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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari (...). «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette», cioè sempre. L'unica misura del perdono è perdonare senza misura. Perché il Vangelo di Gesù non è spostare un po' più avanti i paletti della morale, ma è la lieta notizia che l'amore di Dio non ha misura. Perché devo perdonare? Perché cancellare i debiti? La risposta è molto semplice: perché così fa Dio. Gesù lo racconta con la parabola dei due debitori. Il primo doveva una cifra iperbolica al suo signore, qualcosa come il bilancio di una città: un debito insolvibile. «Allora il servo, gettatosi a terra, lo supplicava..»" e il re provò compassione. Il re non è il campione del diritto, ma della compassione. Sente come suo il dolore del servo, e sente che questo conta più dei suoi diritti. Il dolore pesa più dell'oro. E per noi subito s'apre l'alternativa: o acquisire un cuore regale o mantenere un cuore servile come quello del grande debitore perdonato che, "appena uscito", trovò un servo come lui. “Appena uscito": non una settimana dopo, non il giorno dopo, non un'ora dopo. "Appena uscito", ancora immerso in una gioia insperata, appena liberato, appena restituito al futuro e alla famiglia. Appena dopo aver fatto l'esperienza di come sia un cuore di re, «presolo per il collo, lo strangolava gridando: "Dammi i miei centesimi"», lui perdonato di miliardi! Eppure, questo servo "'malvagio" non esige nulla che non sia suo diritto: vuole essere pagato. È giusto e spietato, onesto e al tempo stesso crudele. Così anche noi: bravissimi a calare sul piatto tutti i nostri diritti, abilissimi prestigiatori nel far scomparire i nostri doveri. E passiamo nel mondo come predatori anziché come servitori della vita. Giustizia umana è "dare a ciascuno il suo". Ma ecco che su questa linea dell'equivalenza, dell'equilibrio tra dare e avere, dei conti in pareggio, Gesù propone la logica di Dio, quella dell'eccedenza: perdonare settanta volte sette, amare i nemici, porgere l'altra guancia, dare senza misura, profumo di nardo per trecento denari. Quando non voglio perdonare (il perdono non è un istinto ma una decisione), quando di fronte a un'offesa riscuoto il mio debito con una contro offesa, non faccio altro che alzare il livello del dolore e della violenza. Anziché annullare il debito, stringo un nuovo laccio, aggiungo una sbarra alla prigione. Perdonare, invece, significa sciogliere questo nodo, significa lasciare andare, liberare dai tentacoli e dalle corde che ci annodano malignamente, credere nell'altro, guardare non al suo passato ma al suo futuro. Così fa Dio, che ci perdona non come uno smemorato, ma come un liberatore, fino a una misura che si prende gioco dei nostri numeri e della nostra logica. ( di Ermes Ronchi ) nr. 119 Domenica 17 settembre 2017 (Matteo 18, 21-35) DOMENICA XXIV DEL TEMPO ORDINARIO Anno A

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

La misericordia del Padre è del tutto smisurata: lo è in modo inaudito e addirittura imprevedibile. Diecimila talenti non sono una somma qualsiasi, ma una vera e propria fortuna, una quantità di denaro spropositata. Eppure quel re non solo pazienta, ma addirittura condona quel debito enorme. E tuttavia, Gesù, tu ci lanci un avvertimento: il Padre è disposto a perdonarci solo se noi siamo pronti a fare altrettanto con i piccoli debiti contratti con i nostri fratelli. Ecco perché la tua parabola, cominciata all’insegna della misericordia, si chiude in modo triste, amaro. La grazia è revocata perché quel servo non ha avuto pietà del suo compagno. Gesù, trasforma il mio cuore e rendilo tenero e pieno di compassione. Non permettere che continui ad essere duro ed intransigente con i miei debitori: insegnami non solo a perdonare, ma a continuare a farlo anche quando un nuovo torto riporta a galla quello precedente. Gesù, dammi il senso delle proporzioni. Che cosa sono i piccoli debiti di cui sono creditore a confronto con quelli che ho aperto con la mia fragilità, con la mia debolezza, nei confronti del Padre tuo? Roberto Laurita

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari (...).

«Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette», cioè sempre. L'unica misura del perdono è perdonare senza misura. Perché il Vangelo di Gesù non è spostare un po' più avanti i paletti della morale, ma è la lieta notizia che l'amore di Dio non ha misura. Perché devo perdonare? Perché cancellare i debiti? La risposta è molto semplice: perché così fa Dio. Gesù lo racconta con la parabola dei due debitori. Il primo doveva una cifra iperbolica al suo signore, qualcosa come il bilancio di una città: un debito insolvibile. «Allora il servo, gettatosi a terra, lo supplicava..»" e il re provò compassione. Il re non è il campione del diritto, ma della compassione. Sente come suo il dolore del servo, e sente che questo conta più dei suoi diritti. Il dolore pesa più dell'oro. E per noi subito s'apre l'alternativa: o acquisire un cuore regale o mantenere un cuore servile come quello del grande debitore perdonato che, "appena uscito", trovò un servo come lui. “Appena uscito": non una settimana dopo, non il giorno dopo, non un'ora dopo. "Appena uscito", ancora immerso in una gioia insperata, appena liberato, appena restituito al futuro e alla famiglia. Appena dopo aver fatto l'esperienza di come sia un cuore di re, «presolo per il collo, lo strangolava gridando: "Dammi i miei centesimi"», lui perdonato di miliardi! Eppure, questo servo "'malvagio" non

esige nulla che non sia suo diritto: vuole essere pagato. È giusto e spietato, onesto e al tempo stesso crudele. Così anche noi: bravissimi a calare sul piatto tutti i nostri diritti, abilissimi prestigiatori nel far scomparire i nostri doveri. E passiamo nel mondo come predatori anziché come servitori della vita. Giustizia umana è "dare a ciascuno il suo". Ma ecco che su questa linea dell'equivalenza, dell'equilibrio tra dare e avere, dei conti in pareggio, Gesù propone la logica di Dio, quella dell'eccedenza: perdonare settanta volte sette, amare i nemici, porgere l'altra guancia, dare senza misura, profumo di nardo per trecento denari. Quando non voglio perdonare (il perdono non è un istinto ma una decisione), quando di fronte a un'offesa riscuoto il mio debito con una contro offesa, non faccio altro che alzare il livello del dolore e della violenza. Anziché annullare il debito, stringo un nuovo laccio, aggiungo una sbarra alla prigione. Perdonare, invece, significa sciogliere questo nodo, significa lasciare andare, liberare dai tentacoli e dalle corde che ci annodano malignamente, credere nell'altro, guardare non al suo passato ma al suo futuro. Così fa Dio, che ci perdona non come uno smemorato, ma come un liberatore, fino a una misura che si prende gioco dei nostri numeri e della nostra logica.

( di Ermes Ronchi )

nr. 119 Domenica 17 settembre 2017

(Matteo 18, 21-35)

