7 co-lonne doriche. In origine una doppia rampa di scale dava ac-cesso al sottotetto. Tra le peculiarità del tempio di Nettunovanno ricordati i capitelli con echini alquanto schiacciati e le24 scanalature sulle colonne.Il tempio di Atena (in origine chiamato tempio di Cerere) ri-sale al 510-500 a.C e sfoggia colonne doriche nella peristasi,ioniche nel pronao. Prende il nome dal fatto che vi sono sta-te rinvenute numerose statuette raffiguranti la dea guerriera.

Lo Ionico

Il secondo ordine architettonico fu quello ionico, nato nell’a-rea orientale dellaGrecia tra il VI e il V secolo a.C. A influenzarlofurono le tradizioni artistiche e culturali del popolo degli Ioni,etnia insediata sullecostedell’AsiaMinoreastrettocontattoconle culture orientali. A differenza del dorico, quest’ordine pre-senta unamolteplicità di forme, come dimostrano l’Eretteo diAtene, dalla raffinata eleganza, e i maestosi templi microasiati-ci dipteri (cioè con un doppio colonnato a cingere la cella).Anche il tempio ionico, come quello dorico, sorge su un ba-samento in pietra composto da gradini (crepidoma), con unadifferenza: le colonne, anziché poggiare direttamente sull’ul-timo gradino (stilobate), si innalzano su una base costituitada 2 elementi convessi (tori), che al centronepresentanounoconcavo, detto scozia.

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Doppia rampadi scale

Il tempiodi Atena

Il popolo degli Ioni

Il tempio

2 - Architettura greca

LE CORREZIONI OTTICHEDiversi sono gli accorgimenti – o per me-glio dire le correzioni ottiche – utilizzati da-gli architetti greci a partire dalla metà delVI sec. a.C. al fine di migliorare la perce-zione d’insieme delle loro opere. Le prin-cipali correzioniottichecheèpossibile rav-visare nei templi sono, per quanto riguar-da le colonne (che nell’insieme assumonoun aspetto più “leggero”):• la rastremazione: il diametro della co-lonna si riducedalla base verso la sommità,per mettere in evidenza la contrapposizio-ne di forze tra capitello e architrave;• l’entasi, ossia un rigonfiamento del fustodella colonna localizzato a due terzi del-l’altezza, realizzato con lo scopo di con-trobilanciare l’effetto di assottigliamento

che si sarebbe avuto nel caso di colonneperfettamente troncoconiche.Riguardo l’interoedificio i “trucchi” piùusa-ti erano:• l’inclinazione delle colonne verso l’inter-no del tempio, per contrastare l’impres-sione ottica di pendenza delle stesse ver-so l’esterno;• laconvessitàdellostilobatenellasuapor-zione centrale, realizzata per contrastarela deformazione ottica generata dal grannumero di colonne e ottenere l’effetto vi-sivo della sua perfetta orizzontalità;• ingrossamento e sezione ellittica dellecolonne angolari, volti a contrastare l’as-sottigliamento e la deformazione degli an-goli dell’edificio “cancellati dalla luce”.

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Il fusto della colonna non presenta rastremazione, le scana-lature sono separate da listelli e non a spigolo vivo come nel-l’ordine dorico, l’altezza raggiunge in alcuni casi una valorepari a 10 volte il diametro: il risultato è pertanto quello di unelemento snello e slanciato, differente dalla forma tozza epossente della colonna dorica.Il capitello ionico è costituito da pulvino (elemento decoratocon 2 ampie volute sui lati paralleli all’architrave), echino (ele-mento decorato con unmotivo a lancette e ovoli) e abaco (ele-mento di forma più schiacciata rispetto al capitello dorico).La trabeazione è composta da architrave – realizzato da 3 fa-sce sovrapposte e aggettanti una sull’altra –, fregio, continuoe interamente figurato o decorato a dentelli, e cornice.In Grecia i primi templi edificati secondo l’ordine ionico so-no tempietti per doni votivi all’interno del recinto sacro diApollo a Delfi: il Tesoro degli Cnidi (545 a.C.) e il Tesoro deiSifni (530-525 a.C.). Anticamente il sito archeologico di Delfiera la sede dell’oracolo più venerato. Tra gli edifici che gliscavi avviati nel 1889 hanno riportato alla luce spicca il Teso-ro dei Sifni, dotato di particolare fascino. Si tratta di un tem-pietto distilo in antis, con due grandi cariatidi al posto dellecolonne del pronao, elementi ripresi nell’Eretteo di Atene.

Il Corinzio

Il terzo ordine nato in Grecia e diffusosi ampiamente pressoi Romani è il corinzio, nato nell’area di Corinto intorno al IVsecolo a.C. e considerato una variante dell’ordine ionico.Il fusto della colonna corinzia presenta proporzioni simili aquella ionica, anche se spesso risulta più snello, con scanala-ture piatte separate da listelli.Il capitello, di forma troncoconica, trae ispirazione dal “ge-mello” ionico (rispetto al quale ha però un’altezza maggiore)per quanto riguarda la riproposizione di piccole volute nellaporzione superiore, completate nella parte centrale da undoppio ordine di foglie di acanto. L’abaco presenta i lati con-cavi e gli angoli aggettanti, mentre nella parte inferiore il ca-pitello è concluso da una modanatura circolare.Per quanto riguarda la trabeazione, l’ordine corinzio non pre-senta una propria originale caratterizzazione, ma si ispira aimodelli precedenti (dorico e ionico), riproponendo la scan-sione in architrave, fregio e cornice.Il più antico esempio di colonna corinzia risale al tempio diApollo Epicureo a Vasse (l’antica Bassai), in Arcadia, eretto trail 450 e il 420 a.C. L’edificio, proclamato Patrimonio dell’Uma-

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La colonna

Il capitello

La trabeazione

Il recinto sacrodi Apollo a Delfi

Il Tesoro dei Sifni

La colonna

Il capitello

La trabeazione

Il tempio di ApolloEpicureo a Vasse

Architetture minoica, micenea e greca

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nità dall’Unesco, presenta un allineamento nord-sud, anzichéest-ovest come altre costruzioni analoghe, ed è caratterizzatodalla compresenza di colonne di ordine ionico, dorico e co-rinzio; l’isolata colonna corinzia all’interno della cella mostrail capitello corinzio più antico che sia giunto ai nostri giorni.In termini di strutture esterne esemplare è il Monumento co-regico di Lisicrate (335 o 334 a.C.) ad Atene (“coregico” per-ché eretto per commemorare il trionfo teatrale del corego Li-sicrate). Questo tipo di edificio doveva essere sormontato daun tripode bronzeo, il premio che simboleggiava la vittoria.La particolarità della costruzione sta nell’alta struttura circo-lare adorna di semicolonne corinzie eretta su podio quadra-to (unapeculiarità che si ritroverà successivamente anchenel-l’architettura funeraria); sulla sommità si erge un pinnacolo asostegno del tripode.

Periodo classico

Nel 480 a.C. la città di Atene viene invasa e saccheggiata daiPersiani, le mura difensive vengono distrutte e i templi rasi alsuolo. Solo nel 449 a.C., sotto la guida di Pericle, si stipula lapace definitiva con la Persia e si ristabiliscono condizioni diprosperità economica. Ciò consente un programma edilizio

Figura 13Le colonne dei tre ordinie le loro parti costitutive.

Monumentocoregico di Lisicrate

L’età di Pericle

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2 - Architettura greca

Sommoscapo(diametro

dell’estremitàsuperiore)

Fusto

Imoscapo(diametro

dell’estremitàinferiore)

Stilobate

Sommoscapo

Imoscapo

Scozia

Plinto

Toro

Fusto

ImoscapoToro

Scozia

Scanalatura

Sommoscapo

Fusto

Dorico Ionico Corinzio

Armilla

Rocchio

Entasi

AbacoEchino

Capitello Capitello Capitello

BasePlinto

AbacoEchino

AbacoEchino

Base

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di ricostruzione monumentale dell’Acropoli, teso a celebra-re la grandezza della civiltà greca e a dare espressione al-l’eccellente qualità estetica raggiunta dai Greci nel campodel-l’architettura, della scultura e delle arti applicate.Successivamente alla nascita e allo sviluppo tipologico deltempio greco si elabora la definizione di un insieme di altretipologie di edifici civili, che nel loro complesso concorronoal disegno della città greca. Questa viene concepita come illuogo nel quale il libero cittadino trova soddisfazione alle pro-prie complesse esigenze di vita quotidiana, politiche e cultu-rali, che in termini pratici si traducono nell’abbondanza di in-frastrutture di servizio collettivo.Nascono pertanto forme architettoniche legate a un’intensavita pubblica: la piazza pubblica (agorà), luogo di incontri po-litici e scambi commerciali, intorno alla quale vengono di-sposti lo spazio protetto dei portici (stoà) e l’edificio per leassemblee (bouleutèrion); il ginnasio, palestra per l’attivitàfisica e scuola (secondo la stretta relazione esistente secon-do i Greci tra educazione intellettuale ed educazione fisica);il teatro, edificio a valenza civile e sacra allo stesso tempo, chenon presenta una caratterizzazione architettonica specifica,ma si adatta all’andamento sinuoso del terreno per ricavare ipropri spazi scenici e le gradinate. Nei secoli iniziali della ci-viltà greca la struttura della città non segue rigidi schemi diriferimento, ma, come avveniva a Creta, insediamenti edilizi,strade e quartieri si conformano alla morfologia del territo-rio. È in una fase successiva, intorno al 480 a.C., che il dise-gnodella città evolve verso formeordinate e regolari, per ope-ra dell’architetto Ippodamo di Mileto.

� Il teatro di EpidauroLa città di Epidauro ospita un santuario sacro ad Asclepio, ildio della Medicina, e, all’interno di questo, il teatro greco me-glio conservato: il teatro di Epidauro, di cui non ci è perve-nuta la scena. Realizzato dall’architettoPolicleto il Giovane in-torno al 350 a.C., è dotato di un’acustica particolarmente buo-na e ha una capienza di 14 000 spettatori (prima del II seco-lo poteva accoglierne solo 6500). Ogni quattro anni il santua-rioospitava leAsclepiee, celebrazioni inonorediAsclepiocon-sistenti per lo più in gare sportive, alle quali, nel 395, si ag-giunsero recite e competizioni musicali. Ad accogliere questeperformance era un palco di legno, che si rivelò presto insuf-ficiente. Fu Policleto il Giovane a ricevere l’incarico di realiz-zare un teatro in muratura: la scelta del luogo cadde sul pen-dio del monte Kynortion, concavo e al riparo dai raggi solaridurante gli spettacoli. Il risultato è un teatro perfettamente in-

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Ricostruzionemonumentaledell’Acropoli

Infrastrutture diservizio collettivo

Architetturae vita pubblica

Struttura della città

Un’acusticaeccezionale

Monte Kynortion

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serito nel paesaggio circostante. Lacavea aveva 55 gradinate (alle qua-li si accedeva dal basso, attraverso2 porte laterali in tufo) disposte asemicerchio, divise in ordine supe-riore e ordine inferiore medianteuncorridoio. Le file piùbassedi po-sti (sagomati e dotati di schienale)situate intorno all’orchestra eranoriservate a magistrati, sacerdoti enotabili; le file più alte erano riser-vate al popoloenonavevanoschie-nale. Tutti i blocchi presentanonel-la parte posteriore un incavo chefungeva da poggiapiedi per glispettatori delle file precedenti. Ilsemicerchio della cavea avvolgevalo spazio circolare dell’orchestra,destinato ai canti del coro e alledanze e al cui centro troneggiaval’Ara di Dioniso, utilizzata per i ri-ti che precedevano le varie rap-presentazioni. La scena, a piantarettangolare, era distribuita su 2piani e chiusa da 2 ali.

L’Acropoli di Atene

Il pianodi recuperoedi riqualificazionedegli insediamenti pre-senti sull’Acropoli di Atene dà vita al più imponente esempiodi complesso monumentale dell’epoca classica, realizzato gra-zie all’ambizione di Pericle e alla collaborazione di grandi figu-reprofessionali.Traqueste, loscultoreFidiaegliarchitettiMne-sicle, Ictino e Callicrate, i quali recepiscono dalla tradizione ilinguaggi degli ordini dorico e ionico e li fondono in nuove for-me espressive riferibili alla nuova Scuola Attica.All’interno della possente cerchia muraria dell’Acropoli, colli-na calcarea emergente per più di 150 metri sulla pianura atti-ca, sorgono numerosi edifici, di cui si citano i principali.• I Propilei. Localizzati nella porzione occidentale della roc-ca, costituiscono l’ingressomonumentaledel complesso,pro-gettato e realizzato dall’architetto Mnesicle tra il 437 e il 432a.C. La struttura è complessa e articolata, dal momento chela loro funzione è quella di raccordare differenti quote alti-metriche del terreno, ma l’insieme risulta molto equilibrato

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2 - Architettura greca

Figura 14Piantadi teatro greco.

Il più imponentecomplessomonumentale

La nuovaScuola Attica

Ingressomonumentale

Kerkìdes (spicchiverticali che dividonol’ordine inferiore)

Scena

Klìmakes(scalette)

Corridoi

Gradinate

Stoà

Parascenio

Orchestra

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e armonioso. Si compongono di un portico dorico esastilo edi un imponente atrio colonnato, raggiungibile tramite ram-pe di scale asimmetriche che si adattano alle asperità del suo-lo roccioso. La facciata di questa sorta di vestibolo era divisada 2 doppie file di colonne ioniche; il pronao posteriore eraformato da colonne doriche.• Il tempietto di Atena Nike. Localizzato nelle immediate vi-cinanze dei Propilei (ed eretto proprio per mettere in risaltol’entratamonumentale realizzata daMnesicle), sorge sul fron-te ovest dell’Acropoli, a strapiombo sulle rocce. Realizzato in-torno al 420 a.C. su un probabile progetto di trent’anni primadell’architetto Callicrate, è il primo e unico edificio in stileesclusivamente ionico dell’Acropoli. Anfiprostilo (presentauna fila di 4 colonne ioniche in facciata e una sul retro) e pri-vo di pronao, ha il fregio ornato da preziosi bassorilievi raffi-guranti scene della guerra tra i Greci e i Persiani e di combat-timenti con le Amazzoni e i Giganti. La terrazza su cui fu rea-lizzata questa elegante costruzione era protetta su tre lati dauna balaustra decorata con rilievi dedicati alla Vittoria.• Il Partenone. In posizione dominante su tutti gli altri edifi-ci, è dedicato ad Atena Parthénos e costituisce l’opera più so-lenne emonumentale dell’intera Acropoli. Costruito tra il 447e il 438 per volontà di Pericle, su progetto di Callicrate e Icti-no e con la supervisione di Fidia (responsabile anche delladecorazione dell’edificio), è un tempio dorico ottastilo (8 co-lonne sui fronti corti e 17 sui fronti lunghi) e periptero, conle colonne separate dalmuro della cella. Caratteristica che dif-

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Figura 15Pianta dell’Acropolidi Atene:A) PartenoneB) Antico tempio

di AtenaC) EretteoD) Statua di Atena

PròmachosE) PropileiF) Tempio di Atena NikeG) BrauronìaH) Altare di AtenaI) Odeon di Erode

AtticoL) Teatro di DionisoM) Odeon di PericleN) Témenos di DionisoO) Santuario di PandionP) Stoà di Eumene.

L’opera più solenne

Architetture minoica, micenea e greca

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ferenzia il Partenone dagli altri templi dorici è la ricchezza (inqualità e quantità) del corredo scultoreo, tipica dello stile io-nico, realizzata grazie all’utilizzo dello stesso marmo: un ac-corgimento che sortisce l’effetto di grande omogeneità trastruttura architettonica e scultura. Il numero delle colonnesui lati lunghi fu portato a 17, a 8 sui lati corti; le scanalaturesono a spigolo vivo. Sia il pronao sia la parte posteriore adi-bita a deposito del tesoro si presentano di dimensioni ridot-te, mentre la cella, cinta su 3 lati da colonne doriche e desti-nata a custodire la colossale statua votiva di Atena Parthé-nos, è molto ampia. Numerosi sono anche gli accorgimen-ti, apportati presumibilmente in corso d’opera, per correg-gere i difetti percettivi: curvatura convessa dello stilobate edella trabeazione, entasi nelle colonne, ispessimento dellecolonne d’angolo (per contrastare il forte bagliore della lu-ce solare mediterranea), inclinazione verso l’interno dellecolonne e delle pareti della cella. Oltre a un’immagine di im-ponenza, le colonne del Partenone trasmettono grazia, unmix di armonia ed equilibrio che rende questa costruzio-ne diversa da tutti gli altri templi dello stesso tipo. Un ulte-riore elemento da sottolineare è l’utilizzo del marmo pen-telico, le cui tonalità contribuiscono a mettere in risalto l’in-tero complesso, le scanalature delle colonne e i giochi chia-roscurali creati dalla luce.• L’Eretteo. Capolavoro dello stile ionico-attico per la raffina-tezza delle decorazioni, è un tempiomultiplo dedicato ad Ate-naPoliàs, l’ultimoedificioaessere realizzato sull’Acropoli (421-406 a.C.) su progetto degliarchitettiFilocleeCallicrate.Articolato su 3 livelli diffe-renti per adattarsi all’irrego-larità del terreno, sul latomeridionalesi concludeconla celebre Loggia delle Ca-riatidi, così denominata perlapresenzadi 6 statuedi gio-vani donne con funzione disostegno dell’architrave. Ladelicata grazia e naturalez-za delle statue conferisce almonumento un’armonia eun equilibrio che sono rap-presentativi dell’arte grecadel periodo. Costruito in sti-le ionico sull’area più sacradell’Acropoli, l’Eretteo ha

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Ricco corredoscultoreo

Numerose correzioniottiche

Marmo pentelico

2 - Architettura greca

Figura 16Loggia delle Cariatidi(Eretteo, Acropolidi Atene).

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pronao di 6 colonne, cella col simulacro di Atena Poliàs nellaparte orientale e altare all’esterno. Il complesso monumenta-le dell’Acropoli è completato da edifici minori, via via costrui-ti nel tempo, quali la Brauronìa, santuario dedicato ad Arte-mide, la casa delle Arrefore, il Pandroso, i santuari di Zeus Po-lieo e di Pandione, l’altare di Atena e il tempio di Roma e Au-gusto, tutte costruzioni oggi distrutte.

Periodo ellenistico (o Ellenismo)

Comeperiodoellenistico,oEllenismo, sidesigna ilperiodosto-rico-culturale durante il quale la civiltà greca si diffonde nelMe-diterraneo, in Asia e inOriente e viene a contatto con differenticiviltà (egizia, mesopotamica, indiana), con cui nel corso deisecoli stringe rapporti politici, culturali e mercantili. Stimolopropulsore di tale spinta espansionistica è la crisi progressivadelle pòleis, continuamente in lotta tra loro e convinte che lapace possa essere raggiunta solo tramite l’intervento di unmo-narca straniero. In tale contesto politico Filippo II di Macedo-nia prima, e Alessandro Magno poi, riescono a conquistare ilpotere e a imporre il proprio disegno di creazione di un regnouniversale assimilato alla cultura greca.In ambito architettonico si assiste in quest’epoca allo sviluppodi uno spiccato carattere eclettico, che si manifesta nel pro-gressivo abbandono dell’ordine dorico (cristallizzato in formemanieriste) e nel favore accordato sempre più all’ordine ioni-co e al nuovo ordine corinzio, che notevole sviluppo avrà suc-cessivamente in epoca romana. Proprio il carattere di ricchez-za decorativa di questi ultimi due ordini ben si adatta all’esi-genza di lusso celebrativo del nuovo potere centrale, espressonei grandi complessi monumentali del mausoleo di Alicar-nasso e dell’altare dell’acropoli di Pergamo, città capitale del-l’omonimo regno ellenistico. Sempre in campo architettoniconumerose sono le sperimentazioni stilistiche di elementi co-struttivi quali portici, peristili e vie colonnate nelle città di nuo-va fondazione (Delo, Eleusi, Mileto, Rodi e Pergamo), così co-me in ambito templare compaiono soluzioni tipologiche alter-native all’impianto classico, rappresentate dall’esedra semicir-colare e dalla pianta circolare a thòlos.In campo urbanistico durante quest’epoca si assiste all’evo-luzione del disegno urbano verso forme regolari e ordinateche, come gli odierni piani regolatori, vengono applicate allosviluppo delle colonie e delle città di nuova fondazione. De-terminante in questo senso l’apporto fornito dall’architettoIppodamo di Mileto (IV sec. a.C.) alla definizione di una dot-

Gli edifici minori

Crisi delle pòleis

Filippo II eAlessandro Magno

Lusso celebrativo

Forme regolarie ordinate

Architetture minoica, micenea e greca

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trina urbanistica e di una sociologica, fondate sull’applicazio-ne di schemi planimetrici regolari composti da tracciati via-bilistici ortogonali e sul concetto di distribuzione funzionale,in base al quale le aree territoriali venivano differenziate in re-lazione all’uso cui erano preposte. Da evidenziare la flessibi-lità di tali schemi planimetrici, in grado di assecondare le ir-regolarità del paesaggio naturale e di estendere i propri prin-cipi insediativi agli edifici pubblici e alle abitazioni private, chein quest’epoca si concretizzano nella tipologia della casa me-diterranea con corte centrale. Esempi tangibili dell’applica-zione di tale metodo sono i centri della Magna Grecia (Agri-gento, Selinunte, Posidonia,Metaponto), così comequelli del-l’Attica (Pireo) e dell’Asia Minore (Pergamo e Priene).Pergamo, che s’impose come potenza imperiale tra il 282 e il131 a.C., fu edificata su terrazze situate lungo ripidi crinali,con l’effetto di un contrasto alquanto suggestivo tra le suesplendide costruzioni e le ampie distese di verde circostanti.L’altare di Pergamo, con le sue possenti sculture, è il monu-mento più grandioso del II secolo a.C.Priene era un’antica città ionica. Nei pressi dell’agorà sorge-va un portico lungo 16 metri; eretto nel 130 a.C. circa, avevacolonne doriche all’esterno e ioniche all’interno, una com-mistione di stili comune nei templi dell’Atene del V secolo.

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Distribuzionefunzionale

Pergamo

Priene

2 - Architettura greca

Fase iniziale di formazione della civiltà greca, successiva alla caduta della civiltàmicenea. In questo periodo buio e tormentato a esercitare il potere sono le città-stato autonome, in competizione per il controllo di un territorio frammentato eprivo di uno stato unitario. A questo periodo risalgono resti di edifici templari.

Fase successiva al Medioevo Ellenico, in cui vengono definiti i caratteri formali del-l’architettura greca, insieme a un vasto repertorio di tecniche, stili e canoni esteti-ci che daranno vita a un linguaggio codificato. Caratteristica peculiare dell’epoca èla definizione tipologica del tempio e la codificazione degli ordini dorico, ionico ecorinzio, criteri compositivi fondati su equilibrio e armonia.

Fase di pace e prosperità economica, successiva allo scampato pericolo delle in-vasioni persiane, in cui si attua la ricostruzione monumentale dell’Acropoli diAtene a scopo celebrativo. Oltre al tempio trovano sviluppo numerosi altri edifi-ci civili e spazi pubblici, che insieme concorrono al disegno di una città proget-tata per soddisfare le esigenze dei cittadini.

Fase espansionistica della civiltà greca nel Mediterraneo, in Asia e in Oriente, se-condo l’ambizioso disegno, concepito da Alessandro Magno, di creazione di unregno universale assoggettato alla cultura greca. Trionfa la ricchezza decorati-va degli ordini ionico e corinzio.

SCHEMA RIASSUNTIVOMEDIOEVO ELLENICO

PERIODO ARCAICO

PERIODO CLASSICO

PERIODO ELLENISTICO

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ARCHITETTUREROMANAE PALEOCRISTIANA

1 Architettura romana2 Architettura paleocristiana

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Grande importanza nella celebrazione della potenzaeconomica, politica e militare dell’Impero Romano ebbel’architettura, la cui evoluzione risulta strettamentecollegata alle vicende storiche di Roma, dalla sua nascitaalla fase espansionistica. Nelle fasi iniziali del periodomonarchico e repubblicano, l’originalità artisticadell’architettura ha uno sviluppo abbastanza lento,rimanendo legata alle forme espressive della tradizioneitalica, a sua volta condizionata dall’architettura greca,con il proprio bagaglio teorico e i propri principicompositivi. Nella tarda età repubblicana e nel primoperiodo imperiale le campagne militari di conquistaportano a un’intensa opera di urbanizzazione del territorio,alla costruzione di un’efficiente rete viabilistica e allafondazione di nuove città: tutte attività che comportaronoun impiego massiccio di architetti e ingegneri, in strettacollaborazione tra loro. Con l’età imperiale, fasedi massima espansione, l’architettura romana giungea maturità e, grazie anche ai rapporti culturali intrattenuticon le popolazioni conquistate, elabora un propriolinguaggio architettonico del tutto originale e compiuto,dominato da complesse forme monumentali,atte a rappresentare la maestosità dell’Impero.Dalla crisi e disgregazione dell’Impero Romano e dallacontemporanea crescita del Cristianesimo si sviluppal’architettura paleocristiana: sua prima manifestazionesono le domus ecclesiae, forme di accoglienza per i fedeli,e le catacombe (aree sotterranee utilizzate per seppellirei defunti), ma l’apoteosi è rappresentata dall’edificazionedelle imponenti basiliche, simbolo del nuovo ruolo di Romaquale fulcro religioso e spirituale del mondo.

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Periododella Monarchia

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Inquadramento storico e geografico

La storia di Roma viene suddivisa dagli storici in tre periodi.Il periodo della Monarchia va dalla mitica fondazione di Ro-ma sulla sommità del colle Palatino (753 a.C.) alla cacciata diTarquinio il Superbo (509 a.C.), ultimo re di origine etrusca.Durante quest’epoca si succedono i governi dei sette re diRoma, ai quali la tradizione attribuisce l’esercizio del poterepolitico, nonché l’organizzazione dello Stato, dell’esercito edel culto religioso (di tipo politeistico e naturalistico). La so-cietà è divisa in tre caste:• patrizi, che, detenendo il potere economico e politico, siconsiderano i discendenti dei fondatori della città di Roma;• plebei, la classe popolare di umili lavoratori senza diritti po-litici né la possibilità di accedere ai traffici commerciali;• schiavi (originariamente prigionieri di guerra assegnati aipropri padroni), che non godono di alcun diritto.Il periodo della Repubblica va dalla sconfitta degli Etruschi(cacciata di Tarquinio il Superbo) alla fondazione dell’Imperonel 30 a.C. È l’epoca della prima espansione militare di Romanel Lazio, in Magna Grecia e a danno degli Etruschi. A questiprimi “passi” seguono altre conquiste, che culminanonel II se-colo a.C. con le guerre puniche: a questo punto Roma è lapiù grande potenza del Mediterraneo occidentale. In ambi-to artistico e architettonico il rapido processo espansionisticoconduce i Romani a confrontarsi con le opere artistiche di sva-riati popoli: il risultato è l’elaborazione di una visione artisticae architettonica che ha reso Roma celebre in tutto il mondo.Il periodo dell’Impero va dalla fondazione, per opera di Augu-sto, alla caduta dell’Impero d’Occidente (476 d.C.). È la fase dimassima espansione, caratterizzata da una concezione globa-le dello Stato, inteso come vasto complesso di regioni che in-trattengono tra loro fitti rapporti commerciali e culturali. A que-sto periodo di prosperità e di equilibrio interno segue una faseinvolutiva, segnata da un abbassamento della produttività e dal-le minacce delle invasioni barbariche.

Periododella Repubblica

Periododell’Impero

L’architettura fu l’attività prediletta dei Romani ed esercitò grande influenza su tuttele altre forme artistiche. Considerata un fenomeno sociale in grado di procurareai cittadini dell’Impero benefici mai goduti prima, ebbe sviluppi eccezionali e simeritò in breve tempo un suo posto nella tradizione architettonica dell’Occidente.

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Architetture romana e paleocristiana

Periodo della Repubblica

Alla fase monarchica – in cui la popolazione insediatasi nellavalle del Tevere si trova in una posizione di cerniera tra gliEtruschi a nord, le colonie della Magna Grecia a sud e gli in-sediamenti umbri, sabini e sanniti a nordest – segue, intornoal V secolo a.C., una fase di espansione territoriale.Fin dalle origini si manifestano i caratteri fondanti di Roma, os-sia l’apertura verso le differenti culture con cui entra in con-tatto e la capacità di assimilare i principi culturali e di rielabo-rarli in un linguaggio proprio e originale. Gli influssi del prag-matismo etrusco amalgamati con l’eleganza e la fastosità del-l’architettura ellenistica determinano, dopo un lento proces-so di maturazione tecnica, la formalizzazione di un’architettu-ra elaborata, monumentale e, allo stesso tempo, pragmatica eattenta al rapporto con il contesto naturale: insommaunuti-le strumento nelle mani dei patrizi, che possono celebrare ilproprio potere, accrescere il consenso politico e consolidarel’equilibrio sociale.

L’urbanizzazione del territorioe le opere infrastrutturali

Come precedentemente accennato, fin dall’epoca repubbli-cana Romamanifesta il proprio desiderio espansionistico e l’a-spirazione al dominio stabile dei territori conquistati, obietti-vi che raggiunge grazie alla realizzazione di grandi opere in-frastrutturali, in cui stretto risulta il rapporto tra architetturae ingegneria. In primo luogo il controllo delle rotte maritti-me sul Mediterraneo è assicurato dalla realizzazione dei por-ti di Napoli e Ostia, il primo di tipo militare, il secondo di ri-lievo per quanto riguardava i traffici commerciali.I rapidi spostamenti delle truppe e dei messi imperiali al-l’interno della penisola, e successivamente la libera circola-zionedellemerci,vengonogarantiti daun fitto innervamentocostituito dalla rete viaria: le celebri strade consolari, qualil’Appia (che collegava Roma a Brindisi), la Casilina (da Romaa Cassino), la Salaria e l’Ostiense (da Roma verso il mare), laFlaminia (da Roma a Fano), la Tiburtina (da Roma a Pescara),l’Aurelia (da Roma a Ventimiglia), la Cassia (da Roma a La Spe-zia) e la Clodia (da Roma verso la costa tirrenica).Per garantire durabilità a queste vie di comunicazione, che ge-neralmente presentano una larghezza di 3 o 4 metri (necessa-ria al passaggio di due carri affiancati), vienemessa a punto unatecnica efficace, che consiste nella posa di un letto di pietrisco,

Posizione di cerniera

Espansione

Apertura versole altre culture

Architetturamonumentalee pragmatica

Grandi opereinfrastrutturali

Porti di Napolie Ostia

Fitta rete viaria

Tecnica efficace

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1 - Architettura romana

al quale si sovrapponeuno strato di ghiaia e sab-bia; completa il tutto unpiano di calpestio fatto dilastre di pietra levigata esquadrata posate a sec-co, per uno spessorecomplessivo di circa unmetroemezzo.Lagrandecura posta nella realizza-zione del sottofondo ga-rantisce buona resistenzaall’usura e buon drenag-gio delle acque meteori-che: queste, tramite lacurvatura della sede stra-dale e la presenza di canaline di scolo provviste di chiusini,vengono raccolte e convogliate all’esterno. Il percorso di que-sti assi viari segue per quanto possibile l’andamento altimetricodel territorio; in presenza di terreni accidentati procede in rile-vatoper evitare eccessivi dislivelli e strettoie chepotrebbero ral-lentare lamarciadelle legioni. L’attraversamentodi collineecor-si d’acqua è possibile grazie a gallerie di derivazione etrusca eponti di legno, pietra e barche. Si citano i ponti di Martorelldel 219 a.C., Aemilius del 142 a.C. (oggi conosciuto come Pon-te Rotto) e Fabricius del 62 a.C. (oggi conosciuto come Pontedei Quattro Capi) a Roma, il ponte di legno sul Danubio del 104a.C. e il ponte di barche sul Reno del 55 a.C.Sin dalla fine del VI secolo a.C., ai tempi di Tarquinio Prisco eTarquinio il Superbo, Roma viene dotata di un diffuso im-pianto fognario, la Cloaca Maxima, impiegando per la realiz-zazione tecniche e conoscenze costruttive attinte dall’inge-gneria etrusca: il suo corso in origine avveniva a cielo apertoe raccoglieva i numerosi corsi d’acqua che scendevano dallecolline attorno alla città per convogliarli nel Tevere. Successi-vamente, per motivi di igiene pubblica e per esigenze di spa-zio, i condotti fognari vengono progressivamente interrati.Fino al IV secolo a.C. per il proprio approvvigionamento idri-co i cittadini di Roma si erano serviti delle acque del Tevere,di pozzi e sorgenti sparsi sul territorio. Si deve ai censori CaioPlauzio Venox e Appio Claudio Cieco, nel 312 a.C., la co-struzione del primo acquedotto romano, l’Aqua Claudia oAqua Appia. La condotta portava a Roma le acque raccolte dal-le colline circostanti tramite percorsi interrati in galleria, conuna tecnica costruttiva simile a quella delle canalizzazioni im-piegate dagli Etruschi nelle loro campagne.

Figura 17Schema costruttivodi una strada romana:A) terraB) strato di ciottoli

di fiumeC) strato di pietriscoD) strato di ghiaia

e sabbiaE) lastra di pietra

levigata.

La Cloaca Maxima

L’Aqua Claudia

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Il primo esempio emblematico di tipico acquedotto romanoedificato all’aperto e costituito da una successione di archi èil grande acquedotto dell’Aqua Marcia (144 a.C.), che attin-geva le acque direttamente dalle sorgenti dell’alto bacino del-l’Aniene, particolarmente abbondanti e pure, tanto da essereconsiderate da Plinio il Vecchio lemigliori tra quelle che giun-gevano a Roma: «clarissima aquarum omnium».

Urbanistica e fondazione di nuove città

L’espansione dei confini di Roma, resa possibile dallo svilup-po delle infrastrutture sopra descritte, è accompagnata dallacenturiazione delle campagne, ossia la suddivisione dei terreniagricoli in lotti regolari, ottenuti da una fitta trama di assi or-togonali. A presidio delle nuove terre di conquista vengono col-locate postazionimilitari (castra) e insediamenti residenziali dinuova formazione, entrambi influenzati dalla visione urbanisti-ca dell’architetto greco Ippodamo di Mileto (V sec. a.C.): l’im-postazione prevede un nucleo generatore (il praetorium – al-loggio del comandante – nell’accampamento, e il forum – lapiazza – nelle nuove città) determinato dall’incrocio di 2 assiperpendicolari, il cardo (direzionenord-sud) e il decumano (di-rezione est-ovest), che, ripetendosi molteplici volte nelle duedirezioni, generano un reticolo di quadrilateri racchiuso da unmurodi cintapuredi formaquadrilatera, spessoprotettoda fos-sati,palizzateo terrapieni.Neipunti di incrocio tra i 2 assi prin-cipali e il muro di cinta vengono ubicate, in corrispondenza dei4 punti cardinali, le 4 porte d’ingresso.Numerose sono le città edificate a partire dall’originario ca-strum romano: tra le principali si ricordano in Italia Torino,Como, Pavia, Brescia, Bologna, Firenze e Belluno; in SpagnaBarcellona; in Inghilterra Chester, Lancaster e Manchester.

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Architetture romana e paleocristiana

Figura 18Acquedotto romanoPont du Gard,sul fiume Gardon(Nîmes, Francia).

La centuriazionedelle campagne

Praetorium e forum

Cardo e decumano

Città edificatea partire dal castrum

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Periodo dell’Impero

Sotto Augusto la realizzazione degli edifici è per lo più voltaad affermare gli ideali etico-religiosi dell’Urbe. Qualunquemonumento eretto fuori Roma è simbolo della penetrazionepolitico-culturale attuata dalla città caput mundi e coniugaperfetta funzionalità e sobrietà estetica. Fra le tipologie edili-zie si afferma il sepolcro monumentale, costruito non all’in-terno di una necropoli ma lungo le grandi vie consolari; tut-tavia a imporsi sono soprattutto costruzioni come ponti, ac-quedotti, teatri e strade. Inoltre va affermandosi l’esigenza diuna codificazione della disciplina architettonica, che trovaespressione nel De architectura di Vitruvio.L’originalitàdell’architetturaromanaincominceràapalesarsido-po l’incendio del 64 d.C., attribuito a Nerone: si pensi alla Do-mus Aurea, alla Porta Maggiore e, più tardi, all’Anfiteatro Fla-vio (il Colosseo). In questo periodo il monopolio delle forna-ci di mattoni e tegole impone di “bollare” ciascun manufatto:ciò ha consentito di datare con precisione ogni singolo edificio.Sotto Traiano si afferma un nuovo tipo di colonna, partico-larmente ricco di decorazioni, e viene dato un nuovo volto aun edificio tipicamente romano: le terme, che si fanno moltopiù articolate e complesse. Al principato di Adriano si devonola ricostruzione del Pantheon, massima espressione del tem-pio a pianta centrale, e le ardite soluzioni architettoniche at-tuate nella Villa Adriana a Tivoli. Nel periodo che vede al po-tere i Severi e poi Diocleziano la manovalanza è soprattuttodi origine microasiatica. S’impongono forme architettonichegrandiose – emblematiche sono le terme di Caracalla – e con-tro le incursioni barbariche nascono edifici come il palazzodi Diocleziano (eretto non a Romama a Spalato), più che unedificio residenziale un accampamento militare. Con Costan-tino vedrà la luce uno dei più sontuosi archi onorari che sia-no giunti fino a noi: il cosiddetto Arco di Costantino, erettonel 315 vicino al Colosseo.

Fori, templi e basiliche

Nel II secolo a.C., dopo i successi militari riportati in Orientee in Grecia, Roma acquisisce un rilevante ruolo politico e am-ministrativo, che impone un programma di riqualificazionedelle strutture pubbliche della città. Sotto il diretto control-lo dell’imperatore Augusto, nella capitale vengono realizzateper la prima volta tipologie edilizie eprogrammi funzionali cheserviranno da modello per le costruzioni di tutto l’Impero.

Augusto

Il De architectura

Traiano

Adriano

I Severie Diocleziano

Costantino

Nuove tipologieedilizie

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1 - Architettura romana

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Fulcro della vita economica e sociale urbana è il foro, una gran-de piazza posta in posizione baricentrica, dove le persone si in-contrano e praticano scambi commerciali. In questo spazio,erede dell’antica piazza italica circondata da botteghe, così co-me dell’agorà greca e dell’ampio spiazzo che precedeva la fac-ciata del tempio etrusco, si concentrano le sedi principali delpotere religioso e civile.Il tempio è l’elemento architettonico con funzione di quintascenica, posto all’estremità dell’asse longitudinale del foro, suun podio sopraelevato di circa 3 metri rispetto al suolo. Pre-senta pianta rettangolare, costituita da pronao e cella; la suastruttura compositiva accentua la visione frontale e l’impor-tanza della facciata, fulcro di interesse per le grandi masse dipopolazione che seguivano i discorsi politici o assistevano airiti religiosi celebrati sul podio davanti alla facciata. L’impor-tanza dell’aspetto percettivo del tempio determina sotto Au-gusto un appesantimento degli elementi decorativi, l’utilizzodi capitelli compositi e di trabeazioni fortemente aggettanti:ne deriva uno stile ricco e monumentale, particolarmenteindicato a rappresentare la magnificenza dell’Impero (unesempio è il tempio di Giove eretto a Baalbek nel 60 d.C.).La basilica è l’emblema dell’edificio pubblico romano, desti-nato alle assemblee e all’amministrazione della giustizia, sededel mercato e della borsa. Costruzione di derivazione greca,con i Romani sviluppa un’identità originale, in cui si delineanoi principali tratti delle future basiliche paleocristiane.

Architetture romana e paleocristiana

Il foro

Il tempio

La basilica

Figura 19Piantadella Basilica Ulpia.

Testata(o prospetto corto)

Esedra (ambientesemicircolareo poligonale)

Navate laterali

Navatacentrale

Testata

Esedra

Navate laterali

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Ubicata al margine del foro (di cui costituisce un’espansioneal coperto), la basilica presenta pianta rettangolare e in ge-nere è costituita da una navata centrale e da 2 o più navatelaterali, più basse della precedente e sormontate da gallerie.La luce penetra dall’alto attraverso una serie di finestre rica-vate nella porzione di muratura compresa in sezione tra lanavata centrale e quelle laterali.Tra le principali basiliche romane la più antica è la BasilicaPorcia (184 a.C.), fatta costruire da Catone il Censore e oradistrutta; seguono le basiliche Emilia, Giulia, Ulpia e una co-struzione pompeiana del 120 a.C. La basilica di Massenzio(306-312 d.C.) rappresenta la massima evoluzione di questotipo di edificio: alla struttura puntiforme delle basiliche tra-dizionali, costituite da molteplici colonne e architravi, si so-stituiscono 4 poderosi pilastri in calcestruzzo che sorreggo-no una volta a botte sviluppata su 3 campate, a costituire ilpiù imponente dei luoghi di riunione laici dell’Impero, in gra-do di accogliere una moltitudine di cittadini.

� La basilica di MassenzioLa basilica diMassenzio, di cui si è conservato solo il lato nord,fu iniziata da Massenzio e portata a termine da Costantino.Realizzato in parte sull’area precedentemente occupata daglihorrea piperataria (i magazzini in cui venivano conservatele spezie) e collegato al Foro Romano, questo maestoso edi-ficio – uno dei più imponenti e importanti dell’età imperiale –presenta una navata centrale più alta sulla quale si aprono 3grosse nicchie per lato, anziché le classiche navate minori se-parate dalla centrale mediante colonne. I nicchioni sono co-perti da una volta a botte con lacunari ottagonali. A coprire lanavata centrale 3 enormi volte a crociera in opus caementi-cium, poggianti sui setti murari trasversali e su colonne dimarmo, delle quali è sopravvissuta solo quella che dal 1613troneggia in piazza SantaMariaMaggiore. La volta centrale do-veva essere particolarmente grandiosa.Sul lato corto occidentale, all’inizio della navata centrale, siapriva un’abside preceduta da 2 colonne, alla quale corri-spondeva, sul lato corto orientale, l’entrata originaria della ba-silica, cui si accedeva attraverso una scalinata.Questo impianto fu successivamente modificato, con l’intro-duzione di un secondo ingresso sul lato meridionale, costitui-to da un portico tetrastilo accessibile mediante una scalinatache consentiva di colmare il dislivello tra strada e basilica. Sulfondo del nicchione che si trovava in corrispondenza del se-condo ingresso fu realizzata una seconda abside, coperta dauna semicupola e movimentata da nicchie.

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1 - Architettura romana

Un’espansionedel foro

Basilica Porcia

Basilicadi Massenzio

Un edificiomaestoso

Volte a crociera

Abside

Secondo ingresso

Seconda abside

Tito

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Un podio in muratura ospitava il tribunal dei giudici, data lafunzione di amministrazione della giustizia che aveva l’edifi-cio. Degni di rilievo sono poi i diversi collegamenti verticali dicui era provvista la basilica, tra cui alcune scale a chiocciola.

Portici, mercati, teatri e anfiteatri

Un altro elemento architettonico tipico dello sviluppo urba-nistico di Roma sono i portici, importanti per il fatto che de-finiscono luoghi pubblici riparati e coperti. Inoltre la loro in-trinseca natura di artificio progettuale permette di unifor-mare i prospetti degli edifici che gravitano intorno al foro, re-stituendo un quadro scenografico armonico e unitario.Caso emblematico di struttura architettonica complessa èquello dei Mercati Traianei (110 d.C.): composti da un’esedramonumentale affacciata sui Fori Imperiali e addossata al de-clivio del colle del Quirinale, nascono dall’aggregazione distrade interne, botteghe, volte e gallerie.Altri edifici di notevole importanza sono i teatri e gli anfi-teatri, destinati allo svago del popolo.

Il tribunal dei giudici

Scale a chiocciola

Portici

Mercati Traianei

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Architetture romana e paleocristiana

Figura 20Piantadi teatro romano.

Muro delboccascena

Parascenio(o pulpito)

Scena

Palcoscenico

Cavea

Primagalleria

Vomitoria(accessialla cavea)

Gradinate a cuneoCorridoio

Secondagalleria

Proscenio

Arcatea tuttosesto

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La prima tipologia architettonica, di derivazione greca, si de-linea ben presto come costruzione autonoma all’interno deltessuto cittadino, composta da una cavea sorretta da pilastrie archi in muratura e pietra e da un’alta parete scenica de-corata come fosse la facciata di un palazzo. Il primo esempiodi teatro in pietra è costituito dal teatro di Marcello (11 a.C.)a Roma, a cui seguono quelli di Orange, Arles, Timgad e Sa-bratha, costruiti tra il I e il III secolo d.C.Tra gli anfiteatri (ottenuti compositivamente dall’accorpa-mento “faccia a faccia” di 2 teatri), il più celebre è senz’altrol’Anfiteatro Flavio (più noto come Colosseo per la presenzadi una gigantesca statua di bronzo raffigurante Nerone, o co-losso di Nerone, situata anticamente nel piazzale esterno), ingrado di ospitare 50 000-60 000 spettatori, a cui seguono perimportanza (con una capienza di circa 25 000 spettatori) glianfiteatri di Verona, Pola, Nîmes e Arles.

� Il ColosseoIl Colosseo, simbolo di Roma, è il più grande anfiteatro delmondo romano. La valle del Colosseo è chiusa tra il colle Pa-latino, parte del Celio e parte dell’Esquilino. Sebbene le carat-teristiche geomorfologiche non fossero particolarmente adat-te all’insediamento umano, la valle fu abitata fin dalle originidella città. Degli edifici che vi furono eretti prima dell’incendiodel 64 d.C. non resta traccia. La valle viene così utilizzata da Ne-rone per realizzare la Domus Aurea e un laghetto artificiale(stagnum Neronis), quest’ultimo situato nell’area in cui vedràla luce il Colosseo. A fare da cornice a questo bacino, portici eterrazze. Nel luogo in cui poi sorgerà il tempio di Venere si er-geva il vestibolo della Domus, che secondo le fonti antiche cu-stodiva la maestosa statua bronzea raffigurante Nerone. Con ladamnatio memoriae di cui fu oggetto l’imperatore, gli edificiprogettati nella valle non vennero portati a termine.Sono i Flavi, con la realizzazione dell’anfiteatro e delle costru-zioni annesse, a trasformare la valle del Colosseo in un quar-tiere interamente dedicato all’intrattenimento pubblico. Ro-ma non ha mai beneficiato di un anfiteatro stabile, e con i loroprogetti Vespasiano, Tito e Domiziano intendono avvicinarela plebe urbana alla nuova dinastia.Occorrono solo dieci anni prima che questo imponente edi-ficio veda la luce nella sua interezza. Innanzitutto si bonificail terreno e poi si realizzano le fondamenta, conpilastri di tra-vertino e una robusta base di calcestruzzo. Coordinate dagliarchitetti, operano 4 squadre di manovali. Per evitare di “ap-pesantire” la costruzione vengono impiegatimattoni e archiall’esterno su 3 ordini e volte a botte all’interno.

Costruzioneautonoma

Teatro di Marcello

Anfiteatro Flavio

Il simbolo di Roma

I Flavi

Realizzatoin soli dieci anni

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1 - Architettura romana

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L’inaugurazione ha luogo nell’80 d.C. con 100 giorni di spet-tacolo, anche se gli ultimi ordini esterni e il piano di serviziosotto l’arena non sono ancora completi. Alla base della rapi-dità con cui fu realizzato l’Anfiteatro Flavio pare ci sia il reim-piego di strutture preesistenti. E alla base del gradimento cheanche con gli imperatori successivi riscuoteranno gli spetta-coli, c’è la passione del popolo per i giochi gladiatori. Una del-le prime “rappresentazioni” fuuncombattimentonavale (nau-machìa) simulato mediante l’allagamento dell’arena.Al 410 d.C., anno del saccheggio di Roma da parte dei Visi-goti, seguono alcuni anni in cui il Colosseo rimane inutilizza-to; nel 438 d.C., ad attività riprese, vengono aboliti i combat-timenti tra gladiatori. Questi due avvenimenti danno il via aun periodo di degrado, spoglio e riutilizzo dei materiali del-l’anfiteatro, che si protrarrà per secoli.

L’inaugurazione

Giochi gladiatori

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Architetture romana e paleocristiana

Figura 21Pianta (sotto)e sezione (in basso)di un anfiteatro romanodell’età flavia.

Cavea

Arena

Ultimo meniano

Secondo meniano

Podio

Praecinctiones (corridoiche dividevano le gradinatein settori orizzontali)

Vomitoria

Cavae (pianiipogei posti

sotto l’arena)

Primo meniano (primo insieme dei ripianiche costituiscono gli ordini delle gradinate)

Ultimomeniano

Secondomeniano

Primomeniano

Podio

Cavea

Cavae

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L’anello esterno è alto circa 60 metri, l’asse maggiore dell’ellis-se misura 188 metri e quello minore 156. L’area intorno all’an-fiteatro presentava pavimentazione in travertino ed era deli-mitata da enormi cippi di pietra. L’anello esterno in travertino(oggi ne possiamo ammirare solo il settore settentrionale) èsuddiviso in 4 piani sovrapposti: i primi 3 mostrano una seriedi arcate inquadrate da semicolonne, mentre il quarto costi-tuisce un attico cieco diviso da lesene (elemento decorativo aforma di semicolonna o semipilastro) in scomparti aperti da fi-nestre quadrate che si susseguono a intervalli regolari. Le fine-stre sono sormontate da mensole poste in corrispondenza deifori del cornicione superiore; questi venivano utilizzati per fis-sare i pali che dovevano sorreggere il velarium, una sorta ditendone azionato mediante funi dai marinai della flotta di Mi-seno per riparare dal sole cavea e spettatori.Ognuna delle arcate del pianterreno dalle quali il pubblico ac-cedeva al monumento era numerata: un accorgimento fina-lizzato a facilitare lo smistamento degli spettatori. Non era-no segnati da alcun numero gli ingressi dell’asse minore ri-servati alle autorità e quelli dell’asse maggiore destinati ai gla-diatori. Alla tribuna imperiale si accedeva dall’entrata setten-trionale, preceduta da unpiccolo portico a farne risaltare l’im-portanza. L’ingresso era gratuito, ma i posti erano assegnatiin base alla classe sociale e indicati su una tessera appositache lo spettatore aveva con sé. A indirizzare gli spettatori ver-so i propri posti c’erano percorsi obbligati, diversi a secon-da del settore di cavea. Si trattava quindi di un sistema di pas-saggi, scale e rampe che non ha nulla da invidiare a quelli dioggi (considerata anche la capienza del Colosseo, calcolata in50 000-60 000 posti), volto a garantire un veloce afflusso edeflusso della folla (si è stimato chepotessero essere evacuaticirca 20 000 spettatori in 10 minuti) e a distribuire il pubbli-co su tutte le gradinate.Il settore più basso della cavea, riservato ai senatori e alle lo-ro famiglie, presentava sedili in pietra, situati, per motivi disicurezza poiché più vicini all’arena, su un podio sormontatoda una ringhiera. Il secondo settore era riservato all’ordineequestre ed era costituito da gradinate di marmo. I settoridestinati alla plebe, che quindi erano i più affollati, erano ilterzo, il quarto e il quinto; quest’ultimo si trovava in corri-spondenza dell’attico esterno e aveva gradinate lignee. Il pia-no più alto era quello riservato alle donne.I sotterranei di servizio (cavae) erano nascosti dal tavolato dilegno che costituiva l’arena. I gladiatori vi accedevanodagli in-gressi posti sull’assemaggiore; a ovest si entrava e a est si usci-va. Le strutture ipogee erano indispensabili per lo svolgimen-

L’anello esterno

Il velarium

La tribuna imperiale

Ingresso gratuito,posti assegnati

Sistema di passaggi,scale e rampe

Il settoredei senatori

I settori di ordineequestre e plebe

Il settore donne

I sotterraneidi servizio

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1 - Architettura romana

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to dei giochi e delle venationes (spettacoli che avevano gli ani-mali comeprotagonisti), poichéospitavano le fieree tutti imac-chinari necessari per allestire gli apparati scenici. Fondamen-tale la presenza di 50 montacarichi, messi in movimento me-diante un sistema di contrappesi che azionava l’apertura di ap-posite botole che portavano in superficie gladiatori e animali.Sotto l’arena correvano 2 gallerie collegate con l’esterno delmonumento: una conduceva al Ludus Magnus, la caserma deigladiatori, che si presenta come un piccolo anfiteatro; l’altraconsentiva all’imperatore di raggiungere il palco d’onore (è ilcosiddetto “passaggio di Commodo”). Nell’area del Colosseoc’erano altri edifici analoghi, tra cui il Ludus Matutinus per ivenatores, iCastra Misenatium per imarinai della flotta diMi-seno, e servizi come il Sanitarium per la cura dei gladiatori fe-riti e l’Armamentarium (deposito delle armi).Di rilievo anche il sistema di canalizzazione delle acque, conce-pito per dare allemigliaia di spettatori che accedevano per gior-ni all’anfiteatro la possibilità di usufruire di latrine e fontane.

Le terme

Le terme rappresentano strutture di grande rilevanza a Ro-ma, sia dal punto di vista sociale sia in ambito architettoni-co. Preposte all’esercizio fisico e all’igiene personale (in so-stituzione dei rudimentali servizi igienici della maggior par-te delle abitazioni private), divennero presto occasione disvago, di scambi culturali e di incontri mondani. Racchiuseentro apposite recinzioni, le terme presentano una pianta ri-gidamente simmetrica, composta da una innumerevole se-rie di locali organizzati intorno all’asse centrale, provvisti dipalestre, ginnasi, vasche per il nuoto e ambienti caldi efreddi disposti secondo temperature decrescenti. L’impian-tistica era molto evoluta per l’epoca: si trattava di impianti diriscaldamento ad aria calda realizzati tramite canalizzazioniinserite nelle pareti o sotto il pavimento (ipocausti), di ab-bondanti rifornimenti d’acqua e di efficaci sistemi di scarico.Oltre alle terme erette a Roma da Agrippa (33 a.C.), Nerone(58-62 d.C.), Tito (80) e Traiano (109), oggi non più esistenti,vale la pena di citare le imponenti terme di Caracalla (212-217) e quelle di Diocleziano (298-306), di cui è possibile am-mirare i resti. Le terme di Diocleziano rappresentano il piùmaestosocomplesso termaledellaRomaantica, grande ildop-pio dell’edificio di Caracalla: basti pensare che l’ottocentescocolonnato semicircolare dell’attuale piazza della Repubbli-ca ricalca l’emiciclo dell’esedra delle terme.

Giochi e venationes

Il Ludus Magnus

Il “passaggiodi Commodo”

Il sistemadi canalizzazione

Edifici di rilievoin campo socialee architettonico

Un complessoarticolato di locali

Le termedi Caracallae di Diocleziano

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Architetture romana e paleocristiana

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� Le terme di CaracallaUno dei più pregevoli esempi di edificio termale della Romaimperiale è costituito dalle terme di Caracalla, costruite sul-l’Aventino tra il 212 e il 217.Per rifornire idricamente questo complesso fu costruito un ra-mo speciale dell’acquedotto AquaMarcia, l’Aqua Antoniniana;per il riscaldamento dell’acqua si usavano focolari situati aipiani inferiori che diffondevano aria calda attraverso interca-pedini appositamente create nel pavimento. A occuparsi delrecinto esterno – in sostanza un portico con 2 esedre ai lati –furono Eliogabalo e Alessandro Severo. Tra il recinto e il cor-po centrale erano stati realizzati dei giardini. Destinate al po-polo dei quartieri circostanti, le terme potevano accogliere ol-tre 1500 persone. Il corpo centrale, che misurava 220 x 114metri, accoglieva la gigantesca stanza circolare per i bagni inacqua calda, ossia il calidarium (34 m di diametro), che, con-cepito per sfruttare al meglio l’esposizione solare, era ubicatosul lato sud e costituiva un corpo sporgente; per tutto il gior-no la luce solare pervadeva gli ambienti grazie a grosse fine-stre. Oltre a un’enorme vasca d’acqua calda di forma circola-re posta al centro, ce n’erano altre 6 lungo il perimetro. La co-pertura a cupola era sorretta da 8 robusti pilastri. La pianta

Aqua Antoniniana

Il calidarium

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1 - Architettura romana

Figura 22Pianta del corpo centraledelle termedi Caracalla.

Ginnasio(palestra)

Tepidarium

Frigidarium

Calidarium Alveo Sudatorio(ambienteper i bagni di sudore)

Servizi

Natatio

Destrictorio(salaper detergersiil sudore)

Ginnasio

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del corpo centrale richiamava quella degli altri edifici termalidi epoca imperiale, con le stanze più importanti lungo l’assecentrale e le stanze minori disposte simmetricamente. Gli in-gressi erano 4 e davano accesso a 2 vestiboli e alle 2 palestre(con al centro un cortile scoperto delimitato da colonne), chesi trovavano sui lati brevi del complesso e fiancheggiavano lanatatio (una grande piscina), da cui erano separate medianteun portico tetrastilo. Ilpercorso fatto di bagni ed esercizi spor-tivi, che iniziava nella natatio, si concludeva nella vasca non ri-scaldata detta frigidarium (o viceversa).Un altro ambiente importante per chi accedeva al complessotermale era il tepidarium, unapiccola sala quadrata con vaschelaterali e nicchie. Sul lato opposto ai 2 ingressi della natatio sitrovavano 2 spogliatoi. Il lato sudovest era occupato da stanzedi forma e dimensioni diverse; tra queste il laconicum (oggidiremmo “bagno turco”), una sala rettangolare con piccoli in-gressi obliqui che impedivano la dispersione del calore. Meri-tano un cenno anche gli ambienti sotterranei, che ospitavanole stanze di servizio e ilmitreo (santuario ipogeo) più granderitrovato nell’Urbe.

Le opere private: insula, domus e villa

All’interno degli isolati urbani che compongono la fitta tramadel tessuto cittadino si articolano diverse tipologie residen-ziali, distinte in base alla suddivisione gerarchica degli abitan-ti. Il tipo più popolare è costituto dall’insula, edificio a bloc-co con cortile interno ad alta densità abitativa (equiparabileall’attuale condominio), che in media si sviluppa su 4 livelli,ma che in numerosi casi raggiunge i 6, 8 e 10 piani di altezza.Il piano terra era destinato a ospitare le botteghe artigiane (ta-bernae), dotate di soppalco interno per il deposito dei mate-riali o il ricovero degli artigiani più poveri. I piani superiori era-no composti di alloggi, di pregio sempre minore man manoche dal primo piano (ove erano ubicate le unità abitative mi-gliori) si procedeva verso l’alto. Le insulae, realizzate in cal-cestruzzo rivestito esternamente di mattoni privi di intonaco,presentavano spesso solai e coperture sostenute da volte ederanoprive di servizi igienici (per l’igienepersonale gli abitantisi servivano delle latrine pubbliche e delle terme).La domus costituisce l’abitazione indipendente della piccola emedia aristocrazia romana: ha sviluppo orizzontale e rielabo-ra ilmodello della casa mediterranea, con la successione diambienti diversi, ciascuno avente una propria funzione. Loschema distributivo della casa tipo era costituito da un ingres-

Vestiboli e palestre

Il frigidarium

Il tepidarium

Il laconicum

L’insula

La domus

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so (vestibulum), tramite il quale si accedeva all’atrium, ampiastanza centrale scoperta che aveva la funzione di illuminare gliambienti circostanti attraverso un’apertura del tetto (com-pluvium) e di raccogliere l’acqua piovana in una cisterna po-sta al centro (impluvium). Intorno all’atrium sono dislocatele camere da letto (cubicula), le stanze di servizio (alae), lostudio del capofamiglia (tablinum) e la stanza per il culto re-ligioso (lararium). La porzione retrostante della casa è occu-pata dall’hortus, il giardino domestico. Nelle dimore più pre-stigiose alla zona dell’atrium fa da contraltare ilperistilio, am-pio giardino porticato attrezzato con alberi da frutto, giochid’acqua, fontane e piscine, su cui si affacciano bibliotheca, so-larium e triclinium (la sala dei banchetti).La villa è la dimora più ricca e articolata dell’alta aristocrazia(dotata di giardini, portici, belvedere, terme, piscine e ninfei) esi differenzia in due diverse tipologie: la villa suburbana, loca-lizzata al di fuori delle mura della città, utilizzata come residen-za; la villa rustica, ubicata in aperta campagna e destinata ai la-vori agricoli, occupata in modo permanente dai servi e abitatastagionalmente dalla proprietà. Esempio tra i più autorevoli èVilla Adriana (118-138), a Tivoli, voluta dall’imperatore Adria-no per sfuggire alla confusione e alla promiscuità di Roma.

