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dalla valutazione psicoeducativa aapep al progetto di vita

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dalla valutazione psicoeducativa aapep al

progetto di vita

DOTT. MICHELE

D’ASCANIO

PSICOLOGO

QUALI CLASSIFICAZIONI?

DSM IV:manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (1976)

ICD-10: Classifcazione Internazionale delle sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali – OMS

I.C.F.: Classifcazione Internazionale del Funzionamento. Riguarda tutti, non solo le persone con disabilità. Misura il funzionamento in rapporto allo stato di salute.

LE DIFFICOLTÀ POSSONO ESSERE VISTE IN TRE MODI

DIVERSI Menomazione: perdere o ridurre la funzionalità anatomica, fsiologica o psicologica (ad es. una lesione cerebrale da trauma può essere responsabile di un ritardo mentale)

Defcit: essere impossibilitati ad eseguire determinate attività (ad es. non essere in grado di apprendere le abilità di scrittura o lettura o calcolo)

Handicap: avere uno svantaggio sociale derivante dal non poter assumere ruoli sociali nel contesto di appartenenza

COSA SI PUÒ FARE?

SPESSO LA MENOMAZIONE NON PUO’ ESSERE ELIMINATA, MA SI PUO’ AGIRE

SUGLI ALTRI DUE ELEMENTI

1. POSSIAMO FORNIRE ALLA PERSONA DISABILE UNA SERIE DI ABILITA’, RIDUCENDO LA SUA DISABILITA’

2. POSSIAMO CREARE UN AMBIENTE DI VITA SEMPRE PIU’ RISPETTOSO DELLE

DIFFERENZE INDIVIDUALI E SEMPRE PIU’ ACCOGLIENTE

AUTISMO

DEFINIZIONE

E’ una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita.

AUTISMO

LA TRIADE SINTOMATOLOGICA

- Compromissione qualitativa dell’interazione sociale

- Compromissione qualitativa della comunicazione

- Modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati

Altre Caratteristiche Si evidenziano stereotipie Parla in terza persona e non in prima persona Ripete meccanicamente frasi o la parte fnale di

una frase (ecolalia) Diffcoltà nelle relazioni sociali con i coetanei e

con gli adulti Diffcoltà nello sguardo diretto e

nell’attenzione condivisa (congiunta) Iperattività o passività Interessi particolari e attaccamento agli oggetti Attaccamento a routine Ipersensibilità al tatto Ipersensibilità o particolare interesse per i

rumori Noncuranza dei pericoli

CARATTERISTICHE PARTICOLARI

E’ evidente un uso improprio di giochi come pure la tendenza ad utilizzare un giocattolo in modo ripetitivo e senza variarne l’uso.

Assente il gioco simbolico, di fnzione. Durante la crescita si rivela incapace di

cogliere comportamenti scherzosi e battute di scherzo.

Si rivela incapace di prevedere i comportamenti altrui (teoria della mente)

CONCLUSIONI

QUALE APPROCCIO CON QUESTE PERSONE?

IN OGNI CASO OCCORRE UN APPROCCIO DI TIPO PSICO-EDUCATIVO IN CUI DEVONO

ESSERE L’AMBIENTE E L’ATTIVITA’ AD ADATTARSI ALLE CARATTERISTICHE DELLA

PERSONA DURANTE L’INTERO CICLO DI VITA E NON IL CONTRARIO.

