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Edizioni Arcadia Ricerche S.r .1. Parco Scientifico Tecnologico di Venezia via della Libertà 5-12 - Marghera-Venezia Tel. : (041) 5093048 Fax : (041) 5093098 E- mail : [email protected] www.arcadiaricerche.it E' vietata la riproduzione, anche solo parziale, sotto qualsiasi forma o denominazione SCIENZA E BENI CULTURALI XVIII. 2002 I MOSAICI Cultura, Tecnologia, Conservazione Atti del convegno di studi Bressanone 2 - 5 luglio 2002 a cura di Guido Biscontin e Guido Driussi Organizzazione: Università degli Studi di Padova, Dipartimento Chimica Inorganica Metallorganica Analitica; Università Foscari di Venezia, Dipartimento Scienze Ambientali; Università degli Studi di Genova, Istituto Storia dell'Architettura e Scuola di Specializzazi.one in Restauro dei Monumenti; Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Civile; Politecnico di Milano , Dipartimento di Conservazi.one e Storia dell'Architettura; Ministero per i Beni e le Attività Culturali , Ufficio Centrale per i Beni Architettonici e il Paesaggio; Consorzio I.N.S.T.M.; Prometeo Istituto per la Conservazi.one del Patrimonio Culturale e del Territorio. Enti Patrocinatori: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Istituto Centrale del Restauro; Consiglio Nazi.anale delle Ricerche; UNESCO; UNESCO-ROSTE; ICCROM; Amministrazi.one Comunale di Bressanone, Azienda di Cura e Soggiorno di Bressanone Con la collaborazione di : Arcadia Ricerche Srl, Fassa Bortolo Srl, HD System Srl, Tassullo SpA

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Edizioni Arcadia Ricerche S.r .1. Parco Scientifico Tecnologico di Venezia via della Libertà 5-12 - Marghera-Venezia Tel. : (041) 5093048 Fax: (041) 5093098 E-mail: [email protected] www.arcadiaricerche.it

E' vietata la riproduzione, anche solo parziale, sotto qualsiasi forma o denominazione

SCIENZA E BENI CULTURALI XVIII. 2002

I MOSAICI Cultura, Tecnologia, Conservazione

Atti del convegno di studi Bressanone 2 - 5 luglio 2002

a cura di Guido Biscontin e Guido Driussi

Organizzazione: Università degli Studi di Padova, Dipartimento Chimica Inorganica Metallorganica Analitica; Università Cà Foscari di Venezia, Dipartimento Scienze Ambientali; Università degli Studi di Genova, Istituto Storia dell'Architettura e Scuola di Specializzazi.one in Restauro dei Monumenti; Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Civile; Politecnico di Milano, Dipartimento di Conservazi.one e Storia dell'Architettura; Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ufficio Centrale per i Beni Architettonici e il Paesaggio; Consorzio I.N.S.T.M.; Prometeo Istituto per la Conservazi.one del Patrimonio Culturale e del Territorio.

Enti Patrocinatori: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Istituto Centrale del Restauro; Consiglio Nazi.anale delle Ricerche; UNESCO; UNESCO-ROSTE; ICCROM; Amministrazi.one Comunale di Bressanone, Azienda di Cura e Soggiorno di Bressanone

Con la collaborazione di: Arcadia Ricerche Srl, Fassa Bortolo Srl, HD System Srl, Tassullo SpA

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BIBLIOGRAFIA:

- FIORELLI, Reggio Calabria, Avanzi di edificio termale scoperti in Piazza delle Caserme.Rapporto del can. A.M. Di Lorenzo, in Not. Scavi 1886, pp. 459-60.

- FIORELLI, Reggio Calabria, Avanzi delle terme reggine scoperti nella Piazza delle Caserme. Relazione del Sig. Jng. Giuseppe Rao, in Not. Scavi 1887, pp 257-59.

-AA.VV., Le décor géométrique de la mosaique romaine, Nevers, 1985.

- BECA TTI, Scavi di Ostia IV, Mosaici e pavimenti marmorei, Roma 1961.

- AMICI, Carla M., Ler Terme romane di Reggio Calabria, rilievo ed analisi tecnica, in "Quaderni Dipartimento PAU dell'Università di Reggio Calabria, facoltà di Architettura, anno 11,1 (Gennaio­Giugno 1992), pp. 9-14.

