DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip....

74
DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELL’EPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Applicata Università degli Studi di Università degli Studi di Brescia Brescia Anno accademico 2007-2008

Transcript of DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip....

Page 1: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI

DELL’EPIDEMIOLOGIA

Igiene, Epidemiologia e Sanità PubblicaIgiene, Epidemiologia e Sanità PubblicaDip. Medicina Sperimentale ed ApplicataDip. Medicina Sperimentale ed ApplicataUniversità degli Studi di BresciaUniversità degli Studi di Brescia

Anno accademico 2007-2008

Page 2: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Testi di epidemiologia all’interno Testi di epidemiologia all’interno di testi di Igiene di testi di Igiene

Page 3: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Testi di epidemiologia di baseTesti di epidemiologia di base

Epidemiologia di baseR.Beaglehole, R. Bonita, T. Kjellström. Seconda Edizione aggiornata. Editoriale Fernando Folini,

Elementi di Metodologia Epidemiologica

Carlo SignorelliSocieta' Editrice Universo

Page 4: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Altri testi di epidemiologiaAltri testi di epidemiologia

Page 5: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Altri testi di epidemiologiaAltri testi di epidemiologia

Page 6: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 7: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 8: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 9: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

2007-10-09 21:04

URANIO IMPOVERITO: IN 10 ANNI 37 MILITARI ITALIANI MORTI DI TUMORE

                                                       

ROMA - Secondo i dati del sistema sanitario militare sono 255 i soldati che hanno contratto malattie tumorali - le cui cause non sono state accertate - e che sono stati impegnati nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano nel periodo 1996-2006. Di questi militari, 37 sono morti. Numeri, quelli forniti oggi dal ministro della Difesa Parisi alla Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito del Senato, contestati da alcune associazioni. "Le vittime sono molte di più", dicono. Per chiarire queste "divergenze", la Commissione farà una verifica.PARISI, 255 MALATI - In dieci anni di missione, ha affermato Parisi, si sono ammalati di tumore 255 militari (161 dell'Esercito, 47 della Marina, 26 dell'Aeronautica e 21 Carabinieri) e 37 di questi sono morti (29 dell'Esercito, 7 dell'Arma, uno dell'Aeronautica). Sono stati invece 1.427 i militari malati che non hanno partecipato ad operazioni 'fuori area', ma ancora non si sa quanti di questi abbiano operato nei poligoni, né quanti siano morti. A questi dati vanno aggiunti quelli che si stanno ancora raccogliendo negli ex distretti e quelli dei militari congedati da anni, ma che non hanno chiesto la causa di servizio: si cercherà di risalirvi tramite il servizio sanitario nazionale.

Page 10: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 11: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 12: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 13: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 14: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 15: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 16: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 17: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 18: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

"The Lancet Oncology" pubblica lo studio di Alfredo Mazzaricercatore del Cnr. Tra Nola e Acerra il cancro uccide di più"Discariche piene di rifiuti tossici quello è il triangolo della morte“

 ROMA - Morire di veleni, morire di immondizia. La guerra dei rifiuti che sta sconvolgendo l'hinterland napoletano sbarca su "Lancet", rivista scientifica tra le prime nel mondo che nella sezione dedicata all'oncologia definisce i paesi di Nola, Acerra e Marigliano il "triangolo della morte". In questo pezzo di Campania si muore di tumore ben più che nel resto d'Italia, come dimostrano le statistiche degli ultimi anni, se si pensa che in questa zona abitata da oltre mezzo milione di persone l'indice di mortalità per tumore al fegato ogni 100mila abitanti sfiora il 35.9 per gli uomini e il 20.5 per le donne rispetto a una media nazionale che è di 14.0. Mortalità ben più alta che nel resto d'Italia anche per quanto riguarda il cancro alla vescica, al sistema nervoso e alla prostata. (31 agosto 2004)

Page 19: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 20: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 21: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.
Page 22: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

EpidemiologiaEpidemiologia

DEMOS = POPOLO LOGOS = SCIENZA

EPI = TRA

Page 23: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Disciplina che ha come oggetto di studio intere intere popolazionipopolazioni (o loro parti più o meno estese) nelle quali intende valutare la frequenzafrequenza, le modalità di modalità di comparsacomparsa, la propagazionepropagazione delle malattie ed i fattori i fattori in grado di influenzare le condizioni di salute e/o di in grado di influenzare le condizioni di salute e/o di malattia dell’uomo.malattia dell’uomo.

