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P IANETA T ERRA il settembre - ottobre 2014 PERIODICO FONDATO DA CIRO VIGORITO Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale ASTE il governo intervenga tempestivamente Simone Togni L’intervista GUIDO BORTONI Presidente AEEGSI Non perdiamoci l’OFF-SHORE

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Ti aspettiamo a Rimini dal 5 al 8 novembre presso

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2014

PERIODICO FONDATO DA CIRO VIGORITO

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ASTEil governo intervenga tempestivamenteSimone Togni

L’intervistaGUIDO BORTONIPresidente AEEGSI

Non perdiamocil’OFF-SHORE

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19 - 22 maggio 2015 - Roma, sede ANEV

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Il Minieolico3 - 4 novembre 2015 - Fiera di Rimini, in occasione di KeyWind

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Operation & Maintenance5 - 6 novembre 2015 - Fiera di Rimini, in occasione di KeyWind

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ANEV tel. +390642014701 - fax [email protected] - www.anev.org

3 ASTE, IL GOVERNO INTERVENGA TEMPESTIVAMENTESimone Togni

8 INTERVISTA A GUIDO BORTONIAntonella Cocca

12 L’EFFICIENZA ENERGETICA È IL CARBURANTE DEL FUTUROSergio Ferraris

16 COORDINAMENTO FREEL’EUROPA È PRONTA PER LA SVOLTA SOSTENIBILEUmberto Di Matteo

20 NEWSLETTER ANEV24 ANEV: parola agli associati

Intervista a Lorenzo CagnoniPresidente di Rimini Fiera

Silvia Martone

26 PER EOLICO E AVIFAUNA È QUESTIONE DI APPROCCIODavide Astiaso Garcia

32 CARTA, PENNA E DIRITTOMassimo Ragazzo

36 NON PERDIAMOCI L’OFF-SHOREDaria Palminteri

42 LE NANOTECNOLOGIE NELL’INDUSTRIA EOLICAAndrea Monaco

PIANETA TERRA

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Mensile di informazione e cultura dell’ambiente, dell’energia e dellefonti rinnovabili

DirettoreSimone Togni

Comitato di RedazioneSimone Togni, Stefania Abbondandolo,Davide Astiaso Garcia, Silvia Martone

Direttore responsabilePeppe Iannicelli

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Registrazione n. 66 del 5 giugno 2003presso il Tribunale di Napoli

Proprietario del Periodicogps srl Gruppo Problem Solving

EditoreMixassociati srl (n. ROC 22924 • 30.11.2012)

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StampaGPT - Gruppo Poligrafico TiberinoVia Ponchielli, 30 - 06073Loc Ellera, Corciano (PG)

Redazione • PubblicitàMixassociati srl via Wenner, 18 Pellezzano (Salerno)telefono e fax 089.271901email: segreteria. [email protected]

sommariosettembre - ottobre 2014

Delle opinioni manifestate sugli scritti o siglati sonoresponsabili i singoli Autori dei quali il Comitato diRedazione intende rispettare la piena libertà digiudizio. La collaborazione alla rivista è aperta a tuttigli interessati, tuttavia è compito della Redazionedefinire i contenuti di ciascun numero, la scelta degliarticoli e il tempo di pubblicazione. La riproduzione,anche parziale degli scritti e dei grafici pubblicati su“il pianeta terra” è consentita previa autorizzazione ecitando ovviamente la fonte. 1

PIANETA TERRA

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Il Governo Renzi vuole veramentecambiare rotta o invece continuarecon i vecchi vizi del passato? Abreve avremo la risposta. Infatti,dopo il discorso di Renzi alla con-ferenza delle Nazioni Unite suicambiamenti climatici, dove si èspeso su green jobs, innovazione,green economy, ecc. oggi il suo Go-verno è chiamato a mettere manoai meccanismi di aste e registri conl’emanazione entro il 2014 deiprovvedimenti necessari. Ripercorrendo quanto avvenutodopo l’entrata in vigore del nuovosistema di assegnazione degli in-centivi alle rinnovabili tramite astecompetitive del 2012, è possibilefare un bilancio dopo i primi treanni del nuovo meccanismo. Per

quanto riguarda l’eolico i risultatisono francamente deludenti. Que-sta circostanza, che era stata datempo prevista dall’ANEV, pur-troppo si è concretizzata con unblocco pressoché totale in questo2014 di nuove iniziative.Come emerge da uno studio effet-tuato dall’ANEV, infatti, dell’asta2012 ben il 46% dei MW risultativincitori e quindi aggiudicataridell’incentivo, non sono ancora incostruzione. Dei 442 MW ammessiinfatti solo 217 MW sono in eserci-zio (49%) e 22 MW (5%) in costru-zione. Destano ulteriorepreoccupazione i dati relativi al-l’asta 2013, che evidenziano comenessuno degli impianti ammessi,465 MW, risulti in esercizio e solo

Simone TogniPresidente ANEV

ASTE, il governo intervengatempestivamente

113 MW (25%) in costruzione. Ciòevidenzia quindi come ci siano adoggi 346 MW (75%) aggiudicataridell’asta dello scorso anno chesono praticamente in una situa-zione di stallo. Aggregando i datirelativi ai due anni è quindi asso-lutamente preoccupante rilevarecome per 550 MW su 907 MW(circa il 60%!) non sia stata ancora

posata la prima pietra e solo 16impianti su 36 allo stato attualesiano destinati a produrre energia.Le perplessità si accentuano ulte-riormente esaminando i risultatidell’asta 2014, con 356 MW con-tendibili, i cui risultati evidenzianocome ci sia stato un progressivoinnalzamento dei livelli di scontoche renderà presumibilmente ir-realizzabili gran parte degli im-pianti in graduatoria. Purtroppo la necessità di abbre-viare i tempi di realizzazione ed

entrata in esercizio degli impiantia cui si aggiunge il ritardo nel-l’emanazione delle regole che go-verneranno lo sviluppo dellerinnovabili per il periodo post2015, ha obbligato la gran partedegli operatori a forzare la manosulle offerte, tanto da avere scontianche molto spinti, accentuandoper questa sessione il rischio di

non veder realizzati gli im-pianti vincitori anche sesupportati da garanzie fide-iussorie bancarie. A tutto ciò si aggiunge unaltro aspetto preoccupante,ovvero la presenza tra gliammessi di numerose so-cietà all’apparenza slegate

dal mondo degli operatori indu-striali dell’eolico e presumibil-mente riconducibili a sviluppatoriche non hanno mezzi economici etecnici o conoscenze specifiche delsettore da consentire loro di realiz-zare autonomamente un impianto. Alla luce di tutto ciò sembra ora-mai chiaro che l’esperimento delleaste ha avuto un risultato ad oggiche può considerarsi fallimentare.L’obiettivo infatti non può essere li-mitato ad avere sconti significativi,ma deve essere invece rapportato

Alla luce di tutto ciò sembraoramai chiaro chel’esperimento delle aste haavuto un risultato ad oggi chepuò considerarsi fallimentare.

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al livello di sconto raggiunto dagliimpianti in esercizio e da questopunto di vista il risultato è pessimo.Inoltre si deve aggiungere l’au-mento del contenzioso che rischiadi bloccare ulteriormente anche lepoche iniziative in fase di realizza-zione e allontanare ulteriormente

gli operatori seri. In poche parole l’introduzione diquesto sistema sta portando alblocco dell’eolico, la cui percen-tuale di realizzazione sta progres-sivamente crollando e le nuoveinstallazioni sono pochissime.Come uscire da questa situazione?Innanzitutto prendendo quanto di

buono c’è nel nuovo sistema, e cioèil fatto che la procedura competi-tiva ha iniziato a selezionare i pro-getti con una producibilità più alta.Quindi bisogna correggere le coseche non hanno funzionato ed inparticolare ridurre al massimo la“sindrome del vincitore”, cioè il

fatto che pur di risultarevincitori alcuni parteci-panti si spingano a for-mulare offerte poiinsostenibili economica-mente. Da questo puntodi vista la strada miglioreè di elevare l’asticella deiprogetti, prima ancorache dei soggetti, parteci-panti, consentendo lapartecipazione solo aquelli cantierabili (esclu-dere ad esempio la pos-sibilità di partecipazionecon la sola VIA).

Sembra poi indispensabile rendereoperativo il meccanismo di scorri-mento della graduatoria che oggi èinapplicabile se non dopo 42 mesi(quindi mai), sarebbe a tal fine suf-ficiente introdurre meccanismi dicontrollo dell’avanzamento dellerealizzazioni su base di un cronoprogramma definito che, qualora

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non rispettato per motivi imputabilial proponente, comporti la possibi-lità di sostituzione dell’operatoreinadempiente al quale deve esserecomunque data la possibilità diuscita con escussione parzialedella garanzia ovvero di rimanerein graduatoria offrendo ulteriorigaranzie. Infatti le dinamiche ge-nerate dal sistema di assegnazionedegli incentivi nelle prime tre asteha riportato prepotentemente allaribalta il fenomeno delle società

sviluppatrici, proprio ciò che si vo-leva combattere con l’introduzionedelle aste. Chiariamoci, questo fe-nomeno non è di per sé negativo,ma deve essere meglio regola-mentato. Infatti se a fronte di con-tingenti già non abbondanti (inmedia 400 MW all’anno) si arriva apercentuali di realizzazione dellametà il risultato è che l’industriaeolica nazionale rischia un drasticoblocco.

