CSVinforma - Centro di servizio per il volontariato Informa aprile... · collaborato per...

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CSVinforma ANNO XII n. 1 Aprile 2014 ESSERE PROTAGONISTI PER UN FUTURO REALISTICAMENTE SOSTENIBILE L’editoriale di Adelio De Gol, presidente Anteas “Il Focolare” Passaparola tra le associazioni di volontariato della provincia di Bel luno Non possiamo parlare di futuro se non siamo sostenuti dalla virtù del- la speranza e non possiamo parlare di speranza se non abbiamo fidu- cia in qualcosa e in qualcuno, se non c’è amore. Già il presente che guarda al dopo è futuro. Tutto ciò che sta nel segno di un progetto, di un sogno, deve fondamentalmente essere supportato dalla fiducia. È quindi dalla fiducia che dobbiamo partire, m prima ancora che negli altri dobbiamo cercare o ri-cercare la fiducia in noi stessi ed è da que- sto presupposto che bisogna partire per intessere le relazioni. L’uomo per sua natura è un essere sociale, ognuno di noi è costantemente in relazione con la natura piuttosto che con le persone, anche nei mo- menti più intimi come è la preghiera per un credente. Più che mai è necessario conoscere se stessi, ri-conoscere la provenienza biologica, il patrimonio valoriale, i principi etici ai quali facciamo riferimento, sia nelle relazioni private sia in quelle vissute in seno alla collettività con cui interagiamo. Dovremmo anche fare chiarezza su dove vogliamo andare. Dove io voglio andare, cosa posso fare per la comunità, quali sono le capacità e competenze di cui ognuno dispone che possono es- sere messe a servizio della comunità? Tante domande alle quali ognuno dovrebbe trovare risposta, ma dobbiamo anche ammettere che non sempre è facile scorgere le risposte adeguate. Ciò di cui abbiamo biso- gno non sono le belle risposte, ma le buone risposte! Non è semplice trovare le buone risposte, poiché molti sono i condizionamenti che orientano scelte di opportunità piuttosto che tendere a mantenere vivo il contatto con quei riferimenti che ci aiutano a prenderci cura della nostra esistenza. Tutto questo non si può improvvisare, è frutto di un discernimento, è un cammino al quale tutti siamo chiamati ad aderire, ognuno deve o dovrebbe sentirsi mobilitato a essere protagonista di un futuro realisticamente sostenibile. Futuro e speranza sono due aspetti inscindibili l’uno dall’altra. Il futuro costa impegno, richiede saggezza nell’investire idee e risorse, vale a dire tendere alla promozione del bene comune. Questo è il presente, questo è il nostro patrimonio che ora tutti indistintamente siamo chiamati a custodire, questa è la nostra ricchezza che lasceremo in eredità alle nuove generazioni, ai nostri figli, ai nostri nipoti. Più saremo autentici e credibili, tanto migliori potranno essere le proposte ed il nostro impegno in seno alla comunità in cui viviamo. 2-3 “DICIAMO LA NOSTRA!” 4-6 GIOVANI, SCUOLA E VOLONTARIATO 7-11 SUOLE IN RETE 12-19 SERVIZIO CIVILE 20-23 LA PAROLA AL PRESIDENTE E AL DIRETTORE 24-25 LA FORMAZIONE DEL CSV 26-30 SPORTELLI DEL COMITATO 31-32 SPORTELLI DEL CSV 33 PROGETTI DEL CSV 34-36 PROGETTI DEL COMITATO 37-38 PROGETTI D’INTESA 39-44 DAL MONDO DEL VOLOTNARIATO 45 DALLA RETE DI CSVnet 46 ANNIVERSARI 47 PROSSIMI APPUNTAMENTI 48 RECENSIONI sommario Supplemento di CSVbelluno.it-isc. tribunale BL n. 5 11/04/2003 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, c. 2, DCB BL NoVEMBRE 2005

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CSVinformaANNO XII n. 1 Aprile 2014

ESSERE PROTAGONISTI PER UN FUTURO REALISTICAMENTE SOSTENIBILE

L’editoriale di Adelio De Gol, presidente Anteas “Il Focolare”

Pa ss ap arol a tr a l e a ss o c i a z i on i d i vol ont ar i ato d e l l a prov i n c i a d i B e l lu n o

Non possiamo parlare di futuro se non siamo sostenuti dalla virtù del-la speranza e non possiamo parlare di speranza se non abbiamo fidu-cia in qualcosa e in qualcuno, se non c’è amore. Già il presente che guarda al dopo è futuro. Tutto ciò che sta nel segno di un progetto, di un sogno, deve fondamentalmente essere supportato dalla fiducia. È quindi dalla fiducia che dobbiamo partire, m prima ancora che negli altri dobbiamo cercare o ri-cercare la fiducia in noi stessi ed è da que-sto presupposto che bisogna partire per intessere le relazioni. L’uomo per sua natura è un essere sociale, ognuno di noi è costantemente in relazione con la natura piuttosto che con le persone, anche nei mo-menti più intimi come è la preghiera per un credente. Più che mai è necessario conoscere se stessi, ri-conoscere la provenienza biologica, il patrimonio valoriale, i principi etici ai quali facciamo riferimento, sia nelle relazioni private sia in quelle vissute in seno alla collettività con cui interagiamo. Dovremmo anche fare chiarezza su dove vogliamo andare. Dove io voglio andare, cosa posso fare per la comunità, quali sono le capacità e competenze di cui ognuno dispone che possono es-sere messe a servizio della comunità? Tante domande alle quali ognuno dovrebbe trovare risposta, ma dobbiamo anche ammettere che non sempre è facile scorgere le risposte adeguate. Ciò di cui abbiamo biso-gno non sono le belle risposte, ma le buone risposte! Non è semplice trovare le buone risposte, poiché molti sono i condizionamenti che orientano scelte di opportunità piuttosto che tendere a mantenere vivo il contatto con quei riferimenti che ci aiutano a prenderci cura della nostra esistenza. Tutto questo non si può improvvisare, è frutto di un discernimento, è un cammino al quale tutti siamo chiamati ad aderire, ognuno deve o dovrebbe sentirsi mobilitato a essere protagonista di un futuro realisticamente sostenibile. Futuro e speranza sono due aspetti inscindibili l’uno dall’altra. Il futuro costa impegno, richiede saggezza nell’investire idee e risorse, vale a dire tendere alla promozione del bene comune. Questo è il presente, questo è il nostro patrimonio che ora tutti indistintamente siamo chiamati a custodire, questa è la nostra ricchezza che lasceremo in eredità alle nuove generazioni, ai nostri figli, ai nostri nipoti. Più saremo autentici e credibili, tanto migliori potranno essere le proposte ed il nostro impegno in seno alla comunità in cui viviamo.

2-3 “DICIAMO LA NOSTRA!”