Epidemiologia: definizioneEpidemiologia: definizione

Da un punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola di origine greca, che letteralmente significa «discorso riguardo alla popolazionediscorso riguardo alla popolazione»

Page 24: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

OBIETTIVI DELL’EPIDEMIOLOGIA

1. Descrivere lo stato di salute di popolazioni o gruppi = studi descrittivi

2. Analizzare le cause delle malattie ed i fattori che influenzano la loro insorgenza in una popolazione = studi analitici e sperimentali

3. Valutare l’impatto di interventi di prevenzione e fornire un supporto razionale alla gestione dei servizi sanitari (health policy) = studi valutativi

Page 25: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Le misure in epidemiologiaLe misure in epidemiologia

I principali tipi di misure che si usano in epidemiologia I principali tipi di misure che si usano in epidemiologia sono:sono:

• Frequenza: - misure assolute: numero dei casi

- misure relative: tassi e proporzioni

• Associazione: - rapporti: rischio relativo, odds ratio

• Impatto: - differenze: rischio attribuibile, frazione eziologica, anni di vita perduta, ecc.

Page 26: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Misure di frequenzaMisure di frequenza

• Morbosità: numero dei malati in una popolazione:- incidenza = nuovi casi

- prevalenza = tutti i casi

• Mortalità: numero dei morti in una popolazione:

• Altre misure: numero dei soggetti ricoverati in ospedale, numero di soggetti con esenzione ticket per una data patologia, ecc.,

Page 27: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

MORBOSITA’ = MORBOSITA’ = Frequenza di una malattia in una popolazione (MORBIDITA’ , da morbidity)

MORBILITA’ MORBILITA’ = Rapporto % tra le giornate di assenza dal lavoro per malattia e il numero totale di giornate di lavoro effettuate

Page 28: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

È il numero che esprime la frequenza di comparsa di un È il numero che esprime la frequenza di comparsa di un fenomeno nel tempo di osservazionefenomeno nel tempo di osservazione

Misure di frequenza: valori assolutiMisure di frequenza: valori assoluti

NN(t)(t)

NN = numero di casi osservati = numero di casi osservati

tt = intervallo di tempo nel quale è avvenuta = intervallo di tempo nel quale è avvenuta

l’osservazione l’osservazione

ove:ove:

Page 29: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

La determinazione dei valori assolutivalori assoluti rappresenta il primo approccio a qualsiasi tipo di ricerca e costituisce un dato necessario in qualunque elaborazione.

La frequenza assolutafrequenza assoluta in epidemiologia è in genere poco utilizzata, in favore di misure relative (tassi o proporzioni) che permettono di effettuare confronti e studiare le possibili associazioni tra il fenomeno in

studio e le caratteristiche della popolazione in cui esso si verifica.

Misure di frequenza: valori assolutiMisure di frequenza: valori assoluti

Page 30: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

I valori assoluti in epidemiologia I valori assoluti in epidemiologia vengono usati quando…vengono usati quando…

a) si tratta di eventi rari, in cui anche un solo caso

costituisce una segnalazione importante sul piano

sanitario (es. accertamento di un caso di influenza

aviaria in un essere umano in Italia);

b)b) il numero assoluto di eventi osservati può essere il numero assoluto di eventi osservati può essere

confrontato al numero di eventi attesi sulla base di una confrontato al numero di eventi attesi sulla base di una

popolazione di riferimento popolazione di riferimento (es. comparare i morti

osservati per tumori nel comune di Brescia con quelli

attesi sulla base dei valori regionali, nel 2000).