In conclusione è auspicabile chetale tendenza vada tempestiva-mente interrotta con politiche dirilancio del settore eolico, in par-ticolare con l’emanazione dei cor-rettivi per le prossime aste econtingenti entro la fine del 2014come previsto dalla normativa vi-gente. L’eolico è infatti una realtàche, con la maturità tecnologica econ l’efficienza dei costi raggiunta,risulta essere ancora molto pro-mettente e in prospettiva una tec-

nologia vincente. Senza leadeguate correzioni ai sistemidi sviluppo si rischia di compro-mettere in maniera irreversi-bile un intero settoreindustriale, che dal 2000 adoggi ha visto una crescita co-stante delle presenze indu-

striali sul nostro territorio, che hacontribuito in maniera significativaalla crescita occupazionale rag-giungendo alla fine del 2013 oltre30.000 addetti, garantendo al no-stro Paese una esportazione ditecnologia e componentistica diassoluto rilievo. Insomma il Go-verno Renzi ci devo ora dire se lechiacchiere resteranno tali o se sitrasformeranno finalmente inqualche atto concreto! n

Insomma il Governo Renzi cidevo ora dire se le chiacchiereresteranno tali o se sitrasformeranno finalmente inqualche atto concreto!

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Il COORDINAMENTO FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) ha loscopo di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro diun modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazionedell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando un’azione più coesa delleAssociazioni e degli Enti che ne fanno parte anche nei confronti di tutte le Istituzioni; con 29Soci Associazioni e un ampio ventaglio di Enti e Associazioni Aderenti (senza ruoli decisionali)il COORDINAMENTO FREE è la più grande Associazione del settore presente in Italia.

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Ordine degli Ingegneri della Provincia di RomaLEGAMBIENTE

I processi di unificazione e conver-genza dei mercati e delle strategieenergetiche europee verso la so-stenibilità avranno un effettoanche sulla regolazione interna,chiamata a cogliere le sfide fonda-mentali dei prossimi mesi e deiprossimi anni. L’analisi con GuidoBortoni, Presidente dell’AuthorityEnergia.

In vista del 2015 quali saranno leattività dell’Autorità in tema dimarket coupling e sostegno al-l’unione dei mercati oltre confine?

Il market coupling rappresentauno dei tasselli più importantinell’ambito del processo di inte-grazione dei mercati europei. L’Au-

torità italiana è coinvolta nella rea-lizzazione del progetto insieme airegolatori e ai gestori dei mercatie delle reti dei Paesi della regioneCentro Sud, di cui l’Italia fa parteinsieme a Francia, Austria, Slove-nia, Germania e Grecia. Da maggio 2014 le borse elettrichedi 17 paesi europei sono integrateattraverso il market coupling men-tre la regione del Centro Sud è pre-visto che concluda l’adesione alprogetto, con riferimento alla fron-tiera elettrica settentrionale, entrola fine del 2014. Tra i risultati di maggior successodella cooperazione regionale va an-noverato l’avvio del market cou-pling tra Italia e Slovenia avvenutonel 2011. In questo caso è stato

Intervista a Guido Bortonipresidente AEEGSI

Antonella Cocca

Una regolazione cheguarda all’Europa

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adottato unmodello transitorio peril superamento dello sfasamentoesistente nelle tempistiche di paga-mento fra i due Paesi. Al fine di evi-tare impatti sugli operatori italiani,e quindi sui clienti finali, si stannocercando soluzioni analoghe checonsentano di superare specificitàdel nostro mercato, nelle altre ini-ziative di market coupling.In tal senso, per rispettare i tempiprevisti, l’Autorità ritiene che unasoluzione transitoria possa essereadottata anche per le altre fron-tiere settentrionali. Il processo diattuazione del disegno di marketcoupling richiede una fitta attivitàdi cooperazione inter-istituzionale,sia in ambito nazionale che sovra-nazionale. Inoltre, l’interazione èavvenuta anche e soprattutto congli stakeholders nazionali: l’Auto-rità ha ispirato la sua azione allaminimizzazione dell’impatto suglioperatori del mercato italiano de-rivante dai cambiamenti necessaria rispettare l’obiettivo del comple-tamento del mercato interno al2014.

Lo scorso 8 settembre è scaduta laproroga per la consultazione suglisbilanciamenti FER. Pensa che orasi possa giungere ad una prospet-tiva definitiva di regolazione suglioneri per le fonti non programma-bili? Con quali contenuti?

L’Autorità aveva già da tempo rivistola disciplina dei corrispettivi di sbi-lanciamento per le fonti rinnovabilinon programmabili, o come ritengopiù esatto definirle “diversamenteprogrammabili”, in un’ottica dimaggiore responsabilizzazione deiproduttori rispetto ad una efficienteprevisione dell’energia immessa inrete e ai costi che si generano nelsistema elettrico. Nell’estate ilConsiglio di Stato, esprimendosi aseguito della sentenza del Tar, haconfermato il percorso già avviatodall’Autorità finalizzato proprio apromuovere una partecipazione piùattiva da parte dei produttori e degliutenti del dispacciamento al funzio-namento del sistema elettrico, al-locando a ciascuno gli effettieconomici derivanti dai rispettivisbilanciamenti.Con la sentenza, il Consiglio diStato ha inteso affermare tre prin-cipi, ovvero che le unità di produ-zione da fonti diversamenteprogrammabili sono assoggettatealla regolazione degli sbilancia-menti per tutelare il mercato nellasua interezza, che i corrispettivi disbilanciamento devono essere dif-ferenziati per fonte tenendo contodelle caratteristiche e della preve-dibilità di ciascuna di esse, e infineche gli oneri derivanti dagli sbilan-ciamenti imputabili alle fonti rinno-vabili diversamente programmabili

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non devono essere socializzati.Occorre pertanto addivenire ad unequilibrio tra le diverse esigenzeevidenziate dal Consiglio di Statoche appaiono tra loro confliggenti.Infatti, per tutelare il mercato edevitare distorsioni occorrerebbe de-finire corrispettivi di sbilancia-mento che riflettano nel miglioredei modi l’impatto effettivo deglisbilanciamenti sul sistema elet-trico, prevedendo che ciascunutente contribuisca in relazione allaquota di cui è responsabile ed evi-tando ogni forma di socializzazione;ciò, di per sé, potrebbe non consen-tire di tenere pienamente contodelle peculiarità delle fonti (nelsenso auspicato da alcuni produt-tori) in quanto ogni diversificazionefinirebbe inevitabilmente per allon-tanarsi dal principio del cost reflec-tive. A seguito di un’ampia consultazionecon tutti i soggetti interessati, la cuitempistica di chiusura è stata ancheprorogata proprio per dare modo atutti di intervenire, l’Autorità è orain procinto di emanare la disciplinaper la revisione del servizio di di-spacciamento contemperando lanecessità di tenere conto delle di-verse caratteristiche tecniche dellefonti diversamente programmabilicon l’opportunità che gli effetti deglisbilanciamenti non ricadano suiconsumatori finali.

A breve e medio termine come ri-tiene debba svilupparsi la regola-zione italiana rivolta all’integrazionedello storage energetico e dellesmart grid?

Come ho già avuto modo di dire, afronte della crescente penetra-zione delle fonti rinnovabili diver-samente programmabili e dellagenerazione distribuita, è neces-sario promuovere una radicalemodifica dei criteri con i quali sonostate sviluppate e gestite le retielettriche nel passato. In partico-lare occorre un sistema in cuianche le reti di distribuzione, inpresenza di generazione elettricaconnessa, da “passive” diventinoprogressivamente “attive” (smartgrid).Anche gli impianti di produzioneche fino ad oggi erano “passivi”,cioè che non fornivano servizi direte, devono diventare progressi-vamente “attivi”, al fine di contri-buire alla gestione efficace,efficiente ed in sicurezza del si-stema elettrico. Dunque, non è piùpossibile escludere gli impianti dipiccola taglia connessi alle reti dibassa e media tensione poiché lasomma delle potenze installate èormai tutt’altro che trascurabile.La regolazione, cercando di co-gliere al massimo lo sviluppo tec-nologico nello sfruttamento delle

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fonti rinnovabili a fini elettrici e neisistemi di accumulo dell’energia,deve promuovere un sistema in cuitutti gli impianti forniscano servizidi rete, in relazione alle possibilitàche le varie tecnologie permet-tono. L’intero sistema elettricodeve diventare più smart. Obiettivo dell’Autorità è quello dioperare su due fronti: innovare lemodalità di gestione delle reti edegli impianti ovvero il dispaccia-mento e promuovere lo sviluppodelle infrastrutture di rete. Taliaspetti sono fortemente correlatie, in alcuni casi, tra loro sostitutivi:la realizzazione di nuove reti con-sente l’incremento della capacitàdi trasporto tra zone e, di conse-guenza, un incremento della capa-cità di regolazione riducendo lanecessità di interventi.

Entro la fine dell’anno si defini-ranno meglio gli obiettivi energe-tici e climatici al 2030 per l’UnioneEuropea, con una prospettiva dicrescita nei campi delle rinnova-bili, dell’efficienza e della ridu-zione della CO2. Alla luce di ciòquali saranno le evoluzioni proba-bili per la regolazione?

L’Autorità continuerà, negli ambitidi propria competenza, a costruireo rinnovare l’impianto regolatorioche meglio realizzi gli obiettivi di

politica energetica fissati a livelloeuropeo e conseguentemente a li-vello nazionale.La regolazione, in ogni caso, terràconto e contribuirà a realizzare itre requisiti che continuano adispirare le politiche del pacchettoenergia-clima ovvero competiti-vità, sicurezza e sostenibilità.L’energia dovrà essere al con-tempo competitiva, assicurandoprezzi competitivi e ragionevoliper tutti i consumatori e promuo-vendo la concorrenzialità dei mer-cati, sicura, garantendo unapprovvigionamento costante edadeguato di energia provenienteda un mix equilibrato rispetto allefonti, e sostenibile, compatibilecon la salvaguardia dell’ambiente.Inoltre, il processo di costruzionedelle regole interne deve essereinserito in un più ampio disegno diintegrazione dei mercati per lacreazione di un mercato unico eu-ropeo, obiettivo che l’UE ha fissatoper la fine del 2014.Il complesso e faticoso processo diintegrazione avrà un valore se nonsarà una mera unione di sistemi,mercati, piattaforme, ma si realiz-zerà anche come abbattimento dibarriere alla coesione dei mercatiliberando “energie positive” a di-minuzione di rendite odierne ed asicuro vantaggio dei consumatorieuropei. n

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L’efficienza energeticaè il carburante del futuro

Sergio Ferraris

Se pensate che efficienza energetica siasolo sinonimo di diminuzione dei consumisiete fuoristrada. É questo il concettocentrale che l'Agenzia Internazionale perl’Energia (IEA), mette alla base di un suorecente report: “Capturing the MultipleBenefits of Energy Efficiency”.

