Dalla Meditazione Orientale Al Channeling - Tarcisio Mezzetti

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DALLA MEDITAZIONE ORIENTALE AL CHANNELING Prof. Tarcisio Mezzetti 1. Introduzione C'è un testo assai famoso nel giro del New Age che si chiama "Le matin des magiciens" (Il mattino dei maghi") in cui gli autori Louis Pauwels e Jacques Bergier affermano quanto segue: "Credo che voi cadete nell'errore frequente di coloro che limitano il mondo spirituale alle regioni del bene supremo. Perfino gli esseri supremamente perversi fanno parte del mondo spirituale. L'uomo ordinario di carne e di sensi, non sarà mai un grande santo... né un grande peccatore. Noi siamo, per la maggior parte, semplicemente delle creature contraddittorie e, in definitiva, trascurabili. Seguiamo il nostro cammino nel fango d'ogni giorno senza capire il significato profondo delle cose, perciò il bene ed il male in noi sono identici, occasionali, senza importanza... I grandi, nel bene come nel male, sono coloro che lasciano indietro le copie imperfette per andare verso gli originali perfetti. Per me, non esiste alcun dubbio: i più grandi tra i santi non hanno mai fatto una "buona azione" nel significato corrente del termine. D'altro canto, esistono degli uomini che sono scesi al fondo degli abissi del male e che, in tutta la loro vita, non hanno mai commesso ciò che voi chiamate una "cattiva azione" (L. PAUWELS e J. BERGIER, "Le matin des magiciens", II parte, c, IV). Questo brano sarebbe la miglior introduzione possibile per spiegare con un esempio efficace il concetto corrente a proposito del peccato in questa nostra società post-cristiana, per paragonarlo poi con quello autenticamente cristiano. Va osservato tuttavia che le implicazioni religiose, psicologiche e perfino biologiche descritte in questo brano dovrebbero essere sufficienti a mettere in guardia il cristiano dal lasciarsi coinvolgere nelle pratiche magiche, di qualsiasi tipo esse siano; vale a dire sia che queste riguardino il cercare di fare il male a qualcuno (magia nera), sia che riguardino il cercare di guarire se stessi o gli altri (magia bianca). Non vogliamo lanciarci in questa sede in un attacco contro il mondo obliquo ed

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Catechesi Rinnovamento Carismatico

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DALLA MEDITAZIONE ORIENTALE AL CHANNELING

Prof. Tarcisio Mezzetti

1. Introduzione

C'è un testo assai famoso nel giro del New Age che si chiama "Le matin des magiciens" (Il mattino dei maghi") in cui gli autori Louis Pauwels e Jacques Bergier affermano quanto segue: "Credo che voi cadete nell'errore frequente di coloro che limitano il mondo spirituale alle regioni del bene supremo. Perfino gli esseri supremamente perversi fanno parte del mondo spirituale. L'uomo ordinario di carne e di sensi, non sarà mai un grande santo... né un grande peccatore. Noi siamo, per la maggior parte, semplicemente delle creature contraddittorie e, in definitiva, trascurabili. Seguiamo il nostro cammino nel fango d'ogni giorno senza capire il significato profondo delle cose, perciò il bene ed il male in noi sono identici, occasionali, senza importanza... I grandi, nel bene come nel male, sono coloro che lasciano indietro le copie imperfette per andare verso gli originali perfetti. Per me, non esiste alcun dubbio: i più grandi tra i santi non hanno mai fatto una "buona azione" nel significato corrente del termine. D'altro canto, esistono degli uomini che sono scesi al fondo degli abissi del male e che, in tutta la loro vita, non hanno mai commesso ciò che voi chiamate una "cattiva azione" (L. PAUWELS e J. BERGIER, "Le matin des magiciens", II parte, c, IV). Questo brano sarebbe la miglior introduzione possibile per spiegare con un esempio efficace il concetto corrente a proposito del peccato in questa nostra società post-cristiana, per paragonarlo poi con quello autenticamente cristiano. Va osservato tuttavia che le implicazioni religiose, psicologiche e perfino biologiche descritte in questo brano dovrebbero essere sufficienti a mettere in guardia il cristiano dal lasciarsi coinvolgere nelle pratiche magiche, di qualsiasi tipo esse siano; vale a dire sia che queste riguardino il cercare di fare il male a qualcuno (magia nera), sia che riguardino il cercare di guarire se stessi o gli altri (magia bianca). Non vogliamo lanciarci in questa sede in un attacco contro il mondo obliquo ed equivoco della parapsicologia, anche se l'antropologia che si sforza di presentare è che tutti i fenomeni "magici", o non spiegabili scientificamente, siano sempre riconducibili alla stessa origine: in altre parole sono "naturali". La parapsicologia pretende quindi di cancellare sia il "soprannaturale", che il "preter-naturale", ma davanti a questa pretesa mi chiedo: che senso ha questo passo dal Vangelo di Giovanni? "Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome" (Gv 20,30-31). Infatti, se tutto è "naturale", allora quei "segni" di cui parla Giovanni non indicherebbero che Gesù era "il Cristo, il Figlio di Dio", ma che era solo un uomo, un bravissimo "parapsicologo" che sapeva usare bene i suoi poteri

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"umani", quindi, in ultima analisi, Gesù era un... truffatore. Ma il Cristianesimo è una truffa? Il brano suddetto ci fa riflettere su quanto sia enorme I'ignoranza della cultura post-cristiana su quanto riguarda il mondo spirituale, ma un'ignoranza che si presenta tronfia e piena di presunzione. L'uomo odierno sembra immerso nelle tenebre e incapace di discernere la realtà del mondo spirituale che lo circonda. Quando vuol valutare una situazione, un fatto, o una persona, ricorre a criteri confusi, spesso meschini, pieni di prosopopea, come il brano che abbiamo letto prima, ma in ultima analisi assai inconsistenti. Così quando cerca di applicare i concetti di bene e di male lo fa immergendosi nel mare opaco e gelatinoso del relativismo morale, perciò la sua capacità di giudizio rimane insufficiente, malgrado tutte le buone intenzioni, e facilmente cade sotto la maledizione riportata dal profeta Isaia:

"Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene,

che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,

che cambiano I'amaro in dolce e il dolce in amaro.

Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti" (Is 5,20-21).

Il Dr. Philippe Madre è un medico cristiano che ha studiato a lungo la preghiera di guarigione interiore e quella fisica, nel suo libro "Mistero d'amore e ministero di guarigione" scrive così:

"ln un mondo pieno d'ombre e perciò senza punti di riferimento sicuri (I'intelligenza non illuminata può anche farci vedere il male per un bene) I'uomo ha bisogno di una rivelazione. Rivelazione sulI'identità divina ma anche sull'identità umana, che si realizza in Gesù Cristo. È lui il nostro "criterio': il nostro "parapetto': la luce dentro la nostra oscurità. Ci fa sentire I'ampiezza del mondo spirituale, ci abbraccia e con ognuno comunica, liberamente... non misurando la nostra idea del bene e del male. Perciò dobbiamo disinnescare certe teorie, frequenti in ambiente cristiano, che poggiano eccessivamente su considerazioni morali striminzite o troppo facili, e non abbastanza sulle esigenze della Rivelazione, la quale non interferisce minimamente nel ruolo dell'intelligenza speculativa. Troppo spesso anche nel Rinnovamento si confonde tra magia bianca (che pure ha guaritori) e carisma di guarigione, posti sullo stesso piano perché ambedue recano un sollievo talvolta innegabile. Ma quale errore credere che dietro un risultato giudicato positivo vi sia sempre una causa "buona" (perfino divina)! Che dire poi della fusione aberrante tra il carisma di profezia e diversi metodi di divinazione? A questo punto s'ignora del tutto la distinzione tra grazia rivelata e superstizione. Quanti cristiani - ci chiediamo allora - appellandosi ad un "dono che viene da Dio" s'interessano (fino all'alienazione) a certe predizioni nelle quali I'azione divina sottostante brilla per la sua assenza? Infine, la recente

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comparsa nei costumi della cosiddetta telepatia. Facendo incontestabilmente intervenire fattori parapsichici d'un certo sospetto e altre realtà ancor meno raccomandabili, la telepatia contribuisce a snaturare tutto ciò che viene dal carisma di discernimento (o di conoscenza immediata) in quanto incita a sviluppare alcune facoltà metapsichiche che annulleranno totalmente il dono gratuito della grazia come anche la disponibilità umana corrispondente. Alcuni preti o direttori spirituali, con o senza ricorso ad oggetti materiali, si esercitano in questo modo a far crescere in loro capacità parapsichiche per leggere meglio nelI'anima dei loro fedeli o per entrare più perfettamente in "comunione" con loro! Sono molte le contraffazioni delle grazie carismatiche da portare ancora alla luce del giorno, e qui deve intervenire la teologia. Ma anche per una pratica equilibrata dei carismi, nella Chiesa, è bene far riferimento a sani principi teologici. Spesso ci sentiamo replicare: "Ma è stato il parroco stesso a consigliarmi quel guaritore!, oppure: Un prete mi ha invitato a consultare una veggente. Tentativi di giustificazione che in realtà dimostrano in quale nebbia arrivino ad operare certi preti e molti laici. Imperdonabile ignoranza che discredita I'esercizio autentico dei carismi ma soprattutto le premure dell'amore di Dio verso tutti gli uomini" (P. MADRE: "Mistero d'amore e ministero di guarigione", Ed. Ancora - Milano, p. 130-131).

2. Che cos'è la MT?

Bisogna dire subito che la "Meditazione Trascendentale" (MT), malgrado i vari religiosi che cercano di trasformarla in "cristiana", è una tecnica mentale, che, per certo, non ha niente a che vedere con la meditazione o l'orazione cristiana. Quando la Meditazione Trascendentale viene presentata ai neofiti si specifica che essa non è né una religione, né una filosofia, né un tipo di "yoga" secondo il significato corrente di questa parola. Si spiega che si tratta solo di ripetere mentalmente, senza forzare, una parola particolare, che si chiama "mantra", una parola che è data personalmente a ciascun "meditante" e che - si dice - non ha alcun significato razionale. L'alunno riceve il "mantra" dopo che si è impegnato a non rivelarlo a chicchessia. La tecnica viene insegnata in quattro giorni di sedute, ciascuna di circa due ore; il meditante poi la praticherà a casa propria, in due meditazioni giornaliere di venti minuti l'una, stando comodamente seduto e ad occhi chiusi. La Meditazione Trascendentale viene diffusa da associazioni fondate dal Maharishi Mahesh Yogi, un discepolo di Swami Brahamananda Sarasvati, che egli chiama familiarmente "Guru Dev" (Divino Maestro). Il Maharishi racconta che il suo maestro ha ripreso e rinnovato un'antica tradizione vedica del IX secolo. Dopo la morte del maestro, il Maharishi si ritirò in solitudine tra le montagne dell'Himalaya, per alcuni anni fino al 1958, quando si sentì spinto a scendere per parlare al mondo di ciò che aveva ricevuto dal suo maestro e indicare agli uomini la strada da percorrere (Sembrerebbe trattarsi di una via di salvezza.

