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DAL POF DI ISTITUTO AL POF DI TERRITORIO GRUPPO DI STUDIO PER IL POF TERRITORIALE Progetto Regionale

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DAL POF DI ISTITUTO AL POF DI TERRITORIO

GRUPPO DI STUDIO PER IL POF TERRITORIALE

Progetto Regionale

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STORIA DEL PROGETTO

Coinvolgimento della Regione

Coinvolgimento dell’I.R.R.S.A.E

2006-07 Coinvolgimento delle scuole

Presentazione del progetto all’USR

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FINALITA’

PROMUOVERE LA COOPERAZIONE ED IL DIALOGO TRA LE SCUOLE ED I SOGGETTI ISTITUZIONALI PRESENTI SUL TERRITORIO IN MATERIA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE

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POF

Il Piano dell’Offerta Formativa è la carta di identità della scuola : in esso vengono illustrate le linee distintive dell’istituto, l’ispirazione culturale-pedagogica che lo muove, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività.

Esso riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell’offerta formativa e degli obiettivi generali ed educativi determinati a livello nazionale.

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Pof

Come espressionedell’Autonomia

Come espressione del cambiamento

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VERSO L’AUTONOMIA AMMINISTRATIVA

PRIMA DEL 1999

DIRIGENZA AMMINISATRAZIONE

POLITICA

Rapporto gerarchico

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……Oggi

Network interorganizzativi acentrici

Tutte le istituzioni devono svolgere un doppio ruolo:

Operare con una propria soggettualità autonoma

Costituire la piattaforma del sistema, capace di dare unità ed identità allo sviluppo collettivo

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Cambiamenti dei processi educativi e della formazione sociale

La rivoluzione tecnologica e la sua rapida dilatazione stanno comportando:

Aumento della complessità sociale

Diversificazione delle pratiche culturali

Deregolamentazione dei sistemi educativi

Prescrittività del processo valutativo

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La logica del cambiamento

In una società pre-moderna a basso livello di complessità gli obiettivi dell’apprendimento

sociale puntavano alla:

Gestione del sapere

COSTRUIRE LA PERSONA DOTTA

PROCESSO EDUCATIVO: MONODIREZIONALE E GERARCHIZZATO

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In una società moderna ed a medio livello di complessità gli obiettivi dell’apprendimento sociale

puntavano alla

Gestione del fare

Costruire la persona ABILE

PROCESSO EDUCATIVO: MULTIDIREZIONALE E DIVERSIFICATO

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In una societa’ post- moderna e ad alto livello di In una societa’ post- moderna e ad alto livello di complessita’complessita’

gli obiettivi dell’apprendimento sociale puntano gli obiettivi dell’apprendimento sociale puntano alla: alla:

Gestione dell’essere

costruire la persona “ capace “

PROCESSO EDUCATIVO PERSONALIZZATO ED ESCLUSIVO

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Competenze: riferimento EUROPEO

La persona capace possiede tutte le competenze (combinazione di conoscenze, abilità ed attitudini appropriate al contesto) di cui ha bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personale, l’inclusione sociale e l’occupazione

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Competenze

• Comunicazione nella madre lingua• Comunicazione nelle lingue straniere• Competenza matematica e competenza di base in

scienza e tecnologia• Competenza digitale• Imparare ad imparare• Competenze interpersonali, interculturali e sociali e

competenza civica• Imprenditorialità• Espressione culturale

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COME HA GESTITO LA SCUOLA IL CAMBIAMENTO?

PROGETTANDO LA FORMAZIONE DEI GIOVANI ATTRAVERSO IL CURRICOLO

EDUCATIVO

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COSA E’ IL CURRICOLO EDUCATIVO?

IL CURRICOLO E’ L’INSIEME DI DISCIPLINE DA INSEGNARE E DELLE ATTIVITA’ DA PROMUOVERE DURANTE IL CORSO DI STUDI

( dal regolamento per l’autonomia scolastica D.M. 275/1999)

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Curricolo

QUOTA NAZIONALE

QUOTA LOCALE

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……..ANCORA SUL CONCETTO DI AUTONOMIA Art V della Costituzione recita: La Repubblica unica e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali, attua il più ampio decentramento amministrativo

LEGGE BASSANINI 59/ 1997

Province Comuni

FUNZIONI E COMPITI AMMINISTRATIVI

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IL RINNOVAMENTO DELL’AMMINISTRAZIONELEGGE 285/99

Le comunità locali, ordinate in COMUNI e PROVINCE, sono autonome

I PRINCIPI REGOLATORI

Economicità Efficacia Efficienza

convergononel concetto di

Sussidiarietà

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I PROVVEDIMENTI DEL 2000

DETTANO IN MATERIA DI ISTRUZIONE

MODALITA’ E PROCEDUREPER IL TRASFERIMENTO DI FUNZIONI E COMPITI DI

NATURA CONSULTIVA, ISTRUTTORIA E PREPARATORIA CONNESSI CON L’ESERCIZIO DELLE FUNZIONI

AMMINISTRATIVE DALLO STATO AGLI ENTI LOCALI

LA REGIONE DETERMINA FUNZIONI AMMINISTRATIVE DI COMPETENZA

DEI COMUNI DELLE PROVINCE

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DL 18-08-2000 LEGGI SULL’ORDINAMENTO DEGLI ENTI LOCALI

PROGRAMMAZIONE REGIONALE e LOCALE

LA REGIONE INDICA Obiettivi generali della programmazione economico sociale e territoriale

