DA GHIANDA … A QUERCIA - psicosintesi.it CON IL CORPO, LA... · della famiglia, condotti da...

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1 Associazione non profit di solidarietà familiare La mela e il seme per la prevenzione e l’assistenza del disagio nei bambini e nei ragazzi e per la diffusione di una nuova educazione al “ben-essere” e alla pace DA GHIANDA … A QUERCIA Progetto educativo per la prevenzione del disagio giovanile Ogni essere umano viene al mondo con una dotazione unica di potenzialità e aspira a realizzarsi così come la ghianda aspira a diventare la quercia che si porta dentro. (Aristotele) Associazione non-profit La mela e il seme Piazza Castello, 6 20121 Milano – Italia www.lamelaeilseme.org

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Associazione non profit di solidarietà familiare La mela e il seme

per la prevenzione e l’assistenza del disagio nei bambini e nei ragazzi e per la diffusione di una nuova educazione al “ben-essere” e alla pace

DA GHIANDA … A QUERCIA

Progetto educativo per la prevenzione del disagio giovanile

Ogni essere umano viene al mondo con una dotazione unica di potenzialità

e aspira a realizzarsi così come la ghianda aspira a diventare la quercia che si porta dentro.

(Aristotele)

Associazione non-profit La mela e il seme Piazza Castello, 6 20121 Milano – Italia

www.lamelaeilseme.org

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Premesse

Ricerche nel campo della promozione della salute hanno dimostrato come l'acquisizione di competenze socio-emotive-relazionali sia necessaria per raggiungere uno stato di salute e benessere. Il Programma “Life skills education” dell' Organizzazione Mondiale della Sanità individua, tra le competenze che hanno un ruolo per la promozione della salute, la capacità di gestire le emozioni, di relazionarsi in modo positivo con gli altri, la conoscenza di se stessi. Tali competenze sono state definite da un gruppo di progetto internazionale e sono state ritenute fondamentali da promuovere nei bambini e negli adolescenti. L'importanza dell'acquisizione di queste competenze è stata sottolineata da filosofi, psicologi, educatori, come il Prof. Umberto Galimberti, il Prof. Gustavo Charmet, il Prof. Paolo Crepet, Don Mazzi, ma anche da insegnanti e genitori impegnati in prima persona con bambini e adolescenti. Tutti sono concordi nell’affermare che è nella scuola e all’interno della famiglia che si deve trovare una risposta adeguata a questo bisogno manifesto di educazione affettiva e di sviluppo dell’intelligenza emotiva. E’ necessario introdurre percorsi che permettano di stimolare lo sviluppo armonico della personalità di bambini e adolescenti, che accrescano la loro auto-consapevolezza e conoscenza dei propri aspetti emotivo - relazionali, così da crescere più sani, sereni, fiduciosi e capaci di affrontare le difficoltà in modo adeguato.

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Motivazioni Il quadro sociale di fronte al quale ci troviamo, evidenzia una situazione di disagio giovanile forte e diffuso:

- i fatti di cronaca di questi ultimi anni hanno visto come protagonisti ragazzi aggressivi, irrispettosi, ribelli, che sempre più spesso esprimono il loro disagio compiendo atti di violenza verso cose, persone e verso se stessi: vandalismo, bullismo, anoressia, bulimia, uso di droghe, di alcool, depressione

- La crisi economica crea sempre più diffusamente all’interno della famiglia un

clima di tensione e paura per il futuro che si riflette inevitabilmente sull’equilibrio emotivo dei bambini ed è all’origine di tagli ai fondi e al personale scolastico con ripercussioni negative sulla gestione delle emergenze

- le situazioni di disagio e di malessere psicologico si riscontrano già nella scuola primaria, crescono con il tempo, e si manifestano infine drammaticamente nelle scuole secondarie

Il percorso educativo che proponiamo intende rappresentare un contributo, in ambito scolastico, alla ricerca di nuovi itinerari educativi adeguati a rispondere ai bisogni che emergono da un simile quadro:

- la necessità percepita da genitori e insegnanti di trovare nuove strategie educative per affrontare adeguatamente le difficoltà di comunicazione con i ragazzi, il loro malessere e i loro comportamenti aggressivi - la prevenzione a partire dalla più giovane età, per accrescere l’autostima e l’ equilibrio dei bambini e consolidare comportamenti sociali più adeguati.

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Il progetto “ Da ghianda … a quercia” si articola su più livelli di intervento paralleli:

- CRESCERE CON IL CORPO, LA MENTE E IL CUORE Un percorso di educazione relazionale - emotiva con approccio ludico - laboratoriale, per i bambini delle elementari, che prevede anche il coinvolgimento attivo dei loro insegnanti e genitori.