- Bonfiglio L., Triscari M. - ( 1997) - Descrizione preliminare dei litotipi delle tessere. In Spigo U.: Prime considerazioni sui mosaici geometrici del complesso termale fil Bagnoli, ~ Gregorio f! Capo d'Orlando (ME) . Atti IV Colloquio AISCOM, Palermo, 267-268. Ed. Girasole, Ravenna.

- Sabatino G., Lanza S., Triscari M. - (2001) - l pavimenti musivi della Villa Romana fil Tusa: caratterizzazione mineralogico-petrografica. Appendice tecnica ll In Mastelloni M. "Tusa (ME): pavimenti da uno scavo di A. Salinas del 1912" Atti VIII Convegno AISCOM.

SCIENZA E BENI CULTURALI XVIII 2002

IL MOSAICO TARDOROMANO RINVENUTO NELLA CATTEDRALE DI OTRANTO: PROBLEMI DI CONOSCENZA, . TUTELA E VALORIZZAZIONE

F. GABELLONE- M.T. G!ANNOTTA-A. MONTE- G. QUARTA

CNR - IBAM - Lecce

Abstract The removal of the medieval figured mosaic inside the Otranto cathedral has trough to light another mosaic flooring ofthe Late Roman period (IV-V centuries) . This mosaic which originally measured about 120 mq and was decorated with geometrie and floreal patterns, presented extensive lacunas due to interventions done in the early Medieval period. In 1987 the mosaic was divided in 21 sections, which were removed and put on polystyrene panels. At present 17 of the panels are stored in very bad conditions in the Seminario building, while four panels have been restored and are exposed in the Museo Diocesano. This paper is intended to further scientific knowledge this mosaic flooring through: the study of constituent materials and working technique, computer graphics reconstruction (Virtual Archaeology). In order to do that, we have proceeded to acquiring ali available records (excavation reports, plans and photos) and to drawing samples for mineralogica! and petrographic testing (DRX, thin section, SEM) and for chemical analyses (EDX).

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Figura I: Planimetria della Cattedrale. In evidenza il pavimento a mosaico rinvenuto ali' interno dell ' area scavata.

PER LE FIGURE A COLORI VEDI TAV. 32 FUORI TESTO

Key-Words Otranto; roman mosaic; virtual archaeology; mineralogica!, petrographic and chemical analyses.

La città di Otranto è ubicata sulla costa adriatica del Salento. Recenti scavi archeologici, che in questi ultimi anni si sono susseguiti in diverse zone del territorio, e studi sulla città di Hydruntum, hanno confermato la sua importanza commerciale, militare e politica. Numerose sono le testimonianze archeologiche e architettoniche presenti all'interno del nucleo antico; tra queste spicca, per le sue peculiari valenze architettoniche e artistiche, la Cattedrale (Fig. l ). Essa è nota soprattutto per la presenza di un pregevole pavimento a mosaico (circa 720 mq) del secolo XII che rappresenta, nei tre alberi allegorici, tutta la storia dell'umanità. L' intervento di restauro del pavimento, meglio conosciuto come mosaico di Pantaleone, effettuato dal settembre 1986 al luglio 1991, ha interessato tutta la stesura musiva della navata centrale 1; i lavori furono promossi e diretti dalla Soprintendenza per i Beni Artistici, Ambientali, Architettonici e Storici della Puglia. Con la rimozione del manto musivo furono messe in luce tracce di preesistenti fasi di vita, che resero necessaria un'esplorazione

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7 A B e

Fieura 2: Planimetria dello scavo della navata con i resti del mosaico.

archeologica. Durante l'esecuzione di alcuni saggi di scavo, il 17 novembre 1986 fu messa in luce parte di un pavimento a mosaico; di qui nacque la necessità di proseguire ed estendere le indagini archeologiche a tutta la navata centrale. Queste ultime furono condotte negli anni 1986-1990 ed hanno documentato la presenza di diverse fasi, strutture e monumenti, risalenti fino al IV-III sec. a.C2

. Tra questi troviamo il mosaico datato al IV-V- secolo d.C; esso era posto sul lato est della navata, a circa 40 cm al di sotto di quello medioevale, e si estendeva, lungo l'asse nord-sud, su una superficie di mq 130 circa, formando un rettangolo che misurava m 22x6 (Fig. 2). La conservazione del monumento che costituisce, accanto al famoso mosaico parietale di Casaranello, una delle rare testimonianze musive salentine di età tardoantica, ha costituito un problema a lungo dibattuto3

