Dal dissesto ideologico al dissesto idrogeologico · Dal dissesto ideologico al dissesto...

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Dal dissesto ideologico al dissesto idrogeologico Catello Masullo Periodicamente l’opinione pubblica è scossa dalle vittime delle catastrofi idrogeologiche. Come (quasi) sempre i media parlano di eccezionalità degli eventi meteorologici. Sempre più spesso si usano locuzioni e neologisimi come “bomba d’acqua”, “tropicalizzazione del clima”, “cambiamenti climatici”, “piogge mai viste prima”, “dissesto idrogeologico”, e simili. Ogni volta, puntualmente, da una parte ci si strappano le vesti e si piangono i morti e si fanno proclami della serie “mai più!”, dall’altra si cade dalle nuvole, della serie “nessuno poteva prevederlo, “evento senza precedenti”, “tragica fatalità”, “inarrestabile furia degli elementi”, e così via cantilenando. Che il territorio italiano sia particolarmente fragile è testimoniato dal fatto che il 68% circa delle frane in Europa avvengono nel nostro paese. Siamo una “frana” nella prevenzione. In compenso siamo degli assi negli interventi in emergenza ex-post. Abbiamo sviluppato la migliore protezione civile del mondo. E tutti imparano da noi. Ma tutto questo non è particolarmente efficiente. Perché, come numerosi studi scientifici dimostrano, spendiamo somme spropositare per riparare i danni post-evento, che si sarebbero potute evitare ove si fossero spese somme di gran lunga inferiori in prevenzione (anche di 10 o 15 volte). Lo dice anche la saggezza popolare : “prevenire è meglio che curare”. Ma la politica non ci sente da questo orecchio. I soldi spesi in interventi eseguiti in sperduti anfratti, letti di torrenti, versanti di colline e montagne, non si vedono e quindi non portano voti. I soldi spesi in emergenza post catastrofe, per riparazione di drammatici danni e risarcimenti a danneggiati, invece hanno un grande impatto mediatico. E quindi portano voti. Sarà cinica, e forse anche un po’ grossolana, come analisi, ma se fate due più due, vi accorgerete che non siamo troppo lontani dalla realtà. E’ il dissesto ideologico, la maggiore causa del dissesto idrogeologico. La maggior parte dei disastri, sono disastri annunciati. E spesso si ripetono nelle stesse aree geografiche. Basta dare un’occhiata alle liste delle alluvioni ed inondazioni (si veda la appendice alla fine di questo articolo, tratta dalla sempre ben informata Wikipedia). Ci sono ad esempio zone come quelle della Liguria e della Campania meridionale ove periodicamente si contano i morti. E non è casuale. Provate a prendere una cartina del mediterraneo. Con un righello tracciate delle linee che vanno dallo stretto di Gibilterra all’Italia. Le linee di mare più lunghe, senza che siano interrotte da isole o coste, sono quelle che puntano a nord in Liguria ed a sud sulla Campania meridionale. Queste linee vengono chiamate dagli ingegneri con il termine “fetch”. E non sono altro che corridoi sul mare aperto dove più a lungo possono svilupparsi venti senza che siano interrotti da qualche ostacolo. E possono quindi caricare l’aria di grande umidità presa dal mare. E generare le più potenti perturbazioni atmosferiche. Che sono la causa delle più grandi alluvioni. Ed ecco che periodicamente si verificano eventi importanti nelle zona di Genova e della penisola Sorrentina e relativo entroterra (disastri di Sarno, Quindici, Castellammare di Stabia, ecc.). Il 4 novembre del 2011 a Genova cadono quasi 500 mm di pioggia in 5 ore. Esondano i fiumi ed i torrenti che esondano sempre in queste occasioni, Bisagno, Fereggiano, Sturla e Scrivia. Si è , al solito, parlato di evento mai accaduto prima. Ma non è così. Il 4 ottobre dell’anno prima, la quantità di pioggia era stata praticamente la stessa. Ed alluvioni gravi ci sono state in precedenza a Genova nel ’93, nel ’92 e nel ‘70 (quando i mm di pioggia furono addirittura più di 900). I danni ed i lutti a seguito di alluvioni non sono però sempre gli stessi. Molto dipende da quello che fa e da quello che non fa l’uomo. Enormi straripamenti di fiumi nel passato più o meno recente non hanno provocato gli stessi danni e lo stesso numero di perdite di vite umane degli ultimi tempi. Semplicemente perché la aree interessate dalle esondazioni non avevano insediamenti abitativi. Negli ultimi decenni le urbanizzazioni sono state, in alcuni casi, davvero dissennate e criminali. I cosiddetti “pianificatori” urbanistici dalla licenza edilizia facile hanno dimostrato di avere la memoria sempre cortissima. Ed hanno consentito di costruire in aree dove si sapeva benissimo che prima o poi sarebbero arrivate le acque straripate. Non tutti sanno, ad esempio, che una alluvione del fiume Arno,

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Dal dissesto ideologico al dissesto idrogeologico

Catello Masullo

Periodicamente l’opinione pubblica è scossa dalle vittime delle catastrofi idrogeologiche. Come (quasi) sempre i media parlano di eccezionalità degli eventi meteorologici. Sempre più spesso si usano locuzioni e neologisimi come “bomba d’acqua”, “tropicalizzazione del clima”, “cambiamenti climatici”, “piogge mai viste prima”, “dissesto idrogeologico”, e simili.

Ogni volta, puntualmente, da una parte ci si strappano le vesti e si piangono i morti e si fanno proclami della serie “mai più!”, dall’altra si cade dalle nuvole, della serie “nessuno poteva prevederlo, “evento senza precedenti”, “tragica fatalità”, “inarrestabile furia degli elementi”, e così via cantilenando.

Che il territorio italiano sia particolarmente fragile è testimoniato dal fatto che il 68% circa delle frane in Europa avvengono nel nostro paese. Siamo una “frana” nella prevenzione. In compenso siamo degli assi negli interventi in emergenza ex-post. Abbiamo sviluppato la migliore protezione civile del mondo. E tutti imparano da noi. Ma tutto questo non è particolarmente efficiente. Perché, come numerosi studi scientifici dimostrano, spendiamo somme spropositare per riparare i danni post-evento, che si sarebbero potute evitare ove si fossero spese somme di gran lunga inferiori in prevenzione (anche di 10 o 15 volte).