4-6GIOVANI, SCUOLA E

VOLONTARIATO7-11

SUOLE IN RETE12-19

SERVIZIO CIVILE20-23

LA PAROLA AL PRESIDENTE E AL DIRETTORE

24-25LA FORMAZIONE DEL CSV

26-30SPORTELLI DEL COMITATO

31-32SPORTELLI DEL CSV

33PROGETTI DEL CSV

34-36PROGETTI DEL COMITATO

37-38PROGETTI D’INTESA

39-44DAL MONDO

DEL VOLOTNARIATO45

DALLA RETE DI CSVnet46

ANNIVERSARI47

PROSSIMI APPUNTAMENTI48

RECENSIONI

sommario

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È seguita, alla fine di luglio 2004, “In Groppa al Grappa”, un’iniziativa che ha visto partecipare una ventina di ragazzi per una tre giorni al Centro didattico di Valpore. Tra allegria, musica e banchetti hanno trovato spazio dibattiti e riflessioni che delinearono le finalità e le linee guida cardine del nascente gruppo “Dicia-mo la nostra!”, che è stato finanziato della legge regionale 29/88 e dai comuni di Feltre, Pedavena e Seren del Grappa per creare una consulta giovanile intercomunale. In questa occasione, come nel proseguo della stesura dello statuto, è stato fondamentale l’intervento e l’appoggio di “Willy” Mazzer, esperto di politiche giovanili del Triveneto.A settembre 2004 il gruppo ha ricominciato a riunirsi con regolarità e con molti nuovi amici, spinti da sempre più forte spirito d’iniziativa, al fine di creare un punto di riferimento sul territorio per le politiche giovanili. Le nostre forze sono convogliate in quello che è stato forse il nostro primo evento veramente ri-uscito e che ci ha regalato viva soddisfazione, “Quattro calci alle frontiere”, un torneo di calcio multietnico che ha visto la partecipazione di giocatori di varie nazionalità residenti nel Feltrino, accompagnato dalla degustazione di una cena etnica. A fine novembre 2004 abbiamo avviato il progetto “La banca del sorriso”, un laboratorio teatrale creato per formare persone che possano portare con le proprie performance allegria e divertimento in contesti quali scuole, case di riposo, Ceod e reparti pediatrici. Con l’obiettivo di allargare ulteriormente il nostro gruppo, abbiamo organizzato a fine dicembre 2004 la prima edizione di “Rompiamo il ghiaccio”, una serata al palaghiaccio di Feltre: più di duecento giovani hanno potuto usufruire dell’entrata gratuita che avevamo messo a disposizione. È stata sicuramente un’occasione per incrementare la nostra visibilità e per conoscere nuovi amici. Con il 2005 il progetto “Diciamo la nostra!” è stato rifinanziato dalla regione Veneto e dai tre Comuni. Ci siamo dedicati ad interagire con altri gruppi e realtà giovanili locali, in collaborazione con “La Nostra Impronta”, il progetto giovani della Provincia di Belluno. Abbiamo così collaborato per organizzare un Forum dei giovani del Feltrino, svoltosi il 16 aprile 2005 al Centro giovani. A giugno siamo stati presenti con un nostro punto informativo alla tappa feltrina del concorso musicale per gruppi emergenti “Giovani di note”. Nel frattempo lo statuto della consulta è stato approvato dei consigli comunali dei tre comuni, divenuto valido a tutti gli effetti dal 22 giugno 2005. Abbiamo poi collaborato con i gruppi della sala prove e il Centro giovani per organizzare il 24 settembre 2005 “Rumori di Fondo II”, un concerto in cui hanno suonato i J. San, i Discarica di Sogni, i Bill’s, i Wrath Prophecy e gli Slow Down, grup-po ospite. L’8 ottobre 2005 a Feltre, all’auditorium dell’istituto canossiano, abbiamo organizzato insieme ai Siblings (fratelli e sorelle di persone con sindrome di Down) e all’Aipd il concerto dei Mercanti di Liquore, che ha riscosso un notevole successo. È stata una serata molto emozionante e coinvolgente. Negli anni suc-cessivi poi si sono sviluppati molteplici progetti su vari ambiti e nel 2008 è nato anche il brand “Vero Cuore Giovane” per identificare in modo specifico le iniziative ludiche del gruppo (tipo party anni ottanta o con-corso per il miglior dj), oltre al sito www.diciamolanostra.it per potenziare la rete informativa.Diversi i progetti realizzati in questi ultimi tre anni: concerti, giornate della creatività, palio dei giovani, vari corsi, meeting tra gruppi giovanili, eventi di animazione, alcuni guinness dei primati, capodanno in piazza Maggiore a Feltre, collaborazioni con associazioni e reti del territorio tra cui “Area9” per la promozione della salute e uno stile di vita sano tra i giovani, il Forum provinciale dei gruppi e delle associazioni giovanili e il Comitato per i gemellaggi di Feltre per scambi internazionali, gestione del progetto in rete degli schermi in-formativi provinciali, molteplici collaborazioni col Csv provinciale e soprattutto gestione da settembre 2010 del nuovo Spazio giovani in zona ex manifattura Piave a Feltre di proprietà dell’adiacente Cassa rurale Valli di Primiero e Vanoi, in modo da dare un’ulteriore opportunità di aggregazione ai giovani del territorio. Dal dicembre 2010 abbiamo anche lo statuto rinnovato, per essere al passo con l’evoluzione del gruppo. Rilevante anche la rete creata nel corso degli anni coi gruppi giovanili in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Ugento (Puglia), Roccella Jonica (Calabria) e aree progettuali Interreg (Austria/Friuli/Slovenia). I nostri obiettivi passati, presenti e futuri sono da sempre quelli di favorire il confronto, la discussione, la collaborazione tra giovani ed enti, di promuovere la cultura della partecipazione giovanile, di ideare e di realizzare iniziative di vario genere pensate dai giovani per i giovani del territorio. Fondamentale il potenziamento in tal senso del-lo Spazio giovani e la prosecuzione di determinate iniziative di successo come la promozione alla salute e alla sicurezza stradale “Giovani&Dintorni” nelle scuole feltrine in collaborazione col l’Ulss2 e il Sert, i meeting tra varie realtà giovanili nazionali ed europee, RompiamoIlGhiaccio e le Frazimpiadi, motore aggregante tra ragazzi di varie località del territorio, oltre ad essere sempre aperti e disponibili a fare da laboratorio e team di lavoro per sviluppare nuovi progetti da parte dei giovani che credono nel presente e nel futuro del loro Comune e del loro territorio.

2 CSVinforma Aprile 2014

Le prossime elezioni amministrative che si terranno il 25 maggio saranno un occasione propizia per mettersi a servizio del proprio comune, oppure proponendo idee o quant’altro possa essere utile alla stesura di pro-grammi elettorali realisticamente sostenibili. Pertanto non solo è auspicabile, ma è anche un dovere sancito dalla nostra Carta costituzionale, la partecipazione a una cittadinanza attiva. L’intera comunità dovrebbe sen-tire questo non come un’imposizione, ma come un bisogno per ri-conquistare la giustizia sociale, ri-dare di-gnità vera alle persone in quanto tali. Il tempo dell’assistenzialismo e della delega è finito, per ognuno di noi, sia come singoli cittadini sia come gruppi organizzati come sono per esempio le associazioni di volontariato; è richiesta una compartecipazione vera, non c’è più tempo da perdere, i bisogni reali delle nostre comunità necessitano di interventi urgenti, non delle solite toppe di cui fino ad ora siamo stati abituati a vedere e mai risolutive dei problemi reali. Pur riconoscendo la mancanza di soldi, questo non deve diventare un alibi e creare una certa forma di immobilismo. La crisi economica ha creato seri problemi, tuttavia è il risultato di una cattiva condotta dell’intera società, non solo da parte dello Stato, non solo delle banche, non solo dei potenti, perché tutti abbiamo la nostra parte di responsabilità ed è impensabile pensare di ritornare ai tempi dello spreco e del di più che grida vendetta a quanti non hanno nemmeno un pugno di riso per sfamarsi. Quanta ingiustizia! Se davvero vogliamo il bene per noi e per i nostri figli, io ritengo che dobbiamo cambiare stile di vita, sentirci più parte integrante con il governo della “POLIS”.Ai candidati amministratori vorremmo chiedere di essere leali, di sconfiggere ogni forma di opportunismo, di mettere al centro la persona, di guardare all’unico fine: il “bene comune”. Un grande spirito di servizio e l’aiuto di tutti i cittadini sarà la vera garanzia di tutela degli amministratori comunali. Non desideriamo amministratori-modello, piuttosto auspichiamo che tutti gli amministratori già eletti e i nuovi che andran-no a governare i nostri comuni amino il loro territorio e i loro cittadini, perché solo così potranno a loro volta sentirsi amati dalla loro gente.Se c’è amore c’è speranza, se c’è speranza c’è futuro.

