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Commissione europea Direzione generale dell’Istruzione e della cultura NUMERO 25 — 2005 DELL’ISTRUZIONE E DELLA CULTURA La Rivista ISSN 1681-9667 L’EUROPA al di là delle differenze

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Commissione europeaDirezione generale dell’Istruzione e della cultura

NUMERO 25 — 2005DELL’ISTRUZIONE E DELLA CULTURA

L a R i v i s t a

ISSN 1681-9667

L’EUROPAal di là delle differenze

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Direzione generale dell’Istruzione e della cultura

� Commissione Europea, B-1049 Bruxelles — Tel. (32-2) 299 11 11 — Fax (32-2) 295 01 38 � DG Istruzione e cultura — Fax (32-2) 296 42 59 — E-mail: [email protected] — Internet: http://europa.eu.int/comm/dgs/education_culture/index_fr.htm � Editore responsabile: Jaime Andreu Romeo� Coordinazione: Frank Pierobon e Jean Jauniaux� Concezione grafica e illustrazioni: Rumeurs e Mostra communication, Bruxelles � Le opinioni espresse in questa pubblicazione non riflettono necessariamente quelle della Commissione.� Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2005 © Comunità europee, 2005� Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Printed in Belgium

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Editoriale

Verso una società caratterizzata da una maggiore parità tra i due sessi

Il contributo della nuova Costituzione a donne e uomini in Europa

A scuola di parità

La parità tra i generi, oggetto di studio e di ricerca

Le parole adatte

Padre immigrato, padre assente?

Donna top manager: una formazione professionale adattata...

Casi pratici per formazioni tecniche

@lfa-bet@ ovvero come insegnare l'approccio digitale alle donne immigrate

Soccerlingua: dritto a rete

La voce delle donne

WWW — Women Writers’ Words

Incontri senza frontiere

Nuova Europa, nuova parità, nuova cittadinanza

Le ragazze nella mischia

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Caro lettore,

Per l’Europa e per gli europei, la parità tra donne e uomini è un diritto fondamentale previsto

dall’articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, solennemente

proclamata a Nizza nel 2000 dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione.

Tale diritto è anche sancito dal trattato che istituisce la Comunità europea, il quale, all’articolo 3,

dichiara che, nello svolgere le sue attività, «la Comunità mira ad eliminare le ineguaglianze,

nonché a promuovere la parità tra uomini e donne».

Il Trattato costituzionale sostiene il nostro impegno volto a promuovere la parità tra i sessi e

la non discriminazione, conferendogli un ulteriore impulso. A tal proposito, il nuovo articolo

3 precisa il dovere, stabilito dal trattato esistente, che afferma che l’Unione europea «combatte

l’esclusione sociale e la discriminazione e promuove la giustizia e la protezione sociale, la parità

tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore».

Tale dovere è particolarmente rilevante per i settori oggetto della mia responsabilità: l’istruzione, la

formazione, la gioventù, la cultura, la cittadinanza e il multilinguismo. Ecco perché la direzione generale

dell’Istruzione e della cultura ha sempre inteso assicurare ai programmi europei, sostenitori dei progetti

transnazionali in tali campi, la possibilità di giocare un ruolo essenziale nell’affrontare la discriminazione in

tutte le sue forme. La natura delle nostre politiche e attività ci pone in prima linea nella lotta per la parità

tra donne e uomini e per la non discriminazione in generale.

Come sostenne a suo tempo la scrittrice Charlotte Bronte, «i pregiudizi, è risaputo, sono molto più difficili

da sradicare dal cuore di coloro il cui suolo non è mai stato dissodato o fertilizzato dall’istruzione;

essi crescono forti come l’erbaccia fra le rocce». Il nostro obiettivo è sempre stato quello di fertilizzare,

tramite i programmi europei, i cuori di ciascun cittadino con i valori della tolleranza.

La promozione delle pari opportunità costituisce uno dei principi fondamentali di tutti i programmi europei.

Un cospicuo numero di progetti volti a promuovere le pari opportunità e a lottare contro la discriminazione

è stato finanziato dai programmi europei: da Socrates e Leonardo da Vinci a Gioventù, Cittadinanza e Cultura

2000. La presente rivista illustra alcuni di questi programmi, spero che essi siano per voi una fonte

d’ispirazione per portare avanti azioni concrete nei vostri ambiti.

Vi auguro una piacevole lettura della venticinquesima edizione de «La Rivista»,

Parità tra donne e uomini in Europa

Ján Figel'Commissario per l’Istruzione, la formazione, la cultura ed il multilinguismo

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La parità tra uomini e donne è stata al centro di numeroselotte sociali e politiche nell’Europa del dopoguerra, segno diun’evoluzione decisiva nella società civile di molti paesid’Europa e indipendente dal processo di integrazione europea.La discriminazione sessuale, tuttavia, come tutte lediscriminazioni, è in contraddizione con i principi e i valori chesono alla base della costruzione dell’Europa. Questo genere didiscriminazione risulta, inoltre, nociva e d’ostacolo per lepolitiche fondamentali di questa fase storica dell’Unioneeuropea, volte ad infondere uno spirito di rinnovamento nellavita economica e sociale del continente. Non è possibile,quindi, sperare in alcun cambiamento significativo e duraturosenza il contributo della componente femminile della societàeuropea. Senza le donne, senza la loro forza lavoro, la lorocreatività e partecipazione alla vita politica, l’Europa non saràin grado di realizzare il programma ambizioso di riformeprevisto per il decennio in corso. La discriminazione ai dannidelle donne rappresenta un ostacolo allo sviluppo dellademocrazia nell’Unione europea e uno spreco di talenti, dienergia e di buona volontà.

Nei numerosi testi legislativi e in molti dibattiti politici, la parità tra uomini e donne, la cosiddetta «parità di genere»,ha raggiunto una priorità ragguardevole. Ma nei fatti, uominie donne sono retribuiti, valorizzati e percepiti in mododisuguale e questa situazione, che affonda le radici in unatradizione di antica data, è divenuta ormai sempre menoaccettabile.

Dalla teoria alla pratica c’è ancora molta strada da fare. È uncammino che passa attraverso la scuola, sotto tutte le forme,e prosegue nella cultura, nella vita politica e cittadina. Sonostati fatti sicuramente dei progressi innegabili sotto moltiaspetti, ma talune disparità restano e sono alimentate daresistenze molto radicate.

Vista dall’interno delle proprie dinamiche, la società europeasegue un’evoluzione lenta e certa, dove il rapporto delleforze e dei valori tra i sessi tende a trovare un equilibrio

in Europa.

Queste tendenze di fondo emergono nelle diverse analisi statistiche,in particolare nella relazione sull’uguaglianza tra donne e uomini,redatta nel mese di febbraio 2005 (1), che la Commissione europeaha rilevato raccogliendo informazioni nei settori dell’occupazione,dell’istruzione e della vita sociale nell’Unione a 25. In generale, èrisultato che le disparità tra uomini e donne tendono ad attenuarsi.

In particolare, il tasso di occupazione continua a crescere ed haraggiunto il 55,1 % della popolazione femminile. Si mantienecomunque il divario delle retribuzioni a favore degli uomininell’Unione allargata, dove la media rilevata è del 15 %, mentreprima dell’allargamento era attestata al 16 %. Questa situazione sispiega, in parte, con una percentuale maggiore di donne occupatea tempo parziale (30,6 %) rispetto agli uomini (6,6 %). Il lavoropart-time, inoltre, è meno diffuso nei nuovi Stati membri, a causadella rigidità del mercato del lavoro e del livello meno elevato delleretribuzioni. Per quanto concerne la disoccupazione, questa èaumentata di poco nel 2004, restando tuttavia notevole il divariotra le donne (10 %) e gli uomini che sono senza lavoro (8,7 %).

Conciliare gli aspetti familiari e professionali nella vita quotidianaresta una preoccupazione essenziale per le donne. Il tasso dioccupazione delle madri con figli in tenera età è inferiore di 13,6 punti rispetto alle donne senza figli. Come rileva laCommissione, «queste cifre trovano spiegazione nell’accessolimitato alle strutture di accoglienza dei figli e negli stereotipifamiliari basati sulla divisione dei compiti familiari tra i due sessi».In effetti, «alle donne spetta la maggior parte delle incombenzedomestiche, disponendo quindi di meno tempo per occuparsi di unposto di lavoro remunerato. Gli uomini svolgono meno del 40 % ditutte le incombenze domestiche e tra il 25 % e il 35 % dei compiticonnessi all’educazione della prole nelle coppie con figli al di sottodi 7 anni».

Se si passa dal mondo del lavoro a quello dell’istruzione, la disparitànella partecipazione rispettivamente delle donne e degli uomini èancora maggiore, ma in senso inverso, secondo lo stesso rapporto:«rispetto agli uomini, le donne che proseguono gli studi sonosempre più numerose». La percentuale di donne diplomateall’università è passata al 58 % della popolazione studentesca nel2003, se si tiene conto dell’elevato livello di istruzione nei nuoviStati membri.

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(1) Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitatoeconomico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'uguaglianza tradonne e uomini, 2005 [COM(2005) 44 del 14.2.2005].

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Verso una società caratterizzata

da una maggiore parità

tra i due

sessi

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Una sfida fondamentale

L’Unione europea è da tempo impegnata nella promozione dellaparità fra i generi sia nelle politiche interne che sulla scenainternazionale. Durante la quarta conferenza mondiale dedicata alledonne, tenutasi a Pechino nel 1995, sono state definite alcuneaffermazioni che facevano appello a un’azione politica decisiva. Inoccasione del decimo anniversario della conferenza di Pechino, ilParlamento europeo ha fatto il punto della situazione in unarisoluzione, incoraggiando sia gli Stati membri sia le istituzionieuropee a proseguire su questa strada per tenere pienamente contodella «…dimensione della parità tra donne e uomini, ovvero nellepolitiche europee dell’istruzione e della formazione, della salute edella lotta all’esclusione sociale».

La Commissione europea, dal canto suo, aveva formulato dal 2000 una strategia quadro comunitaria (2) fondata su un dupliceapproccio: l’integrazione della dimensione del «genere» in tutte lepolitiche e attività comunitarie («gender mainstreaming»), el’istituzione di azioni specifiche volte soprattutto alla parità digenere. Tale strategia si basa in ugual misura su tre grandi linee:sensibilizzare, raccogliere dati precisi e consolidare la collaborazionetra tutti i protagonisti interessati. Mediante questa strategia, laCommissione favorisce la parità di genere in cinque settori: la vitaeconomica, la vita politica e sociale, la società civile e la lotta controgli stereotipi.

Considerato che le donne sono sottoimpiegate, il primo e piùimportante settore è il mondo del lavoro, dove occorre adoperarsiper ridurre le differenze tra i salari e migliorare il tasso dioccupazione delle donne, tanto più che le donne sono colpite inprimissimo luogo, soprattutto se hanno figli, nelle regioni in cui ladisoccupazione è in aumento.

