Dall’ITAS “Luigi Russo”SCUOLA CITTÀ E DINTORNI ... (Africa, Asia, America Latina, ecc.) e...

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Dall’ITAS “Luigi Russo” Anno scolastico 2009-2010

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Dall’ITAS “Luigi Russo”Anno scolastico 2009-2010

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PRESENTAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3ADOZIONI A DISTANZALa fondazione AVSI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6SCUOLA CITTÀ E DINTORNIPagine di legalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8Incontro con lo scrittore Enzo Russo . . . . . . 9L’ITAS si rinnova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10Cineforum a scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11Matematica e realtà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11Cose di “Casa nostra” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12Ricordiamo il passato vivendo il presente . . 14Incontro su Pirandello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15Non andiamo in fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16Viaggio a Istambul . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17Stage a Londra... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18Stage di tedesco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19Stage al Cea Serra Guarnei . . . . . . . . . . . . . . . 20Stage a Bolzano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Visita a Ortigia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22Tutti a teatro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23Gara di danza sportiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24AMARCORDIn memoria della prof.ssa Enza D’Antona . . . . . 26GIORNATA DELL’ACCOGLIENZALa mia passione: l’equitazione . . . . . . . . . . . . 28La mia passione per la danza . . . . . . . . . . . . . 28Salviamo gli squali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29la nostra gita a Rimi e dintorni . . . . . . . . . . . 29La nostra gita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30Visita d’istruzione a Roma . . . . . . . . . . . . . . . . 31Viaggio d’istruzione a Roma . . . . . . . . . . . . . . 32Viaggio d’istruzione a Rimini . . . . . . . . . . . . . . 33Viaggio d’istruzione a Roma . . . . . . . . . . . . . . 33Visita d’istruzione a Roma . . . . . . . . . . . . . . . . 34PAGINE DI ATTUALITÀBenedetto XVI a Palermo . . . . . . . . . . . . . . . . . 36Il crocifisso in classe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38“Perdonali perché non sanno quello che fanno” 40Haiti. l’apocalisse del paese che non c’è più . 41

Pagine d’attualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42So scene!! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44LE NUOVE FRONTIERE DELLA SCIENZALa prima cellula artificiale è realtà . . . . . . . . 46Staminali: sconfitta sterilità... . . . . . . . . . . . . . 47Il vaccino anti-tabacco . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48SOS PIANETA TERRA Aiutiamo i panda giganti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50Il lemuri del Madagascar . . . . . . . . . . . . . . . . . 51Aiutiamo le foche monache . . . . . . . . . . . . . . . 51Conferenza di Copenaghen 2009 . . . . . . . . . . 52RIFLESSIONI E CURIOSITÀDepressione adolescenziale . . . . . . . . . . . . . . 54Topolino diventa cattivo!! . . . . . . . . . . . . . . . . 55RECENSIONIBaarìa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58Gran Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59Invictus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60Rosso come il cielo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61La vita è bella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62Commenti al libro “Matematica per la vita” . 63Il ritratto di Dorian Gray . . . . . . . . . . . . . . . . . 71CLASSICHE PARODIERe Artù un cavaliere per tutti i tempi . . . . . . . 74Costruisci un testo scritto . . . . . . . . . . . . . . . . 75Canzoni & numeri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76L’ANGOLO DEI POETI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78MUSICVasco Rossi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80SPORTLa mia grande passione: la danza classica . 82La kick boxing: uno sport da praticare! . . . . . 82COSE NOSTRERicette nissene: muffoletto . . . . . . . . . . . . . . . . 84Dialetto in poesia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85C’È POSTA PER TE: Lettere aperte . . . . . . . . 86UMORISMO IN CLASSE . . . . . . . . . . . . . . . . . 87

INDICE

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Attraverso la vignetta e il titolo di copertina “Una società senza maestri”, ripre-sa dalla più celebre frase “Una società senza padri” vogliamo, non tanto soffer-marci sugli esiti dell’ennesima Riforma della scuola (il che ci porterebbe troppo

lontano), ma molto semplicemente e senza alcun intento polemico, offrirvi alcunispunti di riflessione sul ruolo dell’educatore in genere, e sul suo rapporto con il mondogiovanile, nostro interlocutore privilegiato, e con la più vasta Comunità educante.In un tempo in cui da un lato la scuola è “in trincea”, schiacciata dal peso di ogni sortadi responsabilità – dall’altro i nostri giovani sono alle prese non solo con le ansie disempre, proprie della loro età adolescenziale,ma con l’incertezza del loro futuro e,soprattutto col vuoto di senso e di significato che il nostro tempo esprime, imbellet-tandolo con i lustrini dell’apparenza, dell’edonismo, dell’individualismo esasperato,della modernità a tutti i costi, è ancora possibile – ci chiediamo - proporre modellieducativi “organici”, ossia sostanziati dall’autorità di una tradizione e supportati dacomportamenti coerenti con tali modelli? Mi si obietterà che la scuola è laica e le cattedre non sono pulpiti dai quali dispensa-re certezze, che è compito del docente mantenersi rigorosamente “neutrale”, per sol-levare dubbi e domande, difendendo la pari legittimità dei diversi punti di vista, senzainterferire con giudizi di valore. Tale preoccupazione è peraltro lecita, perché vuoleevitare quel deleterio condizionamento che impedirebbe ai ragazzi di giungere ad unaformazione autonoma e critica.Ma un’educazione di tal genere, che si limiti semplicemente ad illustrare opzioni cultu-rali in maniera indifferenziata e con lo spirito dell’equidistanza, può essere una rispostaadeguata alle esigenze “valoriali” che il nostro mestiere - necessariamente- esprime? Se la Scuola fosse una semplice agenzia informativa e nostri utenti dei meri consu-matori, il discorso filerebbe ma, almeno su questo siamo tutti d’accordo, così non è.Ma i nostri giovani ci chiedono di più, loro che sono “di più” di quello che i mediae la mentalità dominante ci vogliono far credere ; basterebbe vedere quanti diloro sono impegnati in associazioni di volontariato e, senza andare lontano, quan-ti, alla fine della scuola, svolgono il ruolo di educatori nei “grest” parrocchiali,così attesi dalle tante mamme lavoratrici!! E di ciò, in tanti anni di insegnamen-to, sono testimone anch’io.Ma allora questa “emergenza educativa”, di cui tanto si parla, riguarda solo i ragazzio non piuttosto anche il mondo degli adulti, degli educatori in genere? Se ci sonoi”bulli” nella scuola, ossia ragazzi che non hanno interiorizzato alcun senso del limite,forse è perché non ci sono stati alle spalle adulti ( e qui mi riferisco anche ai genito-ri) in grado di proporre loro un’ipotesi di significato“forte” della vita e della realtà, una proposta chiara e ragionevole da verificare sul campo, e che chiama in causa ilnostro stesso vissuto, le nostre scelte di vita, e ci chiama a rispondere della nostracoerenza, fattore indispensabile di credibilità.Oggi purtroppo nel mondo della scuola si vedono, con chiarezza, due tendenze: da unaparte troviamo quei docenti che, delusi e scettici, non sanno più che cosa insegnare eper chi; dall’altra una schiera di “volonterosi” che continuano a credere nel lavoro chefanno, ma che appena riescono a scalfire convinzioni e “miti”, provenienti al mondo gio-vanile dalle cosiddette agenzie educative non formali.

Che fare dunque?Si può ancora essere maestri, nel senso forte del termine, in una società cosìnichilista e scettica?Si può ancora ridestare in ciascuno di noi, giovani e adulti, il desiderio di qualcosadi bello, di vero e di grande, mantenendo dell’adolescenza quello che dell’adole-scenza vale la pena di mantenere per tutta la vita( senza per questo diventare ado-

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Presentazione

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lescenti di ritorno), ossia quella apertura al bello, alla bellezza, alla verità, apertura che, per la prima volta si scatena proprio a quell’età e che spesso, poi, noi adulti con-tribuiamo a soffocare?Basta allora lamentarci delle brutture del mondo, dell’insipienza dei giovani e della istituzioniche, a ben vedere, non sono che il ritratto speculare di quello che siamo noi, un grande Ritrattodi Dorian Gray che tentiamo continuamente di censurare!In fondo, a ben pensare, qual è il vero ostacolo al nostro cammino umano? È, come dice don LuigiGiussani, grande educatore dei nostri tempi, “la mancanza di affezione a sé”, cioè l’assenza diun autentico interesse per la propria persona, interesse che, se preso sul serio, ci portereb-be a riscoprire le nostre esigenze costitutive. E che sono io? Io sono appunto desiderio di feli-cità, di bellezza, di verità, di giustizia: E tutto a partire dal rapporto con realtà, non da elu-cubrazioni personali: è il reale stesso che, se sono leale, mi sollecita a ricercare qualcosa d’al-tro. E questa è esigenza della ragione, prima che dello spirito.E se “EDUCARE E’ SPALANCARE ALLA REALTA’ TUTTA INTERA”, allora questa può essereuna ragionevole proposta educativa. In questi termini, anch’io voglio diventare un maestro….

IL “MAESTRO” CHE VORREI…

SE TUSe tu entri in classe come si entra in vacanza;

se il tuo cuore batte più veloce vedendo i tuoi allievi;se ogni viso è per te un’anima da coltivare;se tu riprendi con gioia il dialogo sospeso;

se ogni tua ora passata è troppo presto fuggita;se tu ami meglio il tuo lavoro ogni anno che passa;

se la tua opera ti sembra incompleta;se Dio è ogni giorno il tuo più grande confidente;

se le dita irrequiete e i piedi rumorosi ti suona sinfonia;se le tue punizioni sono rare come le piogge in luglio;

se le inevitabili difficoltà ti trovano sorridente;se i queruli genitori e i fanciulli ti dicono gentile,

se la tua giustizia sa fasciarsi d’amore;se tu combatti il male, ma non il peccatore;

se tu predichi la virtù e la sai praticare;se ogni giorno che passa ti trova migliore;

se incatenato, ogni giorno conservi l’anima libera;se senza essere schiavo tu segui un metodo;

se sapendo tante cose, tu non ti credi sapiente;se tu dai ristudiare ciò che credevi di sapere;

se al posto di interrogare tu sai soprattutto rispondere;se tu sai essere fanciullo pur restando maestro;

se davanti alla bellezza tu sai meravigliarti;se per la verità tu resti intransigente;

se la tua vita è lezione e le tue parole silenzio;se la tua vita è preghiera e la tua fede splendente;

e se i tuoi allievi vogliono assomigliarti: ALLORA TU SEI MAESTRO!

A Gille

Mi si perdoni questa invasione di campo in un giornale che è degli studenti, ma da semprela “Presentazione” è stata - per chi non se ne fosse accorto - il “cantuccio” dal quale holanciato proposte, spunti di riflessione e provocazioni ai miei ragazzi, e non solo a loro!

Il referente del progetto Maria Cristina Benintende

P.S.

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ADOZIONE A DISTANZA

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La Fondazione AVSI èuna organizzazione non governativasenza scopo di lucro fondata a Cesena nel

1972, è impegnata con 111 progetti di coopera-zione allo sviluppo in 39 paesi del mondo. AVSIè presente in vari paesi poveri del mondo(Africa, Asia, America Latina, ecc.) e opera neisettori della sanità, igiene, cura dell’infanzia incondizioni di disagio, educazione, formazioneprofessionale, recupero delle aree marginaliurbane, agricoltura, ambiente, microimprendito-rialità, sicurezza alimentare ed emergenza uma-nitaria, con la finalità di sostenere lo sviluppoumano nei Paesi più poveri del mondo. I proget-ti di sviluppo di AVSI intendono guardareall’educazione come strumento per far emerge-re i talenti. Le “tende” sono un importante gestodi carità, nato nel 1990 per sostenere i primivolontari di AVSI, raccogliendo fondi e facendoconoscere il loro lavoro nel mondo a favoredelle popolazioni più fragili. La “prima Tenda”era un semplice banchetto allesito fuori da unsupermercato in Lombardia. Da allora nel perio-do natalizio le Tende di AVSI sono diventate una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi rea-lizzata grazie al coinvolgimento di una rete di oltre 12mila sostenitori volontari. Ogni anno viene pre-sentato un tema specifico, con uno slogan che vuole far riflettere sulla condizione dell’essere umanonel mondo, e che detta anche la scelta di progetti che hanno particolare necessità di essere sostenuti.

Nuova adozione a distanza“ Per suscitare in un bambino la fiducia in se stesso, la stima e la consapevolezza delle proprie capa-cità, per stimolare la sua crescita come essere umano capace di affrontare la vita e le sue diffi-coltà, è necessario che almeno una volta nella vita abbia potuto fare l’esperienza di un incontro, diuno sguardo capace di valorizzarlo, di dargli fiducia, di comprenderlo e di accoglierlo.”

Nome: ArlianeCognome: Da Silvia NevesSesso: F Data di nascita: 24/05/2001Luogo di nascita: Alenquer – ParàCittà di residenza: ManausNome della madre: Eliene Alves Da SilviaNome del padre: Aleilson Miranda NevesOccupazione della madre: cuocaOccupazione del padre: panettiereN° componenti nucleo familiare: 5Tipo di abitazione: casa concessa in prestitoFrequenza scolastica: normaleSituazione personale e familiare: Arliane è originaria di Alenquer, ha 9 anni, ha una sorella gemella che si chiamaAlaiane e sta frequentando la 3° elementare. I suoi genitori vivono una situazione economica difficile. Non possiedo-no una casa e quella in cui vivono è stata messa a loro disposizione da amici. Arliane ha una buona condotta scola-stica. Nei primi due bimestri ha avuto un buon rendimento, media tra l’8 e il 10, nel terzo bimestre la sua applicazio-ne è stata regolare ma ha avuto un rendimento insoddisfacente in geografia e in matematica. Ugualmente alla sorel-la gemella Alaiane, Arliane ama l’educazione fisica e si distingue in religione ed in educazione artistica.

Tumminelli Linda 3°Abio

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SCUOLA CITTÀ E DINTORNI

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Dall’I.T.A.S“Luigi Russo” è inizia-to, sabato 21 Novem-bre 2009, il secondociclo di seminari, cheha visto a confrontostudenti da una partee giudici, avvocati eimprenditori dall’altrache hanno risposto aduna serie di domandesu mafia, sicurezza,giustizia, sugli intrec-ci tra mafia e politicaed altro ancora.Ad introdurre l’argomento, dopo il saluto del

Digerente Scolastico, il questore di Caltanis-setta, Guido Marino, che ha esortato i giovani arispettare le regole quotidianamente e a nonscendere a compromessi con i boss di turno:“Bisogna assumere comportamenti coerenti – hacontinuato ancora il questore - diffidando dellescorciatoie, perché un prezzo prima o poi sipaga”; proseguendo nel suo discorso, lo stessomanda alla fine un messaggio forte:” la lotta allamafia si fa in silenzio, prendendo atto che moltoè stato fatto ma la lotta è ancora lunga”. MarcoVenturi, a sua volta, imprenditore e assessoreregionale all’industria ha ribadito che “oggiquello che stenta a cambiare in Sicilia è la men-talità. Basta con l’assistenzialismo, basta conquesto Sud che chiede fonti statali per il suo svi-luppo economico. Bisogna sconfiggere la cultu-ra del clientelismo, del malaffare ma anche lamala burocrazia”.Tante le domande poste dagli studenti a chi conla mafia si confronta tutti i giorni; tra queste necitiamo due, quella di Anna Laura Palermo equella di Alessia Giambra. La prima ha chiesto“come mai, dopo tutte le leggi del Parlamento,la mafia è sempre forte”. A lei ha risposto ilcaporedattore del Giornale di Sicilia della reda-zione nissena, Giuseppe Martorana :”noi siamosiciliani e viviamo ancora in una cultura mafio-sa”. Poi riferendosi ad una frase di Kennedy caraa Giovanni Falcone, ha così continuato:” nonchiedere cosa lo Stato può fare per te, ma cosatu puoi fare per lo Stato. E’ semplice: basta fareogni giorno il proprio dovere. In quel momento

possiamo affermareche la mafia è scon-fitta”. In conclusionelo stesso ha ricordatola grande iniziativapartita dallaConfindustria nisse-na, che ha visto laribellione di tantiimprenditori chehanno detto no allamafia, e queste cose igiornalisti,”artigianidell’informazione” ,hanno il dovere di

raccontarle ogni giorno. La seconda studentessa,a sua volta, ha chiesto “perché sconfiggere lamafia se ci garantisce posti di lavoro?”. A lei harisposto l’avvocato Salvatore Pecoraro, soste-nendo che “questo è solo un luogo comune, unabugia tremenda. La mafia quando investe pensasolo a se stessa”.I magistrati a loro volta, Alessandra Giunta e

Andrea Catalano, hanno messo in evidenza conquanta “caparbietà e senso del dovere i magi-strati vanno avanti”, anche in situazioni di estre-ma precarietà (spesso manca anche la carta perle fotocopie e gli assistenti per le udienze).Entrambi concordano nel sostenere che il ruolodi magistrati non è quello di pronunciare senten-ze, ma anche quello si stare vicino alla gentecomune.Altro tema scottante toccato dagli studenti èstato quello relativo al cosiddetto “processobreve”. A questo ha risposto il procuratoreaggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che hasostenuto da un lato la necessità di abbreviare itempi dei processi, cosa peraltro gradita a tutti icittadini, ma dall’altro ha sollevato il rischio cheil processo breve potrebbe portare all’estinzionedel reato. Presenti anche il vicepresidente dellaProvincia, Pietro Milano, il Maggiore dei cara-binieri, Stefano Romano e Nicola Pastorello,direttore di Confidi. L’ iniziativa, partita dal nostro Istituto, è risultatamolto interessante e coinvolgente, e proseguiràanche in altre scuole fino a maggio.

Redazione del giornalino d’Istituto

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“Mafia, la lotta è quotidiana”Il riscatto inizia dalla scuola

PAGINE DI LEGALITÀ

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Il 22 gennaio le classi quinte hanno avuto uninteressante incontro sul tema della legalitàcon lo scrittore Enzo Russo che da subito ha

sottolineato come “l’illegalità non è solo ilpizzo, la violenza” – questa riguarda i giudici ela magistratura – “l’illegalità è piuttosto un pro-blema di mentalità “ che vive nel quotidiano.E il ruolo degli studenti è proprio quello di pren-dere coscienza di tale mentalità nella vita di tuttii giorni e, a riguardo Enzo Russo ha lanciato unasfida a noi giovani dicendo “Il futuro dellamafia è nelle vostre mani”. A ribadire quantodetto, è poi intervenuta la Preside la quale hasottolineato come “attraverso l’educazione sipuò vivere in maniera diversa e attraverso ilnostro comportamento si può costruire unasocietà diversa”. Nella seconda parte dell’incontro gli studentihanno quindi posto interessanti domande; c’èchi ha chiesto del rapporto tra mafia e politica, edel ruolo del Parlamento che in fondo si auto-protegge dagli attacchi della Magistratura, eanche qui la risposta dello scrittore è stata chia-ra e paradossale:”anche il destino del Parlamen-to è nelle vostre mani”.Originale poi la domanda posta dal professoreDell’Aira che ha chiesto allo scrittore come vive”l’escursione termica” tra Monza e Mazzarino;altrettanto originale la risposta di Enzo Russoche ha sostenuto di resistere perché non vivedodici mesi l’anno nello stesso posto.Un altro ragazzo ha chiesto se la mafia è presen-te nel Nord Italia e la risposta è stata affermativa:c’è il racket, circola molta droga, si chiede ilpizzo, ma solo ai negozianti meridionali, perchéchi accetta il ricatto, chi paga è un mafioso purelui, e tutto il sistema si fonda sull’omertà… in

realtà si scrive omertà, ma si chiama paura. Mail rimedio esiste anche in questo caso: di frontealla droga, ad esempio, si può non comprarla…tutto dipende da noi, dalla nostra consapevolez-za e dal nostro coraggio.A conclusione nel ringraziare lo scrittore, laPreside ha ribadito che “il più grande regaloche si può fare alla mafia è non parlarne… par-larne è già importante. Per combattere la mafiaoccorre quindi cominciare con i nostri compor-tamenti di tutti i giorni, facendo il nostro dove-re”.

Andrea AmicoIII A Bio

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Incontro con lo scrittore Enzo Russo

La Sicilia tra legalità e illegalità

Incontro con lo scrittore Enzo Russo

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Quest’ anno, i laboratori della nostrascuola sono stati aggiornati con appa-recchi e attrezzature di ultima genera-

zione; in particolare, grazie all’approvazione delprogetto FESR a livello europeo, sono stati rinno-vati i laboratori di CHIMICA ed il laboratorioLINGUISTICO 2, e con l’utilizzo dei fondi scola-stici il LABORATORIO LINGUISTICO 1 eINFORMATICA 1.L’ innovativo laboratorio LINGUISTICO 2, finan-ziato dai Fondi europei, è dotato di una retecompletamente funzionante anche a computerspenti, grazie alla quale gli alunni possono vede-re filmati, conferenze, ascoltare eventuali audio,registrare tramite registratore digitale e fare tantealtre attività, destinate principalmente all’ indi-rizzo Linguistico e non solo…Anche il laboratorio LINGUISTICO 1 è stato sot-toposto a grandi interventi di rinnovamento conil cambio di tutti i PC e l’istallazione di unamoderna L.I.M. (lavagna interattiva multimedia-le) che sarà di grande aiuto ai docenti.Nei laboratori di INFORMATICA, sono statesostituite tutte le macchine e acquistate le licen-ze dei più aggiornati software, per permetterci l’utilizzo dei PC nel migliore dei modi.Il nuovo laboratorio di CHIMICA, che sostituisceil vecchio laboratorio, è stato finanziato surichiesta dell’istituto, grazie all’ approvazionedel progetto FESR europeo per un importo dicirca 30.000 €.Le principali differenze con il vecchio laborato-rio riguardano soprattutto la salubrità dell’am-biente, migliorata a motivo dell’ istallazione diuna nuova efficientissima cappa chimica e dellecappe di aspirazione poste su ogni banco dilavoro.Anche i reagenti sono indubbiamente sistematiin modo migliore: vi è la presenza infatti di treSAFETY BOX che consentono una ottimale divi-sione dei materiali, in base ai livelli di pericolo-sità.

Alla realizzazione di tale progetti hanno contri-buito gli assistenti tecnici GAGLIANO Roberto,MAROTTA Giovanni e CINARDO Luigi che congrande competenza hanno collaborato e coordi-nato i lavori di ristrutturazione.Da notare, infine, è l’innovativo sistema di smal-timento dei rifiuti liquidi.Unico inconveniente che noi alunni abbiamorilevato è legato al numero dei posti di laborato-rio, secondo noi inadeguato rispetto al realenumero degli alunni per classe: il nuovo labora-torio, infatti, può ospitare solo 24 alunni.

Mirko Costa 3A bio

L’ I.T.A.S. si rinnovaNuovi e all’avanguardia i laboratori di chimica, lingue e informatica

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Quest’anno nel nostro Istituto è stato avvia-to il progetto Cineforum “Tutti al cinema” che

ha previsto la proiezione di film nuovi e interessanti,dai quali noi ragazzi abbiamo ricavato numerosispunti di riflessione.Il gruppo di lavoro si è impegnato sempre con costan-za ed entusiasmo sia nell’attività preliminare, consi-stente nella prima visione dei film, sia successivamen-te nella preparazione delle recensioni da distribuire aipresenti.Anche se quest’anno non vi è stata una massiccia par-tecipazione, noi abbiamo sempre creduto e continuia-mo a credere nella valenza educativa dell’iniziativa.Per il prossimo anno scolastico,vorremmo rilanciare ilprogetto, abbinandolo a quello della BIBLIOTECA, eproponendo la visione di film tratti dai grandi capola-vori della letteratura italiana e straniera, secondo unpercorso mirato per le classi del triennio.Questi i film visti: “Les Choristes”, “Juno”, “LittleMiss Sunshine”, “Osama”, “Tristano e Isotta” e “Ilritratto di Dorian Gray”.Il gruppo di lavoro è stato costituito dagli alunni: An-drea Amico, Mirko Costa, Roberta Calì, Roberta Spe-ciale, Giuseppe Cosentino, Giuseppe Lo Verme, Ales-sandra Cammarata.

