Dare da bere ai poveri del mondo · sarà raddoppiata e si stima che 3,4 miliardi di persone...

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Il grido dei poveri MENSILE DI RIFLESSIONE NONVIOLENTA Casa per la nonviolenza – Associazione di ispirazione gandhiana via XXIV maggio, 76; 71046 San Ferdinando di Puglia (Fg); tel. 0883-622652 - Direttore responsabile: Matteo Della Torre Redattrice: Mariella Dipaola – Registrazione Tribunale di Foggia n. 03 del 19.03.1996 - Stampato in proprio Distribuzione gratuita Anno XIII – dicembre 2005 Il grido dei poveri ha scelto la semplicità: non accetta sponsor ed è a tiratura limitata. La sua diffusione è affidata alle fotocopie dei lettori da distribuire a parenti ed amici. Web: all’indirizzo http://italy.peacelink.org/pace/indices/index_1422.html “Ho avuto sete e mi avete dato da bere...” (Mt 25, 35) Dare da bere ai poveri del mondo Matteo Della Torre L’acqua, come l’aria che respiriamo, è fonte della vita ed è un dono prezioso di Dio, un elemento essenziale per la so- pravvivenza del pianeta, perché nulla vive senz’acqua. Essa è una risorsa importan - tissima dalla disponibilità limitata ed in via di esaurimento , a causa del sovrasfrutta- mento idrico e delle contami-nazioni agro- chimiche ed industriali. La Terra per tre quarti è coperta d’acqua, ne contiene 1 miliardo e 400 milioni di km 3 , di cui solo l’1% è costituito da acqua dolce disponibile. Lo spreco idrico, dovuto allo stile di vita iperconsumista dei paesi ricchi, e il suo degrado qualitativo, dovuto ai livelli elevati di inquinamento (pesticidi, prodotti chimici e metalli tossici), stanno riducendo le riserve di acqua dolce a meno dello 0,08%. E’ allarmante la pre- visione di cre-scita del 41% della popo- lazione mondiale nei pros-simi cinquan- t’anni, a fronte di una diminuzione del 40 per cento della di- sponibilità globale d’acqua dolce. I climatologi asseriscono che il riscalda- mento del pianeta, dovuto all’effetto serra, alla deforestazione e ai dissesti idrogeo- lo-gici del suolo e all’eccessivo sfruttamen- to delle risorse idriche, negli anni, sta pro- vocando l’attuale cambiamento clima-tico planetario. L’effetto serra sta determinando lo squili- brio dell’ecosfera, l’alterazione del ciclo idrologico, le migrazioni di popolazioni povere, la modificazione degli habitat natu- rali e la riduzione della biodiversità. In alcune aree del pianeta aumentano la frequenza e l’intensità degli uragani , dei cicloni e delle alluvioni , mentre altre zone sono interessate da processi di desertifica - zione e lunghi periodi di grave siccità . La tutela della risorsa acqua rappresenta , dunque, la sfida più importante che l’umani - tà dovrà affrontare nel terzo millennio . Gli sprechi dei paesi ricchi L’acqua rende gli uomini interdipendenti . Non c’è consumatore che, attraverso il ciclo dell’acqua, non sia complessivamente in correlazione con l’intera umanità . Sprechi ed inquinamenti si riflettono in squilibri nel consumo di questa preziosa risorsa e si ri- percuotono nell’ineguale disponibilità pro capite d’acqua tra paesi ricchi e paesi poveri . La sete dei poveri del mondo Il problema della scarsità d’acqua è una delle più gravi emergenze del pianeta . Oggi, 1 miliardo e 500 milioni di persone , il 30% della popolazione mondiale, non ha accesso al - l’acqua potabile , il 40% non ha fogne e servizi igienici. Altri 2 miliardi non dispongono d’ac - qua a sufficienza per una vita normale . L’accesso all’ac- qua e ai servizi igienici permette- rebbe ogni anno di evitare nel mondo la morte di 3,4 milioni di persone per malattie idro- sanitarie causate dall’uso di acqua contamina- ta: colera, tifo, epatite, dissente- ria, gastroenterite ed altre malattie. La domanda mondiale d’acqua entro il 2020 sarà raddoppiata e si stima che 3,4 miliardi di persone potrebbero dover affrontare una grave crisi dovuta all’impoverimento idrico . L’acqua è scarsa in Arabia Saudita, Israele, Palestina, India, Bolivia, Messico, Algeria, Egitto, Kenya, Yemen, Ghana, Libia, Siria, Corea del Sud, Madagascar, Iran, Somalia, Mauritania e Pakistan. Grandi fiumi come il Nilo, il Gange, il Colora- do, ecc, stanno progressivamente riducen-do la loro portata d’acqua. Il Rio delle Amazzoni, ad esempio, dieci anni fa in alcuni punti era largo 1300 metri e profondo quindici, oggi gli stessi punti sono larghi 20 metri e profondi 50 centimetri. Acqua, bene comune dell’umanità L’acqua per bere, lavarsi e cucinare soddisfa un bisogno primario ed è per sua natura un bene comune dell’umanità, un diritto umano fonda-men - tale ed inalienabile, quindi non è un prodotto mer - cificabile dalla proprietà privata . La sua circolazio- ne permanente la rende comunque inadatta al- l’idea di proprietà privata. La gestione e la tutela del bene acqua deve rimanere pubblica. Aria, acqua, educazione e salute sono beni e servizi primari per la vita dell’uomo e sono troppo impor- tanti perché siano lasciati cadere in mani private. La “petrolizzazione” dell’oro blu La “petrolizzazione” dell’acqua determinerà , nel prossimo futuro, similmente a quanto è accaduto in passato e sta accadendo nel presente per il controllo strategico dei paesi del petrolio, un con - flitto di dimensioni planetarie per il controllo e il possesso delle risorse idriche, dell’ oro blu, che sarà sempre più causa di controversie interna- zionali e guerre tra le nazioni . E’ stato calcolato

