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Rico

Un arresto cardiaco anti-depressivi o fochiudeva in un tristepiù tristi città del noMimì Berté, alias morta, riversa nel sgiorni di troppo dcomunque è stata italiane. Per 48 oremancanza, della suaDe Gregori, tutti corpadre purché lo spequanti abbiano cannotte quando andarouomo” sì. Perché ldello spettacolo, fvendere. Bielle non pratiche mortuarie, degli artisti scompar

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Dal sito www.bielle.org

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buona parte dell'anno) di colpo si rianimano alla ricorrenza della loro morte: Rino Gaetano, Pierangelo Bertoli, Fabrizio De André, Piero Ciampi, Luigi Tenco e anche Mia Martini. Mimì ha una discografia ufficiale fatta di 16 dischi LP (15 e un cd) e una discografia post-mortem di 9 cd ufficiali più le raccolte. E' sempre bene che non venga disperso il patrimonio artistico di una grande interprete, ma sarebbe stato ancora meglio se, lei viva, le avessero fatto incidere dei dischi tra il 1986 e il 1989! C'è chi ha parlato di Mia come della “donna che visse tre volte”: la prima vita artistica, escludendo i primi 45 giri del 1963, incisi sotto il nome reale di Mimì (Domenica) Berté, parte nel 1971 quando adotta il nome di Mia Martini e si propone al Festival di avanguardia e nuove tendenza di Viareggio come band leader (il gruppo si chiamava “La macchina”), vincendolo con “Padre davvero”, storia trucida e dura di una figlia

rdando Mimì

dovuto a un'overdose di farmaci rse altro che non si saprà mai, mattino di maggio, in una delle rd, una vicenda triste e assurda. Mia Martini veniva ritrovata, uo letto, due giorni dopo. Due i dimenticanza per quella che

una delle più grandi artiste nessuno si è accorto della sua assenza. Dopo, come direbbe revano a dire “io sono stato suo ttacolo non finisca”. Non so in ticchiato “La vie en rose” la no a cena, ma magari “Piccolo

a morte, in Italia e nel mondo a spettacolo, fa audience, fa ama e non ha mai amato queste ma posso giurarvi che le pagine si (magari silenti e non lette per

che si ribella e restituisce colpo su colpo a un “padre padrone” di puro stampo borghese. Il colpo è forte: il personaggio è indovinato e l'epoca è propizia. Esce subito un bellissimo LP “Oltre la collina”, che, in cinque canzoni porta la firma di un giovane cantautore emergente, tale Claudio Baglioni che, con grande sensibilità, riesce a entrare nel possibile mondo di una giovane donna inquieta, regalandoci gioiellini come “Le lacrime di marzo” o “Amore... amore... un corno”. A rimarcare la sua differenza Mia sceglie di presentare ben due recitativi sul disco, a inizio e fine lavoro. Ma l'artificio della “ragazza ribelle” durò lo spazio di un solo disco: già dal secondo “Nel mondo una cosa” il personaggio Mia compie una decisa evoluzione: innanzitutto abbiamo il grosso successo di “Piccolo uomo” che vince Festival di Venezia e disco d'oro, successo bissato quasi da “Donna sola”. Nasce Mia donna romantica, ma senza peli sulla lingua: violenze maschili, abbandoni e sofferenze d'amore sono il suo pane quotidiano. Come

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La sfiga ci vede benissimo

confermano i dischi successivi e le buone vendite di “Minuetto” e “Inno”. Ma nel '74 con “Sensi e controsensi” inizia il cammino declinante della fama di Mia. Nel '78, pur tuttavia vi è l'incontro affettivo e artistico con Ivano Fossati e la possibilità di incidere due “enormi” canzoni come “La costruzione di un amore” e “Vola”, entrambe scritte da Fossati e contenuti nell'album “Danza”. Dal '79 all'81 c'è il primo mini break nella carriera di Mia, due anni senza incidere e poi un ritorno con i capelli corti, look radicalmente mutato e con il recupero del vero nome di “Mimì”, come intitola anche l'album, per la prima volta ricco di canzoni scritte da lei stessa (ma in realtà Mimi aveva già scritto i testi di alcune traduzioni già nel primo lavoro). Siamo alla seconda vita artistica di Mimì. E' ancora Fossati a occuparsi di lei, artisticamente, donandole la splendida “E non finisce mica il cielo”, canzone ancora oggi annoverata fra i vertici della sua produzione, con cui partecipa a Sanremo dove la giuria la premia per il brano migliore della rassegna, inventando, per l'occasione, il “Premio della critica giornalistica”, oggi meritatamente intitolato “Premio della critica Mia Martini”. Sanremo getta le basi per un rilancio che la porta a incidere, con la produzione di Shel Shapiro, “Quante volte ho contato le stelle” con canzoni di Ivano Fossati, Riccardo Cocciante, Maurizio Piccoli e Gianni Bella. Ancora un disco “Miei compagni di viaggio”, interamente registrato dal vivo al Teatro Ciak di Milano nel 1983 e ritiro forzoso dalle scene, vittima del clima di persecutoria maldicenza. La lontananza dall'ambiente durerà quattro anni. (in realtà nel 1985 c’è ancora una incisione per Mia Martini, esclusa dal Sanremo di quell’anno che è la splendida “Spaccami il cuore” scritta da Paolo Conte quindi l’abbandono alla discografia parte dall’estate dell’85 n. d. r.). L'ultimo ritorno ha il nome ancora di Sanremo e di una canzone memorabile, come “Almeno tu nell'universo” (1989) . Grande successo e ritorno all'attività. Premiata come interprete dell'anno al “Tenco” di Sanremo, dall'89 al '92 la cantante pubblica cinque album (Martini Mia, La mia razza, In concerto, Rapsodia, Lacrime). Ancora due Sanremo con “La nevicata del '56” e in coppia con la sorella Loredana Berté in “Siamo come siamo”. Un ultimo cd: “La musica che mi gira intorno”, ancora dedicato ai “colleghi cantautori” e il ciclo si chiude. Siamo di nuovo al maggio del 1995.

