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18/11/2014 1 Legge 6 novembre 2012 n ° 190 PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Lanciano, 17 e 18 novembre 2014 Docente – Massimiliano Mussi, Dasein Srl Contenuto del corso 1. La corruzione secondo l’accezione della legge 190/2012 e i decreti attuativi 2. Cenni sui reati contro la Pubblica amministrazione 3. Il Piano Nazionale anticorruzione 4. Il responsabile anticorruzione 5. Etica del lavoro 6. Trasparenza ed integrità 7. Prevenzione della corruzione 8. Risk management La giornata 9.30 – 11.15: aula 11.15 – 11.30: coffe break 11.30 – 13.30: aula 13.30 – 14.30: pausa pranzo 14.30 – 17.30: aula Contenuto del materiale didattico Slide (Dasein Srl) Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione ASL2 2014 –2016 (DDG 28/2014) Codice comportamento ASL2 –Dirigenza Medico Veterinaria -PTA Ricerca Transparency International Italia - Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità «Corruzione e sprechi in Sanità» Protocollo di tutela del dipendente ASL2 che segnala illeciti Modulo di segnalazione illeciti ASL2 Dossier «Whistleblower: la voce della verità, la voce del cambiamento»

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Legge 6 novembre 2012 n°190

PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE

PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE

DELLA CORRUZIONE

Lanciano, 17 e 18 novembre 2014

Docente – Massimiliano Mussi, Dasein Srl

Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

La giornata

9.30 – 11.15: aula

11.15 – 11.30: coffe break

11.30 – 13.30: aula

13.30 – 14.30: pausa pranzo

14.30 – 17.30: aula

Contenuto del materiale

didatticoSlide (Dasein Srl)

Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione ASL2 2014 – 2016 (DDG 28/2014)

Codice comportamento ASL2 – Dirigenza Medico Veterinaria - PTA

Ricerca Transparency International Italia - Centro Ricerche

e Studi su Sicurezza e Criminalità «Corruzione e sprechi

in Sanità»

Protocollo di tutela del dipendente ASL2 che segnala illeciti

Modulo di segnalazione illeciti ASL2

Dossier «Whistleblower: la voce della verità, la voce del

cambiamento»

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L. 190/2012Corso di Formazione

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…i colleghi

L. 190/2012Domande

Quanto conosci la norma “Anticorruzione”?

Secondo te, quanto è vasto il fenomeno della corruzione in Italia?

E nella tua zona?

Quanto conosci il PTPC/Codice di comportamento della tua Azienda?

Quanto puoi fare tu per prevenire la corruzione nella tua Azienda?

La corruzione

La definizione corrente utilizzata da

Transparency International di corruzione è:

abuso della fiducia pubblica e del

potere per l’ottenimento di vantaggi

privati.

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Le conseguenze della corruzione sono disastrose

e vanno ben al di là di ciò che generalmente si

considera il danno provocato: la corruzione

infatti avvelena la società, distrugge la fiducia,

erode le possibilità di sviluppo, accresce la

povertà distraendo le risorse disponibili, causa

distorsioni ed ineguaglianze anche a livello

regionale, alimenta investimenti e spese inutili,

peggiora il rischio paese e allontana gli

investitori, aumentando il costo del debito e,

quindi, mettendo a rischio il futuro delle nuove

generazioni.

Le conseguenze

L’Italia si sarebbe potuta risparmiare molti dei

sacrifici che vengono oggi richiesti alla

collettività, se solo avesse scelto di percorrere la

strada dell’etica e dell’anticorruzione negli anni

passati: avremmo avuto un debito pubblico

inferiore, avremmo avuto una migliore immagine

internazionale e quindi un rating migliore sul

debito, la nostra credibilità internazionale

sarebbe certamente più lusinghiera.

Le conseguenze

Seconda domanda:

Secondo te, quanto è vasto il fenomeno della corruzione in Italia?

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Il presidente dell’Autorità Anticorruzione

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Sebbene l'Italia sia considerata un paese corrotto riesce comunque a migliorare la sua posizione nella mappa della corruzione. È quanto emerge dal rapporto CPI 2013, l'indice di Trasparency International, che misura la percezione della corruzione nel settore pubblico.

Su ben 177 Stati esaminati, il Belpaese guadagna tre punti e passa al 69esimo posto in classifica posizionandosi sullo stesso livello di Romania e Kuwait.

L'ultima posizione è occupata dalla Somalia preceduta dalla Corea del Nord e dall'Afghanistan.

In testa alla classifica i paesi del Nord Europa: Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia e Svezia. Sempre tra i paesi UE, la Spagna si piazza al 40esimo posto, ma perde ben 10 posizioni rispetto allo scorso anno. La Grecia resta il paese europeo con un maggior grado di corruzione percepita, anche se migliora portandosi all'80esimo posto dal 94esimo del 2012.

Il Venezuela sprofonda fra i paesi con il più alto indice di percezione della corruzione al mondo. Gli altri paesi latinoamericani in cui sembra dilagare la corruzione sono Paraguay (150esimo posto), Honduras (140esimo) e Guatemala (123esimo).

In Sudamerica bene invece l'Uruguay (19esimo) e il Cile (20esimo).

Mappa della corruzione: l'Italia migliora la posizione

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Percezione del grado di legalità e corruzione nel mondo

Fonte: www.transparency.org

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Percezione del grado di legalità e corruzione in Italia

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Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

L. 190/2012Le parole chiave

Corruzione Corrotto

P

R

O

C

E

S

S

O

Prevenzione

L. 190/2012Focus

Corruzione

L. 190/2012I significati di “corruzione”

Corruzione in senso legale

Corruzione in senso moraledepravazione: c. dei costumi; la c. dei giovani, della società; la c. della classe politica;

Corruzione nel senso fisicoDecomposizione, disfacimento, putrefazione e sim.: c. dell’aria, delle acque; la c. del cadavere;

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L. 190/2012Corruzione in senso legale

Il reato di corruzione lo commette il Pubblico Ufficiale che,

per compiere un atto conforme alle proprie funzioni (o per averlo già compiuto) oppure per compierne uno contrario alle proprie funzioni,

riceve denaro o un qualche altro vantaggio che non gli spetta.

L. 190/2012Corruzione in senso legale

Si ha corruzione anche quando il Pubblico Ufficiale riceve solo la promessa di una “retribuzione” non dovuta per poter tenere le condotte descritte.

E’ altresì corrotto il Pubblico Ufficiale che abbia ricevuto un’utilità per aver omesso o per omettere un atto conforme alle proprie funzioni o per averlo anche solo ritardato.(Codice penale articoli 318)

La stretta attualità Lady ASL, un libro, un film

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Com’è finita? La corruzione in sanità rimane un fenomeno ampiamente oscuro in termini quantitativi, ma i suoi effetti sono evidenti.

Negli anni recenti, la Corte dei Conti ha rilevato che in sanità “si intrecciano con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattiva gestione, talvolta favoriti dalla carenza dei sistemi di controllo” e che “il settore sanitario presenta livelli inaccettabili di inappropriatezza organizzativa e gestionale che vanno ad alimentare le già negative conseguenze causate dai frequenti episodi di corruzione a danno della collettività”.

EUROBAROMETRO 2013

Sondaggi sulla percezione. Secondo lo speciale Eurobarometro del

2013 sulla corruzione il 97% dei rispondenti italiani (la seconda

percentuale dell’Unione in ordine di grandezza) ritiene che la

corruzione sia un fenomeno dilagante in Italia (contro una media UE

del 76%) e il 42% afferma di subire personalmente la corruzione nel

quotidiano (contro una media UE del 26%).

Per l’88% dei rispondenti italiani corruzione e raccomandazioni sono

spesso il modo più semplice per accedere a determinati servizi

pubblici (contro una media UE del 73%).

La mancanza di fiducia nelle istituzioni pubbliche risulta molto diffusa.

….ma….

Esperienza della corruzione.

Quanto alle esperienze dirette in casi di

corruzione, lo speciale Eurobarometro 2013

mostra per l’Italia risultati migliori rispetto alla

media dell’UE: solo il 2% dei rispondenti italiani

afferma infatti di essere stato oggetto di richieste

o di aspettative di tangenti nell’ultimo anno

(contro una media UE del 4%).

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EUROBAROMETRO 2013

Secondo i dati raccolti dal sondaggio, le

figure pubbliche verso le quali vi è maggior

sfiducia sono i partiti politici, i politici

nazionali, regionali e locali e i funzionari

responsabili dell’aggiudicazione degli

appalti pubblici e del rilascio delle licenze

edilizie.

Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

L. 190/2012ILLEGITTIMITA’ E ILLEGALITA’

ILLEGITTIMITA’MANCATA CONFORMITA’ A UNA NORMA GIURIDICA

ILLEGALITA’ESERCIZIO DELLE POTESTÀ PUBBLICISTICHE DIRETTO AL

CONSEGUIMENTO DI UN FINE DIVERSO O ESTRANEO RISPETTO A QUELLO PREVISTO DA NORME GIURIDICHE O

DALLA NATURA DELLA FUNZIONE

L’ABUSO E’, PIÙ PRECISAMENTE, LA STRUMENTALIZZAZIONE DELL’UFFICIO O DELLE

FUNZIONI PRESIDIATI

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L. 190/2012I REATI

PECULATO

Appropriazione di denaro o di cosa mobile altrui di cui si ha

disponibilità per ragione d’ufficio

Esempi:� Sottrarre un bene di proprietà aziendale (marche da bollo, derratealimentari, combustibili, automobili, computers, ecc)� Usare l’auto di servizio di ASL 02 Lanciano-Vasto-Chieti per fare laspesa o per andare a casa

L. 190/2012I REATI

ABUSO D’UFFICIO

Abuso dei poteri di ufficio, omettendo di astenersi in

presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto e

procurando intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto

vantaggio patrimoniale

Esempi:

� non astenersi dal far parte di una commissione di concorso quandotra i candidati ci sia un proprio parente

L. 190/2012I REATI

ABUSO D’UFFICIO

�il bene giuridico tutelato è quello dell’imparzialità, dell’efficienza,

del buon andamento e della trasparenza della Pubblica

Amministrazione.