IL BUON ESEMPIO DELLE CONSULTE GIOVANIAndrea Nascimbenepresidente della consulta “Diciamo la nostra!” di Feltre, Pedavena e Seren del Grappa

La Consulta “Diciamo la nostra!” (www.facebook.com/diciamolanostra) nasce nel 2004 per volontà delle tre amministrazioni comunali di Feltre, Pedavena e Seren del Grappa al fine di creare un punto di riferimento sul territorio per le politiche giovanili.I primi incontri tra noi membri della consulta ci hanno permesso di confrontarci e conoscerci meglio per iniziare a formare un gruppo omogeneo al quale ogni tanto si aggiungeva, tramite il passaparola, qualche nuovo partecipante. Il nostro “campo base” è presto divenuto il Centro giovani di Feltre di via Dolci n. 3 (diventato nel 2010 lo Spazio giovani in ex manifattura Piave), dove abbiamo ideato la nostra prima ini-ziativa: “Young vs. music - A musical cocktail”, una serata in birreria a Pedavena dedicata ai giovani ed alla musica. L’evento, ricco di qualità e fantasia, fu un’ottima occasione che contribuì all’affiatamento del gruppo.

CSVinforma 3 Aprile 2014

GIOVANI, SCUOLA E PROMOZIONE DEL VOLONTARIATO

Partito il percorso formativo ge-stito dal Csv di Belluno con le consulte e i gruppi giovani della provincia nell’ambito di un pro-getto che mira a creare una rete provinciale giovanile, sull’esempio di quella che era la vecchia con-sulta giovani provinciale. L’inizia-tiva, curata dal responsabile scuola e promozione del Csv Paolo Ca-praro e da Andrea Nascimbene (presidente della consulta giovani “Diciamo la nostra!” di Feltre, Pe-davena e Seren del Grappa) coin-volge la rappresentanza giovanile di diverse zone della provincia come la consulta feltrina, la con-

sulta giovanile “Pelmo” dello Zol-dano, la consulta giovani agordina “Altra voce” e i gruppi giovani di Trichiana e Longarone, anche se si pensa di allargare la partecipazio-ne anche ad altri territori.«Questa idea vuole rappresentare un insieme di opportunità per la nostra provincia, dove i giovani possano essere attivi in prima per-sona», precisa Capraro, «l’obietti-vo è quello di creare un percorso che permetta di formulare un pro-getto pilota con i responsabili del-le varie consulte tramite una for-mazione continua e una costante promozione giovanile dei territori

montani. In questo modo il mon-do del volontariato può diventare protagonista nel prendersi cura del territorio e della popolazione, consolidando la solidarietà tra le generazioni». Gli incontri sono partiti a gennaio e termineranno a maggio. Si sono svolti tutti nella sede del Csv a Belluno con caden-za mensile e hanno trattato diver-si temi, condivisi e richiesti dagli stessi giovani, come la comunica-zione e la promozione, la lettura di un bilancio e l’uso di appositi software del settore, il lavoro in squadra, le opportunità lavorative e i bandi progettuali. (e.d.c.)

CSV E CONSULTE GIOVANI INSIEME PER CREARE UNA RETE PROVINCIALE

SPORT E CULTURA 2014

GIOVANI, SCUOLA E PROMOZIONE DEL VOLONTARIATO

È cominciata nel mese di marzo la seconda edizione del progetto “In-tegralmente sport e cultura” che sta coinvolgendo in queste settimane diversi istituti della provincia (scuo-le medie e superiori) in un percorso di incontri e confronti all’insegna dei valori dello sport, uniti dal tema dell’integrazione delle persone con disabilità. L’iniziativa è ancora una volta frutto della sinergia tra l’uffi-cio scolastico provinciale, le “Scuole in rete per un mondo di solidarietà e pace”, il Csv di Belluno e l’asso-ciazione Assi (associazione sociale sportiva invalidi), con il supporto di Anglat (Guida legislazioni andi-cappati trasporti), consulta provin-ciale degli studenti, Coni, Giesse e Bluedress.Il progetto si è svolto con una se-rie di testimonianze in classe nelle zone del Bellunese e del Feltrino con alcuni atleti con disabilità (in carrozzina, ipovedenti e con rare malattie fisiche) che nella loro vita si sono cimentati in diverse disci-pline, ottenendo anche importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Hanno parteci-pato, tra gli altri, il noto campio-ne olimpico Oscar De Pellegrin, Davide Giozet (campione euro-peo di handbike e capitano della nazionale di rugby in carrozzina), Alessia Corte (campionessa italia-na di nuoto), Renzo Colle (primo fondatore di associazioni sportive per disabili in provincia), Fernan-do Giacomin dell’unione italiana ciechi e Aldo Andriolo (allenatore e dirigente del comitato paralimpi-co). Con loro, oltre ai vari docen-ti referenti dell’area delle scienze motorie per ogni scuola, una squa-dra composta da Paolo Capraro e

Angelo Paganin del Csv, Franco Chemello e Claudio Dalla Palma dell’ufficio scolastico provinciale e il giornalista Silvano Cavallet. Questa la sintesi di alcune testimo-nianze direttamente dalle parole di alcuni protagonisti: «Che fatica fare sport essendo ipovedente. Ma alla fine mi sono preso le mie belle sod-disfazioni, soprattutto quando sono diventato cintura nera di judo», ha affermato Fernando Giacomin. «Non dovrebbero chiamarci disa-bili ma super-abili dati i risultati nello sport e nella vita che abbiamo raggiunto nonostante le difficoltà. L’unione fa la forza: se ci mettiamo insieme, ognuno con la propria “sfi-ga”, riusciremo ad aiutarci a vicen-da»: parole di Aldo Andriolo. «Ho dalla nascita una malattia rara agli arti ma questo non mi ha impedi-to di avere la mia autonomia, basta pensare al fatto che guido l’auto da sola con un sistema automatiz-zato. Aiuta molto il confronto con le persone che hanno le tue stesse problematiche, conosciute durante di nuoto le gare in giro per l’Italia. Così impari molto da loro anche su come muoversi tutti i giorni», ha detto Alessia Corte. «Undici anni fa non ha avuto paura di accettare il mio destino. Partendo dallo stare disteso in un letto di ospedale ho raggiunto grandi successi a livello nazionale ed europeo in atletica (lancio del peso), handbike e rug-by in carrozzina. Questa secondo me è la forza dello sport: un mix di costanza, rispetto e divertimen-to», ha sottolineato Davide Giozet. «La disabilità crea il movimento perché c’è sempre qualcuno che ha bisogno di te, anche solo per cono-scerti», ha spiegato Renzo Colle,

