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COLLABORAZIONE E SINERGIA LE CHIAVI PER UNO SVILUPPO “SMART” 3 \ FOCUS STORY \ L’EFFICIENZA ENERGETICA PASSA PER IL CONSUMATORE 5 \ FOCUS STORY \ OIL&GAS: C’È CHI DICE NO, O FORSE SÌ 7 \ RIVISTE \ LUCI E OMBRE SUI SISTEMI DELL’EFFICIENZA 8 \ DOSSIER \ INNOVAZIONE TECNOLOGICA: LE AZIENDE ACCETTANO LA SFIDA 11 \ SCENARI \ EFFICIENZA ENERGETICA, LA RICETTA ITALIANA SECONDO AMICI DELLA TERRA 10 \ DOSSIER \ FORMAZIONE: ELEMENTO CHIAVE SUI MERCATI ESTERI 22 \ VISTO SU CANALEENERGIA \ 23 \ TECNONEWS \ 17 DICEMBRE 2014 2 \ FOCUS STORY \ DAL SET PLAN I CAPISALDI DEL FUTURO ENERGETICO CONOSCERE IL PROCESSO PER OTTENERE I RISULTATI 14 \ EGE \ IL LAZIO PER LA RICONVERSIONE ECOLOGICA E SOCIALE 16 \ SOSTENIBILITÀ \ IL FUTURO DELLE PMI 20 \ SCENARI \ E7 SARÀ CON TE ANCHE A NATALE. IL PROSSIMO NUMERO USCIRÀ IL 23 DICEMBRE

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collaborazione e sinergiale chiavi per uno sviluppo “smart”

3 \ focus story \

l’efficienza energetica passa per il consumatore

5 \ focus story \

oil&gas: c’è chi dice no, o forse sì

7 \ riviste \

luci e ombre sui sistemi dell’efficienza

8 \ dossier \

innovazione tecnologica: le aziende accettano la sfida

11 \ scenari \

efficienza energetica, la ricetta italiana secondo amici della terra

10 \ dossier \

formazione: elemento chiave sui mercati esteri

22 \ visto su canaleenergia \

23 \ tecnonews \

17 dicembre 2014

2 \ focus story \

dal set plan i capisaldidel futuro energetico

conoscere il processo per ottenere i risultati

14 \ ege \

il lazio per la riconversione ecologica e sociale

16 \ sostenibilità \

il futuro delle pmi

20 \ scenari \

e7 sarà con te anche a natale.

il prossimo numero uscirà il 23 dicembre

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DA OLTRE DIECI ANNI SIAMO PROTAGONISTI DEL MERCATO ENERGETICO.SCEGLI UN PARTNER AFFIDABILE PER LA TUA AZIENDA

ENERGIA PER LE AZIENDE

focus storydal set plan i capisaldi del futuro energetico

Federico Testa, Commissario Enea

Non ci può essere futuro senza innovazione e ricerca, senza la sinergica collaborazione tra università e industria e senza linee guida strut-turate impresse dalla Politica. Il quadro emerso nel corso della VII Conferenza del Set Plan, organizzata dall’enea e svoltasi la scorsa set-timana a Roma, è stato dipinto coi colori della lotta alla decarbonizzazione, del cambiamen-to culturale e della ricerca di un mercato unico più efficiente.È Dominique Ristori, Direttore generale della DG energia della Commissione Ue, a spiegare come i cambiamenti che stanno at-traversando il settore energetico forniscono opportunità occupazionali e di benessere per l’Europa: “L’unione energetica è una fantastica occasione per accrescere la nostra competiti-vità e richiede l’integrazione delle competenze di tutti i settori, da quello industriale a quello dei trasporti. Abbiamo raggiunto molti obiet-tivi, tra cui la riduzione delle emissioni danno-se, ma c’è ancora molto da fare”. E in questo “fare” il Direttore elenca il bilanciamento della produzione, la riduzione del consumo di ener-gia primaria, la realizzazione di costruzioni

più prestanti (“ad Helsinki come ad Atene, a Parigi, Londra e Dublino”) e l’ottimizzazione delle infrastrutture che “resta un passaggio fondamentale per rendere efficiente il mercato interno dell’energia”.Scenario in cui emergono due elementi stra-tegici per il futuro del settore energetico: “La ricerca e l’innovazione sono fondamentali per dare risposte alle sfide della sicurezza ener-getica e dei cambiamenti climatici”, spiega Fe-derico testa, Commissario enea. Elementi, però, che hanno ancora bisogno di un vali-do supporto: “Le analisi riguardanti gli inve-stimenti e la relativa produzione scientifica ri-velano che le risorse destinate all’innovazione nel campo dell’energia non sono ancora ade-guate”, spiega Marco Mancini, Capo diparti-mento per l’università, l’alta formazione ar-tistica, musicale e coreutica e per la ricerca del MiUR. E prosegue: “La nostra priorità è di accrescere tali misure: in questa direzione vanno i 400 milioni di euro confluiti nel Fondo per la cre-scita sostenibile di cui 250 milioni destinati all’Industria sostenibile”.

Ivonne CarpInellI

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agnese CeCChInI

“Se vogliamo uno smart energy system, abbiamo bisogno di una infrastruttura innovativa. Il sistema elettrico deve essere più flessibile, più intelligente”. Esordisce così Giovanni De Santi Di-rettore dell’Istituto energia e trasporti, JRC, eC.

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Ai tre obiettivi europei di abbatti-mento della CO2, efficienza ener-getica e soluzione integrate in ambiente reale, il SET Plan rispon-de con tre sfide: rendere i cittadi-ni più centrali ma soprattutto at-tivi nel processo energetico come consumer; ottimizzazione del si-stema di reti; andare verso una unione energetica, percorso ini-ziato con un certo ritardo dall’UE e che oggi è quanto mai necessa-rio velocizzare.Da qui anche i titoli di tre ses-sioni della conferenza capitana-te rispettivamente da: Marie C. Donnelly, Direttore per le risorse rinnovabili, ricerca e Innovazione, efficienza energetica DG Energia, EC; Andras Siegler, Direttore per l’energia, DG, RTD, EC; Giovanni De Santi, Direttore dell’Istituto Energia e Trasporti, JRC, EC.

Quella di accrescere il supporto all’energia sostenibile è una priorità urgente per il nostro continente, grande energivoro, che, come ricordato da Juraj nociar, Capo Gabinetto del Vice Presidente per l’Unione dell’energia Maroš Šefčovič, “nel 2012 ha registrato un tasso di dipendenza del 53%”. Priorità che dovrà investire, in primo luogo, nella formazione dei propri cittadini, per ripartire dalle città, dalle abitudini di consumo e dalla consapevolezza dei singoli: “Smart meter, smart home e smart consumer: è la transizione del sistema energetico a porre i consumatori al centro delle dinamiche di mercato”, così Marie C. Donnelly, Direttrice delle fonti energetiche nuove e rinnovabili, l’efficienza e l’innovazio-ne energetica della Commissione Ue.

focus story

collaborazione

e sinergia le chiavi per

uno sviluppo

“smart”

la conferenza...