Figura 23Sezione longitudinalee piantadi una casa romana.

Il giardino

La villa

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1 - Architettura romana

Pròdomos (atrio prima del tablinum)

Protiro(piccolo portico)

Compluvium

Cenaculum(sala da pranzo)

Protiro

Ingresso Fauces(corridoio)

Atrium Cubicula

PròdomosImpluvium TablinumAla

Ala Peristilio Viridario(orto)

Posticum(ingresso posteriore)

Triclinium Hortus

Impluvium

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Materiali, tecnologie ed elementi costitutivi

Una nota distintiva dell’architettura romana è l’utilizzo dimateriali poveri per la realizzazione di imponenti masse mu-rarie (muri a sacco). Questi muri infatti erano costituiti da undoppio paramento esterno in blocchetti di travertino, tufo omattoni di argilla, legati insieme da una malta cementizia diottima resistenza ottenuta da un impasto di calce, sabbia epozzolana (sabbia di origine vulcanica comune in Lazio e inCampania). L’impasto è noto come opus caementicium, poi-ché vi si inglobavano i caementa, ossia frammenti di pietraspezzati con funzione di consolidanti durante le fasi di asciu-gatura e ritiro della malta.A seconda del tipo dimateriale impiegato per la finitura ester-na, le murature in elevazione assumono diversi nomi: opusincertum se il paramento è costituito da blocchi di pietra diforma irregolare con la faccia a vista più o meno piana; opustestaceum o latericium, composto da mattoni di argilla cot-ta in fornace; opus vittatum, costituito da corsi alternati dimattoni in laterizio e piccoli blocchi di tufo; opus reticula-tum, composto da piccole pietre a forma di piramide troncacon base quadrata in vista; opus mixtum nei casi di compo-sizione mista tra pietra e laterizio, dove quest’ultimo venivaimpiegato per le ammorsature negli angoli e negli spigoli.Grazie alle qualità strutturali e alla flessibilità d’impiego delcalcestruzzo i Romani furono in grado di elaborare fonda-

Materiali poveri

Opus caementicium

Opus incertum

Opus testaceume opus vittatum

Opus reticulatume opus mixtum

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Architetture romana e paleocristiana

Figura 24Esempi di muraturaromana. Si chiamavaopus polygonalela tecnica impiegataper la costruzionedi mura fortificatecon grandi massisommariamentesquadrati legati a secco,ossia senza calce.

Opus testaceum

Opus reticulatum

Opus incertum

Opus polygonale

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mentali elementi architettonici impostati su linee e superficicurve, quali l’arco, la volta e la cupola, tutti ampiamente uti-lizzati in molte delle grandi opere di cui ancora oggi esistonoesempi mirabili.L’arco a tutto sesto è il primo fondamentale tratto costitutivodelle costruzioni romane: si tratta di una struttura bidimen-sionale sostenuta da 2 piedritti (elementi verticali) sospesasu uno spazio vuoto; comunemente impiegato per sovrasta-re aperture, è costituito in genere da conci di pietra o ele-menti di laterizio disposti in modo radiale intorno a un ipo-teticocentro. L’elementodi chiusura, chemette in atto le spin-te di contrasto e consente alla struttura di sostenersi, è de-nominato chiave di volta. Di origine greca (impiegato peropere di fondazione) e ripreso successivamente dagli Etru-schi, con i Romani l’arco raggiunge la completa maturazio-ne formale, trovandoampio impiego in tutte leprincipali ope-re infrastrutturali (ponti e acquedotti) ed edilizie (teatri e an-fiteatri), fino ad acquisire la dignità di organismo architetto-nico a sé stante avente scopi commemorativi (arco di trionfoad uno o 2 fornici, arricchito da statue onorarie e celebrati-ve), ubicato in posizione autonoma o in posizioni di passag-gio come porta di accesso alla città.

Figura 25Schema tipodi un arco.

L’arco a tutto sesto

La chiave di volta

Organismoarchitettonicoa sé stante

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1 - Architettura romana

Ghiera

Estradosso

Concio cuneo

Tirante

Imposta(o cuscino)

PiedrittoPeduccio

Spalla

Giunto Chiave di volta (o serraglia)

Freccia (o monta:è il raggio dell’arcomisurato dal pianod’imposta alla chiave)

Cuneo

Pianoalle reni

Punto d’innestodella volta

Piano d’impostaLuce (o corda)

Sesto (oprofilo)Archivolto

Intradosso

(oimbotte)

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Dalla ripetizione di una serie di archi affiancati in profonditàsi genera la volta, importante elemento architettonico utiliz-zatoper la copertura di spazi anchemolto ampi senza appoggiintermedi. Così come avviene per l’arco, anche la volta gene-ra spinte laterali che per l’equilibrio dell’insieme devono es-sere contrastate da contrafforti o elementi di trazione dettitiranti. Dall’evoluzione della più semplice volta a botte, im-piegata per coprire ambienti di forma rettangolare, nasconoe si sviluppano forme assai più complesse. Di seguito si cita-no le principali.• La volta a crociera è determinata dall’incrocio perpendi-colare di 2 volte a botte, la cui superficie è costituita da 4 ar-chi perimetrali e 2 archi diagonali. Questi ultimi si interseca-nonel centro geometricodella volta ehannodimensionimag-giori rispetto a quelli perimetrali. La proiezione della volta suun piano orizzontale è generalmente costituita da una formaquadrata, detta campata; quest’ultima è delimitata da 4 o piùpilastri di sostegno.• La volta a vela è definita geometricamente come la porzio-ne interna dell’intersezione tra una semisfera e un cubo.• La volta a bacino o a catino è una cupola ribassata impo-stata su pennacchi, elementi di raccordo tra la base circolaree la struttura a pianta quadrata o poligonale sottostante.

Figura 26Esempi di volte semplicie volte composte.

La volta a botte

La volta a crociera

La volta a vela

La volta a bacino

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Architetture romana e paleocristiana

Costolone(o nervaturalongitudinale)

Costolone(o nervaturadiagonale)

Unghia (superficiecompresatra 2 nervature)

Arcotrasversale

Intersezionead angolo retto

Conciodell’arco

Volta a padiglione

Volta a botte Volta a vela

Volta a crociera

Spalla

Estradosso

Intradosso

Controtravaturaprovvisoria

Arco ditestata

Generatrice

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La cupola, un tipo di volta a calotta a perfetta simmetria cen-trale, nasce dalla rotazione dell’arco rispetto al proprio assedi simmetria; presenta una forma semisferica e si imposta suuna base circolare o, mediante opportuni raccordi, poligona-le. Destinata a coprire ampi spazi monumentali, la cupola sicaratterizza come elemento portatore di significati e sugge-stioni legati all’espressione del potere centrale di Roma.La massima espressione di questo elemento architettonicoè rappresentata dal Pantheon (fatto costruire da Agrippa ne-gli anni 27-25 a.C. e interamente ricostruito nell’età di Adria-no). Si tratta di un tempio a pianta circolare sormontato daun’imponente cupola (impropria, in quanto realizzata tra-mite un getto di calcestruzzo anziché con l’impiego di con-ci orientati) decorata da cassettoni e illuminata mediante unoculo. Attraverso quest’apertura centrale, collocata al postodella chiave di volta, penetra una luce radente che crea sce-nografici effetti chiaroscurali e una suggestiva dilatazionedello spazio interno.Nel Pantheon si coglie in modo evidente lo spostamento del-l’interesseprogettualedeiRomanidall’involucroesternover-so lo spazio interno.

Morfologia e spazialità dell’architetturaromana

L’impiego delle tecniche e degli elementi costruttivi sopra de-scritti introduce numerosi aspetti di differenziazione tra l’ar-chitettura romana e quella greca. Il tempio greco si configu-ra come armonica aggregazione di singoli elementi (comebasamento, colonna, architrave, timpano), le cui forme e re-ciproche relazioni esprimono spazialmente una disposizio-ne statica dei carichi verticali. Al contrario, negli edifici ro-mani la sostituzione della struttura puntiforme con muratu-re continue determina organismi plastici, in cui l’azione deicarichi statici è contrastata da una moltitudine di archi, con-trafforti e volte che, oltre a svolgere un ruolo di sostegno, ar-ricchiscono i manufatti di una spazialità interna articolata ecomplessa. Una spazialità tutta romana, i cui elementi costi-tutivi sono ampi volumi arricchiti damolteplici soluzioni for-mali, destinati a momenti di vita sociale della collettività evolti a diffondere ovunque il comune senso di appartenenzaa una grande potenza.Diverso era l’obiettivo della civiltà greca, tesa a creare volu-mi quanto più possibile idealizzati e puri, che si potesserocontemplare esternamente nella loro perfezione formale.

La cupola

Il Pantheon

Differenzecon l’architetturagreca

Murature continue

Sensodi appartenenzaalla grande potenza

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1 - Architettura romana

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Architetture romana e paleocristiana

Fase iniziale della storia di Roma corrispondente al governo dei sette re, che va dal-la fondazione sul colle Palatino alla cacciata di Tarquinio il Superbo. Formazione del-la struttura sociale, organizzata in tre caste: patrizi, plebei e schiavi.

Fase che si protrae sino alla fondazione dell’Impero per opera di Augusto, caratteriz-zata dalle prime campagne di espansionemilitare su Lazio,MagnaGrecia e terre etru-sche. Fondamentale è l’arricchimento derivato dai contatti con le opere delle variepopolazioni straniere, che genera una visione di arte e architettura tutta romana.

Fase di massima espansione di Roma sino alla caduta dell’Impero d’Occidente,composto da un variegato insieme di regioni legate tra loro da fitti rapporti com-merciali e culturali. In ambito architettonico Roma si fa promotrice di un intensoprogramma di riqualificazione delle strutture pubbliche (fori, templi, basiliche,teatri e terme), modello per l’edificazione in tutto l’Impero.

I Romani furono maestri nell’elaborazione di elementi architettonici (arco, volta,cupola) fondamentali per la realizzazione di strutture articolate e complesse, im-postate su linee e superfici curve in grado di generare una nuova spazialità de-stinata alle esigenze della vita sociale. Nota distintiva, l’uso di materiali poveri.

SCHEMA RIASSUNTIVOPERIODO DELLA MONARCHIAE ORGANIZZAZIONE SOCIALE

PERIODO DELLA REPUBBLICAED ESPANSIONE TERRITORIALE

PERIODO DELL’IMPEROE REALIZZAZIONEDELLE OPERE PUBBLICHE

TECNOLOGIE E MATERIALI

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Inquadramento storico e geografico

Con l’espressione “architettura paleocristinana” si definiscela produzione architettonica dei primi secoli di nascita e svi-luppo del Cristianesimo, dall’età imperiale di Roma fino al601 d.C., anno della morte di Gregorio Magno.Gli storici sono soliti suddividere lo sviluppo architettonico cri-stiano in due fasi, una anteriore e l’altra posteriore all’Editto diMilano del 313 d.C., in cui l’imperatore Costantino proclamaufficialmente la libertà di culto per i cristiani (“pace religiosa”)e la possibilità di erigere edifici pubblici per la liturgia.L’evento si inserisce in un quadro storico generale che vedel’Impero Romano in una fase di profondo declino, minaccia-to da continui disordini e turbolenze che si verificano nelleprovince più lontane dall’Urbe, compromettendone la stabi-lità politica, sociale e commerciale. In questa situazione si af-ferma sempre di più, tra le classi inferiori della popolazione(proletariato urbano e piccola borghesia), la dottrina cristia-na, che in breve tempo mina alla base l’autorità del poterecentrale e si configura come potere alternativo.Dal punto di vista geografico, le opere dell’architettura pa-leocristiana si diffondono nei territori assoggettati all’ImperoRomano, sia nell’Impero d’Occidente sia nell’Impero d’O-riente, anche se in quest’ultima area verranno demolite e rie-dificate in epoca bizantina.

Espressione delle esigenzedel Cristianesimo

Fin dagli esordi la comunità cristianamanifesta specifiche esi-genze legate alle pratiche liturgiche, che riguardano le at-trezzature necessarie al battesimo per immersione, la dispo-

Due fasi

Declino dell’ImperoRomano

Affermazione delladottrina cristiana

Esigenze legate allepratiche liturgiche

L’architettura paleocristiana nasce e si sviluppa in stretta relazione con le originie la diffusione del Cristianesimo: dalle prime e segrete manifestazionirappresentate da catacombe e domus ecclesiae, antecedenti all’Editto di Milano,fino alle massime espressioni, costituite dalle imponenti basiliche a piantalongitudinale e centrale che si affermano quando la religione di Cristo vieneufficialmente riconosciuta e il suo culto liberamente accettato.

2 Architettura paleocristiana

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nibilità di un’ampia sala per riunioni all’interno della qualeviene collocato un tavolo per il pasto rituale, la necessità disepolture separate da quelle dei pagani.Per far fronte a queste esigenze e data la scarsità di mezzi eco-nomici della comunità, in epoca precostantiniana non si ri-corre alla costruzione di edifici appositi, ma all’utilizzo di abi-tazioni private per riunioni e battesimi e alla concessione diloculi o aree cimiteriali per le sepolture.Solo durante il III secolo, di pari passo con la considerevolecrescita della popolazione cristiana, iniziano a nascere i primicentri comunitari costruiti ex novo, le cosiddette domus ec-clesiae (“case dell’assemblea” o “case della chiesa”): si trattadi piccole costruzioni, la cui tipologia si rifà con molta pro-babilità alla casa romana provvista di atrio, che continuano amantenere un carattere privato, dal momento che la religio-ne cristiana viene considerata illecita dal potere centrale. Du-rante quest’epoca si diffonde l’uso, da parte dei più facoltosiproprietari di alcune domus ecclesiae, di donare questi edi-fici alla Chiesa e costituire i cosiddetti tituli (nel 312 nell’or-ganizzazione parrocchiale di Roma se ne contavano 25, co-nosciuti come titulus Clementis, titulus Praxedis, titulus By-zantis e simili), antesignani degli odierni titoli cardinalizi.Il termine titulus si riferisce alla lastra di pietra su cui era in-ciso il nomedel proprietario e si specificava a quale titolo pos-sedeva l’immobile in questione. Successivamente, dal VI se-colo in poi, il termine viene attribuito alle parrocchie mino-ri, ubicate in zone periferiche o in piccoli borghi rurali, sot-toposti al controllo delle pievi più importanti. Inizialmentesoggette a uno stretto controllo daparte delle pievi, in seguitoacquisiscono una certa autonomia, essendo gestite diretta-mente da un rettore segnalato dalle pievi stesse. Di gran ri-lievo sono il ruolo sociale svolto dai tituli, che vengono adi-biti a centri di assistenza per i più poveri, a ospedali e orfa-notrofi), e il contributo che danno in ambito religioso: infat-ti le fasce sociali più deboli si convertono al Cristianesimo, ri-conoscendo in queste strutture la soluzione pratica agli in-numerevoli problemi della quotidianità (mangiare, dormire,avere un riparo, curarsi dalle malattie).Sia le domus ecclesiae sia i tituli prendono generalmente ilnome dall’originario proprietario dell’edificio e lo conserva-no anche in seguito alla costruzionedi una vera epropria chie-sa: per esempio il titulus Ceciliae, in origine proprietà di unacerta Cecilia, divenne successivamente ecclesiae Ceciliae, o“chiesa di Cecilia”, che corrisponde all’attuale chiesa di San-ta Cecilia. Da parte degli studiosi non è stato semplice indivi-duare con certezza, al di sotto di molte chiese romane (come

Scarsità di mezzieconomici

Le domus ecclesiae

I tituli

Autonomiae importanteruolo sociale

Il nomedel proprietario

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Architetture romana e paleocristiana

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le chiese dei Santi Giovanni e Paolo e di San Martino ai Mon-ti, nonché la già citata chiesa di Santa Cecilia), le tracce di abi-tazioni private adibite a luoghi di culto: la causa è da ricercarsinella mancanza di una precisa caratterizzazione architettoni-ca. Anche gli elementi decorativi rinvenuti non sono specifi-ci della cultura cristiana ma derivati dalla cultura pagana.Uno dei più antichi esempi rinvenuti fuori Roma è costituitodalla domus ecclesiae di Doura Europos (III sec.), città dellaMesopotamia situata presso il villaggio di Salhieh. Questa co-struzione è nota per il buono stato di conservazione, dovutoal fatto che, completamente sepolta dal crollo della cinta mu-raria della città in seguito all’assedio dei Parti nel 258, si è co-sì conservata fino ai nostri giorni. L’edificio, di 2 piani fuoriterra e di aspetto analogo a quello delle altre case della città,presenta al piano terra una sala adibita a battistero (decora-ta con motivi pittorici ispirati alla religione cristiana) e al pri-mo piano una serie di locali adibiti ad abitazione, raccolti in-torno a una corte centrale.Per quanto riguarda le sepolture dei defunti, i cristiani, comegià anticipato, avvertono la necessità di separarle da quelledei pagani (i quali peraltro praticano prevalentemente la cre-mazione) e, fedeli alla dottrina della resurrezione predicatada Gesù Cristo, ricorrono all’inumazione in sepolture sot-terranee dette catacombe. Queste non sono, come erronea-mente si pensa, luoghi di culto o rifugi segreti nati per sfug-gire alle persecuzioni, bensì veri e propri cimiteri, costituitida un intrico di corridoi e cunicoli in grado di ospitare mol-te salme, scavati a vari livelli di profondità nel terreno. I trac-ciati irregolari di questi corridoi seguivano la struttura geolo-gica del terreno, molto spesso composto di tufo, e si artico-lavano in una serie di ambulacri (gallerie che i Latini chiama-vano criptae, larghe circa 80-90 cme alte 2,5m), nei quali ven-gono scavati numerosissimi loculi, chiusi da lastre di pietra otegole di cotto.Ai membri delle classi sociali più agiate sono destinate vastecamere sepolcrali a pianta poligonale chiamate cubicula, al-l’interno delle quali si trovano tombe ad arcosolio, ossia ur-ne chiuse sormontate da una nicchia coperta da un arco.Nella città di Roma, ancor prima dell’Editto di Milano, al difuori della cinta muraria cittadina esistono 7 zone diaconali,ciascuna delle quali dotata di una propria zona catacombale,che prende il nome dal proprietario del terreno o dai marti-ri che vi sono sepolti: ne sono esempi le catacombe di Do-mitilla del II secolo, quelle di San Callisto del III secolo e quel-le di Panfilo del III-IV secolo. Questi labirinti nascosti hannoun’estensione di oltre 100 chilometri e si diramano in una

Mancanzadi caratterizzazione

La domus ecclesiaedi Doura Europos

Edificio a 2 piani

Le catacombe

I cubicula

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2 - Architettura paleocristiana

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moltitudine di corridoi, snodi e cunicoli. Tra i ritrovamenti piùsignificativi sono da ricordare le catacombe di Priscilla, loca-lizzate lungo la via Salaria: iniziate nel II secolo e terminatenel V, mostrano uno sviluppo complessivo di 13 chilometri.Acquisito il nome della proprietaria del terreno sotto il qualevennero scavate, in seguito hanno assunto il titolo di “reginadelle catacombe”, per l’elevato numero di martiri cui dannosepoltura. Gestite dal monastero delle Suore Benedettine diPriscilla, che sorge sul terreno sovrastante, presentano am-bienti particolari, caratterizzati da cospicue testimonianze dipittura paleocristiana, derivata dai moduli stilistici della co-siddetta “pittura compendiaria” romana, di cui sviluppano ul-teriormente la tendenza alla schematizzazione delle forme.Si citano le più significative.• Il cubicolo della Velata: prende il nome da un affresco, mol-to ben conservato, che raffigura la donna ivi sepolta con unvelo sul volto; probabilmente la defunta è stata qui immor-talata in un momento importante della vita. Nella volta sopraquesto dipinto sono affrescati episodi dell’Antico Testa-mento (il salvataggio di Giona dal mostro, quello dei tre gio-vani ebrei dal fuoco e quello di Isacco dal suo sacrificio) chesimboleggiano la salvezza raggiunta grazie alla Redenzione.• La cappella greca: anch’essa in buono stato di conservazio-ne, è riccamente decorata con pitture in stile pompeiano,fintomarmo e stucchi. Le sue raffigurazioni rappresentano di-versi episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento.• Riproduzione pittorica della Madonna seduta col Bambinosulle ginocchia, con accanto un profeta che indica una stella:localizzata nella parte iniziale del cimitero, risalente al III se-colo, è ritenuta la raffigurazione di Madonna col Bambinopiù antica al mondo.Come in tutte le formeartistichedell’epocapaleocristiana (va-le a dire in pittura e scultura), anche nell’architettura si ri-scontrano difficoltà nel dare una rappresentazione chiara eintelligibile della trascendenza del divino, tema per sua natu-ra inafferrabile se non tramite un atto di fede.La religione cristiana, che affonda le proprie radici nel mon-do ellenistico-romano (dove le divinità venivano raffiguratetramite forme umane idealizzate) e nel mondo ebraico (do-ve la raffigurazione di Dio era vietata per non incorrere nel-l’idolatria), trova un proprio modo originale di rappresen-tare il sacro, ricorrendo all’impiego del simbolo, oggetto ter-reno di facile comprensione per tutti che rimanda a concettie significati religiosi. Esempi dell’uso simbolico degli oggettisono la luce, simbolo del bene, e il pavone, che simboleggiala Resurrezione. Un altro importante espediente è rappre-

Le catacombedi Priscilla

Il cubicolodella Velata

La cappella greca

Madonnacol Bambino

Difficoltànel rappresentarela trascendenza

Impiego del simbolo

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Architetture romana e paleocristiana

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sentato dall’impiego in campo pittorico della bidimensiona-lità, soluzione atta a togliere fisicità agli oggetti e alle perso-ne, evidenziandone in tal modo l’anima e la spiritualità.

Edifici pubblici per la liturgia: la basilica,il battistero e il martyrionCon l’Editto di Milano (313 d.C.) e il riconoscimento dell’uf-ficialità della religione cristiana per opera di Teodosio (391d.C.), ilCristianesimoassumeun ruolodeterminantenelqua-dro politico e sociale europeo, e Roma da potenza militare sitrasforma in polo di riferimento religioso e spirituale.In questo contesto l’architettura paleocristiana eredita il pa-trimonio edilizio romano classico e lo rielabora in forme au-tonome, raggiungendo il proprio periodo di massimo splen-dore durante l’epoca costantiniana.In primo luogo si pone il problema di accogliere le grandimasse di fedeli in occasione delle funzioni liturgiche. A tal fi-ne si opta per il modello costituito dalla basilica civile roma-na piuttosto che per il tempio classico, e questo avviene peruna serie di motivi: il tempio classico era il simbolo della con-cezione religiosa politeistica romana, decisamente avversatadai cristiani. Inoltre il tempio era sempre stato, nella civiltàgreca e romana, la dimora della divinità (rappresentata tra-mite statue ed effigi collocate al suo interno) ed era accessi-bile ai sacerdoti e non ai fedeli, che lo potevano contempla-re solo dall’esterno.La basilica civile romana costituisce un modello facilmenteaccessibile che risponde a una serie di requisiti: pur non es-sendo stata concepita come luogo religioso, è uno spazio am-pio e razionalmente organizzato a carattere collettivo, de-stinato ad accogliere un gran numero di persone.La basilica cristiana si caratterizza pertanto nella sua tipolo-gia definitiva come un edificio a pianta rettangolare suddi-viso da file di colonne architravate o sormontate da archiin una, 3 o 5 navate, con l’ingresso spostato sul lato corto(nella basilica romana, invece, l’accesso era generalmenteubicato sul lato lungo) e l’abside collocata sul lato opposto,rivolto a oriente (dove si tramandava fossero collocati il Pa-radiso e Cristo). La navata centrale, di dimensioni maggioririspetto alle altre, sia in larghezza sia in altezza, presenta nel-la porzione superiore del muro che svetta sulle navate late-rali (cleristorio) una serie di aperture finestrate che con-sentono alla luce naturale di penetrare dall’alto e diffonder-si nell’edificio.

La bidimensionalità

Erede del patrimonioedilizio romano

No al tempioclassico

Il modellodella basilica civile

La basilica cristiana

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2 - Architettura paleocristiana

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La parte terminale della navata centrale, riservata al clero, ècostituita dal presbiterio, al centro del quale è posizionatol’altare. Questa nuova distribuzione interna introduce unadiversa assialità longitudinale, che caratterizza il percorso (fi-sico e simbolico) del fedele dall’ingresso fino all’altare, ossiail cammino verso Dio. Proprio sull’altare, fulcro visivo del-l’intero sistema, risulta concentrarsi l’attenzione dei visitato-ri, grazie alla distribuzione architettonica degli spazi e alla sim-metria bilaterale rispetto all’asse longitudinale.La successiva introduzione di una nuova componente archi-tettonica, il transetto (navata trasversale collocata a tre quar-ti della lunghezza dell’edificio, in corrispondenza del presbi-terio), inserisce altresì un nuovo elemento simbolico all’in-terno della struttura, rievocando in pianta l’immagine dellacroce latina. Altri tipi di pianta basilicale sono rappresentatidalla croce greca (in cui navate e transetto hanno la stessa lun-ghezza) e dalla croce commissa (con pianta a forma di T).Esternamente la basilica presenta una facciata a capanna,composta da un tetto a 2 falde inclinate come copertura del-la navata centrale; le navate laterali sono invece coperte da 2semplici spioventi (salienti), integrati nel disegno della fac-

Figura 27Spaccato assonometricoe pianta di una basilicacristiana.

Il transetto

Croce latina,croce grecae croce commissa

L’esternodella basilica

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Architetture romana e paleocristiana

CoroAbsideAltareTransettoPresbiterioBema(o sopralzo)

Arco trionfale

Schola cantorum

Navata centrale

Navate laterali

Esonartece

Cantaro (vascaper le abluzionirituali)

Sagrato

Quadriportico(o atrio)

Capocroce

Navata principale

Navatelaterali

Colonnedi sostegnodella navata

Presbiterio

Transetto(braccio destro)

Arcotrionfale

Calotta

Abside

Transetto(bracciosinistro)

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ciata. La copertura è in genere di legno a capriate, a volte co-perte da cassettoni, come nella basilica di Santa Maria Mag-giore a Roma. Talvolta lo spazio antistante la facciata è costi-tuito da un cortile porticato scoperto di forma quadrangola-re, denominato quadriportico: è il luogo di raccolta dei cate-cumeni (coloro i quali non erano stati ancora battezzati e chepertanto non erano ammessi all’interno della basilica) du-rante il periodo della loro istruzione. Il lato del portico ad-dossato alla facciata si chiama esonartece; se interno alla ba-silica è detto endonartece.Oltre alle basiliche a sviluppo longitudinale vengono svilup-pate basiliche a pianta centrale (circolare o poligonale) construttura interna a nicchie o con ambulacro a colonne, se-condo i modelli forniti dai ninfei termali romani o dai mau-solei imperiali, in cui gli spazi e i singoli elementi architetto-nici sono distribuiti secondo una simmetria raggiata intornoall’asse centrale. All’interno di questa tipologia si distinguo-no il battistero, riservato al rito del battesimo, e ilmartyrion,dedicato alla memoria dei martiri: il primo, generalmente apianta ottagonale o circolare, presenta una copertura a cu-pola e accoglie il fonte battesimale, costituito da un’ampiavasca in marmo, adeguata all’usanza paleocristiana di immer-gere il corpo del battesimando. Il secondo, anch’esso a basecentrale, veniva edificato sopra i luoghi di sepoltura dei mar-tiri, e conteneva famose reliquie. Decisivo nella definizionedi questo genere di spazi è l’utilizzo della luce, impiegata conattenzione e sensibilità al fine di diffondere una sensazione diserenità e religiosità all’interno dell’edificio.

� Le principali strutture basilicali a RomaLe testimonianze di basiliche paleocristiane giunte integre fi-no ai giorni nostri non sono numerosissime a causa delle ma-nomissioni e delle continue ricostruzioni che si sono succe-dute nei secoli. La prima basilica cristiana è con molta proba-bilità quella di San Giovanni in Laterano a Roma (314-335),cattedrale della diocesi di Roma nonché sede ecclesiastica uf-ficiale del Papa. In origine viene edificata in una zona cono-sciuta con il nomediHorti Laterani, antichi possedimenti del-la famiglia dei Laterani, successivamente confiscati ed entratia far parte delle proprietà imperiali al tempo di Nerone. Per-venuti in seguito all’imperatore Costantino, che ne dispone-va come proprietà personale, vengono da questi donati al ve-scovo di Roma in segno di gratitudine a Cristo. Dopo l’Edit-to di Milano (313), che legalizza il Cristianesimo e autorizzala celebrazione dei relativi riti, su questi terreni viene edifica-ta la primitiva basilica. Nel 324 papa Silvestro I la dedica uffi-

La copertura

Il quadriportico

Le basilichea pianta centrale

Il battisteroe il martyrion

L’usodella luce

San Giovanniin Laterano

La primitiva basilica

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2 - Architettura paleocristiana

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cialmente al Santissimo Salvatore, dichiarando la chiesa e il vi-cino Palazzo del Laterano “Casa di Dio”. L’originale basilica,nota per il suo splendore e per il suo prestigio con il nome diBasilica Aurea, è oggetto di continue e importanti donazionida parte di imperatori, papi e vari benefattori. Presenta l’o-rientamento tipico delle basiliche paleocristiane secondo ladirettrice est-ovest, con la facciata rivolta a ovest e abside ealtare rivolti a est, direzione nella quale si riteneva fosse col-locato il Paradiso edalla qualeCristo sarebbe tornato sulla Ter-ra dopo la Resurrezione. La pianta è a forma di rettangolo al-lungato, suddivisa al suo interno in 5 navate separate da fila-ri di colonne. La navata centrale, più larga e alta di quelle la-terali e coperta da un tetto a falde inclinate con struttura incapriate lignee, è fornita di una lunga serie di finestre apertenel cleristorio, che permettono alla luce naturale di fluire co-piosamente all’interno. La porzione terminale delle navate èattraversata da una primordiale forma di transetto (una sortadi navatella disposta in senso ortogonale alle altre), nella qua-le durante la Messa trovava posto il vescovo su un seggio rial-zato al centro, affiancato dai sacerdoti ai lati. Lo spazio postotra le navate e il transetto è occupato da un imponente arcosorretto da 2 colonne, denominato arco trionfale, elementodi separazione tra la parte di basilica riservata al clero e quel-la destinata ai fedeli.Sempre a Roma si sono susseguiti numerosi altri esempi distrutture basilicali, tra i quali si citano i più importanti.• L’antica basilica originaria di San Pietro in Vaticano fu fattacostruire tra il 326 e il 333 da Costantino nel sito ove era ubi-cato il Circo di Nerone ai piedi del colle Vaticano. Dell’edifi-cio rimangono solo rappresentazioni iconografiche (disegnie affreschi), letterarie e in parte archeologiche, che descrivo-no un imponente corpo di fabbrica a 5 navate divise da 4 co-lonnati, sormontati da architravi nella navata centrale e da ar-chi in quelle laterali. La navata centrale, più larga e alta dellelaterali, presentava una copertura in capriate di legno. L’illu-minazione interna era ottenuta tramite numerose finestre ri-cavate nel cleristorio. Particolare la conformazione del tran-setto, alto quanto la navata centrale e dotato di una copertu-ra propria; all’estremità dei 2 bracci erano collocate 2 nicchierettangolari che sporgevano all’esterno.• San Sebastiano fuori le mura (IV sec.), una delle 7 chiese vi-sitate dai pellegrini in occasione del Giubileo, è dedicata alvenerato martire-soldato romano del tempo di Diocleziano,poiché edificata sulle catacombe intitolate al Santo nel IV se-colo. La denominazione “fuori le mura” indica che la chiesasorgeva al di fuori delle Mura Aureliane e la distingueva dal-

Donazioni continue

La pianta

L’arco trionfale

San Pietroin Vaticano

San Sebastianofuori le mura

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l’omonima chiesa di San Sebastiano che si trovava al colle Pa-latino. Nel 350 le spoglie del martire vengono rimosse e nel-l’826 trasferite nella basilica di San Pietro in Vaticano. Succes-sivamente un assalto dei Saraceni provoca la distruzione del-la chiesa, che viene riedificata(858-867) sotto la guida di papaNicola I. La basilica visitabile at-tualmente è il risultato di un in-tervento di ricostruzione ese-guito nel XVII secolo sotto il car-dinale Scipione Borghese, cheoperò un rimodellamento dellabasilica, della cripta di San Seba-stiano e del cornicione. Interna-mente gli spazi sono definiti daun soffitto di legno intagliato edalla zona dell’altare, ove sonoubicate l’urna contenente i restidi San Sebastiano e la statua cherappresenta il Santo, in posizio-ne sdraiata, trafitto dalle freccedel martirio. Sul lato destro del-la navata si trova laCappella del-le Reliquie, che custodisce unafreccia del martirio di San Seba-stiano, la colonna cui fu legato ilmartire e la pietra del «Quo vadisDomine?», che reca impresse leimpronte dei piedi del Cristo.• San Lorenzo fuori lemura. Labasilica originaria, detta ancheBasilica Maior, fu edificata dal-l’imperatore Costantino nel IVsecolo vicino alla tomba delmar-tire cui è dedicata, così come ac-cadeva normalmente per le basi-liche cimiteriali della stessa epoca. Sopra la tomba del Santovengono costruiti, nello stesso periodo, prima un oratorio epoi una nuova chiesa, una sorta di basilica minore voluta dapapa Pelagio II. Tra il IX e il XII secolo la Basilica Maior vieneprogressivamente abbandonata, mentre quella di Pelagio II èoggetto di interventi di restauro e ampliamento: infatti vieneprolungata verso ovest, fino a occupare il posto della vecchiaabside, e sopralzata nella zona del presbiterio, che sorgeva sulsedime della vecchia basilica. Internamente la nuova basilicaviene decorata con numerosi affreschi raffiguranti i santi Lo-

Figura 28Pianta della basilicacostantinianadi San Pietro in Vaticano.

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renzoeStefano(primomartirecristiano), entrambi sepolti sot-to l’altare maggiore. Gravemente danneggiata durante i bom-bardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale, viene suc-cessivamente ricostruita e restaurata con materiali originari;con l’occasione vengono eliminate le superfetazioni (aggiun-te improprie) accumulatesi durante il XIX secolo.• SantaMariaMaggiore (352-366), conosciuta anche con il no-me di Santa Maria della Neve o come Basilica Liberiana (dalnome del fondatore della basilica originaria, papa Liberio),sorge sulla sommità dell’Esquilino. È giunta ai nostri giorniconservando l’originaria struttura paleocristiana, seppur inparte contaminata da aggiunte posteriori. Riedificata per ope-ra di papa Sisto III tra il 432 e il 440 sulle rovine della chiesa

Figura 29L’interno della chiesadi Santa MariaMaggiore, a Roma.

Santa MariaMaggiore

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precedente, fu dedicata al culto della Madonna della Neve,che il 5 agosto di ogni anno viene celebrata tramite la rievo-cazione del “miracolo della nevicata”, con il quale la Madon-na stessa avrebbe indicato il luogo dove si sarebbe dovuta co-struire la basilica. La struttura interna, a pianta rettangolare,presenta una divisione dello spazio in 3 navate separate daun duplice colonnato ionico architravato e concluse nellaporzione terminale da un’unica abside. La copertura interna-mente si presenta piana, con cassettoni lignei su cui l’inci-denza della luce naturale, che filtra dalle finestre del cleristo-rio, crea suggestivi effetti chiaroscurali. Altri elementi furonooggettodi aggiunte di epocheposteriori, quali il transetto (in-serito nel Medioevo), il pavimento cosmatesco (risalente alXII secolo), il mosaico absidale (rifatto nel XIV secolo) e lafacciata principale, costituita da un portico e da una loggiaper le benedizioni (realizzata nel corso del 1700).• Sant’Agnese, costruita verso la metà del IV secolo per vole-re di Costanza (o Costantina), figlia dell’imperatore Costanti-no, era sorta al posto del precedente sepolcreto pagano pres-so la tomba della martire Agnese, a cui la principessa era mol-to devota. La sua destinazione era cimiteriale, dal momentocheall’epoca le funzioni religiose si svolgevanoall’internodel-le domus ecclesiae. Nel VI secolo la basilica, ormai in pessimecondizioni di conservazione, viene restaurata da papa Sim-maco e poi precocemente dismessa nel VII secolo, quandoperopera di papa Onorio I viene realizzata una nuova basilica sulsepolcro di Agnese. Composta da una grande aula a piantarettangolare, internamente la basilica presenta l’abside de-corata con un mosaico raffigurante Sant’Agnese e i santi (ri-salente al 625-638) che, nelle tecniche e nei materiali impie-gati, testimonia la crescente influenza bizantina.• Santa Sabina (425) conserva ancora oggi, come la basilica diSanta Maria Maggiore, l’aspetto originario, ben visibile nell’au-la rettangolare divisa in 3 navate con colonne corinzie ru-dentate (ossia decorate con elementi a forma di bacchetta ci-lindrica, detti rudenti) sormontate da archi. La navata centrale,alta e slanciata, presenta una copertura in capriate di legnoche, in quanto struttura non spingente, non ha richiesto larealizzazione di contrafforti sui muri perimetrali esterni. Ca-ratterizzato da pareti nude e decorazioni sobrie, l’insieme col-pisce per la semplicità e l’equilibrio delle proporzioni.• Un’altra importante basilica è quella di Santa Maria in Tra-stevere (V sec.), la cui fondazione si deve, secondo la tradi-zione cristiana, al pontefice San Callisto, il quale decide di in-sediarla nel luogo in cui, nel 38 a.C., si sarebbe verificata un’e-ruzione di petrolio dal terreno, fenomeno all’epoca interpre-

Aggiunte posteriori

Sant’Agnese

Santa Sabina

Santa Mariain Trastevere

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tato come annuncio del futuro avvento di Gesù Cristo sullaTerra. La realizzazione della chiesa in forma basilicale avvieneper opera di Giulio I in un arco di tempo che va dal 337 al352. La conformazione attuale dello stabile, modificato piùvolte nei secoli successivi, risale all’opera di ricostruzione at-tuata negli anni 1138-1148 per volontà di papa Innocenzo II.Seguono, nel 1702, la riconfigurazione del portico e della fac-ciata con papa Clemente XI e, dal 1866 al 1877, un comple-to restauro stilistico sotto papa Pio IX. Dal punto di vista com-positivo la basilica presenta un’aula rettangolare divisa in 3navate da colonne di granito di recupero sormontate da unatrabeazione composta da antichi frammenti. La copertura èin legno a lacunari, mentre la pavimentazione cosmatesca delXII secolo è stata rifatta in occasione dell’ultimo restauro sti-listico. Nella porzione terminale della navata centrale, di fron-te all’abside, sorge il ciborio (un baldacchino situato sopra l’al-tare maggiore), sorretto da 4 colonne in porfido, anch’esso in-trodottonel corsodell’ultimo restauro. L’abside èdecorata conmolteplici mosaici di epoca medievale. Da rilevare il ritrova-mento verso la metà del 1700 dei resti di una domus roma-na al di sotto del pavimento del battistero, collocato nella pri-ma cappella della navata sinistra.Sempre a Roma sono ubicati edifici a pianta centrale di gran-de pregio. Di seguito si citano alcuni esempi.• Il più elegante è il mausoleo di Santa Costanza, edificatonel 350 per volontà di Costanza, figlia dell’imperatore Co-stantino. È composto da un ambulacro circolare coperto davolta a botte ricorrente che circonda un vano centrale, a suavolta sormontato da una cupola, su cui si innesta un atrio aforcipe. Vano centrale e ambulacro sono separati da un girodi colonne e illuminati da 12 finestre, ricavate sotto l’impo-sta della cupola.All’estrema semplicità degli esterni si contrapponeva il riccoapparato decorativo dello spazio interno, che consisteva dipreziosi mosaici sulla superficie della cupola e dell’ambula-cro; nel 1620 vengono rimosse le decorazioni musive dellacupola e conservate quelle dell’ambulacro. Il mausoleo è sta-to per lungo tempo identificato come tempio di Bacco perla presenza di numerose raffigurazioni di scene di vendem-mia al suo interno. Di pregio è il sarcofago imperiale di por-fido rosso decorato con motivi cristiani che riprendono ledecorazioni dell’ambulacro.• Il battistero di San Giovanni in Laterano, rimasto per moltisecoli l’unico edificio di quel tipo a Roma, è costituito da uncorpo di fabbrica separato dalla basilica di San Giovanni in La-terano. Inaugurato dall’imperatore Costantino nel 315, viene

Interventia più mani

Il ciborio

Il mausoleodi Santa Costanza

Il battisterodi San Giovanniin Laterano

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edificato sulle rovine di una villa romana del I secolo e di unimpianto termale del III secolo. Tra il 432 e il 440 viene am-pliato nell’atrio da papa Sisto III e completato a più riprese fi-no alXVII secolo. La struttura è apianta ottagonale e presenta2 ordini di colonne trabeate a sostegno della cupola: l’ordi-ne inferiore è costituito da colonne in porfido rosso con ca-pitelli compositi, quello superiore da colonne più esili fattedi marmo. Al centro del recinto colonnato, in corrisponden-

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Ampliatoa più riprese

Figura 30Sezione verticale(in alto) e pianta(in basso) del mausoleodi Santa Costanza,a Roma.

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za della cupola, è collocato il fonte battesimale per le immer-sioni complete. Il battistero lateranense ha costituito permol-ti secoli unmodello architettonico di riferimento per i bat-tisteri di tutta Italia.• La chiesa di Santo Stefano Rotondo (468-483), che sorge sulCelio, nel rione Monti, fu realizzata per volere di papa LeoneI durante gli ultimi anni del suo pontificato, ma consacratasuccessivamente da papa Simplicio nel 468. L’edificio appar-tiene alla fase dell’architettura paleocristiana improntata alclassicismo, con un preciso ed esplicito riferimento alle ope-re dell’epoca romana e tardoantica: in questo senso può es-sere accomunato a costruzioni quali la basilica di Santa MariaMaggiore, la chiesa di Santa Sabina e il battistero di San Gio-vanni in Laterano. In origine la chiesa presentava una piantacircolare composta dalla sovrapposizione di 3 cerchi con-centrici: il primo di 22 metri di diametro, il secondo di 42 eil terzo di 62. Il primo cerchio, posto a delimitazione dellospazio centrale, era definito da un giro di 22 colonne archi-travate (i cui fusti e le cui basi provenivano da precedenti ope-re architettoniche, mentre i capitelli di ordine ionico eranostati appositamente realizzati per la chiesa), sulle quali pog-giava un tamburo (struttura di raccordo tra cupola ed edifi-cio) alto 22 metri; intorno allo spazio centrale erano disloca-ti2 ambulacri ad anello, di cui il primodefinito da un secondocerchio di colonne sormontate da archi, e il secondo cinto daunmuro. All’internodi questa pianta circolare era inserita unacroce greca, con entrambi i bracci uguali, costituita da 4 am-bienti di altezza maggiore (come si evince anche dall’esternoper la maggiore altezza della copertura) sorretti da colonna-ti a disposizione radiale. In questo modo la chiesa fonde in-sieme le due differenti tipologie, proprie degli edifici di cul-to e dei martyria, della pianta circolare con deambulatorioe della pianta a croce greca.

� Le principali strutture basilicali a MilanoTra gli edifici paleocristiani più rappresentativi di Milano, di-venuta nel 379 capitale dell’Impero Romano d’Occidente,meritano di essere ricordate la basilica di Santa Tecla e la chie-sa di San Lorenzo.• La basilica di Santa Tecla, non più esistente (rimangono iresti delle fondamenta, oggi visitabili al di sotto di piazza delDuomo, dove era collocata prima della costruzione della nuo-va cattedrale), fu costruita dall’imperatore romano CostanteI nel 345 con il nome di Basilica Maior. Edificio di impiantobasilicale, presentava 5 navate e un pavimento sopraelevatocon funzione di palco in corrispondenza dell’altare.

Il fonte battesimale

Santo StefanoRotondo

Basilicadi Santa Tecla

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• La chiesa di San Lorenzo (372-402) è un esempio impor-tante di edificio a pianta centrale, per la struttura articolatadegli spazi interni ed esterni e per i riferimenti compositivitratti dai ninfei e dalle volte a crociera degli stabilimenti ter-mali romani. L’impianto è composto da un vano centrale cu-bico smaterializzato da 4 grandi lobi che ne dilatano il volu-me, da matronei e da una copertura a cupola, il tutto cir-condato da un ampio ambulacro.

� Le principali strutture basilicali a RavennaA Ravenna sono due le costruzioni basilicali a pianta longitu-dinale: Sant’Apollinare Nuovo e Sant’Apollinare in Classe.• Sant’Apollinare Nuovo viene edificata nel 505 da Teodori-co nei pressi del proprio palazzo per la celebrazione del cul-to ariano. Verso la metà del VI secolo, con la conquista dellacittà di Ravenna da parte dei Bizantini, l’edificio viene sotto-posto a interventi volti alla cancellazione dei simboli e dei ca-ratteri legati ai Goti e all’arianesimo, secondo un programmadi restaurazione dell’ortodossia cattolica. Per volontà del ve-scovo Agnello la fascia di mosaici decorativi posta sopra gli ar-chi della navata centrale, raffigurante scene ispirate dalla reli-gioneariana, vienecompletamente rimossae sostituitada sce-ne di matrice cristiana: da questa operazione si salvano solole raffigurazioni del porto di Classe e del palazzo di Teodori-co, ripulite dei ritratti dei membri della corte. La basilica vie-ne così intitolata a San Martino di Tours, celebre per la pro-pria lotta all’eresia, e solo successivamente a Sant’Apollina-re, primo vescovo di Ravenna. I numerosissimi mosaici cheimpreziosiscono la basilica di Sant’Apollinare Nuovo rappre-sentano una caratteristica comune alle chiese ravennati deiperiodi imperiale, ostrogotico e giustinianeo; alcuni risalgo-no all’epoca di Teodorico, altri al vescovo Agnello.Esternamente la chiesa nonpresenta quadriportico,ma èpre-ceduta dal solo nartece, atrio porticato addossato alla faccia-ta e dotato di copertura a falda unica spiovente verso l’e-sterno, dove si trovano le colonne; questo atrio di marmobianco spicca sulla struttura di fondo della basilica in matto-ni rossi, creando un interessante accostamentomaterico-cro-matico. La facciata a capanna è costruita interamente in la-terizio ed è aperta da una grande finestra bifora di marmo po-sta lungo l’asse di simmetria della stessa e sormontata da al-tre 2 piccole aperture; a lato della basilica si erge un campa-nile a base circolare, anch’esso fatto di laterizio.Lo spazio interno di Sant’Apollinare Nuovo è organizzatosu 3 navate, di cui la centrale, larga il doppio di quelle late-rali, è delimitata lateralmente da un doppio filare di 12 co-

Chiesadi San Lorenzo

Sant’ApollinareNuovo

Sostituzione deimosaici arianicon altri cristiani

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L’interno

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lonne che sostengono archi a tutto sesto e termina conun’ampia abside semicircolare.• Sant’Apollinare in Classe è ubicata a una distanza di circa 5chilometri dal centro urbano di Ravenna. Fu costruita nellaprima metà del VI secolo per volere del vescovo Ursicino.Consacrata nel 547 dall’arcivescovo Massimiano, anch’essa èstata intitolata a Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna.Esternamente la facciata a capanna, di epoca successiva ri-spetto alla fondazione, presenta una finestra trifora e un im-portante portale di ingresso in cui stipiti e architrave sonostati realizzati impiegando marmo proveniente dalla Grecia.Originariamente la facciata era preceduta da un quadriporti-co, del quale oggi rimane la porzione addossata alla facciata,sotto il quale sono custoditi numerosi marmi e iscrizioni an-tiche. Il campanile del IX secolo che sorge a lato della chie-sa, a pianta circolare, è traforato nella strutturamuraria da nu-merosi ordini di finestre che aumentano la propria superfi-cie aperta man mano che si procede verso l’alto: si ritrovanocosì finestre monofore ai livelli più bassi, bifore ai livelli in-termedi e trifore ai livelli superiori del campanile.Internamente la chiesa presenta un’ampia aula a pianta ret-tangolare divisa in 3 navate, di cui quella centrale rialzata ri-spetto alle laterali e conclusa nella porzione finale da un’ab-side poligonale affiancata da 2 cappelle absidate. Le pareti in-terne della basilica sono spoglie, ad eccezione del catino ab-sidale, adorno di mosaici risalenti a epoche diverse: nellaparte superiore, che si estende per tutta la larghezza dell’ar-co, campeggia la raffigurazione di Cristo entro un medaglio-ne circolare, circondato dai simboli alati degli Evangelisti (l’a-quila di Giovanni, l’uomo alato di Matteo, il leone di Marco eil vitello di Luca). La parte inferiore dell’abside è decorata conla raffigurazione di Gerusalemme e Betlemme, con gli agnel-li, rappresentativi dei dodici apostoli.Un significativo esempiodi chiesa ravennate apianta centraleè la basilica di San Vitale, che si ispira a modelli orientali comelechiesediCostantinopoli. L’edificio,unadellepiùcelebriope-re architettoniche di Ravenna, fonde insieme i principali ca-ratteri dell’arte occidentale (paleocristiana) e orientale (bi-zantina). I lavori di edificazione ebbero inizio nel 525 per vo-lere del vescovo Ecclesio, che resse il vescovato della città trail 522 e il 532, e si conclusero tra il 547 e il 548, anno in cui labasilica fu consacrata dall’arcivescovoMassimiano: allora Ra-venna era già divenuta possedimento bizantino.A pianta ottagonale, esternamente si presenta come unacomposizione di volumi geometrici ben definiti da cui emer-gono la cupola inglobata e nascosta dal tiburio – rivestimen-

Sant’Apollinarein Classe

L’esterno

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Basilicadi San Vitale

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to esterno utilizzato nell’architettura romana, bizantina e go-tica – con copertura poligonale a falde, e l’abside, poligona-le all’esterno e semicircolare all’interno, affiancata da 2 am-bienti accessori. I paramenti murari esterni sono di laterizio,semplici e sobri come nella tradizione del luogo, articolati dacontrafforti posti a rinforzo degli spigoli, da paraste (pilastriportanti incassati nella parete, da cui sporgono leggermente)e cornici dentellate. L’accesso all’interno avviene tramite 2porte, l’una posta in asse alla chiesa, l’altra in posizione obli-qua rispetto all’abside. Anche ilnartece risulta tangente a unospigolo obliquo dell’ottagono, contravvenendo alla consue-tudine paleocristiana di mantenere un percorso rettilineo traingresso e abside. Lo spazio è tripartito in fasce concentriche,in cui all’interno è posto un vano centrale, cinto da un anel-lo formato da 7 esedre delimitate da pilastri di marmo africa-no e colonnine di marmo greco, il tutto concluso da un am-bulacro ottagonale che si attesta sul presbiterio.L’apparato decorativo è assai ricco, costituito, oltre che dai ce-lebri mosaici, da marmi policromi, stucchi, pulvini e capitellicosì finemente traforati da ricordare delle ceste.

� Le principali strutture basilicali in Terra SantaDi qualche anno successive alle basiliche romane sono le trebasiliche edificate in Terra Santa per volere dell’imperatoreCostantino e della madre, Sant’Elena: la basilica della Nati-vitàdiBetlemme,quelladell’AnnunciazioneaNazarethequel-la del Santo Sepolcro a Gerusalemme• La basilica della Natività a Betlemme sorge nel luogo in cui,secondo la tradizione cristiana, avvenne la nascita di Gesù. Sicomponedell’aggregazionedi2 chiese edi una cripta, laGrot-ta della Natività, luogo preciso in cui sarebbe nato Gesù. L’e-dificio, meta fondamentale dei pellegrinaggi in Terra Santa, fufondato nel 326 da Sant’Elena sull’appezzamento di terrenonel quale l’imperatore Adriano aveva precedentemente fattopiantareunboscoconsacrato al dioAdone. La struttura è com-posta da un’ampia aula rettangolare (26,20 x 53,90 m) divisain 5 navate, preceduta da un ampio quadriportico, luogo disosta per i catecumeni e i pellegrini, all’interno del quale ve-niva anche allestito un piccolo mercato. All’interno della na-vata centrale, in prossimità dell’altare, è collocato il marty-rion, una struttura a pianta ottagonale rialzata di 3 gradini, aldi sotto della quale si trova la Grotta della Natività. Sporgen-dosi dalla balaustra che protegge ilmartyrion, si nota un fo-ro praticato nella sommità della volta della grotta sottostan-te, che ha la funzione di mettere in comunicazione (sul pia-no visivo) la cripta e l’esterno.

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Basilicadella Nativitàa Betlemme

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La Grotta della Natività è costituita da una cripta di forma ret-tangolare (12,3 x 3,5 m), luogo in cui nacque Gesù e fu col-locata la mangiatoia nella quale Maria depose il Bambino almomento della nascita.• La basilica dell’Annunciazione, anch’essa meta di pellegri-naggi, è la principale chiesa cattolica della città di Nazareth,in Israele. La prima basilica venne eretta nel V secolo nel luo-go in cui, secondo la tradizione cristiana, l’Arcangelo Gabrie-le annunciò alla Vergine Maria la nascita di Gesù. Nell’XI se-colo la chiesa fu ricostruita in stile romanico al posto dellavecchia struttura in disfacimento. L’attuale basilica è una co-struzione moderna progettata dall’architetto Giovanni Mu-zio nel 1955. L’edificio è costituito da una basilica inferiore euna superiore: al di sotto del piano principale della chiesa viè una cripta molto ampia in cui si trova la Grotta dell’An-nunciazione, tradizionalmente identificata con la casa di Ma-ria. Si ritiene che la casa fosse costituita di una parte scavatanella roccia (la grotta) e di una parte in muratura.• La basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, conosciutaanche come chiesa della Resurrezione, sorge sul luogo nelquale la tradizione narra che Gesù fu crocifisso, fu sepolto erisorse. Localizzata all’interno delle mura della città vecchiadi Gerusalemme, ingloba la collina del Golgota, luogo dellacrocifissione, e il sepolcro scavato nella roccia, dove Gesù sa-rebbe stato sepolto. Nel 325 l’imperatore Costantino ordinòche fosse costruita nel sito della crocifissione una basilica,composta da 3 strutture collegate tra loro: una basilica(martyrion), un atrio chiuso colonnato (triportico), realiz-zato intorno alla Roccia del Calvario, e la rotonda dell’Ana-stasi o Resurrezione (la rotonda è un edificio a pianta circo-lare avente in genere copertura a cupola), contenente i restidella grotta in cui fu sepolto Gesù.Sottoposta nel corso dei secoli a incendi, danneggiamenti ericostruzioni continue, nel 1009 la basilica del Santo Sepolcrofu rasa al suolo fino alle fondamenta. Risale all’epoca delleCrociate (metà del XII sec.) il lavoro di ricostruzione dellachiesa in stile romanico, con l’aggiunta di un campanile.

Basilicadell’Annunciazionea Nazareth

Basilica del SantoSepolcroa Gerusalemme

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Architetture romana e paleocristiana

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2 - Architettura paleocristiana

L’architettura paleocristiana è strettamente legata alla nascita e ai primi secoli disviluppo del Cristianesimo. La produzione abbraccia un arco di tempo compresotra l’età imperiale e l’anno della morte di Gregorio Magno (601). Edifici improntatiai nuovi schemi compositivi sorgono in tutte le terre dell’Impero Romano d’Occi-dente e d’Oriente.

Sono le prime tipologie edilizie impiegate dai Cristiani per far fronte alle esigenzedelle pratiche liturgiche (è il caso delle domus ecclesiae, piccole costruzioni ispi-rate alle case romane) e per rispondere alla necessità di disporre di sepolture sot-terranee separate da quelle dei pagani (si tratta delle catacombe, veri e propri ci-miteri, e non rifugi nati per sfuggire alle persecuzioni).

Dopo l’Editto di Costantino, in seguito al continuo sviluppo del Cristianesimo, ven-gono eretti a Roma – polo religioso e spirituale di riferimento – appositi edifici de-dicati al culto di Cristo. I nuovi luoghi di incontro per il crescente numero di fedelinell’Urbe e nel mondo sono basiliche (tra cui Santa Maria Maggiore a Roma, San-ta Tecla a Milano e Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna), battisteri (come quello diSan Giovanni in Laterano a Roma) e martyria (tipologie architettoniche edificatenel luogo del martirio o sulla tomba di un santo; celebre quello della basilica del-la Natività a Betlemme).

SCHEMA RIASSUNTIVONUOVO CREDO,NUOVA ARCHITETTURA

DOMUS ECCLESIAEE CATACOMBE

EDIFICI LITURGICIT

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ARCHITETTUREROMANICA E GOTICA

1 Architettura romanica2 Architettura gotica

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Il declino e la caduta dell’Impero Romano costituisconouna severa battuta d’arresto per il progressodell’architettura che, con Roma capitale, aveva conosciutouna stagione di grande sviluppo e di notevoli successi. Ladisgregazione dell’Impero tuttavia,se analizzata con attenzione, non porta solo aspettinegativi, bensì genera un complessivo rimescolamentodi genti, culture e saperi specialistici attraverso l’Europa,creando le condizioni per la nascita di un clima fervidoe dinamico, che troverà espressione dopo l’anno Mille.In questo contesto storico e sociale anche l’architettura,dopo gli anni bui del tardo Medioevo, manifesta un fortedesiderio di rinascita, di riscoperta di una comune identitàeuropea e di affermazione di un linguaggio unitarioe omogeneo, sul modello della tradizione classica romana.La prima espressione di questa tendenza si avràcon la nascita del Romanico – una forma culturale estesaa livello europeo e caratterizzata dalle numerose specificitàlocali –, durante il periodo storico che va dalla fine dell’XIsecolo alla metà del XIII . Dalla prima metà del XII finoal XV secolo si assisterà poi al fiorire del Gotico, stileorganico e coerente segnato da un forte idealismoreligioso e da inedite soluzioni spaziali, rese possibilida avanzate innovazioni tecnico-progettuali.