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Il grido dei poveriMENSILE DI RIFLESSIONE NONVIOLENTA Casa per la nonviolenza – Associazione di ispirazione gandhiana

via XXIV maggio, 76; 71046 San Ferdinando di Puglia (Fg); tel. 0883-622652 - Direttore responsabile: Matteo Della TorreRedattrice: Mariella Dipaola – Registrazione Tribunale di Foggia n. 03 del 19.03.1996 - Stampato in proprio Distribuzione gratuita

Anno XIII – dicembre 2005 Il grido dei poveri ha scelto la semplicità: non accetta sponsor ed è a tiratura limitata.

La sua diffusione è affidata alle fotocopie dei lettori da distribuire a parenti ed amici.Web: all’indirizzo http://italy.peacelink.org/pace/indices/index_1422.html

“Ho avuto sete e mi avete dato da bere...” (Mt 25, 35)

Dare da bere ai poveri del mondoMatteo Della Torre

L’acqua, come l’aria che respiriamo, è

fonte della vita ed è un dono prezioso di Dio, un elemento essenziale per la so-pravvivenza del pianeta, perché nulla vive senz’acqua. Essa è una risorsa importan-tissima dalla disponibilità limitata ed in via di esaurimento, a causa del sovrasfrutta-mento idrico e delle contami-nazioni agro-chimiche ed industriali. La Terra per tre quarti è coperta d’acqua, ne contiene 1 miliardo e 400 milioni di km3, di cui solo l’1% è costituito da acqua dolce disponibile. Lo spreco idrico, dovuto allo stile di vita iperconsumista dei paesi ricchi, e il suo degrado qualitativo, dovuto ai livelli elevati di inquinamento (pesticidi, prodotti chimici e metalli tossici), stanno riducendo le riserve di acqua dolce a meno dello 0,08%.E’ allarmante la pre-visione di cre-scita del 41% della popo-lazione mondiale nei pros-simi cinquan-t’anni, a fronte di una diminuzione del 40 per cento della di-sponibilità globale d’acqua dolce.I climatologi asseriscono che il riscalda-mento del pianeta, dovuto all’effetto serra, alla deforestazione e ai dissesti idrogeo-lo-gici del suolo e all’eccessivo sfruttamen-to delle risorse idriche, negli anni, sta pro-vocando l’attuale cambiamento clima-tico planetario.L’effetto serra sta determinando lo squili-brio dell’ecosfera, l’alterazione del ciclo idrologico, le migrazioni di popolazioni povere, la modificazione degli habitat natu-rali e la riduzione della biodiversità. In alcune aree del pianeta aumentano la frequenza e l’intensità degli uragani, dei cicloni e delle alluvioni, mentre altre zone

sono interessate da processi di desertifica-zione e lunghi periodi di grave siccità.La tutela della risorsa acqua rappresenta, dunque, la sfida più importante che l’umani-tà dovrà affrontare nel terzo millennio.

Gli sprechi dei paesi ricchiL’acqua rende gli uomini interdipendenti. Non c’è consumatore che, attraverso il ciclo dell’acqua, non sia complessivamente in correlazione con l’intera umanità. Sprechi ed inquinamenti si riflettono in squilibri nel consumo di questa preziosa risorsa e si ri-percuotono nell’ineguale disponibilità pro capite d’acqua tra paesi ricchi e paesi poveri.

La sete dei poveri del mondoIl problema della scarsità d’acqua è una delle più gravi emergenze del pianeta. Oggi, 1 miliardo e 500 milioni di persone, il 30% della popolazione mondiale, non ha accesso al-l’acqua potabile, il 40% non ha fogne e servizi igienici. Altri 2 miliardi non dispongono d’ac-qua a sufficienza per una vita normale.