PIANETA TERRA

il

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E andando a spulciare ci si accorgeche lo studio in questione rappre-senta per la IEA un vero punto disvolta. L'agenzia, infatti, accende i ri-flettori sull'efficienza energetica nonsolo partendo dalla realtà di oggi,ossia gli oltre 300 miliardi di dollarispesi in questo settore nel 2012, cosache la porta a definirlo come il«primo carburante» con i relativi ri-sparmi in bolletta, ma mettendo inluce anche altri aspetti meno noti. Il primo riguarda i Paesi in Via di Svi-luppo (PVS) e vede la possibilità diaumentare l'accesso all'energiasfruttando le infrastrutture già esi-stenti (spesso complesso se non im-possibile da adeguare), consentendol'accesso all'energia anche alle fascepiù deboli attraverso sistemi effi-cienti che limitano il consumo, of-frendo gli stessi risultati, riducendo iconsumi quotidiani, alleggerendo icosti a chi oggi può, magari faticosa-mente, accedere all'energia e abbas-sando la soglia d'ingresso per chi oranon se lo può premettere l'accessoall'energia. E non è da sottovalutarein questo quadro, inoltre, il contributoche l'efficienza energetica può dareper un aumento della produttività in-dustriale dei PVS, cosa utile alla cre-scita. Senza contare i vantaggi

ambientali, sia locali in termini d'in-quinamento, sia globali sotto il profilodelle emissioni climalteranti, cosache diventa di cruciale importanzaper la difesa della crescita in areecome quelle asiatiche e dei BRIC.E fino a qui potremmo dire che la IEAsta scoprendo ciò che i sostenitoridell'efficienza energetica e delle rin-novabili vanno sostenendo da tempo,cosa comunque non indifferente sepensiamo alla natura dell'istituzionestessa, ma la novità dello studio dellaIEA risiede nel fatto che il vantaggiodell’efficienza energetica è statoquantificato, cosa che consentirebbe(in questi casi è meglio usare il con-dizionale) l’inserimento di questemetodologie all’interno delle pianifi-cazioni delle politiche economiche eindustriali, sia degli stati, sia delleimprese. L’Agenzia, infatti, afferma che quandole misure circa l’efficienza energeticatrovano un posto rilevante all’internodei classici calcoli sul ritorno indu-striale dell’investimento, il punto di"break even" si accorcia di oltre il50% passando da circa 4,2 anni a 1,9,mentre per il settore residenziale, sulquale l'agenzia punta molto, i bene-fici di abitazioni riscaldate in manierapiù efficiente si misurano in termini

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di salute e benessere delle persone.Quindi in una diminuzione delle orelavorate perse per malattia e dellespese sanitarie. Tradotto: menospese sanitarie e maggiore produtti-vità. Due elementi chiave per l'Eu-ropa che "soffre" esattamente suqueste questioni. E il rapporto benefici-costi circa l’ef-ficienza energetica, stimato dalla IEAma confermato anche dall'Enea, è diuno a quattro, ossia quattro dollari ri-sparmiati per ogni dollaro investito,con un potenziale economico di18mila miliardi di dollari al 2035, unterzo del PIL mondiale annuo, unacifra che nel settore energetico ècomparabile, in termini esclusiva-mente quantitativi, con quella inve-stita negli ultimi decenni dal settoredelle fonti fossili, ma che rischia diessere persa. La IEA, infatti, avverte che questi van-taggi potrebbero rimanere sullacarta, poiché secondo il report il ca-rattere nascosto e poco visibile deivantaggi dell'efficienza energeticapotrebbe spingere i governi, esatta-mente come sta succedendo in Italiacon il continuo start e stop sull’eco-bonus, a non intraprendere le indi-spensabili misure di politicaindustriale e ambientale necessarie

per avviare a maturità le tecnologieche ruotano attorno efficienza ener-getica.Eppure l’Agenzia fornisce ai decisoripolitici anche gli strumenti per agire,visto che stima l’aumento di PIL tra lo0,25 all’1,1% l’anno per i paesi cheimboccheranno il percorso dell’effi-cienza energetica, mentre si potreb-bero creare dagli 8 ai 27 posti dilavoro per ogni milione di dollari in-vestito. E a supportare questoschema c’è proprio l’esempio del-l’Europa dove le misure per l’effi-cienza energetica negli edifici hannoalleggerito i conti pubblici per unacifra tra i 30 e i 40 miliardi di euro,che diventano tra i 67 e i 128 se sicontabilizzano le entrate fiscali e iminori costi del welfare sociale e sa-nitario.Insomma la partita dell'efficienzaenergetica fa bene ai cittadini e ai bi-lanci degli stati, ma, con ogni proba-bilità, le resistenze circaun'accelerazione delle pratiche per ilrisparmio energetico arrivano dallegrandi utilities energetiche i cui bu-siness, secondo un recente rapportodi UBS, sono già messi in pericolodalle rinnovabili e il colpo finale po-trebbero essere proprio le tecnologieper l'efficienza energetica. n

L’Europa è pronta per la svolta sostenibileUmberto Di MatteoPresidente di ISES Italia

I membri del Coordinamento FREE raccontano

“La maggior parte dei cittadinieuropei è interessata ai temidella sostenibilità”.

A certificarlo è un recente sondag-gio Eurobarometro - pubblicato asettembre 2014 - condotto per laCommissione Europea (Direzionegenerale Ambiente) a tre annidall’ultima ricerca fatta con lostesso intento. Secondo il docu-mento il 95% del campione inter-vistato (28.000 cittadinidell’UE-28) ha dichiarato di tenere

all’ambiente e di pensare che sipossa fare di più, ritenendo che, adispetto del periodo di crisi, unuso efficiente delle risorse natu-rali (per il 79% degli intervistati) ela protezione dell'ambiente (per il74%) possano stimolare la cre-scita. Infine, Il 79% crede che l'Eu-ropa dovrebbe poter verificare chele disposizioni legislative in mate-ria siano effettivamente applicatein modo corretto nel proprio Statodi appartenenza, mentre l'84%vuole che una quota maggiore dei

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finanziamenti comunitari sianodestinati a sostenere attività ri-spettose dell'ambiente. Questi dati sono un esempio dicome, a dispetto del credere co-mune, la cultura della sostenibi-lità si stia affermando nell’UnioneEuropea e, con essa, anche unamaggiore percezione delle possi-bilità tecnologiche, scientifiche edi mercato a essa collegata. Non

dimentichiamo, infine, che già nel2013 il numero totale di personeimpiegate nel settore dell’energiaverde in UE ha superato i 2 milionie mezzo di occupati. Non si tratta di considerazioni ba-nali, per noi di ISES Italia, che inquesto 2014 ci siamo spesi forte-mente per l’affermazione di unacultura di riferimento che possaessere realmente diffusa e condi-visa, un “Knowledge Sharing” fon-damentale per lo sviluppo

continentale che, come certificatoanche dai dati descritti, tanto ha ache fare con lo sviluppo econo-mico e di riflesso con la qualitàdella vita dei cittadini. Oggi, a pochi mesi dalla fine diquesto anno impegnativo, ci ac-corgiamo una volta di più che lescelte d’indirizzo prese per ilnuovo corso di questa Associa-zione sono in linea con ciò che le

persone chiedono e ciòche le Istituzioni sonochiamate a realizzare.L’ISES Italia, infatti, si èimpegnata per mettere inpratica alcuni pilastri fon-damentali della sua atti-vità, in linea con i suoiobiettivi: un centro studi

qualificato e indipendente suenergia e rinnovabili utile a im-prese, associazioni ed enti perpuntare su una corretta ricerca econoscenza diffusa; una maggioreattività di comunicazione tecnica eanche divulgativa che favorisca ilconsolidamento di una culturadella sostenibilità; il rafforza-mento della formazione d‘eccel-lenza che offra al mercatoprofessionalità in grado di garan-tire la transizione. A ciò si ag-

Noi di ISES Italia, in questo 2014,ci siamo spesi fortemente perl’affermazione di una cultura diriferimento che possa essererealmente diffusa e condivisa

giunge il rinnovo delle cariche as-sociative avvenuto nel corso diquest’anno e la collaborazioneproficua avviata con molti soggettiassociativi e tecnici di settore,come nel caso del nostro ingressonel Coordinamento FREE. Ma qual è lo scenario nel quale cimuoviamo? Nel corso della confe-renza “2050: l’energia del futuro”,da noi organizzata a maggio, ab-biamo approfondito la prospettivain cui il mondo si sta dirigendo:purtroppo verso un futuro d’innal-zamento della temperatura glo-bale tra i due e i sei gradi. Igoverni hanno la responsabilità discegliere quale strada si vuole in-traprendere e quindi sono chia-mati a costruire un sistemaenergetico appropriato. Infatti, laquota odierna di combustibili fos-sili nel mix globale è pari all’82%,valore identico a quello di 25 annifa. Il forte aumento delle fonti rin-novabili ridurrà questa quota acirca il 75% nel 2035, ma ora biso-gna spingersi verso quelle tecno-logie che ci possono farraggiungere la sostenibilità. No-nostante il potenziale delle tecno-logie, i progressi che si sonoregistrati sono ancora oggi troppo

lenti! Il futuro dell’energia soste-nibile richiede un approccio di tipo“sistemico”, con l’utilizzo di di-verse smart technologies, e pensoche abbia ancora senso attuarepolitiche di incentivazione per rea-lizzarlo.Alla luce di ciò, fondamentali sa-ranno le scelte in tema di am-biente, clima ed energia chel’Europa farà in questo mese perdarsi una nuova prospettiva al2030, ben sapendo che solo dascelte ambiziose – supportate dalvolere stesso dei cittadini e dallacrescente cultura di riferimento,come i dati in apertura certificano– si avranno riflessi determinantiper la sostenibilità, lo sviluppoeconomico e la qualità della vitadei cittadini europei. Noi di ISES Italia continueremo alavorare in questa prospettiva eper darne conto, tra i vari canaligià attivi, abbiamo deciso di av-viare anche un nuovo servizio dinewsletter dal 2015 sulle nostreattività del quale vi terremo infor-mati (per facilitare l’accesso a no-tizie, informazioni e ai serviziofferti dall’Associazione è possi-bile consultare anche il sito inter-net: www.isesitalia.org). n