Cineforum a scuola

Strepitosa vittoria dell’Istituto

RealtàQ

&uest’anno nel nostro Istituto è stato avviato il progetto” Matematica

e Realtà” a cui hanno partecipato numerosi studenti delle cassi II, III, I e V.Il progetto è stato coordinato dalla prof. Gabriella Savoja e svolto in col-laborazione con il prof. Calogero Milia e la prof.Renda.Insieme,alunni e docenti, ci siamo adoperati andando alla ricerca di unargomento che avrebbe successivamente interessato le nostre ricercheed abbiamo pertanto scelto l’ acqua: elemento essenziale per la nostravita.Il nostro laboratorio si è diviso in due gruppi: uno formato da alunni diII e III che si sono dedicati alla creazione di modelli lineari dedicati all’acqua, e uno formato da alunni delle classi successive che si sono dedi-cati alla creazione di modelli esponenziali con lo stesso argomento.Abbiamo così realizzato una sequenza di diapositive che illustrassero idiversi modelli, mettendo altresì in evidenza il fatto che in Sicilia l’ industriaconsuma acqua potabile che verrebbe altrimenti destinata ai centri abitati.Insieme ai docenti ci siamo quindi recati presso l’ università di Perugiaper presentare innanzi alla giuria ed agli studenti provenienti da diversescuole di tutta Italia il nostro elaborato.Il giorno della premiazione nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di vin-cere, ed è stata una fantastica sorpresa quando, inaspettatamente, duran-te la cerimonia di premiazione, ci siamo resi conto della nostra vittoria.

Matematica

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All’ I.T.A.S. “Luigi Russo” noi ragazzi della1^A Linguistico stiamo seguendo il modu-lo di “Cultura e Tradizioni Popolari”, alla

riscoperta delle antiche usanze dei nostri nonnie bisnonni.Tra le diverse occasioni di riflessione ci piacericordarne due che ci hanno coinvolti e ci hannodato modo di valorizzare tradizioni che, in que-st’epoca di globalizzazione sono quasi trascura-te. La prima esperienza è legata alla commemora-zione dei defunti, la seconda alle tradizioninovene natalizie siciliane.

•Dalle interviste ai nostri nonni e ai nostrigenitori e dalle ricerche sul campo abbia-mo imparato che la commemorazionedei defunti ha origine antiche , cometestimoniano le pagine dello studioso pereccellenza della cultura popolare sicilia-na, il Pitrè.Lo storico racconta che “ni lu iornu di limorti” i palermitani visitavano le cata-combe dei cappuccini dove gli scheletridei morti, avvolti in panni neri, venivanoesposti agli occhi dei visitatori, mentrenei vari cimiteri i parenti dei defuntiaccendevano ceri, ornavano con fiori fre-schi le tombe dei cari e si fermavano afare l’elemosina ai questuanti che, lungola via di accesso al camposanto, tendeva-no la mano per ottenere qualcosa.Dolci, giocattoli, vestiti nuovi erano iregali che i bambini ”buoni”trovavano lamattina del 2 novembre, ma questa tradi-zione è ancora oggi viva. E’ una pietosabugia quella raccontata dai genitori aibimbi buoni: i morticini sono tornati dinotte per farli felici con i loro regali.Il Pitrè racconta che i dolci che l’indoma-ni sarebbero stati dati ai bambini sono inverità destinati ai defunti che durante lanotte sarebbero andati a cenare nella loroantica casa: si tratta di una vera e propriacena in onore dei trapassati. L’intimosignificato si riconnette alla credenza inuna effettiva seconda morte, già rintrac-

ciabile nella preistoria e di diffusonequasi universale.Molti gli elementi che la caratterizzano:non solo i morti “vivono”, ma conserva-no le passioni di quando erano in vita,cioè amano, odiano, bevono, ritornanodi tempo in tempo nelle loro cose.Pertanto i loro parenti debbono onorarlie nutrirli. Il banchetto funebre, che siteneva dopo un decesso, aveva la funzio-ne rinvigorire la collettività indebolitaper la perdita di uno dei suoi componen-ti, ma simbolicamente nutriva lo spiritodel defunto. Del banchetto funebre èrimasta traccia nel tradizionale cunsulusiciliano, una mensa che si usa imbandi-re ancora oggi.

•Le nostre conoscenze sono poi state inte-grate da approfondimenti sulla festa diHalloween che, pur essendo una celebra-zione profana e nordica, attrae oggi moltigiovani che amano travestirsi da maghi,orchi, vampiri. Abbiamo conosciuto l’ori-gine dell’uso di intagliare lo zucche. Siracconta che un malfattore di nome Jacko’ Lantern ingannò il diavolo intagliandola corteccia di un albero in modo tale cheil demonio, una volta salito, non potessescendere più. L’uomo, dopo la suamorte, si presentò all’inferno, ma il dia-volo per vendicarsi non volle farlo entra-re, anzi gli porse un piccolo tizzone perilluminare la via tenebrosa del ritorno.Per fare durare più a lungo la luce, l’uo-mo intagliò una zucca e vi pose dentro iltizzone ardente

•Il nostro itinerario di studio si è concluso“dolcemente”. Ogni gruppo, in cui laclasse era stata suddivisa per le ricerche,ha portato in aula dei dolci tipici delperiodo dei morti: pupi di zucchero, frut-ti martorana, ossa di li morti, tatù. La

COSE DI “CASA NOSTRA” Tradizioni popolari in classeTutti oggi parlano di politica, economia, risparmio… Ma chi pensa alle nostrebelle tradizioni popolari che scandiscono i diversi momenti dell’anno?

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nostra classe si è trasformata in aula daesposizione, oltre che delle specialitàdolciarie, di una zucca intagliata.A conclusione tutti noi, insieme allaPreside e ad alcune nostre insegnanti,abbiamo degustato i dolci della nostratradizione.

•Ora vieni lu picuraru/ e nun avi chi cipurtari/ porta latti ni la fisca/ cascavaddue tuma frisca.Questa è una delle strofe delle tante can-zoni cantate durante il periodo delle tra-dizioni novene natalizie.In Sicilia, l’usanza di celebrare a nuvenadavanti la figuredda ha radici antiche.Durante i nove giorni precedenti la vigi-lia di Natale, i ciarameddari si esibivanocon strumenti a fiato o a percussionedavanti all’altarino su cui era postal’immagine raffigurante la SacraFamiglia.La cornice del quadro era addob-bata con rami di alloro, agrumi emurtidda.La protagonista assoluta dellanovena a parti di casa era lapadrona di casa, che, per rin-graziare Dio di un votoottenuto, organizzava lanovena durante la qualequestuava soldi o oggettiper ornare l’altarino.L’ultima sera, per osten-tare ricchezza e abbon-danza, organizzava ufirriatu, cioè la distribu-zione di ceci, faveabbrustolite, vucciddati,panini, pizzette, bibite,dopo un’esplicitarichiesta contenutain ritornelli che gliinvitati intonava-no.Nel giorno pre-cedente levacanze natali-zie abbiamovoluto ricreareun esempio dinovena, bellissi-ma figureddadavanti alla qualesi sono esibitealcune compagnedi 1° A e 2° A

Linguistico, che hanno intonato canzonitradizionali dialettali, accompagnate dalsuono di tamburello e chitarra.Dopo l’esplicita richiesta alla preside “ODonna Fazia pirchì n’aviti invitatu/ piglia-ti lu cannistru e faciti u firriatu”, sono statidistribuiti dolci tipici, ceci abbrustoliti esemenza ad alunni e docenti che hannopartecipato alla novena.

1^ A Linguistico

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RRiiccoorrddiiaammoo iill ppaassssaattoovviivveennddoo iill pprreesseennttee

Le tradizioni sono una parte integrante della nostra cultura e per non farle disperderle biso-gna riscoprirle, farle tornare alla mente e farne partecipi tutti, dai più piccoli ai più grandi. Bisognerebbe fare delle gite nei paesi circostanti per scoprire le diverse tradizioni locali : que-sto è quello che abbiamo fatto noi ragazzi della 1^ e 2^ A Linguistico, il 19 marzo, visitan-do a Riesi le famose “Tavolate di San Giuseppe”.Come molti sapranno, le tavolate di S. Giuseppe vengono preparate , dai devoti, nelle pro-prie case che , per tutta la giornata, rimangono aperte al pubblico. Questa tradizione ricordala Sacra Famiglia e lo spirito della carità cristiana nei confronti dei più poveri. Le tavolate vengono addobbate con preziosi merletti, tovaglie e immagini di S. Giuseppe;ciascun visitatore è libero di gustare le prelibatezze messe a disposizione dalla famiglia cheprepara e commissiona “i pupi di S. Giuseppe”, ovvero delle forme particolari di pane cheraffigurano gli oggetti quotidiani del Santo Falegname. Oltre a queste prelibatezze le tavolesono imbandite con primi piatti , come la pasta con il miele, con salsicce, salumi, formag-gi, broccoli e cardi fritti; tra i dolci primeggiano i cannoli, le cassate, i bocconcini e i babàripieni … non mancano infine frutta e vivande varie, tutte cose che fanno venire l’acquolinain bocca solo a guardarle!E’ stato bello vedere da vicino quelle tavolate e non limitarsi soltanto a visionare le foto: guar-dando le immagini, le tavolate , infatti mi sembravano piccole, mentre in realtà sono moltograndi e disposte su vari livelli .Durante la visita sono stata particolarmente colpita dall’entusiasmo di Giuseppe, il ragazzoriesino che ci ha illustrato la tavolata imbandita, ma la cosa che più mi ha colpito sono statele diverse forme di pane , preparate per l’occasione.

Sharon MangioneI^ A Linguistico

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La classe 5^ A bio, mercoledì 18 marzo, si èrecata presso il Liceo Classico di Calta-nissetta in occasione degli incontri annuali

su Pirandello, organizzati dalla Società “DanteAlighieri”.Magistrale l’intervento del professore, invitatoper l’occasione, che ha iniziato a presentare lafigura di Pirandello, partendo dal suo principioestetico: l’arte è un libero e spontaneo movi-mento della forma che poi diventerà poesia,musica, narrazione, teatro.Alla luce di tali considerazioni il professore haben sottolineato come per Pirandello la scelta discrivere opere teatrali avverrà solo successiva-mente e su pressante invito di alcuni amici delloscrittore quali Capuana e Martoglio. Questa tardiva “conversione” al teatro deriva dalfatto che Pirandello sosteneva che, solo nelmondo greco, tale genere aveva trovato la sua piùcompiuta espressione, mentre in quegli anni,secondo lo scrittore, il teatro attraversava una verae propria crisi. Il “danno” avveniva, secondol’Autore, quando l’opera veniva portata sul palco-scenico, anche perché gli attori non potevanoesprimere la compiutezza dell’ autore. Pirandello,cioè, provava un disagio nei confronti del teatro,di quel teatro che, se prima si affidava al ruolo delprimo attore-mattatore, ora tendeva, come stavaavvenendo in Germania, a trasformarsi nel teatrodel regista. Per tutti questi motivi Pirandello mette inluce il travaglio che porta un soggetto adiventare personaggio: prima egli vivesenza sapere di vivere, poi si vede vive-re e, solo alla fine, si sente vivere, cioèprende coscienza di sé e del proprioruolo; ma in questo prendere coscienzadi sé, il personaggio si sente frantumatonon solo in riferimento a se stesso,ma anche in riferimento agli altri. Perquesto nell’opera metateatrale piùfamosa di Pirandello “Sei personaggiin cerca di autore”, i sei personaggireclamano una vita propria sia daparte dell’ autore che del regista, eirrompono sulla scena, stravolgendole regole note a quel tempo.Non si deve dimenticare, infine, chenelle opere teatrali è presente tuttal’ideologia pirandelliana: il conflittotra illusioni e realtà, tra vita e formae tra maschera e volto.Il teatro, come ha ribadito ancora ilprofessore, diventa “azione parlata”:

il personaggio cioè non deve nascere dalle situa-zioni date, ma è il personaggio stesso che crea lesituazioni. Tutto ciò è una vera rivoluzione nelladrammaturgia del tempo, e spiega anche l’ini-ziale incomprensione di tante opere pirandellia-ne. Solo Gramsci, da subito ,giudicò positivamentePirandello in quanto capì che le sue opere eranodelle vere e proprie “bombe che provocavanocrolli di banalità”.Per tutte queste situazioni Pirandello, ha conti-nuato ancora il professore, è stato definito “l’au-tore più seminativo” perché ha gettato semiinnovativi che germoglieranno successivamente,già ai suoi tempi con le opere di Bontempelli edi Edoardo De Filippo, e negli anni Sessanta conquelli di Testori e Pasolini. Lo stesso teatro diBertol Brecht e il “Teatro di strada americano”devono tanto a Pirandello.

5^ A bio

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Incontro su Pirandello

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Già da parecchio tempo nelle nostra scuo-la va avanti il progetto”Non andiamo infumo che,coordinato dal dott. Lombardo,

non ha lo scopo di far capire che fumare è sba-gliato, né tanto meno l’obbiettivo di far smetteredi fumare, ma vuole indurre le persone a riflette-re sul perché si fuma e si comincia a fumare.Promotori di questo progetto sono: AlessiSharon, Speciale Roberta, Vecchio Miriam (III Abio), Pastorello Martina, Sapienza Alessia, RussoJessica, Pisa Michela (III B bio), CarrubaCarmelo(III E bio), Verde Vittoria, AnzaloneFederica (III F bio) Rossana D’angelo (III A ling). Il nostro progetto è anche detto ’Pear to Pear’ovvero da pari a pari, dato che il nostro obbiet-tivo è proprio quello di far riflettere anche inostri compagni sul perché si fuma, infatti sare-mo proprio noi ad entrare nelle classi seconde. Altro obbiettivo del nostro progetto è quello dimigliorare la scuo-la. Quantevolte ve-dete del-le perso-ne chefumanoall’inter-no dell’i-stituto? Be-ne, è quelloche noi vogliamoevitare. Quest’annohanno cominciato unnuovo progetto i ragazzi delleseconde classi, e sono stati seleziona-ti quattro ragazzi per ogni sezione edindirizzo; questi ragaz-zi,dopo aver

superato un’ulteriore selezione, verranno accol-ti a formare un nuovo gruppo di ‘pear’, sulleorme dei ragazzi di terza che portano avanti ilprogetto già da circa due anni.Il dott. Lombardo è stato per noi una vera guida,infatti , oltre ad insegnarci quello a cui il proget-to mira, ci ha insegnato molte altre cose, tra cuinon giudicare mai le persone: un lavoro davve-ro difficile per tutti e non ancora finito, se dob-biamo essere sincere. Per quanto riguarda noi ragazze siamo davverofelici di aver scelto questo progetto,non solo perle cose importanti che abbiamo imparato, maanche perché questo percorso ci ha permesso diconoscerci meglio e adesso ci sta permettendodi vedere dall’esterno quello che noi abbiamofatto grazie ai piccoli ‘pear’.

I nostri incontri ,comunque, non sono maimonotoni, sono pieni di note allegre, dibattiti etante cose da imparare; non ci annoiamo mai!Abbiamo anche molto da fare perché gli incon-

tri con le classi devono essere organizzati.Adesso, con il nuovo anno scolastico, i

nostri incontri non sarannocomunque rivolti solo ai

ragazzi, ma anche adocenti e genitori.

Vecchio Miriam III A Bio

NNOONN AANNDDIIAAMMOO IINN FFUUMMOO!!

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Le classi quinte di quest’anno, dal 26 aprile al 1° maggio,hanno partecipato ,come sempre, alviaggio di istruzione, ma nuova è stata la meta: l’Oriente, con tappa a Istanbul, città dal fascino particola-re per essere ponte fra due culture e mentalità completamente diverse, e aperta tra due continenti, Asia edEuropa.A parte il ritardo nella partenza da Palermo, tutto il resto del viaggio è andato” alla grande”; già in aereoabbiamo incontrato un’altra scolaresca , un liceo scientifico di Palermo, e con questi ragazzi abbiamo con-diviso gran parte delle esperienze.Brava e simpatica la nostra guida di nome Luce che ci ha veramente “ illuminato”, illustrandoci le bellez-ze e la storia dei vari luoghi visitati. Ci riferiamo in particolare alla famosa “ Moschea Blu”, risalente al XVIIsecolo e alla famosa basilica di Santa Sofia, iniziata da Costantino, riedificata più volte, già sedepatriarcale,poi moschea ed oggi museo. In quegli stessi giorni abbiamo visitato anche il palazzo Topkapi, un tempo sede del sultano, dov’ è custo-dito il famoso diamante da 84 carati, il copricapo di Abramo, il bastone di Mosè ed il cranio di S. GiovanniBattista.Interessante anche la visita all’antica Cisterna di Istanbul,famosa in tutto il mondo per le sue 143 colonne,due delle quali hanno la testa di meduse capovolte, teste che, se vengono- secondo la leggenda- copertedal livello dell’acqua, indicano la diffusione del male nel mondo.Ben due le visite al Gran Bazar della città, il più grande mercato del mondo , dove si può trovare e com-prare di tutto … per maggiori informazioni rivolgersi alla nostra Preside che, tra un acquisto e l’altro, hasaputo comprare bene e portare a casa mezzo bazar . Anche la prof. Cardella, a sua volta, si è distinta “sulcampo”, insegnando agli alunni la “Tecnica Professionale” del mercanteggiare! Per quanto riguarda cibo e pulizie, è inutile dirlo, è molto meglio l’Italia e la nostra buona cucina mediter-ranea; a riguardo, consigliamo vivamente a qualche giovane imprenditore di aprire un ristorante italiano aIstanbul … farebbe sicuramente affari d’oro!!!.Da non perdere infine la vista panoramica della città, dal 16° piano del famoso e lussuoso hotel Marmara.Da quanto detto avrete già capito che il viaggio è stato veramente interessante e ci ha lasciato tante emo-zioni; in particolare le ragazze si sono sentite immerse in questo mondo da “Mille e una notte”, anche se,per seguire le tradizioni islamiche, hanno dovuto portare il velo , fortunatamente per pochi giorni.La Turchia sarà anche affascinante, ma rientrare nel nostro mondo è stato piacevole … e il nostro jeans èsicuramente molto meglio del burka!

Selene Burgio - Giuseppe GallinaV A Bio

Viaggio a Istambul

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GGiioorrnnoo 2288 ggeennnnaaiioo 22001100 le classiIII A LINGUISTICO e IV A PACLE si sono recatea Londra accompagnate dalle proff. CleliaMorreale e Adriana Lachina insieme alla presideAnnalisa Fazia, per un viaggio d’ istruzione.Il primo giorno nella metropoli Inglese è statoquasi interamente occupato dalla visita aWestminster Abbey e successivamente allaHouses of Parliament, la “casa del parlamento”nella quale vi è stata la possibilità di assistere adun processo. Davvero interessante è stata la visita al BritishMuseum nel quale abbiamo avuto modo diapprezzare la magnificenza dell’ architetturainglese e di assistere ad un “cambio della guar-dia” a Buckingham Palace.Una delle esperienze più divertenti è stato saliresulla London Eye, la famosissima ruota panora-mica di Londra dalla cui sommità si riesce avedere tutta la città.Abbiamo visitato quindi To-wer Bridge al cui in-

terno vi è un vero e proprio museo che illustra lastoria del ponte e all’interno del quale si trova l’originale motore a vapore che permetteva il sol-levamento del ponte che, nel suo periodo d’ oro,veniva sollevato sino a cinque volte in una solagiornata!Nella grande metropoli ci siamo per lo più spo-stati con la metropolitana poiché è l’ unicomezzo che unisce due punti velocemente, vistala mole di traffico in superficie.Nelle allegre serate londinesi ci siamo recatipresso Piccadilly Circus e Coven Garden.È stata una esperienza che non dimenticheremomai ed è stata anche utile perchè ci siamo resiconto delle opportunità lavorative che un doma-ni, finiti gli studi, potremmo avere nella grandemetropoli londinese.

Chiara Catanese III A Linguistico

STAGE A LONDRA

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Questo è stato il primo corso di tedescoeffettuato in Germania dagli studentidel biologico dal 6 al 13 Aprile.

Il viaggio ci ha consentito di visitar città qualiFrankfurt, Mainz, Worms, Koblens, Wiesbaden,Heidelberg, e di risalire per un tratto il bassoReno.Siamo rimasti affascinati dalla lingua e dalla cul-tura tedesca e, in particolare, dalla maestositàdei castelli, degli edifici, dei vasti parchi com-prendenti zone picnic, mini-golf, mini-zoo, gio-stre per bambini.Il cibo non è stato per noi un’esperienza positi-va, ma abbiamo saputo comunque apprezzaredi quel popolo l’ordine e l’organizzazione stra-dale, l’onestà delle persone, il rispetto dell’am-biente e delle regole; ci ha stupito, in particola-

re, il fatto che i minorenni non possano acquista-re né alcol, né sigarette, e per farlo devonodimostrare con un documento di avere raggiun-to la maggiore età.Altra bella esperienza è stata la traversata sulReno, anche se inizialmente abbiamo sbagliatobattello, capitando su una imbarcazione doveera stata organizzata una conferenza su“Piercing e Tatoo” e dove ne abbiamo visto pro-prio di tutti i “colori”!Le nostre giornate sono trascorse tra visite guida-te alle varie città e ai monumenti più importanti;siamo andati a visitare un cimitero ebraico nelquale abbiamo dovuto rispettare le tradizioni diquel popolo: camminare in assoluto silenzio etenere il capo coperto, anche con un semplicefazzoletto.

La cena era solitamente servita alle 6 delpomeriggio pertanto avevamo tante ore pervisitare la città che, illuminata la sera datante luci colorate, si presentava ai nostriocchi come uno spettacolo fantastico!Che dire di questa fantastica esperienza:è sicuramente da riproporre l’anno ventu-ro!!!

Alessia GiarrussoSalvatore Bonaffini

3 b bio

Stage di

tedesco

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Giorno 13 Maggio 2010, noi ragazzi della3A bio ci siamo recati presso il Cea SerraGuarneri, accompagnati dalle proff.