DOMENICA XXIV DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

No alla banalità del nulla I profeti sanno che la condizione naturale dell’uomo non è l’ateismo ma l’idolatria, la produzione sempre più sofisticata di manufatti materiali e ideali da adorare in cerca di facili salvezze. E così, per farci comprendere la differenza tra l’idolatria e la sua fede, il profeta deve svolgere un lavoro di pulizia spirituale, e riportarci alle pendici dell’Oreb, dove "vi era soltanto una voce". Paradossalmente l’ateo onesto si trova in una condizione esistenziale più adatta di quella in cui si trova l’uomo religioso per poter iniziare l’autentica esperienza della fede biblica, perché nella sua terra vuota è più facile poter udire una sottile voce di silenzio. Ma, purtroppo, molti di coloro che si credono atei sono devoti di qualche ideologia, o adoratori perpetui dell’idolo più grande: il proprio io. È a questo livello che va colta la portata universale della parola profetica, che parla e ama tutti dentro e fuori le religioni. A tutti, i veri profeti ripetono, qui e ora, con la loro forte tenerezza: "non abbiate paura”. Infatti l’uomo idolatrico è sempre un uomo pauroso. Ha paura soprattutto della morte perché intuisce che gli idoli che si è fabbricato non sono vivi e non possono sconfiggerla. Nel capitolo 10 Geremia ci dona una vera e propria teoria della natura e dello sviluppo dell’idolatria. All’inizio della conversione agli idoli c’è il fascino per gli stili di vita delle altre nazioni. Le processioni dei grandi, alti e splendidi dèi babilonesi, assiri o egiziani, affascinavano gli ebrei perché erano espressione di una cultura "vincente". Si trova proprio in questa seduzione dell’anima una ragione profonda della critica spietata che i profeti rivolgono alle divinità degli altri popoli. Sanno, per vocazione, che nessuna occupazione o deportazione riduce totalmente in schiavitù finché non si inizia ad adorare i nuovi dèi. Ma c’è un altro discorso da fare. Geremia canta con forza la diversità di YHWH anche perché l’incontro con popoli dai molti dèi, avrà, forse, insinuato in lui la domanda: “sarà vero che «Il Signore, invece, è veramente Dio»?” Una domanda onesta che diventa fortissima. Per esorcizzarla i profeti arrivano a dire parole durissime sugli dèi degli altri, negando anche che quelle adorazioni potessero contenere qualcosa di autentico. Non dobbiamo, allora, leggere oggi la critica radicale che Geremia e i profeti rivolgono agli idoli come una negazione di ogni verità di tutte le fedi diverse da quella biblica. Non tutti gli dèi diversi dal nostro sono idoli e spaventapasseri, e forse in ceppi di legno colorato ci può essere meno nullità di quella presente nelle nostre merci ipertecnologiche. Forse, lo spirito di Dio che abita misteriosamente ma veramente nel cuore di ogni uomo può riconoscere un suo stesso soffio persino in un tronco d’albero. I profeti imparano cose nuove grazie alla nostra lettura onesta delle loro antiche splendide parole. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 3 giugno 2017

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Sabato 16 Settembre - Santi Cornelio e Cipriano (1Tm 1,15-17; Sal 112; Lc 6,43-49)ore 18.30 Def.ti Antonio Coluccia e Albina Vecchiato

Domenica 17 Settembre - XXIV Domenica del Tempo Ord.(Sir 27,33-28,9; Sal 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35)

ore 09.30 Per il popolo

Lunedì 18 Settembre (1Tm 2,1-8; Sal 27; Lc 7,1-10)

ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Martedì 19 Settembre (1Tm 3,1-13; Sal 100; Lc 7,11-17)ore 19.00 SANTA MESSA IN CHIESA A SANTA MARIA ASSUNTA

Mercoledì 20 Settembre - Ss. Andrea Kim Taegon, sacerdote, e Paolo Chong Hasang e compagni, martiri (1Tm 3,14-16; Sal 110; Lc 7,31-35)

ore 18.30 Per tutti i consacrati

Giovedì 21 Settembre (Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13)

ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Venerdì 22 Settembre (1Tm 6,2-12; Sal 48; Lc 8,1-3)

ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Sabato 23 Settembre - S. Pio da Pietrelcina, sacerdote(1Tm 6,13-16; Sal 99; Lc 8,4-15)ore 18.30 Def.ta Antonia Cicigoi anniv.; def.ti Emma (20mo) e Antonio Ferraro

Domenica 24 Settembre - XXV Domenica del T. O.(Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20-24.27; Mt 20,1-16)

ore 09.30 Def.ti Daniela, Amabile, Antonio e Lucia

ParrocchiaSAN CARLOINTENZIONI DELLA SETTIMANA

ParrocchiaSANT’ELENAINTENZIONI DELLA SETTIMANA

DON EDOARDO: cell. 340 8119646 - Confessa al sabato a san Carlo o Zerman (informarsi);

prima o dopo le Messe o previo accordo.

DON DAVIDE: cell. 346 7834766 - Riceve o confessa presso la canonica di Zerman;- a San Carlo, generalmente al Mercoledì e Venerdì

dalle ore 17.00.

MESSE ALL’ISTITUTO GRIS- Da martedì a venerdì: ore 8.00 (via Torni);- Sabato: ore 16.00 (via Torni);- Domenica: ore 10.00 (Geriatrico).

CONFESSIONI- Ogni sabato, dalle 16.00, un confessore a Santa Maria

Assunta.

