Cuba - Storia, Cultura, Cibo e Bevande - Preview

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C R O N O L O G I A

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StoriaOrgogliosa delle audaci imprese rivoluzionarie e tormentata periodicamente dall’invasione di eserciti stranieri, la storia di Cuba ha un’importanza molto superiore a quel che farebbe pensare l’esigua dimensione del paese. Anzi, grazie alla sua posizione strategica, proprio nel mezzo del Mar dei Caraibi, e alla prossimità geografica all’ingombrante vicino, gli Stati Uniti, gli annali storici dell’arcipelago cubano spesso hanno più l’andamento di una sceneggiatura da film d’azione hollywoodiano che non quella di un noioso esame scolastico di fine anno.

la storia precolombianaSecondo la datazione al radiocarbonio, a Cuba l’uomo giunse 4000 anni fa. La prima civiltà di cui si abbia notizia in quest’isola è quella dei gua-nahatabey, una popolazione dell’Età della Pietra che abitava nelle caverne intorno a Viñales, nella provincia di Pinar del Río, e che conduceva la dura esistenza dei cacciatori-raccoglitori. Nel corso dei 2000 anni successivi, i popoli guanahatabey furono gradualmente ricacciati in aree periferiche a causa dell’arrivo dei siboney, portatori di una nuova cultura preceramica. Si trattava di pescatori e agricoltori su piccola scala, dalla cultura molto più sviluppata, che si stabilirono in modo relativamente pacifico sulle ben protette coste meridionali dell’arcipelago.

La terza e più importante cultura precolombiana dell’isola, quella dei taínos (v. lettura p487), comparve a Cuba intorno al 1100 d.C., e si stabilì nell’isola nel corso di più ondate successive. La migrazione di queste popo-lazioni aveva avuto origine alcuni secoli prima in Sud America, nella zona del delta dell’Orinoco. La cultura taíno era di gran lunga più evoluta e sofi-sticata rispetto alle due civiltà arcaiche che l’avevano preceduta: riuscivano anche a modellare le tenere ossa del cranio dei neonati, dal momento che la fronte piatta era ritenuta indice di grande bellezza. Imparentati con gli arawak della Grandi Antille, i nuovi arrivati erano abili agricoltori, tessitori e costruttori di barche, e la loro società, alquanto complessa, vantava già un sistema organizzato di governo partecipativo che vedeva ai vertici una serie di caciques (capi locali). Oggi si ritiene che circa il 60% delle specie tuttora coltivate nell’isola di Cuba sia stato introdotto dai taínos, e che sia stata proprio questa popolazione, prima fra tutte le culture precolombiane, a coltivare e lavorare la pianta del tabacco per poi fumarla.

da colonia a repubblicaQuando Colombo approdò a Cuba, il 27 ottobre del 1492, la descrisse come ‘la terra più bella che occhio umano abbia mai visto’, e la ribattezzò Juana,

2000 a.C.

Si ritiene che i guanahatabey, la prima civiltà isolana dell’Età della Pietra di cui si abbia qualche evidenza, vivessero nelle caverne lungo la costa dell’odierna provincia di Pinar del Río.

1100 a.C. 1492

I taínos giungono a Cuba dopo essere passati di isola in isola nelle Piccole Antille dal bacino dell’Orinoco, nell’attuale Venezuela.

Cristoforo Colombo sbarca a Cuba nei pressi dell’odierna Gibara, nella provincia di Holguín. Veleggia per un mese lungo la costa fino a Baracoa, piantando croci e incontrando i taínos.

Per notizie fresche di stampa su Cuba consultate il sito www.cubaheadlines.com; anche in italiano, sono disponibili le notizie di www.prensa-latina.cu, agenzia di stampa latinoamericana con sede all’Avana.

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22 S T O R I A l o n e l y p l a n e t . c o m

in onore di una principessa spagnola. Ma poi, deluso nella sua ricerca del regno del Gran Khan, e avendo trovato ben poco oro nell’entroterra cubano, pur così lussureggiante e ricco di foreste, Colombo abbandonò presto questo territorio in favore di Hispaniola (l’isola oggi divisa tra Haiti e la Repubblica Dominicana).

