Numero speciale dedicato a Tarcisio Mezzetti - webalice.it · È MORTO TARCISIO. ANZI, NO: TARCISIO...

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Anno XXI - N. 192 Maggio 2016 Periodico mensile del gruppo «Donna Vestita di Sole» di Bientina (PI) Aderenti al Rinnovamento nello Spirito Santo scaricabile dal sito - Stampato in proprio - Distribuzione gratuita. Numero speciale dedicato a Tarcisio Mezzei Dedichiamo questo numero speciale al nostro fratello Tarciso che ha speso la sua vita per guadagnare tanti figli al Signore, divenendo G iovedì 17 marzo Tarcisio Mezzetti termina il suo cam- mino in questa terra. Lascia a noi la testimonianza di una vita spesa con amore per Dio e il prossi- mo e una grande famiglia, la comunità Magnificat, come ha detto il card. Bas- setti nellomelia della celebrazione delle esequie. Il giorno in cui inizia lavventura con Dio, nel ’76, Tarcisio non comprende la profezia che gli viene donata: Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza” ( Gn 15,5). La comunità Magnificat di cui sarà ini- ziatore, e che oggi è presente in più Paesi, è ancora un sogno di Dio e Tar- cisio è solo un cre- dente tiepido. Ha 45 anni, sua moglie Elena è ebrea agno- stica ed egli vive al minimo il suo cri- stianesimo: Ero un fariseo’. Dicevo: non rubo, non tradisco la moglie, mi con- fesso due volte lanno quando la Chiesa prescrive almeno una volta lanno…”. Alle spalle una vita non facile: nato a San Feliciano, a causa della povertà fa- miliare va ad abitare a casa del parroco. Più volte sente il fascino di Dio e pensa di farsi monaco benedettino, ma si iscri- ve al liceo scientifico e, ancora studente alla facoltà di Farmacia, sposa Elena, una bellissima ragazza di New York. Poi lAmerica: la giovane coppia con il pic- colo Daniele emigra negli Usa in cerca di lavoro. E quando a New York Tarcisio è un farmacologo al Mount Sinai Hospital, è nata Jessica. Il futuro della giovane famiglia sembra sereno, ma arriva la malattia di Elena che costringe Tarcisio a tornare a Perugia. Qui è di nuovo senza lavoro, ma lespe- rienza scientifica maturata negli Stati Uniti gli consente di inserirsi nel mondo accademico e diventare docente. Il terzo figlio, Luca, ha 10 anni e la famiglia è fortemente provata dalla malattia della mamma quando, nel ’76, irrompe Dio: lo Spirito tocca il cuore di Tarcisio, Elena si converte e chiede il battesimo e tutta la famiglia – assieme a quella di Agnese, sorella di Tarcisio e del cognato Marcel- lo – inizia unesperienza straordinaria di Dio dando vita, con il sostegno del parro- co di Elce, don Nazzareno Bartocci, alla comunità Magnificat. La casa Mezzetti e quelle di coloro che si uniscono alla comunità diventano luoghi in cui si gode la gioia della vita fraterna. I giovani sono attratti perché, assieme al dono di parola, Tarcisio ha il dono della paternità. Attraverso le sue catechesi e i suoi consigli molti conoscono lamore di Dio e lasciano la vita di peccato per ab- bracciare Cristo. Così egli resta per tutta la vita: donatore di amore infaticabile. Anche anziano e malato, continua la sua missione: Non posso fermarmi – dice – , è come se il dito di Dio puntato dietro la schiena mi spingesse ad andare avan- ti ”. Da lui è nato un popolo. Il giorno della sua morte, non a caso la Parola della liturgia riporta la promessa ad Abramo: Diventerai padre di una molti- tudine di nazioni” ( Gn 17,4). Daniela Saetta http://www.lavoce.it/padre-di-una- moltitudine/#sthash.37lfpSSY.dpuf

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Anno XXI - N. 192 Maggio 2016 Periodico mensile del gruppo «Donna Vestita di Sole» di Bientina (PI)

Aderenti al Rinnovamento nello Spirito Santo scaricabile dal sito - Stampato in proprio - Distribuzione gratuita.

