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1 AMBIENTE DEFINIZIONE SCIENTIFICA: INSIEME DELLE CONDIZIONI FISICHE, CHIMICHE E BIOLOGICHE IN CUI SI SVOLGE LA VITA DEFINIZIONE ECONOMICA: INSIEME DI RISORSE NATURALI ORIGINARIE (NON CREATE DALL’UOMO)

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AMBIENTE

DEFINIZIONE SCIENTIFICA:INSIEME DELLE CONDIZIONI FISICHE,CHIMICHE E BIOLOGICHE IN CUI SISVOLGE LA VITA

DEFINIZIONE ECONOMICA: INSIEME DI RISORSE NATURALIORIGINARIE (NON CREATEDALL’UOMO)

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ALCUNI DATI

- POPOLAZIONE MONDIALE1900: 1,6 mld. – 1950: 2,5 mld. – 1975: 4mld. – 2005. 6,5 mld.- Oltre il 50% della popolazione mondialevive in aree urbaneCONSUMIAMO:- 80 mln. Barili petrolio / giorno- 1,2 mld. Ton. Metalli (1900 – 20 mln.)- 160 mln. Ton. Carta (1900 – 4 mln.)

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INQUINAMENTO AMBIENTALE

VARIAZIONE DELLA COMPOSIZIONEDELL’ARIA, DEL SUOLO E DELL’ACQUACAUSATA DALL’EMISSIONE DI AGENTIINQUINANTI DI ORIGINE CHIMICA EFISICA.

Puo’ essere concentrato o diffuso

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INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE ---- AGRICOLTURAAGRICOLTURAAGRICOLTURAAGRICOLTURA

• Problemi principali:

• Erosione dei suoli

• Inquinamento delle falde acquifere

• Pesticidi e fertlizzanti

Prevalentemente si presenta come inquinamento

diffuso, quindi prevale l’utilizzo di strumenti

economici rispetto a quelli amministrativi

(difficoltà dei controlli e dell’individuazione dei

responsabili)

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INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE ---- INDUSTRIAINDUSTRIAINDUSTRIAINDUSTRIA

Impatti su acqua, aria, rifiuti, rumore

Concetto di responsabilità del produttore per

tutto il ciclo di vita del prodotto (LCA)

Utilizzo di tecnologie scarsamente efficienti dal

punto di vista ambientale nei PVS

(trasferimento)

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INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE ---- ENERGIAENERGIAENERGIAENERGIA

Impatti dei processi di combustione delle fonti

energetiche (CO, CO2, SO2, NOX, PM10, COV,

etc.)

Produzione prevalente da idrocarburi

Consumo procapite mondiale medio = 100

Paesi industrializzati – 300, PVS – 50, Paesi

poveri 7

Urbanizzazione crescente genera problemi locali

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INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE INQUINAMENTO LOCALE ----TRASPORTITRASPORTITRASPORTITRASPORTI

Crescita del n. di autoveicoli

Mancanza di mezzi trasporto alternativi

Differenti livelli tecnologici delle auto

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INQUINAMENTO GLOBALEINQUINAMENTO GLOBALEINQUINAMENTO GLOBALEINQUINAMENTO GLOBALE

EFFETTO SERRA

PIOGGE ACIDE

DEFORESTAZIONE

OZONO

BIODIVERSITA’

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LE PRIME LEGGI AMBIENTALIA seguito dell’incidente che colpì Londra nel dicembredel 1952, (detto “il grande smog”) durante il quale si stimaabbiano perso la vita circa 4.000 persone, principalmenteper complicazioni di preesistenti patologie delle vierespiratorie, negli anni successivi furono emanate leggiche regolassero le emissioni inquinanti.Nel Regno Unito fu emanato il Clean Air Act (1956),modificato nel 1968.Negli USA furono emanate diverse disposizioni volte amitigare gli effetti negativi dell’inquinamento:l’Air Pollution Act (emanato nel 1955 e rivisto nel 1963,nel 1967 e nel 1970);il National Environmental Policy Act (1969);il Clear Water Act (emanato nel 1972 e rivisto nel 1977 enel 1987);il Noise Pollution and Abatement Act (1972).

