da Carrara alla Cina IMPRESE - Corriere della Sera · 2016-05-23 · Una banca per l’acciaio 500...

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Lunedì, 23 Maggio 2016 www.corrierefiorentino.it UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE TOSCANA Il punto La via del marmo: centro imprese da Carrara alla Cina 2 Sviluppo Dentro gli incubatori che fanno volare le piccole in Borsa 5 Innovazione Crowdfunding online, le piattaforme toscane e un test per le idee 7 Una banca per l’ acciaio 500 milioni per l’ex Lucchini: il dossier sul tavolo di Cassa depositi e prestiti che potrebbe finanziare il progetto Cevital fino al 25%. L’Ad Azzi spiega i piani per il futuro: «Trattativa chiusa entro settembre. Serve un banchiere vero per vincere due sfide: conquistare l’Africa e competere col porto di Rotterdam» Finanza e crescita LA SPINTA (PRIVATA) PER LE PMI di Alessandro Petretto I l Governo sta varando una serie di interventi per agevolare il risparmio privato e incanalarlo verso il settore delle imprese che potrebbe avere risvolti significativamente positivi per la Toscana. Nel decreto sulla «Finanza per la crescita», che sta per essere varato, si prevede, oltre a sostenere direttamente le imprese con agevolazioni fiscali specifiche come gli ammortamenti accelerati che hanno ben funzionato nel recente passato, di sostenere anche indirettamente il mondo delle imprese. Si tratta di agevolare fiscalmente i risparmiatori che vorranno investire in fondi che saranno destinati a veicolare capitali alle imprese di medie e piccole dimensioni, con un fatturato non superiore a 300 milioni annui. I risparmiatori, investendo in questi prodotti, non pagheranno imposte fino a 30 mila euro l’anno, fino ad un massimo cumulato negli anni di 150 mila euro. Onde sgombrare subito il campo da equivoci, che in questi tempi avvelenano il mondo della finanza, si tratta pur sempre di investimenti in capitale di rischio e quindi diretti a risparmiatori con un profilo adeguato, cioè con un portafoglio in grado di differenziare opportunamente i rischi. Dove sta il vantaggio di queste forme di sostegno indiretto alle imprese, in particolare per quanto riguarda la nostra regione? La Toscana, come è noto, ha un sistema produttivo basato principalmente sulle piccole imprese di distretto, che tra i tanti pregi hanno i limiti di essere sottocapitalizzate e soggette ai vincoli del finanziamento bancario delle proprie attività. continua a pagina 5 a pagina 3 Ognibene Sguardi IL PARTITO DELLA LEOPOLDA E GLI OBBLIGHI DEMOCRATICI I l M5S avrebbe voluto togliere l’obbligo al «metodo democratico» dalla riforma dei partiti in discussione al Parlamento. L’emendamento però è stato bocciato. Il Pd si era molto risentito, prima del voto in commissione Affari costituzionali: ecco i soliti fasciogrillini ostili alla dissidenza interna e al pizzarottisimo, e giù hashtag, status e commentari vari sul casaleggismo quale spirito guida del nuovo partito- azienda. «Solo che l’azienda non è Mediaset, ma la Casaleggio Associati», motteggia il segretario regionale del Pd Dario Parrini. Ma insieme al partito di Beppe Grillo, per sopprimere l’obbligo di democrazia, ha votato anche Ala, il gruppo di Denis Verdini, che in commissione è rappresentato da Massimo Parisi. «Il punto non è la democrazia interna — spiega Parisi — ma la trasparenza. Ogni partito per me deve potersi organizzare come gli pare senza che sia un giudice a stabilire come si fanno le liste. Se io voglio aderire ad un partito iperpresidenzialista dove decide tutto il “capo assoluto” devo essere libero di farlo: saranno poi i cittadini con il voto a decidere se quel partito ha diritto di cittadinanza o meno». I verdiniani intanto hanno deciso per la continuità con il PdL: dal Popolo della Libertà al Partito della Leopolda. @davidallegranti © RIPRODUZIONE RISERVATA di David Allegranti Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera

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Lunedì, 23 Maggio 2016 www.corrierefiorentino.it

UOMINI, AZIENDE, TERRITORI

IMPRESETOSCANA

Il puntoLa via del marmo:centro impreseda Carrara alla Cina

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SviluppoDentro gli incubatoriche fanno volarele piccole in Borsa

5

InnovazioneCrowdfunding online,le piattaforme toscanee un test per le idee

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Una banca per l’acciaio500 milioni per l’ex Lucchini: il dossier sul tavolo di Cassa depositi e prestiti

che potrebbe finanziare il progetto Cevital fino al 25%. L’Ad Azzi spiega i pianiper il futuro: «Trattativa chiusa entro settembre. Serve un banchiere vero

per vincere due sfide: conquistare l’Africa e competere col porto di Rotterdam»