András Siegler, Direttore per l’Energia, DG, RTD, EC

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Ana R.Diaz Vázquez, Direttore di strategia tecnologica, Abengoa

Satu Helyen, Vice Presidente, operations smart industry ed energy system

I temi all’ordine del giorno sono integrazione dello storage in rete, gestione della rete di distribuzione, connessione tra diverse risorse energetiche del sistema, pensiamo ad energia e gas. E ancora integrazione di veicoli elettrici, una gestione diversa della rete grazie agli smart meter, un ruolo proattivo dei cittadini e un modello di costi diverso, flessibile, orario.Ma anche una nuova concezione di smart city, proiettata in un contesto reale idoneo alle esigenze di una città smart che saranno inevitabilmente incrementali rispetto allo scenario attuale. Sopratutto pensata come un sistema e andando ol-tre i confini di città, secondo un’ottica di regione. Ma quel-lo che emerge dalla conferenza del SET Plan è la necessità di una sinergia tra regolazione, industria e ricerca tenendo presente la ricaduta sul sistema ambiente e la competitività industriale. Il nuovo concetto di città e prima ancora di reti, risponde ad un’esigenza globale di flessibilità di approvvigionamento, distribuzione e di mercato, perchè quello su cui tutte queste tecnologie possono impattare è proprio il concetto e i confini del mercato energetico.

Ma qual è il comparto industriale di domani? e soprattut-to quali tecnologie impattano di più sulla crescita indu-striale e come?

I player in gioco sono diversi e tutti hanno punti di forza e di debolezza nel settore, pensiamo al solare termico che come tecnologia recente sta dando ottimi risultati in termine di ac-cumolo ed efficienza e sta prospettando una evoluzione del sole come fonte “programmabile”.

Altro elemento alternativo alle fonti fossili nel quadro euro-peo è la bioenergia soprattutto per aumentare il valore del costo/effetto dell’energia su aree non servite da infrastrut-ture centrali.

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Considerato poi l’obiettivo di incrementare la crescita dei fondi privati una risorsa può rappresentarla il crowdfunding…

Una delle sfide fondamentali per il sistema energeti-co è rendere il consumatore sempre più attivo al suo interno e accrescere i livelli di efficienza energetica.

Riccardo Basosi, Delegato italiano al SET Plan e rap-presentante del nostro Paese per Horizon 2020, in apertura della seconda giornata di lavori ha ricorda-to come “l’economia basata sulle fossili non potrà durare per sempre” e proprio per questo la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico si rendono fon-damentali. In particolare, secondo l’esperto, in filie-re per cui l’Italia eccelle già oggi, a partire da “smart grid e rinnovabili”. Nonostante ciò, il livello di risorse pubbliche e private destinate a ricerca e innovazione “non è ancora adeguato”.E di tecnologie ha parlato anche andreea Strachine-scu Olteanu, Capo dell’unità nuove tecnologie ener-getiche, innovazione e carbone pulito della DG Energia - Commissione UE: “Il SET Plan guarda alle soluzioni in-novative, a come introdurle nei mercati e a come ridur-ne i costi. Ma non possiamo dimenticare il consumato-re, fondamentale in tanti processi e nel perseguimento degli obiettivi di efficienza energetica. Dobbiamo fare in modo che comprenda quanto può essere decisivo ed essere informato nell’e-nergy system”.

Anne McIvor, Managing director Crowd Tech funders

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focus storyl’efficienza energetica

passa per il consumatore

Ma chi potrà cambiare per primo visione ed approccio all’ener-gia saranno certamente le industrie energivore, come è stato per l’industria cartaria, che per esigenze di competitività hanno implementato attività di efficienza.

Nicola Rega, Climate change and Energy manager, CEPI

antonIo Jr ruggIero

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Andreea Strachinescu Olteanu,Capo Unità nuove tecnologie per l’energia, innovazione e carbone pulito, DG Energia, EC

Un numero di consumatori che nel tempo sta au-mentando e si sta anche trasformando. Come ricor-dato da Jeffrey Cassis di Royal Philips: “La popola-zione sta crescendo e si sta muovendo verso le città, dove stanno nascendo le principali infrastrutture”; e proprio sui contesti urbani orientati al modello del-la smart city si concentra il progetto portato avanti da Philips ed Ericson di unire lo sviluppo dell’illumi-nazione pubblica a quello delle reti di telecomuni-cazione, attraverso “smart street light” integrate a infrastrutture broadband mobile. Cassis fa notare come sui consumi elettrici mondiali l’illuminazione incida per il 19%. L’introduzione di sistemi LED potrebbe garantire risparmi nell’ordine del 40% e, se abbinati a soluzioni di controllo intelli-gente, fino all’80%. Il SET Plan, conclude Cassis, “può aiutare a comu-nicare i benefici delle tecnologie per l’efficienza energetica, sostenere il loro sviluppo, così come

quello di politiche favorevoli e soluzioni di finan-ziamento”.Presente nel panel dedicato a consumatori ed efficienza anche l’Italia con Pasquale Di Fran-co, capo del dipartimento efficienza energetica dell’ENEA, che ha avuto modo di descrivere a una platea internazionale il peculiare sistema italiano dei Certificati bianchi, i suoi successi e vantaggi, oltre alle esigenze di evoluzione futura: maggiore semplificazione e stabilità delle norme.Nicola Rega, infine, Climate Change & Energy Manager di CEPI (Confederazione delle industrie cartiere europee), ha ricordato come, secondo l’ACER, il settore elettrico necessiti nel periodo 2010 – 2020 di investimenti per oltre 800 miliar-di di euro, divisi tra generazione, trasmissione e distribuzione. Allo stesso tempo, però, le filiere industriali che sostengono la domanda di energia non vivono un periodo florido: “Nel nostro settore è calata la produzione e quindi anche la domanda di ener-gia”, e per rimediare con obiettivi di efficienza “occorre guardare anche ai processi di altri setto-ri industriali, scambiandosi buone pratiche e so-luzioni”. È questo il caso della “supercritical CO2” sfruttata nei processi tessili da applicare anche a quelli delle cartiere.