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L’INQUINAMENTO ATMOSFERICOIl biossido di carbonio, è una molecola formata da unatomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. È unasostanza fondamentale in natura, utilizzata dalle pianteper il processo di fotosintesi, e risultato della respirazionedi piante, animali, funghi ed altri microrganismi. Lafotosintesi e la respirazione svolgono un ruolo importantenel ciclo di carbonio e sono in equilibrio tra loro. Poichél’emisfero boreale ospita la maggior parte delle terreemerse e della vegetazione del globo, durante laprimavera e l’estate boreali i livelli di biossido di carboniodiminuiscono a causa dell’assorbimento da parte dellepiante. Viceversa, durante l’autunno e l’inverno boreali leconcentrazioni di CO2 tornano a salire poiché larespirazione prevale sulla fotosintesi. Il biossido dicarbonio svolge un ruolo fondamentale per gli ecosistemiterrestri anche in quanto gas serra.

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LE EMISSIONI DI CO2Concentrazioni eccessive (superiori al 5%) rendono questogas tossico per le persone e per gli animali, poiché essosatura l’emoglobina del sangue e impedisce quindi iltrasporto di ossigeno nelle cellule.L’andamento delle emissioni di questo gas mostra unatendenza ad un rapido aumento a partire dalla secondametà del XX secolo (le misurazioni relative allaconcentrazione atmosferica di CO2 sono iniziate nel 1958).Grazie a misure effettuate sull’aria racchiusa in campioni dighiaccio prelevati da ghiacciai perenni è possibile stimareche prima del 1750 circa, ossia nell’età preindustriale, laconcentrazione atmosferica di CO2 fosse pari a 280 ppm(parti per milione) mentre nel 2002 tale valore eraaumentato di un terzo, passando a 373 ppm.La principale fonte di CO2 antropogenico è senz’altrol’utilizzo di combustibili fossili come petrolio, carbone e gas.

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IL PARTICOLATOIl particolato è l’insieme delle particelle solide o liquide (diversedalle particelle di acqua pura) sospese nell’aria con undiametro compreso tra pochi nanometri e 500 micron.Prese singolarmente, queste particelle sono invisibili ad occhionudo, tuttavia, nel loro insieme, esse hanno effetti sullapropagazione e l’assorbimento delle radiazioni solari, sullavisibilità atmosferica e sui processi di condensazione delvapore acqueo.Le emissioni d’origine umana derivano dai processi dicombustione dei motori a combustione interna, degli impianti diriscaldamento, degli inceneritori e delle centrali elettriche.Sebbene nel complesso il 94% circa del particolato sia diorigine naturale, questa proporzione cambia notevolmente inambito cittadino, dove le attività umane producono la maggiorparte del particolato presente e quello più dannoso per lasalute umana, tanto che il particolato è oggi consideratol’inquinante di maggiore impatto nelle aree urbane.

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IL PARTICOLATO - CLASSI

In base alle dimensioni e alla natura delle particellepossiamo distinguere il particolato nelle seguenti classiqualitative:• aerosol: particelle solide sospese di diametro minoredi 1 µm (liquide o solide);

• esalazioni: particelle solide di diametro < 1 µm, ingenere prodotte da processi industriali;

• foschie: goccioline di liquido di diametro < 2 µm;• fumi: particelle solide disperse di diametro < 2 µm,trasportate da prodotti della combustione;

• polveri: particelle solide di diametro variabile tra 0,25e 500 µm;

• sabbie: particelle solide di diametro > 500 µm.

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IL PARTICOLATO - PMXLe particelle sospese possono essere campionate mediantefiltri, analizzate quantitativamente e identificate in base al loromassimo diametro aerodinamico medio, il particulate matter(abbreviato in PM, seguito dal diametro massimo delleparticelle). In particolare si distinguono:• particolato grossolano: particolato sedimentabile didimensioni superiori a 10 µm, non in grado di penetrare neltratto respiratorio;

• PM10: particolato composto da particelle inferiori a 10 µm; èuna polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel trattorespiratorio superiore (naso e laringe);

• PM2,5: particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm; è unapolvere toracica, cioè in grado di penetrare nei polmoni;

• PM1: particolato ultrafine con diametro inferiore a 1 µm; è unapolvere respirabile, cioè in grado di penetrare profondamentenei polmoni fino agli alveoli;

• nanopolveri: sottocategoria del particolato ultrafine con undiametro compreso fra 2 e 200 nm.