AUTISMO ED INTEGRAZIONE SOCIALE IN ETA’

ADOLESCENZIALEPer comprendere l’importanza

dell’integrazione sociale per adolescenti con autismo è necessario partire dall’analisi dello sviluppo tipico e della rilevanza del gruppo in tale fase evolutiva

DEFINIZIONE

FASE DELLA VITA CHE INTERCORRE TRA LA

MATURAZIONE SESSUALE EL’ASSUNZIONE DI UN RUOLO

SOCIALE AUTONOMO

AMICIZIA – ADOLESCENZA - AUTISMO

Tappe evolutive per entrare in adolescenza: Avere appreso che le spinte istintive possono

essere frenate Avere appreso che le frustrazioni possono essere

sopportate Avere imparato a stare coi coetanei Essere capace di leggere, scrivere, calcolare Avere una propria morale e una scala di valori a

cui far riferimento Avere elaborato i concetti necessari per

affrontare quotidianamente la vita Essere capace di una buona autonomia nei

comuni gesti di vita quotidiana Avere raggiunto una indipendenza personale

coerente con l’età Essere in grado di esprimere una propria

posizione nei confronti di istituzioni e gruppi sociali

AMICIZIA – ADOLESCENZA - AUTISMO

QUESTE TAPPE SONO TUTTE DIFFICOLTOSE PER LA PERSONA AUTISTICA, CHE VA “EDUCATA” CON STRATEGIE COGNITIVO COMPORTAMENTALI PERCHE’ ACQUISISCA LE ABILITA’ PREVISTE IN OGNI FASE EVOLUTIVA

L’AMICO

CON LUI IL RAGAZZO CONDIVIDE LA PROPRIA LOTTA CONTRO L’ADULTO OPPRESSORE

A LUI CONFIDA PENSIERI NON PIU’ RIVELABILI AI GENITORI

SU DI LUI RIVERSA I PROPRI PROBLEMI ASCOLTANDO, POI, OPINIONI E CONSIGLI

CONFERMA LE SUE DECISIONI PRIMA CHE LE METTA IN ATTO

CON LUI DEVE POTER SEMPRE COMUNICARE (ANCHE PER TELEFONO)

CON LUI DI FATTO C’E’ GRANDE INTIMITA’.

L’AMICO

IL DEFICIT NELLA SOCIALIZZAZIONE TIPICO DELLA PATOLOGIA, RENDE DIFFICILE IL CREARSI DI RELAZIONI AMICALI STABILI, FACENDO PERDERE AL RAGAZZO MOLTE ESPERIENZE DI CRESCITA. PER QUESTA RAGIONE SONO FONDAMENTALI GLI INTERVENTI DELLE PERSONE ADULTE DI RIFERIMENTO E DELLA SCUOLA.

LA CENTRALITA’ DELLA PERSONA PER UNA REALE INTEGRAZIONE SOCIALE

TEACCH: IL PROGRAMMA CHE PERMETTE DI METTERE AL

CENTRO LA PERSONA

TEACCH: IL PROGRAMMA CHE PERMETTE DI METTERE AL

CENTRO LA PERSONA

GRAZIE AL PROGRAMMA TEACCH PUO’ ESSERE

IMPOSTATO OGNI TIPO DI ATTIVITA’ SIA ESSA DI VITA

QUOTIDIANA, DI INTEGRAZIONE SOCIALE E/O

SPORTIVA, OLTRE CHE DI APPRENDIMENTO

LA VALUTAZIONE AAPEP

E’ COSTITUITA DA UNA SERIE DI PROVE CHE PERMETTONO DI DEFINIRE UN PROFILO PSICOEDUCATIVO PER ADOLESCENTI ED ADULTI

NON SI PONE L’OBIETTIVO DI INDAGARE IL LIVELLO DI ACQUISIZIONE DI ABILITA’ DI BASE O DI DARE UN PROFILO COGNITIVO, MA PERMETTE DI DEFINIRE SPECIFICHE ATTIVITA’ SU CUI LAVORARE AL FINE DI SVILUPPARE NUOVE ABILITA’

LA VALUTAZIONE AAPEP

NON PUO’ ESSERE SUFFICIENTE A DEFINIRE UN PROFILO COMPLETO E CHIARO DELL’INDIVIDUO PUR ESSENDO COMPOSTA DI TRE SCALE:

1. OSSERVAZIONE DIRETTA

2. SCALA FAMIGLIARE

3. SCALA SCUOLA/LAVORO

LA VALUTAZIONE AAPEP

DEVE ESSERE SOSTENUTA DA ALTRI DATI E INFORMAZIONI PER PERMETTERE UNA BUONA PROGETTUALITA’ VOLTA A POTENZIARE LE ABILITA’ DELLA PERSONA CON AUTISMO NEL RISPETTO DELLE CAPACITA’, POTENZIALITA’ E PECULIARITA’ DELLA PERSONA STESSA.