�l’efficienza deve essere intesa come la capacità di perseguire i fini che

la legge assegna alla Pubblica Amministrazione in aderenza all’interesse

pubblico.

�l’imparzialità della Pubblica Amministrazione deve essere intesa come

la necessità che venga rispettata la par condicio fra i cittadini nei

confronti della Pubblica Amministrazione.

L. 190/2012I REATI

CONCUSSIONE

Abuso dei poteri d’ufficio per costringere a dare o a

promettere indebitamente, a sé o ad un terzo, denaro o

altra utilità

Esempi:�«Se non mi paghi dovrai attende attendere sei mesi di lista d’attesaper fare un accertamento clinico»�«Se assumessi xxx lavorerei meglio e potrei mandare avanti subito latua pratica adesso ferma sulla mia scrivania»

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L. 190/2012I REATI

CORRUZIONE

Abuso dei poteri assegnati oltre la legalità per agevolare, per

omettere o ritardare un atto, per produrre un atto contrario

ai doveri di ufficio al fine di ricevere, per se' o per un terzo,

denaro od altra utilità, una retribuzione che non gli è

dovuta, in accordo con altri soggetti

Esempi:�si accetta del denaro per sbloccare una pratica ferma offerto dalprivato di sua iniziativa, per by passare la lista d’attesa

La Spezia - Un tesoro messo insieme in cinque anni. Piccole somme raccolte di nascosto, giorno dopo giorno, pensando probabilmente che nessuno si sarebbe mai accorto dell’ammanco. Piccole somme che, da quanto conteggiato dagli inquirenti, gli avevano permesso intascarsi complessivamente 201 mila euro di quattrini pubblici. Tizio Tizi 61 anni,dipendente dell’Asl residente ad XXXXXXXXXX, aveva architettato un sistema quasi perfetto. Viene calcolato che, nel solo biennio 2011-2012, abbia sottratto quasi 77 mila euro, mentre dal 2008 al 2010 oltre 124 mila euro.

Il sostituto procuratore Luca Monteverde ritiene che XXXXXXXXXX facesse tutto nella sua qualità di addetto alla riscossione di ticket sanitari presso il cup dell’ospedale di San Bartolomeo di Sarzana. L’hanno accusato del reato di peculato, continuato nel corso degli anni. Riscuoteva i ticket e una parte dei soldi se li metteva in tasca, tentando di coprire il raggiro con false ricevute di rimborso a false richieste di esenzioni. Il giochino però è stato interrotto da qualcuno che si era accorto che ogni mese mancava qualche migliaio di euro.

I militari della Guardia di Finanza avevano subito intuito che Lonardo si era intascato una montagna di quattrini. Ieri si è arrivati alla resa dei conti. Il dipendente dell’Asl, difeso nel procedimento Tal dei Tali, ha deciso di farsi giudicare tramite rito alternativo. Il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di pena. Il giudice dell’udienza preliminare, alla fine, lo ha condannato a scontare 3 anni di reclusione, al pagamento delle spese processuali, stabilendone perfino l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

«Ricorreremo in Appello» annunciato l’avvocato sentito dal Secolo XIX. Tizio Tizi durante l’udienza ha rilasciato una dichiarazione spontanea, spiegando di non essere in possesso della documentazione che lo avrebbe scagionato «dopo un certo periodo veniva mandata al macero in scatole che erano comunque alla portata di tutti…», si legge nel verbale.

Aveva presentato, invano, richiesta di espletamento di una perizia informatica volta ad accertare che la password e il suo login potessero essere usati da altri operatori. Tizio Tizi , licenziato in tronco in un primo momento dall’azienda sanitaria spezzina, era stato poi reintegrato dal giudice del Lavoro, la parte offesa non si era presentata.

L’Asl 5, curiosamente, visto che si tratta di quattrini sottratti alla propria gestione, ha mancato dal costituirsi parte civileanche ieri in sede penale. Il tutto non sarebbe neppure attribuibile a un difetto di comunicazione, visto che gli atti risultano essere stati correttamente notificati all’azienda sanitaria. Ad aggredire i beni, per far si che vengano restituite le somme sottratte, penserà la Corte dei Conti che potrebbe già rifarsi sul trattamento di fine rapporto che, inevitabilmente, Tizio Tizi dovrà discutere con l’azienda sanitaria spezzina.

Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

L. 190/2012 CORRUZIONE AMMINISTRATIVA

IL REATO DI CORRUZIONE

Tutti i reati contro la pubblica amministrazione (Titolo.II, Capo II, Codice Penale)

MA ANCHE

� MALFUNZIONAMENTO DELLA P.A. A CAUSA DELL’USO A FINI PRIVATE DELLE FUNZIONI ATTRIBUITE

� UTILIZZO DI FINALITA’ PUBBLICHE PER PERSEGUIRE ILLEGITTIMAMENTE UN FINE PROPRIO

� USO DEVIATO O DISTORTO DEI DOVERI FUNZIONALI.

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L. 190/2012 Malfunzionamento

Malfunzionamento è la parola chiave.

Il concetto di corruzione è inteso in senso lato, come comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso

dell'attività, venga in evidenza un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso ( o non uso) a fini

privati delle funzioni attribuite ai funzionari

L. 190/2012 Malfunzionamento

Noi dobbiamo conoscere per intero la linea di confine che corre tra il buon

funzionamento e il mal funzionamento dell'ASL

La conosciamo?

L. 190/2012 BUON/MALFUNZIONAMENTO

L. 190/2012Focus

Corrotto

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L. 190/2012 Chi si corrompe?

Focus sulle persone

LA CORRUZIONE PROBLEMA ETICO O ORGANIZZATIVO

� Le cause della corruzione sono etiche?

(dipendono cioè dal modo in cui le persone scelgono e agiscono, seguendo i

propri interessi, anziché rispettare i valori della legalità e dell’interesse

comune)

oppure

� E’ un problema organizzativo?

(dipendono dal modo in cui sono GESTITE le organizzazioni pubbliche e

dal modo con cui interagiscono con il contesto socio-economico)

LA LEGGE 190/2012 PRIVILEGIA L’APPROCCIO ORGANIZZATIVO

L. 190/2012 Cosa si corrompe?

Focus sull'organizzazione

L. 190/2012 Chi è l'organizzazione?

Diamo SENSO all'organizzazione

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L. 190/2012

Siete un'organizzazione se:

� Condividete lo stesso fine: il perché sono qui è in linea

con la finalità dell'ASL Vasto-Lanciano-Chieti

� Agite sulla base di una piattaforma di valori condivisi

� Vi è chiaro il ruolo che ricoprite e il ruolo degli altri

� Riuscite a vedere come tutti i ruoli cooperando

producono i risultati che giustificano l'esistenza dell'ASL

� Vi aiutate reciprocamente attraverso la co-ispirazione, il

co-apprendimento, il co-sviluppo

L. 190/2012RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA

L'ASL2 È RESPONSABILE DEI COMPORTAMENTI NON IN LINEA CON I SUOI FINI (DEVIATI)

MESSI IN ATTO DA PARTE DI PERSONE CHE RIVESTANO FUNZIONI DI RAPPRESENTANZA, DI AMMINISTRAZIONE, DI

DIREZIONE E

DALLE PERSONE SOTTOPOSTE ALLA VIGILANZA E AL CONTROLLO DELLE PRIME.

L. 190/2012

LA CORRUZIONE E' UN PROBLEMA ORGANIZZATIVO

RIGUARDA L'ORGANIZZAZIONE E L'ORGANIZZAZIONE VI PONE RIMEDIO

IN PRIMIS CERCANDO DI PREVENIRLA

L. 190/2012

La legge n. 190 del 6 Novembre 2012, la cosiddetta “Legge Anticorruzione”, ha introdotto per la prima volta nel nostro

paese un sistema organico di prevenzione della corruzione e dell’illegalità

all’interno della Pubblica Amministrazione.

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L. 190/2012IL CONTESTO INTERNAZIONALE

Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione

Adottata dall'Assemblea generale dell'O.N.U. il 31 ottobre 2003 con risoluzione n. 58/4, firmata dallo

Stato italiano il 9 dicembre 2003, e ratificata con legge 3 agosto 2009, n. 116.

L. 190/2012IL CONTESTO INTERNAZIONALE

Le misure contenute nelle linee guida e nelle convenzioni OECD

(Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica)

adottate dal Consiglio d'Europa con il GR.E.C.O. (Groupe d'États Contre la Corruptione) e dall'Unione Europea

L. 190/2012IL CONTESTO INTERNAZIONALE

La convenzione ONU prevede che ciascun Stato:

� elabori e applichi delle politiche di prevenzione della

corruzione efficaci e coordinate,

� Si adoperi al fine di attuare e promuovere efficaci pratiche di prevenzione, vagliandone periodicamente l'adeguatezza e collaborarando con gli altri Stati e con le organizzazioni regionali ed internazionali per la promozione e messa a punto

delle misure (art. 5).

