Cuscito e Lucilla incontrano la città. “Noi non ci arrendiamo” · Cuscito e Lucilla incontrano...

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Cuscito e Lucilla incontrano la città. “Noi non ci arrendiamo” Scritto da Gianfranco Paradiso Domenica 03 Giugno 2018 12:27 NdR: Al fine di non essere tacciati di essere di parte, come su talune testate locali - forse loro sì, schierate di volta in volta con chi è al potere - si afferma, in coda all’articolo a firma di Gianfranco Paradiso inseriamo quanto scritto dalla Redazione sul comizio di Johnny Mastrangelo pubblicato sul n. 20 del 26 maggio 2018 del settimanale “La voce del paese”, perché tutte le “voci” possano essere ascoltate, obiettivo che ci siamo sempre prefissi, ma non facile da raggiungere con chi teme il confronto e il dialogo. __________ 1 / 5

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Cuscito e Lucilla incontrano la città. “Noi non ci arrendiamo”

Scritto da Gianfranco ParadisoDomenica 03 Giugno 2018 12:27

NdR: Al fine di non essere tacciati di essere di parte, come su talune testate locali - forse lorosì, schierate di volta in volta con chi è al potere - si afferma, in coda all’articolo a firma diGianfranco Paradiso inseriamo quanto scritto dalla Redazione sul comizio di JohnnyMastrangelo pubblicato sul n. 20 del 26 maggio 2018 del settimanale “La voce del paese”,perché tutte le “voci” possano essere ascoltate, obiettivo che ci siamo sempre prefissi, ma nonfacile da raggiungere con chi teme il confronto e il dialogo.

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Cuscito e Lucilla incontrano la città. “Noi non ci arrendiamo”

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«Qualcuno vi ha tradito! Non tradite la città!». Con questa citazione la sera di venerdì primogiugno, in Piazza Plebiscito, Enzo Cuscito ha introdotto il pubblico comizio organizzato insiemea Donato Lucilla. L’incontro ha permesso ai due principali attori della recente vita politica di Gioia, di tracciare unbilancio del lavoro svolto alla guida della coalizione di maggioranza che ha amministrato per 22mesi la città. Un progetto politico fondato sui principi della coerenza, della lealtà e legalità e che hadeterminato la vittoria del 2016 con un ampio consenso popolare. Un’affermazione che non hapremiato il candidato sindaco, ha precisato Enzo Cuscito, ma la squadra con la presentazionein anticipo di quanti avrebbero fatto parte della giunta. Un modo nuovo di fare politica fuori dai vecchi schemi, una scelta che ha privilegiato lecompetenze e non i voti ottenuti. Un lavoro intenso quello svolto, ha dichiarato l’ex vicesindaco, paragonato a quello di uncontadino a cui viene affidato il compito di rivitalizzare un terreno abbandonato e incolto e cheprima di raccogliere i frutti si deve avere la pazienza di attendere. Mission Impossible verrebbeda dire. Un percorso arduo che si è portato avanti in barba ai pregiudizi e ostilità che ne hannocaratterizzato il cammino. «Siamo stati definiti ciucci e incompetenti, ma sono sicuro che il Commissario Prefettizioappena insediato, anche sulla scorta della vasta esperienza acquisita, esaminato il bilancio nonavrà difficoltà ad approvarlo». Appunto il bilancio, intorno al quale si è costruito quel dissenso che è poi sfociato nel notoepilogo. Non vanno trascurate poi, ha continuato, alcune eredità che si sono dovute affrontarecome quella del pagamento delle parcelle legali, un fenomeno da 800mila euro che ha fattoemergere la tendenza delle passate amministrazioni di affidare gli incarichi sempre e soltanto auna ristretta cerchia di professionisti, con acconti minimi, senza prevedere fondi da accantonarein bilancio per il pagamento delle par

