Dalla nostra Cooperativa

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2010 cooperativa dalla nostra Pubblicazione trimestrale - Spedizione in abbonamento postale - 70% Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n° 286 del 17.4.1989 Anno XVIII, n. 2 - giugno 2010 Organo ufficiale della Società Edificatrice di Niguarda Cooperativa a proprietà indivisa dal 4 marzo 1894 Veduta aerea di alcuni quartieri della Cooperativa

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Organo ufficiale della Società Edificatrice di Niguarda - Giugno 2010

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2010cooperativadalla nostra

Pubblicazione trimestrale - Spedizione in abbonamento postale - 70% Milano - Autorizzazione Tribunale di Milano n° 286 del 17.4.1989

Anno XVIII, n. 2 - giugno 2010Organo ufficiale della Società Edificatrice di Niguarda

Cooperativa a proprietà indivisa dal 4 marzo 1894

Veduta aerea di alcuni quartieridella Cooperativa

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rammodernare e rafforzare la compaginecooperativa. Ritengo che il modello so-cio-economico sul quale si basa questaCooperativa, tuttora a proprietà indivi-sa, sia ancora misconosciuto, e che, afronte delle attuali esigenze di un abitarepopolare, andrebbe preso in seria con-siderazione. Sebbene sia un’esperienzaantica di cent’anni, manifesta a tutt’oggiuna potenzialità in termini di sostenibili-tà economica, di qualità di vita e di re-lazioni sociali. La fusione delle Coope-rative di Mancasale e di Coviolo è sfidaed impegno a rilanciare l’insegnamentoprampoliniano anche dialogando con igiovani soci, che mettono in campo nonsolo nuovi saperi e competenze, ma an-che volontà di protagonismo e proposte.La Cooperativa può trovare qui opportu-nità per costruire un pensiero originalevolto alla progettazione dell’abitare po-polare”.Gli amici di Reggio Emilia però non han-no scritto solo di politica e di cooperativafutura. Ci hanno anche parlato del pas-sato, in un simpatico Amarcord che perònon ha niente di nostalgico e patetico.

Era così, ora è diverso, ne prendiamo atto e, come già detto, cirimbocchiamo le maniche.Qualche esempio: Roberta è nata al n. 4 di via Selo, chiamatoil “Cremlino” - 16 testate de l’Unità, tutte in fila, che riempi-vano sedici buche delle lettere. Gaetano ricorda, negli anni ‘50,uno scambio di visite con una squadra francese di giocatori dibocce: “Venivano da una realtà come la nostra. Una giornata

Nel mese di marzo una delegazionedella Circoscrizione Nordest del

comune di Reggio Emilia ha visitato ilnostro quartiere e la Società Edificatri-ce di Niguarda per conoscerne la storia,l’attuale struttura e le prospettive future.Nel corso dell’incontro, dopo che la Coo-perativa e l’Ecomuseo Urbano MilanoNord hanno presentato il lavoro svolto edi programmi futuri di Niguarda, ci sonostati quattro interventi da parte dei nostriospiti: Gaetano Borciani presidente dellaCooperativa Case Popolari di Mancasa-le e Coviolo, Roberta Pavarini presidentedella Circoscrizione nordest del Comunedi Reggio Emilia, Antonio Canovi, stori-co ricercatore, Sandra Palmieri referentedel progetto “Educa il luogo” e docenteCDS.Ci siamo resi conto che il territorio cheessi rappresentano, sebbene in altre di-mensioni, ha caratteristiche abbastanzasimili al nostro: cooperative a proprietàindivisa, vocazione culturale e ricercastorica del territorio, aree industriali di-smesse, sensibilità al sociale, progetti direalizzazioni future.Abbiamo perciò deciso di dar loro voce sul nostro giornale,chiedendo di inviarci qualche appunto. Ne sono uscite un’in-tervista e due relazioni che meriterebbero di essere pubblicateper intero, ma lo spazio ci è nemico e ci obbliga a pescare quae là.Gaetano Borciani dice: “L’inaugurazione della nuova stele cheracconta il primo centenario della Cooperativa ha per noi ilsenso di ripartire da un personaggio comeCamillo Prampolini. È tempo di rimboccar-si le maniche, di fare letture che possonoanche essere vecchissime, ma si presentanooggi sconosciute e nuovissime. Su queste basivorremmo ora rivolgere un discorso all’interomondo cooperativo, invitandolo a ripensarecon occhi nuovi l’esperienza nostra della pro-prietà indivisa, come di una cooperazione cheha un futuro, mentre da molti anni a questaparte si trova emarginata. Per la prima voltadopo tanti anni abbiamo trovato dei giovaniche ci prestano attenzione, vorremmo far levasu quelle persone per far conoscere e colti-vare l’idea cooperativa, per rinnovarla nellaqualità. Si tratta di andare oltre la contingen-za: Mi serve un alloggio - “Va bene...”Anche Roberta Pavarini, che è nata ed è sem-pre vissuta nelle case della Cooperativa scri-ve: “La militanza e l’impegno politico han-no sempre accompagnato e sostenuto i coo-peratori ed i soci. Attorno a questa identitàfortemente partecipativa, solidaristica e disinistra ho alimentato la mia passione per lapolitica e la cosa pubblica. Dal mio ingressonel Consiglio di Amministrazione della Coo-perativa, dove sono rimasta per molti anni,ho sempre sostenuto le idee innovative, tese a