Dato che la presenza delle donne diminuisce a mano a mano che sisale nella gerarchia dei poteri, il secondo settore riguarda in modopiù particolare il processo decisionale nella vita politica edeconomica, in modo da assicurare una migliore «promozione della parità di partecipazione e di rappresentanza» delle donneall’adozione delle decisioni.

Per poter favorire l’equilibrio tra la vita privata e la sfera lavorativa,la «promozione del pieno esercizio dei diritti sociali» pone l’accentosul miglioramento dell’applicazione della legislazione comunitaria,in particolare nel settore della protezione sociale, del congedoparentale, della protezione della maternità e del programma dilavoro. L’espressione «vita civile» si riferisce alla lotta contro laviolenza connessa al sesso nonché alla repressione del traffico didonne. Infine, viene messa in evidenza la necessità di un«cambiamento dei ruoli e degli stereotipi fondati sul sesso».

Mentre la strategia quadro 2000-2005 è stata prorogata fino al2006, la Commissione ha integrato il programma di finanziamentoper la parità donne-uomini in un progetto di programma sociale piùampio, Progress, che avrà inizio nel 2007, unitamente all’avvio deinuovi programmi relativi a istruzione e formazione. La Commissioneha presentato, inoltre, una proposta al Parlamento e al Consiglio (3)per la creazione di un Istituto europeo per l’uguaglianza di generecon il compito di raccogliere informazioni al fine di mettere adisposizione una banca dati affidabile e per sostenere, a lungotermine, l’azione dell’Unione europea.

La direzione generale dell’Istruzione e della cultura, attraverso iprogrammi nei settori dell’istruzione, della formazione, dellagioventù, della cultura, della cittadinanza e del multilinguismo, èchiamata ad assumere un ruolo strategico per l’eliminazione deglistereotipi sessisti e la promozione del rispetto altrui nelle propriedifferenze. Programmi quali Socrates, Leonardo da Vinci o Gioventùhanno tra i propri obiettivi quello di promuovere la parità di genere.A livello politico, ad esempio, ci si propone di potenziare il livello diqualificazione femminile ovvero la partecipazione delle donne neisettori scientifici, tecnici e in quelli connessi alle nuove tecnologie,settori che restano roccaforti maschili. Incoraggiare le donne aintraprendere carriere scientifiche, nonostante le idee preconcette,non significa soltanto sostenerle nel proprio sviluppo intellettuale eprofessionale, ma rappresenta anche la risposta alla mancanza dipersonale scientifico di cui soffre l’Europa nel momento in cui si èimpegnata a trasformare la società europea in una «società dellaconoscenza».

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(2) Cfr. la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio a modificadella decisione 2001/51/CE del Consiglio relativa al programma concernente lastrategia comunitaria in materia di parità tra donne e uomini e la decisione n.848/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, che istituisce un programma d'azione comunitario per la promozione delle organiz-zazioni attive a livello europeo nel settore della parità tra donne e uomini[COM(2004) 551 del 19.8.2004].

(3) Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che costituisceun Istituto europeo per l'uguaglianza di genere [COM(2005) 81 dell’8.3.2005].

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Lacquis comunitario sulla parità ha raggiunto dimensioniconsiderevoli. La parità tra donne e uomini è un principio didiritto comunitario che esprime un vero e proprio diritto

fondamentale, come è stato confermato dalla Corte di giustiziaeuropea. Da tale principio di diritto, che trova applicazione intutti i settori comunitari, scaturiscono azioni positive, come è riportato nella Carta dei diritti fondamentali, adottata a Nizza, e costituisce un riferimento per i giudici e il legislatorenell’interpretazione del diritto e nell’orientamento nelledecisioni. Questo principio di parità tra donne e uominicostituiva già l’elemento trasversale di tutte le politichecomunitarie a partire dal trattato di Amsterdam, checomprendeva anche disposizioni specifiche, quali la parità alivello di salario o la parità di trattamento nell’impiego e nellavoro. La Carta di Nizza enuncia parimenti la necessità diconciliare la vita professionale e la vita familiare, traducendosiin diversi diritti sociali, strumenti assai utili per progredire versola realizzazione di una parità vera e propria. Peraltro, molte dellenorme di diritto derivato («hard law» e «soft law») ampliano e potenziano lo standard comunitario di parità, fornendo ilquadro necessario per un acquis sociale che viene giàconsiderato come un tratto identificativo della nostra Europa.

Tale acquis è un completamento delle altre regolamentazioniesistenti riguardo la parità tra donne e uomini che si ritrovanonei trattati internazionali ratificati dall’Unione o dagli Statimembri, poiché nel caso in cui lo standard raccomandato nellaCarta dei diritti fondamentali sia di portata inferiore a quelloenunciato da queste altre regolamentazioni, sulla base dellastessa Carta, prevale lo standard più forte. In tal modo l’Europadispone già di uno strumento giuridico di considerevole efficaciain fatto di parità tra donne e uomini.

L’elaborazione della Costituzione europea è stata l’occasione peragire su due livelli per valorizzare meglio l’uguaglianza digenere: da una parte, occorreva mantenere l’acquis preesistentee dall’altra, era necessario migliorarlo, inserendovi nuovi diritticoncernenti il sesso oltre a precisare le garanzie giuridiche pertutti i contenuti normativi di parità tra donne e uomini.

Purtroppo, non è stato possibile ottenere tutto ciò con laconvenzione sul futuro dell’Europa, anche se è stata condottauna «battaglia» importante da parte della Commissione, delParlamento europeo e delle organizzazioni delle donne. Laconvenzione, presieduta soltanto dal 17 % di donne, ha espressouna notevole resistenza non solo di fronte all’assunzione dinuovi diritti, ma anche al mantenimento di un acquiscomunitario che ha, infine, accettato di conservare nell’ultimafase dei lavori. È stato possibile arricchire il testo, ma soltanto alivello di conferenza intergovernativa, apportando le novità piùsignificative con la menzione di parità tra donne e uominiall’articolo I-2 della Costituzione. Dall’esame del contenuto deltesto riguardo la parità tra donne e uomini e dal risultato diun’interpretazione dei termini dei testi della Costituzione nelloro complesso, è possibile concludere che è stato apportato unmiglioramento mediante i seguenti commenti:

> La Costituzione mantiene l’acquis comunitario riguardo laparità tra donne e uomini oltre alle regolamentazionisummenzionate. Tra il corpus legislativo e l’obiettivo di paritàtra donne e uomini di cui l’Unione si è dotata in tutte le suepolitiche, la questione della parità di genere acquista unapreponderanza inedita, incrementato ulteriormentedall’allargamento dell’Unione e dall’adozione di un nuovoquadro giuridico per l’azione esterna dell’Unione oltre che

Teresa FreixesProfessore di diritto costituzionale (Università autonoma di Barcellona)Cattedra Jean Monnet, di diritto costituzionale europeoRete di esperti indipendenti dell’UE in materia di diritti fondamentali

Il contributo della nuova Costituzionea donne e uomini

in Europa

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dalla scomparsa dei vecchi «pilastri» che il progetto dellaCostituzione trasforma in politiche comunitarie.

> La nuova Costituzione affronta nuovi settori molto specifici,quali la lotta contro la tratta degli esseri umani, ponendol’accento, in particolare, sulla tratta delle donne e dei bambinie sullo sfruttamento sessuale. In una dichiarazione annessaalla Costituzione, viene ugualmente proclamata la necessità dilottare contro tutte le forme di violenza domestica e a livellodi Stati membri, di applicare quanto necessario per prevenire ereprimere questi atti criminali e per assistere e proteggere levittime.

> La Costituzione aggiunge qualche clausola generale alla Cartadei diritti fondamentali. È a queste clausole che occorrerà fareriferimento per stabilire con precisione l’interpretazionecostituzionale adeguata di tutti i diritti fondamentali checomprendono, naturalmente, la parità tra donne e uomini. Ladistinzione tra diritti e princípi, rinviando alle «spiegazioni»che darà il presidium della Carta, e reclamata dalla convenzioneper il futuro dell’Europa, rischia certamente di ostacolarel’interpretazione, privilegiando la norma più elevata riguardola questione della parità tra donne e uomini allo scopo diconformare i diritti sociali sottesi alla parità stessa. Il principiodell’interpretazione unitaria e sistematica del testo costituzionalepuò fornire, in questo senso, una risposta adeguata alleesigenze di parità.

> La Costituzione afferma che la parità tra donne e uominicostituisce una delle caratteristiche della società europea e questa prima affermazione, riportata all’art. I-2 riguardo i valori dell’Unione, consente di interpretare tale parità come

se si riferisse ugualmente alla dimensione di uguaglianza digenere, poiché la parità non viene definita in se stessa comeun valore in senso stretto e occorre rintracciarne i contenutiattraverso i relativi rimandi nel complesso dei testi dellaCostituzione. La parità tra donne e uomini è, quindi, presentenella Costituzione come struttura giuridica, come «obiettivo»dell’Unione, come diritto fondamentale (comprese le azionipositive) e, infine, come dimensione trasversale nelle politichecomunitarie; si ritrova anche nelle parti di testo relative almondo del lavoro, alla politica dei flussi migratori e all’azioneesterna. Si può, quindi, affermare su tale base che la parità tradonne e uomini costituisce uno dei valori fondamentalidell’Unione, nel senso generale di parità, protetta anche dallaprocedura di sanzione dell’art. I-59. Tale manifestazionegiuridica di parità tra donne e uomini costituisce, infatti, la novità principale del trattato che adotta una Costituzioneper l’Europa.

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Il mondo dell’istruzione e della formazione è uno dei campi incui si rilevano in modo più chiaro le disfunzioni, i pregiudizi e le idee preconcette riguardo alla rispettiva collocazione di

uomini e donne nella società europea. Pur costituendo lamaggioranza degli studenti in età compresa tra i 20 e i 24 anni (il 55 % nel 2004) e conseguendo in generale i risultati migliori,secondo i dati raccolti nel 2002, le donne non oltrepassanotuttavia la soglia del 20 % del corpo insegnante a livellouniversitario.

Gli stereotipi resistono sia in merito al carattere falsamentemaschile della ricerca scientifica sia al dominio maschile sottotutte le forme di potere, di cui fa evidentemente parte lapadronanza del sapere. Si osserva, quindi, un forte squilibro neisettori tecnici, tecnologici e scientifici che le giovani donnetendono ancora a disertare. Gli studenti maschi risultano essereda due a quattro volte più numerosi nelle discipline scientifiche e tecniche, anche se da una ripartizione più precisa risulterebberoforti disparità nell’ambito stesso di queste specializzazioni. Le formazioni tecniche nelle professioni inerenti il settore dellasalute o dell’ambiente riscontrano molto più successo tra le donnerispetto, ad esempio, all’informatica, lasciando pensare che ciò siadovuto alla definizione persistente di taluni settori comeprettamente maschili, quali la tecnica e l’industria, o comeprettamente femminili, quali i servizi e le cure sanitarie.

