da un Giappone Solo gruppo Scherini … · somiglianti a “prefabbricati” anche se decorosi,...

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32 - Avventure nel mondo 1 | 2016 RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone L e previsioni danno 3 mm di acqua per l’indomani (pioggia debole), nulla di male oggi ci andrà bene poi si vedrà. Certo che la tecnologia è di grande aiuto, non sono passati secoli da quando ci si limitava a guardare l’altimetro e in base agli spostamenti della pressione si facevano delle previsioni molto personali e molto soggettive, specialmente in giro per il mondo, dove non era semplice confrontarsi con uno straccio di previsioni meteo. Oggi con gli smartphone, i tablet i phablet, sempre con noi, si può vedere tutto ed “just in time” appunto. Qui in Giappone poi, la patria della tecnologia, se le previsioni sono precise tanto quanto puntuali i treni, non sbaglieranno mai! Arriviamo come da manuale nei tempi previsti alla V Stazione a quota 2300 circa dove inizia la salita a piedi verso la cima del Fuji (da noi noto come Fujiyama) che con i suoi 3776 mt rappresenta la massima elevazione del Giappone, nonché la “montagna Sacra” per eccellenza. Indubbiamente uno dei vulcani più belli al mondo, con una forma di una perfezione assoluta, un cono rovesciato, con la neve in cima per buona parte dell’anno. Non siamo tutti e 15 i componenti del Gruppo ma in 7, gli altri hanno preferito continuare a visitare la città di Tokio che dista meno di 100 km dal luogo dove siamo noi 7 “alpinisti”, ai piedi appunto del Vulcano simbolo del Giappone. Ci cambiamo e ci vestiamo da montagna ed approfittiamo anche per mangiare qualche cosa, prima di iniziare la salita: non possiamo non gustare un dolce a forma di Fuji con tanto di zucchero al velo per simulare la neve della vetta, che gli conferisce un aspetto severo. Francamente, come sia adesso la cima del Fuji, non lo possiamo neppure intuire: nebbia e nubi, che non promettono nulla di buono, lo avvolgono interamente. Sinceramente penso che se il tempo dovesse cambiare, potrebbe solo peggiorare ulteriormente: questo me lo dice il fiuto di tanti anni di alpinismo, ovunque nel mondo. Tra un boccone e l’altro di questo strano dolce, che non mi gusta più di tanto, provo (più per scrupolo che altro) a chiedere all’ufficio informazioni di una specie di Cai giapponese, se per caso non vi fossero dei posti liberi nei rifugi. Certo tra i vari ricoveri, in alto verso la vetta, l’8^ Stazione sarebbe l’ottimo ma così è pretendere un po’ troppo dalla fortuna. Non sono riuscito a prenotare i posti in quanto dall’Italia ciò non è possibile, stesso esito anche dai tentativi fatti da Tokio nei giorni scorsi. Non avendo alternative avevamo deciso che si sarebbe saliti durante il pomeriggio il più in alto possibile fermandoci alcune ore della notte in uno degli ultimi rifugi a mangiare qualche cosa ed ad attendere l’approssimarsi dell’alba. Da li saremmo poi saliti in vetta al sorgere del sole (che con le previsioni attuali diventa un sogno di…. mezza / fine estate). Ovvio che sarebbe stato meglio avere un posto letto che ci avrebbe permesso alcune ore di da un Giappone Solo gruppo Scherini Testo e foto dI Gianpietro Scherini la montagna del Sol Levante, sotto la pioggia FUJI

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  • 32 - Avventure nel mondo 1 | 2016

    RACCONTI DI VIAGGIO | East AfricaRACCONTI DI VIAGGIO | Giappone

    L e previsioni danno 3 mm di acqua per l’indomani (pioggia debole), nulla di male oggi ci andrà bene poi si vedrà. Certo che la tecnologia è di grande aiuto, non sono passati secoli da quando ci si limitava a guardare l’altimetro e in base agli spostamenti della pressione si facevano delle previsioni molto personali e molto soggettive, specialmente in giro per il mondo, dove non era semplice confrontarsi con uno straccio di previsioni meteo.Oggi con gli smartphone, i tablet i phablet, sempre con noi, si può vedere tutto ed “just in time” appunto. Qui in Giappone poi, la patria della tecnologia, se le previsioni sono precise tanto quanto puntuali i treni, non sbaglieranno mai!Arriviamo come da manuale nei tempi previsti alla V Stazione a quota 2300 circa dove inizia la salita a piedi verso la cima del Fuji (da noi noto come Fujiyama) che con i suoi 3776 mt rappresenta la massima elevazione del Giappone, nonché la “montagna Sacra” per eccellenza. Indubbiamente