L’accesso all’ac-qua e ai servizi igienici permette-rebbe ogni anno di evitare nel mondo la morte di 3,4 milioni di persone per malattie idro-sanitarie causate dall’uso di acqua contamina-ta: colera, tifo, epatite, dissente-ria, gastroenterite

ed altre malattie.La domanda mondiale d’acqua entro il 2020 sarà raddoppiata e si stima che 3,4 miliardi di persone potrebbero dover affrontare una grave crisi dovuta all’impoverimento idrico. L’acqua è scarsa in Arabia Saudita, Israele, Palestina, India, Bolivia, Messico, Algeria, Egitto, Kenya, Yemen, Ghana, Libia, Siria, Corea del Sud, Madagascar, Iran, Somalia, Mauritania e Pakistan. Grandi fiumi come il Nilo, il Gange, il Colora-do, ecc, stanno progressivamente riducen-do la loro portata d’acqua. Il Rio delle Amazzoni, ad esempio, dieci anni fa in alcuni punti era

largo 1300 metri e profondo quindici, oggi gli stessi punti sono larghi 20 metri e profondi 50 centimetri.

Acqua, bene comune dell’umanitàL’acqua per bere, lavarsi e cucinare soddisfa un bisogno primario ed è per sua natura un bene comune dell’umanità, un diritto umano fonda-men-tale ed inalienabile, quindi non è un prodotto mer-cificabile dalla proprietà privata. La sua circolazio-ne permanente la rende comunque inadatta al-l’idea di proprietà privata. La gestione e la tutela del bene acqua deve rimanere pubblica. Aria, acqua, educazione e salute sono beni e servizi primari per la vita dell’uomo e sono troppo impor-tanti perché siano lasciati cadere in mani private.

La “petrolizzazione” dell’oro bluLa “petrolizzazione” dell’acqua determinerà, nel prossimo futuro, similmente a quanto è accaduto in passato e sta accadendo nel presente per il controllo strategico dei paesi del petrolio, un con-flitto di dimensioni planetarie per il controllo e il possesso delle risorse idriche, dell’oro blu, che sarà sempre più causa di controversie interna-zionali e guerre tra le nazioni. E’ stato calcolato

che oggi, nel mondo, sono in corso 640 conflitti gravi, di cui 37 armati, per il con-trollo dell'acqua, molti dei quali il potere e i mass media preferiscono presentare come conflitti etnico/religiosi. Molte na-zioni sono dipendenti dall’acqua fornita da fiumi che scorrono in altre nazioni situate a monte. Israele sta depredando i palestinesi delle risorse idriche nel bacino del Giordano; Turchia, Siria, Iraq e Kur-distan si contendono il Tigri e l’Eufrate; Egitto, Sudan ed Etiopia competono per il Nilo; India e Pakistan per l’Indus; India e Bangladesh per il Gange; Ungheria e Cecoslovacchia per il Danubio; Stati Uniti e Messico per il Colorado. Le previsioni degli esperti affermano che il XXI secolo diverrà il secolo delle guerre per l’acqua.

Le multinazionali e l’acquaL'Organizzazione Mondiale del Commer-cio, la Banca Mondiale e il Fondo Moneta-rio Internazionale, attraverso la pressione esercitata sui paesi del Terzo Mondo dalle politiche di aggiustamento strutturale, stanno obbligando i governi di paesi stori-camente poveri ed indebitati come Angola, Argentina, Benin, Bolivia, Cile, Guinea-Bisseau, Honduras, India, Messico, Nica-ragua, Nigeria, Panama, Ruanda, Sene-gal, Tanzania e Yemen a privatizzare il loro

sistema idrico e, a volte, anche i fiumi. Ciò ha significato una gravissima viola-zione dei diritti umani dei popoli poveri, perché una risorsa vitale come l’acqua è stata sottratta al controllo del popolo per metterla nelle avide mani di una decina di multinazionali, portatrici di interessi opposti a quelli della gente povera: Vivendi Envi-ronment (Francia), Suez Lyonnaise des Eaux (Francia), Enron (USA), Bechtel Corporation (USA), Danone (Francia), CocaCola e Pepsi (USA), RWE (Germa-nia), ACEA (Italia), Monsanto (USA) Aguas de Barcelona (Spagna), Thames Water (Inghilterra) e Nestlé (Svizzera). Questo manipolo di corporation, attraverso la poli-tica delle privatizzazioni, intende accapar-rarsi il grande business dell’acqua che, secondo la stima della Banca Mondiale, ammonterebbe a mille miliardi di dollari all’anno. La prima conseguenza di questo impadro-nimento dei privati di una risorsa pubblica è lo scandaloso aumento delle tariffe di fornitura idrica che ha generato nel dicem-bre 1999 una rivolta popolare a Cocha-camba in Bolivia. Qui la gente è riuscita, dopo settimane di lotta e di scontri con la polizia boliviana, a ripristinare il controllo pubblico dell’acqua, la cui gestione era

stata affidata in concessione dal governo alla corporation americana Bechtel.