Page 31: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

MISURE RELATIVE IN EPIDEMIOLOGIA: I RAPPORTI

RAPPORTO = il numeratore non è contenuto nel denominatore (es. maschi:femmine); assume qualsiasi valore positivo.

PROPORZIONE = il numeratore è contenuto nel denominatore (es: % morti per tumori sul numero dei dei morti per tutte le cause); assume solo valori da 0 a 1 o da 1% a 100%.

TASSO = il numeratore è contenuto nel denominatore, che comprende anche la variabile tempo (tempo-persona = anni-persona, mesi-persona, giorni-persona) (es: tasso di mortalità per tumori in una popolazione in un anno); assume qualsiasi valore positivo.

Page 32: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

RAPPORTIRAPPORTI

Consentono di comparare due variabili fra loro indipendenti.

Formula generale:

Nx

Ny

Nx = frequenza della prima variabile

Ny = frequenza della seconda variabile

- In un In un rapportorapporto, il numeratore non è necessariamente contenuto nel , il numeratore non è necessariamente contenuto nel denominatore. denominatore.

- In una In una proporzioneproporzione, il numeratore è contenuto nel denominatore. E’ spesso , il numeratore è contenuto nel denominatore. E’ spesso moltiplicata per 100 e quindi espressa come % .moltiplicata per 100 e quindi espressa come % .

Page 33: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

N(t)R =P(t)

K*

R

Numero di casi osservati in un intervallo di tempo t

Popolazione in cui i casi sono stati osservati nello stesso intervallo di tempo t

K

P(t)

N(t)

Costante (di solito multiplo di 10)

Ove:

Rapporto

Calcolo della proporzione di un evento sulla popolazione

Page 34: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

TNumero di casi osservati in un intervallo di tempoPopolazione in cui i casi sono stati osservati

K

P

N(t)

Costante (di solito multiplo di 10)

Ove:

Tempo di osservazione

Calcolo del tasso di un evento in un determinato tempo

N(t)

Tasso = * K P* T

Page 35: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Rapporti e proporzioni sono usati Rapporti e proporzioni sono usati per…per…

a) comparare l’entità dello stesso fenomeno in due

gruppi o popolazioni diverse (es. comparare la

mortalità per tumori i residenti nell’ASL di Brescia e

nella Lombardia);

b)b) comparare l’entità di un fenomeno in due momenti comparare l’entità di un fenomeno in due momenti

diversidiversi (es. comparare la mortalità nel comune di

Brescia nel 1990 e nel 2000).

c) comparare l’entità di un fenomeno in sottogruppi di

una popolazione (es. comparare la mortalità per

tumori nel comune di Brescia tra maschi e femmine).

Page 36: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Tassi e proporzioniTassi e proporzioni

Rappresentano il metodo di misura di uso più comune in

epidemiologia.

Consentono di effettuare confronti tra popolazioni di diversa

dimensione demografica

Mediante la standardizzazione ed altri metodi di correzione per

i fattori di confondimento, come l’età, consentono di eliminare,

nella valutazione di un fenomeno, l’influenza esercitata dalle

variazioni socio-demografiche.

Page 37: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Esempi di proporzioniEsempi di proporzioni

Prevalenza stimata dei soggetti con infezione da virus

dell’epatite C nell’ASL di Brescia al 31/12/05:

Prevalenza = 20.000 / 1.000.000 = 2%

Rischio (incidenza cumulativa) stimato di contrarre

un’infezione da HIV a seguito di puntura con ago infetto su

10.000 operatori sottoposti a sorveglianza:

Rischio = 50 / 10.000 = 0,5%

Page 38: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

PREVALENZA = Rapporto tra il numero di casi di malattia esistenti in un determinato istante (prevalenza puntuale) o in un periodo di tempo (prevalenza periodale) e la popolazione totale

Il valore è compreso tra 0 (nessun caso nella popolazione) e 1 (tutti ammalati in quel momento) ovvero tra 0% e 100%