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energia pulitanewsletter

EOLICO IN SICILIA:Il TAR boccia lamoratoria dell’eolico

ANEV aveva già segnalato i profilidi illegittimità della norma regionale

Il TAR della Regione Sicilia ha bocciato in via

definitiva la moratoria dell’eolico posta in

essere dalla Giunta regionale siciliana con una

serie di provvedimenti approvati nel 2013 e già

sospesi nel gennaio 2014, finalizzati a bloccare

le autorizzazioni con la sospensione del

calendario delle Conferenze dei Servizi.

L’accoglimento da parte del TAR (sentenza

N°1803/2013) del ricorso avanzato da

un’azienda per l’installazione di tre parchi eolici

annulla quindi definitivamente la delibera della

Giunta che sospendeva le Conferenze dei servizi,

nonché i decreti firmati nel 2013 dall’ex asses-

sore all’Energia Nicolò Marino. La Regione Si-

cilia ha ostacolato per lungo tempo la

realizzazione di impianti sul suo territorio con

una serie di provvedimenti contradditori, che

hanno posto non pochi problemi alle aziende

per portare a termine i propri progetti e investi-

menti.

L’ANEV ha in più occasioni denunciato pubbli-

camente l’illegittimità delle norme emanate

dalla Regione Sicilia, come per altre realtà, ve-

dendo confermate ogni volta le proprie previ-

sioni. Ciò sia d’esempio a regioni come il Molise,

che ha recentemente presentato una proposta di

legge dal titolo “Misure urgenti per la gestione

coordinata delle energie rinnovabili e la tutela

della biodiversità nella Regione Molise”, che

sembrano anch’esse palesemente illegittime, pre-

tendendo di stabilire i criteri per l’individuazione

delle aree di nuovi impianti per la produzione di

energie rinnovabili e demandando al Consiglio

regionale l’adozione di un Piano energetico per

la puntuale individuazione dei siti, in totale con-

trasto con le Linee Guida nazionali.

L’Associazione segnala che oltre a dover rispon-

dere per aver legiferato in maniera contraria a

quanto prescritto dalle norme nazionali e sovra-

nazionali in materia di riduzione della CO2 e

della produzione da fonti rinnovabili, le Regioni

potrebbero incorrere in provvedimenti per ripa-

gare i danni economici causati alle aziende con

l’emanazione di tali norme illegittime e contrad-

dittorie.

Rammarica inoltre l’accanimento di alcuni

esponenti delle amministrazioni regionali, come

il Presidente della Regione Sicilia Crocetta, che

ha già dichiarato che non arresterà la sua batta-

glia contro l’eolico annunciando la prossima

emanazione, da parte dell’assessore all’Energia,

del nuovo piano per la tutela del territorio e del

paesaggio, che “impedirà ulteriori, indiscrimi-

nate installazioni eoliche” e “arresterà l’inva-

sione barbarica del territorio”, mostrando totale

indifferenza rispetto alla sentenza dei giudici del

TAR.

L’ANEV ribadisce ancora e con forza la neces-

sità che le istituzioni garantiscano un quadro

normativo certo e trasparente, che consenta al-

l’industria eolica in Italia di poter svolgere la pro-

pria attività, creando sviluppo e posti di lavoro,

e che si attengano alle norme per osservare i vin-

coli cui l’Italia ha volontariamente aderito in

materia di riduzione delle emissioni di CO2. n

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CORSI DI FORMAZIONEANEV - UILnuove borse di studio per i corsispecialistici di secondo livelloA novembre, a Rimini, i nuovi corsi diformazione di secondo livello ANEV-UIL perchi vuole specializzarsi nel settoredell’Eolico.

ANEV e UIL hanno messo a disposizione borse di

studio per i corsi di formazione che si svolgeranno

a novembre a Rimini, rivolti a tutti coloro che vo-

gliono sfruttare le innumerevoli opportunità offerte

dalla risorsa vento.

La partecipazione ai corsi è un’opportunità per en-

trare in un network di informazioni e contatti.

I corsi di novembre, che si svolgeranno nell’ambito

della manifestazione fieristica Key Wind presso la

fiera di Rimini, in contemporanea con Ecomondo

Key Energy, saranno incentrati rispettivamente su

“Operation & Maintenance – Manutenzione e

buon funzionamento degli impianti eolici” (dal 5 al

6 novembre) e “Il Minieolico” (da 6 al 7 novembre).

I corsi di secondo livello sono aperti a tutti, nascono

con lo scopo di ampliare il bagaglio di conoscenze

dei partecipanti sul mondo dell’energia eolica for-

nendo nozioni nuove e specialistiche e sono consi-

gliati prioritariamente, ma non esclusivamente, a

chi ha già frequentato il corso di primo livello.

Anche in questa occasione ANEV e UIL hanno

messo a disposizione delle borse di studio a coper-

tura totale per la partecipazione ai corsi, offrendo

un numero di borse proporzionale al numero di ri-

chieste pervenute all’indirizzo:

[email protected], entro il 30 settembre

2014, con lettera motivazionale allegata.

Ulteriori informazioni sui contenuti dei Corsi di

Formazione ANEV-UIL sono disponibili all’indi-

rizzo web www.anev.org. n

NUOVO ALLARMECLIMA2013 anno record delle emissioni di gas serraANEV ribadisce la centralità dell’energiaeolica e rinnovabile per combattere icambiamenti climatici.

Il 2013 è stato l’anno in cui le emissioni climalte-

ranti hanno raggiunto il loro picco. A dirlo è la

World Meteorological Organization (WMO), nel

bollettino annuale Greenhouse Gas Bulletin, da cui

emergono dati allarmanti.

L’aumento della “radiative forcing”, ovvero l’effetto

di riscaldamento sul clima, è stato del 34% dal

1990 al 2013, causato per l’80% da emissioni di

anidride carbonica che proprio nel 2013 hanno

raggiunto un aumento record, con un incremento

di volume pari a 2,9 ppm, registrando il più grande

picco dal 1984.

Nessun dubbio sulle cause e sulle conseguenze di

questo fenomeno. Secondo l’organizzazione, in-

fatti, l’incremento della CO2 nell’atmosfera è do-

vuto all’attività antropica e in particolare allo

sfruttamento di combustibili fossili. Le conseguenze

sono sotto gli occhi di tutto il mondo: totale srego-

latezza dei fenomeni meteorologici associati, cata-

strofi e danni ambientali, acidificazione degli

oceani. Secondo il WMO, inoltre, sarà sempre più

difficile riuscire a raggiungere l’obiettivo di conte-

nimento dell’aumento della temperatura entro la

soglia dei 2° C, concordato a livello internazionale,

nonostante si sia a conoscenza degli strumenti per

farlo. uu

21energia pulitanewsletter

ANEV ribadisce l’importanza e la centralità del-

l’energia eolica e rinnovabile per combattere i cam-

biamenti climatici, ma senza azioni immediate gli

effetti già in atto del surriscaldamento terrestre sa-

ranno catastrofici e irreparabili. Porre rimedio a

tutto questo è possibile: la sola energia eolica oggi

in Italia produce 15 TWh di energia, in grado di

coprire i fabbisogni domestici di 15 milioni di per-

sone e di apportare benefici ambientali, con il ri-

sparmio di circa 19 milioni di barili di petrolio

corrispondenti a circa 10 milioni di tonnellate di

emissioni risparmiate di CO2.

Per questo l’ANEV auspica che il Consiglio Euro-

peo che si riunirà il prossimo 24 ottobre a Bruxelles

per prendere una decisione sul target europeo di

incremento delle rinnovabili al 2030, tenga conto

di questi allarmanti segnali e intraprenda l’unica

strada percorribile, ovvero il sostegno delle energie

rinnovabili attraverso obiettivi più ambiziosi e vin-

colanti per i singoli Stati. Solo in questo modo si

potrà dare una speranza al pianeta e alle genera-

zioni future.

ANEV ha lanciato una campagna online sul target

europeo di incremento delle FER al 2030, presente

al seguente link

http://www.anev.org/?p=3723 n

I Gruppi di Lavoro ANEV, apertia tutti i soci, si riuniscono perio-dicamente presso la sede del-l’ANEV per occuparsi diquestioni d’interesse per l’Asso-ciazione e del settore eolico. Siriassumono di seguito le princi-pali attività e obiettivi delle ul-time sedute dei GDL ANEV.

Gruppo di Lavoro NormativaIl GDL ha elaborato una propo-sta di consultazione sulla revi-sione della disciplina deglisbilanciamenti per le unità di pro-duzione non abilitate, in partico-lare per le unità di produzionealimentate da fonti rinnovabilinon programmabili, DCO302/2014/R/EEL, a seguito delposticipo del termine della con-sultazione all’8 settembre.

