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5 Venerdì 18 Dicembre 2015 PRIMO PIANO DIRITTO & VITA UMANA Biopolitica Non senza fatica, il paragrafo del Rapporto sui diritti umani col quale la Ue chiede di proibire l’utero in affitto ha ottenuto il via libera dell’assemblea. È la prima condanna di questa portata contro lo «sfruttamento riproduttivo» Domenica i cittadini sloveni sono chiamati alle ur- ne per esprimersi, con un referendum, sull’abro- gazione delle nozze gay. Lo scorso marzo, il Par- lamento ha approvato un nuovo codice della fa- miglia in cui vengono legalizzati i matrimoni tra le persone dello stesso sesso, a cui vengono con- cessi gli stessi diritti e doveri di quelli eterosessuali. La normativa, però, non è mai entrata in vigore per- ché un’associazione cattolica ha raccolto le for- me per sottoporre la delicata questione a una con- sultazione popolare. Non è la prima volta che gli sloveni si pronunciano sulle nozze gay. Già tre an- ni fa, il 54,5 per cento dei cittadini si era pronun- ciata contro la legalizzazione. La Corte Costitu- zionale ha discusso a lungo la validità dell’attua- le referendum e, alla fine, ha dato il via libera con cinque si e quattro no. Perché il voto sia valido de- ve parteciparvi almeno un terzo di aventi diritto. All’udienza generale di mercoledì, papa France- sco, nel salutare i pellegrini sloveni presenti, ha e- spresso «apprezzamento all’intera Chiesa slove- na per il suo impegno in favore della famiglia». Slovenia. Al referendum per «fermare» le nozze gay SCIENZA & VITA Un segnale di resistenza ai «diritti dei più forti che trasformano l’essere umano in una merce» La condanna dell’Europarlamento «rimarca con forza l’importanza di non cedere alle lusinghe della dittatura dei desideri che, in nome di presunti diritti dei più forti, rendono l’essere umano merce e tolgono dignità ai più deboli». Lo afferma Paola Ricci Sindoni, presidente di Scienza & Vita. «In attesa di strumenti legali chiari», si e- sprime soddisfazione per la condanna di uno «strumento di prevaricazione e sfruttamento». Di «pietra miliare» parla Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita: «Ora bisogna trarne le conseguenze – aggiunge – sanzionando questa pratica sul piano legale anche quando effettuata all’estero, come avviene per altri reati a- berranti come la pedofilia o la tratta degli esseri umani. Solo così potrà essere evitato lo sfruttamento e la mer- cificazione del corpo delle donne». «Si rimette al centro la dignità della persona umana – è la dichiarazione di Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie –. Finalmente il buon senso ha la meglio sulla miopia i- deologica. Le leggi hanno il dovere di immedesimarsi e tutelare i più deboli e i più fragili». GIOVANNI MARIA DEL RE lla fine non è passato il tentativo, attraverso un voto complesso e "spacchettato", di stop- pare una ferma condanna da parte del Par- lamento europeo della pratica della maternità sur- rogata. Perché ieri in seduta plenaria a Strasburgo l’assemblea Ue ha approvato con 421 voti a favore, 86 no e 116 astenuti il Rapporto annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e la po- litica dell’Unione Europea in materia, preparato dal popolare rumeno Cristian Dan Preda, che contiene questo importante elemento. Il testo approvato ha infatti definitivamente recepito il paragrafo 114, frut- to di un emendamento in sede di Commissione par- lamentare firmato dal popolare slovacco Miroslav Mikolasik, che esplicita come mai prima un princi- pio netto: e cioè che il Parlamento europeo «con- danna la pratica della surrogazione, che compro- mette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce; ritiene che la pratica della ge- stazione surrogata che prevede lo sfruttamento ri- produttivo e l’uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione ur- gente negli stru- menti per i diritti umani». Si va in- somma ben oltre il monito contenuto in un analogo rap- porto approvato nel 2011, in cui ci si limitava a segnala- re il «grave proble- ma