Lo dice anche la saggezza popolare : “prevenire è meglio che curare”.

Ma la politica non ci sente da questo orecchio. I soldi spesi in interventi eseguiti in sperduti anfratti, letti di torrenti, versanti di colline e montagne, non si vedono e quindi non portano voti. I soldi spesi in emergenza post catastrofe, per riparazione di drammatici danni e risarcimenti a danneggiati, invece hanno un grande impatto mediatico. E quindi portano voti. Sarà cinica, e forse anche un po’ grossolana, come analisi, ma se fate due più due, vi accorgerete che non siamo troppo lontani dalla realtà. E’ il dissesto ideologico, la maggiore causa del dissesto idrogeologico.

La maggior parte dei disastri, sono disastri annunciati. E spesso si ripetono nelle stesse aree geografiche. Basta dare un’occhiata alle liste delle alluvioni ed inondazioni (si veda la appendice alla fine di questo articolo, tratta dalla sempre ben informata Wikipedia). Ci sono ad esempio zone come quelle della Liguria e della Campania meridionale ove periodicamente si contano i morti. E non è casuale. Provate a prendere una cartina del mediterraneo. Con un righello tracciate delle linee che vanno dallo stretto di Gibilterra all’Italia. Le linee di mare più lunghe, senza che siano interrotte da isole o coste, sono quelle che puntano a nord in Liguria ed a sud sulla Campania meridionale. Queste linee vengono chiamate dagli ingegneri con il termine “fetch”. E non sono altro che corridoi sul mare aperto dove più a lungo possono svilupparsi venti senza che siano interrotti da qualche ostacolo. E possono quindi caricare l’aria di grande umidità presa dal mare. E generare le più potenti perturbazioni atmosferiche. Che sono la causa delle più grandi alluvioni. Ed ecco che periodicamente si verificano eventi importanti nelle zona di Genova e della penisola Sorrentina e relativo entroterra (disastri di Sarno, Quindici, Castellammare di Stabia, ecc.).

Il 4 novembre del 2011 a Genova cadono quasi 500 mm di pioggia in 5 ore. Esondano i fiumi ed i torrenti che esondano sempre in queste occasioni, Bisagno, Fereggiano, Sturla e Scrivia. Si è , al solito, parlato di evento mai accaduto prima. Ma non è così. Il 4 ottobre dell’anno prima, la quantità di pioggia era stata praticamente la stessa. Ed alluvioni gravi ci sono state in precedenza a Genova nel ’93, nel ’92 e nel ‘70 (quando i mm di pioggia furono addirittura più di 900). I danni ed i lutti a seguito di alluvioni non sono però sempre gli stessi. Molto dipende da quello che fa e da quello che non fa l’uomo. Enormi straripamenti di fiumi nel passato più o meno recente non hanno provocato gli stessi danni e lo stesso numero di perdite di vite umane degli ultimi tempi. Semplicemente perché la aree interessate dalle esondazioni non avevano insediamenti abitativi. Negli ultimi decenni le urbanizzazioni sono state, in alcuni casi, davvero dissennate e criminali. I cosiddetti “pianificatori” urbanistici dalla licenza edilizia facile hanno dimostrato di avere la memoria sempre cortissima. Ed hanno consentito di costruire in aree dove si sapeva benissimo che prima o poi sarebbero arrivate le acque straripate. Non tutti sanno, ad esempio, che una alluvione del fiume Arno,

farebbe oggi molti più danni di quella famosissima del 1966, che è stata immortalata dai tg di tutto il mondo. Perché sulle sponde del fiume, subito dopo l’evento disastroso, si è costruito moltissimo. Ci fu una vera e propria corsa alla licenza edilizia da parte di tutti gli enti territoriali competenti, per arrivare prima dei divieti di edificazione che di lì a poco la benemerita Commissione De Marchi (dal nome del grande ingegnere idraulico che la guidava) avrebbe istituito.

Ma non tutto va così male. Prendiamo l’alluvione di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici, del 5 maggio del ’98. Un evento tremendo, 159 morti. È un argomento che conosco abbastanza bene, essendo stato aggiudicatario della gara pubblica per la progettazione di una parte non irrilevante degli interventi post-emergenza. Siamo proprio in quella zona della Campania meridionale soggetta a ricorrenti alluvioni, a cavallo tra le province di Salerno, Napoli ed Avellino, di cui dicevo prima. Con suoli particolarmente fragili. Si tratta di terreni provenienti dalle eruzioni del Vesuvio, proiettati in aria negli scorsi millenni e ricaduti sui massicci carbonatici, i calcari di base, sui quali si sono addensati. In particolari condizioni, dopo lunghi periodi di pioggia, anche non particolarmente intensa, ed in aree acclivi, con maggiore probabilità ove abbiano subito di recente un disboscamento oppure un incendio, questi strati di terreno, tecnicamente detti coltri piroclastiche, si staccano di schianto dalle rocce di base e creano le cosiddette “colate di fango superveloci”. Che vengono giù anche a 80 km all’ora. Ed hanno una potenza davvero devastante. Figuratevi che a Sarno, in quel tragico maggio, una di queste colate staccò di netto dalle fondazioni un palazzotto di tre piani, che era stato costruito, ovviamente, dove non doveva, e lo spostò, rigidamente, di oltre 300 metri. Miracolosamente i tanti giovani che stavano ballando ad una festa al secondo piano del palazzo, sono restati incolumi. Non è andata altrettanto bene ad altri 159 sventurati di quell’area. Non è di questi paesi colpiti dai lutti che voglio parlare. Ma di un altro paese. Che non è andato sulle cronache di alcun giornale o tg. Eppure si tratta di un comune che si trova proprio nella stessa area di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici. Con esattamente le stesse condizioni dei versanti. Piroclastiti su calcari, su forti pendenze. Si tratta di un paese proprio attaccato al Comune di Quindici, e cioè del comune di Forino, in provincia di Avellino. Dove quel giorno disgraziato si sono innescate colate di fango veloci del tutto simili a quelle che hanno mietuto tante vittime a pochi chilometri di distanza. Ma a Forino non c’è stato nessun morto. E nemmeno un ferito. Perché quel territorio si era dotato, negli anni precedenti, di opportune opere di prevenzione. Non di opere faraoniche. Opere flessibili anti-erosione, opere di contenimento dei versanti con tecniche di ingegneria naturalistica. E, soprattutto, una serie di piccole vasche per la raccolta delle future colate di fango. Che riprendevano la tradizione delle antiche bonifiche borboniche. Che usavano queste vasche come accumuli di detriti che venivano dai monti e come cave di sabbie per le costruzioni. Con uno splendido equilibrio. La natura ogni tanto colmava queste vasche. E gli uomini, pian piano, le svuotavano. Per lasciarle saggiamente vuote ad accogliere le prossime colate. E così è avvenuto a Forino il 5 maggio del ’98. Le colate hanno trovato le vasche vuote e le hanno colmate. Senza uccidere nessuno. Ne sono testimone diretto. Avendo personalmente curato la progettazione e la direzione dei lavori di realizzazione di tutti questi interventi a Forino. Esempio poco clamoroso. Che non ha attirato alcun cronista. Di “normale” manutenzione del territorio. Ma anche valido esempio della validità del detto di saggezza popolare già ricordato : prevenire è meglio che curare.