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ISSN 1972-6988

LA RIVISTA ITALIANA DEL GAS

OIL&GAS ITALIA: c’è chi dice no, o forse sì

CH4 - Rivista trimestrale - Anno XIV - N.4 - 2014

Lo smart meter come il grande fratelloUtility, il dialogo in EuropaSardegna: l’isola, del metano, che non c’è Il futuro tecnologico dei servizi locali è no-dig

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riviste

L’approfondimento su un dibattito mai sopito, la valorizzazione delle risorse nazionali di idrocarburi, è il tema scelto per la focus story del nuovo numero di CH4. Un approfondimento in cui sono state messe a confronto le voci del no e quelle del sì per comprendere in maniera con-creta tutte le reali opportunità che una diversa e maggiore produzione di idrocarburi nel nostro Paese può rappresentare, da tutti i punti di vista: sicurezza energetica, costi di approvvigionamento, riflessi eco-nomici e finanziari, sicurezza ambientale, sviluppo tecnico e tecnologi-co di settore. Un’analisi a 360 gradi condotta con la collaborazione di AIEE, INGV e ASPO.Alle soglie del nuovo anno la quarta uscita nel 2014 della rivista si ar-ricchisce dell’analisi di scenario fatta dal presidente dell’aeeGSI Guido Bortoni, che interviene su temi quali, ad esempio, lo stoccaggio gas, la regolazione per il biometano, i sistemi di incentivazione, il Remit. E In chiusura dell’intervista Bortoni traccia la rotta per il prossimo futuro: “Dobbiamo abbandonare le ottiche “nazional-centriche” e muoverci in un’ottica più europeista, non per motivi estetici ma per ragioni di eco-nomicità e di efficacia”.Completano questo numero gli interventi sulla distribuzione del gas metano nella regione Sardegna, sull’esperienza di ricerca dell’Enea nel campo dello shale gas, sulla sindrome nimby nei confronti del biogas italiano, sullo sviluppo tecnologico per il gas nei campi smart meter e smart grid (protagonista della European Utility Week di Amsterdam e della fiera H2O - CH4 di Bologna). Infine, di particolare interesse l’analisi di un caso energetico europeo posto al centro dell’attenzione internazionale negli ultimi mesi: la Scozia. Ne abbiamo discusso con la Came-ra di commercio & industria italiana per il Regno Unito e con l’Ambasciata britannica in Italia. Realtà che ci han-no ricordato come, a partire dal 2012, l’export italiano verso il Regno Unito abbia registrato un aumento del 9%, tornando vicino ai livelli ante crisi e assestando-si nel 2013 a un valore pari a 19.570,14 milioni di euro; ma soprattutto sottolineando come anche la tecnologia italiana e in generale il know-how nazionale nel campo del gas possa trovare nel mercato del Nord un potenziale punto di dif-fusione e successo.

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oil&gas italia: c’è chi dice no, o forse sìonline il nuovo numero di ch4, la rivista italiana del gas

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dossier

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“Secondo uno studio Utilitatis, dei 77 TWh risparmiati attraverso l’efficienza ener-getica dal 2007 al 2012, la maggior parte derivano dai certificati bianchi, che han-no inoltre costi inferiori - circa 400 milioni l’anno - rispetto agli altri sistemi d’incen-tivazione, come le detrazioni fiscali”. A spiegarlo è ester Benigni, Responsabile power trading e portfolio management di A2A, nel corso della sesta conferenza nazionale sull’efficienza energetica di Amici della Terra.

Un evento in cui le tante filiere dell’efficienza hanno descritto le loro necessità rispetto a un settore ritenuto sì fondamentale, ma non senza problemi, a partire dalla stabilità normativa. È questo ad esempio il caso delle nuove linee guida per i certificati bianchi che saranno emanate con decreto ministeriale il prossimo anno dal ministero dello Sviluppo. Tra le ipotesi, anche quella di correlare l’incentivo non ai risparmi conseguiti ma agli investimenti effettuati, una possibilità che allarma molti soggetti di filiera.

“I certificati bianchi sono sempre stati efficienti perché correlati ai Tep risparmiati”, prosegue Benigni, “l’ipotesi di legarli anche al costo dell’investimento ingesserebbe il sistema”; che interviene anche sulle modalità di sostegno alla filiera delle energie rinnovabili: “Le nuove FER elettriche che meritano incentivi sono quelle che creano filiera, sistema e occupazione sul territorio”.

Se molti degli intervenuti al convegno hanno sottolineato l’esigenza di una razio-nalizzazione e di una stabilità normativa, Giuseppe tommasetti, Vice Presidente FIRE, aggiunge: “I meccanismi di incentivo devono essere sostenuti da risorse am-pie e qualificate”. Detto del quadro generale, tre sono stati gli approfondimenti set-toriali che meglio definiscono lo stato dell’efficienza e dei costi energetici in Italia: industria, teleriscaldamento ed edilizia.

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Come descritto da Massimo Medugno, Direttore generale di As-socarta: “La filiera della carta fattura in Italia 21 miliardi l’anno. La bolletta di questo settore è di 1,1 miliardi anno, più 150 milioni di oneri della CO2”. A fronte di ciò, “il costo dell’energia elettrica finale per una cartiera in Francia è 60 euro a MWh, in Germania 50 euro, in Italia circa 120”. Alla luce di questo squilibrio “fare efficien-za è fondamentale” e in questo senso si può “ridurre la necessità di energia del processo o cercare energia nel processo” (ad esempio con la cogenerazione).

Secondo Sergio La Mura di ASSISTAL, invece, “nell’ambito della riqualificazione edilizia, in cui l’Italia eccelle, in un periodo stori-co difficile come questo, l’incentivo diventa fondamentale”. Consi-derando anche che, ad esempio, nel recepire la Direttiva europea sull’efficienza energetica, in Italia si è stabilito che la ESCo assume comunque un certo rischio finanziario e questo rendo più difficili i finanziamenti”.

Fausto Ferraresi, infine, Presidente di AIRU, interviene sul Teleri-scaldamento: “L’Europa ha capito che questo servizio è proiettato verso la nuova economia e ne ha fatto uno strumento importante per le strategie energetiche del futuro. Ma l’Italia?”. Nel nostro Pa-ese a dicembre 2013 “sono 199 i centri urbani teleriscaldati con circa 9,2 TWh termici erogati all’utenza, che però costituisce solo il 5,6% della popolazione nazionale. “Un trend crescente ma rallen-tato spesso da barriere ideologiche”.

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Un obiettivo del 15% al 2020 rispetto al livello del 2010 e del 25% al 2030. Questi i due target ipotizzati per l’Italia dall’associazione Amici della Terra, prendendo in considerazione un nuovo indica-tore che possa mettere meglio in correlazione l’efficienza ener-getica con la competitività del Paese: l’intensità energetica, cioè il rapporto tra unità di ricchezza o produzione e quantità di energia necessaria per generarla. Gli obiettivi al 2020 e al 2030 dell’associazione prevedono dun-que la riduzione dell’intensità energetica in vari comparti e ciò, secondo Amici della Terra, non è in contrasto con i dettati comu-nitari, come nel caso della direttiva 2012/27/UE.L’associazione ha inoltre svolto alcune analisi di settore, elabo-rando una serie di indicazioni utili. Nel caso del residenziale, ad esempio, effettuando una riqualificazione energetica sul 4,5% l’anno degli edifici costruiti prima del 1991, è possibile raggiun-gere un risparmio di 8,7 Mtep/anno rispetto ai consumi del 2010. Per ottenere ciò, tra i vari provvedimenti, sarà necessario rendere permanenti le detrazioni fiscali del 55% e attivare nuove schede standard per i TEE. Nel caso dei trasporti, invece, secondo Amici della Terra un fo-cus particolare dovrà essere rivolto agli investimenti nel trasporto collettivo urbano ed extraurbano, “a oggi quasi completamente abbandonato”, come si legge nel report dell’associazione. Per il settore industriale, infine, occorre creare maggiore sinergia nei processi produttivi tra obiettivi di efficienza e obiettivi ambientali.