celle. Anche qui si è intervenuti in modo incisivo e si è invertita la rotta con l’affidamento degliincarichi attraverso un albo e con la rotazione degli iscritti. Si è poi cercato, ha proseguito, diripristinare la legalità nella gestione delle “Case popolari”. Un settore dove nel quinquennioprecedente si era proceduto all’assegnazione attraverso il metodo dell’occupazione abusiva. Unfenomeno che ha portato gli aventi diritto a essere esclusi. Una tendenza, quella dell’abuso, che ci ha portato a individuare una ventina di casi.Occupazioni che sono state denunciate, permettendo l’assegnazione ai legittimi beneficiari. Unasituazione, ha sottolineato, che non poteva essere sconosciuta a chi all’epoca aveva laresponsabilità politica dei Servizi Soci ali. «Noi non abbiamo fatto finta di non sapere». Ericord a che persino il responsabile dell’Arca hamanifestato la propria soddisfazione per la revoca di quelle dubbie assegnazioni. Unprovvedimento che ha poi dato origine all’emissione di avvisi di garanzia. E così, ha proseguito il prof. Cuscito, si è anche lavorato per intercettare i fondi attraverso iquali si potranno eseguire opere di recupero e restauro del palazzo sede dell’INPS, dellabiblioteca con la realizzazione di una videoteca per permettere ai giovani e non di avvicinarsialla lettura.E ancora, di concerto con le Forze di Polizia locali, si potrà ora anche procedereall’installazione di cento videocamere ad alta definizione, per passare poi alla realizzazionedella Cittadella del Benessere nella zona 167 e ai tre nuovi parchi giochi. Poi, nel bel mezzo del cammino, ha spiegato, a qualcuno sono venuti meno quei principi ispiratori che hanno determinato la vittoria del nostro progetto. E si è così passati a chiedere le teste di qualcuno. Non si è più parlato di temi e progetti. Si èvoluto far valere una visione diversa da quella per cui eravamo stati votati. Una situazione che èsfociata nella fuoriuscita di due consiglieri che hanno deciso di passare al gruppo misto. Unascelta che ha indotto la maggioranza

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Cuscito e Lucilla incontrano la città. “Noi non ci arrendiamo”

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a una verifica circa la sussistenza della volontà a proseguire nel solco di quei principi cheavevano decretato il mandato della cittadinanza. Trovata la quadratura del cerchio si èproseguito. Dopo alcuni mesi ecco che sono insorte nuove tensioni che si sono focalizzate in particolaresulla redazione del bilancio, definito «pessimo», ha spiegato Cuscito, ancor prima di esserepresentato. In politica, ha proseguito, basta accontentare qualcuno per poter andare avanti, manoi non abbiamo voluto cedere, abbiamo preferito privilegiare e rispettare quei principi percui ci eravamo candidati. «NOI NON CI ARRENDIAMO» ha scandito e ha definito quello che è accaduto una “congiurapolitica” che avrà molto risvolti e che saranno chiariti nei prossimi mesi. Una congiura che hacoinciso proprio col momento in cui si era riusciti a liberare le risorse necessarie per avviareuna serie di attività, come il rifacimento di strade, di parte di via Federico II di Svevia per poipassare a via Giovanni XXIII. «Feriti, ma non abbattuti. Abbiamo perso una battaglia non la guerra», la sua conclusione, eall’amico ha risposto: « Non abbiamo tradito la città. E la politica non ci ha cambiato». Ha poi preso la parola il Dott. Donato Lucilla che nel proseguire quanto già tracciato da Cuscitoha voluto offrire dei particolari su alcune vicende che hanno caratterizzato la suaamministrazione. In particolare ha posto in risalto come sia stato possibile, per un gruppoestraneo alle vecchie logiche politiche, ottenere una larga fiducia dai cittadini in forza di unprogetto di sviluppo della città. Ha però anche ammesso che il più grave errore è stato quello di rimanere convinti cheall’interno della colazione ci fossero persone sempre convinte dei principi fondanti del progetto.«Ci siamo sbagliati e me ne devo assumere la responsabilità. Non ho inteso quali fossero lelogiche e i giochi di qualcuno», è stato il suo sfogo.

Ha poi rivendicato il merito di aver mantenuto la presenza nella coalizione delle sole due listeispiratrici del progetto: Prodigio e Solidarietà e Partecipazione, una risposta coerente al mandatoricevuto dalla città. E’ poi passato ad esaminare più da vicino le questioni relative alle parcelle dei legali, nonchéquella della gestione delle case popolari che ha scatenato reazioni scomposte e diffusomalcontento. Così come lo ha generato il suo rifiuto a favorire l’occupazione di chicchessiasenza il rispetto di protocolli normativi allocati nell’ambito della gestione dei Servizi sociali. E inproposito, anche con una celata soddisfazione, ha evidenziato il successo che ha avuto l’applicazione della clausola di imponibile di manodopera da parte di alcune aziendeche hanno poi assunto a pieno titolo alcune persone in condizioni di disagio. E sempre in tema occupazionale ha fatto riferimento alle venti persone assunte dalla societàNavita attraverso il meccanismo del pubblico sorteggio. Tutte iniziative, ha precisato, che noncreano consenso perché fuori da antiche e consolidate logiche politiche a cui noi non abbiamovoluto aderire. «Una delle maggiori colpe che mi sono state mosse, ha proseguito, è stata quella di nonessermi adoperato per un’azione di mediazione - e qui ha spiegato che prima delle dimissioni sistava adoperando per inserire nello staff del sindaco una figura con spiccate competenze dicontabilità pubblica e di finanziamenti -. E poi ancora, ci hanno definito arroganti. Ma visembrano sufficienti motivazioni per mandare a casa un’amministrazione onesta, trasparente ecompetente come la nostra?» è stata la sua riflessione. Non ha poi mancato di fare alcune considerazioni sulle vicende che hanno investito la realtàpolitica della città negli scorsi anni. Infine l’affondo sul fatto che ci sia una strategia per farpassare il messaggio che non essendo stati capaci loro, figuriamoci come il cittadino possaavvicinarsi alla macchina amministrativa. Incombenza che deve essere assolta da altri, quellibravi e competenti. Di qui l’ulteriore analisi di altre situazioni emerse nel corso dell’attività, come il recuperodell’evasione accertata dell’IMU del 2012, un milione di euro di imposte non pagate. Unasituazione