- FORMAZIONE PER INSEGNANTI

Una serie di 3 incontri e due conferenze rivolti a tutti gli insegnanti della scuola, che permettano l’acquisizione di nuove competenze e strumenti utili, sia sul piano didattico, come le tecniche di apprendimento cooperativo, sia sul piano dell’educazione emotiva, come l’autostima e l’assertività. I laboratori sono condotti da psicologi e docenti della scuola di counseling a indirizzo psicosintetico CREA di Milano.

- IL BEN-ESSERE DEI NOSTRI FIGLI. COSA POSSIAMO FARE? Attività in sostegno alla genitorialità rivolta a tutti i genitori della scuola, su temi riguardanti l’educazione affettiva dei bambini e l’importanza del ruolo educativo della famiglia, condotti da psicologi e docenti della scuola di counseling CREA di Milano. Le attività includono due conferenze e un ciclo di tre incontri-laboratorio per un gruppo di 25 partecipanti.

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CRESCERE CON IL CORPO, LA MENTE E IL CUORE

Percorso educativo con i bambini in classe Il percorso che sottoponiamo alla vostra attenzione rappresenta la parte del progetto “Da ghianda … a quercia” che riguarda l’intervento educativo con i bambini in classe e che prevede il parziale coinvolgimento dei loro genitori e insegnanti. Quest’anno, come mai prima d’ora, riceviamo richieste di intervento urgente da tante scuole di Milano per conclamate situazioni di disagio diffuso in molte classi elementari. Le scuole si trovano senza fondi, con pochissimi insegnanti di sostegno, i dirigenti sono spesso impegnati in più istituti contemporaneamente con ripercussioni negative sulla gestione delle emergenze, molte strutture territoriali di assistenza e sostegno alla famiglia stanno chiudendo. Sono due attualmente le scuole elementari di Milano che sono in attesa di una risposta circa la disponibilità di fondi per la realizzazione del progetto in alcune delle loro classi: Istituto Pisa ( zona Lorenteggio) per quattro classi di quarta, e Luciano Manara (Quinto Romano) per due classi di seconda. Visto la complessità e i costi del progetto integrale l’associazione La mela e il seme si riserva la possibilità di proporre alle scuole anche delle edizioni parziali del progetto a seconda della disponibilità di fondi. Il progetto è stato già realizzato più volte in versione integrale in alcuni istituti milanesi. L’associazione La mela e il seme cerca fondi per portare progetti educativi gratuitamente nelle scuole. Qualsiasi contributo rappresenta una preziosa opportunità per rispondere al sempre più emergente bisogno di aiutare i bambini a conoscere meglio se stessi oltre che il mondo esterno, quale premessa al loro benessere individuale e a quello della collettività.

Motivazioni

Gli insegnanti si trovano sempre più spesso a contatto con bambini “difficili”, che influiscono negativamente sulle dinamiche della classe. Di fronte a urla, lanci di oggetti, aggressioni fisiche, incapacità di star fermi, di concentrarsi e derisioni, gli adulti, dopo aver provato diverse risposte, spesso si sentono disarmati, privi di strumenti ed infine perdono la pazienza. Seppur meno difficili da gestire, anche atteggiamenti di chiusura, come l’isolamento, il non parlare, l’aver timore di tutto, rendono il compito delle figure di riferimento arduo e pieno di interrogativi di difficile risoluzione.

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A capo di agiti, come quelli riportati fin dalle prime righe, vi è di frequente l’incapacità di dare un nome, un significato e una elaborazione delle proprie emozioni. In una prospettiva di prevenzione occorre dunque, offrire ai bambini itinerari d'apprendimento che consentano loro di esprimere i propri vissuti, sia negativi sia positivi, imparando a riconoscerli e a gestirli. Modello teorico L’approccio teorico di riferimento del progetto è integrato, sintetizza cioè i contributi della psicosintesi di Roberto Assaggioli e l’approccio sistemico-relazionale. La classe è vista come un insieme di persone che individualmente, attraverso un percorso di crescita e di integrazione di tutte le proprie componenti, mentali, fisiche e emotive, possono esprimere il proprio massimo potenziale, e allo stesso tempo come parte di un sistema. Per tale motivo vi è l’esigenza di dirigere l’attenzione della persona (il bambino) sia all’interno di se stessa che ai sistemi relazionali di cui fa parte (scuola e famiglia). Il campo visivo deve essere più ampio possibile per comprendere meglio e stimolare il lungo percorso di acquisizione dell’identità. Il gruppo classe viene considerato soprattutto un’ opportunità per conoscersi meglio, riflettere, trasformarsi. L’intervento su docenti e genitori è stato concepito per accogliere, ascoltare, decifrare, agevolare l’equilibrio dinamico del sistema a cui facciamo riferimento. L’esplorazione delle relazioni interpersonali e delle norme che regolano la vita dei gruppi in cui l’individuo è più radicato rappresenta l’elemento indispensabile per la comprensione dei comportamenti di coloro che ne fanno parte e per la messa in atto di un intervento significativo in situazioni di bisogno.