Ridurre gli sprechi in agricolturaIl 70 % dei prelievi d’acqua (dalle falde, daifiumi e dai laghi) viene utilizzata per l’irriga-zione in agricoltura (il 91% nei paesi poveri) ed è in questo settore che si verificano i maggiori sprechi, dovuti ai prelievi eccessivi rispetto alle capacità di rigenerazione delle falde acquifere. Il restante 22% dei consumi d’acqua è utilizzata dall’industria e l’8% per gli usi domestici. Anche in agricoltura occorre contenere la domanda d’acqua favorendo ed incentivandone l’uso parsimonioso e il riutiliz-zo.Nei paesi poveri, per contrastare ed invertire il processo di crescente impoverimento delle popolazioni rurali, andrebbe incentivato l’uti-lizzo di colture indigene resistenti alla siccità ed accresciuta la quantità di sostanza organi-ca dei suoli che, com’è noto, ha la capacità di trattenere l’acqua. Inoltre vanno potenziati sistemi di irrigazione più efficienti, ad esem-pio, impianti di irrigazione a goccia dal costo contenuto ed accessibile ai poveri, che distri-buiscono limitate quantità d’acqua vicino alle radici della pianta, senza inutili sprechi. Sono da valorizzare le tecniche agricole tradizionali d’irrigazione pluviale, di piccole dimensioni, a bassa intensità di capitali, ed autogestite localmente con sistemi cooperativi, efficienti e rispettosi delle capacità direintegro della natura. Oltre all’uso di pozzi tradizionali (a traino animale o con pompe a pedale) - scavati con tecnologie appropriate, che limitano la capacità estrattiva e consen-tono la ricostruzione delle falde sotterranee - è, altresì, essenziale potenziare complessi progetti di raccolta e conservazione dell’ac-qua piovana (reti di vasche e cisterne di rac-colta, ecc.), come anche il riutilizzo in agricol-tura dell’acqua usata nelle abitazioni. Necessario è anche operare un’inversione della politica distruttiva dei grandi progetti agricoli intensivi e delle monocolture irrigue ad altissimo consumo d’acqua, finalizzate all’esportazione per soddisfare le esigenze voluttuarie dei paesi ricchi del Nord, che dan-neggiano i piccoli coltivatori; come anche il gigantismo centralizzato delle 45 mila ma-stodontiche dighe costruite nel mondo, eco-logicamente deva-stanti e dagli altissimi costi umani per le po-polazioni povere sfollate.

Bere acqua di rubinettoL’Italia detiene in Europa il triste primato di paese leader nel con-sumo di acqua mine-rale in bottiglia. Una risorsa fon-damentale per la vita dell’uomo è stata quasi totalmente privatizza-ta. Il 72,4% della popolazione ita-liana preferisce l’acqua in bottiglia a quella di rubinetto e ne consu-ma ogni anno in media 180 litri pro capite, equivalenti a 86 botti-glie di plastica, per una spesa familiare mensile di 18 euro.L’enorme business delle acque minerali in Italia fattura 2840 mi-

lioni di euro. L’acqua imbottigliata costa il doppio del prezzo del petrolio al litro e più di 1000 volte di quella del rubinetto (all’impresa costa alla fonte 0,07 euro/litro e la rivende a 40 centesimi di euro/litro).Il consumo di acqua minerale in bottiglia ha un impatto am-bientale de-vastante ed elevati costi e n e r g e t i c i nelle fasi di produzione, distribuzione e consumo. a ) Costi diretti.Le famiglie italiane spen-dono per l’acquisto dell’acqua minerale da 300 a 700 euro/anno (ISTAT). Al costo vivo dell’acquisto si deve ag-giungere il costo in benzina dello spostamento in automobile per raggiungere il supermercato per l’approvvigionamento delle bottiglie, ed inoltre il pagamento della tariffa per i rifiuti solidi urbani. Poi c’è il costo aggiuntivo, in tempo, per il trasporto, la sistemazione a casa e il riciclaggio delle bottiglie di plastica. b) Costi indirettiIl consumo di acqua minerale produce 5 miliardi di bottiglie di plastica, che richiedono ogni anno 280 mila viaggi di camion, che percorrono centinaia di chilometri ad ogni viaggio, ed altrettanti viaggi per trasportare le bottiglie vuote dalle industrie chi-miche che le producono alle aziende che imbotti-gliano l’acqua, con relativo aumento di inquina-mento e traffico. Un camion può trasportare 19 mila litri di acqua minerale in bottiglie di vetro op-pure 26 mila 500 litri di acqua in bottiglie di plasti-ca. Questo dato spiega la diffusione delle acque minerali in bottiglie di plastica, che consentono alle ditte produttrici un risparmio nel trasporto del 40%. Se per smaltire poi l’emorme massa di bottiglie di plastica usate (5 mi-liardi) è necessario 1 milione di metri cubi di di-scariche, questo costo è giudicato delle aziende produttrici una esternalità da far gravare sulla collettività.La causa che ha determinato in Italia questo stato di cose è ravvisabile nella martellante pubblicità sulla purezza e salubrità delle acque in bottiglia, che avvalora il convincimento (vero o presunto) della pessima qualità igienico-sanitaria dell’acqua potabile di rubinetto.

