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D D D a a a l l l v v v i i i g g g n n n e e e t t t o o o a a a l l l l l l a a a t t t a a a v v v o o o l l l a a a Progetto Interdisciplinare 2010-11 MATTEO TOGNI ROBIN RAPETTI ROBERTO TEIXEIRA MÉNDEZ

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2010

-11

MATTEO TOGNI

ROBIN RAPETTI

ROBERTO TEIXEIRA MÉNDEZ

Dal vigneto alla tavola

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Sommario

INTRODUZIONE ...................................................................................................................................................... 3

VIGNETO ................................................................................................................................................................ 4

COLTIVAZIONE ............................................................................................................................................................... 5

TIPI DI VIGNETI .............................................................................................................................................................. 5

L’UVA .......................................................................................................................................................................... 7

VENDEMMIA ................................................................................................................................................................. 9

VINIFICAZIONE ..................................................................................................................................................... 11

LA PIGIATURA .............................................................................................................................................................. 11

LA FERMENTAZIONE ...................................................................................................................................................... 13

CONSERVAZIONE ................................................................................................................................................. 15

STABILIZZAZIONE.......................................................................................................................................................... 15

INVECCHIAMENTO ........................................................................................................................................................ 17

VENDITA .............................................................................................................................................................. 21

CERTIFICAZIONE ................................................................................................................................................... 22

DATI STATISTICI ................................................................................................................................................... 23

CONCLUSIONE ..................................................................................................................................................... 26

GLOSSARIO .......................................................................................................................................................... 27

FONTI ................................................................................................................................................................... 29

Dal vigneto alla tavola

3

Introduzione

In questo capitolo vedremo a grandi linee i vari passi che, partendo dai vigneti,

permettono di ottenere del vino.

Robin si è occupato della parte iniziale del processo ossia, ciò che riguarda la

coltivazione dei vigneti passando poi alla descrizione dell’uva. In seguito si è anche’

occupato della vendemmia, esponendo i vari metodi utilizzati per effettuarla.

Matteo si è occupato della pigiatura spiegandone l’utilità, come viene effettuata e di

come si siano evolute nel tempo le varie tecniche di questa fase. Ha spiegato poi la

fermentazione, parlando delle varie fasi di cui è composta la fermentazione.

Roberto invece ha trattato ciò che riguarda la stabilizzazione spiegando in cosa

consiste e perché viene eseguita. In seguito ha trattato anche ciò che riguarda

l’invecchiamento della bevanda di Bacco.

Poi Roberto continua anche

con tutto ciò che riguarda la

vendita del vino e da dove

deriva il suo valore, toccando

anche argomenti legati alle

varie certificazioni, che ne

assicurano la qualità ed

origine.

Infine, termina con l’analisi

delle statistiche sulla

produzione ed il consumo del

vino a livello svizzero e

mondiale insieme a quello dei

maggiori produttori a livello

mondiale come la Francia,

Italia e Spagna.

Al termine del documento vi è un piccolo glossario con la spiegazione di alcune parole

tecniche usate nel ambito dell’enologia.

Dal vigneto alla tavola

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Vigneto

Le viti che sono coltivate oggi in Europa sono derivate da alcune specie provenienti

dall’America. È stata fatta questa selezione perché nel 1800 i vitigni europei sono stati

devastati dalla filossera (un afide parassita che compromette il “funzionamento” delle

radici delle viti o delle foglie). Le specie americane, a differenza di quelle europee, sono

totalmente immuni agli attacchi della filossera alle radici. Quando vengono attaccate le

radici non si può fare nulla se invece attaccano le foglie si possono sistemare con gli

insetticidi, quindi tutti i viticoltori sono stati praticamente obbligati a questo cambio per

continuare la loro produzione.

Dal vigneto alla tavola

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Coltivazione

Per coltivare con successo un vigneto sono importantissime tutte le fasi, anche una sola

fatta male non permette il massimo sviluppo delle viti impedendo così di ottenere

abbondanti raccolti e un’uva di qualità.

La prima fase è la scelta del terreno. In generale va bene

qualsiasi terreno (pianeggiante, collinoso, ecc...). Importante

è che l’acqua piovana non tenda a stagnare. Un terreno in

collina ha bisogno di più tempo per la vendemmia, però dà

un’uva migliore. Nei terreni pianeggianti la vendemmia è più

veloce ma l’uva perde un po’ di qualità.

Una volta scelto il sito si deve livellare il terreno per

prevenire qualsiasi ristagno che metterebbe in pericolo la

vita delle piante. Ci sono due tecniche chiamate “ritocchino” e “girapoggio”, sono

abbastanza simili ed entrambe evitano sia il ristagno che l’erosione del terreno.

Prima di piantare le viti, bisogna concimare il terreno con fertilizzanti naturali per

arricchirlo con le sostanze di cui più hanno bisogno le viti, solitamente si effettua una

concimazione di fondo di letame maturo. Nel corso degli anni poi si concima con letame

in autunno e con concimi a base di fosforo, azoto e potassio.