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Inquadramento storico e geografico:aspetti economici, sociali, politicie religiosi dell’epoca

Con l’espressione “architettura romanica” si intende la pro-duzione architettonica sviluppatasi in tutta l’Europa in un pe-riodo storico che va dalla fine dell’XI secolo sino alla metàdel XIII secolo.L’aggettivo “romanico” venne introdotto in ambito architet-tonico dall’archeologo francese Charles de Gerville nel1818, con un duplice intento: evidenziare i legami culturalicon la tradizione classica dell’Impero Romano e al contempostabilire un riferimento con i territori di diffusione dello stileromanico in cui si parlavano le lingue neolatine o romanze(dal francese roman). La diffusione della cultura romanicanon si limita tuttavia agli Stati di lingua romanza, ma si diffon-de anche ai Paesi germanici, in un processo globale che ri-comprende l’intera area europea.L’epoca storica precedente, l’Alto Medioevo, era stata carat-terizzata dall’istituzione del feudalesimo, che aveva preso ilposto del decadente corpus legislativo e istituzionale del-l’Impero Romano, segnato da un periodo di profonda crisieconomica, instabilità politica e frammentazione del potere.In questo contesto economico e sociale le città iniziano unpercorso di declino e di perdita di quella centralità rivestitadurante l’Impero Romano: vengono infatti progressivamen-te abbandonate dai feudatari, che preferiscono vivere nei lo-ro castelli, e da gran parte della popolazione che si sposta alloro seguito verso centri rurali esterni, sopravvivendo diun’economia precaria e di sussistenza.Solo dopo l’anno Mille nella società medievale si verifica unprofondo rinnovamento che investe molteplici settori – eco-nomico, politico, sociale e religioso – e che determina unmi-glioramento delle condizioni di vita della popolazione: e-

Introduzionedell’aggettivo”romanico”

La crisi dell’AltoMedioevo

Profondorinnovamento

Espressione di un’epoca in cui la dimensione religiosa e spirituale riveste un ruolopreponderante nella società, il Romanico si fa promotore in Europa di una visioneculturale unitaria che era venuta meno con la caduta dell’Impero Romano.Lo stile che ne deriva non è tuttavia omogeneo, ma viene declinato nelle molteplicispecificità locali che danno luogo alle diverse “scuole regionali”.

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Architetture romanica e gotica

stesi diboscamenti migliorano la produttività dell’agricoltu-ra, vengono incrementati gli scambi commerciali e apertenuove rotte di traffico (si pensi all’imponente fenomeno del-le Crociate), viene dato nuovo sviluppo alla viabilità e nuovoimpulso all’economia. Ne consegue un incremento demo-grafico che stimola una rinnovata crescita delle città, intesecome nuovi sistemi di scambi e relazioni sociali tra gruppi di-versi. Determinante è il ruolo giocato, con risultati comples-si e contrastanti, dalle grandi potenze: l’Impero, la nobiltàfeudale, il Papato e i nuovi ordini religiosi.In ambito religioso si assiste a una spinta riformatrice cheinduce la Chiesa cattolica a opporsi alla superiorità del po-tere politico e ad affermare la centralità del proprio ruolonella società.In campo architettonico, dopo gli anni bui del tardo Me-dioevo, si manifesta un desiderio di rinascita e ripresa diun’identità comune ai popoli europei; desiderio che si e-sprime in un linguaggio architettonico omogeneo, utilizzatoin tutta Europa e predominante rispetto a tutte le altre for-me artistiche (pittura, scultura, miniatura e oreficeria).Rispetto al frazionamento culturale dei secoli dell’Alto Me-dioevo, gli sviluppi del Romanico esprimono una sostanzia-le unità d’intenti: la prima aspirazione unitaria dell’Europadopo la caduta dell’Impero Romano, che si concretizza nel-l’elaborazione di un nuovo e originale linguaggio. Di frontealla tradizione delle culture auliche – come la bizantina, la ca-rolingia e l’ottoniana, ispirate all’arte classica imperiale – ilRomanico rappresenta infatti lo sviluppo dei linguaggi e-spressi dai contemporanei aspetti “preromanici” (il sermohumilis), arricchiti di riferimenti classici tratti dall’arte delleprovince romane e reinterpretati in modo originale.La cultura romanica non è compatta né omogenea, ma si e-sprime in fenomeni articolati e contrastanti, manifestandol’apparente antitesi tra internazionalismo e localismo. Daun lato infatti si configura come forma culturale estesa a livel-lo internazionale che nasce e si sviluppa negli stessi anni inFrancia, Italia, Spagna e Germania, mostrando scambi e in-fluenze reciproche tra i vari Stati. Dall’altro lato ciascuno Sta-to, nato dal crogiolo di razze e culture diverse successivo al di-sfacimento dell’Impero Romano, mostra peculiarità costrutti-ve, formali e materiche che caratterizzano i propri manufattiarchitettonici e li differenziano dagli altri. Ne nasce una note-vole varietà di espressioni artistiche (le diverse scuole ro-maniche), motivate più da esigenze pratiche – dettate in mol-ti casi dalle differenti modalità liturgiche dei vari ordini mo-nastici – che non da una codificazione stilistica comune.

Nuovo impulsoall’economia

Ambito religioso

Ambitoarchitettonico

Un nuovo linguaggio

Fenomeni articolatie contrastanti

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1 - Architettura romanica

Dal punto di vista storico l’architettura romanica viene gene-ralmente suddivisa in quattro epoche:• Protoromanico (955-1030)• Prima età romanica (1030-1080)• Seconda età romanica (1080-1150)• Tardoromanico (1150-1200)Il periodo protoromanico, rifacendosi alla tradizione archi-tettonica tardoravennate e carolingia, introduce una speci-fica ricerca architettonica provinciale in Lombardia, nelle re-gioni delle Prealpi e dei Pirenei e nella bassa Borgogna, cheprelude all’affermazione del Romanico vero e proprio. Primoesempio illustre è la basilica di Sant’Ambrogio a Milano.La prima età romanica è l’epoca dimaggiore sperimentazio-ne architettonica, diffusa su vaste aree geografiche e riguar-dante aspetti compositivi, tecnologici e tipologici. In partico-lare ci si concentra sugli interni delle basiliche: questi sonostrutturalmente costituiti da un sistema di arcate sormontateda volte a crociera costolonate e sorrette da pilastri crucifor-mi che scandiscono lo spazio in modo rigoroso e continuo.La seconda età romanica è l’epoca del consolidamento deicaratteri compositivi caratteristici del Romanico, che si deli-nea in modo sempre più preciso attraverso la definizioneformale di molteplici elementi (navata, transetto, tiburio, ci-borio, cripta e coro), basilari per l’organizzazione della litur-gia cristiana.Il Tardoromanico costituisce un’estensione del Romaniconel successivo Gotico, localizzato in determinati territori (In-ghilterra, area della Mosa e del Danubio); è caratterizzato dauna minore chiarezza compositiva e di definizione dellemasse volumetriche rispetto ai periodi precedenti e dallaproliferazione di decorazioni e ornamenti.

Architettura religiosa:cattedrali, abbazie e monasteri

Come già detto, all’interno della società medievale la Chiesacattolica riveste un ruolo di primaria importanza, sia dal pun-to di vista spirituale sia dal punto di vista del potere politico,e l’architettura dell’epoca è per la stragrande maggioranzaecclesiastica.Gli edifici religiosi nel corso degli anni divengono semprepiù importanti e imponenti, testimoni della presenza capilla-re della Chiesa sul territorio, arrivando a oscurare con il lorosplendore le opere civili, al confronto molto più povere e di-messe. Nella città medievale la chiesa rappresenta quasi sem-

Quattro epoche

Il Protoromanico

La primaetà romanica

La secondaetà romanica

Il Tardoromanico

Presenza capillaredella Chiesa

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pre l’edificio di rilievo (affacciato molto spesso sulla piazzaprincipale) ed è il punto di riferimento visivo e simboliconel panorama urbano: non solo luogo di accoglienza per lacomunità cristiana e di sepoltura per personalità illustri, maanche, attraverso l’imponenza delle dimensioni e la robu-stezza del materiale – la pietra –, simbolo della vita eternapromessa dalla fede.I principali esempi di edilizia religiosa dell’epoca sono costi-tuiti da cattedrali, abbazie e monasteri.La cattedrale romanica, derivata dalla trasformazione del mo-dello della basilica paleocristiana, basa il proprio sistema co-struttivo sull’uso di massicce murature in blocchi di pietrada taglio, squadrata in conci regolari lasciati a vista (frequen-te anche l’impiego del mattone nei luoghi privi di cave di pie-tra, come la Pianura Padana), e su robusti pilastri (a sezionecruciforme o a fascio) allineati lungo le navate, che gradual-mente prendono il posto delle colonne dell’epoca prece-dente. Queste, quando permangono all’interno delle chieseromaniche e non derivano dallo spoglio di edifici di epocheprecedenti, non rispettano i canoni classici nel rapporto mo-dulare tra il diametro della colonna e l’altezza del fusto. Piut-tosto tozze, sono concluse verso terra da un plinto di formaquadrata e nella parte alta da un tipo di capitello differente ri-spetto ai modelli romani o paleocristiani: di struttura geo-metrica (cubica o a tronco di piramide rovesciata), oppurevagamente ispirato all’ordine corinzio, scolpito con richiamial mondo vegetale o fantastico.Le coperture tipiche delle basiliche paleocristiane, realizzatecon capriate di legno, spesso soggette all’azione dell’umidità,dei parassiti e a frequenti incendi, vengono ora sostituite davolte di pietra, in un primo tempo a botte e successivamentea crociera. Il loro ingente peso viene trasmesso al suolo tra-mite archi di scarico, paraste o semicolonne di rinforzo che,oltre a svolgere il proprio fondamentale ruolo statico, artico-lano il disegno delle pareti e dei pilastri e ampliano di conse-guenza la percezione della spazialità interna.La consuetudine di utilizzare le volte a crociera permette diincrementare le dimensioni e la monumentalità degli in-terni delle cattedrali romaniche: le volte a crociera, genera-te dall’incrocio in senso perpendicolare di 2 volte a botte,consentono infatti di concentrare il peso della struttura sui4 sostegni d’angolo, anziché lungo tutta la linea d’imposta.In tal modo liberano le pareti dalla funzione statica e per-mettono di innalzarle maggiormente in altezza e di arric-chirle con aperture e trafori di vario genere. Predominanteè l’uso dell’arco a tutto sesto (anche se non mancano e-

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Architetture romanica e gotica

La cattedraleromanica

Volte di pietra

Gli interni

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sempi di arco a sesto acuto in Borgogna e nel Poitou), sim-bolo di trionfo, attinto dai fasti dell’epoca imperiale roma-na, che caratterizza il Romanico e lo differenzia dal succes-sivo stile Gotico.Al complesso gioco di spinte e controspinte generato dallasuccessione delle volte poste a copertura della navata cen-trale viene contrapposta la struttura delle navate laterali,coperte da volte e sormontate dai matronei, spazi riservatialle donne, anch’essi voltati. In questo modo l’elevato caricostrutturale della navata centrale viene compensato dall’arti-colazione volumetrica di quelle laterali, con relative volte ematronei, e il risultato è un insieme equilibrato.In pianta la cattedrale romanica rivela a un primo sguardo lapropria derivazione da modelli romani (basilica civile) e pa-leocristiani (basilica cristiana): presenta un’organizzazionedegli spazi interni modulati sul sistema delle campate, unitàspaziali a pianta quadrata o rettangolare, delimitate agli an-goli da robusti pilastri e sormontate da coperture a volta che,nella loro scansione ritmica, compongono la navata centralee quelle laterali (da 2 a 4). Queste ultime in genere si pro-lungano intorno al transetto e alla zona absidale e terminanocon piccole absidi che si affiancano alla principale.Anche in sezione la cattedrale rivela una nuova articolazionespaziale impostata su tre livelli: il piano delle navate (desti-nato ai laici), il piano del presbiterio rialzato su gradini (unospazio sacro destinato allo svolgimento del rito eucaristico eriservato agli ecclesiatici) e quello della cripta sottostante(luogo semisotterraneo di conservazione delle reliquie delSanto a cui la cattedrale è dedicata).Le principali differenze rispetto ai modelli paleocristiani si ri-scontrano soprattutto nella porzione terminale dell’impian-to, dove la zona absidale viene circondata dal coro e colle-gata al deambulatorio, su cui si affacciano una serie di cap-pelle radiali sporgenti verso l’esterno, spesso adibite al cultodelle reliquie. Questo tipo di struttura trova fortuna soprat-tutto nelle numerose chiese dislocate lungo i percorsi di pel-legrinaggio (basilica di Santiago de Compostela, basilica diSaint-Sernin a Tolosa), in quanto consente un’agevole visio-ne dei reliquiari portati in processione: la soluzione aveva i-noltre una certa valenza simbolica, poiché richiamava allamente l’impostazione centrica delmartyrion paleocristiano,edificato intorno alla tomba del Santo.Tipica degli interni romanici è la notevole articolazione de-gli spazi e dei volumi, ciascuno dotato di una propria au-tonomia formale, che porta a un arricchimento dell’im-pianto generale. Per essere compresa nella sua interezza,

Gioco di spintee controspinte

In pianta

In sezione

Differenze rispettoai modellipaleocristiani

Valenza simbolica

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1 - Architettura romanica

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una struttura così complessa va analizzata dall’osservatorenelle sue molteplici componenti.L’aspetto esterno della cattedrale si presenta assai articolato.Le possenti masse murarie sono trattate plasticamente e ar-ticolate nella trama dei mattoni o dei blocchi di pietra squa-drata e nello spessore stratificato; le alleggerisce la presenzadi nicchie, loggette composte da archeggiature cieche sor-rette da esili colonnine o lesene e di partizioni orizzontali everticali delle superfici murarie. Tali partizioni sono attuate siatramite cornicioni, modanature, fasce decorative con motivigeometrici e lesene, sia tramite la presenza di imponenti con-trafforti, cioè rinforzi murari con funzioni strutturali.La facciata principale di ingresso può essere a capanna, concopertura a 2 falde, oppure monocuspidata, con la porzio-ne corrispondente alla navata centrale sopraelevata e quellecorrispondenti alle navate laterali coperte da uno spiovente(saliente) a falda unica. Presenta spesso un ampio portaledi ingresso riccamente decorato, a volte affiancato da 2 por-tali minori, caratterizzato da un’accentuata strombatura edotato di archivolto, una fascia a rilievo – cordonata o scol-pita – che segue il profilo ad arco – a tutto sesto o a sesto a-cuto – del portale stesso.

Architetture romanica e gotica

L’esterno

La facciataprincipale

Figura 31Esempi di modanatura,elemento decorativoavente la funzionedi definirearchitettonicamentele diverse partidell’edificio.

Listello

Astragalo

A dentelliGola dritta

Guscio

Cordone

Tondino

Scozia (o cavetto)Ovolo

Gola rovesciata

Toro

Fascia

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Ulteriore elemento tipicamente romanico, che spesso pre-cede il portale di ingresso, è il protiro: si tratta di un ma-nufatto costituito da un arco sorretto da 2 colonne pog-gianti su leoni stilofori e sormontato da una piccola coper-tura a 2 falde inclinate.Le porte, spesso realizzate in bronzo, testimoniano l’elevatolivello raggiunto nel corso del XII secolo dalla tecnica dellafusione dei metalli.Al di sopra del portale di ingresso e in posizione centrata ri-spetto all’asse di simmetria della facciata, spesso compare ilrosone, ampia presa di luce di forma circolare o ellittica attaa illuminare la navata centrale.La luce, che nelle basiliche paleocristiane penetrava abbon-dantemente nello spazio interno attraverso le numerose fi-nestre ricavate nella parte alta della navata centrale, ora filtrain modo soffuso attraverso piccole e strette feritoie ricavatenello spessore delle pareti perimetrali, avvolgendo gli am-bienti di una generale penombra che contribuisce a una sen-sazione di raccoglimento e spiritualità.Il campanile, a pianta quadrata o rettangolare, completa inmolti casi la costruzione, inserito nel transetto o, come av-viene in Italia, posizionato a lato della facciata a costituire unelemento autonomo.L’estrema libertà con cui i costruttori romanici interpretano imodelli di riferimento costituiti dagli edifici principali deter-mina in molte aree geografiche (come ad esempio la Sicilia eil Veneto) inserimenti di elementi esterni, provenienti dal-l’architettura bizantina o araba, che contaminano le forme e-spressive consolidate e le arricchiscono di nuove varietà.In ambito extraurbano la colonizzazione di ampie porzioni diterritorio è affidata a strutture edilizie religiose che sorgononumerose sulle vie dei pellegrinaggi: si tratta di abbazie emonasteri, retti da abati appartenenti agli ordini benedetti-no, cistercense e cluniacense.Situati sulle vie di transito di pellegrini, cavalieri e mercanti,questi insediamenti si configurano come roccaforti in cuivengono gelosamente custoditi i fondamenti della culturadel tempo (conservati nelle biblioteche e affidati alla cura dicopisti e amanuensi), vengono sviluppati e discussi studi e-conomici e tecnici, sorgono laboratori artigiani e agricoli evengono promosse ricerche relative alle tecniche costruttivein ambito architettonico: in definitiva vi convergono tutte leforme di sapere sorte in ambito europeo.Dal punto di vista dell’organizzazione architettonica, le ab-bazie e i monasteri si caratterizzano per il fatto che intornoalla chiesa vengono sistemati gli ambienti dedicati alla pre-

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1 - Architettura romanica

Tecnica della fusionedei metalli

L’uso della luce

Il campanile

Abbazie e monasteri

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ghiera e alla vita quotidiana: il chiostro, la sala capitolare,la biblioteca, le celle o i dormitori dei monaci e gli am-bienti di servizio (magazzini e dispense), secondo una rigi-da disposizione planimetrica che scandisce i tempi e i ritidella vita monastica, così come quelli del lavoro e dell’ospi-talità per i visitatori.

� Strutture conventuali in EuropaEsempi esplicativi di queste forme di organizzazione deglispazi conventuali sono forniti in particolare da alcune opere.• La chiesa conventuale di SantaMaria Laach, in Renania (Ger-mania). Edificata nel 1093 dall’ordine benedettino e termina-ta nel XIII secolo, è considerata il caposaldo dell’architettu-ra romanica in Germania. L’edificio presenta un aspetto or-ganico e unitario – sebbene la sua realizzazione abbia richie-sto tempi molto lunghi –, determinato da un articolato acco-stamento di masse e volumi differenti.La porzione centrale è racchiusa dalla zona monumentale deltransetto e dal westwerk (il corpo di fabbrica esterno chefungeva da ingresso e facciata), entrambi cinti da 2 torri; nelpunto di intersezione fra il transetto e la navata si erge uncorpo ottagonale; il westwerk è dominato da una robustatorre centrale composta di volumi parallelepipedi sovrappo-sti e culminante con un tetto a spioventi, che segna il puntopiù alto della basilica.Le pareti esterne sono movimentate da lesene di pietra piùscura e archetti pensili.Caratteristica peculiare della chiesa è il contrasto cromaticogenerato dall’accostamento tra le strutture portanti, esternee interne, in pietra lavica scura e le pareti perimetrali, in are-naria giallo ocra. Il risultato è una struttura giallo ocra con se-micolonne, costoloni e archetti ornamentali scuri molto benmarcati, che sortiscono l’effetto di un ricercato ricamo, vol-to a impreziosire l’intera struttura.Sempre per accentuare l’effetto decorativo, tutti i ricami asbalzo in pietra scura, le arcate cieche e i capitelli sono sot-tolineati con un filo di pittura rossa e gialla all’esterno e ros-sa, gialla e azzurra all’interno.La chiesa presenta 2 absidi ai lati estremi della navata, en-trambe semicircolari e con mosaici di epoca successiva sullavolta dell’abside orientale. Il portale d’ingresso, sul lato oc-cidentale, è finemente decorato e rifinito con i colori che ri-corrono nella chiesa.I preziosi capitelli delle colonnine, di ottima fattura, riporta-no motivi floreali e animali o figure umane. Un atrio con co-lonne binate (disposte a coppie), con una fontana retta da

Architetture romanica e gotica

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Rigida disposizioneplanimetrica

Chiesa di SantaMaria Laach,in Renania

La parte centrale

Le pareti esterne

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leoni al centro, precede l’ingresso alla chiesa, che avviene daun lato dell’abside occidentale.Un complesso di 6 torri svetta sulla chiesa: 4 scalari ai latidelle navate, cilindriche a ovest e a sezione quadrata a est;una a pianta quadrata posta all’incrocio del transetto occi-dentale con la navata, e una a pianta ottagonale sulla crocie-ra orientale. Entrambe queste ultime sono prive di aperturefinestrate. L’insieme è arricchito con un trionfo di archi cie-chi, semicolonne e archetti ornamentali di colore scuro conpitture rosse.•La chiesa abbazialediNotre-Dame, a Jumièges (Francia). L’ab-bazia è edificata tra il 1040 e il 1067, sul modello di quella diMont Saint-Michel. Tra le caratteristiche salienti l’alta facciata af-fiancata da 2 torri gemelle, secondo la tipologia derivata dalwestwerk tedesco, l’alternanza di colonne e pilastri con semi-colonne addossate e la presenza di una torre quadrata postanell’intersezione tra la navata centrale e il transetto.• L’abbazia di Cluny, in Borgogna (Francia). Inizialmente ilmonastero rappresenta una sorta di laboratorio di speri-mentazioni architettoniche dell’ordine cluniacense; in se-guito, grazie a numerosi ampliamenti e ricostruzioni che si

Figura 32Schema planimetricodi un’abbazia medievale.

Chiostrogrande

Chiesa

Accesso

Dispensa

Cucina

Foresteria

Giardinodei semplici

Refettorio Bibliotecao scrittorio

Chiostropiccolo

Salacapitolare

Notre-Dame,a Jumièges

Abbazia di Cluny,in Borgogna

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1 - Architettura romanica

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susseguono dal X al XII secolo, diviene una delle opere piùsignificative della Cristianità.La chiesa originaria, detta Cluny I, di medie dimensioni, vie-ne fondata nel 909 dal duca di Aquitania e Alvernia Gugliel-mo I, che la pone sotto la diretta autorità di papa Sergio III.Tra il 948 e il 981 si procede alla ricostruzione della chiesaprincipale, la cosiddetta Cluny II, dotata di un ampio presbi-terio, absidi collocate sul transetto e un coro tripartito condeambulatorio.Nel 1088 viene fondata la terza chiesa abbaziale (la chiesa diSan Pietro e Paolo o Cluny III), di notevoli dimensioni: lun-ga 187 metri, è preceduta dal nartece e si articola in 5 navate,un coro allungato con deambulatorio e cappelle radiali, undoppio transetto e 5 torri. In questa occasione la vecchiachiesa abbaziale non viene demolita, ma rimane intatta afianco della nuova.Prima della ricostruzione della basilica di San Pietro a Roma,nel XVI secolo, l’abbazia di Cluny deteneva il primato del piùgrande edificio religioso d’Europa.A cavallo fra il XVIII e il XIX secolo l’abbazia viene secolariz-zata e, sebbene sia la più grande d’Europa, gradualmente de-molita, tanto che oggi dell’edificio rimangono solo pochetracce della crociera meridionale, della parte orientale deltransetto e di una delle torri. Questi pochi resti sono co-munque sufficienti a rendere l’idea delle monumetali dimen-sioni che ebbe un tempo.

L’abbazia più granded’Europa

Figura 33Ricostruzioneassonometricadell’abbaziadi Cluny III.

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In seguito al modello fornito da queste realizzazioni, succes-sivamente in Spagna, Irlanda, Germania e Inghilterra si svi-luppa una rete di 1500 monasteri dislocati lungo le vie dipellegrinaggio che contribuiranno alla definizione tipologi-ca dell’edificio religioso romanico.

Architettura civile: castelli, strutturedifensive, torri gentilizie, infrastrutture

Come già detto, l’architettura romanica trova la sua massimaespressione in ambito religioso: numerosissimi sono gli e-sempi di cattedrali, abbazie e monasteri in tutta Europa chetestimoniano un livello tecnico tanto elevato da stupire an-cora oggi gli studiosi.

Cluny: un modelloper l’Europa

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1 - Architettura romanica

ORDINE BENEDETTINO E CLUNIACENSEL’ordine di San Benedetto rappresen-ta una delle pietre miliari dell’organiz-zazione conventuale europea dell’XI se-colo; in parte anche grazie alla fedeleaderenza a una rinnovata “regola be-nedettina”, Cluny diviene la guida illu-minata del monachesimo occidentalegià a partire dalla fine del X secolo.Diversi tra gli abati che si susseguono al-la guida dell’abbazia di Cluny rivestonoanche importanti cariche di stato e so-no noti a livello internazionale.Lo stesso monastero diviene la più fa-mosa, prestigiosa e sovvenzionata isti-tuzione monastica d’Europa, la cui in-fluenza comincia a manifestarsi a partiredalla seconda metà del X secolo per pro-trarsi fino ai primi anni del XII secolo.Agli occhi di molti l’intercessione mona-stica appare indispensabile al raggiungi-mento di uno stato di grazia e i potentifanno a gara per essere ricordati nelle in-finite preghiere del monastero, dando ini-zio alle donazioni e ai benefici che ren-dono possibile lo sviluppo delle arti.Ciò che più di ogni altra cosa distinguel’abbazia di Cluny dagli altri centri e con-federazioni benedettini sono la struttu-ra organizzativa e l’esecuzione della li-turgia come principale forma di lavoro.Mentre la maggior parte dei monasteri be-

nedettini è autonoma e associata agli al-tri solo in maniera informale, Cluny creauna grande federazione in cui gli ammi-nistratori di sedi minori rispondono all’a-bate della casa madre. I vari responsabilidei monasteri cluniacensi, in quanto postisotto la diretta supervisione dell’abate diCluny, sono chiamati non abati, bensìprio-ri o capi di prioria, e una volta all’anno siritrovano a Cluny per trattare di questioniamministrative e fare rapporto. Tutte lestrutture benedettine, comprese quelle diformazione più datata, finiscono con il ri-conoscere Cluny come propria guida.Quando nel 1016 papa Benedetto VIIIdecreta che i privilegi di Cluny si esten-dano anche alle sedi minori, per le co-munità benedettine è un ulteriore in-centivo a entrare a far parte dell’ordinecluniacense. I monaci ospiti di Cluny ri-valutano l’originale ideale del monachesi-mo benedettino, che intende il monaste-ro come un’entità produttiva e autosuf-ficiente: un’entità simile alle contempora-nee ville, tipiche delle zone dove l’in-fluenza dell’Impero Romano era ancorapredominante, e ai manieri, manifestazio-ne del feudalesimo, in cui ogni membroera parte integrante della vita della co-munità non solo con la preghiera, ma an-che con il proprio lavoro manuale.

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Diversamente, le costruzioni civili sopravvissute allo scorreredei secoli non sono molte: questo perché i castelli, le rocchee le strutture difensive dell’epoca, una volta persa la loro fun-zione residenziale, militare e strategica (il che avvenne so-prattutto in seguito all’invenzione delle armi da fuoco), si so-no rivelate ben presto obsolete e sono state abbandonate,cadendo così rapidamente in rovina.Il fenomeno più imponente della cultura romanica è la rina-scita delle città, che si esprime sia nell’utilizzazione e rivita-lizzazione di preesistenti strutture romane (specialmente inItalia), sia nella fondazione di centri urbani ex novo, che e-laborano lo schema del castrum romano o sorgono in segui-to all’ampliamento di monasteri e castelli feudali (special-mente in Francia).Nella maggior parte dei casi la nuova struttura della città èdeterminata da ragioni difensive: in epoca romanica si elabo-rano le forme sia della città cinta di mura sia della fortifica-zione isolata, ossia il castello – è ai Normanni, in Francia e In-ghilterra, che si deve la prima elaborazione del dongione omastio, la torre più alta del castello –, anche se i maggiori svi-luppi di questa tipologia edilizia si avranno con il periodo go-

Poche costruzionicivili

Rinascita delle città

Figura 34Ricostruzionedi un castello medievaleturrito e cinto da fossato.

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Architetture romanica e gotica

Càssero (parte piùelevata e fortificata)

Battifredo (torrettadi vedetta)

Merlo

Dongione o mastio

Bertesca

Androne(collegacastelloe fossato)

Rivellino

Ponte levatoioBalestriera

Spalto (massa di terreno inclinato)BastioneBarbacane (rinforzo a forma di scarpata)

Fossato

Ballatoioo camminodi ronda

Agucchia(aperturaper il passaggiodella luce)

Torrioneo battifolle

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tico. Tra i più significativi esempi di città fortificata si ricordaAvila, in Spagna, circondata da circa 3 chilometri di mura in-terrotte da 9 porte d’ingresso alla città e arricchite da 86 torrisemicilindriche, poste a distanza regolare.Situati in luoghi strategici e circondati da un fossato, i castellisi compongono di una residenza fortificata in cui abitano lafamiglia feudale e la corte, torri difensive, unmastio emuraconcentriche lungo le quali si snodano i cammini di ronda eche ospitano il rivellino (una fortificazione avanzata), la ber-tesca (torre di avvistamento) e le balestriere (feritoie per i ba-lestrieri). La definitiva maturazione delle nuove strutture didifesa si ha durante il periodo delle Crociate, specialmente inPalestina, negli anni del regno di Gerusalemme (1100-1187).

� Simboli di architettura civileTra i primi esempi di imponenti masti di pietra giunti fino aigiorni nostri vi sono la fortezza della White Tower (1077-1097), nella Torre di Londra, e il castello di Colchester, nel-l’Essex, probabilmente entrambi opera dello stesso progetti-sta. La prima, edificata entro le mura romane di Londra, neipressi del Tamigi, era ubicata in una posizione strategica chepermetteva di controllare gli accessi alla città sia dal fiume siadalla campagna. Utilizzata in origine come residenza reale e inseguito come carcere, si erge su 3 piani e presenta pareti dipietra calcarea proveniente da Caen, tanto massiccie che inprossimità della base rivelano uno spessore di 3,6 metri.Su ispirazione della White Tower londinese vengono realizza-

Figura 35La cinta murariadella città di Avila,in Spagna.

Il castello

Fortezzadella White Tower

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te costruzioni di analoga tipologia, quali il castello di Roche-ster, nel Kent, il castello di Dover, il castello di Hendigham,nell’Essex, il castello di Richmond, nel North Yorkshire, e ilcastello di Durham, parte di un complesso (insieme al mo-nastero e alla cattedrale) arroccato su una rupe scoscesa.In Italia si trova il palazzo dei Normanni, o Palazzo Reale diPalermo, edificato appunto dai Normanni nel XII secolo suuna preesistente struttura araba del IX secolo.All’interno della città medievale è frequente anche la presen-za di torri civiche, derivate dal modello dei torrioni difensiviromani. In epoca romanica si diffonde la tipologia a basequadrata o rettangolare, anche se non mancano esempi a ba-se poligonale.Dal momento che l’altezza della torre simboleggia il poteree l’importanza del committente, queste costruzioni si spin-gono ad altezze considerevoli, spesso intorno ai 100 metri,grazie a solide fondamenta e spesse murature di elevazione,coadiuvate da archi di scarico e contrafforti. La superficie in-terna della torre, non molto estesa data la tipologia dellastruttura, viene in molti casi ampliata nei piani superiori tra-mite la realizzazione di ballatoi esterni di legno.Tra gli esempi più celebri di organizzazione urbana dell’etàcomunale vi è la città di San Gimignano, in Toscana. Con lesue attuali 14 torri (in origine erano circa 70) rappresentauna delle realtà più significative e meglio conservate al mon-do, tanto che nel 1990 l’Unesco l’ha dichiarata Patrimoniodell’Umanità.Tra le infrastrutture più conosciute giunte in buone condizio-ni fino a oggi va citato, infine, il ponte di Besalù, in Catalogna(Spagna), edificato nel corso del XII secolo sul fiume Fluviá.

Principali esempi di Romanico in Europa

Come anticipato nel paragrafo relativo all’inquadramento sto-rico, l’architettura romanica, estesa a livello europeo secondoprincipi di coerenza e uniformità, si esprime nelle singole rea-lizzazioni secondo peculiarità costruttive, formali e materi-che tipiche dello Stato in cui sorgono.

� Il Romanico in FranciaIn corrispondenza della rapida maturazione della lingua ro-manza, le cui prime opere letterarie risalgono alla fine del-l’XI secolo, la Francia elabora precocemente un linguaggioarchitettonico monumentale, ricco di fantasia, complesso etalora raffinato, anche per l’influsso dell’aulica tradizione

In Italia

Torri civiche

San Gimignano

Infrastrutture

Nuovo linguaggioarchitettonico

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carolingia e per l’azione determinante di una civiltà mona-stica di alta cultura come quella cluniacense. Caratteristicadel Romanico francese è la ricca articolazione di scuole re-gionali, che si influenzano reciprocamente: per prime laNormandia e la Borgogna elaborano le forme tipiche dellostile romanico, con accentuazioni particolari. Le chiese nor-manne, dallo stile sobrio e sostenuto, presentano spessouna facciata a doppia torre (Saint-Étienne e la Trinità, aCaen) e un’intensa articolazione plastica dell’interno, scan-dito dalle campate divise da pilastri (Notre-Dame, a Jumiè-ges; Mont Saint-Michel). Il sistema di copertura a volta, checompare precocemente intorno alla metà dell’XI secolo, nelsecolo successivo conosce una rapida maturazione che pre-lude al Gotico. La scuola borgognona risulta improntata su-gli schemi cluniacensi, complessi e monumentali, esemplifi-cati nella gigantesca abbazia di Cluny (5 navate e 2 transet-ti, copertura con volte a botte), nelle ricche soluzioni absi-dali, con coro a deambulatorio e cappelle radiali (Saint-Mar-tin, a Tours; Saint-Philibert, a Tournus) e nell’impiego este-so della volta a crociera (Saint-Étienne, a Nevers; Sainte-Ma-deleine, a Vézelay).I modi stilistici di queste due scuole hanno larga diffusione(da Cluny dipendono le chiese di Paray-le-Monial, Beaune eAutun), e intrecciano altre varianti regionali: lo schema a sa-la, con navate di uguale altezza, nella provincia francese delPoitou (Saint-Savin); il grande sviluppo del transetto con ti-burio e abside a deambulatorio nell’Alvernia (Notre-Dame-du-Port, a Clermont-Ferrand; Saint-Sernin, a Tolosa), sche-ma tipico delle chiese-stazioni di pellegrinaggio ampiamentediffuse in Europa; le chiese a cupola dell’Aquitania, singola-re episodio di derivazione bizantina (Saint-Front, a Péri-gueux); l’impronta fortemente classica in Provenza; il lin-guaggio nobilissimo, e più tardo, dell’Île-de-France (Saint-Denis; facciata occidentale di Chartres), che rapidamentesfocia nelle forme del Gotico primitivo.Non meno ricchi e imponenti sono gli sviluppi della scultu-ra, dai primi esempi decorativi (capitelli del coro di Cluny,1090 circa) alle mature, robuste espressioni plastiche delXIII secolo.Lo stile dell’architettura romanica francese ha ben presto lar-ga diffusione in Europa e nelle terre del Levante mediterra-neo: le chiese costruite dai Crociati in Terra Santa derivanodallo stile borgognone e provenzale (Santo Sepolcro, a Ge-rusalemme; cattedrale di Byblos), mentre la fitta rete di ca-stelli e opere di difesa elabora e perfeziona schemi già creatiin Francia, in Normandia e in altre regioni.

Le chiese normanne

La scuolaborgognona

Le varianti regionali

La scultura

Larga diffusione

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1 - Architettura romanica

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� Il Romanico in ItaliaQuasi in contemporanea con la Francia, gli schemi tipici del-l’architettura romanica vengono elaborati anche in Italia, epiù precisamente in Lombardia. Primo modello è la basilicadi Sant’Ambrogio a Milano (XI sec.), che definisce gli aspet-ti propri del Romanico lombardo: la facciata a capanna, l’ac-centuazione delle linee orizzontali (a differenza dei tipi fran-cesi tendenti alla verticalità) e la robusta e sobria articola-zione plastica dell’interno, con ampie campate coperte davolte a crociera.

Questo schema viene sviluppato rapidamente e con genia-lità nelle grandi chiese sorte fra l’XI e il XII secolo tra Pavia ela via Emilia: San Michele a Pavia, il duomo di Modena, lecattedrali di Parma e Piacenza e la basilica di San Zeno aVerona arricchiscono il prototipo milanese accentuando ilconnubio organico di struttura architettonica e decorazioneplastica ed esaltando in chiave monumentale la parte pre-sbiteriale (abside, transetto, tiburio), secondo un processoevolutivo che culminerà nello slancio protogotico del batti-stero di Parma, iniziato da Benedetto Antelami nel 1196.La diffusione dell’architettura lombarda è notevolissima, non

I primi sviluppi delprototipo milanese

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Architetture romanica e gotica

Figura 36Facciata della basilicadi Sant’Ambrogio,a Milano.

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solo in Italia, ma anche in Spagna e Germania, al punto che inessa si è finito per identificare l’intero fenomeno del Romanicoitaliano: anche se questa linea interpretativa necessita di corre-zioni e sfumature, è però indubbio che l’accezione lombardaè quella più coerente alle comuni matrici del Romanico euro-peo, cui risultano sostanzialmente estranei molti episodi, pe-raltro di altissimo livello, dell’architettura italiana del periodo.Così è per le creazioni fiorentine dell’XI-XII secolo, che appaio-no come un’elegante e originale continuazione del classicismopaleocristiano e altomedievale; per le esperienze di Roma edel Lazio, che danno nuovo respiro alle forme della tradizionelocale, classica e paleocristiana; per Venezia e il litorale veneto,legati al prevalente influsso dell’orientalismo bizantino; pergran parte degli sviluppi dell’Italia meridionale e della Sicilia inparticolare, da un lato schiettamente bizantini, dall’altro tocca-ti da influssi arabi, che interessano anche costruzioni norman-ne come il duomo di Cefalù e quello di Monreale. Un caso par-ticolarissimo è rappresentato dall’architettura pisana: il duo-mo di Pisa, iniziato da Buscheto nel 1063 secondo un ideale diastratta classicità del tutto estraneo alla tematica romanica, vie-ne modificato in chiave lombarda dal successivo intervento diRainaldo (metà XII sec.), dando vita a un connubio di alto va-lore formale che sostanzia modi architettonici i quali, da Luccae Pistoia, si diffondono fino alla Puglia e alla Sardegna.Gli sviluppi della più schietta tradizione lombarda interessanotutta l’Italia settentrionale, espandendosi al centro (Arezzo) elungo il litorale adriatico, nelle Marche (Santa Maria in PortoNuovo; Santa Maria a Piè, a Chienti) fino in Puglia, dove ilprototipo della basilica di San Nicola, a Bari, arricchito di mo-tivi normanni (le torri in facciata), dà vita a un’imponente fio-ritura di cattedrali (Trani, Ruvo, Bitonto).

� Il Romanico in InghilterraIl Romanico inglese appare strettamente legato a quello fran-cese: con la conquista normanna (1066) gli schemi architet-tonici della Normandia e della Borgogna penetrano nell’iso-la, dove vengono articolati in forme complesse e riccamentestrutturate (abbazia di Saint Albans; cattedrali di Lincoln,Ely, Winchester, Durham, Gloucester, Norwich), evolvendorapidamente verso gli elementi costitutivi (volta costolonata,ovvero con costoloni che ne suddividono la superficie con-vogliando le spinte ai pilastri di sostegno) e formali (vertica-lismo) del Gotico primitivo.L’influenza francese è sensibile anche nella scultura, stretta-mente integrata alle strutture architettoniche, che rielabora gliintrecci zoomorfi di ascendenza vichinga e irlandese.

Il modello lombardo

Altre influenzein Italia

Duomo di Pisa

Diffusione dellatradizione lombardain Italia

Influenza delmodello francese

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� Il Romanico in Spagna e in PortogalloPoco adatta (per vicende storiche e tradizioni culturali) a ela-borazioni autonome della civiltà romanica, la Spagna è rag-giunta dal Romanico tramite la penetrazione di correnti lom-barde e francesi, attraverso la Catalogna, in Aragona e Castigliae León, soprattutto lungo le vie di pellegrinaggio che portanoal santuario di Santiago de Compostela, di derivazione clu-niacense; l’impronta lombarda è prevalente in complessi qualii monasteri di Santa Maria di Ripoll e Santo Domingo di Silos.Dagli esempi architettonici spagnoli discendono direttamentequelli portoghesi come la cattedrale di Coimbra, derivata daSantiago de Compostela, e la cattedrale di Évora.

� Il Romanico in GermaniaNei Paesi dell’Europa centrale, particolarmente in Germania,la grande tradizione aulica ottoniana condiziona ampiamen-te la nascita del Romanico, che acquista lentamente autono-mia verso la fine dell’XI secolo, per svilupparsi rapidamentenel secolo successivo, specialmente in Sassonia e Renania: ilduomo di Spira (interamente voltato a crociera), il duomo diTreviri e le cattedrali di Magonza e di Worms presentanopossenti masse plastiche, ritmicamente organizzate, caratte-rizzate dalla presenza di 2 cori contrapposti e dalla frequentesoluzione a torre unica della facciata. I partiti decorativi (co-me fregi, statue e mosaici), specie in Renania (Santa Maria inCampidoglio e Santi Apostoli, a Colonia), mostrano eviden-ti influssi lombardi, mentre le chiese conventuali (abbazia diSanta Maria Laach) si ispirano a schemi borgognoni. Gli altriaspetti dell’architettura romanica tedesca sono assai meno ti-picizzati, o perché ancora legati alle forme ottoniane, o per-ché rapidamente volgenti verso il Gotico: così è per le strut-ture in cotto tipiche dei Paesi Baltici (Lubecca) e per i grandiedifici della prima metà del XIII secolo (cattedrali di Limburg,Naumburg, Bamberga).

� Il Romanico in Austria e in SvizzeraIn Austria l’architettura romanica, diffusasi nel corso del XIIsecolo secondo modelli lombardi (duomo di Gurk), cono-sce un precoce sviluppo dello stile di transizione introdottodai cistercensi (chiese capitolari di Heiligenkreuz e Lilien-feld) che prelude al Gotico.In Svizzera il Romanico si prolunga fino al XIII secolo, racco-gliendo influssi renani, francesi e lombardi (cattedrale diSciaffusa; abbazia di Hauterive). Le cattedrali di Ginevra, Lo-sanna, Zurigo, Coira e Basilea, iniziate in periodo romanico,sono tutte completate e modificate in epoca gotica.

Influenze lombardee francesi

Il Romanicoportoghese

Influenza lombarda

Schemi borgognoni

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� Il Romanico nell’Europa del NordNei Paesi Bassi, zona di tradizionale irradiazione delle artifrancese e tedesca, il Romanico non conosce sviluppi auto-nomi (la cattedrale a 5 torri di Tournai, del XII secolo, è unaderivazione dal Romanico normanno) e in conseguenza del-la veloce penetrazione dello stile cistercense passa rapida-mente al Gotico.I Paesi scandinavi, accanto a un’originale versione locale dichiese lignee, in gran parte perdute (un esempio conservatoè la chiesa di Urnes, del XII secolo), presentano forme ro-maniche di tipo anglonormanno (Danimarca, Norvegia), diderivazione renana (cattedrali di Ribe e Roskilde) e anche dinetta impronta lombarda (cattedrale di Lund, in Svezia).

� Il Romanico nell’Est europeoIn tutto l’Est europeo il predominio incontrastato dell’artebizantina lascia poco spazio alla penetrazione delle forme ro-maniche, di cui non mancano tuttavia singoli nonché inte-ressanti episodi. Tra l’XI e il XII secolo l’Istria e il litorale dal-mata, direttamente aperto all’influsso italiano, accolgononumerosi esempi di architetture schiettamente lombarde(San Donato, a Zara; cattedrale di Traù), adorne di una ric-ca decorazione scultorea, anch’essa di forme lombarde, chesuccessivamente alimenterà una fiorente scuola locale.

Paesi Bassi

Penisola Scandinava

Influenza bizantina

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1 - Architettura romanica

Dopo l’anno Mille un profondo rinnovamento generale, che investe i settori poli-tico, economico, sociale e religioso, risolleva le sorti della società medievale, por-tando un netto miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e il conso-lidamento di centri di potere quali l’Impero, la classe nobiliare, il Papato e i nuoviordini religiosi.

La Chiesa, con il suo ruolo di primaria importanza all’interno della società, si fa pro-motrice della realizzazione di importanti opere, punti di riferimento nel panorama ur-bano, quali le cattedrali, le abbazie e imonasteri, luoghi di accoglienza per i fede-li e simboli di vita eterna.

Sicuramente in ombra rispetto all’architettura religiosa, quella civile esprime le propriepotenzialità nel processo di rinascita delle città, sviluppato sia attraverso la fondazio-ne di nuove città fortificate, sia tramite il recupero di preesistenti strutture dell’anticaRoma, modello di riferimento incontrastato.

SCHEMA RIASSUNTIVOCONTESTO STORICO

ARCHITETTURA RELIGIOSA

ARCHITETTURA CIVILE

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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Nascita del Gotico

L’eccezione italiana

Definizione

Il significatooriginariodel termine

L’evoluzionedel significato

Inquadramento storico e geografico

Oggi il termine Gotico indica lo stile artistico nato nella re-gione dell’Île-de-France, nel nord della Francia, verso lametà del XII secolo. Gradualmente l’arte gotica si estende abuona parte dell’Europa occidentale, interessando moltiStati (Gran Bretagna, Germania, Spagna, Portogallo) fino alXV secolo, ad eccezione dell’Italia, che, nel corso del Quat-trocento, vedrà sorgere un differente movimento culturale(Umanesimo) e artistico (Rinascimento).Il termine denota quindi lo stile diffusosi nell’Europa occi-dentale grosso modo tra la fine del Romanico e la diffusio-ne del Rinascimento.Diverso era il significato originario del termine “gotico”: co-niatonelXVsecolodalla storiografia rinascimentaleeattribuitoda alcuni storici a Lorenzo Valla, da altri a Raffaello, era usatoin senso dispregiativo e polemico come sinonimo di “barba-ro”; inizialmente definiva un tipo di grafia opposta a quella ro-mana, e successivamente venne usato per indicare una formaartistica rozza e poco raffinata, nella migliore delle ipotesi ar-bitraria e bizzarra, antitetica rispetto all’equilibrio e all’armo-nia espresse dall’arte classica greca e romana. Il Vasari stessonei suoi scritti si riferisce alla «maniera dei Goti» per criticareopere architettoniche medievali, in cui molte soluzioni stili-stiche dimostrano il decadimento della civiltà romana e il ne-fasto effetto delle invasioni barbariche.Nel corso dei secoli XVII e XVIII si diffondono diverse inter-pretazioni del Gotico, inteso sia come forma d’arte inven-tata dai Goti, antico popolo germanico, e importata in Fran-cia, sia come “art got o cot”, ossia arte della Luce e dello Spi-rito. È però solo con gli approfonditi studi dedicati al Me-dioevo dal Romanticismo che si attua un processo di riva-lutazione dell’arte e dell’architettura gotiche, superando inumerosi pregiudizi storici e giungendo a una serena valu-tazione dei loro caratteri specifici: giudizio che si è protrat-to fino ai nostri giorni.

2 Architettura goticaLo stile gotico fiorisce tra la prima metà del XII e il XV secolo: dai primicantieri delle cattedrali francesi dell’Île-de-France fino alle tarde manifestazionidell’Europa occidentale, il Gotico rappresenta in campo artistico l’ultimafase unitaria nell’ambito dell’arte medievale.Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto G

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� Il contesto storicoPer comprendere appieno i caratteri fondamentali dell’archi-tettura gotica può essere utile delineare un quadro generaledi riferimento dell’Europa dell’epoca, caratterizzata da gran-di cambiamenti storici, sociali, economici e tecnologici.Il contesto storico vede il declino dell’Impero Romano d’O-riente, la crisi del Sacro Romano Impero e la nascita delle mo-narchie nazionali, sostenute sul piano filosofico dal principioscolastico di San Tommaso d’Aquino, secondo cui «l’uomoè per natura animale sociale» e allo stesso tempo «non puòesservi vita sociale in unamoltitudine, senza il governo di unosolo che miri al bene di tutti; il bene comune è preminenterispetto al bene individuale».A questo si aggiunge il proliferare dei monasteri benedettini(circa 40 000), cluniacensi e cistercensi che garantiscono lacustodia del sapere e un’uniformità culturale europea, oltrea un capillare controllo religioso e amministrativo di vasteporzioni di territorio. Da ricordare, inoltre, la nascita degli or-dini mendicanti francescani e domenicani e, nel corso del-le Crociate, degli ordini cavallereschi dei Templari e dei Ca-valieri di Malta, che favoriscono lo spostamento in massa deipellegrini dal Nordeuropa all’Oriente.In ambito tecnologico alcune invenzioni, quali il mulino adacqua e le apparecchiature per la tessitura, cui si aggiungo-no scoperte quali l’utilizzo del carbone, favoriscono un’e-voluzione nell’organizzazione del lavoro e delle attività arti-gianali e i conseguenti sviluppo economico e notevole cre-scita demografica.In questo quadro le città, i territori e le monarchie diventanosistemi aperti, che risentono di molteplici influssi e costitui-scono terreno fertile per il consolidarsi di una cultura euro-pea e occidentale.L’avvento sul piano sociale ed economico di una ricca bor-ghesia mercantile e imprenditoriale, alleata al potere reli-gioso emonarchico, costituisce infine un potentemotore perla realizzazione di imponenti opere architettoniche, che tro-va nel Gotico un degno veicolo espressivo.

� Le fasi di sviluppo del GoticoL’architettura gotica, dagli esordi al suo decadimento, ha unosviluppo temporale di circa quattro secoli, dal XII al XV; co-me già detto, si afferma in alcuni Stati europei (Francia, In-ghilterra e Germania) piuttosto che in altri (Italia). Lo svilup-po complessivo viene generalmente suddiviso cronologica-mente in quattro periodi.• Gotico primitivo o Protogotico (1150-1230 circa): è la fase

Nascita dellemonarchie nazionali

Uniformità culturale

Innovazioni sul pianotecnologico

Un nuovo cetosociale

Quattro periodi

Protogotico

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d’avvio, che ha inizio con la ristrutturazione del primo edifi-cio con caratteristiche gotiche compiute, ossia l’abbazia diSaint-Denis, nell’Île-de-France, a nord di Parigi, centro cul-turale, artistico e politico d’Europa, e prosegue con il con-solidamento delle tecniche costruttive qui sperimentate inaltri cantieri, quale quello della cattedrale di Saint-Étienne,a Sens (Borgogna).• Gotico classico (1230-1300 circa): è il periodo di apogeodello stile gotico, che viene inaugurato con la riedificazionedella cattedrale di Chartres e la successiva realizzazione del-le imponenti cattedrali di Reims, Amiens e Bourges, sim-boli della massima perfezione raggiunta dall’architettura go-tica francese.• Gotico radiante (XIV sec.): questa fase è caratterizzata daun’estremizzazione dei principi del Gotico francese, che siesprime nell’abolizione delle pareti perimetrali degli edificie nell’esasperato assottigliamento delle strutture portanti, avantaggio di leggere e diafane vetrate. Esempi significativisono costituiti dalle testate dei transetti di Notre-Dame edalla Sainte Chapelle, a Parigi. Fiammeggiante è il termineutilizzato per indicare l’ultima fase del Gotico francese, unostile costituito dall’utilizzo di elementi allungati e snelli, ri-conducibili nella loro configurazione formale all’immaginedella fiamma.• Tardogotico (seconda metà del XIV e XV sec.): è il periodoconclusivo del Gotico, in cui lo stile si sviluppa seguendonuove direzioni rispetto alle forme dei secoli XII e XIII: esau-rita la sperimentazione architettonica delle grandi cattedra-li, ci si concentra su nuove tipologie, quali le parrocchie cit-tadine, le chiese degli ordini mendicanti e le abbazie degliordini tradizionali. Dal punto di vista geografico le regionipiù innovative del periodo risultano Germania, Polonia,Boemia e Inghilterra.

Le origini francesi e le declinazioninazionali e regionali (Gran Bretagna,Italia, Germania, Spagna e Portogallo)

Diversamente da quanto era avvenuto per l’architettura ro-manica, policentrica e priva di una località originaria consi-derata quale centro propulsore per la diffusione dello stile,gli stilemi dell’architettura gotica vengono espressi per la pri-ma volta nel 1136 nell’Île-de-France, in occasione della rico-struzione del coro e del nartece dell’abbazia di Saint-Denis(intitolata al santo martire Dionigi) diretta dall’abate Suger,

Gotico classico

Gotico radiante

Tardogotico

Primo esempiodi architettura gotica

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influente consigliere del re di Francia Luigi VII e reggente insua assenza durante le Crociate. Intento dell’abate è quellodi far ricostruire la sua chiesa, intimamente legata alla storiadel regno di Francia e alla dinastia regnante, secondo con-cezioni per l’epoca moderne e fastose, in modo da creareun’opera architettonica nuova, che si differenzi dalle altre esia portatrice di una rinnovata spazialità, adatta a ricevere lamoltitudine di fedeli che periodicamente accorre a venerarele reliquie del Santo.Il programma ideologico e artistico del Gotico è inoltre in-fluenzato da una serie di scritti, rinvenuti da Suger all’internodell’abbazia stessa, appartenuti a Dionigi l’Areopagita, filo-sofo plotiniano del V secolo promotore di una metafisica del-la luce. Questo tema diviene di fondamentale importanza nel-l’immaginazione dell’abate, il quale si appassiona al misterodella luce tanto profondamente da riconoscere a esso valen-ze sovrannaturali e divine.In tal senso i caratteri dell’architettura gotica, all’epoca ap-pena abbozzati in alcuni esempi di chiese minori dell’Île-de-France, offrono all’abate Suger un ottimo spunto di rifles-sione sulle possibilità offerte dal nuovo stile in relazione al-la massima valorizzazione della spazialità e della luce in cam-po architettonico.È così che nel 1144 Suger, alla presenza della nobiltà, del cle-ro e dei sovrani di Francia (Luigi VII ed Eleonora d’Aquitania),inaugura il deambulatorio del coro della chiesa abbaziale, ca-ratterizzato da uno spazio libero e arioso, privo delle paretidivisorie tra le cappelle, sorretto da esili pilastri e delimitatoda un ondulato diaframma di vetrate. Aspetto interessante delcoro, valorizzato come elemento centrale della composizio-ne, è il fatto che esso costituisca un ambiente non più suddi-viso in sezioni, come avveniva precedentemente, ma caratte-rizzato da uno spazio unitario.Nello stesso periodo, a partire dal 1135, e sempre nell’Île-de-France, un’altra cattedrale viene costruita secondo i principidello stile gotico, quella di Saint-Étienne, a Sens. La chiesa,composta di 3 navate coperte da volte a crociera ogivali tipi-camentegotiche, èconsacratadapapaAlessandro IIInel 1164;tra il 1490 e il 1517 viene aggiunto un transetto poco pro-nunciato e nel 1534 è completata la torre della facciata.Internamente la cattedrale presenta una navata centrale de-cisamente larga epoco slanciata, impostata su campatedi for-ma rettangolare equadrata sormontateda volte a crociera esa-partite; il peso di queste ultime viene scaricato in modo nonuniforme su pilastri polilobati (a fascio, cinti da nervature)più robusti e su sostegni più deboli, costituiti da 2 colonne

Un taglio nettocon il passato

Il tema della luce

Nuova concezionedello spazio

Cattedraledi Saint-Étienne,a Sens

Gli spazi interni

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appaiate. Le pareti che delimitano la navata centrale sono ar-ticolate su 3 livelli: le arcate che immettono sulle navate la-terali, il triforio cieco – galleria ricavata nella fascia murariaposta sopra le navate laterali e composta da una teoria di log-gette – e le finestre, nella porzione più alta.Le navate laterali, impostate su campate di forma quadrata,hanno proporzioni più slanciate in rapporto alla navata cen-trale e alla loro dimensione in pianta, raggiungendo un’altez-za di oltre 12 metri. Il coro presenta 3 campate con volte acrocieraesapartite analogheaquelledellanavatacentrale, l’ul-timadelle quali si conclude conuna cupola a semicerchio sud-divisa in 5 porzioni. Il coro è poi circondato dal deambulato-rio, ideale prosecuzione delle navate laterali, composto dallasuccessione di 6 cappelle.Tra i primi esempi di cattedrali gotiche francesi particolare èil caso della cattedrale di Noyon, edificata a partire dal 1145secondo uno stile di transizione tra il Romanico e il Gotico (ilcosiddetto Protogotico). Il corpo di fabbrica è a pianta a cro-ce latina, l’interno è articolato in 3 navate, di cui quella cen-trale è il doppio delle laterali. Il coro è costituito da 3 campa-te rettangolari, oltre a una quarta semicircolare, il tutto cir-condato da un deambulatorio cui sono annesse cappelle ret-tangolari sui lati rettilinei e semicircolari disposte a raggieranella parte curvilinea (chapelles rayonnantes). I bracci deltransetto, abbastanza pronunciati, presentano un’insolita ter-minazione absidata. La facciata, di aspetto robusto e massic-cio, ben esprime la fase transitoria tra Romanico e Gotico,ed è preceduta da un portico a 3 arcate che inquadrano i por-tali di ingresso alla chiesa.A differenza della cattedrale di Saint-Étienne, questa risulta ar-ticolata su 4 livelli: un primo livello di arcate, un secondo ri-servato ai matronei, un terzo costituito dal triforio e un quar-to dalle alte finestre del claristorio (la parte superiore dellanavata centrale).La particolarità dell’alzato quadripartito sarà una caratteristi-ca tipica anche delle successive cattedrali di Soissons e Laon,fino alla cattedrale di Notre-Dame, a Parigi. Ubicata nella par-te orientale dell’Île de la Cité, nella piazza omonima nel cuo-re della capitale francese, Notre-Dame rappresenta una dellecostruzioni gotiche più grandi e celebri al mondo, nonchéuno dei monumenti più visitati di Parigi.La costruzione dell’opera inizia nel 1163 e si protrae fino al1225, quando vengono completate la facciata principale e letorri campanarie gemelle. Il fronte più noto dell’intero com-plesso è rappresentato dalla facciata occidentale, scandita dalpunto di vista compositivo in 3 fasce: quella bassa dei 3 por-

Un esempiosui generis

Cattedraledi Notre-Dame,a Parigi

La facciataoccidentale

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tali fortemente strombati (cioè allargati a forma di tromba) edecorati da un ricco apparato scultoreo (portali della Vergi-ne, del Giudizio Universale e di Sant’Anna), quella di mezzooccupata dal grande rosone centrale affiancato da 2 ampiefinestre ogivali, e quella superiore costituita dalle 2 torri ge-melle, raccordate alla base da una serie di colonne e archi in-trecciati (la Galleria delle Chimere, grotteschi mostri mito-logici). La chiesa ha pianta rettangolare, con la parte absida-le conclusa da un semicerchio e lo spazio interno organizza-to sulla base di una croce latina a 5 navate; queste termina-no inundoppiodeambulatorio e sono attraversate daun tran-setto contenuto all’interno del perimetro dell’edificio. Carat-teristiche di rilievo sono imassicci pilastri circolari che sud-

La struttura

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2 - Architettura gotica

Figura 37Facciata occidentaledella cattedraledi Notre-Dame,a Parigi.

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dividono le campate e il matroneo,schermato da finestre trifore e sor-montato da bifore attraverso le qualifiltra la luce.Importante per le novità introdottenei modi costruttivi è la cattedrale diChartres, ubicata nell’omonima citta-dina a sudovest di Parigi e considera-ta uno degli edifici gotici più impor-tanti emeglio conservati di Francia, alpunto che nel 1979 l’Unesco l’ha di-chiarata Patrimonio dell’Umanità. Lacostruzione, distrutta da un incendionel 1194 e immediatamente sottopo-sta a un intervento di ricostruzioneche si è protratto per una sessantinad’anni, è di fondamentale importan-za per l’introduzione di una serie dielementi innovativi che hanno con-tribuito a chiarire inmodo esemplarela tipologia della chiesa gotica.Innanzitutto va rilevata la modificanella composizione dell’elevazioneinterna tramite l’abolizionedelle tri-bune o matronei. I piani di suddivi-

sione del fronte interno scendono quindi da 4 a 3 (archi del-la navata, loggetta del triforio e alte finestre del claristorio):in questo modo la cesura costituita dalla zona d’ombra delletribune viene eliminata, tutti gli elementi sono portati sullostesso piano e si definiscono unamaggiore continuità e omo-geneità interne.La seconda innovazione è data dalla sostituzione delle voltea crociera esapartite (tipiche delle prime costruzioni goti-che) con volte quadripartite, più funzionali dal punto di vi-sta statico. In questo modo si risolve l’inconveniente carat-teristico delle prime volte a crociera, cioè la difforme distri-buzione dei carichi, secondo cui si venivano a determinareelementi di sostegno “forti” (i pilastri compositi polilobatisu cui convergevano i costoloni diagonali e i grandi archi tra-sversali che separavano le campate) ed elementi di sostegno“deboli” (i pilastri più snelli su cui scaricavano il loro pesogli archi trasversali supplementari che si intersecavano alcentro di ogni campata). La soluzione introdotta nella chie-sa di Chartres elimina ogni squilibrio statico e adotta solu-zioni portanti uguali tra loro, introducendo per la prima vol-ta il concetto di serialità in edilizia.