Questo tipo di squilibrio continuerà ad aggravare la penuria di studenti nei settori scientifici e, di conseguenza, a ridurre ilpotenziale di innovazione e di ricerca scientifica nell’Unione, finoa quando le donne non si sentiranno bene accette in questi settoridi importanza strategica per lo sviluppo e il progresso dellasocietà europea. Per questi motivi, il Consiglio dei ministridell’Istruzione, sulla scia degli orientamenti adottati nel quadrodella strategia di Lisbona (marzo 2000), si è impegnato, nel 2003,ad aumentare di almeno il 15 %, entro il 2010, il numerocomplessivo dei diplomati in matematica, scienze e tecnologia e,allo stesso tempo, a ridurre lo squilibrio tra uomini e donne. Ci siè posti l’obiettivo, stabilito dal Consiglio europeo di Stoccolma nel2001, di attirare 100 000 nuove studentesse l’anno affinché

arrivino a rappresentare il 15 % dei diplomati in queste disciplineper l’Europa a venticinque nel 2015. Tali orientamenti si basano sudi un insieme di obiettivi comuni che dovranno essere realizzatientro il 2010 (1) e che rientrano ormai nel quadro di cooperazionepolitica a livello comunitario nel settore dell’istruzione e dellaformazione. La questione della parità è uno degli obiettivifondamentali di questo nuovo quadro politico e del programma dilavoro alla base della sua realizzazione. I ministri dell’Istruzione si sono infatti impegnati a integrare pienamente la dimensionedelle pari opportunità negli obiettivi e nel funzionamentodell’istruzione e della formazione, oltre ad assicurare un accessoequo all’acquisizione delle competenze alle persone sfavorite e a coloro che, al momento, non traggono pieno beneficio daisistemi attuali. Affinché questi impegni non restino lettera mortae per favorire lo scambio delle migliori pratiche tra gli Statimembri, i progressi concreti realizzati a livello nazionale in questosettore saranno valutati con regolarità tramite appositi rapportisulla realizzazione degli obiettivi fissati a Lisbona.

Gli strumenti specifici dei programmi Socrates e Leonardo da Vinci

Questi programmi sono incentrati sulla lotta contro l’esclusione sottoogni sua forma: sono volti naturalmente a promuovere la parità trauomini e donne come si accinge a farlo la cooperazione comunitariaa livello politico. Il programma Socrates, dedicato all’istruzione, e ilprogramma Leonardo da Vinci, imperniato sulla formazioneprofessionale, sono due strumenti importanti dal punto di vistastrategico per la promozione delle pari opportunità. Il loro punto diforza è legato al fatto che agiscono direttamente sul campo,coinvolgendo direttamente i protagonisti del mondo dell’istruzione e della formazione attraverso i progetti transnazionali di scambio e di mobilità. Ciascun progetto sostenuto da questi programmi ha l’obbligo di chiarire in tutte le fasi dello sviluppo (progettazione, realizzazione, valutazione), le modalità di considerazione e di promozione della parità di genere.

I programmi comunitari Socrates e Leonardo da Vinci offrono possibilità concrete di far progredirela parità tra uomini e donne nel mondo dell’istruzione e della formazione professionale. Tale azione,fondamentale nel quadro della strategia di Lisbona, ha potenziato i risultati che ci si aspettava dallacooperazione politica tra gli Stati membri. Riuscire a stabilire il riequilibrio tra i sessi, sianell’istruzione che nel mondo del lavoro, presuppone la partecipazione attiva di tutti i protagonisti e,anche a tale riguardo, i buoni risultati già raggiunti lasciano intravedere tutto quello che rimaneancora da fare.

(1) Per ulteriori informazioni sulla realizzazione della strategia di Lisbona neisettori dell'istruzione e della formazione, consultare il sito:http://www.europa.eu.int/comm/education/policies/2010/et_2010_fr.html

A scuola di parità

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Socrates

Il programma Socrates, che è entrato ora nella sua seconda fase,prevede una serie di azioni dedicate a tipi specificid’insegnamento: l’insegnamento scolastico (Comenius),l’insegnamento superiore (Erasmus), l’istruzione degli adulti(Grundtvig). L’azione Minerva ha, inoltre, alcuni punti in comunecon il nuovo programma eLearning, in quanto è stata concepitaper stimolare la cooperazione europea nell’integrazione delletecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e losviluppo dell’insegnamento a distanza. L’azione Lingua, infine,riguarda le questioni dell’apprendimento delle lingue.

A ciascuna azione del programma Socrates corrispondonostrumenti specifici che si rivolgono all’uno o all’altro aspetto dellapromozione della parità di genere nell’insegnamento, dal livelloprescolastico all’istruzione degli adulti, passando attraversol’insegnamento di livello superiore. Nell’azione Comenius(cooperazione a livello scolastico), ad esempio, viene postol’accento sulla lotta contro l’insuccesso scolastico e l’esclusione.A questo proposito, occorre citare il progetto italiano che affrontala presa di coscienza degli stereotipi sessisti nei libri di testo.Considerato che il contesto culturale trasmette attraverso la suabase tradizionale un certo numero di comportamenti relativiall’identità, ci si può aspettare che questi si riflettano nei testi inuso nelle scuole e che l’analisi critica raccomandata debbaconservare sempre il senso della sfumatura. L’azione Erasmus,concepita come incoraggiamento per gli studenti a seguire partedei corsi all’estero, ha riscosso un notevole successo tra lestudentesse che sono più numerose degli studenti. Erasmus non silimita, comunque, allo scambio di studenti e professori; taleazione sostiene, infatti, allo stesso modo reti tematicheuniversitarie tra cui la rete Athena, che promuove la questionedelle distinzioni basate sul sesso come oggetto di studio e diinsegnamento a sé stante.

Grundtvig, un’altra azione del programma Socrates, è concentratasull’apprendimento durante tutto l’arco della vita, proponendo laformazione destinata agli adulti. Molte reti e diversi progetti

hanno l’obiettivo di mitigare le disparità persistenti tra donne e uomini sia nella vita di tutti i giorni, sia in casi particolari e nellesituazioni difficili come quelle dell’immigrazione. In questoambito, il progetto «Padri impegnati» si pone l’obiettivo dicoinvolgere soprattutto gli immigrati uomini nell’educazione deipropri figli, un ruolo essenzialmente affidato alle donne in moltepopolazioni.

Leonardo da Vinci

Dal 1995, il programma Leonardo da Vinci costituisce lostrumento comunitario principale nell’ambito della formazioneprofessionale. Molti dei progetti Leonardo da Vinci sono volti a incoraggiare le donne a seguire corsi di formazione checonducono a professioni tradizionalmente considerate comeroccaforti maschili. Il problema è fondamentalmente lo stessonella misura in cui si tratta di formazione nei settori tecnici e scientifici; le idee preconcette riguardano ugualmente altrisettori, quali le professioni del settore dei trasporti. Il progetto«Loupe» è indirizzato concretamente alla dimensionedell’uguaglianza di genere nella misura in cui questo criteriointerviene nella scelta di formazione tecnica che le personecompiono e prevede inoltre una presentazione di casi praticiproposti al momento di tali corsi di formazione.

La diffusione delle esperienze e lo scambio delle migliori pratichecostituiscono un punto fondamentale nella strategia delprogramma Leonardo da Vinci allo scopo di promuovere la paritàdi genere. Questo è, infatti, uno degli insegnamenti di un progettoorganizzato nella regione Västra Götaland, in Svezia, allo scopo dipotenziare la formazione delle donne che occupano posizioni confunzioni dirigenziali nel settore pubblico. Tutto ciò presuppone,ancora, di modificare le pratiche e le mentalità: nel 2003, le donnerappresentavano appena il 31 % dei manager nell’Europa deiventicinque.

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Per quale motivo è necessario studiare le questioni legate allaparità di genere? Questa è la prima domanda rivolta aMarlise Mensink, coordinatrice della rete Athena.

Marlise Mensink: La dimensione relativa alla parità di genereinterviene continuamente sia nella vita di una società sia nellasfera intima di ciascun individuo. Si presenta nel mondo dellavoro, nelle problematiche relative ai ruoli nel settore dellasalute pubblica, negli schemi culturali ecc., con conseguenzesull’identità delle persone. Gli studi sull’argomento consentono diaffrontare questa dimensione in modo scientifico. Spiegando imeccanismi attraverso i quali si formano, a livello sociale,l’identità e i ruoli individuali, questi studi fornisconoinformazioni utili alla società. Sulla base delle conclusioni dellericerche è possibile mettere a confronto in modo obiettivo lesituazioni per periodi di tempo e in regioni geografiche diverse,offrendo così un grande aiuto nel quadro di una politica dipromozione delle pari opportunità.

La situazione è uguale in tutta Europa?Dal punto di vista storico, i paesi scandinavi sono stati i primi inEuropa a concepire, realizzare e riconoscere a livello accademicoprogrammi di studio dedicati alla donna e alla questione dellaparità di genere. A partire da questa base, sono stati messi a punto programmi simili nel resto d’Europa, anche se l’idea nonè stata ancora diffusa ovunque. Si incontrano ancora notevoliresistenze. È necessario combattere tutti i giorni per farriconoscere questo tipo di studi come una disciplina a se stante.A tale riguardo e in generale, non ritengo che l’ambienteuniversitario abbia un ruolo veramente portante per la questionedelle pari opportunità…

Uno dei compiti di Athena consiste nel valutare leconseguenze del processo di Bologna per gli studi dedicatialla parità di genere…I primi risultati della nostra indagine riguardano 74 università di26 paesi. Per il primo anno, e nel settore di studi dedicatiall’argomento, 41 partner propongono un master. Su questopunto, le altre università accusano dei ritardi nella realizzazionedel sistema, ma ciò è dovuto a volte alla mancanza di chiarezzanelle raccomandazioni dell’istituto interessato. I master nelsettore dei gender studies vengono proposti attraversoprogrammi di diverse discipline, benché si tratti in effetti di unaproblematica piuttosto interdisciplinare. Alcuni programmi distudio proposti mettono in evidenza l’aspetto concreto e altri,ovviamente, la ricerca. Le principali discipline che includonoquesti programmi di gender studies sono soprattutto le scienzeumane e la sociologia, ma occorre menzionare le pariopportunità vere e proprie, nonché il lavoro sociale, oltre che learti, le lettere, le scienze politiche, l’antropologia, la storia, lerelazioni internazionali, gli studi europei, l’istruzione, lapsicologia e persino la teologia. Mentre in alcune università latransizione avviene senza problemi, occorre tenere conto delrischio reale che non si percepiscano i gender studies comedisciplina autonoma. Ciò è preoccupante nella misura in cuiquesta situazione rende particolarmente difficile la diffusione e lo scambio di alcuni dati e dei risultati delle diverse ricerche.

