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Cure palliative in ematologia
Dott.ssa Maria Savarè
ONCO-EMATOLOGIA&CURE PALLIATIVE.
Da fine vita a cure simultanee
Modello organizzativo mirato a garantire la presa in carico globale del paziente con una progressiva integrazione tra terapie oncologiche e cure palliative quando l’outcome non sia principalmente il prolungamento della sopravvivenza del malato con l’obiettivo di:
Ottimizzare la qualità della vita
Garantire la continuità di cura
Evitare il senso di abbandono nella fase terminale
Cure simultanee
Obiettivi condivisibili in campo ematologico?
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Da fine vita a cure simultanee
Sono universalmente praticate in campo oncologico nei pazienti con tumore metastatico e/o alta incidenza di sintomi.
Sono dimostrati i benefici per il paziente, la famiglia, il sistema sanitario, il miglioramento della qualità di vita, la migliore gestione dei sintomi, la migliore consapevolezza prognostica, il contenimento dei costi, i minori accessi in ospedale e infine il miglioramento della sopravvivenza
Cure simultanee
ONCO-EMATOLOGIA&CURE PALLIATIVE.
Da fine vita a cure simultanee
Pazienti ematologici e cure simultanee
Nonostante un evidente bisogno di cure palliative i malati ematologici
- Ricevono cure aggressive nel fine vita
- Raramente accedono all’Hospice e/o alle cure palliative
- Spesso muoiono in una Unità di Terapia Intensiva
- Ricevono una chemioterapia nelle ultime settimane di vita TW. LeBlanc et al. Journal of Oncology Practice, Vol. 11 Issue 2, 2017
Uno studio dimostra che 18% dei pz con malattie ematologiche accedono alle cure palliative contro il 44% dei
pz con tumori solidi Hui D. et al. Oncologist 17:1574-1580,2012
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Da fine vita a cure simultanee
La somministrazione di una chemioterapia negli ultimi 30 giorni di vita
è considerata un indicatore di cattiva qualità delle cure
dall’American Society of Clinical Oncology e dal National Quality Forum
sia per i pazienti con tumori solidi che per le neoplasie ematologiche
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Da fine vita a cure simultanee
Cure simultanee in oncologia e in ematologia
L’ematologo vede le cure palliative come antitesi al trattamento attivo
L’oncologo vede le cure palliative come una specialità medica, fonte di aiuto nella gestione congiunta di pazienti neoplastici difficili
Nel 1990 si inizia a parlare di cure palliative come altro dalle cure per il paziente terminale
In uno studio del 2003 88,4% degli oncologi non avrebbe affidato il paziente alle cure palliative
Ferris FD et al. J Clin Oncol 27:3052-3058,2009
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Da fine vita a cure simultanee
Perché i pazienti con tumori ematologici accedono con minore frequenza ai servizi
di cure palliative?
• Caratteristiche biologiche della malattia
• Mancata condivisione di obiettivi tra ematologi e palliativisti
• Problemi organizzativi
• L’ematologo spesso è riferimento unico per il paziente (il paziente oncologico è spesso curato da un team multidisciplinare)
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Da fine vita a cure simultanee
Caratteristiche biologiche (1)
• Pazienti che già nelle fasi precoci di malattia vanno incontro a trattamenti intensivi che mettono a repentaglio la loro sopravvivenza, ma dai quali hanno riprese cliniche sorprendenti
• Pazienti che a volte invece hanno un declino repentino e imprevedibile
• Pazienti che anche in fase avanzata di malattia hanno bisogno di competenze specialistiche
Difficile definizione e condivisione della prognosi…. e difficoltà conseguente di comunicazione
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Da fine vita a cure simultanee
Caratteristiche biologiche (2)
• Pazienti che a volte rispondono anche a linee terapeutiche avanzate con discreta qualità di vita
• Pazienti nei quali una blanda chemioterapia può far stare meglio e avere un effetto palliativo
Il paziente ematologico mette in crisi la visione tradizionale delle cure palliative!
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Da fine vita a cure simultanee
Quali pazienti necessitano di cure palliative?
Pazienti oncoematologici (linfomi, mielomi, leucemie, mielodisplasie)
Pazienti con malattie croniche e inguaribili (emofilia, anemia a cellule falciformi, amiloidosi)
cioè
situazioni in cui si creano problemi clinici e sociali che alterano la qualità di vita dei pazienti
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Da fine vita a cure simultanee
Punti critici
• Definizione meno chiara dell’aspettativa di vita (possibili criteri l’età, le comorbidità, il PS, il peggioramento della qualità di vita in seguito alle cure)
• Prolungata stabilizzazione clinica con trattamenti volti alla cronicizzazione della malattia e costante terapia di supporto
Cure simultanee come
terapia di supporto a domicilio ?
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Da fine vita a cure simultanee
Terapie domiciliari • Pazienti in aplasia dopo trapianto allogenico, dimessi
precocemente
minore percentuale di GVHD e di mortalità trapianto-relata
sopravvivenza a 4 anni migliore rispetto ai pazienti ospedalizzati
miglioramento della qualità di vita
riduzione dei costi
• Pazienti con malattie ematologiche croniche ed avanzate
Integrazione complementare di terapie antineoplastiche e trattamenti palliativi (integrazione tra ematologo e palliativista), con l’obiettivo di garantire un’accettabile qualità di vita.