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Cuscito e Lucilla incontrano la città. “Noi non ci arrendiamo”

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che ha dato origine a una discrasia dei dati tra l’Ufficio Tributi e la Ragioneria. E sottolinea un altro aspetto dolente che ha investito l’Amministrazione, il mancato pagamentodelle utenze da parte di vari soggetti per cui si è reso necessario intervenire per armonizzarne ilsaldo attraverso una dilazione dei tempi. Si comprende, ha proseguito, come sia stato nonproprio facile predisporre un bilancio che rappresenta quanto di meglio si potesse fare. Infine non è mancato il riferimento alla questione Coop, una vicenda, ha precisato, oggetto diforte strumentalizzazione che ha impegnato la compagine amministrativa nell’individuarepossibili soluzioni tra le quali quella di inserirla all’interno del Piano di rigenerazione urbana.Nell’ambito del quale si è riusciti a ottenere un finanziamento di 6 milioni per interventi su benicomunali come il Macello. In conclusione, ha sottolineato, proprio nel momento in cui si stavano per raccogliere i frutti diun intenso lavoro, si è determinato l’epilogo. E rivolto al pubblico presente ha concluso: «Non hanno tradito noi, hanno tradito voi e ilmandato che gli avete affidato». Queste le valutazioni espresse da due dei protagonisti più autorevoli della decadutaamministrazione gioiese. Intanto si è appreso che per lunedì 4 giugno, Rosa Addabbo, haorganizzato una conferenza stampa all’Hotel “Svevo” per spiegare le ragioni delle sue posizioniassunte nelle sedute consiliari del 10 e 16 maggio che hanno poi determinato la cadutadell’amministrazione. Per par condicio è giusto ascoltare tutti i protagonisti di questa vicenda, anche per consentire aicittadini di avere un quadro d’assieme chiaro. L’augurio è che quel terreno non torni a essereincolto e abbandonato. Video comizio: https://www.facebook.com/409024592900066/videos/409565566179302/ ______________ LA “VOCE” DELL’OPPOSIZIONE DI JOHNNY MASTRANGELO Ad incontrare in via Roma il 20 maggio i

cittadini, gli esponenti dell’opposizione di destra, dopo le dimissioni dell’Amministrazione, cisono proprio tutti. Riportiamo quanto detto dal consigliere Johnny Mastrangelo, in forza a“Fratelli d’Italia”, in riepilogo di un comune pensiero. “L’ascesa di un impegno in Comune è un paradosso nato non sul metodo ma su una rispostaemotiva nei confronti dell’ultima Amministrazione … Chi fonda le proprie fortune politiche sulledisgrazie altrui, non è destinato a durare a lungo. Non siamo tutti uguali in politica. Abbiamodiversi modi, diverso stile… non ho festeggiato alle dimissioni, ho riflettuto sugli errori. E’ statosciupato un grande consenso in 22 mesi. Si è cambiato un direttore di ragioneria, uno ogni tremesi. Una scelta politica, che non rinviene da errori del passato. Non sono stati nominatiassessori al commercio e al bilancio ed anche questo è stato un errore. Sulla questioneeconomica serviva una persona di fiducia… sono caduti… non sono stati in grado di fare unbilancio di previsione in due anni consecutivi. Noi siamo stati una opposizione consapevole dotata di grande senso di responsabilità ed ilprimo anno è grazie a noi che non è stata commissariata la città. Siamo stati una opposizioneattenta e dura, ma non abbiamo fatto ricorso all’ostruzionismo né a strumentalizzazioni… cisiamo resi conto che occorreva un po’ di buon senso e sana umiltà nel confrontarsi con chi nesapeva più di loro, un sano confronto sul merito delle questioni.  Di questa esperienza voglio ricordare la questione Spes che andava gestita diversamente. Suirisultati del 74% di raccolta differenziata dobbiamo ringraziare i cittadini e gli operai della Spesassunti dalla Navita, non i politici. Il merito è nostro e di chi lavora, abbiamo anche sventato iltentativo di modificare un rapporto illegittimo a danno dei dipendenti. Gli uffici per loro non avevano competenze, da una parte sottolineano il senso di responsabili