Gruppo di Lavoro ComunicazioneIl GDL ha definito i contenutidei convegni ANEV organizzatiin occasione di Key Wind (incontemporanea con EcomondoKey Energy 5 - 8 novembre2014). Sono state inoltre illustratealcune proposte per l’attività dicomunicazione che l’ANEV in-tende porre in essere nell’anno2015 e negli ultimi mesi del 2014e alle quali le aziende associatepossono dare sostengo.

Gruppo di Lavoro SicurezzaIn occasione dell’ultimo Consi-glio Direttivo sono stati presentatii risultati ottenuti nell’ambito delGdL Sicurezza. A seguito della presentazioneesaustiva dell’Ing. Francesco Me-

duri, coordinatore del gruppo,circa la valutazione del rischio ela gestione dell’emergenza in unparco eolico, il Presidente Togni,visto l’interesse dei Consiglieri,propone di approfondire gli argo-menti trattati in occasione dellaprossima riunione del GDL, conla finalità di esaminare l’argo-mento, creando un documentoapplicabile su scala nazionale.

ATTIVITÀ DEGLIORGANI ASSOCIATIVIANEV

Il 6 novembre 2014, alle ore12.30, il Consiglio Direttivodell’ANEV si riunirà a Ri-mini (nell'ambito della mani-festazione Key Energy)presso la sala Verde hall sud,Palazzina Ovest I piano. Se-guirà light lunch.

ATTIVITÀ DEI GRUPPI DI LAVORO ANEV

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eventi

energia pulitanewsletter

22 - 24 ottobre 2014China Wind Power 2014

Beijing, China

27 - 28 ottobre 2014CanWEA 2014

Montreal. Canada

3 - 5 novembre 2014Windaba 2014 GWEC

Cape Town, South Africa

5 - 8 novembre 2014Key Wind

(Ecomondo Key energy)

Rimini Fiera

5 - 6 novembre 2014Corso di Formazione ANEV

“Operation&Maintenace”

Sala Gialla, Rimini Fiera

6 novembre 2014Convegno ANEV

“L’industria eolica in Italia”

ore 10.30, Sala Ravezzi 2,Hall Sud, Rimini Fiera

6 novembre 2014Convegno ANEV “Il ruolo del-

l’eolico al 2030”

Ore 14.45, Sala Diotallevi 1,Hall Sud, Rimini Fiera

6 - 7 novembre 2014Corso di formazione ANEV

“Il Minieolico”

Sala Rossa, Rimini Fiera

17 - 20 novembre 2014 Going Green

CARE INNOVATION 2014

Towards a Resource Efficient EconomyVienna

10 - 12 marzo 2015EWEA Offshore 2015

CopenhagenDenmark

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A meno di un mese dall’inizio della manifesta-

zione dedicata al settore eolico Key Wind, che

si terrà a Rimini nell’ambito di Ecomondo –

Key Energy dal 5 all’8 novembre, Il Pianeta

Terra ha intervistato il Presidente di Rimini

Fiera, divenuta recentemente socio dell’ANEV,

Lorenzo Cagnoni.

Iniziamo facendo il punto sulle attivitàe i numeri della Fiera di Rimini, consi-derata oggi uno dei più importati polifieristico – congressuale a livello euro-peo.Il territorio riminese coi suoi investimenti ha

creato un polo fieristico-congressuale di livello

internazionale. Rimini Fiera è fra i primi quat-

tro quartieri italiani, mentre, per quanto ri-

guarda i congressi siamo la prima destinazione

italiana escluse le città metropolitane. Come

tutto il settore, veniamo da anni complicati

(2008-2013), nei quali siamo comunque riusciti

a mantenere un livello positivo di redditività.

Ora siamo alla vigilia di un piano che prevede

di passare da 67,9 milioni di ricavi nel 2014 a

85,7 nel 2016. A quella data, 15 anni dopo

l’inaugurazione, avremo anche azzerato il de-

bito contratto per la costruzione del nuovo

quartiere, circa 300 milioni dei quali solo 40

provenienti da finanziamento pubblico, tutto il

resto coperto dalla redditività del nostro lavoro.

Ecomondo, che sembra essere una dellefiere di punta per la Sua azienda, com-prende dallo scorso anno Key Wind.Quali sono i risultati della scorsa edi-zione?Nella nostra politica di contrapposizione alla

crisi economica abbiamo concentrato tutti i no-

stri sforzi, sia organizzativi che economici, per

sostenere le nostre fiere di punta.

Ecomondo è certamente una di queste: lo è per

i suoi numeri, visti gli oltre 93mila visitatori

professionali del 2013 con un incremento di

oltre il 10% sull’edizione precedente, exploit

inusuale per le fiere in questo periodo; lo è per

il ruolo di riferimento che riveste per la green

economy italiana. A novembre si svolgerà la 18ª

edizione, siamo stati capaci di accompagnare

la crescita e il consolidamento della cultura del

riuso nel nostro paese e insieme ad Ecomondo

ciò che all’inizio era quasi un esercizio creativo,

è divenuto un processo industriale.

Negli anni Ecomondo ha avviato altri progetti

espositivi per rispondere tempestivamente alla

domanda del mercato. Dal 5 all’8 novembre

2014 ospiteremo, occupando l’intero quartiere,

anche KEY WIND (Salone dell’energia del

vento), KEY ENERGY (fiera internazionale

per l’energia e la mobilità sostenibile), COO-PERAMBIENTE (salone del sistema coope-

rativo legato all’ambiente) e H2R - Mobilityfor Sustainability.

ANEV parola agli associati

Lorenzo CagnoniPresidente di Rimini Fiera

Silvia Martone

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A fronte di ciò, cosa si aspetta da questamanifestazione per le edizioni future?Stiamo lavorando a pieno ritmo sin dalla fine

della scorsa edizione per garantire un ulteriore

progresso. Ho notizie positive dagli uffici com-

merciali: le aziende continuano ad essere alle

prese con un frangente di difficoltà, ma il settore

è vivace e propositivo, l’innovazione e l’interna-

zionalizzazione sono i fattori di sviluppo più reali

e noi vogliamo assecondare questa domanda,

valorizzando le novità e garantendo una platea

di operatori provenienti dai mercati più “caldi”.

Cosa rende la Fiera di Rimini più appe-tibile per le aziende del settore eolico?Quali servizi e attività danno un valoreaggiunto per gli espositori?La fase “pionieristica” delle energie rinnovabili,

almeno in Italia, sembra terminata e siamo

ormai in presenza di un nuovo settore econo-

mico, quello della green economy, complesso ma

anche ricco di opportunità. Le giornate che si

volgono a Rimini in novembre rappresentano

un momento di confronto importante per tutto

il settore. Per questo siamo convinti che conte-

stualizzare un salone verticale come Key Wind,

nella cornice di giornate di business che Eco-

mondo e Key Energy rappresentano, sia un fat-

tore decisivo per l’adesione delle imprese del

settore eolico. Abbiamo lavorato con impegno e

grande spirito collaborativo insieme ad ANEV

per disegnare un salone aderente alle attese delle

aziende. Sono loro il nostro faro.

Key Wind ha l’ambizione di diventare ilpunto di riferimento per il settore eolicoin Europa e nel Mediterraneo. Quali leattività e i progetti che Rimini Fiera haposto in essere per coinvolgere stakehol-ders internazionali?Rimini Fiera ha intrapreso già da tempo un im-

portante processo d'internazionalizzazione. Gra-

zie alla completezza espositiva sia in termini

merceologici sia per la qualità dei prodotti espo-

sti, il sistema di fiere connesse all’ambiente deve

consolidarsi come l’evento di riferimento per

l’area mediterranea. Una sorta di ponte, tra

quelle che sono le tecnologie provenienti dal

nord Europa e la crescente richiesta di queste

medesime che arriva invece dai Paesi in rapido

sviluppo affacciati sul "mare nostrum".

Nel corso del 2014 è stato realizzato un primo

road show di presentazione dell’evento che ha

toccato alcuni mercati chiave come la Giorda-

nia, la Slovenia, l’Ungheria e altri sono in corso

di finalizzazione. Ma sarà nel 2015 che andremo

a finalizzare anche una serie di attività e partner-

ship particolarmente importanti sul piano del-

l’internazionalizzazione. n

energia pulitanewsletter

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Per eolico e avifaunaè questione di approccio

Davide Astiaso GarciaSegretario Generale ANEV

La complessa questione dell’analisi degliimpatti dell’eolico sull’avifauna, oltre arappresentare uno dei punti focali delleValutazioni di Impatto Ambientale (VIA) diogni impianto, fa parte di quegliargomenti che saltuariamente finisconosui media, la maggior parte delle voltecon articoli e servizi dai tonicatastrofistici in cui la “notizia” è lamorte di un esemplare di qualche specieornitica.