Alcune considerazioni sulla qualità sanitaria e ambientale delle acque minerali presenti in commercio.- E’ utile sapere che le acque mi-nerali spesso contengono sostan-ze nocive in quantità superiori alle acque di rubinetto, perché la legi-slazione italiana (D.P.R. 236/88) è molto severa con l’acqua che sgorga dai rubinetti di casa, men-tre con le acque mine-rali è permissiva (D.L. 105/92). Ad esempio, sulle etichette delle ac-que minerali la legge non prevede l’obbligo di riportare molte sostan-

ze come nichel, ferro, ammoniaca, rame, zinco. Per altre sostanze tossiche (arse-nico, mercurio, piombo, cadmio, etc.) vi è obbligo di riportarle in etichetta soltanto nel caso in cui esse superino i parametri massimi previsti dalla legge esclusiva-mente per le acque minerali. Agli stessi parametri le acque di rubinetto sono con-siderate non potabili, perché velenose. Un esempio di come la qualità delle ac-que minerali sia in larga parte peggiore di quella di rubinetto civiene dal contenuto massimo di nitrati. Nell’acqua per i lattanti il contenuto di nitrati deve essere inferiore ai 10 mg/l, perchè, se assunti con l’acqua, i nitrati si trasformano in nitriti che, assorbiti dalla mucosa intestinale, possono causare la metaemoglobinemia infantile, che impe-disce il trasporto dell’ossigeno nei tessuti. Le acque di rubinetto contengono quanti-tà di nitrati inferiori a questo valore, men-tre esistono 60 tipi di acque minerali che superano la concentrazione massima di nitrati ammessa dalla legge per l’infanzia.- La salubrità delle acque di acquedotto è più controllata rispetto alle acque minerali, perché per queste ultime è previsto un campionamento mensile relativo a circa 15 parametri, mentre quelle di rubinetto sono

monitorizzate due volte al giorno, in riferi-mento a circa 30 parametri sanitari.- La quasi totalità di queste acque è com-mercializzata in bottiglie di plastica che, essendo stoccate in piazzali e trasportate su camion, sono sottoposte al calore dei raggi solari, i quali favoriscono la proli-ferazione batterica e il rilascio di sostanze chimiche nocive dalle bottiglie (il cancero-geno Cloruro di Vinile Monomero delle bottiglie in PVC). - La gestione ambientale di una massa di milioni di bottiglie di plastica, che ingros-sano le discariche o finiscono negli ince-neritori, eufemisticamente chiamati termo-valorizzatori.- Alcune marche hanno introdotto sul mer-cato acqua “purificata” (es. acqua Dasani, marchio della Coca Cola, acqua filtrata delfiume Tamigi, venduta a 1,40 euro/500 ml.), cioè sottoposta a procedimento di filtraggio per eliminare tracce di cloro e minerali pesanti. Si tratta di acqua potabile di rubinetto filtrata e imbottigliata.- L’Università di Ginevra ha confrontato dei campioni di acqua minerale e di rubinetto. Il risultato delle analisi non ha rivelato sostanziali differenze se non per la pre-senza di un quantitativo superiore di mine-rali nelle acque imbottigliate. La differenza

maggiore è da ravvisare nella disparità di costo: l’acqua in bottiglia costa circa 1000 volte di più (0,40 euro/litro) di quella di rubi-netto (1,5 lire/litro).

Alla luce di queste considerazioni, possiamo concludere che in Italia la qualità dell’acqua di rubinetto supera o, nel peggiore dei casi, uguaglia quella minerale in bottiglia, se siesclude l’eventuale odore di cloro, che co-munque evapora se si ha l’accortezza di riempire la bottiglia d’acqua alcuni minuti prima di berla. Il cloro è utilizzato nel pro-cesso di disinfezione delle acque potabili, per la sua capacità di ossidare ed inattivare i batteri e le sostanze organiche eventualmen-te disciolte nell’acqua.

Azione costruttiva

Livello MicroLe politiche di aumento dell’offerta d’acqua si sono rivelate insufficienti. Per dar da bere ai poveri del mondo, più che aumentare l’offer-ta, occorre contenere la domanda di H2O a livello individuale e collettivo.Cosa può fare ognuno di noi, da subito, per dar da bere ai poveri del mondo?Distinguiamo, anzitutto, i nostri consumi diret-ti, cioè l’acqua che effettivamente ado-periamo in casa, dai consumi indiretti, dal-l’acqua occorsa per produrre gli oggetti che consumiamo quotidianamente (alimenti, latti-ne, carta, plastica, ...).