Numero speciale dedicato a Tarcisio Mezzetti

Dedichiamo questo numero speciale al nostro fratello Tarciso che ha speso la sua vita per guadagnare tanti figli al Signore, divenendo …

G iovedì 17 marzo Tarcisio Mezzetti termina il suo cam-mino in questa terra. Lascia a noi la testimonianza di una

vita spesa con amore per Dio e il prossi-mo e una grande famiglia, la comunità Magnificat, come ha detto il card. Bas-setti nell’omelia della celebrazione delle esequie. Il giorno in cui inizia l’avventura con Dio, nel ’76, Tarcisio non comprende la profezia che gli viene donata: “Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza” ( Gn 15,5). La comunità Magnificat di cui sarà ini-

ziatore, e che oggi è presente in più Paesi, è ancora un sogno di Dio e Tar-cisio è solo un cre-dente tiepido. Ha 45 anni, sua moglie Elena è ebrea agno-stica ed egli vive al minimo il suo cri-stianesimo: “Ero un ‘fariseo’. Dicevo: non rubo, non tradisco la moglie, mi con-fesso due volte l’anno quando la Chiesa prescrive almeno una volta l’anno…”. Alle spalle una vita non facile: nato a San Feliciano, a causa della povertà fa-miliare va ad abitare a casa del parroco. Più volte sente il fascino di Dio e pensa di farsi monaco benedettino, ma si iscri-ve al liceo scientifico e, ancora studente alla facoltà di Farmacia, sposa Elena, una bellissima ragazza di New York. Poi l’America: la giovane coppia con il pic-colo Daniele emigra negli Usa in cerca di lavoro. E quando a New York Tarcisio è un farmacologo al Mount Sinai Hospital, è nata Jessica. Il futuro della giovane famiglia sembra sereno, ma arriva la malattia di Elena che costringe Tarcisio a tornare a Perugia. Qui è di nuovo senza lavoro, ma l’espe-rienza scientifica maturata negli Stati Uniti gli consente di inserirsi nel mondo accademico e diventare docente. Il terzo figlio, Luca, ha 10 anni e la famiglia è fortemente provata dalla malattia della mamma quando, nel ’76, irrompe Dio: lo Spirito tocca il cuore di Tarcisio, Elena si converte e chiede il battesimo e tutta la famiglia – assieme a quella di Agnese, sorella di Tarcisio e del cognato Marcel-lo – inizia un’esperienza straordinaria di

Dio dando vita, con il sostegno del parro-co di Elce, don Nazzareno Bartocci, alla comunità Magnificat. La casa Mezzetti e quelle di coloro che si uniscono alla comunità diventano luoghi in cui si gode la gioia della vita fraterna. I giovani sono attratti perché, assieme al dono di parola, Tarcisio ha il dono della paternità. Attraverso le sue catechesi e i suoi consigli molti conoscono l’amore di Dio e lasciano la vita di peccato per ab-bracciare Cristo. Così egli resta per tutta la vita: donatore di amore infaticabile. Anche anziano e malato, continua la sua missione: “Non posso fermarmi – dice – , è come se il dito di Dio puntato dietro la schiena mi spingesse ad andare avan-ti”. Da lui è nato un popolo. Il giorno della sua morte, non a caso la Parola della liturgia riporta la promessa ad Abramo: “Diventerai padre di una molti-tudine di nazioni” ( Gn 17,4). Daniela Saetta http://www.lavoce.it/padre-di-una-moltitudine/#sthash.37lfpSSY.dpuf