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Già a questo punto si intravedono seri pericoli per la vita spirituale del cristiano).

3. Il fascino bugiardo della MT

La Meditazione Trascendentale viene presentata come la soluzione ideale per tutti i mali del nostro tempo: si propone per migliorare la salute fisica e psicologica, le relazioni interpersonali, i risultati scolastici e professionali, nonché la diminuzione degli stati di tensione nervosa. A sostegno di queste affermazioni vengono presentati perfino studi scientifici, che ne dovrebbero provare l'efficacia. Molti vengono tentati e sedotti da prospettive affascinanti, quando viene loro spiegato che la Meditazione Trascendentale è lo strumento perfetto, per portare addirittura la pace nel mondo, sviluppando nel maggior numero possibile d'individui un comportamento pacifico, dovuto ad una mente limpida ed efficiente. Conseguentemente, gli antichi problemi dell'umanità, dovuti ai comportamenti violenti o criminosi di uomini turbati nel cuore e nella mente scomparirebbero... Per illustrare bene questa straordinaria e folle pretesa e quanto sia sciocca la teoria sottostante, basta leggere ciò che scriveva nel 1979 una rivista ufficiale dell'organizzazione della Meditazione Trascendentale, che portava un titolo sorprendente e baldanzoso:

"Raggiunta la pace mondiale".

Il giornale riportava che vari gruppi di meditanti "avanzati", erano stati mandati nelle nazioni in difficoltà e in guerra. Perciò, la presenza di questi individui molto progrediti avrebbe prodotto:

"...una potente influenza di coerenza e d'ordine nell'ecologia mondiale",

e si affermava quindi, come se si trattasse di un dato reale e sicuro, già storicamente avvenuto, che: "Governanti dell'era dell'illuminazione restaurano la pace nelle cinque regioni più tormentate del globo. La pace spunta in America centrale, nelI'Africa del Sud, nel Medio Oriente, in Iran e nel Sud-Est asiatico" ("MT World Government News", gennaio 1979). Per sapere quanto fosse vera la notizia basta aver letto i giornali degli ultimi venti anni per rendersi conto che i "meditanti avanzati" inviati in quelle regioni forse hanno sbagliato meditazione aumentando la sofferenza a quelle sfortunate popolazioni. Bisognerebbe forse anche spiegare come mai con tanti "meditanti" di qualità superiore, come il Maharishi, l'India, oggi si trovi sull'orlo della guerra atomica con il Pakistan. Altre volte la spinta verso la pratica della Meditazione Trascendentale viene da un desiderio di guarigione interiore e di pace. In questo caso il neofito è tentato dal miraggio di una "esperienza spirituale" in cui la sofferenza scomparirà per sempre. Ci si immagina immersi nella felicità e con la coscienza che conoscerà un'espansione illimitata e

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assoluta. Gl'istruttori non parlano mai di questo argomento nelle conferenze introduttive, tuttavia molti dei presenti sanno già che si può sperare di raggiungere questa straordinaria "realizzazione di sé" praticando regolarmente la Meditazione Trascendentale.

4. L'iniziazione

Per cominciare la sua avventura il "meditante" deve sottoporsi ad una cerimonia di "iniziazione", che in sanscrito si chiama "puja". Deve portare come offerte un fazzoletto bianco, alcune rose (alle quali saranno tolte le spine)e alcuni frutti (non acidi). La cerimonia si svolge con preghiere ed invocazioni in sanscrito, i fiori, i frutti ed il fazzoletto vengono offerti a divinità indù; il futuro "meditante" deve partecipare di persona, obbligatoriamente, a questa cerimonia, altrimenti non può accedere alla Meditazione Trascendentale. Su questo punto Maharishi è categorico. Il "puja" è un rituale cultuale di azione di grazie, di offerta e di lode. Nel corso di questa cerimonia, cantata in sanscrito, I'istruttore offre gli oggetti portati dal "meditante", oltre a incenso, canfora bollente e la fiamma di una candela. Il rito è rivolto oltre che a divinità indù, anche ai maestri defunti della tradizione vedica, e in particolare al maestro di Maharishi (che è "divino"), e il cui ritratto si trova su un tavolino addobbato ad altare e coperto da una tovaglia bianca. Alla fine si fa l'invocazione d'iniziazione; l'istruttore si prostra davanti all'immagine di Guru Dev e invita l'iniziato a fare altrettanto. Dopo questa adorazione, I'istruttore comincia a mormorare il "mantra" destinato al nuovo "meditante", che lo riceve nel segreto e non deve comunicarlo a nessuno. Dopo essere stato iniziato alla corretta utilizzazione del "mantra", il "meditante" torna a casa con uno dei fiori, uno dei frutti - che mangerà - e il fazzoletto bianco che erano stati offerti nel corso della cerimonia. Nei tre giorni seguenti vengono impartite al "meditante" le nozioni complete della tecnica, e l'ultimo giorno gli vengono spiegate le possibilità spirituali che può sperare di ricevere dalla Meditazione Trascendentale. Ma se il "puja" è un rituale cultuale di azione di grazie, di offerta e di lode", cioè un atto di adorazione non rivolto al Dio vero, può un cristiano celebrare il "puja", che non è altro che un'iniziazione indù e che è strettamente ed obbligatoriamente connessa con la Meditazione Trascendentale? La Scrittura ci dice: "lo sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano I miei comandi" (Es 20,2-6).