Uniformedistribuzionedei carichi

Eliminazionedegli squilibri

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Figura 38Alzato interno dellacattedrale di Chartres:A) archi della navataB) loggetta del triforioC) finestre del claristorio.

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Il terzo elemento innovativo è rappresentato dall’uso inten-sivo degli archi rampanti e dei piloni in sostituzione degli an-tichi contrafforti di origine romanica. Questo sistema co-struttivo, ideato per liberare lo spazio interno da eccessive pi-lastrature adottando un impianto strutturale puntiforme –portato parzialmente al di fuori del corpo di fabbrica –, assu-me un significativo impatto estetico, evidenziato dalla sim-bolica impalcatura che circonda la navata centrale e che ma-terializza l’intricata sovrapposizione di linee di forza necessa-rie a sostenere l’insieme. Questo stratagemma consente dievidenziare lo sviluppo verticale dell’edificio e di alleggerirele masse murarie, ora semplici tamponamenti atti a ospitaregrandi e luminose finestre.Il XIII secolo vede la piena maturità dello stile, caratterizzatoda un sempremaggiore slancio verticale, dalla perfetta strut-tura a volta, dall’apertura di grandi finestre e rosoni e dallosviluppo imponente del coro con cappelle radiali (cattedra-li di Reims, Amiens e Beauvais).Legata alle sorti della monarchia francese, sotto i regni di Fi-lippo Augusto (1180-1223) e Luigi IX (1226-1270), l’architet-tura gotica si diffonde in tutto il Paese, con alcune particola-rità regionali, come nell’Angiò (volte ribassate) e nella Lin-guadoca (cattedrale fortificata di Albi, 1282-1390).Il XIV secolo arricchisce le strutture con le complessità de-corative del Gotico fiammeggiante, ma ormai la Francia haperso il ruolo di centro espansivo di questo stile. Al fasto re-gale delle cattedrali, le chiese dell’ordine cistercense con-trappongono una grande nitidezza di struttura (assenza delcoro con cappelle, ridotto verticalismo) e la rinuncia alla de-corazione scultorea (abbazie di Fontenay, 1147, e Pontigny,1120-1170), secondo moduli fedelmente ripresi dalle chiesedell’ordine in tutta Europa (Germania, Italia).Tra il XIII e il XIV secolo anche l’architettura civile conosce im-portanti sviluppi, con le tipiche soluzioni della città cinta dimura (Carcassonne) e del castello-fortezza, col mastio difen-sivo che diviene anche residenza signorile (Angers; Vincen-nes; l’imponente palazzo dei papi ad Avignone, 1336-1342).Con l’ascesa sociale e la progressiva affermazione della clas-se borghese anche l’edilizia privata giunge a un alto grado diperfezionamento.

� Il Gotico nei Paesi BassiDopo aver preso il sopravvento sul Romanico, dalla fine delXIII secolo il Gotico si estende a tutta la zona dei Paesi Bassi,dove perdura tenacemente fino al XVI secolo. Gli influssi fran-cesi sono predominanti sia nelle chiese abbaziali cistercensi

Impianto puntiforme

Uno stile più maturo

Il modellocistercense

Sviluppodell’architetturacivile

Influenze francesi

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sia nelle cattedrali di Tournai, Bruxelles, Anversa e nelle re-gioni della Schelda e della Mosa, mentre nelle Fiandre pre-dominano influenze tedesche, anche nell’uso del laterizio. Loschema tedesco della chiesa a sala (Hallenkirche) prevale inOlanda, dove ha grande sviluppo l’architettura in mattoni.La prosperità economica delle città fiamminghe è simboleg-giata dall’abbondanza e varietà degli edifici civili:mercati, tor-ri civiche e palazzi municipali (Bruges, 1377; Oudenaarde,1526-1537), per i quali viene elaborata una versione partico-larmente notevole del Gotico fiammeggiante.

� Il Gotico in InghilterraIn Inghilterra il Gotico si afferma precocemente – già alla fi-ne dell’XI secolo è in uso la volta a crociera costolonata – e,nonostante il rapporto con la Francia (nel 1174 la ricostru-zione della cattedrale di Canterbury viene affidata a Gugliel-mo di Sens, che utilizza il modello della cattedrale della suacittà), secondo scelte specifiche e originali: pianta assai al-lungata con doppio transetto, abside rettilinea in luogo delcoro a cappelle radiali, facciatemolto distese, spesso con tor-ri poderose e uno spazio interno frantumato e pittoresco,estraneo alla logica razionale delle costruzioni francesi. Allaprima fase del Gotico inglese (early English, fino al 1250 cir-ca) segue la piena maturità del Gotico ornato (1250-1350),che ha per centri di diffusione la corte inglese e l’abbazia diWestminster. Seppur in rapporto con la coeva architetturafrancese, evidenzia originali scelte decorative, specie nelle co-stolonature delle volte e nei finestroni traforati come una tri-na (interni di Ely, Wells e York). La forma più tipica del Goti-co inglese è lo stile perpendicolare, vero linguaggio nazio-nale protrattosi fino al XVI secolo, la cui imponenza è ravvi-vata dal raffinatissimo gioco delle volte a vela o a ombrello,con infinite nervature (cappelle reali di Cambridge e West-minster); tale linguaggio caratterizza anche l’architettura ci-vile, in pieno sviluppo dal XV secolo, con i primi grandi col-legi e castelli meno rudi di quelli medievali.La decorazione plastica delle cattedrali non presenta caratteripropri di originalità, mentre tipici della scultura inglese sonoimonumenti sepolcrali con la figura giacente del defunto.

� Il Gotico in Germania, in Austria e in SvizzeraLa permanenza della forte tradizione romanica contraddi-stingue la prima fase del Gotico in Germania (da Bamberga,1201-1237, a Halberstadt, dal 1230 circa), mentre nella secon-da metà del XIII secolo si verificano trasposizioni dal Goticofrancese (Strasburgo, Colonia), in seguito alle quali si diffon-

Influenze tedesche

Abbondanzadi edifici civili

Scelte originali

Due fasi

La scultura

Il Gotico in Germania

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de uno stile fiammeggiante con ricchissime decorazioni scul-toree a traforo (facciata di Strasburgo, iniziata nel 1277). Glisplendidi cicli scultorei delle cattedrali, pur sul modello diquelli francesi, mostrano spesso una spiccata originalità e unintenso naturalismo di alto valore espressivo. Ma il maggiorcontributo del Gotico tedesco è il tipico schema della chiesaa sala (Hallenkirche), assai diffuso dal XIV al XVI secolo. Unvolto particolare ha anche l’architettura delle zone settentrio-nali (Lubecca), semplicissima nelle strutture, priva di decora-zione scultorea e interamente costruita in mattoni invece chein pietra, secondo moduli che si diffondono nei Paesi scandi-navi. I tradizionali schemi gotici hanno lunga vita nei Paesi te-deschi, soprattutto negli edifici civili, disegnando l’intera fi-sionomia delle città germaniche fino al periodo barocco.Scarsa originalità ha invece l’architettura gotica in Austria, fat-ta eccezione per la cattedrale di Santo Stefano, a Vienna.La Svizzera, tra il XIII e il XIV secolo, risente sia dell’apportofrancese (Ginevra, Losanna, Friburgo) sia di quello tedesco(gli architetti della famiglia Ensinger, di origine sveva, lavora-no a Costanza, Berna e Basilea). Come avviene per gli altri Pae-si dell’area germanica, fino a tutto il XVI secolo il Gotico è lostile nazionale delle città svizzere (edifici pubblici e privati, log-ge, fontane e così via).

� Il Gotico nell’Europa orientaleL’influenza francese è tangibile anche in Paesi lontani comel’Ungheria (Castello Reale e cappella di Esztergom) e la Ce-coslovacchia (la cattedrale di Praga fu iniziata daMathieud’Ar-ras, 1344-1352). Tuttavia, gli stretti legami storici tra l’Austria ela dinastia di Boemia creano una comune corrente culturale,legata soprattutto all’attività degli architetti della famiglia deiParler, operanti a Vienna e a Praga. Qui Peter Parler realizzanel coro della cattedrale (1353-1385) un modello di architet-tura per vetrate che, oltre a esercitare una notevole influenzain Polonia (Marienkirche, a Cracovia, 1384) e Ungheria, a Jàk,si estende ai Paesi tedeschi, da Vienna a Norimberga.

� Il Gotico nella Penisola ScandinavaNella Penisola Scandinava il maggior tramite per la diffusionedel Gotico è costituito dagli ordini monastici. I legami con l’ar-te francese, specie dal XIII secolo, sono molto stretti, ma l’usotradizionaledelmattonedonaagli edifici nordiciunsaporepar-ticolare. Le cattedrali di Roskilde (fine XII sec.) e di Uppsala(XIII sec.), quest’ultima eccezionalmente di pietra, si avvalgo-no anche di maestranze francesi. InNorvegia e Svezia è sensi-bile l’influsso inglese, mentre gli schemi della Germania del

Ricche decorazioniscultoree

La chiesa a sala

Lo stile delle regionisettentrionali

Il Gotico in Austria

Il Gotico in Svizzera

Influenza francese

Il ruolodegli ordinimonastici

Influenze inglesee tedesca

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2 - Architettura gotica

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Nord, innestandosi sulla tradizione locale romanica, caratteriz-zano l’architettura delGotland (cattedrale di Visby, XIII sec.) edella Finlandia. Numerose sono le chiese abbaziali e degli or-dini mendicanti fatte di laterizio e dalla struttura semplice.

� Il Gotico in Spagna e in PortogalloGli inizi delGotico in Spagna sono segnati daunapermanenzadi forme romaniche, specie in Galizia, e dalla diffusione nelNord dimonasteri cistercensi, che sovrappongono gli sche-mi francesi alle tradizioni romanica e araba.Nel XIII secolo su modello del Gotico francese vengono rea-lizzate la cattedrale di Burgos (1221), con ilmaggior ciclo scul-toreo spagnolo, derivato da Amiens, e la cattedrale di León(1255), con un insieme di vetrate unico in Spagna,mentre ele-menti moreschi animano la cattedrale di Toledo (1226).Caratteri più originali compaiono all’inizio del XIV secolo nel-le cattedrali di Barcellona e Gerona, e raggiungono il culmi-ne con la stupenda cattedrale di Palma di Maiorca (1306). Uncenno particolare merita l’architettura della Catalogna, di for-me sobrie e severe, sia negli edifici religiosi sia in quelli civili.Nel Regno di Castiglia, nel XV secolo, una coerente sintesi dielementi gotici e islamici dà vita a un vero e proprio stile na-zionale, che elabora forme fiammeggianti in una versione fa-stosamente decorativa, in auge fino al XVI secolo.Molto meno significativo il panorama dell’arte gotica in Por-togallo, dove lo stile penetra, con forte ritardo alla fine del XIVsecolo, in forme fiammeggianti subito contaminateda apportiarabizzanti. La particolare versione portoghese sfocia (XVIsec.) nell’originale e fantasiosa architettura manuelina (daManuel I, che regnò in Portogallo dal 1495 al 1521).

� Il Gotico in ItaliaLa posizione dell’Italia nel Gotico europeo è del tutto parti-colare: la forza della tradizione romanica, la ricchezza e lavarietà degli apporti regionali e la persistenza di un’innatatendenza al classico permettono all’arte italiana di elabora-re, tra il XIII e il XIV secolo, un linguaggio nuovo che, purcollocato nel grande flusso spirituale della civiltà gotica, losupera, per offrire nuovi sviluppi fondamentali per l’avveni-re della cultura europea.L’accezione di Gotico per l’Italia ha quindi un senso moltomeno specifico che per gli altri Paesi europei. In architettu-ra non esistono corrispettivi del Gotico francese, se non nel-le chiese dell’ordine cistercense (Chiaravalle e le sue deri-vate; Fossanova, Casamari, San Galgano), poiché, anchedove vengono usati specifici elementi strutturali, le propor-

Influenza francese

Contaminazionimoresche

Architetturacatalana

Il Gotico portoghese

La particolaritàdel Gotico italiano

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zioni dell’insieme, il ridotto verticalismo e la chiarezza or-ganizzativa rivelano una ben diversa disposizione mentale.Lo spazio di Santa Croce e Santa Maria del Fiore, a Firenze(dello scultore e architetto Arnolfo di Cambio), è già presagodel Rinascimento, e perfino l’ornatissima facciata del duomodi Orvieto (1310) è organizzata per geometriche, classichestesure, di modo che solo grandi costruzioni del Tardogoti-co, come San Petronio a Bologna (1390) o il duomo di Mi-lano (1386), si avvicinano alle consorelle europee.Con l’affermarsi dei Comuni, tutte le città italiane possiedo-no un palazzo pubblico, a blocco compatto con torre o nel-la forma del broletto, con portico al pianterreno, ma è so-prattutto l’intera forma urbana che si modifica, dando luogoa una fisionomia tipica, talora sopravvissuta nei secoli (SanGimignano).La Lombardia fornisce un vivacissimo apporto al Gotico inter-nazionale con il cantiere del duomo milanese. In genere so-lo alcuni centri dell’Italia settentrionale (Verona, Venezia) o zo-ne periferiche (Marche, Italia meridionale) si attardano nelledolcezze dello stile cortese quando, già all’alba del Quattro-cento, a Firenze inizia la grande vicenda del Rinascimento.

Aspetti compositivi e spazialie innovazioni tecniche

Caratteristica peculiare dell’architettura gotica è la perfettacorrispondenza tra il forte idealismo religioso e le notevoliinnovazioni tecniche dell’epoca, che rendono possibile lamaterializzazione fisica di tali aspirazioni.

� Elementi strutturali dell’architettura goticaLa ricerca del verticalismo e della luminosità da parte del-l’architettura gotica richiede lo studio di soluzioni tecnico-progettuali molto avanzate rispetto all’esperienza romanicae l’utilizzo di componenti costruttive di per sé non assoluta-mente originali (vedremo in seguito comemolti elementi fos-sero già comparsi in forme architettoniche precedenti), maper la prima volta usate insieme secondo un disegno organi-co, unitario e consapevole, volto alla creazione di un nuovostile coerente e definito.Il primo aspetto preso in considerazione dagli architetti goti-ci per raggiungere gli obiettivi del verticalismo delle strutturee della massima luminosità degli spazi interni è il passaggio daun’architettura di imponenti masse a un’architettura di linee,ossia una radicale modifica delle strutture degli edifici che fa-

Anticipazionidel Rinascimento

L’età dei Comuni

La forma urbana

Il Gotico lombardo

I temidell’architetturagotica

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cevano riferimento alle epoche romaniche e precedenti. Dastrutture delimitate da massicce pareti portanti rinforzate dacontrafforti, atte a scaricare il peso delle volte, si passa a edifi-ci a scheletro portante, in cui il peso delle coperture voltatenon si distribuisce sull’intera parete, ma si concentra in puntiprecisi, i pilastri polilobati, cinti da nervature continue chedai pilastri si innalzano sulle costolature delle volte, contri-buendo a scaricare al suolo il peso di queste ultime.Altri elementi che concorrono all’alleggerimento della strut-tura complessiva della cattedrale sono l’arco a sesto acuto (diderivazione araba), la volta a crociera ogivale costolonata (giàcomparsa in Lombardia, Normandia e Inghilterra) e l’arcorampante (utilizzato precedentemente in edifici normanni einglesi, nascosto sotto i tetti).• Arco a sesto acuto: generata dall’intersezione di 2 archi atutto sesto, questo tipo di struttura prevede un innalzamentodella chiave di volta e un avvicinamento dei piedritti, accorgi-menti che determinano una prevalenza dei carichi verticalisu quelli orizzontali. Di conseguenza la struttura è più effi-ciente dal punto di vista statico, rendendo superflue grandimasse murarie di controspinta.• Volta a crociera ogivale: impostata sul modello della vol-ta a crociera romanica, presenta la particolarità di utilizzarearchi a sesto acuto al posto di archi a tutto sesto, con la con-seguenza di avvicinare i 4 pilastri che sostengono la volta edi innalzare la chiave di volta. I risultati sono un maggioresenso di verticalità e una struttura più elastica, solida e leg-gera, che permette di ridurre lo spessore dei pilastri interni

e di alleggerire le pareti perimetrali,destinate quindi a diventare ele-menti di tamponamento e non piùdi sostegno. L’alleggerimento dellamassa muraria esterna consenteinoltre di aprire grandi superfici fi-nestrate, decorate con vetrate poli-crome (spesso offerte dalle variecorporazioni), leggere e delicatecome pizzi, che, oltre a illuminareabbondantemente l’interno, assol-vono a funzioni di educazione reli-giosa attraverso raffigurazioni dipersonaggi e santi tratte dall’Anticoe dal Nuovo Testamento. L’effettoscenografico generato dall’abbon-dante luce solare che filtra attraver-so le immense finestre colorate

Nuovo concettoarchitettonico

Innovazionistrutturali

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Architetture romanica e gotica

Figura 39Principali elementiarchitettonici gotici.

Doccione

Guglia

Pilastroverticale

Arcoa sestoacuto

ContraffortePilastro

Arco rampante

Costolone

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diffonde un’aura spirituale e la suggestione della presenzadivina, contribuendo in modo determinante all’indottrina-mento dei fedeli. Le campate derivate dalle volte a crocieraogivale presentano inoltre il vantaggio di non essere più sog-gette alla limitazione dell’impiego della forma quadrata (co-me accadeva per il Romanico), ma sono impostate su formerettangolari, più flessibili nell’articolazione delle volumetriee dello spazio interno.Tipi particolari di volta gotica sono costituiti dalla volta esa-partita a pianta quadrata e dalla volta a pianta bislunga. Laprima, diffusa agli inizi del XIII secolo nelle cattedrali di Pa-rigi, Laon, Bruges e Soissons, comprende 2 campate ed ècostituita da 6 porzioni (da cui prende il nome) divise da undoppio arco supplementare a rinforzo della volta. Questa so-luzione presenta l’inconveniente di distribuire i carichi sui 6pilastri di sostegno in modo non uniforme e di non realizza-re una corrispondenza fra il tracciato della volta e la piantadell’edificio. La seconda, la cui proiezione al suolo è costi-tuita da un quadrilatero irregolare, è impiegata nelle catte-drali di Amiens e di Reims. Si sviluppa su un’unica campa-ta ed è suddivisa in 4 porzioni: in questo modo i pilastri disostegno ricevono lo stesso numero di nervature e i carichirisultano bilanciati.•Arco rampante: costituisce l’elemento architettonico ester-no al corpo della cattedrale con funzione strutturale, volto acontrastare le spinte laterali generate dalle volte. Dal mo-mento che non si vuole compromettere l’unitarietà spazialedel volume interno, parte dell’ossatura portante (compostadall’arco rampante vero e proprio e da un sostegno sotto-stante denominato pilone) viene trasferita al di fuori dell’e-dificio, costituendo una sorta di traliccio di rinforzo.Nelle costruzioni poco elevate gli archi rampanti sono sem-plici, con apertura di un quarto di cerchio, e collegano i con-trafforti esterni alla navata centrale; negli edifici più alti gli ar-chi rampanti sono articolati su 2 piani, mentre nei casi in cuisono presenti 2 navate laterali gli archi rampanti vengono rea-lizzati a 2 piani e a doppia rampa e muniti di un pilone inter-medio (come nel caso della cattedrale di Bourges).Oltre alla funzione strutturale, l’arco rampante assolve alcompito di smaltimento delle acque meteoriche, grazie auna scanalatura ricavata nell’estradosso (la superficie con-vessa) e culminante nel doccione (gargouille), elementoesterno al canale di gronda, spesso decorato con figure mo-struose o fantastiche che servivano a spaventare gli “spiritimaligni” e a tenerli lontani dall’edificio.Altra componente architettonica che contribuisce alla sta-

Due tipologiedi volte

Elementodi sostegno esterno

Un arcomultifunzione

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tica dell’edificio è il pinnacolo, struttura verticale a formadi guglia, collocata dove gli archi rampanti scaricano il pe-so sui contrafforti, così da contrastare la spinta obliqua cheveniva generata.Nati con funzione strutturale, archi rampanti, contrafforti epinnacoli con il tempo acquistano un ruolo fondamentalenella definizione estetica e formale dell’architettura gotica,contribuendo sia al processo di smaterializzazione del cor-po di fabbrica sia alla proiezione fisica e ideale dell’edificioverso l’alto. La presenza di ciascunodei diversi elementi strut-turali e ornamentali sopra descritti nelle differenti opere ar-chitettoniche gotiche non è di per sé sufficiente alla deter-minazione dello stile (dal momento che, come già accenna-to, molte soluzioni costruttive erano state impiegate prece-dentemente in opere e contesti geografici diversi);ma ciò chesi rivela determinante nella sua definizione è l’uso contem-poraneo e consapevole di queste componenti, finalizzato aun risultato organico dell’insieme.In definitiva, l’insieme degli elelmenti portanti interni (siste-ma di volte a crociera ogivali, archi acuti e pilastri polilobati)ed esterni (archi rampanti, piloni, guglie, pinnacoli e torret-te) concorre a definire una struttura costituita da profili e sa-gome che si fanno sempre più esili e slanciate verso l’alto,quasi a voler annullare la forza di gravità per esprimere la ten-sione ideale verso Dio.

Da elementistrutturalia fattori estetici

Tensione idealeverso Dio

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2 - Architettura gotica

Lo stile gotico, nato e sviluppatosi nell’Île de France nel XII secolo e successi-vamente diffusosi nel resto d’Europa, occupa un periodo che si estende dallafine del Romanico alla nascita del Rinascimento. Il contesto storico nel qua-le si delinea il Gotico vede il declino dell’Impero Romano d’Oriente, la crisi delSacro Romano Impero e la formazione delle monarchie nazionali. A ciò si ag-giungono la diffusione dei monasteri benedettini, cluniacensi e cistercensi e lenumerose invenzioni tecnologiche che favoriscono lo sviluppo economico e lacrescita demografica.

La Francia può senza dubbio essere riconosciuta quale centro propulsore del-la nascita dello stile gotico, dalle prime sperimentazioni nei cantieri dell’Île deFrance, a nord di Parigi, fino alle mature realizzazioni del periodo classico, conle imponenti cattedrali di Chartres, Reims, Amiens e Bourges. Da qui lo stile sidiffonde gradualmente nel resto d’Europa, acquistando caratteri specifici e ori-ginali soprattutto in Inghilterra e Germania. In Italia l’affermazione del Gotico ri-mane condizionata dalla forza della tradizione romanica e dal legame con il lin-guaggio classico.

Nell’architettura gotica il forte idealismo religioso porta alla costante ricerca delverticalismo delle strutture e al raggiungimento della massima luminosità deglispazi interni: questi obiettivi vengono perseguiti attraverso il radicale passaggio daun’architettura di masse (tipica del Romanico) a un’architettura di linee, struttu-rata su impianti puntiformi e articolata sulla base di originali elementi costruttiviquali, in particolare, l’arco a sesto acuto, il pilastro a fascio, la volta a crociera ogi-vale e l’arco rampante.

SCHEMA RIASSUNTIVOCONTESTO STORICO E ORIGINI

IL GOTICO IN FRANCIAE NEL RESTO D’EUROPA

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ARCHITETTURADEL RINASCIMENTO

1 Inquadramento storico2 Aspetti tipologici3 Architetti e opere

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L’Umanesimo apre le porte a una nuova concezionedell’uomo, a un nuovo modo di pensare se stessiall’interno del Creato. La ragione diviene lo strumentoprincipale, comune a tutti gli uomini, con il quale provarea comprendere il mondo e l’uomo stesso. Queste ideevengono portate a pieno compimento nel Rinascimento,epoca in cui grandi artisti polivalenti quali FilippoBrunelleschi, Leon Battista Alberti, Donato Bramantee Michelangelo Buonarroti traducono in operearchitettoniche le nuove teorie razionali e geometriche.L’architettura non è più un mestiere come un altro,ma diventa una scienza vera e propria in merito alla qualenascono i primi trattati teorici. Firenze e Roma in primis,insieme ad altre città minori, portano i segni di questaventata di novità e di ripresa delle forme classiche,in particolare con la modifica dell’impianto urbanisticomediante giochi prospettici che conducono l’occhio dellospettatore lungo linee precise, “disegnate” non solo dagliedifici religiosi, ma anche dai palazzi delle grandi famiglie.Tra gli architetti si fa strada il desiderio di fondare la cittàideale, ripensata nel suo insieme secondo canoni razionalie forme geometriche ricorrenti.Questa estrema razionalità di approccio al progetto vieneperò rinnegata dal Manierismo, che introduce la ricercadell’eccesso e del capriccio, dove l’occhio di chi osservanon viene più guidato, ma sorpreso di continuo attraversolo scardinamento delle regole consolidate.

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Umanesimo: la nuova concezionedell’individuo, dell’architettoe del progetto

Tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento prendevita un nuovo fenomeno sia nel campo letterario sia in quel-lo delle arti figurative: l’Umanesimo, così definito per l’atten-zione rivolta alla dignità dell’uomo, costituisce un movi-mento culturale unitario insieme al Rinascimento, periodostorico e artistico compreso tra il 1420 e il 1550.Il termine Rinascimento esprime un desiderio di rinascita,una nuova concezione dell’uomo e della natura: l’uomo puòconoscere e comprendere il mondo e risalire al suo Creatorein virtù della ragione, forma di intelletto donatagli da Dio equindi uguale a quella di Dio stesso. Il passato non è qualco-sa cui attingere per ricavarne una semplice imitazione delleforme espressive, ma è fonte di ispirazione per elaborazioniautonomee legateal contesto storico. L’artedivieneanch’essastrumento di conoscenza del reale, assumendo i metodi diindagine della scienza e basandosi su fondamenti razionaliquali la prospettiva. L’architetto del Quattrocento è parago-nabile a uno scienziato, poiché fa tesoro del passato per ri-leggerlo in un’ottica nuova, basata sull’analisi scientifica.

Le origini italiane e gli aspetti politicie culturali dell’epoca

All’inizio del Quattrocento il clima generale di interesse per laciviltà classica vede la città di Firenze rivestire il ruolo di culladel Rinascimento. Le ragioni dell’origine fiorentina si possonocogliere nel fatto che tra la fine del XII e la metà del XIII se-colo si afferma il Protorinascimento, caratterizzato da una sen-sibilità verso imotivi architettonici romani e da una propen-

Nascitadell’Umanesimo

Gli idealirinascimentali

L’arte comestrumentodi conoscenza

L’architettosi fa scienziato

La culladel Rinascimento

Protorinascimento

Tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento un generale clima di interessenei confronti dell’arte e della cultura classiche, romana in particolare, fannodi Firenze un fervido centro di pensiero per la nascita e la diffusione di unmovimento culturale che, nel corso del Cinquecento, porterà con il Rinascimentoall’affermazione di elaborazioni concettuali e architettoniche originali e autonome.

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Architettura del Rinascimento

sione per l’eleganza e la grazia. Firenze all’epoca è una re-pubblica dove il cittadino contribuisce alla crescita della col-lettività (particolarità riscontrabile anche nelmondo classico).Tra il 1418 e il 1434 si passa dal regime oligarchico al poteredella famiglia Medici, che diviene una delle maggiori com-mittenze private (la fama degli artisti è subordinata ai com-mittenti, che si identificano con le famiglie facoltose).Lo sviluppo del Rinascimento non avviene in modo omoge-neo in tutta la penisola: da Firenze, tramite gli spostamentidegli artisti, il linguaggio figurativo viene esportato nel restod’Italia, dapprima a Roma e Venezia, successivamente a Fer-rara, Urbino, Siena, Pisa, Perugia, Mantova, Milano e Napoli.Per comprenderlo al meglio è quindi necessario tenere con-to delle differenti realtà storiche, politiche e culturali dellediverse città italiane. Le fasi nelle quali gli storici sono solitisuddividere il periodo rinascimentale sono tre.

� Primo RinascimentoIl primo Rinascimento interessa gli anni compresi tra il 1420e il 1500. L’utilizzo di forme geometriche, chiaramente deli-neate per mezzo della prospettiva e dell’introduzione delmodulo quadrato, dà luogo a una nuova concezione dellospazio: rigoroso, armonico, semplice. Altro elemento distin-tivo è l’impiego della pianta a schema centrico e di quella aschema longitudinale per gli edifici religiosi. La facciata èconcepita come proiezione all’esterno della distribuzionespaziale interna, per esprimere la relazione tra l’uomo el’ambiente. Non meno importante è la ripresa degli ordini

Il contesto politico

Da Firenzeal resto d’Italia

Tre fasi

Nuova concezionedello spazio

LA PROSPETTIVA RINASCIMENTALE

I principi del metodo prospettico eranogià contenuti in nuce nella teoria otticamedievale, ma, mentre questa tendeva amostrare l’apparenza della realtà, la pro-spettiva rinascimentale si pone l’obiettivodi dare una fedele rappresentazione delmondo, ricostruito su regole geometri-che. Nata dallo studio della geometria edell’ottica, permette di codificare la realtàsottoponendola a una legge razionale u-niversale. Questa soluzione tecnica rap-presenta gli oggetti secondo una serie dilinee convergenti in un unico punto(punto di fuga), posto sulla linea dell’oriz-

zonte di fronte all’occhio dell’osservatore;su queste diagonali visive vengono distri-buite le figure, che assumono dimensionidifferenti in relazione alla lontananza o vi-cinanza rispetto allo spettatore. La pro-spettiva è di tipo lineare e risolve l’anno-so problema della rappresentazione diuna realtà tridimensionale su una superfi-cie piana; è unitaria perché relaziona lamolteplicità degli elementi del reale all’u-nico punto di vista dello spettatore, che ri-sulta protagonista dello spazio; è infine diorigine matematica, perché segue preci-se leggi razionali imposte dall’uomo.

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1 - Inquadramento storico

architettonici, espressione dell’equilibrio e dell’eleganzadell’architettura classica: la loro scansione è usata per de-scrivere lo scheletro strutturale. Gli ordini, così come le cam-pate, vengono combinati insieme secondo leggi geometri-che di aggregazione e ripetuti all’infinito creando nuove ti-pologie edilizie, non solo per gli interni, ma anche per le fac-ciate (esempi significati sono le chiese di San Lorenzo e diSanta Maria Novella, a Firenze).Tali applicazioni possono trovare espressione, ad esempio,nella sovrapposizione degli ordini, allo scopo di dare armo-nia e dinamismo, e nell’ordine architravato o archivoltato.La ricerca della bellezza attraverso la classicità si manifesta conil sapiente connubio tra elementi verticali (le colonne, le le-sene, le paraste e i capitelli) e orizzontali (le trabeazioni e lecornici), con la ripresa del modello dell’arco romano a 3 for-nici e tramite l’uso dell’arco a tutto sesto. L’impiego di una ric-ca decorazione (tipica del Tardogotico) scompare per lasciareil posto a scansioni ritmiche degli elementi architettonici, chia-ra definizione dei volumi costruiti ed equilibrato rapporto trapieni e vuoti. Le facciate dei templi religiosi fanno mostra ditimpani, coronamenti a lunetta sulle finestre e portali privi distrombature; per le coperture si preferiscono volte a botte o avela e tetti a capanna, e si evidenzia un interesse per l’impiegodella cupola intesa come forma armonica e perfetta.I padri fondatori del primo Rinascimento sono Filippo Bru-nelleschi e Leon Battista Alberti. Dopo il 1450 il linguaggiorinascimentale da Firenze si sposta a Venezia e a Milano, conMichelozzo Michelozzi di Bartolomeo (1396-1472) e Fila-rete (1400-1469), per non dimenticare le corti principeschedi Rimini, Mantova e l’ambiente urbinate con Luciano Lau-rana (1420-1479).

� Medio RinascimentoIl medio Rinascimento si sviluppa in un arco di tempo che vadal 1500 al 1530 circa. Il XVI secolo vede il ritorno a Romadel Papato da Avignone e il conseguente rinnovamento edi-lizio e culturale della città, con il moltiplicarsi di nuovi palazzie chiese cui si accompagna il rimaneggiamento di numerosevecchie costruzioni. Il centro della vita artistica da Firenze sisposta quindi a Roma.Il maggior esponente del periodo è Donato Bramante, at-traverso le cui opere si colgono i tratti salienti del Rinasci-mento maturo: la grande innovazione consiste in un nuovoprocedimento di progettazione che supera quello del Bru-nelleschi, poiché introduce una spazialità in cui l’organismoarchitettonico è costituito da una semplice aggregazione di

Il modello classico

Ricercadella bellezza

I primi protagonisti

Il ritorno del Papato

Roma capitaleartistica

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cellule tridimensionali aventi volumi diversi. Altri elementicardine del periodo sono la compenetrazione tra pieni evuoti e la relazione tra architettura e ambiente: l’impiegodi balaustre, colonnati e nicchie permette allo spazio di pe-netrare all’interno dell’edificio, e contemporaneamente al-l’edificio stesso di proiettarsi all’esterno attraverso elementiaggettanti (gradoni, cupole e lanterne). Proseguono la pro-pensione per gli impianti centrali, con piante cruciformi oquadrate, la sovrapposizione degli ordini, l’orizzontalità deitetti con frontoni, la ricchezza degli elementi decorativi ela ripresa del motivo dell’arco onorario, utilizzato sia nei pro-spetti sia all’interno delle chiese.Il Rinascimento raggiunge l’apice nel Cinquecento, ma nel-lo stesso secolo si segnala anche l’inizio della crisi: l’uomo ri-nascimentale, proprio perché crede nella ragione, è costan-temente spinto dall’ansia della ricerca fino all’estremo dellepossibilità, e perciò è destinato all’insoddisfazione.Il Sacco di Roma del 1527 segna la sottomissione degli Sta-ti italiani alla dominazione spagnola; nel mondo delle artiinizia la diaspora dimolti artisti attivi a Roma e il conseguenteampliamento del linguaggio rinascimentale su scala europea.

� Tardo Rinascimento e ManierismoIl tardo Rinascimento copre un arco di vent’anni, dal 1530 al1550; le idee nate nei decenni tra la fine del Quattrocento el’inizio del Cinquecento si sviluppano e il loro significato vie-ne ampliato. La cultura del tardo Quattrocento giudica ogniesperienza reale con il metro della perfezione assoluta cui sipuò tendere; la successiva generazione del Cinquecento sfio-ra questa perfezione, con artisti comeRaffaello Sanzio (1483-1520) e Michelangelo Buonarroti (1475-1564). Il tardo Rina-scimento non può non essere analizzato insieme con il Ma-nierismo, movimento stilistico che si colloca tra il 1520 e il1620 circa. I segni precursori del Manierismo si possono giàvedere nei grandi maestri del tardo Rinascimento, che ingi-gantiscono gli stili dell’antichità con l’introduzione del cosid-detto ordine gigante, accentuando gli elementi chiaroscuralicon la realizzazione di spazi poliprospettici.Imassimiesponentidel tardoRinascimento, chenelle loroope-re anticipano lo stile manierista, sono Raffaello, con villa Ma-dama, a Roma, Baldassarre Peruzzi (1481-1536), con villa Far-nesina e PalazzoMassimo,Michelangelo, con la Sacrestia Nuo-va, lo scalone della Biblioteca Laurenziana e il Campidoglio.AllabasedelManierismoc’è il rifiutodell’armoniaedella com-postezza classica, e quindi la sua deformazione. Questo portaa una trasgressione delle regole, alla ricerca del capriccio, al-

Continuità con ilprimo Rinascimento

Apice e declino

La diasporadegli artisti

Tensione idealeverso la perfezione

L’ordine gigante

Il principio fondantedel Manierismo

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Architettura del Rinascimento

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l’accentuazione delle decorazioni, a ritmi ambigui, all’indeter-minazione spaziale e a un’architettura volta a divertire e stupi-re attraverso elementi sovradimensionati o tramite un’artico-lazione complessa delle superfici. A questo atteggiamento tra-sgressivo mancano la chiarezza d’intenti e la sistematicità ne-cessarie a un rinnovamento del linguaggio architettonico, peril raggiungimento del quale bisognerà attendere l’epoca ba-rocca. Il repertorio artistico della “terza maniera”, cioè del pie-no Manierismo, rende difficile la formazione di una culturaomogenea, dandovita adifferenti realtà locali; i dueprimi cen-tri di elaborazione sono Firenze e Roma.Consulente del granduca Cosimo I è Giorgio Vasari (1511-1574), scrittore e architetto, che si ricorda tra l’altro per il pro-getto della galleria degli Uffizi (1560), costituita da 2 corpi difabbrica paralleli che creano 2 lunghe linee prospettiche con-vergenti nel puntodi fuga, individuatonella grande finestra ser-liana (a 3 aperture) del piano terra.Ricordiamo anche i manieristi michelangioleschi alla cortemedicea nei nomi di Bartolomeo Ammannati (1511-1592) eBernardo Buontalenti (1536-1608).ARomasi afferma laproduzionemonumentaledella cortepon-tificia. Personaggio chiave fu il Vignola, il quale, oltre a scrivereil trattato Regola delli cinque ordini di architettura, introdu-ce una tipologia edilizia per gli edifici religiosi, mentre per gliedifici civili utilizza il bugnato e la sovrapposizione degli ordi-ni, con paraste che dividono le facciate in moduli regolari.

Divertire e stupire

Mancanza di unlinguaggio comune

I manieristimichelangioleschi

Il Vignola

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1 - Inquadramento storico

L’Umanesimo è un movimento di rinascita che mette l’uomo al centro dell’Univer-so. L’architettura diventa un modo di conoscere la realtà, grazie al legame con lascienza e la sfera razionale.

Il potere della famigliaMedici a Firenze fa da catalizzatore di architetti e artisti ri-nascimentali. Il primo Rinascimento (1420-1500) si distingue per l’uso di formegeometriche e del modulo quadrato, che creano uno spazio rigoroso, armonico esemplice. Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti ne sono i massimi esponen-ti. Ilmedio Rinascimento (1500-1530) vede il ritorno della sede papale da Avignonea Roma. Il Bramante introduce una nuova concezione di progettazione basata sul rap-porto tra altezza e larghezza, con la compenetrazione tra pieni e vuoti. Altri esponentidi spicco del periodo sono Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Il tardo Rinascimen-to (1530-1550) si fonde con l’inizio delManierismo (1520-1620 ca.), che rifiuta l’ar-monia e la compostezza classiche, ricercando la trasgressione delle regole. A Firenzeopera Giorgio Vasari, a Roma il Vignola.

SCHEMA RIASSUNTIVONUOVA CONCEZIONEDELL’INDIVIDUOE DEL PROGETTO

LE ORIGINI ITALIANEE GLI ASPETTI POLITICIE CULTURALI DELL’EPOCA

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Primo Rinascimento

Equilibriodelle tre dimensioni

Architettura rinascimentale: la chiesa,il palazzo, la villa, la città ideale

Ognuno dei tre periodi rinascimentali, pur mantenendo co-stanti lo stile architettonico e l’ambiente culturale dell’epo-ca, ha caratteristiche proprie. Anche le tipologie edilizie, diconseguenza, sono soggette a lievi modifiche lungo il tra-scorrere dei secoli.

� La chiesaNel primo Rinascimento viene impiegato più frequentemen-te lo schema longitudinale a croce latina, con navata unicacircondata da cappelle laterali o a 3 navate; l’ingresso è postosul lato breve, mentre l’abside conclude il lato opposto dove èpresente il coro; quest’ultimo è anticipato dal presbiterio, po-sto all’incrocio tra la navata centrale e i bracci del transetto. Lapredilezione per queste piante a croce latina, specialmente daparte del Brunelleschi, è dovuta all’introduzione del moduloprospettico edi unanuova conseguente conquista lineare del-lo spazio. La ripetizione del modulo quadrato in pianta (cu-bico in alzato) permette la formazione delle navate, dei tran-setti e delle cappelle laterali impostate su campate quadrate.Questo elemento modulare, moltiplicato o diviso, genera unequilibrio delle tre dimensioni. Per quanto riguarda gli alzatidell’interno, le pareti sono il piano su cui viene disegnata l’in-telaiatura prospettica; la scansione dell’ordine descrive invecelo scheletro strutturale. Nel muro di tamponamento sono sca-vate nicchie semicircolari sovrastate dall’uniforme disposizio-ne delle finestre, che consente alla luce di illuminare ogni an-golo dell’intera aula. La copertura può essere piana, a botte li-scia o cassettonata; la cupola posta all’incrocio tra navata e tran-setto costituisce un elemento costante per gli edifici religiosi.Esempi di impianti longitudinali sono la chiesa di San Lo-renzo e quella di Santo Spirito, a Firenze, del Brunelleschi,e la chiesa di Sant’Andrea, a Mantova, dell’Alberti.

2 Aspetti tipologiciTema fondamentale dell’architettura rinascimentale è lo studio della città, idealizzatasulla base di schemi geometrici e leggi prospettiche che consentono di pianificareun sistema equilibrato e armonico. Stato e Chiesa erigono le proprie costruzioni,rappresentate rispettivamente da palazzi urbani e ville e da cattedrali e chiese.

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Insieme agli schemi longitudinali vengono ripresi gli schemicentrici già diffusi nell’antichità, poiché il cerchio è il simbolodel divino e forma perfetta (ricordiamo esempi di impianti acroce greca, cruciforme o centrali come la Sacrestia Vecchia ela Cappella dei Pazzi, a Firenze, del Brunelleschi). Le facciatedelle chiese sono arricchite da tarsie dicrome che dividono inparti geometriche le superfici insieme con l’impiego di lesene,le quali a loro volta definiscono l’altezza della navata centraleinterna, in una corrispondenza reciproca tra esterno e interno(Sant’Andrea, a Mantova; Santa Maria Novella, a Firenze).Nel medio Rinascimento si rivoluzionano definitivamente gliimpianti delle chiese, preferendo quelli a pianta centrale: siabbandona l’equilibrioquattrocentescoperotteneremaggiordinamismo e plasticità.Un esempio fondamentale di tempio religioso del tardo Ri-nascimento si ritrova nei differenti progetti per la pianta acroce greca della basilica di San Pietro. I più rilevanti sonoquello del Bramante, del 1505, e quello di Michelangelo, del1546. Il Bramante propone una croce greca con absidi a con-clusione di ogni braccio, fissando così il modello spaziale.Mi-chelangelo mantiene l’impianto a croce greca, l’ambulacroquadrato sormontato dalla cupola centrale e i bracci della cro-ce, ma elimina tutte le aggregazioni di cellule spaziali bra-mantesche per arrivare a un unico spazio cruciforme sor-montato dalla gigantesca cupola.Con il tardo Manierismo si ritorna all’impianto basilicale, inparticolare per volere della Compagnia dei Gesuiti, che chiedeal Vignola il progetto per la chiesa del Gesù, a Roma (1568).Rifacendosi alla pianta albertiana, anche qui il progetto confi-gura una navata unica con volte a botte, cappelle laterali bassee cupola all’incrocio tra navata e transetto, con bracci trasver-sali cortissimi. Il Palladio, dal canto suo, rivoluziona la facciatadelle chiese venete attraverso l’uso dimotivi classici (chiesa delRedentore,del1577,ediSanGiorgioMaggiore,del1566),men-tre nelle piante riprende lo schema del Vignola.

� Il palazzoLa tipologia del palazzo rinascimentale si forma inmodo gra-duale, tramite un processo di aggregazione delle cosiddettecase a corte medievali. Queste case erano dimore organiz-zate intorno a un cortile circondato da torri, botteghe, ma-gazzini e abitazioni, fino a formare un complesso unitario; ilrinnovamento di queste strutture porta alla nascita del pa-lazzo urbano. Edificio prestigioso, il palazzo è un elementosimbolo della tipologia architettonica rinascimentale, poichénonè solo residenzadi grandi famiglie,ma anche strumento

Ripresa delloschema centrico

Medio Rinascimento

Tardo Rinascimento

Tardo Manierismo

Rivisitazionedelle casea corte medievali

Elemento simbolo

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2 - Aspetti tipologici

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di potere che contribuisce a modificare il tessuto urbano ea dare magnificenza alla città. Un prototipo del primo Rina-scimento è rappresentato da palazzo Rucellai (Firenze,1460), dell’Alberti, primo esempio di applicazione degli or-dini classici al fronte di un edificio civile. Due cornici oriz-zontali dividono la facciata in 3 parti uguali: ogni settore èscandito da un sistema modulare di lesene alternato a bifo-re a tutto sesto. I semipilastri seguono la sovrapposizionedegli ordini, partendo da tuscanico e ionico per concluderecon il più leggero corinzio; i due estremi dell’edificio, corri-spondenti all’attacco al suolo e al suo coronamento, sono ca-ratterizzati dalla fascia basamentale con alto zoccolo e da unpronunciato cornicione. Si genera così una griglia prospetti-ca sovrapposta al bugnato che ricopre il palazzo.Altri palazzi fiorentini ricalcano le medesime caratteristichetipologiche: basti pensare, ad esempio, a palazzo Medici-Riccardi, di Michelozzo (1444), e a palazzo Strozzi, di Be-nedetto da Maiano (1489).Il tardo Rinascimento vede la realizzazione di opere come pa-lazzo Farnese, di Antonio da Sangallo il Giovane (Roma,1534), dove permangono la monotonia delle finestre “ingi-nocchiate”, tipiche cinquecentesche, e il cornicione agget-tante finale, ma emerge il contrasto tra la superficie murarialiscia e il bugnato, utilizzato soltanto intorno al portone cen-trale o a rinforzo degli angoli.Con il Manierismo ci si allontana dai tradizionali principi ri-nascimentali a favore di nuove illusioni ottiche e palazzi conforme scenografiche: la varietà delle facciate con prospetti-ve distorte, unita all’uso irregolare delle decorazioni, rompegli schemi di armonia. Un esempio lampante è Palazzo Te, aMantova, di Giulio Romano (1499-1546): qui l’architettoadotta un linguaggio fatto di serliane ripetute, nicchie dise-guali, bugnato molto accentuato, fregi irregolari, finestre in-corniciate entro archi con motivi ornamentali a ventaglio ecolonne tortili. Anche l’architettura civile del Palladio ri-specchia i caratteri dei palazzi rinascimentali: si ritrovano ilportico a pianterreno, l’ordine gigante, la sovrapposizionedegli ordini, l’equilibrio tra larghezza e altezza, ripetuti gio-chi chiaroscurali, cornicioni, balaustre e un abbondante usodi sculture (palazzo Thiene, palazzo Chiericati,palazzo Val-marana, palazzo della Ragione, Vicenza, 1550-1566).

� La villaIlprimo esempiodi villa rinascimentale è il progetto di villaMa-dama, diRaffaello, del 1516; posta nelle immediate vicinanze diRoma, ricorda nell’impianto una struttura termale. Di stile più

Primo Rinascimento

Tardo Rinascimento

Il Manierismo

Villa Madama

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Architettura del Rinascimento

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elegante è Baldassarre Peruzzi: nella sua villa Farnesina, a Ro-ma, propone una pianta a U con avancorpi laterali aggettantiverso il giardino e un sottile marcapiano (la fascia orizzontaleche segna la divisione in piani, in questo caso 2). Il ritmo dellefacciate è dato dal loggiato ad arco e da finestre trabeate con pa-raste angolari lievi. Di tipologia simile sono le ville del Vignola,per l’integrazione dell’edificio con il giardino retrostante grazieall’impiego di bracci laterali rettilinei o semicircolari, alleggeritida loggiati e belvedere. In villa Farnese, a Caprarola (1559), il Vi-gnola raccorda i dislivelli mediante scale rettilinee o curvilinee;la villa, a pianta pentagonale, offrecontemporaneamente la vistafrontale e laterale, generando uninserimento della massa edificatanello spazio.L’architetto che stabilì nuove re-golenell’architetturadelle ville fuAndrea Palladio: di proporzioniarmonicheè villaCapra, detta LaRotonda (Vicenza, 1566), la cuiparticolarità è la pianta geometri-ca articolata sulla forma del qua-drato, del cerchio e del rettango-lo. Una sala centrale circolare ecupolata è circondata infatti da 4sale rettangolari; da ciascuno dei4 lati del quadrato sporge un pro-nao, dando origine così a 4 fac-ciate simmetriche. Grazie ai pro-nai con colonnato ionico e tim-pano triangolare, al porticato aperto con arco laterale e ai gra-dini di accesso al giardino, il blocco chiuso e compatto dellavilla si apre in tutte le direzioni verso la campagna, in una fu-sione tra armonia classica e natura.

� La città idealeLa città diviene il principale centro di potere e il luogo in cuisi accentrano le ricchezze e le attività umane. Negli architettirinascimentali nasce il desiderio di fondare nuove città o diriprogettare quelle più antiche ispirandosi agli stili dell’anti-chità: le città ideali sono insediamenti urbani che seguonoschemi geometrici e leggi della prospettiva in un sistemaequilibrato e armonico. Lo scopo è quello di stabilire un in-sieme coerente di edifici e di spazi pubblici, che esprima an-che i rapporti tra Stato e Chiesa. I palazzi ridisegnano il pro-filo urbano, le strade e i viali assumono una disposizione cen-

Villa Farnesina

Villa Farnese

Nuovo ideale di città

Figura 40Pianta di villa Capra,detta La Rotonda,a Vicenza.

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2 - Aspetti tipologiciTitolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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tralizzata in base alle regole prospettiche, le cattedrali sonoubicate nel centro cittadino con l’inserimento di fortificazio-ni per una maggiore difesa.Un esempio di città ideale è Pienza: la piazza, di forma trape-zoidale, viene iniziata nel 1459daBernardoRossellino (1409-1464); il palazzo vescovile e quello papale divergono rispettoal duomo, posto sul lato lungo del trapezio.Anche il grande cantiere di Urbino è un esempio d’aggrega-zione di edifici perfettamente coerente con il paesaggio natu-rale e urbano; dal 1466 Luciano Laurana e Francesco di Gior-gio Martini (1439-1502) progettano una città-palazzo: l’ele-gante cortile rettangolare è l’elemento ordinatore delle varieparti del complesso edilizio, illuminato dall’alto, circondato dapareti traforate mediante l’impiego del loggiato e di finestrerettangolari intervallate da paraste. L’organismo ben si raccor-da con le preesistenze edilizie, nel suo alternarsi di corti e tor-ri cuspidate medievali, generando una compenetrazione tracostruzione e spazio libero.Nel 1538Michelangelo, con il pro-getto di piazza del Campidoglio, a Roma, si pone l’obiettivo ditrasformare uno spazio aperto in una piazza trapezoidale cheguarda verso la città moderna attraverso una scala, la quale siallarga via via che si procede verso l’alto creando una pro-spettiva centrale perfetta. Ricordiamo infine Sabbioneta, vici-no a Parma, datata 1554, e Palmanova, presso Udine (1593),raro esempio di città ideale a planimetria stellare.

Pienza, città ideale

Urbino

Piazzadel Campidoglio

Sabbionetae Palmanova

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Architettura del Rinascimento

Il tipo di pianta prediletto nel primo Rinascimento è quello a croce latina, con navataunica circondata da cappelle laterali e con un rapporto tra moduli quadrati in pianta ecubici in alzato. Elemento costante è la cupola, posta all’incrocio tra navata e transet-to. La pianta a schema centrico, scarsamente utilizzata, viene invece preferita nelmedio Rinascimento, come mostrano i progetti di Bramante e Michelangelo per la ba-silica di San Pietro. Il Manierismo ripropone poi l’impianto basilicale.

Il palazzo rinascimentale ha una forma geometrica chiusa intorno a una corte (vedi pa-lazzo Rucellai, a Firenze), con elementi decorativi classici. Il Manierismo introduce nuo-ve illusioni ottiche e prospettive distorte, come in Palazzo Te, a Mantova.

Andrea Palladio stabilisce nuove regole nell’architettura delle ville, con una pianta geo-metrica articolata sul quadrato, sul cerchio e sul rettangolo. Il blocco della villa si apreverso la campagna, fondendo l’armonia classica dell’edificio con la natura.

Nel Rinascimento nasce il desiderio di costruire città ideali, o di rimodellare quelle esi-stenti, basandosi su schemi geometrici razionali e leggi prospettiche. Esempi sonoPienza, Urbino e piazza del Campidoglio, a Roma. Palmanova è un raro modello di cittàcostruita ex novo a planimetria stellare.

SCHEMA RIASSUNTIVOLA CHIESA

IL PALAZZO

LA VILLA

LA CITTÀ IDEALE

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I protagonisti del Rinascimento

La maggior parte delle caratteristiche peculiari degli artistidel Rinascimento è stata già descritta nei paragrafi prece-denti; qui di seguito vengono analizzate le figure dei princi-pali architetti attraverso una breve biografia e un’analisi del-le opere salienti.

� Filippo BrunelleschiUno dei principali fondatori del linguaggio architettonico ri-nascimentale è Filippo Brunelleschi (Firenze, 1377-1446). Isuoi primi viaggi a Roma, dove studia i monumenti della clas-sicità, risalgono al 1417 circa; conseguenza di questo tipo distudi, uniti a quelli di matematica e fisica, è l’elaborazione del-la prima formulazione delle leggi sulla prospettiva.Nel 1418 presenta il modello per la cupola di Santa Maria delFiore, a Firenze, sua opera maggiore, che viene ricordata peri rivoluzionari sistemi costruttivi adottati: la muratura di mat-toni con andamento a spina di pesce gli permette di elimi-nare centine e armature progettando una struttura che si au-tosostiene, tramite mattoni autoportanti. I pesi e le spintevengono scaricati per mezzo di una doppia calotta a sestoacuto divisa in 8 spicchi, composti ciascuno da 2 costoloni;in tal modo il volume interno della cupola si differenzia inmaniera armonica da quello esterno. La cupola esterna ha lafunzione di proteggere quella interna più sottile, che a suavolta sostiene il peso della cupola esterna; la lanterna, pro-gettata nel 1432, è il necessario punto di convergenza dellelinee di forza dei costoloni. La considerevole altezza della cu-pola viene ulteriormente aumentata con la costruzione di untamburoottagonaledotatodi grandi finestre circolari suognilato. Le altre opere del Brunelleschi richiamano sempre i suoiprincipi della prospettiva e del modulo cubico spaziale; traesse ricordiamo la chiesa di San Lorenzo (1420), la Sacrestia

I primi studi

Santa Mariadel Fiore

Altre opere

Artefici del pieno compimento degli ideali espressi durante l’Umanesimo– primo fra tutti la riscoperta della centralità dell’uomo all’interno del Creatotramite l’utilizzo della ragione –, gli architetti del Rinascimento, figure complessee polivalenti dedite alle più diverse attività artistiche e scientifiche, riesconoa concretizzare in importanti opere lo spirito del proprio tempo.

3 Architetti e opere

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Gli studi

Figura 41Veduta aerea dellacattedrale di SantaMaria del Fiore,a Firenze.

Vecchia a San Lorenzo (1422), la Cappella dei Pazzi, a San-ta Croce (1429), l’ospedale degli Innocenti (1424), il Palaz-zo di Parte Guelfa (1421), la rotonda di Santa Maria degliAngeli (1434), la chiesa di Santo Spirito (1434) e palazzo Pit-ti (1440), tutte costruzioni ubicate a Firenze.

� Leon Battista AlbertiInfluente architetto, teorico e scrittore, Leon Battista Alberti(Genova, 1404 - Roma, 1472) si laurea in diritto canonico pres-so l’università di Bologna, per dedicarsi successivamente a stu-di di matematica, filosofia e letteratura. La sua vasta cultura ela conoscenza di testi classici come il De architectura di Vi-truvio lo portano a diventare uno dei fondatori della moder-na teoria architettonica. A Roma scrive il suo più importantetrattato, De re aedificatoria(1452), in cui si occupa dell’a-spetto urbanistico della città quattrocentesca, della tipologia

Architettura del Rinascimento

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e distribuzione degli edifici, nonché degli ordini architettoni-ci nella decorazione degli edifici e dei materiali da costruzio-ne. Argomenta inoltre sull’armoniosa connessione tra le par-ti strutturali, avendo come interesse primario il tema della ri-cerca della bellezza attraverso la classicità. La bellezza è in-tesa dall’Alberti come «la concordanza delle varie parti al tut-to» ed è legata alla regolarità prospettica.Le sue realizzazioni sono il Tempio Malatestiano, a Rimini(1450); Santa Maria Novella, a Firenze (1458); palazzo Ru-cellai, sempre a Firenze (1446); Sant’Andrea (1471) e San Se-bastiano, a Mantova (1458); la ricostruzione della città di Pien-za con Rossellino (1459); il tempietto del Santo Sepolcro, nel-la cappella Rucellai (1467).

� Donato BramantePoco si conosce degli anni di formazione di Donato di Pa-scuccio d’Antonio, detto il Bramante (Fermignano, 1444 - Ro-ma, 1514); alcune fonti indicano in Piero della Francesca enel Mantegna i suoi maestri. Il Bramante si dedica a studi dimatematica e di statica, oltre che di pittura architettonica, e inparticolare di illusionismo prospettico. Riprende l’eredità dimaestri come Alberti e Brunelleschi, ma apporta novità ri-guardanti la rappresentazione dello spazio che si basano sul-l’applicazione delmetodo prospettico.Un esempio è la pian-tadellachiesadiSantaMariapressoSanSatiro (Milano,1478).Dal 1479 lavora presso la corte degli Sforza, a Milano: la suaopera maggiore è la zona della tribuna, che si aggiunge comecorpo a sé stante all’impianto basilicale quattrocentesco dellachiesa di Santa Maria delle Grazie. I volumi esterni sono for-mati da blocchi quadrangolari per le tribune, semicircolari perle absidi e poligonali per la cupola, in un gioco di andamenticoncavi e convessi. Altri principi fondamentali della sua archi-tettura sono l’uso di decorazioni uniformemente distribuitee una spazialità data dal rapporto tra altezza e larghezza. Di ri-levante importanza è anche la compenetrazione tra l’archi-tettura e lo spazio circostantemediante colonnati circolari orettilinei, rapporti di luci e ombre, pieni e vuoti, nonché la pre-dilezione per la pianta centrale rispetto a quella longitudina-le. Questi concetti sono chiaramente rappresentati in San Pie-tro in Montorio (1502) e nella basilica di San Pietro (1505).Non meno rilevante il suo contributo in ambito urbanistico; ilBramante si interessa del tracciato di importanti vie di Romae dell’integrazione tra edificio e tessuto urbano; ne è unesempio il rifacimento dei Palazzi Vaticani con il cortile del Bel-vedere (1506), voluti da papa Giulio II. Si tratta di un cortilerettangolarearticolatosupiù livelli sovrapposti collegatidasca-

La teoria

Le opere

Gli studi

Alla cortedegli Sforza

Opere in ambitourbanistico

3 - Architetti e opere

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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le e culminanti in una grande nicchia: i fronti che lo circonda-no, di grandi dimensioni, sono costituiti da una sequenza inin-terrotta di pareti porticate e ordini sovrapposti.