• A tre anni dalla messa in luce, dopo la sospensione dei lavori, lettere e sopralluoghi per decidere se obliterarlo oppure renderlo fruibile lasciandolo in vista o strapparlo, restaurarlo ed esporlo, nell'aprile del 1989 il tessellato venne sezionato in 25 lacerti e strappato, a cura della ditta "Il Mosaico" di Carlo Signorini. Le sezioni furono collocate su altrettanti pannelli di polistirolo e depositate nei locali del seminario arcivescovile. Dopo pochi mesi Sua Eccellenza Mons. Vincenzo Franco, già Arcivescovo di Otranto, fece restaurare ed esporre nel Museo Diocesano sei lacerti. Nel 1994 in occasione del II Colloquio AISCOM fu segnalato il precario stato di conservazione in cui versava tutta la stesura musiva4 e, nel dicembre 1997, grazie ad un contributo concesso dal!' Amministrazione Provinciale di Lecce, fu restaurato ed esposto un altro lacerto di circa mq 4, Purtroppo, altri

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diciassette brani musivi versano in uno stato di abbandono da oltre dieci anni, attualmente si nota il totale disfacimento delle tele di supporto, che risultano completamente degradate, e la conseguente caduta delle tessere.

A.M.

Il pavimento musivo: dati archeologici e motivi decorativi Del mosaico si sono conservati lacerti di dimensioni abbastanza estese in alcune zone ed estremamente ridotte in altre. La stesura originaria è stata datata nell'ambito del IV-V secolo d.C. mentre il periodo d'uso si protrasse fino al terzo quarto dell'XI secolo e quindi fino al momento dell'edificazione della cattedrale normanna e della realizzazione della pavimentazione in lastre di pietra leccese che obliterò il mosaico. Sul piano pavimentale del

Figura 3: Parte del tessellato con 'rattoppi' a lastrine di marmo. tessellato sono stati messi in luce degli

interventi successivi consistenti in: a) rifacimenti di piccole parti di mosaico che presentano un andamento diverso e incongruente con le linee del disegno originale (ottagoni rossi e neri), b) rifacimento del mosaico su un'estesa area, con ripresa di un motivo decorativo ( cassettonato) realizzato con materiali lapidei più poveri e con meno maestria; c) semplici rattoppi realizzati

Figura 4: Parte del mosaico decorato a cerchi.

impiegando lastrine di marmo e/o frammenti di ceramica (Fig.3). Allo stato attuale mancano i dati di scavo che potrebbero permettere di datare con una certa precisione il momento dei diversi interventi. Tuttavia, a tal proposito un indizio prezioso è fornito dalla presenza di tessere in terracotta ricavate da vasi di ceramica invetriata, utilizzati per le rosette della parte di mosaico che riprende il motivo del cassettonato. Il tappeto musivo formava un rettangolo molto allungato (m 6x22) e si estendeva su una superficie di almeno 130 metri quadrati (Fig.2). Una larga banda (70 cm ca.) a tessere prevalentemente grigie o nerastre, definita sul lato conservato da una doppia fila di tasselli neri, marginava il tessellato bianco decorato da motivi geometrici lineari realizzati in tessere rosse o/e nere. Al centro si sviluppava una fascia longitudinale, per una lunghezza di almeno m 17, definita ai margini da una doppia fila di tasselli neri e ornata al centro da cerchi secanti con effetto di quadrifogli neri (Fig.3). La fascia suddivideva, almeno nella parte conservata, due zone, delle stesse dimensioni (m 5.65 ca.), ornate, a partire dalla fascia marginale del lato breve e settentrionale del rettangolo, da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti seguita da una