Ad esempio anche se una persona con autismo ha buone abilità di assemblaggio in serie, ma è insofferente ai suoni troppo forti, non possiamo pensare di inserirla in una catena di montaggio industriale, rischiando di provocare una crisi comportamentale.

LA VALUTAZIONE AAPEP

LA VALUTAZIONE AAPEP, QUINDI, PUO’ ESSERE SOSTENUTA DA ALTRI STRUMENTI:

1. LAITER-R: PER LA VALUTAZIONE DEL LIVELLO COGNITIVO (permette di valutare gli aspetti cognitivi non verbali, evitando, quindi di infuenzarli con il defcit comunicativo tipico della patologia)

2. VABS-R: è un’intervista semistrutturata che permette di valutare il comportamento adattivo della persona con autismo (può essere somministrata ai genitori o alle persone che si prendono cura dell’individuo)

LA VALUTAZIONE AAPEP

NON BISOGNA DIMENTICARE CHE ALLA VALUTAZIONE FORMALE, REALIZZATA MEDIANTE STRUMENTI STANDARDIZZATI COME QUELLI SOPRA RIPORTATI , E’ MOLTO IMPORTANTE AFFIANCARE ANCHE UNA VALUTAZIONE INFORMALE, DATA DALL’OSSERVAZIONE DIRETTA DELLO SPECIALISTA E DEGLI EDUCATORI CHE LAVORANO CON LA PERSONA CON AUTISMO.

LA VALUTAZIONE AAPEP

LA VALUTAZIONE AAPEP E’ FORMATA DALLE SEGUENTI SCALE

1. ABILITA’ PROFESSIONALI

2. FUNZIONAMENTO AUTONOMO

3. ABILITA’ DI TEMPO LIBERO

4. COMPORTAMENTO PROFESSIONALE

5. COMUNICAZIONE FUNZIONALE

6. COMPORTAMENTO PROFESSIONALE

LA VALUTAZIONE AAPEP

PER OGNI ITEM ESISTONO TRE PUNTEGGI POSSIBILI

1. ACQUISITO/RIUSCITO

2. EMERGENTE

3. NON ACQUISITO/NON RIUSCITO

IL PROFILO PSIEDUCATIVO DERIVA DALL’ANALISI DEI SUCCESSI/INSUCCESSI E DELLE EMERGENZE DELLA PERSONA AUTISTICA ALLE DIVERSE PROVE

IL PROFILO AAPEP

LA STRUTTURAZIONE

1. DELLO SPAZIO: l’ambiente di lavoro deve essere organizzato in spazi chiaramente e visivamente delimitati, ognuno con delle funzioni specifche chiaramente visualizzate, ciò consente alla persona con autismo di sapere con precisione ciò che ci si aspetta da lui in ogni luogo e in ogni momento.

LA STRUTTURAZIONE2. DEL TEMPO: Strutturare il tempo signifca rispondere alla domanda "Quando? Per quanto tempo?"

Il passare del tempo è una nozione diffcile da apprendere, perché si appoggia su dati non visibili.

Per questo è importante strutturare la giornata attraverso una organizzazione del tempo, che informi ad ogni momento la persona con autismo su ciò che sta accadendo, ciò che è accaduto e che accadrà, aumentando in questo modo la prevedibilità e il controllo della situazione, e diminuendo l'incertezza fonte di ansia.

In pratica ogni persona disporrà di una sua "agenda" giornaliera, costituita da una sequenza di oggetti, di immagini o di parole scritte, a seconda delle sue abilità, ordinati dall’alto verso il basso .