PIANETA TERRA

il

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Tralasciando i numerosi episodi in cuii media danno risonanza a notiziegrossolanamente false, come nei casiin cui vengono divulgati video di acca-dimenti avvenuti in altre nazioni anniorsono, presentandoli come episodiappena verificatisi in qualche zonad’Italia, si propone di seguito qualcheconsiderazione sul tema allo scopo dioffrire spunti di riflessione sull’inter-pretazione dei fatti e sugli interrogativiche ognuno dovrebbe porsi venendo aconoscenza di talune informazioni.La prima domanda da porsi è se con-siderare la conservazione della naturacon un approccio di tipo “sentimental-protezionistico” oppure in un’otticascientifica finalizzata alla conserva-zione della biodiversità.Senza sminuire gli aspetti etici edemozionali della conservazione dellanatura, occorre comunque conside-rare che lo studio e la tutela della na-tura, in cui si inseriscono le VIA di ogniimpianto eolico, è una scienza con ap-procci e modalità di svolgimento nor-malmente meno romantici di quelliproposti dalla divulgazione documen-taristica. Difatti l’istituzione di areeprotette, così come le norme a tutelaambientale, siano esse comunitarie,nazionali o locali, sono finalizzate allasalvaguardia della biodiversità e degli

habitat necessari alla conservazionedelle specie ivi presenti, con partico-lare riguardo alle popolazioni in de-clino, soprattutto se di specieendemiche o a rischio estinzione. Alcontrario, un approccio più emozio-nale alla conservazione della naturaviene inevitabilmente influenzato dal-l’immaginario collettivo, stimolato dalibri fantasiosi o dai documentari tele-visivi, che molto spesso alterano i pa-rametri scientifici.Tale prima discriminazione è fonda-mentale poiché spesso sul tema eolico- avifauna i due aspetti vengono erro-neamente mescolati con il risultatoche le conclusioni che se ne traggonosono spesso confuse o fuorvianti.In altre parole, la gravità della mortedi un uccello, che sia a causa di unacollisione con una pala eolica o moltopiù frequentemente con un edificio,più che dalla capacità di smuovere lasensibilità delle persone dovrebbe di-pendere dallo stato di salute della po-polazione di appartenenza e di quantoquella popolazione sia rilevante per lasalvaguardia del patrimonio geneticodella sua specie.Infatti, l’approccio scientifico delineatoormai da decenni nell’ambito della di-sciplina “Conservation Biology”,avendo come principale obiettivo la

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salvaguardia della biodiversità in ter-mini di specie e di diversità geneticaintraspecifica, non si basa prevalente-mente su aspetti di tipo sentimentaleo estetico, che furono comunque al-l’origine dei primi interventi di conser-vazione e continuano anche oggi asurclassare troppo spesso i fonda-menti scientifici nelle pianificazioni distrategie di conservazione, ma è in-centrato su una valutazione di quanto

l’impatto arrecato (morte di individui,alterazione dell’uso dell’habitat, ecc.)incida effettivamente sulla conserva-zione della specie a livello globale edella popolazione a livello locale.Inoltre, per valutare a 360 gradi laquestione eolico - avifauna, occorrevalutare in toto il bilancio costi-bene-fici. Considerando i costi, cioè gli impattidell’eolico sull’avifauna, l’APAT (Agen-zia per la Protezione dell’Ambiente eper i Servizi Tecnici), ora ISPRA (Isti-

tuto Nazionale Protezione Ambiente),considerando gli effetti su flora efauna connessi allo sviluppo di im-pianti eolici, scrive: “I soli effetti ri-scontrati riguardano il possibileimpatto degli uccelli con il rotore dellemacchine. Il numero di uccelli chemuoiono è comunque inferiore aquello dovuto al traffico automobili-stico, ai pali della luce o del telefono”(I Quaderni della Formazione Ambien-

tale. Energia e Radiazione). In ambito internazionale,l’American Bird Conservancyha dichiarato che le turbineeoliche negli USA uccidonolo 0,088% dei 500 milioni diuccelli uccisi annualmentedai gatti domestici.In ultimo, riguardo il rap-

porto tra pale eoliche e avifauna, laComunità Europea nel 2011 ha pubbli-cato delle Linee Guida Europee sul-l’energia eolica e i siti Natura 2000,che includono le ZPS, zone di prote-zione poste lungo le rotte di migra-zione dell’avifauna. Nel documentoviene esplicitato che non si può affer-mare che l’eolico crei un impatto sul-l’avifauna ma che occorre considerarecaso per caso, anche in zone ad altavalenza ambientale come le ZPS, sot-tolineando che a volte, fornendo strut-

In ambito internazionale,l’American Bird Conservancy hadichiarato che le turbine eolichenegli USA uccidono lo O,O88% dei500 milioni di uccelli uccisiannualmente dai gatti domestici.

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ture per la nidificazione, gli impiantihanno comportato degli effetti beneficisulle specie ornitiche locali, come ri-scontrato in alcuni impianti in Scozia.In accordo con la Commissione Euro-pea, la significatività degli impatti ar-recati da un parco eolico devonoessere quindi valutati caso per caso infunzione delle specie coinvolte. La Co-munità Europea sottolinea inoltrecome la perdita di pochi individui può

essere insignificante per alcune spe-cie mentre può diventare significativaper altre, con particolare riferimentoa quelle “threatened” della lista rossadell’IUCN.Considerando invece gli impatti con-nessi alla perdita di habitat ed alla va-riazione dell’areale di popolazione, alfine di valutare la significatività degliimpatti, le linee guida della Commis-sione Europea propongono di analiz-

zare la disponibilità di habitat alterna-tivi nelle vicinanze.Esistono anche numerose pubblica-zioni scientifiche che quantificano gliimpatti e la mortalità in modo speci-fico in determinate aree. Quasi sem-pre, salvo poche eccezioni dovute aimpianti ahimè costruiti in luoghi nonidonei, evidenziano tassi di mortalitànon significativi.Con lo stesso approccio, l’ANEV e Le-

gambiente, avvalendosi delsupporto di esperti fauni-stici dell’ISPRA (ex INFSIstituto Nazionale per laFauna Selvatica), ha istituitoun Osservatorio NazionaleEolico e Fauna che ha por-tato all’elaborazione di unProtocollo di Monitoraggiocontenente indicazioni dicarattere tecnico-scientifico

per pianificare ed eseguire attività dimonitoraggio dell’avifauna e dei chi-rotteri nei parchi eolici.Per quanto riguarda invece i beneficidell’eolico sulla conservazione dellanatura, ed anche in particolare sullespecie ornitiche, occorre considerareche l’istallazione di impianti a zeroemissioni di CO2 contribuisce signifi-cativamente alla lotta ai cambiamenticlimatici e quindi di conseguenza alla

occorre considerare chel’istallazione di impianti a zeroemissioni di CO2 contribuiscesignificativamente alla lotta aicambiamenti climatici e quindi diconseguenza alla salvaguardiadelle specie ornitiche

salvaguardia delle specie ornitiche. Ciòè dimostrato da un Report del WWF “AClimate Risk Report. Bird Species andClimate Change. The Global Status Re-port” che, sulla base di più di 200 lavoriscientifici, constata gli ingenti impattidei cambiamenti climatici sull’avifaunain ogni parte del globo, evidenziandocome gli scienziati abbiano trovato po-polazioni in declino fino al 90% o coninsuccesso riproduttivo totale e senzaprecedenti. Inoltre l’IUCN (Internatio-nal Union for the Conservation of Na-ture) nel 2008 ha rafforzato l’allarme,dichiarando che i cambiamenti clima-tici stanno portando all’estinzione unaspecie su otto di uccelli.Infine, l’ente britannico per la prote-zione degli uccelli (RSPB - Society forthe Protection of Birds) ha scritto:

“I Cambiamenti climatici rappresen-tano la più grande minaccia a lungotermine per i volatili e per altre specie.Quella eolica è la tecnologia più avan-zata tra le rinnovabili, disponibile inlarga scala oggi. La RSPB supporta lacrescita significativa della produzionedi energia eolica on-shore e off-shorenel Regno Unito”.In sintesi, spostando il tema della con-servazione della biodiversità dagli uc-celli ai pesci, mi risuona ciò che dicevail Prof. Ardizzone ai suoi studenti dibiologia marina dell’Università Sa-pienza: se dopo aver ordinato al bar untramezzino tonno e pomodoro non viriesce di spiegare al barista perché iltonno si può mangiare mentre il del-fino si deve salvare, correte rischi serisull’esito finale dell’esame! n

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La Consulta sull’affidamento in house el’individuazione delle aree “non idonee”, tra ordinamento italiano e ordine giuridicoeuropeo (sentenza n. 199 del 16 luglio 2014)

L’intervento diretto degli enti localinel mercato delle fonti di energiarinnovabili in veste di produttoripone una prima problematica gene-rale di legittimazione. Tale proble-matica è strettamente connessa allaqualificazione della produzione dienergia elettrica da fonti rinnovabilicome “attività libera”, nel rispettodegli obblighi di servizio pubblico, aisensi dell’articolo 1, comma 1 deldecreto legislativo 16 marzo 1999 n.79 “Attuazione della direttiva96/92/CE recante norme comuniper il mercato interno dell’energiaelettrica”.

Il paragrafo 1.3 delle Linee guidaper l’autorizzazione degli impiantialimentati da fonti rinnovabili, di cuial d.m. 10 settembre 2010, ribadi-sce, in tal senso, che l’attività di pro-duzione di energia elettrica è attivitàeconomica non riservata agli entipubblici e non soggetta a regime diprivativa. In una recente pronuncia, la Cortedei conti (sez. regionale di controlloper la Lombardia 15/9/2010 n.861/2010/PAR) aveva avanzato fortidubbi in ordine alla possibilità di in-tervenire direttamente da parte delComune nell’attività di produzione e