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Indagini mineralogico-petrografiche Campionamento Il campionamento è stato effettuato prevalentemente dai materiali di scavo depositati all'interno del Museo Diocesano di Otranto ed in minima parte dai pannelli di mosaico restaurati ed esposti nel museo. Dai lacerti di mosaico strappati presenti nei locali del seminario non è stato possibile prelevare nessun campione in quanto tale operazione poteva peggiorare il loro già grave stato di conservazione (Fig.6). Sono stati controllati i materiali di interesse (frammenti di mosaico e di malta, tessere sciolte) provenienti dalle aree dove era stato ritrovato il mosaico tardo romano. La maggior parte dei frammenti non ha consentito l'individuazione del disegno e di conseguenza non si è potuto, con certezza, considerarli pertinenti al mosaico oggetto di studio, considerato che l'identificazione delle unità stratigrafiche (riempimenti di tombe, fosse, testimoni etc.) risulta, sulla base della documentazione d'archivio disponibile, di difficile lettura. Da tali frammenti sono stati prelevati campioni di mosaico (completi di tessere, malta di allettamento e di supporto) e tessere sciolte di colore bianco, rosso e nero, mentre dal pannello di mosaico a cassettoni con rosetta è stata prelevata solo una piccola parte delle tessere di colore. bianco, nero, rosso e verde. Per facilità di rappresentazione la provenienza dei campioni è stata indicata facendo riferimento alla quadrettatura di scavo, contrassegnata con le sigle Al-A7 e da BI- B7 (Fig. 2).

Tabella I Campione Provenienza Tipologia OT!a B3 Tessera nera OT!b B3 Tessera rossa in terracotta or 1c B3 Tessera bianca or Id B3 Tessera beige verdastro OT2 B7 Tessera bianca su malta OT3a B2 Tessera bianca su malta OT3b B2 T. rossa in terracotta su malta OT4 B2 Malta di supporto OT5 Al/BI Tessere grigie su malta OT6 Al/BI 3 "Fessere nere su malta OT7 B6/B7 T. nera bianca e rossa su malta OT8 B6/B7 Tessera nera artificiale OT9 B6/B7 Tessera nera OTIO B6/B7 Tessera rossa in terracotta OTll B6/B7 Tessera rossa OTl2 B6/B7 Tessera bianca OTl3 Museo* Tessera verde OTl4 Museo* Tessera rossa

* cassettonato con motivo a rosette

Risultati sperimentali Tutti i campioni prelevati sono stati sottoposti ad indagini mineralogico­petrografiche, effettuate attraverso osservazione in sezione sottile al microscopio ottico (MO) e diffrattometria a raggi x (DRX). Tali indagini, integrate con le osservazioni macroscopiche, sono state finalizzate allo studio delle tecniche costruttive delle stesure musive e al riconoscimento dei materiali lapidei utilizzati. OTla - Tessera nera ricavata da una roccia calcarea molto compatta costituita completamente da fango di natura m1cnt1ca impregnato da sostanza organica. Talvolta essa è interessata da microfratture riempite da sostanza organica che comunque non alterano la

porosità che rimane tuttavia, molto ridotta. L'analisi DRX ha confermato quanto descritto attraverso MO. Per le sue caratteristiche minero-petrografiche la roccia può essere classificata come mudstone 19 (Dunham, 1962) o una micrite20 (Folk, 1959) e può essere ascritta a quelle cretaciche affioranti diffusamente in area salentina. ., OTlb - Tessera rossa realizzata in terracotta, costituita da una matrice di colore rossastro ricca in ossidi di ferro e da uno scheletro rappresentato in prevalenza da frammenti di quarzo (25-30%) a granulometria bimodale. Per la frazione prevalente si hanno dimensioni di circa 50-60 µm, mentre per quella secondaria esse si aggirano intorno ai I 00 µm . La porosità è di circa il 20-25% ed è rappresentata da un reticolo di pori di forma subcircolare di dimensioni comprese tra 20 e 100 µm . L'analisi diffrattometrica ha evidenziato oltre al quarzo anche tracce di plagioclasi e di ossidi ferro.

Figura 7: Frammento di mosaico con motivo a treccia policroma

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OTlc - Tessera bianca realizzata con una roccia calcarea compatta costituita prevalentemente da micrite localmente interessata da plaghe microsparitiche da ricristallizzazione. La porosità è molto ridotta (1-2%). L'analisi DRX ha confermato quanto osservato attraverso la MO. Per le caratteristiche individuate la roccia può essere classificata come mudstone (Dunham, 1962) o micrite (Folk, 1959) e correlata a quelle della formazione carbonatica cretacea presenti anche nell'area di Otranto. OTld - Tessera di colore variabile dal beige al verdastro. Essa è costituita da una roccia a matrice micritica all'interno della quale sono dispersi granuli di