Riduzione dei consumi direttiDi seguito, proponiamo una serie di suggeri-menti pratici e semplici accorgimenti per in-tervenire sui consumi diretti, usando o riutiliz-zando l’acqua in modo razionale e parsimo-nioso.- Non lasciare aperto il rubinetto dell’acqua quando ci si lava i denti o ci si insapona, mentre si fa la doccia e soprattutto non aprirlo al massimo. Una indagine sociologica ha evidenziato che il 73% degli italiani tra i 14 e i 21 anni lascia abitualmente il rubinetto aperto anche quando non lo utilizza.- Avviare la lavatrice solo quando è a pieno carico, selezionando, ove possibile, un programma economizzatore.- Al bagno preferire la doccia. Il bagno nella vasca necessità di 4 volte il quantitativo d’acqua utilizzato per una doccia.- I detersivi per il bucato e i piatti, come an-che i saponi, vanno usati con parsimonia per non inquinare ec-cessivamente le acque di scarico. Gli ammorbi-denti per il bucato in-quinano molto e sono inutili. Non usarli fa bene alla salute, al portafogli e all’ambien-te.

- Sostituire lo sciacquone del bagno (che con-suma il 30% del-l’acqua domesti-ca) con una cas-setta a due pul-santi per la rego-lazione del flusso. Ciò consente un risparmio di un terzo rispetto alle cassette tradizionali. Se questo non è possibile, inserire nella vaschetta dello sciacquone una bot-tiglia riempita d’acqua; si risparmierà così un litro e mezzo d’acqua ad ogni utilizzo.- Per evitare sprechi, lavare l’auto solo dall’interno, alla carrozzeria ci penserà la pioggia. Chi vorrà comunque lavare l’automobile, al posto del tubo di acqua corrente è sufficiente utilizzare un secchio d’acqua saponata per la prima passata e un sec-chio di acqua pulita per il risciacquo. Così facen-do, si risparmieranno circa 150 litri d’acqua.- In cucina lasciare a mollo in una bacinella le pentole e i piatti particolarmente sporchi prima di lavarli usando come ottimo sgrassante l’acqua di cottura della pasta. Per il risciacquo usare mezzo cucchiaino di detersivo ecologico per piatti.- Controllare ed even-tualmente riparare le perdite nell’impianto idrico domestico ed i rubinetti che perdono. Per effettuare una pro-va di tenuta dell’impian-to, chiudere bene tutti i rubinetti e controllare il contatore. Se continua a girare è segno che c’è una perdita nell’im-pianto idrico.

- I nostri rubinetti di cucina, bagno e doccia la-sciano passare l’acqua tal quale con notevole spreco. Applicare dei riduttori di flusso ai rubinetti consente di risparmiare il 50% dei consumi d’acqua fredda e calda (risparmiando così anche l’energia utilizzata per riscaldarla). I riduttori sono dei piccoli congegni di pla-

stica che, al modico prezzo di 3 euro, miscelano all’acqua particelle d’aria, con un piacevole ed efficace aumento del volume dell’acqua.- In passato le fattorieerano dotate di una botte collegata ai canali delle grondaie per raccogliere l’acqua meteorica utilizza-

ta in seguito per le varie atti-vità domestiche, come lavare i pavimenti, irrigare l’orto, ecc. Oggi il progresso (sic!) ha eli-mitato questa opportunità di riutilizzo della pioggia. Se si vive in una abitazione indipen-dente, si può posizionare sotto i tubi di scarico delle grondaie dei bidoni per la raccolta del-l’acqua piovana, o meglio delle

cisterne.- Per evitare di bere acqua minerale in bottiglia, dotiamo il rubinetto della cucina di un piccolo filtro depuratore.- E’ sommamente illogico ed ingiusto sperperare per lo sciacquone del WC 12 litri d’acqua potabile ad ogni utilizzo. Per il recupero dell’acqua grigia c’è chi auspica l’installazione di un impianto a pompa che porti l’acqua grigia nella cassetta del water. E’ un’operazione complessa e costosa. Le soluzioni sem-plici sono sempre le migliori. Noi, da anni, riutilizziamo così l’acqua grigia del lavan-dino e della cucina: l’acqua saponata dei lavaggi in ba-gno o per pulire le verdure viene raccolta in una bacinella e poi versa-ta in un secchio (se è troppa in una tinozza zincata).Successivamente, ad ogni utilizzo del Wc, versiamo la quantità di acqua saponata necessaria prendendola dalla bacinella, secchio o tinozza.