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Tommaso Franci, Consigliere nazionale Amici della Terra

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scenariinnovazione tecnologica:

le aziende accettano la sfida

MonICa gIaMbersIo

Il 10 dicembre si è tenuta a Milano “la XIII Giornata della ricerca ANIE”, un evento nell’ambito del quale sono state presentate le più innovative tecnologie per la sostenibilità offerte dall’industria elettrotecnica ed elettronica italiana. In occasione di questo evento abbiamo intervistato

Pietro Palella, Vice Presidente anIe per la Ricerca e l’Innovazione.

In tema di innovazione quali sono le priorità a livello europeo?

Per affrontare il discorso a livello europeo va citato quello che è forse lo strumento più importante per la parte di incentiva-zione dedicata alla ricerca e all’innovazione, ovvero Horizon 2020. Questo programma affronta le tematiche legate alla so-stenibilità e alle sfide ambientali da diverse prospettive. Se an-diamo a considerare settori più specifici troviamo ambiti in cui ANIE indubbiamente è portatrice delle tecnologie fondamen-tali: parlo per esempio dell’energia, che vuol dire efficienza energetica, piuttosto che utilizzo delle fonti rinnovabili. Accanto a questi comparti altro settore di grande rilevanza è quello della “smart city”. Si sta prendendo atto ormai che da tempo c’è una concentrazione sempre più importante di popolazione nelle città, diventate elementi chiave di una politica di sostenibilità. Proprio nell’ambito del program-

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ma Smart city l’ANIE sta affrontando il tema dell’efficientamento energetico delle costruzioni a cui si affianca anche quello della mobilità intelligente. Per tutte queste innovazioni l’ANIE ha tec-nologie centrali.

Qual è la situazione dell’elettronica e dell’elettrotecnica a li-vello europeo e italiano?

In Europa c’è una situazione di progresso. I risultati ANIE dell’an-no corrente sono interessanti, perché la parte elettrotecnica ha registrato un incremento del fatturato totale dell’1,3%, mentre per quella elettronica l’aumento è del 2%. Tuttavia la parte significa-tiva di questo risultato non deriva dal mercato italiano, bensì da quello estero. In generale dai numeri è emerso come le aziende ANIE, per poter fare fronte alla crisi di questi anni, abbiano, per scelta e necessità, dovuto rivolgersi al mercato estero ottenendo risultati significativi e interessanti. Da sottolineare il fatto che le imprese ANIE investono circa il 4% del fatturato in innovazione, un numero importante se pensiamo che nel nostro Paese le percentuali di investimento sul PIL sono bassissime. In generale abbiamo rilevato una realtà che crede molto all’innovazione. Il comparto ANIE italiano dell’industria elettrotecnica ed elettro-nica è al terzo posto in Europa. Per la parte elettrotecnica siamo secondi solamente alla Germania. Se consideriamo, ad esempio, il comparto elettrotecnico, siamo il primo esportatore mondiale di componentistica per ascensori e siamo i secondi al mondo per le esportazioni di impianti finiti (ascensori e scale mobili). Nume-ri forse poco conosciuti, ma che danno la dimensione di quanto le aziende ANIE possano essere competitive tenendo conto che siamo in un ambito, come quello italiano, composto da piccole e medie imprese. Realtà che hanno saputo mettersi in gioco in-dirizzandosi anche verso mercati di nicchia di cui sono diventate leader nel mondo.

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scenari

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Quali novità sono state presentate il 10 dicembre?

Per la XIII Giornata della ricerca ANIE abbiamo ripreso il tema della sostenibilità, un argomento prioritario in Europa per lo sviluppo industriale delle nazioni. All’evento parteciperan-no diverse aziende come ABB, Ansaldo Breda, Gewiss, Or-mon, Siemens, Sirti, ESA Energy, Sieled STMicrolelectronics. Ci saranno diversi ambiti: la distribuzione di energia, la dia-gnostica da remoto in ambito ferroviario, il monitoraggio energetico, tutta la parte di illuminazione a LED, di efficien-za energetica (sia per il settore domestico sia per quello in-dustriale). Quello che ci aspettiamo è mostrare un segno di vitalità dalle realtà del comparto. Le aziende che investono in innovazione in un contesto economico non facile danno, infatti, sicuramente un segno di estrema fiducia nel futuro e nelle proprie forze.

Quali sono le sfide future del settore?

Il programma europeo di innovazione a cui l’Italia fa riferi-mento è settennale e in questo periodo si andrà avanti in maniera decisa su vari fronti. C’è, ad esempio, il tema della mobilità elettrica che è ancora all’inizio, così come il discor-so legato alle smart grid e più in generale alla smart cirty. La sfida è tutta aperta in questo senso. Accanto a questi temi c’è poi tutto il discorso dell’efficien-tamento dei fabbricati. Questo settore richiederà notevoli investimenti non solo privati, ma anche pubblici. Solo per fare un esempio, tutta la parte elettrotecnica per uso civile è ampiamente trainata dall’andamento dell’edilizia: o si fanno case e impianti elettrici o è difficile pensare a un rilancio per l’elettrotecnica negli impianti civili. Dobbiamo auspicare che questo accada. A prescindere da ciò molti sono i programmi nei quali le aziende ANIE sono impegnate. E questo costitui-sce una sfida fondamentale per il comparto.

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scenari

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egeconoscere il processo per ottenere i risultati

Ivonne CarpInellI

SGH Srl è nata per dare sostegno alle PMI; attualmente di cosa si occupa?

Sto curando la realizzazione di una piscina pubblica a gestione privata nella provincia di Firenze (vedi grafici 1, 2, 3, ndr). Le atti-vità previste dal progetto riguardano inter-venti edili, idraulici e meccanici finalizzati al risparmio di energia termica ed elettri-ca e prevedono l’installazione di un coge-neratore metano da 50 kW elettrici e di un impianto fotovoltaico da 20 kW, oltre alla sostituzione delle fonti luminose con lam-padine LED. Il lavoro è inserito in un unico progetto PPPM che verrà presentato al GSE per l’ottenimento dei certificati bianchi, in modo da essere composto da almeno 60 TEE equivalenti a 60 TEP.

nello specifico, quali interventi verranno stati eseguiti?