� individui uno o più organi incaricati di prevenire la corruzione

L. 190/2012IL CONTESTO NAZIONALE

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L. 190/2012L'ARCHITETTURA DI PREVENZIONE

Soggetti e compiti

Misure generali di prevenzione e contrasto

Prevede l'introduzione di ulteriore normativa

L. 190/2012SOGGETTI E COMPITI

Quanto è vasto il

fenomeno della

corruzione in

Sanità?

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Corruzione e sprechi in Sanità

La ricerca, sviluppata da RiSSC (Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità) e Transparency International Italia, vuole contribuire al dibattito sul tema, con l’obiettivo di esplorare il fenomeno per individuare le tipologie criminali ricorrenti ed i principali drivers (opportunità e vulnerabilità) della corruzione all’interno del Sistema Sanitario nazionale, dai quali si possano trarre spunti per elaborare modelli di analisi del rischio e sistemi di pre-allerta (early warnings).1

Il rapporto non è finalizzato a misurare o stimare la corruzione in sanità (reale, presunta, ufficiale o percepita), non ne analizza i costi (diretti o indiretti), né quantifica un ipotetico rischio di corruzione. Inoltre, la ricerca ha sviluppato 15 proposte per ridurre le opportunità di corruzione in sanità. Le proposte sono state selezionate ed approfondite da un gruppo di esperti e validate dell’Advisory Board di progetto, e rappresentano il punto di partenza per la fase di advocacy del progetto e saranno quindi sviluppate e precisate in una fase successiva a questo documento.

Corruzione e sprechi in Sanità

I drivers (opportunità e vulnerabilità)

I drivers di corruzione in sanità sono 12, di cui quattro dal lato della domanda sanitaria, e otto dal lato dell’offerta sanitaria.

Dal lato della domanda: Incertezza o debolezza del quadro normativo, asimmetria informativa tra utente ed Sistema Sanitario, elevata parcellizzazione della domanda sanitaria, fragilità nella domanda di servizi di cura.

Dal lato dell’offerta: forte ingerenza della politica nelle scelte tecnico-amministrative, elevata complessità del sistema, ampi poteri e discrezionalità nelle scelte aziendali e ospedaliere, basso livello di accountabilitydel personale pubblico, bassi standard etici degli operatori pubblici, asimmetria informativa tra Sistema Sanitario e fornitori privati, crescita della sanità privata, scarsa trasparenza nell’uso delle risorse.

Etica e Legalità

Il senso civico e l’integrità del settore sanitario devono essere rafforzati.

Il whistleblowing, ovvero il riportare situazioni illecite o sospette per prevenire la corruzione nella pubblica amministrazione, disciplinato dalla legge 190/12, viene considerato dagli intervistati nel settore sanitario come strumento di delazione – anziché prevenzione – e fonte di tensione tra il personale.

“L’analisi strutturale della spesa sanitaria regionale [...] palesa la necessità di una attenta promozione della cultura della legalità è dell’etica pubblica anche in questo settore”, afferma la Relazione Garofalo.

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Le criticità in Sanità

1 Debolezza del quadro normativo

In particolare emergono criticità dalla frammentazione del quadro regolamentare a livello regionale e sub-regionale; dall'abuso della decretazione di urgenza; dall'esplosione del contenzioso, giustificato o strumentale.

Anche la nuova legge anticorruzione (L.190/12) e i decreti attuativi presentano elementi di criticità, riducendo alcune pene edittali - e di conseguenza i termini di prescrizione, ignorando alcune fattispecie penali.

Le criticità in Sanità

2 Difficoltà dei controlli

La complessità organizzativa ed il decentramento rendono più difficile effettuare i controlli, e genera una parcellizzazione delle risorse e moltiplicazione dei centri di potere discrezionale, anche ai livelli più bassi della struttura amministrativa.

Le criticità in Sanità

3 L'asimmetria informativa

L’assimmetria informativa espone al rischio corruzione il cittadino, debole e poco informato rispetto al medico

che agisce in sua vece rispetto al SSN, determinando la domanda e l'offerta sanitaria.

L'asimmetria espone al rischio anche le aziende, soprattutto quelle che investono in R&D, che si trovano a confrontarsi con funzionari impreparati o incompetenti, limitando quindi le scelte del SSN sulla base di criteri di selezione inadeguati, insufficienti, obsoleti o inutili, a seconda dei casi.

L'infungibilità è un altri driver di rischio, perché permette di bypassare le procedure ad evidenza pubblica.

Le criticità in Sanità

4 Relazioni pubblico/privato

L'affidamento ai privati convenzionati di porzioni sempre crescenti di sanità pubblica aumenta il rischio di corruzione a causa del conflitto naturale di interessi - di profitto per il privato e di riduzione dei servizi sanitari, idealmente investendo sulla prevenzione, e di costi da parte del SSN.

La debolezza dei sistemi di controllo e l'elevato potere economico-politico che ruota attorno a tali affidamenti portano a schemi pericolosi di grand corruption, come si è visto in numerose regioni.

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Le criticità in Sanità

5 Ingerenza politica

La politica ha esondato in sanità, superando i normali confini di indirizzo e di controllo e di nomina dei soggetti apicali delle strutture sanitarie, alterando la buona amministrazione nei settori delle nomine, degli appalti e degli accreditamenti privati, in alcuni casi arrivando a controllare l'intero sistema sanitario regionale.

Le criticità in Sanità

6 Tutela per i whistleblower

Il senso civico e l'integrità del settore sanitario devono essere rafforzati.

Il whistleblowing, ovvero il riportare situazioni illecite o sospette per prevenire la corruzione nella pubblica amministrazione, disciplinato dalla legge 190/12, viene considerato dagli intervistati nel settore sanitario come strumento di delazione – anziché prevenzione – e fonte di tensione tra il personale. "L’analisi strutturale della spesa sanitaria regionale [...] appalesa la necessità di una attenta promozione della cultura della legalità è dell’etica pubblica anche in questo settore", afferma la Relazione Garofalo.

Le criticità in Sanità

7 Scarsi poteri di indagine e sanzionatori

Il personale del sistema sanitario può approfittare di un basso livello di accountability per le proprie azioni, un incentivo a violare le regole. I sistemi interni di valutazione soffrono di corporativismo e autotutela che di fatto riducono la capacità di controllo. Le valutazioni dei dirigenti sono quasi sempre molto positive, indipendentemente dalla qualità dei servizi erogati o dai risultati della gestione economico-finanziaria dell'ente. Pur assistendo a una diffusione di codici di condotta e standard etici volontari, questi raramente contengono misure efficaci in termini di poteri d’indagine e sanzionatori, nonché di protezione per coloro che denunciano illegalità.

Le criticità in Sanità

8 Basso livello di trasparenza

La trasparenza, ad oggi, rimane una buona intenzione, anche se le recenti norme stanno spingendo in modo deciso verso una maggiore trasparenza della PA. Rimane il problema

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…quindi…

L’analisi delle sentenze della Magistratura Ordinaria e di quella Contabile sono riassumibili in cinque ambiti (nomine, farmaceutica, procurement, negligenza, sanità privata) hanno evidenziato le seguenti problematiche:

NOMINE:

Ingerenza politica, conflitto di interessi, revolving doors, spoil system, insindacabilità, discrezionalità, carenza di competenze.

FARMACEUTICA:

Aumento artificioso dei prezzi, brevetti, comparaggio, falsa ricerca scientifica, prescrizioni fasulle, prescrizioni non necessarie, rimborsi fasulli.

PROCUREMENT:

Gare non necessarie, procedure non corrette, gare orientate o cartelli, infiltrazione crimine organizzato, carenza di controlli, false attestazioni di forniture, inadempimenti-irregolarità non rilevate.

NEGLIGENZA:

Scorrimento liste d’attesa, dirottamento verso sanità privata; false dichiarazioni (intramoenia); omessi versamenti (intramoenia).

SANITÀ PRIVATA:

Mancata concorrenza, mancato controllo requisiti, ostacoli all’ingresso e scarso turnover, prestazioni inutili, false registrazioni drg, falso documentale.

Schemi ricorrenti

SANITA’ PRIVATAIn Italia su un totale di 1.200 ospedali, circa 550 sono strutture di cura private

accreditate,115 che rappresentano quasi 48.178 posti letto, su un totale di

circa 251.023, nei quali vengono ricoverati ogni anno circa 1 milione e

400mila italiani. Il numero di ricoveri privati accreditati corrisponde al 23%

del totale nazionale con differenze significative tra regione e regione: vanno

dal 48% nel Lazio al 2% in Basilicata. Queste strutture danno lavoro a oltre

83.277 addetti tra cui 20.596 medici e 24.632 infermieri con una spesa

complessiva pari al 19% della spesa sanitaria totale.117

Il rapporto tra sanità pubblica e privata convenzionata muta da regione a

regione, e dovrebbe essere finalizzato a garantire la migliore efficienza nei

servizi sanitari erogati (dai privati), con un serrato controllo pubblico. La

logica di profitto (privato) deve infatti essere bilanciata con il contenimento

della spesa e con l’appropriatezza delle prestazioni erogate.

I momenti principali che regolano il rapporto pubblico privato sono: a) a monte,

la scelta politica di ricorrere in misura maggiore o minore alla sanità privata

convenzionata (definizione del fabbisogno); b) il momento

dell’accreditamento (a bando o a requisiti) e del contratto di erogazione dei

servizi (con relativo tariffario); c) la fase del rimborso, basata

sostanzialmente

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LA FARMACEUTICA

Il sistema normativo italiano pone a carico del SSN l’assistenza farmaceutica

territoriale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli

assistiti, la distribuzione diretta di medicinali collocati in classe A ai fini della

rimborsabilità, e la distribuzione per conto e in dimissione ospedaliera.