Se si presentano delle carenze nutrizionali nel corso della stagione, vengono usati

concimi fogliari che sono un rimedio temporaneo.

La potatura è importantissima perché assicura

uno sviluppo della struttura scheletrica e radicale

della vite e la produzione abbondante di frutti,

perché con la potatura si eliminano i rami che

portano meno frutti. Lasciando meno rami la

pianta concentra la sua energia nei rami buoni

invece che “sprecarla” in grappoli scarsi, rami e

foglie inutili.

Dal vigneto alla tavola

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I rami fruttiferi sono individuati in base alla distanza dalle radici; la categoria zero è il

fusto principale e da questo partono le altre categorie ogni volta che un ramo dà vita ad

un altro. Più si sale di categoria meno frutti danno quindi si procede a potarli.

La potatura è anche volta a facilitare il lavoro ai vendemmiatori e favorire una

vendemmia più veloce.

Tipi di vigneti

Nel mondo esiste un’ampia varietà di vitigni ma i più diffusi sono circa una ventina, fra

cui quelli qui di seguito elencati.

Cabernet Sauvignon

Questa vite dagli acini piccoli è ampiamente diffusa in

Australia, dove il suo vino migliore richiede un lungo

invecchiamento, in Sudafrica e in California, dove ha

ottenuto i risultati di maggiore successo al di fuori della

Francia. Tutti i vini prodotti con uve Cabernet si giovano

di un lungo invecchiamento sia in botte sia in bottiglia.

Sangiovese

È il più importante vitigno rosso della Toscana, la produzione di uva è limitata e la

maturazione tardiva. Il colore degli acini non è troppo intenso, ma l'equilibrio acido è

ottimo e l'aroma piacevole.

Chardonnay

Questo vitigno viene utilizzato soprattutto per produrre Borgogna

bianco e lo spumante. Conferisce al vino robustezza e stabilità, aroma

e carattere. Su terreni molto calcarei da un vino pastoso. Di grande

successo in Australia, Nuova Zelanda, Bulgaria e, di recente, Italia e

Spagna.

Pinot Noir

L'unico vitigno della Côte d'Or della Borgogna che da uva nera. Nella Champagne

quest'uva viene fatta fermentare senza bucce né vinacce per ricavarne i migliori

spumanti. In condizioni ideali dà un vino ineguagliabile per sapore, profumo, corpo e

tessuto. È coltivato in Germania e in Europa orientale con nomi diversi e da vini leggeri.

Dal vigneto alla tavola

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Moscato

Vitigno dall’uva bianca o nera, è riconoscibile per sapore il dolce e il profumo di uva da

tavola.

La civiltà dell'Egeo lo diffuse in Crimea, Sicilia, Italia e nella Spagna meridionale.

Il migliore moscato viene da Beaumes de Venise in Francia, ma si producono moscati e

moscatelli in tutto il mondo.

Carignan

È il vitigno più diffuso in Francia, più di 207.000 ettari di vigneti, concentrati soprattutto

nel Midi. Produce un vino rosso cupo, con basse percentuali di acidi, estratti e tannino,

ma utilissimo nelle miscele con altri vini.

Merlot

Il Merlot è un vitigno a bacca nera, il cui nome deriva

dalla particolare predilezione che ha il merlo per le sue

bacche. È un vitigno originario della Gironda, Francia.

Nel Canton Ticino e uno dei vigneti usati per la

produzione di vino o aceto.

L’uva

L’uva è un’infruttescenza (un raggruppamento di frutti) chiamato grappolo che è

composto dal raspo e dagli acini.

Il raspo, che è il sostegno del grappolo ed

è attaccato alla pianta tramite un

peduncolo, è povero di zuccheri ma ricco di

acidi salificati; il suo succo cellulare ha un

ph abbastanza elevato e, se è di un vitigno

rosso, ha molti composti fenolici.

Gli acini sono costituiti da un epicarpo che

è la sottile ed elastica buccia, da un

mesocarpo chiamato comunemente polpa e

da un endocarpo che è un tessuto che

ricopre le logge contenenti i semi ma che non si riesce a distinguere distintamente dalla

polpa.

Dal vigneto alla tavola

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L’epicarpo è come detto sopra la buccia, ha uno spessore compreso tra i 1.5 e 10 μm a

dipendenza del vitigno. Il particolare colore e l’aspetto vellutato dell’acino, rendono la

buccia impermeabile ed ostacola l’evaporazione dei liquidi.

Il mesocarpo costituisce la polpa del frutto ed è ricco di zuccheri, acidi, acqua, pectine,

minerali e sostanze azotate; alla maturazione la polpa rappresenta circa l’80%

dell’intero acino ed è costituita quasi unicamente dal succo vacuolare che è il mosto.

L’endocarpo è costituito da uno strato di cellule al cui interno sono presenti i vinaccioli.

I vinaccioli sono i semi dell’uva e ce ne sono fino a quattro ad acino, sono responsabili

della grandezza e della composizione dell’acino.