Il caso trattato è ancora in fase di proget-tazione. Attualmente stiamo valutando i risparmi energetici al fine di effettuare una scelta attenta e sostenibile del ge-neratore termico e di quello elettrico. È stata prestata particolare attenzione all’i-solamento delle tubazioni, alla eventua-le sostituzione di motori con inverter e all’ottimizzazione con accumuli termici idonei. In aggiunta a una piattaforma di

monitoraggio dei consumi e gestione dei fabbisogni termici con integrazione dei sistemi, verrà installato un dispositivo per ridurre i consumi idrici sanitari di acqua calda dotato di un innovativo sistema di trattamento aria con recupero di calore. L’installazione di un impianto FV da 20 kW permetterà, inoltre, di utilizzare energia elettrica sia per riscaldare e deumidificare i locali nelle stagioni invernali e nelle mez-ze stagioni (riducendo l’utilizzo e i consu-mi del cogeneratore), sia per il condiziona-mento dell’intera struttura d’estate.

Con quale tipologia di finanziamento ver-rà realizzata l’opera?

Il cliente è libero di scegliere tra il finan-ziamento tramite ESCo e/o il noleggio ope-rativo. Il ricorso ai fondi europei è troppo complicato: c’è il rischio di bloccare i lavori per almeno un anno, di perdere gli incentivi e/o di far decadere il progetto.

Qual è il tempo di ritorno previsto per l’investimento?

Oggi integrare molteplici sistemi di produ-zione con diverse tecnologie permette di avere ritorni economici migliori. Ci aspet-tiamo un payback time di circa 4 anni per la realizzazione del cogeneratore e dell’im-pianto fovoltaico e per la sostituzione delle luci a LED.

MASSIMO MONTI,energy Manager dI sgh srl

Conseguito il diploma di peri-to elettrotecnico e perito mec-canico, Massimo Monti inizia a lavorare in Enel nel 1979 come progettista e tecnico collaudatore di impianti in alta tensione. Dal 2008 al 2013 collabora con diverse aziende nell’ambito delle rinnovabili: per Solar Energy Italia, Blue Energia e Fedi Impianti si oc-cupa di progettare e realizza-re impianti FV in tutta Italia. Nel 2014 consegue l’attestato come Energy Manager ENEA e viene inserito nell’elenco dei tecnici selezionati dalla regio-ne Toscana per realizzare au-dit energetici di primo livello. Lo stesso anno fonda SGH srl che sviluppa progetti sosteni-bili e finanziabili per le PMI.

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egeSecondo la sua lunga esperienza, l’energy Manager ha diffi-coltà a intervenire sui decisori aziendali?

L’EM deve accompagnare il cliente lungo il delicato percorso dell’efficienza energetica, diventando protagonista del suo pro-cesso di crescita e coinvolgendo anche il personale addetto e gli stessi utilizzatori (come indicato nella norma ISO 50001). Se fatto in maniera corretta e coinvolgente, questo lavoro avrà sicu-ramente un ritorno positivo. In ogni caso la realizzazione di un sistema di gestione dell’energia è un percorso obbligatorio per le aziende energivore: oltre al controllo efficiente dei consumi è anche una garanzia di affidabilità per clienti, fornitori, dipenden-ti e collaboratori. Inoltre, grazie all’efficienza energetica si può risparmiare intervenendo sui consumi e sulle abitudini di ognu-no: occorre ripartire dalle scuole e insegnare cos’è il risparmio.

Il quadro normativo in tema di efficienza energetica è secon-do lei completo o esistono delle criticità su cui occorre inter-venire?

La struttura di fondo dei tutte le norme è sempre la stessa: il modello del ciclo di Deming o approccio Plan-Do-Check-Act. Tra gli attori del settore c’è ancora molta confusione e tanto da fare. Autorizzazioni, ambiente e sicurezza: questi i campi in cui ho riscontrato le maggiori criticità.

Pensa che si sposi maggiormente con le esigenze degli enti privati?

Sì le singole aziende sono più sensibili al risparmio e, soprattut-to, agli investimenti nelle nuove tecnologie. Gli enti statali e le PA sono più inerti ai cambiamenti, perché legati a vecchi preconcet-ti: se un dipendente ha freddo è più semplice (e più veloce) alzare la temperatura piuttosto che sostituire gli infissi o installare delle valvole termostatiche.

Corsi, master e scuole per la nascita di figure qualificate: quanto conta la formazione rispetto all’esperienza?

Solo studiando e approfondendo le conoscenze possono nasce-re nuove figure specializzate in grado di migliorare la gestione dell’energia. Rispetto all’istruzione è l’esperienza, misurabile at-traverso i risultati positivi conseguiti, che pesa sulla conoscenza dei processi.

-­‐4.000  -­‐3.000  -­‐2.000  -­‐1.000  

0  1.000  2.000  3.000  4.000  5.000  6.000  7.000  

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grafico 1: situazione attuale del comparto elettrico

grafico 2: previsione con produzione da cogeneratore 50 kw

grafico 3: parte termica, situazione attuale e successiva all’installazione del cogeneratore a metano

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Questa proposta di legge, che agevola chi decide di fare impresa in modo sostenibile, nasce come rispo-sta alla crisi che il Paese sta attraversando?

La diffusione e la gravità di emergenze ambientali su tut-to il territorio nazionale, unite alla profondità della crisi occupazionale che interessa l’intera Italia, sono elementi di criticità da leggere assieme e a cui occorre dare una risposta complessiva. Il Lazio non fa eccezione, anzi. Sul territorio regionale sono ben presenti gli impatti di uno sviluppo industriale fortemente contaminante. Per fare un solo esempio, la Valle del fiume Sacco, secondo ba-cino idrico del Lazio, interessato da inizio secolo scor-so dalla compresenza di stabilimenti industriali bellici e chimici e da altri impianti inquinanti, è una delle 57 aree vaste contaminate definite a livello nazionale prioritarie per le bonifiche. Dal punto di vista occupazionale in Lazio le stime di Con-fartigianato parlano di 90 imprese chiuse ogni giorno nel 2013, quasi il doppio della media nazionale che è di 54 imprese. Alla base di queste emergenze apparentemente diverse tra loro c’è una causa unica: un modello econo-mico, politico e sociale ormai palesemente insostenibile.

andrea Cavada

Martedì 2 dicembre è stata presentata pubblicamente presso la Sala Te-vere della Regione Lazio la proposta di legge regionale “Interventi per la riconversione ecologica e sociale”. Frutto di un anno di lavoro che ha visto adoperarsi insieme associazioni, realtà sociali, sindacali, datoriali ed istituzionali, questa proposta prevede “l’istituzione di strumenti a soste-gno di processi di conversione ecologica, destinati soprattutto a piccole e medie imprese in fase di pre-crisi, ma allargati anche ad altri beneficiari: lavoratori di imprese in fase di fallimento, cooperative, onlus, enti che tutelano beni comuni. Oltre a definire ambiti e scopi di azione, il testo isti-tuisce strumenti e procedure ad hoc per la sottoscrizione di un Accordo di Partenariato attraverso cui accedere a fondi a promozione di processi di riconversione”. A lanciare e promuovere il percorso di scrittura parte-cipata i rappresentanti di diverse realtà, con la consulenza di affermati giuristi, tra cui l’Avv. Luigi Principato, l’associazione A Sud, la Fondazione Ecosistemi, coadiuvate dal Consigliere regionale Marta Bonafoni. Di seguito le interviste a Marica Di Pierri di associazione A Sud e Silvano Falocco di Fondazione Ecosistemi.