La rete Athena raggruppa un centinaio di istituzioni universitarie con

sede in oltre trenta paesi e si propone, attraverso questa sinergia,

di stimolare la cooperazione e il dibattito nell’ambito

dell’analisi delle diverse questioni sociali legate alla

problematica della parità tra uomini e donne. Questa

rete tematica, coordinata dall’Università di Utrecht,

nei Paesi Bassi, trova sostegno nel quadro del

programma Socrates attraverso l’azione

Erasmus.

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La parità tra i generioggetto di studio e di ricerca

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Oltre al processo di Bologna, di quali grandi temi si occupaattualmente la rete Athena?In primo luogo, il potenziamento dei legami tra l’ambienteuniversitario e il mondo della ricerca che si realizza attraverso losviluppo e il miglioramento dei corsi di formazione europei alivello di dottorato, un tema a cui prestiamo particolareattenzione quest’anno. Occorre poi sviluppare ulteriormente lapossibilità di creare dei contatti tra l’ambiente accademico e ilresto della società. Per questo motivo incoraggiamo lecollaborazioni con i centri di studio e di documentazione dellacondizione femminile, le biblioteche pubbliche o gli enti cheorganizzano corsi di formazione destinati alle donne. Dedichiamo,inoltre, seminari di lavoro ad alcune tematiche precise, quali lasalute pubblica, per alimentare il dibattito con i risultati dellaricerca. La rete stimola conferenze e corsi di formazione, oltre acurare pubblicazioni (la serie «The making of European Women’sstudies»). Abbiamo, inoltre, organizzato l’università estiva «Noise»,che si tiene a Barcellona nel 2005, nonché incontri nell’ambitodella nostra rete di studenti: l’Athena Student Forum, che offrel’occasione agli studenti provenienti da molti paesi di scambiarele proprie riflessioni sulle grandi questioni femminili. Inoltre, sulnostro sito Internet (http://www.athena2.org) sono disponibilimolte informazioni sulle diverse attività dei nostri uffici.

ContattiAthena: Advanced Thematic Network in Activities in Women’s Studies in EuropeAthena Central Coordination c/o International Office Women’s StudiesUtrecht University, Faculty of Arts Muntstraat 2A 3512 EV UtrechtNederlandE-mail: [email protected]: http://www.athena2.org

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Ilibri di testo trasmettono moltistereotipi femminili e maschili cherispecchiano una realtà sociologica

tradizionale senza tenere pienamenteconto dell’evoluzione dei ruoli, delleidentità e dei costumi. Per stimolare la riflessione sulla persistenza di questeidee preconcette e di questi luoghicomuni, il progetto Polite mira asensibilizzare gli editori e gli autori delmondo delle edizioni scolastiche allaproblematica legata ai due sessi. Taleprogetto, appoggiato dall’associazionedegli editori e dal dipartimento italianoper le pari opportunità, trova sostegnonell’azione Comenius del programmaSocrates.

Dopo aver esaminato la letteraturascolastica più comunemente utilizzata, i promotori italiani del progetto Polite

(«Pari opportunità nei libri di testo»)hanno redatto un codice deontologico in base al quale l’editore di libri di testo si impegna a prestare «un’attenzioneparticolare allo sviluppo dell’identità di genere e della cultura delle pariopportunità in quanto aspetti decisividell’istruzione dei soggetti in formazioneindipendentemente dal fatto di esseremaschio o femmina».

Gli editori possono avvalersi dei diversistrumenti appositamente studiati dalprogetto Polite. In particolare, sono statiriuniti in un vademecum i diversi supportipedagogici disponibili che rispondono ai criteri delle pari opportunità. Ilvademecum dal titolo «Sapere e libertà —Il maschile e il femminile nei libri,nell’insegnamento e nella vita» èreperibile sul sito Internet del progetto

«Ancora oggi, l’educazione dei figli nella famiglia restaappannaggio delle donne, in particolare nelle famiglie diimmigrati. I padri non si riconoscono quali educatori attividei propri figli», ha constatato Elfi Thurow, coordinatricedel progetto «Padri impegnati». Grazie alle esperienzepilota condotte in sette paesi, questo progetto, sostenutodall’azione Grundtvig del programma Socrates, incoraggiai padri a un maggiore coinvolgimento.

«Sensibilizzare i padri all’educazione dei propri figli può essered’aiuto a rendere i modelli meno rigidi e i ruoli più flessibili siasul piano individuale che su quello sociale», ritiene Elfi Thurow.Sostenuto dall’azione Grundtvig, che incoraggia le forme diapprendimento durante tutto l’arco della vita a vantaggio degliadulti, il progetto «Padri impegnati» si è soffermato, per due anni,a individuare le forme efficaci di dialogo per sensibilizzare i padridi famiglia immigrati al ruolo che possono e devono assumere pereducare con successo i loro figli. Dieci organizzazioni hannoistituito progetti pilota in sette paesi (Austria, Regno Unito,Romania, Polonia, Germania, Italia e Spagna). «Nel tentativo diperfezionare una pedagogia indirizzata in modo particolare aipadri di famiglia, il nostro approccio mirava anche almiglioramento della “democrazia tra i sessi” nelle famiglie. Ci siè chiesti come contattare queste persone per poter raggiungerel’obiettivo prefissato. All’inizio dell’operazione, non eravamoaffatto sicuri di riuscire a farci capire, ma dopo due anni dilavoro, penso che il progetto abbia veramente raccolto la sfidacon successo», afferma Elfi Thurow.

Incontri in una sala da tèLe azioni condotte in sette diversi paesi sono state adattate negliapprocci a seconda delle diverse situazioni. Ad esempio, aColonia, in Germania, il centro di assistenza per immigrati si è

rivolto ai padri di origine turca, cercando di contattarli attraversol’organizzazione di seminari e incontri nelle moschee e nelle saleda tè. Durante gli incontri, sono state affrontate diversetematiche incentrate, tra le altre, sul ruolo dei genitori e sullosviluppo dei figli, compresi i problemi di assuefazione degliadolescenti all’alcool o alle droghe. A Firenze, in Italia, il progettosi è imperniato sulla maggiore responsabilità dei mariti di donneincinte nella preparazione della futura nascita. A Barcellona, inSpagna, si è trattato piuttosto di migliorare il contatto tra i padrie le scuole frequentate dai figli attraverso i mediatori culturali el’organizzazione di eventi extrascolastici. Altre iniziative sonostate prese a Graz, in Austria, con seminari sulle rispettivestrutture del sistema di istruzione e della famiglia, ponendol’accento sul ruolo del padre, e a Manchester gli uomini hannoregistrato storie e racconti tradizionali per i figli, nell’ambito diattività che consentivano di coinvolgere, insieme, i padri con ipropri figli. In Polonia e in Romania, le discussioni sulle relazioniall’interno della famiglia hanno consentito di identificare, etalvolta di superare, gli automatismi tradizionali nonché diprendere coscienza del ruolo dell’educazione dei genitori e delleconseguenze di certi comportamenti.

«In conclusione, siamo riusciti a contattare padri di famigliaprovenienti da una ventina di paesi, dall’Iran al Congo, compresala Russia», afferma Birgit Oberhofer, la cui scuola per adulti PBW,a Colonia, ha capeggiato il progetto europeo. «Ogni iniziativa haprodotto un’analisi dettagliata dei metodi e dei risultati che èstato possibile conseguire. Tutte queste informazioni ci hannoconsentito di far emergere i fattori linguistici, culturali, religiosi,amministrativi e pratici che possono rivelarsi problematici nelmodo in cui questi padri di famiglia hanno vissuto la loropaternità. Nel corso di tutte le operazioni condotte nei diversipaesi per dialogare con i padri di famiglia immigrati, abbiamo

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Padre immigrato, padre assente?

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avuto la possibilità non solo di rilevare molte differenze eparticolarismi, ma anche delle notevoli costanti. Tutto ciò haconfermato la nostra convinzione che, in tutti i casi, lamediazione culturale e la cooperazione con le organizzazionidegli stessi immigrati si sono rivelate cruciali per aiutare i padriad assumere appieno il proprio ruolo».

Associazioni comunitarieQuesti tipi di azioni sarebbero tempo perso se gli stessi immigratinon si impegnassero e questa è, in realtà, la conditio sine qua nondi una maggiore comprensione reciproca tra l’istituto educativo ele famiglie di immigrati. In realtà, sono proprio i figli, al centro diquesta azione, quelli che soffrono doppiamente di questosradicamento, delle condizioni di vita spesso dure e precarie deiloro genitori e dello choc culturale che devono superare per trarreil meglio dalla propria scolarizzazione. «Coinvolgendo leassociazioni comunitarie, abbiamo raggiunto dei risultatidecisamente migliori», spiega Birgit Oberhofer. «Noi stessiabbiamo dovuto adattarci ai ritmi di vita delle persone chevolevamo contattare. Come è possibile raggiungere gli obiettivicon corsi organizzati nel pomeriggio durante la settimana se gliuomini lavorano tutto il giorno? Abbiamo dovuto imparare, intutte queste esperienze, ad adattare ogni volta il nostro modo dicomunicare alla situazione che si presentava e scegliere bene illuogo e il momento degli incontri. Tutte le informazioni sulprogetto pilota, comprese le principali conclusioni trasversali,sono disponibili sotto forma di CD-ROM. È un lavoro di ampiorespiro poiché non riguarda soltanto l’istruzione dei padri, maanche la loro responsabilizzazione e la loro vicinanza al figlio eal suo vissuto, dato che il problema principale è quello che causal’immigrazione stessa. Infatti, l’integrazione dei figli spessoavviene più facilmente che per gli adulti. I figli sono capaci diadattarsi più velocemente alla nuova cultura, cosa che non

manca di generare conflitti nel contrasto che tale cultura suscitacon i valori e le tradizioni della generazione dei genitori».

Il CD-ROM multilingue citato da Birgit Oberhofer è stato elaboratonell’ambito del progetto per raccogliere la presentazione analiticadi tutti i progetti riuniti sotto il titolo di Engagierte Väter («Padriimpegnati»), esponendo i concetti teorici che ne sono alla base, eper offrire una serie di strumenti pedagogici oltre che unavalutazione critica (1).

ContattiBirgit OberhoferParitätisches BildungswerkLandesverband Nordrhein — Westfalen e. V.Loher Str. 7D-42283 Wuppertal

(1) Per ricevere il CD-ROM, inviare un messaggio al seguente indirizzo: [email protected]

(http://www.aie.it/polite/vademecum.htm).Dato che il vademecum comporta unaserie di analisi molto approfonditesull’apprendimento a sostegno dei libri di testo, esso «propone delle idee cheaiutano a cogliere i diversi modi diavvicinarsi alla conoscenza e alla culturadei soggetti in formazione i quali nonsono persone neutre ma, appunto,femmine o maschi. Come il sapere chenemmeno lui è mai neutro».