Provo infine a riassumere le principali cause dei lutti provocati dal dissesto idrogeologico, dando anche qualche cenno sui possibili rimedi:

1) Scelleratezza urbanistica: permettere di costruire dove i tecnici competenti sconsigliano di costruire, trattandosi di zone a rischio di alluvione o di frana o di dissesto, è da stolti o da criminali; non sarà il caso di smettere di farlo? I programmi di tutte le forze politiche, nessuna esclusa, contengono parole altisonanti ed impegni solenni di lotta al dissesto idrogeologico. Ma, dopo le elezioni, i buoni propositi restano solo chiacchiere (di quelle che la antica saggezza partenopea accomunava alle tabacchiere di legno, nel novero degli oggetti non accettati dal banco dei pegni);

2) Eccessivo consumo di territorio, con disboscamenti, cementificazioni ed impermeabilizzazioni del terreno: sarebbe semplice ovviare. Da una parte vietare ulteriori consumi di territorio, permettendo nuove costruzioni solo nella zone già urbanizzate, densificando e rottamando la edilizia di scarsa qualità del dopoguerra. E dall’altra imponendo il cosiddetto criterio della “invarianza idraulica”. Se, cioè, un determinato territorio, prima di realizzare un intervento di

trasformazione, produce una certa quantità di acqua in occasione di determinate precipitazioni meteoriche, dopo la trasformazione deve mantenere costante questa quantità di acqua prodotta. Questo significa che, se si impermeabilizzano porzioni più o memo vaste di tale territorio, riducendo quindi le naturali capacità di ritenzione idrica del terreno originario, è necessario ed obbligatorio realizzare opere di cattura ed immagazzinamento delle acque di pioggia intensa, per poi restituirle alla natura solo successivamente allo scroscio di pioggia. In modo tale da evitare ogni danno da alluvione. Realizzando quindi quello che gli ingegneri idraulici definiscono la “laminazione delle piene”.

3) Mancata realizzazione di opere di manutenzione idraulica: non pochi disastri sono causati dalla incuria, dalla ridotta capacità di portata del reticolo idrografico a causa di ostruzioni, interramenti, abbandoni di rifiuti ingombranti, crollo di alberi ed arbusti, ecc. . Le operazioni di manutenzione idraulica andrebbero effettuate con regolarità, e consentirebbero, a conti fatti, di spendere meno e meglio, e, soprattutto, di evitare di piangere vite umane perdute;

4) Mancata realizzazione di opere idrauliche di accumulo e regolazione: l’acqua è elemento fondamentale di vita. Ma può causare danni e morti sia quando ce n’è troppo poca, sia quando ce n’è troppa. Occorre quindi usare la saggezza del buon padre di famiglia. Che mette da parte le risorse nei tempi grassi per i tempi delle vacche magre. E quindi ci vogliono le vituperate dighe. Che immagazzinano le acque quando scorrono impetuose e possono causare danni e vittime, per poterle restituire quando piove poco e ce n’è più bisogno, ad esempio per irrigare i campi d’estate. Basta studiare un po’ di storia, anche recente, per apprendere, ad esempio, che la città di Roma andava regolarmente sott’acqua tutti gli anni fino a pochi decenni orsono. Tanto è vero che le autorità papaline avevano organizzato un capillare servizio di barchini che percorrevano le strade romane allagate per distribuire pane agli abitanti costretti a casa dalle alluvioni, i quali lo ritiravano dalle finestre. Tutto questo è diventato solo un ricordo storico, grazie agli imponenti interventi idraulici dei cosiddetti “muraglioni”, ma anche grazie alle grandi dighe realizzate su alto e medio corso del Tevere, che consentono di “laminare” le piene del fiume stesso.

5) Mancata realizzazione di opere di presidio contro erosioni, frane e dissesti idrogeologici : gli specialisti della materia conoscono perfettamente quali sono i versanti in frana, quali sono gli alvei dei corsi d’acqua in erosione, quali sono le aree a rischio di dissesto idrogeologico, e sono perfettamente in grado di progettare gli interventi atti a scongiurare le catastrofi. L’investimento più produttivo che possiamo fare è quello nella salvaguardia del nostro capitale umano e del nostro territorio (l’unica nostra specifica risorsa non riproducibile dai nostri concorrenti diretti nell’attrarre flussi turistici) . Diamo quindi fiducia ai (pochi) decisori politici che lo hanno capito.

APPENDICE

Lista di alluvioni e inondazioni in Italia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Alluvioni e inondazioni avvenute in Italia tra il 2000 e il 2015

Data Comune Area geografica Morti Cause e/o colpevoli Note

14 settembre

2015

Alluvione in Val Nure e Val

Trebbia e in parte nel

comune di Piacenza

Emilia nord-ovest, provincia

di Piacenza 3

Nella notte fra il 13 settembre e il 14

settembre 2015 una parte della provincia di

Piacenza fu devastata dalle esondazioni

improvvise del Nure e del Trebbia, dovute al

maltempo e ad ammassi di detriti, che causarono

danni ingenti e la morte di tre persone. Le località più colpite furono Roncaglia,

Ponte dell'olio Bettola, Farini, Ferriere, Rivergaro

e Bobbio.