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IL PARTICOLATO – EFFETTI SULLA SALUTE

Il particolato può avere effetti negativi sulla saluteumana ed animale. Tra i disturbi attribuiti alparticolato fine e ultrafine (PM10 e soprattutto PM2,5) visono patologie a carico dell’apparato respiratorio ecardio-circolatorio.Non è ancora chiarito completamente il meccanismodettagliato secondo il quale il particolato interferiscecon gli organismi viventi mentre è noto che aldiminuire delle sue dimensioni aumenta la possibilitàdi interazione biologica, in quanto le particelle piùpiccole possono raggiungere laringe, trachea,polmoni e alveoli, e rilasciarvi parte delle sostanzeinquinanti che trasportano (come SOx e NOx).

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EMISSIONI PRINCIPALI INQUINANTI ATMOSFERICI NELLA UE

Nota: i dati sono relativi ai 27 Paesi membri dell’UE.

Fonte: European Environment Agency, EEA Core set of indicators (CSI), 2008

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INQUINAMENTO ATMOSFERICO EFFETTI SULLA SALUTE

Oltre alle conseguenze più immediate che i diversi agentiinquinanti posso provocare singolarmente, è necessarioprendere in considerazione i fenomeni che risultanodall’interazione di più sostanze inquinanti e le conseguenze piùcomplesse che esse producono.Gli impatti dell’inquinamento atmosferico sul benessere umanopossono essere diretti o indiretti.Tra gli effetti diretti rientrano prevalentemente i danni alla salutedovuti all’inalazione di agenti inquinanti. Concentrazionieccessive producono effetti negativi sulla salute umanaprincipalmente contribuendo a causare l’insorgenza di patologiea carico dell’apparato respiratorio.Tali effetti possono essere espressi in termini di riduzione dellasperanza di vita media, maggior numero di morti premature ericoveri ospedalieri, aumento del ricorso a farmaci e aumentodei giorni di parziale inabilità.

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INQUINAMENTO ATMOSFERICO EFFETTI SULLA SALUTE

Il programma dell’Unione europea denominato CAFE (Clean Air ForEurope) ha stimato, per il 2000, 348.000 morti premature riconducibiliall’esposizione a PM2,5 di origine antropica.Ai livelli attuali di inquinamento atmosferico la speranza di vita media inEuropa si riduce approssimativamente di un anno. Tuttavia, nelle areecon le concentrazioni più elevate (Belgio, Paesi Bassi, Nord Italia,alcune zone di Polonia e Ungheria) la riduzione della speranza di vitamedia può arrivare a due anni. Anche l’esposizione all’ozono a livellodel suolo può danneggiare gravemente la salute umana.Concentrazioni eccessive di ozono sono ritenute responsabili di circa20.000 morti premature all’anno nell’UE.Gli effettieffettieffettieffetti indirettiindirettiindirettiindiretti dell’inquinamento atmosferico sono quelli chedanneggiano il benessere umano per il fatto di aver precedentementeprodotto conseguenze negative sugli ecosistemi naturali.Concentrazioni elevate di ozono, ad esempio, possono causare gravidanni alla vegetazione, con conseguenze negative sulle rese agricole erischio di carestie.

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INQUINAMENTO IDRICOL’inquinamento idrico è l’alterazione della normale composizionedell’acqua dei bacini idrici come fiumi, laghi, mari e falde sotterraneecausata da attività umane e che può danneggiare gli organismi che vivonoin questi bacini, nelle loro vicinanze o che ne traggono risorse per altreattività.L’acqua, necessaria per scopi potabili e igienici, per la produzione agricolae industriale, per ricavarne energia elettrica e per mantenere gliecosistemi naturali, rappresenta una risorsa indispensabile per il genereumano e per la vita stessa sulla Terra. Le principali cause deldeterioramento della qualità dell’acqua sono la produzione industriale,l’agricoltura intensiva e l’aumento della popolazione.

Si può operare una prima distinzione, a seconda dell’origine, trainquinamento idrico puntuale e diffuso.Generalmente le prime iniziative legislative a protezione dell’integrità deibacini idrici hanno contrastato l’inquinamento puntuale, come quelloprodotto dagli scarichi di attività industriali e dai liquami di origine umanaed animale. Esempi di inquinamento idrico diffuso sono il riversarsi inacqua di sostanze fertilizzanti usate in agricoltura (dilavamento dei terreniagricoli) o degli inquinanti atmosferici depositati al suolo esuccessivamente trasportati dalla pioggia.