Angelita Scarciotta e Silvana Marra. Il viaggio sull’autobus è stato bellissimo tra foto,scherzi e canzoni cantate tra di noi...Appena siamo arrivati, un pulmino ci ha prelevatiper arrivare al Cea Serra Guarneri; qui dopo avermangiato e aver riposato, abbiamo fatto una primaesplorazionedella riserva.Arrivati pressoun laghetto ledue guide Va-leria e Giu-seppe ci hannodetto le regoleda seguire du-rante la nostrapermanenza.Particolari sonostati i giochi:dipingere i sim-boli che ci rap-presentano suun cartellone,sapere distin-guere e descri-vere le foglie(come se fosse-ro un libro),una rappresen-tazione teatralesu una tematicaspecifica e di-versa per ognigruppo, ma so-prattutto giochiper imparare afidarsi gli unidegli altri...La sera, dopoaver mangiatola deliziosa ce-na preparatadal cuoco “Ninni”, siamo andati a dormire stanchima felici della bella giornata trascorsa tutti insieme.Il secondo giorno siamo stati per tutta la giornata aCefalù: la mattina insieme alle guide e ai pescato-ri locali, e il pomeriggio a visitare Cefalù mangian-do un buon gelato al lungomare.Appena arrivati al porto, le nostre guide ci hanno

presentato i pescatori locali che sarebbero staticon noi per tutta la mattinata. Saliti sulla barca cihanno portato al largo dove ammirando il bellissi-mo paesaggio circostante, abbiamo gettato le retiper poter pescare; riprese le reti abbiamo iniziatoa cucinare il buonissimo pesce appena pescato.Dopo una bellissima abbuffata, ci siamo riposatiguidando anche un po’ la barca… Ritornati a Cefalù ci siamo presi un buon gelato,

abbiamo quindivisitato il mae-stoso Duomo e,prima di ritorna-re, abbiamo fat-to una bella pas-seggiata sul lun-gomare.Ritornati abbia-mo fatto unabella partita apallone con lenostre guide e,dopo aver fe-steggiato il com-pleanno dellanostra compa-gna, siamo an-dati a fare unapasseggiata not-turna per il bo-sco e poi, tracadute e risate,siamo andati a“dormire”…Il terzo ed ulti-mo giorno sia-mo saliti sullacima più altadella Serra doveabbiamo ammi-rato il bellissimopaesaggio sotto-stante.Prima di salutar-ci le nostre gui-

de ci hanno fatto fare un ultimo gioco che consi-steva nel dire le 10 cose che ci hanno più colpitoin questi tre indimenticabili giorni. Alla fine siamo ritornati a Caltanissetta stanchi, mafelici per la bella esperienza vissuta…

Giuseppe Cosentinoe Andrea Amico

Stage al Cea Serra Guarnei

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È stato interessantissimo lo stage effettuato a Bolzano presso il laboratorio centrale dell’ AziendaOspedaliera dai dieci migliori ragazzi delle quarte classi del nostro Istituto accompagnati dalle proff.Cardella e Trobia.All’ arrivo abbiamo avuto modo di visitare il centro storico della città e i musei di Scienze Naturali,Swarovski e Thun dove abbiamo assistito con piacere all’ esposizione e alle fasi di fabbricazione deifamosi oggetti in cristallo ed in ceramica.Nei dieci giorni di permanenza nella città, abbiamo prestato servizio alternativamente presso tutti i la-boratori per poter fare esperienze diverse; quella che abbiamo fatto nel laboratorio di Anatomia Pato-logica è stata, in assoluto, la più coinvolgente in quanto abbiamo potuto osservare l’ analisi, e la suc-cessiva sezione di organi affetti da gravi patologie ed estratti dopo delicatissimi interventi chirurgici.Anche il centro trasfusionale ha suscitato in noi grande interesse, non solo per l’ aspetto scientifico insé, ma soprattutto per il fatto che ci siamo resi conto di quanto sia diffusa tra le persone che frequenta-no abitualmente il centro la “cultura della donazione”: per dare un’idea si arriva ad eliminare sacchedi sangue in eccesso che non vengono utilizzate; pensiamo invece alla nostra terra dove tale culturaancora non è ancora arrivata e le sacche sono sempre inferiori alla reale necessità.Durante il tempo libero abbiamo potuto osservare il meraviglioso paesaggio di Renot dalla funivia situa-ta a più di 3000 metri di altezza e visitato Merano ed Innsbruk, due città di incantevole bellezza nellequali abbiamo avuto modo di gustare anche i prodotti tipici del luogo; stupenda anche la reggia estivadella principessa Sissi dove ella visse per sei mesi.Ciò che non dimenticheremo mai è la straordinaria accoglienza e la socialità dimostrataci dalla gentedel luogo ed in particolare dal giovane personale dell’ albergo con il quale abbiamo fatto immediata-mente amicizia.Questi i nomi dei dieci ragazzi meritevoli:Alaimo Maria, Baglio Federica, Bellavia Alessia, Bellina Giulia, Buttiglieri Antonella, Calà Alessandra,Capizzi Francesca, Carrubba Esmeralda, Curatolo Simone, Curto Adriano, Dimora Carmelo, FicarraSalvatore, Giambra Alessia, Ingrascì Francesca, Lo Cascio Roberta, Lo Coco Selene, Lo Vetere Carolina,Palermo Annalaura, Petix Francesca, Pletto Elena.

Francesca Ingrascì

Stage a Bolzano

per i ragazzi meritevoli

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Visita a Ortigia

e traversatadel fiumeCiane

Giorno 19 Aprile, noi ragazzidella 1^ A P.A.C.L.E. dell’I.T.A.S. LuigiRusso abbiamo fatto un viaggio di istru-zione a Siracusa, città che conta circa123.791 abitanti; oltre ad essere la quar-ta città della Sicilia per numero di abitan-ti, essa è certamente un importante cen-tro turistico data la sua splendida posi-zione marittima, infatti sorge sulla costasud-orientale dell’isola. Etimologicamen-te la parola Siracusa deriva dal siculoSyraka che significa letteralmente ab-bondanza d’acqua.Noi, nello specifico, abbiamo visitatol’isola di “Ortigia” nome che deriva dalgreco antico Ortux che significa “qua-glia”.Ad Ortigia nel pomeriggio abbiamo visi-tato palazzo Bellomo, sede della GalleriaRegionale d’origine sveva. I particolaricostruttivi e decorativi della Galleria diPalazzo Bellomo sono così simili a quellidel castello Maniace da poter supporrefacilmente che il palazzo avesse unagrande rilevanza agli occhi della commit-tenza. L’ Aquila sveva posta nel concio dichiave della volta del vestibolo ne è unchiaro indizio. I successivi riadattamentinon hanno tuttavia cancellato le traccedella costruzione federiciana. L’aspettooriginario del palazzo doveva richiamarequello delle case-torri, dalle anguste feri-toie strombate aperte nella compatta

cortina muraria e con il portale dall’ogivacordonata e la lunetta cieca, asimmetricarispetto all’asse della costruzione. IlMuseo di arte medievale e moderna sitrova accanto alla chiesa di San. Bene-detto nel centro storico di Ortigia, vicinoalla fontana Aretusa. La galleria venneinaugurata nel 1948 con una prima siste-mazione museografica, ma solo neglianni Settanta si pervenne al completa-mento dell’attuale allestimento. Tra lecollezioni custodite nel museo, vale lapena ricordare i due sarcofagi dei Go-vernatori della Camera Regionale, Gio-vanni Çabastida e Giovanni Cardenas.Nel primo, mentre la faccia superioredella lastra tombale raffigura il gentiluo-mo disteso con indosso l’armatura, quel-la inferiore è stata riutilizzata ne XVIsecolo come paliotto d’altare e raffigurala “Deposizione” tra i Santi Lucia eGiovanni Battista. Il secondo è opera diAntonello Gagini, figlio di Domenico(1506). Al piano superiore, nella riccapinacoteca, si conservano “l’Annuncia-zione” di Antonello da Messina del1474 e il “Seppellimento di S. Lucia” diMichelangelo Merisi da Caravaggio,dipinta a Siracusa nel 1608, mentre il pit-tore era fuggiasco da Roma. Degne dinota le collezioni di argenti sacri.Poi dovevamo vedere il castello Maniaceche è uno dei più importanti monumenti

del periodo svevo. Il Castello di FedericoII a Siracusa, poi detto Maniace, vennecostruito tra il 1232 e il 1240. Sotto gliAngioini il Castello divenne una prigione,in età napoleonica ebbe funzioni militari evenne munito di bocche da cannone. Nel1838, a salvaguardia dei moti che stava-no scatenandosi in tutto il regno, i bor-bonici di Ferdinando, fino alla SecondaGuerra Mondiale lo utilizzano comedeposito di materiale militare. Attual-mente è in restauro e per questo motivonon l’abbiamo potuto visitare.Il nome del Castello Maniace gli deriva daGiorgio Maniace, generale bizantino chenel 1038 riconquista per breve periodo lacittà dagli Arabi e porta in dono due arie-ti bronzei ellenistici, posti all’entrata delCastello svevo, che ha impropriamenteconservato il nome del condottiero.Proseguendo per le strade di Siracusa,con l’inconveniente della pioggia, che haaccompagnato la nostra passeggiata,abbiamo visitato il Duomo. Il tempio diordine dorico fu eretto ne V secolo a.C.dal tiranno Gelone in seguito alla vittoriacontro i Cartaginesi nella battaglia diImera. Alla fine è stato molto divertenteincontrare diversi inglesi e francesi concui abbiamo provato a parlare per diver-so tempo…

Beatrice Rogato 1^ A P.A.C.L.E.

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Giorno 22 maggio noiragazzi del Labora-torio teatrale del-

l’I.T.A.S. “Luigi Russo” ab-biamo partecipato al ‘Fe-stival dei Giovani’, tenuto-si a Palazzolo Acreide, cherichiama ogni anno studen-ti provenienti da ogniparte d’Europa.Durante questo ‘minitour’, durato 4 giorni (dal22 al 24 maggio), abbia-mo portato in scenal’ANTIGONE di Sofocle,tragedia rappresentata perla prima volta ad Atenenel 442 a.C. e che illustral’eterno conflitto tra autori-tà e potere in una societàcome quella dell’anticaGrecia.I personaggi della tragediasono: Antigone, Ismene,Creonte, Emone, Tiresia,Euridice e il coro dei vecchitebani.

La tramaAntigone rende partecipe suasorella Ismene dell’intenzione di affrontare l’in-terdizione emessa dal re Creonte, anche a costodi essere lapidata dal popolo tebano, per portarea compimento i riti funebri sul corpo del fratelloPolinice. Pur riconoscendo la correttezza morale del gesto,Ismene rifiuta di seguirla in questa impresa.Successivamente, dopo lo scontro frontale fraCreonte e Antigone, il re le allontana in malomodo, dichiarando pazze le due sorelle.Infine la tragedia si conclude con la morte diEuridice moglie di Creonte il quale, annientato daquesta serie di catastrofi , non aspira che a unamorte rapida.

* * *In quei giorni abbiamo anche assistito, presso ilteatro greco di Siracusa, alle rappresentazioniclassiche, l’Aiace di Sofocle e Fedra di Euripide,organizzate dall’Istituto Nazionale del DrammaAntico.N on sono mancati inoltre i momenti di svago: cisiamo divertiti tantissimo presso l’albergo

‘ArenellaResort’ dove eravamo alloggiati.

Il posto, peraltro, immerso in un’area di verdenaturalistico, era di incomparabile bellezza e ciha offerto la possibilità di impiegare il nostrotempo libero, utilizzando le opportunità del vil-laggio: piscina, tappeti elastici, animazione equant’altro…Posso dire, in tutta sincerità, che ripeterei volen-tieri questa esperienza l’anno prossimo.

Hanno partecipato all’attività di laboratorio tea-trale gli alunni:Cammarata Marco, Arcarisi Lucia, AnzaloneFederica, Tumminelli Francesco, FioccoGiuseppe, Giambarresi Luca, Messina Giuliano,Riggi Giuseppe, La Paglia Giuli, CosentinoMarco, Lentini Giacomo, Vizzini Marco,Vinciguerra Alberto, Rogato Beatrice,TrovatoMaria Grazia , Isernia Raffaella , Verde Vittoria ,Caramanna Fabiola, Di Franco Serena, SardoNoemi, Natale Desirèe, Orefice Jessica, GentileValeria, Asaro Giovanni e Catalin Zecheru Florininoltre per il trucco ha collaborato l’alunnaBurgio Veruska.

TUTTIa teatro

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GGaarraa ddii ddaannzzaa SSPPOORRTTIIVVAAAnche quest’anno il Corpo di ballo dell’ITAS “Luigi

Russo”, guidato dalla professoressa M. Josè Lombardo,ha partecipato alle gare regionali di danza sportiva

tenutesi a Palermo il 21 maggio .Esibendoci nei vari stili della danza – standard, hip-hop,latino americano, balli caraibici, modern jazz-abbiamo conquistato i primi posti del podio in tutte lecategorie, vincendo ben 14 coppe !!Anche questa esperienza ci ha fatto crescere e apprez-zare,dopo tanta fatica e tante prove, il sapore diuna vittoria “sudata”.In prima persona posso assicurarvi che è stataun’ emozione unica e indescrivibile saliresul palco sia per le singole esibizioni cheper la premiazione, e allo stesso tempo èstato bello sostenerci a vicenda.Tanto è stato il coinvolgimento che,

alla fine mi sono ritrovata senza voce,temendo di non riuscire a parlaredurante la rappresentazione teatrale che sisarebbe svolta il giorno dopo! Hanno partecipato alla faseRegionale di Danza Sportiva glialunni :Amore Sofia Maria Rita,Anzalone Federica, ArcarisiLucia, Belfiore Marika,Benza Noemi, BouaziziOumaima, Butera Serena,Cardaci Agnese Elena Maria,Cordaro Chiara Rita, CuratoloDanilo Andrea, Damico Carmen,D’Angelo Rossana, Di Vincenzo Tiziano,Favata Gaetano Marco, Giambarresi LucaGiuseppe, Gianfurcaro Claudia, GiangrecoEnrico Maria, Giardina Desiree’, GuarneriLara, Labbate Carla, Lo Piano Giada Giulia,Lo Re Jessica, Mangione Calogero,Martini Jessica, Martorana Rosario PioGiuseppe, Palumbo Mattia Kevin,Pernaci Giulia, Presti Claudia, RizzoMarianna, Rogato Beatrice, SalernoClaudia Maria, Salerno Jessica Michela,Spano’ Serena, Staccia Martina, Stagno Gessica, TorregrossaOriana, Trovato Maria Grazia e Ventura Serena Chiara .

Beatrice Rogato1 ° A P.A.C.L.E.

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AMARCORD

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\Ç ÅxÅÉÜ|t wxÄÄt ÑÜÉyxááÉÜxáát XÇét WËTÇàÉÇt

Quand’anche non sei, più, tra noi, risento, ancor, la tua voce che risuona

ferrea, e penetrala nostra anima.

Dietro quella dura Maschera, ovunque

tu sia, pulsa un tenero cuore,lontano da ogni ipocrisia.

Avrei voluto, in punta di piedi, riuscire

a confrontarti, ma,tu, incurante del

tuo dolore,hai lenito il mio.E, lassù nel cielo,da quella stella,

continuerai a guardarci.Salvatore Amico

Caltanissetta, 13 febbraio 2010

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GIORNATA DELL’ACCOGLIENZA

10 maggio 2010

I nuovi arrivatiArticoli realizzati presso la redazione del Giornale d’Istituto

dai ragazzi di terza media, ospitati durante le giornata dell’accoglienza

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LLaa mmiiaa ppaassssiioonnee

L’EQUITAZIONE

Mi chiamo Irene Palermo ed oggi mitrovo in questa scuola poiché, dopoessermi iscritta, ho aderito alla visita

dell’ istituto programmata per oggi.I ragazzi della redazione del “Giornale d’ isti-tuto” mi hanno subito accolta e mi hannoinvitato a raccontare una mia esperienza. Hodeciso allora di parlarvi della mia più grandepassione: l’ equitazione.Ho iniziato a praticare questo sport a 12

anni, anche se ho sempre avuto la passioneper i cavalli, e da due anni mi reco pressouna scuderia di San Cataldo.La prima volta – ricordo- ero abbastanza agi-tata però ,tutto sommato, è andata bene. Ogni volta che mi reco presso la scuderiascelgo il cavallo con cui voglio fare i mieiesercizi. La mia preferita è Gina,anche se unavolta ho avuto paura con lei durante unacavalcata, quando improvvisamente si è agi-tata ed io non sapevo come comportarmi.Fortunatamente, mi è subito venuto in aiutoil mio istruttore che è riuscito calmare imme-diatamente il cavallo per consentirmi discendere.Da tale esperienza ho imparato a non esseremai sicura dell’ animale che cavalco, anchese questi animali così sensibili riescono aregalarmi emozioni indescrivibili.

Irene Palermo Scuola Media “Pietro Leone”

LLaa mmiiaa ppaassssiioonnee ppeerr llaa ddaannzzaa

IIo faccio danza da quando avevo cinqueanni: ho iniziato con il latino-americano ed ora stocontinuando con la danza classica e moderna .Frequento la scuola di danza di Villarosa “SalusSport “. Faccio danza perché mi piace tantissimoed è una passione che ho fin da quand’ero picco-la. Grazie alla danza ho superato in parte la miatimidezza, perché tale attività mi aiuta molto a rilas-sarmi e a scacciare i cattivi pensieri. Ricordo anco-ra oggi quando sono salita sul palcoscenico per laprima volta: è stata un’esperienza davvero bella!!!Per i saggi ci sentiamo in ansia perche non sappia-mo come va a finire ,però quando indossiamo queimeravigliosi vestitini, ci sentiamo subito meglio.Ancora non abbiamo stabilito la data del saggio diquest’anno, ma credo che sia vicino …. Vado adanza due volte a settimana: il lunedì ,dopo il rien-tro a scuola, e il mercoledì. Come dicevo prima, hoquesta grande passione e spero che potrò conti-nuarla anche da grande. Consiglio a tutti di farequesta attività … soprattutto alle ragazze perchéserve a snellire e a bruciare i grassi in eccesso ; ma,scherzi a parte, la consiglio perché è qualcosa cherende liberi dentro e dà emozioni particolari.

Morena ScarlataScuola Media “Vincenzo Desimone”

VILLAROSA

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Gli squali sono da 400 milioni dianni i signori dei mari, ma oggi per la prima voltasono diventati prede. La colpa non è di altri preda-tori marini , come le orche e i coccodrilli marini,ma di un predatore molto più terribile: l’UOMO.E’ dimostrato: gli squali uccidono 5 personeall’anno, l’uomo stermina circa 15.000 squaliogni anno. Perfino l’Italia traffica il ”mercato nerodelle pinne di squalo”, perché è proprio per que-sto che l’uomo uccide milioni di queste creatureinnocenti: per le loro pinne così pregiate!!!

Le fasi del massacro sono tre: prima si tira lo squa-lo fuori dall’acqua , poi gli si tagliano le pinne einfine si ributta lo squalo in mare,ancora vivo,come fosse immondizia; lo squalo, non potendopiù nuotare senza pinne, muore per asfissia. Avolte l’uomo uccide gli squali per puro diverti-mento, solo perché magari gli piace cacciare delleprede.. I pescatori lasciano alla deriva delle retiche ,oltre agli squali, uccidono anche animalicompletamente innocui, come i delfini e i tonni…Se tali pesci scompariranno, l’equilibrio marinosarà compromesso per sempre.Anche gli squali sono sopravvissuti per milionidi anni e la loro scomparsa potrebbe portare tuttigli altri esseri viventi all’estinzione.Quindi rimbocchiamoci le maniche e impegna-moci a salvare gli squali, perché salvare questimeravigliosi animali non è solo un nostro diritto,ma è un nostro dovere!

Vincenzo FonteScuola Media“Rosso di San Secondo”

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SALVIAMO GLI SQUALI

La nostra gita a Rimini e dintorniQuest’anno la Scuola Media “P. Balsamo” di S. Cataldo ha partecipato ad un progetto scientificosulla fisica, che si è tenuto a Rimini. Il viaggio è durato cinque giorni.L’attività di laboratorio, con nostra grande sorpresa, si è tenuta però in un luogo davvero speciale:il parco di “Mirabilandia” dove abbiamo imparato alcune leggi della fisica applicate alle giostrepresenti in quel posto da favola. Ovviamente, a parte questo momento di studio… ci siamo diver-titi molto. Poi siamo andati a visitare una struttura adibita alla mappatura del cielo che permette di individua-re la posizione dei pianeti e delle stelle. E anche questa è stata una bella esperienza.Dopo cena, i nostri professori ci hanno portato al bowling dove abbiamo giocato e passato unaserata magnifica. Altra tappa è stata la città di “ San Marino”,dove abbiamo fatto un po’ di compe-re e ammirato la cattedrale e il paesaggio. E’ stato questo un viaggio splendido che ci ha permesso di imparare tante cose “divertendoci” edurante il quale abbiamo fatto molte nuove amicizie. Elena Barraco

Plesso “P. Balsamo”- S. Cataldo

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Quest’anno, per gli alunni di terza media è stato organizzatoun viaggio d’istruzione di una settimana che ha previsto la visita ad alcu-ne città del nord Italia. Giorno 17 siamo partiti per Palermo, da dove cisiamo poi imbarcati per Genova. Abbiamo trascorso tutta la notte innave e l’indomani alle sei, senza fermarci a Genova,abbiamo preso l’au-tobus per Torino. Arrivati a Torino ci siamo sistemati in un albergosquallido e antiquato. Il giorno dopo siamo andati a Courmayeur, Aostae Saint Vincent. La sera abbiamo visitato la città di Torino.Il giornoseguente siamo andati al duomo di Torino dove abbiamo visto la SacraSindone. La sera siamo andati al bowling dove abbiamo trascorso una bella sera-ta. Dopo tre giorni passati a Torino, siamo andati a Milano dove abbia-mo visitato il duomo,le vie principali e la Galleria. La sera siamo stati indiscoteca e abbiamo fatto conoscenza con dei ragazzi del luogo. Il gior-no dopo siamo andati a Gardaland dove ci siamo divertiti molto. Il gior-no seguente abbiamo preso la nave a Civitavecchia, per far ritorno acasa. E’ stata quella davvero una bella settimana.

Rosanna BrunoViviana D’anca

Gaia VulloScuola Media “San Giovanni Bosco”

Santa Caterina Villarmosa

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La nostra gitaLa nostra gita

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Giorno 27 aprilenoi ragazzi della 3Hdella” Rosso di SanSecondo” siamoandati a visitare lanostra grande capita-le, Roma.Siamo parti-ti da Caltanissettaintorno alle 3 di notteper arrivare a Cataniaintorno le 4:30 enelle prime ore delgiorno siamo arrivatia Roma dove abbia-mo fatto una abbon-dante colazione. La prima tappa delnostro percorso èstata la visita alla Fontana di Trevi e subito dopoMontecitorio.Alla fine della giornata siamoandati nell’hotel dove abbiamo cenato e pernot-tato. Il secondo giorno abbiamo visitato Piazza diSpagna dove ci siamo divertiti un sacco, scattan-do moltissime foto ! In seguito siamo stati allagalleria “Alberto Sordi” che a me personalmenteè piaciuta molto. Intorno alle 12:30 siamo anda-ti al ristorante e, dopo aver pranzato e scherzatocon i proff., ci siamo rimessi in cammino. Nel

pomeriggio i proff. cihanno lasciato unpo’ di tempo libero,e noi abbiamo appro-fittato per gironzola-re per le strade diRoma. Il terzo giorno abbia-mo avuto la fortunadi incontrare PapaBenedetto XVI che,con le sue parole, ciha fatto rifletteremolto! Proseguendoil nostro cammino,abbiamo raggiunto ilColosseo che, secon-do me, è la struttura

architettonica più bella della città. L’ultimo gior-no, purtroppo, la nostra magnifica gita si è con-clusa e, un po’ tristi, ci siamo avviati verso l’ae-roporto di Roma per il ritorno a Caltanissetta.Non dimenticherò mai questa gita che mi haveramente colpito..e grazie a tutti voi lettori chemi avete seguito. Alla prossima !

Chiara D’auria - 3 H Scuola Media “Rosso di San Secondo”

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Visita d’istruzione a Roma

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Giorno 21 Marzo 2010 alle 3.00 siamopartiti, insieme ai ragazzi di 3°G-D, dalla piaz-zetta dei marinai verso Palermo. Il viaggio èstato abbastanza tranquillo: siamo arrivati all’ae-reoporto di Palermo alle 5.30, e alle 6.30 siamopartiti, fortunatamente senza ritardo. Arrivati aRoma, abbiamo subito visitato le catacombe edopo siamo andati in albergo dove ci siamosistemati e, stanchi dal viaggio, siamo andatisubito a letto. Il primo giorno è volato: nella mattinata abbia-mo visitato il Colosseo e nel pomeriggio siamoandati a Palazzo Madama; tutto è stato emozio-nante.Nel tardo pomeriggio abbiamo visitato la basili-ca di San Pietro e anche il museo del Vaticanodove abbiamo osservato le tombe dei precedenti pontefici tra cui, il predecessore dell’attuale papaBenedetto XVI, Giovanni Paolo II. Nelle ore successive, ci siamo recati al Centro commerciale; a dire il vero non abbiamo fatto moltiacquisti, ma è stata comunque una bella esperienza. Finalmente, siamo arrivati in albergo. Subito dopocena siamo andati nelle nostre rispettive camere insieme ad alcuni compagni, passando una bella sera-ta insieme, tra scherzi divertenti e schiamazzi. Il secondo giorno, abbiamo visitato Piazza di Spagna , dove abbiamo mangiato i piatti tipici di Roma,e subito dopo siamo partiti alla volta dell’Umbria. Le ore del viaggio sono trascorse piacevolmente,scherzando e cantando con i nostri compagni. Arrivati in Umbria ci hanno portato subito in albergo…

le camere non eranodelle migliori, ma tut-to sommato è statomolto bello. Nei gior-ni successivi abbiamovisitato Assisi e Peru-gia. Vedere le bellissi-me cascate delle Mar-more è stata un’espe-rienza davvero indi-menticabile. Adesso il tempo è sca-duto, ci resta da direche la gita del terzoanno di scuola mediaè stata un’esperienzada non dimenticare.