Sabato 16 Settembre - Santi Cornelio e Cipriano (1Tm 1,15-17; Sal 112; Lc 6,43-49)ore 18.30 Oggi alle ore 11.00 a Biadene matrimonio di Gioia Priola e Fabio Manera di S.Carlo Def.ta Giuliana Favaro

Domenica 17 Settembre - XXIV Domenica del T. O.(Sir 27,33-28,9; Sal 102; Rm 14,7-9; Mt 18,21-35)ore 09.00 Per la comunità parrocchialeore 11.00 50° anniversario di matrimonio di Gianni Valongo e Anna Rasera Def.to Pierandrea

Lunedì 18 Settembre (1Tm 2,1-8; Sal 27; Lc 7,1-10)ore 18.30 LITURGIA DELLA PAROLA

Martedì 19 Settembre (1Tm 3,1-13; Sal 100; Lc 7,11-17)ore 19.00 SANTA MESSA IN CHIESA A SANTA MARIA ASSUNTA Def.to Giovanni

Mercoledì 20 Settembre - Ss. Andrea Kim Taegon, sacerdote, e Paolo Chong Hasang e compagni, martiri (1Tm 3,14-16; Sal 110; Lc 7,31-35) ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Giovedì 21 Settembre (Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13)ore 18.30 Def.ti Ernesto e Alberto Rosina, Santa Pistolato e Maria Cussiol; def.ti Gino Centenaro e Stella Tombolato

Venerdì 22 Settembre (1Tm 6,2-12; Sal 48; Lc 8,1-3)ore 18.30 Per i fedeli vivi e defunti della parrocchia

Sabato 23 Settembre - S. Pio da Pietrelcina, sacerdote(1Tm 6,13-16; Sal 99; Lc 8,4-15)ore 18.30 Def.ti Maria e Maurizio Quadrio

Domenica 24 Settembre - XXV Domenica del T. O.(Is 55,6-9; Sal 144; Fil 1,20-24.27; Mt 20,1-16)ore 09.00 Def.to Antonio e Famiglia Lovisettoore 11.00 NON C’È LA MESSA

SAN CARLO: 041.453102 [email protected]

SEGRETERIA: LUNEDI 9.30-11.30 MARTEDI 9.30-11.30 + 15.00-18.00 MERCOLEDI 9.30-11.30 GIOVEDI 9.30-11.30 + 16.00-18.00 VENERDI 9.30-11.30 SABATO CHIUSO SANT’ELENA: 041.457383 [email protected]

SEGRETERIA: DA LUNEDI A VENERDI: 9.00-11.30

SEGRETERIAPARROCCHIALE

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ParrocchiaSANT’ELENA AVVISI

Parrocchie:SANT’ELENASAN CARLO AVVISI COMUNI

AVVIO DEL NUOVO ANNO PASTORALEDopo l’estate, con altri ritmi, proposte e tempi di vacanza, il mese di settembre segna la ripartenza dell’ordinaria vita pastorale. Due sono gli appuntamenti rivolti particolarmente a tutti gli operatori e collaboratori parrocchiali, da accompagnare con l’attenzione e la preghiera di tutti:

Venerdì 22 settembreNella chiesa di San Nicolò a Treviso (ore 20.30), Celebrazione diocesana presieduta dal Vescovo che ci indicherà il cammino di quest’anno alla luce delle tappe sinodali. E’ importante ritrovarci a pregare insieme al nostro Vescovo e sentirci coinvolti e orientati da uno Spirito comune per condividere poi le scelte pastorali nelle nostre parrocchie. Sono invitati i membri dei vari Consigli parrocchiali, delle Associazioni e dei Movimenti e quanti svolgono un servizio nelle parrocchie.

Domenica 24 settembreUscita dei collaboratori parrocchiali di San Carlo e di Zerman ad Altino per condividere insieme lo Spirito, le linee e le scelte pastorali del nuovo anno. Una lettera con il programma è disponibile in sacrestia per quanti sono interessati.

ATTENZIONE: DOMENICA 24 SETTEMBREPer favorire la partecipazione all’uscita dei collaboratori e non essendo così in grado di offrire un servizio liturgico adeguato (lettori, cantori, ministri dell’eucaristia... che saranno all’uscita!), GLI ORARI DELLE MESSE SARANNO I SEGUENTI:- A Zerman, ore 9.30- A San Carlo, SOLO ore 9.00!La Messa alle ore 11.00 sarà a S. Maria Assunta e Mazzocco; alle 11.30 a S. Cuore; alle 10.30 a Sant’Antonio e Campocroce.