Niscola P. et al.,2006;91(11)
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Patologie con più frequente necessità di palliazione:
• Mielomi
• Linfomi
• Mielodisplasie
• Leucemie
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Mieloma multiplo
Tumore delle plasmacellule (deputate alla produzione di immunoglobuline) contenute nel midollo osseo
Rappresenta l’1% dei tumori
90% dei pazienti hanno più di 60 anni
All’elettroforesi CM, a volte solo catene leggere (mieloma micromolecolare), molto raramente mieloma non secernente
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Sintomi
Effetti sul midollo osseo: anemia, piastrinopenia, neutropenia
ASTENIA
Effetti sull’osso: osteolisi e rarefazione della struttura ossea
DOLORI OSSEI
FRATTURE PATOLOGICHE
COMPRESSIONE MIDOLLARE
IPERCALCEMIA (confusione mentale, disidratazione)
Effetti sul rene INSUFFICIENZA RENALE
Compromissione del sistema immunitario INFEZIONI
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Problemi emergenti
• Terapia delle co-morbidità dell’età anziana
• Supporto trasfusionale
• Terapia del dolore
• Trattamento dell’ipercalcemia
• Trattamento dell’insufficienza renale acuta
• Terapia delle infezioni
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Effetti collaterali dei farmaci • Tossicità ematologica (pancitopenia da lenalinomide,
piastrinopenia da bortezomib)
• Infezioni
• Riattivazione virale (Herpes zooster) in corso di terapia con bortezomib
• Neuropatia sensitiva (reversibile e dolorosa da bortezomib, raramente reversibile da talidomide)
• Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare (talidomide e lenalinomide)
• Reazioni cutanee da talidomide e lenalinomide
• Teratogenicità
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Linfomi(1) Tumore del sistema linfatico, cioè di quell’insieme di strutture che
costituiscono il sistema immunitario (linfonodi, milza, midollo osseo).
Può interessare questi organi o avere localizzazione extranodale, a volte leucemizzazione
Classificazione:
Linfoma di Hodgkin
Linfoma non-Hodgkin B o T
Stadiazione per definire l’estensione di malattia, la prognosi e quindi il trattamento ottimale
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Linfomi (2)
• Linfomi indolenti o di basso grado ad andamento clinico più lento e con buona risposta alla terapia
• Linfomi aggressivi o di alto grado ad andamento clinico più aggressivo, progrediscono più rapidamente e richiedono trattamenti più incisivi; possono comunque guarire.
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Sintomi e decorso
Sintomatologia multiforme a seconda della stadiazione, dell’età e delle comorbidità, del tipo di terapia e della risposta alla terapia
Pazienti che possono avere un percorso a termine o che possono avere una lunga storia di cronicità
Quale proposta di palliazione?
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Mielodisplasie
Gruppo eterogeneo di disordini primitivi del midollo osseo che interessano la cellula staminale emopoietica, cioè la cellula midollare progenitrice e causano anemia, neutropenia, piastrinopenia
Caratteristiche dell’età anziana (35 casi ogni 100000 oltre i 70 aa, 1 caso ogni 100000 sotto i 30 aa, 8 casi ogni 100000 nella popolazione generale)
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Caratteristiche biologiche e cliniche
• Mielodisplasie a basso rischio con pochi sintomi e spesso non necessità di terapia, ma monitoraggio
• Mielodisplasie ad alto rischio con necessità di chemioterapia, trasfusioni, sovraccarico marziale trasfusione-correlato, infezioni, sanguinamento, evoluzione in LMA
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Terapia e decorso
Terapia con eritropoietina
Terapia con Lenalidomide
Supporto trasfusionale e terapia ferrochelante
Chemioterapia ad alte dosi o ipometilante
Trapianto allogenico mielo o non mieloablativo
Infezioni ricorrenti
Possibile evoluzione in leucemia acuta
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Mielodisplasie e qualità di vita (1)
• Un’ampia letteratura dimostra che le mielodisplasie sono associate ad un significativo peggioramento della qualità di vita.
• Ma i servizi di cure palliative sono sottoutilizzati, come avviene per gli altri pazienti affetti da neoplasie ematologiche, soprattutto se comparato con i pazienti con tumori solidi
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Mielodisplasie e qualità di vita (2)
• La fatigue è il sintomo principale
• Riflette il globale peggioramento della qualità di vita conseguente alla mielodisplasia (ad es. il passaggio dalla trasfusione-indipendenza alla trasfusione-dipendenza) piuttosto che il grado dell’anemia
• Correlazione anche fra qualità di vita e sopravvivenza
• Peggioramento della qualità di vita ed impatto psicosociale
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Da fine vita a cure simultanee
Futuro delle cure simultanee
Le cure palliative sono un approccio promettente per migliorare la qualità di vita dei pazienti con mielodisplasia
ma
vi è una scarsa letteratura sulle cure palliative e di fine vita nei pazienti con mielodisplasia
Necessità di ricerche in questo campo e di educazione dei clinici sui benefici delle cure simultanee
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Da fine vita a cure simultanee
Studio cure palliative ed MDS
Fletcher et al., Cancer 2016; 122(8):1209-15
7000 paz
Negli ultimi giorni di vita:
- 28% erano in un’Unità di Terapia Intensiva
- 7% fecero una chemioterapia
- 49% utilizzarono l’Hospice
Vi era una significativa associazione tra la trasfusione dipendenza e l’utilizzo dell’Hospice
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Considerazioni
Pazienti con decorso cronico e necessità prolungata di terapie di supporto (terapia del dolore, trasfusioni, ecc.)
Gestione domiciliare
Pazienti con necessità di palliazione a termine
Flessibilità tra palliazione e trattamento attivo
Pazienti a prognosi infausta
Elaborazione prognostica tra ematologo e palliativista
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Da fine vita a cure simultanee
Grazie per l’attenzione
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