La composizione di 100 grammi di vinaccioli è la seguente:

acqua 25-45 g

sostanze glucidiche 34-36 g

olio 13-20 g

tannini 4-6 g

sostanze azotate 4-6.5 g

sostanze minerali 2-4 g

acidi grassi 1 g

Dal vigneto alla tavola

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Vendemmia

La vendemmia è la raccolta delle uve dà vino dalle viti e viene eseguita tra luglio e

ottobre nell’emisfero settentrionale, ma in realtà il periodo è deciso da diversi fattori e

quindi può variare ad esempio dalla maturazione che è responsabile degli zuccheri nel

vino. Infatti, durante la maturazione la quantità di glucosio è quasi il doppio rispetto a

quella del fruttosio, mentre a maturazione completata le quantità sono quasi identiche.

Questo influisce sulla qualità del vino perché lo zucchero è essenziale siccome

aumenta il grado alcolico ed è necessario per avviare la fermentazione alcolica. Gli altri

fattori più importanti sono il clima e il tipo d’uva.

Per eseguire al meglio una vendemmia bisogna seguire delle regole semplici ma

veramente importanti, che se non eseguite possono compromettere la produzione del

vino.

L’acqua può far perdere qualità al mosto, quindi l’uva non va mai raccolta bagnata da

pioggia,da rugiada o da nebbia. I grappoli vanno riposti in contenitori non troppo

capienti per impedire che il loro stesso peso schiacci quelli in fondo al contenitore. Per

evitare fermentazioni o macerazioni indesiderate, vanno evitate le ore più calde durante

la vendemmia. Una volta raccolta l’uva deve essere trasportata nei locali dove avviene

la vinificazione nel minor tempo possibile.

La vendemmia manuale viene utilizzata

soltanto per la produzione di vini di alta

qualità perché

vanno scelti con cura i grappoli, cosa

impossibile da fare con un macchinario.

Questa tecnica ha il vantaggio di

assicurare un alta qualità del raccolto,

mentre lo svantaggio principale è

l’aumento dei costi della mano d’opera e

uno meno rilevante che è la maggior

lentezza rispetto ad una vendemmia

automatizzata.

Per la vendemmia meccanica esistono due tipi di macchine: trainate e semoventi.

Le macchine trainate vengono usate unicamente in vigneti di dimensione inferiore ai

50/60 ettari mentre quelle semoventi vengono utilizzate per vigneti più grandi.

Dal vigneto alla tavola

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La vendemmia viene eseguita scuotendo le piante con due metodi: scuotimento

verticale e scuotimento laterale; entrambe le tecniche sfruttano l’appoggio della vigna

per scuoterla delicatamente e staccare i grappoli. Una volta che i grappoli si sono

staccati, vengono raccolti (prima che cadano a terra) e puliti direttamente dalla

macchina, la quale li sistemerà in una tramoggia che viene svuotata in rimorchi per

portare l’uva nei locali.

Questa tecnica ha il vantaggio la riduzione dei costi della mano d’opera e l’aumento

della velocità della vendemmia; chiaramente lo svantaggio risiede nella qualità, dato

che non vi è alcuna selezione e ciò comporta la possibilità che nel raccolto ci siano uve

malate o non mature.

Dal vigneto alla tavola

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Vinificazione

La pigiatura

La pigiatura è un processo meccanico

elementare: il chicco d’uva viene

schiacciato, il succo esce dal chicco e

finisce in un contenitore separato dal

resto. Questa è la pigiatura, ma per poter

procedere con questa fase è necessario

prima aver diraspato minimamente l’uva,

in modo da rendere più puro possibile il

liquido finale.

La diraspatura non è altro che la separazione dei chicchi d’uva dagli altri componenti

della vite, quali il raspo, le foglie o i ramoscelli.

In passato, quest’operazione non era effettuata, poiché i vecchi metodi di pigiatura, che

andremo ad analizzare in dettaglio fra poco, spremevano il raspo insieme ai chicchi

d’uva.

Nell’antichità il processo di pigiatura

veniva effettuato con i piedi (pigiatura

manuale) da un gruppo di persone che,

riunite in un enorme “cesta” di legno piena

di chicchi, passavano le giornate a

spremere. Anche se questo non era un

processo propriamente igienico, era ed è

tuttora considerato un “punto di ritrovo”

esattamente come una piazza, in cui

buona parte di un paese si ritrovava non

solo per dare il cambio ma anche per

parlare.

Nel corso degli anni, grazie allo sviluppo della tecnologia, questa tecnica è andata

perduta in tutti i vigneti che hanno una larga produzione di uva, perché troppo lenta e

costosa.

Dal vigneto alla tavola

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Infatti, essa è stata sostituita dalla cosiddetta pigiatura semi-meccanica che sfrutta la

forza di un essere vivente combinata alla forza di gravità. Generalmente, le macchine di

pigiatura semi-meccaniche sono azionate da una manovella che fa salire una pressa, la

quale quando verrà rilasciata la manovella scenderà su tutta l’uva, spremendola.