� Michelangelo BuonarrotiPittore, scultore, architetto e poeta, Michelangelo Buonarroti(Caprese, 1475 - Roma, 1564) viene introdotto dal padre aglistudi umanistici nel 1488, quindi inizia l’attività di pittore nel-la bottega del Ghirlandaio. Accolto nella cerchia di artisti, let-terati e filosofi di Lorenzo il Magnifico, Michelangelo viene aconoscenzadelledottrineneoplatoniche e studia la classicità.Nel 1494, a seguito della crisi di Firenze, si trasferisce a Bolo-gna, quindi a Roma. Il ritorno nella città toscana, nel 1513, èsegnatodall’incontroconLeonardoeRaffaelloedall’iniziodel-l’attività di architetto e scultore con il progetto della SacrestiaNuova di San Lorenzo e della Biblioteca Laurenziana, a cuilavora dal 1524 al 1571. In queste realizzazioni emergono i trat-ti fondamentali della sua architettura: egli dona alle composi-zioni grande plasticità, con le pareti interne che fungono dastruttura organica e definiscono lo spazio perimetrale. Gli ele-menti verticali e orizzontali si staccano dalle pareti in un gio-co di sporgenze e rientranze, effetto ottenuto grazie ancheal contrasto cromatico tra la pietra serena e lo sfondomurariochiaro. La Sacrestia Nuova è uno spazio delimitato, ma il ver-ticalismo viene accentuato dalla fascia intermedia delle cor-nici e dall’ordine gigante delle colonne binate.

I trattatisti del Cinquecento

Nel Rinascimento insieme a un rinnovamento filosofico iniziaa diffondersi un nuovo genere letterario, il trattato di archi-tettura. Questo contiene regole e normative riguardanti l’ar-monia delle proporzioni, gli orientamenti e la descrizione de-gli edifici, gli elementidecorativi egli esempidi tipologie strut-turali. È un apparato teorico e concettuale completo, consul-tato da tutti gli architetti dell’epoca e dei secoli seguenti.

� Sebastiano SerlioSebastiano Serlio (1475-1554) è uno dei più importanti tratta-tisti del Cinquecento. Inizia la sua attività come scenografo esuccessivamentecome ingegnere.Trasferitosi aRomanel 1515,è allievo di Peruzzi e attento studioso del rinnovamento archi-tettonico operato daBramante e Raffaello. Dopo il Sacco di Ro-ma del 1527 si trasferisce a Venezia, dove si diffonde la sua fa-ma legata alla pubblicazione del trattato Sette libri dell’archi-

Gli inizi da pittore

Il ritorno a Firenze

Gli elementitipici della suaarchitettura

Il trattatodi architettura

Gli inizi

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Architettura del Rinascimento

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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tettura di Sebastiano Serlio bolognese, i cui volumi appaionoin ordine irregolare. Nel 1537 viene pubblicato il quarto volu-me, Regole generali di architettura sopra le cinque manierede li edifici, riguardante gli ordini architettonici; nel 1540 il ter-zo, sull’architettura antica. Nei suoi trattati descrive esempi ditipologie architettoniche come la finestra serliana (largamen-te sfruttata dai manieristi), illustra portali bugnati ed espone iltentativo di codificare i 5 ordini architettonici.

� Il VignolaIl più importante architetto attivo a Roma, le cui opere riflet-tono lo stile del tardo Rinascimento e del Manierismo e an-ticipano il Barocco, è Jacopo Barozzi detto il Vignola (Vigno-la, 1507 - Roma, 1573). Dopo una prima formazione in Emiliacome pittore e prospettico, viene influenzato dal trattato diSerlio, dalla tradizione rinascimentale, dall’Alberti e da Anto-nio da Sangallo il Giovane. Lavora come pittore in Vaticano,soggiorna a Fontainebleau, in Francia, dal 1541 al 1543, e nel1550 viene scelto come architetto da papa Giulio II. Delle sueopere è stato già ampiamente trattato nei paragrafi prece-denti; qui lo ricordiamo come trattatista per il suo scritto Re-gola delli cinque ordini d’architettura, del 1562. Il trattatocodifica e sintetizza il lessico architettonico classico inuna sor-ta dimanuale; fornisce una semplice interpretazione modu-lare degli ordini, punti sicuri dell’architettura, con una seriedi tavole e brevi didascalie per descrivere le regole ordinatri-ci dei processi architettonici. Il suo sistema proporzionale sibasa su quello di Vitruvio, esprimendo notevole semplicitànelle misure. Da Serlio riprende l’ordine composito romano,introdotto da Peruzzi, ma poi riproposto anche dal Palladio.

� Andrea PalladioAndrea Palladio (Padova 1508 - Vicenza, 1580), illustre architet-to e teorico del Rinascimento, viene introdotto nei circoli cul-turali dal letteratoGiangiorgioTrissino, cui deve l’appellativo diPalladio (il suo vero nome era Andrea di Pietro della Gondola).La sua formazione prende spunto da nomi come Sanmicheli,Sansovino, Giulio Romano, dal trattato di Vitruvio e dai viaggi aRoma, che gli permettono di studiare gli antichi e di applicarnei principi, come la proporzione e la simmetria.Il connubio tra l’antico, Bramante, Raffaello e Peruzzi loporta a concepire il classico non in modo imitativo, ma ad ac-costare in modo nuovo gli elementi stilistici e architettonici.Il Palladio vive e opera a Vicenza e Venezia e nel 1570 divienel’architetto ufficiale della Serenissima. Lo stesso anno pub-blica I quattro libri dell’architettura, nei quali prende in esa-

I trattati

La formazione

Il trattato

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3 - Architetti e opere

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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me i fondamenti teorici, gli edifici privati, le città e i templi,gli ordini classici, le sue opere e quelle dell’antichità. Il riferi-mento ad altri trattatisti suoi predecessori, come l’Alberti, loporta a definire la forma dell’edificio come un elemento chederiva dalla sua funzione e dalla collocazione in un luogo de-terminato. La misura è definita come rapporto tra le parti incui vengono messi in relazione i rapporti proporzionali deisuoi edifici con quelli musicali (i pieni e i vuoti sono configu-rati secondo un rapporto 1:2, 2:3, 3:4). Dietro l’apparente se-renità delle sue opere, data dal rispetto della sezione aurea,dall’uso di materiali poveri, di forme semplici e delle pro-porzioni, si nascondono la complessità e l’inquietudine nonsolo personali, ma caratteristiche della crisi della società del-la seconda metà del Cinquecento.

L’influenzadell’Alberti

Semplicitàe complessità

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Architettura del Rinascimento

Filippo Brunelleschi studia i monumenti antichi a Roma e formula studi sulla prospetti-va. Rivoluzionaria per metodo costruttivo è la cupola di Santa Maria del Fiore, a Fi-renze, edificata con mattoni disposti a spina di pesce. Le sue opere richiamano semprela prospettiva e il modulo cubico.

Leon Battista Alberti, laureato in diritto canonico, studioso di matematica, filosofia e let-teratura, scrive diversi trattati, tra cui il De re aedificatoria, nel quale definisce la bel-lezza come la concordanza delle varie parti con il tutto.

Donato Bramante predilige la pianta centrale nella progettazione delle chiese. In am-bito urbanistico si interessa del tracciato di importanti vie a Roma e dell’integrazione traedificio e tessuto urbano.

Michelangelo Buonarroti, pittore, scultore, architetto e poeta, opera a Firenze (SacrestiaNuova) e a Roma (Campidoglio, Cupola di San Pietro). All’equilibrio rinascimentale con-trappone forza e drammaticità.

Il trattato di architettura nasce, come genere, nel Rinascimento. Esso contiene regole enormative riguardo a ogni aspetto di un edificio, proponendo i canoni del bello. I più im-portanti autori sono Sebastiano Serlio, con i Sette libri dell’architettura di Sebastia-no Serlio bolognese, Jacopo Barozzi detto il Vignola, con Regola delli cinque ordinid’architettura, e Andrea Palladio, con I quattro libri dell’architettura.

SCHEMA RIASSUNTIVOFILIPPO BRUNELLESCHI

LEON BATTISTA ALBERTI

DONATO BRAMANTE

MICHELANGELO BUONARROTI

I TRATTATISTIDEL CINQUECENTO

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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ARCHITETTURABAROCCA

1 Le origini romane2 Il Barocco nel resto d’Italia

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Il periodo barocco è caratterizzato dallo sforzodel Cattolicesimo di rispondere all’offensiva protestanteribadendo la centralità della Chiesa e del Papato, sforzoche prende corpo nella riforma cattolica, detta ancheControriforma. In questo periodo Roma diviene il centroculturale a cui tutta la Cristianità deve guardare comea un esempio. Su volontà dei papi, grazie ad artisti qualiCarlo Maderno, Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Berninie Francesco Borromini, Roma subisce radicali mutamentiurbanistici, che tendono a mettere in risalto i monumentidi maggiore importanza. Il nuovo stile si contraddistingueper l’uso che gli architetti fanno dello spazio, costituitonon più da rigorose scansioni geometriche,ma da un’alternanza di linee curve, stucchi e affreschi,impiegati in modo da sorprendere e ingannare l’occhiodello spettatore. Da Roma l’architettura baroccasi diffonde in altre città italiane e in Europa. Ne troviamoesempi importanti a Torino, nuova capitale del ducatodi Savoia, dove l’innovativa concezione architettonicaè introdotta da Guarino Guarini, e a Venezia, con le operedell’architetto Baldassarre Longhena.

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L’unità religiosainizia a sgretolarsi

Le riforme cattoliche

Svolta culturale

L’evoluzione deltermine Barocco

Le radicinel Manierismo

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Inquadramento storico e sociale:la Controriforma

Il periodomedievale aveva caratterizzato l’Europa con la pro-pria unità religiosa. La riforma luterana e le successive rifor-me protestanti minano alle radici quest’unione, generandonella secondametà del Cinquecento e per gran parte del Sei-cento sanguinose guerre di religione. In questo clima di lot-ta per la supremazia, che culmina nellaGuerra dei Trent’an-ni, si colloca la nascita dell’assolutismo monarchico in Fran-cia; in Italia, intanto, il Papato continua a difendere il propriopotere come centro della fede cattolica. Il Cattolicesimo sitrova di fronte alla necessità di rispondere al Protestantesi-mo, e lo fa con un insieme di riforme (dette Controriformao riforma cattolica) che, partendo dagli aspetti teologici,giungono a influenzare ogni settore culturale, compresa na-turalmente l’architettura. Il Concilio di Trento (1545) riba-disce con forza l’autorità papale e la presenza reale di Cristonell’Eucarestia, entrambe negate dai protestanti, così comel’importanza del culto dei santi e della Vergine Maria.Lo stile barocco, ovvero l’arte che scaturisce da questa svol-ta culturale, si diffonde in tutte le regioni cattoliche europeee, tramite i Gesuiti, nell’America Latina.Il termine Barocco deriva dal portoghese barrôco, che indi-ca un tipo di perla dalla forma irregolare. Nel Settecento il si-gnificato di Barocco assume una connotazione negativa, indi-cando il gusto aberrante e ampolloso degli artisti del Sei-cento; il Romanticismo non cambia questa valenza. Solo tra il1888 il 1915 il termine assume un valore positivo grazie alleteorie romantiche e come reazione al classicismo accademi-co. Già ilManierismo anticipa in qualchemodo il Barocco, poi-ché esprime il travaglio spirituale dell’uomo, non più conce-pito come perfetto e immutabile, ma in continua lotta controle forze della natura, oppresso dal dubbio e dall’angoscia. Dalbisogno di visibilità della Chiesa, che vuole richiamare allafede e alla salvezza, e dalla crisi estetica e conoscitiva del Ma-

Il Cattolicesimo risponde alla riforma protestante con un ampio movimentoculturale che vede Roma e il Papato promotori di una concezionearchitettonica in cui lo sfarzo e la volontà di destare meraviglia sono il cuoredi un nuovo stile: il Barocco.

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Architettura barocca

nierismo, nel Seicento nasce il desiderio di forme espressiveche siano in gradodi rivalutare aspetti quali l’apparenza, la fan-tasia e la ricerca del nuovo.

Roma e i suoi principali esponenti: CarloMaderno, Pietro da Cortona, Gian LorenzoBernini, Francesco Borromini

Roma è la culla dello stile barocco, che vive qui la sua primafase per poi diffondersi in tutta Europa senza veder alteratele originarie caratteristiche italiane. Una seconda fase del Ba-rocco vede invece lo sviluppo di caratteri specifici a secon-da delle singole realtà sociali e nazionali. Il primo Baroccointeressa un periodo che va dal 1600 al 1660-1670, quandosi fonde con il Tardobarocco, che resterà in auge fino allaprima metà del Settecento.Idea fondante del Barocco è quella di ampliare le forme rina-scimentali con innovazioni di metodo: liberandosi della ten-sione dei canoni degli ordini classici e della prospettiva cen-trale, si creano relazioni spaziali complesse che si dilatano ver-so una dimensione ambientale più ampia di quella del sin-golo edificio. Non manca comunque una continuità nell’usodegli ordini classici, che però sono impiegati in modo diffe-rente. Caratteristica innovativa del Barocco è una nuova con-cezionedellospazio,nonpiùsuddivisodamodulidispostigeo-metricamente, ma corporeo, plasmato, che si fa avvolgente eorganico. Al fine di creare effetti spaziali dinamici si accentuala tridimensionalità tramite superfici curve, in un’alternanzacontinua di forme concave e convesse. Le facciate presentanoprofili ondulati ed elementi architettonici obliqui rispetto alpiano del fronte; le grandiose scenografie, l’uso della pro-spettiva illusivaegli effetti ingannevoli creati da sculture, stuc-chi e pitture sono espressione di un nuovo carattere fantasio-so ed emotivo. Si ricercano gli effetti cromatici, il dinamismocompositivo, la ricchezza dell’ornato e l’uso di materiali va-riegati, come bronzi e marmi policromi. La luce è intesa comeelemento primario del progetto e irrompe all’interno dellechiese per esaltarne le strutture in un forte contrasto tra lucie ombre. Anche le piante delle chiese prediligono forme el-littiche composte da ovali interconnessi, longitudinali centra-lizzate o centrali allungate, in una complessa matrice geome-trica dove anche le cupole hanno la funzione di esaltare gli am-bienti principali emediare il passaggio tra la solidità della mas-sa muraria e la fluidità dello spazio circostante. Colonne e pi-lastri sono accoppiati verso il centro della facciata, che è sem-

Le due fasidel Barocco

Differenzee continuitàcon il Rinascimento

Nuova concezionedello spazio

Carattere fantasiosoed emotivo

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1 - Le origini romane

pre più in relazione con il contesto urbano, quasi ad ab-bracciare gli edifici circostanti.Queste linee base testimoniano come pittura e scultura si in-seriscano all’interno dell’architettura modificandola, e la fu-sione di tali elementi dà origine a un’opera d’arte unitaria.

� Carlo MadernoI papi Sisto V e Paolo V danno vita a un nuovo piano urbani-stico della città di Roma incentrato sulle direttrici prospetticheverso i maggiori monumenti; un collaboratore di questi pro-getti è Carlo Maderno (Capolago, 1556 - Roma, 1629), chia-mato a Roma per la realizzazione della facciata della chiesa diSanta Susanna (1596). Il fronte richiama la facciata della chie-sa del Gesù del Vignola, ma con un rimpicciolimento delle vo-lute nonché un andamento più mosso e chiaroscurato deglielementi aggettanti, che danno così alla superficie un effettoscenografico. Il Maderno può essere considerato il capostipi-te del nuovo stile barocco: confrontando nella basilica di SanPietro la finestra nel coronamento della facciata, da lui pro-gettata nel 1605, con la finestra di Michelangelo sulla calottadella cupola, si nota infatti che la prima presenta un timpanospezzato attraverso una conchiglia – espressione dell’esube-ranza decorativa e degli effetti sorpresa barocchi –, mentre laseconda ha un timpano integro e volte di sostegno, in perfet-to stile manierista. La soluzione del Maderno risulta però an-cora poco organica; il Borromini infatti sostituirà il timpanospezzato con una cornice continua che si piega plasticamen-te all’altezza della conchiglia.Al Maderno si deve, tra gli altri, il progetto di palazzo Barbe-rini, a Roma, iniziato nel 1628 e completato poi dal Bernini.

� Pietro da CortonaEsponentedispiccodelBaroccoromano, l’architettoPietroBer-rettini, meglio noto come Pietro da Cortona (Cortona, 1596 -Roma, 1669), sviluppa alcune intuizioni del Maderno ed espri-me i principi chiave del Barocco nella chiesa dei Santi Luca eMartina (1634). Disposto su 2 piani, a croce greca con 4 brac-ci conclusi a semicerchio (secondo lo schema cinquecente-sco), lo spazio interno della chiesa è scandito da giganteschecolonne ioniche staccate dalla parete ed è coperto da un’altacupola costolonata di stucco che affiora nel disegno convessodella facciata,mosso dalle sporgenze di colonne e paraste, concontrazioni spaziali e notevole plasticismo.Nella chiesa di SantaMaria della Pace (1656) l’alternanza di vo-lumi concavi e convessi si protende verso lo spazio della piaz-za antistante; un pronao semicircolare e 2 ali laterali collega-

Fusione tra pittura,sculturae architettura

Nuovo pianourbanistico di Roma

Il primo progetto

Capostipitedel Barocco

Chiesa dei SantiLuca e Martina

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no l’edificio alle vie adiacenti. La particolarità della chiesa è in-fatti la sua integrazione con il tessuto urbano circostante,poiché il progetto non è concepito con una facciata posta di-nanzi a un solido geometrico, ma il tutto si articola grazie al-l’impiego di linee curve e rette che si proiettano in direzionidiverse senza contrapporsi; l’edificio è come un teatro, e la lu-ce è l’elemento unificatore dello spazio.L’opera residenziale più significativa di Pietro da Cortona è in-vece villa Sacchetti, realizzata vicino a Roma nel 1635; l’edifi-cio, oggi distrutto, era impostato su un gioco di rampe, ter-razze edesedred’ingresso con ali laterali cinquecentesche, co-me il diaframma di colonne.

� Gian Lorenzo BerniniArchitetto, pittore, scultore e scenografo, Gian Lorenzo Ber-nini (Napoli, 1598 - Roma, 1680) rappresenta l’anima armo-nica ed equilibrata del Barocco, ma è anche il principale in-terprete del fasto della Chiesa cattolica e dell’aristocrazia ro-mana. Figlio d’arte, viene condotto a Roma dal padre, sculto-re e pittore; nella capitale frequenta la bottega e gli apparta-menti vaticani, confrontandosi con i capolavori di Michelan-gelo e Raffaello, e lavora per i papi Urbano VII e AlessandroVII. Tra le caratteristiche principali della sua architettura ri-cordiamo l’amore per la natura e il mondo classico, ma an-che la piena adesione alle ideologie del suo tempo espressetramite una progettazione guidata da una visione urbana glo-bale. Il Bernini è solito combinare in uno stesso progetto lasua duplice abilità di scultore e architetto, integrando le dueforme d’arte. Ne è un esempio il baldacchino di San Pietro, del1624, concepito in modo tale che struttura e decorazione sia-no partecipi di un unico disegno: un’edicola retta da 4 colon-ne tortili di bronzo e oro che sorreggono il coronamento afrange e volute, costituito da una stoffa disposta a festone. Lecolonne imprimono un movimento rotatorio verso l’alto e di-latatorio verso i 4 pilastroni d’angolo, che sostengono la cu-pola sovrastante. Il baldacchino dà l’idea delmovimento del-le masse e della drammaticità, mentre le sue proporzioni co-lossali vengono alleggerite dal colore a membrature chiare sufondo scuro, in un gioco di effetti luminosi. Nel 1628 il Berni-ni prosegue il progetto iniziato da Maderno per palazzo Bar-berini, la villa residenziale di papa Urbano VII. La struttura aH presenta un atrio ninfeo tra il loggiato d’ingresso e il giar-dino retrostante; il Bernini progetta lo scalone d’onore a pian-ta quadrata e il porticato del corpo centrale, sovrastato da fi-nestre archivoltate divise da cornicioni con sovrapposizionedegli ordini. Le zone d’ombra, generate dal porticato e dalle

Villa Sacchetti

Gli inizi

Le tematiche dellasua architettura

Baldacchinodi San Pietro

Palazzo Barberini

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Architettura barocca

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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finestre strombate, creano un senso di movimento. La grandeabilità nella gestione scenografica dello spazio emerge conil progetto del colonnato (1656) della basilica di San Pietro.Scopo del Bernini è quello di accogliere i visitatori della basi-lica in un abbraccio: sostituisce quindi l’antico quadriporticopaleocristiano con 2 piazzali contigui, il primo trapezoidale– formato da 2 corpi rettilinei che divergono verso la facciatadella chiesa, creando un effetto distorto della prospettiva e fa-cendo apparire più grandi il fronte e la cupola –, e il secondoa pianta ellittica, costituito da 2 emicicli di colonne doriche ar-chitravate. Due fontane sono collocate lungo l’asse maggiore,disposto in senso trasversale. Il colonnato si introduce così neltessuto urbano, invitando a una relazione continua fra inter-no ed esterno, con grande senso dinamico e di dilatazionedello spazio. Riferimenti al mondo classico si ritrovano nellaterminazione del colonnato con timpano e attico. Un cambia-mento urbanistico consiste nella chiusura dei due vecchi in-gressi laterali alla piazza e nell’apertura dell’unica larga via inasse con la basilica, soluzione che conferisce all’insieme unpunto di vista centrale. Altro esempio di artificio prospetticosi ritrova nella Scala Regia (1663), che dal colonnato condu-ce agli appartamenti papali; qui lo spazio risultava irregolare estretto, per cui i muri non sono paralleli, ma divergono dalbasso verso l’alto per aumentare la distanza; sempre a que-sto scopo viene impiegato l’accorgimento della riduzione del-l’altezza delle colonne ioniche binate che corrono lungo le pa-reti; la luce penetra a metà della scalinata.Altro fiore all’occhiello del Bernini è Sant’Andrea al Quirinale(1658), dove in un piccolo spazio viene condensata una nuo-va unità spaziale. La pianta ellittica, tipica del Barocco, sim-boleggia tensione e dinamismo: l’asse maggiore è disposto insenso trasversale; in corrispondenza dell’asseminore una nic-chia ospita l’altare di fronte al quale sorge l’ingresso. Entram-bi sono incorniciati da colonne di ordine gigante architravateche sostengono un frontone concavo. Le cappelle, disposteradialmente rispetto al centro, circondano lo spazio internoche si espande dal vano centrale alla cupola costolonata, gra-zie anche al proseguimento delle paraste corinzie di ordine gi-gante nei costoloni sovrastanti. L’esterno è caratterizzato daun netto contrasto tra linee rette e curve: le prime sono da-te dal frontone e dai grossi pilastri corinzi di ordine gigante, leseconde sono visibili invece nella trabeazione curvilinea delpronao, nelle 2 ali laterali concave e nelle scalinate a semicer-chio che si aprono su un piccolo sagrato.Nel 1665 il Bernini è in Francia, dove progetta la pianta per ilLouvre,ma la commissione vienepoi affidata aClaude Perrault.

Il colonnatodi San Pietro

Modificadell’impiantourbanistico

Escamotagearchitettonici

Sant’Andreaal Quirinale

L’esterno

Il progettodel Louvre

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Ma al grande architetto nonmanca certo il lavoro: progetta pa-lazzi, fontane e sculture in tutta Europa rivaleggiando con unaltro artista coevo, Francesco Borromini.

� Francesco BorrominiFrancesco Castelli, detto il Borromini (Bissone, 1599 - Roma,1667), è un personaggio malinconico e introverso: opera se-condo una ricerca individuale che lo porta a produrre archi-tetture che esprimano il proprio tormento interiore attra-verso l’uso dei grigi invece che dei colori, e nelle quali le fon-ti luminose siano nascoste e le tonalità stravaganti si accosti-no a una fantasiosa tecnica di pianificazione. Dal 1621 il Bor-romini è a Roma, dove inizia a lavorare alle dipendenze di Car-lo Maderno nel cantiere di San Pietro; si dedica inoltre allascala ellittica e a interventi sulla facciata posteriore di palaz-zo Barberini. Studioso dell’opera di Michelangelo, il Borro-mini esprime il suo interesse per i rapporti tra natura e geo-metria e per una reinterpretazione dell’antico in una nuovafusione tra Gotico, Rinascimento e Barocco.Lavora per ordini monastici rigorosi, ma trova comunque unmetodo e uno stile personali per produrre le proprie opere.San Carlo alle Quattro Fontane, datata 1634, è il suo primo

incarico autonomo: la pianta ècostituita da 2 triangoli equilate-ri disposti in forma di losanga,sui quali sono inseriti ovali in-terconnessi fra loro e uniti da ar-chi in modo da formare un’el-lisse. L’impianto è disposto lon-gitudinalmente, conferendo al-l’insieme un senso di compres-sione. Solo in corrispondenzadel cornicione della cupola lapianta diviene un’ellisse vera epropria. Tutti gli elementi archi-tettonici dell’alzato interno so-no subordinati alla pianta: sonopresenti 16 colonne che seguo-no l’andamento curvilineo dellepareti, legate a loro volta da unatrabeazione continua a fascia.Ciò, insieme con il giocodi spor-genze e rientranze, genera unsenso di verticalità che dona di-namismo alla struttura. La cu-pola è impostata su pennacchi

In tutta Europa

I primi lavori

Figura 42Pianta della chiesadi San Carlo alle QuattroFontane, a Roma.

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Architettura barocca

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trapezoidali (in genere triangolari) e su 4 arconi d’imposta; èintiburiata e decorata con originali motivi a lacunari (l’inte-laiatura delle travi del soffitto) a stelle e a croci.La facciata si stacca dal resto della chiesa per il colore del ma-teriale impiegato, per la presenza di 4 rigide colonne gigantisui 2 piani e per le sporgenze delle cornici ad andamento cur-vilineo. Le innovazioni del Borromini sono visibili nella sceltadell’unico punto di vista laterale della facciata, studiato inmodo da esaltare gli aggetti, e nel gioco di sporgenze e rien-tranze, dato dalle nicchie con statue o dalle cornici marcapia-no che generano superfici articolate e dinamiche. Anche nel-la facciata dell’oratorio di San Filippo Neri, di tre anni poste-riore, si ritrovano le medesime caratteristiche, in particolare iltema delle contraddizioni, secondo cui tutto può apparire inunmodo comenel suoopposto: concavità della facciata e con-vessità del balcone, solidità del cornicione che divide la fac-ciata in 2 piani interrotta dalle finestre; rigore geometrico deipilastri e forma fantasiosa ad arco o a timpano delle finestre,coronamento mistilineo del fabbricato.Tra il 1644 e il 1655 papa Innocenzo X promuove l’opera delBorromini, che in questo periodo si dedica al suo progettopiù audace: Sant’Ivo alla Sapienza (1640-1660). La composi-zione geometrica è impostata sull’intersezione di 2 triangoliequilateri invertiti che formano una stella a 6 punte, all’in-terno della quale si è creato uno spazio esagonale. Le punte aloro volta sono tagliate da linee alternativamente concave econvesse che generano 3 absidi, determinando una forma fi-nale costituita appunto da un triangolo con 3 absidi. Il profiloottenuto è la forma generatrice di tutto lo spazio interno, cir-condato da un cornicione a fascia che corre sopra i pilastri, se-guendo l’andamento della pianta. La cupola finestrata è im-postata direttamente sul cornicione senza tamburo e ha unasuperficie sfaccettata. La chiesa sorge lungo uno dei lati mi-nori di un cortile cinquecentesco: lo spazio antistante è carat-terizzato dall’andamento rettilineo dei pilastri, ma anche daquello curvilineo degli archi del portico e del loggiato, cosìcome dalle superfici concave dell’esedra della facciata e dellacupola contrapposte a quella convessa del tamburo.La cupola termina con una lanterna circondata da colonne bi-nate con intercolumni concavi, mentre un moto vorticosoascensionale è generato dalmotivo a spirale con costoloni elobi che concludono la lanterna.L’attenzione del Borromini per progetti che pongano in rela-zione l’edificio con il contesto urbano si ritrova anche negli in-terventi messi in atto sulla chiesa di Sant’Agnese (1653), inpiazza Navona a Roma, dopo la morte di Rainaldi, l’architetto

Le innovazioniarchitettoniche

Oratoriodi San Filippo Neri

Sant’Ivoalla Sapienza

Ripresa del temadelle contraddizioni

Relazione tra edificioe contesto urbano

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1 - Le origini romane

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inizialmente designato. Il Borromini cambia i punti d’ingres-so e modifica la pianta, che diviene a croce greca segnata daprofonde cappelle, per formare un lungo asse parallelo allafacciata; quest’ultima presenta il corpo principale concavocon ali ad andamento rettilineo in contrasto con la contro-curva della cupola restrostante all’altezza del tamburo, di in-solita altezza. Da tutto ciò emerge un senso di equilibrio trala cupola, la facciata e i 2 campanili mossi, aperti e con gu-glia finale; la chiesa acquista maggiore importanza con unavisuale di scorcio.Dopo la morte di Innocenzo III, il mancato compimento dialcuni progetti e l’indole tormentata e scontrosa portano ilBorromini al suicidio. La sua concezione spaziale però nonsvanisce con la sua morte, ma viene seguita e sviluppata dadiversi architetti posteriori, uno su tutti Guarino Guarini.

Il suicidio

La sua eredità

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Architettura barocca

In risposta alla riforma protestante che rompe l’unità religiosa dell’Europa medie-vale, la Chiesa cattolica mette in atto un insieme di riforme passate alla storia conil nome di Controriforma. Queste non solo hanno effetto sul piano teologico, mainfluiscono anche sui diversi aspetti della cultura, dando vita a un nuovo stile, ilBarocco.

Il primo Barocco comprende gli anni dal 1600 al 1660-1670; il Tardobarocco va dal-la fine del Seicento alla prima metà del Settecento. La caratteristica peculiare diquesto stile è l’uso dello spazio, non più suddiviso in moduli geometrici, ma avvol-gente e organico. Da qui l’ampio impiego di superfici curve, prospettiva illusiva, pian-te ellittiche ed effetti cromatici creati con una commistione di diversi materiali e lu-ce. Roma, centro del mondo cattolico, è la culla di questo stile e vede un drasticoriassetto urbanistico, con l’organizzazione di direttrici prospettiche orientate versoi maggiori monumenti.

Carlo Maderno contribuisce a ridisegnare il profilo della capitale con la facciata dellachiesa di Santa Susanna e con palazzo Barberini (poi concluso dal Bernini).

Le idee architettoniche espresse dal Maderno vengono riprese da Pietro da Cortona nel-le chiese dei Santi Luca e Martina e Santa Maria della Pace.

Di Gian Lorenzo Bernini è il celebre colonnato antistante la basilica di San Pietro. Altresue opere architettoniche rilevanti sono la Scala Regia e Sant’Andrea al Quirinale.

Le chiese di San Carlo alle Quattro Fontane e Sant’Ivo alla Sapienza sono fra lemaggiori opere di Francesco Borromini; nella loro concezione dello spazio evidenziano iltema delle contraddizioni: tutto può apparire in un modo come nel suo opposto.

SCHEMA RIASSUNTIVOLA CONTRORIFORMA

ROMA E IL RIASSETTOURBANISTICO

CARLO MADERNO

PIETRO DA CORTONA

GIAN LORENZO BERNINI

FRANCESCO BORROMINI

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La diffusioneda Roma al resto d’Italia

Due sono le principali figure di architetti che si fanno pro-motori della diffusione del Barocco nel resto d’Italia: Guari-no Guarini e Baldassarre Longhena.

� Guarino GuariniNel Seicento la capitale artistica italiana è Roma,ma anche To-rino incomincia ad acquisire importanza, già quando nel 1563Emanuele Filiberto decide di conferirle il ruolo di capitale delducato di Savoia, prima di stanza a Chambery, in Francia. To-rino fino a quel momento era una piccola città di 20 000 abi-tanti e conservava l’impianto quadrato del castrum, con stra-de rettilinee che si intersecavano ortogonalmente; nel corsodel Seicento si susseguono due ampliamenti a livello urba-nistico che conservano però l’impianto originario.Il maggiore architetto torinese dell’epoca è Guarino Guarini(Modena, 1624 - Milano, 1683). Personalità complessa e daimolteplici interessi, il Guarini è anche religioso, teorico, fi-losofo ematematico. Entrato nell’ordine religioso dei Teati-ni, trascorre un periodo di noviziato a Roma, dove può co-noscere in prima persona le opere del Borromini. Dopo unbreve soggiorno a Modena, per altro non gradito al ducaAlfonso IV d’Este, il Guarini inizia una lunga serie di viaggi aMessina e a Parigi, dedicandosi all’insegnamento della mate-matica e della filosofia e alla progettazione di edifici religio-si. Un esempio di questo suo impegno è la chiesa dei PadriComaschi, a Messina (1666), in cui compare per la prima vol-ta la cupola aperta ad archi intrecciati, che diverrà uno deimotivi predominanti delle sue opere. Nel 1666 il Guarini vie-ne chiamato a Torino dal duca Carlo Emanuele II di Savoia

L’ascesa di Torino

Gli studie l’insegnamento

Chiesa dei PadriComaschi

Il Barocco si distingue per la particolare concezione dello spazio, definitodinamicamente da un articolato andamento dei volumi, risultato dellacontrapposizione di curve concave e convesse, di illusioni scenografichee dell’uso di stucchi e affreschi. Architetti di spicco al di fuori del contestoromano sono Guarino Guarini a Torino e Baldassarre Longhena a Venezia.

2 Il Barocco nel resto d’Italiae in Europa

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per riprendere i lavori, iniziati da Amedeo di Castellamonte,relativi alla cappella della Santa Sindone.La cappella è collocata dietro l’abside del duomo e adiacen-te a Palazzo Reale; vi si può accedere grazie a 2 portali postiai lati del presbiterio del duomo; questi a loro volta condu-cono a 2 scalinate a gradini curvi, che salgono dalla chiesa sot-tostante alla cappella sopraelevata e si concludono in vesti-boli circolari. Il Guarini modifica l’edificio a pianta circolarepreesistente; l’interno appare funebre per l’impiego del mar-mo nero-grigio che orna portali e scalinate, mentre il vanodella cupola risulta più luminoso.La cupola è innovativa per l’audacia strutturale impiegata,che, insieme alla tecnica, ha come fine quello di suscitaremeraviglia nell’osservatore. Impostata su di un alto tambu-ro con 6 finestre alternate a nicchie, la cupola è sorretta da6 ordini di archetti sottesi, disposti a forma di esagono, so-vrapposti, sfalsati progressivamente e più stretti dal bassoverso l’alto. Un cerchio, sopra il quale si imposta la lanter-na, chiude al vertice 6 archetti: ogni archetto incornicia unafinestra, generando una struttura esagonale in pianta etroncoconica in alzato. All’esterno sono visibili gli archetti

Cappelladella Santa Sindone

La cupola

Figura 43L’interno della cupoladella chiesa di SanLorenzo, a Torino.

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che si alternano con i costoloni, con andamento a zigzag; sudi essi vi è un anello retto damontanti che poggia su un tam-buro a finestre ellittiche.Anche la lanterna si riduce progressivamente di diametro lun-go 3 livelli con motivi a stella. La particolarità del progetto stanel fatto che all’esterno si intuisce la struttura interna: loslancio e il rapporto reciproco degli archetti generano un ef-fetto dinamico, grazie anche al gioco di luce che filtra dalle fi-nestre della lanterna, del tamburo e della cupola.Un’ulteriore innovazione del Guarini è il metodo compositi-vo per cellule spaziali autonome, addizionate tra loro percreare nuovi effetti spaziali. Ciò era visibile nella pianta dellaormai distrutta chiesa di Santa Maria da Divina Providencia,a Lisbona (del 1656), dove lo schema longitudinale era otte-nuto per giustapposizione di cellule spaziali cupolate, gene-rando una serie di ellissi con archi trasversali che si fletteva-no verso l’alto e in avanti.Anche la chiesa di San Lorenzo, costruita nel 1668 per i Tea-tini, dimostra come la forma geometrica di base, costituitadal quadrato, sia articolata secondo superfici concave e con-vesse: all’interno della pianta quadrata è ricavato uno spaziocentrale, circoscritto da 8 lati convessi nei quali si aprono ar-chi a serliana su colonne corinzie. Queste aperture condu-cono a cappelle a pianta ellittica. La navata centrale, ottago-nale, si apre su un presbiterio anch’esso di forma ellittica co-perto dalla cupola circolare. Grazie a un altro arco a serlianasi giunge a un ulteriore spazio ellittico dove è posto l’altaremaggiore. Anche qui l’elemento fondamentale è la cupola atorre conica, con archi acuti disposti secondo un disegnostellare: 8 costoloni si diramano a coppie divergenti, for-mando una stella a 8 punte, ottagono di base su cui si impo-sta la lanterna. Fra gli arconi si aprono finestre ovali e penta-gonali, creando vuoti tra i costoloni e unmotivo decorativodi contrasti chiaroscurali. L’esterno nasconde la particolaritàdell’interno, dal momento che la struttura della cupola nonsi legge e, come nella cappella della Sindone, emerge sol-tanto la linea sinuosa delle pareti flesse e inflesse con fine-stre ovali e rettangolari, di spunto borrominiano.In palazzo Carignano, sempre a Torino (1679), la tecnica ar-dita scompare a favore di contrapposizioni tra linee curve erette: il fronte mistilineo si dilata per abbracciare gli edificicircostanti. Si nota un maggiore gusto pittorico, dato dallavariata incidenza della luce, dall’uso del cotto e dal doppioordine di semipilastri e cornici.La dinamica delle curve è quindi il tema dominante, in unacorrelazione tra interno ed esterno: in tal senso l’andamen-

Il metodocompositivo

Chiesadi San Lorenzo

La cupola

L’esterno

Palazzo Carignano

Tema dominante

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2 - Il Barocco nel resto d’Italia e in Europa

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to convesso della zona centrale della facciata corrisponde al-la forma ovale del salone interno.IlGuarini viene ricordato anche come trattatista: nel 1671 scri-ve il Trattato di geometria e matematica, in cui esplica siala teoria scientifica sia la sperimentazione architettonica, conriferimenti all’astrologia e alla metafisica. La sua architetturaè una riuscita combinazione di rigore matematico e arte, ca-pace di colpire direttamente e coinvolgere lo spettatore.

� Baldassarre LonghenaScultore e architetto veneziano, Baldassarre Longhena (Ve-nezia, 1598-1682) cresce in un clima di intensa attività edili-zia per la città, chemantiene una certa ricchezza grazie ai traf-fici economici di cittadini illustri. Il Longhena è allievo di Sca-mozzi, ma attinge anche allo studio di Sansovino e Palladio,lasciando un segno nella Venezia seicentesca.Nel 1631 inizia il lunghissimo cantiere per la costruzione del-la chiesa della Salute, a Venezia, terminata solo nel 1687; l’e-dificio religioso, che sorge nel punto di confluenza tra due ca-nali, presenta una pianta poligonale, per poter offrire all’os-servatore diversi punti di vista.L’ottagono della pianta è circondato da un deambulatorio (ca-ratteristico degli edifici paleocristiani bizantini) che si affacciasu 6 cappelle quadrangolari attraverso altrettanti grandi archidi trionfo portanti. Il settimo lato ospita l’ingresso, mentrel’ottavo il passaggio al presbiterio a pianta ellittica, dispostatrasversalmente.Nel vano centrale, coperto a cupola, sono collocati l’altare eil coro rettangolare; all’interno il moto centrifugo tipico delSeicento è espresso dagli archi di trionfo disposti radial-mente, dalla ricchezza delle decorazioni e dalle colonne po-ste su alti piedistalli, che si alternano alle arcate. Da notarele variazioni della luce che filtra dalla cupola e cambia di in-tensità al passaggio nel deambulatorio. La cupola emisfericaa calotta è maestosa e priva di costoloni, sorretta da 12 con-trafforti a volute – tipici del Barocco – che hanno la funzio-ne di raccordarla con il solido ottagonale che costituisce ilvano della chiesa.All’esterno emblematici sono la mobilità architettonica e l’a-spetto scenografico dati dall’alternarsi di rientranze e spor-genze, come i prospetti delle cappelle disposti a raggiera edecorati con colonne. La ricchezza plastica dei volumi edifi-cati e i giochi di luce sono introdotti da architravi e timpaniin stile palladiano che annullano le masse del corpo centrale,della doppia cupola (quella centrale e quella minore del pre-sbiterio), delle statue e degli obelischi posti a coronamento.

L’attivitàdi trattatista

Gli studi

Chiesa della Salute

La struttura

L’importanzadella luce

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L’impostazione barocca seguace del filone veneziano si af-ferma anche in edifici civili come Ca’ Pesaro, del 1660. Qui imodelli di Palladio e Sanmicheli sono resi con la robustezzaplastica del bugnato impiegato alla base del palazzo, che con-trasta con la prevalenza di vuoti dei piani superiori, a loro vol-

Le architetture civili

L’uso del bugnato

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2 - Il Barocco nel resto d’Italia e in Europa

LA DIFFUSIONE DEL BAROCCO IN FRANCIA

L’elemento architettonico del Barocco i-taliano che più influenza lo stile degli al-tri Stati europei è una particolare con-cezione dello spazio, definito dinami-camente dal flettersi delle murature, dalripetuto gioco di sporgenze e rientran-ze, da illusioni scenografiche e dall’ab-bondante impiego di stucchi e affreschi.In Francia il Barocco diviene lo strumen-to artistico impiegato per glorificare l’as-solutismo di Luigi XIV, il Re Sole, che si i-spira agli ideali di monumentalità e sim-metria del primo Rinascimento, serven-dosi dell’architettura come di un mezzoper esprimere il proprio potere.Castelli, residenze e palazzi della nobiltàfrancese risentono dell’influenza del Ba-rocco italiano, così come di elementi piùclassici ereditati dal passato. I castellisono generalmente organizzati secondouna pianta che comprende un corpocentrale e ali laterali; all’edificio si acce-de attraverso un largo cortile e peristili,giardini decorati con fontane e curaticon rigore geometrico; anche gli interniesprimono il fasto con ricchi stucchi,oro, specchi e dipinti.Nel 1655 viene nominato primo archi-tetto di corte Louis Le Vau (1612-1670).La sua opera è caratterizzata dalla gran-diosità dei rapporti tra volumi e spazio,dal gusto per le soluzioni scenografiche,dalle facciate asimmetriche e curvilineee dalla ricchezza decorativa interna. Ilsuo capolavoro è Vaux-le-Vicomte(1657), maggiore espressione del ca-stello barocco francese, dove emergo-

no le caratteristiche di equilibrio e sim-metria del corpo doppio, ma anche lamonumentalità dell’ampio frontone e lacupola ovale che dominano la facciata.Le Vau realizza inoltre un nuovo edificiointorno al castello di caccia della reggiadi Versailles (1669), contraddistintodalla severa massa del parallelepipedoalleggerito da avancorpi e colonne cherompono la monotonia delle finestre.Jules Hardouin Mansart (1646-1708),nominato primo architetto regio nel1675, mira all’esaltazione della figuradel re tramite una fedele aderenza allostile barocco nella realizzazione deisuoi complessi aperti; collabora al com-pletamento di Versailles con l’eleganteinserimento di un porticato aperto aperistilio, primo esempio di porte fine-stre che aprono la struttura al giardinoprospiciente. Uomo intelligente e ver-satile, sa anche fornire esempi di sem-plicità, come la cupola della chiesa diSaint-Louis des Invalides (1679), for-mata da 3 calotte: quella interna congrande apertura centrale, quella inter-media con dipinti e quella più esternache poggia su un ulteriore piano fine-strato sostenuto a sua volta dalla corni-ce del tamburo.Nel complesso il Barocco francese ri-mane una realtà a sé stante rispetto al-lo stile che interessa l’Europa centrale,caratterizzato dall’unione tra classico emoderno, dalla componente rigorosa erazionale, ma anche da quella fastosa escenografica.

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ta scanditi da finestre archivoltate alternate a colonnine bi-nate e singole. In Ca’ Rezzonico, del 1667, vienne alleggeri-to il bugnato alla base per privilegiare, tramite le aperturedelle finestre, una compenetrazione tra interno ed esternoe favorire in questo modo uno scambio continuo tra pubbli-co e privato.

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Architettura barocca

Dopo una serie di viaggi in cui insegna matematica e filosofia, Guarino Guarini proget-ta, a Messina, la chiesa dei Padri Comaschi, dove compare uno degli elementi che ca-ratterizzeranno le sue opere: la cupola aperta ad archi intrecciati. Ma è a Torino che ilGuarini lascia soprattutto la sua impronta. Nel 1563 Emanuele Filiberto di Savoia tra-sferisce la capitale del suo ducato da Chambery (Francia) a Torino. Questo porta la cittàa un ampliamento che non sconvolge però l’originale impianto a castrum. Del Guarinisono due le opere che ben simboleggiano lo stile dell’epoca: la cappella della SantaSindone, con la particolarissima soluzione adottata per la cupola, e palazzo Carigna-no. Notevole anche la sua attività di trattatista.

Anche la città di Venezia presenta elementi di epoca barocca, grazie soprattutto alleopere dell’architetto Baldassarre Longhena: la chiesa della Salute e gli edifici civili Ca’Pesaro e Ca’ Rezzonico.

SCHEMA RIASSUNTIVOGUARINO GUARINI

BALDASSARRE LONGHENA

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ARCHITETTURADEL SETTECENTO

1 Tardobarocco e Rococò2 Neoclassicismo

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico D

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Il Barocco rimane in auge fino alla prima metà del XVIIIsecolo, quando sfocia nel Rococò, uno stile che tendea coprire la forma architettonica con rivestimentia imitazione della natura, come grotte e rocce, e soluzioniarchitettoniche sempre meno lineari e prevedibili.In Italia esempi importanti si trovano a Torino nelle operedi Filippo Juvarra e Bernardo Vittone, e nel sud borbonico(Napoli e Caserta) nelle opere di Luigi Vanvitelli.L’esportazione di questo stile a San Pietroburgosi deve invece a Bartolomeo Rastrelli.Nella seconda metà del XVIII secolo la cultura europeaè dominata dal pensiero illuminista, che considerala ragione quale unico strumento per la conoscenzadel mondo; l’Illuminismo apprezza il criterio di razionalitàche sta alla base delle architetture classicae rinascimentale. Intanto la Rivoluzione Industrialein Inghilterra e la Rivoluzione Francese portanoprepotentemente alla ribalta un nuovo soggettoeconomico e politico: la borghesia. L’arte quindinon è più appannaggio delle corti e della Chiesa,poiché i borghesi si affermano come nuovi committentidi importanti opere e come teorici di un’arte strumentalealla vita quotidiana: nascono in questo periodo nuovediscipline come l’estetica e l’urbanistica. In tutta Europa,ma anche nei “neonati” Stati Uniti d’America, si diffondonoquindi il Neoclassicismo, un movimento architettonicoche richiama alla semplicità dell’arte classica, soprattuttogreca, e il Palladianesimo, volto al recupero dello stilerinascimentale di Andrea Palladio.

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Il passaggio dal Barocco al Rococò

Il termine Tardobarocco indica il periodo di passaggio che vadalla fine del Seicento alla prima metà del Settecento: si trat-ta di una fase transitoria di ricerca, che condurrà in manieragraduale agli ideali illuministi, caratteristici del Settecento, eal Neoclassicismo ottocentesco.Il Rococò, che coincide in parte col Tardobarocco, si sviluppaanch’esso apartiredalla finedel Seicento,maabbraccia poi l’in-tero secolo seguente, portando all’estremo gli effetti sceno-grafici e le decorazioni barocche. La definizione di Rococò de-rivadal francese rocaille (conchiglia), inusonel Settecentoperdesignare le nicchie e le pietre scolpite per la decorazione digiardini e grotte a imitazione delle rocce naturali. In ambito ar-tistico, il termine indica un carattere bizzarro, capriccioso, maal tempo stesso naturalistico. Lo stile rococò non viene ap-plicato tanto agli esterni degli edifici, quanto all’arreda-mento e alla decorazione di interni, dove dominano le paretiricoperte da ornati ramificati che si sovrappongono ai disegnitardobarocchi; è una tendenza volta a negare la forma archi-tettonica, rivestendola con un ripetuto gioco di cornici, festo-ni e volute intrecciate.Il Rococò si pone in contrapposizione al pesante plasticismobarocco, ma al tempo stesso utilizza in modo raffinato i rit-mi dinamici dello stile precedente. È espressione di un’ari-stocrazia che nasconde il suo declino con il desiderio di eva-dere dalla scomoda realtà attraverso la costruzione di unmondo fittizio. Il trasferimento della corte francese da Ver-sailles a Parigi, dopo la morte di Luigi XIV nel 1715, coinci-de con il periodo di maggiore sviluppo dello stile. La volontàdi restaurare palazzi da tempo inutilizzati è foriera di un de-siderio di rinnovamento: pareti chiare, tinte pastello, spec-chi, stucchi leggeri. Al termine del Settecento il ritorno al ra-zionalismo geometrico e alle strutture classiche segnerà lafine di questo stile.

Tardobaroccoe Rococò

Decorazionedegli interni

Analogiee differenzecon il Barocco

L’apice

La prima metà del Settecento vede portare all’estremo il rifiuto delle formedel Barocco mediante l’affermazione di un nuovo stile, il Rococò. L’irromperenella cultura europea del pensiero illuminista e del potere politico-economicodella borghesia ben presto segna un ritorno alle linee semplici e razionalidelle architetture classica e rinascimentale, dando vita al Neoclassicismo.

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Architettura del Settecento

� Il Tardobarocco piemonteseAgli inizi del Settecento l’architettura italiana si differenzia aseconda delle varie realtà regionali. In Piemonte spicca la fi-gura di Filippo Juvarra (Messina, 1678 - Madrid, 1736). Tra-sferitosi a Roma nel 1703, lo Juvarra inizia a studiare le operedi Carlo Fontana e Francesco Borromini; nel 1714 fa ritornoa Messina, per poi trasferirsi in Piemonte, dove Vittorio Ame-deo II di Savoia lo nomina suo primo architetto. A Torino,per volontà del sovrano, inizia l’attività di urbanista con l’am-pliamento della città su prosecuzione dell’originale disegnoa scacchiera. Tra i suoi interventi nello spazio urbano ricor-diamo, in piazza Castello, la facciata di Palazzo Madama, del1718, con il grande scalone.La sua opera più importante è la basilica di Superga (1715),chiesa reale per la casa dei Savoia costruita su una collina chedomina la città. L’eredità classica è evidente nella pianta cen-trale a croce greca inscritta in un cerchio, con cappelle lungogli assi diagonali; il corpo centrale è innestato nel vano qua-drangolare del monastero. La facciata è una reinterpretazionebarocca del Pantheon romano, per il pronao corinzio a pian-ta quadrangolare e per l’alto cilindro coperto a cupola, anchese si differenzia per le luminose finestre curve del tamburo checonferiscono una maggiore spinta verticale. L’insieme è arti-colato in un gioco di curve e controcurve, soluzioni sceno-grafiche, ordine gigante e inserimento di paraste, con eviden-ti riferimenti al Borromini. All’interno 6 cappelle ampiamen-te decorate circondano la navata circolare decorata con lavo-razioni in marmo. Nonmeno importante è la Palazzina di Cac-cia, a Stupinigi, in cui torna ilmotivo della rotonda: in questacomposizione a più corpi dal nucleo centrale ellittico si svi-luppano ali oblique che si estendono di fronte al palazzo, inmodo da formare una corte esagonale. Questo impianto mo-stra una perfetta integrazione con la natura e un ponderatoequilibrio delle parti, secondo uno schema geometrico di ri-ferimento. L’interno è dominato dal salone centrale copertoda una cupola retta da 4 pilastri isolati e circondato da absidi.Affreschi e stucchi decorano gli interni che risultano lumino-si grazie alle ampie finestre. La luce, usata con funzione strut-turale e scenografica, permette di definire gli spazi, i volumi ela distribuzione degli ornamenti.Nel 1753 Filippo Juvarra viene chiamato aMadrid da Filippo V,per il quale progetta diversi palazzi.Più estroso è invece lo stile di Bernardo Vittone (1702-1770),ultimo esponente del Barocco piemontese. La sua formazio-ne avviene studiando le opere di Guarini e Juvarra; la sua pre-dilezione è per gli edifici religiosi a pianta centrale con co-

Filippo Juvarra

Basilica di Superga

Il modello classico

Palazzina di Cacciaa Stupinigi

L’uso della luce

Bernardo Vittone

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1 - Tardobarocco e Rococò

perture complesse costituite dall’aggregazione di più cupo-le. Importante realizzazione è il santuario della Visitazione, aCarignano (1738): si tratta di una chiesa a pianta esagonalecon 6 cappelle che si immettono nel vano centrale attraversoarchi di cerchio. La copertura è costituita da 3 cupole: unaesterna e l’altra a doppia calotta con intercapedine e lanter-na finestrata finale. Altra sua opera di rilievo è Santa Chiara, aBra (1742), caratteristica per l’involucromurario svuotato delvano principale e per l’organizzazione dell’interno, che pre-senta una galleria con alti archi in cui le cappelline sono so-vrastate da 2 cupole, di cui una affrescata e l’altra traforata da4 aperture curvilinee.

� Luigi e Carlo VanvitelliNell’Italia meridionale l’architetto emergente è Luigi Vanvi-telli (Napoli,1700 - Caserta, 1773). Figlio del pittore olandeseGaspar VanWittel, si trasferisce a Roma dove compie studi let-terari, scientifici e artistici, assimilando le metodologie pro-gettuali di artisti come Filippo Juvarra, di cui è allievo, dei trat-tatisti del passato e di opere del tardo Seicento romano. Que-sto tipo di formazione lo porta ad acquisire un linguaggio ar-chitettonico equilibrato e rigoroso, nel quale fonde elementidella tradizione antica e di quella italiana, sia rinascimentalesia barocca. Il suo stile si pone a cavallo tra la fine del Ro-cocò e l’inizio del Neoclassicismo.Fino al 1745 riceve diversi incarichi da parte di papa Clemen-te XII che lo portano a viaggiare in molte parti d’Italia; nel1751 viene chiamato aNapoli dal nuovo re di Napoli e Sicilia,Carlo VII di Borbone, per il quale progetta la reggia di Ca-serta, i cui lavori iniziano nel 1752. L’idea del re è quella di farcostruire una reggia con annessa una nuova città, sull’esem-pio di Versailles, per farne la residenza del sovrano e dellacorte e la sede del governo. Il grandioso complesso prevedeil palazzo, il piazzale antistante, il vasto parco retrostante, lacittà e l’acquedotto; il progetto non verrà realizzato comple-tamente sia per ragioni finanziarie sia per il trasferimento delpromotore del progetto, Carlo VII, in Spagna come nuovo re,con il nome di Carlo III. Il palazzo è a pianta rettangolare, for-mata da 4 corpi di fabbrica che ne costituiscono il perime-tro, all’interno del quale vi sono 2 bracci disposti a croce chegenerano 4 cortili interni uguali e gallerie distributive; il brac-cio che congiunge l’ingresso con la parte retrostante è per-corsodaungrandee lungoportico.All’intersezionedei2brac-ci si forma un vestibolo ottagonale che costituisce il nucleodel palazzo, nonché il punto di incontro delle varie direttricidivergenti, secondo punti di vista angolari tipici delle scene

Santuariodella Visitazione,a Carignano

Chiesadi Santa Chiara

Gli studi a Roma

Lo stile

Reggia di Caserta

Il palazzo

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teatrali sei-settecentesche. Ne deriva un impianto dinamico,strutturato in modo regolare e geometrico, grazie anche allapresenza dello scalone. Il dinamismo appare più marcato nelprospetto posteriore, grazie alle sporgenze del corpo cen-trale e di quelli laterali e alla scansione dei semipilastri di or-dine gigante, di colore più chiaro rispetto al fondo murario,alternati alle numerose finestre rettangolari. Il fronte ante-riore presenta una maggiore monotonia, data dall’innume-revole quantità di finestre, rotta appena dalle sporgenze de-scritte per l’altra facciata e dal gioco di chiaroscuri dei 3 ar-coni a pianoterra inseriti nel bugnato del basamento. Il com-plesso avrebbe presumibilmente acquisito una maggiore va-rietà se fossero state realizzate, come da progetto originario,le 4 torrette angolari e la cupola centrale. In ogni modo l’edi-ficio risulta innestato scenograficamente nel magnifico parcoche si intravede attraverso il braccio longitudinale.Il figlio, Carlo Vanvitelli, alla morte del padre Luigi si dedica alprogetto del parco e del complesso di fontane, cascate e vascheche salgono verso la collina, decorate da statue raffiguranti te-mi mitici e disposte lungo il percorso secondo una scansioneritmica. Il piazzale antistante è di forma ellittica; il distaccotra il palazzo e l’ellisse è ottenuto da 2 corti bracci parallelicon un unico punto di vista centrale, in relazione al viale diaccesso, in asse con il portoneprincipale. Il riferimento al pro-

Il parco

Il piazzale

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Architettura del Settecento

Figura 44Veduta aereadella reggia di Caserta.

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getto del colonnato di San Pietro, del Bernini, è inevitabile,anche se la concezione berniniana è di tipo barocco, in quan-to i due corpi di collegamento divergenti generano l’avvici-namento alla facciata e i punti di vista sono due, posti nei fuo-chi dell’ellisse.Le ultime realizzazioni di Carlo Vanvitelli sono più classiche,pur con il gusto rococò delle soluzioni scenografiche, dellaleggerezza degli interni e dell’effetto sorpresa.

� Bartolomeo RastrelliUnaltro illustre architetto italianodell’epoca èBartolomeoRa-strelli (Firenze, 1700 - San Pietroburgo, 1771). Cresciuto inFrancia, appena sedicenne viene condotto dal padre a San Pie-troburgo, dove nel 1736 diviene architetto di corte; il perio-do più intenso della sua attività va dal 1741 al 1762, quando èimpegnatonel rinnovamentourbanisticoedediliziodella città.Il suo stile è influenzato dal Barocco e dal Tardobarocco fran-cese e italiano e dallo sfarzoso Rococò. La sua tipicità risiedenella capacità di unire tipologie russe e occidentali con l’ispi-razione rinascimentale e manierista.I suoi palazzi sono caratterizzati da una estrema linearità deldisegno: grandi facciate policrome con stucchi bianchi e blusi unisconoalla perfetta geometria dell’architettura. I fronti so-no scanditi da 2 piani di colonne che, con l’ulteriore piano ba-laustrato, danno un grande senso di verticalità. Negli internilo stile è estroso, arricchito dall’utilizzo di specchi, stucchi egiochi di luce. Tra le sue opere maggiori ricordiamo il Palaz-zo d’Inverno (1754) e la cattedrale di Smolny (1748).

Modellodi riferimento

Lo stile

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1 - Tardobarocco e Rococò

Il periodo artistico che va dalla fine del Seicento alla primametà del Settecento è de-finito Tardobarocco; negli stessi anni si afferma un altro stile, il Rococò, che restain auge per tutto il Settecento. Quest’ultimo manifesta la tendenza a negare la for-ma architettonica ricoprendola di decorazioni spesso ispirate alla natura. La decora-zione interna dell’edificio suscita più interesse della forma esterna.

I Savoia chiamano a Torino Filippo Juvarra, che qui progetta la facciata di Palaz-zo Madama e la basilica di Superga. Sempre dello Juvarra è la Palazzina di Cac-cia, a Stupinigi. Ultimo esponente del Barocco piemontese è Bernardo Vittone.La dinastia dei Borbone commissiona all’architetto Luigi Vanvitelli la costruzionedella reggia di Caserta. Il figlio, Carlo Vanvitelli, progetta il parco e il complessodelle cascate.

Bartolomeo Rastrelli esporta a San Pietroburgo lo stile del Tardobarocco e del Ro-cocò. Tra le sue opere più rilevanti il Palazzo d’Inverno e la cattedrale di Smolny.