marica di pierri , responsabile comunicazione e portavoce associazione a sud

il lazio per la riconversione ecologica e sociale

sost

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Page 17: dal set plan i capisaldi del futuro energeticoguate”, spiega Marco Mancini, Capo diparti-mento per l’università, l’alta formazione ar-tistica, musicale e coreutica e per la

sostenibilitàDi fronte a questa evidenza l’unica soluzione possibile passa per la costruzione di strumenti concreti in grado di promuo-vere processi di conversione ecologica che rendano le produ-zioni compatibili con i limiti ecologici del pianeta e assieme aiutino a tutelare i livelli occupazionali e i diritti dei lavoratori. È a questo duplice obiettivo che la proposta di legge intende rispondere.

Che impatto ha avuto sulle realtà che hanno cooperato alla sua stesura, come è stata accolta nelle sedi istitu-zionali e, sopratutto, che effetto avrà sui soggetti che ne beneficeranno?

Il percorso di scrittura partecipata, durato oltre 1 anno, è stato promosso dall’associazione A Sud e dalla Fondazio-ne Ecosistemi che hanno chiamato attorno a loro un’ampia cordata di realtà associative, sociali, sindacali e datoriali, in stretta collaborazione con il Consigliere regionale Marta Bo-nafoni, che ha appoggiato l’iniziativa sin da principio, e con un pool di giuristi che ne ha orientato la traduzione in un articolato normativo. Tutte le realtà che hanno preso parte a vario titolo al percor-so, tra cui la CGIL Roma e Lazio, la FIOM, la Rete ONU, il La-boratorio Reset, hanno individuato nella proposta di legge uno strumento valido e unificante rispetto alle diverse pro-spettive di ciascuno per procedere verso l’obiettivo comune di un cambiamento reale nel sistema economico. La proposta di legge è stata ufficialmente depositata il 1 di-cembre scorso, il giorno prima della presentazione pubblica, con le firme di 16 consiglieri regionali, tra cui i capigruppo di maggioranza e i presidenti delle commissioni competenti per merito. Anche la Giunta regionale, per bocca del Vice Pre-sidente Smeriglio, che ha ricevuto simbolicamente la legge durante la conferenza del 2 dicembre, ha accolto la proposta definendola organica rispetto all’indirizzo dell’azione di go-verno, contraddistinta da una attenzione particolare al tema della conversione ecologica. Da questo momento si apre uffi-cialmente la fase istituzionale di discussione e approvazione del provvedimento in seno al Consiglio regionale.

Rimarrà in ogni caso fondamentale l’attività di costante monitoraggio so-ciale per garantire al provvedimento un iter in tempi certi che non ne snaturi finalità e impostazione di fondo. Non è stato purtroppo possibi-le inserire nel testo, in mancanza di una disciplina organica in materia, istituti di partecipazione e di controllo sociale vincolanti: nella relazione introduttiva questo gap è sottolineato, anzi si chiede al legislatore regio-nale di colmarlo quanto prima attraverso una opposta legislazione.

Le iniziative di conversione con finalità ecologiche e sociali previste da questa proposta di legge, sono molte e riguardano ambiti molto diversi fra loro. Sono presenti o si verranno a creare strumenti econo-mico/legislativi che supportino gli scopi previsti da questa proposta?

I principali beneficiari della legge sono le PMI, che rappresentano la stra-grande maggioranza dei soggetti economici operanti in Italia.Lo sforzo nella scrittura del testo è stato quello di ampliare il concetto stesso di riconversione in modo da far rientrare tra i beneficiari anche altre categorie di soggetti: dai lavoratori di imprese in procedimento di fallimento, che potranno organizzarsi in cooperative e rilevare, con la mediazione dell’istituzione pubblica, l’attività in fase di dismissione per garantire la continuità produttiva e il mantenimento dei livelli occupazio-nali, alle onlus e agli enti che tutelano beni comuni. Gli strumenti previsti sono attivati da un Accordo di Partenariato attraverso cui viene formulato uno studio di fattibilità e un piano di riconversione che può riguardare innovazione di prodotto, ristrutturazione del ciclo produttivo, catena di forniture, approvvigionamento energetico, riqualificazione di immobili in abbandono a fini produttivi, etc.

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I fondi a cui la legge mira ad accedere sono prevalentemente i fondi strutturali europei tra cui l’FSE, Fondo Sociale Europeo e il FESR, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sen-za escludere la possibilità di accedere ad altre linee di finanziamento.

Questa proposta di legge può in qualche modo rappresentare uno dei primi passi o meglio la dimostrazione che è possibile fare impresa e allo stesso modo tutelare l’ambiente? È esattamente l’obiettivo per cui è pensata: tenere assieme i livelli della giustizia socia-le e di quella ambientale. Convertire l’economia, riportare il modello produttivo entro i limiti ecologici del pianeta, rafforzare le filiere locali, tutelare il lavoro, ridistribuire ric-chezza invece che, come pretende il modello attuale, concentrare profitti e ridistribuire precarietà, povertà e veleni. Il ruolo di stimolo delle realtà sociali è giunto alla scrittura di una proposta organica, sta ora al governo del territorio assumere la sfida e rimarcare il ruolo protagonico che gli enti democratici di prossimità sono chiamati a giocare in questo momento nevralgico.

In che modo e con quali mezzi questa proposta di legge aiuterà le imprese e tutte le realtà coinvolte a ridurre i rischi e a minimizzare l’impatto ambientale? La proposta di legge si propone di coordinare tutti gli stru-menti a disposizione della Regione nella direzione della con-versione ecologica e sociale dell’economia, dei prodotti, dei processi produttivi e delle organizzazioni.Si tratta di orientare in una medesima via:- acquisti verdi, introducendo criteri ambientali e sociali negli appalti pubblici di opere, beni e servizi, secondo quan-to previsto dal Piano d’Azione Nazionale GPP, in stretta col-laborazione con la Direzione Generale Centrale Acquisti;- appalti pre-commerciali, relativi alla fase di ricerca e sviluppo (R&S) prima della commercializzazione;- diffusione dei sistemi di eco-etichettatura (innanzitut-to eco-label), certificati da parte terza indipendente o da pro-cessi di certificazione partecipata, e accompagnamento delle imprese che li vogliono ottenere;- accordi per la ricerca, che possano coinvolgere istitu-

zioni nazionali, regionali e locali, centri di ricerca, università, agenzie pubbliche e imprese, su progetti di eco-innovazione di prodotto, di processo, di distretto e di organizzazione; - la realizzazione di Aree produttive ecologicamente at-trezzate, progettate, realizzate e gestite sulla base di criteri di eco-efficienza, al fine di garantire un sistema di gestione integratodegli aspetti ambientali;- accordi per interventi del Fondo Nazionale per il Micro-credito e con singole banche per prestiti a condizioni specia-li;- programmi di formazione, professionale e non, e d’in-formazione che accompagnino i processi di cambiamento in atto per la conversione ecologica e sociale, per aumentare il numero di soggetti specializzati con profili adeguati nel campo della green economy e incrementare l’occupazione di persone qualificate nelle aree di specializzazione della green economy;- fondi a carico del bilancio regionale;- concessioni di porzioni di patrimonio pubblico immo-biliare.