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INQUINAMENTO IDRICO

L’inquinamento dell’acqua può essere altresì classificatocome:• chimico, per immissione di sostanze chimiche, organiche einorganiche che modificano le sue caratteristiche chimiche;

• fisico, dovuto a variazioni di portata, ad aggiunta di caloreed immissione di materiali in sospensione, che modificanole sue proprietà fisiche (temperatura, torbidità, colore, ecc);

• biologico, dovuto all’immissione di organismi patogeni(batteri, virus, parassiti).

I principali inquinanti delle acque appartengono a cinquecategorie:1. inquinanti organici;2. inquinanti inorganici;3. sostanze nutrienti;4. inquinanti termici;5. microrganismi patogeni.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Il riscaldamento del sistema climatico è un fatto inequivocabile,come reso evidente da osservazioni sull’aumento delletemperature globali dell’atmosfera e degli oceani. L’entità ed itassi dell’aumento delle temperature medie registrati in Europae nel Mondo sono anormali. L’organizzazione più autorevole inmateria di cambiamenti climatici è senz’altro il GruppoIntergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IntergovernmentalPanel on Climate Change - IPCC), creato dal Programma delleNazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dall’OrganizzazioneMeteorologica Mondiale (WMO) nel 1988 per fornire ai leadermondiali una base scientifica obiettiva per prendere decisioni dipolitica ambientale relativamente ai cambiamenti climatici.L’IPCC non svolge direttamente attività di ricerca ma raccogliein relazioni esaustive tutti i dati e le informazioni contenuti negliarticoli pubblicati su riviste scientifiche dopo un’attentarevisione. La relazione più recente risale al 2007 e da essaemerge una serie di evidenze.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI - 2• La temperatura media globale (terre emerse e oceani) è aumentatadi 0,76°C dall’età preindustriale al 2006.

• Undici dei dodici anni compresi tra il 1995 ed il 2006 sono tra idodici anni più caldi registrati dal 1850, mentre il 1998 ed il 2005sono i due anni più caldi mai registrati.

• Il tasso a cui aumenta la temperatura media globale è passato da0,08°C per decennio negli ultimi 100 anni, a 0,13°C per decennionegli ultimi 50 anni e infine a 0,23°C nell’ultimo decennio.

• Le stime più affidabili sull’aumento di temperatura dal 1990 alla finedel XXI secolo prevedono un intervallo compreso tra 1,8 e 4°C (mapotrebbe configurarsi anche un intervallo compreso tra 1,1 e 6,4°C)a seconda degli scenari considerati e in assenza di ulterioriinterventi per limitare il fenomeno.

• L’aumento della temperatura è esteso a tutto il globo ma è maggiorealle alte latitudini settentrionali. Le temperature medie dell’Artico,negli ultimi 100 anni, sono aumentate a una velocità quasi doppiarispetto a quanto registrato nel resto del Mondo.

• Le osservazioni sulla temperatura terrestre sono registrate solo dal1850; i dati relativi al periodo precedente sono frutto di stime.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI - 2

Deviazioni della temperatura globale media annua

Nota: le deviazioni della temperatura sono calcolate rispetto alla media del periodo 1859-1899.

Fonte: European Environment Agency, EEA Core set of indicators (CSI), 2008

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Deviazione annua (terre emerse e oceani)

Media mobile decennale (terre emerse e oceani)

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI – I CONTRASTI

Appare opportuno rilevare che nonostante la maggioranzadella comunità scientifica internazionale sia sempre piùconcorde sul ruolo chiave dell’uomo nell’influenzare il clima,esistono posizioni in forte disaccordo con le tesimaggioritarie.Gli appartenenti a questo orientamento sostengono che ilclima terrestre ha sempre subito e subirà cambiamenticlimatici e che quelli attualmente in corso non dovrebberodestare particolari preoccupazioni.Viene quindi denunciato l’allarmismo scatenato dalle NazioniUnite e dalle agenzie che vi fanno riferimento (IPCC in primis),ritenuto del tutto privo di fondamento.Si contesta infatti la correttezza dei metodi adottati pereffettuare le misurazioni sulle temperature e di conseguenzal’attendibilità dei dati e delle conclusioni raggiunte. L’IPCC èaccusato di mostrare solo le prove che supportano le sueconclusioni nascondendo quelle contrarie.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI – LE CAUSE