Maggio 2016 Donna Vestita di Sole 2 pagina

È nato alla vita vera! Ho conosciuto Tarcisio una sera del 1994. Era ospite di

Roberta Percussi Furlanis, avrebbe cominciato un qualche Seminario nelle vicinanze, credo. Comunque sia, quella sera, una delle prime volte che mi recavo, a Monsummano, al nuovo gruppo che si andava forman-do dal gruppo madre “Donna Vestita di Sole” di Bientina, Tarcisio parteci-pò alla preghiera e molto informal-mente parlò di Dio. Credo che senza quell’incontro la mia conversione sa-rebbe stata più problematica. Rober-ta lo presentò: “Questo è Tarcisio, è professore di Chimica tossicologica all’Università di Perugia, è tornato dall’America dove ha fatto il ricerca-tore presso il Mount Sinai Hospital di New York, è sposato con Helena, ebrea convertita al cattolicesimo, ha tre figli. Si è convertito 18 anni fa’, dopo aver ascoltato un disco, inviato-gli dagli Stati Uniti da suo cognato, sul quale non c’erano indicazioni, ma era accompagnato solo da un bigliet-to su cui era scritto: “Ascoltalo, poi dimmi che te ne pare. “Tarcisio l’ha ascoltato, ed ha cominciato a piange-re. Ma vi dirà lui, se vuole.” E lui cominciò a parlare. E spiegò che il disco conteneva semplicemente il canto in lingue sgorgato ad un radu-no di preghiera di carismatici del Rin-novamento nello Spirito, in America. Dove non ricordo. Non capiva una sola parola, ma non poteva fare a meno di piangere. Lo riascoltava…e giù lacrime. E’ andato avanti quattro giorni a piangere. Fu una profonda conversione. Ne ebbe la vita stravol-ta. Andava a far lezione all’università con una croce di legno in bella vista davanti al petto e, al tempo delle brigate rosse che gambizzavano e uccidevano, non era una cosa tanto consueta. Suscitava stupore e do-mande, dalle quali Tarcisio traeva spunto per una naturale, efficacissi-ma opera di evangelizzazione tra i suoi studenti. Ebbe alcune esperienze mistiche. Durante una di queste, dis-se, sentì chiaramente le parole: “Con Gesù, su Gesù, costruisci!” Non capì nulla del significato, ma capì che in modo inequivocabile erano rivolte proprio a lui. Dopo pochi mesi, tanti dubbi, tante discussioni appassionate con le sorelle Agnese e Leonia, pren-deva corpo il primo nucleo della Co-munità Magnificat. Quando Tarcisio parlava lo ascoltavo affascinato, era naturalmente elo-quente, ma con una capacità innata di non essere mai pesante. Diverten-te, anzi. Mi viene in mente della volta che raccontò della sua prima espe-rienza con quei “matti del Rinnova-

mento”, come disse. Andò alla riu-nione per controllare le sorelle e sua madre, che gli sembravano “rincitrullite”: più bacchettone dei bacchettoni, tanto che non parlavano d’altro che di Gesù, della Madonna, di Chiesa e roba del genere. Aveva paura che fossero capitate in una setta. Lo avevano invitato, e lui ne approfittò per andare a smascherare le strane trame che temeva stessero tessendo ai danni delle sue donne. Appena entrò, fu sorpreso. Belle pre-ghiere: sembravano spontanee. Non le aveva mai sentite di questo tipo! Dopo un po’ alcuni, dovevano essere i caporioni, lo invitarono in mezzo a loro e gli chiesero se voleva accettare che pregassero su di lui. “Poverini…picchiare non mi picchiano di certo, non voglio farceli rimaner male” pen-sò. Fu un’esperienza sconvolgente: ebbe una effusione dello Spirito straordinaria, anche senza tanti Se-minari e insegnamenti. Così bella, che sua moglie chiese subito che pregassero anche su di lei. “Ah, no! Tu sei ebrea. Ti ci vuole un po’ di preparazione!” Helena ci rimase ma-le, lì per lì, ma lo Spirito Santo rag-giunse anche lei, che si era ritirata, piccina piccina, in fondo alla stanza! Ebbe un’effusione spontanea bellissi-ma! “Come siamo stupidi noi poveri uomini. Vogliamo mettere limiti an-che a Dio!”, concluse. Il fatto di sapere un po’ di matemati-ca e un po’ di fisica poteva essere per me un handicap. E’ forte il luogo comune per cui uno che sa di scienza crede nelle leggi della natura e quindi non può aver fede in Dio. L’idea deri-va dagli illuministi, che in polemica con gli “oscurantisti clericali”, hanno avuto il discutibile merito di dare ini-zio al positivismo, al comunismo e ad ogni materialismo atto a sradicare Dio dal cuore dei popoli. Conoscere Tarcisio mi ha dato un punto di riferi-mento. Non avevo mai frequentato la Chiesa. Non sapevo nulla di liturgia, e del cristianesimo praticato ero al livello della più grande superficialità, ossia ero al “sentito dire”, e avevo sentito, come poi ho scoperto, so-prattutto calunnie, notizie false e ten-denziose, interpretazioni disoneste e faziose venute da coloro che Cristo lo odiavano. Quando per grazia di Dio ho cominciato ad andare a Messa a Bientina, a seguire una liturgia affa-scinante, accompagnata da canti che mi coinvolgevano, specie all’invoca-zione allo Spirito Santo, quel canto particolare che mi faceva rizzare i peli delle braccia e mi mettevano una pace in cuore che non avevo mai sentito, mi è passato per la mente anche il pensiero: “ma mi sto rinci-