P=Numero di casi di malattia

Popolazione totale

Page 39: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

PrevalenzaPrevalenza

La prevalenza misura il numero totale dei casi di una specifica malattia presenti in un determinato momento in una popolazione

R prevalenza (to) = N

P* K

Ove :

t0 = momento in cui i casi sono stati osservati

N = numero totale dei casi osservati in t0

P = entità della popolazione in t0

K = costante

Page 40: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

INCIDENZA= Rapporto tra il numero di nuovi casi di malattia in un determinato periodo di tempo e il numero di persone/tempo a rischio di sviluppare la malattia

Nel considerare le persone a rischio si includono solo quelle suscettibili di ammalarsi, escludendo quelli già ammalati all’inizio del periodo di tempo preso in esame.

I=Numero di nuovi casi di malattia

Persone/tempo a rischio

Page 41: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Relazione fra Prevalenza ed IncidenzaRelazione fra Prevalenza ed Incidenza

Prevalenza = Incidenza Prevalenza = Incidenza xx Durata malattia Durata malattia

Malattia di lunga durata Malattia di lunga durata e a bassa incidenzae a bassa incidenza ALTA PREVALENZAALTA PREVALENZA

BASSA PREVALENZABASSA PREVALENZAMalattia di breve durata Malattia di breve durata e ad alta incidenzae ad alta incidenza

Page 42: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

PREVALENZA

INCIDENZA

MORTEGUARIGIONE TERAPIATERAPIA

PREVENZIONEPREVENZIONE

Page 43: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

La prevalenza aumenta per:

• maggiore durata della malattia• prolungamento della vita dei malati senza

possibilità di guarigione• aumento dei nuovi casi• immigrazione di casi• emigrazione di persone sane• immigrazione di suscettibili• miglioramento delle capacità diagnostiche

Page 44: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

La prevalenza diminuisce per:

• durata più breve della malattia

• elevato tasso di letalità della malattia

• diminuzione dei nuovi casi

• immigrazione di persone sane

• emigrazione di casi

• miglioramento del tasso di guarigione dei casi

Page 45: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Misure di incidenzaMisure di incidenza

• Incidenza cumulativa (rischio) = numero complessivo dei

nuovi casi di malattia che si verificano in un determinato

intervallo di tempo in soggetti a rischio. Essa è una misura

del rischio di contrarre la malattia, che per le malattie

croniche aumenta con l’aumentare del tempo di

osservazione.

• Tasso di incidenza = numero dei nuovi casi di malattia che

si verificano nell’unità di tempo, in soggetti a rischio. Essa è

una misura della frequenza della malattia nel periodo e non

aumenta all’aumentare della durata dell’osservazione se il

fenomeno è costante nel tempo.

Page 46: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

R (t1 - t0) =N

P* K

Ove : t1 - t0 = Intervallo di tempo in cui i casi sono stati osservati

N = Numero di casi di malattia compresi nell’intervallo t1 - t0

P = Popolazione in t1 - t0 = Pt1 + Pt0

2K = Costante

Incidenza cumulativa (rischio)Incidenza cumulativa (rischio)

Page 47: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Box 4.19. Probabilità cumulativa di non avere il diabete mellito in uno studio randomizzato controllato sulla prevenzione del diabete mellito di tipo 2 in soggetti a rischio mediante modifiche nello stile di vita (da Tuomilehto et al, 2001, modificata)

0.4

0.5

0.6

0.7

0.8

0.9

1

0 1 2 3 4 5 6Anno dall'inizio dello studio

Pro

ba

bili

tà c

um

ula

tiv

a d

i no

n a

ve

re il

dia

be

te

(%) intervento

controllo

Probabilità cumulativa di non avere la malattia: 1 – incidenza cumulativa

Page 48: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

INumero di casi osservati in un intervallo di tempoPopolazione in cui i casi sono stati osservati

K

P

N(t)

Costante (di solito multiplo di 10)

Dove:

Tasso di incidenza

Tassi: calcolo del tasso di incidenza

N(t)