15 novembre

2014

Alluvione Genova in più

zone della città, Savona e

Ponente Ligure, sud della

Provincia di Alessandria e porzione nord della città di

Milano

Genova, Savonaed Imperia in

Liguria; Provincia di Alessandria;

Milano

1

Esonda il torrente Polcevera a Pontedecimo

e Bolzaneto. Esonda il torrente Cerusa creando gravi disagi a Voltri nella

zona di Fabbriche; esondano molti rii nel comune Serra Riccò,

esondano il rio Busalletta e Migliarese nel comune di Busalla, esondano il rio Ruscarolo e il rio Fegino a

Borzoli, il rio Torbella a Rivarolo. Allagamenti ingenti nei quartieri

genovesi di Pontedecimo, Bolzaneto, Rivarolo, Certosa, Pegli, Sestri Ponente, Cornigliano,

Sampierdarena. Allagamenti anche a

Imperia e Savona. Disastri nella piana di Albenga con

molti danni alle attività agricole. Problemi e allagamenti anche a

Ceriale. Paura in Piemonte per la piena

record di Orba, Stura di Ovada nella zona

dell'ovadese e soprattutto per la Bormida gonfiata a dismisura da questi ultimi,

che ad Alessandria raggiunge il livello record

di 9,20 metri mettendo seriamente a rischio la

città e la frazione di Spinetta Marengo; vasti

allagamenti a causa dei rii minori sempre nelle

frazioni alessandrine di Spinetta Marengo, San

Michele, Valmadonna a causa dell'eccezionalità

delle piogge cadute nella zona, 238 mm nell'arco

della giornata. A Milano la parte nord della città viene

nuovamente colpita nei quartieri Niguarda e Isola dallo straripamento del

Seveso; allagamenti nelle campagne a est della città

anche per la piena del Lambro

10 novembre

2014

Alluvione di Chiavari del

2014 Liguria Tigullio[1]. 2[2]

A Chiavari esondano i torrenti Campodonico e Rupinaro allagando gran parte del centro storico e della stazione ferroviaria, mentre a Carasco esonda

il fiume Entella.[3].

5 novembre

2014

Alluvione di Carrara del

2014 Alta Toscana 1

Il fiume Carrione a seguito della rilevante ondata di piena rompe l'argine in

località Avenza, invadendo d'acqua l'abitato di Marina di

Carrara (per un totale di 20.000 abitanti circa). In definitiva, risulteranno

sfollate alcune centinaia di persone, altrettante case

e fondi commerciali inagibili. Circa un terzo del

territorio è finito sott'acqua: si sceglie di

abbattere il muro del porto per consentire il lento deflusso delle acque.

Dopo una settimana di ricovero, muore una donna che era stata trovata in casa, in

condizioni critiche, a distanza di 48 ore

dall'evento alluvionale. Le ditte che operavano lungo

il corso del fiume esondato riporteranno danni ingenti, mentre i danni complessivi dei

privati cittadini ammonterebbero,

secondo una stima a 100 milioni di euro[4].

14 ottobre 2014

Alluvione in Maremma

Grossetana, Orbetello

2

Straripamento del torrente Elsa nella zona di

Orbetello con due vittime investite dalla piena nella

loro autovettura. Vari allagamenti nelle

campagne del circondario

13 ottobre 2014

Alluvione di Parma

In seguito a temporali con forti piogge orografiche

verificatesi nell'appennino Parmense, il torrente Baganza ha tracimato rompendo gli argini nel quartiere Montanara e nella zona di via Po,

causando numerosi danni. Il ponte Navetta

(pedonale-ciclabile) è crollato, il ponte dei

Carrettieri (carrabile) è rimasto chiuso per oltre

20 giorni.

13 ottobre 2014

Alluvione nel Sud della

provincia di Alessandria

Danni ingenti[a cosa?] nei comuni di Novi Ligure,

Gavi, Castelletto d'Orba, Cassano Spinola,

Viguzzolo dove a causare molti danni sono i corsi

d'acqua minori quali Grue, Albedosa in particolare. Eccezionali piene per i torrenti Stura di Ovada,

Piota e Orba

9/10 ottobre 2014

Alluvione di Genova 1

Non fu soltanto il centro città ad essere colpito:

alcuni territori dell'entroterra e, in

particolare un piccolo paese, Montoggio, fu devastato dalle forti

piogge della serata del 9 ottobre e della mattina del 10 ottobre. Montoggio ha

potuto rialzarsi e riprendere la sua

quotidianità grazie ai numerosi aiuti, provenienti

da ogni parte d'Italia.

20 Alluvione a

settembre 2014

Imola e alta Romagna

settembre 2014

Alluvione del Gargano 2

2 agosto 2014

Alluvione di Refrontolo

valle del torrente Lierza, affluente del fiume Soligo,

presso il molinetto della

Croda

4

Un'impressionante nubifragio colpisce in

serata la valle del torrente Lierza (Provincia di

Treviso), causando una piena secolare del corso

d'acqua stesso che presso il molinetto della

Croda (comune di Refrontolo), straripa

investendo un centinaio di persone che erano riunite

sotto un ampio gazebo per festeggiare una

manifestazione locale. Tutto viene travolto dalla piena improvvisa, incluse 4 persone che sono morte nel tentativo di salvare le

proprie autovetture.

21 luglio 2014

Alluvione in Valfreddana Provincia di

Lucca

valle del torrente Freddana,

piccolo affluente di destra del

fiume Serchio

Nella notte tra il 21 e il 22 luglio un violentissimo

nubifragio si abbatte sulla valle del torrente

Freddana, situata a cavallo tra i comuni di

Camaiore e Lucca, con oltre 200 mm di pioggia: il

conseguente straripamento del corso

d'acqua causa seri danni ad abitazioni e strade, in particolare nei centri di

San Martino in Freddana e Torre; numerose anche le frane che si attivano in

valle isolando quasi completamente la zona.

8 luglio 2014

Alluvione a Milano

quartieri Niguarda e

"Isola" situati nella parte nord

di Milano

A seguito di un forte evento temporalesco il fiume Seveso straripa presso il quartiere di

Niguarda, nei pressi di via Ca' Granda, esondando dai tombini e creando

autentiche fontane d'acqua e fango che

allagano interamente viale Zara e tutto il quartiere,

già colpito con frequenza da eventi simili. Durante questo evento però la

quantità d'acqua risulta elevatissima: in molte

strade il ivello tocca anche i 50/60 cm di altezza

causando danni seri ad autovetture, esercizi

commerciali, scantinati e piani terra di molte

abitazioni; l'area coinvolta dall'esondazione si

estende molto coinvolgendo anche il

quartiere Isola, situato a pochissimi passi dal

centro storico di Milano, che vede completamente allagata piazza Minniti e strade limitrofe; in tutta la parte nord della città la

viabilità risulta paralizzata per ore.