L’apertura dell’anno pastorale in parrocchia è prevista con la celebrazione eucaristica di domenica 1 ottobre.

Altri appuntamenti già in calendario:Prossimi battesimi a San Carlo, domenica 8 ottobre.Domenica 15 ottobre, a Zerman, con la famiglia delle Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore, desideriamo ringraziare il Signore per i 50 anni di presenza e di prezioso servizio delle suore nella parrocchia e nella Scuola dell’Infanzia.Le Cresime: sabato 4 novembre a San Carlo; domenica 5 novembre a Zerman.

CATECHESIMartedì 19 settembre, a San Carlo ore 21.00, incontro di tutti i catechisti di San Carlo e Zerman.

SETTEMBRE: PREGHIERE E ATTENZIONI PER LA CURA DEL CREATOIn fondo alla chiesa, delle schede predisposte dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro per la riflessione, l’impegno e la preghiera alla luce dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco.

MOVIMENTO AIUTO PER LA VITACi è pervenuta questa lettera dal vice presidente, sig.ra Lucia Boschin, del Centro AV che felicemente pubblichiamo:

Oggetto: PROGETTO GEMMA nr. 17919Con grande gioia le comunico che, con qualche giorno di anticipo, il 22 giungo è nata Angela la bellissima bambina di Osatohamwen con parto naturale e del peso di kg. 4,00. La ragazza ha avuto qualche difficoltà perciò era stata ricoverata in ospedale qualche giorno prima per trasfusioni.Adesso entrambe stanno bene e la piccola viene allattata dalla mamma. Il 13 aprile scorso la ragazza era entrata in Casa accoglienza in attesa della nascita. E’ stata seguita dai servizi sociali i quali avevano appurato durante i vari colloqui fatti con lei che non faceva parte del giro della “tratta donne africane” e questo ha agevolato il suo ingresso in Casa accoglienza. Nel frattempo si è fatto vivo il fidanzato che ha riconosciuto la bambina e con il progetto di vivere insieme. Speriamo di riuscire ad avere una foto della piccola. Inviamo un grandissimo grazie alla Comunità parrocchiale San Carlo di Mogliano per l’aiuto offerto a questa mamma sfortunata.Un caro saluto da tutto il gruppo volontarie CAV.Mirano, 7 agosto 2017.

FESTA DELL’ORATORIO DI FINE ESTATEOggi, domenica 17 settembre, presso gli ambienti esterni della canonica… passate pure a salutarci!

LAVORI AL CAMPANILEMercoledì 20, il progetto esecutivo sarà al vaglio della Commissione Diocesana Arte Sacra. Il progetto ha già trovato tutti concordi (Curia e Soprintendenza): speriamo che anche i tempi burocratici siano veloci per partire presto con i lavori.

1) aggiungersi ai donatori sottoscrivendo una lettera d’intenti (per versare una somma di denaro con periodicità fissa: mensile, trimestrale, ecc., fino ad una determinata scadenza). Contattare Roberto Prete al numero 334 867 6456.2) Offerte consegnate al parroco e/o con bonifico sul c/c intestato alla Parrocchia (codice Iban: IT95W 08749 61800 004000037790).

5 x 1000 codice da riportare su dichiarazione dei redditi: 94031180261 fondo comune per le Scuole dell’Infanzia (anche per la nostra di Zerman).

5 x 1000 codice da riportare su dichiarazione dei redditi: 94132660260 per l’Oratorio NOI di San Carlo.