Riduzione dei consumi indirettiOgni oggetto ha un costo quantificabile in acqua impiegata nel corso del suo ciclo industriale. Per arrivare a produrre, ad esempio, un chilo di carta occorrono 325 litri d’acqua, un chilo d’acciaio 95, ecc. (vedi tabella 1.3). Un corretto approccio al risparmio idrico non può trascurare i con-sumi indiretti di acqua dolce contenuta nei prodotti acquistati. Risparmiare e riutilizza-re più volte la carta, ridurre i consumi di alluminio, evitare l’acquisto di prodotti confezionati con imballaggi inutili significa incidere positivamente sui consumi familia-ri di acqua. Anche le abitudini alimentari incidono sen-sibilmente sui consumi indiretti d’acqua. Per produrre un chilo di carne bovina oc-corrono 13 mila litri d’acqua, mentre per produrre un chilo di frumento sono neces-sari 400 litri d’acqua. Ridurre il consumo di carne nella dieta individuale comporta un considerevole risparmio d’acqua.L’auspicio è che a livello individuale, fami-liare e sociale si crei una nuova sensibilità ai problemi di questo bene prezioso. La cultura del rispetto, della tutela e del ri-sparmio su-bentri a quella dello spreco.

Livello MesoIl problema dell’acqua diventi prioritario nell’agenda politica del governo italiano.

- Nei prossimi anni, le istituzioni del nostro paese mettano a punto una “politica dell’ac-qua” che affronti - non soltanto in chiave emergenziale, quando si verifica un’inon-da-zione - il problema degli abusi e dei disa-stri naturali che si sono susseguiti in questi ultimi anni sul territorio italiano e che hanno evidenziato una gestione quanto meno disin-volta del territorio, il degrado dei bacini fluvia-li, la cementificazione degli argini, la scom-parsa, ad opera dell’agricoltura mo-derna, dei fossi e delle rogge (che incanala-vano l’acqua piovana), l’urbanizzazione sel-vaggia, la deforestazione incontrollata, che ha deprivato interi territori della capacità di trattenere ed immagazzinare enormi quantità d’acqua e causato il dissesto idrogeologico del suolo, con l’aumentato rischio di frane e smottamenti.

- Sollevare con provvedimenti oppor-tuni la gestione degli acquedotti dallo stato di incuria. Si inverta la tendenza alla privatizzazione delle reti degli acquedotti, che sta trasformando l’ac-qua da bene pubblico ad interesse privato.- La rete italiana degli acquedotti è a tal punto deteriorata da essere ridotta ad un colabrodo. Dei 165 milioni di metri cubi/anno d’acqua disponibili, purtroppo per il degrado dei 150 mila

chilometri di condutture della rete idraulica, soltanto 52 milioni di metri cubi sono effetti-vamente utilizzati. E’ urgente, quindi, un’ope-ra capillare di sostituzione, risanamento e ammodernamento del sistema acquedotti, per evitare le dispersioni, (attualmente quanti-ficabili in media nell’ordine del 30%) che si verificano nel trasporto dell’acqua dalla sor-gente agli utenti. - La politica istituzionale recuperi il suo potere nella gestione consapevole del territorio e del “sistema acqua” e ridimensioni l’influenza esercitata su di essa dalle lobby dei produttori di acque minerali. - Si avvii nelle scuole una campagna educati-va permanente sul risparmio idrico e la tutela dell’acqua come bene comune dell’umanità.- Si approvi una legge che obblighi i proprie-tari di edifici di nuova costruzione a racco-gliere l’acqua piovana in ampie cisterne gestite da un impianto idrico parallelo a quel-lo usuale. L’acqua meteorica così raccolta può essere utilizzata per tutte le attività domestiche in cui non è previsto l’uso di acqua potabile. L’acqua di gronda eventual-mente eccedente la capacità di raccolta della cisternaverrebbe convogliata nella fogna bianca.- Varare una politica di incentivi al risparmio idrico domestico che preveda fondi speciali per l’acquisto di riduttori di flusso per rubi-netti ed altri sistemi di risparmio.- Scoraggiare i produttori di acqua minerale in bottiglie di plastica usa e getta con lo strumento fiscale per incentivare l’uso di bottiglie di vetro.- L’Italia si adoperi in ambito internazionale per pesare di più a livello desionale in mate-ria di acqua e si opponga alla politica corren-

te di privatizzazione di questo bene vitale.- I movimenti che hanno redatto il “Manifesto del-l’acqua” propongono che l’Italia sostenga, alivello internazionale, l’inserimento delle proposte contenute nel “Manifesto dell’acqua” e si spenda perché venga istituito all’ONU un "parlamento mondiale dell'acqua".

Livello MacroPer consentire una vita sana e decorosa ad ogni essere umano, le Nazioni Unite si impegnino a garantire gratuitamente il diritto a 40 litri d’acqua potabile al giorno, attingibili al massimo nel raggio di un chilometro dalla propria abitazione. In Ugan-da, ad esempio, ci si deve accontentare di 10 litri di acqua al giorno e per procurarsela si percorre in media 20 km, dedicando all’approvvigionamento idrico 4 ore al giorno.I consumi domestici che eccedono la quota mini-ma di 40 litri, garantita senza costi e finanziata dai meccanismi fiscali, come indicato nel 2000 dalla Commissione Mondiale per l’acqua, saranno pagati proporzionalmente alle quantità utilizzate. Considerevoli aumenti del costo dell’acqua posso-no essere previsti per dissuadere gli utilizzatori dagli sprechi irrazionali. Il consumo di acqua che eccede la soglia individuale dello spreco, rigida-mente determinata, verrà pagata dall’utente finale al costo reale della prestazione del servizio idrico, con aggiunta di una penale per lo spreco.Le Nazioni Unite, inoltre, approvino una conven-zione internazionale sullo sfruttamento delleacque, in cui, tra l’altro, si affermi chiaramente che l’acqua di un fiume non appartiene alla nazione a monte del suo corso, e che per questo motivo non può deviarne il corso e negare l’acqua alle nazioni a valle, alle quali va garantito il diritto al flusso naturale del fiume. *