3 maggio 2014

Alluvione di Senigallia e Chiaravalle

area nord della Provincia di

Ancona 1[5]

Forti piogge interessano tutta la parte nord delle

Marche causando piene di corsi d'acqua, allagamenti e disagi alla circolazione. Criticità elevate si hanno in Provincia di Pesaro e Urbino per la piena del

fiume Foglia e soprattutto in provincia di Ancona nel

comune di Chiaravalle dove a causa dello

straripamento del torrente Triponzio vasti

allagamenti interessano molte zone della cittadina con danni seri a strade e scantinati delle abitazioni.

Situazione di vera emergenza invece nel comune di Senigallia, interessato nella tarda

mattinata del 3 maggio da un grave evento

alluvionale: verso le ore 10 infatti presso le frazioni Bettolelle, Borgo Bicchia e

Borgo Passera cede l'argine destro del fiume Misa, riversando nelle

strade adiacenti un muro d'acqua e fango. Nelle strade l'acqua sfiora i 3

metri di altezza giungendo a lambire i primi piani

delle abitazioni). Le acque alluvionali del Misa si

estenderanno poi progressivamente verso la stessa città di Senigallia

interessando inaspettatamente quasi

tutta la porzione sud della città, che vede interi quartieri residenziali

sommersi anche da 2 m d'acqua e fango.[6].

31 gennaio

2014

Alluvione a Ponsacco

Ponsacco in Provincia di Pisa

Piogge insistenti sul bacino dell'Arno causano

la piena del fiume e di gran parte dei suoi

affluenti; la situazione diviene critica verso le

12:00 del giorno 31 gennaio 2014 in provincia di Pisa, dove a causa di

una grossa piena del fiume Era, importante

affluente di sinistra dell'Arno, si verifica

un'improvvisa rottura dell'argine sinistro dello

stesso corso d'acqua nei pressi del comune di

Ponsacco, che verrà in gran parte alluvionato,

con seri danni.

19 gennaio

2014

Alluvione di Modena

Modena, Bastiglia, Albareto,

Bomporto, Sorbara,

Camposanto, San Prospero e altre zone della

Provincia di Modena

1

Le abbondanti precipitazioni del fine

settimana determinano un'improvvisa piena del

fiume Secchia che alle ore 06:00 rompe l'argine

destro indebolito dalla scarsa manutenzione fatta

da AIPO che, come testimoniato da AIPO stessa per voce del direttore Fortunato,

denuncia un problema di mancanza di risorse.

Interrotta la Strada Statale SS12. Sommersi i vicini

comuni di Bastiglia e Bomporto. Una vittima tra

i cittadini di Bastiglia. Circa 1000 persone evacuate e sfollate. 75 km² la superficie

complessiva della zona allagata[7].

18 novembre

2013

Alluvione in Sardegna

Olbia, Nuoro, e parte della Provincia

dell'Ogliastra

16

Esondazione di fiumi, torrenti, e canali di smaltimento per le

acque piovane. In molti quartieri di Olbia le acque giungono ai

piani alti delle abitazioni.

Un fronte temporalesco dal Mar Tirreno si sposta verso la Sardegna Nord-orientale. Precipitazioni

molto intense vanno avanti per oltre 20 ore. Si

registrarono accumuli pluviometrici record,

anche superiori ai 300 millimetri. Ponti crollati,

viabilità in tilt, campagne allagate. Nel tardo

pomeriggio di lunedì 18 Novembre la tempesta si abbatte con particolare violenza su Olbia, città dove si è registrato il maggior numero di

vittime[2].

28 novembre

2012

Alluvione di Carrara e

Carrara e Ortonovo 0

Nubifragio investe la costa tra Carrara e il

comune di Ortonovo al confine tra Liguria e

Toscana.

A distanza di due settimane dall'alluvione dell'11 novembre, un

nuovo forte temporale si abbatte sulle medesime

zone, ad esclusione della parte orientale del

Massese. Esondazione dei torrenti Carrione e

Parmignola, che hanno arrecato ulteriori danni, a

zone già in sofferenza e la chiusura della Statale Aurelia tra Massa e

Sarzana. Intere zone abitate risultano allagate

da mezzo metro di acqua. Elevati gli accumuli

pluviometrici:40 mm in 15 minuti,109 mm in 45 minuti, 134 mm in 60

minuti, fino ad un complessivo accumulo di 200mm in quasi due ore.

12 novembre

2012

Alluvione della Maremma grossetana

Provincia di Grosseto 6

Nubifragio investe la città di Grosseto e i territori meridionali

Esondazione dei torrenti e del fiume Albegna. I centri

abitati di Albinia e

della Maremma. Marsiliana allagati. Piena record dell'Ombrone, ma nessun danno in città. Tre

morti a Marsiliana per il crollo di un ponte e un morto a Capalbio per la

piena del Chiarone. Quinta vittima rinvenuta a

Capalbio Scalo nelle acque del Lago di Burano tre giorni dopo l'alluvione.

Anziana di 73 anni deceduta dopo un mese

di rianimazione.

12 novembre

2012

Alluvione di Orvieto e

dell'Orvietano del novembre

2012

Umbria 0 Cloud burst su Orvieto

e i territori dell'Orvietano.

Esondazione dei fiumi Paglia e Chiani. Orvieto Scalo e Piano allagati.

Piena record del Paglia. Caserma VVFF, Polstrada, PPTT,

parcheggio FS, attività commerciali e abitazioni private sott'acqua. ASL

non accessibile. Inondato e chiuso l'unico ponte che collega la zona moderna

di Orvieto da quella storica. L'Orvieto "nuova",

Ospedale e plessi scolastici, isolati.

Interrotte, A1 (casello Orvieto chiuso) e SR Umbro-Casentinese e Amerina, crollo di una

parte del ponte Gregoriano sul Paglia nei pressi di Acquapendente.

11 novembre

2012

Alluvione di Massa e

Carrara dell'11 novembre 2012

Provincia di Massa e Carrara 1

Nubifragio investe tutto il territorio con

precipitazioni superiori ai 200 mm in due ore, dovuto ad un sistema

temporalesco V-Shaped che insistette

sulla medesima zona a lungo. Si conteranno accumuli prossimi ai 300 mm nelle colline appena retrostanti la

città.