ParrocchiaSAN CARLO AVVISI

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La misericordia del Padre è del tutto smisurata: lo è in modo inaudito e addirittura imprevedibile. Diecimila talenti non sono una somma qualsiasi, ma una vera e propria fortuna, una quantità di denaro spropositata. Eppure quel re non solo pazienta, ma addirittura condona quel debito enorme. E tuttavia, Gesù, tu ci lanci un avvertimento: il Padre è disposto a perdonarci solo se noi siamo pronti a fare altrettanto con i piccoli debiti contratti con i nostri fratelli. Ecco perché la tua parabola, cominciata all’insegna della misericordia, si chiude in modo triste, amaro. La grazia è revocata perché quel servo non ha avuto pietà del suo compagno. Gesù, trasforma il mio cuore e rendilo tenero e pieno di compassione. Non permettere che continui ad essere duro ed intransigente con i miei debitori: insegnami non solo a perdonare, ma a continuare a farlo anche quando un nuovo torto riporta a galla quello precedente. Gesù, dammi il senso delle proporzioni. Che cosa sono i piccoli debiti di cui sono creditore a confronto con quelli che ho aperto con la mia fragilità, con la mia debolezza, nei confronti del Padre tuo? Roberto Laurita

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari (...).

«Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette», cioè sempre. L'unica misura del perdono è perdonare senza misura. Perché il Vangelo di Gesù non è spostare un po' più avanti i paletti della morale, ma è la lieta notizia che l'amore di Dio non ha misura. Perché devo perdonare? Perché cancellare i debiti? La risposta è molto semplice: perché così fa Dio. Gesù lo racconta con la parabola dei due debitori. Il primo doveva una cifra iperbolica al suo signore, qualcosa come il bilancio di una città: un debito insolvibile. «Allora il servo, gettatosi a terra, lo supplicava..»" e il re provò compassione. Il re non è il campione del diritto, ma della compassione. Sente come suo il dolore del servo, e sente che questo conta più dei suoi diritti. Il dolore pesa più dell'oro. E per noi subito s'apre l'alternativa: o acquisire un cuore regale o mantenere un cuore servile come quello del grande debitore perdonato che, "appena uscito", trovò un servo come lui. “Appena uscito": non una settimana dopo, non il giorno dopo, non un'ora dopo. "Appena uscito", ancora immerso in una gioia insperata, appena liberato, appena restituito al futuro e alla famiglia. Appena dopo aver fatto l'esperienza di come sia un cuore di re, «presolo per il collo, lo strangolava gridando: "Dammi i miei centesimi"», lui perdonato di miliardi! Eppure, questo servo "'malvagio" non

esige nulla che non sia suo diritto: vuole essere pagato. È giusto e spietato, onesto e al tempo stesso crudele. Così anche noi: bravissimi a calare sul piatto tutti i nostri diritti, abilissimi prestigiatori nel far scomparire i nostri doveri. E passiamo nel mondo come predatori anziché come servitori della vita. Giustizia umana è "dare a ciascuno il suo". Ma ecco che su questa linea dell'equivalenza, dell'equilibrio tra dare e avere, dei conti in pareggio, Gesù propone la logica di Dio, quella dell'eccedenza: perdonare settanta volte sette, amare i nemici, porgere l'altra guancia, dare senza misura, profumo di nardo per trecento denari. Quando non voglio perdonare (il perdono non è un istinto ma una decisione), quando di fronte a un'offesa riscuoto il mio debito con una contro offesa, non faccio altro che alzare il livello del dolore e della violenza. Anziché annullare il debito, stringo un nuovo laccio, aggiungo una sbarra alla prigione. Perdonare, invece, significa sciogliere questo nodo, significa lasciare andare, liberare dai tentacoli e dalle corde che ci annodano malignamente, credere nell'altro, guardare non al suo passato ma al suo futuro. Così fa Dio, che ci perdona non come uno smemorato, ma come un liberatore, fino a una misura che si prende gioco dei nostri numeri e della nostra logica.

( di Ermes Ronchi )

nr. 119 Domenica 17 settembre 2017

(Matteo 18, 21-35)