Al termine di ogni attività ogni relativo simbolo verrà spostato in un altro apposito spazio che registra il tempo trascorso: in questo modo gli sarà possibile sapere in ogni momento quanto tempo è passato e quanto ne manca prima di tornare a casa.

LA STRUTTURAZIONE3. DEL MATERIALE DA LAVORO: strutturare il materiale di lavoro signifca rispondere in modo chiaro e concreto alla domanda "Che cosa?"

Oltre all’agenda giornaliera delle attività, il bambino disporrà di uno schema di lavoro posizionato presso il tavolo di lavoro, costituito ad esempio da lettere dell’alfabeto o numeri, ognuna delle quali è riportata su una scatola di lavoro.

Il lavoro da svolgere sarà presentato in modo chiaro: ogni compito è contenuto in una scatola sullo scaffale di sinistra, ogni scatola contrassegnata da un simbolo, a seconda del livello di sviluppo e delle capacità della persona.

IL RINFORZOIl rinforzo risponde in modo chiaro e concreto alla domanda

"Perchè?"

Infatti può essere diffcile per la persona all’inizio di un programma educativo comprendere per quale motivo deva eseguire dei compiti.

Anche il bambino "normale" incontra questa diffcoltà, ma può essere motivato dalla volontà di accontentare la mamma o l’insegnante, di fare " bella fgura".

Queste motivazioni possono inizialmente essere troppo astratte per la persona autistica; sarà allora necessario darle delle motivazioni concrete, strettamente collegate nel tempo all’esecuzione del compito.

Una ricompensa alimentare è il rinforzo più semplice; spesso tuttavia si può ben presto sostituire con il rinforzo sociale, costituito da lodi e complimenti.

IL RINFORZO

E’ importante comunque individuare un rinforzo adatto alle preferenze del singolo: sarà ovviamente controproducente abbracciare o accarezzare la persona che presenti, come può succedere, diffcoltà ad accettare la vicinanza fsica; o offrire un rinforzo alimentare a bambini che rifutano il cibo.

Anche il permesso di dedicarsi ad una attività preferita, non importa se stereotipata, può costituire un rinforzo adeguato.

Spesso comunque la soddisfazione di riuscire da solo nel compito proposto è già di per se un ottimo rinforzo.

L’AIUTO

GRAZIE AL PROGRAMMA TEACCH PUO’ ESSERE

IMPOSTATO OGNI TIPO DI ATTIVITA’ SIA ESSA DI VITA

QUOTIDIANA, DI INTEGRAZIONE SOCIALE E/O

SPORTIVA, OLTRE CHE DI APPRENDIMENTO

ATTIVITA’ A TAVOLINO

ATTIVITA’ A TAVOLINO

ATTIVITA’ A TAVOLINO

- ATTIVITA’ A TAVOLINO

POSSIBILI ATTIVITA’ PER M.

- ATTIVITA’ AUTONOMIE

SVILUPPO UTILIZZO CAA

SVILUPPO UTILIZZO CAA

LA VALUTAZIONE AAPEP

DEVONO ESSERE DEFINITE LE PRIORITA’ PER IL SOGGETTO E PER LA FAMIGLIA (O I CONVIVENTI DELLO STESSO) PERCHE’ L’IMPOSTAZIONE DEL PROFILO PSICOEDUCATIVO POSSA VOLGERE VERSO UN REALE PROGETTO DI VITA.

IL PROGETTO DI VITA DELLA PERSONA AUTISTICA NON PUO’ ESSERE SVINCOLATO DAL CONTESTO (LUOGHI, TEMPI E PERSONE) CHE LO CIRCONDA.

SE NON SI TENESSERO IN CONSIDERAZIONE TALI VARIABILI LA VALUTAZIONE RIMARREBBE UNA VALUTAZIONE STERILE, PRIVA DI APPLICABILITA’

AUTISMO....VERSO L’AUTONOMIA

DOTT. MICHELE D’ASCANIOPSICOLOGO DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE

…..GRAZIE…..