Questo metodo permette di spremere una maggior area di chicchi in un minor tempo,

utilizzando meno lavoratori, grazie anche al fatto di poter utilizzare animali per svolgere

questo compito, apportando delle modifiche alla struttura della macchina.

L’ultima ed oggi più usata tecnica è quella completamente (o quasi) automatica. In

pratica si tratta di macchine in grado di risucchiare i chicchi all’interno e di spremerli in

maniera completamente autonoma. Alimentati da elettricità (o benzina), questi

apparecchi sono un notevole risparmio per i produttori, in termini di tempo e soldi e

igienica.

Alcune macchine automatiche, anche se molto performanti nei tre fattori visti poco fa,

hanno il difetto di spremere l’uva troppo velocemente o troppo fortemente, in modo da

causare la spremitura degli acini, che conferiscono al vino un sapore “duro”, cosa che

invece con l’antica tecnica di pigiatura a piedi non accadeva.

Dal vigneto alla tavola

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Una soluzione a questo problema sono le macchine diraspatrici, in grado di separare

l’uva dal raspo e, di conseguenza, eliminare il problema della sua eventuale spremitura

non gradita.

La fermentazione

La fermentazione è una fase che fa parte

del processo generale di “vinificazione”, è

una parte decisiva e inevitabile nel processo

di produzione del vino ed è considerato l’atto

che “crea” il vino, cioè la parte che gli

conferisce la maggior parte degli attributi

che il vino possiede, in particolar modo il suo

coefficiente alcolico.

Qui di seguito analizzeremo nel dettaglio la fermentazione, che ha anch’essa alcune

sotto-fasi che la compongono.

Il primo di questa serie di passi, viene chiamato “fermentazione tumultuosa”, nome che

gli è stato assegnato per via del fatto che in questa fase avviene una trasformazione

chimica spontanea del glucosio, il quale si scinde in alcool ed anidride carbonica;

quest’ultima, man mano che si produce, conferisce al mosto un vivace movimento,

quasi come se bollisse.

Alla prima fase, che può durare anche fino a 15 giorni, segue quella che viene

comunemente chiamata “fermentazione lenta”, che altro non è che la conversione degli

zuccheri residui.

Al termine dei processi di fermentazione e con il sopraggiungere dei mesi freddi il

volume del vino nei recipienti di conservazione cala leggermente. Questo accade a

causa dell’abbassamento di temperatura dell’ambiente (e di conseguenza anche del

vino) e dell’evaporazione e dell’assorbimento di vino da parte del recipiente (nel caso

sia in legno).

Con la diminuzione del volume, viene a crearsi un “vuoto” all’interno della botte. Questo

vuoto può essere dannoso per il vino, che rischierebbe così di “prendere aria”.

Dal vigneto alla tavola

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Per ovviare a questo problema si procede alle colmature, ovvero a delle aggiunte di

vino dello stesso tipo per mantenere il recipiente pieno ed evitare di contenere aria al

suo interno.

La vinificazione ha una durata che varia a dipendenza del tipo e della qualità del vino

che si vuole ottenere e anche dal clima. Infatti, un clima generalmente caldo modifica il

processo di fermentazione del vino poiché accelera la fermentazione alcolica.

In alcuni casi, le variazioni nella fermentazione vengono causate intenzionalmente dal

produttore, che decide di aggiungere particolari lieviti al mosto per conferirgli attributi

diversi; questi ultimi, a dipendenza del momento in cui vengono aggiunti durante la fase

di fermentazione (presto o tardi) avranno un’influenza maggiore se aggiunti verso gli

inizi della fase, o minore nel caso vengano aggiunti nella parte finale della

fermentazione.

Dal vigneto alla tavola

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Conservazione

Stabilizzazione

La stabilizzazione consiste nel fare in modo che il vino mantenga le sue caratteristiche il

più a lungo possibile, rallentando tramite processi chimici o fisici i meccanismi che

portano alla fermentazione del vino.

Tali metodi, che verranno descritti fra poco, possono essere combinati tra loro per

ottenere il risultato desiderato dal produttore.

Per effettuare la stabilizzazione abbiamo a disposizione diversi metodi:

Chiarificanti

I chiarificanti sono un metodo di stabilizzazione di tipo chimico il cui scopo è

quello di illimpidire il vino.

Questo metodo viene usati per mantenere la limpidezza del vino lungo il tempo.

Ci sono due tipi di chiarificanti, i minerali, che sono quelli più usati, e gli organici.

Queste sostanze, immesse nel vino, scendono lentamente e con meccanismi

che possono variare secondo i tipi di chiarificanti, trascinano con se le particelle

in sospensione nel liquido formando un deposito che viene poi eliminato, tramite

delle macchine.

Il chiarificante più usato è la bentonite (Al2O3 − 4SiO2 − 4H2O), un polvere argillosa

capace di portare le sostanze da eliminare in fondo al contenitore.