della maternità surrogata». Il Rapporto appro- vato ieri recepisce la crescente oppo- sizione – bipartitica e in grado di vedere insieme lai- ci e credenti, esponenti del femminismo e anche al- cuni del movimento omosessuale – contro questa pratica. Un vasto fronte confermato dal fatto che a favore del paragrafo – sfidando l’indicazione di voto ufficiale del gruppo rispettivo – hanno vota- to anche numerosi socialisti, verdi ed esponenti della Sinistra unitaria (estrema). È importante no- tare che – per quanto non abbia valore vincolan- te – il documento invita per la prima volta l’Ue a battersi nel mondo contro l’uso della maternità surrogata utilizzando gli strumenti a disposizione nel quadro dei diritti umani nel dialogo con i Pae- si in via di sviluppo. Eppure non è stata una battaglia facile. Se il paragrafo era passato senza particolari problemi nelle Com- missioni parlamentari, gli oppositori hanno cerca- to una manovra dell’ultimo minuto per fermarlo. Anzitutto (su richiesta dei Verdi) dividendo il para- grafo in ben quattro parti da votare una per una nel tentativo di annacquarlo. A questo si è aggiunta un’in- dicazione di voto negativa a tutte e quattro le parti comparsa a sorpresa ieri mattina nelle carte del grup- po dei Socialisti e democratici. Ancora non è chiaro come sia emersa: «Non c’è stata alcuna discussione di gruppo, è molto strano» lamentano varie fonti par- lamentari. Tornando allo spacchettamento, la prima parte ri- prende la condanna iniziale della surrogazione, sen- za però il riferimento alla dignità umana delle don- ne. Un concetto più ampio che ha visto 346 sì, 190 no e 80 astenuti, con 43 del gruppo dei socialisti e de- mocratici ad approvare (inclusa tutta l’ala cattolica). È poi passata, nella votazione sulla parte due, anche la sezione "espunta", relativa al riferimento alla di- gnità, ma con una più bassa percentuale (291 sì, 232 no e 81 astenuti), e 34 del gruppo dei socialisti e de- mocratici (i soli cattolici del Pd): segno che molti, pur favorevoli a condannare genericamente la pra- tica della maternità surrogata, non volevano però farne una questione di dignità. Il voto per le altre due parti (relative allo sfruttamento delle donne nei Pae- si in via di sviluppo e agli strumenti di pressione sul fronte dei diritti umani nel dialogo Ue con questi Stati) hanno visto un sostegno analogo alla parte 2. Il testo da ieri è dunque ufficiale. Se non ha caratte- re obbligatorio, potrà essere usato per fare almeno pressione anzitutto sul Servizio europeo di azione esterna (il "Ministero degli Esteri Ue") affinché si bat- ta contro la pratica della maternità surrogata nel mondo. E non è poco. © RIPRODUZIONE RISERVATA A L’Europa boccia la maternità surrogata Il Parlamento di Strasburgo approva la condanna: «Offende la donna» L’EVENTO Il 2 febbraio a Parigi forum per dire basta «Stiamo organizzando all’Assemblea nazionale di Parigi il prossimo 2 febbraio le assise per l’Abolizione universale della maternità surrogata». Lo annunciava ad Avvenire il 29 ottobre Sylviane Agacinski, figura di riferimento del femminismo francese ed europeo, in un’intervista nella quale condannava senza riserve il «mercato procreativo globalizzato nel quale i ventri sono affittati» definendo «stupefacente, e contrario ai diritti della persona e al rispetto del suo corpo, il fatto che si osi trattare una donna come un mezzo di produzione di bambini». Al summit internazionale di Parigi, aggiungeva la leader femminista in quel colloquio che ha dato il via a un dibattito sempre più acceso, «parteciperanno ricercatori, parlamentari francesi ed europei e associazioni femministe. Occorre avere la volontà e il coraggio di difendere i valori fondamentali e i princìpi sui quali poggiano le nostre rispettive legislazioni. Se indietreggiamo davanti alla potenza dei mercati e cediamo alle pressioni in vista di una regolamentazione abbandoneremo le donne alla legge della domanda e dell’offerta e precipiteremo in società di mercato che riconosceranno solo i valori