Finalità Aiutare i bambini ad acquisire maggiore conoscenza di sé e auto-consapevolezza dei propri aspetti emotivo – relazionali.

Obiettivi

OBIETTIVI DEGLI INCONTRI CON I BAMBINI IN CLASSE

Contribuire a: - stimolare la consapevolezza emotiva: esplorare, riconoscere, nominare, comunicare e gestire positivamente le proprie emozioni

- rinforzare l’autostima: scoprire la propria individualità e unicità, riconoscere le proprie risorse e il proprio valore, e accettare con serenità i propri limiti

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- affinare le capacità relazionali: sperimentare la relazione empatica, imparando a comunicare ed esprimere i propri bisogni nel rispetto di quelli altrui, sviluppando capacità di ascolto e comprensione verso gli altri e di gestione costruttiva dei conflitti

- sviluppare il senso di appartenenza ad un gruppo (classe, scuola, famiglia), e il concetto di interdipendenza e di responsabilità individuale, civica e sociale. - aiutarli ad integrare il bisogno di autorealizzazione (essere se stessi) con il bisogno di

appartenere, permettendo loro di sviluppare la capacità di “dire di no” davanti a stimoli che invitano a comportamenti che potrebbero avere conseguenze insostenibili e/o pericolose, e incrementando il senso di responsabilità personale.

OBIETTIVI DEGLI INCONTRI CON GLI INSEGNANTI DELLE CLASSI COINVOLTE

Offrire ai docenti un’opportunità per: - osservare le dinamiche relazionali all’interno della classe e sviluppare una conoscenza più approfondita dei singoli alunni in un contesto “altro” rispetto a quello didattico quotidiano; - partecipare a incontri con psicologi ed esperti di formazione, da cui poter ricevere strumenti per affrontare con maggior efficacia le difficoltà del gruppo classe.

OBIETTIVI DEGLI INCONTRI CON I GENITORI DELLE CLASSI COINVOLTE Proporre ai genitori un’occasione per: - approfondire la conoscenza dei propri figli nell’ambito della loro vita scolastica e relazionale

- partecipare ad incontri che permettano un confronto e uno scambio con altri genitori, rivolgendo a psicologi e formatori gli interrogativi e le perplessità che quotidianamente si trovano di fronte nello svolgimento del difficile ruolo di genitori.

Attività Le attività che proponiamo riguardano tutti i nuclei esperienziali: fisico, emotivo, mentale e relazionale, e hanno un approccio ludico. Sono privilegiate attività in grado di destare interesse e partecipazione, quali quelle espressivo-creative, che danno la possibilità di mettere in mostra la propria individualità e dare spazio ad emozioni e sentimenti che altrimenti verrebbero repressi o deviati verso condotte più problematiche. Attraverso questo tipo di approccio è possibile scoprire le potenzialità di ciascuno e dare loro uno spazio di sviluppo.

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Metodologia La metodologia si avvale della didattica laboratoriale, in grado di promuovere un modello educativo basato sulla ricerca, sull’esperienza e su un apprendimento motivante, poiché l'alunno sarà protagonista attivo e collaborante. Le conduttrici rappresenteranno per il gruppo delle mediatrici e faciliteranno l’emergere dei bisogni e dei disagi, ma anche degli interessi, dei talenti e delle aspirazioni valorizzando le capacità di ciascuno. Nel suo sviluppo la didattica si avvarrà di strumenti e tecniche scelti e calibrati di volta in volta dall'equipe psico-pedagogica in base alle specifiche caratteristiche e ai bisogni di ogni singola classe e alla fascia d’età degli alunni, tra cui: - ascolto o invenzione di STORIE, come spunto di riflessione e di comunicazione emotiva; - giochi di DRAMMATIZZAZIONE, SIMULAZIONE, ROLE PLAY, perché la vita reale possa essere esplorata con sicurezza e a distanza; - CIRCLE- TIME, spazio libero di comunicazione, confronto e conoscenza reciproca; - COOPERATIVE LEARNING, imparare collaborando per sviluppare abilità sociali; - BRAINSTORMING, generare una molteplicità di idee intorno ad una data situazione o ad un problema emerso; - RILASSAMENTO E VISUALIZZAZIONE per sviluppare la percezione di sé in rapporto al mondo esterno; - SCRITTURA CREATIVA, per raccontare emozioni e sentimenti; - PROBLEM SOLVING, per imparare a risolvere situazioni problematiche e trovare strategie alternative da mettere in atto; - SCULTURA attraverso il proprio corpo e quello altrui, per rappresentare e prendere consapevolezza delle modalità di interazione reciproca; - DISEGNO E PITTURA, per ricostruire un'esperienza, per esprimere vissuti.