Finanza e crescita

LA SPINTA(PRIVATA)PER LE PMIdi Alessandro Petretto

Il Governo sta varando unaserie di interventi per agevolare il risparmio privato e incanalarlo versoil settore delle imprese che

potrebbe avere risvolti significativamente positivi per la Toscana. Nel decreto sulla «Finanza per la crescita», che sta per essere varato, si prevede, oltre a sostenere direttamente le imprese con agevolazioni fiscali specifiche come gli ammortamenti accelerati che hanno ben funzionato nel recente passato, di sostenere anche indirettamente il mondo delle imprese. Si tratta di agevolare fiscalmente i risparmiatori che vorranno investire in fondi che saranno destinati a veicolare capitali alle imprese di medie e piccole dimensioni, con un fatturato non superiore a 300 milioni annui. I risparmiatori, investendo in questi prodotti, non pagheranno imposte fino a 30 mila euro l’anno, fino ad un massimo cumulato negli anni di 150 mila euro. Onde sgombrare subito il campo da equivoci, che in questi tempi avvelenano il mondo della finanza, si tratta pur sempre di investimenti in capitale di rischio e quindidiretti a risparmiatori con un profilo adeguato, cioè con un portafoglio in grado di differenziare opportunamente i rischi. Dove sta il vantaggio di queste forme di sostegno indiretto alle imprese, in particolare per quanto riguarda la nostra regione? LaToscana, come è noto, ha un sistema produttivo basato principalmente sulle piccole imprese di distretto, che tra i tanti pregi hanno i limiti di essere sottocapitalizzate e soggette ai vincoli del finanziamento bancario delle proprie attività.

continua a pagina 5 a pagina 3 Ognibene

Sguardi

IL PARTITO DELLA LEOPOLDAE GLI OBBLIGHI DEMOCRATICI

I l M5S avrebbe voluto togliere l’obbligoal «metodo democratico» dalla riforma deipartiti in discussione al Parlamento.

L’emendamento però è stato bocciato. Il Pd si era molto risentito, prima del voto in commissione Affari costituzionali: ecco i soliti fasciogrillini ostili alla dissidenza interna e al pizzarottisimo, e giù hashtag, status e commentari vari sul casaleggismo quale spirito guida del nuovo partito-azienda. «Solo che l’azienda non è Mediaset, ma la Casaleggio Associati», motteggia il segretario regionale del Pd Dario Parrini. Ma

insieme al partito di Beppe Grillo, per sopprimere l’obbligo di democrazia, ha votato anche Ala, il gruppo di Denis Verdini, che in commissione è rappresentato da Massimo Parisi. «Il punto non è la democrazia interna — spiega Parisi — ma la trasparenza. Ogni partito per me deve potersi organizzare come gli pare senza che sia un giudice a stabilire come si fanno le liste. Se io voglio aderire ad un partito iperpresidenzialista dove decide tutto il “capo assoluto” devo essere libero di farlo: saranno poi i cittadini con il voto a decidere se quel partito ha diritto di cittadinanza o meno». I verdiniani intanto hanno deciso per la continuità con il PdL: dal Popolo della Libertà al Partito della Leopolda.

@davidallegranti© RIPRODUZIONE RISERVATA

di David Allegranti

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2 Lunedì 23 Maggio 2016 Corriere Imprese

I nnovazione e formazione, architettura e design, busi-

ness e filiera sostenibile: sono queste le sezioni su cui ha puntato la 33esima edi-zione di Carrara Marmotec che ha riunito quasi 180 espositori, 28 dei quali stra-nieri da nove Paesi. Una mo-stra che arriva in una fase di boom delle esportazioni e che ha sottolineato la ten-denza all’uso dalla tecnologia in un settore che è finito

sotto attenzione per i troppi infortuni sul lavoro, tanto che la Regione ha varato un piano biennale straordinario per la sicurezza nelle cave e nelle aziende del lapideo apuo-versiliese.

«La Fiera guarda al futuro,creando sinergie e collabora-zioni sul territorio e svilup-pando nuovi progetti inter-nazionali — ha spiegato il presidente di Carrara Mar-motec Fabio Felici — L’Italia

ha esportato 915.000 tonnel-late di lavorati per oltre un miliardo di euro, con un aumento del 2,6% in quantitàe il 9,8% di valore in più rispetto al 2014. E il com-prensorio Apuo-Versiliese si riconferma quale primo esportatore di lavorati a livel-lo nazionale, con un +11,4% sul 2014».

«L’impegno è quello di fardiventare Carrara un centro di eccellenza permanente ed

ospitarvi operatori esteri du-rante tutto l’anno. Stiamo lavorando a progetti a breve e lungo termine con Iran, America e Vietnam», aggiun-ge Luca Figari, direttore di CarraraFiere.

E si guarda all’estero senzatimore: all’Expo è stato fir-mato il protocollo d’intesa tra Agci (Associazione Gene-rale delle Cooperative Italia-ne) e l’Associazione della Pietra di Laizhou che porte-

rà, a partire da settembre, 100 aziende italiane del set-tore in uno spazio espositivo nella località cinese. Secondo obiettivo del protocollo, una fiera permanente dedicata a marmo, macchine per la lavorazione della pietra e per l’edilizia in Cina, nello Shan-dong, provincia da 100 milio-ni di abitanti specializzata nell’estrazione e nella lavora-zione di marmo e granito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Piazza Affari

Intek Spa

B & C Speakers S.p.A.B & C Speakers S.p.A.

FrendyEnergyBioDue Spa

El.En. S.p.A.