SCHEMA RIASSUNTIVOTARDOBAROCCOE ROCOCÒ

ITALIA

EUROPA

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Il ritornodella classicità

L’importanzadella ragione

I nuovi fondamentidell’arte

La nascitadell’estetica

Il contestostorico-politico

Illuminismo e riscoperta dell’arte classica

Ametà del Settecento l’estenuante ricerca degli eccessi scom-pare a favore di una rinnovata interpretazione delle architet-ture antiche. Le varie accademie straniere da tempo insedia-tesi a Roma e i viaggi di molti artisti europei in Grecia e a Pae-stum fanno sì che lo studio delle antichità diventi fonte di ispi-razione per una rivisitazione dell’arte classica. Non vi è più unasemplice imitazione di pochi modelli del passato, ma lo sguar-do verso l’antichità muta a seconda dei caratteri di architettu-re diverse sulla base delle realtà locali. Il Settecento è princi-palmente il secolo dell’Illuminismo, vasto movimento filoso-fico e culturale nato in Inghilterra, che cerca di comprendereil mondo e l’uomo attraverso i lumi della ragione, intesa co-me l’unico strumento comune a tutti gli esseri umani. La chia-rezza della ragione è il tema fondamentale che si contrappo-ne all’oscurità, agli eccessi e agli artifici dello stile barocco; sirivalutano la luminosità e l’originaria semplicità della naturacome condizione primaria dell’umanità. Anche prima d’ora vierano stati riferimenti al patrimonio dell’antichità, ma intornoalla metà del Settecento si fa strada per la prima volta il pro-blema di una teorizzazione dell’arte. È in questo periodo chesi forma l’estetica, un’autonoma scienza dell’arte che conce-pisce l’indipendenza del fare artistico e che ha come unico ri-ferimento ideali e canoni specifici del suo ambito.Johann JoachimWinckelmann, teoricoearcheologo tedesco,nel suo scritto Storia dell’arte nell’antichità (1764) sostieneche la razionalità illuminista sia alla base della scelta di un mo-dello di bellezza ideale recuperabile nell’arte greca; l’arte de-ve essere fatta di equilibrio, elegante precisione e serenità.Il Neoclassicismo è un periodo complesso poiché, con l’ac-cesso al potere economico e politico della borghesia, muta-no le condizioni politiche e sociali degli Stati, grazie soprat-tutto alla ventata di novità portata dalla Rivoluzione France-se e dalla Rivoluzione Industriale inglese.

2 NeoclassicismoA partire dalla seconda metà del Settecento si assiste al ritorno sempre piùmarcato delle architetture del passato, più composte e sobrie grazie anchea uno studio più approfondito dell’antichità greca e romana. La miglioreconoscenza della produzione classica porta a superare la fredda imitazionedei modelli, proponendo un’interpretazione basata sui diversi gusti locali.

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Nascono nuove classi di committenti e anche la figura del-l’artista si modifica, assumendo un ruolo di impegno civile alservizio della comunità; gli ideali neoclassici sono particolar-mente evidenti in campo architettonico, ambito in cui gli arti-sti, attingendo ai migliori esempi del mondo antico, operanoal servizio delle mutate condizioni sociali e politiche dell’epo-ca. La civiltà greca rappresenta l’esempio perfetto di armoni-co sviluppo dell’uomo; la perfezione dei Greci non era soloestetica, ma anche etica e civile. Le scoperte archeologiche elaconseguenteconoscenzadirettadeimonumentiantichicon-tribuiscono non poco alla diffusione di questo principio. La fi-losofia illuminista si diffondeprincipalmente inFrancia,mane-gli anni tra lo scoppio della Rivoluzione Francese e la cadutadi Napoleone viene esportata in tutta Europa.

L’architettura neoclassica

In campo architettonico la preferenza accordata all’arte grecarispetto a quella romana suscita aspre polemiche tra artisti estudiosi. Le aspirazioni alla razionalità e alla funzionalità ven-gono espresse sul piano teorico con scritti sulla riscoperta diarchitetti rinascimentali italiani come il Palladio (da qui il Pal-ladianesimo, nato in Inghilterra e diffusosi poi in tutta Euro-pa). In Francia il teoricoMarc-Antoine Laugier non tiene piùconto della perfetta applicazione degli ordini classici, ma so-stiene che gli organismi edilizi debbano fondarsi sul sistematrave-pilastro o trabeazione-colonna, che era l’originario prin-cipio costruttivo della capanna rustica, alla base di ogni ordi-ne architettonico.Di questoperiodoè anche la nascita delmo-derno concetto di urbanistica, in quanto alla costruzionedi pa-lazzi e chiese si affianca la realizzazione di teatri, caserme,ospedali,mercati, e il tessutourbanovienerinnovatoconpiaz-ze, viali e giardini, tenendo conto delle condizioni igieniche,dell’orientamento del sole e dei venti.

� ItaliaIl Neoclassicismo italiano nasce intorno al 1740 e si sviluppafino ai primi decenni dell’Ottocento, presentando tratti diffe-renti nelle varie realtà regionali. In Veneto la prosperità eco-nomica e il riferimento costante al Palladio permettono unacontinuità con il Classicismo e uno sviluppo del settore edili-zio; ci si riferisce a forme semplici e a un connubio tra bellez-za e tecnica. A Roma il nuovo stile si afferma più lentamente, acausa della crisi economica e dell’atteggiamentoostile della cu-ria romana alle innovazioni, ma alla fine del secolo il migliora-

Nuovo ruolodell’artista

Il modello greco

Dalla Franciaal resto dell’Europa

La teoria

Nascitadell’urbanisticamoderna

Veneto

Roma

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2 - Neoclassicismo

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mento delle condizioni economiche porta a una ripresa edili-zia; infine il collegamento con l’ambiente internazionale fa diRoma il centro di raccolta di numerosi artisti e teorici.Le origini del Neoclassicismo lombardo sono legate all’Acca-demia di Parma, a sua volta connessa all’architettura france-se. L’architettoGiuseppe Piermarini (1734-1808) svolge la suaattività prevalentemente a Milano, dove giunge nel 1769 a se-guito di Luigi Vanvitelli, del quale era stato allievo e con il qua-le aveva collaborato alla realizzazione della reggia di Caserta.Ottenuta la cattedra di Architettura all’Accademia di Brera, sidedica all’urbanistica con la sistemazione di giardini e piazze(piazza Fontana). Tra le opere maggiori ricordiamo PalazzoBelgioioso, a Milano (1772): qui emergono elementi classicinel bugnato, più rustico al piano terra e liscio ai piani supe-riori, nel portone con 4 semicolonne e nel timpano, in cui unelaborato gioco di sporgenze e rientranze crea forti effettichiaroscurali. Anche nel Teatro alla Scala (1776) ritornano ele-menti caratterizzanti quali il timpano, le paraste e le semico-lonne: questi elementi architettonici, chiaramente visibiliquando il teatro sorgeva su di una lunga e stretta strada, suc-cessivamente, dopo la costruzione della piazza antistante, di-ventano meno evidenti, poiché la prospettiva angolare lasciail passo al punto di vista centrale. Con portico e terrazza ag-gettanti il teatro è una costruzione funzionale con emiciclo in-terno per la diffusione dei suoni. I caratteri stilistici del Pier-marini si possono riassumere nella sobrietà della struttura edegli elementi decorativi usati con rapporti modulari. Tra lesue principali opere si ricordano anche Palazzo Reale, a Mi-lano (1770) e Villa Reale, a Monza (1776).

� InghilterraIn Inghilterra la ricerca di un appagamento estetico attraver-so il godimento della natura e dell’arte porta a un’attenzioneai valori pittorici anche nella progettazione di edifici e giar-dini; nasce pertanto l’idea che sia importante collocare l’ar-chitettura in un ambiente fisico, rurale, urbano e storico dovetutti gli edifici siano compresi in un unico progetto monu-mentale. L’Inghilterra georgiana aveva esaltato il ruolo dellaborghesia urbana grazie all’espandersi delle attività mercanti-li; per tutta risposta l’architettura e l’urbanistica neoclassichecreano nuove tipologie per l’edilizia privata chiamate terra-ces, formate da fronti compatti che donano splendore ai cir-cus e ai crescents londinesi.WilliamKent (1685-1748), architetto, pittore edecoratoredi in-terni, nel 1710 si reca per studio in Italia e conosce quello chesarà il suomaestro, Lord Burlington, promotore dello stile neo-

Lombardia

Palazzo Belgioioso

Teatro alla Scala

Lo stiledel Piermarini

Attenzionealla collocazionenell’ambiente

Un nuovo tipodi edilizia privata

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palladiano. Kent lavora per la borghesia e la nobiltà, realizzan-do splendidi giardini trasformati in paesaggi naturali. La luce, laforma e il colore sono i suoi tratti fondamentali, insieme a unatecnica compositiva volta alla creazione di un effetto pittorico.Gli interni di Kensington Palace (Londra, 1720) presentano trestili differenti: Barocco veneto, Neoantico e decorazioni del-l’antica Roma. Holkham Hall (1734) sviluppa una pianta for-mata da 4 padiglioni esterni in stile palladiano e colonnati del-l’antica Roma, in un accentuato contrasto tra l’esterno sobrio el’interno spettacolare. Chiswick House (Londra, 1726) è ispira-ta alla Rotonda del Palladio, mentre altre realizzazioni impie-gano templi e scenografie teatrali per i giardini.Robert Adam (1728-1792) nasce in Scozia, ma lavora in In-ghilterra, dove si dedica principalmente all’architettura do-mestica, legata all’architettura pittoresca. Quest’ultima si basasul tema del movimento, inteso come l’avanzare delle varieparti dell’edificio attraverso convessità e concavità.Kedleston Hall (1760) esprime molto chiaramente i tratti fon-damentali della sua architettura: rifacendosi all’antichità ro-mana classica inserisce nel fronte sud un blocco edilizio cheriprende l’arco di Costantino, quindi un monumento urbanocollocato in un ambiente pastorale; un salone interno è co-perto a cupola come il Pantheon, gli ambienti sono contiguicome nelle case romane, gli interni decorati con stucchi e af-freschi; attingendo al Palladianesimo riprende le case a giar-dino, i porticati curvilinei che collegano il corpo centrale ai pa-diglioni, il pronao corinzio e le scalinate. Il suo stile è arricchitocon elementi greci e gotici, che danno origine a un “Neoclas-sicismo domestico”, raffinato ed elegante.John Soane (1753-1837), studente della Royal Academy, giun-ge in Italia grazie a una borsa di studio e qui assimila i carat-teri dell’architettura classica, maturando uno stile discreta-mente vario. Soane sviluppa una nuova architettura di inter-ni, in cui gli ornamenti del linguaggio classico sono incisionie scanalature che definiscono gli spazi a volta illuminati dal-l’alto. Effetti luminosi, volte sospese, successioni dinamichedi piani, uso di specchi e complessità scenica con basse cu-pole a pennacchi staccate dalla parete sono i tratti del Pitto-resco, il movimento che unisce forme irregolari a struttureneoclassiche. Soane fonde il gusto classico con il Gotico econunaderivazione barocca nella concezionedell’oggetto ar-chitettonico. Lincoln’s Inn Fields (1792), la banca d’Inghil-terra (1788) e il primo progetto della galleria d’arte delDulwich College, a Londra, sono tra le sue opere migliori.John Nash (1752-1835), architetto personale del principe reg-gente, il futuro re Giorgio IV, è un grande esponente del Pit-

I tratti fondamentali

Kensington Palace

Holkham Hall

Chiswick House

Tema del movimento

Kedleston Hall

Un nuovo stile

Nuova architetturad’interni

Il Pittorescoinglese

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2 - Neoclassicismo

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toresco inglese. Esempi della Scuola Pittoresca sono rappre-sentati dai cottage, piccole abitazioni che si differenziano perstile e materiali, con tetti di paglia o di tegole, a uno o due pia-ni, inserite in un grande prato.Per i suoi palazzi Nash unisce lo stile orientale a quello goticoe classico; impiega lo stucco chiaro per le facciate, come si ve-de in Cumberland Terrace (1828), con colonnati ionici, fron-toni e statue. Nash è ricordato soprattutto per la riqualifica-zione urbana di Londra: suoi sono i progetti per Regent Park,Saint James Park, Trafalgar Square e le Scuderie Reali. Egliimpone un disegno controllato e omogeneo, con varietà diforme sinuose, slarghi, piazze e ville disposte attorno ai par-chi. L’urbanistica rappresenta infatti un nuovo campo di ap-plicazione: ne nascono centri focali collegati fra loro con di-segni geometrici come i circus, case a schiera curvilinee ad ar-co di ellisse e linee sinuose date dall’alternanza di concavo-convesso-concavo, come Lansdowne Crescent.

� FranciaIn Francia il Neoclassicismo viene associato alle ideologie del-l’Illuminismo e della Rivoluzione Francese, di cui aspira aesprimere i nuovi significati. L’architettura neoclassica di con-seguenza interviene nella trasformazione della società stabi-lendo un nuovo rapporto tra progetto e realtà, al fine di tra-smettere valori eterni. In questa comunicazione dell’arte a li-vello sociale, lo spazio architettonico non si limita più ai si-gnificati simbolici e funzionali dei singoli edifici, ma guardaanche al loro inserimento nella natura e alla relazione con leleggi e la società. Da un lato il contatto con il mondo classicoporta a privilegiare la spazialità e la semplificazione delle for-me geometriche: utilizza solidi puri come sfere o cubi, la leg-gerezza dell’impianto strutturale, il distacco dall’imitazionedella natura per una ricerca della naturalezza, l’armonia, l’im-piego di colonne greche alte e snelle, l’uso della trabeazionecontinua, le cupole e le volte cassettonate e i massicci pronai.Dall’altro lato, il riferimento al Pittoresco porta all’allontana-mento dal Barocco, a una maggiore sensibilità per l’am-biente, quindi alla progettazione di specchi d’acqua e colon-nati aggettanti aperti sui giardini.Jacques-Ange Gabriel (1698-1782), architetto di corte, offrecomposizioni dalle proporzioni armoniche, come si può verifi-care nel Petit Trianon, a Versailles (1761), dove il blocco centra-le dell’edificio presenta 4 differenti facciate: porticati con pila-stri, con colonne corinzie o senza ordini, in un’integrazione conil giardino attraverso scalinate e un’assenza della linea curva. InPlace de la Concorde (1753) assume uno stile monumentale

I cottage

Commistione di stili

Riqualificazioneurbana di Londra

Il contesto politico

L’influenzadel mondo classico

Il riferimentoal Pittoresco

Petit Trianon

Placede la Concorde

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Architettura del Settecento

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sobrio, con 2 palazzi gemelliaventi giganteschi colonnati a 2piani. Lo scopo è l’affermazionepubblica e politica della supre-mazia regale.Claude-Nicolas Ledoux (1736-1806) non compie viaggi a Ro-ma né visita l’Accademia diFrancia, ma il suo riferimento alclassico èben visibile nella sem-plificazione delle forme deglielementi decorativi, anche inprogetti complessi. Le facciatericordanotempli antichi conru-stiche colonne giganti compo-ste da elementi cubici; le piante sono complesse come per leSaline Reali, a pianta emiciclica di gusto manierista e dall’a-spetto difensivo; le dogane parigine (barrières) sono roton-de con portici formati da colonne binate, che costituisconouna serie continua di serliane. Ledoux è considerato un visio-nario per i suoi ideali utopistici, come si vede nella progetta-zione della moderna città ideale, incompiuta. La ricerca dellarazionalità lo spinge a immaginare un complesso centrale cir-condato da un viale alberato: la struttura architettonica a se-micerchio riflette le gerarchie tipiche dell’organizzazione delsistema industriale, e i vari edifici sparsi per la campagna bo-scosa sono semplici, ma imponenti, con colonne giganti.Un altro architetto che progetta edifici ideali, portando i con-cetti di Ledoux a un elevato livello di astrazione e gigantismo,è Étienne-Louis Boullée (1728-1799), che mira a fare del-l’oggetto architettonico uno schema. Il suo allievo Louis Du-rand (1760-1834) nel Compendio di lezioni di architettura(1802) teorizza una metodologia progettuale basata sulla per-mutazione di planimetrie indipendenti dal loro sviluppo in al-zato; qui vengono in aiuto i nuovi studi di ingegneria che sistanno via via diffondendo.

� GermaniaIn Germania la divisione in piccoli principati si riflette in unadisomogeneità in campo architettonico. Gli ideali classicigiungono nel Paese verso il 1750, grazie alla politica di aper-tura verso l’Europaeall’ammirazionedel redi PrussiaperFran-cia e Inghilterra. Questi principi classici sono evidenti negliedifici simili al Pantheon romano, con cupole, frontoni, pro-nai, colonnati con padiglioni annessi, e nei riferimenti ai tem-pli greci, con alto podio, recinto sacro e forme cubiche, oltre

La città idealemoderna

I concetti si fannoancora più astratti

Gli ideali classicicome modello

Figura 45Progetto per una casadelle guardie forestali,a Maupertuis.

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ad archi di trionfo e tendenza al gigantismo. L’influenza delPalladianesimo si nota invece nei parchi paesistici e nelle ca-se di campagna affrescate all’interno.Karl Friedrich Schinkel (1781-1841) è tra i più prolifici architet-ti dell’epoca; allievo di David Gilly, dapprima si dedica alla pit-tura e alla scenografia; tra il 1803 e il 1805 compie alcuni viaggiin Italia, dove si documenta sulle architetture classica e medie-vale, e poi in Francia, dove studia le opere degli architetti illu-ministi. Nel 1810 diviene consigliere alla sovrintendenza alle co-struzioni prussiane e svolge un’intensa attività per lo sviluppoedilizio di Berlino, di cui traccia il piano regolatore del 1817.La sua architettura fonde l’aspetto funzionale con quello sto-rico; il classico si adatta al progresso industriale del tempo, co-me i palazzi sulla Wilhelmstrasse con scale di ghisa, ma allostesso tempo è evidente un’adesione fedele all’antico, punti-gliosa fino alla copia dei classici. Lo stile è decisamente eclet-tico: le formeneogrechesi ritrovanonell’AltesMuseum (1824)– dotato di un ampio colonnato di 18 colonne ioniche che in-troduce al blocco dell’edificio a pianta rettangolare e di un am-pio vano centrale quadrato sormontato da una rotonda – e inaltre opere che traggono ispirazione dal Partenone, con scali-nata che conduce a un portico ionico e interni barocchi. Il gu-sto gotico è evidente nellaWerdersche Kirche (1821), con fac-ciata di mattoni e decorazioni esterne lavorate a terracotta, al-te finestre e torri frontali oltre la copertura, tipiche del Me-dioevo. Lo stile neorinascimentale è visibile nell’Accademia diArchitettura (1832); lo stile pittorico inglese nei castelli reali.

� Stati UnitiDal 1776 al 1783 la Guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti dal-l’Inghilterra porta un desiderio di autonomia dall’Europa, an-che dal punto di vista architettonico. Con la fine della Rivolu-zione Americana si torna a guardare al Vecchio Continente,per libera scelta della borghesia mercantile. L’architettura tro-va i principali riferimenti nel Classicismo europeo, grazie a unpersonaggio fondamentale quale Thomas Jefferson (1743-1826). Terzo presidente degli Stati Uniti, autore della Dichia-razione di Indipendenza, Jefferson è anche un affermato ar-chitetto dedito all’insegnamento. La profonda conoscenza del-l’architettura neoclassica è conseguenza del suo soggiorno inFrancia come ministro; influenzato dal Palladio, sviluppa unostile basato sull’antichità. La sua architettura vuole esprimere ivalori di libertà della nuova repubblica; nelle sue opere Jeffer-son esprime bene i rapporti uomo-natura e individuo-società.Il Campidoglio dello Stato della Virginia, da lui progettato,è tra i primi edifici americani costruito nello stile del tempio

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Karl FriedrichSchinkel

Aspetto funzionalee aspetto storico

Stile eclettico

Thomas Jefferson

Le opere piùrappresentative

Architettura del Settecento

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classico:unastrutturachetrasmettestabilitàerobustezzacom-positiva – grazie anche alla sua collocazione in posizione so-praelevata –, insieme a forme limpide e semplici. Per la sua re-sidenza, Casa Monticello (1768), in Virginia, si ispira alla Ro-tonda del Palladio: un corpo centrale coperto a cupola è an-ticipatodaunpronao colonnato con timpano; bassi bracci nonsono più intesi come semplici portici, ma espansioni spazialie funzionali; queste ali sono collegate alla casa attraverso pas-saggi semisotterranei che richiamano Villa Adriana, a Tivoli. Iltetto a terrazza favorisce la contemplazione della natura cir-costante, dove sono inseriti bassi edifici di servizio, disposti inmodo da formare una grande U.Vi è una separazione tra gli ambienti pubblici e quelli pri-vati; all’interno le stanze semiottagonali intendono ottimizza-re gli spazi, secondo il concetto generale della formazione diun ambiente continuo anche con il parco. Ordine e armoniaemergono da questa costruzione, archetipo della villa ameri-cana. Jefferson si dedica allo studio dell’architettura romana,di cui adotta le forme per il progetto dell’università della Vir-ginia (1817): 2 file di padiglioni sono collegate a colonnati, po-sti ai lati di un ampio prato; i fronti sono tutti differenti e al-l’interno vi sono aule e alloggi per i docenti; nella parte retro-stante sono dislocati stanze e dormitori per gli studenti.Il progetto esprime bene il rapporto tra uomo e natura, ope-rosità e contemplazione, grazie all’integrazione fra struttureper lo studio e giardini, con grande fluidità dell’impianto. Labiblioteca, posta a un’estremità del complesso, è a piantacentrale, coperta a cupola con pronao e timpano (sumodellodel Pantheon).

Casa Monticello

Archetipodella villa americana

Rapporto tra uomoe natura

2 - Neoclassicismo

IL CAMPIDOGLIO DI WASHINGTON

Le forme classiche di questo edificio, se-de del Congresso degli Stati Uniti, simbo-leggiano le virtù americane e derivano daun rapporto di collaborazione tra diversiarchitetti. La pianta di William Thornton èdel 1793: è costituita da un corpo centra-le a T collegato a 2 ali rettangolari che tra-smettono orizzontalità all’edificio. Il vanocentrale si proietta all’esterno attraversoun portico con colonne a sostegno deltimpano triangolare superiore e ampiescalinate; un’enorme cupola sovrasta ilvano centrale. La progettazione di stampo

neoclassico e il riferimento all’antico e-sprimono il potere governativo, compara-to a quello dell’Impero Romano. L’edificioattuale è frutto di numerosi interventi suc-cedutisi nel corso dell’Ottocento, tra cui lasostituzione della cupola originaria di le-gno con una nuova struttura di ghisa. Lacupola attuale si erge su un tamburo a 2piani colonnato, terminante con la lanter-na e la statua della Libertà. Anche gli in-terni richiamano il classico, con forme adanfiteatro, mezze cupole cassonettate el’impiego di ordini classici.

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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Il Campidogliodi Washington

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Architettura del Settecento

Ultimo lavoro, ma non meno importante, è la collaborazionecon Benjamin Henry Latrobe (1764-1820) per il progetto delCampidoglio di Washington, iniziato nel 1793. Nato in Inghil-terra, Latrobe si forma culturalmente in Europa; trasferitosi inAmerica a trent’anni, introduce nell’architettura americana ca-ratteri greci e barocchi insieme a elementi classici come co-lonnati e cupole. La sua conoscenza dei fondamenti dell’inge-gneria gli permette di progettare acquedotti, piante urbanisti-che e penitenziari e di sperimentare nuovi materiali antin-cendio come pavimentazioni di mattoni, scale di pietra e co-perture di ferro (Nassau Hall, Princeton, 1802).

L’Illuminismo, movimento culturale nato in Inghilterra e diffusosi in Francia e nel re-sto d’Europa, fa riferimento ai lumi della ragione come unico criterio per compren-dere il mondo e l’uomo. Il movimento esalta e rivaluta la semplicità dell’arte clas-sica in contrasto congli eccessi artificiosi del Barocco.Nasce l’estetica comescien-za a sé stante, che teorizza l’indipendenza del fare artistico. Gli stravolgimenti eco-nomici e politici causati dalla Rivoluzione Industriale e dalla Rivoluzione Francese por-tano alla ribalta un nuovo committente per gli artisti: la classe borghese.

Il riferimento al mondo classico non è sempre univoco: alcuni prediligono lo stileromano, altri quello greco. In Inghilterra il Palladianesimo riscopre la figura di An-drea Palladio. Il francese Laugier sostiene il ritorno al sistema trave-pilastro. Nasceil concetto di urbanistica moderna.

In Veneto il riferimento al Palladio permette una continuità con il Classicismo. A Ro-ma solo alla fine del Settecento si assiste di nuovo al proliferare di artisti e teorici.A Milano Giuseppe Piermarini realizza diversi edifici in stile neoclassico: palazzoBelgioioso, il Teatro alla Scala, Palazzo Reale e Villa Reale, a Monza.

Nell’Inghilterra georgiana sono molti gli architetti neoclassici che si contraddistin-guono per l’idea di collocare l’edificio in un contesto sia rurale sia urbano che for-mi un unico progetto monumentale. Tra questi ricordiamo William Kent, RobertAdam, John Soane e John Nash.

Anche in Francia si afferma l’idea di un progetto unitario che comprenda edificio eambiente circostante. Due tra i massimi esponenti sono Jacques-Ange Gabriel eClaude-Nicolas Ledoux.

L’ammirazione del re di Prussia per l’Inghilterra e la Francia apre al Neoclassicismole porte di Berlino. Nelle ville in campagna, invece, si ritrova lo stile palladiano. Daricordare l’architetto Karl Friedrich Schinkel.

La nuova federazione di stati indipendenti non rinnega la sua origine europea. Perquesto motivo i più importanti edifici di fine Settecento sono in stile neoclassico,grazie anche all’opera dell’insigne architetto, nonché terzo presidente,Thomas Jef-ferson, che insieme a Benjamin Henry Latrobe partecipa al progetto per il Cam-pidoglio di Washington .

SCHEMA RIASSUNTIVOL’ILLUMINISMOE LA RISCOPERTADELL’ARTE CLASSICA

ARCHITETTURA NEOCLASSICA

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ARCHITETTURADELL’OTTOCENTO

1 L’architetturadell’età della macchina

2 Eclettismo3 Urbanesimo e architettura

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La fine del Settecento è caratterizzata dalla RivoluzioneIndustriale, che riprenderà vigore nel secolo successivocon una maggior diffusione negli Stati europei.Questo processo porta a un miglioramento dellecondizioni di vita, a città più popolate e affollate,nonché al progredire dei sistemi di trasportoe delle vie di comunicazione. I metodi costruttivi vengonoperfezionati e le nuove condizioni abitative richiedononuove tipologie di edifici da adibire alla produzione,alle stazioni, ai magazzini, e anche a ospedali e carceri.Materiali simbolo di questo secolo sono il ferro, la ghisae il vetro, che consentono di poter realizzare opere semprepiù ardite. Dal punto di vista formale si assiste, verso lametà dell’Ottocento, a un recupero di diversi stili delpassato, data la predilezione da parte del Romanticismoper il sentimento piuttosto che per la ragione: si ritornacosì al Romanico, al Gotico, alle forme dell’antico Egittoe a quelle esotiche, grazie anche alla diffusione crescentedegli studi sulle costruzioni dei Paesi “lontani”.A livello urbanistico si assiste al collasso delle grandi cittàeuropee, dovuto al forte inurbamento: si rivelano dunquenecessarie misure drastiche nel tentativo di adeguarealle trasformazioni in atto la viabilità, i servizi e lo sviluppofuturo delle città stesse. Ne sono un esempio gli interventirealizzati a Parigi, Vienna e Barcellona.

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Le trasformazioni sociali e politichee le scoperte scientifiche

Con l’avvento della Rivoluzione Industriale che ha luogo in In-ghilterra a metà del Settecento si assiste a una serie di rapidimutamenti – in campo tecnico, sociale, economico e cultura-le – che coinvolgono prima l’Europa e poi l’America. Gli effettipiù evidenti, che si possono considerare inscindibili uno dal-l’altro, sono lameccanizzazione dei sistemi produttivi, l’au-mento della produzione a livello industriale e la crescita del-la popolazione. Tutti eventi che si avvertono in primo luogoin Inghilterra e, con un certo ritardo, nel resto dell’Europa.Mentre in precedenza i dati sulla popolazione erano basatiesclusivamente su stime, nell’Ottocento i censimenti certifica-no una costante e vertiginosa crescita della popolazione de-gli Stati europei. Questo fenomeno non dipende né da un au-mento del tasso di natalità, che si mantiene praticamente co-stante, attorno al 37 per mille per tutto il secolo, né da un flus-so di immigrazione da altri Paesi. La spiegazione è da ricercar-si nella considerevole riduzione del tasso di mortalità, chetra la metà del Settecento e i primi vent’anni dell’Ottocentoscendedel 14permille circa, grazie almiglioramentodelle con-dizioni igieniche, dell’alimentazione e della medicina.

La nascita della città modernae lo sviluppo di nuove tipologie edilizie

Conseguenza logica dello sviluppo industriale è il migliora-mento delle vie di comunicazione, un modo per consentireun più rapido spostamento a materie prime, beni di con-sumo e persone. In Francia le strade sono generalmente lar-ghissime, dai 13 ai 20 metri, con andamento di norma rettili-neo dal centro di un paese all’altro, ma con massicciata e fon-

La RivoluzioneIndustriale

I censimenti

Migliori viedi comunicazione

Le strade francesi

Il secolo è caratterizzato da scoperte scientifiche e dall’utilizzo di nuovi materialiche portano verso un’architettura non più legata alla progettazione del singoloedificio ma alla grande scala, fino al rifacimento della pianificazione di grandi città.

1 L’architettura dell’etàdella macchinaTitolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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Architettura dell’Ottocento

do stradale di non perfetta qualità, alla cui cura e manuten-zione devono sovrintendere le popolazioni stesse tramite il si-stema delle corvées. In Inghilterra la situazione non è miglio-re, e per ridurre le spese di manutenzione lo Stato decide diaffidarle ai privati, autorizzandoli a esigere pedaggi.Le condizioni stradali migliorano, diminuendo conseguente-mente le spesedimanutenzione, con l’applicazionedellenuo-ve scoperte scientifiche ad opera principalmente diMcAdame Metcalf, che mettono a punto un nuovo sistema di costru-zione delle strade: si tratta di eliminare il sottofondo di gros-se pietre e di realizzare il manto stradale con calcare accura-tamente pressato al fine di rendere lo strato superficiale im-permeabile. Questimiglioramenti sonopossibili grazie ai pro-gressi della ricerca scientifica e, in particolare, a due studiosifrancesi: l’ingegner Claude-Louis-Marîe Navier, consideratoil fondatore della moderna scienza delle costruzioni (che nel1826 pubblica le sue lezioni tenute all’École Polytechnique),e il matematico Gaspard Monge, la cui fama è legata soprat-tutto alla teorizzazione della geometria descrittiva. Questa di-sciplina consente di rappresentare i progetti con maggioredettaglio e precisione, senza dover risolvere in cantiere le ine-sattezze progettuali.Altra novità è l’introduzione del Sistema Metrico Decimale,unità di misura univoca che va a sostituire le innumerevoliunità di misura in uso nei vari Paesi.Un altro tema caratteristico di questo secolo è la costruzionedi nuovi ponti con tecniche nuove, che consentono di spin-gere al limite l’utilizzo di materiali tradizionali, quali la pietrae il legno, e nuovi, come il ferro e la ghisa. Vengono ripresele tecniche costruttive che impiegavano strutture reticolaridi legno, già teorizzate dal Palladioma che avevano avuto unascarsa applicazione nei secoli precedenti. I ponti di pietra as-sumono sempre più un aspetto di leggerezza, grazie anche al-la progettazione dell’ingegnere francese Jean-Rodolphe Per-ronet, che migliora la tecnica costruttiva perfezionando il si-stema di fondazioni, la centinatura e il taglio delle pietre.In questo periodo migliora anche la tecnica costruttiva dell’e-dilizia comune. I materiali tradizionali, laterizio e legno, ven-gonooraprodotti industrialmente, migliorando in termini diqualità e prestazioni e diventando anche più uniformi e omo-genei. I materiali vengono trasportati con più facilità median-te la nuova rete di comunicazione costituita da strade e ca-nali, che permettono una riduzione dei costi e riducono la ne-cessità di stoccaggio. Alle finestre non viene più applicata lacarta oleata, ancora largamente impiegata alla fine del Sette-cento,ma si diffonde l’usodel vetro, con l’effetto di condizioni

Le strade inglesi

Nuove scopertescientifiche

Strade impermeabili

Scienza dellecostruzioni egeometria descrittiva

Progettipiù dettagliati

Nuovi ponti

L’edilizia comune

Le finestre

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1 - L’architettura dell’età della macchina

igienichemigliori all’interno dei locali. Le coperture sono rea-lizzate sempre più frequentemente con l’ardesia o il cotto, an-ziché con la paglia, impiegata per coprire i tetti fino al secoloprecedente. Il ferro e la ghisa entrano sempre più nell’uso co-mune, non solo comemateriali accessori di interni, serramentie parapetti, ma anche come elementi portanti. I solai vengo-no sempre più realizzati con il nuovo sistema costruttivo, ba-sato sull’accostamento di putrelle di ferro e voltini di mat-toni, sostituendo i tradizionali solai di legno che in passato ave-vano provocato molti problemi perché soggetti a incendi.

� Nuove tipologie edilizieLe grandi trasformazioni avvenute con la Rivoluzione Indu-striale portano con sé, come logica conseguenza, una serie dicambiamenti nelle tipologie degli edifici. Le prime costruzionia subire cambiamenti sono quelle produttive: se alla fine delSettecento, infatti, era necessario concentrare i luoghi di pro-duzione il più vicino possibile alle materie prime utilizzate perilmovimento dellemacchine a vapore – quindi nei pressi dimi-niere di ferro e di carbone –, ora le moderne fabbriche sorgo-no lungo il corso dei canali per sfruttare la forza motrice del-l’acqua. Gli stabilimenti cominciano a svilupparsi in altezza,sfruttando le nuove tecniche costruttive, con imuri perimetralidi pietra e mattoni e i solai fatti con voltini di mattoni e travi diferro e sostenuti da colonne di ferro.L’intensaproduzione richiedeoranuovi epiùgrandi edifici perlo stoccaggio dei prodotti. Una nuova tipologia, legata allo svi-luppo del commercio marittimo (in primo luogo inglese), èquelladeimoliper l’areaportuale londinese: ilWest IndiaDockdel 1802 (disegnato da Jessop e Gwilt), il Surrey Docks del1804 e l’Est India Dock del 1805 (questi ultimi disegnati dal-l’ingegnere scozzese John Rennie). Tutte queste costruzionipresentano strutture perimetrali realizzate in mattoni.Tipici edifici commerciali, realizzati nei maggiori centri di svi-luppo, sono quelli sorti nel Midwest degli Stati Uniti negli ulti-mi anni del secolo.Queste costruzioni richiedevano costi di co-struzione contenuti, tempi di realizzazione brevi, flessibilità efunzionalità: il risultato consiste in volumi compatti, vere eproprie “scatole” in cui sono eliminati anche i cortili interni persfruttare almassimo le superfici e che vengono arricchite di su-perfici vetrate sempre più estese, volte a portare aria e luce al-l’interno dei locali.Gli ospedali dell’epoca si discostano dagli schemi tradizionalie seguono le nuove direttive degli igienisti, che consigliano latipologia a padiglioni: un esempio è l’ospedale Lariboisièredi Parigi, realizzato nel 1839.

I tetti

I solai

Le fabbriche

Gli edificiper lo stoccaggio

Gli edificicommerciali

Gli ospedali

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Le carceri, che prima presentavano forma compatta, spesso apianta quadrata, ora seguono il nuovo concetto del panopti-con: ciò significa che l’edificio presenta un impianto imposta-to intorno a un nucleo centrale (dal quale un singolo individuoè in grado di controllare l’intera struttura), da cui si diparte unaserie di bracci disposti a raggiera, destinati a ospitare i detenu-ti. Il carcere di Devizes (1808) e la Petite Moquette di Parigi(1826) costituiscono realizzazioni esemplari in tal senso.Nuovo impulso si ebbe per l’edificazione delle Borse Valoridelle materie prime, costruite secondo lo schema della pian-ta centrale, generalmente di forma circolare, con una serie digallerie ai piani superiori e copertura a cupola con volta, perconsentire l’ingresso della luce zenitale. Esempi di questa ti-pologia edilizia sono la Borsa del Carbone di Londra, realiz-zata tra il 1844 e il il 1849 su progetto di Bunning, la Borsa delGrano di Edimburgo e la Borsa del Grano di Leeds, opera diBrodrick del 1860.

I nuovi materiali: ferro, vetro e ghisa

L’Ottocento è il secolo delle rivoluzioni tecniche e delle gran-di opere d’ingegneria, realizzate con nuovi materiali.Il ferro era già in uso nei secoli precedenti ma relativamentea parti più nascoste e, per così dire, accessorie degli edifici:giunzioni tra blocchi di pietra, catene e volte di costruzioni dimuratura. Il limitato impiego era dovuto anche alla difficoltàdi produzione, al costo elevato e alle difficoltà di approvvi-gionamento. Nel Settecento la situazione cambia, poiché co-mincia a diffondersi un utilizzo strutturale del ferro più spe-cifico, anticipatore della futura armatura del cemento arma-to: ora questomateriale viene associato alle costruzioni di pie-tra per migliorarne le caratteristiche statiche. Costituisconocasi emblematici il cornicione del pronao del Pantheon diSoufflot, costruito nel 1770 da Jean-Baptiste Rondelet, e di-verse coperture con luci poco pronunciate.A John Wilkinson si devono lo sviluppo e il perfezionamen-to della macchina a vapore e di altre macchine impiegate perla produzione. Ed è alla figura di questo metallurgista e indu-striale inglese che si lega l’idea del primo ponte fatto comple-tamente di ferro, sul fiume Severn a Coalbrookdale. Si trattadi un manufatto disegnato dall’architetto Thomas FarnollsPritchard, con un arco a pieno centro di 100 piedi di diame-tro; iniziato nel 1777, fu terminato due anni più tardi.Nel 1796 l’ingegnere inglese Thomas Telford realizza aBuildwas, sempre sul Severn, un ponte di 130 piedi di luce,

Le carceri

Le Borse Valori

Il ferro

Utilizzo strutturalepiù specifico

Il primo pontedi ferro

Il ponte di ferroe ghisa

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utilizzando meno della metà del materiale impiegato daWilkinson pochi anni prima, grazie a un sistema costruttivodelle arcate basato sull’accostamento di un gran numero diconci di ghisa.Uno sviluppo nella realizzazione dei ponti è operato da JamesFinlay, chebrevetta l’irrigidimentodel piano stradale del pon-te sospeso con catene. Il suo capolavoro si realizza nel 1810sul Merrimac River e presenta una luce di 74,5 metri. Lo svi-luppo dei ponti con catene ad anelli di ferro piatto è concre-tizzato da Brown e Telford, che nel 1820 realizzano lo UnionBridge, di 115 metri di luce. I due saranno autori in seguitoanche del ponte a catene a Rucorn e del ponte sulMenai Strait(177 m). Il culmine dei ponti sospesi di ferro si ha a Bristolcon ilClifton Bridge, progettato da Isambard Kingdom Bru-nel nel 1829, ma terminato solo nel 1864. Ulteriori passi avan-ti si hanno ad opera di White e Azzard con l’introduzione deicavi realizzati con fili metallici trafilati, che permettono di ri-durre i costi di produzione e aumentare la resistenza a tra-zione. Questa applicazione si ha nella passerella sulleSchuylkill Falls in Pennsylvania nel 1816 e a Tain-Tourton sulRodano nel 1825, ad opera dei fratelli Seguin. Seguendo glistudi condotti dall’ingegnere francese Louis Joseph Vicat sul-la possibilità di filare i cavi metallici direttamente sul posto –concretizzati dalla realizzazione in Francia, negli anni se-guenti, di molti ponti sospesi –, l’ingegnere americano JohnAugustus Roebling realizzerà inAmericaun acquedotto aPitt-sburg, un ponte ferroviario di 243 metri di luce a Niagara Fal-ls e il celebre ponte di Brooklyn a New York, terminato nel1883, 14 anni dopo la sua morte.Nel frattempo l’utilizzo della ghisa prende sempre più piedeanche nelle costruzioni civili per la necessità di realizzare am-bienti con luci sempre più grandi. Esempi emblematici sonogli edifici industriali, che richiedono strutture resistenti, noningombranti e non infiammabili, come la filanda di cotone diPhilip-Lee a Manchester del 1801, costruita da Boulton eWatt. In ghisa non venivano realizzati solo edifici funzionalie con uno schema molto regolare, ma anche elementi deco-rativi qualimodanature e inferriate. Ne è un esempio il RoyalPavilion (Padiglione Reale) di Brighton, opera dell’architettoe urbanista inglese John Nash (1815-1821).Insieme alla produzione del ferro e della ghisa, è in costantecrescita anche quella del vetro, i cui progressi tecnologici con-sentono di realizzare lastre sempre più grandi. Tuttavia, a cau-sa delle tasse introdotte durante le guerre napoleoniche, laproduzione subisce una battuta d’arresto, almeno per quelche riguarda l’Inghilterra. In seguito al trattato di pace la pro-

I ponti sospesi

L’impiego dei filimetallici trafilati

La ghisa

Il vetro

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duzione del vetro può riprendere la sua corsa, permettendola realizzazione di coperture con vetrate sempre più ampie.Un nuovo impiego si riscontra nelle gallerie urbane: la primagalleria con vetrata a botte fu la Galerie d’Orléans di Fontai-ne del 1829, realizzata nel Palais Royal, ma esempi importan-ti si hanno anche in Italia a Genova (1875), a Napoli (1887) ea Milano, con la celebre Galleria Vittorio Emanuele II pro-gettata da Giuseppe Mengoni.Un’altra tipologia edilizia risultato dell’accostamento di ferroe vetro è la serra, abbinata all’idea di passeggiata e inserita al-l’interno di parchi e spazi pubblici. Primo esempio parigino èil Jardin des Plantes, realizzato nel 1833 da Charles RohaultdeFleury; seguono il progettodi sir JosephPaxtonper ilGreatStove di Chatsworth a fine anni Trenta e la PalmHouse (pres-so Londra), realizzata tra il 1845 e il 1848 su progetto di Ri-chard Turner e Decimus Burton. Questo edificio, che ripren-de la tradizione costruttiva delle serre già sviluppata nel se-colo precedente, si distingue per uno sviluppo in lunghezzadi 110metri e la presenza di un impianto di distribuzione del-l’acqua calda per il riscaldamento invernale garantito da 12caldaie; l’acqua piovana era raccolta dai pilastri cavi in ghisae da canali collettori disposti nel basamento e poi convoglia-ta in un serbatoio sotterraneo.Altra tipologia che si viene a creare nelle grandi città, semprepiù moderne, è costituita dalle coperture delle stazioni fer-roviarie, costruzioni nelle quali si assiste a un utilizzo com-binato di ferro e vetro: tra gli esempi si citano la Lime StreetStation di Liverpool, edificata nel 1849 su disegno di Turnere Joseph Locke, la galleria vetrata della stazione di York, lastazione di Saint Enoch a Glasgow e la stazione di Saint Pan-crace di Londra. La realizzazione della stazione ferroviariarappresentava un tema progettuale complesso e di difficilesoluzione, perché mal si potevano accostare l’edificio di te-sta, che spesso rappresentava la porta d’ingresso delle gran-di città, costruito in stile eclettico, e la tettoia costruita nellaparte retrostante a copertura dei binari, realizzata spesso se-condo un puro criterio funzionale. La soluzione più adotta-ta era quella di mascherare le arcate con una facciata in sti-le, in modo che non si vedessero dalla strada. Di fatto si as-siste in questo caso a una netta separazione delle compe-tenze progettuali tra l’architetto, che si occupa della stazio-ne vera e propria, e l’ingegnere, al quale viene affidata la co-struzione della tettoia.Realizzate con l’utilizzo di ferro e vetro sono anche le gran-di strutture riservate alle esposizioni, che rappresentano l’a-pice degli edifici progettati per essere costruiti sfruttando la

Le gallerie urbane

La serra

La Palm House

La copertura dellestazioni ferroviarie

Le struttureper le esposizioni

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standardizzazione e la prefabbricazione. L’EsposizioneUniversale del 1851, ospitata a Londra in Hyde Park, ha co-me suo simbolo l’edificio realizzato per ospitare l’esposi-zione stessa: Crystal Palace. Si tratta di una costruzione pro-gettata da sir Joseph Paxton, che negli anni precedenti ave-va accumulato grande esperienza nella realizzazione di ser-re. Nessuno dei 254 progetti presentati in occasione dellagara bandita per la progettazione dell’edificio fu ritenutoidoneo. Paxton fu in grado di progettare in otto giorni unacostruzione ortogonale a 3 gradoni con uno sviluppo inpianta a croce latina. La struttura – fondata sul modulo di2,4 metri con campate che variano da 7,3 a 22 metri – ven-nemontata in tre mesi. La sua importanza sta nel fatto cheè stato il primo edificio costruito senza la necessità di do-versi identificare con un preciso stile architettonico; sem-plicità e rigore costituiscono la sua forza. Il successo me-diatico e di pubblico dell’Esposizione di Londra porta anche

Crystal Palace

Il primo edificio“senza stile”

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Figura 46Crystal Palace, a Londra.

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Architettura dell’Ottocento

LA SCUOLA DI CHICAGO

L’evoluzione della tecnica edilizia e la sco-perta, sul finire del secolo, di nuove tec-nologie – quali l’ascensore idraulico, il ri-scaldamento centrale, il condizionamentodell’aria, il sistema di posta pneumatica, iltelefono e l’illuminazione elettrica – per-mettono di realizzare edifici sempre piùcomplessi. Ma è solo l’inserimento del-l’acciaio nell’ossatura strutturale delle co-struzioni a rendere possibile la realizzazio-ne di alberghi, magazzini e uffici di dimen-sioni sempre maggiori. Questa nuova tec-nica costruttiva prende piede soprattuttoa Chicago – da cui il nome di Scuola diChicago –, nell’ultimo terzo del XIX seco-lo, in seguito a un violento incendio che,nel 1871, aveva distrutto quasi completa-mente gli edifici della città, costruiti in le-gno. Lo studio maggiormente attivo inquel periodo è quello diWilliam Le BaronJenney, in cui si formeranno professioni-sti del calibro di Daniel Burnham, JohnRoot e Louis Sullivan. Jenney realizza nel1879 il Leiter Building, che esternamen-te è retto da ritmati pilastri di muratura einternamente da montanti di metallo; nel1884 l’Home Insurance Building (il pri-mo edificio con l’ossatura fatta interamen-te di ferro, con le pareti perimetrali nonpiù portanti, ma semplicemente appog-giate alla struttura) e, nel 1889, il Fair Buil-ding. Henry Hobson Richardson, forma-tosi a Parigi all’Accademia di Belle Arti, sidistingue per la particolare veste stilisticadei suoi edifici: nei magazzini Marshall-Field Wholesale Store, del 1885, la co-struzione non ha le forme slanciate pro-prie di un grattacielo ma quelle di una co-struzione massiccia in bugnato di pietra ti-pica dei palazzi rinascimentali italiani. Inquesto edificio è evidente la ricerca dellaleggerezza e della verticalità: con il pro-gredire dei piani le finestre ad arco au-

mentano di numero ma si fanno più pic-cole. All’interno, invece, lo schema strut-turale è quello tipico: la maglia rettango-lare strutturale è fatta di piastrini di ghisae il blocco funzionale comprende scale,ascensore e parte impiantistica. L’ideamoderna di grattacielo si evidenzia nelReliance Building progettato da Burn-ham e Root a Chicago, dove si assiste auna pura e semplice ripetizione del pianotipo. L’edificio, infatti, viene costruito nel1890 su 5 piani e sopralzato cinque annipiù tardi di altri 10 piani. In esso si assistealla preponderanza sempre maggiore deltelaio d’acciaio a scapito della parte rea-lizzata in muratura. L’edificio assume sem-pre più leggerezza e trasparenza, grazieall’utilizzo sempre maggiore delle superfi-ci vetrate e all’inserimento del bow win-dow, elemento caratteristico dell’architet-tura residenziale, che trova una sua iden-tità propria negli edifici multipiano, per lapossibilità di aumentare la superficie fine-strata. Sullivan, invece, si fa notare peruna personale concezione del grattacie-lo, interpretato come organismo compo-sto da 3 fasce ben distinte: una prima par-te, il basamento, costituito da piano terrae mezzanino, in cui deve essere garantitala più ampia libertà di accesso possibile;una seconda parte, l’attico, che rappre-senta la parte terminale dell’edificio, il suocoronamento; una terza parte, il corpocentrale, in cui si trova una ripetizione in-definita di piani. Il tutto secondo richiamialla tripartizione della colonna classica,ma anche alla tripartizione caratteristicadel corpo umano: piedi, corpo e testa. E-sempio caratteristico di questa sua con-cezione è il Guaranty Building di Buffalodel 1994, progettato insieme a DankmarAdler. I piani più bassi risultano più lumi-nosi e le colonne strutturali più libere.

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altri Paesi europei a organizzare, negli anni seguenti, espo-sizioni tese a mettere in evidenza i traguardi raggiunti in am-bito industriale e nel campo della ricerca scientifica.Un’altra Esposizione degna di nota è quella parigina del1889. In questa occasione per la costruzione del simbolo del-l’evento vengono adottate la torre in ferro, ideata e realiz-zata dall’ingegner Alexandre-Gustave Eiffel – inizialmentecome installazione temporanea, ma in seguito mantenutastabile e divenuta un simbolo della città –, e la Galerie desMachines. Quest’ultima costruzione viene realizzata dagliingegneri Contamin, Pierron e Charton con una serie di ar-chi a giunti imbullonati e con l’applicazione di uno schemastrutturale a 3 cerniere che consente l’assorbimento delledilatazioni termiche. Con la sua luce di 107 metri e le piat-taformemobili destinate all’osservazione, la struttura era es-sa stessa una “macchina da esposizione”.

1 - L’architettura dell’età della macchina

Figura 47Dettaglio della facciatadel Reliance Building,opera di Burnhame Root, a Chicago.

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Architettura dell’Ottocento

McAdam e Metcalf brevettano un sistema di costruzione delle strade realiz-zando ilmanto stradale con calcare accuratamente pressato per rendere lo stra-to superficiale impermeabile.Grazie all’ingegnere francese Gaspard Monge, che fonda la geometria descrit-tiva, migliora la rappresentazione grafica dei progetti.Gli edifici destinati alla produzione vengono costruiti lungo i corsi d’acqua construttura perimetrale di mattoni e interno con pilastri di ghisa e con sviluppo supiù piani. Gli edifici commerciali hanno volume compatto, grandi superfici sfrut-tabili e grandi pareti finestrate. Gli ospedali sono realizzati con struttura a padi-glione secondo le nuove direttive igieniche; le carceri seguono il concetto delpanopticon con un corpo centrale e bracci che si dipartono dal centro.

I NUOVI MATERIALI Il miglioramento della produzione del ferro consente la realizzazione di opere in-gegneristicamente più ardite: i ponti coprono luci sempre maggiori con diver-se tecniche, tra cui quella detta a catenaria. Anche la produzione del vetro con-sente l’uso di lastre sempre più grandi, che vengono impiegate in serre, coper-ture di stazioni ed edifici per le esposizioni, tra cui emblematico è il CrystalPalace, costruito nel 1851 a Londra.A Chicago, in seguito a un violento incendio che distrugge la città nel 1871, pren-de avvio la scuola di Chicago, che grazie a Le Baron Jenney, Adler, Sullivan eRichardson progetta edifici con intelaiatura d’acciaio e altezze sempre mag-giori, fino a raggiungere le quote dei grattacieli.

SCHEMA RIASSUNTIVOARCHITETTURA DELL’ETÀDELLA MACCHINA

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Il recupero degli stili

La produzione architettonica della parte centrale del secolonon è caratterizzata da uno stile predominante, ma piutto-sto da una forte contrapposizione tra Neoclassicismo e Neo-gotico: conseguenza del dualismo tra il Romanticismo, chepredilige gli stili medievali perché improntati al predominiodel sentimento sulla ragione e per l’assenza di regole, e il Neo-classicismo, che invece è legato alla schematizzazione classi-ca e alla costruzione secondo regole prospettiche e di pro-porzione. Questo periodo viene identificato come Ecletti-smo, ovvero recupero formale di vari stili propri della pro-duzione architettonica del passato. La scelta dello stile vie-ne ora definita caso per caso, in base alla funzione e alla col-locazione urbana dell’edificio. A favorire l’Eclettismo è anchela sempre maggior diffusione delle pubblicazioni relative astudi e rilievi degli edifici del passato o caratteristici di altriPaesi e culture.

� NeogoticoIl Neogotico è considerato il primo di molti revival dell’Otto-cento, la cui origine è legata alla ripresa di interesse per il Me-dioevo, che aveva caratterizzato la cultura europea.L’Inghilterra è il primo Paese a dimostrare di voler attuare il re-cupero del Gotico, che in pratica non era mai stato abbando-nato nonostante la diffusione del Classicismo palladiano. Ver-so la fine del Settecento gli esempi di Neogotico in Inghilterrasono rappresentati da finte rovine e piccole costruzioni al-l’interno di giardini, legate piuttosto a un gusto preromanticodel pittoresco. Nel secolo successivo, quando si afferma il Ro-manticismo, si identifica nell’architettura medievale il simbolodella storia e della tradizione nazionale. Emblema della produ-zione neogotica in Inghilterra è il palazzo del Parlamento diLondra (1836-1860), realizzato suprogetto diAugustusWelby,Northmore Pugin e Charles Barry. Si definisce un organico

La contrapposizionetra Neoclassicismoe Neogotico

La scelta dello stile

Il primo revivaldell’Ottocento

Inghilterra

Il palazzodel Parlamento

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Gli anni centrali dell’Ottocento sono caratterizzati dalla contrapposizionetra Romanticismo e Illuminismo. Sul piano architettonico il primoporta alla riscoperta degli stili medievali, con la convinzione che sianoespressione del predominio del sentimento sulla ragione, mentre il secondoè più legato alla costruzione, secondo schemi ben definiti.

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rapporto traarchitetturaesocietà,dacuiderivano il valore“mo-rale” del Gotico e il suo ruolo di modello costruttivo.In Francia il Gotico si sviluppa come modello di razionalitàstrutturale, legato all’uso corretto deimateriali e a necessità dicarattere funzionale. Il maggior artefice del Neogotico france-se è Eugène Viollet-le-Duc, architetto, teorico e restauratore,che applica le sue teorie negli interventi di restauro: esempisonoNotre-DameaParigi (1845), lecattedralidiReims,Amiens,Chartres, l’abbazia di Saint-Denis e le mura di Carcassonne.Anche in Germania, come in molti altri Stati del Nordeuropa,il Gotico viene adottato come stile nazionale; infatti, già nel1773 Goethe nel saggio Dell’Architettura tedesca anticipa lostile che sarà poi ripreso nel secolo successivo. Esempi signifi-cativi sono il completamento della cattedrale di Colonia e laricostruzione delmunicipio di Monaco.In Italia, invece, dove la tradizione classica e rinascimentale èradicata, il Neogotico riveste un ruolo marginale. Nonostanteciò si possono citare esempi di grande valore: il Caffè Pe-drocchi (Pedrocchino) di Padova (1837) progettato da Giu-seppe Jappelli, le facciate del duomo di Firenze (1875-1886)di Emilio de Fabris e della basilica di Santa Croce (1857-1862)di Niccolò Matas, il castello Mackenzie a Genova (1890) di Gi-no Coppedè e la Sinagoga di Milano (1890) di Luca Beltrami.

� NeoromanicoTratto identificativo dello stile neoromanico sono gli archi atutto sesto e le finestre ad arco, con un uso massiccio dellapietra e del mattone a vista. Il Neoromanico recupera lin-guaggio, forme emateriali dell’architettura romanica, ma nonpuòessere consideratoun semplice revival, bensì piuttostounrecupero stilistico della produzione architettonica paleocri-stiana, bizantina e romanica. Gli esempi più importanti sonoedifici di carattere religioso, e gli esponenti di maggior spic-co sono in Francia Laurent Vaudoyer, in Inghilterra ThomasHenry Wyatt e Henry Clutton e in Germania Ludwig Persius.In Italia gli esempi più rappresentativi riguardano il restaurodi edifici esistenti, in particolar modo il rifacimento delle fac-ciate di alcune chiese, tra cui San Babila e Sant’Eufemia a Mi-lano, o nuove costruzioni come il Museo Civico di Storia Na-turale, casa Verdi e il Cimitero Monumentale, sempre a Mila-no. Gli esponenti più rappresentativi sono in Italia Carlo Ma-ciachini, Luca Carimini e Camillo Boito; in America si distin-gue Henry Hobson Richardson, che, dopo essersi formato al-l’Accademia di Belle Arti a Parigi (École des Beaux-Arts), tor-na in America e progetta chiese, edifici residenziali, tribunalie atenei, nonché negozi.

In Francia

In Germania

In Italia

Archi a tutto sestoe finestre ad arco

Esponenti francesie inglesi

Esponenti italiani

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� NeoegizioLo stile neoegizio si ispira all’antico Egitto, favorito dalle cam-pagne napoleoniche iniziate nel 1798 e diffuso grazie alla rea-lizzazione di pubblicazioni sulle scoperte e sui ritrovamentiarcheologici. Questo stile ha avuto una larga diffusione nelcampo dell’arredamento e nella decorazione di carattere fu-nebre. Elementi caratteristici sono gli obelischi a decorazionedi piazze, le colonne a imitazione dei fasci di papiro, i capitel-li con fiori di loto e i tetti piani. Questi elementi si ritrovano inedifici funerari e mausolei, con riferimento al culto dei morti,e in edifici accademici in omaggio al progresso scientifico rag-giunto dagli Egizi. Emblematici sono l’Egyptian Hall di P.F. Ro-binson a Londra, ilMedical College di T. Stewart a Richmond,l’Egyptian Quay a San Pietroburgo, il cimitero di Sharrow Va-le a Sheffield e quello di Grove Street a New Haven.

� EsotismoInsieme al recupero degli stili, la storia dell’architettura euro-pea ottocentesca registra un interesse sempre maggiore neiconfronti delle culture orientali grazie ai contatti sempre mag-giori con le colonie. Si diffonde così l’Esotismo (o Stile Mo-resco), che ha le sue note distintive nell’impiego di maiolicheper rivestire le pareti, ampie superfici decorate con trafori, cu-pole a bulbo, colonne esili e ritmate con ampie superfici fine-strate. Gli edifici realizzati secondo questo stile sono princi-palmente stabilimenti termali, casinò, alberghi e sinagoghe;particolare è la sinagoga realizzata aBerlino suprogettodiKno-blauch e Stuehler (1859-1865), la cui cupola è ornata da ner-vature in oro e affiancata da 2 piccole torri terminanti con unacupola che ricorda i minareti delle moschee. Altre sinagoghesono quella di Monaco (1832) di F. vonGartner e quella di Dre-sda (1837) di G. Sempre. Di particolare effetto è poi il già cita-to Royal Pavilion a Brighton, di John Nash (1815-1821), carat-terizzato da una struttura di ferro e ghisa, una serie articolatadi cupole a bulbo,minareti e decorazioni a traforo.