silvano falocco, fondazione ecosistemi

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La proposta fissa obiettivi ambiziosi. Una volta appro-vata, quanto e come influirà sulla trasformazione delle strategie in azioni operative? Se la Regione mostrasse una forte capacità di orientamento degli strumenti a propria disposizione, le risposte del merca-to sarebbero immediate.Infatti se la Regione, ad esempio, integrasse dei criteri am-bientali nei propri bandi di gara, le imprese si adeguerebbe-ro a quanto richiesto dai capitolati di appalto e quindi, nel corso di qualche anno, rivedrebbero la propria gamma di prodotti o i processi da questi utilizzati.Basterebbe inoltre che l’Amministrazione richiedesse beni e servizi con eco-etichette e, dall’altra, ne finanziasse le proce-dure per ottenere gli standard ambientali richiesti da tali eti-chette per garantire una trasformazione concreta delle azio-ni di tali imprese. Non proclami generici alla sostenibilità ma capacità di modificare profondamente ciò che si produce, come lo si produce e perché lo si produce.La formazione può inoltre permettere di “accompagnare” tali processi, qualificando in senso ambientale le risorse umane e professionali ecologia, salvaguardia dell’ambiente e tutela del territo-rio. È forse questo il mix giusto per uscire dalla crisi?

La crisi strutturale nella quale siamo immersi dal 2008, lo abbiamo ripetuto in ogni occasione, non è solo economica ma è anche sociale, del modello di sviluppo e dei diritti so-ciali che tale modello permette di tutelare, e ambientale, ov-vero crisi del modello energetico fossile, del modello estrat-tivo di risorse naturali sempre più scarse, della capacità di trattare gli scarti di un sistema produttivo a “obsolescenza programmata” e produzione di un caos climatico che rischia

di produrre effetti irreversibili e incontrollati.Bisogna quindi partire da un diverso modello, “ecologico” per l’appunto, dell’economia, del suo metabolismo che non può continuare ad essere accelerato e illimitato.E poi da un rapporto più equilibrato con il territorio, una relazione più solida con le risorse locali, una visione del rap-porto tra input e output meno schizofrenico, che non ripro-ponga modelli irresponsabili basati su una relazione distorta tra produzione della ricchezza e del lavoro e qualità del ter-ritorio.Un modello che ridia importanza alle relazioni sociali e uma-ne.È questa l’unica via d’uscita a una crisi che non sembra af-fatto congiunturale e che non può richiamarsi perennemente ad una “crescita” (peraltro trascurandone il costo ambientale e sociale) che sembra evocata più che reale. Quali sono gli scenari (economici, sociali e ambientali)che auspicate e che potrebbero venire a crearsi una volta che questa proposta si trasformerà in legge?Ciò che i proponenti della legge auspicano è di contribuire a “raddrizzare un legno storto”, mediante la capacità di una imprenditorialità diffusa – ed espressa non solo dalle impre-se ma anche dalle piccole strutture cooperative, dalle profes-sioni, dagli artigiani, dall’economia sociale, dalle fondazioni di partecipazione, dai cittadini – nel produrre ricchezza e lavoro.Sono in pochi oggi a credere che bisogna limitarsi ad aspet-tare il treno della crescita che, visti i cambiamenti geopolitici in corso, rischia di non arrivare mai. Occorre saper proporre una nuova visione – più ecologica, più solidale, attenta ai diritti e alla capacità di produrre lavoro di buona qualità - ed incentivare la più varia soggettività economica ad orientarsi in questa direzione.

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internazionalizzazione: scenari

Le aziende italiane devono puntare su interna-zionalizzazione, alta formazione professiona-le e innovazione tecnologica per affrontare un contesto economico come quello attuale carat-terizzato da incertezza e instabilità. È uno degli scenari emersi dalla conferenza di presentazio-ne delle attività internazionali di ANIE - Confindu-stria che si è tenuta giovedì 11 dicembre a Mila-

no. Durante l’incontro, che ha tracciato un quadro dei settori energia, oil&gas, industria, costruzione

e trasporti, sono stati descritti i trend in tema di approccio ai mercati esteri e tutte le iniziative che l’associazione ha organizzato nel 2015 per promuo-vere l’attività delle sue aziende (realtà produttive del settore elettronico ed elettrotecnico). In particolare i dati ANIE, raccolti su un campione di PMI associate, hanno evidenziato come il 71,4% delle aziende, nel 2014, abbia puntato sul rilancio estero aumentando o comunque mantenendo stabile il vo-lume dell’export. “Le nostre aziende hanno un futu-ro solo se internazionalizzano, solo se esportano”, ha affermato andrea Maspero, Vice Presidente anIe per l’internazionalizzazione sottolineando, però, come l’approccio ai mercati esteri più dinamici e a maggiore potenziale di sviluppo debba avvenire in maniera consapevole e strutturata. In quest’otti-

il futuro delle pmi

MonICa gIaMbersIo

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ca centrale è il ruolo consulenziale di ANIE che per il 2015 ha messo in piedi un programma di 32 appunta-menti tra cui, solo per citare qual-che esempio, 10 missioni imprendi-toriali in quattro diversi continenti, 13 partecipazioni fieristiche (tra cui Hannover Messe Industrie, Middle East electricity e Solar Middle East) e 5 iniziative di delegazioni provenien-ti da Algeria, Arabia Saudita, Brasile ed Emirati Arabi. Tra i paesi toccati durante gli incontri anche Iran, Messico, Polonia, Kenya, Sud Africa, Malesia e Singapore, a testimonianza dell’attenzione dell’as-sociazione per i mercati caratterizzati da maggiore potenziale di crescita. In que-sto scenario di respiro mondiale le azien-de, come ha affermato Claudio andrea Gemme, presidente anIe, devono es-sere in grado di “fare sistema”, renden-do dell’internazionalizzazione la chiave del loro business, argomento centrale per l’associazione.