«anche se sono in sedia a rotelle da ben 53 anni non sono diverso da-gli altri, ho solo un mezzo diverso su cui muovermi. Bisogna guardare dentro ogni persona e aiutare chi ha più problemi, ovvero le persone con i pregiudizi» .L’obiettivo è quello di utilizzare i valori dello sport (confronto, ri-spetto delle regole, attività fisica e divertimento) come tramite per l’integrazione sociale e per dimo-strare ancora una volta che è pos-sibile superare le barriere fisiche e sopratutto quelle create dai pregiu-dizi mentali. Non solo agonismo nei campi di gara, ma anche una sfida personale, un riscatto da con-dizioni di difficoltà come nel caso degli incidenti che hanno costretto alcuni dei partecipanti a rimanere in sedia a rotelle. Gli incontri sono stati inoltre un’occasione per riflet-tere sul tema dell’autonomia nella vita quotidiana, spesso non priva di spese economiche, e sulla condi-visione di esperienze tra pari, nello sport di squadra e non solo, con la forza dell’amicizia, concetto che ha interessato in modo particolare i ra-gazzi. Alla fine di tutto il percorso è previsto un evento finale che si ter-rà il 15 maggio allo Spes Arena di Belluno dove quasi mille studenti parteciperanno a una grande dimo-strazione delle varie discipline che uniscono sport e disabilità e pre-senteranno alcuni progetti didat-tici collegati all’iniziativa realizzati in questi mesi. I migliori saranno premiati al termine della giornata. Altro appuntamento sarà quello del 27 maggio in vista del passag-gio della tappa del Giro d’Italia a Belluno.

Enrico De Col

INTEGRALMENTE

CSVinforma4 Aprile 2014 CSVinforma 5Aprile 2014

Anche quest’anno torna il pro-gramma “Csv volontario anche tu!” che coinvolge numerosi gio-vani, enti, associazioni e scuole di tutta la provincia. Grazie a una solida rete di partner, tra cui spicca la collaborazione con l’uf-ficio scolastico provinciale (che da diversi anni ha in essere un protocollo d’intesa con il Csv), il programma, che racchiude mol-ti progetti di settore, è diventato sempre più conosciuto e apprez-zato, tanto che nel 2013 i giova-ni partecipanti sono stati più di 800. L’obiettivo è quello di far scoprire e apprezzare il mondo del terzo settore promuovendo in questo modo il ricambio ge-nerazionale e la cultura dell’as-sociazionismo locale. La novità di questa sesta edizione è l’al-largamento per un periodo più

ampio: non solo durante i mesi estivi ma lungo tutto il corso dell’anno. I principali soggetti coinvolti sono: Csv di Belluno e Comitato d’Intesa, l’ufficio sco-lastico provinciale, l’associazione Amici dei disabili e dei minori e l’Odar (con le strutture di San Marco di Auronzo e San Paolo al Cavallino pronte ad ospitare centinaia di ragazzi), la consul-ta studentesca della provincia di Belluno, i componenti del tavo-lo giovani del piano di zona Ulss 2 di Feltre, oltre che diverse as-sociazioni e amministrazioni di tutta la provincia.I giovani volontari (dai 14 ai 18 anni) dopo aver consegnato il modulo di adesione, verranno messi in contatto con le associa-zioni per dare inizio all’esperien-za. Ognuno di loro potrà sceglie-

re l’ambito entro il quale svolgere la propria attività in vari settori tra cui le attività giovanili, la di-sabilità, la cultura, l’ambiente, l’assistenza ai bambini e agli an-ziani. Ad ogni partecipante verrà chiesto di svolgere un minimo di 60 ore di attività e al termi-ne sarà consegnato un attestato di partecipazione convertibile in crediti formativi scolastici.Il modulo di adesione per le as-sociazioni e gli enti che vogliano ospitare i giovani e per tutti i ra-gazzi che vogliano aderire al pro-getto è reperibile sul sito www.csvbelluno.it. Per ulteriori infor-mazioni contattare il responsabi-le del programma Paolo Capraro alla mail: [email protected] o alla sede del Csv Belluno in via del Piave 5 (tel. 0437 950374 e fax 0437 958273). (e.d.c.)

“CSV VOLONTARIO ANCHE TU ! ”

Consegna dei dipomiai giovani impegnati

con l’associazione Explora

GIOVANI, SCUOLA E PROMOZIONE DEL VOLONTARIATO

Platea stracolma e pubblico anche in galleria per il doppio appunta-mento con il nono spettacolo del-le Scuole in rete intitolato “Valori per volare”, che ha occupato il teatro comunale di Belluno nelle serate di mercoledì 23 e giovedì 24 aprile. Nella prima giornata si sono esibiti gli istituti compren-sivi della provincia che hanno aderito al concorso, nella secon-da serata invece gli studenti delle scuole superiori, per un totale di otto scuole partecipanti e di oltre 300 studenti impegnati sul palco-scenico.Ad aggiudicarsi il primo premio della seconda edizione del concor-so in memoria di Maurizio Dori-go, per la sezione elementari e me-die, è stato l'istituto comprensivo di Ponte nelle Alpi, gemellato con l'associazione Primavera, con lo spettacolo “Alfabeto delle cose belle”. È seguito il mini-concerto a tre brani dei piccoli musicisti e cantanti dell'istituto comprensi-vo n. 2 di Nievo gemellato con l'associazione Libera, e l'istituto di Sedico e Sospirolo, gemella-to con l'associazione Giovanni Conz, con “I diritti della Costi-tuzione”. A conquistare il primo premio delle scuole superiori è stato il Catullo, scuola gemellata con l'associazione Formarte e pri-ma classificata con lo spettacolo “Nessuno è perfetto” dedicato alle diversità fisiche e alle persone con disabilità, fatto in collaborazione con il Renier. A seguire il Polo Fol-

lador di Agordo, gemellato con Emergency e secondo classificato con “La festa della follia”. Terzo il liceo Galilei-Tiziano, gemellato con l'associazione Cucchini e sul podio grazie a “Quattro salti tra valori e pregiudizi”. Hanno par-tecipato anche il Renier con una formazione concertistica che si è esibita su tre brani, Wind of chan-ge, Les choristes e Happy ending; l'istituto Leonardo Da Vinci con letture espressive di prose e poe-sie su “Esodo e Foibe: una storia italiana”. Fuori concorso alcuni ragazzi delle Scuole in rete che hanno proposto un estratto del-lo spettacolo teatrale “Memoria di classe” di Maurizio Donadoni (intitolato per l'occasione “Storia di classe”) che ricostruisce gli ul-timi giorni dalla tragedia del Va-jont; infine Anna e Luca del Gali-lei assieme ad Aurora del liceo Dal Piaz di Feltre hanno letto alcuni brani sulla pace estratti da corri-spondenze tra Freud e Einstein alle soglie della Seconda guerra mondiale. Ai primi tre classificati sono andati premi in denaro per un valore complessivo di 1600 euro (raccolti con il supporto del Rotary, dell'associazione naziona-le Vittime civili di guerra e delle Scuole in rete), da spendere per sostenere il programma Scuole in rete o da devolvere a favore del volontariato. Tutti gli altri istituti sono arrivati qaurti a parimerito.Lo spettacolo costituisce il mo-mento creativo di un percorso di

formazione e di arricchimento che dura per tutto l'anno scolasti-co e che viene portato avanti con risorse interne alla scuola, coadiu-vate da esperti esterni. In base alla specializzazione di ogni istituto, le classi hanno intrapreso un percor-so di crescita indirizzato all'appro-fondimento e al rafforzamento di valori come l'impegno per sé, per gli altri e per il mondo, la citta-dinanza attiva, il dono, la gratu-ità, l'aiuto volontario. I lavori in classe consistono in viaggi, ap-profondimenti culturali sulle di-verse tematiche della cittadinanza e anche testimonianze da parte delle associazioni gemellate con ciascun istituto. Scopo di Scuole in rete è coinvolgere gli studenti in percorsi di cittadinanza attiva, con il coinvolgimento di tutta la comunità, nella convinzione che la promozione della società e dei giovani deriva dalla capacità delle scuole e di tutti gli adulti di far “sistema” educante.Lo spettacolo è stato organizzato in collaborazione con il Comune di Belluno e la fondazione Teatri delle Dolomiti, l’Ufficio scola-stico provinciale, è supportato dal Csv di Belluno ed è sponso-rizzato da Lattebusche, oltre che dal Consorzio Bim Piave. A fine anno scolastico si svolgerà il me-eting delle Scuole in rete per fare il punto, in modo meno artistico, ma più approfondito, del percor-so di crescita sul tema dei valori e della cittadinanza attiva. (f.v.)