Stabilisce forme e modi della partecipazione degli enti locali alla formazione dei piani e programmi regionali

Indica i criteri e procedure per gli atti e strumenti della programmazione socio economica e della pianificazione territoriale ai fini dell’attuazione dei programmi regionali

Disciplina modi e procedimenti per la verifica della compatibilità tra gli strumenti della programmazione socio economica e la pianificazione territoriale di comuni e province

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La REGIONE nella sua

programmazione economico sociale

Individua risorse

finanziarie materiali

umane

Determina funzioni amministrative

di competenza dellaRegione, Province, Comuni

Definisce la razionalizzazione

delle risorse Valorizza Le capacità in riferimento

alle necessità dei soggetti interessati

Definisce il conseguimento

dello standard di servizio

adeguato ai bisogni dell’utenza

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GOVERNMENT normazione e programmazione

GOVERNANCE negoziazione

Concetto di GOVERNANCE:

Presenza nell’ambito organizzativo di vari attori coinvolti a vario titolo

Principio di sussidiarietà per avvicinare sempre di più l’amministrazione al territorio

Importanza dei processi a cominciare dall’analisi dei fabbisogni, all’ideazione, pianificazione, programmazione ed attuazione della politica

Importanza della regolazione delle varie componenti, interne od esterne della politica

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AMBITI DI COMPETENZA DELLE REGIONI

Programmazione dell’offerta formativa

determinazione del calendario scolastico

definizione dei curricoli per la parte di influenza delle Regioni

La costruzione di un sistema formativo integrato

programmazione regionale della rete scolastica per la definizione dell’offerta

formativa territoriale

L’offerta formativa integrata tra istruzione – formazione - lavoro

orientamento

formazione professionale e IFTS

adulti

I legami tra istruzione, formazione professionale e politiche sociali

dispersione scolastica, disagio giovanile

integrazione scolastica dei cittadini stranieri, diversamente abili, devianza..

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AUTONOMIA DELLE SCUOLE IN EUROPA

Organizzazione scolastica• ORGANIZZAZIONE ORARIA• LIBRI DI TESTO • METODI DI INSEGNAMENTO TUTTI I PAESI ( ECCETTO GRECIA – CIPRO E LUSSEMBURGO)

Gestione delle risorse umane • ORARIO SETTIMANALE DEGLI INSEGNANTI• NOMINA DEI CAPI D’ ISTITUTORARAMENTE DI COMPETENZA DELLE SCUOLEBELGIO, PAESI BASSI, SVEZIA E REGNO UNITO AMPIO MARGINE DI MANOVRA

Gestione delle risorse finanziarie• LE SPESE CORRENTI SONO GENERALMENTE AMMINISTRATE DALLE SCUOLE• GENERALMENTE NESSUNA AUTONOMIA PER L’ACQUISIZIONE DEI BENI IMMOBILI• RICERCA DI FONDI PRIVATI E’ AUTORIZZATA NELLA MAGGIOR PARTE DEI PAESI MA NE E’ CONTROLLATO L’UTILIZZO

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Valutazione interna esterna delle scuole PRATICA DIFFUSA IN QUASI TUTTI I PAESI D’EUROPA

Pubblicazione dei risultatiSOLO NELLA REPUBBLICA CECA, PAESI BASSI, PORTOGALLO, SVEZIA, REGNO UNITO, ISLANDA

Uso di strumenti informaticiMeno di 10 studenti (di 15 anni) per computerNELLA MAGGIOR PARTE DEI PAESI

Collegamento a Internet SALITO OVUNQUE TRA IL 2000 E 2003NEI PAESI NORDICI E LUSSEMBURGO QUASI TUTTIIN QUALCHE PAESE LO SONO MENO DI DUE TERZI

( da: Le cifre chiave dell’istruzione in Europa 2005 dell’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee)

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Potestà legislativa in materia di istruzione

STATO REGIONE

Legge Costituzionale del18 ottobre 2001

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REGIONI

CALENDARIO SCOLASTICO GESTIONE DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE GESTIONE DELL’ANAGRAFE REGINALE PER VERIFICA ASSOLVIMENTO OBBLIGO SCOLASTICO PROGRAMMAZIONE DEGLI IFTS PROGRAMMAZIONE DELLA RETE SCOLASTICA E DIMENSIONAMENTO DELLE SCUOLE SULLA BASE DEI PIANI PREDISPOSTI DA PROVINCE E COMUNI FINANZIAMENTO A SCUOLE NON STATALI ISTRUZIONE PROFESSIONALE (in base al Titolo V della Costituzione) DEFINIZIONE DELLA QUOTA DEL CURRICOLO OBBLIGATORIO ( ALLE SCUOLE RIMANE LA DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA’ AGGIUNTIVE A SCELTA DEI GENITORI)

STATO

ORDINAMENTO SCOLASTICO PROGRAMMI DI STUDIO STATO GIURIDICO DEGLI INSEGNANTI ORGANIZZAZIONE GENERALE

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In materia di istruzione e formazione gli attori sono:

USR

ENTI LOCALI

REGIONE

AUTONOMIE SCOLASTICHE

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LE SCUOLE COME ENTRANO

NEL DIALOGO?