Arredamentoe decorazioni funebri

Interesse per leculture orientali

La sinagogadi Berlino

Il Royal Pavilion

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2 - Eclettismo

Verso la metà dell’Ottocento la contrapposizione tra i principi del Romanticismo(orientati al predominio del sentimento sulla ragione e alla libera espressione) e quel-li del Neoclassicismo (rivolti alla composizione classica secondo le regole della pro-porzione e della prospettiva) conduce alla mancanza di uno stile predominante e al-l’affermazione dell’Eclettismo, che recupera i vari stili della produzione del passato,applicandoli ai singoli edifici in rapporto alla funzione e all’ubicazione. I filoni principa-li sono il Neogotico, il Neoromanico, il Neoegizio e l’Esotismo (questi ultimi risul-tato rispettivamente dell’interesse per l’archeologia e per le culture orientali).

SCHEMA RIASSUNTIVOECLETTISMO

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Spostamentodella forza lavoronelle città

Urgono pianidi sviluppo

Le prime leggiedilizie

Parigi

I grandi piani di sviluppodelle capitali europee

Con la seconda fase della rivoluzione industriale, in cui l’utiliz-zo della macchina a vapore svincola la localizzazione della fab-brica dalla vicinanza ai giacimenti di carbone, alla concentra-zione di legna o alla presenza di un corso d’acqua, si assiste al-lo spostamento delle fabbriche verso i centri più importanti.Queste dinamiche portano, nel giro di pochi decenni, a mas-sicci spostamenti di forza lavoro dalle campagne verso i cen-tri urbani, che diventano sempre più grandi, sempre piùaffollati e sempre più ingestibili.Le abitazioni sorgono inizialmente senza un piano di svilup-po ben preciso, con intenti puramente speculativi e senza checi si preoccupi delle condizioni igieniche dei lavoratori, chevanno sempre peggiorando e provocano epidemie di colera,con frequenza sempre maggiore ed effetti devastanti.Le prime reazioni a queste ondate di pestilenza determinanola consapevolezza della necessità di nuove fognature, pavi-mentazioni stradali e condizioni igienicheminimenelle abi-tazioni. Da queste semplici, ma fondamentali richieste si ar-riva alle prime leggi inglesi riguardanti prescrizioni di carat-tere igienico (1847-1848), alla prima legge che prevede l’edi-lizia sovvenzionata, ovvero la costruzione di edifici econo-mici per le classi meno abbienti e per le città con più di 10 000abitanti, nonché alla legge del 1866, che introduce il concet-to di esproprio per pubblica utilità al fine di poter effettua-re interventi edilizi che migliorino le condizioni di degrado.Tutte queste nuove disposizioni richiedono però un certo las-so di tempo perché possano diventare efficaci e produrre glieffetti desiderati.Clima del tutto particolare è quello che caratterizza Parigi sot-to Napoleone III, il quale, grazie all’intervento del baroneHaussmann, prefetto della Senna in carica dal 1853 al 1870,realizza una serie di interventi volti al miglioramento delle

3 Urbanesimo e architetturaLa seconda fase dell’industrializzazione di inizio Ottocento portaalla localizzazione delle sedi di produzione nei centri più importanti.La concentrazione di forza lavoro causa nel giro di pochi decenniil collasso delle città e fa insorgere malattie e pestilenze che dovrannoessere affrontate e risolte con interventi urbanistici drastici e innovativi.

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condizioni igieniche della città (che all’epoca ha superato ilmilione di abitanti) ma anche alla eliminazione di quei quar-tieri, con strade anguste e strette, che avevano favorito i mo-ti insurrezionali del 1848. Gli interventi di Haussmann si pos-sono riassumere in cinque tipologie differenti. In primo luo-go riguardano le vie di comunicazione: vengono realizzatenuove arterie stradali per collegare la città vecchia con i nuo-vi quartieri periferici, vengono realizzati 95 chilometri di nuo-ve strade e larghi boulevards che vanno a tagliare i quartiericongestionati del centro, soprattutto quelli che avevano crea-to problemi durante i moti. Le nuove strade presentano untracciato ad andamento per lo più rettilineo, mettono in co-municazione i principali centri di Parigi con le stazioni e han-no comepunto di fuga imonumenti più significativi della città.Il secondo tipo di intervento riguarda i lavori edilizi, in segui-to allo stravolgimento viabilistico del centro. La Prefettura in-terviene con la realizzazione di una serie di nuovi edifici di ca-rattere pubblico quali scuole, uffici amministrativi, bibliote-che emercati, alla cui progettazione sono chiamati i miglioriarchitetti del momento: Henri Labrouste, Victor Baltard, Au-guste-Émile Vaudremer (tutti francesi) e il tedesco Jacques-Ignace Hittorf. Haussmann si occupa anche dei parchi pub-blici, sistemando ilBois deBoulogne che, per la sua vicinanzacon gli Champs Élisées, sarà meta della borghesia parigina;per le classi più povere viene realizzato il Bois de Vincennes,localizzato a est della città. Altri due parchi pubblici sono leButtes-Chaumont e il Parc Montsouris. Collegata alla costru-zione dei tracciati di nuove strade è la realizzazione degli im-pianti pubblici (idrico, fognario e di illuminazione), che di-ventano realtà grazie alla progettazione dell’ingegner FrançoisBelgrand; ultimo intervento di riassetto della città di Parigi èla riorganizzazione a livello amministrativo, che annette alla ca-pitale i comuni attorno alla cinta daziaria e ridistribuisce gli ar-rondissements, a cui viene attribuita parte delle funzioni am-ministrative. Molte altre grandi città della Francia sono inte-ressate dagli stessi interventi, simili per impostazione ma nondi certo per i risultati ottenuti: a Lione tra il 1853 e il 1864 adopera del prefetto Vaisse, a Marsiglia, dove si eseguono lavo-ri alla rue Imperiale che attraversa la città, e a Tolosa.A Barcellona, il piano definito dall’ingegner Ildefonso Cerdánel 1859 prevede lo sviluppo della città su disegno a magliaortogonale con ampi isolati attraversati da 2 ampi viali che siincrociano nel centro con andamento diagonale. L’idea di ur-banizzazione avanzata da Cerdá si basa su una distribuzioneall’interno della città dei servizi pubblici, con gli spostamentifavoriti dallo sviluppo dei sistemi di trasporto pubblico.

Gli interventidi Haussmann

Nuove strade

Lavori edilizi

Parchi pubblici

Impianti pubblici

Riorganizzazioneamministrativa

Altre città francesi

Barcellona

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3 - Urbanesimo e architettura

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Un’altra capitale europea interessata da un’importante rior-ganizzazione urbanistica è Vienna, città che all’epoca si èespansa oltre la cerchia delle fortificazioni. Nel 1857 l’Impe-ratore bandisce un concorso, definendo le regole per la pro-gettazione dell’area verde che si sarebbe creata abbattendo lemura della città vecchia. Il progetto vincitore è quello diLudwig von Förster, che propone la realizzazione della nuo-va cintura verde a coronamento del centro, chiamata Ring,che permette il collegamento tra vecchia e nuova città senzaeffettuare gli sventramenti che avevano interessato Parigi.Lungo il Ring si affacciano anche tutti i nuovi edifici pubblici:teatro, biblioteca, archivio, museo, mercati e gallerie.

Vienna

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Architettura dell’Ottocento

Il forte inurbamento delle principali città europee porta in tempi rapidi a condizioni divita disagevoli e malsane. I primi interventi si concretizzano come prescrizioni di carat-tere igienico, leggi riguardanti l’edilizia sovvenzionata e l’introduzione dell’esproprio perpubblica utilità. Parallelamente si assiste all’ideazione di una serie di grandi piani urba-nistici di sviluppo delle capitali europee, tra cui Parigi ad opera di Haussmann tra il 1850e il 1870 (con stravolgimenti che interessano strade, edifici e parchi), Barcellona adopera di Ildefonso Cerdá nel 1859 e Vienna ad opera di Ludwig von Förster nel 1857.

SCHEMA RIASSUNTIVOURBANESIMOE ARCHITETTURA

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ARCHITETTURADEL NOVECENTO

1 Dal Modernismoalla Secessione viennese

2 Dal Futurismo al Razionalismo3 Dal Movimento Moderno

all’Architettura Organica

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Nel Novecento l’architettura si muove in un costante climadi rottura con la tradizione, come si era già verificatoper tutte le arti alla fine del secolo precedente. Nasconolinguaggi nuovi (dalle ardite soluzioni del Modernismodi Gaudí alle utopie progettuali del Futurismo), accomunatidal rifiuto degli stili classici e dell’Eclettismo,dall’abbandono della priorità del principio esteticoe dall’utilizzo di materiali nuovi (cemento armato, acciaio,calcestruzzo). Negli Stati Uniti lo sviluppo urbanoaccelerato porta all’elaborazione di tipologie del tuttonuove, come il grattacielo. Alcune correnti trovanodeclinazioni diverse nei singoli Paesi, come nel casodi Art Nouveau, Jugendstil, Liberty e Secessione viennese.Tra le figure eminenti dell’architettura del Novecentosi ricordano Otto Wagner e Adolf Loos a Vienna, AugustePerret e Le Corbusier in Francia, Peter Behrensin Germania, Giuseppe Terragni in Italia, Frank LloydWright e Louis Henry Sullivan negli Stati Uniti. Tendenzecomuni sono l’utilizzo del cemento armato e la predilezioneper costruzioni lineari, funzionali, severe e privedi ornamenti. Anche i regimi totalitari, sorti dopo il primoconflitto mondiale, in particolare in Italia e in Germania,adottano uno stile proprio e fanno dell’architetturauno strumento di espressione del proprio poteree di consolidamento del consenso popolare.

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Modernismo o Liberty

Con i terminiModernismo o Liberty si definisce un insiemeditendenze architettoniche accomunate da caratteristiche analo-ghe, prima su tutte il distacco dai criteri del passato per andarealla ricerca di forme nuove. Tali tendenze si sviluppano in Eu-ropa in coincidenza con l’Art Nouveau, verso la fine del XIX se-colo, in seguitoallaRivoluzione Industrialeeaiprogressidaque-sta scaturiti: si assiste al rifiuto dello stile poco attraente dell’ar-chitettura industriale della primametà del XIX secolo e allo svi-luppo di nuovi concetti architettonici ispirati alla natura. Un nu-mero consistente di architetti di tutto il mondo inizia a svilup-pare nuove soluzioni per integrare tradizioni consolidate (co-me il Gotico) con nuove possibilità tecnologiche. I lavori diLouis Henry Sullivan a Chicago, Victor Horta a Bruxelles, Gaudía Barcellona, Otto Wagner a Vienna e Charles Rennie Mackin-tosh aGlasgow, tramolti altri, possono essere considerati comeprimi approcci di integrazione tra vecchio e nuovo. Sebbenesi sia poi sviluppato come corrente architettonica in tutta Eu-ropa, il Modernismo viene tuttora collegato alla sua sede origi-naria, la Catalogna: a Barcellona e in altri centri della regione,tra il 1880e il 1930 ilModernismotrova terreno fertilenella com-pattezza economica e nella cultura della borghesia locale, assaicolta e sensibile dal punto di vista artistico. Lo sviluppo dell’ar-chitettura modernista catalana, che tocca la punta massima nelprimo decennio del Novecento, si protrae fino al 1914, macon propaggini lungo tutti gli anni Venti e una continuità vitaledifficilmente riscontrabile in altre aree europee. Il Modernismocatalano si caratterizza per i suoi legami con lo storicismo eclet-tico precedente, per la libera e originale interpretazione di ele-menti della tradizione locale (uso delmattone a vista, dellemat-tonelle maiolicate di gusto mudéjar, del ferro battuto e dellaterracotta) e per l’adattamento intelligente ed estroso ai motividell’Art Nouveau di area franco-belga.

Il fondamentodel Modernismo

Nuova architettturaispirata alla natura

I maggiori esponenti

Origine catalana

I caratteridel Modernismocatalano

I nuovi linguaggi espressivi che caratterizzano il Novecento sono il risultato delrifiuto degli stili classici e dell’Eclettismo e di un rinnovato gusto estetico derivatodall’utilizzo dei nuovi materiali costruttivi: cemento, acciaio e calcestruzzo.

1 Dal Modernismoalla Secessione viennese Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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Architettura del Novecento

ANTONI GAUDÍ

La figura di Antoni Gaudí (Reus, 1852 -Barcellona, 1926) riassume emblemati-camente la vicenda delModernismo ca-talano, uno degli aspetti più singolari eautonomi dell’arte del decadentismo eu-ropeo. Gaudí frequenta la Scuola di Ar-chitettura di Barcellona (1874-1878),città dove trascorre tutta la vita parteci-pando, ancora studente, alla realizzazio-ne di alcuni edifici. Casa Vicens (1878-1880) è tra i primi lavori che gli valgonola simpatia di un mecenate, l’industrialeEusebio Güell, per il quale esegue, tra glialtri, il palazzo Güell (1885-1889), carat-terizzato da archi e ricchi addobbi di fer-ro battuto, e il parco Güell (1900-1914),con forme biomorfe che ricordano alberidi pietra, fontane simili a rettili e mosaicicomposti da frammenti di ceramica inse-riti nel calcestruzzo.Il suo stile, di difficilissima collocazione,viene talvolta definito come un insieme dimotivi tardobarocchi, elementi neogoticie Art Nouveau, ma anche di suggestionisurrealiste e cubiste. Se infatti è indubbioche già nelle prime opere i ferri battutisono esempi originalissimi di alto artigia-

nato, è anche vero che Gaudí usa congrande spregiudicatezza i più diversi stili,contaminandoli audacemente e trasfor-mandoli con inesauribile fantasia. Su unasolidissima base strutturale elabora for-me straordinarie e imprevedibili, lavoran-do con uguale perizia i più diversi mate-riali (mattone, pietra, ceramica, vetro, fer-ro), dai quali sa trarre le massime poten-zialità espressive (suoi sono anche i dise-gni di mobili e arredi).Tra le sue opere più notevoli, sempre aBarcellona, sono da ricordare la chiesa diSanta Coloma de Cervello (1898-1915),casa Batlló (1904-1907) e casa Milá,detta La Pedrera (1906-1914), dalla volu-metria deformata espressionisticamente,con interni caratterizzati da un’estrema li-bertà compositiva. Il capolavoro è il tem-pio della Sagrada Familia (1883-1926),progetto a cui si dedica fino alla mortecon intensità sempre più ossessiva; l’edi-ficio prende i connotati di una grande fo-resta di pietra e si trova tuttora in fase dilenta realizzazione. Per struttura ed effetticromatici il tempio non ha eguali nell’ar-chitettura europea: le forme fantasiose e

le alte guglie ricoperte dimosaici sono divenute ilsimbolo della città.Gaudí progetta i propri edi-fici prestando grande at-tenzione ai minimi partico-lari e occupandosi spessoanche dell’arredamento edegli accessori: aziendespagnole vendono tuttoraoggetti e mobili prodotti susuoi disegni originali.

Figura 48Dettaglio dei comignoliscultorei a formadi guerrieri di casa Milá.

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1 - Dal Modernismo alla Secessione viennese

Art Nouveau

Victor Horta, Henry Van de Velde, Charles Rennie Mackintoshe Antoni Gaudí sono i maestri che hanno dato il maggior ap-porto all’Art Nouveau, che nel senso più generale include varimovimenti d’avanguardia europei (Jugendstil, Modern Style,Liberty) tra il 1893 e il 1914. In poco tempo l’Art Nouveau af-franca l’avanguardia dai revival stilistici diffondendo un lin-guaggio inedito che assimila quello dei processi industriali edell’ingegneria, tramutando ogni elemento in un pezzo unico.In opposizione all’imitazione degli stili del passato e al com-mercio delle copie che annullano il lavoro artigiano, si dà libe-ro sfogo in qualsiasi dettaglio alla fantasia dell’artista, per crea-re oggetti di colori e materiali preziosi fortemente personaliz-zati. Vengono recepite anche alcune suggestioni della tecno-logia, almeno a livello decorativo, attraverso il recupero dellepossibilitàespressivedi vetro, acciaioecementoarmato.Sipos-sono individuare influenze provenienti dal campo pittorico(Ferdinand Hodler, Edvard Munch, Fernand Khnopff, Jan Too-rop), adattate a spazi e volumi, così come suggestioni formaliderivate dalle architetture in ferro di ponti e viadotti.La rapida diffusione dello stile si collega al clima di rinnova-mento culturale che accompagna l’espansione industriale eil crescente potere della borghesia. Le idee e le diverse espe-rienze artistiche si diffondono rapidamente attraverso riviste,mostre, conferenze e grandi esposizioni. Prototipo di riferi-mento è la casa costruita daHorta in rue de Turin 12, a Bruxel-les: questa riassume quasi tutte le componenti del repertorioespressivo, in un gioco armoniosamente irregolare che imita laleggerezza delle forme naturali, lo studio della linea, lamassimaflessibilità spaziale e l’interesse per il Gotico.In Francia i centri principali sono Parigi e Nancy: nella capi-tale sono celebri gli ingressi della metropolitana disegnati daHector Guimard, con originali strutture di ghisa articolate informe animali e vegetali. A Nancy si sviluppa una scuola di ar-ti applicate di estrema raffinatezza, diretta da Émile Gallé.Lo scozzeseCharles Rennie Mackintosh, attraverso gli esem-pi provenienti dal Belgio, elabora elementi che anticipano ilMovimentoModerno: nella celebre Scuola d’Arte di Glasgowla pianta flessibile della sequenza di aule preannuncia il Ra-zionalismo, mentre la preziosa biblioteca lignea anticipa il gu-sto De Stijl.Dopo la fioritura, culminata negli anni a cavallo tra Ottocen-to e Novecento, l’Art Nouveau viene tralasciata dai Paesi mit-teleuropei, mentre resiste in quelli latini e in America. In Ita-lia si diffonde solo dopo l’Esposizione Universale di Torino

I maestridell’Art Nouveau

Un linguaggioinedito

Fortepersonalizzazione

Le influenze

Il contesto storico

L’operadi riferimento

Francia

Scozia

Italia

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del 1902, ma resta confinata in un ambito di rappresentan-za, senza investire il rapporto tra arte e società, come avvie-ne invece nel resto d’Europa.

De Stijl

Nei Paesi Bassi il movimento di avanguardia De Stijl (“Lo Sti-le”, nome della rivista ufficiale, fondata nel 1917 dal teoricoTheo Van Doesburg e pubblicata fino al 1927) raggruppa pit-tori come Piet Mondrian, Bart Van der Leck e Vilmos Huszar,architetti come Jacobus Johannes Oud, Gerrit Thomas Riet-veld, Jan Wils, Cornelius Van Eesteren e Robert Van’t Hoff,scultori come Jean Hans Arp e Georges Vantongerloo e lette-rati come il poeta Anthony Kok. Tutti mirano a fondare un’ar-te nuova (detta Neoplasticismo) capace di investire ogniaspetto dell’esistenza umana. L’innovativo linguaggio propu-gnato dal Neoplasticismo consiste proprio nell’essenzialitàdella pittura di Mondrian, in grado di raggiungere l’astrazio-ne totale. Ilmanifestoescesulla rivistanel1918,quando ilgrup-po è influenzato dalle teorie filosofiche neoplatoniche del ma-tematico Mathieu Schoenmaekers (tra cui la restrizione dellagamma di colori utilizzati ai tre primari: giallo, blu e rosso),integrate con concetti tratti da Hendrik Petrus Berlage eFrank LloydWright. La prima opera legata a De Stijl è di Van’tHoff, una villa sperimentale di cemento armato alla periferiadi Utrecht, disegnata nel 1916 dopo una visita alle opere diWright, in America. Si distinguono tre tendenze principali:quella di Oud, ispirata all’esperienza cubista (villa Allegonda,a Katwijk, le case operaie aHoekVanHolland), quella di ascen-denzawrightiana, presente ancora in alcune opere di Oud, diWils e di Van’t Hoff (le ville a Huiterheide, anteriori alla nasci-ta delmovimento), e infine quella legata alle operediRietveld.I mobili di quest’ultimo, a partire dalla Sedia rosso-blu (1917-1918), costituisconouna sorta dimanifesto del Neoplasticismo,che con lui si distacca da tendenze di ispirazione astratta. Le sueopere si basano su una scomposizione delle forme, rese ele-mentari, isolate da colorazioni pure e vivaci e ricomposte se-condo una dinamica accentuata dall’esibizione di brutali inca-stri di piani. La sedia è la prima occasione per applicare la poe-ticaneoplasticaalle tredimensionieconsentedidimostrareunapossibilità di organizzazione architettonica ormai autonoma daWright. Il capolavoro di Rietveld è casa Schroeder, a Utrecht(1924): l’esterno si distingue dalle abitazioni adiacenti per le li-sce forme rettangolari e i colori primari; la struttura è articolatasu piani intersecati, senza formare un asse univoco, in una ge-

Gli artistidell’avanguardia

Mondrian

Le influenze

La prima opera

Tre tendenze

La Sedia rosso-blu

Casa Schroeder

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Architettura del Novecento

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nerale asimmetria ispirata dai quadri di Mondrian. La sua in-fluenza ricade evidentemente su Van Doesburg, che nel pro-getto della villa per Léonce Rosenberg trova una sintesi tra gliapporti diversi presenti in De Stijl. Nonostante l’energico ten-tativo del fondatore della rivista di dirigere unitariamente ilgruppo, il movimento si dissolve sia per i contatti con altreavanguardie sia per le ricerche divergenti di Oud, che nei pri-mi anni Venti lascia il gruppo insieme a Mondrian, in dissensocon la lineaelementaristasceltadaVanDoesburg, ilqualeavreb-be voluto riportare il Neoplasticismo a tendenze figurative.

La Secessione viennese

Nell’ultimo decennio del Novecento in Austria e Germaniaprende forma un nuovo fenomeno artistico che si inseriscenel filone del ripudio delle istituzioni accademiche. In Ger-mania, nonostante la raggiunta unità politica, non esiste unavera identità comune e si può pertanto parlare di diverse “se-cessioni”; tuttavia esiste una tendenza unitaria verso uno sti-le secessionista (“Sezessionstil”), al quale è collegato il feno-meno dello Jugendstil (da Jugend, giovinezza). In questo ca-so si tenta di costruire una nuova estetica che coinvolga ar-chitettura, arti figurative e arti applicate. I canoni tradizionalivengono messi in discussione: sul piano della forma si re-spingono lo storicismo e l’esaltazione della linearità e della de-corazione. Grazie a una mostra del belga Henry Van De Vel-de, che importa le inedite tendenze decorative, il nuovo stileinveste anche il piano della vita quotidiana, mirando a rimo-dellare gli oggetti di uso comune (mobili, vasellame, vestiti,gioielli) e a rinnovare l’arte della tipografia.La prima secessione avviene aMonaco nel 1892, ai tempi in cuidomina la pittura accademica dello storicismo: un gruppo di78 artisti dà vita alla cosiddetta Contro-Unione per una So-cietà di Artisti e allestisce una primamostra indipendente. Sul-la sua scia sorgono poi altri gruppi comeNeu-Dachau, di AdolfHölzel, e le colonie di artisti di Worpswede e Goppeln. Le rivi-ste Jugend (che dà il nome al nuovo stile) e Simplicissimus nediventano i principali organi di espressione. Otto Eckmann, Jo-seph Maria Olbricht, Otto Pankok e Peter Behrens diffondonolo Jugendstil in tutta la Germania. A Dresda, teatro di una se-cessione nel 1893, si forma uno dei più dinamici centri esposi-tivi. A Berlino Liebermann riunisce l’Unione degli Undici cheporta alla nascita della secessione berlinese come reazione alrifiuto delle istituzioni pubbliche di esporre le opere dei gio-vani e allo scandalo suscitato dalla mostra di Edvard Munch.

La finedi De Stijl

Germania

In discussionei canoni tradizionali

La prima secessione

Le riviste

Le secessionidi Dresda e Berlino

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1 - Dal Modernismo alla Secessione viennese

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Queste sono le condizioni in cui si verifica la nascita della ce-lebre Associazione di pittori e scultori della Secessione au-striaca, nota come Secessione viennese, dominata dal pittoreGustav Klimt, che ne è presidente fino al 1904. Un precursoreera stato Otto Wagner, già promotore di un rinnovamento del-l’architettura austriaca decisivo per la generazione di AdolfLoos, il quale poi supera la secessione stessa in opere come laMajolikaHaus, chepresentaelementi architettonicipiatti e ret-tilinei, e il suo capolavoro, la Cassa di Risparmio postale.Nel primo numero di Ver Sacrum, la rivista ufficiale, compareilmanifesto del Sezessionstil che parla di «aspirazione a un’in-tegrazione delle arti come mezzo per consentire l’opera d’artetotale, espressione del nuovo impegno artistico e sociale del-l’arte moderna». Si vuole così imprimere una svolta radicale ri-spetto al gusto accademico ed eclettico e ridimensionare il ca-rattere della Kunstgewerbeschule (Scuola d’Arte e Mestieri),

La Secessioneviennese

Otto Wagner

Figura 49L’ingresso del palazzodella Secessione,a Vienna.

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Architettura del Novecento

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fondazione pubblica nata nel 1897 allo scopo di reperire nuovefigure professionali nel campo progettuale e creativo.Emblema architettonico del movimento è il palazzo della Se-cessione, costruito in tempi record tra il 1898 e il 1899 comespazio espositivo alternativo a quelli dell’arte accademica,sotto il motto «Al tempo la sua arte, all’arte la sua libertà».Il progetto è di Olbrich: parte da una pianta rigorosamentequadrata che si innalza con pareti lisce e quasi disadorne (sal-voun fregio floreale); finestre eporte si aprono insolitamentecon tagli netti, senza cornici o timpani. La grande invenzio-ne decorativa è l’ampia cupola di rame traforata a motivi flo-reali, rilucente di lamine d’oro. L’interno, illuminato dalla cu-pola, dispone di ampia flessibilità spaziale e si adatta quindialle funzioni espositive.L’austriaco Adolf Loos, pur ponendosi in contrasto con la Se-cessione, ne è l’ultimo e più raffinato interprete. Propugna l’i-dea che «l’architettura non è un’arte perché qualsiasi cosa ser-va a uno scopo va esclusa dalla sfera dell’arte». La sua è quin-di un’architettura nuova totalmente funzionale, in cui ognidecorazione è abolita per rispondere solo alle necessità di chila abita: così nasce casa Steiner, caratterizzata da semplicitàdei volumie funzionalitàdelleaperture. Inseritoormainel con-testo dell’Art Nouveau, all’inizio del Novecento il Sezessionstilassume rilevanza internazionale e le principali istituzioni ven-gono a loro volta messe in discussioni da altri piccoli gruppi.

Palazzodella Secessione

La cupola di rame

Adolf Loos

La diffusionedel Sezessionstil

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1 - Dal Modernismo alla Secessione viennese

In Europa si sviluppa una serie di tendenze architettoniche accomunate da carat-teristiche analoghe e che vengono identificate con i termini Modernismo o Liberty.La nascita del Modernismo si colloca in Catalogna, più precisamente a Barcello-na, intorno al 1880; la sua diffusione si arresta solo verso il 1930.

L’Art Nouveau, diffusa tra il 1893 e il 1914, si sostituisce ai revival stilistici diffon-dendo un linguaggio inedito: suo tratto fondamentale è la trasformazione di ognielemento in un pezzo unico, in opposizione all’imitazione degli stili del passato.

Il movimento avanguardistico De Stijl nasce nei Paesi Bassi sulle orme della rivi-sta omonima fondata nel 1917 che raggruppa pittori, scultori, architetti e poeti pro-pugnatori di un’arte nuova capace di investire ogni aspetto dell’esperienza umana.

In Austria e in Germania verso il 1890 inizia a diffondersi un nuovo fenomeno arti-stico chiamato Sezessionstil, che si inserisce nella linea del ripudio delle istitu-zioni accademiche e della messa in discussione dei canoni tradizionali. Edificio sim-bolo del movimento è il palazzo della Secessione (1898-1899), realizzato su pro-getto di Joseph Maria Olbrich.

SCHEMA RIASSUNTIVOINCONTRO FRA TRADIZIONEE INNOVAZIONE

ART NOUVEAU

DE STIJL

SECESSIONE VIENNESE

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Il manifesto futurista

Il Futurismoin poesia

Il Futurismoin politica

Il Futurismoin pittura

Antonio Sant’Elia

Architettura futurista

Mentre l’Italia, che sperimenta l’unificazione solo da pochi de-cenni, vive in ritardo il processo di rivoluzione industriale el’aumentodellapopolazionechescatena flussimigratori, ilmo-vimento futurista prende avvio su iniziativa di Filippo Tom-maso Marinetti con il manifesto pubblicato su Le Figaro nel1909: il movimento si propone di ringiovanire la cultura ita-liana e quella internazionale e di inaugurare una nuova con-cezione estetica che abbracci ogni aspetto dell’esistenza (di-stinguendosi così da altre tendenze contemporanee).In poesia questi intenti si traducono nell’uso del verso libe-ro e di sintassi e analogie ardite accompagnate da una rivo-luzione tipografica che induce a inedite suggestioni visive.In politica si esprimono posizioni fermamente interventiste,irredentiste e antisocialiste (passando da un’alleanza con ilFascismo degli albori all’accusa di «arte degenerata» da partedi ambienti del regime).In pittura i maestri dell’avanguardia sono Giacomo Balla, Um-berto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e For-tunato Depero, ognuno con proprie originali soluzioni acco-munate dal bisogno di rappresentare il movimento, cifra del-la nuova civiltà dellemacchine. A quello del 1909 seguono ima-nifesti della pittura (1910), deimusicisti, dei drammaturghi, del-la donna, della cinematografia, della danza e della politica.Antonio Sant’Elia, nato a Como nel 1888, nel 1914 (due anniprima di morire in guerra) firma il Manifesto dell’architet-tura futurista. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Bo-logna, come disegnatore e architetto sviluppa temi originali,che entrano di diritto nel repertorio futurista: durante la suabreve esistenza Sant’Elia elabora un corposo gruppo di schiz-zi, caratterizzati da un forte senso tridimensionale, in cui siraffigura la metropoli moderna proiettata nel futuro (16 ta-

A pochi anni dall’unificazione, il movimento futurista si pone l’obiettivodi attualizzare la cultura italiana e quella internazionale proiettandonele varie espressioni artistiche verso il futuro. Pochi anni più tardi in Italiail Razionalismo diviene la massima espressione del regime fascista.

2 Dal Futurismoal Razionalismo

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vole vengono esposte a Milano proprio nel 1914). Tema ri-corrente è quello della centrale elettrica, simbolo della nuo-va civiltà industriale e vera cattedrale del futuro, formata daelementi compatti, privi di decorazioni e aperture, in cui si di-stinguono ciminiere, possenti volumi proiettati verso l’alto econtrafforti. La serie della Città Nuova raffigura invece utopi-che visioni di complessi architettonici giganteschi attorniatida strutture tecnologiche.

Architettura del periodo fascista

In Italia mancano le condizioni economiche, sociali e cultu-rali che negli altri Paesi europei portano a nuove esperienzenel campo dell’arte, dell’industria e dell’artigianato. Il Paeseescedalprimoconflittomondiale inuna situazionedipovertà,disoccupazione e instabilità sociale che, unite al desiderio diordine della classe borghese, portano all’affermazione delladittatura fascista. In questo clima, in ambito artistico si svi-luppa una forma di Razionalismo diverso da quello tedesco,espressione di una società ancora libera. Per questo, al con-trario di quanto accade in Germania, dove viene rifiutato dalregime nazista, in Italia il Razionalismo si sviluppa parallela-mente alla dittatura fascista e ne diventa la massima espres-sione artistica, quale strumento per emancipare l’Italia insenso moderno (come asserisce la propaganda). Diversa-mente dalle esperienze del Bauhaus e di Le Corbusier, cheispirano gli artisti razionalisti, dietro al Movimento Modernoitaliano di facciata si nascondono intenti repressivi e dittato-riali. A questo scopo si avviano grandi iniziative architettoni-che e urbanistiche: il ridisegno di aree cittadine, la costruzio-ne di edifici pubblici emonumenti, la creazione di nuovi quar-tieri residenziali e aree industriali e addirittura la fondazionedi nuove città (Latina, Sabaudia, Guidonia, Aprilia).Tra gli interventi si distinguono opere di grande rilievo ed evi-dentioperazionidipropaganda,comenelcasodiviadellaCon-ciliazione, a Roma, dove vengono abbattuti gli antichi borghiper creare un accesso trionfale alla basilica di San Pietro; sul-l’esempio dell’abbattimento dei boulevards parigini di Haus-smann, si cerca in questomodo di costringere lemasse più po-vere al trasferimento in periferia per lasciare spazio a elegantiedifici dai volumi netti, con finestre prive di timpani e cornici.Giuseppe Terragni si rivela il più sensibile dei maestri razio-nalisti; in un primo tempo aderisce al partito fascista, ma suc-cessivamente se ne allontana, non appena avverte di subirelimitazioni alle proprie ricerche. Sua opera emblematica è la

La centrale elettrica,cattedrale del futuro

La Città Nuova

Il contestoeconomico-sociale

Il Razionalismoitaliano

Ridisegnodel tessuto urbano

Giuseppe Terragni

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Casa del Fascio, a Como (1932-1936): l’edificio è a pianta qua-drata, di altezza pari a metà della base e con prospetti scan-diti da varie aperture quadrate in rigoroso rapporto propor-zionale tra loro. Dietro a un’approfondita costruzione geo-metrica di base, esternamente i prospetti si rivelano tramiteuna configurazione asimmetrica dei fronti, ciascuno diver-so dall’altro in relazione alla funzione dell’ambiente internoe al rapporto stabilito con il contesto.Parallelamente alla diffusione del Fascismo, l’architettura ra-zionalista passa dalla purezza geometrica delle origini a unsempre più marcato monumentalismo. Prendono il soprav-vento marmo e travertino, prevalgono le proporzioni gigan-tesche e la monumentalità dell’insieme: il palazzo di Giusti-zia di Milano (1939-1940), di Marcello Piacentini, presenta unrivestimento completamente marmoreo, finestre esagerata-mente dilatate, scritte retoriche in rilievo e setti murari all’in-gresso che alludono al tempio classico. Viene a mano a manorinnegato il principio razionalista originario secondo cui ledimensioni di un edificio sono dettate dalle necessità di uti-lizzo; come scriveva l’architetto tedesco Walter Gropius, ilfondatore del Bauhaus, l’architettura non dovrebbemai «con-siderarsi lo specchio degli ideali della società, né la mitica for-za capace da sola di rigenerare la società, ma uno dei servizinecessari alla vita associata».

Versoil monumentalismo

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Architettura del Novecento

Nel 1909 prende avvio il movimento futurista su iniziativa di Filippo Tommaso Mari-netti, che pubblica il suo manifesto; suo intento è quello di attualizzare la cultura ita-liana e quella internazionale inaugurando una nuova concezione estetica che abbracciogni aspetto dell’esistenza.

Poco dopo la fine del primo conflitto mondiale in Italia si sviluppa una forma di Razio-nalismo differente da quello tedesco. Esso si diffonde in parallelo alla dittatura e ne di-venta la massima espressione artistica con lo scopo di emancipare il Paese in sensomoderno; ben presto il movimento finisce per identificarsi con il regime.

SCHEMA RIASSUNTIVOARCHITETTURA FUTURISTA

ARCHITETTURADEL PERIODO FASCISTA

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Movimento Moderno:caratteri principali e protagonisti

Tra le due guerre mondiali un gruppo di architetti i cui pro-getti sono improntati a criteri di funzionalità piuttosto chedi estetica dà origine al Movimento Moderno (termine dif-fuso inizialmente in ambiente anglosassone), che punta alrinnovamento generale dei caratteri e dei principi della pro-gettazione. Al momento della sua massima espressione, tragli anni Venti e Trenta, si identifica con l’International Sty-le (con fulcro nei CIAM, Congrès Internationaux d’Archi-tecture Moderne) e diventa uno stile architettonico in gra-do di dettare canoni comuni per l’architettura universale.L’Italia dell’epoca, dominata dal Fascismo, lo vive ai marginie in ritardo sugli altri Paesi.Le ricerche progettuali più significative possono individuar-si nel lavoro d’avanguardia di Le Corbusier, che nelle suepubblicazioni si fa promotore di una sorta di “estetica del-la macchina” e propone soluzioni abitative del tutto nuove(enormi grattacieli polifunzionali inseriti in vasti parchi) checomportano una vera rivoluzione nel modo europeo di con-cepire vita e lavoro. Significativi sono poi gli apporti tede-schi, dalla tradizione industriale e artigianale ai grandi pro-getti di case popolari di Francoforte e Stoccarda, alla cele-bre Scuola del Bauhaus. L’architetto tedesco Bruno Tautriassume i caratteri del Movimento Moderno in 5 punti: rag-giungimento della migliore utilità dell’edificio; materiali esistema costruttivo subordinati alla stessa esigenza; la bel-lezza consistente nel rapporto diretto tra edificio e scopo;l’estetica riassunta nell’insieme dell’edificio senza premi-nenza di facciate, piante o particolari architettonici, e infi-

Nascitadel MovimentoModerrno

I 5 fondamentidel MovimentoModerno

Il periodo tra le due guerre è caratterizzato dalla ricerca dellafunzionalità a scapito dell’estetica: ciò trova la sua massima espressionenel Razionalismo e nell’Architettura Organica. Quest’ultima si pone il finedi interpretare liberamente ogni tema cercando di trovare un’armoniatra gli elementi naturali e artificiali.

3 Dal Movimento Modernoall’Architettura Organica

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Architettura del Novecento

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Il Bauhaus

L’ Esposizionedi Stoccarda

Il Razionalismo

Nuova concezionedel problemaabitativo

Definizione

ne la casa vivente nel rapporto con gli edifici circostanti.Facendo riferimento a questi assunti teorici l’architetto Wal-ter Gropius nel 1919 fonda aWeimar il Bauhaus, scuola d’ar-te, architettura e design che ricerca l’integrazione tra il “fa-re” della tradizione artigianale e la moderna tecnologia in-dustriale. Ludwig Mies Van der Rohe eWalter Gropius, chedel Bauhaus sono entrambi direttori, con i loro progetti e leloro teorie influenzano la scena architettonica internazio-nale. Nel 1927, con l’Esposizione di Stoccarda, l’Internatio-nal Style si presenta con forza in tutte le sue componenti;sotto la supervisione di Van der Rohe si realizza un quartie-re di abitazioni permanenti su un’altura alla periferia dellacittà, il Weissenhof.Dall’esperienza del Bauhaus si sviluppa la corrente raziona-lista, veicolo principale del Movimento Moderno, i cui mag-giori esponenti sono, oltre a Gropius, Le Corbusier e Van derRohe. Il Razionalismo corrisponde al tentativo di dare rispo-ste alle richieste di ordine e rinnovamento sociale emerse dal-lo sviluppo della società industriale; si caratterizza per l’eli-minazione degli apparati decorativi, la semplificazione del-le forme, ridotte a volumi puri, e l’utilizzo di colori fonda-mentali emateriali economici come il cemento armato, il ve-tro e l’acciaio. Nel movimento si inquadrano anche l’archi-tettura funzionale, che punta sui vantaggi pratici, razional-mente dimostrabili, anziché sulle valutazioni del gusto, e l’ar-chitettura internazionale, definita da Walter Gropius come«l’oggettivazione di ciò che è personale e nazionale».Per la prima volta si concepisce il problema abitativo in rela-zione alle esigenze di una società di massa. Il Razionalismodiviene presto un movimento internazionale: tuttavia la suadiffusione è limitata dall’opposizione dei regimi politici illi-berali che auspicano un ritorno a soluzioni architettonichegrandiose e non tollerano lo spirito egualitario che sta alla ba-se della poetica razionalista.Il Movimento Moderno rivaluta in modo del tutto nuovo l’ur-banistica: la città è considerata come un organismo vivo e uni-tario in continua trasformazione, per il quale è necessarioadottare una logica funzionale d’intervento edilizio.

Architettura Organica

L’Architettura Organica trae dalla natura e dalle leggi che laregolano i principi fondamentali della sua metodologia pro-gettuale; come obiettivo si pone la ricerca di un nuovo siste-ma in equilibrio, integrando i vari elementi artificiali propri

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3 - Dal Movimento Moderno all’Architettura Organica

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Concettodi organicità

dell’uomo (costruzioni, arredi e così via) con l’ambiente na-turale. Nell’architettura contemporanea il concetto di orga-nicità è espresso principalmente dalle trattazioni teoriche edalle notevoli realizzazioni di Frank Lloyd Wright (suo il vo-lume Architettura Organica, del 1939). I prodromi di questoconcetto si riscontrano nell’opera di numerosi architetti in-glesi e americani, da PhilipWebb a Charles Voysey, fino a LouisHenry Sullivan. Nella concezione di Wright l’architettura ri-fiuta la mera ricerca estetica, così come una società organica

LE CORBUSIER

Considerato la personalità più univer-sale del Movimento Moderno, Charles-Edouard Jeanneret (1887-1965), notocon il nome della madre (Le Corbusier),fu architetto autodidatta, urbanista, pitto-re e saggista. La fase di apprendistato sicolloca dagli inizi del Novecento al1919, quando si trasferì a Parigi e fre-quentò lo studio di Auguste Perret (nel1922 aprì invece un proprio studio insocietà con il cugino, l’ingegner PierreJeanneret). Nel 1920 fondò con A-medée Ozenfant la rivista L’Esprit nou-veau, per la quale scrisse numerosi arti-coli che illustravano e sostenevano lesue teorie architettoniche; formulate trail 1920 e il 1925, queste culminano nelconcetto della casa ideale come "mac-china per abitare". Teorizzò in questo pe-riodo un rigoroso metodo di progettazio-ne, basato sui principi teorici e tecniciformulati in Vers une architecture (1923)e riassumibili nei famosi 5 punti: la pian-ta libera, consentita dal diffuso utilizzo inambito edilizio del cemento armato; l’e-dificio su pilotis, liberato dal legame alsuolo e reso aereo; la facciata libera, di-retta conseguenza dell’applicazione distrutture puntiformi, aperta a ogni possi-bilità di tracciato compositivo; la finestraa nastro, libera di svilupparsi da una estre-mità all’altra della parete; il tetto-giardino,estensione dell’abitazione all’esterno e

punto di osservazione privilegiato del-l’ambiente circostante. Tali principi costi-tuirono un reale codice per l’architetturad’avanguardia tra le due guerre e furono alungo sfruttati. A queste esperienze seguìuna fase razionalista, condotta attraversole polemiche e le battaglie degli anni tra il1920 e il 1939. Dopo la parentesi bellicae fino alla morte curò grandi realizzazioni,passò attraverso diversi mutamenti stilisti-ci e ricevette riconoscimenti a livello inter-nazionale. Significativamente riprese aprodurre un testo teorico, ilModulor, checonsiste in uno studio di rapporti modula-ri basato sulla “misura” dell’uomo. Si oc-cupò anche di progetti di elevata sensibi-lità spirituale, come la chiesa di Notre-Da-me du Haut a Ronchamp (1950-1953) eil convento di La Tourette a Éveux (1956-1957), con recuperi di forme espressioni-stiche, nell’esaltazione del valore primariodella materia (cemento a vista). Le espe-rienze, le innovazioni e le profezie dell’ar-chitetto sono sintetizzate nell’unité d’ha-bitation di Marsiglia (1945-1952), unitàautonoma e autosufficiente di 360 appar-tamenti per 2000 abitanti, che al suo ap-parire scatenò infinite polemiche.Fra i suoi lavori più famosi ci sono anchela Ville Savoye a Poissy (1929-1931) e ilPalazzo di Giustizia (1952-1956) di Chan-digarh, in Punjab, dove curò anche partedel piano regolatore della città).

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dovrebbe essere indipendente da ogni imposizione esternacontrastante con la natura dell’uomo. Indipendenza quindida ogni classicismo e libertà interpretativa di affrontare qual-siasi tema, armonizzandolo con il tutto e cercandone solu-zioni formalmente perfette. L’ArchitetturaOrganica è parte in-tegrante del Movimento Moderno, essendo da esso recipro-camente influenzata e sollecitata. Tra i capolavori di Wright, laceleberrima Kaufmann House, la “casa sulla cascata”.I punti teorici più importanti del progetto organico sono: ri-durre al minimo le partizioni; creare un’armonia dell’edifi-cio con l’ambiente esterno; rendere l’abitazione più libera eabitabile eliminando la concezione delle stanze come luogochiuso e rigidamente definito; dare proporzioni logiche eumane alle aperture interne ed esterne, rendendole natural-mente ricorrenti in tutta la struttura dell’edificio; usare perquanto possibile un unico materiale, la cui natura deve le-garsi alla funzionedell’edificio; incorporareorganicamentegliimpianti come elementi interreagenti nella struttura; far di-venire l’arredamento parte integrante dell’edificio, stretta-mente integrato ad esso.La correnteorganicaeuropea trovaespressione inalcuneope-re diHugo Häring,Hans Scharoun eGunnar Asplund, che,attraverso planimetrie asimmetriche e forme libere, prendo-no le distanze dalla rigidità del Razionalismo architettonico.Alvar Aalto, architetto finlandese, è considerato il più grandeinterprete dell’Architettura Organica in Europa: la bibliotecamunicipale di Viipuri (1927-1935) e i dormitori del MIT(1947), a Cambridge, nel Massachusetts, testimoniano la suaadesione al movimento e la sua originalità rispetto alle ricer-che del Razionalismo europeo. In Italia Bruno Zevi, dopo laSecondaGuerraMondiale, cerca di diffondere e sostenere l’Ar-chitettura Organica attraverso la fondazione dell’APAO (Asso-ciazione per l’Architettura Organica).

Libertà interpretativa

La teoria

Alvaar Alto

Bruno Zevi

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Architettura del Novecento

Il Movimento Moderno prende piede tra le due guerre grazie a un gruppo di architettiche impronta i progetti con criteri di funzionalità e non di estetica.

L’Architettura Organica trae la sua origine dalla natura e dalle leggi che ne regolano iprincipi fondamentali, ricercando un nuovo sistema che integri i vari elementi artificia-li con l’ambiente naturale.

SCHEMA RIASSUNTIVOMOVIMENTO MODERNO

ARCHITETTURA ORGANCA

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ARCHITETTURACONTEMPORANEA

1 Dall’Hi-Tech al Postmoderno2 Dal Decostruttivismo

al Neorazionalismo3 Nuove tendenzeTi

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L’architettura contemporanea è caratterizzata da unaproduzione creativa talmente prolifica e diversificatache nell’immediato risulta difficile darne una classificazionechiara e univoca.A partire dagli anni Sessanta ci si discosta dagli schemitradizionali per avvicinarsi a una concezione di leggerezzae flessibilità resa possibile dall’uso di nuove tecnologiee di tecniche costruttive avanzate. In quest’epocasi afferma l’architettura Hi-Tech, che mette in risaltol’aspetto impiantistico e strutturale, quasi a sottolinearel’importanza della componente tecnologica e funzionaledei moderni edifici.Negli anni Ottanta si assiste a un ritorno al passatoe all’antichità classica che vede l’utilizzo di pilastri,decorazioni e capitelli, inseriti comunque in un nuovocontesto e integrati in un’ambientazione contemporanea.Successivamente avviene un ulteriore cambiamento nellarappresentazione della realtà: il movimento decostruttivistacontamina la geometria di forme pure, tipicadel Razionalismo, con una compenetrazione di formee volumi eterogenei e con l’applicazione di una seriedi “non regole” per la realizzazione di volumi plasticie scultorei, estremamente liberi e non conformialle comuni regole costruttive.Gli ultimi sviluppi del secolo si distinguono per unaprogettazione basata sull’utilizzo di programmi informaticiavanzati, spesso impiegati in settori produttivia elevata tecnologia (meccanica di precisione, settoriautomobilistico e aerospaziale), che consentono di poterdisegnare e realizzare forme molto articolate e complessefino a poco tempo prima ritenute irrealizzabili.

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Inquadramento storico

Alla fine degli anni Sessanta si sviluppa un atteggiamento cul-turale volto a rivendicare la capacità creativa dell’architetto,chedifficilmentepuòessere ricondotta auna formulao a sche-mi standardizzati. Negli anni Settanta viene ripensato il ruoloprofessionale dell’architetto, che si estende significativamen-te in ambito sociale e culturale; le premesse tecnologiche delRazionalismo entrano in crisi e nasce l’esigenza di una revi-sione globale dei metodi progettuali e strutturali.A partire dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri nascono e sidiffondono rapidamente molteplici linguaggi stilistici. Il tempoche intercorre tra la produzione dell’opera architettonica con-temporanea e la sua lettura critica è talmente breve da renderedifficile l’individuazione di filoni unitari di pensiero e la com-prensione dell’effettiva qualità delle opere.

Architettura Hi-Tech

A partire dagli anni Sessanta e Settanta inizia un gradualecambiamento di quelli che erano gli approcci progettualiadottati fino a quel momento, legati alla materialità, al pesodelle strutture e alla loro opacità, a favore di una maggioreleggerezza e flessibilità d’uso degli ambienti, grazie anchea una rinnovata passione per tecnologie e tecniche costrut-tive innovatrici. L’architettura comincia a voler esprimeremessaggi e a porsi in relazione con il contesto ambientalecircostante; è così che concetti come fluidità, trasparenza

Evoluzione del ruolodell’architetto

Molteplici linguaggistilistici

Cambiamento degliapprocci progettuali

Nuovi fondamenti

Molteplici sono gli elementi che concorrono alla definizione dell’attuale panoramaarchitettonico: tra questi risultano prevalenti la scomparsa della figura isolatadel progettista (che oggi appare come l’artefice dell’idea progettualecomplessiva, affiancato poi da numerosi specialisti con competenze diverse)e l’importanza assunta dalla comunicazione, elemento primario dell’oggettoarchitettonico sia come atto generativo sia come caratteristica peculiaredell’opera nei confronti del contesto nel quale è inserita.

1 Dall’Hi-Techal Postmoderno Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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Architettura contemporanea

e permeabilità divengono parte integrante dei progetti.L’espressione Hi-Tech (da high technology, alta tecnologia)prende il nome dal fortunato libro High-Tech: the IndustrialStyle and Source Book for the Home, pubblicato nel 1978 daJoan Kron e Suzanne Slesin in occasione di una mostra alMuseum of Modern Art di New York.Il termine descrive una nuova architettura sperimentata tragli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta, ma tutt’ora in cor-so di evoluzione; uno stile cha fa da ponte tra il MovimentoModerno e il Postmoderno. Essa nasce dall’insoddisfazioneper gli esiti del funzionalismomodernista e dal desiderio di mi-glioramento di quest’ultimo tramite le nuove possibilità spazia-li offerte dall’applicazione di un’idea di dinamicità, non solostrutturale, ma anche di utilizzo.Le origini di questa concezione architettonica, strettamentelegata alla tecnologia, si ritrovano in architetti come JosephPaxton, ideatore del Crystal Palace, a Londra (1851), realizza-to interamente in ferro e vetro, Richard Buckminster Fuller,padre delle cupole geodetiche, costruite con aste di allumi-nio, adefinireunospazio internocompletamente liberoe fles-sibile nell’uso, e infine Frei Otto, inventore delle tensostrut-ture realizzate con cavi metallici messi in trazione, impiegateper le coperture di grandi ambienti.Le prime manifestazioni stilistiche di questa nuova tendenzasi trovano esemplarmente espresse in due architetti: RenzoPiano e Richard Rogers, i quali realizzano una perfetta fusio-ne di efficienza, flessibilità e tecnologia in un’opera come ilCentre Georges Pompidou di Parigi (1971-1977). L’edificio èun grande contenitore polifunzionale di 7500 metri quadrati,

La base teorica

Definizionedi architetturaHi-Tech

I precursori

Prime manifestazionistilistiche

Figura 50Il Centre GeorgesPompidou, dettoBeaubourg, a Parigi.

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1 - Dall’Hi-Tech al Postmoderno

completamente liberi da qualsiasi ingombro strutturale, in cuil’ossatura di ghisa e acciaio permette di coprire una luce in-terna di 48 metri. L’innovazione è data dal fatto che tutte lestrutture portanti, gli elementi di servizio e l’impiantistica so-no spostati sul perimetro esterno dell’edificio, in modo da la-sciare estrema libertà agli ambienti interni; tale risultato è re-so possibile dall’impiego delle massime potenzialità espres-sive offerte dalla tecnologia e dall’ingegneria contemporanee.Renzo Piano non è solo l’anticipatore di un nuovo modo diprogettare: nel corso degli anni la sua creatività si indirizza trasperimentalismo urbanistico e opere che sfruttano la natura-le luce solare, come la copertura di acciaio e cemento delMe-nil Collection, a Houston (1981-1986).Altro grande precursore è Ieoh Ming Pei, nato in Cina nel1917 ed emigrato poi negli Stati Uniti. Pei realizza opere co-stituite da nudi volumi geometrici e ampie superfici vetrateprive di ornamenti, come la Library of Boston (1979) e la pi-ramide d’ingresso del Louvre, a Parigi (1983-1987).Ulteriori realizzazioni anticipatrici dell’Hi-Tech sono la sede del-la Willis, Faber & Dumas (1972), nel Suffolk, di Norman Fo-ster, dotata di un’enorme facciata ondulata di vetro scuro chedi giorno riflette come uno specchio gli edifici circostanti, men-tre di notte consente la visione degli ambienti interni illumina-ti artificialmente, accendendosi come una lampada.L’architettura Hi-Tech si esprime generalmente su vasta sca-la, nei centri polifunzionali, nei grattacieli (sede della HongKong& Shanghai Bank, a Hong Kong, sempre di Foster, 1979-1986), e nella realizzazione di impianti industriali, come lafabbrica della Renault a Swindon, ancora di Foster, del 1983.Come visto negli esempi finora citati, tra i maggiori esponentidell’architettura Hi-Tech attualmente in vita un ruolo di primopiano è occupato daNorman Foster (Manchester, 1935); le sueopere sono famose perché, pur nel massiccio impiego tecno-logico e strutturale, mantengono un elevato livello di raffina-tezza estetica. La sede della Hong Kong Bank è costituita da5moduli strutturali prefabbricati privi di elementi di sostegnointerni, per una maggiore flessibilità degli spazi.I principali caratteri architettonici dello stile Hi-Tech si ritro-vano non solo nei primi esempi degli anni Settanta, ma anchenegli edifici degli anni Ottanta e Novanta, e possono esserecosì sintetizzati: risalto degli elementi strutturali di acciaio ocemento armato e degli elementi di servizio (come tubatu-re e condotti degli ascensori); impiego di un rivestimento divetro trasparente e uniforme, al fine di un interscambio conl’esterno e di una chiarezza costruttiva visibile a tutti; estre-ma flessibilità degli ambienti interni tramite la formazione

L’innovazione

Altre architettureche anticipanol’Hi-Tech

Norman Foster

Hong Kong Bank

Gli anni Ottantae Novanta

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di open space. Lo spazio interno viene suddiviso sia orizzon-talmente sia verticalmente secondo una griglia modulare(pianta libera) che rappresenta la matrice costitutiva dell’in-tero edificio. In linea generale si possono riassumere quattroprincipali tipologie di edifici hi-tech: l’edificio a maglia (sta-bilimento Renault, di Foster); il tunnelmonodirezionale, do-ve c’è una totale continuità strutturale tra la parete orizzon-tale e quella verticale (aeroporto di Osaka, di Renzo Piano);la cupola geodetica (di Buckminster Fuller) e l’edificio svi-luppato in altezza, che applica in verticale il principio del tun-nel (Centre Georges Pompidou, di Piano-Rogers).Altro rappresentante di rilievo dell’architettura Hi-Tech deglianni Ottanta è il francese Jean Nouvel (Fumel, 1945), autoredel progetto dell’Institut du Monde Arabe di Parigi (1987).Egli sostiene che qualsiasi disegno di nuova concezione devederivare dal contesto nel quale sorge e che luce e materia so-no elementi cardine della progettazione. A questo propositoNouvel è estremamente attento ai dettagli e agli elementi tec-nologici: nell’Institut du Monde Arabe unmeccanismo foto-sensibile di oscuramento interno fa reagire le facciate, similia membrane di vetro, alle condizioni di luminosità esterne,modulando così la quantità di luce necessaria all’interno.Tra le opere degli anni Novanta ricordiamo anche l’aeropor-to di Stansted, a Londra (1991), di Foster & Partners, dovel’ossatura di sostegno a tralicci a piramide rovesciata sostieneun tetto di tipo “galleggiante” senza funzione portante; i ser-vizi sono posti nel sotterraneo, rendendo così più evidenti lastruttura e la gradevolezza della facciata.Comunemente conosciuto come “il Cetriolo”, il Saint MaryAxe, a Londra (Foster, 1997-2004), è uno dei primi edifici eco-logici della città, poiché la doppia calotta vetrata nasconde unsistema di raffreddamento e riscaldamento solare passivo; lasuperficie a cono e le strutture a triangolo riducono le tur-bolenze, rivoluzionando così la tipologia dei grattacieli.La cupola del Reichstag di Berlino (Foster, 1992-1999) è in-serita nello stile neoclassico del palazzo ed è costituita da unarampa a spirale e da un cono interno che serve a riflettere laluce solare nelle sale sottostanti.Unprofilo caratteristicoèanchequellodelClydeAuditorium,di Glasgow (Foster, 1997), dove lastre di alluminio sono fis-sate a un’ossatura a gusci sovrapposti che termina con un am-pio ingresso a volta.A livello urbanistico si evidenziano l’opera di Santiago Cala-trava in generale (stazione di Stadelhofen, Zurigo, 1988-1991)e l’attenzionepergli spazi collettivi presentenell’olandeseHer-man Hertzberger (Ministero degli Affari Sociali, L’Aia, 1990).