I = * KP* T

T Tempo di osservazione

Page 49: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Calcolo e interpretazione del tasso in Calcolo e interpretazione del tasso in una popolazione: esempiouna popolazione: esempio

Si sono riscontrati 300 casi di tumore polmonare in 3 anni in una popolazione di 200.000 abitanti in 3 anni; il tasso di incidenza è:

I = 300 / (200.000 *3) = 50 / 100.000 anni-persona

• In questo esempio, il denominatore del tasso è costituito da un numero di individui osservati per un certo tempo, che si suppone uguale per tutti, e si esprime in tempo-persona (person-time: anni-persona, mesi-persona, giorni-persona).

• Il tasso esprime la frequenza della malattia nell’unità di tempo: è di fatto una media aritmetica della frequenza della malattia nel periodo di osservazione. Nell’esempio: si sono osservati in media 100 casi ogni 100.000 persone per anno nel periodo di osservazione.

Page 50: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui osservati in un periodo di tempo (coorte) - 1osservati in un periodo di tempo (coorte) - 1

Un gruppo di individui seguiti per un certo tempo costituisce una coorte (dal

latino coors) che può essere:

• chiusa (statica) = tutti gli individui entrano nello studio nel medesimo

momento

• aperta (dinamica) = gli individui entrano ed escono dall’osservazione in

momenti diversi.

N.B.: i soggetti arruolati nello studio perché a rischio di sviluppare l’evento di

interesse (malattia, complicanza, morte, ecc.) escono dallo studio quando:

1. presentano l’esito (ad es. sviluppano la malattia)

2. muoiono, non si presentano a esami di controllo, non sono più

rintracciabili = escono dall’osservazione = persi

Page 51: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui Calcolo dell’incidenza in un gruppo di individui osservati in un periodo di tempo (coorte) - 2osservati in un periodo di tempo (coorte) - 2

Per il calcolo dell’incidenza dell’evento (malattia) nel periodo di studio, si

dovrà tenere conto del fatto che:

1. Il numeratore è costituito dal numero dei soggetti che ha presentato

l’evento nel periodo in studio (follow-up)

2. Il denominatore è costituito dagli individui che sono entrati nello

studio (soggetti a rischio) per il tempo in cui ciascuno di essi è stato a

rischio di contrarre la malattia

3. Il tempo di osservazione non è uguale per tutti gli individui, neanche

in una coorte chiusa se vi sono stati casi (eventi) e perdite al follow-

up; esso va quindi calcolato per ciascun individuo, e il tempo totale di

osservazione è la somma dei tempi individuali.

Page 52: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Tassi: calcolo dell’ incidenza su dati individuali, tenendo conto del contributo di ciascun

individuo al periodo di osservazione (tempo-persona)

N(t)

I = * K

∑ Ti

Dove: ∑ Ti = somma dei tempi di osservazione (periodi a rischio di sviluppare la condizione in studio) per ciascun individuo

Page 53: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

t0 t1

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Soggetto in SaluteSoggetto ammalato

Prevalenza puntuale t0 = 2/10 (20%) t1 = 3/10 (30%)

Prevalenza periodale t0-t1 = 6/10 (60%)

Incidenza cumulativa t0-t1 = 4/8 (50%)

Page 54: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Incidenza cumulativa t0-t1 = 4/10 (40%)

COORTE STATICA

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

t0 t1

Entrata nello studio Insorgenza della malattia

Page 55: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Box 4.4 . Calcolo del tasso di incidenza su dati individuali, coorte fissa.

Stessi dati del box 4.2: coorte di 10 persone di cui 5 contraggono una malattia cronica in 8 anni di osservazione, con 2 individui (D e L ) persi prima del termine del periodo di osservazione. Gli anni -persona nel periodo complessivamente sono: 2 + 8 + 8 + 4 + 8 + 5 + 3 + 2 + 8 + 2 = 50. Il tasso di incidenza è : 5/50 = 0,10 = 10/100 anni -persona. Ciò significa che nell’unità di tempo (anno) si ammala il 10% dei soggetti.