trullendo? Mi sto facendo condiziona-re da tutta questa gente un po’ “fatta”? Mi pareva però che fosse gioia, non demenza. Tarcisio era un laureato in materie scientifiche, chia-ramente intelligente, e si era fatto coinvolgere in modo così bello e completo dall’azione di Dio, parlava di questa azione in modo così spon-taneo e naturale, che da allora è sembrato naturale anche a me met-tere da parte ogni remora e dar spa-zio a ciò che mi era nato dentro: una gran voglia di conoscere la Parola di Dio, per conoscere quel Gesù che evidentemente mi era stato sempre accanto, ma che io non conoscevo. Per molto tempo sono andato al gruppo senza aprire bocca, senza neppure provare a fare una preghie-ra ad alta voce. Ero un timido, pen-savo, e ne ero convinto. Una volta però Tarcisio, in una delle tante oc-casioni in cui si trovava a seguire il nostro gruppo, domandò proprio questo: “Chi è timido? Chi si vergo-gna ad aprir bocca per dar lode al Signore?”. Ed io, timidamente, è ov-vio, alzai la mano. “Sappi che la tua non è timidezza, ma superbia! -mi disse-Tu sei preoccupato di far brutta figura davanti agli altri, pensi: “E se non mi vengono bene le parole? E se comincio a impappinarmi? Tu pensi a te stesso, non a Dio a cui devi rende-re gloria! Comincia a lodare Dio per-ché ti ha portato qui, comincia a rin-graziarlo per la tua vita, preoccupati di Lui, che Lui sia contento del tuo rendergli grazie, senza preoccuparti d’altro. E se ti impappini, se fai una brutta figura, te ne devi completa-mente disinteressare, anzi devi pen-sare: “Meglio così, grazie Signore che mi togli quella superbia che mi impe-diva di renderti quella lode, quell’o-nore che a Te spettano, non a me”. Mi dette una lezione che non ho più dimenticato. Talvolta era rude, ad un giudizio superficiale, ma io ho sem-pre visto tanto amore sgorgare da lui: richiamava, correggeva, indirizza-va, senza mai blandire, anzi, spesso, “spettinando” i fratelli, ma era sem-pre spinto dall’Amore, e se uno non era sordo, lo sentiva chiaramente. Ho un grosso debito di riconoscenza con Tarcisio, ma sono sicuro che il Signo-re lo ha già ripagato come ha pro-messo: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre o madre, o figli o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19, 29). AMEN Aurelio

È MORTO TARCISIO. ANZI, NO: TARCISIO È NATO!

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Maggio 2016 Donna Vestita di Sole

In una splendida giornata di sole,

venerdì 18 Marzo 2016, con mio

marito, sono andata a Perugia a dare

l’ultimo saluto a Tarcisio Mezzetti, il

fondatore della Comunità Magnificat.