Quattro tipologie

Jean Nouvel

L’elementotecnologico

Altre operedegli anni Novanta

Il Cetriolo

Altri architettidi spicco

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Architettura postmoderna

Il Classicismo postmoderno è uno stile internazionale chenasce come reazione al linguaggio formale e funzionalista delMovimento Moderno. Quest’ultimo si basava sulla geometriadei solidi come riferimento compositivo, su un repertorio fi-gurativo incentrato sulle forme pure e sulla smisurata fiducianel progresso tecnologico e nell’impiego di calcestruzzo, ac-ciaio e vetro – fino a considerare del tutto superflua qualsia-si forma di decorazione –, ma soprattutto sulla totale nega-zione della memoria del passato. Intorno alla metà degli anniSettanta in America, e in seguito anche in Europa, si fa strada ildesiderio di modificare le regole dell’ormai conclusoMovimen-to Moderno a favore di un ritorno al passato. Seppur ripropo-sti in un’ambientazione contemporanea, pilastri, facciate deco-rate e piccoli capitelli stilizzati fanno di nuovo capolino nei pro-getti come richiamo all’antichità classica.Il termine “postmoderno” in architettura viene applicato per laprima volta nel 1975 dal teorico Charles Jencks, il quale so-stiene che l’edificio postmoderno presenta un duplice livellodi comunicazione: da un lato si rivolge a una minoranza di ar-chitetti e addetti ai lavori, in grado di comprendere le sfuma-ture di un linguaggio in continua evoluzione, dall’altro alla gen-te comune, capace di riconoscere e apprezzare l’immediatez-za dei riferimenti alla classicità.Il Postmoderno è caratterizzato da un’architettura simbolicae pervasa di ironia, quasi manierista, che recupera un rap-porto storico con la forma, autonoma rispetto alla funzione.Una delle prime manifestazioni popolari di questo mutato at-teggiamento – favorevole a un recupero degli stili in chiaveeclettica e a un’architettura che riscopra la componente este-tica e l’ornamento – è la prima mostra di architettura dellaBiennale di Venezia del 1980, organizzata daPaolo Portoghesi(1931) e intitolata La presenza del passato. L’allestimentoprincipale della mostra è costituito dalla Strada Novissima,ideale ricostruzione della strada urbana su cui si affacciano 20facciate, progettate da vari architetti postmoderni: Frank O.Gehry, che nega la facciata creando inganni prospettici,Char-lesMoore, chepunta l’attenzione sulla ripetizionedi elementiclassici, nicchie e archi trionfali in modo scenografico, PaoloPortoghesi, che riesce a unire la ricerca storica riguardo al-l’architettura del passato (in particolare gli studi sul Seicentoitaliano) con la propria ricerca professionale.Il principale architetto che definisce le basi teoriche del Post-moderno è Robert Venturi (Philadelphia, 1925); nel suo scrit-to pubblicato nel 1966, Complessità e contraddizione in ar-

La reazioneal MovimentoModerno

Ridefinizionedelle regole

Nascita del termine“postmoderno”

Caratteristiche dellostile postmoderno

Biennale di Veneziadel 1980

Robert Venturi

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1 - Dall’Hi-Tech al Postmoderno

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chitettura, critica il funzionalismo modernista e parla dellecontraddizioni insite nell’architetturamoderna.Nel 1972Ven-turi pubblica Learning fromLas Vegas insieme allamoglieDe-nise Scott Brown: qui prende in considerazione il fascino diun’architettura fatta di luci, neon e finte facciate, in contrap-posizione al rigore metodologico dell’International Style.Tra i più eccentrici esponenti del Postmoderno, lo statuniten-se CharlesMoore (1925-1993) rivela un carattere teatrale, stra-vagante e kitsch in grado di introdurre nel linguaggio architet-tonico contemporaneo stili eterogenei come Classicismo, Ba-rocco e Neoclassico. La sua architettura nasce da una concretarichiesta della committenza o da una particolare conformazio-ne del sito; i suoi lavori sono il risultato di un’emozione.Tra le più significative opere del Postmoderno c’è l’AT&T Buil-ding, a New York (1978-1984), di Philip Johnson e John Bur-gee: il grattacielo presenta un evidente frontone di ispirazioneclassica e un arco d’entrata alto 7 piani. Interamente rivestito digranito sopraun’ossaturadi acciaio, il grattacielo,emblemadel-la modernità, si riveste di una sfumatura retrò, riportandoci al-la tradizione precedente alla Prima Guerra Mondiale.Ricardo Bofill (Barcellona, 1939), attivo in Francia, è un altroesponente di rilievo che si dedica a progetti per i quartieri re-sidenziali. Marne-la-Vallée (1978-1983) è un complesso resi-denziale prefabbricato di cemento; l’imponente struttura acolonne e il timpano d’ingresso uniscono il linguaggio classi-co a quellomoderno, fornendo una personale risposta al pro-blema della banalità dei progetti abitativi su larga scala.Ultimo,manonperquestomenosignificativo, è l’apportodel-l’inglese James Stirling (1926-1992), uno tra i più importantiarchitetti del dopoguerra. La sua opera, scherzosa e ironica,si configura tramite una commistione di moderno e classi-co, in cui la sua ispirazione ai modelli storici ha come fine ul-timo quello di umanizzare gli ambienti da lui creati.

Charles Moore

Philip Johnsone John Burgee

Ricardo Bofill

James Stirling

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Architettura contemporanea

Gli ultimi decenni del Novecento sono caratterizzati da un susseguirsi di stili e filonidi ricerca spesso in antitesi tra loro, a costituire un panorama ricco e variegato.

Negli anni Sessanta si diffonde un’architettura basata su leggerezza, flessibilità e uti-lizzo di sistemi impiantistici e tecnologici sempre più sofisticati (da cui la definizione diarchitettura Hi-Tech). Le figure di spicco sono Renzo Piano, Richard Rogers, IeohMingPei, Norman Foster e Jean Nouvel.

Il Postmoderno nasce come reazione al linguaggio funzionalista del Movimento Mo-derno. Ritornano in auge pilastri, facciate decorate e capitelli stilizzati. Architetti di ri-lievo sono Charles Moore, Robert Venturi, Ricardo Bofill e James Stirling.

SCHEMA RIASSUNTIVOCONTESTO STORICO

ARCHITETTURA HI-TECH

ARCHITETTURAPOSTMODERNA

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Il Decostruttivismo

Movimento architettonico che prende piede a partire dai pri-mi anni Ottanta del Novecento, il Decostruttivismo si svi-luppa dalla teoria avanzata dal filosofo francese Jacques Der-rida – il cui interesse per l’architettura nasce da un invito daparte di Bernard Tschumi a un dibattito sul Parc de la Villet-te, a Parigi – relativa all’interpretazione del progetto come te-sto. Il concetto centrale si può riassumere nella negazione diun’univoca trasparenza del testo, quindi nell’impossibilità diinterpretarlo in senso veritiero.La nascita del movimento viene comunemente fatta risalire al1988, in occasione di una mostra al MoMA di New York or-ganizzata da Philip Johnson e Mark Wigley, dal titolo Deco-struttivist Architecture, in cui viene sancita la fine del Postmo-derno. In realtà già 2 anni prima gli architetti Paul Florian e Ste-fan Wierzbowski avevano cercato di organizzare senza succes-so unamostra dal titolo Perfezione violata: il significato di unframmento architettonico, per rendere pubblica una tenden-za che andava ormai diffondendosi in ambito architettonico.Gli architetti espositori del 1988 sono:Daniel Libeskind,RemKoolhaas, Zaha Hadid, il gruppoCoopHimmelblau, che co-munica aspetti derivanti da un’esperienza fantasiosa e tra-sgressiva del design, Peter Eisenman, rappresentante di unaforte intellettualità, Bernard Tschumi, una professionalitàsperimentata con il Parc de la Villette, a Parigi, e Frank O.Gehry, figura emergente del panorama internazionale.Filone conduttore del gruppo di progettisti è il riferimento al-l’operato dei costruttivisti russi degli anni Venti, che per pri-mi, “destabilizzando la purezza formale”, hanno creato unageometria instabile tramite la libera aggregazione di formepure, disarticolate e decomposte, partendo dalla composi-

Il progetto cometesto

Nascitadel Decostruttivismo

Gli architettiprotagonisti

L’influenzadei costruttivistirussi

Nella parte centrale della seconda metà del secolo si collocano due movimentiin contrapposizione tra di loro: il Decostruttivismo, che trova la propria forzaespressiva nello scardinamento delle regole e nella scomposizione delleforme, e il Neorazionalismo, che recupera la forma pura, legata alle tradizioniculturali tipiche di ogni area geografica.

2 Dal Decostruttivismoal Neorazionalismo

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Il superamentodel Costruttivismo

La “non architettura”

Distorsionetipologica,straniamentoe spiazzamento

Non piùcontrapposizioneinterno/esterno

Temadel “non finito”

Gli anni Settanta

zione classica per poi stravolgerne la gerarchia, l’equilibrio el’unità. I decostruttivisti, considerando il loro operato comeun completamento del radicalismo avanguardistico costrutti-vista, antepongono il “de” alla parola “costruttivismo” per sot-tolineare la lorodeviazionedalmovimento architettonico cuisi sono ispirati. La forma pura e la geometria euclidea vengo-no in questo modo contaminate; i decostruttivisti rivelanouna diversa sensibilità architettonica, in cui il desiderio dellaforma pura viene modificato e stravolto, fino a non esisterepiù. La nuova architettura è adesso frutto di regole compo-sitive libere e antiaccademiche, una “non architettura” chesi avvolge e si contorce su se stessa con volumi plastici e scul-torei: la nuova regola è il caos.Le opere decostruttiviste sono il risultato di una destruttura-zionedelle lineediritteeortogonali chesi inclinanoesidefor-mano senza una precisa apparente ragione; ordine e disordi-ne convivonoperché forte è il desideriodi liberarsi delle strut-ture rigide, vincolate dal potere e dalle logiche razionaliste.Altra caratteristica di rilievo è la “dislocazione” effettuata nelrapporto con il contesto, attuata attraverso la “distorsione tipo-logica” (come ad esempio nelle torri rovesciate del club ThePeak, a Hong Kong, di Zaha Hadid, 1983), lo “straniamento”e lo “spiazzamento” dei materiali, mettendo in discussione ilprincipio di contrapposizione tra interno ed esterno.Quest’ultima componente, che in passato aveva determinatola definizione della forma tramite superfici che delimitavanoun volume, rappresenta ora il sovvertimento del principio difocolare e di casa. Le pareti si inclinano, si fendono, si apro-no; è lo stesso concetto di chiusura a essere qui destabilizza-to e disintegrato, non solo in relazione al mondo esterno, maanche all’interno della costruzione stessa.

� Frank O. GehryAl canadese Frank O. Gehry (Toronto, 1929) si deve l’attua-zione delle più radicali opere decostruite, tramite architettu-re spesso caratterizzate dal tema del “non-finito” e da inter-venti di “perturbazione” della statica e della tettonica tradi-zionali, nelle quali vengonomesse in discussione le stesse no-zioni di verticale e orizzontale.Negli anni Settanta Gehry inizia a interessarsi dell’arte d’a-vanguardia, avvicinandosi alla Pop art e alla Minimal art. Lasua architettura, fatta di forme semplici innestate l’una nel-l’altra, di materiali rudimentali e poveri e di imprevedibilispazi scenografici, è ben rappresentata nella sua casa di San-taMonica, in California, realizzata in fasi successive, dal 1977-1978 al 1988, in realtàmai definitive. Questo linguaggio giun-

Architettura contemporanea

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ge a maturazione in una serie di opere: Cabrillo Marine Mu-seum, a San Pedro (1979), California Aerospace Museum, aLos Angeles (1982-1984), Loyola Law School, a Los Angeles(1981-1984), Frances Haward Goldwyn-Hollywood RegionalBranch Library, a Hollywood (1980), il campus universitarioa Irvine (1984-1986) e la Winton House, a Wayazata, Minne-sota (1987). Tra le opere successive si ricordano la SchnabelResidence, a Brentwood (1986-1989), e l’American Center,a Parigi (dal 1989).Gehry ha lavorato per la Disney Corporation, realizzando ilTeam Disney Building e il Palazzo del Ghiaccio Disney, adAnaheim, inCalifornia (entrambi inaugurati nel 1995), e ilWaltDisney Center di Los Angeles.Notevole rilevanza e grande diffusione mediatica ha avuto larealizzazione del Guggenheim Museum di Bilbao, inaugu-rato nel 1998.

� Daniel LibeskindDaniel Libeskind (Lódz, 1946) è un architetto statunitense diorigine polacca dell’ultima generazione di decostruttivisti. Lesue costruzioni si fanno portatrici di unmessaggio: sono unaforma che nasconde dentro di sé un significato ben preciso.Ne è un esempio il Museo Ebraico di Berlino (1989-1999): lapianta dell’edificio ha un andamento tortuoso che ricordauna saetta, la struttura ha alte mura con rivestimento di la-miera di metallo ondulato e numerosi tagli diagonali che dan-no luce all’interno. Tutte forme e simbologie che rievocanola distruzione del popolo ebraico. L’edificio non ha un ac-cesso diretto,ma è raggiungibile soltanto da un passaggio sot-terraneo del vicino edificio. Tra le più note realizzazioni di Li-

Le opere più recenti

Il Museo Ebraicodi Berlino

Figura 51Il Guggenheim Museumdi Bilbao.

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2 - Dal Decostruttivismo al Neorazionalismo

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beskind vi sono il padiglione per la Fiera internazionale deigiardini di Osaka (1988-1990); il piano urbanistico per la cittàdi Groninga (Paesi Bassi), ultimato nel 1990; un complessodi residenze e uffici a Berlino (1987-1991). Libeskind, che sioccupa anche di scenografia, ha inoltre progettato un teatrosperimentale con annesso complesso di servizi per la societàHespos, aOldenberg (1991). Nel 2004 è stato scelto il suopro-getto (elaborato con Zara Hadid e Arata Isozaki) per la riqua-lificazione del quartiere Fiera di Milano.

� Peter EisenmanArchitetto statunitense, Peter Eisenman (Newark, 1932) ri-mane il più significativo e fecondo traduttore del Deco-struttivismo, tramite una ricerca tesa a rendere autonomi e fi-ni a se stessi il linguaggio e la scrittura architettonica. Criticoverso il contesto attuale e la comune concezione di “casa”, af-ferma che essa può essere migliorata grazie all’estraniazionedell’individuo dal modo consueto di percepire il suo ambien-te. Ne è un esempio laCasa VI, del 1972, edificio nel quale ven-gono contraddette la classica organizzazione degli spazi e lafunzionalità, arrivando addirittura ad aggiungere a una scalarealmente funzionante, colorata in verde, una falsa scala colo-rata in rosso, simmetrica a quella vera, ma che termina controil soffitto e non porta in nessun luogo. La sua attività proget-tuale riguarda ambiti diversi: ricordiamo i grandi progetti ur-bani, fra cui ilManhattanWaterfront e ilRoosevelt IslandHou-sing, a New York, il Friedrichstadt-Süd, a Berlino, il Parc de LaVillette, a Parigi. Dal 1980 collabora con James Robertson: in-sieme progettano il nuovo University Art Museum and Arbo-retumdella California State University, a Long Beach, e il Mu-seo di Rovereto. Tra i suoi progetti più recenti ricordiamo ilCentre for Visual Arts, presso la Ohio State University (1989),la sede della Koizumi Sangyo Corporation, a Tokyo (1991), ilConvention Center di Columbus (Ohio, 1993) e un comples-so di alloggi popolari in un’area vicina a uno dei quartieri untempo occupati dal Muro di Berlino (1993).

Il Neorazionalismo

Il Neorazionalismo è un movimento, o meglio una tendenza,che si sviluppa tra gli anni Sessanta e Settanta in diversi Pae-si europei, ma anche in Giappone e negli Stati Uniti. In que-sti anni si evidenzia la necessità di un ritorno all’architetturache si rispecchi nelle tradizioni culturali tipiche di ogni spe-cifica realtà geografica, in contrasto con la teoria del Movi-

Altre opere

Nuova concezionedell’abitare

I progetti

Ritorno allespecificità locali

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Architettura contemporanea

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mento Moderno che aveva portato a uniformare i caratteridell’architettura in tutto il mondo. Ora si cerca di recuperarela cosiddetta forma pura (Aldo Rossi riprende i paradigmi il-luministi di Giovanni Battista Piranesi, Claude-Nicolas Ledouxed Étienne-Louis Boullée), in contrapposizione con la ricer-ca interessata alla sola funzione, sebbene l’architettura ri-manga legata alle esigenze del vivere quotidiano.Anche la città viene vista nel suo sviluppo attraverso varie fa-si storiche, promuovendo il recupero della continuità spazia-le e contrapponendosi viceversa al principio dello “zoning”,introdotto dalle recenti tendenze urbanistiche.In Italia la figura di riferimento del Neorazionalismo è l’archi-tettoAldoRossi (Milano, 1931-1997), promotoredi una rifon-dazione del linguaggio architettonico. Le sue opere sono co-stituite di materia, volume ed effetti cromatici basati su un ap-profondito studio del contesto e della storia locale. Dal 1955Rossi collabora con la rivistaCasabella-continuità; i suoi pro-getti si basano sull’uso ripetuto di forme semplici e sugli ar-chetipi classici, spesso caricati di valori simbolici. Tra il 1968e il 1976 lavora in collaborazione con Carlo Aymonino al pro-getto del quartiere Gallaratese di Milano, in cui rielabora latradizionale casa d’affitto milanese e progetta un’unità resi-denziale nel complesso Monte Amiata.Nel 1971 termina il progetto per il cimitero San Cataldo, a Mo-dena (1973-1980), in cui sono evidenti i riferimenti tipologici eformali alla fabbrica e alla cascina padana. Nel 1973, con il pro-getto del municipio di Trieste, riprende l’ottocentesca tradi-zione locale ed elabora un’interpretazione personale della na-tura della burocrazia moderna, dando all’edificio la forma di unpenitenziario. Nel 1979 realizza l’allestimento del Teatro delMondo per la Biennale di Venezia. In esso sono evidenti lo stu-dio tipologico e l’utilizzo di materiali che conferiscono il sensoprovvisorio del teatro e la ricerca del nuovo ruolo che deve es-sere assunto dal monumento in ambito urbano. Successiva-mente si dedica all’edilizia scolastica e a quella residenziale dipiccola scala. Nel 1988 vince il concorso internazionale per ilDeutsches Historisches Museum di Berlino. Tra le sue ultimerealizzazioni si ricordano il Museo di Maastricht (1992) e il pro-getto per trasformare gli edifici della ex Cantoni, a Milano, ne-gli uffici dell’Istituto universitario Carlo Cattaneo (1994). Oltreche come architetto, Rossi viene ricordato come designer escrittore: il suotestopiùnotoèL’architetturadellacittà(1966).Figure di rilievo nel panorama architettonico del Canton Tici-no sono Luigi Snozzi (Mendrisio, 1932) e Mario Botta (Men-drisio, 1943).Quest’ultimo, laureatosi a Venezia conCarlo Scar-pa, ha comepuntodi riferimento l’architettura ecclesiastica ita-

Ritorno alla formapura

Recupero dellacontinuità spazialedella città

Uso ripetutodi forme semplicie archetipi classici

Il Teatro del Mondo

Mario Botta

247

2 - Dal Decostruttivismo al Neorazionalismo

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Chiesadi San GiovanniBattista, a Mogno

Richiamialla tradizionecostruttiva locale

I progetti residenziali

liana, e in particolare quella romanica. Un esempio significati-vo è la chiesa di San Giovanni Battista, a Mogno, in Svizzera, ri-costruita con forme geometriche primordiali, basata su cer-chio, ellisse e cilindro troncato che svetta alto sopra le altre co-struzioni del paese (elemento quest’ultimo che poi caratteriz-zerà Botta in molte altre realizzazioni). L’edificio presenta unrivestimento in fasce orizzontali di marmo bianco di Peccia egranito grigio di Riveo e sorge sul sedimento della precedentechiesa del XVII secolo, distrutta da una valanga nel 1986, comegran parte del paese. La costruzione è decisamente contem-poranea, ma può chiaramente identificarsi con la tradizionecostruttiva locale per le forme massicce e per il forte sensomaterico dato dalla tipologia di rivestimento utilizzato. Pro-prio le murature sono un elemento distintivo della produ-zione di Botta, in particolare di quella religiosa, perché con-sentono di identificare il sacro come luogo isolato da tutto ilresto: uno spazio in cui interno ed esterno sono nettamen-te divisi da possenti pareti.Altri edifici religiosi disegnati daBotta sono la cappella di San-ta Maria degli Angeli, sul Monte Tamaro (1990-1996), dovel’edificio diventa parte integrante del paesaggio grazie alla ter-razza e alla passeggiata esterna, e la cattedrale di Evy, in Fran-cia (1988-1995).La progettazione residenziale è un altro capitolo importantedella produzione di Botta. Il concetto di casa va collegato aquello di rifugio, di luogo sicuro, saldamente radicato al suo-lo, quasi una primordiale caverna. Da ciò deriva il carattere in-trospettivo delle sue opere, poco aperte al contesto urbano,anche se con esso tentano di stabilire forme di relazione. Tragli edifici residenziali ricordiamo la casa unifamiliare a RivaSan Vitale (1971-1973) e casaDario, a Bellinzona (1889-1992).

248

Architettura contemporanea

Movimento architettonico che si diffonde negli anni Ottanta del Novecento; la formapura e la geometria euclidea vengono stravolte da una sensibilità architettonica di-versa, fatta di volumi molto plastici e forme che si contorcono su se stesse. Ber-nard Tschumi, Frank O. Gehry, Daniel Libeskind, Peter Eisenman e Zaha Hadid sono inomi di spicco.

Movimento, o meglio tendenza, sviluppatosi tra gli anni Sessanta e Settanta, il Neora-zionalismo tenta di recuperare la forma pura e le tradizioni culturali tipiche di ognirealtà geografica, in contrapposizione all’uniformità proclamata dal Movimento Mo-derno. Architetti di riferimento sono Aldo Rossi e Mario Botta.

SCHEMA RIASSUNTIVODECOSTRUTTIVISMO

NEORAZIONALISMO

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249

L’evoluzione del sistema progettuale

Un’importante rivoluzione nel linguaggio architettonico, apartire dalla metà degli anni Ottanta, è l’introduzione del-l’utilizzo di software sempre più specializzati per lo sviluppodella progettazione.Questi sistemi, chiamati Computer AidedDesign, più comunemente identificati con l’acronimo CAD,hanno consentito – non senza forti polemiche legate all’ideache tali sistemi possano portare all’impoverimento della qua-lità del linguaggio architettonico e a una sua standardizzazio-ne – una modifica radicale della fase progettuale, con la pos-sibilità di sviluppare particolari sempre più complessi e dipoterli gestire fin nei minimi dettagli.Le nuove potenzialità offerte dai sistemi CAD hanno consen-tito lo sviluppo di originali forme espressive: se i primi siste-mi di grafica computerizzata consentivano infatti di sviluppa-re disegni solo in pianta e in alzato, ovvero nelle due dimen-sioni, oggi la progettazione affronta l’oggetto architettoniconella sua tridimensionalità, lavorando sumodelli del tutto si-mili al manufatto reale.Un ulteriore sviluppo si ha grazie all’applicazione di tecnichedi calcolo in uso nel settore produttivo e di forme di anima-zione, derivate dal mondo cinematografico, in grado di for-nire accattivanti rappresentazioni dell’opera finita.L’evoluzionedel sistemaprogettuale edella concezionedi for-me architettoniche sempre più ardite e complesse non sa-rebbe stata possibile senza una parallela evoluzione tecnolo-gico-prestazionale dei materiali da costruzione e dei sistemidi rivestimento.Oggi sono in produzione nuovi materiali e nuove metodo-logie di trattamento dei materiali tradizionali che consen-tono di fornire soluzioni sempre nuove e in continuo aggior-namento. Questi sistemi rappresentano per l’edificio una“pelle” ad alto contenuto tecnologico e funzionano come ve-re e proprie macchine per migliorare le condizioni ambien-tali all’interno della struttura.

Softwaredi progettazione

Originali formeespressive

Evoluzionetecnologicadei materiali

Gli ultimi anni del secolo sono caratterizzati da una produzione architettonicasempre più articolata e fantasiosa, volta alla rappresentazione di forme amorfee amebiformi, ottenute grazie a nuovi programmi di grafica computerizzatae a nuovi materiali, frutto di una continua ricerca tecnologica.

3 Nuove tendenzeTitolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, N

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Architettura contemporanea

ARCHITETTURA BLOB

L’architettura Blob rappresenta l’evoluzio-ne della progettazione mediante l’utilizzodi sistemi CAD. I termini architettura Blob,Blobitettura o Blobbismo vengono uti-lizzati per la prima volta nel 1995 dall’ar-chitetto Greg Lynn per identificare co-struzioni amebiformi, dalle forme organi-che e globulari, con un movimento mor-bido e sinuoso. Queste nuove figure so-no rese possibili dall’utilizzo di un softwa-re di progettazione denominato BinaryLarge Objects (BLOB), che permette dimodificare gli algoritmi del modello.Riferimento storico è il gruppo di archi-tetti inglesi Archigram, attivi negli anniSessanta, che per primi introduconoun’architettura gonfiabile quasi biomorfa,in grado di muoversi nello spazio. Esem-pi sono ilWalking Cities e l’Instant City,di Ron Herron (membro dell’Archigram) oil Sin Centre, di Michael Webb. Primo e-sempio di architettura Blob è ilWater Pa-vilion, nei Paesi Bassi, iniziato nel 1993 eterminato nel 1997 su progetto di NoxArchitects; costruzione con prevalenteandamento orizzontale, forme sinuose euna geometria in costante movimento,all’interno ospita un’installazione di sen-sori che interagisce con il visitatore atti-vando luci, suoni e proiezioni di particola-re effetto scenografico. Molte costruzioniBlob sono caratterizzate da una pelle e-sterna realizzata con una struttura di fer-ro e vetro, utilizzata raramente in edifici

residenziali, ma più comunemente in edi-fici di carattere pubblico quali musei, tea-tri e sale da concerto. Un esempio è co-stituito dal Kunsthaus di Graz, di PeterCook e Colin Fournier, in cui la coperturadell’edificio appare come un’enorme bol-la blu dalla quale emergono una serie diprotuberanze protese in tutte le direzioni.Altre tipologie sono le forme geodetichein uso per edifici di carattere scientifico,come le cupole dell’Eden Project o la li-breria filologica presso l’Università di Ber-lino, progettata da Norman Foster. Il mu-seo Experience Music Project, a Seattle,progettato da Gehry e terminato nel2000, è composto da diversi edifici rive-stiti in lastre di metallo dai colori differen-ti per evidenziare i diversi stili musicali.Esempi di architettura Blob si hanno an-che in edifici commerciali come il Lon-don’s City Hall o il Future System deigrandi magazzini Selfridges (2003), a Bir-mingham, di Jan Kaplicky, in cui la formadell’edificio evoca la silhouette di unadonna che indossa un famoso vestito diPaco Rabanne a maglia metallica.Forme sinuose e articolate sono realizza-te anche mediante l’utilizzo di materialisintetici, schiume di polistirolo e polieste-re, come nella fermata dell’autobus pres-so l’ospedale di Spaarne, a Hoofddorp(Paesi Bassi), del 2003, in cui lo spazio èmovimentato da una lunga striscia di co-lore rosso ripiegata su se stessa.

Cambiamento fondamentale nella progettazione architettonica degli ultimi anni è l’uti-lizzo dei sistemi CAD, che consentono forme sempre più articolate e complesse. Ul-teriore sviluppo di questa tendenza è l’architettura Blob (Binary Large Objects), in cuile costruzioni assumono forme organiche globulari, dal movimento morbido e sinuoso.I maggiori esponenti sono Nox Architects, Peter Cook, Colin Fournier e Jan Kaplicky.

SCHEMA RIASSUNTIVONUOVE TENDENZEDELL’ARCHITETTURACONTEMPORANEA

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251

IndiceAalto, Alvar 234Abbazia di Casamari 144Abbazia di Chiaravalle 144Abbazia di Cluny 123-125Abbazia di Fontenay 141Abbazia di Fossanova 144Abbazia di Hauterive 132Abbazia di Pontigny 141Abbazia di Saint Albans 131Abbazia di Saint-Denis 136,214

Abbazia di San Galgano 144Abbazia di Santa MariaLaach 132

Abbazia di Westminster 142Abbazie 121-125Abitazioni private romane86-87

Abu Simbel 41Accademia di Architettura(Berlino) 198

Accademia di Parma 194Acquedotti romani 75-76Acropoli di Atene 64, 65-68Adam, Robert 195Adler, Dankmar 210Aeroporto di Osaka 240Aeroporto di Stansted(Londra) 240

Agorà 64Agrigento 69Aketaton (Tell el-Amarna)43

Alberti, Leon Battista 155,158, 160, 164, 168

Allée couverte 22Allineamenti (alignements)22

Altare di Pergamo 68, 69Altes Museum (Berlino)198

American Center (Parigi)245

Ammannati, Bartolomeo157

Anfiteatro Flaviovedi Colosseo

Anfiteatro romano 81Angers 141Antelami, Benedetto 130APAO (Associazione perl’Architettura Organica)234

Appio Claudio Cieco 75Aqua Antoniniana (Roma)85

Aqua Appia 75Aqua Claudia 75Aqua Marcia 76arcaico, Periodo 56-63Archigram 249Architettura Blob 249architettura della città, L’247

Architettura Organica 233Arco a sesto acuto 146Arco a tutto sesto 89Arco di Costantino (Roma)77

Arco di trionfo 89, 100Arco rampante 146, 147Arnolfo di Cambio 145Asplund, Gunnar 234Assiri 32-33Associazione perl’Architettura Organica(APAO) 234

AT&T Building (New York)242

Atene 63, 65-68Augusto, epoca di 76Avila 127Aymonino, Carlo 247Babilonesi 33-34Babilonia 34Baldacchino di San Pietro(Roma) 174

Baltard, Victor 217Banca d’Inghilterra (Londra)195

Banca di Hong Kong 239Barcellona 217, 221, 222Barry, Charles 213Basilica Aurea (Roma) 100Basilica del Santo Sepolcro(Gerusalemme) 110, 129

Basilica dell’Annunciazione(Nazareth) 110

Basilica della Natività(Betlemme) 109

Basilica di Massenzio(Roma) 79

Basilica di Saint-Sernin(Tolosa) 119

Basilica di San Giovanniin Laterano (Roma) 99

Basilica di San Lorenzo fuorile mura (Roma) 101

Basilica di San Nicola (Bari)131

Basilica di San Pietro (Cittàdel Vaticano) 100, 159,165, 173, 175

Basilica di San Sebastianofuori le mura (Roma) 100

Basilica di San Vitale(Ravenna) 108

Basilica di San Zeno(Verona) 130

Basilica di Sant’Agnese(Roma) 103

Basilica di Sant’Ambrogio(Milano) 117, 130

Basilica di Sant’Apollinarein Classe (Ravenna) 108

Basilica di Santa Croce(Firenze) 145, 164, 214

Basilica di Santa Mariadella Neve (Roma) 102

Basilica di Santa Maria inTrastevere (Roma) 103

Basilica di Santa MariaMaggiore (Roma) 99,102

Basilica di Santa Sabina(Roma) 103

Basilica di Santa Tecla(Milano) 106

Basilica di Superga (Torino)188

Basilica Emilia (Roma) 79Basilica Giulia (Roma) 79Basilica Liberiana (Roma)102

Basilica Maior (Milano) 106Basilica Maior (Roma) 101Basilica paleocristiana 97-104

Basilica Porcia (Roma) 79Basilica romana 78-80Basilica Ulpia (Roma) 79Battistero di Parma 130Battistero di San Giovanniin Laterano (Roma) 104

Bauhaus 231, 232Behrens, Peter 225Belgrand, François 217Beltrami, Luca 214Benedetto da Maiano 160

Berlage, Hendrik Petrus 224Berlino, piano regolatore198

Berlino, secessione 225Bernini, Gian Lorenzo 174Biblioteca Laurenziana(Firenze) 156, 166

Biennale di Venezia (1980)241

BLOB (Binary LargeObjects) 249

Blobbismo 249Blobitettura 249Bofill, Ricardo 242Bois de Boulogne (Parigi)217

Bois de Vincennes (Parigi)217

Boito, Camillo 214Borromini, FrancescoCastelli detto il 173, 176

Borsa del Carbone (Londra)206

Borsa del Grano(Edimburgo) 206

Borsa del Grano (Leeds)206

Borse Valori 206Botta, Mario 247-248Boulevards (Parigi) 217Boullée, Étienne-Louis 197Bow window 210Bramante, Donato 155,159, 165

Broletto 145Brunel, Isambard Kingdom207

Brunelleschi, Filippo 155,158, 159, 163, 164

Buckminster Fuller, Richard238, 240

Buontalenti, Bernardo 157Burgee, John 242Burlington, Richard Boyleconte di 194

Burnham, Daniel 210Burton, Decimus 208Ca’ Pesaro (Venezia) 183Ca’ Rezzonico (Venezia) 184Cabrillo Marine Museum(San Pedro) 245

CAD (Computer AidedDesign) 249

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Caffè Pedrocchi(Pedrocchino, Padova)214

Caio Plauzio Venox 75Calatrava, Santiago 240California AerospaceMuseum (Los Angeles)245

California State University(Long Beach) 246

Callicrate 65, 66, 67Campidoglio (Roma) 156Campidoglio (Washington)199, 200

Campidoglio dello Statodella Virginia 198

Capanna primitiva 19Cappella dei Pazzi (Firenze)159, 164

Cappella della SantaSindone (Torino) 180

Cappella di Santa Mariadegli Angeli (MonteTamaro) 248

Cappella reale (Cambridge)142

Cappella reale(Westminster) 142

Cappella Rucellai (Firenze)165

Carcassonne 141, 214Carcere di Devizes 206Carimini, Luca 214Carnac 22Casa Batlló (Barcellona)222

Casa Dario (Bellinzona) 248Casa del Fascio (Como) 230Casa in rue de Turin 12(Bruxelles) 223

Casa Milá (Barcellona) 222Casa Monticello (Virginia)199

Casa Schroeder (Utrecht)224

Casa Steiner (Vienna) 227Casa sulla cascata 234Casa unifamiliare a RivaSan Vitale 248

Casa Verdi (Milano) 214Casa VI 246Casa Vicens (Barcellona)222

Casabella-continuità 247Case a corte medievali 159Case romane 86-87Cassa di Risparmio postale(Vienna) 226

Castellamonte, Amedeodi 180

Castelli del Barocco 183Castello di Colchester(Inghilterra) 127

Castello di Dover(Inghilterra) 128

Castello di Durham(Inghilterra) 128

Castello di Hendigham(Inghilterra) 128

Castello di Richmond(Inghilterra) 128

Castello di Rochester(Inghilterra) 128

Castello di Vaux-le-Vicomte183

Castello Mackenzie(Genova) 214

Castello medievale 124-126Castrum 76Catacombe 95-97Catacombe di Domitilla(Roma) 95

Catacombe di Panfilo(Roma) 95

Catacombe di Priscilla(Roma) 96

Catacombe di San Callisto(Roma) 95

Catal Hüyük 21Cattedrale di Amiens 136,141, 147, 214

Cattedrale di Anversa 142Cattedrale di Bamberga132

Cattedrale di Barcellona144

Cattedrale di Beauvais 141Cattedrale di Bourges 136,147

Cattedrale di Bruges 147Cattedrale di Bruxelles 142Cattedrale di Burgos 144Cattedrale di Byblos 129Cattedrale di Canterbury142

Cattedrale di Chartres 129,136, 140-141, 214

Cattedrale di Coimbra 132Cattedrale di Colonia 214Cattedrale di Durham 131Cattedrale di Ely 131Cattedrale di Évora 132Cattedrale di Evy 248Cattedrale di Gerona 144Cattedrale di Gloucester131

Cattedrale di Laon 138, 147Cattedrale di León 144Cattedrale di Limburg 132Cattedrale di Lincoln 131Cattedrale di Lund 133Cattedrale di Magonza 132Cattedrale di Naumburg132

Cattedrale di Norwich 131Cattedrale di Notre-Dame(Parigi) 136, 138-140,147, 214

Cattedrale di Noyon 138Cattedrale di Palmadi Maiorca 144

Cattedrale di Parma 130Cattedrale di Piacenza 130Cattedrale di Praga 143Cattedrale di Reims 136,141, 147, 214

Cattedrale di Ribe 133Cattedrale di Roskilde 133,143

Cattedrale di Saint-Étienne(Sens) 136

Cattedrale di Santo Stefano(Vienna) 143

Cattedrale di Sciaffusa 132Cattedrale di Smolny 191Cattedrale di Soissons 138,147

Cattedrale di Strasburgo143

Cattedrale di Toledo 144Cattedrale di Tournai 133,142

Cattedrale di Traù 133Cattedrale di Uppsala 143Cattedrale di Visby 144Cattedrale di Winchester131

Cattedrale di Worms 132Cattedrale gotica 145-148Cattedrale romanica 118-121

Centrale elettrica 229Centre Georges Pompidou(Parigi) 238, 240

Centuriazione romana 76Cerdá, Ildefonso 217Cetriolo, Il 240Chartres 129, 136, 140-141, 214

Chiaravalle 144Chicago, Scuola di 210Chiesa a sala (Hallenkirche)142

Chiesa capitolare

di Heiligenkreuz 132Chiesa capitolaredi Lilienfeld 132

Chiesa dei Padri Comaschi(Messina) 179

Chiesa dei Santi Apostoli(Colonia) 132

Chiesa dei Santi Lucae Martina (Roma) 173

Chiesa del Gesù (Roma)159

Chiesa del Redentore(Venezia) 159

Chiesa della Resurrezione(Gerusalemme) 110

Chiesa della Salute(Venezia) 182

Chiesa della Trinità (Caen)129

Chiesa di Notre-Dame(Jumièges) 123, 129

Chiesa di Notre-Dame-du-Port (Clermont-Ferrand)129

Chiesa di Saint-Étienne(Caen) 129

Chiesa di Saint-Étienne(Nevers) 129

Chiesa di Saint-Front(Périgueux) 129

Chiesa di Saint-Louis desInvalides (Parigi) 183

Chiesa di Saint-Martin(Tours) 129

Chiesa di Saint-Philibert(Tournus) 129

Chiesa di Saint-Savin 129Chiesa di Saint-Sernin(Tolosa) 129

Chiesa di Sainte-Madeleine(Vézelay) 129

Chiesa di San Babila(Milano) 214

Chiesa di San Carlo alleQuattro Fontane (Roma)176

Chiesa di San Donato (Zara)133

Chiesa di San GiorgioMaggiore (Venezia)159

Chiesa di San GiovanniBattista (Mogno) 248

Chiesa di San Lorenzo(Firenze) 155, 158, 163

Chiesa di San Lorenzo(Milano) 107

Chiesa di San Lorenzo(Torino) 181

252

Indice

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Chiesa di San Michele(Pavia) 130

Chiesa di San Petronio(Bologna) 145

Chiesa di San Sebastiano(Mantova) 165

Chiesa di Sant’Agnese(Roma) 177

Chiesa di Sant’Andrea(Mantova) 158, 159, 165

Chiesa di Sant’Eufemia(Milano) 214

Chiesa di Santa Cecilia(Roma) 94

Chiesa di Santa Chiara (Bra)189

Chiesa di Santa Mariada Divina Providencia(Lisbona) 181

Chiesa di Santa Maria dellaPace (Roma) 173

Chiesa di Santa Maria delleGrazie (Milano) 165

Chiesa di Santa Mariain Campidoglio (Colonia)132

Chiesa di Santa MariaLaach (Renania) 122, 132

Chiesa di Santa MariaNovella (Firenze) 155,159, 165

Chiesa di Santa Mariapresso San Satiro(Milano) 165

Chiesa di Santa Susanna(Roma) 173

Chiesa di Santo Spirito(Firenze) 158, 164

Chiesa di Santo StefanoRotondo (Roma) 106

Chiesa di Urnes 133Chiesa rinascimentale 158Chiswick House (Londra)195

CIAM (CongrèsInternationauxd’Architecture Moderne)231

Cimitero Monumentale(Milano) 214

Cimitero San Cataldo(Modena) 247

Città ideale 161-162Città Nuova 229Città-palazzo 162Città-stato 52Classicismo postmoderno241

classico, Periodo 63-68Clifton Bridge (Bristol) 207Cloaca Maxima 75Cluny 123-125, 129Clutton, Henry 214Clyde Auditorium (Glasgow)240

Cnosso, palazzo di 50Collegi inglesi 142Colonna Traiana 77Colosseo (Roma) 77, 81-84Compendio di lezioni

di architettura 197Complessità e contraddizione

in architettura 241Computer Aided Design(CAD) 249

Contro-Unione per unaSocietà di Artisti 225

Controriforma 171Cook, Peter 249Coop Himmelblau 243Coperture delle stazioniferroviarie 208

Coppedè, Gino 214corinzio, Ordine 62-63Correzioni ottiche 58, 61,67

Cortile del Belvedere(Vaticano) 165

Creta 49-51Cromlech 22Crystal Palace (Londra)209, 238

Cubicula 95Cupola (antica Roma) 91Cupola aperta ad archiintrecciati 179

Cupola geodetica 240Dahshur 39De architectura 11, 77De Fabris, Emilio 214De Gerville, Charles 115De re aedificatoria 164De Stijl 224-225Decostruttivist Architecture243

Delfi 62Dell’Architettura tedesca214

Delo 68Derrida, Jacques 243Deutsches HistorischesMuseum (Berlino) 247

Docks di Londra 205Dogane di Parigi 97Dolmen 22Dôme des Invalides

vedi Chiesa di Saint-Louisdes Invalides

Domus Aurea (Roma) 77,81

Domus ecclesiae 94, 95Domus romana 86dorico, Ordine 58-61Dormitori del MIT(Cambridge) 234

Doura Europos(Mesopotamia) 95

Dresda, secessione 225Dulwich College (Londra)195

Duomo di Cefalù 131Duomo di Firenze 145, 163,214

Duomo di Gurk 132Duomo di Milano 145Duomo di Modena 130Duomo di Monreale 131Duomo di Orvieto 145Duomo di Pisa 131Duomo di Spira 132Duomo di Torino 180Duomo di Treviri 132Durand, Louis 197Eckmann, Otto 225Eden Project 249Edifici industriali 207Edificio a maglia 240Edilizia sovvenzionata 216Edvard Munch 225Egyptian Hall (Londra) 215Egyptian Quay (SanPietroburgo) 215

Eiffel, Alexandre-Gustave211

Eisenman, Peter 243, 246Eleusi 68Ellenismo 68-69Ensinger, famiglia 143Epidauro 64Eretteo (Acropoli di Atene)67

Esotismo 215Esposizione di Stoccarda232

Esposizione Universale(Londra) 209

Esposizione Universale(Parigi) 211

Esposizione universale(Torino) 223

Esztergom 143Experience Music Project(Seattle) 249

Fabbriche 205

Fair Building (Chicago) 210Fidia 60, 65, 66Fiera internazionaledei giardini di Osaka 246

Filanda di Philip-Lee(Manchester) 207

Filarete 155Filocle 67Finlay, James 207Firenze (Rinascimento) 153,154

Florian, Paul 243Fontaine, Pierre-François-Léonard 208

Fori (Roma) 78-79, 80Foster, Norman 239, 240Fournier, Colin 249Frank Lloyd Wright 233, 234Friedrichstadt-Süd (Berlino)246

Future System(Birmingham) 249

Gabriel, Jacques-Ange 196Galerie d’Orléans (Parigi)208

Galerie des Machines(Parigi) 211

Gallé, Émile 223Galleria Vittorio Emanuele II(Milano) 208

Gallerie urbane 208Gargouille 147Gaudí, Antoni 221, 222,223

Gehry, Frank O. 241, 243,244

Gerico 21Giardini pensili 34Gilly, David 198Giulio Romano 160Giza 40Goethe, Johann Wolfgang214

Graffiti rupestri 20Grattacielo 210Great Stove (Chatsworth)208

Groninga (urbanistica) 246Gropius, Walter 230-231Grotta della Natività(Betlemme) 110

Guaranty Building (Buffalo)210

Guarini, Guarino 178, 179Guggenheim Museum(Bilbao) 245

Guglielmo di Sens 142Guimard, Hector 223

253

Indice

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Hadid, Zaha 243, 244Hallenkirche (chiesa a sala)142, 143

Häring, Hugo 234Haussmann, baroneGeorges 216, 217

Herron, Ron 249Hertzberger, Herman 240High-Tech: the Industrial

Style and Source Bookfor the Home 238

Hittorf, Jacques-Ignace 217Holkham Hall (Norfolk) 195Hölzel, Adolf 225Home Insurance Building(Chicago) 210

Hong Kong & ShanghaiBank (Hong Kong) 239

Horta, Victor 221, 223Ictino 65, 66Institut du Monde Arabe(Parigi) 240

Insula (Roma) 86International Style 231ionico, Ordine 61-62Ippodamo di Mileto 64, 68,76

Jappelli, Giuseppe 214Jardin des Plantes 208Jefferson, Thomas 198Jencks, Charles 241Johnson, Philip 242, 243Jugend 225Jugendstil 223, 225Juvarra, Filippo 188Kaplicky, Jan 249Karnak, templi di 42Kaufmann House (casasulla cascata) 234

Kedleston Hall 195Kensington Palace (Londra)195

Kent, William 194Klimt, Gustav 226Knoblauch, Eduard 215Koolhaas, Rem 243Kron, Joan 238Kunsthaus (Graz) 249La Rotonda (Vicenza) 161Labrouste, Henri 217Lansdowne Crescent(Londra) 196

Latrobe, Benjamin Henry200

Laugier, Marc-Antoine 193Laurana, Luciano 155, 162Le Baron Jenney, William210

Le Corbusier 231, 232Le Figaro 228Le Vau, Louis 183Learning from Las Vegas242

Ledoux, Claude-Nicolas 197legno, Architetture in 26-27Leiter Building (Chicago)210

Liberty 223Libeskind, Daniel 243, 245,246

Libone 60Library of Boston 239Liebermann 225Lime Street Station(Liverpool) 208

Lincoln’s Inn Fields (Londra)195

Locke, Joseph 208Loggia delle Cariatidi(Acropoli di Atene) 67

London’s City Hall 249Londra (riqualificazioneurbanistica) 196

Longhena, Baldassarre 182Loos, Adolf 226, 227Lorenzo il Magnifico 166Louvre (Parigi) 175, 209,239

Loyola Law School (LosAngeles) 245

Luxor, templi di 42Lynn, Greg 249Maciachini, Carlo 214Mackintosh, Charles Rennie221, 223

Maderno, Carlo 173, 176Maestro di Olimpia 60Majolika Haus (Vienna) 226Manhattan Waterfront(New York) 246

Manierismo 156Manifesto dell’architetturafuturista 228

Mansart, Jules Hardouin183

manuelina, Architettura 144Marienkirche (Cracovia)143

Marinetti, Filippo Tommaso228

Marne-la-Vallée 242Martini, Francescodi Giorgio 162

Màstaba 38Matas, Niccolò 214Mathieu d’Arras 143

Mausoleo di Alicarnasso 68Mausoleo di SantaCostanza (Roma) 104

Medical College(Richmond) 215

Medici, famiglia 154megalitica, Architettura 22Mégaron 52Meidum 39Menfi (necropoli) 38Menhir 22Menil Collection (Houston)239

Mercati Traianei (Roma) 80Metaponto 69Metropolitana di Parigi 223Micene 52Michelangelo Buonarroti156, 159, 162, 166

Michelozzo Michelozzi diBartolomeo 155, 160

Mileto 68Ministero degli AffariSociali (L’Aia) 240

Mnesicle 65, 66Modern Style 223Modulor 233Moli di Londra 205MoMA (New York) 243Monaco, secessione 225Monastero di Santa Maria(Ripoll) 132

Monastero di SantoDomingo (Silos) 132

Mondrian, Piet 224Monge, Gaspard 204Mont Saint-Michel 129Monumento coregicodi Lisicrate (Atene) 63

Moore, Charles 241, 242moresco, Stile 215Municipio di Monaco 214Municipio di Trieste 247Museo Civico di StoriaNaturale (Milano) 214

Museo di Maastricht 247Museo di Rovereto 246Museo Ebraico (Berlino)245

Myrtos 49Nancy 223Nash, John 195, 207, 215Nassau Hall (Princeton) 200Navier, Claude-Louis-Marie204

Necropoli (Menfi) 38-39neoegizio, Stile 215neogotico, Stile 213

neoromanico, Stile 214Neu-Dachau 225Notre-Dame (Parigi) 136,138-140, 214

Nouvel, Jean 240Nox Architects 249Nuraghi 25-28Obelischi 215Olbricht, Joseph Maria 225,227

Olimpia 60Oratorio di San Filippo Neri(Roma) 177

Ordini classici 57-63Ospedale degli Innocenti(Firenze) 164

Ospedale Lariboisière(Parigi) 205

Otto, Frei 238Oud, Jacobus Johannes224

Paestum 60Palafitte 26Palazzi micenei 52-53Palazzi minoici 50-51Palazzi Vaticani 165Palazzina di Caccia(Stupinigi) 188

Palazzo Barberini (Roma)173, 174, 176

Palazzo Belgioioso (Milano)194

Palazzo Carignano (Torino)181

Palazzo Chiericati (Vicenza)160

Palazzo d’Inverno (SanPietroburgo) 191

Palazzo dei Normanni(Palermo) 128

Palazzo dei papi (Avignone)141

Palazzo del Parlamento(Londra) 213

Palazzo della Ragione(Vicenza) 160

Palazzo della Secessione(Vienna) 227

Palazzo di Assurnasirpal 33Palazzo di Diocleziano(Spalato) 77

Palazzo di Giustizia (Milano)230

Palazzo di Khorsabad 33Palazzo di Parte Guelfa(Firenze) 164

Palazzo Farnese (Roma)160

254

Indice

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Palazzo Güell (Barcellona)222

Palazzo Madama (Torino)188

Palazzo Massimo (Roma)156

Palazzo Medici-Riccardi(Firenze) 160

Palazzo Pitti (Firenze) 164Palazzo Reale (Babilonia) 34Palazzo Reale (Milano) 194Palazzo Reale (Palermo) 128Palazzo Reale (Torino) 180Palazzo rinascimentale 159-160

Palazzo Rucellai (Firenze)160, 165

Palazzo Strozzi (Firenze) 160Palazzo Te (Mantova) 160Palazzo Thiene (Vicenza)160

Palazzo Valmarana(Vicenza) 160

Palladianesimo 193, 198Palladio, Andrea di Pietrodella Gondola detto 159,160, 161, 167, 193

Palm House (Londra) 208Palmanova 162Pankok, Otto 225Panopticon 206Pantheon (Roma) 77, 91Pantheon di Soufflot 206Parc de La Villette (Parigi)246

Parco Güell (Barcellona) 222Parigi (urbanistica) 216-217Parler, Peter 143Partenone (Atene) 66, 67Pasargade 34Passerella sulle SchuylkillFalls (Pennsylvania) 207

Paxton, sir Joseph 208,209, 238

Pedrocchino (Padova) 214Pei, Ieoh Ming 239Pergamo 68, 69Perrault, Claude 175Perret, Auguste 233Perronet, Jean-Rodolphe204

Persepoli 34, 35Persiani 34-36Persius, Ludwig 214Peruzzi, Baldassarre 156,161

Petit Trianon (Versailles)196

Petite Moquette (Parigi) 206Piano, Renzo 238, 239, 240Piazza del Campidoglio(Roma) 162

Piazza Fontana (Milano)194

Pienza 162, 165Piermarini, Giuseppe 194Pietro da Cortona, PietroBerrettini detto 173

Pilo 52Piramide del Louvre (Parigi)239

Piramide di Chefren 40Piramide di Cheope 40Piramide di Djoser 39Piramide di Micerino 40Piramide Rossa 39Pireo 69Pittoresco inglese 195-196Place de la Concorde(Parigi) 196

Policleto il Giovane 64Ponte Aemilius (Roma) 75Ponte dei Quattro Capi(Roma) 75

Ponte di barche sul Reno 75Ponte di Besalù (Spagna)128

Ponte di Brooklyn (NewYork) 207

Ponte di Buildwas 206Ponte di ferroa Coalbrookdale 206

Ponte di legno sul Danubio75

Ponte Fabricius (Roma) 75Ponte Rotto (Roma) 75Ponte sul Merrimac River207

Ponti (nuove tecniche) 204Ponti romani 75Porta dei Leoni (Micene) 52Porta Maggiore (Roma) 77Portici (Roma) 80Porto di Napoli 74Porto di Ostia 74Portoghesi, Paolo 241Posidonia 69presenza del passato, La241

Priene 69Pritchard, Thomas Farnolls206

Propilei (Acropoli di Atene)65

Prospettiva rinascimentale154, 163

Pugin, Northmore 213Quartiere Fiera di Milano246

Quartiere Gallaratese(Milano) 247

quattro libri dell’architettura, I167

Raffaello Sanzio 134, 156,160

Rainaldi, Carlo 177Rainaldo 131Rastrelli, Bartolomeo 191Razionalismo 232-234Recinto sacro di Apollo(Delfi) 62

Regent Park (Londra) 196Reggia di Caserta 189-190Reggia di Versailles 183Regola delli cinque ordini

di architettura 157, 167Reichstag di Berlino 240Reliance Building (Chicago)210

Rennie, John 205Richardson, Henry Hobson210, 214

Rietveld, Gerrit Thomas 224Ring (Vienna) 218Rivoluzione Industriale 203Robertson, James 246Rodi 68Roebling, John Augustus207

Rogers, Richard 238Roma (Barocco) 172Roma (Rinascimento) 155Roma (urbanizzazione) 74Rondelet, Jean-Baptiste206

Roosevelt Island Housing(New York) 246

Root, John 210Rossellino, Bernardo 162,165

Rossi, Aldo 247Rohault de Fleury, Charles208

Royal Pavilion (Brighton)207, 215

Sabbioneta 162Sacrestia Nuova di SanLorenzo (Firenze) 156,166

Sacrestia Vecchia di SanLorenzo (Firenze) 159,163

Sagrada Familia(Barcellona) 222

Saint James Park (Londra)196

Saint Mary Axe (Londra)240

Saint-Denis 136, 214Sainte Chapelle (Parigi) 136San Gimignano 128, 145San Giovanni in Laterano(Roma) 99, 104

San Pietro (Città delVaticano) 100, 159, 165,173, 175, 176

San Pietro in Montorio 165San Pietroburgo 191San Tommaso d’Aquino 135Sangallo il Giovane, Antonioda 160

Sant’Ambrogio (Milano)117, 130

Sant’Andrea al Quirinale(Roma) 175

Sant’Elia, Antonio 228Sant’Ivo alla Sapienza(Roma) 177

Santa Croce (Firenze) 145,164, 214

Santa Maria degli Angeli(Firenze) 164

Santa Maria del Fiore(Firenze) 145, 163, 214

Santa Maria Laach(Renania) 122, 132

Santa Maria Novella(Firenze) 155, 159, 165

Santa Monica (California)244

Santiago de Compostela(santuario) 119, 132

Santuario della Visitazione(Carignano) 189

Saqqara 39Scala Regia (Roma) 175Scharoun, Hans 234Schinkel, Karl Friedrich 198Schoenmaekers, Mathieu224

Scott Brown, Denise 242Scuderie Reali (Londra) 196Scuola Attica 65Scuola d’Arte di Glasgow223

Scuola di Chicago 210Secessione viennese 225-226

Sedia rosso-blu 224Seguin, fratelli 207Selinunte 69Serlio, Sebastiano 166

255

Indice

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara

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Serre 208Sette libri dell’architettura

di Sebastiano Serliobolognese 166, 167

Sezessionstil 225, 226Simplicissimus 225Sin Centre 249Sinagoga di Berlino 215Sinagoga di Dresda 215Sinagoga di Milano 214Sinagoga di Monaco 215Sistema Metrico Decimale204

Slesin, Suzanne 238Snozzi, Luigi 247Soane, John 195Software di progettazione249

Stabilimento Renault 239,240

Stazione di Saint Enoch(Glasgow) 208

Stazione di Saint Pancrace(Londra) 208

Stazione di Stadelhofen(Zurigo) 240

Stazioni ferroviarie 208Stirling, James 242Stonehenge 23Storia dell’arte nell’antichità192

Strada Novissima 241Strade consolari 74Strutture espositive 208-209

Stuehler, F. A. 215Suger (abate di Saint-Denis) 136-137

Sullivan, Louis Henry 210,221, 233

Sumeri 31-32Susa 34Table des Marchands22

Tain-Tourton 207Taut, Bruno 231Teatri minoici 51Teatro alla Scala (Milano)194

Teatro del Mondo 247Teatro di Arles 81Teatro di Epidauro 64Teatro di Marcello (Roma)81

Teatro di Orange 81Teatro di Sabratha 81Teatro di Timgad 81Teatro greco 64

Teatro romano 80Tebe 52Telford, Thomas 206Tell Hassuna 21Tempietto di Atena Nike(Acropoli di Atene) 66

Tempio Bianco di Uruk 32Tempio corinzio 62-63Tempio di Apollo Epicureo(Vasse) 62

Tempio di Atena (Paestum)61

Tempio di Eridu 32Tempio di Hera (Olimpia)60

Tempio di Hera (Paestum)60

Tempio di Khafajah 32Tempio di Nettuno(Paestum) 60

Tempio di Zeus (Olimpia)60

Tempio dorico 58-61Tempio egizio 41-43Tempio greco 56-68Tempio ionico 61-62Tempio Malatestiano(Rimini) 165

Tempio romano 78Templi rupestri 41Terme di Caracalla (Roma)77, 84, 85-86

Terme di Diocleziano(Roma) 82

Terme romane 77, 84-86terra cruda, Architetturein 30-31

Terrace 194Terragni, Giuseppe 229Tesoro dei Sifni (Delfi) 62Tesoro di Atreo 53The Peak (Hong Kong)244

Thòlos 21, 49, 53, 68Tirinto 52Tituli 94Titulus Ceciliae 94Tomba di Agamennone

vedi Tesoro di AtreoTombe a màstaba

vedi MàstabaTorino 179, 188Torri civiche 128Tour Eiffel (Parigi) 211Trafalgar Square (Londra)196

Trattato di geometriae matematica 182

Tschumi, Bernard 243Tunnel monodirezionale240

Turner, Richard 208Uffizi, galleria degli (Firenze)157

Union Bridge 207Unione degli Undici 225Unité d’habitation(Marsiglia) 233

Urbino 162Valla, Lorenzo 134Van de Velde, Henry 223,225

Van der Rohe, Ludwig Mies232

Van Doesburg, Theo224

Van Eesteren, Cornelius224

Van’t Hoff, Robert 224Vanvitelli, Carlo 190Vanvitelli, Luigi 189, 194Vasari, Giorgio 134, 157Vasilikì 49Vaudoyer, Laurent 214Vaudremer, Auguste-Émile217

Venturi, Robert 241, 242Ver Sacrum 226Versailles 183Via Appia 74Via Aurelia 74Via Casilina 74Via Cassia 74Via Clodia 74Via della Conciliazione(Roma) 229

Via Flaminia 74Via Ostiense 74Via Salaria 74Via Tiburtina 74Vicat, Louis Joseph 207Vie consolari 74Vienna (urbanistica)218

Vignola, Jacopo Barozzidetto il 157, 159, 161,167

Villa Adriana (Tivoli) 77, 87Villa Capra, detta LaRotonda (Vicenza) 161

Villa Farnese (Caprarola)161

Villa Farnesina (Roma) 156,161

Villa Madama (Roma) 156,160

Villa Reale (Monza)194

Villa rinascimentale 160-161

Villa romana 87Villa Sacchetti (Roma)174

Villaggi, nascita dei 21Vincennes 141Viollet-le-Duc, Eugène214

Vitruvio Pollione, Marco 11,77, 167

Vittone, Bernardo 188Volta 90Volta a bacino 90Volta a botte 90Volta a catino 90Volta a crociera 90Volta a crociera ogivale146

Volta a vela 90Volta gotica 146, 147Von Förster, Ludwig218

Voyse, Charles 233Wagner, Otto 221,226

Walking Cities 249Walt Disney Center(Los Angeles) 245

Water Pavilion 249Webb, Michael 249Webb, Philip 233Weissenhof (Stoccarda)232

Welby, Augustus 213Werdersche Kirche(Berlino) 198

White Tower (Londra)127

Wierzbowski, Stefan243

Wigley, Mark 243Wilhelmstrasse (Berlino)198

Wilkinson, John 206Willis, Faber & Dumas(Suffolk) 239

Wils, Jan 224Winckelmann, JohannJoachim 192

Wright, Frank Lloyd 223,224, 233

Wyatt, Thomas Henry214

Zevi, Bruno 234Ziqqurat 33

256

Indice

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TITOLI DELLA COLLANA

ARCHITETTURA - BIOLOGIA - CHIMICA - CINEMA - DIRITTO

ECONOMIA AZIENDALE - ECONOMIA POLITICA E SCIENZA

DELLE FINANZE - FILOSOFIA - FISICA - FRANCESE

GEOGRAFIA ECONOMICA - INGLESE - LATINO - LETTERATURA

FRANCESE - LETTERATURA GRECA - LETTERATURA INGLESE

LETTERATURA ITALIANA - LETTERATURA LATINA

LETTERATURA SPAGNOLA - LETTERATURA TEDESCA

MUSICA - NOVECENTO - PSICOLOGIA - PEDAGOGIA - SCIENZE

DELLA TERRA - SOCIOLOGIA - SPAGNOLO - STORIA - STORIA

DELL’ARTE - TEDESCO

T U T T OStudio • Riepilogo • Sintesi

ARCHITETTURAS C H E M I R I A S S U N T I V I , Q U A D R I D I A P P R O F O N D I M E N T O

Titolo concesso in licenza a antonella pandiani, 85021, ordine Istituto Geografico De Agostini 829145.Copyright 2011 De Agostini, Novara