calcite microsparitica. I livelli di colore verde scuro sono caratterizzati dalla presenza di ossidi di ferro distribuiti nella matrice in ammassi globulari. La porosità è molto ridotta. L'analisi diffrattometrica ha confermato la presenza di calcite come minerale principale. Essa può essere classificata come mudstone (Dunham, 1962) o micrite (Folk, 1959) e correlata a quelle della formazione carbonatica cretacea locale. OT2 - Tessera bianca simile a OTlc. La malta su cui è inserita la tessera è costituita da un legante a base di calce carbonatata e da un aggregato a granulometria medio-fine(::::: 200 µm) rappresentato in prevalenza da frammenti di roccia calcarea locale (micrite) e in subordine da frammenti di quarzo di forma subarrotondata. Come componenti accessori si riconoscono pirosseni e frammenti di cocciopesto. Il rapporto tra frammenti di roccia calcarea e granuli di quarzo è di circa 3:1, mentre quello tra legante/aggregato è di circa 1,5:1. In corrispondenza dell'interfaccia tessera-malta, e per uno spessore di circa I mm, la presenza di aggregato è quasi assente (malta di allettamento). OT3a - Tessera bianca simile a OTlc. OT3b - Tessera rossa costituita da una matrice argillosa di colore rossastro e da uno scheletro rappresentato quasi esclusivamente da frammenti di quarzo di forma variabile da subarrotondata a spigoli vivi e a granulometria bimodale. La classe più rappresentata ha dimensioni medie di circa 200µm, mentre quella secondaria intorno a 300-320 µm. Il rapporto matrice/scheletro è di circa 3:1, mentre la porosità è del 20-25%. L'analisi diffrattometrica ha evidenziato oltre al quarzo anche tracce di plagioclasi e di ossidi ferro . La malta su cui sono state inserite le tessere è composta quasi esclusivamente da legante carbonatico (malta di allettamento). Essa ha uno spessore di circa I mm ed è stata applicata su un supporto di malta costituita da uno scarso legante (rapporto legan­te/aggregato 1/3-114) e da un aggregato rappresentato da frammenti di roccia locale (calcari e calcareniti) a granulometria media di 200 µm e, in subordine, da granuli di quarzo di forma variabile da spigolosa a subarrotondata. OT4 - Malta: come OT3a e OT3b. OTS - Tessera grigia realizzata da un marmo calcareo a struttura eteroblastica e a grana medio fine (MGS I mm). I cristalli di calcite mostrano talvolta geminazioni polisintetiche debolmente stressate, mentre i bordi variano da curvi a golfi . Come minerale accessorio si riscontra solo la presenza di grafite localizzata in piccoli ammassi all'interno dei cristalli o in corrispondenza dei bordi dei cristalli di calcite. L'analisi diffrattometrica ha confermato la presenza di calcite. Per i

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caratteri petrografici descritti, tale roccia potrebbe essere riconducibile ai marmi bigi del bacino di Carrara (da verificare eventualmente con dati isotopici del c e 0)21

. La tessera è stata inserita su una malta di allettamento dello spessore di 0,9-1 cm composta quasi esclusivamente da un legante di calce carbonatata e da un aggregato rappresentato da rari frammenti di cocciopesto e da miniti granuli di quarzo. Essa è stata stesa su uno strato di malta, composta in prevalenza da un legante argilloso e da un aggregato costituito da frammenti di roccia calcarea e calcarenitica a

· granulometria bimodale. Per la frazione Figura 8: Sezione del frammento di mosaico con treccia policroma. prevalente e per quella secondaria le