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5. Il "mantra"

Cerchiamo di capire meglio cosa sia il "mantra". Al "meditante" si spiega che i "mantra" sono dei semplici suoni che derivano dalla tradizione vedica, che agiscono come "veicolo" della meditazione e che non hanno alcun significato. Dopo un certo tempo di meditazione, il "meditante" può però domandare di ricevere una "tecnica avanzata". Che cos'è? In realtà non si tratta di una nuova tecnica, ma di addizioni progressive al suo primo "mantra". Quando poi chiederà "tecniche avanzate": otterrà addizioni più totali. Chi capisce il sanscrito, può scoprire il significato di queste "addizioni" che gettano una luce inquietante sul "mantra" stesso. Infatti, queste addizioni successive finiscono col formare una vera frase completa. Scrive Tony Brasil che è stato istruttore di Meditazione Trascendentale prima di convertirsi a Cristo ed abbandonarla: "Ecco un esempio della traduzione delle addizioni ("tecniche avanzate"), aggiunte al "mantra" personale:

mantra originale: X

addizioni: sri

seguito: i piedi di loto di

seguito: mi prostro davanti

Questo fa in sanscrito una frase completa come: "Mi prostro davanti ai piedi di loto di Sri X", della quale I'unica parola intraducibile in un primo tempo è il "mantra" originale. Allora si è obbligati a domandarsi se il "mantra" stesso non sia un qualche vivente davanti al quale ci si prostra in spirito nel corso di questa meditazione che si fa due volte il giorno. Inoltre, nel 1974, ho potuto ascoltare Charlie Lutes, presidente mondiale del "Movimento di rigenerazione spirituale" il primo movimento di Meditazione Trascendentale (e che mantiene sempre la sua presentazione meno scientifica della MT). Egli affermava che ci sono difatti 108 "mantra': nomi di 108 divinità indù (alle quali si rende culto in India). Altri studiosi cristiani hanno scoperto parallelamente che il "mantra" è sempre il nome sanscrito di un dio indù. Gli indù credono che questi dei siano in realtà degli spiriti potenti che possono avere influenza sulla vita degli esseri umani. Diviene dunque chiaro che con I'uso del "mantra': il "meditante" invoca e reinvoca una divinità pagana o un demone" (AA.VV. "Dalle sponde del Gange alle rive del Giordano"; Ed. Ancora - Milano, p. 212-213, Testimonianza di Tony Brazil).

6. Gli stati alterati di coscienza

Tony Brasil ci spiega molto bene questi stati alterati di coscienza, perché li ha praticati personalmente e perché era un istruttore. Ascoltiamo la sua

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testimonianza: (Ibid.; p. 213) "II Maharishi insegna che la corretta utilizzazione del "mantra" ci permette di discendere fino alla sorgente stessa del nostro pensiero: "Trascendente''... Abitualmente noi non abbiamo I'esperienza di questo "Trascendente': ma semplicemente viviamo nei tre primi stati di coscienza, quelli che tutti sperimentano: il sonno, il sogno, il risveglio."

a. La Coscienza Pura (C. P.)

"Con la pratica regolare della Meditazione Trascendentale, spiega Maharishi, noi ci apriamo a un quarto stato di coscienza che sarebbe questo trascendente. In questo stato, che chiamiamo la "Coscienza Pura"(C.P.), il "meditante" non dorme. Egli è vigile, senza pensieri, e il suo corpo e In profondo riposo. Di fatto, I'esperienza di questo stato di C.P. è generalmente rara. La ragione, spiega Maharishi, è che a livello del corpo, il sistema nervoso avrebbe accumulato una quantità di stress e tensioni che non possono essere dissolte o rilassate se non in un tempo di grande riposo. Mentre il "meditante" discende verso la "sorgente del pensiero" (la Coscienza Pura), il suo corpo riposato lascia andare delle tensioni che hanno una risonanza sulla sua meditazione sotto la forma di pensieri. Non importa, dice Maharishi, se non si sperimenta chiaramente la C.P., perché giorno per giorno, grazie alla purificazione del sistema nervoso, si progredisce, e questo stato di C.P. s'instaura con tutta dolcezza nei tre primi stati di coscienza."

b. Coscienza cosmica (C. C.)

"Ecco qual è, di fatto, I'obiettivo implicito della Meditazione Trascendentale: portare I'esperienza della Coscienza Pura (C.P.) nei tre primi stati con la pratica giornaliera della Meditazione Trascendentale. Una volta che tutte le tensioni nel sistema nervoso fossero rilassate, niente ci impedirebbe di vivere pienamente e per sempre quello che sarebbe un quinto stato, nuovo ma normativo per I'uomo, secondo Maharishi: la Coscienza Cosmica (C.C.). Qualunque cosa uno faccia, ovunque egli sia, si troverebbe continuamente stabilito nella realizzazione della sua natura profonda, che è dice Maharishi - il campo d'lntelligenza Pura, I'lncreato, I'llluminato, I'Assoluto, I'lnfinito. Noi saremmo anche in una felicità eterna che nessuna sofferenza potrebbe oscurare. Nemmeno la sofferenza fisica esisterebbe più per noi. Se qualcuno ci pungesse con un ago, lo sentiremmo, ma non soffriremmo di questa sensazione, perché saremmo eternamente e sperimentalmente - al livello della nostra coscienza - "uno,, con la nostra natura infinita e nella felicità celeste di questa illuminazione.