Cosa avconto p

Mimì. In particolare la riscopre quella discografia che tanto ha fatto per abbandonarla e gettarla nel baratro. Restano i pochi veri amici di sempre. Per gli altri la solita corsa a posteriori ad accampare diritti su una presunta eredità o consanguineità artistica. E tutti a scagliarsi contro la sorte cinica e bara o contro “gli ambienti” che l'hanno portata all'estremo gesto, ma non un nome che esca, non che si possa dare generalità precise a questi “agenti del destino”. Meglio non scoperchiare troppo i sepolcri, specie se imbiancati: potrebbero saltare fuori grossi nomi, soprattutto di colleghi. Insomma: chi ha emarginato Mimì con la storia che portasse sfiga? Dieci anni dopo non si sa ancora. Oppure chi sa non parla. Speriamo almeno resti il rimorso.

“Canto per chi mi ha tradito / per chi mi ha lasciato troppe volte / per chi mi ha offesa” da “E ancora canto”

Non vogliamo farla lunga, ma quando inizia a girare la voce che porti sfiga le porte del mondo dello spettacolo si chiudono tutte quante istantaneamente. Però la voce circola, circola sempre quando è negativa: ha colpito Dalida (costretta a lasciare l’Italia n.d.r.), Marco Masini, Claudio Lolli, Gabriela Ferri, Max Manfredi, Gino Paoli, perfino Gianni Morandi per un breve periodo. In altri ambiti, oltre a Silvio Berlusconi, la cui fama si va consolidando, si citano famosi giornalisti, uffici stampa influenti, conduttori televisivi o addirittura l'allenatore Gigi Simoni che, tutte le volte che viene cacciato, la sua ex squadra retrocede o, come nel

Dopo

venga dopo è così banale che non mette arlarne. Tutti riscoprono Mia o, meglio,

caso dell'Inter, non vince più nemmeno la coppa del Nonno. Ce n'è per tutti. Mia Martini è stata una delle più bersagliate e, forse, delle più fragili. Vittima predestinata, in un certo senso. A tutti

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Pensieri di Mia Martini

Chi ha cantato Mia?

costoro, ma soprattutto agli altri, agli untori, a chi va in giro a spargere voci, non possiamo non dedicare di cuore un pezzo di Luigi Pirandello: “La patente”.

Nel corso degli anni, Mia Martini ha cantato il meglio del repertorio dei cantautori italiani, così come dei più importanti autori stranieri. Già dal primo album, Oltre la collina, la cantante incide alcuni brani di un giovanissimo Claudio Baglioni: “Lacrime di marzo”, “Gesù è mio fratello”, “Amore... amore... un corno!”. Sullo stesso album cover di Cat Stevens ( Nel rosa, in originale Into White), dei Tokens , ex gruppo di spalla di Neil Sedaka (The lion sleep tonight) e Nina Hart (Taking Off diventata Ossessioni). Uno degli autori più ripreso nel suo repertorio è stato sicuramente Ivano Fossati, che dell'artista è stato anche produttore. Tra i brani di quest'ultimo ricordiamo “La costruzione di un amore”, “Vola”, “Danza”, “E non finisce mica i cielo”, oltre alla ripresa di “La canzone popolare”, “I treni a vapore” e “La musica che gira intorno”. Anche Bruno Lauzi è stato importante per il repertorio di Mia. Basti pensare che è proprio di Lauzi la canzone che portò Mia al successo, “Piccolo uomo”. Così come, 17 anni dopo, “Almeno tu nell'universo” ha contribuito al rilancio della cantante dopo anni di silenzio artistico. Di Lauzi sono anche, tra le altre, “Donna sola”, “neve bianca” e “Per amarti”. Antonello Venditti le affidò “Ma quale amore”, mentre un delicato Riccardo Cocciante è presente nella produzione di Mia con “Da capo” (incisa anche da Mina) e “L'equilibrista”. Franco Califano è l'autore di altri due grandi successi discografici come “Minuetto” e “La nevicata del '56”. Anche il repertorio di Luigi Tenco è stato rivisitato dalla cantante, che ha inciso le sue versioni di “un giorno dopo un altro” e “Vedrai vedrai”. Di Fabrizio De Andrè troviamo “Il pescatore”, “Hotel Supramonte” e “Fiume Sand Creek”, mentre di De Gregori sono “Alice” e Mimì