Esondazione dei torrenti, zone sotto 1 metro di

acqua per diversi giorni, numerose frane, 5000 abitazioni colpite e 300

sfollati. Acqua non potabile in alcuni quartieri

e black out elettrici. Un morto per infarto causato

dall'onda di acqua che stava invadendo la

cantina.

22 novembre

2011

Alluvione di Barcellona

Pozzo di Gotto, Merì e

Saponara

Provincia di Messina 3

Esondazione dei torrenti a causa delle intense precipitazioni. Forti mareggiate lungo

le coste.

Tre persone, tra cui un bambino di dieci anni, sono morti travolti dal

fango a Scarcelli, frazione di Saponara.

4 novembre

2011

Alluvione di Genova

Genova e provincia 6

Esondazione/piena dei fiumi Bisagno,

Fereggiano, Sturla e Scrivia a causa delle

Ritmo: 500 mm in cinque ore.

intense precipitazioni. Forti mareggiate lungo

le coste.

25 ottobre 2011

Alluvione dello Spezzino e

della Lunigiana

Val di Vara, Cinque Terre,

Lunigiana 12

Esondazione/piena dei fiumi Vara, Magra, Taro

e altri corsi d'acqua minori, a causa delle intense precipitazioni.

Ritmo: 520 mm in meno di 6 ore.[6]

11 giugno 2011

Alluvione di Sala Baganza, Collecchio e

Fornovo di Taro

Sala Baganza, Collecchio,

Fornovo di Taro (Provincia di

Parma)

1

Esondazione del Rio Ginestra e del Torrente

Scodogna a causa delle intense

precipitazioni. Incuria nella pulizia e gestione

dei corsi d'acqua. Cementificazione.

Ritmo di pioggia orario massimo: 195,2 mm/h

(Stazione meteorologica di Fornovo di Taro-

Neviano de' Rossi). I danni ammontano a circa 7.200.000 euro per privati e aziende e circa 450.000

euro i danni pubblici. Sono 185 le famiglie e 50

le attività produttive colpite.

1 e 2 marzo 2011

Frazioni di Marina di

Ginosa del Comune di

Ginosa (versante

pugliese, la più colpita) e di

Metaponto del Comune di Bernalda (versante lucano)

Interessato il confine ovest della Puglia

nella Provincia di Taranto e il

confine est della Basilicata nella

Provincia di Matera

0

Piogge alluvionali, piena ed esondazione

dei fiumi Bradano, Agri, Galaso, sovraccarico

d'afflusso d'acqua della diga della Riserva

regionale San Giuliano in Basilicata e altri corsi

d'acqua minori, a causa delle intense

precipitazioni.

La zona più colpita è quella di Marina di Ginosa con danni ingenti a parte

della popolazione evacuata e inagibilità

permanente degli immobili, infrastrutture,

agricoltura per un valore stimato dal Comune di

Ginosa di oltre 80 milioni di euro. Nella frazione di Metaponto seri danni alla

zootecnia, con capi di bestiame annegati e

agricoltura

3 marzo 2011

La frazione di Casette d'Ete, nel comune di Sant'Elpidio a Mare, è la più

colpita

Interessate gran parte delle Marche, il

teramano e la Romagna

5

Piena ed sondazione dei fiumi Vomano,

Tronto, Ete, Chienti, Fiastra, Esino, Misa e

altri corsi d'acqua minori a causa delle

intense precipitazioni.

La zona più colpita è quella di Casette d'Ete,

frazione di Sant'Elpidio a Mare (Fermo), dove straripa l'Ete morto:

muoiono due persone, padre e figlia, travolte con la loro auto dall'acqua. A Venarotta (Ascoli Piceno) un'anziana donna perde

la vita cadendo in un fosso in piena. Altre due

persone muoiono rispettivamente a Cervia

(Ravenna) e Teramo, affogando all'interno delle loro auto bloccate in dei sottopassi allagati. Danni diffusi, soprattutto nelle

provincie di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Ancona.

1º e 2 novembre

Alluvione del Veneto

Vicenza e hinterland, aree 3 Esondazione del fiume

Bacchiglione e di altri Ritmo: 540 mm di pioggia caduti in 24 ore nel solo

2010 collinari e montane della

zona nord ovest del vicentino,

aree extraurbane a ovest e a sud-est di Padova,

Bassa Padovana sud-

occidentale, alcuni comuni tra Vicenza e

Verona

corsi d'acqua minori causata dalle fortissime

piogge nell'area prealpina e

pedemontana veneta, unite a una rapida

escursione termica con conseguente

scioglimento del manto nevoso presente in

montagna.[11]

vicentino. 200.000 animali deceduti.

500.000 persone interessate.

140 km² direttamente allagati.

Oltre 1 miliardo di Euro di danni.

5 ottobre 2010 Prato

Comune e provincia di

Prato 3 Violento nubifragio.

Un violento temporale scarica 100 mm in meno

di due ore, 3 cinesi rimangono annegate in un

sottopasso con la loro macchina, numerose case e strade allagate, diverse macchine distrutte[12][13]

4 ottobre 2010

Alluvione a Genova Sestri

Ponente, Varazze, Cogoleto

Liguria Provincia di Genova e Provincia di

Savona

1 Piogge alluvionali e dissesto idrogeologico.

A Sestri Ponente straripano il torrente

Chiaravagna, Cantarena e Molinassi dopo la caduta

di circa 400 mm di pioggia in poche ore sulle alture,

350 a Pegli, 310 a Varazze, 300 a Genova

Bolzaneto e Genova Pontedecimo, Genova e il suo hinterland sono stati

colpiti da un evento alluvionale lampo

eccezionale.

9 settembre

2010

Alluvione e colata di detrito nel comune di

Atrani

Costiera Amalfitana in Provincia di

Salerno

1 Forti piogge e dissesto idrogeologico.

A causa delle forti piogge intorno alle ore 18:30

esonda il Torrente Dragone che scorre al di sotto del centro abitato.

Danni segnalati anche nei vicini comuni di Scala, Ravello e Tramonti ove

per alcune ore è mancata la corrente elettrica.

1º ottobre 2009

Alluvione e colata di detrito

a Messina, nelle frazioni di

Giampilieri Superiore,

Altolia e Briga Superiore e nel

comune di Scaletta Zanclea

Provincia di Messina 36 Forti piogge e dissesto

idrogeologico.