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

Borgosesia

Ergy Capital

CHL S.p.A.

Eukedos

Dada S.p.A.Settimanadal 16 maggioal 20 maggio

Banca Etruria

Salvatore Ferragamo S.p.A.

Piaggio & C. S.p.A.

Softec S.p.A.

Snai S.p.A.

Sesa

Rosss S.p.A.

Toscana Aeroporti S.p.A.

7,237,17,157,05

7,01

0,56350,5550,5585 0,5595

0,566

SOSPESA

4,734,682

4,798 4,734,73

0,27170,27170,2717 0,27170,2717

49,2547,4147,13 47,6447,31

0,05070,05070,0507 0,05070,0507

0,02090,02220,0221 0,02170,0217

2,292,32,2942,346

2,3

0,370,36830,3689 0,370,3709

0,22070,23

0,24 0,21710,2279

19,9520,42

21,2520,0520,27

1,7981,8151,804 1,7881,774

0,6430,643 0,643950,620,643

3,163,163,16 3,163,16

14,5814,33

0,95250,96850,9685 0,9690,99

14,1614,0514,7 14,2414,46

0,7605

0,760,7995

0,7680,758

14,901514,94

Brie

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IL PUNTO

LA VIA DEL MARMO: CENTO AZIENDE VANNO IN CINAdi Mauro Bonciani

IMMOBILIAREANCHE LA REGIONEA CACCIADI STRANIERI

I l mercato immobiliare è ripartito e anche la Regione

guarda agli stranieri (model-lo Firenze) per vendere o dare in gestione i suoi im-mobili di prestigio, forte dell’interesse registrato alla fiera di Cannes. Si lavora al bando internazionale con un catalogo iniziale di 34 im-mobili, dall’ex ospedale di Villa Basi-lewsky e Villa Fabbri-cotti a Firen-ze. «C’è grande inte-resse da par-te degli inve-stitori este-ri», ha sotto-lineato l’assessore al patrimonio di Palazzo Strozzi Sacrati, Vin-cenzo Bugli. E anche a Firen-ze, il mercato delle case di lusso è trainato dagli stranie-ri: secondo una recente in-dagine di Engel & Völkers, azienda leader nell’immobi-liare di lusso, il 40% del mercato è rappresentato da acquirenti stranieri, in parti-colare inglesi, scandinavi, tedeschi e svizzeri.

Mauro Bonciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

VINOFRESCOBALDICAMPIONI DIGITALIANTINORI CRESCE

F acile dire che la Toscanadel vino non si batte. Ma

senza gli strumenti giusti anche un gigante può diventare nano. Così è significativo che siano i toscani Frescobaldi sul gradino più alto del podio tra le 26 più grandi aziende italiane per presenza ed efficacia digitale. Il mondo del vino ha capito la potenza del web? A giudicare dalla ricerca «Il gusto digitale del vino italiano» di Fleishman Hillard su dati Mediobanca sembrerebbe di sì: nella top 10 c’è un altro toscano, Antinori. Due presenze che rispecchiano i canoni dellostudio: Instagram e Pinterest i social network con più potenziale, calano Facebook e Twitter, fondamentali le lingue, fortissimo il legame con il territorio anche sul web (Frescobaldi ha tolto la dicitura Marchesi dal marchio e aggiunto Toscana).

Edoardo Lusena© RIPRODUZIONE RISERVATA

OCCUPAZIONE & C.«NIENTE VINCOLIO NESSUNO VORRÀBANCA ETRURIA»Mettere dei vincoli per tutelare i dipendenti e il legame con il territorio renderebbe impossibile trovare un compratore per la Nuova Banca Etruria. Parola del Governo. «Se accettassimo di mettere in capo alle quattro banche per legge vincoli sul trattamento dei vecchi azionisti oppure sulle cosiddette clausole sociali, creeremmo oggettivamente l’impossibilità per il loro presidente Roberto Nicastro di venderle»ha detto il vice ministro dell’Economia Enrico Morando. Inserire nel bando per la vendita delle quattro banche «ponte» create sulle ceneri di Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti significherebbe accogliere le richieste di tutela dei livelli occupazionali e delle relazioni economiche con i territori. Che lo stesso presidente delle quattro Good Bank Roberto Nicastro ha più volte evocato: anche recentemente Nicastro aveva sottolineato che le regole europee impongono come primo requisito il prezzo offerto dal potenziale compratore, sottolineando però che «noi possiamo e vogliamo aggiungere alla leva del prezzo anche un patto con il territorio, cioè richiedere (al compratore) un impegno sull’occupazione» e sulla destinazione delle risorse al territorio di appartenenza. Obiettivo che le parole del vice ministro all’Economia — animate certo da una buona dose di pragmatismo — sembrano allontanare. Tra le richieste della Commissione europea e il piglio realistico di Morando, lo spazio per tutelare occupazione e territorio si fa piuttosto stretto. A restringerlo contribuisce anche l’assenza di soggetti bancari e italiani fra i possibili acquirenti della quattro Good Bank, lista nella quale figurano solo fondi di private equity che, secondo Roberto Nicastro, andranno valutati «con l’attenzione che siano soggetti di serie A».