    uno dei vulcani più belli al mondo, con una forma di una perfezione assoluta, un cono rovesciato, con la neve in cima per buona parte dell’anno.Non siamo tutti e 15 i componenti del Gruppo ma in 7, gli altri hanno preferito continuare a visitare la città di Tokio che dista meno di 100 km dal luogo dove siamo noi 7 “alpinisti”, ai piedi appunto del Vulcano simbolo del Giappone.Ci cambiamo e ci vestiamo da montagna ed approfittiamo anche per mangiare qualche cosa, prima di iniziare la salita: non possiamo non gustare un dolce a forma di Fuji con tanto di zucchero al velo per simulare la neve della vetta, che gli conferisce un aspetto severo.Francamente, come sia adesso la cima del Fuji, non lo possiamo neppure intuire: nebbia e nubi, che non promettono nulla di buono, lo avvolgono interamente. Sinceramente penso che se il tempo dovesse cambiare, potrebbe solo peggiorare ulteriormente: questo me lo dice il fiuto di tanti anni di alpinismo, ovunque nel mondo.

    Tra un boccone e l’altro di questo strano dolce, che non mi gusta più di tanto, provo (più per scrupolo che altro) a chiedere all’ufficio informazioni di una specie di Cai giapponese, se per caso non vi fossero dei posti liberi nei rifugi. Certo tra i vari ricoveri, in alto verso la vetta, l’8^ Stazione sarebbe l’ottimo ma così è pretendere un po’ troppo dalla fortuna.Non sono riuscito a prenotare i posti in quanto dall’Italia ciò non è possibile, stesso esito anche dai tentativi fatti da Tokio nei giorni scorsi. Non avendo alternative avevamo deciso che si sarebbe saliti durante il pomeriggio il più in alto possibile fermandoci alcune ore della notte in uno degli ultimi rifugi a mangiare qualche cosa ed ad attendere l’approssimarsi dell’alba. Da li saremmo poi saliti in vetta al sorgere del sole (che con le previsioni attuali diventa un sogno di…. mezza / fine estate).Ovvio che sarebbe stato meglio avere un posto letto che ci avrebbe permesso alcune ore di

    da un Giappone Solo gruppo Scherini

    Testo e foto dI Gianpietro Scherini

    la montagna del Sol Lev

    ante,

    sotto la pioggia

    FUJI

  • Avventure nel mondo 1 | 2016 - 33

    la montagna del Sol Lev

    ante,

    sotto la pioggia

    sonno. Le cose sono andate così ed adesso non mi resta che sperare nel miracolo.Non mi pare vero ma questa volta il miracolo avviene e quasi magicamente all’ufficio informazioni mi trovano posto per tutti e 7 ad una delle costruzioni dell’VIII Stazione un paio di ore sotto la vetta: ottimo anzi mi pare troppo bello per essere vero. Non indago sul perché qualcuno ha rinunciato al posto (avrei dovuto chiaramente capire da ciò le reali previsioni meteo per l’indomani).La conferma della situazione meteo arriva purtroppo da Marco, grazie alla sua geniale idea di attivare una scheda dati Giapponese inserita nel suo Smartphone che gli permette di essere sempre connesso ad internet.Il nuovo aggiornamento meteo prevede, per l’indomani, 30mm di precipitazioni (e non più 3), alias piogge torrenziali: il tempo è dato in peggioramento significativo ed inequivocabile. Non è più prevista una leggera pioggerella ma un importante temporale al limite del nubifragio (ci va di lusso che non sia previsto un tifone, cosa non rara qui in Giappone). Millimetro più o millimetro meno di pioggia prevista per domani a questo punto si sale. Io farò il passo, quello da vecchia guida alpina svizzera, per intenderci, che non lascia indietro nessuno, ed incarico Serafino, bergamasco doc, di chiudere il gruppo.Con un passo che ben si addice ad un pellegrinaggio, guadagniamo quota e francamente non trovo tutta quella folla a cui ci eravamo già