Alle tre del pomeriggio, nel Duomo, è

stata concelebrata la Santa Messa in

suffragio, presieduta dall’arcivescovo

Monsignor Gualtiero Bassetti. La bara

di Tarcisio sul pavimento era circon-

data dai suoi numerosi “figli”, venuti

da ogni parte d’Italia a salutarlo con

gratitudine e commozione. In un’at-

mosfera di gioia, riempita dai canti

della Comunità, che toccavano nel

profondo del cuore, i familiari sorride-

vano ed abbracciavano tutti. Poi è

iniziata la Santa Messa e, attraverso la

liturgia del giorno, il Signore ha co-

minciato a parlarci. Ci ha parlato di

te, caro Tarcisio. “In quei giorni Abram

si prostrò con il viso a terra e Dio parlò a

lui: “Quanto a me, ecco, la mia alleanza è

con te: diventerai padre di una moltitudine

di nazioni …e ti renderò molto, molto

fecondo…Stabilirò la mia alleanza con te e

con la tua discendenza dopo di te di gene-

razione in generazione, come alleanza pe-

renne, per essere il Dio tuo e della tua di-

scendenza dopo di te.”(Gen17, 3-9). Al

termine della celebrazione, dalle testi-

monianze dei figli Gessica, Luca e

Daniele è venuta fuori la tua storia, la

storia di un padre meraviglioso, che

ha saputo amare di un amore pieno di

tenerezza. Alla tua prima incredibile

esperienza di Dio, quando ti fu conse-

gnata questa parola (Gen 15, 5):

“Guarda in cielo e conta le stelle se riesci a

contarle. Tale sarà la tua discendenza”, ti

chiedesti: “Cosa vorrà dire?” Seguì poi

un’altra sconvolgente esperienza nella

quale ti fu messa in mano una cazzuo-

la d’oro e sentisti una voce che diceva:

“Con Gesù, su Gesù, costruisci!” Quel-

la chiamata era rivolta proprio a te!

Sentisti in cuor tuo di dover risponde-

re offrendo la tua vita a Dio. Hai dato

tutto senza riserve: tempo, soldi, casa,

notti, giorni, lacrime, cuore. Tanti

eventi, persone, ostacoli hanno cerca-

to di fermarti, ma tu dicevi che sentivi

come un dito puntato dietro la schiena

a cui non potevi resistere, proprio co-

me San Paolo quando dice: “L’amore

del Cristo ci spinge” (2Cor 5,14). Quan-

te persone sono venute ai tuoi semina-

ri per una parola che potesse illumi-

nare la loro vita! L’incontro con te ha

rimesso in piedi tanti matrimoni vacil-

lanti, tante persone sono state riprese

per i capelli e si sono sentite rigenerate

di nuovo. Ti è stato dato il dono della

paternità: hai un modo di amare che è

quello di un padre. Tante persone

hanno testimoniato che quando le hai

abbracciate, hanno sentito l’abbraccio

di Dio Padre. Ora ti porti dietro tutti

questi figli che Gessica vorrebbe che

tu indossassi come una corona. Con te

era impossibile non imparare ad ama-

re Dio, anche solo per imitazione. San

Paolo scriveva: “Fatevi imitatori di Cri-

sto”. E tu eri, e sei di Cristo! Sei stato

un padre nella carne e nella fede e hai

generato tanti figli come il Signore ti

ha comandato. Il tuo nipote Giacomo

ci ha raccontato che non sei stato un

nonno semplice, che spesso ti scordavi

dei compleanni ed eri un po’ diffiden-

te dei fidanzati delle tue nipoti, soprat-

tutto se neocatecumenali. Ma a tutti i

tuoi nipoti, a tutti i giovani, hai inse-

gnato, anzi hai dimostrato che Dio

esiste. Ai loro occhi ciechi hai mo-

strato la bellezza della fede, la meravi-

glia di lasciarsi trasportare da Dio.

Hai insegnato che “costruire con Gesù”

significa combattere senza stancarsi

mai, combattere se stessi, il proprio

egoismo, la pigrizia, il peccato, le dif-

ficoltà della vita che nella tua sono

state tante e delle quali non ti sei mai

lamentato. Combattere sì, ma non da

soli, coscienti che Dio non ci lascia

mai. “Costruire su Gesù” significa non

stancarsi mai di cercarlo, non sentirsi

mai arrivati, non appoggiarsi mai sulle

proprie certezze. La tua fede era gran-

de! Quante vite hai salvato attraverso

il tuo sì! Nonostante la malattia e la

vecchiaia, hai usato il tuo corpo e il

tuo cuore per insegnare ad amare Dio

e i fratelli. Hai insegnato che ogni uo-

mo cerca la gloria, ma solo chi cerca

la gloria di Dio non rimane deluso.