Altre sostanze chiarificanti sono:

o Il Caolino (Al2Si2O5(OH)4), di tipo minerale

o La Caseina, di tipo organico

o La colla di pesce, di tipo organico

Dal vigneto alla tavola

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Refrigerazione

La refrigerazione consiste nel diminuire la temperatura del vino per fermarne la

fermentazione. Questo è dovuto al fatto che a partire da una certa temperatura la

fermentazione non è più possibile per motivi chimici. Questo è il metodo più

semplice ed è quello più usato nella produzione del vino.

Filtrazione

Questa fase consiste nel far passare il vino attraverso opportuni mezzi filtranti.

Esistono diversi livelli di filtrazione. Si inizia con la “filtrazione sgrossante” che ha

lo scopo di eliminare le parti grossolane in sospensione. Successivamente, per

eliminare i residui delle parti più fini si procede con la filtrazione detta

“brillantante”. Infine con la “filtrazione sterilizzante” si elimineranno i

microrganismi presenti nel vino.

Il filtraggio avviene attraverso filtri di diverso tipo, che possono essere composti

da stoffe, fino a materiali porosi. In base alle scelte del produttore, si possono

omettere alcuni livelli di filtraggio.

Centrifugazione

La centrifugazione consiste nel far ruotare il vino ad altissima velocità con

apposite centrifughe, permettendo di separare le parti solide dal liquido, un po’

come avviene in una lavatrice.

Questo metodo viene usato molto per i vini economici, dato che secondo gli

enologi (soprattutto quelli europei) questo metodo rovina il carattere e il sapore

del vino.

Dal vigneto alla tavola

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Pastorizzazione

La pastorizzazione ha lo scopo di neutralizzare tutti i microrganismi che il vino

può ancora contenere e che potrebbero essere la causa di ulteriori

fermentazioni. Viene effettuato portando il vino a una certa temperatura e per un

certo periodo di tempo, a seconda del tipo di vino. È il metodo più radicale per

stabilizzare il vino ed è usato solo in casi estremi o dove la qualità finale non è

importante.

Invecchiamento

L’invecchiamento è la fase dove il vino raggiunge la sua massima qualità organolettica.

Questa fase viene chiamata anche maturazione o in francese viene usato il termine

élever.

La maturazione è un processo che viene solitamente applicato al vino rosso, per fare in

modo che prenda il suo “carattere” ed aroma. Normalmente i vini bianchi vengono

consumati giovani, perché al contatto con l’ossigeno esso tendono ad ossidare, anche

se esistono alcuni vini bianchi dove viene messa in pratica questa fase.

L’invecchiamento dei vini rossi viene eseguito normalmente in tre fasi:

La fermentazione (precedente alla stabilizzazione)

L’elevazione

L'affinamento

La prima fase trasforma

l’acido malico in acido

lattico e anidride carbonica,

causando un abbattimento

dell'acidità totale che rende

il vino più morbido.

La maggior igiene è

garantita dai contenitori di

cemento, di vetroresina o di

acciaio, che vanno però a

discapito del bouquet che

risulta, inevitabilmente,

meno intenso e variegato.

Per tale motivo, per i vini più

pregiati viene consigliato l'uso del legno già in questo stadio della maturazione.

Dal vigneto alla tavola

18

Questa fase finale prima dell’imbottigliamento nella maggior parte dei vini bianchi o in

generale dei vini che vengono consumati ancora “giovani”, e quindi saltano la fase

d’invecchiamento.

La seconda fase è l'elevazione

in fusti (comunemente

conosciuti come botti), dove il

legno cede al vino sostanze,

come aldeidi cinnamica1 e

vanillina2 che contribuiscono

all'arricchimento del bouquet.

La scelta della botte è

importante per il risultato finale.

Infatti, se viene usata una botte

nuova, il vino tenderà ad

assorbire il sapore e l’aroma del

legno. Invece, se come nel caso

del whisky, vengono usate

vecchie botti, che sono state in precedenza usate con vari tipi di vino.

Durante l’invecchiamento il vino può essere travasato da botte in botte permettendo al

vino di assorbire diversi aromi.

Nell’invecchiamento moderno esiste anche la pratica di aggiungere altri elementi alla

botte, come per esempio dei vari truciolati.

È inoltre fondamentale accertarsi che le botti già utilizzate siano state trattate in maniera

adeguata per evitare contaminazioni con microrganismi, cause di malattie o difetti del

vino.

Infine abbiamo la fase d'affinamento in

bottiglia che conclude la maturazione

del vino.

In questa fase la bottiglia deve essere

posta orizzontalmente per evitare che il

tappo seccandosi perda la sua elasticità

causando l’entrata d’aria contenente

1 Il quale da un aroma di cannella

2 Il quale conferisce una aroma di vaniglia

Dal vigneto alla tavola

19

ossigeno, il quale porta all’ossidazione dell’alcol in acido acetico3, con gusto e odore

sgradevoli. Attraverso le crepe del tappo possono entrare anche dei microrganismi.

Inoltre il tappo può cedere col tempo sostanze dalle proprietà non adatte al vino.

In cantina

Le fasi della maturazione normalmente

avvengono nelle cantine.