Silvia Ognibene© RIPRODUZIONE RISERVATA

Miliardi di attivo della Nuova Banca Etruria nata dopo il decreto Salva Banche

7,1

Banca Mps continua nella ricerca di un partner ma il contesto di mercato non è favorevole. A ribadire la situazione dell’istituto senese è stato il presidente Massimo Tononi, durante un’audizione alla Camera mercoledì. «La ricerca di un partner continua, anche perché il nostro supervisore ci sollecita — ha detto Tononi — Crediamo che l’aggregazione possa essere nell’interesse della banca

per produrre valore per gli azionisti. Il contesto, lo dico con sincerità, non è favorevole. La regolamentazione dissuade e il modello di banca tradizionale è un’incognita».Altro dossier delicato per Mps sono i 24 miliardi netti di crediti deteriorati: proprio l’attesa di novità sul piano di cessione delle sofferenze ha spinto al rialzo il titolo che ha chiuso la seduta di venerdì a 0,56 euro (più 1,8%).

PISASOPRA IL TRENODEL FUTUROCON ALES TECH

L a Toscana sale sul trenodel futuro con una start

up fondata da studenti del-l’università di Pisa e della Scuola Sant’Anna. La Ales Tech fornirà le sospensioni per i team finalisti di una gara mondiale per ideare «navicelle» al posto delle carrozze. Il progetto — crea-re un convoglio che rag-giunga i mille chilometri all’ora e copra in meno di 30 minuti la distanza tra Milano e Roma — è stato lanciato da Elon Musk, fon-datore e ad di aziende inno-vative come SpaceX e Tesla. La Ales Tech è l’unica azien-da selezionata per fornire le sospensioni in grado di ga-rantire il comfort dei pas-seggeri e ridurre le forti vibrazioni provocate dall’ele-vata velocità. Il progetto è stato presentato in Texas, in occasione della competizioneuniversitaria a cui il team italiano è stato invitato a partecipare. I due team lea-der, Luca Cesaretti e Loren-zo Andrea Parrotta, sono allievi dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna.

Giorgio Bernardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

INCLUSIONEAPPRODO A ITACAL’ARTE È UN GIOIELLOCHE SI IMPARA

R agazzi con problemi di salute mentale diventano

artigiani della bigiotteria con il Progetto Itaca, associazione che lavora all’integrazione delle persone affette da di-sturbi mentali attraverso cor-si professionalizzanti. Come quello di bigiotteria, che ha avuto un tale successo da diventare un laboratorio per-manente. Collane, spille e bracciali hanno conquistato anche un noto designer fio-rentino, con all’attivo colla-borazioni con Valentino, Gucci e altre griffe. Grazie a questo successo, il «laborato-rio Itaca» potrebbe diventare una linea di gioielli da com-mercializzare. «Il nostro pro-getto — spiegano i respon-sabili dell’associazione — si fonda sull’idea che non si esce dalla malattia rinchiu-dendosi in casa o in struttu-re sanitarie dove le relazioni si esauriscono nella dialettica medico-paziente: i nostri laboratori sono palestre di vita dove i ragazzi riacquista-no la fiducia in se stessi e negli altri e riescono ad esprimere le proprie poten-zialità».

Jacopo Storni© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’anno di fondazione del Progetto Itaca per persone con disturbimentali

1999

MERCATI

SOCIALERICERCA

POLITICA

ICONE

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3Lunedì 23 Maggio 2016Corriere Imprese

Cina? Meglio Piombino

PRIMO PIANO

Fausto Azzi e il futuro dell’ex Lucchini

L’Ad di Aferpi: faremo solo acciaio speciale, il porto è il cuore del rilancio

«Dobbiamo chiudere gli accordi con le banche entro settembreCassa depositi e prestitipotrebbe partecipare al 25%»

ConcorrenzaNon temiamo né cinesiné indiani, qui siamoin una posizione unicasul piano geostrategico

di Silvia Ognibene

Dopo la firma del con-tratto per il nuovo for-no elettrico il progettoAferpi per l’ex Lucchi-ni è a un punto di

svolta. Fausto Azzi, l’ammini-stratore delegato scelto dal pa-tron del colosso algerino Cevi-tal per le acciaierie toscane,spiega così il futuro di Piombi-no.

Il 30 aprile Aferpi ha fir-mato il contratto con SmsGroup per la fornitura delnuovo forno elettrico e delnuovo treno di laminazionerotaie. «Subject to finan-cing». Servono 500 milioni dieuro: ci sono?

«Stiamo trattando con lebanche: per rispettare i tempiindicati, ovvero la prima colatatra 28 mesi, dobbiamo trovareun accordo entro settembre.Sono fiducioso, ci riusciremo.Cassa depositi e prestiti ha ildossier sul tavolo e potrebbepartecipare con una quota del20-25%. Il restante va suddivisotra equity e debito. Stiamotrattando con i 5 principaligruppi bancari italiani: Intesa,Unicredit, Montepaschi, Ubi eBanco Popolare. Abbiamo avu-to contatti preliminari con ilgruppo Intesa per l’attività diadvisoring».

Issad Rebrab ha soldi suf-ficienti per sostenere finan-ziariamente l’ambizioso ri-lancio di Piombino?