Carta, penna e dirittoAvv. Massimo Ragazzo Studio Gerosa

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commercializzazione dell’energia,anche se prodotta da energie rinno-vabili, sia in relazione al diritto in-terno che a quello comunitario. Ciòperché tale attività, di natura tipica-mente commerciale, sembra esu-lare dalle finalità proprie dell’enteterritoriale e si porrebbe in contra-sto sia con “le regole sulla concor-renza che con quelle sul divieto diaiuti di Stato che sono contenute nelTrattato istitutivo dell’Unione euro-pea e, in ogni caso, potrebbe falsarela libertà del mercato”. Ebbene, la norma della Regione Au-tonoma Sardegna (art. 6, comma 1,l. r. n. 25 del 2012), supera il vagliodella Consulta e viene dichiaratapienamente legittima. Detta dispo-sizione prevede l’affidamento di-retto di servizi locali di rilevanzaeconomica a società pubblico-pri-vata purché rispetti le regole sull’af-fidamento elaborate dalla UE (“Glienti locali affidano lo svolgimentodei servizi di interesse generale, adeccezione del servizio di distribu-zione di energia elettrica, del servi-zio di distribuzione di gas naturale edei servizi aperti ad una effettivaconcorrenza nel mercato, dei servizistrumentali connessi alla loro atti-vità o all’esercizio delle funzioni am-

ministrative e fondamentali ad essiconferite ai sensi degli articoli 117,comma 2, lettera p., e 118 della Co-stituzione, nonché di ogni altra atti-vità d’interesse pubblico regionale elocale, mediante procedure di evi-denza pubblica o, in alternativa, adorganismi a partecipazione mistapubblica privata o a totale parteci-pazione pubblica, nel rispetto dellanormativa comunitaria”). La Consulta, con la sentenza 16 lu-glio 2014, n. 199 (rammentandoproprie precedenti statuizioni: lasentenza n. 24 del 2011), nell’esclu-dere il sollevato profilo di incostitu-zionalità della predetta leggeregionale, evidenzia che, ai sensi delconsolidato orientamento della Giu-risprudenza Ue (Corte di Giustizia,Sezione III, 15 ottobre 2009, in causaC-196/08), l’affidamento “in house”è possibile anche a favore di societàmista pubblico-privata, a patto cheil socio privato sia “industriale” enon meramente “finanziario”, siasocio “operativo” e sia scelto congara “a doppio oggetto”, ovvero concontestuale attribuzione di specificicompiti operativi (va rammentatoche la nuova direttiva sugli appaltipubblici 2014/24/Ue ha “codificato”le regole sull’affidamento “in

house”, sostanzialmente recependol’elaborazione fatta nel tempo dallaGiurisprudenza comunitaria - la di-rettiva va recepita entro il 18 aprile2016). Anzi, il Libro verde della Commis-sione europea relativo ai partena-riati pubblico-privati ed al dirittocomunitario degli appalti pubblici edelle concessioni, COM-2004-327,30 aprile 2004, aveva espresso unvero e proprio “favor” per il parte-nariato pubblico/privato e gli orga-nismi misti.Viceversa, la Consulta, con la sen-tenza n. 199 del 16 luglio 2014, rav-visa la dedotta illegittimitàcostituzionale dell’art. 8, comma 2,della l. r. n. 25 del 2012 che, inse-rendo il comma 7-bis all’art. 6 dellalegge della Regione Sardegna 7agosto 2009, n. 3 (“Disposizioni ur-genti nei settori economico e so-ciale”), consente la realizzazione dinuovi impianti eolici o ampliamentidi impianti esistenti, oltre la fasciadei 300 metri, anche negli ambiti dipaesaggio costieri, purché non rica-denti in beni paesaggistici e ricom-

presi in determinate aree delterritorio. Secondo l’Avvocatura dello

Stato, la norma impu-

gnata non si limiterebbe ad indicarei siti “non idonei” alla installazionedegli impianti, come previsto dal-l’art. 12 del decreto legislativo 29 di-cembre 2003, n. 387, nonché dalparagrafo 17 dell’Allegato 3 del de-creto del Ministero dello sviluppoeconomico 10 settembre 2010(Linee guida per l’autorizzazionedegli impianti alimentati da fontirinnovabili), bensì individuerebbe,su tutto il territorio regionale, i siti“idonei”, ponendosi, in tal modo, incontrasto con gli evocati parametri. Ebbene, la Corte ritiene sussistentela dedotta illegittimità costituzio-nale della norma censurata, chenell’individuare i siti idonei alla rea-lizzazione degli impianti, si pone incontrasto con le richiamate “Lineeguida” statali, escludendo ogni altraarea non espressamente richiamatanell’ambito dei vasti ambiti di pae-saggio costieri, e produce, quindi,l’effetto di circoscrivere e limitare learee disponibili alla realizzazione diimpianti eolici, senza alcuna ragionegiustificatrice rispetto alla specificacompetenza primaria in materiapaesaggistica della Regione auto-noma Sardegna. Come già affermato dalla Consulta,con sentenza n. 224 del 2012, anche

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nel caso in esame il legislatoresardo eccede dalla propria compe-tenza, perché anche la nuova normaregionale, come quella oggettodella questione decisa con la sen-tenza da ultimo menzionata, deter-mina il “rovesciamento” delprincipio generale contenuto nel-

l’art. 12, comma 10, del d.lgs. n. 387del 2003, inserendo eccezioni alprincipio di massima diffusionedelle fonti di energia rinnovabili chenon sono sorrette da adeguate econcrete ragioni di tutela paesaggi-stica. Infatti, in entrambe le fattispe-cie, il legislatore sardo procede allalocalizzazione dei siti idonei all’in-stallazione degli impianti, con impli-citi effetti escludenti su tutte le areenon richiamate da entrambe le di-

sposizioni censurate. Da ciò segue ilcontrasto con il principio fondamen-tale, espresso dall’art. 12, comma10, del d.lgs. n. 387 del 2003, non-ché con l’allegato 3 (paragrafo 17)delle “Linee guida” statali. Pertanto, nel caso in esame, benavrebbe potuto la Regione Auto-

noma Sardegna, nel-l’esercizio della propriacompetenza primaria inmateria, individuare learee non idonee all’inseri-mento di impianti eolici,apprestando una tutela ditipo paesaggistico a de-terminate zone localizza-bili negli ambiti dipaesaggio costieri, in con-formità ai criteri postidalle richiamate “Linee

guida” statali. Non appartiene invece alla compe-tenza legislativa della Regione in-vertire il rapporto regola-eccezione,imposto dall’art. 12, comma 10, deld.lgs. n. 387 del 2003, che deter-mina la generale disponibilità,anche degli ambiti di paesaggio co-stieri, alla installazione degli im-pianti. Da ciò segue il contrasto coni parametri evocati e la violazionedell’art. 117, terzo comma, Cost. n

l’affidamento “in house” èpossibile anche a favore di societàmista pubblico-privata, a pattoche il socio privato sia“industriale” e non meramente“finanziario”, sia socio“operativo” e sia scelto con gara“a doppio oggetto”

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Non perdiamocil’off-shore

Daria Palminteri

La nuova frontiera della produzione dienergia eolica potrebbe essere data dallarealizzazione di impianti off-shore, cioèin mare, lontano dalle coste.

PIANETA TERRA

il

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È quanto sta avvenendo in NordEuropa, dove questo modello digenerazione ha oramai da annimanifestato le sue potenzialità intermini di produttività ed assenzadi impatto ambientale, in un’otticadi approvvigionamento sostenibiledi energia.In Europa, infatti, la quota di inve-stimenti in impianti off-shore è in

crescita, al punto che si prevederaggiungerà il 50% del totale inve-stito nel settore eolico entro il2020. I vantaggi in termini di pro-duttività assicurati da questa tipo-logia di impianto sono moltoelevati in quanto, per merito delle

condizioni favorevoli del vento inalto mare, l'eolico off-shore, a pa-rità di potenza installata, producemediamente il 30% di energia inpiù rispetto al consueto on-shore. In Italia, invece, l’eolico off-shoreincontra tuttora innumerevoli dif-ficoltà e stenta a decollare. Infatti,nonostante gli innegabili vantaggie l’assenza di impatto ambientale,

tutti i progetti presentatinegli ultimi anni nel no-stro paese sono stati boc-ciati o sono rimasti fermialla fase del rilascio delleautorizzazioni. Il mag-giore ostacolo allo svi-luppo dell’energia eolicaoff-shore è dato, oltredalle forti resistenze daparte dei sostenitori del-l’industria del petrolio edel gas, con cui si trova acompetere per l'otteni-mento di finanziamenti,ed alla mancata designa-

zione di tutte le aree marine pro-tette, che rende difficile delimitarei confini dei parchi eolici marittimi,dall’assoluta mancanza di lineeguida in materia: per gli impiantieolici off-shore non esistono in-fatti riferimenti normativi che de-

In Italia, invece, l’eolico off-shoreincontra tuttora innumerevolidifficoltà e stenta a decollare.Infatti, nonostante gli innegabilivantaggi e l’assenza di impattoambientale, tutti i progettipresentati negli ultimi anni nelnostro paese sono stati bocciati osono rimasti fermi alla fase delrilascio delle autorizzazioni

finiscano in maniera adeguata leregole per il rilascio delle autoriz-zazioni. Per consentire a questo settore direalizzare il proprio potenziale eoffrire importanti benefici perl’Europa è pertanto di vitale im-portanza un quadro normativostabile, che fissi regole chiare,anche sulla base degli obiettivivincolanti posti per il 2030 dal-l’Unione Europea. Nel Piano diazione nazionale sulla promo-zione delle fonti rinnovabili, inadempimento delle prescrizioni

europee, era infatti stato prefis-sato per gli impianti eolici off-shore un obiettivo crescente dai100 MW che si sarebbero dovutiinstallare nel 2013 fino ad arrivarea 680 MW nel 2020. Nel 2012, conla revisione degli incentivi allefonti rinnovabili (DM 6 luglio2012), per gli impianti off-shoreeolici erano stati previsti 650 MWda assegnare tramite aste. In re-altà, nonostante alcuni procedi-menti si siano conclusi con pareridi VIA positivi, in Italia ad oggi nes-sun impianto eolico off-shore è

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stato ancora realizzato, anche acausa dei numerosi ricorsi ammi-nistrativi presentati e dei contrastifra Enti territoriali e Ministeri. Si consideri, infatti, che le resi-stenze in ordine alla partenzadell’eolico off-shore anche in Ita-lia sono talmente forti da gene-rare tuttora accese situazioni diconflitto anche in ordine alla ri-partizione delle funzioni, nono-stante il mare sia demanio statalee dunque nonostante la compe-tenza in materia vada ricavatadalle norme che attribuiscono alloStato le funzioni amministrative inmateria di demanio marittimo. Invero, dopo la legge n. 244 del 24

dicembre 2007, la competenza perla autorizzazione dei soli impiantieolici off-shore è passata alloStato e, con essa, è passata alloStato anche quella in ordine allaVIA. Pertanto è evidente come, perfar fronte a questa situazione distallo e porre termine all’incer-tezza che impedisce al settore didecollare, sia imprescindibile in-nanzitutto disporre di un quadrolegislativo e politico chiaro. Ilpiano Strategico Europeo per leTecnologie energetiche (SETplan), adottato nel 2008, costitui-sce il quadro globale comunitarionell’ambito del quale andrebberoaffrontate le principali sfide tec-

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nologiche entro il 2020. Ebbene, ilSET plan ha individuato nel rad-doppiamento della capacità delleturbine eoliche off-shore unadelle principali sfide per il conse-guimento degli obiettivi del 2020.La Commissione Europea, con una

comunicazione al Parlamento eu-ropeo, al Consiglio, al Comitatoeconomico e sociale europeo e alComitato delle Regioni, del 13 no-vembre 2008, intitolata “Energiaeolica off-shore (interventi neces-sari per il conseguimento degliobiettivi della politica energeticaper il 2020 e oltre)” ha incorag-giato gli Stati membri a stabilire

chiaramente il ruolo dell’energiaeolica off-shore all'interno deiloro piani nazionali previsti nelquadro di attuazione della nuovadirettiva sulla promozione delleenergie rinnovabili, proposta dallaCommissione nel gennaio 2008.