La cantina di conservazione ideale dovrebbe

essere orientata verso nord, con una porta o

una finestra a nord e una finestra ad est, ed

avere una temperatura costante intorno ai 10-

15°C, perché il vino non resiste a temperature

troppo rigide mentre il caldo risulta dannoso in

quanto dilata i liquidi e fa seccare i tappi delle

bottiglie favorendo la fuoriuscita del vino e

l'ossidazione.

La cantina dovrebbe essere inoltre ventilata e l'illuminazione dovrebbe effettuarsi con

lampade schermate per evitare il fenomeno detto "gusto di luce"4.

La pratica d’invecchiamento non è prerogativa di tutti i vini rossi. Ogni tipologia ha il suo

ciclo vitale, ci sono quelli che hanno bisogno di molto tempo, altri che devono essere

bevuti giovani. Ci sono poi vini bivalenti, che possono essere apprezzati giovani ma che

reagiscono molto bene anche con un’elevazione in legno. Con i vini bianchi l'elevazione

in legno è meno utilizzata.

Invece i vini rosati sono

completamente inadatti

all’invecchiamento.

Dopo la maturazione il vino

subisce anche una

trasformazione del suo colore.

Infatti, un vino rosso giovane si

presenta con un rosso porpora,

ma con l’invecchiamento

tenderà sempre più al rubino,

per passare ad un rosso

granato ed arrivare poi ad un

3 CH3COOH

4 Vedere glossario

Dal vigneto alla tavola

20

rosso aranciato, mano a mano che il tempo passa.

Con i vini bianchi avviene lo stesso fenomeno, quando sono giovani hanno un colore

giallo verdolino, mentre dopo una maturazione tendono verso un giallo dorato.

Sotto l’oceano

Quest’anno5 è in corso uno sperimento il cui scopo è quello osservare come invecchia il

vino rosso in ambienti sotto marini.

Il progetto si sta svolgendo a Plencia, sulla costa nord della Spagna.

Il vino sarà imbottigliato in bottiglie di vetro e portato a 15 metri di profondità nel mare.

di seguito verrà fatta un confronto di degustazione tra il vino della stessa annata messo

in cantina e quello invecchiato con questo metodo sperimentale.

Lo sperimento sarà sviluppato nel LSEB, un laboratorio sott’acqua.

Sarà il primo laboratorio sottomarino al mondo a studiare l’invecchiamento del vino

sotto l’influenza dell’ambiente marino.

Bisogna comunque dire che non è il primo sperimento del genere, infatti, anche in Cile

sul fondo dell’Oceano Pacifico sono stati effettuati esperimenti simili.

I risultati secondo gli esperti, sono vini con una maggiore quantità di carbonio, più

aromatici, e con una sensazione al palato meno graffiante.

Anche in Francia, dal 2010, si effettuando anche un esperimento simile, ma con dello

champagne.

Il motivo per cui è stato scelto il mare, è dovuto al fatto che la temperatura e l’umidità

sono costati, cosa molto importante durante la maturazione del vino.

5 2011

Rapresentazione 3D della “cantina” marina

Dal vigneto alla tavola

21

Vendita

Il vino può essere prodotto e consumato in casa se si hanno le risorse e il tempo

necessario per produrlo, ma questo riguarda la minoranza del vino prodotto a livello

mondiale. Infatti la maggior parte del vino viene prodotto in grandi quantità da grandi

aziende vinicole per poi essere venduto a catene, supermercati e ristoranti.

Il valore del vino può passare da meno di un franco a bottiglia fino ad arrivare oltre i

100'000 CHF.

Il valore del vino è dovuto a diversi fattori, alcuni legati all’annata dell’uva, altri alla sua

rarità, altri al metodo di produzione usato per l’elaborazione del vino, altri ancora al

parere dei degustatori e a quanto tempo è rimasto invecchiando. Abbiamo i vini più cari

che però sono più per il collezionismo e che sono spesso vini di decenni o secoli fa.

La qualità è il fattore meno prevedibile di tutti quelli citati, dato che è strettamente legata

al clima di dove viene coltivata l’uva. Un altro fattore che da il valore al vino è il prestigio

della marca, la quale da una certa superiorità nel mercato.

Il vino viene venduto tramite diverse vie. La maggior parte

di quello consumato viene venduto tramite i gradi

distributori come i supermercati, il resto invece viene

venduto al consumatore direttamente dalle aziende

produttrici e adesso, grazie alle nuove tecnologie,

attraverso internet.

Normalmente il vino viene venduto in vetro o se si tratta di

quello economico anche in contenitori di tetra pak.

Dal vigneto alla tavola

22

Certificazione

I vini sono un prodotto commerciale, e come tale esso

deve essere tutelato da eventuali imitazioni o copie; per

questi sono state introdotte le certificazioni del vino.

La certificazione serve ad assicurare al consumatore che

il vino che sta assaporando ha le

caratteristiche e la qualità assicurate dal produttore.

Inoltre consiste proteggere gli stessi produttori da

imitazioni del prodotto da parte di concorrenti sleali.

Svizzera

In Svizzera i vini vengono protetti tramite la D.O.C. (Denominazione d'Origine

Controllata) che ha lo scopo di garantire l’identità e il valore del vino prodotto.