Modalità di realizzazione Il percorso con i bambini accompagna la classe una volta a settimana per due ore consecutive per cinque incontri. Ogni intervento in classe prevede la presenza di due professionisti della relazione di aiuto tra psicologi, counselors, arteterapeuti e educatori, affiancati da un docente della classe. Prima di avviare il progetto, durante e alla fine della sua attuazione vengono organizzati degli incontri con gli insegnanti e i genitori delle classi partecipanti, per raccogliere informazioni sulle difficoltà emerse nel gruppo, sulle dinamiche relazionali all’interno della classe, e per condividere le strategie da mettere in atto. Le modalità di realizzazione dell’intervento saranno calibrate in itinere dall’equipe di operatori sulle problematiche specifiche della classe e in base alla risposta dei soggetti.

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Tempi e fasi di realizzazione Il progetto dovrebbe avere inizio entro febbraio 2013 e terminare entro maggio dello stesso anno. Totale ore per ciascuna classe:

IN CLASSE: ATTIVITA’ 5 incontri di 2 ore ciascuno 18 h. CON I DOCENTI DELLA CLASSE 2 incontri di 2 ore ciascuno 4 h. CON I GENITORI DELLA CLASSE 2 incontri di 2 ore ciascuno 4 h. _____ TOT 26 h.

Risultati attesi - Accettazione del proprio sé; - Rafforzamento delle proprie risorse; - Miglioramento del clima relazionale della classe; - Aumento dei comportamenti pro-sociali

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Lavoro nelle classi

Il percorso educativo che proponiamo ai bambini e le attività laboratoriali che realizziamo partono dall’idea

che l’esplorazione e la conoscenza di sé sia il presupposto per riconoscere, accettare ed eventualmente

trasformare e gestire in modo più efficace e ed armonico le proprie emozioni, sensazioni fisiche, pensieri,

bisogni e aspirazioni, per realizzare il proprio sé, accrescere l’autostima e le capacità relazionali.

Le attività sono sempre condotte all’interno dell’aula alla presenza di uno/due insegnanti e talvolta con la

loro partecipazione attiva. Il nostro intervento in classe rappresenta ovviamente una rottura degli schemi

scolastici consueti e per questo è importante delimitare il confine iniziale e finale del nostro incontro,

creando una situazione che permetta ai bambini di adottare delle regole comportamentali più libere e

giocose per un periodo limitato, e di ritornare al normale svolgimento delle lezioni al termine del nostro

intervento.

Il nostro percorso in classe viene svolto come viaggio simbolico, esplorativo ed esperienziale alla scoperta

di sé e degli strumenti che possono aiutare ad attraversare il viaggio della vita con più coraggio e fiducia e

viene presentato come un vero e proprio allenamento per diventare “fantanauti” con tanto di diploma

finale. I fantanauti sono coloro che sono capaci di guidare il proprio corpo, le proprie emozioni, i proprio

pensieri, desideri e le proprie azioni per stare bene con se stessi e gli altri, e contribuire al bene del pianeta

e di tutti gli uomini e gli esseri che lo abitano.

Uno dei più importanti allenamenti dei fantanauti consiste nell’imparare a mettersi alla guida della propria

mente per rilassare il corpo, per dirigere la propria attenzione sul respiro e concentrarsi sulle visualizzazioni

guidate che permettono di scoprire le proprie risorse interiori. Una delle visualizzazioni guidate che

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proponiamo è quella del “luogo sicuro”, che permette loro di costruire un luogo immaginario interno,

rassicurante e protettivo da rievocare mentalmente quando se ne sente necessità e che può aiutare a

ritrovare calma, forza e chiarezza mentale utili ad affrontare al meglio le difficoltà. A questo tipo di attività

seguono lavori artistici e creativi che permettono ai bambini una maggiore elaborazione delle esperienze.