sarà Tra gli altri autori interpretati da Mia c'è anche Umberto Tozzi (non ancora noto al grosso pubblico) con “Io ti ringrazio”, incisa nel '75, Mango (“Se mi sfiori”), Gianni Bella (“Nuova gente”), mentre l'ex componente della Premiata Forneria Marconi, Mauro Pagani (insieme a Gian Gilberto Monti) ha scritto “La mia razza”. Amedeo Minghi diede a Mia “Ma sono solo giorni” . I fratelli Conte (Giorgio e Paolo) hanno composto per lei, rispettivamente, “Agapimu” e la raffinata “Spaccami il cuore”. Altri importanti autori sono stati rivisitati, tra questi: Lucio Battisti (“Pensieri e parole” e “Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto”, in versione jazz con Maurizio Giammarco), Pino Daniele (“Gente distratta”), Zucchero (“Diamante”), Lucio Dalla (“Stella di mare”), Edoardo Bennato (“tutto sbagliato, baby”) e Vasco Rossi (“Dillo alla luna”). Nell'ultima produzione, è stato Enzo Gragnaniello uno degli autori preferiti dalla cantante, autore di importanti brani quali, “Donna”, “Statte vicino a me” e “Cu 'mmè”. Enrico Ruggeri, che per l'occasione ha collaborato con Dodi Battaglia dei Pooh, ha firmato “domani più su” per l'album La mia razza. Biagio Antonacci è presente con “il fiume dei profumi”, racchiusa nell'album Lacrime.

“…Comivolare.Nuna donnvoglio levoglio gi

Noi siam

Avere suuna riveriuscire un'emozi

Ho perso

Io sono essere un

Non c'è cantare p

Davanti forte, tanulla”.

ncia il viaggio, mi scopro d'un tratto a on voglio sentirmi un pacco postale, ma a. Voglio serate con i miei amici la sera, ggere, voglio scrivere i testi di canzoni, ocare con il mio cane.

o i buoni, i cattivi, gli eroi.

ccesso non è una scommessa con il mondo, ndicazione personale. Avere successo è a far giungere agli altri qualcosa,

one, un pensiero, un discorso.

il blu che spacca il cielo a metà.

una che canta e sono come sono. Voglio a cantante e non un personaggio.

niente di grande in me, io posso soltanto er te.

al microfono chiudo gli occhi e divento lmente forte che non mi importa più di

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Un'in ervista a Mimì di Adriano Aragozzini

Ciao M

«È un dsi può fsangue si. È tepersonamicidialragione umano, è questa

Second

«Sicuraaccendocome acolpo!Titaliani così terrSecondosono la il momqueste s

Ma com

«Sono iquesta iquesto m1989 qudella mumi propcoppia degli inpalcosceusciva vdi una smi sarebGheddache gli cnell'univ

t

imi. Dimmi, per te che cos’è la iella?

ramma peggiore dell' AIDS. Per la iella non are nessuna radiografia, nessun esame del e non c’è nessuna cura, per l’AIDS invece rribile dare la “patente” di iellone a una che non si può difendere. La iella è e perché, senza che a volte esista una al mondo, tutti ti evitano, e un essere

senza nessuna colpa, si trova emarginato ma società che è davvero spietata».

o te, chi porta iella in Italia?

mente Guido Carli. Tutte le volte che la televisione e guardo il telegiornale, ppare il ministro Carli mi prende un utti lo possono vedere quando chiede agli sacrifici da duecentomila miliardi... Io sono orizzata che non guardo più il telegiornale. me, porta proprio iella e lo dico io che più grande “iellologa” italiana. Vedi, arriva ento che anche una persona come me su venture ci ride sopra».

e si diffondono queste voci?

o che vorrei chiederlo a te, tu fai parte di ndustria, tu sei un protagonista assoluto in ondo. Certo, alla iella ci credo anch’io. Nel

ando, grazie a te, sono ritornata nel mondo sica che avevo abbandonato da molti anni,

osero di cantare la canzone del Festival in con Renato Zero. Tutto ciò mi ha causato cubi, mi svegliavo di notte e mi vedevo sul nico del teatro di Sanremo con Renato che estito da odalisca. Non ho dormito per più

ettimana e nelle mie lunghe notti di insonnia be piaciuto sicuramente di più avere vicino

fi avvolto in un grande mantello bianco e io antavo guardandolo negli occhi “Almeno tu erso”

NOTA: in questo pezzo tratto da un sito internet sono state apportate delle modifiche al testo, poiché non riportava cose giuste. T. F.

tiziana
NOTA: in questo pezzo tratto da un sito internet sono state apportate delle modifiche al testo, poiché non riportava cose giuste. T. F.