«Cevital ha 2 miliardi di pa-trimonio netto e zero indebita-mento, fattura 4 miliardi e ha1,5 miliardi di riserve valuta-rie».

Ma le regole algerine gliimpediscono di portare liqui-dità fuori dal Paese.

«L’80% delle riserve valutarieche un imprenditore genera inAlgeria deve restare nel Paese,il 20% può essere esportato. Laparte liberamente esportabile èpari a 300 milioni. Rebrab nonha un problemi di liquidità».

Allora dov’è il nodo?«In Italia ci sono le banche,

mancano i banchieri».Parla di diffidenza?«Sta a noi far capire che la

Piombino di domani non èquella del passato che ha la-sciato in eredità alle banche700 milioni di perdite. C’è dif-fidenza verso un imprenditoreper certi versi visionario e stra-niero. C’è paura a investire nel-la siderurgia perché c’è un ec-cesso di capacità produttiva».

Perché le banche dovreb-bero darvi soldi? Ha appenadetto che c’è un eccesso dicapacità produttiva nel mer-cato siderurgico mondiale: èuna follia pensare di fare ac-ciaio in Italia nel 2016?

«Saremmo pazzi se pensas-simo di fare l’acciaio di bassaqualità. Faremo solo acciaispeciali, produzioni di nicchiaper mercati esigenti. E la logi-stica è il cuore del progetto».

Quindi ha ragione chi so-stiene che la produzione diacciaio è solo un’appendicedel progetto di un hub medi-terraneo per l’agroalimenta-re?

«Sbaglia la prospettiva. Nonha senso produrre se non puoiconsegnare la merce: nessunbusiness può essere indipen-dente da una appropriata ge-stione dell’aspetto logistico. Unesempio: quando c’è stata l’al-luvione in Calabria, abbiamoconsegnato il materiale rotabi-le in 3 giorni a 45 euro pertonnellata. I nostri competitor

OpportunitàL’Africa in pochi anni libererà il suo potenziale di crescita. E noi siamo più vicini di tutti gli altri

Ha detto

avrebbero impiegato una setti-mana e il costo sarebbe statoalmeno il doppio».

Non temete la concorrenzadi cinesi e indiani?

«No, perché siamo a Piom-bino. Quello che ha convintoRebrab è la posizione, unicadal punto di vista geostrategi-co, e i finanziamenti per il por-to. Senza l’impegno della Re-gione e del Governo sul porto,Cevital non avrebbe preso inconsiderazione l’investimento.Piombino in passato è fallitaperché non era competitiva dalpunto di vista logistico, oggi loè. Il nostro è un progetto glo-bale che poggia su una struttu-ra estremamente compatta edefficiente dal punto di vista lo-gistico ed energetico. Non te-miamo la concorrenza. Nonavrà più senso importare i pro-dotti di basso valore dall Cinaperché abbattendo i costi di lo-gistica noi potremo offrirli aun prezzo inferiore. Per i pro-dotti di alta gamma, rivolti amercati maturi che richiedonole certificazioni, i cinesi nonsono in grado di competere,non hanno produzioni di suffi-ciente qualità. E poi c’è l’Afri-ca».

Cioè?«Un miliardo di persone in

un continente che Rebrab co-nosce molto bene e i cui squi-libri geopolitici segnano la ne-cessità di un riequilibrio. Inpochi anni l’Africa si sblocche-rà e libererà tutto il suo poten-ziale di crescita. E noi siamopiù vicini dei cinesi. Piombinoha potenzialità enormi, ancheper attrarre le merci che dal-l’Asia devono arrivare in Euro-pa e attualmente passano perRotterdam».

Come vanno i conti di Afer-pi?

«Contiamo di chiudere il2016 in pareggio. Obiettivo nonda poco, visto che abbiamodifficoltà a finanziare il circo-lante che conta sui soldi di Re-brab e su due banche svizzereche ci fanno il pegno su mer-ce: nessun banca italiana di-sposta a farlo, anche se abbia-mo ordini per 100 mila tonnel-late in 4 mesi, metà dall’Iran».

Torniamo alle banche...«Dalle istituzioni abbiamo

avuto grande supporto, oratocca a loro. Ci vorrebbe unbanchiere con la B maiuscolache vada oltre gli schemi neiquali si sono confinate le ban-che italiane negli ultimi anni,che davvero abbia voglia di ac-compagnare un imprenditore intenzionato a investire in Ita-lia. Dobbiamo stabilire quantometterà sul piatto ciascunaparte. I tasselli ci sono tutti,vanno messi al loro posto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Napoletano, cinquant’anni, Fausto Azzi è nel Consiglio di amministra-zione delle acciaierie Lucchini di Piombinoda aprile 2012, dove ricoprivail ruolo di responsabile dell’areafinanziariaAlla fine di ottobre 2015ha sostituitonel ruolo di amministra-tore delegato di Aferpi Farid Tidjani, fino a quel momento plenipoten-ziario su mandato diretto di Issad Rebrab

Profilo

IMPRESEA cura della redazionedel Corriere Fiorentino

Direttore responsabile:Paolo ErminiCaporedattore centrale:Carlo NicotraVice caporedattori:Alessio Gaggiolie Antonio Montanaro