mercantili». PINO CIOCIOLA ubito e prima di tutto due parole: «So- no contenta!». La capogruppo Pd al- l’Europarlamento, Patrizia Toia, com- menta così la decisione sull’utero in affitto, che è «uno sfruttamento terribile delle don- ne assolutamente inaccettabile». Ancora: «C’è omertà su questo argomento – continua –. Colpa dell’ideologia. Perché quando gli ideali vengono soppiantati dall’ideologia ci si sgan- cia dalla realtà e si creano dei mostri, è sem- pre stato così». Un fiume in piena, la Toia: «Loro nemmeno vogliono usare "utero in af- fitto", preferiscono "maternità surrogata", che sembra molto più soft», dice. «Tant’è che se noi chiamiamo la realtà col suo nome sia- mo terroristi, se quella stessa realtà nuda e cruda, violenta, crudele, beffarda, la imbel- lettiamo con parole diverse e più "rassicu- ranti", allora va bene». Le resta solo un dub- bio: questo voto dell’Europarlamento esclu- de eventuali colpi di mano, magari di singo- li Paesi? «Non lo so, perché ricordo anche quando la Corte europea aveva detto che l’embrione fin dal concepimento è vita u- mana... Però mi pare che sull’utero in affitto ci sia stata una tale maggioranza che mi fa ben sperare». Detto tutto ciò, Patrizia Toia torna all’ideologia: «L’importante è che que- sta non torni a essere una battaglia e una ban- diera politica, perché non ne usciremmo». È molto soddisfatta anche Silvia Costa, pre- sidente della Commissione Cultura del Par- lamento europeo: «Abbiamo riaffermato il "no" deciso dell’Europa all’utero in affitto e alle madri surrogate, tutelando un diritto fon- damentale della donna», spiega. E va avanti: il voto sarebbe dovuto essere necessaria- mente contrario alla surrogazione, che «com- promette la dignità della donna dal momen- to che il suo corpo e le sue funzioni ripro- duttive sono usati come merce». Un voto at- traverso il quale «ribadiamo con forza che la pratica della gestazione surrogata, che pre- vede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle don- ne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come que- stione urgente negli strumenti per i diritti u- mani». Eppure proprio per questo è contenta sol- tanto a metà Eugenia Roccella, parlamenta- re di Idea: «Apprezziamo che l’Unione euro- pea, ancora una volta, abbia ribadito il di- vieto alla maternità surrogata» e «invitato gli Stati membri a considerarla come "questio- ne di urgenza" nei diritti umani», fa sapere. Tuttavia aggiunge che «sembra si tratti del minimo sindacale: è infatti stato bocciato l’e- mendamento che proponeva interventi più incisivi», mentre «ci saremmo aspettati, que- sta volta, un invito agli Stati a mettere in pra- tica la risoluzione del 2011 e a legiferare con- tro la pratica dell’utero in affitto». © RIPRODUZIONE RISERVATA S Patrizia Toia: denunciato uno sfruttamento inaccettabile Silvia Costa: riaffermato un diritto fondamentale Eugenia Roccella: è il minimo sindacale, si poteva fare di più «Finalmente si vede la realtà» Le deputate italiane: il corpo femminile non è una merce L’intervista. E ora una strategia per eliminarla DANIELE ZAPPALÀ l testo contro la maternità sur- rogata adottato con emenda- mento a Strasburgo è di buo- na fattura, sufficientemente preciso e chiaro. Si tratta di un buon segnale». A sottolinearlo è il noto giurista fran- cese Grégor Puppinck, direttore del Centro europeo per il diritto e la giu- stizia (Eclj), Ong di difesa dei diritti u- mani con statuto consultivo nel siste- ma dell’Onu. La posizione di Strasburgo conterà anche in futuro? «L’Europarlamento è il primo organo politico europeo a esprimersi su que- sto tema nel dibattito specifico attua- le. Mi riferisco all’attività di riflessio- ne in corso presso diverse istituzioni europee: alla Corte europea dei dirit- ti dell’uomo con i casi aperti, ma an- che alla Conferenza dell’Aia di diritto internazionale privato, così come al- l’assemblea parlamentare del Consi- glio d’Europa. In un contesto simile, è molto importante la posizione di chi parla per primo, perché impone un certo tono che