 

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La Meditazione Trascendentale conduce poi ad altri stati alterati di coscienza che Tony Brazil riporta come segue: (Ibid.; p. 215-216)

 

c. Coscienza di Dio (C.D.)

"Una volta raggiunta la Coscienza Cosmica, I'evoluzione non può continuare che al livello di un affinamento delle percezioni di ciò che ci circonda: il resto della creazione. Si percepisce sempre più la finezza, la bellezza, la sottigliezza inerenti alle persone e agli oggetti creati, ma nascoste fino allora. Questo aumenta la gioia già infinita che noi proviamo. Maharishi spiega che a questo livello si incontra Dio: al livello più raffinato del creato prima dell'Assoluto. Come per la tradizione vedica, I'Assoluto è impersonale, Dio si trova precisamente tra I'Assoluto e il Relativo creato. È a questo punto, grazie alla nostra coscienza affinata nella sua percezione di ciò che ci circonda, che I'amore può svilupparsi per Dio e per tutta la creazione. Si ama del tutto naturalmente ciò che si comincia a percepire come molto bello. Questo sesto stato, chiamato Coscienza di Dio (C.D.) è dunque la tappa in cui il cuore si dilata."

Coscienza d'unità (C. U.) e Coscienza di Brahma

"lnfine si supera questo termine così bello e affascinante del Relativo, e la percezione più fine della creazione cede il posto a una percezione divina della natura assoluta dell'altro. Come per se stessi, si percepisce che le persone e gli oggetti sono "uno" con I'lnfinito, con I'Assoluto, con il campo d'lntelligenza Pura: è la Coscienza d'Unità (C.U.), il settimo stato. L'unità è percepita in tutto come fondamentale e piu grande della dualità che non è più che un'illusione, maya, il cui velo è divenuto trasparente. Dopo un certo tempo, la percezione di questa unità cresce a tal punto che anche I'unità della dualità sperimentata nella Coscienza d'Unità è oltrepassata per cedere il posto all'unità intrinseca dell'essere comune e assoluto di tutta la creazione: Brahma. Per I'indu, Brahma è la base o fondazione di ogni essere." Questa descrizione può apparire stupenda, ma la realtà della vita dei meditanti ne è assai lontana. Come può accadere una tale cosa? Semplice! Nessuno parla mai dei livelli di coscienza ai quali è pervenuto. Racconta Tony Brazil: (Ibid.; p.216) "Tutti i professori e i meditanti che ho conosciuto, anche gli anziani, soffrivano ancora, anzi sempre di più. Maharishi lo spiega come normale, a causa del processo di unstressing, o rilassamento delle tensioni, prima di giungere alla Coscienza Cosmica. Per consolarci, parlavamo tra di noi delle esperienze di un ragazzo che sarebbe stato Abraham Lincoln nella sua vita precedente e che sarebbe ora giunto alla Coscienza d'Unità."

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7. Lo "yoga" e la MT

Al "meditante" che si avvia alla Meditazione Trascendentale viene spiegato che questa non è un tipo di "yoga", il quale richiederebbe le "asana", cioè delle posizioni corporali precise, ma il Maharishi stesso, che è uno "yogin", parlando agl'istruttori, definisce invece la Meditazione Trascendentale, in modo forse un po' puerile, come il raja yoga", o "yoga regale" ('perché, essendo facile,... conviene ai re!"). Dice Tony Brazil: (Ibid.; p. 214) "II termine "yoga" vuol dire "unione" unione di sé con I'Assoluto. Questo campo infinito d'lntelligenza Pura, I'Assoluto, che diviene la nostra dimora nella Coscienza Cosmica, è impersonale per la tradizione vedica e non è Dio. Dunque, lo scopo implicito dello 'yoga': di ogni sorta di 'yoga': anche dello "hata yoga" ('yoga" del corpo), che è praticato innocentemente da tante persone, è la unione di sé con I'Assoluto: la Coscienza Cosmica. Questo stato è chiamato il "nirvana" o "illuminazione del sé "da parte di una moltitudine di guru e di yogin. È Maharishi che lo chiama più scientificamente la Coscienza Cosmica."

8. MT e le reincarnazioni

Gli ultimi stati di coscienza si possono comprendere pienamente solo tenendo conto delle credenze religiose dell'induismo e del vedantismo, che sono la sorgente inseparabile anche se nascosta delI'insegnamento e della tecnica della Meditazione Trascendentale. Questo bisogna che sia ben spiegato a tutti i cristiani che si trovassero coinvolti nella Meditazione Trascendentale. Dice Tony Brazil (Ibid.: p. 214-215). "Per la tradizione vedica, I'anima è immortale, ma è sottoposta a un processo divino d'evoluzione secondo regole della "Natura". Ogni persona è sotto la legge di reincarnazioni successive fino a che I'anima non raggiungerà I'illuminazione (C.C.), in cui essa sarà allora liberata dal gioco dell'evoluzione. Alla morte corporale, I'anima - se sarà giunta a vivere al livello della coscienza la sua natura di Assoluto si fonde come una goccia d'acqua nell'oceano ed "è", eternamente. Questo gioco di evoluzioni e reincarnazioni può prendere dei secoli, prima che la C.C. sia raggiunta. La Meditazione Trascendentale sarebbe il "catalizzatore", per accelerare il processo di evoluzione, al fine di raggiungere la Coscienza Cosmica in questa vita. Gl'istruttori dicono con discrezione, che potrebbero occorrere da cinque a sette anni di pratica regolare (o un tempo maggiore per le persone molto "stressate").