SCUOLE IN RETE PER UN MONDO DI SOLIDARIETÀ E PACE

“VALORI PER VOLARE”Il nono spettacolo delle Scuole in rete della provincia di Belluno

CSVinforma6 Aprile 2014 CSVinforma 7Aprile 2014

SCUOLE IN RETE PER UN MONDO DI SOLIDARIETÀ E PACE

VIAGGIO DI EDUCAZIONE ALL’EUROPA LUNGO I BALCANILubiana, Zagabria, Karlovac, Dubrovnick, Zara e Spalato; sedi istituzionali come il Parlamento, le associazioni di cittadini, i luo-ghi della memoria e l’incontro con testimoni oculari delle atro-cità di guerra. Sono queste alcu-ne delle tappe e degli incontri più significativi che hanno segnato il viaggio dei 36 studenti delle scuole bellunesi (Galilei Calvi, Renier, Dal Piaz, Orsoline del Sa-cro Cuore, Polo Valboite, Fermi, Lollino e Della Lucia) che hanno aderito al progetto e al program-ma delle “Scuole in Rete per un mondo di solidarietà e pace” di viaggio nei Balcani, promosso e coordinato dal professore Franco Chemello e svoltosi all’inizio del mese di marzo. Una proposta che all’ultimo momento ha dovu-to rinunciare alle tappe previste in Bosnia (Mostar e Sarajevo) a causa di una situazione di nuovo incerta, ma che per questo non è mancata di motivi e momenti di

grande interesse. Il gruppo, di cui facevano parte anche insegnanti e adulti in rappresentanza del Prov-veditorato e del Centro di servizio per il volontariato, ha visitato il Parlamento a Zagabria; a Lubjana ha suscitato particolare interesse la visita ai luoghi che ospitarono gli incontri ufficiali per la firma dell’indipendenza della Slovenia. Nella croata Karlovac, città a sud di Zagabria dove l’esercito croato riuscì a fermare l’avanzata serba, il gruppo ha potuto vedere non solo i luoghi che furono teatro di guerra, ma anche le case e gli edifici che tuttora portano i segni della guerra e visitare il Museo che documenta quelle vicende. A Dubrovnik è stato emozionante poter vedere la città ricostruita dopo i bombardamenti. Terribi-le sapere che tutto il territorio è ancora cosparso di mine, come a Spalato e Zara. Arrivate a Spa-lato, le Scuole in Rete hanno incontrato Majic Tonci, respon-

sabile del Comitato dalmata per i diritti umani: è lui che ancor oggi, a distanza di anni dalla fine della guerra, cerca con molti ostacoli di ottenere giustizia per quanti furono perseguitati. Fra questi ultimi, il gruppo bellune-se ha incontrato una donna serba moglie di un croato che, vittima della pulizia etnica, fu costretta a lasciare la propria casa. Un viaggio molto apprezzato e che nei mesi scorsi era stato pre-parato con una serie di incontri dedicati all’educazione delle gio-vani generazioni all’Europa e alla conoscenza dei meccanismi psi-cologici e storico sociali che por-tarono alle foibe e alla scoppio della guerra nei Balcani. (g.s.)

CASE ANCORA DISTRUTTENELLA KRAJINA

IL RACCONTO DIELENA PRADE

Il viaggio delle Scuole in Rete mi è piaciuto molto, è stato di-

verso dai soliti viaggi d’istruzio-ne e molto profondo. In partico-lare mi sono piaciuti gli incontri di preparazione al viaggio, nei quali sono rimasta molto colpita dalle spiegazioni dei due pro-

SCUOLE IN RETE PER UN MONDO DI SOLIDARIETÀ E PACEfessori. Ho imparato veramente molte cose sui comportamenti della società e sui comporta-menti che un individuo tiene se ha un altro soggetto che lo spinge verso certe azioni o se c’è una massa di persone che si atteggia in un determinato modo. Anche il viaggio in sé mi è piaciuto molto, lo stare tutti insieme con gente che non co-noscevo e che poi ho conosciu-to, sentire le opinioni dei miei coetanei sulla guerra o su altri argomenti interessanti, condi-videre le giornate con persone adulte in modo differente da una gita qualunque. Tutti sono stati veramente simpatici e di-sponibili.Delle città mi hanno colpito Kar-lovac, con le case ancora evi-dentemente sfregiate da colpi

di armi, e Dubrovnik con le sue mura, anch’essa fortemente colpita dalla guerra. La serata organizzata con i due testimoni Tonci e Slovenska è stata molto interessante e profonda, anche se purtroppo è durata poco. Quando si sentono i raccon-ti di guerra dalle persone che l’hanno vissuta in prima perso-na è sempre toccante, perché ti rendi conto di quanto l’umani-tà certe volte sia crudele e sai che chi ti parla di sicuro non scherza o inventa fatti, perché vuole che la propria storia sia conosciuta per non dimenticare e forse per far sì che chi ascolta non commetta errori. Forse se il viaggio fosse durato qualche giorno in più, anche solo uno o due, avremmo avuto modo di visitare meglio alcune città, e di

riposarci un po’ di più in hotel, visto che eravamo per la mag-gior parte del tempo in corriera. Nonostante questo consiglie-rei di sicuro il viaggio ad altri ragazzi, perché non si finisce mai di imparare, e di sicuro, la maggior parte delle persone che conosco non sanno cosa sia successo pochi anni fa, a pochi chilometri di distanza da noi, come del resto nemmeno io lo sapevo prima di fare gli incontri di formazione. Se dovessi dare un voto complessivo al viag-gio, darei un bell’otto e mezzo. Questo sì che si può chiamare “ viaggio di istruzione”, perché chiunque lo ha fatto immagino abbia allargato le proprie cono-scenze in merito all’Ex Jugosla-via, alla guerra e ai meccanismi della guerra.