Federico Di Marco e Alessia Andolina

Scuola Media “ Rossodi San Secondo”

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Iragazzi del “Giornale d’Istituto”dell’Itas, durante “La giornata del-l’accoglienza”, mi hanno invitato a

scrivere ed io ho pensato di raccontar-vi la mia gita scolastica di terza mediain Emilia Romagna, precisamente aRimini.E’ stata questa una delle esperienze piùbelle in assoluto di quest’anno,un’esperienza fantastica, da non poterdimenticare facilmente. Lì abbiamoconosciuto nuovi compagni, abbiamostretto diverse amicizie, naturalmentetutti con nostri coetanei. La città erabellissima. In quei giorni siamo statianche a Forlì e a Bologna dove abbia-mo visitato una centrale adibita allosmaltimento dei rifiuti la ‘’Heram-biente’’.Poi il terzo giorno siamo andati a visi-tare la Repubblica di San Marino doveabbiamo visto anche il castelloIl viaggio è durato in tutto cinque gior-ni. Il primo e l’ultimo sono stati fatico-sissimi perché trascorsi quasi intera-mente sull’autobus. La sera del penul-timo giorno i nostri docenti ci hannoportato anche al bowling, dove cisiamo divertiti tantissimo, e l’ultimasera in discoteca.Un viaggio, l’ultimo con la mia classe,il ricordo più bello che resterà nelcuore.

Alisia Cersosimo Scuola Media “Filippo Cordova”

Viaggio d’istruzione

A RIMINI

VViiaaggggiioo dd’’iissttrruuzziioonnee

aa RRoommaaGGiioorrnnoo 1166 AApprriillee 22001100 noiragazzi della classe 3^ I della scuola“F.Cordova” siamo stati a Roma. Siamopartiti la mattina da Caltanissetta alle 5:00per arrivare la sera a Roma alle 20:00.Durante le ore passate in pullman ci siamodivertiti molto: risate, schiamazzi, giochi,equalche imprevisto… Poveri proff.!! Han-no avuto molta pazienza con noi ! Per ilpranzo ci siamo fermati a Polla, nel norddella Campania: devo dire la verità… ilpranzo era abbastanza disgustoso!Quando siamo ripartiti, ci siamo visti unfilm sull’autobus, e così il tempo è volato.Arrivati in albergo (Aran Park hotel), cihanno subito assegnato le camere. L’hotelera molto lussuoso. Io sono stata in came-ra con tre compagne. Alle 21:00 siamoandati a cenare al ristorante dell’hotel edopo siamo tornati in camera e ci siamodivertiti. La mattina alle 07:30 ci siamopreparate e siamo andate al ristorante perfare colazione e dopo siamo ripartiti per ilcentro di Roma: stupendo! Abbiamo visita-to il Colosseo dall’interno e la guida ci haportato nel museo dove abbiamo visto iresti degli animali ormai estinti. Alle 14:00siamo andati in un ristorante e, per fortuna,ci siamo trovati bene! Il pomeriggio abbia-mo visitato il Pantheon e Piazza Navona.La sera siamo tornati in albergo e, dopoaver cenato, siamo tornati in camera a farbaldoria. La gita (o “viaggio d’istruzione”come dicono i proff.) è stata molto diver-tente e movimentata…Ma ragazzi, il tempo è ormai scaduto per-ché, trovandomi in visita all’ Itas “L.Russo”devo visitare un altro laborato-rio. Comunque vi suggerisco di andare avisitare tutta Roma per scoprire le suetante meraviglie! A risentirci, amici!!

Chiara Costa -3°IScuola Media“Filippo Cordova”

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Dal 13 al 18 aprile sono stata in gita a Roma con la mia clas-se e con un’altra scuola associata alla nostra. È stata questauna gita fantastica, a parte qualche imprevisto: avevamo

degli autisti che non sapevano la strada e, quasi ogni giorno, ci per-devamo e, invece di andare in hotel, andavamo a finire a Tivoli. Il primo giorno siamo andati a San Pietro in udienza dal Papa , manoi, invece di ascoltare il Papa, abbiamo fatto amicizia con deiragazzi spagnoli e francesi. Poi abbiamo visitato la Roma “politica”e quella “barocca”. Arrivavamo ogni sera in hotel stanchi da morire, ma non si potevadormire perché i ragazzi dell’altra scuola facevano una gran baldo-ria, e quindi si passavano le notti in bianco, ma a noi non interes-sava, perché anche noi volevamo divertirci.Le altre mie compagne erano in un altro corridoio e vicino a loro, laprima sera, c’erano delle ragazze della Campania, con cui abbiamostretto amicizia, e poi, le sere successive, dei ragazzi di Pantelleria.Inizialmente con questi ragazzi abbiamo fatto amicizia, utilizzandoper chiamarci tra di noi i telefoni che erano in stanza, ma poi que-sti ragazzi si sono comportati male e sono stati allontanati da noi edalle nostre proff. La stessa sera siamo andati in discoteca, ma nonci siamo divertiti tanto.Il giorno della partenza è stato un po’triste perché nessuno volevatornare. Siamo arrivati a casa verso le tre di notte ed eravamo stan-chi morti. Era stata quella una gita bellissima e divertente,che né noi, né i nostri proff…. dimenticheremo facilmente .

Giada GallinaIstituto comprensivo “Giovanni XXIII” di Resuttano

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Il giorno 13 aprile, con la mia classe ed altri ragazzi di un’altrascuola sono partita per Roma dove sono rimasta cinque giorni,alloggiando in un hotel di periferia, il “Clelia Palace”.

Il primo giorno abbiamo avuto l’udienza in Vaticano con il Papa,durante la quale abbiamo fatto amicizia con alcuni ragazzi francesie spagnoli. L ‘indomani abbiamo visitato la Roma “politica” e poisiamo andati a Tivoli. La sera siamo ritornati in hotel stanchissimima, nonostante ciò, abbiamo passato tutta la notte a ridere e scher-zare. Il giorno dopo abbiamo visitato la Roma “barocca” e, dopoaver finito le visite, ci siamo concessi un po’ di relax facendo shop-ping; quella stessa sera, dopo cena, siamo andati in discoteca. E infi-ne giorno 18 siamo andati a Tivoli e poi siamo ripartiti per ritornarea Resuttano dove ci aspettavano i nostri genitori. Ci siamo divertititanto in quei giorni, e ogni sera andavamo a letto tardi perché era-vamo impegnati a correre per i corridoi; naturalmente poi la mattinaera un po’ difficile alzarsi presto ! Durante la gita, oltre ad aver fattoamicizia con altri ragazzi e ragazze, abbiamo litigato con i compo-nenti di una scuola di Pantelleria : questa è stata l’unica nota stona-ta di quei giorni indimenticabili.È stata comunque un’ esperienza bellissima che rifarei un’ altra volta.

Chiara PanzicaIstituto comprensivo “Giovanni XXIII” di Resuttano

Visita d’istruzione a Roma

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PAGINE D’ATTUALITÀ

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Riportiamo qui diseguito alcuni deipassi più belli deidiscorsi pronun-ciati da BenedettoXVI durante laSua visita nelcapoluogo sicilia-no. Seguiranno leriflessioni di alcu-ni ragazzi e latestimonianza ditre studenti chehanno partecipatoall’evento.

Al Foro Italico

• “Non avere paura di testimoniare con chiarez-za i valori umani e cristiani”, “ anche di frontealla mancanza del lavoro, all’incertezza per ilfuturo, e alla sofferenza fisica e morale, provo-cata dalla criminalità organizzata”

• “La tentazione dello scoraggiamento viene achi è debole nella fede, a chi confonde il malecon il bene, a chi pensa che davanti al male,spesso profondo, non vi sia nulla da fare”

• “Chi è saldamente fondato sulla fede, chi hapiena fiducia in Dio e vive nella Chiesa è capa-ce di portare la forza dirompente del Vangelo.Così si sono comportarti i Santi e le Sante, fio-riti nel corso dei secoli a Palermo e in tutta laSicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voiben noti come, ad esempio, don Pino Puglisi .Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad ali-mentare in ciascuno il desiderio di proclama-re, con le parole e con le opere la Presenza el’amore di Cristo”.

• “Popolo di Sicilia , guarda con speranza al tuofuturo . Vivi con coraggio i valori del Vangeloper Far risplendere la luce del bene. Con laforza di Dio tutto è possibile.

Al Politeama

“Dobbiamo prendere sul serio questo trovarsiinsieme, che no può essere solamente occasio-nale … E voglio partire non da un ragionamento,

ma da una testimo-nianza … sabato 25settembre scorso, aRoma, è stata procla-mata beata unaragazza italiana dinome Chiara Bada-no. Vi invito a cono-scerla : la sua vita èstata breve, ma è unmessaggio stupendo.Chiara è nata nel1971 ed è morta nel1990, a causa di unamalattia inguaribile.Diciannove anni,pieni di vita, di amo-

re e di fede. Due anni, gli ultimi, pieni anche didolore, ma sempre nell’amore e nella luce, unaluce che irradiava intorno a sé e che veniva dadentro: dal suo cuore pieno di Dio! Come è pos-sibile questo?... Evidentemente si tratta di unagrazia di Dio , ma questa grazia è stata anchepreparata e accompagnata dalla collaborazioneumana : la collaborazione di Chiara stessa, cer-tamente, ma anche dei suoi genitori e dei suoiamici”.“Prima di tutto i genitori e la famiglia … e que-sta luce che viene dalla fede e dall’amore l’han-no accesa loro per primi … E’ la fiaccola dellafede che si trasmette di generazione in genera-zione … La famiglia è fondamentale, perché lìgermoglia nell’animo umano la prima percezio-ne del senso della vita. Germoglia nella relazio-ne della madre con il padre, i quali non sonopadroni della vita dei figli, ma sono i primi col-laboratori di Dio per la trasmissione della vita edella fede”.“ Cari giovani di Sicilia, siate alberi che affonda-no le loro radici nel fiume del bene e non abbia-te paura di contrastare il male! Insieme , saretecome una foresta che cresce, forse silenziosa,ma capace di dare frutto, di portare vita e di rin-novare in modo profondo la vostra terra! Noncede alle suggestioni della mafia, che è una stra-da di morte, incompatibile con il Vangelo”.“ L’immagine dell’albero dice che ognuno di noiha bisogno di un terreno fertile in cui affondarele proprie radici ( … ) : sono i valori, ma sonosoprattutto l’amore e la fede, la conoscenza del

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BENEDETTO XVI A PALERMOMESSA AL FORO ITALICO E INCONTRO CON I GIOVANI

IN PIAZZA POLITEAMA

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vero volto di Dio, la consapevolezza che Lui ciama infinitamente, fedelmente, pazientemente,fino a dare la vita per noi”.“ La famiglia, per essere ‘piccola Chiesa’ , devevivere bene inserita nella ‘grande Chiesa’, cioènella famiglia di Dio che Cristo è venuto a for-mare”.“… Ringrazio Dio per avervi incontrato, perchédove ci sono giovani e famiglie che scelgono lvia del Vangelo c’è speranza. E voi siete segnodi speranza, non solo per la Sicilia, ma per tuttal’Italia … Coraggio, cari giovani e famiglie diSicilia, siate santi!... Mettetevi a piena disposi-zione di Dio, lasciatevi plasmare dalla suaParola e dal suo Spirito , e sarete ancora, e sem-pre più, sale e luce di questa vostra amata terra”.

Testimonianze

Quel giorno c’ero anch’io a Palermo….Io penso che le parole del Papa sono state moltobelle e, così come sono state dette, rimarrannonella storia e, soprattutto nel mio cuore. Il Papaha detto cose tanto significative che in me, chenon sono ancora battezzata, hanno fatto cresce-re il desiderio di diventare cristiana.

Maria Cristina Di Blasi

La gioia più grande che ho ricevuto da questoincontro è l’essermi sentita”Chiesa”, dentro lagrande famiglia dei figli di Dio, “e nessuno puòtoglierci questa gioia”, come ha detto il Papa.L’incontro con Lui mi ha toccato fortemente e miha inculcato nel cuore un forte desiderio di Dioe la speranza di un mondo migliore e di unpaese senza mafia.

Federica Foti

Io sono andato a Palermo il giorno prima dell’ar-rivo del Santo Padre con il mio gruppo scout.Appena arrivati ci siamo tutti incontrati in piaz-za Castelnuovo, dove, tra danze, canti e tanterisate, abbiamo passato la nottata. La mattinaalle 5 ci siamo poi diretti al Foro Italico, aspet-tando pazientemente di partecipare alla messadel Papa. Vivere in prima persona questo incon-tro ha portato tanta serenità nel mio cuore. Inparticolare mi ha fatto riflettere molto il richia-mo del Papa a non cedere “alle suggestioni dellamafia, che è strada di morte”, e il messaggio disperanza che ha lanciato a noi giovani”Siatealberi che affondano le loro radici nel fiume delbene e non abbiate paura di contrastare ilmale”.

Giuseppe Cosentino

Anch’io ero presente con alcuni giovani a quel-

l’incontro, a quella grande festa, e tanta è stata lagioia nel vedere come, pur in questa societàsecolarizzata,ci sia ancora tanto desiderio dibene, di verità, di giustizia, soprattutto nei nostrigiovani che, così numerosi erano presenti. E laloro presenza, pur nell’eccezionalità delmomento,è stata per me la più grande testimo-nianza.Oggi a tanti di noi - giovani e adulti - che vivo-no la propria fede come un fatto “privato”, opeggio come “un prodotto di consumo”, unacosa tra le altre, forse utile ad appagare certibisogni dell’anima non ancora del tutto assopi-ti…, oggi questa Presenza ci dice senza ambigui-tà di“Non avere paura di testimoniare con chia-rezza i valori umani e cristiani” e di vivere “concoraggio i valori del Vangelo per far risplenderela luce del bene”.Si tratta allora per me , anche di fronte a questonuovo invito del Santo Padre,di una possibilitàgià da tempo intravista e che ci spalanca ilcuore. Si tratta di un’ avventura già da tempocominciata e che ci ha portato a riscoprire la pro-posta cristiana come adeguata a degli esseriragionevoli che vivono appieno il propriotempo. “Se infatti il Cristianesimo non è evasio-ne” e tanto meno spiritualismo disincarnato,néuna serie di leggi o peggio di buone azioni, maun fatto” del Dio che si è reso finito per lacera-re la nostra finitezza e condurla all’ampiezzadella sua infinità” (J.Ratzinger), allora per mevale la pena ripartire proprio da qui.

La prof. Maria Cristina Benintende

3377

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Pro:«La laicità è legittima, viviamo in unasocietà pluralista nella quale convivonodiverse fedi e idee, dobbiamo aver tolle-

ranza e rispetto verso gli altri. È chiaro che pernoi cristiani è essenzialmente un simbolo reli-gioso. Oltre a questo, però la Croce è un simbo-lo culturale. Il crocifisso è segno di carità e dibenevolenza, non può essere offensivo, nonminaccia nessuno, dice l’amore e la misericor-dia di Dio, una misericordia che è per tutti,anche per i non credenti».

(Walter Kasper)

«Quel Cristo sul crocifisso non è un cime-lio della pietà popolare per il quale sipuò nutrire un devoto ricordo. Non è

neppure un generico simbolo della nostra tradi-zione sociale e culturale. Cristo è un uomo vivo,che ha portato nel mondo un giudizio, un’espe-rienza nuova. I crocifissi si possono togliere,ma non si può togliere dalla realtà un uomovivo. Ma c’è un inconveniente: che noi cristianipossiamo non essere noi stessi, dimenticandoche cos’è il cristianesimo; allora difendere il cro-cifisso sarebbe una battaglia persa, perché quel-l’uomo non direbbe più nulla alla nostra vita».

(Comunione e Liberazione)

«Il crocifisso non genera nessuna discrimi-nazione. È l’immagine della rivoluzionecristiana che ha sparso per il mondo

l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino alloraassente. La rivoluzione cristiana ha cambiato ilmondo. Il crocifisso è il segno del dolore umano».

(Natalia Ginzburg)

«Il crocifisso sul muro non impone nientea nessuno, ma è il simbolo della nostrastoria. Una sentenza simile va bocciata

anzitutto per mancanza di senso storico».

(Antonio Socci)

«La crocifissione non è solo un segno dilutto. Ma l’eccezionalità di questo mono-teismo è che Dio si fa uomo e nel suo

essere sconfitto, vinto e ucciso, vince».

(Massimo Cacciari)

Contro:

«Il cattolicesimo della Chiesa romananasconde dietro il crocifisso interpretatocome riscatto, una cultura e una storia di

violenze, sopraffazioni, guerre. In nome dellacroce sono stati commessi grandi misfatti,Crociate, Inquisizione, rapine e massacri nelnuovo mondo, la benedizione degli imperi edegli uomini della provvidenza».

(Dario Fo)

«SIMBOLO INOFFENSIVO: è una statuet-ta che non fa male a nessuno, lasciatela liappesa, guardate altrove».

( Pierluigi Bersani)

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Il Crocifisso in classeUna recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo diStrasburgo ha abolito l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici. Questa è la posizione di grandi intellettuali del nostro tempo.

Novembre 2009

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«Il crocifisso è il simbolo della nostra tra-dizione contro i genitori ideologizzati ela Corte europea ideologizzata».

(M. Gelmini)«Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di

una “tradizione”… Gesù Cristo è un fattostorico e una persona reale, morta ammaz-

zata dopo indicibili torture… È, da duemila anni,uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione,sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione»

(Marco Travaglio)

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Nuova sentenza marzo 2010

Iprimi di marzo l’Italia ha vinto a Strasburgo laprima battaglia in difesa del crocifisso. LaCorte dei diritti dell’uomo ha giudicato ammis-

sibile il ricorso presentato dal governo contro lasentenza con la quale, il 3 novembre scorso, glistessi giudici di Strasburgo avevano di fatto boc-ciato l’esposizione del croci-fisso nelle aule scolastiche.La decisione è stata accoltacon soddisfazione dal mini-stro degli Esteri, FrancoFrattini, e valutata positiva-mente da numerosi espo-nenti politici di maggioranza e opposizione, enaturalmente con favore dalla Conferenza epi-scopale italiana (Cei), per la quale è stato com-piuto «un passo avanti nella giusta direzione».L’iter del nuovo procedimento si concluderà conla sentenza, stavolta definitiva, che sarà emessadai 17 giudici che compongono la GrandeCamera di Strasburgo, dopo che saranno statesentite, in udienza pubblica, tutte le parti interes-sate. Siamo tutti in attesa della definitiva sentenza. Rimaniamo convinti che il crocifisso non offen-de nessuno e rappresenta i valori della libertà,della solidarietà e di uguaglianza tra tutti gliuomini, per gli studenti in particolare ha ungrande e profondo valore educativo.

Andrea Amico 3^ A Bio

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Caltanissetta 4-12-2009

“Perdonali perche non sanno quello che fanno”Sono queste le parole pronunciato da Cristosulla croce, duemila anni fa a e forse ripetuteancora oggi.

Povero Gesù Cristo, ne stanno facendo unmezzo di divisione sociale; e pensare che Luiinvece era venuto al mondo a portare la pace!

I politici lo usano come strumento di dibattito; ilpopolo è diviso tra crocifisso si o no; gli studen-ti , forse per saltarsi qualche ora di scuola,fannomanifestazione per non rimuoverlo ,quando poibestemmiano contro quel simbolo.

Povero Gesù Cristo, lui rispettava le altre religio-ne e non ha mai cercato di prevaricare, e inveceora lo accusano di offendere i diversi.

E’ questa una battaglia portata avanti dal 2003, ela Corte Europea a novembre ha poi sentenziato:il crocifisso deve essere tolto dalle aule italianeperché lede la laicità dello Stato.Si scatena l’opinione pubblica: c’è chi dice cheil crocifisso è un nostro simbolo tradizionale, chisostiene invece che se lo Stato è laico, la scuolanon può esporre un simbolo religioso; chi diceche se c’è il simbolo cristiano bisogna mettereanche gli altri, e addirittura c’è chi sostiene che

se il crocifisso richiama una tradizione, alloradobbiamo mettere altri simboli come la pizza ola fontana di Trevi.E allora riempiamo le aule di foto di mullah, sta-tue di Budda, effigi di Shiva o Kalì, pizze, souve-nir da tutta Italia!Cristo, che rappresenta la libertà e i valori chetutti dovrebbero prendere ad esempio, è statocosì fatto oggetto di attacchi politici e sociali diogni genere.I social network si scatenano …in un blog silegge” stando a questa sentenza , l’esistenzastessa della nostra tradizione e la fede del nostropopolo (il 90% sceglie l’ora di religione) sono diper sé un attentato alla libertà altrui, i giudicidovrebbero allora esigere la cancellazione daiprogrammi scolastici di gran parte della storiadell’arte e dell’architettura, di autori fondamen-tali della letteratura come Dante e Manzoni, digran parte dei programmi di storia, di interirepertori di musica classica o di filosofia.

Ma per favore…“Date a Dioquel che è di Dio e a Cesarequel che è di Cesare”

Lucia ArcarisiIV A Bio

“Perdonali perché non sanno quello che fanno”

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Dopo il terremoto, avvenuto la notte tra il 12 e il 13 che, secondo la IFRC, hacausato la morte di circa 45 mila persone, la nazione di Haiti non trova pace.Infatti, a causa della posizione geografica dell’isola, i soccorsi umanitari e

sanitari tardano ad arrivare e la popolazione ha mostrato la sua indignazione, bloc-cando le strade con alcuni massi e coi corpi esanimi delle vittime.I cadaveri potrebbero causare il diffondersi di alcune epidemie come la febbre tiroi-dea e l’ONU e il CICR hanno (a mio parere giustamente) sconsigliato di seppellire icorpi in fosse comuni per rendere possibile il riconoscimento degli stessi. Ma questoaccentuerebbe ancora di più i rischi sanitari. Una priorità consiste perciò nel trovareuna soluzione a questo problema.Per quanto riguarda il materiale sanitario, il 14 gennaio la Croce Rossa Internazionaleha inviato alla Croce Rossa Haitiana 40 tonnellate di materiale medico-sanitario, tracui kit di emergenza e cloro per la ripotabilizzazione dell’acqua.

Silvio Lanzafame

HAITI: L’APOCALISSE DEL PAESE CHE NON C’È PIÙ

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Caltanissetta, 27/09/2009

CCaarroo AAmmiirr,,anche se non ricevo una tua lettera da moltotempo, ho deciso di scriverti ugualmente.Qui da noi, ormai ogni giorno e quasi in ogniedizione del telegiornale, sentiamo quelle noti-zie che vengono definite “ultime”, ma che inrealtà ripetono continuamente la stessa cosa:attentati, stragi, morti civili e militari. Ogni gior-no la TV ci fa vedere i filmati di quell’orrore cheè diventato il tuo Paese, ed io non voglio guar-darli, perchè almeno così mi rimane la speranza,o l’illusione, che tu sia ancora vivo.Nell’ultima lettera ti invitavo a venire a passareun periodo di vacanze in Italia (come alcuniamici hanno fatto con i ragazzi di Chernobyl);sai, non avevo ancora capito la situazione deltuo paese: quando sentivo parlare di “missionedi pace” e di “aiuti umanitari”, pensavo si trattas-se di risolvere problemi economici o simili.Probabilmente è per questo che non hai piùrisposto: ti sarai sentito preso in giro. Ora sonopiù grande e mi rendo conto che non si tratta di“vacanze che non si possono fare per mancanzadi mezzi”: si tratta di una vera e propria guerra.E allora cambia tutto. Guerra significa morte edistruzione. Io non ho un’esperienza diretta, mamia nonna mi ha raccontato di quando, durantela Seconda guerra mondiale, ragazzina comeme, è sfuggita per miracolo ai bombardamentidegli americani; mi ha sconvolto sentirle raccon-tare delle persone morte accanto a lei, personecon le quali, fino a qualche istante prima avevaparlato, ridotte a brandelli dalle esplosioni.

E oggi sembra che la storia siripeta: sei soldati italiani uccisidall’espolsivo.