La complessità delle interazioni tra i diversi fattori cheinfluenzano il clima mondiale rende alquanto difficilecomprendere esattamente quali siano le cause deicambiamenti in atto e soprattutto quali siano le interrelazioni.Tuttavia in ambito scientifico va affermandosi sempre più latesi che una quota consistente di tali cambiamenti siaimputabile alle alterazioni degli equilibri naturali causati dalleattività umane.Tra i fattori che influenzano il clima ricordiamo l’intensitàdell’attività solare (che determina la quantità di energiaricevuta dalla Terra), la posizione della Terra rispetto al Sole(che muta ciclicamente secondo moti definiti millenari e puòcausare le cosiddette ere glaciali), la deriva dei continenti(che altera la distribuzione di terre emerse ed oceani sullasuperficie terrestre), le correnti oceaniche e la composizioneatmosferica.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICIL’EFFETTO SERRA

L’effetto serra è un fenomeno naturale dovuto alla capacitàdell’atmosfera terrestre, e in particolare di alcuni gas che lacompongono, di lasciar passare le radiazioni solari chegiungono dallo spazio ma di impedire loro (almenoparzialmente) di fuoriuscire dall’atmosfera stessa una voltache sono state riflesse dalla superficie terrestre.Le radiazioni solari in parte riscaldano la superficie terrestrementre in parte sono riflesse e quindi tornano in atmosfera.A questo punto la lunghezza d’onda di tali radiazioni ècambiata (essendo diventate radiazioni infrarosse) e quindi igas serra le assorbono, causando un effetto diriscaldamento. L’effetto serra è alla base delle possibilità disviluppo della vita sulla Terra, poiché ne mitiga il climaimpedendo le forti escursioni termiche che si verificanoinvece su altri corpi celesti privi di atmosfera.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI - I GAS SERRA

I gas serra sono gas presenti nell’atmosfera che trattengono laradiazione infrarossa e quindi il calore emesso dalla Terra.L’incremento delle concentrazioni di tali gas ad opera dell’uomoha quindi amplificato il naturale effetto serra.Questi gas sono il vapore acqueo, il biossido di carbonio, ilmetano, l’ossido di diazoto o protossido di azoto, l’ozono e glialocarburi (un gruppo di gas contenenti fluorina, clorina obromina). Mentre i primi sono gas naturalmente presenti inatmosfera (sebbene l’uomo sia responsabile dell’aumento dellaloro concentrazione atmosferica), gli alocarburi sonoesclusivamente il risultato di attività umane.Dato il loro carattere climalterante e lesivo dell’atmosfera,l’emissione dei gas serra è regolamentata da alcuni trattatiinternazionali come la Convenzione Quadro della Nazioni Unitesui Cambiamenti Climatici (1990), il Protocollo di Kyoto (1997) eil Protocollo di Montreal (1987).

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I GAS SERRA – IL VAPORE ACQUEOComplessivamente le emissioni globali di gas serra imputabili adattività umane sono cresciute del 70% dal 1970 al 2004.Le concentrazioni atmosferiche globali di CO2, CH4 e N2O sononettamente aumentate a causa delle attività umane a partire dal1750 e ora superano abbondantemente i livelli preindustriali(Intergovernmental Panel on Climate Change, 2008).Il vapore acqueo è il maggior responsabile del naturale effettoserra del nostro pianeta. La sua concentrazione in atmosfera èmolto variabile: nelle regioni polari, poiché l’aria fredda trattienepoca acqua, l’atmosfera ne contiene pochissimo; ai tropici, alcontrario, l’atmosfera può contenere fino al 4% di vapore acqueo.Esso rappresenta un elemento fondamentale nei processi dicambiamento climatico poiché può causare un circolo vizioso percui un aumento delle temperature comporta una maggioreevaporazione, quindi maggiori concentrazioni di vapore acqueoche causa effetto serra e di conseguenza un ulteriore aumentodella temperatura. In generale le attività umane hanno un bassoimpatto sui livelli di vapore acqueo in atmosfera.