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Patto territoriale

Promosso da enti locali o parti sociali o soggetti pubblici e privati per la promozione dello sviluppo locale.Simile all’ accordo di programma quadro salvo il coinvolgimento delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori

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Contratto di area

Strumento operativo concordato tra tutti gli attori per realizzare azioni finalizzate ad accelerare lo sviluppo e la creazione di nuova occupazione nelle aree di crisiaree di crisi individuate dal Governo.Accordo di programma simile ad un patto territoriale, ma prevede agevolazioni fiscali e finanziarie

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Accordo di programma quadro

Tra enti locali ed altri soggetti pubblici e privati promosso dalle Amministrazioni centrali per la definizione di un programma esecutivo di interventi di interesse comune seguiti da accordi di programma

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LA QUALITA’ DELL’AZIONE PROPOSITIVA DETERMINERA’

IL “PESO “ DELLA PRESENZA DI OGNUNO

ATTRAVERSO

PROPOSTE DI STRATEGIE DI INTERVENTO IN AMBITO EDUCATIVO

FORME DI ALLEANZE SPECIFICHE

ORIENTAMENTI DELLO SVILUPPO COMPLESSIVO DEL TERRITORIO

COSTITUZIONI DI RETI E DI CONSORZI TRA ISTITUZINI SCOLASTICHE AUTONOME

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COME OPERANO I VARI ATTORI?I soggetti coinvolti nel servizio dell’istruzione e della formazione, in ambito territoriale diventano attori in un campo organizzativo, caratterizzato da una struttura a rete multipla connotata da tre dinamiche di fondo:

a) Livello di coesione del sistema decisionale

Esso viene realizzato su due piani:

•Il primo consiste nella condivisione di un linguaggio comune e di un insieme di regole condivise che devono essere accettate dai vari soggetti

•Il secondo consiste nell’adozione di un “comportamento di rete” comune e condiviso che consenta di:

-superare la logica autoreferenziale, concorrenziale, di trust

- valorizzare i soggetti e le loro potenzialità nella prospettiva della reciprocità

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b) Le caratteristiche dell’offerta formativa

Il punto di partenza è rappresentato dalla lettura dei fabbisogni e dal livello qualitativo che si vuole offrire. Ciò va realizzato in rapporto ai poli di sviluppo del sistema socio-economico territoriale e andrà condiviso entro le micro-reti di attori in esse interessati

Il sistema dell’offerta “validato” dovrebbe favorire la creazione di stili di servizio a carattere flessibile e personalizzato soprattutto in relazione ai destinatari e a quei territori che per la particolare condizione di disagio finiscono per non essere oggetto di attenzione

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c) Controllo e valutazione dell’efficacia

E’ un’attività che deve svolgersi nella logica del monitoraggio e dell’accompagnamento.Ciò presuppone gradi progressivi di capacità:

•Conoscenza dei fattori in gioco

•Creazione di modelli di relazione tra i servizi ed i bisogni

•Agire in funzione delle analisi

•Utilizzare gli esiti del controllo e della valutazione in forma discrezionale in modo premiante /stigmatizzante in riferimento agli operatori

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Il quadro strategico di riferimento è influenzato dal modello regolativo che si intende adottare

Tra i vari modelli possibili è preferibile scegliere un intervento misto secondo la seguente modellizzazione:

1) Regole di associazione.

L’intervento è volto all’associazione dei vari attori alla pubblica amministrazione tramite una logica centrata sull’adozione di procedure forti di convergenza degli stessi, in una forma che accentua l’assimilazione piuttosto che la differenziazione.

(E’ il caso della programmazione negoziata, prevista come strumento di partecipazione)

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2) Reti evolute.

E’ un modello di regolazione che si pone come obiettivo quello di dare vita ad una vera e propria comunità di attori che condividono una comune visione del servizio e tendono in forma autonoma allo sviluppo della qualità dello stesso.

(L’istituzione pubblica stimola l’azione autonoma dei soggetti intorno alla visione delle necessità del contesto e quindi delle caratteristiche del servizio)

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PUNTO DI ARRIVO:”POF TERRITORIALE”

Il punto d’arrivo è il “POF di Territorio” che presuppone una

forte adesione ideologica e culturale e la formalizzazione dei

vari processi che hanno come obiettivo quello di definire un

sistema di offerta formativa di qualità, la quale a livello

contestuale attiva i processi partecipativi della comunità locale.

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A cura delle Prof.sse

ABETE CARLA

FABBRI GRAZIELLA

ORFEI PROIETTI MARIA GRAZIA