Oltre le frontiere

Chiunque, sulla base delle proprieesigenze pedagogiche e delle lezioniacquisite nel corso della propriaesperienza, può ispirarsi a questa operache propone, tra i numerosi temi, delle riflessioni sull’utilizzo delle formelinguistiche nella costruzione della

consapevolezza sessuale o sulla psicologiadello sviluppo e dell’apprendimento. Il progetto Polite ha realizzato, inoltre,una videocassetta che tratta esempi di situazioni sotto forma di racconti con dialoghi fittizi per avviare ladiscussione nel quadro delle azioni di sensibilizzazione. Questo strumento è stato presentato a una platea diprofessionisti dell’istruzione in occasionedi una conferenza internazionale a cuihanno partecipato funzionaridell’istruzione provenienti dall’Austria,dalla Spagna, dalla Francia, dall’Irlanda e dal Portogallo.

La lotta contro l’insuccesso scolastico e l’esclusione, ossia attraverso lapromozione delle pari opportunità,rientrano nelle priorità dell’azioneComenius che copre tutto il ciclo

dell’istruzione, dalla scuola maternaall’insegnamento secondario, ed è volto a potenziare la qualità, la dimensioneeuropea, la mobilità e l’insegnamentodelle lingue.

Contatti:Sito web del progetto Polite:www.aie.it/polite/

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Per stimolare le donne top manager a esercitarepienamente funzioni di responsabilità nell’ambito delsettore pubblico della sanità, la regione svedese di VästraGötaland ha istituito nuovi metodi di formazioneprofessionale.

Con i suoi 49 000 impiegati, l’amministrazione regionale diVästra Götaland, nella Svezia occidentale, è il secondodatore di lavoro del paese. Il settore pubblico della sanità,

in particolare, dispone di diciassette ospedali di cui solo settesono diretti da donne. La presenza delle donne, anche serappresentano l’83 % degli effettivi, diminuisce a mano a manoche si sale nella scala gerarchica.

Per incoraggiare maggiormente le donne a occupare postidirettivi, il dipartimento dello sviluppo regionale e delle risorseumane di Västra Götaland ha elaborato alcuni progetti diformazione professionale che il programma Leonardo da Vinci haselezionato per dare il proprio sostegno finanziario. Dal 2002, ilgoverno regionale ha tratto ispirazione da alcuni metodi dileadership concepiti in modo più specifico per le donne. Questimetodi sono stati formalizzati in una pubblicazione dal titolo «A start guide for attracting and sustaining women in leadershippositions» («Guida di avvio per interessare e sostenere le donne inposizioni di leadership»), un lavoro che è frutto di un precedenteprogetto Leonardo da Vinci. Inoltre, i risultati di questoprogramma hanno beneficiato delle azioni di valorizzazioneorganizzate dalla direzione generale dell’Istruzione e dellacultura.

Formazioni adeguate alle donne top manager«La domanda di apprendimento, di formazione e di istruzionenella vita attiva è molto importante in Svezia. Esiste un sistemadi competenze molto esteso che non risponde però alle esigenzespecifiche dei top manager, in particolare delle donne», affermaCarina Abréu, responsabile del progetto «Donne e management»presso l’amministrazione di Västra Götaland. Nell’ambito dellarete «Earlall», l’associazione europea delle autorità regionali e locali per l’apprendimento durante tutto l’arco della vita, laregione di Västra Götaland ha prolungato questa primaesperienza realizzando nuovi programmi di formazione.«Abbiamo elaborato un programma per l’acquisizione di nuovecompetenze nelle questioni di leadership e di managementunitamente alla dimensione del genere, al ruolo dell’internazio-

nalizzazione del settore pubblico e alle prospettive transregionali»,precisa Carina Abréu. «Se la formazione consente di cogliere almeglio i risultati psicologici del processo decisionale e dellagestione dei conflitti, essa si basa anche sullo scambio diesperienze e la costruzione di reti di scambio di conoscenze coni colleghi delle regioni partner».

Sono state organizzate visite di lavoro in Catalogna (Spagna), nel Galles (Regno Unito) e in Toscana. «Questa collaborazione ci consente di scambiare le nostre conoscenze e i nostri metodidi apprendimento, distinguendo meglio le difficoltà incontratedalle donne che desiderano intraprendere una carriera basatasulle proprie competenze e qualifiche. Si tratta di utilizzare lamobilità in formazione alternata a incontri di gruppo perpianificare e valutare le esperienze di altre colleghe di altri paesie programmare il proprio apprendimento». Tutto ciò avviene sullabase degli strumenti prodotti da un precedente progettoLeonardo da Vinci completamente sovvenzionato dalla regioneVästra Götaland.

Dopo la valutazione di questo programma di formazioneprofessionale (autunno 2005), la regione di Västra Götalandprevede l’elaborazione di un nuovo progetto pilota incollaborazione con sei regioni di altri paesi e alcune universitàeuropee. «Stiamo lavorando allo sviluppo della cooperazioneinternazionale per formazioni che integrino pienamente ladimensione del genere. Il nostro progetto si basa sull’esempiodelle dirigenti attuali le cui esperienze e competenze possonoessere utili ai leader di domani […]. Un modo per smorzare i timori, riscontrati in diversi paesi europei, di affrontare unapenuria di professionisti nel settore delle cure sanitarie,compresi i responsabili e i gestori. Il settore pubblico deve esserein grado di attirare e conservare maggiormente leadercompetenti […] tra i quali molte donne», conclude Carina Abréu.

ContattiPer informazioni sulla rete Earlall, visitare il sito Internet:http://www.earlall.orgPer la regione di Västra Götaland, consultare il sito Internet:http://www.vgregion.seE-mail: [email protected]

Donna top manager:

una formazione professionale adattata…

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Casi pratici per formazioni tecniche

Incoraggiando i metodi attivi di apprendimento, basatisull’esperienza delle imprese, il progetto Loupe rende piùinteressanti gli indirizzi di studio di tipo tecnico, inparticolar modo per le ragazze. Un progetto sostenuto dalprogramma di azione nell’ambito della formazioneprofessionale Leonardo da Vinci.

Linsegnamento tecnico superiore risente della disaffezionecrescente da parte degli studenti in generale e, in particolare,delle ragazze. Indipendentemente dal paese dell’Unione

europea, la presenza di studentesse è minore negli indirizzi di studiodi tipo tecnico, matematico e scientifico dell’insegnamentosuperiore non universitario. La percentuale delle ragazze raggiungeraramente il 30 %. Per Eliane Smits van Waesberghe,dell’associazione nazionale olandese a favore delle donnenell’istruzione tecnica (VHTO), «le scuole devono ricorreremaggiormente a metodi attivi di apprendimento per attirare piùstudenti, comprese le ragazze». In effetti, questi metodi rafforzanoconcretamente il rapporto, rassicurando gli studenti che rischianodi essere spaventati dall’astrazione matematica. Viene restituita ladimensione pragmatica che risulta essenziale nell’ambito di unaformazione tecnica e professionale. Questa è la caratteristica delprogetto europeo Loupe. Questo progetto, frutto di unacollaborazione tra organismi con sede in Spagna, Estonia, Italia,Svezia e nei Paesi Bassi, coordinato dal VHTO, non solo raccoglie,analizza e diffonde le informazioni disponibili sulle diverseformazioni attive esistenti, ma presenta, inoltre, una selezione dilavori pratici tipici di questa forma di insegnamento per renderlapiù interessante per gli studenti che desiderano indirizzare la loroscelta verso una formazione di tipo tecnico. «Una formazioneprofessionale basata sulla realizzazione di lavori pratici, secondoun formato ispirato dalla realtà di vita in azienda, facilital’inserimento dei giovani diplomati nel mercato del lavoro. Questometodo di apprendimento richiede però che insegnamento tecnicoe sfera privata siano più vicini». Altro punto di attrazione delprogetto Loupe è costituito dal fatto che consente di conoscereesperienze pedagogiche innovatrici già utilizzate con successo inalcuni paesi dell’Unione. «In Svezia e nei Paesi Bassi, i sistemi diformazione professionale possono attingere a una vastaesperienza in questo tipo di metodi. Mentre non è ancora questo ilcaso di paesi quali la Spagna, l’Estonia o l’Italia».

Maggiore presenza di ragazzeAlla conferenza finale del progetto Loupe (http://www.vhto.nl/loupeconference), è stato presentato un motore di ricerca specifico

sotto forma di CD-ROM disponibile anche sul sito Internet delprogetto Loupe (www.loupesearchtool.net). Questo strumentoconsentirà agli utenti di elaborare, nel contesto dell’apprendimentoproattivo, dei progetti adeguati e innovativi con prevalenteattenzione alla dimensione del genere. L’idea principale è quella disegnalare alcune tensioni di cui si deve assolutamente tenere contoper elaborare un progetto veramente efficace. Questo motore diricerca, progettato come uno strumento di sensibilizzazione, portagli utenti a riflettere sull’innovazione e sull’impatto del genere deiloro progetti.

A partire dal mese di giugno 2005, ciascun insegnante potrà,inoltre, consultare sul sito Internet del progetto Loupe ladescrizione e le modalità di un caso concreto del quale potràverificare l’effettiva adeguatezza al proprio settore, oltre agliobiettivi che si è prefissato con i propri allievi. Basatosull’esperienza e testato direttamente nell’ambito specificodell’insegnamento, ciascun caso è accompagnato da unadescrizione dettagliata che precisa, in particolare, i compitiattribuiti a ciascuno studente. «Prima di sottoporre un caso, questoviene analizzato sulla base di tre criteri», spiega Eliane Smits vanWaesberghe: «la realtà pratica, l’innovazione e l’importanza delgenere nelle diverse discipline».

Lo strumento Loupe valorizza le esperienze più interessanti, sia peri professori che per gli allievi, comprese le ragazze. Ma quali sonogli elementi che potrebbero rafforzare il potenziale di attrazione diun progetto? «I progetti più riusciti hanno in genere un caratteremultidisciplinare: sono legati, ad esempio, all’ambiente o allasanità. Ciò spiega, in particolare, la loro integrazione e il loro ruolonel funzionamento della società», osserva Eliane Smits vanWaesberghe. «D’altro canto gli indirizzi di studio che si basano suquesti stessi principi, come le tecnologie connesse all’ambiente,alla ricerca medica o al disegno industriale, attirano un numeromaggiore di ragazze».

ContattiVHTONational Organisation for women in technical education and functionsEliane Smits van WaesberghePO BOX 2557 — 1000 CN Amsterdam — NederlandSito Internet: http://www.vhto.nlSito del progetto Loupe:http://www.loupesearchtool.net

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@lfa-bet@ ovvero come insegnare l’approcciodigitale alle donne immigrate

Il progetto @lfa-bet@ riunisceorganizzazioni che operano in contestimolto diversi con popolazioni moltovariegate. Per quale motivo?