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COMITATO SCIENTIFICOPaolo Barberisfondatore di Nana Bianca e Dada, consigliere per l’ innovazione della Presidenza del ConsiglioAndrea Di BenedettoPresidente del Polo tecnologico di NavacchioFabio FilocamoPresidente Harvard Alumni Italia,

CEO Dynamo Venture, Member of Board Principia SGR

Fabio PammolliProfessore di Economiae Management IMT Alti Studi Lucca

Alessandro PetrettoProfessore Ordinario di Economia Pubblica Università degli Studi di Firenze

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Supplemento gratuitoal numero odierno del

Fausto Azzi(a destra) dopo la firma del contrattocon Sms Group per il nuovo forno elettrico

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4 Lunedì 23 Maggio 2016 Corriere Imprese

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5Lunedì 23 Maggio 2016Corriere Imprese

SVILUPPO

Piccole imprese nell’incubatoreper preparare il volo in BorsaKt&Partners e Intermonte fanno incontrare a Firenze manager e investitori«La scarsa liquidità è il grande freno, ma questi mercati hanno grandi potenzialità»

a Firenze» spiega Parenti.Non si tratta solo di un inte-resse di due società che diquesto si occupano (Kt advi-sor per Pmi che vogliono av-vicinare il mercato, Intermon-te per investment banking,intermediazione e accompa-gnamento in Borsa): «Curia-mo un mercato piccolo in ter-mini di rappresentanza. Unopensa a grandi aziende nonquotate e dice “Ferrero”. Inrealtà non sono quotate lepiccole e medie imprese chesono l’ossatura dell’economiaitaliana. E le nostre Pmi rap-presentano l’eccellenza».

Sono i numeri a dirlo: «Lascarsa liquidità è il problemache caratterizza l’intero uni-verso delle small e mediumCap (Pmi, Ndr). Ma i duemercati di Borsa (Aim e Star)dove sono quotate le Pmihanno fatto performance, dal2012, eccezionali: lo Star ècresciuto del 120%, se si guar-dano le aziende di media ca-pitalizzazione del 60%. Con-frontatele con l’indice FtseMibtel» chiosano i due mana-ger (per la cronaca, nello stes-so periodo, si è fermato al3,3%). E ci sono almeno un

paio di casi di successo, comeDatalogic (bolognesi, specia-lizzati nei codici a barre), Re-ply (top performer assoluto dal 2012) e i toscani di B&CSpeakers (fanno sistemi au-dio anche per Bose) che han-no tassi di rendimento, dallosbarco in Borsa, a tre cifre.

Tempestini e Parenti spera-vano in qualcosa di più comeincentivi al risparmio per fi-nanziare le Pmi, a partire daulteriori deduzioni o «spinte»soprattutto per «gli investitoriistituzionali», ma «intantoquesto è già un buon passo inavanti». I due manager spera-no di aver «diffuso» questoapproccio nell’incontro di gio-vedì e venerdì scorso a Firen-ze. Anche se i problemi resta-no. «Il problema è sul latodella domanda. Le banche

non hanno mai creato prodot-ti ad hoc. Eppure, questa op-portunità non serve per mi-gliorare la vita alle aziende giàquotate, ma per averne altre100 in Borsa. E a dare oppor-tunità di risparmio agli italia-ni. Ora i gestori si orientanotutti su large cap non italiane.Ci sono casse di previdenzache non sanno cosa fare inquesto settore». Insomma, sa-rebbe il momento della «rivo-luzione» attesa da Tempestinie Parenti. Che hanno già aiu-tato diverse aziende toscanead entrare in Borsa e vedono«almeno una decina di realtàsolide che potrebbero farlo, inquesta regione». Territorio acui i due tengono molto:Tempestini è fiorentino diorigine, Parenti pistoiese. Main tempo di disastri per i ri-sparmiatori (vedi i casi diBanca Etruria & C.), ci sonodavvero spazi per questo mer-cato? «Tutti questi strumenti— dicono — hanno una ca-ratteristica in comune: lagrandissima diversificazione.Qui c’è da fare solo un saltoculturale».

Marzio Fatucchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Operatori di Borsa. Sotto, Gianluca Parenti di Intermonte e (a sinistra) Kevin Tempestini di Kt&Partners

Finanza e crescita

LA SPINTA(PRIVATA)PER LE PMI

SEGUE DALLA PRIMA

Dalle indagini Unioncamere effettuate durante gli anni della crisi recessiva 2009-2015, emerge come, anche in presenza di difficoltà manifeste al ricorso credito bancario, non tanto per i livello dei tassi passivi, quanto per le garanzie richieste e per i tempi di analisi delle richieste di affidamento, il rapporto percentuale tra ricapitalizzazioni e ricorso all’indebitamento sostanzialmente non cambia. Entrambe le forme di finanziamento seguono il ciclo, senza evidenziare modifiche nel rapporto strutturale: entrambe aumentano o diminuiscono nella stessa proporzione, quindi il sistema delle imprese toscane stenta a ricapitalizzarsi sia in fase espansiva che recessiva. Ma la realizzazione delle attività di investimento, dove sta il «piatto forte» dell’innovazione, tende a beneficiare maggiormente dei capitali propri, mentre il credito bancario è più tradizionalmente rivolto alla ristrutturazione del debito e alla riorganizzazione aziendale. Per cui, se si vuole invertire la composizione del finanziamento, per sostenere maggiormente l’investimento produttivo, occorrono interventi strutturali, che prescindano dall’andamento dell’economia di breve periodo. L’idea di sostenere il risparmio privato, se indirizzato su prodotti finanziari ad hoc per il finanziamento delle Pmi, ha questa natura. Alla Toscana potrebbero affluire 800-900 milioni di euro annui, una cifra utile a iniziare a convertire un sistema «bancocentrico» verso un sistema più orientato al mercato dei capitali di rischio.