Nel 2012, sono state prescritte oltre 591 milioni di ricette e le confezioni di

medicinali distribuite a carico del SSN sono state oltre 1 miliardo e 88

milioni.

Ogni cittadino ha ricevuto mediamente poco meno di 10 ricette e ha ritirato in

farmacia 18 confezioni di medicinali a carico del SSN (Federfarma 2013, 1).

In Italia, la presenza delle farmacie è capillare. Secondo i dati di Federfarma

(Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiani), nel territorio

nazionale sono presenti 18.039 farmacie, almeno una in ciascuno degli oltre

8.000 Comuni italiani.97 A livello nazionale, una farmacia serve

mediamente 3.364 abitanti, un dato in linea con quello europeo (3.323

abitanti). Il numero delle farmacie in Italia è comunque destinato ad

aumentare grazie alle disposizioni a favore della concorrenza previste

all’art. 11 del d.l.1/2012.98

ProcurementGli appalti costituiscono la spesa più grossa in sanità, dopo

il personale ma con un grado di elasticità e discrezionalità superiore. Negli ultimi anni, la spesa per l’acquisto di beni e servizi nella sanità si è assestata sui 32-34 miliardi di euro annui, pari a circa il 30% della spesa complessiva sostenuta dallo Stato per il SSN (Amatucci e Mele 2011). A livello percentuale, si colloca al secondo posto dopo la spesa per il personale dipendente. Il dato diviene ancora più significativo quando si considera il suo tasso di crescita, pari a 8,4% nell’intervallo 2001-2011. A seguito delle modifiche introdotte dalla Legge di stabilità del 2013, gli importi degli appalti per la fornitura di beni e servizi, ad esclusione dei farmaci, stipulati dagli enti del SSN sono stati ridotti del 10% a partire dal 1° gennaio 2013.

Le proposte:Per combattere la corruzione in sanità, migliorare i servizi,

premiare il merito, aumentare la concorrenza, ridurre i costi, vanno cercate delle misure di mitigazione di tali rischi.

A seguito dell’analisi degli episodi di corruzione che hanno afflitto il sistema sanitario italiano, si sono individuate 15 proposte per aiutare la “sanità”, da applicare subito per ridurre il rischio corruzione nel settore sanitario, liberando risorse e abbattendo i costi senza incidere sui servizi erogati.

Le proposte toccano tutti i temi sensibili della sanità: la negligenza medica, la trasparenza delle informazioni, la gestione degli appalti e degli acquisti, il controllo della spesa, la sanità privata, le nomine dei direttori e il rischio di infiltrazione del crimine organizzato.

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Il metodo

Le 15 proposte sono state selezionate da un gruppo di 15 esperti, di diversa estrazione, tra 40 possibili opzioni.

Ad ogni esperto è stato chiesto di individuare le 10 proposte più rilevanti, e di ordinarle, assegnando un punteggio a ciascuna posizione (10 pt per il primo posto, 9 pt per il secondo e così via).

1. Risanare il rapporto tra politica e sanità

2. Rendere trasparenti le forme di utilizzo delle risorse pubbliche

3. Aumentare l’efficienza e intensificare i controlli sull’attività dei medici

4. Modificare le procedure di controllo sulle spese

5. Promuovere l’etica tra i medici contro ogni forma di corruzione

6. Aumentare i controlli sull’esecuzione degli appalti in sanità

7. Pubblicare indicatori di attività e di outcome sull’attività dei medici

8. Accreditare le strutture sanitarie private sulla base delle loro effettive capacità

9. Aumentare il confronto competitivo tra le case farmaceutiche

10.Promuovere il whistleblowing

11.Rendere pubblici i pagamenti effettuati nella sanità

12.Definire in maniera più precisa i rapporti tra sistema pubblico e sanità privata

13.Aumentare la disponibilità di open data sulla spesa sanitaria

14.Modificare le regole di finanziamento della spesa sanitaria

15.Prevenire il rischio di infiltrazione del crimine organizzato negli appalti

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Gli strumenti proposti 1 PATTI DI INTEGRITA’ PER

GLI APPALTI

L’introduzione del Patto di Integrità tra Amministrazione Pubblica ed Imprese partecipanti alle gare induce entrambe le parti a conformare i propri comportamenti ai principi di lealtà, trasparenza e correttezza.

L’azione moralizzatrice nei confronti dei concorrenti nelle gare di appalto si attua attraverso una serie di comportamenti che contribuiscono a coltivare e a far crescere una “nuova cultura di impresa” dove la stessa, proprio per la natura bilaterale del rapporto che si instaura con l’Amministrazione interagisce per soddisfare le esigenze della cittadinanza.

2 UN FOIA PER IL DIRITTO

ALL’INFORMAZIONE Come rilevato dai diversi incontri avuti con i responsabili anticorruzione

di strutture sanitarie, a fronte di nuovi obblighi di pubblicazione

molto gravosi in termini economici per i bilanci delle pubbliche

amministrazioni, non si riscontra dall’altra parte una possibilità di

accesso totale e incondizionato alle informazioni da parte dei

cittadini.

Il diritto di accesso all’informazione è regolato da norme conosciute

internazionalmente come “Freedom of Information Acts” (FOIA). In

base ad esse la pubblica amministrazione ha obblighi di

informazione, pubblicazione e trasparenza e ai cittadini viene

riconosciuto il diritto di chiedere ogni tipo di informazione prodotta e

posseduta dalle amministrazioni che non contrastino con la

sicurezza nazionale o la privacy.

3 FORMAZIONE E

SENSIBILIZZAZIONE Come già richiesto dal Piano Nazionale Anticorruzione, le strutture sanitarie

devono organizzare momenti formativi destinati ai propri dirigenti e

dipendenti, così da aumentare la conoscenza e la consapevolezza riguardo

il fenomeno della corruzione.

La formazione deve essere sia valoriale che tecnica, focalizzarsi cioè sui valori

e principi etici che devono guidare l’operatività dei singoli dipendenti, ma

anche scendere in tematiche più specifiche fornendo le competenze e gli

strumenti utili a prevenire la corruzione all’interno dell’ente.

E’ inoltre auspicabile che le aziende promuovano una costante attività di

comunicazione sia interna che esterna, mantenendo elevata l’attenzione dei

propri dipendenti sui temi della trasparenza, dell’integrità e della

responsabilità e, allo stesso tempo, consentendo agli utenti di conoscere le

attività in corso per migliorare l’integrità all’interno dell’ente.

La diffusione anche all’esterno di valori positivi è necessario per riconquistare

le fiducia dei cittadini nei confronti del sistema sanitario.

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4 VALORIZZAZIONE E

PREMIALITA’ Premiare i migliori è più efficace che punire i peggiori:

l’esempio positivo deve essere diffuso e reso contagioso.

Le strutture sanitarie devono identificare e valorizzare quei dirigenti e quei dipendenti che operano in maniera particolarmente efficiente, rendendo l’ente più trasparente ed integro, aiutandolo quindi a fornire un’immagine di sé più positiva ai cittadini.

Premiare non significa esclusivamente «dare più soldi», anzi: si debbono individuare misure complementari di comunicazione (interna ed esterna all’ente) e dall’introduzione di premialità e valorizzazione dei talenti.

5 NETWORK DEI RESPONSABILI

ANTICORRUZIONE

Per questo è auspicabile la creazione di un network nazionale o meglio

di una vera e propria Community, in grado di connettere i

responsabili sparsi sul territorio fra loro e di agevolare la

condivisione di strumenti, buone pratiche ed esperienze sul campo.

La Community dei Responsabili Anticorruzione, fruibile

prevalentemente come piattaforma online, dovrebbe anche

prevedere degli incontri dal vivo, così da rafforzare legami e scambi

di conoscenze.

ANAC e Dipartimento per la Funzione Pubblica dovrebbero attuare una

sorta di coordinamento «informale» iniziale, gestendo la piattaforma

e organizzando – assieme alla Scuola Superiore di Pubblica

Amministrazione - dei momenti di incontro (workshop, tavole

rotonde, bar camp) su argomenti specifici.

6 PROMOZIONE DELLE SEGNALAZIONI:

STRUMENTI E PROCEDURE

Tutelare e promuovere il whistleblowing è essenziale per la lotta alla corruzione, ma per rendere l’istituto davvero efficace gli enti devono dotarsi di procedure e strumenti utili a raccogliere e gestire le segnalazioni che perverranno al responsabile per la prevenzione della corruzione.

Esistono diversi modelli già adottati nel privato e alcune buone pratiche provenienti soprattutto dal mondo anglosassone. Gli strumenti che si sono rivelati più efficaci sono quelli informatici, che permettono al segnalante di mantenere l’anonimato ma, allo stesso tempo, al ricevente di poter dialogare con lui (c.d. anonimato tecnologico).

7 PROMOZIONE DELLE SEGNALAZIONI:

TUTELE NORMATIVE

Purtroppo dai dati pubblicati dal Global Corruption Barometer di

Transparency International pubblicato nel 2013 si evince come la

propensione ad esporsi in Italia sia ancora molto bassa rispetto agli

altri paesi UE. Solo il 56% degli intervistati infatti si dice pronto a

segnalare, quasi la metà dunque sceglie ancora il silenzio, contro

una media UE che si aggira attorno all’75%.