Matteo Della Torre

! Tabella 1.0! ! I consumi “diretti” d’acqua nei paesi dello spreco

Consumi d’acqua potabile della popolazione ricca del mondo (17%) 88%

Consumi d’acqua dolce in Italia:- acqua disponibile dalle piogge (al netto delle perdite per evaporazione)

- agricoltura- industria- usi domestici

150 mila milioni di tonnellate70% (105 mila milioni di tonnellate)22% (32 mila milioni di tonnellate)8% (12 mila milioni di tonnellate)

Un americano consuma in media ogni giorno 650 litri d’acqua

Un italiano consuma in media ogni giorno- bagno e doccia- pulizia dei sanitari- bucato- lavaggio delle stoviglie- usi di cucina- lavaggio auto e giardino- per bere- altri usi

250 litri d’acqua (1)39%20%12%10%6%6%1%6%

Sprechi per dispersione 25-30% del totale

Costo di un litro di acqua fredda 0,00052 euro (una lira)

Costo di un litro di acqua calda 0,0052 euro (10 lire)

Un rubinetto normale fornisce 10 litri al minuto

Una doccia normale fornisce 20 litri al minuto

Per una doccia di 5 minuti si consumano 100 litri d’acqua (costo: 0,52 euro)

Lavaggio mani 3 litri d’acqua (17 sec.)

Ciclo lavaggio in lavatrice da 80 a 170 litri

(1) dati: ISTAT! Tabella 1.1! ! I consumi d’acqua nei paesi della sete

Persone che nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile 1,5 miliardi (30% della popolazione mondiale)

Persone che nel mondo non possiedono servizio idrico sanitario 2,5 miliardi

Morti per malattie contratte a causa dell’acqua contaminata (colera, tifo, dissenteria, gastroenterite, epatite)

3,4 milioni (1)

Morti per dissenteria a causa dell’acqua inquinata 2,2 milioni (2)

Diritto minimo giornaliero di acqua (ONU) 40 litri

Bisogno minimo quotidiano di acqua per bere e cucinare 10 litri

Bisogno minimo giornaliero igiene personale e lavaggio stoviglie 80 litri

Un abitante dell’Uganda consuma in media ogni giorno 10 litri d’acqua

Distanza percorsa per approviggionarsi d’acqua 7 chilometri a piedi

Investimento annuo per garantire nel mondo acqua potabile per tutti 180 miliardi di euro (3)

Costo per la costruzione di un pozzo per fornire acqua a 5000 persone 1.500 euro

! (1),(2),(3) dati: Organizzazione Mondiale della Sanità

! Tabella 1.2! ! Gli italiani e l’acqua minerale

Consumo pro capite/anno di acqua minerale in bottiglia 180 litri/anno (mezzo litro al giorno)

Spesa annuale degli italiani per l’acquisto di acqua minerale in bottiglia 2.840 milioni di euro (pari a 5.500 miliardi di lire)

Italiani che consumano abitualmente acqua minerale 38 milioni di abitanti (il 65% della popolazione)

Marche di acque minerali commercializzate sul territorio nazionale 260 marche

Marche di acqua di proprietà di multinazionali su cui è in atto un boicottaggio interna-zionale

Nestlè: Claudia, Giara, Giulia, Levissima, Limpia, Lora Recoaro, Panna, Pejo, Perrier, Pracastello, San Bernardo, San Pellegrino, Sandalia, Tione, Ulmeta, Vera.Danone: Acqua di Nepi, Boario, Evian, Ferrarelle, Fonte Vivia, Natia, Santagata, Vita-snella.

Costo di una bottiglietta da mezzo litro acquistata al bar 1 euro

! Tabella 1.3! ! Consumi indiretti: l’acqua utilizzata per la produzione delle merci

1 kg. di carta 325 litri d’acqua

1 kg.di acciaio 95 litri d’acqua

1 tonnellata di grano 400 tonnellate di acqua

1 kg. di patate 1000 litri di acqua

1 kg. di carne 13.000 litri di acqua

1 litro di benzina 10 litri di acqua

L’acqua è preziosa, non sprecarla! rla!

Dare da bere ai poveri del mondo,dipende da te...

“Ho avuto sete e mi avete dato da bere...” (Mt 25, 35)