Questa è la grande eredità che lasci a

tutti noi. Poi tutti in piedi, con le mani

alzate al cielo, abbiamo cantato l’ulti-

mo canto (da Ap 22, 3-5). “In mezzo

alla Gerusalemme celeste sarà il trono di

Dio e dell’Agnello ed i suoi servi l’adore-

ranno, vedranno la sua faccia, porteranno

il suo nome sulla fronte. Non ci sarà più la

notte, non si avrà più bisogno di luce di

lampadari o di sole, perché l’Agnello sarà

la loro luce. Li illuminerà. Egli è la luce

che li illuminerà”. Signore, ti ringrazio

per il dono di questo fratello e, come

ha detto Daniele, voglio chiederti di

aiutarci a far nostra, e conservare nel

cuore, la promessa che Tarcisio ripete-

va: “Sarò tutto tuo, o Cristo!”. Amen.

Roberta

ALCUNI LIBRI SCRITTI DA

TARCISIO

Come leone ruggente 1… ed. Elledici Come leone ruggente 2… ed. Elledici Non c'è altro nome sotto il cielo.... ed. Elledici Le nostre mani hanno toccato la vi-ta… ed. Elledici «Voi, chi dite che io sia?» ed. Elledici Accogliere lo stanco e l'oppresso ed. Elledici

Maggio 2016 Donna Vestita di Sole 4 pagina

Maggio 2016

01-05 Pina Galli

17-05 Laura Morelli

19-05 Patrizia Gaspari

27-05 Maria Pistolesi

Ven. 06/05 Bientina oratorio ore 21.15 Preghiera comunitaria carismatica Lun. 09/05 Pisa, chiesa di S. Nicola ore 21.00 NOVENA DI PENTECOSTE Animazione del IV giorno Mar. 10/05 Bientina oratorio ore 21.15 Santa Messa per il gruppo Ven. 13/05 Bientina oratorio ore 21.15 Preghiera comunitaria carismatica Insegnamento post effusione Gio. 19/05 Bientina ore 21.30 Roveto Ardente di preghiera Ven. 20/05 Bientina oratorio ore 21.15 Preghiera comunitaria carismatica Insegnamento post effusione Dom. 22/05 Nozze di Alberto e Emma Ven. 27/05 Bientina ore 21.30 Santa Messa con preghiera di intercessione per i sofferenti Sab. 28/05 INCONTRO GIOVANI e CONCERTO (Vedi riquadro) Dom. 29/05 CONVOCAZIONE REGIONALE (Vedi riquadro) Mar. 31/05 Bientina oratorio ore 21.15 Pastorale e intercessione

Nel video Tarcisio Mezzetti ci racconta come è avvenuto il suo primo incontro con il Rinnovamento nello spirito. Il video è stato registrato a Casa Betania delle Beatitudini l'8 dicembre 2011. Oltre agli ospiti delle comunità di fra-tel Ettore, era presente il gruppo Magnificat di Milano. www.youtube.com/watch?v=9xZebCKUt84

S e il Signore non ci avesse fatto il dono di conoscere Tarcisio Mezzetti, non avremmo avuto la determinazione di far nascere il nostro Gruppo Donna Vestita

di Sole. In un tempo (anni '70-80) in cui per i laici c'era poco spazio nella Chiesa, Tarcisio già annunciava le Misericordie di Dio, annunciava che Dio è Amore e non condanna nessuno e non rifiuta l'amore a nessuno. L'esempio di Tarcisio ci ha dato il coraggio di fare, annunciare, gettare il cuore oltre gli ostacoli, provare di tutto per annunciare l'amore di Gesù per l'uomo. Durante le numerose volte che ho avuto la grazia di ospitarlo a casa mia, ha sempre mostrato il volto di un fratello, di un pa-dre che si spende tutto per i figli, e non si è mai tirato indietro nel consiglia-re, instradare al bene tanti fratelli in tutta Italia.