A

B

C

D

E

F

G

H

I

L

1991 1992 1993 1994 1995 1996

Anni

Ind

ivid

uo

1997 1998

Page 56: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Totale periodi di osservazione: 30 Totale numero di eventi: 6

Incidenza persona/tempo: 6/30 =0.2

COORTE DINAMICA

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

t0 t4

Entrata nello studio Insorgenza della malattia Uscita dallo studio (sano)

t1t2 t3

Page 57: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

E’ corretto calcolare i tassi di incidenza in una popolazione senza tenere conto del contributo di ciascun individuo al periodo di

osservazione ? Un esempio di eventi relativamente rari (TI < 1/ 100 persone-anno) in una coorte statica (chiusa)

Denominatore del calcolo dei tassi: P*T (1) o ∑Ti (2) ?

Anno di osservazione

Inizio 1° 2° 3° 4° 5° Fine Totale

anni: 5

N° casi 1 2 4 1 2 Totale casi: 10

Soggetti a rischio all’inizio di

ciascun periodo

1000 999 997 993 992 990 990 990

1) Formula 1: TI = 10 / (1.000 * 5 ) = 10 / 5.000 = 2 / 1.000 = 2 * 10-3

2) Formula 2: TI = 10 / (990*5 + 1 + 2*2 + 4*3 + 1*4 + 2*5) = 10 / 4.981 = 2,008 / 1.000 = 2,008 * 10-3

Page 58: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Caratteristiche peculiari di tassi e Caratteristiche peculiari di tassi e proporzioniproporzioni

I soggetti o gli eventi che figurano al numeratore sono sempre compresi anche al denominatore.

Nella definizione dei tassi sia il numeratore che il denominatore devono provenire dalla stessa popolazione.

Page 59: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Utilizzazione dei tassiUtilizzazione dei tassi

Sono utilizzati in epidemiologia per la definizione di tutti i fenomeni che interessano la vita dell’uomo ed in particolare per lo studio delle tre evenienze più importanti ai fini sanitari:

NasciteNascite

MalattieMalattie

MortiMorti

Page 60: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

In epidemiologia possono essere utilizzati 4 diversi tipi di tassi o quozienti in funzione della tipologia ed accuratezza dei risultati che si vogliono conseguire:

1.1. Tassi grezziTassi grezzi

2.2. Tassi specificiTassi specifici

3.3. Tassi proporzionaliTassi proporzionali

4.4. Tassi standardizzatiTassi standardizzati

Tipi di tassiTipi di tassi

Page 61: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

1. Tassi grezzi1. Tassi grezzi

quando esprime la misura di tutti gli eventi verificatisi, in un certo periodo di tempo, nell’intera popolazione

Tasso grezzoTasso grezzo

N. tot. dei mortiRgrezzo = Intera popolazione

K*

Es. evento morteEs. evento morte

Page 62: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Rappresentano un importante strumento di misura di eventi che interessano l’intera popolazionel’intera popolazione, ma sono inevitabilmente influenzati dalle caratteristiche

peculiari della popolazione cui si riferiscono.

Per questo motivo non è conveniente la comparazione non è conveniente la comparazione dei tassi grezzi di popolazioni diversedei tassi grezzi di popolazioni diverse potendo essere in esse presenti differenze anche notevoli in relazione

all’età ed al sesso.

Per ovviare a questo inconveniente si fa ricorso ai tassi tassi standardizzatistandardizzati, cioè corretti con una tecnica

particolare detta di standardizzazione (diretta e indiretta).

Tassi grezziTassi grezzi

Page 63: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

TASSO GREZZO:TASSO CALCOLATO RISPETTO ALLA POPOLAZIONE

TOTALE SENZA TENERE CONTO DELLE CARATTERISTICHE DELLE POPOLAZIONI (età, sesso)

TASSO STANDARDIZZATO:TASSO CALCOLATO TENENDO CONTO DELLE TASSO CALCOLATO TENENDO CONTO DELLE

CARATTERISTICHE DELLE POPOLAZIONICARATTERISTICHE DELLE POPOLAZIONIPOSSIBILI CONFONDENTI (età, sesso, classe sociale, ecc.)POSSIBILI CONFONDENTI (età, sesso, classe sociale, ecc.)