La colonizzazione di Cuba iniziò solo una ventina di anni più tardi, nel 1511, quando Diego Velázquez de Cuéllar si pose a capo della flottiglia di 4 navi e 400 uomini partita da Hispaniola per conquistare l’isola alla co-rona di Spagna. Approdati nei pressi dell’attuale Baracoa, i conquistadores procedettero subito a fondare sette insediamenti nel territorio della nuova colonia, per la precisione quelli di Baracoa, Bayamo, Trinidad, Sancti Spíritus, Puerto Príncipe (Camagüey), Habana e Santiago de Cuba (v. anche lettura p306). Osservandoli preoccupata al riparo dei suoi bohíos (capanne col tetto in paglia), la popolazione indigena dei taínos assisteva agli eventi con un misto di fascinazione e di timore.

A dispetto dei tentativi di Velázquez di proteggere le popolazioni indigene dagli eccessi degli spagnoli, ben presto la situazione sfuggì a ogni controllo, tanto che gli invasori si trovarono a dover fronteggiare una ribellione su vasta scala. A capo dell’aspra e breve rivolta si pose il temibile Hatuey, influente cacique taíno divenuto l’archetipo della resistenza cubana, che alla fine fu catturato e condannato al rogo, come le vittime dell’Inquisizione, per aver osato sfidare il pugno di ferro del dominio spagnolo.

Una volta decapitato il movimento di resistenza, gli spagnoli si dedicarono a spogliare Cuba delle sue peraltro scarse riserve aurifere e minerarie, piegando ai lavori forzati le oppresse popolazioni indigene. Dato che la schiavitù era ufficialmente proibita per editto papale, gli spagnoli introdussero lo spietato sistema delle encomienda, per cui migliaia di indigeni venivano riuniti e costretti a lavorare per i proprietari terrieri, con il pretesto di ricevere nel contempo gratuitamente gli ‘insegnamenti’ cristiani. Questo sistema brutale perdurò per 20 anni, fino a quando ‘l’apostolo degli indiani’, frate Bartolomé de Las Casas, si appellò alla corona di Spagna invocando un trattamento più umano, e nel 1542 le encomiendas vennero abolite. Purtroppo per gli sfortunati taínos, questo appello giungeva troppo tardi. Quelli che non erano letteralmente morti di fatica nelle miniere d’oro soccombettero ben presto alle malattie portate dagli europei, come il vaiolo, tanto che nel 1550 si contavano, dispersi in radi insediamenti, appena 5000 sopravvissuti.

il gusto dello zuccheroNel 1522, mentre la popolazione indigena veniva rapidamente decimata, arrivarono a Cuba, attraverso Hispaniola, i primi schiavi provenienti dal-l’Africa. I coloni spagnoli mostravano verso gli africani un atteggiamento lievemente meno repressivo rispetto a quello degli spietati latifondisti dell’America settentrionale, e la cosa, in parte, avrebbe permesso agli afrocubani una maggiore libertà di espressione e creatività. Gli schiavi

1508

Sebastián de Ocampo circumnaviga Cuba scoprendo le baie dell’Avana e di Cienfuegos; dimostra che si tratta di un’isola e non di una parte dell’Asia come Colombo continuò a pensare fino alla morte.

1511

Diego Velázquez de Cuéllar sbarca a Baracoa con quattro navi e 400 colonizzatori tra cui Hernán Cortés (futuro conquistatore del Messico). Costruito un forte, i nuovi arrivati non tardano a inimicarsi i taínos.

1512

Il capo ribelle Hatuey guida una breve insurrezione contro gli spagnoli, ma viene catturato e messo al rogo per aver rifiutato di convertirsi al cristianesimo.

Per notizie complete ed esaustive sulla Cuba di oggi, visitate il sito dell’Havana Journal (www.havanajournal.com, anche in italiano).