Dasein

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Dasein Concetto centrale del modello esistenziale è la persona, l’uomo come singolo, unico ed irripetibile, che realizza la sua esistenza nel rapporto con il mondo; non è un dualismo uomomondo, piuttosto la totale integrazione dell’uomo nella sua esistenza, nel su “esserci”, il Dasein Heideggeriano che, lo ricordiamo è una proprietà del singolo essere umano; è legata al qui ed ora, all’hic et nunc; è pertanto “presenza”; è imprescindibile dal rapporto con l’ambiente, Umwelt, e con gli altri, Mitwelt; riconosce un rapporto intimo con il singolo e con il mondo interiore del singolo, Eigenwelt. Questa imprenscindibilità dai rapporti con il mondo determina anche la centralità del rapporto IoTu: “lLe esistenze individuali acquistano significato nell’ambito di una realtà oggettiva, storicamente determinata, il cui logos trascende il singolo soggetto, con le sue pulsioni e i suoi conflitti interni. Nella situazione reale dell’esistenza ogni persona trova il suo significato, si riconcilia con se stesso, nella misura in cui riesce ad autotrascendersi, ad aprirsi al Tu in modo responsabile.” 1 La capacità di autotrascendersi, superare la propeia esistenza, è legata alla capacità dell’uomo di creare rapporti, altro tema importante del modello. E in questa multiforme esistenza l’uomo vive immerso in un mondo di possibilità: non solo le possibilità che non, tièpiche della riflessione Kierkegaardiana o della filosofia Jaspersiana, ma anche, e soprattutto, possibilità che sì; si contrappongono qui le evenienze negative della vita, i lutti, le difficoltà sociali, il senso di vuoto, alle capcità che la singola persona ha di ricercare sempre valori, scopi, significati nuovi nella propria esistenza. In quest’ottica, il modello esistenziale ingloba il pensiero psicologico di Frankl, il creatore della Logoterapia, a cui sarà dedicato ampio spazio nel prosieguo di questo testo. L’ampio ventaglio di possibilità che la persona ha intorno a sè ne determina le capacità progettuali: come abbiamo visto, anche la psicoterapia esistenziale pone l’accento sulla progettualità come strumento di cambiamento. La fiducia ed il rispetto per la persona sono totali, a prescindere da qualsiasi valutazione si sia propensi ad accogliere: non bisogna dimenticare che l’uomo è una sintesi di infinità e finitudine, di temporaneo ed eterno, di libertà e di necessità. Ma quali strumenti può adoperare il modello esistenziale per intervenire nella relazione d’aiuto? La comunicazione, la capacità attraverso il dialogo di ampliare le mappe interne del singolo e portarlo così a contatto emozionale con quelle possibilità che, pur possedute, risultavano ignote o mal conosciute, è lo strumento cardine dell’intervento esistenziale, a qualsiasi livello. 1 Giordano P.: Logoterapia: senso della vita e rapporto Io-Tu, E.U.R., Roma 1992, pag. 32

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Dasein di Gianfranco Buffardi.

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   Dasein          Concetto  centrale  del  modello  esistenziale  è  la  persona,  l’uomo  come  singolo,  unico  ed  irripetibile,  che  realizza  la  sua  esistenza  nel  rapporto  con  il  mondo;  non  è  un  dualismo  uomo-­‐mondo,  piuttosto  la  totale  integrazione  dell’uomo  nella  sua  esistenza,  nel  su  “esserci”,  il  Dasein  Heideggeriano  che,  lo  ricordiamo  -­‐  è  una  proprietà  del  singolo  essere  umano;  -­‐  è  legata  al  qui  ed  ora,  all’hic  et  nunc;  -­‐  è  pertanto  “presenza”;  -­‐  è  imprescindibile  dal  rapporto  con  l’ambiente,  Umwelt,  e  con  gli  altri,  Mitwelt;  -­‐  riconosce  un  rapporto  intimo  con  il  singolo  e  con  il  mondo  interiore  del  singolo,  Eigenwelt.  Questa  imprenscindibilità  dai  rapporti  con  il  mondo  determina  anche  la  centralità  del  rapporto  Io-­‐Tu:  “lLe  esistenze  individuali  acquistano  significato  nell’ambito  di  una  realtà  oggettiva,  storicamente  determinata,  il  cui  logos  trascende  il  singolo  soggetto,  con  le  sue  pulsioni  e  i  suoi  conflitti  interni.  Nella  situazione  reale  dell’esistenza  ogni  persona  trova  il  suo  significato,  si  riconcilia  con  se  stesso,  nella  misura  in  cui  riesce  ad  autotrascendersi,  ad  aprirsi  al  Tu  in  modo  responsabile.”1  La  capacità  di  autotrascendersi,  superare  la  propeia  esistenza,  è  legata  alla  capacità  dell’uomo  di  creare  rapporti,  altro  tema  importante  del  modello.  E  in  questa  multiforme  esistenza  l’uomo  vive  immerso  in  un  mondo  di  possibilità:  non  solo  le  possibilità  che  non,  tièpiche  della  riflessione  Kierkegaardiana  o  della  filosofia  Jaspersiana,  ma  anche,  e  soprattutto,  possibilità  che  sì;  si  contrappongono  qui  le  evenienze  negative  della  vita,  i  lutti,  le  difficoltà  sociali,  il  senso  di  vuoto,  alle  capcità  che  la  singola  persona  ha  di  ricercare  sempre  valori,  scopi,  significati  nuovi  nella  propria  esistenza.  In  quest’ottica,  il  modello  esistenziale  ingloba  il  pensiero  psicologico  di  Frankl,  il  creatore  della  Logoterapia,  a  cui  sarà  dedicato  ampio  spazio  nel  prosieguo  di  questo  testo.  L’ampio  ventaglio  di  possibilità  che  la  persona  ha  intorno  a  sè  ne  determina  le  capacità  progettuali:  come  abbiamo  visto,  anche  la  psicoterapia  esistenziale  pone  l’accento  sulla  progettualità  come  strumento  di  cambiamento.  La  fiducia  ed  il  rispetto  per  la  persona  sono  totali,  a  prescindere  da  qualsiasi  valutazione  si  sia  propensi  ad  accogliere:  non  bisogna  dimenticare  che    l’uomo  è  una  sintesi  di  infinità  e  finitudine,  di  temporaneo  ed  eterno,  di  libertà  e  di  necessità.  Ma  quali  strumenti  può  adoperare  il  modello  esistenziale  per  intervenire  nella  relazione  d’aiuto?  La  comunicazione,  la  capacità  attraverso  il  dialogo  di  ampliare  le  mappe  interne  del  singolo  e  portarlo  così  a  contatto  emozionale  con  quelle  possibilità  che,  pur  possedute,  risultavano  ignote  o  mal  conosciute,  è  lo  strumento  cardine  dell’intervento  esistenziale,  a  qualsiasi  livello.    

1Giordano P.: Logoterapia: senso della vita e rapporto Io-Tu, E.U.R., Roma 1992, pag. 32