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Cuscito e Lucilla incontrano la città. “Noi non ci arrendiamo”

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tà dei dipendenti, dall’altro sottraggono 200mila euro dai fondi del personale. Perché toglierequesti soldi? In più occasioni abbiamo proposto la messa in sicurezza delle strade, inparticolare del palazzetto dello sport da via Putignano, molto frequentata. Avevamo chiestostrisce, rallentatori, da via Einaudi a via Putignano… non servivano molti soldi ma buon senso.Ma ogni nostra richiesta è rimasta inascoltata, questa inefficienza nel dare risposte ai cittadiniha creato distanze. Così come i porre sotto accusa la dignità di chi non la pensava come loro. Si è parlato di tuttotranne che di merito e capacità. Essere onesti… tutti lo siamo, non mi vergogno a dirlo e misarebbe piaciuto che lo dicessero a noi, in primis a Giuseppe Gallo. Noi che siamo abituati alrispetto della persona a prescindere dalla identità ideologica. Sui “Dehors” ho chiesto ad unamico sindaco, Tommaso Scatigno, come ha risolto il problema nel suo comune. Mi ha rispostoche a settembre ha discusso con la sovrintendenza e firmato un protocollo di intesa, solo 15prescrizioni, poi hanno trovato l’accordo. Non ho visto umiltà nel fare un passo indietro.Ringrazio amici, e una persona opposta a me, l’amico Donato Paradiso.  Non ho timore nel dirlo… abbiamo fatto la stessa opposizione, il pregiudizio ideologico frena,chi amministra non deve averlo, per cui ho maturato una esperienza positiva. Concludo con le parole di don Tonino Bello… «La politica è arte. Il che significa che chi lapratica deve essere un artista. Un uomo di genio. Una persona di fantasia. Disposta sempremeno alle costrizioni della logica di partito e sempre più dall’invenzione creativa che gli vienerichiesta dalla irripetibilità della persona. Arte, cioè programma, progetto, apprendimento,tirocinio, studio. È un delitto lasciare la politica agli avventurieri. È un sacrilegio relegarla nellemani di incompetenti che non studiano le leggi, che non vanno in fondo ai problemi, chesnobbano le fatiche metodologiche della ricerca e magari pensano di salvarsi con il buon cuore,senza adoperare il buon cervello». Dedico questa riflessione a tutti… non si mettono in dub

bio le qualità morali di una persona per trarre un vantaggio politico. Il messaggio che mandiamoai ragazzi è che la politica è fatta da avversari, Tatarella diceva che l’improvvisazione in politicanon può pagare… in politica bisogna essere sinceri e corretti, guardare al passato e prenderesolo il negativo non fa bene. Gioia neanche negli anni ‘70 ha vissuto un clima di odio versol’avversario politico. Non voglio elencare le cose negative, ma confrontarci, come ci è statoinsegnato. Ognuno è libero di pensare quel che ritiene opportuno, ma non lasciamoci prenderedall’emotività. Non esistono i messia in politica e siamo pronti a confrontarci tutto l’anno, nonsolo in campagna elettorale, con chi mantiene in vita le sezioni. Nell’editoriale del ”Sole 24 ore” Max Weber afferma che la politica deve mettere insieme l’eticadella convinzione e della responsabilità, ovvero saper misurare e commisurare le finalità con imezzi disponibili, con lo sguardo addestrato a guardare nella realtà della vita, se questa è lavocazione dell’uomo politico, essa non può essere affidata al dilettantismo politico e – aggiungo- le generazioni oggi intendono la politica come una malintesa lotta verso la civiltà privilegiata,singoli episodi incontestabili di immoralità vengono generalizzati, nasce così la politica diimmoralismo, la forma peggiore di immoralità. Non tutti fanno la politica come secondo fine. Ioho sacrificato tanto… studiando e dando l’esempio. La politica va fatta per gradi, studiando econfrontandosi con il cittadino, resto di destra ma ho cambiato atteggiamento nell’approccio,ognuno può fare qualcosa di buono per il proprio paese, impegnandosi nelle piccole cose…” [LaRedazione – Pubblicato nella pagina 4 del n. 20 de “La voce del paese”, il 26 maggio 2018] Video comizio: https://www.facebook.com/fdigioiadelcolle/videos/1557792044329715/  

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