DOMENICA XXIV DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

No alla banalità del nulla I profeti sanno che la condizione naturale dell’uomo non è l’ateismo ma l’idolatria, la produzione sempre più sofisticata di manufatti materiali e ideali da adorare in cerca di facili salvezze. E così, per farci comprendere la differenza tra l’idolatria e la sua fede, il profeta deve svolgere un lavoro di pulizia spirituale, e riportarci alle pendici dell’Oreb, dove "vi era soltanto una voce". Paradossalmente l’ateo onesto si trova in una condizione esistenziale più adatta di quella in cui si trova l’uomo religioso per poter iniziare l’autentica esperienza della fede biblica, perché nella sua terra vuota è più facile poter udire una sottile voce di silenzio. Ma, purtroppo, molti di coloro che si credono atei sono devoti di qualche ideologia, o adoratori perpetui dell’idolo più grande: il proprio io. È a questo livello che va colta la portata universale della parola profetica, che parla e ama tutti dentro e fuori le religioni. A tutti, i veri profeti ripetono, qui e ora, con la loro forte tenerezza: "non abbiate paura”. Infatti l’uomo idolatrico è sempre un uomo pauroso. Ha paura soprattutto della morte perché intuisce che gli idoli che si è fabbricato non sono vivi e non possono sconfiggerla. Nel capitolo 10 Geremia ci dona una vera e propria teoria della natura e dello sviluppo dell’idolatria. All’inizio della conversione agli idoli c’è il fascino per gli stili di vita delle altre nazioni. Le processioni dei grandi, alti e splendidi dèi babilonesi, assiri o egiziani, affascinavano gli ebrei perché erano espressione di una cultura "vincente". Si trova proprio in questa seduzione dell’anima una ragione profonda della critica spietata che i profeti rivolgono alle divinità degli altri popoli. Sanno, per vocazione, che nessuna occupazione o deportazione riduce totalmente in schiavitù finché non si inizia ad adorare i nuovi dèi. Ma c’è un altro discorso da fare. Geremia canta con forza la diversità di YHWH anche perché l’incontro con popoli dai molti dèi, avrà, forse, insinuato in lui la domanda: “sarà vero che «Il Signore, invece, è veramente Dio»?” Una domanda onesta che diventa fortissima. Per esorcizzarla i profeti arrivano a dire parole durissime sugli dèi degli altri, negando anche che quelle adorazioni potessero contenere qualcosa di autentico. Non dobbiamo, allora, leggere oggi la critica radicale che Geremia e i profeti rivolgono agli idoli come una negazione di ogni verità di tutte le fedi diverse da quella biblica. Non tutti gli dèi diversi dal nostro sono idoli e spaventapasseri, e forse in ceppi di legno colorato ci può essere meno nullità di quella presente nelle nostre merci ipertecnologiche. Forse, lo spirito di Dio che abita misteriosamente ma veramente nel cuore di ogni uomo può riconoscere un suo stesso soffio persino in un tronco d’albero. I profeti imparano cose nuove grazie alla nostra lettura onesta delle loro antiche splendide parole. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 3 giugno 2017

AVVISI INTERPARROCCHIALI

La Collaborazione Pastorale di Mogliano organizza il viaggio: Lisbona e Fatima nel centenario delle apparizioni, dal 9 al 12 novembre. Quota di partecipazione 755 euro. Iscrizioni: segreteria delle parrocchie in centro pastorale entro il 20 settembre.

Incontri per fidanzati in preparazione al Sacramento del Matrimonio:OTTOBRE 2017 - MARZO 2018 centro pastorale S.Maria Assunta

Iscrizioni: venerdì 15 e 22 settembre ore 21-22,30; sabato 16 e 23 settembre ore 15-18,30 in centro pastorale.

Info: Patrizia e Massimo Bernardi: [email protected]; 339 8266124; Viola e Marco Querini: [email protected]; [email protected]; 3404687808; 3405847313.

VICARIATO DIOCESI

Andare lontano per scoprirLo vicino: un percorso organizzato dal Centro Missionario diocesano e dalle Cooperatrici Pastorali per conoscere la vita e la fede in mondi lontani dal nostro, Primo incontro SABATO 23 SETTEMBRE.Info: cooperatricipastorali.diocesitv.it – 348 7944761

SABATO 23 SETTEMBRE ORE 15.00 Treviso Seminario Vescovile, Azione Cattolica: Assemblea diocesana di inizio anno.

LUNEDÌ 25 SETTEMBRE ORE 20.30 TREVISO Auditorium Collegio Pio X, XXXI Settimana Sociale dei Cattolici Trevigiani. Prima serata.

S.TA MARIA ASSUNTA: TEL. 041.5900375 - CELL. 334.2590290SEGRETERIA: ORARIO 11-13 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ[email protected]

SEGRETERIAPARROCCHIALE