Il tavolo con i rappresentanti del Comitato diritti umani e i due traduttori: la professoressa Annamaria Pernechele e lo studente Nicola Sovilla

Consegna della maglia della Rete a Tonci Majic rappresentante del

Comitato Dalmata per i Diritti Umani e Slovenka, vittima della

pulizia etnica a Spalato

CSVinforma8 Aprile 2014 CSVinforma 9Aprile 2014

VIAGGIO DI EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ A LATINA

SCUOLE IN RETE PER UN MONDO DI SOLIDARIETÀ E PACE SCUOLE IN RETE PER UN MONDO DI SOLIDARIETÀ E PACE

Lo sportello “Scuola & Volontariato” del Csv di Belluno è protagonista da anni con i giovani studenti e gli insegnanti nei viaggi educativi e formativi alla cittadinanza attiva e partecipativa, sotto l’attenta regia delle Scuole in rete, con la partecipazione della Consulta provinciale degli studenti.Iniziamo una breve descrizione con il viaggio nei Balcani da Lubiana, Zagabria, Karlovac, Dubrovnick, Zara e Spalato; sedi istituzionali come il Parlamento, associazioni di cittadini, luoghi della memoria e l’incontro con testimoni oculari delle atrocità di guerra, effettuato nella prima decade di marzo. In parti-colare a Zagabria la visita del Parlamento; a Lubjana particolare interesse ha suscitato la visita ai luoghi che ospitarono gli incontri ufficiali per la firma dell’indipendenza della Slovenia. Nella croata Karlovac, città a sud di Zagabria dove l’esercito croato riuscì a fermare l’avanzata serba, il gruppo ha potuto vedere non solo i luoghi che furono teatro di guerra, ma anche le case e gli edifici che tuttora portano i segni della guerra e visitare il Museo che documenta quelle vicende. A Dubrovnick è stato emozionante poter vedere la città ricostruita dopo i bombardamenti, terribile sapere che il territorio è, comunque, ancora cosparso di mine, come a Zara e Spalato. In quest’ultima località la comitiva ha incontrato Majic Tonci, responsabile del Comitato dalmata per i diritti umani: è lui che ancor oggi, a distanza di anni dalla fine della guerra, cerca con molti ostacoli di ottenere giustizia per quanti furono perseguitati. Fra questi ultimi, toccante il confronto con una donna serba moglie di un croato, che da vittima della pulizia etnica fu costretta a lasciare la propria casa. Nei giorni 21,22 e 23 marzo si è svolto il secondo viaggio a Latina in occasione della diciannovesima edi-zione della Giornata della memoria e impegno vittime innocenti della mafia organizzato dall’associazione nazionale Libera.

Optiamo per i commenti degli studenti, la freschezza delle loro testimonianza è il futuro del nostro paese.

I viaggi formativi delle Scuole in rete con il volontariatodi Paolo CAPRARO

I giorni 21, 22 e 23 marzo 2014 ho partecipato al viaggio a Latina con alcune compagne di classe e i ragazzi delle Scuole in Rete. Per vari problemi di sovrapposizione con lo stage non ho potuto partecipare agli incontri di preparazione al viaggio, ma posso dire che il viaggio in se stesso è stato molto educativo, interessante e formativo. Mi ha insegnato e fatto scoprire dei lati sulla mafia che non conoscevo: i vari giri di soldi e l’enorme corruzione nei confronti della società. Del viaggio mi è piaciuto tutto, ma particolarmente quel lungo momento dove leggevano i nomi delle persone morte per colpa della mafia, e sentire quel silenzio di tristezza, inconsapevolezza ma anche rabbia e pau-ra. Non cambierei nulla del viaggio perché è stato molto toccante e significativo e sì, lo consiglierei perché oltre a essere un esperienza speciale e unica, essere li in mezzo a migliaia di persone e far sentire la tua voce ti fa sentir importante. Ovviamente dopo queste mie osservazioni capirete che di sicuro, molto volentieri, parteciperei ancora a questo viaggio. Se dovessi descriverlo in un aggettivo, dire che è stato eccellente. Insomma, una cosa sicuramente da fare e rifare tante volte, e comun-que ogni volta sarebbe come la prima perchè le emozioni che ti trasmette questa esperienza sono uniche. Il mio voto per questo viaggio quindi è 10.

Michela D.A.

Il viaggio fatto a Latina è stata un’esperienza fantastica, sia dal punto di vista culturale sia da quello umano. Oltre l’argomento e il significato di questo viaggio, importante e interessante, l’esperienza mi ha insegnato a vivere insieme agli altri, a condividere e a scambiare opinioni. Non cambierei nul-la, è stato perfetto in tutto, avrei forse fatto più seminari diretti a noi giovani, in ogni caso credo che parteciperò anche il prossimo anno, nonostante l’esame di maturità. Voto:10

Eleonora Gatti

Dagli incontri effettuati durante le settimane precedenti il viaggio, ho imparato diversi aspetti dell’Eu-ropa e del mondo che prima non conoscevo; è stato anche molto utile perché ci ha fornito un’idea dei luoghi che poi siamo andati a visitare. Ma anche dal viaggio stesso ho imparato molto, dalle città che abbiamo visitato e dai segni della guerra che esse portano con sé, una realtà che prima di questo viaggio non conoscevo appieno. Ho potuto anche confrontarmi con gli altri ragazzi e ascol-tare le loro idee e opinioni, anche durante il tragitto in corriera. Non saprei individuare un momento più interessante del viaggio, perché tutti i giorni per me sono stati significativi e belli; l’incontro con il Comitato Dalmata per i Diritti umani è stato forse il momento del viaggio più interessante, forse perché ho potuto ascoltare direttamente la testimonianza di due persone che hanno vissuto in quegli anni, durante la guerra, che hanno provato sulla loro pelle la paura e il dolore.In quell’ora ho capito davvero tutto ciò che la guerra porta con sé; perché nonostante queste azioni si possano vedere e ascoltare dovunque, in televisione o alla radio, non è mai come ascoltarle dalle persone che le hanno vissute. Il viaggio, come già detto in precedenza, per me è stato molto sod-disfacente, un po’ stancante a causa delle lunghe ore trascorse in corriera, ma è comunque stato un bel viaggio che consiglierei ad altri, soprattutto per il suo aspetto formativo dal punto di vista culturale ma anche personale. Sarei interessata ad altri viaggi organizzati dalle Scuole in Rete, ma a volte mi è difficile riuscire a trovare il tempo, a causa dei vari impegni che mi assumo durante l’anno scolastico. Una frase, per far capire cosa abbia rappresentato per me il viaggio, potrebbe essere: «Un viaggio straordinario, in cui ho potuto divertirmi, ma anche imparare aspetti nuovi del mondo e delle persone». Il voto complessivo che darei a questi cinque giorni è 8.

Veronica Maraga

CSVinforma10 Aprile 2014 CSVinforma 11Aprile 2014

CON GLI OCCHI DEGLI STUDENTI

IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTO IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTO

Il 3 febbraio il presidente della Comunità montana feltrina Ennio Vigne, il sindaco del Comune di Feltre Paolo Perenzin, il presidente del Comitato d’Intesa di Belluno Giorgio Zampieri e il presidente della co-operativa sociale Dumia scs onlus Luciano Cecchin, hanno siglato nella sede della Cmf, alla presenza del dirigente della direzione Servizi sociali della regione Veneto Franco Moretto, un importante protocollo di intesa che ne sancisce la pluriennale collaborazione in materia di progetti di servizio civile nazionale e re-gionale. Da anni infatti i quattro enti, con la collaborazione del Centro di servizio per il volontariato della provincia di Belluno, collaborano in rete con l’obiettivo di migliorare l’attività di progettazione collegata ai bandi per l’impiego di giovani da avviare al servizio civile sia nazionale sia regionale, l’offerta didattica e la formazione, il monitoraggio e la supervisione delle attività dei “civilini”, l’aggiornamento degli operato-ri locali di progetto (Olp) e dei formatori. Gli enti hanno più volte sperimentato percorsi di cooperazione e ottimizzazione dell’uso delle risorse migliorando la qualità dei servizi come anche i rapporti con altri soggetti del territorio, in collegamento con l’ufficio regionale per il servizio civile, la Consulta regionale servizio civile e lo Csev (Coordinamento spontaneo enti e volontari servizio civile del Veneto).Si è dunque deciso di dare evidenza alla collaborazione in atto e di dare anche un segnale di quanto sia importante la sinergia e il gioco di squadra tra enti pubblici e del privato non profit. Soprattutto in un mo-mento di perdurante crisi finanziaria e conseguente riduzione della capacità di investimento a tutti i livelli, mettere in comune saperi e know how consente di mantenere elevati standard di qualità nel servizio reso. Anche tenendo conto della crescente rilevanza del servizio civile come esperienza finalizzata a “costruire insieme comunità”, un momento di crescita dei giovani e di passaggio verso una partecipazione attiva alla vita sociale e civile, anche in chiave professionalizzante e quindi lavorativa.L’accordo di rete è stato sottoscritto in via sperimentale per la durata di due anni e vede per questo primo biennio il Comitato d’Intesa quale ente capofila, ruolo che sarà esercitato a turno da ciascun aderente. La rete è ovviamente aperta alla collaborazione futura di altri soggetti interessati a promuovere il servizio civile. Sono previsti dal protocollo due diversi organi di gestione: il coordinamento dei rappresentanti legali, con un ruolo di indirizzo, e un gruppo operativo di progetto con compiti maggiormente operativi.

