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Fossili dal latino “foedére: scavare Prof.ssa Tarabra 2018

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Fossili dal latino “foedére” : scavare

Prof.ssa Tarabra 2018

La Paleontologia, è la branca della Geologia che si occupa dello studio delle antiche forme di vita e si basa principalmente sull'esame dei fossili.

Cosa sono i fossili?

Solo all'inizio del 1800 gli scienziati giunsero alla conclusione che i fossili erano i resti più o meno modificati di organismi viventi vissuti milioni di anni prima. Da allora la Paleontologia ha fatto enormi balzi in avanti.

Un tempo si consideravano i fossili strane pietre dalla forma bizzarra; forme di vita a cui Dio non aveva distribuito l'anima, cioè esseri viventi mancati.

Un fossile può essere costituito dai resti conservati dell'organismo stesso, animale o vegetale, o da evidenze della sua attività (tane, impronte,…). La sua conservazione è dovuta a particolari condizioni climatiche e geologiche.

Formazione Perché avvenga la fossilizzazione è necessario un seppellimento rapido, quasi sempre in un ambiente di tipo acquatico, raramente in un ambiente terrestre.

Mineralizzazione: durante tale processo si ha la deposizione di sostanze (Si,Fe, Carbonato di Calcio), trasportate nei liquidi circolanti nei sedimenti, in tutte le cavità presenti nei resti degli organismi.

Se il minerale, per es. dei gusci delle conchiglie ,viene sostituito da minerali meno stabili, i gusci diventano fragili e si disfano solo a sfiorali, polverizzandosi.

Sostituzione: il fossile acquista una composizione chimica diversa dall’originale . Si verifica la sostituzione delle sostanze originarie con altre trasportate nei liquidi circolanti, sia nelle cavità che a livello molecolare.

Fossilizzazione indiretta: questo processo, che avviene in caso di completa demineralizzazione, porta alla formazione di impronte e/o modelli. L'organismo non si conserva direttamente ma viene sostituito, per riempimento, con materiale secondario, oppure nel caso in cui sia distrutto ne può rimanere solo un'impronta.

Carbonificazione: è adatta alla conservazione dei vegetali e degli animali privi di "parti dure". E’ dovuta all'azione di batteri anaerobi (cioè che vivono senza ossigeno), i quali progressivamente eliminano dai tessuti azoto, idrogeno e ossigeno e li arricchiscono in carbonio.

Inglobamento: è un processo molto conosciuto per la singolare conservazione che comporta. I resti dei piccoli animali (insetti e aracnidi) e vegetali vengono inglobati nell‘ambra fossile , una resina prodotta dai tronchi delle Conifere. Queste resine, una volta indurite,sono trasparenti e consentono di vedere gli organismi conservati al loro interno.

Mummificazione: questo processo avviene se l’organismo interessato subisce, subito dopo la morte, una rapida ed intensa disidratazione dovuta alla permanenza in ambienti aridi, sia caldi che freddi. La conservazione è resa possibile dal blocco dell’attività batterica, ostacolata dalla mancanza d’acqua.

Importanza dei fossili Molto utili per datare le rocce sono i Fossili guida, fossili di organismi vissuti in un periodo geologico ristretto che si rinvengono in aree molto vaste .

I fossili possono fornire rilevanti informazioni sulle caratteristiche interne ed esterne di un organismo vissuto milioni di anni fa.

Possono dare importantissime indicazioni sulle caratteristiche dell’ambiente in cui vivevano.

I fossili permettono inoltre di individuare i cambiamenti che sono intervenuti negli

organismi, delineando l’evoluzione dei sistemi viventi.

SCALA DEI TEMPI GEOLOGICI

Nascita dell’Italia

Durante il Paleozoico(era primaria) ed inizio Mesozoico (era secondaria) l’area dell’Italia era ricoperta completamente da mari.

Verso la fine dell’era secondaria iniziarono ad emergere alcune piccole zone (area alpina, zona corso-sarda, zona toscana e calabra), mentre tutto il resto era ancora sommerso dai mari.

Durante l’era Terziaria, Cenozoico, si ebbero i seguenti cambiamenti…

Il mare Padano

Circa 5 milioni di anni fa tutta la Pianura Padana era mare. Il Piemonte era quasi totalmente sommerso da mari più o meno profondi. La linea costiera passava vicino a Torino e si estendeva a ridosso dei rilievi prealpini. Il Monferrato era una lunga e bassa isola che limitava a nord il Mar Padano, mentre a sud le Langhe formavano una penisola; quel braccio di mare che si trovava tra il Golfo di Cuneo e il Golfo di Alessandria è definito col nome di “Bacino Pliocenico Astigiano”.

Il Bacino Pliocenico Astigiano sopravvisse sommerso dalle acque per circa 3 milioni e mezzo di anni. Il clima era molto più mite di oggi, più caldo e umido. Sulle terre della pianura padana pascolavano mastodonti (oggi estinti), elefanti, ippopotami, antenati del cavallo e dei primi ruminanti. Nelle acque vi erano crostacei, sirenidi e cetacei.

Nella zona centrale del Bacino Pliocenico Astigiano vi fu la deposizione di sedimenti fangosi: le argille azzurre, che nelle nostre zone si possono trovare sul fondo delle valli; mentre, verso i bordi, depositi sabbiosi caratteristici di ambienti costieri; le sabbie affioranti nei dintorni della zona di Asti dettero il nome "Astiano" a questo periodo.

Con il passare del tempo, a causa dell’accumulo di sedimenti e del ritiro del mare, la profondità del braccio di mare diminuì. Ovunque si depositarono sabbie, argille, e l’ambiente continentale guadagnò terreno, diventando sempre più simile all’attuale. Questo condizioni permisero la formazione dei numerosi fossili che si possono ritrovare nelle nostre zone.

PRINCIPALI FOSSILI ASTIGIANI

Lamellibranchi tipici del Pliocene piemontese

Sabbie plioceniche con grande concentrazione di bivalvi cementati tra loro: sulla destra si nota una Chlamys latissima, grande lamellibranco tipico di questi sedimenti.

Foglie fossili

Sedimento con caratteristici bivalvi Isognomon maxillatus