Ma che cosa avevano fatto di male? Io non capi-sco: i nostri soldati non sono lì per aiutarvi?.Mi sento molto triste, ma comincio anche a sen-tirmi furiosa perchè mi sento imbrogliata. Allorail nostro Governo ha preso una decisione sba-gliata a mandare i nostri ragazzi nel tuo paese?Sto pensando qualcosa che mi fa molto male: tusei tra quelli che non vogliono il nostro aiuto?Forse sei tra quelli che hai piazzato le bombe?Forse sei tra quelli che stanno uccidendo i nostrisoldati? Allora, è per questo motivo che non hairisposto alle nostre lettere?Ho sentito mio padre dire che adesso anchel’Italia ha il suo Vietnam e mi sono improvvisa-mente ricordata di una canzone moltofamosa:”C’era un ragazzo che come me...”, diGianni Morandi che lui stesso ha cantato conuna modifica significativa: ha cambiato infatti unpassaggio, producendo una piccola rivoluzione:quel “ragazzo che come me amava i Beatles e iRolling Stones” e che “ è morto nel Vietnam”,

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Pagine d’attualitàL’Italia intera è stata in lutto a

causa del gravissimo attentato chepochissimi giorni fa, ha coinvoltomilitari italiani in Afghanistan, doveerano in missione di pace. Rifles-sioni, emozioni, sentimenti, destatiin te da questo tragico evento.

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oggi diventa ”un ragazzo che come me amavaEros e Vasco Rossi” e che “finisce a far la guerrain Afghanistan”. Però, siccome non avevo capi-to il perchè di questo commento, gli ho chiestospiegazioni: allora ho saputo alcune notizie deltuo Paese che, prima, non conoscevo, a parte ilfatto che, nei secoli, esso è stato soggetto a mol-tissime dominazioni , il che mi ricorda molto laSicilia, e negli anni ‘80 è stato invaso dall’Ar-mata Rossa, la quale dopo dieci anni di guerrasanguinosa, l’ha abbandonato lasciandolo,povero e distrutto, in mano ai talebani.Qualcosa di simile, ricordo, era avvenuto negliUSA negli anni ‘60 con il Vietnam.Quindi è così? Anche noi abbiamo il nostroVietnam? Il fatto che noi italiani nel tuo paeseabbiamo portato la costruzione, le medicine,l’aiuto a combattere la droga, l’aiuto a ripristina-re i diritti umani, l’aiuto a vivere, viene ricambia-to con le bombe e l’uccisione dei nostri ragazzi?E tu da che parte stai?Io non conosco il mondo musulmano, tantomeno le differenze che ci sono tra musulmano emusulmano e tra un musulamano e un cristiano.Ti posso raccontare solo la mia esperienza: qual-che anno fa avevamo un ragioniere musulmanoche aveva un figlio piccolo; quando veniva alavorare da noi a volte portava con sé il bambi-no. Anche se era più piccolo di me, io lo invita-vo spesso a giocare, prestangogli i miei giocatto-li, e addirittura, gliene ho regalato alcuni. Lo sai

cosa faceva mio padre? Lo rimproverava conti-nuamente e, appena usciva dalla mia campagna,i giocattoli glieli buttava nella spazzatura. E saicome l’ho saputo? La madre del bambino, cheveniva a casa nostra ogni tanto a dare una manoa mia madre, di nascosto dal marito, lo ha dettoa mia nonna, pregandola di fare in modo chenon gli regalassimo più niente, perchè lui nonvoleva nulla da noi “infedeli”. Questo padre èarrivato a picchiare il bambino che piangeva peri giocattoli.Ma che persone siete? Qual è quella religione che dice di picchiare unfiglio per dei giocattoli o di uccidere una figliaperchè esce con un ragazzo di religione diversa?Qual è quella religione che obbliga di imbottirsidi esplosivo e di farsi esplodere in mezzo a per-sone innocenti?Allora, noi abbiamo mandato dei ragazzi a mori-re per aiutare persone così?Possibile che la storia passata non ci abbia inse-gnato nulla?La verità è che gli insegnamenti religiosi sonostati asserviti agli interessi umani e stravolti.E’ questo quello che devo pensare?Per favore, rispondi a questa lettera e dammi lasperanza che il mondo non si sia ridotto a que-sto punto.

Con affettoCarla Labbate 1A linguistico

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Scene queen, mmm, cos’è una scene queen?Beh, è la nuova tendenza che va di moda trale ragazze. ma anche tra i ragazzi (scene king).Scene queen, ovvero regina della scena, èuna ragazza che sembra fragile ma in realtà vapazza per il macabro e la musica death core(O più comunemente quelli che gridano). Lescene queen più famose non sono italiane,ma sono conosciute in tutta Italia e le ragazzecercano di imitarle, queste sono:KKiikkii KKaannnniibbaallAAuuddrreeyy KKiittcchhiinnggDDaakkoottaa rroosseehhaannnnaa BBeetthhJJaacc VVaanneekkJJeeffrreeee ssttaarrBBrriittttaannyy KKrraammeerrJJeessssiiccaa LLoouuiisseeCClleemmeennttiinnee SSuuiicciiddeeBBeecckkyy--LLoouu FFlliippZZuuii SSuuiicciiddee

In Italia tutti i ragazzi amanti dello stile cono-scono sicuramente Vicky Moss che sarebbela scene queen più famosa di netlog, nonchéproprietaria di una discoteca per alternativi.Beh, se sapesse di essere nominata qui mi sache impazzirebbe di gioia... Ma lei non losaprà mai. “muahahah”. Le scene queen sono solitamente modelle,fotografe, musiciste o cantanti che vestono inmodo alternativo, anche se ormai dato che sicopiano tutte di alternativo non c’è più unbel niente.Per essere scene queen bisogna: Indossareaccessori ultra belli come fiocchi o fermaglie cose varie; amare Hallo Kitty; farsi unmiliardo di foto da caricare su netlog; vestir-si con colori “shocking”; avere possibilmen-te il ciuffo con i capelli di ventimila colori;non mangiare al fin di diventare scheletri;uscire semi nude; bere sangue e fare cosesquallide e truccarsi in modo pesante usandociglia finte extra-lunghe.Beh, ragazzi! Apriamo gli occhi ed invece ditrasformarci in qualcun’altro, restiamo noistessi... Per farsi accettare dagli altri non ènecessario omologarsi, perché i veri amici ciaccettano per come siamo! E poi, come dice“J-ax”: «L’impresa eccezionale è essere nor-male» quindi facciamo quest’eccezione. Èsicuramente meglio.

Miriam Vecchio - 3 A bio

So scene!!

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LE NUOVE FRONTIERE

DELLA SCIENZA

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Giorno 20 maggio 2010 per la primavolta nella storia della scienza l’uomo è riuscitoa creare la vita, dopo 10 anni di ricerca effettua-ta con l’ausilio di un computer estremamenteevoluto.Le cellule create con questo sistema possonorisolvere problemi come l’inquinamento, l’ap-provvigionamento di carburante, l’approvvigio-namento di cibo. Ecc… Questo solo per comin-ciare; con un po’ di fantasia si possono immagi-nare scenari davvero incredibili. Un’altra implicazione della cellula potrebbeessere una tecnologia per una vita eterna e tec-nologie che possono migliorare di molto le con-dizioni di vita dell’uomo.Molto probabilmente anche il mondo della tec-nologia e dell’informatica sarà rivoluzionato daquesta invenzione: la possibilità di lavorare alivello cellulare potrebbe facilmente permetteredi ideare una nuovissima serie di elaboratori,magari completamente differenti da come liabbiamo adesso.C’è già chi parla, ad esempio, di computerimpiantati direttamente sotto la nostra pelle, ingrado di proiettare le immagini in una piccolaarea della nostra retina.Craig Venter, il biologo che ha guidato l’equipedi scienziati per la formazione di queste celluleartificiali, dice: «Si tratta di un traguardo fonda-mentale dell’ingegneria genetica, non solo perpossibili risvolti applicativi, ma anche perchésegna la tappa iniziale dell’era post-genomica».Commenta il genetista Giuseppe Novelli, presi-de della facoltà di Medicina dell’Università diTor Vergata di Roma: «Di fatto Venter ha creatoqualcosa che prima non c’era, un batterio primainesistente, perché il genoma artificiale che hacostruito con una macchina in laboratorio con-

tiene dei pezzetti di DNA che non esistono nelgenoma del batterio presente in natura». Venterha fatto tutto con una macchina, spiega ancoraNovelli: «Prima ha letto la sequenza genomicadel batterio in un database genetico, poi con unmacchinario ha ricostruito chimicamente ilgenoma, aggiungendovi però nuove sequenze.Ha fatto pezzetti, ciascuno di 10 mila lettere dicodice, poi li ha assemblati insieme fino a crea-re un genoma di oltre un milione di paia di basi.Poi ha inserito il genoma artificiale in un batte-rio svuotato del suo DNA e ha costruito unanuova forma di vita che funziona e si riproduce.La cellula così creata, infatti, prima non esisteva,e il suo genoma porta i segni distintivi della suadifferenza dal batterio esistente in natura». «Infuturo - conclude Novelli - si potranno crearenuove forme di vita capaci di produrre farmaci odi aiutarci contro l’inquinamento, per esempiobatteri mangia-petrolio».

E la Chiesa??Essa ha accolto, in generale, favorevolmentequesta scoperta. Così a riguardo si è espresso ilcardinale Angelo Bagnasco: «Questa creazionedella cellula artificiale è un ulteriore segno dellagrande intelligenza dell’uomo(…), dono di Dioper conoscere meglio il creato e poterlo meglioordinare, ulteriormente ordinare». «D’altra parte- ha sottolineato ancora Bagnasco - l’intelligenzanon è mai senza responsabilità, quindi ogniforma di intelligenza e ogni acquisizione scien-tifica vale in sé ma deve sempre essere commi-surata alla dimensione etica, che ha al cuore ladignità vera di ogni persona nella prospettivadel creato».

Cosentino Giuseppe Lanzafame Silvio

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La pr ima cel lula art i f ic iale è realtà!

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Un gruppo di ricercatori americani hasperimentato nuove tecniche per far nascere individui “senza genitori”, riu-scendo a trasformare cellule staminali embrionali in ovuli e spermatozoi “pri-mitivi”,con l’ utilizzazione della fecondazione in vitro; si tratta cioè di trasfor-mare le staminali in cellule finalizzate alla riproduzione.Tale scoperta, pubblicata sulla rivista “Nature”, può servire anche per capirele cause genetiche della sterilità, molto frequente fra le coppie giovani( la per-centuale va dal 10 al 15 per cento ), e metà dei casi è legata all’impossibilitàdi fabbricare ovuli e spermatozoi efficienti.I ricercatori per l’esperimento hanno usato una famiglia di geni, chiamatiDAZL, e ne hanno individuato tre: il primo è un gene, proveniente daembrioni in gran numero ottenuti dalla fecondazione assistita, che controllala trasformazione da cellule staminali embrionali umana. Gli altri due geni, chiamati DAZ1 e BOULE, oltre a portare alla divisionedella cellula staminale in due parti, contribuiscono alla meiosi, cioè alla ridu-zione del loro patrimonio genetico a 23 cromosomi. Quindi i ricercatori sperano di perfezionare la procedura col passare deltempo e ipotizzano altri due tipi di cura per la sterilità: una potrebbe esserequella di partire dalle cellule germinali immature di una persona, che nonpuò avere figli; un’altra potrebbe essere quella di utilizzare ovuli e spermato-zoi maturi per la fecondazione in vitro; mentre una terza via potrebbe esserequella di prelevare cellule adulte, riprogrammarle e manipolarle in modo datrasformarle in cellule riproduttive, così da avere il patrimonio genetico del-l’individuo.Questa nuova via sembra la più promettente ed efficace. Queste nuove tecniche certo sollevano non pochi problemi morali e vannoapprofondite, discusse, e vanno anche valutati attentamente i risvolti etici; inogni caso va incoraggiata la ricerca volta a curare la sterilità.

Calì RobertaTumminelli Linda

3Abio

Staminali:sconfitta sterilità

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Il vaccino si chiama NicVAX.Il vaccino bloc-cherà la nicotina a livello del sangue, nonfacendo arrivare la sostanza al cervello, ai

neuroni, dove stimola la sensazione di piacereche rende i fumatori assuefatti e asserviti altabacco. Il vaccino si è rivelato in grado di stimo-lare il sistema immunitario a produrre anticorpianti-nicotina capaci di non farne arrivare tracciaal cervello. In questo modo i neuroni cerebralinon sono più stimolati al piacere da nicotina.Sono promettenti i risultati dei primi test su que-sta nuova arma per smettere di fumare, messa apunto dai ricercatori del Tobacco Use ResearchCenter di Minneapolis. Il vaccino si è dimostra-to sicuro e ben tollerato. Ma soprattutto aiuta avincere la dipendenza, in modo sorprendente, adetta degli stessi specialisti.Il prossimo passo della sperimentazione saràidentificare la dose ottimale di somministrazio-ne. Il vaccino funziona stimolando la produzio-ne di anticorpi che si attaccano alla nicotina,

impedendogli di superare la barriera ematoence-falica. Gli specialisti lo hanno testato su alcunifumatori, con l’obiettivo primario di valutarne lasicurezza. Alcuni volontari hanno ricevuto pla-cebo, altri il vaccino a dosi diverse all’inizio deitest e poi dopo alcuni giorni. I ricercatori nonavevano imposto loro di smettere, a meno chenon volessero farlo. Non si sono verificati effetticollaterali particolari, né un aumento del consu-mo di sigarette per compensare gli effetti delvaccino. E anzi, alcuni fumatori che hanno com-pletato lo studio, non hanno acceso una sigaret-ta per un mese. Erano i volontari trattati con ledosi più alte di vaccino, che sembrerebberoquelle più efficaci per vincere la dipendenzadalla nicotina. I ricercatori sottolineano, comun-que, che sono necessari ulteriori test.

Lo Verme Giuseppe & Tumminelli Luca

3a bio

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Il vaccino

anti-tabacco

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SOS PIANETA TERRA

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5500

AIUTIAMO

I PANDA GIGANTI

Parliamo sempre dianimali e credo chetutti voi avete senti-

to il nome di Panda, quellaspecie di orsacchiotto bian-co e nero. Questo è ilPanda Gigante (Ailu-ropoda melanoleuca) cheoggi è purtroppo in via diestinzione. Esso da un paiodi anni è stato consideratoappartenente alla famigliadegli Ursidi. Dapprima eraun carnivoro ma da moltotempo utilizza una dietavegetariana compresa difoglie e steli di bambù. Vivenelle foreste della Cina delSud in altezza compresa dai 1500 e 3500metri mangiando in continuazione (fino a 14ore al giorno) consumando più di 14Kg dibambù. A differenza degli orsi normali questinon vanno in letargo nei periodi invernali einoltre durante i periodi di accoppiamento imaschi si affrontano per la conquista dellafemmina. Da neonati i Panda pesano all’incir-ca 130 grammi ma da adulto possono arrivarea pesare più di 100Kg. Essi sono dotati di unpalmo con un pollice e possiedono dueocchiaie di colore nero e una pelliccia conpelo corto molto delicata. Da molto tempo è in via d’estinzione appuntoper la distruzione del proprio habitat provoca-ta dagli incendi e dai bracconieri che li attac-cano in continuazione per la loro pellicciapregiatissima.

Ciò che inoltre appunto minaccia anche laloro presenza nel nostro pianeta è la scarsaproduzione di bambù nelle foreste e quindi iPanda si devono trasferire spesso in cerca dicibo. Nell’ultimi 15 anni questa specie è dimi-nuita di circa il 50% rimanendo in un numerocomplessivo di 1500 individui. Essi sono salvaguardati dal WWF che ne faanche il simbolo e si cerca di aiutarli inseren-do nell’ambiente nuove specie di bambù ecostruendo delle riserve in modo che sianosempre sotto l’aiuto di persone competenti.

Gaetano Pepe3^B Biologico

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Il Madagascar è un’ isola che grazie alla suagrandezza contiene moltissime piante e sva-riate specie di animali dai colori e dalle

forme più strane. Tra queste specie si distinguo-no svariati tipi di Lemuri che sono degli ani-mali molto simili alle scimmie,con dimensioniinferiori che vanno dai 9 ai 12 cm. Questi buffianimali hanno mani e piedi simili alle scimmie(tanto che vengono chiamati proscimmie), conun artiglio nel secondo dito del piede che serveper la pulizia del corpo; il colore è vario: daldorato al grigio-nero con parti bianche; il pelo èmorbido e lanoso e gli occhi sono molto grandisoprattutto di notte. Esistono diversi tipi diLemuri alcuni grandi quando scimpanzé caratte-ristici della fauna del Madagascar. Dagli antichiRomani venivano chiamati spiriti dei defuntiappunto per la loro forma e per il colore degli

occhi,ma alla fin fine non posseggono niente dispettrale. Sono una delle specie di animali arischio estinzione (circa il 76%), con 39 speciesu 51 minacciate. In particolare sono più di 10 lespecie di Lemuri a rischio e tra queste troviamo:l’apalemure dorato dei bambù, la sifaka a coronadorata e i Lemuri a orecchie pelose, il più grossotra i lemuri a colore bianco e nero. La causa della loro estinzione è la presenza del-l’uomo con la sua azione devastante sulle forestedel Madagascar: i tagli boschivi indiscriminati,gli incendi e il pascolo eccessivo non aiutanocerto la ricrescita della vegetazione.

Gaetano Pepe - 3^B Bio

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AIUTIAMOLE FOCHE MONACHE

Ogni anno moltissime razze di animali sonoa rischio estinzione a causa di tutti queiproblemi legati al disboscamento, ai cam-

biamenti climatici, al territorio inquinato e, soprat-tutto, allo “zampino” dell’uomo. Anche la Focamonaca rientra in questa classifica di animalia rischio: attualmente, infatti,il numero complessi-vo di specie presenti nelle zone del Mediterraneova intorno a 350-400 individui,davvero pochi peruna razza cosi antica, sterminata anche a causadella sua pelliccia pregiata. La Foca Monaca è unmammifero munito di pinne, con uno strato ditessuto adiposo che le rende impermeabili all’ac-qua; il colore del mantello va dal nero al marro-ne. Questo tipo di foca è estremamente sensibileall’uomo e di solito vive a gruppi nelle scogliereoppure nelle grotte dove può trovare rifugio daglisguardi “indiscreti” di pescatori e turisti. Le causeche minacciano queste specie sono tante, tra que-ste: la mancanza di cibo, continuamente sottrattodai pescatori, la presenza delle reti,che fannoimpigliare le foche annegandole, e infine il pro-

blema dei bracconieri. Dai risultati delle ricerchesi è visto che due terzi degli antenati di questespecie di foche sono morte a causa delle acqueinquinate e delle malattie epidemiche. Oggi leFoche Monache sono ritenute dal WWF ITALIA laspecie di mammiferi più a rischio di estinzione ditutta Europa. In conclusione volevo fare un appel-lo perché si fermi in tempo la strage di questi ani-mali in modo che i nostri figli possano ancoraammirare queste meravigliose creature marine.

Gaetano Pepe - 3^B Bio

I LEMURIDEL MADAGASCAR

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Conferenza di Copenhagen 2009:

l’anno più caldo di sempre...Il 2009 sembra sia stato l’anno più caldodal 1850 ad oggi e sarà ricordato comel’anno con le più alte temperature di sem-pre. In particolare il 2009 è stato l’annopiù caldo per Asia e Africa, mentre inCina c’ è stata la più grande siccità disempre; in Kenia e in India vi sono stateprecipitazioni inferiori rispetto agli annipassati e tutto ciò ha causato una gravecrisi alimentare per la scarsità di acqua.Nell’ Artico, si è verificato il terzo sciogli-mento dei ghiacciai dopo i dati negatividel 2007 e del 2008. I dati dicono che le temperature in questiultimi dieci anni sono aumentate di quasi

mezzo grado superiore alle medie registrate nel periodo 1961-1990.L’anno più caldo della storia moderna è stato il 1998 e ciò è stato associato al fenomeno de“El Nino” che, procurando forti variazioni di temperatura, ha provocato l’ondata di caldoproveniente dal Pacifico con gravi conseguenze su tutto il pianeta.

La Conferenza sul clima di Copenhagen è stata molto lunga e complicata. L’ accor-do raggiunto, dopo dodici giorni di trattative tra 193 Paesi, è un compromesso al ribasso che non accon-tenta nessuno: né i “piccoli, né i grandi”; delusa anche l’ Europa e infuriate tutte le associazioni ambien-taliste, perché non si fa il minimo cenno agli obbiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra né abreve, né a lungo tempo. L’ accordo infatti si ferma solo alla soglia dei 2 gradi come aumento massi-mo della temperatura e i fondi che verranno stanziati per le tecnologie “verdi” nei Paesi in via di svi-luppo vanno dai 30 miliardi di dollari, tra il 2010-2012, fino ai 100 miliardi entro il 2020. Il punto cru-ciale rimane comune irrisolto: gli obbiettivi di riduzione di CO2 nel 2020 sono sostanzialmente gli stes-si se comparati a quelli del 1990 e del 2005. Ma andiamo con ordine: nonostante la presenza di Obama, gli USA non sono arrivati a nuovi impegni,anche se il Presidente ha precisato che “l’America è pronta a prendersi le sue responsabilità”; in ognicaso si conferma la riduzione di CO2 solo del 17% entro il 2020.Dal canto suo l’Unione Europea, si è battuta durante tutto il vertice per un aumento degli impegni aridurre le emissioni dal 20% al 30% entro il 2020, sostenuta in questa battaglia dal Presidente france-se Sarkozy, dal Regno Unito e dalla Germania, nazioni queste che si sono scontrate contro il muro dell’Italia.Quasi al termine della conferenza c’è stato poi l’incontro “storico e fuori programma” tra il Premiercinese, indiano e i Presidenti del Brasile e del Sudafrica che hanno concordemente ribadito l’impor-tanza della lotta ai cambiamenti climatici, considerando il vertice, nonostante i suoi limiti, una basesulla quale costruire ulteriori progressi.Greenpeace, per tutta la durata della Conferenza, è stata molto critica perché ha dichiarato che il pro-tocollo di Kyoto era insufficiente, ma almeno era vincolante, mentre questa Conferenza è stata delu-dente. Tutto sarà rimandato al prossimo anno: un nuovo incontro si terrà fra sei mesi in preparazione dellaConferenza sul clima in Messico alla fine del 2010.

Andrea Amico 3^ A bio

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RIFLESSIONI E CURIOSITÀ

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Adolescenza il periodo più bello della nostra vita.Adolescenza il tempo degli amori.Adolescenza il tempo delle grandi amicizie.Adolescenza il periodo che gli inglesi inquadrano

con il finale ‘teen’ nei numeri.Adolescenza il periodo delle prime esperienze.Adolescenza però è anche il periodo delle prime

delusioni.A quanti di noi è capitato di essere delusi? Delusida qualcuno a cui tenevi magari... A quanti di noiè capitato di deprimersi a causa di questa delusio-ne? Penso che sia successo davvero a molti...Questa che noi chiamiamo, con così poco peso,“depressione” è in realtà solo un forte senso di tri-stezza che spesso però ci porta anche ad assume-re atteggiamenti sbagliati. Non dobbiamo ridurci aquesto! Dobbiamo sempre ricordare che abbiamo15 anni (più o meno) e una vita davanti!È vero sì, che essere delusi è brutto, soprattuttoquando questa è una persona fidata.. Ma nessunomerita le vostre lacrime o il vostro tempo, che vasprecato in complessi, pensieri stupidi, angoscia esoprattutto questa tristezza che non fa vivere bene!Ecco, allora io ho deciso, che da oggi in poi, ognivolta che starò così cercherò di pensare ad altro edascoltare i consigli che ‘Google’ mi ha dato! (Espero che prenderete me come esempio..!!!)Dobbiamo innanzi tutto dividere i nostri ‘rimedi’ aseconda delle situazioni in cui ci troviamo.