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I GAS SERRA – CO2 E METANOIl biossido di carbonio è il più importante dei gas serraantropogenici ed è responsabile dell’innalzamento dellatemperatura media per il 60% circa.Si stima che la concentrazione atmosferica di biossido dicarbonio sia aumentata del 33% dall’età preindustriale e del20% dal 1958. La combustione dei combustibili fossili èaccusata di essere la principale causa di questo aumento,insieme alla deforestazione.

Il metano, sebbene sia presente in quantità minori rispetto allaCO2, trattiene circa 25 volte più calore di quest’ultima ed èresponsabile per il 20% dell’innalzamento della temperaturadell’atmosfera attribuibile all’effetto serra. Il metano rimane inatmosfera per circa 12 anni, meno di molti altri gas serra.L’aumento della concentrazione di CH4 è principalmente dovutoall’agricoltura, all’allevamento di bestiame e all’uso dicombustibili fossili per la produzione di energia elettrica, per ilriscaldamento e per i trasporti.

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I GAS SERRA – GLI ALOCARBURIGli alocarburi più conosciuti sono i CFC (clorofluorocarburi), gliHCFC (idroclorofluorocarburi), e gli HFC (idrofluorocarburi).La concentrazione di questi gas in atmosfera è molto bassa, ma illoro potenziale di riscaldamento è da 3.000 a 13.000 voltesuperiore a quello della CO2.Gli alocarburi non derivano da processi naturali; la loro presenza inatmosfera è attribuibile per la maggior parte alle attività umane.Fino alla metà degli anni ‘70 del XX secolo i CFC erano largamenteimpiegati come propellenti per le bombolette spray, nei solventi e inalcuni collanti. Nel 1987, siglando il Protocollo di Montreal, lenazioni del Mondo hanno stretto un accordo per ridurredrasticamente l’uso di questi gas lesivi dell’ozono stratosferico.I CFC sono stati in gran parte sostituiti dagli HCFC, meno dannosiper l’ozono ma comunque nocivi per l’effetto serra poichécontribuiscono al riscaldamento globale. Così mentre laconcentrazione di CFC diminuisce, quella degli altri alocarburiaumenta. Questi gas permangono in atmosfera per periodi moltolunghi, fino a 50.000 anni nel caso del Freon-14 (CF4).

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I GAS SERRA – EUROPA E USA

Emissioni di gas serra negli USA e in Europa

Nota: i dati relativi al 2006 negli USA sono stimati. I dati relativi all’Europa si riferiscono ai 27 Paesi membri

dell’Unione europea.

Fonti: - U.S. Environmental Protection Agency, U.S. Environmental Protection Agency, 2008

- European Environment Agency, EEA Core set of indicators (CSI), 2008

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I GAS SERRA – IL GWPIl Global Warming Potential (GWP), ossia il potenziale diriscaldamento globale, fornisce una misura semplificata deglieffetti radianti dei gas serra.Si tratta di un indice calcolato a partire dal valore unitarioassegnato, per convenzione, all’biossido di carbonio.Il GWP è calcolato sempre con riferimento ad un determinatoperiodo di tempo (l’IPCC lo calcola relativamente a intervalli di20, 100 e 500 anni), diversamente perde ogni significato.Il valore del GWP dipende da tre fattori:• la capacità di trattenere la radiazione infrarossa (radiativeforcing o RF);

• la persistenza atmosferica;• la localizzazione delle lunghezze d’onda che assorbono laradiazione infrarossa all’interno dello spettro.

In tal modo si dispone di un indice che consente di confrontarel’impatto dei diversi gas sull’effetto serra tenendo conto deiparametri che li caratterizzano. Abbiamo infatti gas moltopersistenti ma con valori di RF bassi e viceversa.

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I GAS SERRA – IL GWP

Gas

Concentrazione

troposferica GWP

(100 anni)

Persistenza

(anni)PRE 1750 2007

Biossido di carbonio CO2 280 ppm 383,9 ppm 1 100

Concentrazioni in ppb (parti per miliardo)

Metano CH4 700 1791 25 12

Protossido di azoto N2O 270 320,5 298 114

Ozono O3 25 34 n.d. ore-giorni

Concentrazioni in ppt (parti per bilione)