non si potrà più igno- rare. È vero che la Corte europea si e- ra già espressa adottando una posi- zione lassista. Ma sul piano politico si attendeva la presa di posizione del- l’assemblea parlamentare, che non c’è stata. A sorpresa, parla per primo l’Europarlamento, in un modo che giudico soddisfacente». Si può parlare di svolta in positivo? «Non bisogna esagerare l’importan- za di quest’emendamento, che non avrà effetti vincolanti. Ma adesso, al- meno, è difficile immaginare che l’as- semblea del Consiglio d’Europa si schieri diametralmente all’opposto. Ci sarà un’influenza favorevole sul di- battito al Consiglio d’Europa, potreb- bero esserci ricadute nella decisione della Corte europea sul caso Paradi- so-Campanelli in discussione». Rispetto al passato, l’Europarlamen- to ha focalizzato meglio la questione? «Certo. L’emendamento impiega for- mule chiare e rappresenta dunque u- na buona base. Ma è incompleto, nel senso che non formula un obiettivo preciso sulla maternità surrogata, at- torno al quale costruire poi una buo- na strategia. La meta dovrebbe esse- re l’eliminazione della pratica in am- bito europeo». A proposito di strategie, la questione sta già mobilitando dei gruppi poli- tici o di pressione? «Riflettiamo su questo tema dal 2012 accanto agli europarlamentari, si rac- colgono oggi i primi frutti. I gruppi di pressione che operano per la libera- lizzazione della pratica sono più po- tenti al Consiglio d’Europa, soprat- tutto perché questa sorta d’industria delle madri in affitto muove interessi in Paesi come Russia, Grecia, Bulga- ria, Romania e Ucraina, inclusi nel Consiglio». Come potrebbe giungere una vera svolta? «Le femministe cominciano a mobi- litarsi positivamente su questo tema in Francia, con l’evento previsto il 2 febbraio, ma anche in Italia. La sini- stra resta ideologicamente divisa, strattonata fra la sua anima umani- stica e certe correnti influenti post- moderne. Una svolta contro l’indiffe- renza potrà giungere solo con un’ini- ziativa diplomatica intergovernativa forte da parte di almeno un Paese». © RIPRODUZIONE RISERVATA I « Si è provato in ogni modo a fermare in extremis il testo scritto dai Popolari, ma il fronte con i socialisti ha retto Stop alla maternità surrogata, ma non solo. Il «Rapporto» approvato ieri dall’Eu- roparlamento proietta altri fasci di luce accanto a coni d’ombra. Le osservazioni generali invitano ad affrontare «in modo efficace le sfide interne in materia di di- ritti umani, per esempio la situazione dei rom, il trattamento dei rifugiati e dei mi- granti, il razzismo, la violenza contro le donne, le condizioni di detenzione e la li- bertà dei mezzi di comunicazione». Ma il testo apre anche in tema di «persone Lgbti»: al paragrafo 92 si parla della necessità di «istituti giuridici quali l’unione registrata o matrimonio». Il rapporto ribadisce poi l’assoluta contrarietà alla pe- na di morte e alla tortura, sollecitando politiche che disincentivino il transito di farmaci destinati a queste pratiche. Quindi ricorda che anche i prigionieri hanno un «diritto alla vita, all’integrità fisica e alla dignità», sottolineando «la necessità di migliorare le condizioni detentive». Interessante il richiamo al ruolo delle im- prese nell’affermazione dei diritti umani, doveroso quello alle malattie dimentica- te conseguenza di povertà. «Profonda preoccupazione e solidarietà» si manife- sta poi per «i rifugiati» e «i migranti che subiscono gravi violazioni dei diritti uma- ni», ponendo in evidenza la necessità di ricercare «soluzioni durature per i con- flitti nel nostro vicinato». Dai numeri 95 al 98 faro sui diritti delle persone con di- sabilità, il 113 depreca «l’industria delle spose per corrispondenza». All’82 si par- la di libertà religiosa, «comprese le comunità cristiane». Marcello Palmieri Il «Rapporto sui diritti umani» Tra migranti e nozze gay, testo a due volti Parla Gregor Puppinck, direttore di Eclj, ong per la difesa dei diritti umani: «Da Strasburgo un passo importante per dettare altre scelte europee»