BENE COMINCIAMO!Cosa fare quando si è fuori??• Passeggiare! Fare lunghe passeggiate aiuta

molto, e poi ci fa anche bene!• ‘Acculturarsi’. Andare al cinema, al museo, in

biblioteca o a qualche concerto, Bello no?• Fare sport!! Dedicarsi ad uno sport sfoga la rab-

bia repressa e poi fa sempre dimagrire!!• Stare con gli amici. Un po’ di sane risate servo-

no, no?• Dare il proprio aiuto a qualcuno! Serve a grati-

ficarsi e sentirsi meglio!• Fare volontariato!• Unirsi ad un gruppo politico! E capire quali

sono i veri problemi!!• Fare shopping!! Se non tira su’ lo shopping chi

puo’ farlo?!?• Ridere, ridere , ridere ed ancora ridere!

E quando si è soli??• Cercare di non essere soli!! Magari mandare

sms a qualcuno puo’ essere utile !• Curare il proprio corpo, capelli o unghie. Fa

sentire più belli, è appagante;• Ascoltare musica, NON DEPRESSIVA, a tutto

volume!• Dormire, è rilassante.• Leggere;• Suonare;• Cucinare, allevia i pensieri e poi sazia!!• Pulire, mettere ordine, così si fa felice anche

mamma!• Studiare... E questo ci serve!• Sfogarsi scrivendo, Funziona! Io lo sto facen-

do;• Guardare la Tv;• Giocare al computer;• Disegnare, anche se dipingere è meglio!!• Fare fotografie, un bellissimo passatempo!• Fare solitari, puzzle, parole crociate;

E questo e quello che tutti dobbiamo cercare di fare sempre e ovunque:• Guardare il cielo e pensare che se lui è ancora

lì noi siamo al sicuro!• Ridere!• Non trattenere le proprie emozioni, se serve

anche piangere!• Sognare, almeno uno dei mille sogni che fac-

ciamo si avvererà prima o poi...• Rilassarsi e pensare a tutte le cose belle che ci

sono successe, perché poi alla fine è solo unala cosa che ci rovina la giornata, anche se lecose che ci sono successe sono per la maggiorparte belle, già anche solo riuscire a svegliarcila mattina.

Vecchio Miriam 3^ A bio

DDEEPPRREESSSSIIOONNEEAADDOOLLEESSCCEENNZZIIAALLEE??

BBeehh,, vvii aaiiuuttoo iioo!!

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Il topolino che conoscevamo non è più quello di una volta: ha cambiato totalmente looked è diventato “furbetto e litigioso”:ha cominciato a fare a cazzotti, a torturare gli amicicon scherzi pesanti,a partire dalla povera Clarabella, ed è ora diventato un corteggiato-

re di Minnie piuttosto aggressivo. La Walt Disney ha dichiarato che è stata costretta ad agirein questo modo,perché aveva pochi lettori a causa dei Pokemon e degli altri cartoni anima-ti più seguiti in questo periodo. Lo scopo della Walt Disney è infatti quello di rendere topolino più attraente per le nuovegenerazioni di ragazzi che usano Twitter e Facebook, senza fargli perdere il suo fascino ori-ginale che lo ha reso così popolare. Sinceramente a me piace molto topolino: è stato unaparte della mia infanzia,ma quando ho saputo di questo cambiamento non sono rimastacontenta per niente; per me lo dovevano lasciare così come era e, se anche avesse avutopochi lettori, ciò non doveva preoccupare la Walt Disney più di tanto: l’importante eraaccontentare i tanti fan fedeli.

Federica Romano 1^A Pacle

CCuurriioossiittàà

TTooppoolliinnoo ddiivveennttaa ccaattttiivvoo!!!!

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RECENSIONI

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Dopo 3 anni dal suo ultimo film, “La sco-nosciuta”, Giuseppe Tornatore tornanelle sale con il suo nuovo film,”Baarìa”.

“Baarìa”narra le vicende di un paese del paler-mitano, vicende che coinvolgono i membri dellafamiglia Torrenuova di tre diverse generazioni. Ilfilm è infatti ambientato tra il 1920 e il 1980 e,nel suo contesto abbastaza ampio, tratta anchedi mafia, di politica (infatti il protagonista delfilm, Peppino Torrenuova, è un attivista politi-co). Il film inizia con uno scenario fascista di fineguerra cui seguono lo sbarco degli Americani inSicilia, e poi, negli anni Cinquanta le lotte socia-li dei contadini per la rivoluzione agraria, prece-dente la Riforma .Peppino Torrenuova è poco più di un bambino,quando si vede costretto a lasciare la scuola perandare a lavorare come aiutante di un agricolto-re per distribuire latte fresco. Successivamentealla fine della guerra, durante un’incursione inuna banca, riesce a rubare dalla cassaforte dellastessa una discreta quantità di denaro, grazie allaquale acquista del bestiame, riuscendo così acreare un piccolo patrimonio. Da lì a poco tem-po inizierà a seguire gli ideali comunisti, iscri-vendosi al PCI.In quegli anni Peppino conosce una sua coeta-nea, Mannina, e se ne innamora, ma una disgra-zia investe la famiglia Torrenuova: il bestiamemuore a causa di una malattia e, perciò, i geni-

tori di Mannina, credendo che Peppino sia unosenza “nè arte né travagghiu”, decidono di farfidanzare ufficialmente la ragazza con un altrouomo, ma i ragazzi non accettano la cosa, edecidono di fare la fuitina, dichiarando così uffi-cialmente il loro amore. I due si sposano e met-tono su famiglia. Il film finisce con la partenzadel figlio di Peppino per Milano. Del film “Baaria” si vedono tutti i cambiamentitra la prima e la terza generazione, cambiamen-ti che coinvolgono non solo i luoghi, ma anchee specialmente le persone e, di conseguenza, lacultura di quel piccolo paese siciliano, Bagheria,che diventa icona dell’intera Sicilia.

Silvio Lanzafame2 B Bio

Baarìa

LINGUA ORIGINALE: siciliano, italianoANNO: 2009DURATA: 150 minCOLONNA SONORA: Ennio MorriconeREGIA: Giuseppe Tornatore

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Walt Kowalski (Clint Eastwood), è unuomo in età avanzata, che ha perso lamoglie e la presenza dei suoi figli con

le rispettive famiglie, che ha passato una vita inuna catena di montaggio alla Ford (quasi 50anni) e vive da decenni nella stessa abitazione inun quartiere periferico di Detroit. Reduce dellaguerra di Corea, Kowalski non nasconde la suaostilità e il suo atteggiamento razzista verso gliimmigrati Hmong (un’etnia originaria dell’Asiasudorientale) che stanno invadendo il suo quar-tiere. Kowalski è un burbero indurito dalla vita etormentato dall’incubo della guerra e delle atro-cità alle quali è stato costretto. Le uniche suepassioni sono oltre la birra, la sua cagna Daisy ela passione per la Ford Gran Torino del 1972,un’auto che tiene custodita con cura nel suogarage.Ma un poco alla volta, ad addolcire questo suocarattere scontroso, sarà l’incontro con il giova-ne Thao e la sorella Sue Vang Lor, trasferitisi conla loro famiglia Hmong nella casa accanto a

quella di Walt. E quando i due adolescenti fini-scono nel mirino di una gang asiatica della zona,il veterano Kowalski è costretto a imbracciare dinuovo il fucile per difendere coloro ai qualitiene di più.Uno dei maggiori punti di forza del film è poi ilmodo in cui viene trattato il tema dell’amicizia:non solo quella tra Walt e i due giovani Hmongche gli abitano accanto, ma anche la squisitagoliardia che lega l’uomo al suo barbiere italo-americano (protagonista di alcune delle scenepiù spassose del film).E soprattutto, la solidarietà che finisce col crear-si tra Walt e il giovane parroco del suo quartie-re: nei loro dialoghi e nei loro contrasti vediamoemergere con forza e onestà diversi interrogati-vi sulla vita e la morte, su ciò che rende una vitadegna di essere vissuta e sul ruolo che la religio-ne ha in questa vita.

Andrea Amico 3Abio

Gran Torino

REGIA: Clint EastwoodSCENEGGIATURA: Nick SchenkATTORI: Clint Eastwood, Cory Hardrict, JohnCarroll Lynch, Geraldine Hughes, Brian Haley,Brian Howe, Nana Gbewonyo, Chris Carley,Bee Vang, Ahney Her, Choua Kue, Chee ThaoFOTOGRAFIA: Tom SternMONTAGGIO: Joel CoxPRODUZIONE: Double Nickel Entertain-ment, Gerber Pictures, Malpaso Productions,Village Roadshow Pictures, Warner BrosDISTRIBUZIONE: Warner Bros. ItaliaPAESE: USA 2008USCITA CINEMA: 13/03/2009GENERE: Azione, DrammaticoDURATA: 116 Min

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«Son io il padrone del mio destino, il capitano dell’ anima mia»

La storia è ambientata in Sudafrica, nel perio-do immediatamente successivo alla cadutadell’apartheid negli anni ‘90 e all’insedia-

mento di Nelson Mandela (Morgan Freeman)come presidente. Appena entrato in carica,Mandela si pone l’obiettivo di riappacificare lapopolazione del paese, ancora divisa dall’odiofra i neri e i bianchi africani. Ma Madiba, comelo chiamavano i suoi collaboratori, non intendedemordere. Simbolo di questa spaccatura diven-ta la nazionale di rugby degli Springboks, squa-dra formata da giocatori bianchi e con un sologiocatore nero, simbolo dell’orgoglio africano edetestata dai neri. Proprio in seguito alla cadutadel regime dell’apartheid la squadra per volontàdi Madiba viene riammessa nelle competizioniinternazionali, in vista della Coppa del Mondodel 1995, ospitata proprio dal Sudafrica.Mandela si interessa delle sorti della squadra,con la speranza che una eventuale vittoria con-tribuisca a rafforzare l’orgoglio nazionale e lospirito di unità del paese . In particolare, entra incontatto con il capitano François Pienaar (MattDamon), facendogli capire l’importanza politicadella incombente competizione sportiva. Lui

non sa un granché sul rugby, ma grazie ai suoicollaboratori riesce a imparare a memoria volti enomi dei suoi giocatori. Questa frequentazionefra Pienaar e Mandela dà inizio a una serie dieventi che rafforzano il morale degli Springboks(reduci da un lungo periodo di sconfitte) e li con-ducono fino a una insperata vittoria in finalecontro i temibili All Blacks. Il successo dellanazionale diventa simbolo della grandezza dellaneonata «Rainbow Nation». In “Invictus” Eastwood crea un film costituito dadue generi consolidati: biografia e sport. In essoil regista mette in luce la sua profonda ammira-zione per Mandela, un grande uomo che hasaputo raggiungere i suoi alti obbiettivi, rischian-do la propria vita per un grande ideale: fare delSudafrica una nazione unita e finalmente liberadell’apartheid, non a caso egli è stato uno deileader del movimento anti-apartheid. Segregatoe incarcerato per ventisette anni durante i gover-ni sudafricani pro-apartheid prima degli anniNovanta, è oggi universalmente considerato uneroico combattente per la libertà.

Andrea AmicoGiuseppe Cosentino

III A Bio

Invictus

USCITA CINEMA: 26/2/2010REGIA: Clint EastwoodATTORI: Morgan Freeman, Matt Damon, RobertHobbs, Langley Kirkwood, Tony Kgoroge, MattStern, Patrick Lyster, Penny Downie, PatrickMofokeng, Julian Lewis Jones, MargueriteWheatley, Leleti Khumalo, Sibongile Nojila,Bonnie Henna, Shakes Myeko, Robin Smith,Scott Eastwood, Grant RobertsFOTOGRAFIA: Tom SternMONTAGGIO: Joel Cox, Gary RoachMUSICHE: Clint EastwoodPAESE: USA 2009GENERE: Biografico, DrammaticoDURATA: 134 Min

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«Il coraggio può essere una favola ad occhi chiusi»

Giorno 18 settembre abbiamo visto il film“ Rosso come il Cielo “, tratto dalla storiavera di Mirco Mencacci.

Siamo negli anni ‘70 e ci troviamo in Toscana;Mirco, il protagonista, ha 10 anni, un giorno siferisce con un colpo di fucile, perdendo così lavista. A quei tempi la cecità non era ben vista,così i genitori sono costretti a portarlo in un isti-tuto gestito dalle suore. Ed è lì che Mirco, tro-vando un vecchio registratore, inizia a coltivarela passione per il suono.In questo film l’Autore vuole,attraverso questa

commovente storia, evidenziare le problemati-che e i disagi dei non vedenti. Tra le varie scenedel film, da una in particolare sono stata colpita,è stato il momento in cui l’amico di Mirco,Felice, ha chiesto al ragazzo com’erano i colori,considerato che, dal suo punto di vista, Mircoera stato un bambino inizialmente fortunato per-ché prima ci vedeva.

Penso che questo film ci abbia insegnatomolto,soprattutto dal punto di vista umano,facendoci capire che non esistono diversità tra lepersone e, che, per nessun tipo di handicap, esi-stono barriere insormontabili !!Secondo me,questo è il messaggio forte delfilm:non bisogna mai arrendersi dinanzi ad unostacolo,bensì affrontarlo e credere in ciò che sifa !!

“NEVER GIVE UP”

Rogato Beatrice 1^A P.A.C.L.E.

Rosso come il cielo

REGIA: Cristiano BortoneGENERE: drammaticoDURATA: 96’INTERPRETI: Luca Capriotti, Paolo Sassanelli,Marco Cocci, Simone Gullì, Simone Colombari,Rosanna Gentili, Francesca Maturanza.

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Avevamo già visto il film “La vita è Bella” in 5ªelementare, ma rivederlo è stato completa-mente diverso. Allora era stato un po’ noioso

perché non comprendevamo il vero significato cheil regista voleva trasmettere, ma ora che siamo cre-sciute ne abbiamo compreso il messaggio con gliocchi del cuore: IL SENSO DELLA VITA, e la real-tà vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale.Il film narra la storia di un uomo, Guido Orefici(Roberto Benigni), che conquista la donna che amain modo stupendo e, il “BUONGIORNO PRINCI-PESSA” che le rivolge continuamente è la testimo-nianza che anche nei momenti più duri, si soppor-ta il dolore di un “VIAGGIO VERSO LA MORTE”grazie all’amore, che è l’unico sentimento che puòsalvare dalla disperazione; lo stesso amore che fapartire la donna con suo marito e suo figlio per ilcampo di concentramento.Ci fa sorridere e ci intenerisce il gioco che il prota-gonista inventa per salvare suo figlio. Per raggiun-gere la vittoria occorrono mille punti sudati, ma ibambini devono stare ben nascosti e in silenzio.Guido vuole proteggere l’innocenza di Giosuè e glifa credere che tutto sia un gioco, fatto di regole, dipunti e da un carro armato come premio finale.Strane regole quelle di non poter piangere, di nonchiedere e di non dover desiderare la propriamamma!E’ proprio questo suo mettere in secondo piano lesue paure che ci ha colpito del personaggio diGuido. Qualsiasi uomo, anche il più forte, nonavrebbe resistito e, se in certi momenti del filmsembra quasi arrendersi, davanti al suo bambinoGuido non mostra alcun attimo di debolezza.I nostri stati d’animo sono cambiati nel tempo e orail film ci ha emozionate al punto da porci delledomande: “ Cosa avremmo fatto se tutto questofosse accaduto a noi?” “Come fa ad essere Bella laVita con tutti questi orrori?!” Certamente noi nonsapremmo cosa fare se tutto questo accadesse anoi, ma sicuramente la forza di Guido è il frutto delsuo immenso amore per la vita. Infine, pensiamoche la vita è Bella perché regola tante emozioni enei momenti più difficili bisogna farsi forza e corag-gio e ricominciare da zero, d’altronde tutto quelloche ci potrà accadere difficilmente riuscirà ad egua-gliare il dolore di morire nei lager.

Oggi le persone pensano di poter essere felici soloottenendo ciò che è materiale; in realtà non ricono-scono che la “FELECITA’” è “GIOIA DI VIVERE” eche solo con essa una persona può stare bene evivere una vita tranquilla e serena!Quindi dobbiamo rispettare e amare la nostra vitaperché è una sola e non possiamo farcela distrug-gere da nessuno!Dunque lo scopo di questo capolavoro non è soloquello di rinnovare alla memoria l’Olocausto ebrai-co e la sofferenza provocata dai tedeschi, ma farcapire che cosa riesce a fare un uomo per amoredel proprio figlio.Fino alla fine, fino a regalargli il suo gioco preferitoIL SUO CARRO ARMATO…VERO!!!

Simona PrestiFabiola Alletto

1°A bio

Avevamo già visto il film“La Vita è Bella”, ma rivederlo…

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Il primo pensiero di noi studenti è che lamatematica sia una disciplina senza alcunaricaduta nella vita pratica. Non ci rendiamo

conto che molte attività quotidiane, molti feno-meni naturali sono invece riconducibili a sem-plici calcoli matematici. Pensiamo esclusiva-mente che equazioni, funzioni, sistemi, o anchesemplici operazioni di calcolo siano pura teoriache resterà limitata in un libro o in un quadernoe che per il nostro futuro ha scarsa rilevanza. Sisottovaluta l’importanza della matematica per lavita. Quale sarebbe la nostra reazione sapendoche la maggior parte delle attività ordinarie sonopossibili solo mediante calcoli numerici e lette-rali?Noi tutti usiamo i computer, per gioco o perlavoro, ma trascuriamo un dato importantissimo:dietro ogni funzione informatica sta un procedi-mento matematico. Proprio la lettura di “Matematica per la vita” facomprendere l’importante concetto sopracitato.Il capitolo che mi ha coinvolto di più, e chepenso possa interessare tutti i miei coetanei, è“Computer e soluzioni approssimate”. Proverò aillustrare, in base alle mie conoscenze scolasti-che e in base a quello che ho appreso leggendoquesto capitolo, la relazione tra i computer e lamatematica. Personalmente penso che dovremmo conoscere,in maniera approfondita, come funziona unostrumento che utilizziamo frequentemente.Purtroppo, le mie conoscenze mi costringono atrattare soltanto la parte relativa a “Il computer ele quattro operazioni”.

Computer e soluzioniapprossimate

La chiave di ogni calcolo matematico è la lettu-ra delle quattro operazioni elementari: addizio-ne, sottrazione, moltiplicazione e divisione. Nelcorso della storia evolutiva, le difficoltà derivateda determinate operazioni hanno spinto l’uomoa inventare strumenti di calcolo, inizialmenteessenziali come le prime calcolatrici, capaci sol-tanto di operare con numeri entro piccole quan-tità, successivamente i computer, in grado di cal-coli che superano anche le capacità concretedell’uomo. I calcoli elevati e precisi effettuati daicomputer sono possibili attraverso l’applicazio-ne della notazione scientifica. L’impiego dellanotazione semplifica e rende accessibili calcoliche hanno come risultato numeri molto grandicon diverse decine di cifre o viceversa numerinotevolmente piccoli. Mi sembra opportunodare delle delucidazioni relativamente alla suaapplicazione. Gli elementi costituenti della nota-zione comune sono tre: la mantissa, che rappre-senta le cifre più significative di un numero noti-ficato, la base, fissata per convenzione a 10el’esponente cioè l’elevazione, positiva o negati-va, della base.

Es. Numero di Avogrado 1,022 x 1023

Il numero così ottenuto equivale a 1022 seguitoda ben 20 zeri. Ecco come, allora, un numeropraticamente difficile da scrivere e da impiegare,con la notazione diventa accessibile ad ogniforma di calcoli.I computer usano lo stesso criterio di calcolo,con la differenza che la base fissa non è 10, ma2.

Commenti al libro“Matematica per la vita”

AUTORI: M. Degiovanni, R. Lucchetti, A. Mar-zocchi, M. Paolini- ED. Fondazione Achille eGiulia Boroli.

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Il problema si pone allorché bisogna procedereall’arrotondamento delle cifre, che rende inaffi-dabili i calcoli notificati. Tecnicamente la procedura adottata del calcoloinformatico coincide a quella diffusa presso lescuole, relativamente almeno a quelle che sonole operazioni elementari, ma con un’unica diffe-renza: fissare la mantissa impone di sceglieredelle cifre principali eliminando per approssima-zione diverse cifre decimali. Infatti ad ogniapprossimazione corrisponde un errore di arro-tondamento proporzionale ad essa. Si è stabilitoper convenzione che nella comune notazionecon base 10 soltanto le prime 16 cifre decimalisono effettive ed affidabili, le successive sonosoggette ad errore. Questo discorso è utile a illu-strare come in un calcolo, la precisione assolutadei risultati non si può raggiungere in nessuncaso e anche un piccolo errore di arrotondamen-to può avere conseguenze forti nel contestomatematico. Con ciò non viene certo smi-nuito il valore dei computer, che trannequalche errore, ci facilitano ogni operazio-ne con estrema rapidità.Accanto al calcolo numerico, con le quattrooperazioni (in cui si sostituisce a ogni nume-ro una sua rappresentazione notificata) èpossibile un utilizzo del computer che aiuti ilmatematico a effettuare il calcolo simbolico.Cioè gli consente di operare soltanto con leregole di calcolo, manipolando, semplificandoe riducendo formule letterali senza sostituirenumeri, ovvero quello che noi studenti appli-chiamo nel calcolo letterale, nei radicali, nellagoniometria, nei passaggi per risolvere equazio-ni e nei sistemi.Tra i CAS (Computer Algebra System) citati nellibro, Derive 5 è il software di matematica chenoi studenti abitualmente usiamo durante le oredi laboratorio. E’ un potente strumento di calco-lo numerico e simbolico. Un’altra potenzialitàdel Derive che va sottolineata è la possibilità dirappresentare graficamente le rette, le parabole,

sistemi lineari a due o tre incognite, curve alge-briche e famiglie di curve.Infine, oggi il computer, nato per l’impiegomatematico, non si limita a svolgere mansionimatematiche, è stato programmato anche pereffettuare procedure ripetitive, anche complesse,lontane dal puro e semplice calcolo matematico.Esso viene utilizzato, soprattutto, per comporrelettere, inviare e-mail, e navigare su Internet. Per quanto riguarda la ricerca di “massimi eminimi” ogni discorso viene rinviato al prossimoanno scolastico quando verrà affrontato lo studiocompleto di una funzione.La lettura del libro è stato un valido strumento, aconferma, se mai fosse ancora necessario dimo-stralo, di come i “numeri” circondano il nostromondo e la vita quotidiana di ciascuno di noi.

Samuel Fantasia IV C Biologico Sanitario

“la Filosofia è scritta in un grandissi-

mo libro che continuamente ci sta

aperto innanzi agli occhi (io dico

l’universo), ma non si può intendere

se prima non s’impara a intendere

lingua, a conoscer i caratteri nei

quali è scritto. Egli è scritto in lingua

matematica e i caratteri son triango-

li, cerchi ed altre figure geometri-

che, senza i quali mezzi è impossibi-

le a intender umanamente parola;

senza questi è aggirarsi vanamente

per un oscuro labirinto”

(Galileo Galilei, Il Saggiatore)

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1) La matematica alla base del mondo

“La matematica è un gioco!” ogni maestra avràdetto questa frase ai poveri studenti di scuolaelementare alle prese con una materia, perennecroce e delizia degli scolari di tutti i tempi.Ma la matematica è alla base della vita, ogniazione della nostra vita quotidiana può esserescritta in caratteri matematici, tutti i bambini diogni epoca, hanno usato la matematica, incon-sciamente, per un’attività alla base della loroeducazione e crescita: il gioco. Ogni bambino, come ogni matematico, metteimpegno nel gioco: per vincere bisogna risolve-re un “problema”, si devono calcolare le proba-bilità, si devono fare dei calcoli, usare la logicaper le strategie e altro. Alla base di ogni giococ’è la matematica e serve proprio per risolvereogni tipologia di gioco.