dimensioni sono rispettivamente di 200 e 90 µm. Il rapporto legante/aggregato è di circa I : I . . OT6a - Tessera nera ricavata da una roccia costituita da peloidi tenuti assieme da una fine matrice micritica, localmente interessata da plaghe microsparitiche e da microfratture suturate da calcite di riprecipitazione. La granulometria degli allochimici è compresa tra 100 e 120 µm. La roccia è intrisa da sostanza organica che ne conferisce il colore nero. Classificazione: Wackestone (Dunham) o Pelmicrite (Folk, 59). Possibile presenza nell' area salentina. . . OT6b - Tessera nera ricavata da una roccia peridotitica composta in prevalenza da cnstalh di olivina molto alterata in serpentino. In subordine sono stati identificati pirosseni e miche. La pasta di fondo è composta da olivina serpentino. La roccia non è presente nella regione. OT6c - tessera nera realizzata da un basalto costituito da una pasta di fondo a granulometria medio­fine composta da plagioclasi feldspati e pirosseno. Essa ingloba cristalli subeudrali di plagioclasi, di feldspati e di pirosseno. Tra gli accessori sono presenti minerali opachi dispersi nella pasta di fondo . La roccia non è presente nella regione. OT7a - Tessera bianca: mudstone o micrite come per il campione OTlc. OT7b - Tessera nera: mudstone o micrite simile al campione OTla. OT7c - Tessera rossa in terracotta. Ad eccezione di una lieve differenza della granulometria dello scheletro si può considerare simile a quella del campione OTl b. La malta di allettamento e quella di supporto sono simili a quelle descritte per il campione OT2. OT8 - Tessera vitrea ricoperta da pittura nera. L'analisi in sezione sottile ha messo in evidenza la struttura vetrosa della tessera che risulta essere ricoperta da un strato di colore nero dello spessore di circa I 00 mm, che in molte zone risulta oramai scomparso. Per questa tessera si proceduto ad analisi chimiche con EDS, associata ad un microscopio elettronico ambientale (ESEM Philips XL30), effettuate in corrispondenza dello strato nero superficiale e nella pasta vetrosa. La differenza tra le due composizioni è nella maggiore percentuale di Mn e di Fe presente nella vernice nera alla quale corrisponde anche un'assenza di Na. Uno studio metodologico sulla composizione e provenienza di vetri utilizzati per tessere musive è stato condotto da Fiori et A/ii nel 1998

22.

OT9 - Tessera nera. Simile alla tessera OT7b a meno di una scarsa presenza di resti fossili e di intraclasti che comunque rimangono al di sotto del 5-7%. OTlO - Tessera rossa in terracotta. Simile a OTI b

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OTll - Tessera rossa ricavata da un calcare costituito completamente da micrite, talvolta interessata da fratture riempita da calcite da microsparite. Tutto l'impasto è impregnato da ossidi di ferro di colore rossastro che ne conferiscono la tonalità rossastra. La porosità è molto ridotta. Classificazio­ne: Mudstone o Micrite. La tipologia di roccia è presente nell'area salentina. OT12 - Tessera bianca: simile a OTlc. OT13 - Tessera verde ricavata da una roccia costituita da una matrice composta da plagioclasi sodici (identificati per via diffrattometrica), all'interno della quale si riconoscono clorite, pirosseni (probabilmente enstatite) e anfiboli (tremo lite?). La ridotta sezione di roccia indagata non ha permesso di identificare completamente i costituenti e la tipologia di roccia. OT14 - Tessera rossa. Simile a OTl l.

Tecniche costruttive Lo studio delle tecniche costruttive è stato effettuato solo su alcuni frammenti di mosaico, rinvenuti durante gli scavi in giacitura secondaria, poiché essi presentano, oltre alle tessere, gli strati di preparazione per la posa in opera. Tra questi, particolarmente interessante è quello con il motivo della treccia policroma (camp. OT7, Fig.7) dal quadrato 86/B7 (tomba l); dall'osservazione macroscopica è emerso che le tessere risultano inserite in un sottile strato di malta di allettamento, dello spessore di 1-2 mm, posto al di sopra di un supporto rappresentato da una malta, a granulome­tria medio fine, di colore grigio; all'interno di questa si distinguono grumi biancastri e minuti granuli di colore rossastro rappresentati da frammenti di cocciopesto (Fig.8). Un altro frammento (campp. OT3, OT4) proveniente da 82, forse pertinente alla parte di mosaico con motivo a cerchi, mostra una stratigrafia molto simile. I frammenti di mosaico, OT5 e OT6, provenienti dai quadrati Al/BI e relativi rispettivamente alla fascia marginale del tassellato e al motivo a cerchi secanti della fascia longitudinale, mostrano una sequenza stratigrafica differente; essa è rappresentata da tessere inserite in uno strato di malta biancastra di allettamento dello spessore di 5-8 mm, all'interno della quale sono riconoscibili frammenti carboniosi. Al di sotto si ritrova uno strato di terra rossa battuta di spessore non definito. Le tessere costituenti il mosaico sono rappresentate da una notevole varietà di materiali lapidei naturali e artificiali. Tra i primi si ritrovano rocce sedimentarie come calcari bianchi, beige, neri e rossi, oltre a noduli bauxitici di colore bruno-rossastro; rocce magmatiche di colore nero come peridotiti e basalti; rocce metamorfiche come marmi grigi e rocce verdi (anfiboliti?). Tra i materiali artificiali ritroviamo invece terrecotte di colore rosso e vetrine di colore nero. Le osservazioni e le analisi hanno permesso, in particolare, di accertare l'impiego di calcari bianchi per il fondo di tutta la stesura musiva; di calcari di colore beige per il cassettonato policromo; di calcari rossi per il cassettonato policromo e per la treccia; di calcari neri, rocce basaltiche e peridotiti per le tessere dei cerchi secanti; di marmi grigi per la fascia marginale del tappeto musivo e di rocce metamorfiche verdi per il cassettonato policromo. Le terrecotte rosse sono state utilizzate per i cerchi, gli ottagoni e la treccia, mentre l'impiego delle vetrine nerastre è attestato solo per il motivo della treccia.