MONDOcooperativo

La Cooperativa Case Popolaridi Mancasale e Coviolo in visita a NiguardaMaria Piera Bremmi

1908 Prima casa di abitazione dellaCooperativa di Mancasale e Coviolo

Primavera 2010: inaugurazione della stele dedicata a“Eimo” Ferrari partigiano ucciso il 24 aprile 1945

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di scambio fra centri cooperativi ed una dedicata interamentealle bocce. Giornata memorabile, mai viste tante persone arri-vare in Cooperativa. Ma c’è un dettaglio di quella visita. Neicampi c’era uno spazio nel quale metterci la bottiglia del vinoe se la portavano avanti indietro per il campo. Non avevamomai visto bere in questo modo! E in questo vedemmo una chiaradifferenza di risorse, tra quello che noi avevamo e loro potevanospendere. Se ne è parlato per dei mesi, se non per anni”.“Per non dire poi della nazionale di pallavolo femminile cubanaalla fine degli anni ‘70. La Polisportiva Galileo chiamò la squa-dra, avendo le proprie atlete che giocavano a volley e la Coo-perativa si occupò di coprire i costi dell’ospitalità. Fu un fattodavvero straordinario, avere qui la squadra cubana che era lastessa che poi avrebbe vinto i mondiali”. Dello stesso episodioRoberta racconta: “Avevo tre anni scarsi e mi ricordo l’emozio-ne di stare seduta sulle ginocchia di una ragazza, straniera a mee a tutti: era una notte d’estate, si giocava una partita amiche-vole tra la squadra nostrana e la nazionale femminile cubana…Ragazze tanto stupende da essere ricordate come icone tra lagente delle case operaie”.Ancora Gaetano: “C’era poi la volontà di coinvolgere le donne,in modo che fossero partecipi di qualcosa. Potevano essere an-che i cappelletti, era comunque un modo di farle uscire di casa:i corsi di taglio e cucito e poi la pista di pattinaggio e più tardiil campo per giocare a volley. Poi con la festa de l’Unità le ra-gazze partecipavano esponendo i loro lavori e facendo recitaree cantare i bambini. Stiamo parlando di ragazze che avevano17, 18 anni dopo la Liberazione”.Potremmo continuare con tante altre storie: papà Cervi, i fuo-riusciti che tornavano dalla Francia, le Officine Reggiane o piùbanalmente lavorare all’uncinetto nel cortile di casa portandogiù la sedia. Un mondo particolare umile ed orgoglioso.Tornando al presente, ancora da segnalare da parte di SandraPalmieri una sperimentazione didattica iniziata una decina dianni orsono, tesa a rendere protagonisti di una nuova culturadell’abitare scolari e studenti con la conoscenza del territorionel contesto di un cambiamento che investe la città ed in parti-

colare quest’area periferica. Per questo, da un settennio, è nato“Educa il luogo” in cui l’Istituto Galilei, in rete con altre scuoledel territorio, è capofila di un progetto che promuove e realizzapercorsi di ricerca rivolti agli alunni delle diverse classi, con-dotti dagli esperti unitamente ai docenti. Inoltre dal 2007 operail Centro di Documentazione Storica la cui finalità è la costru-zione di una cittadinanza condivisa in un’area urbana investitada una rapida e continua trasfomazione.È arrivato il momento di concludere e vorremmo farlo in duediversi modi.Citando nuovamente Camillo Prampolini il cui pensiero è l’abcdel mondo cooperativo: dignità del lavoro, fratellanza tra gli uo-mini, autogestione cooperativa per costruire un mondo nuovo.E poi, come dicevano un po’ sottovoce i più anziani guardandoperplessi la Cooperativa che tentava di far conoscere ai soci ilmondo esterno: “Mo’ nuèter a gh’òm da fèr d’al cà” (Ma noial-tri abbiamo da fare delle case).

Saletta civica al n. 4 di via Selo, Mancasale

Interno Saletta civica