Le condizioni di vita degli immigrati, e delle donne in particolare, sono moltodiverse a seconda dell’ambiente socio-economico. Allo stesso tempo, l’accesso al computer non è uguale per chi lavorain una grande città rispetto a chi lavora in una zona agricola. Nell’ambito delprogetto @lfa-bet@, si dovrebberoraccogliere le competenze piùcomplementari per affrontare in modoefficace tutte le situazioni possibili. Tra i partner, si annoverano un’associazionespecializzata nell’istruzione per adulti,Formazione 80, con sede a Torino,un’organizzazione, «Heure exquise!», che ha realizzato una rete telematica aMons-en-Barœul, una città dormitoriodove coabitano una trentina di originietniche diverse alla periferia di Lille, unarete di insegnamento, a nord di Londra,che coinvolge circa 100 000 alunni tra i quali degli adulti […] senza dimenticarel’università tecnologica slovacca el’Istituto di scienze dell’istruzione di Bucarest, entrambe specializzatenell’insegnamento a distanza.

Quali sono gli obiettivi che si ponequesta piattaforma?

Con il progetto @lfa-bet@ vengonoidentificati e raccolti i modelli pedagogicipiù efficaci, sia sul piano organizzativoche didattico, per elaborare azioni dialfabetizzazione digitale che possanofacilmente adattarsi alle sollecitazionilegate alla forte varietà dei luoghi di vita in cui proponiamo i nostri corsidi formazione. Non bisogna dimenticare

che è nostra intenzione soprattuttoraggiungere le donne immigrate.

È in questo modo che ci è stato possibileraccogliere tutte le informazioninecessarie sulle cosiddette «miglioripratiche», ovvero sui tipi di formazionecollaudata a cui potersi ispirare altrove in Europa per promuovere azioni simili.Abbiamo, inoltre, previsto una serie dipubblicazioni affinché questi tipi diinformazioni siano ancora più accessibilie, allo stesso tempo, vorremmo aumentareil numero dei punti di accessomultimediale in alcune zone perconsentire agli immigrati, il nostroobiettivo primario in questo progetto, di poter disporre dei servizi elettroniciesattamente come i cittadini europei. La piattaforma potenzia le sinergie localitra tutte le persone coinvolte nel percorsodegli immigrati: i mediatori culturali, gli enti pubblici, le scuole, i funzionariistituzionali con potere decisionale ecc.

Come può essere migliorata la qualitàdi vita di un immigrato attraverso unaformazione nel settore informatico,anche se a livello elementare?

Qualche rudimento per utilizzare le risorsedelle nuove tecnologie, la competenza«digitale», oltre che l’accesso aglistrumenti informatici adeguati, possonoessere sufficienti a trasformare una vita.Nella mia città, Torino, una donnaperuviana, che guadagna qualche soldocome domestica, arriva a spendere unasomma considerevole delle sue entrate pertelefonare alla sua famiglia. Nonostante i costi elevati, il telefono pubblico resta ai suoi occhi il mezzo più accessibile perrestare in contatto con il suo paese. Se questa donna potesse disporre dellasemplice possibilità di scambiare messaggielettronici con i suoi corrispondenti, lasua vita cambierebbe. Inoltre, imparandoqualche nozione di base, e a condizione dipoter disporre di un accesso adeguato al

computer, sarebbe anche in grado disbrigare alcune formalità amministrativesenza più perdere intere mattinate in una sala d’attesa per ottenere la versione cartacea di modelli che sonocomodamente disponibili on line. Infine,grazie al computer, potrebbe acquisiredelle nuove conoscenze e competenze e migliorare il suo potenzialeprofessionale.

I principali fruitori del progetto @lfa-bet@ sono extracomunitari. Qualeposto occupano in particolare ledonne?

Le donne immigrate si assumono moltospesso responsabilità enormi e hannobisogno del massimo sostegno. Sono,inoltre, quelle che maggiormentefrequentano le scuole per adulti dovemostrano la volontà di raggiungere lapadronanza di tutti gli strumenti chepossano facilitare il loro inserimentosociale. Molte donne non esitano astudiare la sera, dopo le incombenzedomestiche, e desiderano, allo stessotempo, poter essere d’aiuto ai propri figli nell’istruzione scolastica, tanto piùche questi incontrano problemi a scuola.Queste sono realtà quotidiane nelle scuole per adulti, ma ciò non significa che il progetto sia chiuso agli uomini!

ContattiAssociazione Formazione 80Corso Re Umberto 10-12I-10121 TorinoSito Internet: http://www.formazione80.it

Il livello di istruzione e di competenza tra gli immigrati e, soprattutto, tra le donne immigrate è molto diverso. In generale,le donne si trovano tutte dalla parte sbagliata della «frattura digitale», in quanto non dispongono né delle competenzedigitali né dell’accesso all’informazione o alla comunicazione intese nel senso più moderno. Tuttavia, nella maggior partedei casi, con un piccolo aiuto, l’accesso alle nuove tecnologie dell’informazione può offrire a queste donne immigrate il

mezzo per una migliore integrazione e una vera e propria emancipazione. È in questo sensoche Piazza Pucci coordina un progetto di questo tipo, l’@lfa-bet@, per il qualeun’associazione di Torino specializzata nell’istruzione degli adulti, Formazione 80, haottenuto il sostegno del programma eLearning. Questo nuovo programma di istruzione e dicultura incoraggia l’utilizzo della tecnologia nell’apprendimento durante tutto l’arco della vitaper fornire formazione nelle nuove tecnologie alle persone che non hanno potuto usufruiredi una scolarizzazione completa e assistita.

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«Giocatori come Zidane, Ronaldiñho, Nedved o Ballackparlano ciascuno tre lingue. Un giocatore come Ruud van

Nistelrooy parla bene l’olandese, l’inglese, il tedesco e lospagnolo. Le star devono parlare ai propri compagni di squadra,capire l’arbitro, saper cogliere quello che canta il pubblico e,anche, cavarsela nella vita di tutti i giorni e fare la spesa alsupermercato», sottolinea Richard Weaver, il promotore diSoccerlingua.

Grazie a un DVD interattivo in cinque lingue, un album e un sitoweb, questo progetto incoraggia i fan e i giovani calciatori, di etàcompresa tra i 10 e i 14 anni, a emulare i loro idoli non solo nellaprecisione dei calci, ma anche nel talento poliglotta. «Illustriamoloro che imparare l’inglese, il tedesco, il catalano, l’italiano o lospagnolo può essere divertente, soprattutto in compagnia diqualcuno dei più famosi giocatori», precisa Richard Weaver. «Gli facciamo capire che la conoscenza di altre lingue è utile nellavita quotidiana. Ad esempio, parlare di calcio in un’altra linguapuò portare ad allacciare conoscenze in altri paesi».

Nei menu degli strumenti sviluppati per questa iniziativa sonopresenti quiz sulle conoscenze nel settore del calcio, testlinguistici e interviste. Diverse star del pallone dannotestimonianza della loro esperienza di multilinguismo, inparticolare le star del calcio femminile. Il progetto è riuscito adassegnare parti uguali a uomini e donne, ad esempio, registrandointerviste con giocatrici delle squadre nazionali d’Inghilterra,Spagna, Germania, Repubblica ceca e Brasile.

«Per noi è molto importante che i risultati del nostro progettosiano interessanti sia per le ragazze che per i ragazzi. Il calciofemminile è lo sport che si sta sviluppando di più in questomomento in tutto il mondo e, nel DVD e nel libro, vengonopresentati insieme i più grandi giocatori e le più grandigiocatrici».

«Gli strumenti saranno disponibili nell’estate 2005. Sarannodistribuiti gratuitamente migliaia di esemplari alle federazioni dicalcio oltre che alle reti dei club sportivi e delle scuole. Siamoanche in contatto con riviste che faranno pubblicità all’iniziativa.Il progetto, che rientra anche nell’Anno europeo dell’educazioneattraverso lo sport (2004), suscita la curiosità di club come ilBarcelona (partner del progetto), il Bayern di Monaco, lo Schalke04, il Manchester United, l’Arsenal, la Lazio, il Real Sociedad ecc.».

Attualmente, soltanto alcuni grandi club professionistiintrattengono relazioni privilegiate con le scuole locali, ma tuttele squadre allenano giovani calciatori. «Alcuni di questi giovanidribblatori hanno già avuto l’occasione di viaggiare. Noi liaiutiamo a prendere coscienza della possibilità offerta da questiviaggi per incontrare altre culture a condizione di interessarsi allelingue».

ContattiEuropean Sports Linguistics Academy31, rue KeyenveldB-1050 BruxellesTel. (32-2) 513 51 74 E-mail: [email protected] Internet: http://www.soccerlingua.net

Soccerlingua: dritto a rete

I ragazzi sembrano trovare maggiori difficoltànell’apprendimento delle lingue rispetto alle ragazze. È allostesso tempo una questione di motivazione relativa alle linguestraniere e di disaffezione più marcata nei ragazzi che nelleragazze rispetto al mondo scolastico nella sua globalità.

L’azione Lingua, nell’ambito del programma Socrates,ha lo scopo di sensibilizzare la diversità delle lingue inEuropa e, facendo ciò, ha trovato un elementostimolante impareggiabile per suscitare il piacere diimparare le lingue tra gli adolescenti: il calcio.

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La voce delle donne

Nel 2003, le ragazze rappresentavano il 52 % deipartecipanti al programma Gioventù nel suocomplesso. Attraverso azioni quali «Serviziovolontario europeo» e «Gioventù per l’Europa»

(programma di scambio tra giovani europei), questoprogramma favorisce il volontariato, la partecipazione e lacittadinanza attivi tra i giovani. In che modo? Incoraggiando lamobilità, gli scambi internazionali o gli incontri-dibattito.

Grazie alle azioni del programma Gioventù, migliaia di giovanipartono ogni anno per incontrarne altri, vivendo e condividendoesperienze inedite. A Cipro e in Israele, ad esempio, giovaniragazze provenienti da diversi orizzonti si sono interessate alruolo specifico che le donne possono ricoprire nella risoluzionedei conflitti. In Finlandia, un gruppo appartenente alla minoranzadi lingua svedese ha riunito giovani provenienti dalla Bosnia-Erzegovina e dalla Serbia e Montenegro per rievocare con questii legami tra culture e generi. Anno dopo anno, il programmaGioventù è attento alla ripartizione equilibrata tra ragazze e ragazzi tra i partecipanti, a seconda dei diversi paesi chepartecipano.