L’attività di rilassamento e visualizzazione è stata ampiamente sperimentata in ambito scolastico negli

Stati Uniti e in alcuni paesi nord europei, dimostrandone l’efficacia nel migliorare le capacità di

concentrazione e apprendimento, e soprattutto l’equilibrio e la serenità degli allievi, portando giovamento

a tutto il clima relazionale delle classi e della scuola.

Durante gli incontri viene sempre concesso ai bambini uno spazio e un tempo per raccontarsi, per

esprimere pensieri, emozioni ed esperienze, senza il timore di essere giudicati. I bambini mostrano sempre

un grande apprezzamento per questo spazio, rivelando così il loro grande bisogno di essere ascoltati,

considerati e accolti, e questo permette a noi di comprendere loro realtà emotiva e i loro vissuti. I bambini

vengono invitati a mettersi seduti in cerchio, per discutere ed elaborare le scoperte fatte insieme durante le

attività o per risolvere dinamiche di gruppo che provocavano conflitti.

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Diverse attività sono dedicate a nominare, riconoscere ed esplorare le proprie emozioni.

Il termometro delle emozioni è lo strumento che ci accompagna durante tutto il percorso e che permette

ai bambini di riconoscere e nominare una enorme varietà di emozioni e di percepire più consapevolmente

le differenze tra loro, e le loro gradazioni. Dedichiamo molto spazio alla rabbia e alla paura dando

opportunità ai bambini di esprimersi, raccontarsi e riflettere sugli effetti di queste emozioni sul proprio

corpo e sul proprio comportamento. I bambini arrivano a comprendere che è lecito percepire qualsiasi

emozione, che nessuna è giusta o sbagliata, ma che imparare a gestirle può aiutare a far sì che il

comportamento conseguente l’emozione non sia nocivo per se stessi o gli altri.

Per lavorare ulteriormente su questo tema leggiamo insieme la storia di “Nonimporta”, che racconta di

un bambino che preferisce non esternare le sue emozioni, tiene tutto dentro senza mai esprimerle e non

reagisce in situazioni difficili che lo vedono vittima di compagni prepotenti, veri e propri bulletti, o

situazioni imbarazzanti o fastidiose, fino a quando ad un certo punto esplode. La storia sottolinea come

tenere tutto dentro sia causa di malessere anche fisico (somatizzazione) e come sia facile esplodere in

modo dannoso per sé e per gli altri, e rappresenta lo spunto per accompagnare i bambini lungo un

percorso che permette loro di trovare da soli delle alternative comportamentali più adeguate e un modo

più costruttivo di gestire le emozioni di disagio per star bene con sé stessi e con gli altri.

In questa fase, dove si aiutano i bambini a utilizzare le proprie risorse per superare momenti di disagio,

vengono utilizzate attività catartiche come il disegno, l’improvvisazione di scenette, e tecniche corporee di

scarico delle tensioni. I bambini arrivano sempre da soli a nominare alcuni strumenti possibili per il

superamento del disagio collegato a certe emozioni: scrivere un diario o una lettera anche se non verrà

mai consegnata, fare un disegno, ballare, correre ecc.

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I bambini all’inizio del percorso si presentano alle conduttrici e al gruppo realizzando un proprio

“autoritratto” a immagine intera per rappresentare se stessi, le proprie caratteristiche positive e i propri

punti di forza , usando diversi materiali artistici. In un secondo momento lavorano sul retro della stessa

sagoma per rappresentare il proprio lato “d’ombra”, cioè quelle parti di sé che gli piacciono meno e che

vorrebbero migliorare. Questo lavoro è molto impegnativo per i bambini perché li porta a riflettere su

caratteristiche più profonde che hanno a che fare con il proprio carattere, emozioni e relazioni. Tuttavia

molti di loro sono spesso in grado di condividere queste parti di sé più intime con tutti, dando al gruppo

un’occasione di conoscenza reciproca più profonda e quindi di maggiore comprensione ed empatia.

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Il progetto da uno spazio importante ad attività sull’autostima. Ogni bambino costruisce un fiore composto

di petali con scritto “ciò che mi piace di me” e “cosa sono bravo a fare”: il suo “fiore tirami su”. Questa

attività invita i bambini a prendere consapevolezza del proprio valore, della propria unicità e di quella degli

altri ed è lo spunto per riflettere sul fatto che ogni individuo è degno di rispetto anche se non è simile a noi.