Alessandro Petretto© RIPRODUZIONE RISERVATA

La crescita del mercato Star (medie imprese) dal 2012 ad oggi

120%

La crescita dell’indice Ftse Mibtel nello stesso periodo2012-2016

3,3%Le banchenon hanno mai creatoprodottiad hocOra si potrà investiredenaro privatoin fondia sostegnodelle Pmisotto i 300 milioni di euro di capitale:è un’idea nataa Firenze

In occasione dell’ultimo in-contro organizzato a Firen-ze agli ospiti avevano offer-to lo spettacolo del Calciostorico. Un parallelo azzec-

cato: far entrare le Pmi inBorsa, convincere gli investi-tori istituzionali a sostenerle,inventare prodotti che porti-no il risparmio degli italiani afarle «volare», è una lotta disudore e a volte sangue. Ep-pure, i risultati ci sono.

Kt&Partners e Intermonte,sono una sorta di «incubatoridi Borsa». Per due giorni aFirenze con la loro «Eccellen-ze del Made in Europe», orga-nizzano dal 2012 appunta-menti di questo tipo per farincontrare investitori e picco-le e medie imprese. «L’obiet-tivo è mettere in contatto so-cietà e manager esperti inquotazioni con chi vuole inve-stire. Capire i punti di debo-lezza e cosa si può migliora-re», spiegano Gianluca Paren-ti di Intermonte e Kevin Tem-pestini di Kt. Il confronto congli altri Paesi europei, dovegli strumenti per orientare ilrisparmio alla capitalizzazio-ne delle Pmi anche attraversola Borsa sono attivi da decen-ni, è impietoso. Solo adesso,pare entro giugno, il governoitaliano approverà una normaper tagliare la tassazione sul«capital gain», i guadagni sulcapitale, per chi investirà infondi che sostengono Pmisotto i 300 milioni di euro dicapitale. Una norma nata pro-prio grazie ad uno degli in-contri organizzati da Kt e In-termonte. «Nel 2014 arriva ilgoverno Renzi. Sembrava piùattento alle problematicheche ponevamo, quelle di por-tare il denaro a finanziare leimprese. Invitammo Irene Ti-nagli che lavorava al Jobs act,e anche grazie a Silvia Frego-lent (parlamentari Pd ndr) èpartito il confronto. Ci abbia-mo lavorato per un anno. Ilprossimo decreto dovrebbeinserire misure sul rispar-mio» e l’accesso delle Pmi almercato dei capitali. «È nato

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6 Lunedì 23 Maggio 2016 Corriere Imprese

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7Lunedì 23 Maggio 2016Corriere Imprese

L a declinazione sportivadel cappello questa

estate sarà modello baseball. Versione «Hip Hop» con paillettes o ironiche con orecchie da

gatto, maanche sobri.Per lui c’èquello ultra-tecnicofirmato daSergioTacchini perla nuova

linea «Heritech». In microfibra e traspirante, si piega nello zaino e si tira fuori quando serve. (L.A.) sergiotacchini.com 18 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Style

Ultratecnicidalla testa in giù

INNOVAZIONE

Un’idea, un test. La colletta 2.0diventa il motore delle startupDa Eppela a StarsUp, sono toscane le principali piattaforme per la raccolta di capitali onlineMigliaia di progetti finanziati per decine di milioni: «Ma non siamo alternativi alle banche»

Un milione di euro rac-colto in un anno, ol-tre 50 progetti realiz-zati e tre startup cheraccolgono 800 mila

euro senza fare ricorso a ban-che o fondi di garanzia. È ilvalore del crowdfunding inToscana, la raccolta fondi on-line che comincia a consoli-darsi anche in Italia e conpunte di eccellenza nella no-stra regione: è qui che hannosede le piattaforme più im-portanti. La lucchese Eppeladal 2011 ha permesso il finan-ziamento di 2.500 progetti sututto il territorio nazionale perun valore di 12,5 milioni; lalivornese StarsUp ha consenti-to a 6 startup di trovare nuoviinvestitori (e centinaia di mi-gliaia di euro) attraverso lavendita on-line di quote delcapitale sociale. Altro che