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Avvenire 181215

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5Venerdì18 Dicembre 2015 P R I M O P I A N ODIRITTO

& VITA UMANA

BiopoliticaNon senza fatica, il paragrafo del Rapporto sui diritti umani col quale la Ue chiede di proibire l’utero in affitto ha ottenuto il via libera dell’assemblea. È la prima condanna di questa portata contro lo«sfruttamento riproduttivo»

Domenica i cittadini sloveni sono chiamati alle ur-ne per esprimersi, con un referendum, sull’abro-gazione delle nozze gay. Lo scorso marzo, il Par-lamento ha approvato un nuovo codice della fa-miglia in cui vengono legalizzati i matrimoni tra lepersone dello stesso sesso, a cui vengono con-cessi gli stessi diritti e doveri di quelli eterosessuali.La normativa, però, non è mai entrata in vigore per-ché un’associazione cattolica ha raccolto le for-

me per sottoporre la delicata questione a una con-sultazione popolare. Non è la prima volta che glisloveni si pronunciano sulle nozze gay. Già tre an-ni fa, il 54,5 per cento dei cittadini si era pronun-ciata contro la legalizzazione. La Corte Costitu-zionale ha discusso a lungo la validità dell’attua-le referendum e, alla fine, ha dato il via libera concinque si e quattro no. Perché il voto sia valido de-ve parteciparvi almeno un terzo di aventi diritto.All’udienza generale di mercoledì, papa France-sco, nel salutare i pellegrini sloveni presenti, ha e-spresso «apprezzamento all’intera Chiesa slove-na per il suo impegno in favore della famiglia».

Slovenia. Al referendumper «fermare» le nozze gay

SCIENZA & VITA

Un segnale di resistenza ai «diritti dei più fortiche trasformano l’essere umano in una merce»La condanna dell’Europarlamento «rimarca con forza l’importanza di non cedere alle lusinghe della dittaturadei desideri che, in nome di presunti diritti dei più forti, rendono l’essere umano merce e tolgono dignità ai piùdeboli». Lo afferma Paola Ricci Sindoni, presidente di Scienza & Vita. «In attesa di strumenti legali chiari», si e-sprime soddisfazione per la condanna di uno «strumento di prevaricazione e sfruttamento». Di «pietra miliare»parla Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita: «Ora bisogna trarne le conseguenze – aggiunge –sanzionando questa pratica sul piano legale anche quando effettuata all’estero, come avviene per altri reati a-berranti come la pedofilia o la tratta degli esseri umani. Solo così potrà essere evitato lo sfruttamento e la mer-cificazione del corpo delle donne». «Si rimette al centro la dignità della persona umana – è la dichiarazione diGianluigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie –. Finalmente il buon senso ha la meglio sulla miopia i-deologica. Le leggi hanno il dovere di immedesimarsi e tutelare i più deboli e i più fragili».

GIOVANNI MARIA DEL RE

lla fine non è passato il tentativo, attraversoun voto complesso e "spacchettato", di stop-pare una ferma condanna da parte del Par-

lamento europeo della pratica della maternità sur-rogata. Perché ieri in seduta plenaria a Strasburgol’assemblea Ue ha approvato con 421 voti a favore,86 no e 116 astenuti il Rapporto annuale sui dirittiumani e la democrazia nel mondo nel 2014 e la po-litica dell’Unione Europea in materia, preparato dalpopolare rumeno Cristian Dan Preda, che contienequesto importante elemento. Il testo approvato hainfatti definitivamente recepito il paragrafo 114, frut-to di un emendamento in sede di Commissione par-lamentare firmato dal popolare slovacco MiroslavMikolasik, che esplicita come mai prima un princi-pio netto: e cioè che il Parlamento europeo «con-danna la pratica della surrogazione, che compro-mette la dignità umana della donna dal momentoche il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sonousati come una merce; ritiene che la pratica della ge-stazione surrogata che prevede lo sfruttamento ri-produttivo e l’uso del corpo umano per un ritornoeconomico o di altro genere, in particolare nel casodelle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo,debba essere proibita e trattata come questione ur-

gente negli stru-menti per i dirittiumani». Si va in-somma ben oltre ilmonito contenutoin un analogo rap-porto approvatonel 2011, in cui ci silimitava a segnala-re il «grave proble-ma della maternitàsurrogata».Il Rapporto appro-vato ieri recepiscela crescente oppo-