Anche il gioco dei complimenti viene proposto per aiutare i bambini a costruire un’immagine più positiva

di Sè e degli altri. Ogni bambino riflette su cosa apprezza di ciascuno dei suoi compagni: tutti hanno qualche

caratteristica positiva anche quelli che non ci stanno tanto simpatici. Le affermazioni che ognuno fa sui

propri compagni vengono raccolte dai conduttori che preparano e consegnano ad ogni bambino in un

incontro successivo una pergamena con elencate tutte le cose belle che i compagni pensano di lui. Si tratta

sempre per tutti i bambini di un’esperienza arricchente e gratificante , e li aiuta a riflettere sul fatto che

l’idea che abbiamo di noi stessi non sempre coincide con quella che gli altri hanno di noi. In tanti rimangono

stupiti per gli apprezzamenti dei compagni. Ad ogni singolo bambino viene dedicato un momento unico e

speciale in cui vengono letti a voce alta tutti gli apprezzamenti ricevuti. Il momento è ancor più speciale

perchè rafforzato anche dall’incoronazione e dalla consegna del diploma di fantanauta.

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Per affinare le capacità relazionali e pro-sociali i bambini vengono invitati a riflettere sugli ingredienti che

ritengono necessari per stare bene insieme, una riflessione a tutto tondo, riferita sia al gruppo classe, che

alla famiglia, alla scuola, alla nazione e al nostro pianeta …. Ognuno parte con il pensiero di quali

atteggiamenti lo fanno sentire personalmente più felice quando è con gli altri e li utilizza come

“ingredienti” per disegnare la propria “pizza per stare bene insieme”. Ogni bambino viene poi invitato a

ritagliare dal suo lavoro l’ingrediente che ritiene più importante e ad incollarlo su una grande pizza

collettiva di classe. L’atto di tagliare un pezzo del proprio disegno per creare una nuova pizza tutti insieme

suggerisce simbolicamente l’importanza del proprio contributo per il bene comune, e il fatto che il proprio

piccolo sacrificio viene ripagato dalla gratificazione di aver realizzato qualcosa di bello tutti insieme.

Ecco alcuni esempi degli ingredienti con cui i bambini preparano la pizza: GIOIA, AFFETTO, ASCOLTO,

ACCETTAZIONE, PACE, GENEROSITA’ ECC.

Affrontiamo sempre il tema dei pensieri VIRUS e dei pensieri ARCOBALENO, portando i ragazzi a meditare

su come siano i nostri stessi pensieri a suscitare emozioni e indurre certi comportamenti. Ci sono pensieri

edificanti e positivi, cioè ARCOBALENO, che se impariamo a gestire ed applicare anche alle situazioni più

critiche possono aiutarci ad affrontare le difficoltà in modo più costruttivo per noi e per gli altri.

La fine del percorso è sempre un momento di grande emozione per tutti, bambini, insegnanti e operatrici.

Ogni bambino formula un pensiero incoraggiante e positivo riguardo ad una sua difficoltà, lo scrive su un

foglio e fa un disegno che lo rappresenta. Tutti vengono incoraggiati a portarlo a casa e appenderlo in un

posto che sia visibile frequentemente e a ripetersi spesso la frase durante il giorno e prima di dormire.

L’intento è che attraverso la ripetizione si agisca da rinforzo al proprio atto di volontà. In classe ogni

bambino pianta in un vasetto che porterà a casa il suo seme, simbolicamente connesso al proprio pensiero

positivo, di cui si prenderà cura e che coltiverà oltre che nella terra, anche nella mente e nel cuore perché

possa germogliare e portare effetti anche nella propria realtà.

I bambini riflettono su quale potere può avere la nostra mente nel raggiungimento di obiettivi che

riteniamo importanti per noi, riguardo ad un nostro miglioramento o cambiamento.

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All’inizio del percorso con le classi, a metà e al termine, gli operatori si incontrano con i genitori dei bambini

che hanno partecipato al progetto. Gli incontri sono un’occasione di riflessione e confronto sul tema

dell’educazione affettiva e viene dato spazio a dubbi e domande riguardo alla loro relazione con i figli.

L’approccio interattivo caratterizza anche gli incontri con i genitori rendendoli più interessanti e

coinvolgenti.

Durante il percorso sono anche previste riunioni con gli insegnanti per renderli partecipi del progetto,

scambiare le osservazioni rilevate durante il lavoro in classe e calibrare al meglio le attività. Nell’ultimo

incontro gli operatori danno suggerimenti ai docenti per facilitare migliori relazioni tra i bambini in classe,

aiutarli a sviluppare le proprie risorse e aiutare coloro che si trovano in difficoltà ad accrescere le proprie

capacità di autogestione.