Nevio Meneguz

PROTOCOLLO D’INTESA TRA GLI ENTI GESTORI DEL SERVIZIO CIVILE

LA VOCE DEI RESPONASBILI DEL TAVOLO TECNICO DEGLI ENTI GESTORIAngelo Paganin e Paolo Capraro, referenti per il Comitato d’Intesa e per il Csv di Belluno: «Il servizio civile è una forma di impegno e coinvolgimento dei giovani nei confronti della loro patria e quindi del territorio», afferma Paganin, «ogni ente che ospita i ragazzi in servizio civile può avere l’opportunità di completare o migliorare le proprie progettualità, dando al tempo stesso ai giovani esperienze anche in autonomia e responsabilità. Il caso del servizio civile al Comitato d’Intesa è un riuscito mix di lavoro e volontariato: due ambiti che si accompagnano perfettamente. A mio parere si dovrebbe trovare un modo a livello nazionale per istituire un servizio civile obbligatorio, che sarebbe uno strumento molto efficace per accrescere il senso civico e la partecipazione. Proprio per questo abbiamo sollecitato la creazione del tavolo tecnico provinciale che ci permetta di valorizzare le capacità dei ragazzi e della ragazze bellunesi e di capire meglio i bisogni del territorio. C’è poi l’ulteriore livello regionale con lo Csev, di cui il Comitato d’Intesa è membro, e la consulta regionale del servizio civile che abbiamo contribuito a rilanciare». «Con il servizio civile l’ente ospitante impara a far crescere nuove leve al suo interno e si proietta verso il futuro», aggiunge Capraro, «ai giovani viene data la possibilità di acquisire diverse competenze formali e non solo. Il Comitato d’Intesa e il Csv offrono ai “civilini” una vasta panoramica a livello territoriale e nazionale in cui ciascuno può cogliere alcune occasioni utili, maturando e mettendosi in gioco in prima persona. In definitiva è un laboratorio di vita in cui si è protagonisti del proprio fare e decidere. Data la debolezza geografica e politica della nostra provincia è stato naturale creare una rete come unione tra istituzioni ed enti di diverso grado per cooperare insieme. Con questo approccio si spinge all’innovazione e si creano nuove opportunità per i nostri giovani che devono far fruttare qui le loro straordinarie ricchezze personali e non “fuggire” all’estero».

Dice Andrea Raveane per la Comunità montana feltrina: «Il bando nazionale attualmente attivo ha 23 ra-gazzi suddivisi tra il progetto “Al di là del libro: l’avventura continua” (in coprogettazione con il comune di Feltre, il Cilp e la provincia di Belluno) con 17 ragazzi impegnati nelle biblioteche e nei musei comunali, e il progetto “Per un territorio pulito e sicuro: l’avventura continua” (con partner la provincia di Belluno) per l’aggiornamento dei piani intercomunali di protezione civile. Questi i comuni coinvolti: Alano di Piave, Cesiomaggiore, Fonzaso, Pedavena, Quero Vas, Santa Giustina, San Gregorio nelle Alpi e Seren del Grappa. Inoltre alcuni giovani sono attivi nella sede della provincia di Belluno e nel museo etnografico di Seravella a Cesiomaggiore. Ai colloqui si sono presentati in più di cento candidati e tutti con curriculum notevoli, quindi la selezione non è stata facile perché appunto i posti erano limitati. Hanno tutti dato dimostrazione di grande spontaneità e professionalità. Tutti quelli che abbiamo scelto sono partecipi con un supporto che va oltre le attività ordinarie, sia per quanto riguarda l’organizzazione di eventi culturali sia nelle mansioni legate alla protezione civile. Non trascuriamo poi l’aspetto molto significativo delle diverse ore di formazione collettiva».

Laura Carazzai per il Comune di Feltre: «Tre dei posti sopracitati sono a carico del Comune e sono sud-

CSVinforma Aprile 2014 CSVinformaAprile 201412 13

Sono Alex Sommacal e Paola Benvegnù i due nuovi civilini che opereranno per 30 ore set-timanali con il servizio civile nazionale al Comitato d’Intesa fino all’inizio del 2015.

Paola si è dedicata al lavoro di ufficio con la rendicontazione chilometrica del servizio di tra-sporto e accompagnamento Stacco, al supporto dell’associazione Aitsam, ai corsi formativi

itineranti del laboratorio Inquadrati del Csv e ai mercatini in piazza per la raccolta fondi a favore del Co-mitato d’Intesa. «In questi mesi ho potuto conoscere la variegata realtà della Casa del volontariato e devo dire che ci sono stati molti spunti interessanti. Infatti ho potuto toccare con mano l’aspetto organizzativo e professionale del mondo del terzo settore: l’altra faccia del volontariato».

Alex invece si è buttato con dinamismo nella guida dei mezzi del Comitato d’Intesa. «Dopo aver parte-cipato qualche anno fa al progetto “Csv volontario anche tu” sono tornato al Comitato come autista dei mezzi del trasporto solidale “Stacco”. Le mie mansioni sono quelle di supporto alla segreteria e al proto-collo del Comitato d’Intesa, anche se mi adatto alle esigenze di ogni giorno. La cosa che preferisco di più però è usare i mezzi di trasporto: all’inizio ho affiancato i volontari in servizio e successivamente mi sono

divisi tra la biblioteca civica, l’ufficio giovani e l’ufficio cultura. Il servizio civile è sicuramente un valore aggiunto e devo dire che i giovani sono proprio bravi. Hanno grande spirito di collaborazione, di disponi-bilità e praticità, che è stata molto utile nel supporto ad alcune manifestazioni che abbiamo organizzato, come ad esempio la Fiera dell’oggetto ritrovato. Ci abbiamo creduto ed è stata premiata la forza di fare rete: mettendoci insieme con gli altri enti gestori abbiamo più forza e opportunità».