sizione – bipartitica e in grado di vedere insieme lai-ci e credenti, esponenti del femminismo e anche al-cuni del movimento omosessuale – contro questapratica. Un vasto fronte confermato dal fatto chea favore del paragrafo – sfidando l’indicazione divoto ufficiale del gruppo rispettivo – hanno vota-to anche numerosi socialisti, verdi ed esponentidella Sinistra unitaria (estrema). È importante no-tare che – per quanto non abbia valore vincolan-te – il documento invita per la prima volta l’Ue abattersi nel mondo contro l’uso della maternitàsurrogata utilizzando gli strumenti a disposizionenel quadro dei diritti umani nel dialogo con i Pae-si in via di sviluppo.Eppure non è stata una battaglia facile. Se il paragrafoera passato senza particolari problemi nelle Com-missioni parlamentari, gli oppositori hanno cerca-to una manovra dell’ultimo minuto per fermarlo.Anzitutto (su richiesta dei Verdi) dividendo il para-grafo in ben quattro parti da votare una per una neltentativo di annacquarlo. A questo si è aggiunta un’in-dicazione di voto negativa a tutte e quattro le particomparsa a sorpresa ieri mattina nelle carte del grup-po dei Socialisti e democratici. Ancora non è chiarocome sia emersa: «Non c’è stata alcuna discussionedi gruppo, è molto strano» lamentano varie fonti par-lamentari. Tornando allo spacchettamento, la prima parte ri-prende la condanna iniziale della surrogazione, sen-za però il riferimento alla dignità umana delle don-ne. Un concetto più ampio che ha visto 346 sì, 190no e 80 astenuti, con 43 del gruppo dei socialisti e de-mocratici ad approvare (inclusa tutta l’ala cattolica).È poi passata, nella votazione sulla parte due, anchela sezione "espunta", relativa al riferimento alla di-gnità, ma con una più bassa percentuale (291 sì, 232no e 81 astenuti), e 34 del gruppo dei socialisti e de-mocratici (i soli cattolici del Pd): segno che molti,pur favorevoli a condannare genericamente la pra-tica della maternità surrogata, non volevano peròfarne una questione di dignità. Il voto per le altre dueparti (relative allo sfruttamento delle donne nei Pae-si in via di sviluppo e agli strumenti di pressione sulfronte dei diritti umani nel dialogo Ue con questiStati) hanno visto un sostegno analogo alla parte 2. Il testo da ieri è dunque ufficiale. Se non ha caratte-re obbligatorio, potrà essere usato per fare almenopressione anzitutto sul Servizio europeo di azioneesterna (il "Ministero degli Esteri Ue") affinché si bat-ta contro la pratica della maternità surrogata nelmondo. E non è poco.

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L’Europa boccia la maternità surrogataIl Parlamento di Strasburgo approva la condanna: «Offende la donna»

L’EVENTO

Il 2 febbraio a Parigiforum per dire basta«Stiamo organizzando all’Assembleanazionale di Parigi il prossimo 2 febbraio leassise per l’Abolizione universale dellamaternità surrogata». Lo annunciava adAvvenire il 29 ottobre Sylviane Agacinski,figura di riferimento del femminismofrancese ed europeo, in un’intervista nellaquale condannava senza riserve il «mercatoprocreativo globalizzato nel quale i ventrisono affittati» definendo «stupefacente, econtrario ai diritti della persona e al rispettodel suo corpo, il fatto che si osi trattare unadonna come un mezzo di produzione dibambini». Al summit internazionale di Parigi,aggiungeva la leader femminista in quelcolloquio che ha dato il via a un dibattitosempre più acceso, «parteciperannoricercatori, parlamentari francesi ed europeie associazioni femministe. Occorre avere lavolontà e il coraggio di difendere i valorifondamentali e i princìpi sui quali poggianole nostre rispettive legislazioni. Seindietreggiamo davanti alla potenza deimercati e cediamo alle pressioni in vista diuna regolamentazione abbandoneremo ledonne alla legge della domanda edell’offerta e precipiteremo in società dimercato che riconosceranno solo i valorimercantili».