9. La MT è incompatibile con il Vangelo

Dopo quanto è stato detto è ancora possibile per un cristiano qualche terreno comune con la Meditazione Trascendentale? Si vede subito che non c'è alcuno spazio per un Dio Salvatore e Redentore. La Salvezza è la tecnica

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stessa, che ci permette di arrivare alla Coscienza Cosmica dove non c'è più sofferenza. Lo stesso Brazil ricorda il grande disprezzo del Maharishi per Cristo: (Ibid.: p. 216-217) "È la tradizione vedica che deve ricevere la devozione e non il Cristo. Cristo non ha detto niente di nuovo che Buddha non abbia detto; Buddha non ha detto niente di nuovo che Krishna non abbia detto. Se Cristo ha veramente sofferto, allora non può essere [il Salvatore]... Dov'è la salvezza se la gente soffre? Cristo non ha tolto il karma di tutto il popolo... I tempi sono cambiati, la sofferenza non è più necessaria. La guarigione nel nome di Cristo sa di potere medianico. Se il tale [un istruttore] guarisce nel nome di Cristo, egli ha fallito la sua vita. Se la coscienza, Coscienza Cosmica, Coscienza di Dio, Coscienza d'Unità, non sono abbastanza per voi, tornate a Cristo, Ià dove I'umanità soffre. L'invocazione di Dio o di Cristo non ha senso... La religione non sopravvivrà davanti alla Meditazione Trascendentale Con la Meditazione Trascendentale ogni religione troverà la sua pienezza. Senza la Meditazione Trascendentale tutto non è che miraggio... Con la Meditazione Trascendentale si trova il vero significato della Bibbia. Senza la Meditazione Trascendentale la Bibbia non offre niente ".

Maharishi parla spesso dell'amore, ma spiega che questo non sarà e possibile fino a che la nostra coscienza non si sarà dilatata alle dimensioni dell'Assoluto. "L'amore é la Coscienza Pura che proviene da un rilassamento degli stress e dal riposo profondo" (Ibid.: p.217 _ 30. nov. 1975). La pratica della Meditazione Trascendentale ci porta per forza di cose a uno sguardo sempre più egocentrico. L'amore profondo che esige un reale sacrificio di sé è quasi inesistente. Domandarsi perdono, confessare le propone colpe sono cose che non trovano posto nella Meditazione Trascendentale, che cerca la purificazione del sistema nervoso mediante il rilassamento dagli stress e dalle tensioni. Ora, Gesù ci ha insegnato che il problema non sta lì: "Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina I'uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo" (Mc 7,20-23).

La Meditazione Trascendentale dice, insomma:

"Rilassate le tensioni e potrete amare".

Gesù dice:

"Purificate prima l'interno della coppa e del piatto e tutto per voi sarà puro".

È Gesù stesso poi che viene a purificarci ed a donarci il suo Spirito ed il suo amore infinito, che è poi quello di Dio. Dice, infatti, san Paolo: "La speranza

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poi non delude, perché lamore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5). Nella Meditazione Trascendentale non c'è posto nemmeno per la misericordia, poiché Dio non è una persona che prende un interesse appassionato per le sue creature. Dio è il "Tutto", Dio è "Energia". È ben noto, infatti, che né una batteria, né una centrale nucleare possono brillare per amore. Nella Meditazione Trascendentale non c'è posto nemmeno per la sofferenza. La norma da raggiungere per il "meditante" è la Coscienza Cosmica, stato nel quale non c'è sofferenza. Mentre per il cristiano la felicità è la beatitudine di Dio, la vera felicità, secondo Maharishi, può esistere solo nell'assenza di sofferenza. Lo scopo della Meditazione Trascendentale è quindi di liberarci della sofferenza a livello puramente naturale, il più presto possibile, perché essa non serve a niente. Nell'amore di Dio la sofferenza è invece una specie di passaggio obbligato; Dio stesso è voluto entrare e passare attraverso la sofferenza, e lo ha fatto per amore: "Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). Ora, Cristo è venuto per salvarci dal peccato e dalla morte con la sua sofferenza liberamente accettata per amore. Egli che è "la Via, la Verità e la Vita" ci dice: "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,6). La prospettiva sulla sofferenza è uno dei punti sui quali fa leva più pericolosamente la seduzione della Meditazione Trascendentale; essa propone una beatitudine puramente naturale, alla portata dell'uomo, con l'eliminazione della sofferenza. Non c'è più bisogno di sforzo, l'ascesi e la lotta sono superate. In verità non c'è nemmeno bisogno della grazia: tutto ciò che serve è la Meditazione Trascendentale. Il vero rischio è di abituare il "meditante" a fuggire la sofferenza anticipando per così dire naturalmente ciò che egli spera di raggiungere, dunque a fuggire una importante parte del reale e a vivere in un mondo immaginario, chiuso su se stesso. Le conseguenze sono molto gravi. Queste tecniche di meditazione orientali, non possono essere considerate semplici esercizi di rilassamento, neutri e facilmente cristianizzabili, perché hanno una prospettiva esplicitamente spirituale i cui obiettivi non si possono ignorare. Sono presentate come fattori d'equilibrio, di armonia, ma oltre ciò, sono in realtà strane sapienze che offrono un nuovo stato di coscienza, una scoperta dell'"Io" immortale, fino a far balenare una "immortalità" entro questo mondo. In pratica, si presentano come una salvezza mediante la quale ci si appropria del divino attraverso l'autocontrollo. Una esperienza spirituale ottenuta come prodotto di una tecnica, sottintende la ricerca di una autonomia spirituale radicalmente contraria alla Redenzione, ottenuta da Dio, per amore ed accolta con umiltà. Si favorisce invece un volontarismo pelagiano e orgoglioso. La miscela di queste tecniche con la preghiera cristiana, messa in atto purtroppo, anche da parte di religiosi, rischia di falsare la preghiera facendola apparire intatta, ma in realtà svuotandola della relazione personale con Gesù e sostituendola con una fusione cosmico con la "Divinità". Santa Teresa d'Avila si opponeva