2) Sorprese e imprevisti non calcolabili

In linee generali, la matematica riesce quasisempre a codificare la soluzione di un gioco, lascienza, infatti, riesce sempre a chiarire (o quasi)tutti i fenomeni con precisione: “si pensi al fattoche gli antichi non avevano problemi a prevede-re le eclissi con grande accuratezza.” 1 Ma spes-so capita “che le previsioni non siano semprecosi accurate, in particolare quando si applicanoal comportamento umano, che difficilmente puòessere previsto con accuratezza. Occorre quindifare attenzione a credere troppo fedelmente airisultati ottenuti.”2

3) Esempi di giochi alla base del reale

Questo però non significa che non bisogna tro-vare una teoria che spieghi il comportamento daattuare, infatti in alcuni casi di gioco, ma anchedi vita (non bisogna dimenticare che il gioco èuna simulazione della vita reale), un ragiona-mento razionale e scientifico è sempre utile.Nel capitolo di pagina 145 del libro “Matematicaper la vita” questi concetti, da me condivisi, sonosuffragati da alcuni esempi. Tra i vari esempi pro-posti, ci sono alcuni “giochi” usati da psicologi perle loro terapie; altri hanno usato questi giochi perrapportarli alla vita di tutti i giorni, e la risoluzioneha portato a risolvere problemi di natura finanzia-ria come l’esempio 6 (la società per azioni) e ilproblema 3 (il dilemma del prigioniero) che harisolto alcuni problemi sulla contrattazione.

4) La morra cinese e i giochi competitivi

I vari esempi del capitolo sono 9, di varia natu-ra, dal paradossale al quotidiano, dal gioco clas-sico alla situazione reale, tutti accomunati dadue caratteri: sono giochi e si leggono matema-ticamente. Ci sono giochi competitivi, chiamati a sommazero (cioè il classico o si vince o si perde o sipareggia), in cui la risoluzione è una semplicematrice a tre colonne e a tre righe come nel casodel classico “morra cinese” in cui le tre righe ele tre colonne rappresentano i tre casi di carta,forbice e sasso, con lo schema qui rappresentatoin cui 0 indica parità, 1 vittoria, -1 sconfitta:

Il libro “Matematica per la vita” non è stato un libro che miha particolarmente entusiasmato e non l’ho neanche lettotutto, se non qualche capitolo, poiché mi è sembrato di difficile com-

prensione. Il livello base per comprendere tutto il libro è universitario, amio parere, quindi non consiglierei il libro ad uno studente della mia età,ma mi prefiggo di leggerlo negli anni successivi.

Il gioco e le arti ludiche a caratteri matematici

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( )5) Il paradosso del prigioniero o dei due

fratelli

Poi abbiamo esempi di problemi che nasconodal paradossale come il “dilemma del prigionie-ro”, risolto da Nash, e che in questo libro vieneriproposto in chiave più semplice: una madrechiama i due figli e comunica loro che chiederàa ciascuno, all’insaputa dell’altro, se preferisceche al fratello lei dia 10 o 100 euro; naturalmen-te i figli cercheranno di mettersi d’accordo, maalla fine hanno la sicurezza che l’altro non lo tra-dirà? Infatti mantenerlo per loro non è favorevo-le e quindi gli eventuali accordi non sono vinco-lanti. Questo dilemma è famosissimo ed è statoutilizzato per spiegare alcuni comportamenti dialcune specie in specifiche situazioni tipo.I giochi vengono analizzati dalla “teoria dei gio-chi” che è una branca della matematica che ana-lizza le situazioni tipo e ne cerca soluzioni tra-mite modelli e schemi matematici che poiandranno a risolvere situazioni simili applicabilialla politica, all’economia, alla finanza, alla psi-cologia, allo sport e altri, soluzioni connesse conle possibili scelte che gli individui hanno a

disposizione per raggiungere determinati obietti-vi, e tutti devono essere a conoscenza delleregole del gioco, ed essere consapevoli delleconseguenze di ogni singola mossa. La mossa, ol’insieme delle mosse, che un individuo intendefare viene chiamata «strategia». In dipendenzadalle strategie adottate da tutti i giocatori (oagenti), ognuno riceve un «pay-off» (che in ingle-se significa compenso, vincita, ma anche esito)secondo un’adeguata unità di misura, che puòessere positivo, negativo o nullo.”4

6) Dalla luna al computer: i giochi chesono diventati grandi

Giochi, sono soltanto giochi, cose da bambini,ma questi giochi sono serviti a risolvere “giochida grandi”. Il computer, il mezzo indispensabileper la nostra vita oggi, funziona con una codifi-cazione di caratteri matematici; dal cellulare alviaggio sulla luna tutto poggia la sua base sulgrande mondo della matematica, cosi complica-ta e lontana dal reale, ma cosi utile e fondamen-tale per la nostra vita, la matematica è sempre lì,in ogni angolo, anche dove meno te l’aspetti,sotto i tuoi occhi c’è matematica, come nelgioco.

Lucia Arcarisi IV A bio

1-2: dal libro “Matematica per la vita” di Degiovanni, Lucchetti, Marzocchi, Paolini pag.1473: dal libro “Matematica per la vita” di Degiovanni, Lucchetti, Marzocchi, Paolini pag.1524: da Wikipedia La teoria dei giochi”

0 1 -1 -1 0 1 31 -1 0

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COME CONTARE!

Contare lo sappiamo fare tutti, ma oggi graziealle tecnologie più all’avanguardia c’è un meto-do più veloce. La cosiddetta notazione scientifi-ca è un modo conciso di esprimere i reali utiliz-zando le potenze intere di dieci, ed è usata pernumeri molto grandi o molto piccoli. La notazio-ne permette di esprimere quantità fisiche senzaincludere lunghe file di zeri. “A differenza delleprime macchine calcolatrici, i computer utilizza-no la cosiddetta notazione scientifica per rappre-sentare i numeri”*

LA NOTAZIONE SCIENTIFICA AIUTA A CONTARE

In questo modo, un numero molto grande come156 234 000 000 000 000 000 000 000 000 puòessere espresso come 1,56234 ∑ 1029, e unnumero piccolo come 0,0000000000234 puòessere scritto come 2,34 ∑ 10-11, cosÏ da farridurre i calcoli e evitare di scrivere numeri cosÏgrandi. Un esempio lo si ha quando si misura ladistanza del bordo dell’ che è di circa 4,6 ∑1026 metri, scritta però in notazione scientifica;se la dovessimo scrivere tutta per intero nonbasterebbe neanche un solo rigo. La maggiorparte delle calcolatrici e dei programmi per com-puter presenta i numeri molto grandi e moltopiccoli usando la notazione scientifica. Nei com-puter il 10 viene omesso dalla scrittura dellanotazione scientifica e la lettera E è usata perindicare l’esponente: per esempio, 1,56234 E29.Da notare che questa E non ha relazioni con la

costante matematica e.In termini più specifici possiamo dire che unnumero reale x può essere rappresentato in unabase beta in questo modo X=(c1+c2+c3..)conbeta elevato a( p.) .In tutto cio il “.” viene denominato punto radiceinvece, c1,c2,c3 sono dette cifre significative (oessenziali)La notazione scientifica è molto utile per espri-mere le quantità fisiche, perchè esse possonoessere misurate solo entro certi limiti di errore.Con questo sistema è possibile scrivere solo lecifre significative senza farle seguire da infinitizeri..Di conseguenza, una quantità espressa con lanotazione specifica ha un’accuratezza intrinsecaa seconda di quante cifre decimali siano stateutilizzate.

COS’E’ IL BILIONE?

La notazione scientifica inoltre permette di evita-re ambiguità relative alla nazione in cui vive loscrivente: un bilione ha un significato diverso inEuropa e in Nord America, mentre 109 e 1012

sono uguali in tutto il mondo.

L’uso della notazione scientifica diventa pratica-mente indispensabile tutte le volte che si voglio-no utilizzare numeri molto piccoli o molto gran-di come per le grandezze di tipo atomiche(esempio la carica dell’elettrone) od astronomi-che (esempio la massa della terra); inoltre con-sente di poter leggere a colpo d’occhio l’ordinedi grandezza del numero.

Ho trovato veramente difficoltosa la lettura del libro«Matematica per la vita» poiché tratta argomenti cheancora non ho affrontato nel corso dei miei studi, ed è stato scrit-

to con termini quasi universitari non del tutto comprensibili.Ma non mi sonoarresa!

La notazione scientifica

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Con i numeri reali capita di dover scriverenumeri molto grandi, che spesso è scomodoporre per esteso. Se dovessimo scrivere, adesempio, centotrentaseimilasettecentoventottomiliardi dovremmo scrivere: 136728000000000(per semplificare la lettura: 136.728.000.000.000),ma con la notazione scientifica, questo numerodiventa: 1,36728 per 10 elevato alla 14.Di certoil metodo della notazione scientifica utilizzatoper contare non è il solo modo, ma si usa ancheil pascal. E’ possibile scrivere numeri in notazio-ne scientifica usando il segno esponenziale e,quindi sarebbe 1,36728e14, dove e significa perdieci elevato alla -11. Alcuni esempi:

0,0000000000065 = 6,5*(10 elevato alla -11)= 6.5e-11 1560000000000000000000 = 1,56*(10 eleva-to alla 21) = 1.56e21 0,0000000163 = 1,63*(10 elevato alla -8) =1.63e-8

LA PROCEDURA DI WRITELN

Il codice binario, o notazione binaria, rientranella cosiddetta procedura di Writeln molto dif-fusa nei computer poichè per queste macchineelettroniche è il metodo più semplice per scam-biare informazioni matematiche.

I VANTAGGI DEL CONTAR FACILE

Sono tanti i vantaggi che può dare l’uso dellanotazione scientifica: il più importante risiedenella facilità con cui si possono eseguire opera-zioni che coinvolgono numeri molto grandioppure molto piccoli, che compaiono spesso infisica, soprattutto quando usiamo sempre leunità del Sistema Internazionale. Ad esempio, ladistanza tra la Terra e il Sole, espressa in metri,è pari a 1.5 ∑ 1011 m. La potenza di 10 checompare in un numero scritto in notazionescientifica prende anche il nome di ordine di

grandezza. Possiamo dunque dire che l’ordinedi grandezza della distanza Terra-Sole è pari a1011 m. Oltre a ciò la notazione scientifica ciconsente di sottrarre,addizionare e moltiplicarenumeri molto grandi o molto piccoli con moltafacilità. Per moltiplicare due numeri scritti innotazione scientifica useremo la proprietà com-mutativa della moltiplicazione secondo cui ilprodotto di due potenze aventi uguale base èuguale a una potenza avente per base la stessabase e per esponente la somma degli esponenti.Ad esempio: 3 ∑ 104 ∑ 2 ∑ 105 = 6 ∑ 109.Analogamente nelle divisioni useremo la regolache il rapporto tra due potenze aventi stessabase fornisce una potenza di ugual base aventeper esponente la differenza degli esponenti: (3∑ 104) : (2 ∑ 105) = 3/2 ∑ 104-5 = 1.5 ∑ 10-1.Se si vuole invece sommare o sottrarre duenumeri in notazione scientifica è fondamentalefare in modo che i due numeri abbiano lo stessoordine di grandezza prima di usare la proprietàdistributiva per andare a effettuare la somma. Adesempio:3.7 ∑ 104 + 4.85 ∑ 103 = 3.7 ∑ 104 + 0.485∑ 104 = (3.7 + 0.485) ∑ 104 = 4.185 ∑ 104.

CONCLUSIONE!

Infine, oltre a facilitare la somma, la sottrazionefacilita anche i calcoli sulle potenze. Dobbiamoricordarci che per elevare a un certo esponenteuna potenza dobbiamo mantenere inalterata labase e andare a moltiplicare gli esponenti:(5 ∑ 103)2 = 52 ∑ 103∑2 = 25 ∑ 106 = 2.5∑ 107. Questo metodo rientra perfettamente nella nota-zione scientifica, perchè ci permette e permetteai matematici di ridurre i calcoli e lavorare piùsemplicemente. Non è forse il metodo miglioreper contare?

Ingrascì Francesca IV A Bio.

*Cfr “Matematica per la vita” pag 93 dal primo al terzo rigo *Cfr “Matematica per la vita” pag 94 dal rigo 12 al 14 Cfr “Matematica per la vita” pag 94 dal rigo 14 al 16.

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ALTERAZIONE DEL CICLO DEL CARBONIO

Negli ultimi 150 anni l’ecosistema planetario èstato sconvolto dalla tecnologia che avanza sem-pre più rapidamente.E con il procedere della tecnologia aumenta ancheil consumo di energia. “Questo grande uso di car-burante porta di conseguenza non solo alla ridu-zione delle riserve di carbon fossile ma anche aduna maggiore fonte di emissione di CO2” .[1]Quest’ultima è strettamente correlata con l’altera-zione dei cicli naturali e direttamente con il ciclodel carbonio.Il carbonio, oltre che nell’atmosfera,si trova soprattutto nelle rocce della crosta terrestree nei fondali oceanici.L’uomo estrae carbonio in tempi troppo brevi darocce nelle quali il carbonio ha impiegato milionio miliardi di anni per depositarvisi. È probabileche a lungo andare queste ricche riserve si esauri-scano. Inoltre ad una maggiore estrazione corri-sponde sicuramente una maggiore quantità dibiossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera.Esistono varie stazioni specifiche che misurano laquantità di anidride carbonica atmosferica. “InItalia questo genere di stazioni sono due, unasull’Appennino Tosco-Emiliano e l’altra sull’Isoladi Lampedusa. Dai dati rilevati da queste stazioniè emerso che il valore di CO2 atmosferico si èinnalzato di circa 380 ppmv” [2], valore mai toc-cato prima d’ora.

IL “PERICOLOSO” EFFETTO SERRA

La Terra possiede un’atmosfera composta da varigas, senza i quali la terra sarebbe soltanto una sferadi ghiaccio. I gas, trattenuti dalla terra grazie alla

gravità, permettono alle radiazioni solari di nonessere disperse nel momento della riflessione. Inquesto modo il calore resta intrappolato tra crostae atmosfera. È lo stesso meccanismo delle serrenelle quali la plastica trattiene il calore fornito dairaggi solari facendo da incubatrice alle piante. Daqui deriva il nome di “effetto serra” attribuitoappunto al fenomeno permesso dall’atmosfera.“L’utilizzo dei combustibili fossili, la deforestazio-ne e il cambio di uso del suolo sono le attivitàantropiche maggiormente responsabili dell’emis-sione di CO2 nell’atmosfera” [3].La quantità media di anidride carbonica dovrebbeessere circa lo 0,03% di tutta la composizione del-l’atmosfera, di modo che la temperatura terrestrepermetta la vita. Il suo eccesso causa però uneccessivo riscaldamento globale.

IL MUTAMENTO DELLA TEMPERATURA

La temperatura col passare degli anni ha subito deimutamenti. La causa maggiore è appunto l’aumen-to del biossido di carbonio nell’atmosfera.L’eccessivo surriscaldamento del pianeta sta aven-do gravi conseguenze che a lungo andare si tra-sformeranno in disastri.Il calore in eccesso che viene trattenuto nell’atmo-sfera è la causa dello scioglimento dei ghiacciai,inizio di una lunga catena di conseguenze comel’innalzamento del livello del mare e pertanto leinondazioni o l’immersione della terraferma.Non sono solo questi i danni provocati dall’incre-mento della temperatura. Molte specie di animaliche vivono solo in ambienti con bassissime tem-perature, sono a rischio di estinzione dato che illoro habitat è stato alterato.

La lettura del libro è stata interessante. Molto ricche leinformazioni e le statistiche sull’energia e sull’ambiente chepermettono di seguire il cambiamento del nostro pianeta nel corso

degli anni.Il testo è abbastanza scorrevole ed elaborato sotto il profilo lessicale.

L’ecosistema del pianeta terra a serio rischio

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“Non è semplice misurare e valutare la temperatu-ra negli anni perché in passato molte stime di tem-peratura sono state rilevate in ambienti urbani equindi più caldi. Gli esperti del settore applicanorigorose regole tecniche per rendere omogenee leserie storiche per eliminare qualsiasi fonte di erro-re“.[4] Tuttavia esistono dei “termometri naturali”che ci permettono di evidenziare il cambiamentoclimatico in corso. Gli animali sono uno di questi.Il cambiamento delle condizioni climatiche delloro habitat è dimostrato dal movimento migrato-rio (ad esempio di alcuni uccelli) ,indirizzato versoluoghi appunto favorevoli alle loro esigenze.

IMPATTI REGISTRATI DALLA METEOROLOGIA

Altra conseguenza del surriscaldamento globale èla diminuzione delle precipitazioni nevose in luo-ghi gelidi e non: sono diminuite circa del 20-40%.Questo non è l’unico decremento registrato negliultimi anni. Sono decisamente diminuite le preci-pitazioni (pioggia), causa di lunghi periodi di sicci-tà che provocano incendi di foreste e prosciuga-mento delle riserve acquifere. “Secondo l’AgenziaEuropea dell’Ambiente, dal 1990 il numero dieventi estremi in Europa è raddoppiato e la mediaannuale dei danni è aumentata da 5 a 11 miliardidi euro”.[5] Gli eventi estremi, provocati dal gran-de turbamento della temperatura, non riguardanosoltanto l’Europa bensì tutto il mondo.Molti sono stati gli uragani che si sono scatenati eche hanno provocato gravi danni non solo al terri-torio, ma anche alla popolazione con migliaia emigliaia di morti. Nell’elenco sicuramente com-presi sono anche gli tzunami, delle vere e propriecatastrofi naturali, onde giganti alte circa 15 metriche invadono molti chilometri del territorio costie-ro circostante. Non esistono più mezze stagioni.Le temperature possono variare drasticamente daun giorno all’altro durante il corso di queste. Non meno importanti sono le ondate di calore, inquesti ultimi anni si sono registrate le temperaturepiù alte mai riscontrate in passato.

TERRA IN PERICOLO: COSA FARE?

Il pianeta Terra è a serio rischio, ci troviamo difronte ad una situazione d’emergenza mai verifica-tasi prima d’ora.È pensabile riuscire a limitare se non addiritturabloccare questo grave danno ambientale, facendole scelte giuste. Bisognerebbe innanzitutto ridurreproduzioni che portano a produrre rifiuti e inqui-namento. Ogni singola persona dovrebbe cercaredi attuare pratiche accessibili come il riciclaggio dicarta, vetro, alluminio e plastica, che si rivelanoutili nel risparmio delle deforestazioni di boschi eforeste e riducono il problema dello smaltimentodi sostanze che non sono biodegradabili, ad esem-pio la plastica. Sfruttare al meglio le fonti energeti-che naturali e quindi rinnovabili come sole, acquae vento sono un ottimo passo avanti verso il “sal-vataggio” del pianeta. Grande contributo, ancheper ridurre l’estrazione del carbon fossile, dannosia le centrali eoliche, le cui pale con la forza delvento producono energia, sia l’impianto di pannel-li solari che sfruttano le radiazioni solari luminosee sono costituiti da molti specchi disposti circolar-mente attorno ad una “torre” che raccoglie l’ener-gia emessa dai raggi solari.Per realizzare tutto questo è ovviamente necessa-ria una politica adeguata che sappia attuare prov-vedimenti e pratiche che lo permettano, per la sal-vaguardia del globo ma soprattutto di ogni esserevivente. Sarebbe auspicabile impostare un pro-gramma deciso, ridimensionare lo sviluppo eco-nomico e revisionare le regole della società.È evidente che per un progetto così ampio sononecessari la partecipazione e l’impegno di ogni cit-tadino affinché la “cooperazione” per la salvaguar-dia del pianeta sia l’arma vincente.“Non si tratta di un ritorno alla vita primitiva, madi sfruttare al meglio tutte le nostre conoscenzeper dare moderna concretezza a quanto i nativiamericani hanno tramandato nella loro tradizionecon la suggestiva frase: «Noi abbiamo avuto laterra in eredità dai nostri padri, ma in prestito dainostri figli»”. [6]

Oriana Mela IV A BIO

[1]. “Questo grande consumo […] CO2”: “Energia e salute della terra” di Giulio de Leo, Capitolo 6, Introduzione [2]. “In Italia questo genere […] 380 ppmv”: “Energia e salute della terra” di Giulio de Leo, Capitolo 6, Parte 1 [3]. “L’utilizzo dei combustibili […] atmosfera”: “Energia e salute della terra” di Giulio de Leo, Capitolo 6, Parte 2[4]. “Non è semplice misurare […] errore”: “Energia e salute dell’ambiente” di Giulio de Leo, Capitolo 6, Parte 3[5]. “Secondo l’Agenzia Europea […] euro”: “Energia e salute della terra” di Giulio de Leo, Capitolo 6, Parte 4[6]. “Tutto ciò non si tratta di un ritorno […] figli”: “Energia e salute della terra” di Giulio de Leo, Capitolo 9, Parte 4

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“Aveva espresso un pazzo desiderio chepotesse lui rimanere giovane e il ritrat-to invece invecchiare; la sua bellezza

restare intatta e il viso dipinto sulla tela portare ilpeso delle sue passioni e dei suoi peccati (…)pareva mostruoso persino a pensarci”.Lui, il giovane che aveva questo desiderio, eraDorian Gray, protagonista del libro omonimoscritto da Oscar Wilde nel tardo Ottocento edivenuto un pilastro della letteratura decadentee non solo inglese.Il personaggio principale, Dorian, all’inizio cosìbello ed innocente, desidera non invecchiaremai e per raggiungere questo scopo stipula unpatto con il diavolo, grazie al quale il giovanerimarrà bello in eterno, mentre il quadro che loritrae, sarà “condannato” ad invecchiare al postosuo e a mostrare i segni della sua “decadenza”sia fisica che morale. Da questo momento in poila sua vita precipiterà in un baratro di peccati,sregolatezze e omicidi che faranno imbruttire ilvolto raffigurato nel ritratto. Complici di questa perdizione saranno prima ilpittore Basil, fortemente attratto dal giovaneDorian e autore dello stesso ritratto, poi lordWotton, nobile cinico e spregiudicato che con lesue idee sul piacere e la bellezza, riuscirà a pla-giare la mente del giovane Dorian.Tutto il romanzo è un inno e una celebrazionedella bellezza, di quell’Estetismo vissuto dallostesso Autore come scelta di vita e che lo porte-rà ad essere emarginato e condannato dallasocietà perbenista dell’età vittoriana. Non a casolo scrittore nutre grande ammirazione perDorian, difatti non si sente alcun tono accusato-rio nel romanzo: Dorian è considerato una vitti-ma e non un carnefice, frutto della società diquel tempo che corrompe i giovani londinesi.L’altro grande protagonista del romanzo potreb-be essere considerato il peccato che “è una cosache si legge nel volto di un uomo”, dice l’Auto-re, e il volto di Dorian dipinto nel quadro è

“orrenda testimonianza della dissolutezza edella bruttezza morale”. Solo il suicidio libereràl’anima del protagonista e rappresenterà l’espia-zione dei suoi peccati.Forse è uno dei libri più belli che io abbia mailetto e dal quale ho ricavato un profondo inse-gnamento morale: nella vita bisogna non pensa-re al mondo esteriore, perché di esso non rimar-rà nulla o ci porterà in un buco nero, e ricorda-re che noi siamo gli artefici del nostro destino eche ognuno è ciò che ha scelto di essere.

Lucia ArcarisiIV A BIO

Il ritratto di Dorian Gray

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CLASSICHE PARODIE

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Da sempre il mito di Re Artù ha affascinato generazioni di giovani e anziani e anche oggi essoappare ricco e vitale: la recente mostra svoltasi a Parigi a gennaio di quest’ anno, presso laBibliotheque nationale de France, ha confermato tutto ciò, attraverso l’esposizione di manoscrit-

ti e manufatti di grande valore.La figura di Re Artù campeggia in tutte le sue gesta: re guerriero, allievo di mago Merlino, è in lotta con-tro l’ invasione da parte degli Anglosassoni nel VI secolo; estrae dalla roccia la spada di Excalibur, con-quista la Gallia, combatte con successo l’ imperatore di Roma e rimane ferito a Salisbury; e dall’isoladi Avalon, dove viene trasportato, tornerà per liberare il suo popolo.Ma di questa trama, non c’è quasi nulla di accertato perché il complesso delle sue vicende, come sap-

piamo, è stato inventato da Goffredo di Monmonth (1125circa), che, con il suo Ciclo arturia-no fece concorrenza con successo, alle Chansons de geste carolingie.L’unico possibile riferimento storico riguarda la scoperta aGlastonbury (1191) di due tombe che, si volle credere, conte-nessero i resti di re Artù e della moglie Ginevra.Il nome di Artù sta a significare “condottiero delle guerre” e il suomito ha avuto varie modifiche con il passare degli anni, assorben-do personaggi e leggende diverse dalle prime narrazioni; peresempio la storia di Tristano e Isotta ha aggiunto all’amore sen-suale, i principi della cortesia: magnanimità, liberalità e misu-ra.