A causa delle forti piogge e del dissesto idro-

geologico della zona a carattere torrentizio, si generano una serie di colate detritiche che travolgono numerose

abitazioni e automobilisti tra Giampilieri Superiore e

Scaletta Zanclea.

18 luglio 2009

Alluvione di Cancia, nel

Valboite in Provincia di 2 Piogge e dissesto

idrogeologico. una frana di sessantamila

metri cubi di acqua e

comune di Borca di

Cadore, e nei paesi di

Valesella, San Vito di Cadore, e Acquabona

Belluno ghiaia si stacca dal monte Antelao e scivola

sull'abitato di Cancia nel comune di Borca di

Cadore; uccidendo due persone.

22 ottobre 2008

Alluvione e colata di detrito nel comune di Capoterra (CA)

Capoterra (CA) 5 Forti piogge.

A causa delle forti piogge si generano diverse

esondazioni dei corsi torrentizi e colate

detritiche che travolgono le abitazioni di Poggio dei

Pini, Torre degli Ulivi e svariati altri insediamenti.

29 maggio 2008

Alluvione e colata di detrito nel comune di Villar Pellice

Villar Pellice (TO) 4 Forti piogge.

A causa delle forti piogge, nell'alveo del Rio

Cassarot, tributario del torrente Pellice, si genera

una colata detritica torrentizia che travolge

una casa e ne danneggia altre 3 in Borgata Garin.

30 aprile 2006 Frana a Ischia Provincia di

Napoli 4 Piogge, abusivismo e dissesto idrogeologico.

Muore un padre con le sue tre figlie nel crollo

della villetta colpita dalla frana. Duecento gli

sfollati.

03 luglio 2006

Alluvione di Vibo Valentia

Vibo Valentia e provincia 4 Violento nubifragio e

dissesto idrogeologico

L'evento pluviometrico eccezionale (circa 190 mm di pioggia in 2 ore

registrati al pluviometro di Vibo Valentia) causò e

l'esondazione dei torrenti nelle località di Bivona e

Vibo Marina e l'attivazione di frane, colate e valanghe

di detriti, con notevoli danni a edifici e alla viabilità del territorio.

23 settembre

2003

Alluvione di Carrara del

2003

Provincia di Massa-Carrara 2 Violentissimo

nubifragio.

29 agosto 2003

Val Canale e Canal del Ferro

Provincia di Udine 2

Piogge violente concentrate nel tempo

e nello spazio dopo un'estate molto calda.

A Pontebba caddero oltre 300 mm di pioggia in circa

6 ore. Una frana invase l'autostrada A23.

6 e 23 novembre

2000

Alluvione nella Riviera di Ponente

Province di Imperia e Savona

7 Nubifragi.

Tre morti nel primo evento alluvionale, in cui si ebbe l'esondazione, fra gli altri,

dei torrenti Verbone e Armea. 4 morti nel

secondo evento (2 a Imperia e 2 a Ceriana).

dal 13 al 16

ottobre

Alluvione in Piemonte

Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria,

Lombardia

23 e 11 dispersi, 40.000

L'evento interessò il fiume Po e gran parte dei suoi affluenti in Valle d'Aosta,

2000 sfollati. Piemonte, Liguria e Lombardia.

9 settembre

2000

Alluvione in Calabria Soverato 13 e un

disperso.

Straripamento della fiumara Beltrame: il

campeggio "Le Giare" presso Soverato è

travolto dal fango che provoca 13 morti e un

disperso

441 i millimetri di pioggia caduti sul territorio di

Soverato, 150 i chilometri di costa tra le province di

Catanzaro e Reggio Calabria colpiti e devastati

dal maltempo.[20]

Alluvioni e inondazioni avvenute in Italia fra il 1947 e il 1999

Data Comune Area geografica Morti Ca

co

5 maggio 1998 Alluvione di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici

Valle del Sarno, Vallo di Lauro in Campania

159

Causp

cond

idrog

14 ottobre 1996

Alluvione di Crotone Crotone 6 Pcon

19 giugno 1996 Alluvione della Versilia Versilia 13 e 1500

senzatetto

12 settembre Alluvione in Lombardia Lombardia

nord-1 e centinaia

di sfollati Unapert

1995 occidentale pl'eson

vad

13 marzo 1995 Alluvione a Acireale, Giarre, Riposto e Mascali Sicilia

orientale 11 e 7

dispersi

Torrema

buferinterro

autoferrov

la na"Pelhumiglia

decat

5 novembre

1994 Alluvione in Piemonte

Fiume Tanaro e

tratta basso-

piemontese del fiume

Po

70 e 2226 senzatetto

Causd

idrog

23 settembre

1993 Alluvione a Genova Genova 2 e 3 dispersi Nu

31 ottobre 1992

Alluvione di Poggio a Caiano Poggio a Caiano, Toscana

0 Caus

27 settembre

1992 Alluvione a Genova Genova 2 Caus

22 settembre

1992 Alluvione a Savona

Savona, Quiliano,

Vado Ligure3 Caus

15 novembre

1991 Alluvione di Campi Bisenzio Campi

Bisenzio 1

estate 1987 Alluvione della Valtellina Valtellina 53

Causdiss

te

19 luglio 1985 Catastrofe della Val di Stava

Stava, frazione del comune di

Tesero

268

I direminie

resposocinte

nelle la cosla cr

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8-9 novembre

1982 Esondazione del fiume Taro Provincia di

Parma 0 Caus

disste

7-8 ottobre 1977

Alluvione in Piemonte e Valle d'Aosta

Province di Asti,

Alessandria, Verbano-

Cusio-Ossola,

Canavese,

15 e 2 dispersi Nu

9 luglio 1953 Alluvione in Val Camonica

Darfo, Pisogne,

Sale Marasino,

Vello, Zone

16 Nu

14 novembre

1951 Alluvione del Polesine Polesine 84

8 novembre

1951 Alluvione a Tavernerio Tavernerio 16 F

15 ottobre 1951

Calabriahttp://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_alluvioni_e_inondazioni_in_Italia - cite_note-33

Calabria Meridionale ed orientale

70 Evenecc

4 settembre

1948 Alluvione in Piemonte

Provincia di Asti,

Albese, Chivasso, Piemonte Orientale

49

Causp

cond

idrog

Alluvioni e inondazioni avvenute nel Regno d'Italia fra il 1861 e il 1946

Data Comune Morti Area geografica Cause e/o colpevoli Note

2 novembre 1944

Alluvione di Grosseto Toscana,

Maremma

Un violento nubifragio colpì la città di

Grosseto provocando l'esondazione del fiume Ombrone.