Grazie Tarcisio, grazie Signore di avercelo fatto conoscere, apprezzare, amare. Grazie di avercelo donato. Tarcisio, non so se riuscirò domani ad essere a Perugia (al funerale), ti abbraccio forte come tante volte ho fatto qui sulla Terra: so che la-vorerai molto anche in Cielo. Aiuta noi che stiamo attraversando la grande Batta-glia, intercedi per noi. Grazie "Tarci", ci rivedremo in Cielo. Tuoi, Carlo e Lucia.

“P adre di una moltitudine”, questo era scritto sopra la bara che ha raccolto i resti mortali del nostro fratello Tarcisio. Da questa parola mi sono riconosciuta

come tua figlia spirituale: non faccio parte della Comunità Magnificat, ma faccio parte della moltitudine di figli di Dio che tu hai aiutato nel tuo lungo cammino di evangelizzazione. Sei entrato nel Rinnovamento nel 1976 e sei tornato a “casa”, in Cielo nel 2016. Hai fatto l’ultimo seminario in Toscana, nella provincia di Pistoia: nonostante il tuo stato di salute con svenimenti, collassi, ossigeno fisso, tu sei sempre rimasto al timone fino all’ultimo.

Ti ho incontrato per la prima volta quando sono approdata a Perugia a San Barna-ba, accompagnando una mia amica nella fede. Arrivammo nel luogo dove venivano accolte le persone per una preghiera personale, e lì ti ho trovato insieme ad altri carissimi fratelli della comunità, in particolare ricordo Ugo e Vita che avrai incontra-to in Cielo. Dopo questo colloquio un po’ forte che mi dette una spinta decisa verso Gesù, ed a abbandonare una serie di pratiche che contrastavano con la Fede cri-stiana, su consiglio di alcuni fratelli di Perugia feci un seminario di guarigione a Ca-scia e un altro a Perugia sempre nello stesso anno. Infine, fui invitata a partecipare al campeggio estivo della comunità e lì ho conosciuto delle persone che mi hanno invitato a Bientina, a casa, e lì sono rimasta. Sono entrata nel Rinnovamento nel 1992.

Questo è stato il mio inizio in questo cammino e tutte le volte che ci penso mi dico che è stata una grazia: incontrare Gesù in questo modo è stata la cosa più bella della mia vita. Grazie Tarcisio, perché sei stato un tramite meraviglioso, grazie Ge-sù perché tutto ciò che è buono, bello, amabile, viene da Te e a Te torna! Grazie!

Monica G

H o conosciuto Tarcisio all'inizio del cammino, e ho seguito tanti seminari sconvol-genti da molti punti di vista: ho visto conversioni, guarigioni spirituali, ho visto

anche "quello di sotto" all'opera. Ma quello che mi ha più sconvolto è stata la sua vita: quella di accogliere tutti sotto il suo tetto, facendo dormire le persone anche nell'ingresso. Poi però andava in giro con le scarpe sfondate, lui che era un profes-sore universitario! Ha sempre però amato e abbracciato la sua croce: sua moglie Helena, ammalata da sempre di una grave depressione, che lui con tutte le sue pre-ghiere non ha mai potuto guarire, nonostante il suo carisma. Arrivederci Tarcisio, grazie per il bene che hai fatto anche a me e per come hai testimoniato l'amore intorno a te. Elsa

TESTIMONIANZE e ringraziamenti

INCONTRO GIOVANI TOSCANA Ore 9:30 Chiesa Santissima Annunziata via Bassagrande Massa Carrara

CONCERTO DI EVANGELIZZAZIONE

Ore 20:30 Carrarafiere Marina di Carrara Viale Galileo Galilei, 133

31a CONVOCAZIONE REGIONALE “Presto portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare” (Lc 15,22)

Ore 9:30 Carrarafiere Marina di Carrara Viale Galileo Galilei, 133

Puoi sostenere Le attività della Fondazione Alleanza del Rinnovamento nello Spirito Santo ONLUS a favore delle persone svantaggiate CF 03732841006

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