Colpiscono anche le cause dichiarate dagli intervistati per la scarsa

propensione a segnalare: se il 41% semplicemente ritiene inutile

esporsi, perché comunque non servirebbe a niente, un altro 41% ha

invece timore delle possibili ritorsioni.

Questi dati evidenziano come sia necessaria una maggiore

promozione, anche culturale, dell’istituto del whistleblowing nel

nostro paese, ancora troppo poco conosciuto ed utilizzato.

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8 STANDARDIZZAZIONE DEI DATI

APERTI

In virtù del decreto 33 sulla trasparenza, i dati pubblicati dalle pubbliche

amministrazioni devono essere rilasciati in formato «open».

Non è però ancora stato individuato un modello standard per la

produzione e pubblicazione di questi dati.

La standardizzazione è invece fondamentale, poiché permette non solo

di accedere in maniera semplice e veloce alle informazioni ricercate,

ma soprattutto perché consente la comparazione tra dati provenienti

da amministrazioni diverse.

L’idea alla base della diffusione degli open data è difatti quella di

ridisegnare il rapporto tra cittadino e amministrazione, rendendo

quest’ultima più trasparente, aperta e di conseguenze

maggiormente responsabile rispetto al suo operato.

NORMATIVA ANTICORRUZIONEDOPO LA LEGGE 190/2012 1/2

� Dlgs 31/12/2012 n°235 «Testo unico in materia di

incandidabilità»

� Dlgs 14/03/2013 n°33 «Trasparenza»

� Dlgs 08/04/2013 n°39 «Incandidabilità e inconferibilità»

� DPR 16/04/2013 n°62 «Nuovo codice di comportamento

dei dipendenti pubblici»

� DPCM 18/04/2013 «Decreto sulle White Lists»

NORMATIVA ANTICORRUZIONEDOPO LA LEGGE 190/2012 2/2

� Le Circolari n° 1 e n° 2 del DFP

� Le linee-guida Ministeriale sul PNA

� La delibera CiVIT (ora A.N.A.C.) n°72/2013

«APPROVAZIONE DEL PIANO NAZIONALE

ANTICORRUZIONE»

� Intesa in Conferenza Unificata 24/07/2013

Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

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FOCUS P.N.A.PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE

�Indica gli obiettivi strategici del governo per attuare la

strategia di prevenzione a livello di Amministrazione

centrale;

�Fornisce le linee di indirizzo per l'attuazione della

prevenzione alla corruzione e per la stesura del Piano

Triennale di Prevenzione della Corruzione.

(Vedi PNA e allegati)

P.N.A.OBIETTIVI STRATEGICI

Ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione

Aumentare la capacità di scoprirecasi di corruzione

Creare un contesto sfavorevole

alla corruzione

P.N.A. L. 190/2012

Compiti e ruoli specifici per la

pubblica amministrazione locale

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I SOGGETTI COINVOLTI A LIVELLO LOCALENELLA STRATEGIA ANTI CORRUZIONE

L'AUTORITA' DI INDIRIZZO POLITICO

Individua il Responsabile della prevenzione della corruzione (R.P.C.)

Su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione, entro il 31 gennaio di ogni anno, adotta il

piano triennale di prevenzione della corruzione e i suoi aggiornamenti

Adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla

prevenzione della corruzione

Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

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I COMPITI PRINCIPALI DEL R.P.C.

� Predispone il piano triennale, seleziona e forma il personale da impegnare nelle attività che sono più esposte a rischio di corruzione

� Verifica la concreta attuazione del piano, l’effettiva rotazione negli incarichi a più elevato rischio e individua il personale da formare

� Propone modifiche al piano in caso di accertamento di significative violazioni o di mutamenti dell'organizzazione

� Entro il 15 dicembre di ogni anno pubblica nel sito web dell'amministrazione una relazione recante i risultati dell'attività

RACCORDO TRA R.P.C. E GLI ALTRI ORGANI E FIGURE PRESENTI NELL'ASL

Al fine di realizzare la prevenzione, l’attivita del

responsabile deve essere strettamente collegata e

coordinata con quella di tutti i soggetti presenti

nell’organizzazione dell'ASL

RACCORDO TRA R.P.C. E GLI ALTRI ORGANI E FIGURE PRESENTI NELL'ASL

Il vertice amministrativo ovvero il dirigente preposto alla direzione delle risorse umane e strumentali dovrà

impartire indirizzi ed istruzioni affinché sia assicurato che tutte le unità organizzative forniscano il loro apporto

collaborativo al responsabile della prevenzione.

Per assicurare un certo grado di effettività delle istruzioni, è anche opportuno che le modalità dettagliate del raccordo vengano inserite nell'ambito del piano di

prevenzione.

In proposito, si rammenta anche che la legge configura un illecito disciplinare per i dipendenti che violano le

prescrizioni contenute nel piano;

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

In caso di commissione all'interno dell'amministrazione di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in

giudicato.

Il R.P.C. risponde sul piano disciplinare oltre che per il danno erariale e all'immagine della pubblica

amministrazione, salvo che provi tutte le seguenti circostanze:

a) di avere predisposto, prima della commissione del fatto, il piano secondo le modalità prescritte

b) di aver vigilato sul funzionamento e sull'osservanza del piano.

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LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

In tal caso, la sanzione disciplinare a carico del Responsabile della Prevenzione della Corruzione non può

essere inferiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di un mese ad

un massimo di sei mesi.

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

Nel caso in cui, nello svolgimento della sua attività, egli riscontriatti che possono presentare una rilevanza

disciplinare

deve darne tempestiva informazione al dirigente preposto all'ufficio a cui il dipendente è addetto o al dirigente

sovraordinato, se trattasi di dirigente, e all'ufficio procedimenti disciplinari

affinché possa essere avviata con tempestività l'azione disciplinare.

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

Nel caso in cui, nello svolgimento della sua attività, egli riscontrifatti suscettibili di dar luogo a responsabilità

amministrativa,

deve presentare tempestiva denuncia alla competente procura della Corte dei conti per le eventuali iniziative in

ordine all'accertamento del danno erariale

LE RESPONSABILITA' DEL R.P.C.

Nel caso in cui, nello svolgimento della sua attività, egli riscontri fatti che rappresentano notizia di reato,

deve presentare denuncia alla procura della Repubblica o ad un ufficiale di polizia giudiziaria con le modalità

previste dalla legge (art. 331 c.p.p.)

e deve darne tempestiva informazione all'Autorità nazionale anticorruzione.

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Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Concorrono alla definizione di misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e a controllarne il

rispetto da parte dei dipendenti dell'ufficio cui sono preposti

Forniscono le informazioni richieste dal soggetto competente per l'individuazione delle attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione e formulano

specifiche proposte volte alla prevenzione del rischio medesimo

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Provvedono al monitoraggio delle attività nell'ambito delle quali e' più elevato il rischio corruzione svolte nell'ufficio

a cui sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di

procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva

Svolgono attività informativa nei confronti del responsabile, dei referenti e dell’autorità giudiziaria

Partecipano al processo di gestione del rischio

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COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Propongono le misure di prevenzione

Assicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione

Adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del

personale

Osservano le misure contenute nel P.T.P.C.

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Vigilano sulla corretta applicazione dell'art. 2 del CODICE DISCIPLINARE E DI COMPORTAMENTO ASL N. 2 LANCIANO-VASTO-CHIETI valido per il personale della Dirigenza Medico Veterinaria e P.T.A. che

disciplina regali, compensi e altre utilità

All'atto del conferimento dell'incarico presentano una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di inconferibilita.

Nel corso dell'incarico, l'interessato presenta annualmente una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di incompatibilita.

Le dichiarazioni sono pubblicate sul sito di ASL n. 2.

La dichiarazione deve essere resa tempestivamente all'insorgere della causa di incompatibilità, al fine di consentire l'adozione delle

conseguenti iniziative da parte dell'amministrazione

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL n. 2

Lanciano-Vasto-Chieti

devono presentare entro il mese di giugno 2014 un piano preventivo dettagliato al Responsabile della

prevenzione della corruzione

che fra l’altro, deve contenere valutazioni circa la definizione dei criteri atti ad assicurare la rotazione dei

dipendenti nei settori di competenza

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI DIRIGENTI

Ciascun Dirigente dell'ASL Lanciano Vasto Chieti propone,

entro il 30 aprile di ogni anno, al Responsabile del Piano per la prevenzione della corruzione, il piano

annuale di formazione della propria U.O.,

con esclusivo riferimento alle materie inerenti le attività a rischio di corruzione individuate nel presente Piano e

l’elenco dei dipendenti da inserire nei programmi di formazione di cui all’art. 1, comma 1 della legge

190/2012.

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COMPITI E RESPONSABILITA'

Con le nuove norme è stata quindi affiancata l'attività del responsabile della prevenzione con l'attività dei dirigenti,

ai quali sono affidati poteri propositivi e di

controllo e sono attribuiti obblighi di collaborazione, di monitoraggio e di azione diretta in materia di

prevenzione della corruzione.

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

I Referenti del Responsabile per la Prevenzione della Corruzione, al fine di assicurare, in modo diffuso e capillare, azione coordinata, attività di controllo, di

prevenzione e di contrasto della corruzione e dell'illegalità nell'ASL, concorrono con il Responsabile della Prevenzione

della Corruzione a:

� definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione

�individuare le attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione;

�prevedere meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione;

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

�assicurare obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della Prevenzione della Corruzione

�monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti;

�monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione;

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COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

I Referenti del Responsabile per la P revenzione della Corruzione concorrono:

�individuare e proporre specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge.