semplice «colletta» dei tempimoderni: si parla di un feno-meno che — stando al reportdella Cattolica di Milano —nel 2015 ha registrato un girodi affari di 57 milioni con 82piattaforme abilitate. Un’am-pia fetta è ancora rappresenta-ta dalla formula del prestitotra privati, ma avanza ilcrowdfunding puro, ovvero ledonazioni a fondo perdutoche superano i 10 milioni dieuro. Più della metà sono statiraccolti da Eppela, piattaformache si occupa esclusivamentedi reward-based, ovvero ri-compense in cambio del con-tributo. Si va dai biglietti perassistere all’evento alla ricezio-ne del prodotto su cui si èinvestito, inviti speciali, rin-graziamenti pubblici, cenecon artisti: «Questo sistema èla base per testare la qualitàdella propria idea sul mercato,anche perché non entriamonel merito ma ci limitiamo afiltrare in base alla sostenibili-tà» spiega Nicola Lencioni,fondatore e Ceo di Eppela, do-

ve trovano spazio progetti dicontenuto sociale, cinema,musica, sport che possono es-sere co-finanziati anche daPoste, Unicredit, Fastweb. I«mentor» scelgono il proget-to, si impegnano a coprire il50% a patto che l’altra metà siagarantita dalla raccolta fondi.Nel 2015 i progetti toscani chehanno tagliato il traguardo so-no stati 15: dalla web serie co-mica Getalive sui giochi diruolo (24.000 euro) all’irrive-rente gioco di carte Suicidium(10.000), dalla mappa digitaledei monti pisani (8.000 euro)al market per i cibi equo esolidali (24.000). E poi nuoviprodotti, iniziative culturali,per un totale di 100 mila euro:«Ma ci sono tanti artigiani chesi rivolgono a noi perché labanca ha negato il prestito —spiega Lencioni — Non hasenso indebitarsi quando si hala possibilità di ricevere finan-ziamenti e contemporanea-mente capire se sul mercato ilprodotto è appetibile». E allo-ra si torna alla difficoltà di ac-

cesso al credito per le startupe le Pmi che in Toscana trova-no la strada tortuosa ancheper accedere al Fondo di ga-ranzia mediato da Fidi Tosca-na. Così chi innova si ingegna,sperimentando il crowdfun-ding. La fiorentina Cynny (svi-luppo di video che si modifi-cano in base alle espressionedi chi li guarda) e le pisane

Kiunsys (spe-cializzata nel-la smart mo-bility) e Enki-stove (disposi-tivi di designa d e n e r g i apulita per cu-cina e riscal-d a m e n t o )hanno trovatoinvestitori conl ’ e q u i t yc r o w d f u n -ding, metten-d o c i o è i nvendita on-li-ne quote delproprio capi-tale. Risultato:800 mila «in-cassati». Lap i a t t a fo r m a

più importante è la livorneseStarsUp che nel 2015 ha visto 6operazioni andare a buon fi-ne: «Nella nostra regione c’ètanto interesse per questo fe-nomeno destinato ad avere unincremento significativo —evidenzia Matteo Piras, co-fondatore della piattaformaon-line da soli 2 anni — L’in-vestimento ha un rischio fra-zionato su più soggetti e ilraggiungimento della quota èuna vera e propria validazionedel mercato. Non ci reputiamoun’alternativa alle banche,piuttosto siamo complemen-tari». Toscana (di Arezzo) èanche Mecenup, nata con l’in-tenzione di dare voce (e soldi)a progetti dal valore sociale eartistico «che non troverebbe-ro mai finanziamenti dallebanche» sottolinea Julian Ca-stro, co-fondatore con StefanoAndreucci e Daniele Chianuccidella piattaforma che in pochimesi ha finanziato 7 progettiper un totale di 10 mila euro.Il crowdfunding va spedito,con la Toscana in prima linea.

Gaetano Cervone© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nicola Lencioni(Eppela) Tanti artigianisi rivolgonoa noi perché la banca ha negato loro il prestito Questo sistema serve anche per testare sul mercatola validitàdi una nuova idea di impresa

MarketingUna delle campagne promozionali di Eppela, la piattaforma di crowdfunding online che in cinque anni è riuscita a finanziare 2.500 progetti in Italiaper un valore totale di circa 12,5 milioni di euro

Marco Piras(StarsUp)Non ci reputiamo alternativi alle banche, piuttosto siamo comple-mentariNella nostra regione c’è tanto interesse per questo fenomeno, destinato ad avere un incremento significativo

Le principali piattaforme di crowdfunding in Toscana sono la lucchese Eppela, la livornese StarsUp e l’aretina Mecenup. Raccolgono fondi per startup, Pmi, progetti di contenuto sociale, cinema,musica e sport.Si va da piccole somme all’acquisto di quote di capitale

Imprese

Il crowfunding

40%prestiti(22,8 milioni)

36%prestiti

+ donazioni(20,2

milioni)

21%rewardbased*(10,7 milioni)

100milaeuro

EPPELA

890 milaeuro

STARSUP

PROGETTI

10milaeuro

MECENUP

15

6 7

IN TOSCANA (2015)

3 piattaforme attive1 milione di euro raccolti

IN ITALIA (2015)

82 piattaforme attive

30,5milioni

56,8milioni

valoredei progetti

finanziati

2014 2015

rispettoal 2014

+86%

3%Equity*

(1,6 milioni)

*finanziamenti in cambio di ricompense **vendita on line di quote di capitale sociale

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8 Lunedì 23 Maggio 2016 Corriere Imprese