CFC-11 CCl3F 0 245,5 4.750 45

CFC-12 CCl2F2 0 539,5 10.900 100

CFC-113 Cl2FFClF2 0 77 6.130 85

HCFC-22 CHClF2 0 183 1.810 12

HCFC-141b CH3CCl2F 0 18,5 725 9,3

HCFC-142b CH3CClF2 0 17,5 2.310 17,9

Halon 1211* CBrCIF2 0 4,3 1.890 16

Halon 1301* CBrCIF3 0 3,15 7.140 65

HFC-134a CH2FCF3 0 43 1.430 14

Tetracloruro di carbonio CCl4 0 89,5 1.400 26

Metilcloroformio CH3CCl3 0 13,4 146 5

Esafluoruro di zolfo SF6 0 6,185 22.800 3200

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CLIMATE CHANGE – LE CONSEGUENZE

Gli impatti previsti varieranno in maniera significativa tra le varieregioni del globo.Particolarmente gravi saranno le conseguenze per i Paesi in via disviluppo, i più vulnerabili anche per effetto delle loro ridottecapacità di adattamento.Nel settore agricolo, ad esempio, i PVS rischiano di andareincontro a crescenti incertezze per quanto riguarda la disponibilitàdi cibo e ad un aumento della frequenza e della durata dellecarestie. La ridotta disponibilità di cibo potrebbe far aumentare lamigrazione di popolazioni alla ricerca di territori più idonei allosviluppo di condizioni normali di vita e scatenare conflitti per ilcontrollo delle risorse.Per i Paesi industrializzati gli impatti più significativi riguarderannol’intensità e la frequenza degli eventi estremi, il ciclo idrologico e ladisponibilità di acqua. L’esperienza di alcuni eventi estremi recentisuggerisce che, per le aree urbane, i processi di adattamentopotrebbero risultare costosi e comportare elevati costi sociali.

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CLIMATE CHANGE – LE CONSEGUENZE

È possibile operare una distinzione tra gli impatti fisici e gliimpatti economici dei cambiamenti climatici.Gli impatti fisici dei cambiamenti climatici previsti nel rapportodell’IPCC possono essere distinti a seconda dei sistemi e deisettori interessati: acqua; cibo; salute; industria, insediamenti esocietà; ecosistemi; aree costiere e oceani.Per gli impatti che i cambiamenti climatici producono da unpunto di vista economico è opportuno distinguere:• i costi legati agli effetti fisici (costo dei danni dovuti acatastrofi naturali e condizioni climatiche avverse);

• i costi che si devono sostenere per ridurre o stabilizzare sulivelli accettabili i fenomeni che causano i cambiamenticlimatici e per prendere misure adattive.

I costi di adattamento saranno sostenuti anche nel caso in cuitutte le emissioni climalteranti fossero azzerate in un lasso ditempo brevissimo; questo a causa dell’inerzia che caratterizza ifenomeni di mutazione del clima.

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CLIMATE CHANGE – LE CONSEGUENZE

A livello mondiale il testo di riferimento per gli impatti economici deicambiamenti climatici è lo “Stern Review”, rapporto elaboratodall’economista britannico Nicholas Stern per il governo del RegnoUnito. Sebbene sia stato criticato da più parti nel mondo accademicoper le metodologie utilizzate, si tratta del lavoro più vasto, conosciutoe discusso in materia.Riassumendo le conclusioni del rapporto:Per alcuni Paesi sviluppati, e nel caso di modesti incrementi delletemperature medie, i cambiamenti climatici produrranno alcuni effettipositivi ma questi diventeranno molto negativi per temperature piùelevate previste per la seconda metà del XXI secolo.I costi di eventi meteorologici estremi, come tempeste, inondazioni,siccità e ondate di calore, potrebbero controbilanciare gli effettiinizialmente positivi dei cambiamenti climatici. I soli costi di eventicatastrofici potrebbero raggiungere lo 0,5-1% del PIL mondiale econtinueranno ad aumentare con il progressivo riscaldamento delpianeta.Per evitare gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici sarebbenecessario investire adeguatamente fino al 2% del PIL globale.

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CLIMATE CHANGE – LE CONSEGUENZE

Impatto di diversi livelli di riscaldamento sul PIL mondiale

Fonte: Fondo Monetario Internazionale, Data and Statistics, 2008

0 2 4 6 8

-10%

-8%

-6%

-4%

-2%

0%

2%

4%

aumenti della temperatura media in °C

Mendelsohn

Nordhaus (rischio

catastrofico)

Nordhaus (senza rischio

catastrofico)

Tol

Stern (scenario climatico

catastrofico; impatti

economici e non economici)