�alla verifica dell'efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione;

�alla verifica dell'effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;

COMPITI E RESPONSABILITA' DEI REFERENTI

I Referenti del Responsabile per la P revenzione della Corruzione concorrono:

�a curare che nell'Azienda siano rispettate le disposizioni sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi

�a curare la diffusione della conoscenza del codice di comportamento nell'amministrazione ed il monitoraggio annuale sulla sua attuazione

COMPITI E RESPONSABILITA' DEGLIORGANISMI DI VALUTAZIONE

Partecipano al processo di gestione del rischio

Considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nellosvolgimento dei compiti ad essi

attribuiti

-svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza

amministrativa

esprimono parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione

COMPITI E RESPONSABILITA' U.P.D.

Svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza

Provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria

Propone l’aggiornamento del Codice di comportamento;

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COMPITI E RESPONSABILITA' TUTTI I DIPENDENTI

Partecipano al processo di gestione del rischio

Osservano le misure contenute nel P .T .P .C.

Segnalano le situazioni di illecito al proprio dirigente

o all’U.P.D.

Segnalano casi di personale conflitto di interessi

COMPITI E RESPONSABILITA'

Dall'esame del quadro normativo risulta pertanto che lo sviluppo e l'applicazione delle misure di prevenzione

della corruzione sono il risultato di un'azione sinergicae combinata dei singoli responsabili degli uffici e del

responsabile della prevenzione, secondo un processo bottom-up in sede di formulazione delle proposte e top-down per la successiva fase di verifica ed applicazione.

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https://www.transparency.it/whistleblowing/

Il protocollo di ASL2

Il modulo di ASL2

Il modulo di ASL2

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L’Azienda

ritiene

fondamentale

mantenere

l'anonimato dei

whistle blower…

…vi ricordate?

7 PROMOZIONE DELLE SEGNALAZIONI:

TUTELE NORMATIVE

Purtroppo dai dati pubblicati dal Global Corruption Barometer di

Transparency International pubblicato nel 2013 si evince come la

propensione ad esporsi in Italia sia ancora molto bassa rispetto agli

altri paesi UE. Solo il 56% degli intervistati infatti si dice pronto a

segnalare, quasi la metà dunque sceglie ancora il silenzio, contro

una media UE che si aggira attorno all’75%.

Colpiscono anche le cause dichiarate dagli intervistati per la scarsa

propensione a segnalare: se il 41% semplicemente ritiene inutile

esporsi, perché comunque non servirebbe a niente, un altro 41% ha

invece timore delle possibili ritorsioni.

Questi dati evidenziano come sia necessaria una maggiore

promozione, anche culturale, dell’istituto del whistleblowing nel

nostro paese, ancora troppo poco conosciuto ed utilizzato.

Come migliorare?

Anche a livello normativo le tutele dovrebbero essere migliorate ed

allargate, soprattutto nei confronti dei dipendenti del settore privato,

con una legge esaustiva che identifichi anche un organismo esterno

ed indipendente atto a ricevere e gestire le segnalazioni.

Un esempio che può essere preso a modello viene dal Regno Unito: il

Public Interest Disclosure Act 1998 (PIDA), ha introdotto nuove

norme all`interno dell`Employment Rights Act del 1996 (ERA)

garantendo un’ampia protezione dalle ritorsioni per gli impiegati che

soffiano il fischietto su irregolarità, su problemi specifici o su altre

pubbliche preoccupazioni nelle modalità coperte dalla legislazione.

Questa legislazione, in virtù della sua completezza ed estensione, e

alla luce del successo riscontrato presso lavoratori e organizzazioni,

appare come un modello affidabile e da cui prendere spunto.

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Un esempio di miglior tutela

Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

D.Lgs 33/2013

L. 190/2012

D.Lgs. 150/2009

Delibere ANAC ex CiVIT 50/2013,

71/2013, 77/2013

Deliberazione ANAC ex AVCP 26/2013

144

TRASPARENZA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

18/11/2014

37

Il Freedom of Information Act (FOIA), "atto

per la libertà di informazione", è una legge

sulla libertà di informazione, emanata

negli Stati Uniti il 4 luglio 1966 dal

presidente Lyndon B. Johnson, che impone

alle amministrazioni pubbliche una serie di

regole per permettere a chiunque di sapere

come opera il Governo federale,

comprendendo l'accesso totale o parziale a

documenti classificati.145

TRASPARENZA

Trasparenza come principio generale

dell’ordinamento dell’Unione europea

Art. 1 del Trattato sull’Unione Europea

(Maastricht – 1992 come modificato da

Amsterdam 1997), in cui si dichiara che le

decisioni dell’Unione devono essere prese

“nel modo più trasparente possibile e il più

vicino possibile ai cittadini”.

146

TRASPARENZA

Art. 1 D.Lgs Riordino n. 33 del 14/3/2013

Principio generale di trasparenza

1. La trasparenza è intesa come

accessibilità totale delle informazioni

concernenti l’organizzazione e l’attività

delle pubbliche amministrazioni, allo scopo

di favorire forme diffuse di controllo sul

perseguimento delle funzioni istituzionali e

sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

147

TRASPARENZA

148

Nella Gazzetta Ufficiale di venerdì 5 aprile 2013 è stato pubblicato il Decreto Legislativo attuativo della legge n. 190/2012 già approvato nella seduta del Consiglio dei Ministri n.69 del 15 febbraio 2013 con la enunciazione di un nuovo (e dirompente) principio generale dell'accessibilità immediata agli atti della pubblica amministrazione a semplice richiesta del cittadino.

Il nuovo diritto di accesso civico riconosce a chiunque il diritto di richiedere, al responsabile della pubblica amministrazione obbligata alla trasparenza, documenti, informazioni o dati nei casi in cui la pubblicazione non sia stata fatta. Il responsabile per la trasparenza deve essere indicato nel “Programma triennale per la trasparenza e l’integrità”, definitivamente obbligatorio

TRASPARENZA

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LA TRASPARENZA

“La trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione della corruzione e per l’efficacia e

l’efficienza dell’azione amministrativa, in quanto consente, in particolare,

la conoscenza del responsabile per ciascun procedimento amministrativo, più in generale, per ciascuna area di

attività e, di conseguenza, la responsabilizzazione dei funzionari;

la conoscenza del modo in cui le risorse pubbliche sono impiegate; la conoscenza della situazione patrimoniale dei

politici e dei dirigenti.”

LA TRASPARENZA

“La trasparenza dell’attività amministrativa è assicurata dalla ASL Lanciano-Vasto-Chieti, mediante la pubblicazione sul sito istituzionale delle informazioni stabilite dal d. lgs.

N°33/2013”

L’azienda ha approvato il P.T.T.I. 2013-2015 il quale si propone come lo strumento fornito all’utenza per consentire la valutazione dell’operato della ASL 02

Lanciano Vasto Chieti, dando così una risposta all’esigenza di trasparenza, rendicontazione della performance e

integrità nella Pubblica Amministrazione che è chiamata a svolgere le proprie attività istituzionali perseguendo i

principi di efficienza e imparzialità.

LA TRASPARENZA

“Mira a garantire … la piena ed efficace accessibilità, per via telematica, delle informazioni concernenti ogni

aspetto dell’organizzazione, del suo andamento gestionale e dell’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle

funzioni istituzionali.La trasparenza viene garantita mediante la pubblicazione

on-line delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione e delle attività, degli indicatori relativi

agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse, favorendo forme diffuse di controllo sul buon andamento e

imparzialità della gestione

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LA TRASPARENZA

I dati sensibili idonei a rivelare lo stato di

salute o le abitudini sessuali non possono

mai essere diffusi

Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

IL PTPC

ASL LAN VAS CHI

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P.T.P.C.FINALITA’'

«Strumento attraverso il quale l’amministrazione sistematizza e

descrive un “processo”- articolato in fasi tra loro collegate

concettualmente e temporalmente - che è finalizzato a formulare una

strategia di prevenzione del fenomeno corruttivo» (da P.N.A.)

Deve fornire una valutazione del livello di esposizione DEI

processi al rischio di corruzione

Deve indicare gli interventi organizzativi volti a prevenire

il rischio di corruzione

P.T.P.C.

Il P.T.P.C. è la descrizione di un “processo”- finalizzato a

formulare una strategia di prevenzione del fenomeno

P

R

O

C

E

S

S

O

P.T.P.C.

Deve essere strutturato come documento di programmazione,

con l’indicazione di:

obiettivimisure

indicatori

responsabilitempistica

risorsemonitoraggio

deve essere collegato con gli altri strumenti di programmazione (Performance innanzitutto) e integrato con gli altri strumenti di

controllo

P.T.P.C.