La Commissione si è inol-tre impegnata a incorag-giare gli operatori deisistemi di trasmissione ei regolatori dell’energia arafforzare la loro collabo-razione al fine di istituirecondizioni normative piùfavorevoli per gli investi-menti nelle reti transna-zionali off-shore, per gliscambi transnazionali eper lo sviluppo di mercatidi bilanciamento del-l’energia. Invero, l’energiaeolica off-shore può con-

tribuire in maniera significativa alraggiungimento dei principaliobiettivi della nuova politica ener-getica dell’Unione Europea. Tutta-via molta strada vi è ancora dapercorrere al fine di porre l’Italiaal passo con il resto d’Europa econsentire il raggiungimento degliobiettivi vincolanti imposti agliStati membri per il 2030. n

La Commissione Europea del 13novembre 2008, intitolata“Energia eolica off-shore(interventi necessari per ilconseguimento degli obiettividella politica energetica per il2020 e oltre)” ha incoraggiato gliStati membri a stabilirechiaramente il ruolo dell’energiaeolica off-shore all'interno deiloro piani nazionali

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Le nanotecnologienell’industria eolica

Andrea Monaco

PIANETA TERRA

il

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La ricerca e l’evoluzione tecnolo-gica nel settore dell’energia eolicahanno portato, nell’arco di una de-cade, a rivoluzionare le metodolo-gie di costruzione ed installazionedelle turbine, arrivando in questianni a livelli di efficienza e di ma-turità difficilmente superabili; in

questo ambito l’industria e la ri-cerca italiana hanno da sempreoccupato un ruolo di primo piano,portando i settori della compo-nentistica elettrica e meccanica aposizioni leader nel mercato mon-diale. Negli ultimi anni i pochi spazi dimanovra disponibili a livello di ri-cerca si sono quindi incentratisulle tipologie di materiali utiliz-zati nella costruzione delle com-ponenti strutturali eaerodinamiche delle macchine(torri di sostegno, giunti, pale,etc.) nell’ottica di ottimizzare al-

cuni aspetti e spingersi versonuovi orizzonti costruttivi. Di pari passo si è assistito negliultimi tempi alla progressiva ap-plicazione delle nanotecnologie innumerosi contesti con il risultatodi inserire all’interno delle dina-miche industriali tecnologie che

presentavano diversi van-taggi a livello di perfor-mance, sia costruttive chedi tenuta. Intervenire suscala nanometrica sullestrutture dei singoli ele-menti permette infatti dimodificare alcune pro-prietà intrinseche a se-

conda delle diverse necessità,migliorando ad esempio la robu-stezza, la malleabilità, l’elasticità,evitando quindi il ricorso a mani-polazioni su scale maggiori conconseguenti “appesantimenti”della struttura. In sostanza si èquindi partiti dalle osservazionidei fenomeni naturali su scala mi-croscopica replicando ciò che lanatura ci presenta quotidiana-mente. Basti pensare al fenomenodella fotosintesi, piuttosto cheall’abilità di alcuni rettili di spo-starsi su pareti verticali o addirit-tura a testa in giù su quelle

In sostanza si è quindi partitidalle osservazioni dei fenomeninaturali su scala microscopicareplicando ciò che la natura cipresenta quotidianamente.

orizzontali, o alla capacità di mi-metismo di molte specie animali;tutti fenomeni che avvengono suscala nanometrica. Come potreb-bero quindi essere utili questistudi per il settore dell’energiaeolica? La raggiunta maturità degli studisu queste tecnologie ha apertodegli scenari rivoluzionari in unfuturo prossimo in cui dal punto divista tecnologico la vera sfida con-sisterà nel costruire turbine leg-gere e performanti, cherichiedano tempi e costi di manu-tenzione sensibilmente inferiori aquelli attuali. I principali elementi

di criticità per gli aerogeneratoridi ultima generazione caratteriz-zati da elevata potenza e grandidimensioni riguardano infattiprincipalmente le difficoltà legateal trasporto, montaggio e tenutadei singoli elementi, oltre alle pro-blematiche relative alla perdita diproduzione per deformazione edusura dei componenti soggetti acarichi elevati. Entrando nel dettaglio i nanocomposti potrebbero portare a no-tevoli vantaggi in numerosi aspetticostruttivi. Esistono già allo statoattuale, ad esempio, tecnologieche replicano il cosiddetto effetto

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“fiore di loto” che permetterebbedi risolvere i problemi legati allaformazione di ghiaccio sulle pale.Le particolari proprietà di alcunirivestimenti infatti permettono,grazie ad una struttura moleco-lare caratterizzata da bassissimaporosità e presenza di cristalli dicera, di far scivolare condensa edacque meteoriche in modo da evi-tare qualsiasi possibile forma-zione di ghiaccio. Principio similevale anche per evitare lo sporca-mento delle pale; i possibili agenticorrosivi che si depositano quoti-dianamente non riuscendo a le-garsi alle strutture vengonoallontanati grazie agli effetti delvento e della pioggia. Ciò consentequindi che le superfici espostesiano sempre tutelate dal rischiodeterioramento dovuto all’acqua eagli agenti corrosivi. Si potrebbeinoltre intervenire come dettosulla riduzione del peso e l’incre-mento delle qualità strutturali, at-traverso l’utilizzo di strutturemolecolari leggere e resistenti.Attualmente la sperimentazionesulle componenti di una turbinaeolica ha permesso di raggiun-gere risultati sorprendenti con in-crementi significativi della

resistenza alla trazione e alla fles-sione, del modulo di elasticitànonché della proprietà ritardantedi fiamma. Tali tecnologie hanno inoltre per-messo la produzione di specialilubrificanti che, simulando l’ef-fetto di speciali palline microsco-piche, garantiscono la resistenzaall’usura per tutti i tipi di tempe-ratura e pressione riscontrabilinei meccanismi di un aerogenera-tore. Stesso discorso per quantoriguarda i sigillanti nanocompositiche possono arrivare ad offrireprestazioni notevolmente supe-riori rispetto a quelli tradizionali,risolvendo le problematiche diperdite all’interno dei sistemiidraulici presenti all’interno degliaerogeneratori. Sviluppi futuri riguardano inoltrela possibilità di risolvere le proble-matiche di alimentazione elettricanecessaria all’avviamento del ro-tore e all’alimentazione dei servizi,come i sistemi di illuminazione e imeccanismi di orientamento e te-lecontrollo, tramite l’utilizzo di“nanotudi” di carbonio che pre-sentano spiccate proprietà di stoc-caggio dell’energia ed elevataconducibilità. Vanno considerati

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inoltre i notevoli vantaggi dell’ap-plicazione di queste tecnologieall’off-shore che andrebbe a risol-vere le principali criticità connessealla difficoltà di natura logistica eall’aggressività degli ambienti ma-rini. Altre importanti novità si at-tendono inoltre dalle ricercherelative al grafene, struttura bidi-mensionale di atomi di carbonio,che presenta elevate caratteristi-che di resistenza e flessibilità.

Alla luce di tutto ciò in un pros-simo futuro ci si aspetta quindiche l’industria dell’eolico possasubire notevoli sviluppi che porte-ranno da un lato ad abbattere con-siderevolmente i costi dicostruzione, installazione e ma-nutenzione delle macchine e dal-l’altro ad ottenere performance di

produzione di energia elettricamaggiori. Ciò porterebbe quindiad un nuovo, deciso slancio perquesta tecnologia permettendo losfruttamento dei siti attualmentecaratterizzati da bassa producibi-lità.Il mercato delle nanotecnologiepotrebbe raggiungere nei pros-simi anni a livello mondiale ungiro di affari nell’ordine dei 1.000miliardi di Euro a cui corrisponde-

rebbero circa 800.000nuovi posti di lavoro nel-l’industria e nella ricerca,gran parte di questi bene-fici riguarderanno senzadubbio le fonti rinnovabili. La necessità di rimetterein moto un settore che inquesto periodo è allostallo, passerà anchedall’introduzione di nuovetecnologie. Per l’eolico in

particolare si aprirà una fase cru-ciale che, di concerto con l’ammo-dernamento degli impiantiattualmente in esercizio, verosi-milmente porterà ad una quota dioccupati pari all’incirca alle100.000 unità al 2030. Il momentoè decisivo, sarà necessario nonfarsi trovare impreparati. n

Il mercato delle nanotecnologiepotrebbe raggiungere neiprossimi anni a livello mondialeun giro di affari nell’ordine dei1.000 miliardi di euro a cuicorrisponderebbero circa800.000 nuovi posti di lavoronell’industria e nella ricerca

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