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accanitamente alle ricerche del vuoto mentale, già in voga nel suo tempo, perché essa vi vedeva tre gravi pericoli per la salute spirituale dell'anima:

a. un disconoscimento dello psichismo umano, che accede allo spirituale solo attraverso il sensibile;

b. una negazione della gratuità dei doni di orazione, che in nessun caso possono essere provocati;

c. e soprattutto uno svuotamento della relazione personale con il Verbo Incarnato, che anche i più alti stati mistici non possono misconoscere.

Per fuggire forse alla spersonalizzazione della nostra società, ci si precipita in un abisso interiore, dove non rimane più la possibilità di una relazione personale con un Dio che sia Qualcuno. Sia che si tratti del Samadhi' (Samadhi = termine sanscrito che nella meditazione yoga, indica quella condizione di coscienza in cui si verifica un'assoluta coincidenza tra pensiero ed oggetto del pensiero, pertanto un'unione mistica del soggetto con l'Assoluto. Questo concetto è pure caro anche ai buddisti e ai maestri zen: la coincidenza di soggetto e oggetto della meditazione trova il suo coronamento nell'esperienza del "vuoto"), o del Nirvana (Nirvana = termine sanscrito che nell'induismo significa "cessazione" ed esprime la condizione di liberazione, dell'estinzione dell'anima individuale nell'oceano cosmico del Brahma. Nel buddismo rappresenta lo scopo finale perseguito da tutte le dottrine, dopo aver raggiunto I'illuminazione mediante la liberazione da tutte le illusioni e da tutti i desideri. È una condizione della coscienza liberata dal dolore e pervenuta ad una quiete totale. Nel nirvana non si estingue l'Io, ma I'illusione che esista veramente l'Io. In realtà questo "paradiso" è una disperazione), o del Satori (Satori = termine giapponese che denomina, presso i buddisti zen, la condizione dell'illuminazione = Nirvana), I'illuminazione avviene a prezzo della "bambola di sale che si scioglie nell'oceano". Dove non c'è più distinzione non è più possibile l'amore. Allora, se la salute dell'uomo consiste nella capacità di amare, non ci si stupisce più che tali concezioni sbocchino in veri dissolvimenti psichici.

10. La MT è dannosa per il "meditante"

Questo atteggiamento di rifiuto della sofferenza e di ricerca di tecniche per annullarla porta, alla fine, a una vera distruzione dell'uomo, come si è potuto osservare in molti casi di "meditanti avanzati". Si rischia naturalmente di sviluppare I'orgoglio dell'uomo, perché egli cerca con le sue sole forze di giungere agli stati di coscienza più elevati. La Meditazione Trascendentale è forse la più ingenua, ma nello stesso tempo la più pericolosa di queste tecniche, per le sue parvenze scientifiche che nascondono il suo carattere religioso. Non bisogna temere in questo caso, anche a costo di urtare un gran

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numero di persone, a parlare di legami contratti con il mondo demoniaco. Oltre ai pericoli d'ordine spirituale che la pratica della Meditazione Trascendentale comporta, bisogna rendersi conto anche delle conseguenze fisiche e psicosomatiche. Tra le prime si ritrovano ingrossamento del cuore, a causa del rallentamento della funzione respiratoria, invecchiamento precoce, problemi circolatori dovuti all'aumento del calibro delle vene, stazione in piedi dolorosa e difficoltà di deambulazione. Le seconde sono terribili anche perché in un primo tempo la Meditazione Trascendentale sembra dare frutti positivi. All'inizio, infatti, si incontra una specie di pacificazione e di rilassamento della persona. Il solo fatto di riservarsi due volte al giorno venti minuti di silenzio produce un effetto positivo. Il dottor Herbert Benson, cardiologo alla Facoltà di Medicina di Harvard, ha dimostrato però che questi cambiamenti al livello del cuore, della tensione arteriosa, della resistenza della pelle, potevano anche essere ottenuti con tecniche diverse. Egli ha fatto delle esperienze con dei "mantra" non appartenenti alla Meditazione Trascendentale, per esempio con la semplice parola inglese "one" ("uno" in italiano). Altri studiosi hanno ottenuto i medesimi effetti con la respirazione ritmica, in posizione distesa sul suolo per la durata di venti minuti, o con l'orazione cristiana (AA.VV; "Dalle sponde del Gange alle rive del Giordano", p. 219). Ciò che sconvolge sono le perturbazioni psichiche. Scrive il Dr Madre: (Ibid.; P· 196-197) "Certuni, effettivamente, rammentano come segni precursori I'apparizione improvvisa e inattesa di pensieri fuori posto; perversi, morbosi, o perfino osceni, e questo senza rapporto diretto con la circostanza vissuta in quel momento. II loro nascere imprevedibile genera allora sorpresa e ansietà. II problema diviene ancora più cruciale quando si presenta in ambiente religioso, principalmente quando la persona è aggredita da un tale sintomo parossistico nel corso dell'orazione o della celebrazione eucaristica. Noi crediamo, in questo contesto, che il fenomeno debba essere assolutamente distinto dalla semplice tentazione... Invece non c'è dubbio che I'acquisizione del quarto stato di coscienza, tanto valutato dalla meditazione orientale non è senza incidenza negativa sulla vigilanza cerebrale. In certi casi produrrebbe anche un'irruzione di immagini pulsionali che I'individuo non riesce bene a dominare... In questa patologia si ritrova spesso un altro sintomo psichico. Si tratta di angoscia. Salvo eccezioni non di un'angoscia parossistica, violenta e Irragionevole, ma piuttosto di uno stato latente, di apparizione ritardata e progressiva. E' un angoscia sottile, profonda, senza un rapporto diretto con la vita emozionale, ma corrispondente ad un isolamento relazionale crescente..." Un gran numero di adepti della Meditazione Trascendentale, passata la soglia di 5-6 anni di pratica, si suicidano, o si ritrovano in un ospedale psichiatrico. Le testimonianze di coloro che ne sono usciti fanno rabbrividire (PHILIPPE MADRE; "Mais délivre-nous du mal", Pneumathéque, p. 103 ss). In molti casi si manifestano esperienze strane. Liliana Fleurian racconta: (LILIAN FLEURIAN; "Tychique", n" 8) "Nel corso di questi esercizi, ho fatto diverse esperienze psichiche che