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P.T.P.C.I CONTENUTI

� MISURE SPECIFICHE

� MISURE TRASVERSALI

� MISURE GENERALI OBBLIGATORIE

� INTEGRAZIONE (CODICE COMPORTAMENTO,

TRASPARENZA, PERFORMANCE)

� MONITORAGGIO

IL PTPC DI ASL2

Approvato con Deliberazione del Direttore

Generale n. 79 del 28 gennaio 2014, ha

validità triennale dal 2014 al 2016

Etichette di riga Conteggio di Attività a rischioDIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione 2AFFARI GENERALI E LEGALI 3AMMINISTRAZIONE E SVILUPPO RISORSE UMANE 7AMMINISTRAZIONE E SVILUPPO RISORSE UMANE CONTABILITÀ’ E BILANCIO 1DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro 1DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Igiene e Sanità Pubblica 2DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche 1DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Randagismo 2DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Veterinario Igiene Alimenti origine animale 2DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE 4DIREZIONE AMMINISTRATIVA PP.OO. 3DIREZIONI MEDICHE PP.OO. AZIENDALI 7DISTRETTI SANITARI DI BASE LANCIANO e SANGRO AVENTINO 1DISTRETTI SANITARI DI BASE VASTO e GISSI 2DISTRETTO SANITARIO DI BASE CHIETI- FRANCAVILLA - ORTONA 4DISTRETTO SANITARIO DI BASE LANCIANO 1DISTRETTO SANITARIO DI BASE SANGRO AVENTINO 1GESTIONE ACCORDI CONTRATTUALI CON EROGATORI PRIVATI 1GOVERNO ASSISTENZA SANITARIA DI BASE E SPECIALISTICA 13GOVERNO CONTRATTI DI SERVIZI E FORNITURE 10INFORMATICA E RETI 3INGEGNERIA CLINICA 6INVESTIMENTI PATRIMONIO E MANUTENZIONE 5SEGRETERIA DIREZIONE GENERALE 1SERVIZI ECONOMALI E LOGISTICI 2SERVIZI TERRITORIALI: Assistenza Consultoriale Interdistrettuale 2SERVIZI TERRITORIALI: Medicina Legale 3SERVIZI TERRITORIALI: Ser.T. e Patologie d’Abuso 3SERVIZI TERRITORIALI: Servizio Farmaceutico territoriale 2SERVIZIO AZIENDALE PROFESSIONI SANITARIE 12SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE 1SISTEMA INFORMAZIONE COMUNICAZIONE E MARKETING 1SISTEMI DIREZIONALI- FORMAZIONE 11Totale complessivo 120

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Settori Livello di rischio

AFFARI GENERALI E LEGALI 2

Rilevante 2

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche 1

Rilevante 1

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Veterinario Igiene Alimenti origine animale 1

Rilevante 1

DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE 1

Rilevante 1

DISTRETTO SANITARIO DI BASE LANCIANO 1

Rilevante 1

GESTIONE ACCORDI CONTRATTUALI CON EROGATORI PRIVATI 1

Critico 1

GOVERNO CONTRATTI DI SERVIZI E FORNITURE 5

Critico 1

Rilevante 4

INFORMATICA E RETI 2

Rilevante 2

INGEGNERIA CLINICA 5

Rilevante 5

INVESTIMENTI PATRIMONIO E MANUTENZIONE 2

Rilevante 2

SEGRETERIA DIREZIONE GENERALE 1

Critico 1

SERVIZI TERRITORIALI: Ser.T. e Patologie d’Abuso 1

Rilevante 1

SERVIZIO AZIENDALE PROFESSIONI SANITARIE 10

Critico 3

Rilevante 7

Totale complessivo 33

Il Codice di Comportamento

Nasce in applicazione del DPR 62/2014

SommarioTITOLO I NORME DI COMPORTAMENTO

Art. 1- Principi generali

Art. 2 - Regali compensi e altre utilità

Art. 3 - Partecipazione ad associazioni e organizzazioni

Art. 4 - Comunicazione degli interessi finanziari e conflitti d'interesse

Art. 5 - Obbligo di astensione

Art. 6 - Prevenzione della corruzione

Art. 7 - Trasparenza e tracciabilità

Art. 8 - Comportamento nei rapporti privati

Art. 9 - Comportamento in servizio

Art. 10 - Rapporti con il pubblico

Art. 11 - Disposizioni particolari per i dirigenti

Art. 12 - Contratti e altri atti negoziali

Art. 13 - Vigilanza, monitoraggio e attività formative

Art. 14 – Responsabilità conseguente alla violazione dei doveri del codice

TITOLO II NORME E SANZIONI DISCIPLINARI (artt. da 15 a 21)

TITOLO III NORME PROCEDURALI (artt. da 22 a 26)

TITOLO IV RAPPORTI TRA PROCEDIMENTO DISCIPLINARE E PROCEDIMENTO PENALE –

PROVVEDIMENTI CAUTELARI (artt. da 27 a 29)

TITOLO V NORME FINALI E TRANSITORIE (artt. da 30 a 35)

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Contenuto del corso

1. La corruzione secondo l’accezione della legge

190/2012 e i decreti attuativi

2. Cenni sui reati contro la Pubblica

amministrazione

3. Il Piano Nazionale anticorruzione

4. Il responsabile anticorruzione

5. Etica del lavoro

6. Trasparenza ed integrità

7. Prevenzione della corruzione

8. Risk management

P.T.P.C.GESTIONE DEL RISCHIO

LA GESTIONE DEL RISCHIO

� Processo con cui si individua e si stima il rischio cui

un’organizzazione è soggetta e si sviluppano strategie e

procedure operative per governarlo

MODELLO ISO 31000 – RISK MANAGEMENT

“Le organizzazioni di tutti i tipi e dimensioni si trovano ad affrontare fattori edinfluenze interni ed esterni che rendono incerto il raggiungimento dei propriobiettivi. Il rischio è l'effetto che questa incertezza ha sugli obiettivi

dell'organizzazione.”

RISK MANAGEMENT

IN SANITA’

Il problema degli errori

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Definizione di rischio clinico

Il rischio clinico è la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte ed un aumento della spesa economica

Evento avverso: danno causato dal trattamento sanitario piuttosto che dalle condizioni dell’utente

Definizione degli eventi indesiderati

Evento: accadimento che ha dato un esito o aveva la potenzialità di darlo

Quasi evento: accadimento che avrebbe potuto, ma non ha per fortuna o abilità di gestione, originato un evento

Insieme sistematico di metodi, strategie e strumenti che consentono l’identificazione,

la valutazione e la riduzione del rischio

Definizione di risk management

Un’attività di risk management efficace si sviluppa in più fasi:• conoscenza ed analisi dell’errore• individuazione e correzione delle cause di errore• analisi di processo• monitoraggio delle misure messe in atto per la prevenzione dell’errore• implementazione e sostegno attivo delle soluzioni proposte

Definizione di risk management

Tutto questo per

Prevenire danni agli utenti

Minimizzare perdite finanziarie

Ridurre i costi per i premi assicurativi

Tutelare i professionisti sanitari

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Risk management

Evidence Based Medicine

Formazione/aggiornamento

Gestione procedure

Coinvolgimento degli utenti

GOVERNOCLINICO

Definizione di risk managementP.T.P.C.

RISCHIO - EVENTO

Per “rischio” si intende l’effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico e, quindi, sull’obiettivo istituzionale dell’ente, dovuto alla

possibilita che si verifichi un dato evento

Per “evento” si intende il verificarsi o il modificarsi di un insieme di circostanze che si frappongono o si oppongono al perseguimento dell’obiettivo istituzionale dell’ente.

Questo evento deve essere esplicitato

Per “titolare del rischio” si intende la persona con la responsabilita e l’autorita per gestire il rischio

P.T.P.C.GESTIONE DEL RISCHIO

Per “gestione del rischio” si intende l’insieme delle attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo

l’amministrazione con riferimento al rischio malfunzionamento/corruzione

La gestione del rischio di corruzione è lo strumento da utilizzare per la riduzione delle probabilità che il rischio si

verifichi e/o per scoprire tempestivamente casi di malfunzionamento/corruzione

La pianificazione, mediante l’adozione del P.T.P.C. è il mezzo per attuare la gestione del rischio secondo la

190/2012.

P.T.P.C.GESTIONE DEL RISCHIO

L’intero processo di gestione del rischio richiede la partecipazione e l’attivazione di meccanismi di

consultazione, con il coinvolgimento dei dirigenti per le aree di rispettiva competenza.

Per l’attività di identificazione, di analisi e di ponderazione dei rischi è consigliata la costituzione di gruppi di lavoro, al

fine di far emergere gli aspetti salienti a seguito del confronto.

E’ utile la consultazione e il coinvolgimento di associazioni di consumatori e di utenti che possono offrire un contributo

con il loro punto di vista e la loro esperienza.

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P.T.P.C.IL PROCESSO DI GESTIONE DEL RISCHIO

Mappaturaprocessi

Identificazione Valutazione

Rischio/processo

Trattamentodel rischio

Etichette di riga Conteggio di Attività a rischioDIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione 2AFFARI GENERALI E LEGALI 3AMMINISTRAZIONE E SVILUPPO RISORSE UMANE 7AMMINISTRAZIONE E SVILUPPO RISORSE UMANE CONTABILITÀ’ E BILANCIO 1DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro 1DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Igiene e Sanità Pubblica 2DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche 1DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Randagismo 2DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Servizio Veterinario Igiene Alimenti origine animale 2DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE 4DIREZIONE AMMINISTRATIVA PP.OO. 3DIREZIONI MEDICHE PP.OO. AZIENDALI 7DISTRETTI SANITARI DI BASE LANCIANO e SANGRO AVENTINO 1DISTRETTI SANITARI DI BASE VASTO e GISSI 2DISTRETTO SANITARIO DI BASE CHIETI- FRANCAVILLA - ORTONA 4DISTRETTO SANITARIO DI BASE LANCIANO 1DISTRETTO SANITARIO DI BASE SANGRO AVENTINO 1GESTIONE ACCORDI CONTRATTUALI CON EROGATORI PRIVATI 1GOVERNO ASSISTENZA SANITARIA DI BASE E SPECIALISTICA 13GOVERNO CONTRATTI DI SERVIZI E FORNITURE 10INFORMATICA E RETI 3INGEGNERIA CLINICA 6INVESTIMENTI PATRIMONIO E MANUTENZIONE 5SEGRETERIA DIREZIONE GENERALE 1SERVIZI ECONOMALI E LOGISTICI 2SERVIZI TERRITORIALI: Assistenza Consultoriale Interdistrettuale 2SERVIZI TERRITORIALI: Medicina Legale 3SERVIZI TERRITORIALI: Ser.T. e Patologie d’Abuso 3SERVIZI TERRITORIALI: Servizio Farmaceutico territoriale 2SERVIZIO AZIENDALE PROFESSIONI SANITARIE 12SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE 1SISTEMA INFORMAZIONE COMUNICAZIONE E MARKETING 1SISTEMI DIREZIONALI- FORMAZIONE 11Totale complessivo 120

P.T.P.C. I CONTENUTI

MISURE GENERALI OBBLIGATORIE (da P.N.A.)� Monitoraggio sui tempi dei procedimenti

� Trasparenza;

� Controlli sui rapporti con soggetti esterni

� Codice di Comportamento;

� Rotazione del Personale;

� Astensione in caso di Conflitto di Interessi;

� Svolgimento incarichi d'ufficio attività ed incarichi extra-istituzionali;

� Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti;

� Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali;

� Svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro;

� Commissioni, assegnazioni uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna per delitti

contro la PA;

� Whistleblowing;

� Formazione;

� Patti di Integrità;

� Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile.