Il potenziale di questa letteratura nell’ immaginario è anco-ra forte:nel mondo moderno infatti la memoria di taleleggenda è rappresentata dai grandi capolavori comeil Parsifal e il Tristano e Isotta di Wagner, e, a livellopiù popolare, dai film dei nostri giorni e dai tantifumetti.

In conclusione, che dire di questi cavalieri anti-chi? Questa “gioventù bruciata” può ispirarsiancora ai valori cortesi di quell’età lonta-na?Bhe, per noi maschietti forse un pò dicavalleria non guasterebbe! Ce n’è pure per le ragazze: i costumidelle castellane, ad onor del vero, eranoun po’ discutibili anche allora, ma ilculto, il rispetto e l’adorazione che siattribuiva alla donna è sicuramente dariscoprire!!!

Giuseppe CosentinoLuca Tumminelli 3 Abio

RRee AArrttùùuunn ccaavvaalliieerree ppeerr ttuuttttii ii tteemmppii

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Narratore: Come tutte le domeniche,Perpetua èdi ritorno dalla messa quando...

Bettina: Buongiorno Perpetua;Perpetua: Salve Bettina.... Oggi le è piaciuta la

messa?B: Si ...però...P: Qualcosa non va?B: Ecco, io in realtà avrei qualcosa da chieder-

ti...!!P: Ma tu sai che io non amo parlare, bè, comun-

que per te farò un’eccezione; cosa vi turba,cara Bettina?

Narratore: Ecco che subito Perpetua coglie l’oc-casione per saperne di più sulla questione...egiustamente Bettina non perde tempo...

B: dimmi Perpetua... perché Don Abbondio oggiè così ... come dire... strano ??!!

P: Noo ...ma che sciocchezze son queste!!B: ma io chiedevo coì per caso, ma se non mi

vuoi raccontare….Narratore: Su questa affermazione Perpetua

non lascia nemmeno finire la frase che...P: ma cosa devo raccontarti?? Cosa può sapere

una donna di casa degli incontri che fa il miopadrone?

Bettina si insospettisce...B: Incontro??? Ma chi ha parlato di incontro! P: Suvvia, non farmi dire cose che non sono,

Bettina...!!!B: Da questo capisco che sai qualcosa, ma che

non vuoi dire. E la nostra amicizia?? Suvvia ionon sono una persona che spiffera le cosedegli altri, di me ti puoi fidare!!

P: Va bene… ti dirò tutto, ma che non si sappianiente in giro, altrimenti non so come potreb-be reagire Don Abbondio…!

Narratore:Come al solito, Perpetua “spettego-la” con una delle sue più care confidenti !!

P: Dunque, tornato a casa don Abbondio mi erasembrato alquanto strano, ... turbato; io, do-po un po’ di fatica, mi sono fatta raccontaretutto...

sostanzialmente don Abbondio ha avuto unincontro con i bravi...

B: I bravi ?? Ora capisco... Sono loro...che, man-dati da don Rodrigo, chiedono al poverocurato di non maritare Renzo Tramaglino eLucia Mondella !! Ma come può essere acca-duto questo ??? Due giovani innamorati comeloro... cosa vorrà mai don Rodrigo?

P: Si è innamorato della giovane fanciulla Lucia!B: Che situazione....!! Ma don Abbondio come

ha preso questa vicenda?P: Eh... molto male, ha passato una notte agita-

ta...purtroppo questi sono i brutti momentiche ognuno di noi deve passare...!!

Ma la cosa peggiore è stata il momento in cuidon Abbondio ha dovuto affrontare di perso-na i bravi...si sa com’è il nostro curato, unpezzo di burro. Lui in quella situazione hacercato di essere diplomatico, ma...poi si èsciolto, ed è stato costretto ad accettare laproposta dei bravi… Però mi raccomando,Bettina, che non si sappia nulla!

B: Sicuramente,è stato un piacere incontrartiPerpetua...

P: Anche per me, parlare con te, una vera amica,mi ha fatto veramente bene, mi son tolta unpeso di dosso...!!

B: Allora, alla prossima!P: Certamente, non mancherà occasione.

Beatrice Rogato

Costruisci un testo scritto, nel quale racconti, dalpunto di vista di Perpetua, l’incontro di donAbbondio con i bravi.

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Sono un grande falso mentre fingo l’allegria,sei il gran diffidente mentre fingi simpatia,come un terremoto in un deserto che…

che crolla tutta ed io son morto e nessuno se n’é accorto.Lo sanno tutto che in caso di pericolo si salva solo chisa volare bene,quindi se escludi gli aviatori, i falchi, nuvole e gli aereiriamani teed io mi chiedo ora che farai,che nessuno ti verrà a salvare,complimenti per la vita da campione,insulti per l’errore di un rigore.E mi sento come chi sa piangere ancora alla mia età,e ringrazio sempre chi sa piangere di notte alla mia etàe vita mia che mi hai dato tanto,amore, gioia, dolore, tutto,ma grazie a chi sa sempre perdonare sulla porta alla miaetà

Ripenserai agli angoli,alle radici razionalizzandole,mentre passa distratta un’equazione di noi due.Dicono che mi servirà,se non uccide semplifica,mentre passa distratta una frazione alla tvtra frazioni e radici risuoneran i miei guaidi sere nereeeeche non c’è tempo non c’è spazio e mai nessuno calcoleràvuoi rimanereperché fa male, male, male da morire senza te…ho calcolato il π facendo i conti con le ditae ho semplificato l’equazione solo con la mia mentee più calcolerai, e meno riuscirai, e meno capirai e più male ti faraie più calcolerai, meno riuscirai, meno capirai e più male ti farai, più male ti farai, farai lo giuro

Sono un grande pazzo mentre svolgo la radice,il libro è diffidente il risultato non lo dice,come in un compito in classe che…che non mi riesce niente e la prof mi mette tre.Lo sanno tutti che in caso di compito si salva solo chi sastudiare bene,quindi se escludi i secchioni, i culuti e i copioni, rimani te,ed io mi chiedo ora che farai,che il compito non te lo possono passare,complimenti per lo studio da campione,bocciato per l’errore di una funzione…E mi sento come chi non sa calcolare ancora alla mia età,e ringrazio chi sa calcolare di notte alla mia età,e prof mia che mi hai dato tanto,angoli, funzioni, equazioni, tutto,ma grazie a chi sa sempre recuperare alla mia età

Ripenserai agli angeli, al caffè caldo svegliandoti,mentre passa distratta la notizia di noi due.Dicono che mi serviràSe non uccide semplifica,mentre passa distratta la tua voce alla tvtra la radio e il telefono risuonerà il mio addiodi sereeeee nereeeeeche non c’è tempo non c’è spazio e mai nessuno capiràvuoi rimanereperché fa male male male da morire senza te…Ho combattuto il silenzio parlandogli addosso,e ho levigato la tua assenza solo con le mie bracciae più mi vorraie meno mi vedraie meno mi vorrai e più sarò con tee più mi vorraie meno mi vedraie meno mi vorrai e più sarò con te, e più sarò con te con te lo giuro

Canzoni Numeri&

Equazioni nereSere nere

Davide Sortino - 4C BioTiziano Ferro

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L’ANGOLO DEI POETI

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DOLORE MESSINESEQuanto dolore...brandelli di muriil cuore a pezzi.Tutto è fango,le case inesistenti, cancellate,tanta volontàtanta voglia di ricominciare.Gli ultimi ricordi:pianti, grida, morti.

Maria Grazia Trovato

NON SCAPPARENon scappare.Non fuggirealla presa del mio cuore.Non andare nei grigiori del crepuscolo.Non lasciarminegli incanti dell’aurora.Cosa contaper mecamminare tra i fiori della Fantasiaquando non seiaccanto al mio spirito?Non scappareall’orizzonte.Non abbandonarmial sussurro dei miei sogni… solo.

IL RACCONTATORE

HAIKUAlba sul marenella stoffa dei sognisegni di luce.

Iavazzo Amalia2^A Linguistico

Come un’ombraabbandonata da tesempre nel buio.

Raggio di lunamagia di dianaluce divina.

Veneziano Flavia Maria2^A Linguistico

Piovigginosacome se non smettessedi lacrimare.

Un tuo sguardocome un chiar di lunanel mio cuore.

Valeria Gangi2^A Linguistico

Dolci parolesegni d’affettonel profondo silenzio.

Angelo Moncado2^A linguistico

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MUSIC

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Vasco Rossi (detto anche Vasco) è nato aZocca il 7 febbraio del 1952, figlio di Gio-vanni Carlo e Novella Corsi.

Fin da piccolo, su decisione della madre, fu iscrit-to a scuola di musica cui comincia ad appassio-narsi. All’età di 13 anni vince l’Usignolo D’Oro ea 14 anni entra a far parte di un gruppo musicalechiamato “Little Boys”. Nel 1967 fu iscritto in uncollegio a Modena in cui ebbe molti problemiche lo portavano ad avere un comportamentoribelle. E nel 1972 si iscrisse infine in un istitutodi Economia e Commercio a Bologna.Il ‘75 è un anno di grande importanza per la suaformazione perchè, insieme all’amico di infan-zia Marco Gherardi, fonda ”Punto Radio” e nel‘77 incide il suo primo disco “Jenny/Silvia” enell’anno successivo “Cosa vuoi che sia unacanzone” e nell ‘80 “Colpa d’Afredo”.Con il passare degli anni è diventato uno dei lea-der della musica italiana, grazie anche al suogenere pop rock e alle grandi parole delle suecanzoni.Il 27 novembre 2009 è uscito il suo ultimo al-bum “Tracks 2-Inediti & Rarità” che in poche set-timane ha ottenuto 4 dischi di platino.

Vasco Rossi con le sue canzoni ha saputo trova-re un punto di incontro con la gente che ora loama e lo segue, anche grazie alla semplicitàdelle sue parole e al ritmo armonico che espri-me l’animo del cantante.In conclusione volevo dire che trovo questo arti-sta molto profondo come si puo capire dalla can-zone citata...”Gli Angeli”... E anche se in alcunecanzoni come “Un Senso” sembra essere unnichilista, in realtà richiama noi giovani allaricerca di senso della nostra vita.

Gaetano Pepe3^B bio

GLI ANGELIQuello che si prova

non si può spiegare qui hai una sorpresa

che neanche te lo immagini dietro non si torna

non si può tornare giù Quando ormai si vola

non si può cadere più.... Vedi tetti e case

e grandi le periferie E vedi quante cose

sono solo «fesserie»... E da qui....e da qui...

...qui non arrivano gli angeli con le lucciole e le cicale..

E da qui....e da qui.... «non le vedi più quelle estati lì»

«quelle estati lì»

Qui è logico cambiare mille volte idea

ed è facile sentirsi da buttare via!! Qui non hai «la scusa»

che ti può tenere su Qui la notte è buia e ci sei soltanto tu

Vivi in bilico e fumi le tue Lucky Strike

e ti rendi conto di quanto le maledirai.....

E da qui....e da qui... qui non arrivano «gli ordini»... a insegnarti la strada buona...

E da qui....e da qui.... QUI NON ARRIVANO GLI ANGELI!!

VascoRossi

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SPORT

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Ciao a tutti, mi chiamo Beatrice,ho 14 anni e fre-quento la 1^A PACLE dell’I.T.A.S. ”Luigi Russo”,e inquesto articolo vi voglio parlare della mia più grandepassione: la danza.La danza classica è ,tra le danze teatrali,la più cono-sciuta al mondo, sicuramente la più antica,tanto daessere alla base di tutti gli stili (moderno,jazz,streetdance,contemporaneo...).La mia è una passione che coltivo da molto tempo, sinda quando avevo tre anni, ho avuto così modo di spe-rimentare tutti gli stili che ho appena citato.Oggi,graziealle tante esperienze fatte, sono molto soddisfatta dellivello raggiunto e,con rinnovato entusiasmo sto,que-st’anno, frequentando i corsi di danza classica.Ho iniziato da poco, eppure questo stile lo sento gia

mio!! Non so cosa sia,ma quando danzo mi sembraquasi di volare e mi sento leggera come una piuma.La mia vita è facile da scrivere e da ricordare, perchè laparola chiave è ...DANZA, DANZA ...e ancora DANZA!!Mi reputo una ragazza fin troppo sognatrice,pensoquasi sempre positivo..solo alcune volte mi avvilisco...fortunatamente tutto vola via e riesco a “rialzarmi”.Iomi ispiro molto nella danza a persone come RobertoBolle e Carla Fracci che ritengo siano due miti delladanza...!!!!Il mio sogno nel cassetto, pensate un po’ è proprioquello di diventare una grande ballerina.Perchè non sognare?Il mio motto è del resto quello de “Il Piccolo Principe”di Saint-Exupéry:“Fai della tua vita un sogno e del sogno la realtà” !!“La danza è l’eterno risorgere del Sole” (I. Duncan)

Beatrice Rogato 1^A P.A.C.L.E.

La mia grande passione:

la danza classica

La Kick Boxing:uunnoo ssppoorrtt ddaa pprraattiiccaarree!!!!!!

Sono uno studente che frequenta la scuo-la “Luigi Russo” di Caltanissetta e vole-vo parlarvi di uno sport che,negli ultimi

decenni, si è molto diffuso in Italia: la KickBoxing,uno sport da combattimento nato inGiappone intorno agli anni Settanta.Da circa un anno pratico quest’attività chetrovo molto interessante perchè mi educa aconcentrarmi, a scaricare le mie tensioni e lotrovo un utile strumento di difesa personale.Di questo sport esistono diverse discipline trale quali molto conosciute sono: il SemiContact,il Light Contact il Full Contact che sidifferenziano tra loro per la durata degliincontri e l’intensità dei colpi.Le tecniche fondamentali sono sostanzial-mente i pugni,i calci e le spazzate...Di pugni siparla di diretto ,gangio e montante;come calciabbiamo il frontale,circolare,laterale,e uno deicolpi piu forti è il low kick che viene dato conla tibia alla gamba dell’avversario,ma esisto-no ancora moltissimi altri colpi.In Giappone èstato inventato un torneo chiamato K-1 doveK sta per Karate o Kick Boxing in cui si seguo-no le stesse regole della Kick,ma con la pre-senza delle ginocchiate.Non c’è da preoccuparsi, comunque,ragaz-zi:di calci e pugni ne volanotanti, ma fortunatamente nessuno è maimorto!!!

Gaetano Pepe3B Bio

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COSE DI CASA NOSTRA

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Muffoletto Ingredienti:500 g di farina di semolalivito di birra in cubettoacquasalesemi di finocchio

Preparazione:

Sciogliete il lievito in un bicchiere d’acqua. Inun contenitore molto grande versate la fari-na, fate una conca al centro e versate den-tro 2 cucchiai d’olio d’oliva, l’acqua con den-tro sciolto il lievito, aggiungete un bel pizzicodi sale e i semi di finocchio. Impastate tuttigli ingredienti, aggiungete molta acquaquanto serve per creare una massa morbidae uniforme e lavorate l’impasto per almenomezz’ora. Finito l’impasto lasciatelo riposare per un’oraabbondante nello stesso contenitore ricoper-to da un panno. Poi formate delle pallineeinfarinate con un po’ di farina di semola elasciate lievitare per un’altra ora.Infine prendete le palline composte in prece-denza, schiacciatele per formare delle pagnot-te della grandezza che desiderate e mettetelein forno fino a che non saranno dorate.

Roberta Calì 3 Abio

Ricette nissene\ \Muffoletto o Muffoletta (in italiano) Muffulettu o Muffuletta (in dialetto).

La ricetta “nissena” del Muffoletto consiste in una pagnotta aromatizzata con finocchietto dolce, da condire in diversi modi.

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a

a

b

b

Dialetto in poesia

U liuni scantatu Il leone spaventatoVidinnusi assamatu, ‘nu liuni, Vedendosi assalito un leone,‘abbaffavasi ntra fratti fitti e ‘ncutti! S’accovaccia nella fitta steppa!Vidinu a ciancu ad iddu ‘nu scursuni, Ritrovandosi a fianco un serpentecci ‘dduamannà: chi fazzu contru a tutti? gli chiese: cosa faccio contro tutti?

“U vidi comu sugnu cca prodenti? “Nota come sono qui prudente?Stirnicchiati malatu, chi li futti! Sdraiati come ammalato, e li sfreghi!-cci rispunnì ccu carma ddu sirpenti.- -gli rispose con calma quel serpente.-Ad unu ad uno doppu c’è cu scutti.” Ciascuno poi pagherà lo scotto.”

Pp’un iessiri ppi primu suffirenti, Per non diventare il primo sofferentes’alluntanà strisciannu, ma ammucciuni, s’allontanò strisciando, ma di soppiattodda serpi chi pariva cunfidenti! Quella serpe che sembrava confidente!

Scutannulu, dd’armarli a cucucciuni, Ascoltandolo, quell’animale accovacciato,pariva, a gammi all’ariu, già murenti sembrava, a gambe per aria, già morente...scannanu u primu armali curiusuni! ...scannando il primo animale curiosone!

Luigi Cinardoassistente tecnico

U crastu e u scursuni Li quattru picureddi, doppu a tusa,vantavanu ‘a pilliccia rinnuvata.Ogniuna d’iddi jera chiù carusa,ccu lana frisca e netta di jurnata.

Passiannu s’incuntraru ccu scursune.U vittiru chiù grussu e ‘llucitatu.Cci dissiru: cumpà, si ni pirduni,ma ‘ssu vistitu l’hati ‘rrinnuvatu?

Ma certu- ‘rrispunnì tantì stizzusu-a vui vi tusaru ‘ssa pilliccia,ma ddu vistitu miu, ‘unn’era ‘nchiusu,

mu fici nuvu ed ora ‘a cud’è spiccia!Chiuttustu, u crastu vusciu, ch’è fitusu,chi cancia di culuri com’a siccia?

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Lettere aperte `

2

Y

CCaarroo MMiicchheellee,, volevo dirti che 6 unragazzo dolcissimo, tiadoro 6 il mio metalla-ro,comunque volevo dirtiche ti penso ogni istan-te della mia vita, 6 davve-ro troppo bello anzi 6bonissimooooooooo eancora di più quando timetti il tuo cappello allaMicheal. So che è pre-sto e sei ancora unragazzo di 15 anni,ma io tiadoro lo stesso, hopassato dei bellissimimomenti con te; midispiace che non cisiamo più potuti sentireper alcuni problemi chemi sono capitati, eccoperché ti ho scritto equesto è anche un mododivertente per scusarmied esprimere i miei sen-timenti. Ti adoro. Ricordati di me nellevacanze d’estate. Ioadoro le vacanze ma alsolo pensiero che siamodistanti,perché 6 di unaltro paese, io le iniziereiad odiare. ti adoro cia-uuuuuu

BByyllaa ttuuaa ffrraaggoolliinnaa

CCiiaaoo aammoorree mmiioo è quasi una settimanache non ti fai sentirepiù. Volevo solo dirtiche mi manchi e chesenza di te non potròmai più essere felice…tu mi hai dato la gioia ela sofferenza che in unsolo anno che ci cono-sciamo mi hai fatto vive-re un’intera vita… Mi haifatto capire cos’è real-

mente essa perché non ètutta rose e fiori comesi vede nei film o visse-ro felici e contenticome nelle fiabe, ma larealtà è molto più durada affrontare special-mente con le personeche ami… non ti chiedomolto ma solo se provila metà di quello che ioprovo per te, per favore,non esitare a dirmelo,solo così mi renderai lapersona più felice delmondo; perché il mionon è un amore, è qual-cosa che non è possibi-le esprimere con leparole, qualcosa che vamolto più in là dell’amo-re, non una semplicecotta… Tu non immaginila sofferenza che vivoormai dentro di me….Tutti i momenti passatiinsieme, solo con te,ritornano nella mia mentee non pensare a te ormaiè impossibile…. Quantevolte ho provato adimenticarti che ormai e’quasi impossibile con-tarle.Scrivere Ti amo alla finealla fine di questa lette-ra è banale… E non avreb-be significato… Sperosolo che prima o poicapisci quello che tivoglio dire…

GGrraazziiaa MMaarriiaa

SSoonnoo uunnaa rraaggaazzzzaa ddiissppeerraattaa,,so che non dovrei nem-meno pensarlo per tuttoil male che mi hai fattoe tutt’ora mi stai facen-

do, ma TI PREGO PAR-LAMI!I silenzi, i tuoi sguardiormai inesistenti, tu checi provi con un’altracome se fra noi non cifosse mai stato niente diimportante… Mi staifacendo troppo male. Ionon volevo che mi chiu-dessi fuori dal tuomondo… Non so come tuabbia avuto il coraggio didirmi e farmi quellecose, che con altri nonavrei mai fatto…Mi guardo allo specchioe vedo un mostro, comese la colpa fosse statatutta mia (e come tu miripetevi spesso). Guarda,per colpa tua, dove sonoarrivata!!Una ragazza autolesioni-sta con gli occhi spentie la voglia di morire… Ilmio unico pensiero, unpensiero fisso che nonmi abbandona mai: ferir-mi solo come tu facevi.Mi sento una stupida enon te lo richiederò più.RIMETTITI CON ME!!TI AMO, SEI LA MIAVITA!!Senza di te nulla ha piùsenso, nemmeno le mielacrime e le mie soffe-renza.So che mi giudicheraimale e so che in fondoper te sono solo unpeso e non valgo niente…Ti chiedo solo di nonignorarmi…

TI AMO OGNI GIOR-NO DI PIU’!!

(spero tu capisca)

) C’È POSTA PER TE

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Quarlo Carto (Carlo IV)

Il prof. non può voltare le palle alla lavagna!

Ti correggio

Sempre per i più primi

Io non lo voglio capito,lo voglio letto e ripetuto

Se vedete adesso un ordine di idee, fategli le foto

Se io voglio parlare con le api come faccio?

Che sei figlia della gallina banca?

Sono stati venuti da noi

Stai stando attenta?

I ragazzi stanno distrando

Me lo dicete voi come si fa?

Stendiamo un piumone pietoso

Mi fate finire che ho finito?

In una persona nuda si vedono i testicoli e le ovaie

Se uno vorrebbe essere uomo, che animale vorrebbe essere?

Scritto tutto su bianco su nero

Quando scorreggiate producete metano

-Muore a Ravenna e lì rimane per tutta la vita

-Alla parola “parlare” togli la “s”

La prof dice agli alunni: “Non c’è più tempo di perder tempo”

La prof dice: ”Ti ho messo sei ma è come sefosse sette”

La prof: ”Ragazzi anche se non èimportante,comunque è importantissimo!!’’

La prof dice: ”Raccoglilo”P.S. (riferito al banco)

In classe la prof chiede all’alunno: “Cosavuoi fare da grande??”

L’alunno risponde: “il militare”La prof: “quindi cosa devi porre

davanti a te??”L’alunno: “IL FUCILE”

P.S.(ERA L’OBIETTIVO)

Interrogazione NataliziaIl prof dice: “Di cosa mi vuoi parlare??”

L’alunno risponde: “ Delle Stelle!! Dunquela Stella è un corpo celeste che brilla

di luce propria … “Il prof interrompe: “Hai fatto

l’albero di natale ??”L’alunno: “si.. perché?”

Il prof : “ Bravissima!! Ti metto un bel voto,vedo che ora hai capito!!!”

UmorismoIN CLASSE

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MILLEPIEDIPeriodico dell’I.T.A.S. “L. Russo”

ANNO VII n. 17 - 2009-2010

DIRETTORECOSTA MIRKO

VICEDIRETTOREAMICO ANDREA

RESPONSABILE DEL PROGETTOPROF. MARIA CRISTINA BENINTENDE

GRAFICA, IMPAGINAZIONE E STAMPALUSSOGRAFICA - CALTANISSETTA 0934 25965

REDAZIONEBEATRICE ROGATO, CHIARA CATANESE,

FEDERICA ROMANO, COSENTINO GIUSEPPE,GAETANO PEPE, GIUSEPPE LO VERME,LINDA TUMMINELLI, LUCIA AMICO,

LUCA TUMMINELLI, MIRIAM VECCHIO,ROBERTA CALI’, SILVIO LANZAFAME.