PINO CIOCIOLA

ubito e prima di tutto due parole: «So-no contenta!». La capogruppo Pd al-l’Europarlamento, Patrizia Toia, com-

menta così la decisione sull’utero in affitto,che è «uno sfruttamento terribile delle don-ne assolutamente inaccettabile». Ancora: «C’èomertà su questo argomento – continua –.Colpa dell’ideologia. Perché quando gli idealivengono soppiantati dall’ideologia ci si sgan-cia dalla realtà e si creano dei mostri, è sem-pre stato così». Un fiume in piena, la Toia:«Loro nemmeno vogliono usare "utero in af-fitto", preferiscono "maternità surrogata",che sembra molto più soft», dice. «Tant’è chese noi chiamiamo la realtà col suo nome sia-mo terroristi, se quella stessa realtà nuda ecruda, violenta, crudele, beffarda, la imbel-lettiamo con parole diverse e più "rassicu-ranti", allora va bene». Le resta solo un dub-bio: questo voto dell’Europarlamento esclu-de eventuali colpi di mano, magari di singo-li Paesi? «Non lo so, perché ricordo anchequando la Corte europea aveva detto chel’embrione fin dal concepimento è vita u-mana... Però mi pare che sull’utero in affitto

ci sia stata una tale maggioranza che mi faben sperare». Detto tutto ciò, Patrizia Toiatorna all’ideologia: «L’importante è che que-sta non torni a essere una battaglia e una ban-diera politica, perché non ne usciremmo».È molto soddisfatta anche Silvia Costa, pre-

sidente della Commissione Cultura del Par-lamento europeo: «Abbiamo riaffermato il"no" deciso dell’Europa all’utero in affitto ealle madri surrogate, tutelando un diritto fon-damentale della donna», spiega. E va avanti:il voto sarebbe dovuto essere necessaria-mente contrario alla surrogazione, che «com-

promette la dignità della donna dal momen-to che il suo corpo e le sue funzioni ripro-duttive sono usati come merce». Un voto at-traverso il quale «ribadiamo con forza che lapratica della gestazione surrogata, che pre-vede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso delcorpo umano per un ritorno economico o dialtro genere, in particolare nel caso delle don-ne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo,debba essere proibita e trattata come que-stione urgente negli strumenti per i diritti u-mani».Eppure proprio per questo è contenta sol-tanto a metà Eugenia Roccella, parlamenta-re di Idea: «Apprezziamo che l’Unione euro-pea, ancora una volta, abbia ribadito il di-vieto alla maternità surrogata» e «invitato gliStati membri a considerarla come "questio-ne di urgenza" nei diritti umani», fa sapere.Tuttavia aggiunge che «sembra si tratti delminimo sindacale: è infatti stato bocciato l’e-mendamento che proponeva interventi piùincisivi», mentre «ci saremmo aspettati, que-sta volta, un invito agli Stati a mettere in pra-tica la risoluzione del 2011 e a legiferare con-tro la pratica dell’utero in affitto».

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SPatrizia Toia: denunciato uno

sfruttamento inaccettabileSilvia Costa: riaffermato un diritto fondamentale

Eugenia Roccella: è il minimosindacale, si poteva fare di più

«Finalmente si vede la realtà»Le deputate italiane: il corpo femminile non è una merce

L’intervista. E ora una strategia per eliminarlaDANIELE ZAPPALÀ

l testo contro la maternità sur-rogata adottato con emenda-mento a Strasburgo è di buo-

na fattura, sufficientemente preciso echiaro. Si tratta di un buon segnale».A sottolinearlo è il noto giurista fran-cese Grégor Puppinck, direttore delCentro europeo per il diritto e la giu-stizia (Eclj), Ong di difesa dei diritti u-mani con statuto consultivo nel siste-ma dell’Onu. La posizione di Strasburgo conteràanche in futuro?«L’Europarlamento è il primo organopolitico europeo a esprimersi su que-sto tema nel dibattito specifico attua-le. Mi riferisco all’attività di riflessio-ne in corso presso diverse istituzionieuropee: alla Corte europea dei dirit-ti dell’uomo con i casi aperti, ma an-