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Conclusioni

Il progetto “Da ghianda … a quercia” in tutte le edizioni ha riscosso un grande successo, sia presso i bambini stessi, che hanno partecipato con grande entusiasmo al difficile percorso proposto, sia presso i genitori, gli insegnanti e la dirigenza scolastica. In questi anni di lavoro nelle scuole ci siamo trovati di fronte a molti bambini in grave difficoltà: con situazioni familiari difficili come handicap di un fratello, continui spostamenti geografici (figli di giostrai), malattie gravi di un genitore, perdita di un genitore, separazioni altamente conflittuali, carcerazioni … Situazioni che insieme al temperamento innato di ogni bambino hanno portato spesso alcuni piccoli ad essere arrabbiati o tristi e ad instaurare relazioni disturbate con i coetanei e con gli adulti di riferimento, a danno evidente di tutto il clima relazionale delle classi.

Il nostro progetto ha dovuto continuamente adattarsi alle mille esigenze che si sono delineate con ogni classe durante il percorso. In molti casi, infatti, non si parlava solo di prevenzione perché il disagio era già ben manifesto in molti bambini.

La nostra èquipe ha potuto verificare come la carenza di autostima, di capacità di gestione delle emozioni e delle relazioni , siano alla base delle difficoltà illustrate precedentemente, e come, intervenendo su queste lacune, sia possibile diminuire il rischio di disordini emotivi, di disturbi d’ansia, di depressione e comportamenti devianti. Per questi bambini è dunque fondamentale un lavoro che gli permetta di conoscersi meglio, cioè di riconoscere i propri punti deboli e quelli forti, i propri bisogni e desideri; un lavoro sull’integrazione tra il bisogno di autorealizzazione (essere se stessi) e il bisogno di appartenere, che permetta loro di acquisire un nuova identità sociale positiva, che gli consenta di uscire da quei ruoli stigmatizzanti che a volte si sono osservati. Pur consapevoli che il nostro intervento non sia risolutivo di tutte le problematiche e difficoltà riscontrate nei singoli bambini e nei gruppi classe, riteniamo tuttavia che essa rappresenti per loro un’ occasione importante per acquisire più fiducia in se stessi e negli altri e creare un clima relazionale di classe più sereno tra pari e con gli insegnanti, e quindi più costruttivo sia in termini sociali che di apprendimento. Le dirigenze scolastiche e il corpo insegnanti che oggi, a seguito dei tagli sulle spese e degli organici, si ritrovano più che mai a dover affrontare situazioni di disagio diffuso senza le adeguate risorse, ci chiedono sempre più frequentemente di intervenire in cosiddette classi “difficili”.

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Preventivo di spesa

Gli importi indicati sono comprensivi di IVA e di tutte le ritenute e sono riferiti alla realizzazione del progetto in due classi delle elementari.

Il premio Giuliana D’Ambrosio rappresenterebbe per noi un contributo preziosissimo.

Il restante importo relativo ai costi rimarrebbe a carico della nostra associazione, che a seconda della disponibilità e dei contributi potrà allargare l’intervento a più classi.

PROGETTO PER DUE CLASSI

Personale descrizione ore Costo* costo

docenti

4 tra psicologi,arteterapeuti,counselors, educatori

bambini 5 incontri di 2 ore

docenti 2 incontri di 2 ore

Genitori 2 incontri di 2 ore

62 30,00 1.860,00

progettazione in itinere 40 30,00 1.200,00

PRODUZIONE MATERIALE 250,00

COORDINATORE PROGETTO 500,00

Sub totale Personale 3.810,00

Spese materiale

materiale didattico 150,00

spese ufficio segreteria 100,00

Sub totale materiale 250,00

4.060,00

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Staff “ Da ghianda … a quercia”

Zandra Mantilla Cofondatrice e Presidente dell’ Associazione La mela e il seme. Fotografa e illustratrice, dal 2003 crea giochi educativi e libri per bambini. Ha collaborato con il Telefono Azzurro, Arca onlus, e con l’associazione A Piccoli Passi di Milano, che si occupa di affido e sostegno a ragazzi in difficoltà. Collabora nel 2008 al progetto “SOSTARE a scuola” elaborato e coordinato dalla Cooperativa Tutti insieme e dall’Associazione A Piccoli Passi di Milano e finanziato dalla Regione Lombardia, partecipando ai laboratori educativi realizzati in alcune classi di due scuole primarie di Baggio. Collabora alla creazione del progetto pilota “Da ghianda … a quercia” e partecipa al lavoro con i bambini in classe. Attualmente frequenta l’ultimo anno della scuola triennale di formazione di arte terapia clinica di Milano Lyceum VITT3.