Page 64: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Tassi maggiormente usati in Tassi maggiormente usati in epidemiologiaepidemiologia

Tasso di Tasso di natalitànatalità

TassoTasso

di morbositàdi morbosità

Tasso di Tasso di mortalitàmortalità

Tasso di Tasso di morbilitàmorbilità

N°. tot. nati vivi in 1 annoN°. tot. nati vivi in 1 annoPopolazione a metà annoPopolazione a metà anno *1.0001.000

N°. tot. ammalati in 1 annoN°. tot. ammalati in 1 annoPopolazione a metà annoPopolazione a metà anno *100.000100.000

N°. tot. morti in 1 annoN°. tot. morti in 1 annoPopolazione a metà annoPopolazione a metà anno *100.000100.000

N°. giornate lavorative N°. giornate lavorative perdute in 1 annoperdute in 1 anno

Popolazione a metà annoPopolazione a metà anno *1.0001.000

Page 65: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Letalità =N° morti di una determinata malattia

N° casi di quella malattia

Mortalità =N° totale morti

Popolazione * K

Mortalità e letalitàMortalità e letalità

Page 66: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

2. Tassi specifici2. Tassi specifici

Il tasso specificotasso specifico non si riferisce alla totalità degli eventi

occorsi, ma solo a quelli interessanti particolari gruppi di

soggetti selezionati o in base al sessosesso (tassi specifici per tassi specifici per

sessosesso), all’età età (tassi specifici per classi di etàtassi specifici per classi di età) o alla

diversa tipologia degli eventidiversa tipologia degli eventi (tassi specifici di mortalità tassi specifici di mortalità

per causeper cause)

Page 67: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Tassi specifici usati in epidemiologia (es.)Tassi specifici usati in epidemiologia (es.)

Tassi di mortalità Tassi di mortalità per causeper cause

Tassi di mortalità Tassi di mortalità per classi di etàper classi di età

Tasso di mortalità Tasso di mortalità perinataleperinatale

Tasso di mortalità Tasso di mortalità infantileinfantile

N°. tot. morti x 1 malattiaN°. tot. morti x 1 malattiaTot. popolazione a rischioTot. popolazione a rischio *100.000100.000

N°. morti di una certa etàN°. morti di una certa etàPop. tot. a rischio stessa etàPop. tot. a rischio stessa età *100.000100.000

N°. morti dalla 28N°. morti dalla 28aa settimana di settimana di gestazione alla fine della 1gestazione alla fine della 1aa sett. di vita sett. di vita

Tot. nati (vivi e morti)Tot. nati (vivi e morti) *1.0001.000

N°. morti entro il 1N°. morti entro il 1oo anno anno di vitadi vita

Totale nati viviTotale nati vivi*1.0001.000

Page 68: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

PRINCIPALI TASSI E PROPORZIONI

MORTALITA’ =N° di morti in un anno

Popolazione residente

N° di pazienti morti dopo diagnosi di una determinata malattia

N° di casi diagnosticati della stessa malattia

SOPRAVVIVENZA =

LETALITA’ =

N° di casi diagnosticati con la stessa malattia

N° di pazienti ancora vivi dopo … anni

dalla diagnosi di una determinata malattia

Page 69: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

PRINCIPALI TASSI E PROPORZIONI

MORTALITA’ NEONATALE =N° annuale di morti nei primi 28 giorni di vita

N° di nati vivi nello stesso anno

MORTALITA’ PERINATALE =

N° annuale di nati morti ( 28 settimane) + morti nella 1^ settimana di vita

N° di nati nello stesso anno (nati vivi + nati morti)

NATIMORTALITA’ =

N° annuale di nati morti ( 28 settimane)