Fino all’aprile del 2010 le certificazioni erano gestite dalla federazione svizzera, ma

adesso ogni cantone

dovrà provvedere alla certificazione dei propri vini.

Le certificazioni in Svizzera hanno anche lo scopo di proteggere il vino locale da

imitazioni.

La Svizzera elenca 73 regioni protette sparse più o meno in tutti i cantoni. Tra questi

possiamo dire che il Ticino ne ha 4, mentre il cantone con più regioni protette è

Neuchâtel (ben 24 regioni), seguito da Ginevra (23 regioni).

Unione Europea

Nell'Unione Europea la certificazione dei vini è gestita dal regolamento comunitario, con

la possibilità dei paesi membri di applicare le proprie leggi nazionali, a patto

chiaramente che non vadano in conflitto con quelle della comunità. Per esempio l’Italia

mantiene ancora i suoi sistemi come il D.O.C.G. i quali sono più severi di quelli europei.

I vini vengono suddivisi in due grandi categorie:

- Vini da tavola

- Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate (VQPRD)

I Vini da tavola sono quelli prodotti nella Comunità Europea utilizzando tipi di uva

approvate, e che non sono sottoposti ad un particolare metodo di produzione.

Dal vigneto alla tavola

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Mentre i VQPRD sono vini prodotti nella

Comunità Europea nel rispetto di uno specifico

metodo di produzione che definisce i tipi di uva

che si possono utilizzare, la zona di

produzione, il grado

alcolico, l'invecchiamento ed altri parametri.

Vengono compresi in più le seguenti sotto

categorie:

Vini Liquorosi di Qualità Prodotti in

Regioni Determinate (VLQPRD)

Vini Spumanti di Qualità Prodotti in

Regioni Determinate (VSQPRD)

Vini Frizzanti di Qualità Prodotti in

Regioni Determinate (VFQPRD)

Dati statistici

In questo capitolo vedremo le statistiche sul consumo e la produzione del vino,

guardando anche l’evoluzione ed il giro d’affari che ha il mercato del vino.

Consumo

Il consumo del vino è principalmente diffuso nell’Europa Occidentale, Australia,

Argentina e Sud Africa.

Invece nel nord America (Stati Uniti e Canada) e i paesi nordici come Germania, Gran

Bretagna, Svezia, ecc.. il consumo del vino è più moderato, a favore d’altre bevande

quali birra, sidro, vodka o i super alcolici.

In Svizzera negli ultimi due anni si è visto calare il consumo di 0.7 litri pro capite.

Questo comunque succede con tutte le bevande alcoliche, ed è probabile che il motivo

risieda nella crisi economica che attualmente sta affrontando l’intera economia

mondiale.

Zone protette della Francia

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Il vecchio continente invece è quello che consuma più vino a livello mondiale,

nonostante in alcuni paesi il consumo scenda leggermente di anno in anno. Da una

parte ciò è dovuto alla maggior consapevolezza del consumatore sul fatto di consumare

troppo alcool, e d’altra parte al fatto che le nuove generazioni hanno la tendenza di

consumare più i superalcolici dolci o la birra.

Un ulteriore paese dove viene consumato in buona quantità è la Cina, ma il livello di

consumo pro capite e molto basso rispetto ai paesi occidentali, che non viene

evidenziato nel mappa mondo.

Consumo di vino pro capite a livello mondiale, più il colore è intenso più il consumo è elevato

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Produzione

La produzione del vino non è molto stabile, esso in fatti è caratterizzato da varie

notevoli variazioni, anche se rispetto al passato situazione è nettamente migliorata.

Questo è dovuto al fatto che il vino, come altre produzioni che dipendono da coltivazioni

agricole, è legato strettamente al clima.

Infatti nel grafico si può notare che spesso ci sono dei picchi che vanno giù o su; essi

possono essere ricondotti a un clima favorevole (secco) o a un clima non favorevole

(umido).

Un altro aspetto che possiamo osservare nel grafico è la mole di vino prodotto; infatti,

se facciamo alcuni calcoli ci possiamo rendere conto della cifra d’affari che ha il

mercato del vino.

Prendiamo per esempio la Francia che uno dei maggior produttori europei e mondiali:

Nel 2007 ha prodotto circa 45’600’000 hL di vino, il che tradotto in bottiglia

(considerando che una bottiglia contiene in media 0.75 dL) corrisponde a ben

3'420'000’000 unita.

Ora immaginiamo che una bottiglia di vino venga venduto a 5 franchi otteniamo circa la

seguente cifra: 17’100’000’000 di franchi

Questo ci fa capire che il vino ha un valore economico enorme.

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Conclusione

Al termine della nostra ricerca, abbiamo imparato molte cose nuove sul vino, su come

viene prodotto e la sua importanza nell’economia moderna.

Ci ha colpito la particolare attenzione che si deve prestare durante la coltivazione. Dalla

preparazione del terreno alla potatura deve essere fatto tutto perfettamente. Se si

commette un solo errore si può compromettere il raccolto o, se vengono commessi

errori gravi, addirittura la vite.