    psicologicamente preparati: il Fuji è la montagna più salita al mondo.Questo perché è esteticamente bella, facile con un sentiero largo come una strada ed ha una valenza religiosa in quanto la sua ascesa deve effettuarsi almeno una volta nella vita da parte di ogni buddista giapponese.La sua vicinanza alla megalopoli di Tokio fa il resto.Uno alla volta superiamo tutte le varie Stazioni (piccoli rifugi alpini) che non mi paiono poi così belli dal punto di vista architettonico, più somiglianti a “prefabbricati” anche se decorosi, pulite e curate: alla giapponese insomma.Sebbene abbia tenuto un passo lento, comincio ad essere stanco, grazie al mio non allenamento di quest’anno in cui ho dedicato il tempo libero alle uscite in barca più che alle camminate. Fortunatamente, dopo poco più di quattro ore, siamo prossimi all’ VIII stazione, il nostro ricovero per la notte.L’VIII stazione è composta da alcuni “prefabbricati” dispersi su un paio di centinaia di metri di dislivello: quello dove dormiremo noi è uno dei più bassi.Prima di prendere posto all’interno del rifugio, fuori le scarpe occhio a non sporcare i pulitissimi pavimenti. Una cena frugale (ovviamente aspettando il nostro turno seduti per terra all’orientale) e poi via a letto e in silenzio degno di un monastero più che di un rifugio. Qui cori alpini non se ne sentono….

    Fa un caldo infernale e siamo ben pigiati sul tavolato che mi riporta alla mente le tanti notti nei rifugi alpini, trascorse per inseguire le salite che tanto ho amato ed ho avuto la fortuna di effettuare in decenni di arrampicate sia su roccia che ghiaccio.In cuor mio spero che le previsioni giapponesi sbaglino e le stelle che ancora brillano resistano,

    magari con l’aiuto del vento che potrebbe tenere il cielo sgombro dalle nubi: ergo niente pioggia almeno per le prime ore della mattinata di domani.Ma questo è il mio film o il mio sogno nel dormiveglia, dovuto ad una cena consumata in posizione innaturale (non seduto su una sedia ma appoggiato alle ginocchia) ed

    alla quota: siamo pur sempre a 3400 mt arrivati senza alcuna acclimatazione dal livello del mare.La realtà molto più amara è che nel volgere di poco la pioggia comincia a tamburellare sul tetto in lamiera, dapprima leggera poi sempre più battente.Esco e vado verso il bagno con due monete da 100 yen in tasca (andare al bagno nei servizi dei vari rifugi del Fuji costa 200 yen alias quasi due euro). Accidenti con tutta l’acqua che ho bevuto mi sa che spenderò un botto questa notte. La pioggia ed il rumore dell’acqua scrosciante conciliano ancor di più queste esigenze fisiologiche, con relativo aumento di costi a beneficio dei rifugi del Fuji.Verso le due di mattina incuranti dell’acqua, che cade copiosa, alcuni gruppi di giapponesi partono per la vetta.Noi abbiamo deciso che se piove andremo in vetta, che da qui dovrebbe distare un paio di ore, a giorno fatto: tanto il sorgere del sole mica lo possiamo vedere oggi e gironzolare di notte sotto il diluvio a quasi 3800 mt mi pare non abbia molto senso.La colazione non ci invoglia a partire e tanto meno consumarla (riso e pesce): le nostre razioni resteranno li nella loro scatoletta di plastica bianca. Solo dopo ho realizzato che avremmo potuto prenderle per la lunga giornata che ci attende, ma adesso partiamo: la pioggia oggi ci tocca e ci sono i presupposti che sarà tanta.Piove forte: le previsioni non hanno sbagliato di una virgola (maledette) in un crescendo Rossiniano che mi chiedo quando vedrà il suo apice. Una pioggia così forte sulle Alpi è rara e per non farci mancare nessun effetto speciale eccoci serviti: raffiche di vento, grandine e qualche fiocco di neve.Le “nostre tre donne” Mara, Simona e Tiziana sono veramente stoiche o forse non sanno cosa dire e la prendono con filosofia; nel pellegrinaggio è o no implicito anche un minimo di sofferenza, altrimenti che pellegrinaggio sarebbe?Durante la salita vediamo poche altre persone, vuoi per la fitta nebbia vuoi che la via di discesa non coincide con quella di salita per buona parte del percorso. Incontriamo anche qualche “pellegrino disperato” che intuiamo abbia gettato la spugna e stia scendendo, dalla stessa traccia di salita,