G.Q.

Ringraziamenti Si ringrazia l'Arcidiocesi di Otranto per aver consentito lo studio del mosaico depositato nel Museo Diocesano; la Soprintendenza per i Beni A.A.A.SS. della Puglia per la consultazione dell'Archivio e della Fototeca; Franco Volpicella, assistente allo scavo, per le preziose testimonianze forniteci ; Maurizio Masieri, per la collaborazione allo svolgimento delle analisi di laboratorio.

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Foto I - T. nera. OTla; S.S., luce trasmessa. l 25x, N.l. Notare le fratture riempite da sostanza organica.

Foto 3 - T. Bianca OTlc; S.S., luce trasmessa. I 50x, N.l. Micrite con rare plaghe microsparitiche.

Foto 5 - T. nera. OT6b; S.S., luce trasmessa. I 25x, N.l. Notare i cristaJJi di olivina alterata in serpentino.

Foto 7 - T. nera in vetro OTS; S.S., luce trasmessa. l I OOx, N.L. La vernice nera dai bordi penetrata nelle fratture .

Foto 2 - T. rossa ·on b; S.S., luce trasmessa. l 50x, N.l. Terracotta: notare i granuli di Qz dispersi nella matrice.

Foto 4 - T. bianca + malta OT2; S.S.,luce-trasmessa. l 25x, N.l.lnnesto tessera con malta. Notare il qz tra l'aggregato.

Foto 6 - T. nera OT6cld; S.S., luce trasmessa. I 50x, N.l. fenocristalli microclino e plagioclasio nella pasta di fondo.

Foto 8 - T. verde. OT13; S.S., luce trasmessa. J 500x, N.l. Presenti plagioclasi, pirosseni, clorite e anfiboli.

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1 G. Gianfreda, Cattedrale di Otranto. Diario di un restauro, Edizioni del Grifo, Lecce 1996. 2 G.P. Ciongoli, 'Otranto (Lecce), Cattedrale', in Taras, VII, 1986-7, pp. 94-5; G.P. Ciongoli, 'Otranto (Lecce), Cattedrale', in Taras, VIII, 1987-8, pp. 126-8; G.P. Ciongoli, 'Otranto (Lecce), Cattedrale', in Taras, IX, 1-2, 1989, pp. 261-2; G.P. Ciongoli, 'Otranto (Lecce), Cattedrale', in Taras, X, 1-2, 1990, pp. 400-2. 3 Un approfondito dibattito sul tema della conservazione dei mosaici, si è svolto durante il V Colloquio AISCOM, Ed. del Girasole, Ravenna 1998, pp. 589-671. 4 C. Robotti - A. Monte, 'Il mosaico dell'albero della vita in Otranto. Nuovi ritrovamenti e problemi di conservazione', in Atti del II Colloquio dell 'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (A/SCOM), Bordighera 1995, pp. 569-578. 5 motivo 169a, C. Balmelle et A/ii, Le décor géométrique de la mosafque romaine. Répertoire graphique des compositions linéaires et isotropes, Picard, Paris 1985; tale composizione uno degli schemi tipici del I secolo d.C., l' attestazione più antica si registra a Pompei (Morricone 1970, p. 511, fig. 509 n. 5). 6 motivo 237a (Le décor géométrique) tra più antichi e più diffusi dell ' arte musiva romana (M. L. Morricone, s.v. Mosaico, in Enciclopedia dell 'Arte Antica, Suppi., 1970, Roma 1973, pp. 504-531, p. 505, fig. 505 n. 2), ma molto diffuso anche tra l'età imperiale e la tardo antichità. 7 motivo 71b (Le décor géométrique), tra i più antichi e diffusi, si trova utilizzato nelle cornici di riquadri e per definire schemi decorativi di intere stesure musive. 8 motivo 164a (Le décor géométrique). 9 motivo !Ola, Le décor géométrique, si trova impiegato nelle cornici di mosaici a ciottoli ellenistici, nei pavimenti in cocciopisto repubblicani e nei tessellati romani più antichi (Morricone 1970, p.507, fig. 504 n. 4). 10 Tale motivo decorativo viene utilizzato nei pavimenti a tessellato a partire dalla fase più antica del Secondo Stile Pompeiano (prima metà del I secolo a.C.), risulta ampiamente utilizzato in età imperiale e tardo antica (Morricone 1970, pp. 507 e sgg). 11 M. Salvatore, ' I mosaici nell'area del complesso della SS. Trinità a Venosa', in AISCOM IV, pp. 473-490, in part. f;P· 476 s. fig. 7. 2 R. Moreno Cassano, 'I mosaici paleocristiani in Puglia,' MEFRA, 88, 1976, I, pp. 300 n. 16 e 17, p. 316, figg. 22,