P.T.P.C.IL MONITORAGGIO

Nel P.T.P.C. deve essere descritto il sistema di monitoraggio sull’implementazione delle misure.

Deve essere definito un sistema di reportistica che consenta al responsabile della prevenzione di monitorare costantemente “l’andamento dei lavori” e di intraprendere

le iniziative più adeguate nel caso di scostamenti.

Nell’ambito delle risorse a disposizione dell’amministrazione, il monitoraggio deve essere attuato

mediante sistemi informatici.

Questi infatti consentono la tracciabilità del processo e la verifica immediata dello stato di avanzamento.

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P.T.P.C.INTEGRAZIONE

� La norma ISO 31000:2010 sottolinea, in più ambiti, che la gestione del rischio non può essere una attività indipendente, separata dalle attività e dai processi di una organizzazione, ma deve esserne parte integrante

� Il P.N.A. ha definito che nell’ente la prevenzione della corruzione deve essere integrata con i seguenti processi che coinvolgono l’intera organizzazione, con riferimento alle proprie specificità:

• processi di promozione della trasparenza (P.T.T.I.)

• processi di gestione delle performance (Ciclo delle Performance)

• processo di programmazione economica (Bilancio)

• processo di gestione del personale (Codice di comportamento)

Compiti dei dipendenti di

-I dipendenti destinati ad operare in settori e/o attività particolarmente esposti alla corruzione, i responsabili delle posizioni organizzative, i dirigenti con riferimento alle rispettive competenze previste dalla legge e dai regolamenti vigenti, attestano di essere a conoscenza del Piano per la prevenzione della corruzione approvato con delibera del Direttore Generale della ASL e provvedono all’esecuzione di quanto in esso previsto per le attività di rispettiva competenza.

MISURE TRASVERSALI

MONITORAGGIO TEMPI DEI PROCEDIMENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL

Lanciano Vasto Chieti

raccolgono mensilmente dai dipendenti che svolgono le attività a rischio di corruzione le relazioni, a

decorrere dalla data di adozione del presente Piano, circa il rispetto dei tempi procedimentali e circa qualsiasi

anomalia accertata, indicando, per ciascun procedimento nel quale i termini non sono stati rispettati, le motivazioni in fatto e in diritto di cui all’art. 3 della legge 241/1990,

che giustificano il ritardo.

MISURE TRASVERSALI

MONITORAGGIO TEMPI DEI PROCEDIMENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL

Lanciano Vasto Chieti

con particolare riguardo alle attività a rischio di corruzione, informano, tempestivamente e senza

soluzione di continuità, il R.P.C. in merito al mancato rispetto dei tempi procedimentali e di qualsiasi altra

anomalia accertata, adottando le azioni necessarie per eliminarle oppure proponendole al R.P.C., nel caso non

rientrino nella competenza esclusiva dirigenziale.

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MISURE TRASVERSALI

MONITORAGGIO TEMPI DEI PROCEDIMENTI

Per l’attuazione delle attività ad alto rischio di corruzione, i dirigenti responsabili dei settori interessati dell'ASL

Lanciano Vasto Chieti verificano il rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti e relazionano

trimestralmente, a far data da aprile 2014, al Responsabile del piano su :

- dati relativi al numero dei procedimenti adottati;- il numero dei procedimenti conclusi;

- il numero dei procedimenti per i quali si registra un ritardo ed i motivi dello stesso.

I risultati del monitoraggio e delle azioni espletate, sono messi a diposizione della ASL per le pubblicazioni

prescritte dalla normativa vigente.

P.T.P.C.RAPPORTI CON SOGGETTI ESTERNI

I Direttori delle UU.OO. Dell'ASL Lanciano Vasto Chieti monitorano, anche con controlli a campione tra i dipendenti adibiti alle attività a

rischio di corruzione disciplinate nel presente piano, i rapporti aventi maggior valore economico tra l’amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di

autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggieconomici di qualunque genere,

anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i

dirigenti e dipendenti dell’amministrazione e presentano,

ogni quattro mesi, con decorrenza maggio 2014,una relazione al Responsabile per la prevenzione della corruzione.

P.T.P.C.MISURE E RELAZIONE ANNUALE

Il R.P.C. entro il 15 dicembre di ogni anno redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull’efficacia delle

misure di prevenzione definite dai P.T.P.C.

Questo documento dovrà essere pubblicato sul sito istituzionale di ciascuna amministrazione nonchè trasmesso

al D.F.P. in allegato al P.T.P.C. dell’anno successivo.

Tale documento dovrà contenere un nucleo minimo di indicatori sull’efficacia delle politiche di prevenzione

P.T.P.C.MISURE E RELAZIONE ANNUALE

Ogni direttore e dirigente dell'ASL Lanciano Vasto Chieti è

tenuto a presentare, entro il mese di dicembre 2014 ,

al Responsabile della prevenzione della corruzione, una relazione dettagliata sulle attività poste in merito

all’attuazione effettiva delle regole di legalità o integrità indicate nel Piano per la prevenzione della corruzione,

nonché i rendiconti sui risultati realizzati, in esecuzione del Piano triennale della prevenzione.

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P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE - CONTENUTI

Gestione dei rischi- Azioni intraprese per affrontare i rischi di corruzione

- Controlli sulla gestione dei rischi di corruzione- Iniziative di automatizzazione dei processi intraprese per ridurre i rischi

di corruzione

Formazione in tema di anticorruzione- Quantità di formazione in tema di anticorruzione erogata in giornate/ore

- Tipologia dei contenuti offerti- Articolazione dei destinatari della formazione in tema di anticorruzione- Articolazione dei soggetti che hanno erogato la formazione in tema di

anticorruzione

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE - CONTENUTI

Codice di comportamento- Adozione delle integrazioni al codice di comportamento- Denunce delle violazioni al codice di comportamento

- Attività dell’ufficio competente ad emanare pareri sulla applicazione del codice di comportamento

Numero di incarichi e aree oggetto di rotazione degli incarichi

- Esiti di verifiche e controlli su cause di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE - CONTENUTI

Forme di tutela offerte ai whistleblowers

Ricorso all’arbitrato secondo criteri di pubblicita e rotazione degli incarichi

Rispetto dei termini dei procedimenti

Iniziative nell’ambito dei contratti pubblici

Iniziative previste nell’ambito dell’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari noncheattribuzione di vantaggi economici di qualunque genere

-

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE - CONTENUTI

Indicazione delle iniziative previste nell’ambito di concorsi e selezione del personale

Indicazione delle iniziative previste nell’ambito delle attivita ispettive

Sanzioni- Numero e tipo di sanzioni irrogate

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P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Indicazione delle le misure di consultazione attuate in sede di elaborazione del P.T.P.C. ed i soggetti (interni e/o

esterni) sentiti/consultati in sede di elaborazione del P.T.C.P.

Il numero e la denominazione delle aree di rischio individuate e inserite nel P.T.P.C.

il numero e la denominazione delle aree di rischio inserite nel P.T.P.C. per le quali l’amministrazione prevede

ulteriori misure di prevenzione oltre a quelle obbligatorie per legge

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

La tipologia di misure adottate per assicurare l’attuazione dell’art. 53,omma 16 ter, del d.lgs. n. 165 del 2001

(svolgimento di attivita successiva alla cessazione del rapporto di lavoro)

La tipologia ed i casi per i quali non si e ritenuto possibile attuare la rotazione del personale

L’adozione del Codice di comportamento settoriale

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

La tipologia di misure attinenti al Codice di comportamento ulteriori rispetto a quelle disciplinate nel

Codice di comportamento approvato dal Governo;

La misura ulteriore introdotta, diversa da quelle previste come obbligatorie dalla legge, che a giudizio del

responsabile della prevenzione presenta il miglior livello di efficacia per la prevenzione

P.T.P.C.RELAZIONE ANNUALE

Il numero delle sentenze di condanna dei Giudici penali e della Corte dei conti pronunciate nei confronti di

funzionari di ASL2 per ciascuna sottoarea tra quelle obbligatorie e comuni per tutte le amministrazioni

L’ammontare della condanna in riferimento a fatti corruttivi relativamente al triennio 2011-2013;

Le risposte a questionari sulla percezione della corruzione e sul valore dell’integrità.

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