Grossi danni in città, completamente sommersa

dalla piena.

13 agosto 1935

Disastro di Molare 111 Valle dell'Orba

Malgrado l'ineguadezza delle

misure di sicurezza, il processo si concluse con l'assoluzione di

dodici imputati.

A causa di una violenta precipitazione il lago di

Ortiglieto straripò a Molare, inondando diversi paesi e le

campagne in provincia di Alessandria.

21 febbraio 1931

Alluvione di Palermo 11 Palermo

Ondata eccezionale di precipitazioni per

cinque giorni continue, e forte vento di Tramontana.

Strariparono i principali fiumi che attraversano la città,

l'Oreto, il Kemonia e il Papireto, con una

conseguente inondazione di quasi tutti i quartieri, tale

evento per intensità ed entità dei danni, non si è più verificato a oggi, nel

capoluogo siciliano. Inoltre, crollarono mura e alti edifici.

22 novembre 1926

Alluvione di Campi

Bisenzio 1 Campi Bisenzio

1º dicembre 1923

Disastro del Gleno 356 Valle di Scalve

Dal processo, che si tenne dal gennaio

1924 al luglio 1927 e si concluse con la

condanna del titolare della società

concessionaria e del progettista della diga.

Una delle arcate centrali della diga cedette e le acque del lago artificiale si riversarono

nella vallata sottostante.

20 settembre 1920

Alluvione in Friuli Provincia di

Udine Cause naturali. Esondazione dei fiumi Corno,

Cormor, Torre, Natisone e altri.

24 ottobre 1910

Alluvione in Campania

Circa 200

Costiera Amalfitana,

Salerno, Casamicciola

sull'Isola d'Ischia

Cause naturali. Più della metà delle vittime si ebbe a Cetara (SA).

17 novembre 1908

Alluvione in Sicilia e Calabria

Costa orientale della Sicilia e

parte meridionale

della Calabria

Cause naturali. A Riposto, uno dei centri più

danneggiati, caddero 465 mm in 24 h.

26 settembre 1902

Uragano in Sicilia

Oltre 300 Sicilia Cause naturali.

Un violento uragano devasta la Sicilia uccidendo oltre 300

persone.

17 settembre 1882

Alluvione del Polesine Verona, Valli

Grandi Dissesto

idrogeologico.

Inondazione di Verona del

1882

Veronesi, Polesine

21 settembre 1868

Alluvione di Parma 21 Emilia-

Romagna

Straripamento dei torrenti Parma e

Baganza.

La città di Parma sommersa dalla piena, con numerose vittime nell'oltretorrente ad

ovest della città.

Alluvioni e inondazioni avvenute sul territorio italiano in periodi remoti

Data Comune Morti Area geografica Cause e/o colpevoli Note

1861 Tornado

della Sicilia

500 Sicilia

3 novembre 1844

Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del

fiume Arno.

1777 Alluvione di Pisa Toscana Esondazioni del

fiume Arno. Rovinosa esondazione

dell'Arno.

febbraio 1763

versante ionico della

Provincia di Messina

alcune decine Sicilia Piogge torrenziali e

tifone.

Nei giorni di carnevale la Fiumara d'Agrò, il Torrente

Savoca ed il Torrente Pagliara ruppero gli argini travolgendo alcune borgate rivierasche dei comuni di Savoca e Pagliara;

anche il Mare Ionio fece la sua parte: altissimi cavalloni

seminarono morte e distruzione.

19 maggio 1680

Alluvione di Pisa Toscana Esondazioni del

fiume Arno.

Le acque del fiume superarono di 30 cm gli argine e unite alle fogne incapaci di

scolare nel fiume allagarono le parti più basse della città.

27 settembre 1557

Alluvione di Palermo circa 7000 Conca

d'Oro

È poco nota ma resta una delle alluvioni più sterminatrici della storia italiana. L'alluvione

del 1557 uccise circa 7000 palermitani e numerosi animali

tra cavalli e buoi, le cui carcasse venivano trascinate

dalla furia del fango fino al porto della città. Una

spaventosa ondata di fango venne giù dai Monti di

Palermo, colmi di valloni e gole del maltempo e si

accumulò nella depressione sotto le mura della città fino a

toccare i quattro metri di altezza

13 settembre 1557

Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del

fiume Arno.

Una delle più disastrose alluvioni che abbiano colpito Firenze, povocò il crollo di

molti palazzi e danni alla città.

autunno 1348 Rotta della Polesine Forse la breccia fu Il Tartaro è disalveato e

Malopera aperta per motivi bellici.

l'Adige cambia letto.

4 novembre 1333

Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del

fiume Arno.

La più catastrofica alluvione che abbia colpito Firenze,

provocò ingenti danni alla città e il crollo di tutti i ponti

compreso il Ponte Vecchio.

autunno 1167 Alluvioni di Pisa Toscana Esondazioni del

fiume Arno.

Nel corso di un piovosissimo autunno l'Arno esonda a Pisa ben nove volte fra settembre e

novembre creando innumerevoli danni e crolli.

1152 Rotta di Ficarolo Polesine Dissesto

idrogeologico.

Il corso principale Po abbandona l'antico letto, il Po di Volano, e resta disalveato per una ventina d'anni prima

di venire regolato nuovamente.

950 Rotta del Pinzone Polesine L'Adige e il Tartaro cambiano

il proprio alveo.

17 ottobre 589 Rotta della

Cucca e altri eventi

Innumerevoli Veneto, Liguria, Roma

Dissesto idrogeologico seguito

alla scarsa manutenzione dei

fiumi dopo la caduta dell'Impero Romano

d'Occidente e peggioramento

generalizzato del clima.

Strade, sentieri, campagne e interi villaggi furono distrutti. In

seguito all'alluvione ci fu un incendio a Verona e un'epidemia a Roma. Secondo la tradizione

storiografica veneta, questo evento causò anche lo

sconvolgimento del corso dei fiumi della pianura veneto-friulana; la bassa pianura Padana fu trasformata in

un'enorme palude.