che alla Conferenza dell’Aia di dirittointernazionale privato, così come al-l’assemblea parlamentare del Consi-glio d’Europa. In un contesto simile,è molto importante la posizione di chiparla per primo, perché impone uncerto tono che non si potrà più igno-rare. È vero che la Corte europea si e-ra già espressa adottando una posi-zione lassista. Ma sul piano politico siattendeva la presa di posizione del-l’assemblea parlamentare, che nonc’è stata. A sorpresa, parla per primol’Europarlamento, in un modo chegiudico soddisfacente». Si può parlare di svolta in positivo?«Non bisogna esagerare l’importan-za di quest’emendamento, che nonavrà effetti vincolanti. Ma adesso, al-meno, è difficile immaginare che l’as-semblea del Consiglio d’Europa sischieri diametralmente all’opposto.

Ci sarà un’influenza favorevole sul di-battito al Consiglio d’Europa, potreb-bero esserci ricadute nella decisionedella Corte europea sul caso Paradi-so-Campanelli in discussione».Rispetto al passato, l’Europarlamen-to ha focalizzato meglio la questione?«Certo. L’emendamento impiega for-mule chiare e rappresenta dunque u-na buona base. Ma è incompleto, nelsenso che non formula un obiettivopreciso sulla maternità surrogata, at-torno al quale costruire poi una buo-na strategia. La meta dovrebbe esse-re l’eliminazione della pratica in am-bito europeo».A proposito di strategie, la questionesta già mobilitando dei gruppi poli-tici o di pressione?«Riflettiamo su questo tema dal 2012accanto agli europarlamentari, si rac-colgono oggi i primi frutti. I gruppi di

pressione che operano per la libera-lizzazione della pratica sono più po-tenti al Consiglio d’Europa, soprat-tutto perché questa sorta d’industriadelle madri in affitto muove interessiin Paesi come Russia, Grecia, Bulga-ria, Romania e Ucraina, inclusi nelConsiglio».Come potrebbe giungere una verasvolta?«Le femministe cominciano a mobi-litarsi positivamente su questo temain Francia, con l’evento previsto il 2febbraio, ma anche in Italia. La sini-stra resta ideologicamente divisa,strattonata fra la sua anima umani-stica e certe correnti influenti post-moderne. Una svolta contro l’indiffe-renza potrà giungere solo con un’ini-ziativa diplomatica intergovernativaforte da parte di almeno un Paese».

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Si è provato in ognimodo a fermare in extremis il testoscritto dai Popolari,ma il fronte con i socialisti ha retto

Stop alla maternità surrogata, ma non solo. Il «Rapporto» approvato ieri dall’Eu-roparlamento proietta altri fasci di luce accanto a coni d’ombra. Le osservazionigenerali invitano ad affrontare «in modo efficace le sfide interne in materia di di-ritti umani, per esempio la situazione dei rom, il trattamento dei rifugiati e dei mi-granti, il razzismo, la violenza contro le donne, le condizioni di detenzione e la li-bertà dei mezzi di comunicazione». Ma il testo apre anche in tema di «personeLgbti»: al paragrafo 92 si parla della necessità di «istituti giuridici quali l’unioneregistrata o matrimonio». Il rapporto ribadisce poi l’assoluta contrarietà alla pe-na di morte e alla tortura, sollecitando politiche che disincentivino il transito difarmaci destinati a queste pratiche. Quindi ricorda che anche i prigionieri hannoun «diritto alla vita, all’integrità fisica e alla dignità», sottolineando «la necessitàdi migliorare le condizioni detentive». Interessante il richiamo al ruolo delle im-prese nell’affermazione dei diritti umani, doveroso quello alle malattie dimentica-te conseguenza di povertà. «Profonda preoccupazione e solidarietà» si manife-sta poi per «i rifugiati» e «i migranti che subiscono gravi violazioni dei diritti uma-ni», ponendo in evidenza la necessità di ricercare «soluzioni durature per i con-flitti nel nostro vicinato». Dai numeri 95 al 98 faro sui diritti delle persone con di-sabilità, il 113 depreca «l’industria delle spose per corrispondenza». All’82 si par-la di libertà religiosa, «comprese le comunità cristiane».

Marcello Palmieri

Il «Rapporto sui diritti umani»Tra migranti e nozze gay, testo a due volti

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