Dott.ssa Simona Azzarello Cofondatrice e vice-presidente dell’ associazione La mela e il seme. Laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne, diplomata in naturopatia alla scuola Riza psicosomatica.

Counselor diplomata alla scuola triennale CREA di Milano, e iscritta al registro nazionale dei counselor di Assocounseling. Attualmente collabora con l’associazione La mela e il seme anche in qualità di parent counselor. Dal 2003 progetta giochi educativi e libri per bambini. Ha collaborato con l’associazione ABIO (assistenza bambini in ospedale) e con l’associazione A Piccoli Passi. Collabora nel 2008 al progetto “SOSTARE a scuola” elaborato e coordinato dalla Cooperativa Tutti Insieme e dall’Associazione A Piccoli Passi di Milano e finanziato dalla Regione Lombardia, partecipando ai laboratori educativi realizzati in alcune classi di due scuole primarie di Baggio. Nel 2009 partecipa alla creazione e alla relizzazione del progetto “Da ghianda … a quercia”, che è stato già attuato in diversi istituti scolastici milanesi.

dott.ssa Gabriella Delmonte Esperta dei processi formativi e counselor a indirizzo psicosintetico. Progetta e conduce interventi di formazione per lo sviluppo del potenziale interiore e delle competenze relazionali. Collabora con le cattedre di Psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione e Teorie e modelli della consulenza pedagogica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. E' docente esterna esperta di Scienze dell’educazione I presso la SILSIS dell’Università degli Studi di Milano. E’ socia e membro attivo dell’Istituto di psicosintesi e della Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica e docente della scuola di counseling a indirizzo umanistico-esistenziale CREA di Milano. Ha scritto un libro “Sulle tracce dell’Invisibile” (Moretti & Vitali, Bergamo 2006) e diversi articoli.

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prof. Renzo Rossin Psicologo e counselor clinico, conduce corsi e seminari di formazione e di aggiornamento psicologico presso organizzazioni pubbliche e private - scuole, ospedali associazioni varie - in Italia e in Svizzera. Collabora come formatore con l’istituto di Psicosintesi di Firenze, con la scuola di counseling a indirizzo umanistico- esistenziale CREA di Milano, con l’Istituto Svizzero di Pedagogia e con l’Alta Scuola Pedagogica di Locarno. Specializzato in psicosintesi educativa, ha condotto attività di ricerca scientifica sui sogni e la creatività, collaborando anche a varie pubblicazioni su temi di carattere psicologico ed educativo. Fra i suoi scritti, i libri “Sogni e creatività” (Ediz. Istituto di Psicosintesi, Milano 2006) e “Crescere Sognando” (Ed. La Meridiana, 2009)

dott.ssa Cristina Pedroni Laurea in Psicologia presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Attualmente frequenta la Scuola di Psicoterapia della Famiglia di Mara Selvini Palazzoli. Ha seguito diversi corsi inerenti la psicologia clinica e lo sviluppo dell’apprendimento. Per molti anni ha collaborato con il CBM (Centro del Bambino Maltrattato e Cura della Crisi Familiare) e attualmente continua a lavorare con enti e associazioni che si occupano di minori svantaggiati sia dal punto di vista dell’apprendimento che da quello familiare. Conduce uno sportello di ascolto “Porte aperte alle donne e al quartiere” a Quarto Oggiaro in qualità di tirocinante specializzando ed è attualmente tutoring di rete nell’ambito del progetto “Spazi di relazione per lo sviluppo locale”

Dott.ssa Federica Pellegrino Laureata in Psicologia clinica presso l'Università degli Studi di Padova, nel 2004 si è abilitata all'esercizio della professione di psicologo e attualmente sta conseguendo la specializzazione in psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico del bambino e dell'adolescente. E' autrice della pubblicazione: “Tra attaccamento e autostima: un’indagine esplorativa con ragazzi adolescenti”, ricerca sperimentale con ragazzi adolescenti volta a indagare la relazione tra attaccamento e autostima mediante l’uso di strumenti quali l’Adult Attachment Interview e Test Multidimensionale dell’Autostima. Ha collaborato con l'Università di Genova ad un progetto di ricerca sullo sviluppo della genitorialità e all'indagine sperimentale “Il gioco del porto”, patrocinata dal Comune di Genova, volta a indagare lo sviluppo delle abilità cognitive nel bambino. Ha preso parte ad una causa di affidamento di minore quale consulente tecnico di parte con il Tribunale dei Minori di Milano. Attualmente collabora con la UONPIA (Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) di Buccinasco (distaccamento dell'Ospedale San Carlo Borromeo di Milano) e coordina un servizio di Pronto Intervento Minori a Magenta.