Un aspetto che siamo riusciti a conoscere più a fondo, innanzitutto, è quello del sapore

del vino, che viene influenzato non solo da fattori come il tipo d’uva, la regione e i

trattamenti, ma anche da operazioni come la pigiatura, che e inizialmente appaiono

prive d’influenza sul tipo di vino che si desidera ottenere.

Un’altra cosa importante che abbiamo scoperto è il fatto che non esiste più il vigneto

europeo, ma che esso è stato abbinato con quello nord americano, perché era l’unico di

resistere vigneto che resiste alla filossera.

Abbiamo anche visto che ci sono vini e vini, nel senso che ci sono dei vini pregiati, la

cui produzione richiede diverso tempo, arrivando anche a decenni,fino alla loro

consumazione e vini di scarso valore prodotti per il consumo di massa.

Analizzando le statistiche abbiamo anche scoperto l’enorme valore economico che ha

la produzione del vino. E anche il fatto che nonostante le nuove tendenze vadano verso

la birra e i superalcolici, il vino rimane la bevanda più consumata nell’Europa

occidentale.

Durante la ricerca abbiamo anche visto due tipi di produzione vinicole, da una parte

quella fatta da un’azienda ticinese (Delea) e un’altra quella prodotta a livello privato da

uno dei nostri professori. Abbiamo osservato come il modo da parte di un privato sia

molto più grezzo e legato al passato, mentre la produzione nell’azienda vinicola è molto

più moderna e controllata. Questo in fondo è normale, perché le aziende vinicole si

sono evolute grazie alle ultime tecnologie e hanno degli standard da rispettare per poter

commerciare i loro vini.

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Glossario

Enologia:

L'enologia è la scienza che studia le caratteristiche del vino insieme alle tecniche

per la sua produzione.

Distillazione

La distillazione è una tecnica di separazione che sfrutta la differenza dei punti di

ebollizione delle diverse sostanze presenti in una miscela. Questa tecnica è

usata sia per separare miscele complesse che per purificare sostanze.

Bouquet:

Il bouquet nell’ambito del vino indica l'insieme degli aromi.

Gusto di luce:

Il gusto di luce è un difetto che appare nei vini, imbottigliati in bottiglie di vetro

chiaro, e che vengono sposti per troppo tempo alla luce. Il difetto si manifesta

con una perdita di colore ed aromi in seguito alla comparsa di odori sgradevoli.

Filossera:

La fillossera della vite, è un insetto che attacca le radici dei vigneti europei.

Decantazione:

Separazione dei sedimenti solidi depositatisi nel contenitore del vino. Travaso di

un vino dalla bottiglia alla caraffa, praticato dal Sommelier, per ossigenarlo e

depositare le fecce.

Vinaccia:

La vinaccia è la buccia dell'uva, solitamente senza raspo.

Torchio:

Macchinario il cui scopo e quello di comprimere le vinacce fermentate e ad

estrarne il succo.

Zaffatura:

Operazione di disinfezione di una botte, con l’uso dello zolfo.

Zolfo:

Sostanza chimica usata nella vinificazione (es. zaffatura, solfitazione), per scopi

antiossidanti od antisettici.

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Eiswein:

("Vino di ghiaccio" in tedesco). Vino ottenuto da uve raccolte durante i primi

freddi.

Alcolimetro:

Strumento che misura il tenore d’alcol nelle bevande alcoliche.

Infruttescenza:

Insieme di frutti disposti secondo uno schema che compongono un frutto unico.

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Fonti

Ecco qui di seguito le fonti da qui abbiamo prelevato le informazioni per la nostra

ricerca:

http://www.homolaicus.com/storia/locale/vino/tekne/vinificazione3.htm

http://www.homolaicus.com/storia/locale/vino/tekne/pigiatura2.htm

http://www.vinimania.com/_dall_uva_al_mosto/pigiatura.php

http://www.tibursuperbum.it/ita/eventi/gastronomia/vino/Lavorazione2.htm

http://www.angelodelvino.it/articolo.php?pag=172&dett=enologia

http://it.wikipedia.org/wiki/Uva

http://www.artigianatoalimentare.it/Default.aspx?idpage=5568&idcontentnavigation=5669

http://www.qualitywine.it/novita.aspx

http://it.wikipedia.org/wiki/Pastorizzazione

http://www.ticinowine.ch/page.asp?load=3

http://www.blw.admin.ch/themen/00013/00084/index.html?lang=it

http://www.angelodelvino.it/articolo.php?pag=160&dett=lavite

http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/frutta/uva.htm

http://www.enoromagna.com/tekne/pigiatura2.htm

http://www.vinimania.com/_dall_uva_al_mosto/pigiatura.php

http://www.berevino.com/pigiatura-vino

http://it.wikipedia.org/wiki/Fermentazione

http://www.leziosa.com/fermentazione.htm

http://www.vinimania.com/_maturazione_e_invecchiamento/stabilizzazione_vini.php