44, 65. 13 P. De Santis, I Mosaici, pp. 152 e 162. 14 Giardino et Al ii, 'Mosaici pavimentali di età imperiale da Lecce. Nuove acquisizioni' , in AISCOM VI, p. 295 fig. 8. 15 R. Moreno Cassano 1976, pp. 285-286, figg. 2 e 4. 16 R. Farioli Campanati, s.v., Mosaico pavimentale Paleocristiano, in Enciclopedia dell'Arte Antica, II Suppi. 1971-1994, II, Roma 1995, pp. 815-821, in particolare p. 816. 17 S. Muçaj , Bazilika a e Bylisit, Iliria XVII, 1987,1, pp. 173-193. 18 P. De Santis, I Mosaici, in San Giusto, La villa, le ecclesiae (a cura di G. Volpe), Edipuglia, Bari 1998, pp. 149-176. 19 R. J. DUNHAM 1962, 'Classification of carbonate rocks according to depositional texture', in W. E. Ham (ed.), Classification of Carbonate Rocks ', in A.A.P. G. Memoirs, 1, 1962, pp. I 08-121. 2° Folk, R.L.,. Practical petrographic classification of limestones. Bulletin American Association Petroleum Geo/ogists, V. 43, p. f-38, J 959. 21 N. HERZ, ' Carbon and oxygen Isotopie ration: a data base for classica! greek and roman marbles', in Archaeometry, 1987, 29, 35-43 . Gorgoni, C. , Lazzarini L., Pallante P., Turi B., (2001): An updated and detailed reference database for the main Mediterranean marbles used in antiquity, Proceedings of ASMOSIA Fifth lnternational Conference, Boston, 1998, in print. A. Calia, L. Lazzarini, E. Pellegrino, M. Preite Martinez, G. Quarta, B. Turi, 'The portai of Bari cathedral (South ltaly): identification and provenance of constituent marbles', Proceedings of ASMOSIA Sixth lnternational Conference, Venezia, 2000, in print. 22 C. Fiori, M.Vandini, M. Macchiarola. Le analisi archeometriche di un campione di tessere musive vitree, in San Giusto, la villa, le ecclesiae, Primi risultati dagli scavi nel sito rurale di San giusto (Lucera):J995-1997, Edipuglia, Bari 1998.

Page 7: Cultura, Tecnologia, Conservazioneitlab.ibam.cnr.it/new_itlab/wp-content/uploads/2015/12/... · 2016. 10. 17. · BIBLIOGRAFIA: -FIORELLI, Reggio Calabria, Avanzi di edificio termale

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Otranto: Proposta di ricostruzione del mosaico pavimentale di età tardo antica e rappresentazione schematica dei motivi decorativi. Sezioni stratigrafiche di mosaici del Museo Archeologico Nazionale di Aquileja

Campione 3810 (in alto) - Campione 3812 (in basso)

TAV.33