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    senza aver raggiunto la vetta.Un imponente tori sotto il quale passa il sentiero (un portale in legno che per gli shintoisti è l’accesso ad un templio o ad una area sacra) mi fa tirare un sospiro di sollievo, siamo ormai arrivati in prossimità della vetta, considerata appunto area sacra. Comincio ad essere stufo di prendere acqua e sono completamente bagnato.Foto di cima non se ne parla, se non qualche timido scatto con il cellulare all’interno di una delle costruzioni sul bordo del cratere, dove sorgono alcuni rifugi/ricoveri. Qui ci ripariamo alcuni minuti prima di intraprendere una discesa che ci ricorderemo per molto tempo.Nel film che mi ero immaginato pensavo di arrivare in vetta e vedere la nascita del sole, l’oceano sullo sfondo e perché no intravedere la megalopoli di Tokio ancora illuminata da una miriade di luci colorate. Un sole rosso che sorgendo diventa sempre luminoso e caldo.Invece no! Questa volta il copione ci riservava solo nebbia, acqua, folate di vento, grandine e qualche fiocco di neve. Mi ricorda la vetta dell’Ararat, in Turchia, dove abbiamo preso condizioni climatiche pessime ma iniziata la discesa il vento aveva spazzato le nubi ed era uscito il sole. Ho la sensazione che qui non sarà così. L’unica cosa che mi fa sorridere, un poco sadicamente, è vedere chi ha ben pensato di portare un ombrellino trasformarsi in un novello paracadutista che goffamente cerca di far sgonfiare il paracadute, una volta a terra.In questa occasione ringrazio la buona abitudine di aver portato i bastoni da sci per camminare che più o meno tutti, seguendo il mio consiglio hanno con sé. Quante scivolate evitate e quanti lividi blu nella parte meno nobile del corpo non procurati, almeno questo è una cosa positiva nella giornata odierna.Scendendo di quota la temperatura aumenta ma il corpo, completamente bagnato, comincia a sentire freddo, stiamo agognando di arrivare al punto di partenza per poterci togliere gli abiti bagnati e metterci qualche cosa di asciutto: ma cosa? Ho la sensazione che la maglietta ed i pantaloni di cotone nello zaino, portati per il rientro, siano tutto tranne che asciutti.La parte finale della discesa si potrebbe paragonare alla ritirata di Russia, non per tutti qualche baldo giovane ben allenato sorride e scalpita ancora, sebbene bagnato fradicio. Parrebbe che la discesa sia più lunga della salita per qualche strana alchimia legata alla sacralità del luogo: forse mi sbaglio sono solo stanco di essere sferzato dalla pioggia che non molla un minuto. Oggi abbiamo avuto tanta acqua e poca gente: sicuramente era meglio tanta gente e zero pioggia. Comunque ormai è fatta, è andata così ed ora siamo quasi alla fine di questa avventura.Guadagnato il punto di partenza ci precipitiamo nei bagni per cambiarci e lì l’amara verità che non vi

    è nulla di asciutto nello zaino anche se la roba era stata avvolta in borse di plastica. L’intraprendente Tiziana ha l’idea di comperare una felpa con la scritta Fuji che sicuramente ha tutti i titoli per indossare, dopo la salita odierna. Io non ci provo neppure capi della mia taglia sono difficili da trovarne e mi tocca rientrare a Tokio

    con una maglietta ed un paio di pantaloni di cotone bagnati. Manco da dirlo sui treni giapponesi l’aria condizionata non si guasta mai anche oggi che noi siamo intirizziti ed un poco di caldo nel viaggio non ci avrebbe dato fastidio. Rimpiango il mio treno diretto Sondrio Milano dove le probabilità di trovare l’aria condizionata fuori uso sarebbero state molto ma molto più alte………...

    Qualcuno potrebbe dirmi se era necessario andare fino in Giappone per prendere così tanta acqua: mi sia consentito non rispondere a questa osservazione.Battute a parte il rientro su Tokio ed il ricongiungimento con la parte restante del gruppo, costituiscono la ripresa del viaggio, dopo questa parentesi “alpinistica”. Tokio, Takayama poi Kyoto ed infine Osaka, per citare le maggiori località toccate nella nostra avventura.Un viaggio ricco di tante emozioni, luoghi visitati che ci fanno capire come sia possibile far convivere tradizione e modernità. Incontriamo gente sobria, lavoratrice, precisa, puntuale e pulita. Forse troppo “inquadrata” per molti e non propriamente di compagnia.Strade stracolme di persone mai caotiche, pulite, sicure e che ad ogni angolo riservano sorprese e scorci che non ti aspetteresti.Giunto a questo punto non potete pretendere però che vi descriva, oltre a quanto già scritto sul vulcano Fuji san, la bellezza del Giappone dei suoi monumenti, della sua storia, della sua cultura e della sua religione.Io mi fermo qui e lascio ad altri il compito di continuare questo scritto e a Voi amici la curiosità, che mi auguro vi spinga ad effettuare questo fantastico viaggio, ovviamente sempre con Avventure nel Mondo!

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    NEL PAESE DELLE

    AQUILE

    Berat