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mi sono sembrate esaltanti. II professore mi spiegò che si trattava di cose del tutto desiderabili, e ben note agli yogins: apertura dei chakras, viaggi astrali, ecc... Oggi ho la convinzione che siano della stessa natura delle estasi procurate dalle droghe (LSD) e non meno distruttrici di queste"

11. Dalla MT al "Channeling"

E' questo un argomento che bisogna approfondire molto, perché è pieno di sorprese. Navigando su Internet si scoprono tanti articoli che parlano di questo. Cito da uno di questi dal titolo "Channeling, Methodfor SelfDiscovery and Healing": (LORI E. TOSTADO; [email protected] 5 Mar 1955) "Molti in questo tempo cercano ciò che chiamano la verità. Essi cercano in questa arena la guida di esseri "superiori" in altre dimensioni. Bene, sorpresa, tu sei uno di questi esseri. Ognuno ha un "lo" Superiore, che esiste simultaneamente in questa dimensione così come nelle altre... Tu sei sempre in contatto con il tuo "lo" Superiore, ma tutto diventa più chiaro quando poni la tua attenzione nel portare Spirito nella tua vita. Così il concetto di channeling è veramente un concetto semplice: portare dentro Spirito (non necessariamente il tuo) e lasciare che comunichi o con te o attraverso di te. Poiché il tuo "lo" Superiore non è limitato dal tempo o dallo spazio, tu puoi avere accesso alla completezza del tuo intero essere, cioè i tuoi te stessi passati, presenti e futuri, così come a tutti i suoi aspetti. II tuo Spirito è in realtà più grande e molto più vasto di quanto non possa immaginare, perché tu sei qui sul piano fisico, imparando tutto sulle limitazioni, e non hai lo sguardo a volo d'uccello che il tuo "lo" multidimensionale ha...Vai in un posto quieto, dove non sarai disturbato e dove puoi sedere comodamente con i piedi poggiati sul pavimento e gli occhi chiusi... Fai dei profondi respiri, rilassati. Immagina la tua coscienza che sprofonda nella terra, mentre tu respiri lentamente e profondamente, poi la tua coscienza si ferma in qualche punto dentro la terra, dove tu trovi un certo minerale dove ti senti attratto. Guarda il minerale che comincia a luccicare, diventa brillante con luce colorata, del colore che ti pare. Ora tu vedi la luce che diventa un raggio, ora si muove all'insu, su, fino a che entra sotto il tuo piede destro. Diventa ora cosciente del tuo piede destro...." Così la persona viene condotta a vedere il raggio di luce che dopo essere passato dalla parte destra del proprio corpo esce con il respiro, rientra nella parte sinistra del corpo e torna, come un raggio di ritorno, nella terra nel punto da cui era partito. Ora le energie di questi raggi cominciano a riempirlo di vita e di energia di guarigione. Poi una terza corda di energia, di un altro colore, viene su dalla terra, entra nel suo corpo e va a rivitalizzare i suoi chakras, che brillano di nuovi colori e ruotano. Le energie negative se ne vanno. I chakras adesso mandano energia in tutto il corpo, che diventa luminoso ed impermeabile all'attacco delle energie negative.... Che bello! Ora bisogna che la persona entri nel suo "Santuario"

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dove incontrerà il suo "lo" Superiore. A questo punto lo scrivente esclama estatico:

"Qui I'energia è meravigliosa!"

Poi la persona ritorna nel piano fisico insieme al suo "Io" Superiore, pone le domande che vuole e riporta il suo "lo" Superiore nel "Santuario", alla "fontana magica". Essa può tornare Iì ogni volta che lo vorrà. Per essere guarita e per "crescere", basta fidarsi dello Spirito... Il tutto finisce con la frase: "Pace a te".

Il credente non ha bisogno di tutto questo, perché naturalmente ha conosciuto colui di cui Giovanni il Battista disse:

"Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv 1,29),

e non ha bisogno di falsi Spiriti, perché ha capito bene come è fatto l'amore di Dio:

"Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16).

Grazie, Signore Gesù!