Non è un segreto per nessuno il fatto che un contrasto moltomarcato tra i ruoli sessuali faccia parte della cultura mediterraneain misura maggiore rispetto alle altre in Europa. Capire se i comportamenti sessuali sono atteggiamenti teatrali o realmentevissuti probabilmente è una questione alla quale non è possibiletrovare una soluzione, tanto più che l’evoluzione della societàeuropea è molto sensibile al Sud, dove i riflessi tradizionalisti sicontrappongono a modi di vita e di pensare assolutamentemoderni. Euromed Gioventù si è posto come obiettivo quello diintensificare la partecipazione delle giovani donne del sud delMediterraneo a tutti i livelli della vita economica, sociale e politica attraverso il finanziamento di una serie di progetti,riunendo giovani d’Europa e di paesi mediterranei attorno a unaserie di tematiche sociali: i diritti della donna, l’impatto dellareligione, la situazione delle madri single e, inoltre, l’accesso allavoro, alla cultura e alle cure sanitarie.

Nel 2004, l’Anno europeo dell’educazione attraverso lo sport haconsentito, tra gli altri risultati, di sostenere l’emancipazione e lavalorizzazione delle ragazze, in particolare quelle provenienti daambienti sociali sfavorevoli o immigrate. I circa 200 progetticofinanziati in questa occasione hanno stabilito dei contatti trale istituzioni educative o accademiche e le organizzazionisportive di 28 paesi.

Alcuni progetti avevano il chiaro obiettivo di modificare leattitudini e gli stereotipi legati al genere. In Svezia, ad esempio,le ragazze immigrate sono state esortate a scoprire gli sport disquadra, stabilendo in quella occasione nuovi legami con lestrutture educative e associative. Un altro progetto pilota,anch’esso realizzato in Svezia, aveva lo scopo di formare deiresponsabili sportivi tra le giovani donne sfavorite associandovile ragazze. In Grecia, l’Anno europeo ha approfittato dei Giochiolimpici di Atene per creare una rete di professori e di educatoriper cercare di vincere le discriminazioni attraverso lo sport.

Il trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, con riservadi ratifica e di entrata in vigore, offre nuove prospettiveall’azione europea nel settore dello sport. Molti indicatorisottolineano, infatti, la vastità del compito da svolgere sulterreno della parità di genere nel settore sportivo. Dal 2003, il rapporto del Parlamento europeo «Donne e sport», definito suiniziativa di Geneviève Fraisse, ha rilevato in particolare la«grande disparità nell’accesso alle attività sportive tra donne e uomini, ma anche tra le donne a seconda dell’ambiente socialee delle condizioni di lavoro».

Nell’Unione europea, il 29,5% degli uomini rispetto al 16% delledonne (e il 63 % dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni rispetto al 37% delle ragazze della stessa età) dichiarano di praticare conregolarità un’attività fisica e o sportiva. «Contrariamente ad altretematiche sulla parità delle opportunità», precisa il rapportoparlamentare, «l’attività sportiva femminile corrisponde alladivisione classica tra nord e sud dell’Europa. Ad esempio,secondo lo studio Kompass realizzato per iniziativa del Consigliod’Europa nel 1999, il 70% delle donne svedesi pratica uno sport(tasso identico a quello degli uomini) contro soltanto il 15 % delle donne italiane (32% degli uomini)».

�La gioventù

alla prova di parità

La promozione della parità di genere passa ancheattraverso la gioventù, la cultura, lo sport e la societàcivile: tanti settori in cui opera la direzione generaledell’Istruzione e della cultura. Sport:

l’importante èpartecipare…

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Le norme e i valori che definiscono i ruoli maschili e femminilinella società, oltre alla percezione dei comportamenti e delleattitudini che hanno ogni uomo e ogni donna, sono ampiamenteforgiate attraverso la cultura. L’azione europea in questo settoremira soprattutto a eliminare taluni pregiudizi culturali oltre aglistereotipi sociali. A titolo di esempio, il progetto «The Face of XXth Century Woman» («Il viso della donna del ventesimo secolo») ha permesso di osservare con atteggiamento critico i personaggi femminili messi in scena nel teatro europeo agli inizidel ventesimo secolo. Organismi di ricerca teatrale tedeschi,danesi, italiani, norvegesi e svedesi hanno unito le propriecompetenze per analizzare le opere di Strindberg, Ibsen, C̆echov,Brecht, Pirandello e Garcia Lorca.

Altre iniziative valorizzano il contributo delle donne allacreazione in Europa, compresa quella più attuale, comedimostrato dal progetto «CyberfeminismLab». Questa rete diassociazioni belghe, olandesi, tedesche, britanniche e finlandesitrae vantaggio dalle nuove tecnologie per migliorare la visibilitàdelle donne attive nel settore artistico e nei settori teorici.

Indipendentemente dalla ricchezza e dall’interesse di qualcheesempio, non bisogna perdere di vista il lavoro di fondoeffettuato dal programma Cultura 2000 per incoraggiarel’apertura degli intelletti al dialogo interculturale, nel rispettodella diversità, sia essa culturale o sessuale.

Il programma Cultura 2000 dell’Unione europea incoraggia gliincontri delle persone, del loro modo di essere, di vedere e diascoltare perché la diversità non sia più un ostacolo ma, alcontrario, un fermento di ricchezza culturale.

Da molti anni, la Commissione europea gestisce diverse azionivolte a stimolare la partecipazione civica. Il programma di azionecomunitario per la promozione della cittadinanza europea attivasostiene le organizzazioni non governative e le associazioni tracui alcune operanti a favore della promozione della parità digenere.

Uno degli obiettivi dell’Unione europea è di giungere al pienogodimento dei diritti sociali per tutte le donne e tutti gli uomini.Per questo la Commissione sostiene, ad esempio, l’organizzazione«Women in Europe for a Common Future» (WECF) (Donne inEuropa per un futuro comune), una rete composta da unacinquantina di associazioni femminili con sede in ventinovepaesi, particolarmente attiva nei settori dello svilupposostenibile, della giustizia sociale, dell’ambiente, della sanità e della democrazia partecipativa.

Altro esempio: la rete Facepa, che raggruppa movimenti di donnespecializzate nell’apprendimento per adulti. Il progetto «Ponti didialogo» sostiene, in particolare, i movimenti delle donne gitaneper le quali lottare per la parità di genere significa «superare allostesso tempo il sessimo e il razzismo».

Cultura:

dialogo e apertura

Società civile:

le reti prendono forma

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Le donne che scrivono

Far conoscere di più le scrittrici: è della passione che sioccupa questo progetto sviluppato dal dipartimento di studifilologici, linguistici e letterari dell’Università di Roma «LaSapienza», con il sostegno del programma Cultura 2000.

«Le opere di Paola Masino o di Alba de Céspedes sono piuttostofamose in Italia, ma il loro nome difficilmente supera lefrontiere», si lamenta Francesca Bernardini, professore diletteratura all’Università di Roma «La Sapienza».

«Il pubblico straniero, ma anche il giovane pubblico italiano, nonha occasioni sufficienti per scoprire queste scrittrici. Lavorandoin particolare sugli archivi, nell’ambito del progetto WWW —Women Writers’ Words, abbiamo tentato di promuovere laconoscenza di queste autrici. Le opere di donne scrittricirappresentano un patrimonio magnifico che occorre rendere piùaccessibile».

I promotori del progetto Women Writers’ Words hanno realizzatoun lavoro di indagine e di inventario tra gli archivi di diversedonne scrittrici. Le ricerche dedicate a Paola Masino hannoportato, in particolare, alla pubblicazione di un’opera eponima, acura di Marinella Mascia Galateria, edita grazie al supporto dellaFondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (126 pagine illustrate,2001).

Una collaborazione europea intensa

Questo lavoro di consolidamento degli archivi e di coordinamentodel materiale esistente mette in risalto la creazione letterariafemminile. Diversi esperti e amanti della letteratura se ne sonointeressati in Europa. «Si sono tenute numerose conferenze, chehanno riunito molti esperti, in Francia e in Spagna, incentrate sutemi quali le donne scrittrici e l’olocausto», riferisce FrancescaBernardini. «Abbiamo collaborato con le Università di Madrid,Lille, Parigi, con diverse istituzioni private, fondazioni italiane(come la Fondazione Mondadori), organismi pubblici, il ministeroper le Pari opportunità, l’Istituto di statistica e molte riviste».

Grazie a un progetto di questo tipo, il programma Cultura 2000consente di chiarire il contributo delle donne al patrimonioculturale e artistico europeo. Altri progetti mettono in lucel’evoluzione degli stereotipi socioculturali attraverso il tempo e lospazio o migliorano l’accesso di ognuno, uomo o donna,all’attività culturale e artistica.

ContattiUniversità della Studi di Roma «La Sapienza»Dipartimento di studi filologici, linguistici e letterariPiazza Aldo Moro, 5III piano, edificio ex facoltà di lettere e filosofiaI-00185 RomaE-mail: [email protected] Internet: http://dsfll.scu.uniroma1.it/

WWW – Women Writers’ Words

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Incontri senza frontiere

Dopo lunghi mesi di preparativi, 45 ragazze si sono riunitein Finlandia per partecipare al progetto «Modern Girl andAncient Womanhood» (Donna moderna e femminilità

antica). Nella cittadina di Kokkola, presso la casa della gioventùVilla Elba, sono quotidianamente accolte ragazze provenienti daiceti sfavoriti della popolazione. «Modern Girl and AncientWomanhood» è un progetto ricco di ambizioni. «Per migliorare laqualità della comunicazione, sono stati utilizzati il teatro, lamusica, la danza, la fotografia. Questi strumenti hannoconsentito alle giovani donne di dirsi moltissime cose, di capirsie di definirsi al meglio», riferisce Ritva Saarikettu, che coordina il dipartimento internazionale di Villa Elba.

«Il nostro progetto comune era di mettere a confronto i risentimenti delle ragazze provenienti da situazioni moltodiverse per cogliere i loro punti in comune e le divergenze. Noi veniamo dall’Algeria, dalla Finlandia, dalla Francia, da Israelee da Malta […] da una grande varietà di ceti sociali, di religioni,di situazioni politiche e di rapporti con la modernità e abbiamovoglia di sapere come si affrontano le aspettative dell’ambientesociale, del contesto e della famiglia».

Pezzi scelti

In dieci giorni, le ragazze hanno avuto il tempo di affrontare unagrande varietà di argomenti. Ecco cosa ha rilevato la finlandeseKatri riguardo i media: «L’immagine delle donne trasmessa dallapubblicità e dai media non risulta né realista né desiderabile, mai media hanno un’enorme influenza […] e non è facile gestirequesto problema». Mentre Malika e Nadira, originarie dell’Algeria,affermano: «Esistono, in generale, due gruppi di donne, ungruppo minoritario costituito da donne indipendenti con unacarriera professionale e un gruppo fortemente maggioritario didonne casalinghe che obbediscono al padre di famiglia. Nel nostro paese, le stesse organizzazioni femminili riflettono

questa dualità». Mentre per Sagier-Fathia, tutto è politica: «Non è possibile non interessarsi alla politica se si vive in unpaese come Israele. Io mi sento prima di tutto una donna araba.Sono comunque israeliana […] ma appartengo completamente alpopolo palestinese. È un conflitto lacerante che mi divide in tantipezzi».