Nel corso della giornata largo spazio è stato riservato alle tematiche ineren-ti il settore energetico. In particola-re per il settore oil&gas, come sot-tolineato da Daslav Brkic Senior, Vice Prsident Saipem, le tendenze emerse mostrano un quadro positivo anche se in lieve flessione. In questo contesto, caratterizzato da forte dinamismo, registreranno trend positivi le grandi società petrolifere occidentali che “continueranno a svol-gere un ruolo centrale” per motivi lega-ti a capacità tecnologica e gestionale. Abbandonare un’ottica nazionale in favore di una prospettiva di respiro mondiale, esplorare in maniera mira-ta e coerente con il proprio business scenari esteri che per le loro caratteri-stiche intrinseche possono fungere da catalizzatori per un maggiore svilup-po sul mercato. Sono queste, dunque, le carte vincenti a disposizione delle imprese italiane che devono accettare la sfida del mercato globale per ricon-quistare il loro futuro.

scenari

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formazione: elemento chiave

sui mercati esteri Giuliano Monizza, vice presidente ANIE con delega all’Europa spiega l’importanza della formazione del personale nel mo-mento in cui un’azienda decide di propor-si sui mercati internazionali.

L’intervista è stata rilasciata in occasione della giornata di presentazione delle atti-vità internazionali di ANIE, tenutasi a Mila-no giovedì 11 dicembre 2014.

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leNEWS

diIl parco veicoli Trenitalia si doterà, entro la fine del prossimo anno, di 210 treni regionali tra diesel ed elet-trici. Da gennaio 2015 i nuovi veico-li, prodotti dall’azienda polacca Pesa, verranno consegnati alle regioni di Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise e Toscana, per un ammontare comples-sivo di 160 milioni di euro

italia vs francia e gb: cresce il fronte “pro-diesel”

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Efficienza energetica, sostenibilità am-bientale e design sono alla base del-le “piastrelle luminose” realizzate sulla base della tecnologia LED dalla Design LED Products scozzese, sulla quale ha deciso di investire IKEA GreenTech (ven-ture capital del Gruppo IKEA). Si tratta di tecnologie sottili e flessibili che posso-no essere affiancate e integrate, avendo quindi il vantaggio della modularità per facilitare la progettazione

piastrelle led

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per la sostenibilità

Enel Green Power ha completato ed allacciato alla rete Taltal il suo più gran-de parco eolico in Cile. Situato nell’omonimo distretto nella regione di An-tofagasta, l’impianto è composto da 33 turbine eoliche da 3 MW ciascuna, per una capacità installata totale di 99 MW. Il parco è in grado di generare fino a circa 300 GWh all’anno, pari al fabbisogno di consumo di circa 170 mila famiglie cilene, evitando così l’emissione in atmosfera di oltre 200 mila tonnellate di CO2 • • •

in esercizio il più grande parco eolico cileno di enel green power

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I cantieri sudcoreani Daewoo Shipbuilding and Marine Engineering hanno commissionato a Wärtsilä la costruzione di 54 motori dual-fuel con i quali saranno equipaggiate le potenti metaniere rompighiaccio da 172.600 metri cubi destinate a trasportare il GNL attraverso le acque dell’Artico nell’ambito del progetto Yamal LNG nel nord del-la Russia

i motori dual-fuel di wärtsilä

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per le metaniere dell’artico

Telit Wireless Solutions ha siglato una partnership con Google Cloud Platform per lanciare la prima IoT Big Data Challenge, competizione volta a promuo-vere e accelerare l’innovazione sul fronte dell’Inter-net delle Cose. Sviluppatori da tutto il mondo sono invitati a creare applicazioni web-based e mobile, basate su dati provenienti da una serie di senso-ri e dispositivi connessi, utilizzando la piattaforma Cloud di Google per rilevare dati IoT • • •

telit e google insieme per l’internet of things

Came, azienda operante nel settore dell’automazione, presenta AMA, il nuo-vo sistema domotico basato su una tecnologia in grado di gestire la casa se-condo le esigenze e lo stile di vita di chi la abita, creando uno spazio di vita su misura. La collega tutti i dispositivi presenti nell’abitazione permettendo di gestire ogni tecnologia ai ritmi e alle abitudini di chi ci vive • • •

came presenta la domotica “su misura”

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Direttore responsabile: agnese Cecchini

Redazione di Roma: Ivonne Carpinelli, Claudia De amicis, Federico Gasparini, Carlo Maciocco, Romina Maurizi, antonio Jr Ruggiero, Luca tabasso

Redazione di Milano: Monica Giambersio

Grafica: Leonardo Rosa, Camilla Bertrand, Sara Moretti

Redazione e uffici: Viale Marco Polo 59, 00154 Romatel: 06.45479150 - Fax: 06.45479172

Redazione di Milano: Via Settembrini 56, 20124 Milano tel: 02.92888701 - Fax: 02.92888700

Pubblicità:Camilla Calcioli 02.92888708 [email protected]

Sara Delli Colli 06.45479165 [email protected]

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Registrazione presso il tribunale di Roma con il n. 220/2013 del 25 settembre 2013

editore: Gruppo Italia energia Srl

tUttI I DIRIttI RISeRVatI. È VIetata La DIFFUSIOne e RIPRODUZIOne tOtaLe O PaRZIaLe In QUaLUnQUe FORMatO.

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È l’aeroporto Nice Côte d’Azur a sperimentare, in anteprima mondiale, il primo bus elettrico ad autonomia illimitata. Il veicolo monta il Watt System, tecnologia di propulsione totalmente elettrica brevettata dalla francese Po-wer Vehicle Innovation. Il sistema prevede ricariche ultrarapide ad ogni fer-mata attraverso la connessione automatica tra un braccio robotizzato, col-locato sul tetto del veicolo, e un totem accumulatore di energia, installato nella rete elettrica

in francia primo autobus elettrico

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ad autonomia illimitata

Firmato un contratto tra TE Plomin e Alstom per la costruzione di un impian-to completo di denitrificazione catalitica per l’esistente centrale Plomin 2, a Fianona, in Croazia, la quale ha una potenza lorda prodotta di 210 MWe. L’opera prevede la consegna di un sistema SCR completo, con la capacità di trattare un portata di gas effluenti fino a 720.000 Nm3/h, che adopera una soluzione ammoniacale come agente riducente per convertire gli NOx in azoto (N2) e vapore acqueo sulla superficie del catalizzatore

te plomin e alstom insieme

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per la denitrificazione catalitica

È stato realizzato a Ponticelli (NA) il nuovo nucleo residenziale di edilizia popolare attento al risparmio energe-tico. Questo nuovo complesso abitati-vo, composto di 158 alloggi e definito “una importante opera di rammendo”, è stato completato dall’Istituto Autono-mo Case Popolari di Napoli grazie ad un progetto in programma dal lontano 2002 e avviato con lo stanziamento di fondi necessari solo nel 2010

ponticelli (na), edilizia popolare

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all’insegna dell’efficienza