N° di nati nello stesso anno (nati vivi + nati morti)

MORTALITA’ POST-NEONATALE =

N° annuale di morti tra il 29 giornodi vita e un anno

N° di nati vivi nello stesso anno

Page 70: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

ALTRI TASSI

NATALITA’ N° di nati vivi in un anno

Popolazione residente

FECONDITA’ GENERALE N° di nati vivi in un anno

Popolazione femminile fertile(donne comprese tra 15 e 49 anni d’età)

FECONDITA’ TOTALE N° medio di figli per donna in età fertile

Page 71: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

3. Misure proporzionali3. Misure proporzionali

Consentono di calcolare la frazione del totale degli eventi

ascrivibile ad un carattere particolare (es. mortalità

proporzionale riferita ad una specifica malattia

rapportata ai decessi totali).

Possono essere molto utili per valutare il peso relativo di

una specifica malattia nell’ambito del tipo di patologia di

sua appartenenza (es. morti per tumore polmonare vs

morti per tutti i tipi di tumori).

Page 72: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Es. di misure proporzionali in Es. di misure proporzionali in epidemiologiaepidemiologia

Mortalità Mortalità proporzionale per proporzionale per una malattiauna malattia

N°. soggetti morti x una malattiaN°. soggetti morti x una malattia

Totale delle mortiTotale delle morti*100100

Page 73: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

Tassi di mortalità e mortalità proporzionale per malattie cardiovascolari ischemiche in USA dal 1950 al 1986 (da Sutherland et al, 1990)

307286

254

202

75

36.9 38.7 38.8 38.5 36.4

0

50

100

150

200

250

300

350

1950 1960 1970 1980 1986

Anno

Tasso di mortalità (per 100.000)

Mortalità proporzionale (%)

Page 74: DEFINIZIONI, OBIETTIVI E METODI DELLEPIDEMIOLOGIA Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Dip. Medicina Sperimentale ed Applicata Università degli Studi.

E’ corretto dire che i tumori sono in aumento nel nostro Paese perché la proporzione dei morti per tumore sul totale dei morti è aumentata ?

In Italia, vi sono dati disponibili sulle cause di morte dal 1955. In quell’anno i morti sono stati complessivamente 234.315 tra i maschi e 212.374 tra le femmine. Di esse, le morti per tumori maligni erano il 14,2% tra i maschi e il 14,8% tra le femmine. Nel 1998 vi sono state 288.133 morti tra i maschi e 281.285 tra le femmine, di cui i morti per tumore erano, rispettivamente, il 32,2% e 31,2%. Dal 1955 al 1998, quindi, la proporzione di tumori sul totale delle morti è aumentata di quasi 2,5 volte sia nei maschi che nelle femmine. Tuttavia, prima di pensare a un aumento di frequenza della malattia di queste dimensioni, è opportuno vedere i tassi di mortalità nei 2 anni, standardizzati per età per correggere per le differenze nella distribuzione per età delle due popolazioni, dal momento che la popolazione del 1998 è più vecchia di quella del 1955 (la proporzione di soggetti di 65+ anni era l’8,2% al censimento 1951 e il 17,7%. nel 1998). I tassi di mortalità standardizzati per età sulla popolazione italiana del 1971, risultano, per il 1955 e 1998, rispettivamente: 163,4 e 228,2 nei maschi, e 155,9 e 147,0 nelle femmine. Di fatto, quindi la mortalità per tumori è aumentata moderatamente nei maschi e non è aumentata nelle femmine. Come appare nel grafico sottostante, peraltro, va notato che l’aumento riguarda, nei maschi, solo il periodo 1955-1985, mentre i tassi di mortalità per tutti i tumori sono successivamente diminuiti, mentre nelle femmine si osservano solo alcune fluttuazioni temporali ma non andamenti crescenti o decrescenti.

Andamento della mortalità per tumori in Italia nel periodo 1955-98

0

50

100

150

200

250

300

1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 1998

Anno

Tass

i per

100

.000

Maschi

Femmine