Ed ecco la conclusione di Ritva Saarikettu: «Nel corso delleriflessioni, abbiamo tentato di stabilire ciò che può costruirel’immagine di una ragazza. A dispetto della varietà dei contesti,sono emersi alcuni punti in comune. Le ragazze ritengono chenon sia ben visto il bere e il fumare in pubblico o intrattenere piùlegami. Abbiamo, inoltre, discusso del potere decisionale delladonna, compreso quello sul proprio corpo e, a questo proposito,la questione dell’aborto ha suscitato dibattiti molto accesi. Tra lealtre tematiche ricche di discussioni, la situazione generale delledonne immigrate».

L’incontro è documentato da un piccolo video. La cassetta è statainviata a tutti gli organismi partecipanti. «A Villa Elba vieneancora molto utilizzato e viene mostrato a diversi gruppi diragazze […] per continuare la discussione».

ContattiCentro della gioventù di Villa ElbaC/o Villa Elba, Sannanrannantie 60FIN-67100 KokkolaRitva SaarikettuE-mail: [email protected] Internet: http://www.kokkola.fi/elba

Quando le ragazze provenienti da Algeria, Finlandia, Francia, Israele e Malta si ritrovano per dieci giorni a discutere sulla propria identità, le idee cominciano a moltiplicarsi. Questo progetto è stato sostenuto dall’azione Euromed Gioventù, un’attività del programmaGioventù a favore del dialogo interculturale e della comprensione reciproca al fine dicombattere il razzismo, la discriminazione e la xenofobia.

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Nuova Europa, nuova parità, nuova cittadinanza

Quali sono le principali sfide delle donne dei paesi baltici?I problemi principali riguardano la violenza verso le donne, la loroscarsa presenza in politica e nei processi decisionali, la povertàdelle famiglie monoparentali e l’integrazione difficile delle donnenel mercato del lavoro. Non c’è una grande differenza tra ledonne dell’Europa occidentale e le donne dei paesi baltici. È unaquestione largamente discussa in sede di seminari recentementeorganizzati nelle diverse città della Lituania, nell’ambito delprogetto europeo «Nuova Europa e prospettive per le donne neipaesi baltici». I dodici seminari organizzati hanno riunito 200 donne impegnate in associazioni femminili. L’opinioneprevalente emersa dalle tavole rotonde è stata la seguente: le donne dell’Europa dei quindici sono più libere. Dispongono dimaggiore scelta riguardo la propria carriera professionale,trascorrono meno tempo in cucina, viaggiano di più e sono piùemancipate. È soprattutto sotto l’aspetto economico cheemergono le differenze tra i paesi, anche se la Lituania spera direalizzare dei progressi nella sfera economica e sociale.

Il movimento femminista è attivo, in Lituania, dalla fine delXIX secolo. Qual è il panorama attuale delle organizzazionifemminili?Sono circa 105 le organizzazioni che appartengono al centro diinformazione sulle questioni femminili (Women’s IssuesInformation Center). La maggior parte lavora per ottenere laparità delle opportunità tra le donne e gli uomini in Lituania.Circa 32 istituzioni, a volte sostenute dai comuni, offrono aiutoalle donne vittime di violenze domestiche. Una ventina diassociazioni si occupa in particolare delle vittime della tratta diesseri umani e della prostituzione. Infine, alcune organizzazionifemminili realizzano in modo più specifico corsi di formazione ininformatica.

Qual è il ruolo del vostro centro di informazione sullequestioni femminili?Il centro assicura il coordinamento di queste organizzazioni perfar valere la prospettiva del genere in tutti gli aspetti della vitadelle donne. La nostra piattaforma lavora in collaborazione con ilsettore governativo e le agenzie internazionali, affinché questaprospettiva sia presa in considerazione nei programmi di sviluppo,nelle scelte politiche e nelle riforme sociali. Il centro si occupaanche della pubblicazione di materiale che consente alle donne diconoscere meglio i propri diritti. Attraverso la compilazione di statistiche sul genere, l’avvio di progetti di ricerca o l’organizzazione di conferenze e seminari, operiamo nell’ambitodelle questioni più critiche indicando raccomandazioni in terminidi cambiamenti a livello politico e legislativo.

Quali sono gli obiettivi del progetto «Nuova Europa eprospettive per le donne nei paesi baltici», sostenutodall’Unione europea, che vengono perseguiti conun’organizzazione di Riga?Il progetto ha lo scopo di incoraggiare le donne della Lituania e della Lettonia a divenire protagoniste dei cambiamenti in corsodopo l’adesione all’Unione europea. Le legislazioni europee, nelleloro diverse componenti, danno corso a molte conseguenze per ledonne, in particolare per quanto concerne la parità delleopportunità, il lavoro o la sicurezza sociale, ma anche dal puntodi vista della violenza domestica. Noi facciamo leva sulla nostrarete di ONG attive nell’ambito delle pari opportunità facendoappello a tutti i protagonisti del settore, amministrazionicomunali incluse. Le dodici giornate di seminari organizzati inLituania e i tre seminari realizzati in Lettonia hanno prodottobrochure, pubblicate nelle due lingue, sulle pari opportunità e sulle legislazioni europee sull’argomento. Una parte importantedi questo lavoro di sensibilizzazione è reperibile anche sul nostrosito Internet (http://www.lygus.lt/mic) e nelle nostre newsletter.In tal modo il progetto arriva a tutti i professionisti del settore,come a ciascun cittadino interessato alla questione femminile.

Quali sono le prossime date importanti previste dal vostroprogramma?La quarta conferenza nazionale sulle donne si terrà domenica 27 agosto 2005 a Vilnius. Circa 500 partecipanti provenienti dadieci regioni della Lituania redigeranno il bilancio di quindici annidi indipendenza del paese, descrivendo in dettaglio i progressirealizzati dopo la conferenza di Pechino del 1995. I festeggiamenti e le manifestazioni parallele saranno occasionedi interesse per diverse migliaia di persone. Le regioniillustreranno la propria situazione prima di indicare le sfide e leaspettative in ciascun settore interessato dal piano d’azione diPechino.

ContattiCoordinamento: Women’s Issues Information Center (WIIC)Jaks̆to 9 kab. 303/315Vilnius, LituaniaSito Internet: http://www.lygus.lt/micPartner: Coalition of Gender EqualityValnu iela 32-506LV-1021 Riga

Il centro di informazione sulle questioni femminili, con sede a Vilnius in Lituania, coordinaun progetto sostenuto dal programma d’azione comunitario a favore della «cittadinanzaattiva». L’adesione all’Unione europea può modificare la vita delle donne dei paesi baltici? Il punto di vista di Dovile Rukaite, coordinatrice del progetto «Nuova Europa e prospettiveper le donne dei paesi baltici».

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Le ragazze nella mischia

Uno sport così apparentemente virile come il rugby può favorire, nellamescolanza, il rispetto reciproco tra uomini e donne? Questo è ciò chetenta di dimostrare il progetto «Planète ovale» (Pianeta ovale),un’esperienza condotta in Francia nell’ambito dell’Anno europeodell’educazione attraverso lo sport del 2004.

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Coordinato dalla direzione tecnica nazionale dellaFederazione francese di rugby, «Planète ovale» ha lo scopodi promuovere i valori educativi trasmessi attraverso

la pratica di questo sport di squadra nei college e nei liceifrancesi, a partire dalla formazione dei professori di educazionefisica. Al momento di stendere il bilancio di un progettosostenuto dalla direzione generale dell’Istruzione e della cultura,Fabrice Brochard, allenatore nazionale francese, esulta: «Il progetto “Planète ovale” ha consentito la formazione di 745 professori di educazione fisica alla pratica del rugby inambito scolastico. Tra questi quasi la metà sono donne! E quasi41 000 allievi hanno già toccato la palla».

Una pratica mistaSe Fabrice Brochard non nasconde la propria esultanza di fronteal successo del progetto «Planète ovale», la proporzione diprofessoresse attratte dall’operazione non lo sorprende molto. «A livello di attività scolastica, nei college e nei licei, spesso icorsi di educazione fisica sono misti. A meno di voler separare laclasse, la mescolanza è la norma. Siamo stati, inoltre,particolarmente attenti ad adeguare i corsi di formazione agliinsegnanti, in particolar modo alle donne che erano pocoabituate all’insegnamento di sport su un campo grande. Accantoai corsi pratici, abbiamo elaborato un supporto informativoefficace: una cartella contenente documenti scritti, un CD-ROMsull’insegnamento del gioco, delle videocassette sull’arbitraggioe sulle condizioni di sicurezza dei giocatori. In totale sono statedistribuite circa 1 220 cartelle».

Per gli specialisti il successo della mescolanza su un campo dirugby rappresenta una manifestazione della dimensione sociale diquesto sport, tra gli altri aspetti positivi. «Il rugby propone unanuova dimensione nella vita di un gruppo», afferma FabriceBrochard. «Sulla base dell’esperienza, i professori dichiarano diimparare qualcosa dai propri allievi. Il rugby allena al contattofisico, come alcuni sport di combattimento, ma con unadimensione ulteriore, poiché si tratta di una disciplina di

squadra. Per questi motivi gli incontri di rugby organizzati insituazioni di tensione, come un quartiere devastato da molticonflitti, modificano profondamente i rapporti umani. Nellacornice strutturante di una disciplina sportiva, le personetrovano il modo di accogliere la carica fisica, energetica e mentale rispettando le regole e, insieme, osservare il rispetto.In un simile contesto le barriere si attenuano».

Detonatore«L’ispirazione data dalla Commissione attraverso l’Anno europeodell’educazione attraverso lo sport si è rivelata determinante perconsolidare energie, condividere un progetto basato su valoririconosciuti, dotarsi di mezzi umani e materiali per la riuscita,realizzare le condizioni di un’azione duratura», affermal’allenatore francese. «La convalida del nostro progetto da partedella Commissione europea è stata come un vero e propriodetonatore, conferendogli un qualche titolo di nobiltà, unpassaporto per entrare nella grande famiglia della scuola che, in passato, ha spesso dimostrato prudenza verso le iniziativeesterne».

Un’esperienza destinata a ripetersi: «Quest’anno, in seguitoall’operazione “Planète ovale”, abbiamo ricevuto domande dicorsi di formazione per un totale sei volte superiore rispetto aglianni precedenti».

ContattiFédération française de rugby9, rue de LiègeF-75431 Paris Cedex 09Sito Internet: http://www.ffr.fr

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Istruzione e cultura

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