Elena Lirusso per la cooperativa sociale Dumia di Feltre: «Nel nostro caso il servizio civile è vincente per tre aspetti in particolare. Il primo è la funzione che svolgono i giovani, che si pongono anche come “edu-catori alla pari” (peer educator) nei confronti degli ospiti del nostro centro, nel senso che attraverso i valori che esprimono e i loro comportamenti possono essere un efficace esempio, data anche l’età. Il secondo riguarda i civilini stessi, che possono toccare dal vivo la loro vocazione per il sociale e sperimentare in con-creto un primo approccio in questo settore. Un approccio che, come dimostrano molti casi nel passato, si è poi rivelato importante per trovare poi lavoro, magari all’interno della cooperativa stessa che ne ha notato le qualità durante i mesi di servizio civile. Infine sottolineo l’importanza della rete provinciale a cui va un sincero ringraziamento: senza di essa la nostra piccola realtà non sarebbe stata in grado di sostenere gli oneri burocratici e formativi di un bando di servizio civile e probabilmente avremmo dovuto rinunciarvi».

Enrico De Col

IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTOCSVinforma Aprile 2014 CSVinformaAprile 2014

LA PRIMA ESPERIENZA DEI NUOVI CIVILINI AL COMITATO D’INTESA

messo alla guida in prima persona per accompagnare i vari utenti in tutte le zone della provincia dove c’è stato bisogno. Come primi mesi sono stati decisamente positivi: ho conosciuto tanta gente, anche con opi-nioni diverse, e questo aiuta anche a superare la mia naturale timidezza. Ho trovato tanta collaborazione con i volontari ed ho scoperto che il sociale è proprio l’ambito in cui mi piacerebbe lavorare, magari come autista delle ambulanze». (e.d.c.)

IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTO

IL BILANCIO CONCLUSIVO DEI CIVILINI USCENTI:

Sta terminando l’anno di servizio civile regionale al Comitato d’Intesa per i sette giovani del turno 2013-2014. È stata una squadra unica nel suo genere, sia per il numero di componenti sia per l’affiatamento e le peculiarità di ciascuno di loro. Ragazze e ragazzi che si sono resi protagonisti anche al di là dei loro compiti ordinari, arrivando a proporre progettualità autonome che saranno sviluppate nei prossimi mesi.

Martino Della Vecchia

«Nonostante alcune criticità quotidiane è stato un anno positivo. Certo, ci sono stati dei problemi come è normale, che sono però stati prontamente risolti. Un ringrazia-mento va a tutto lo staff con cui ho lavorato benissimo, ai volontari dei trasporti e della segreteria, al mio responsabile Dario Emeri e a tutti i miei colleghi civilini. Tutti mi hanno dato qualcosa e io spero di aver dato qualcosa di mio agli altri. In futuro potrei ripetere il servizio civile con il bando nazionale e comunque mettere in pratica nel mondo del lavoro ciò che ho imparato in questi mesi e, perché no, collaborare ancora con il Comitato d’Intesa». Voto 8

Laura De Riz

«Il bilancio è positivo, in primis per via dell’ottimo gruppo di lavoro, poi per lo spa-zio avuto per sviluppare in autonomia alcune nostre proposte progettuali. Un grande plauso va dunque a tutto lo staff del Csv (in particolare al direttore Nevio Meneguz) che ci ha dato, soprattutto in questo settore, un grande aiuto e costante supporto, tecnico e non solo. Unica nota negativa è una certa mancanza di organizzazione in-terna e di una chiara definizione di alcuni ruoli. L’esperienza è stata utile, sopratutto i mesi dedicati a lavorare sul nostro progetto. Sulla scorta di questo spero ancora di continuare in qualche modo a operare nel mondo del terzo settore». Voto 8

Laura Cappellari

«Sono molto soddisfatta del percorso intrapreso. Seguire il progetto Stacco mi ha permesso di relazionarmi con diverse persone e quindi capirne i bisogni, le preoccupazioni e cercare le soluzioni per soddisfare ogni loro esigenza nel modo migliore possibile. Un aspetto molto positivo è stata l’efficace collaborazione con i professionisti del Csv e con i tecnici che seguono il portale informatico con l’obiettivo di potenziare l’ac-

1. AL COMITATO D’INTESA

14 15

cesso al servizio per rendere più autonome le associazioni nell’inserimento dei dati. Nel mese di gennaio ho saputo che la regione Veneto ha finanziato una parte dell’importo per l’acquisto di un nuovo mezzo, in base a una domanda di contributo fatta la scorsa estate. Questa notizia mi ha fatto molto piacere perché sono convinta che permetterà di migliorare l’efficienza del servizio. Per il futuro mi auguro che le competenze ac-quisite si riflettano positivamente nella quotidianità e che la rete di rapporti costruiti continui a creare occasioni di confronto e crescita personale».

Anita Tisat«È stato un anno molto produttivo in cui ho imparato un sacco di cose e conosciuto re-altà che mi hanno aperto nuove strade. Dopo la laurea ho passato un periodo in cui era difficile trovare un lavoro nel settore sociale e umanistico, quindi questa è stata davvero una bella opportunità. Abbiamo riscontrato alcune difficoltà gestionali, soprattutto nel coinvolgimento delle persone per i focus group tematici sull’amministrazione di so-stegno, ma quando li abbiamo realizzati c’è stata una bella condivisione e trasmissione di passione. Inoltre abbiamo raccolto già i primi interessanti dati a riguardo. Poi ho ampliato la mia rete di contatti, per esempio continuando il progetto di formazione bioetica nelle scuole a cui avevo partecipato gli anni scorsi e con nuove progettualità

sostenute dal Csv stesso. Grazie a tutti i referenti e anche alla Casa del volontariato a Belluno: importante luogo di condivisione, per esempio con i suoi appartamenti dove abbiamo pranzato in compagnia. Spero di lavorare ancora insieme con il gruppo di civilini, con il quale si è costruito un bel rapporto di amicizia. Tante sono le competenze acquisite: ho conosciuto il mondo del volontariato provinciale e dell’ammini-strazione di sostegno, ho imparato a lavorare in gruppo e su progetti. Spero quindi di continuare ancora su questa strada». Voto 9

Elisa Modolo«È stata un’esperienza di grande crescita professionale e personale, in cui ho conosciuto tanto e mi sono fatta a mia volta conoscere nel territorio provinciale. Negli ultimi mesi mi sto dedicando alla stesura di una guida pratica per gli amministratori di sostegno che corona tutte le attività che ho svolto in precedenza. Ringrazio in generale il Comi-tato d’Intesa per questa opportunità e la mia referente Alessia Munaro per aver visto del potenziale in me. Il settore dell’amministrazione di sostegno è un ambito particolare che unisce le competenze legali a quelle sociali, è in forte crescita e spero che abbia sem-pre più un ruolo attivo, anche con un legge regionale che finalmente dovrebbe sostene-re maggiormente gli sportelli. Durante questi mesi di servizio civile ho imparato molto sull’iter pratico gestionale dell’amministrazione di sostegno e spero sia solo l’inizio di

una possibile esperienza futura». Voto 8,5

Sabrina Campigotto

«In questi mesi ho potuto conoscere la realtà dell’amministrazione di sostegno bellunese, in particolare i volontari che hanno una grande motivazione e sensibilità. Di recente ho dato un supporto organizzativo e ho frequentato il corso del Csv sulla “Disabilità nell’età adulta” che è stato un importante stimolo forma-tivo anche dal punto di vista del mio campo professionale. Ho seguito anche il progetto sul volontariato nelle stazioni ferroviarie impresenziate, pur con le sue difficoltà, e elaborato dati sui questionari dei pre-

IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTO IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTOcedenti operatori in servizio civile, dove è emersa la difficoltà per i giovani di approdare nel mondo del lavoro. Mi sono trovata bene e ringrazio la mia referente Alessia Munaro e tutto lo staff perché è sempre stato molto aperto e fiducioso in noi, oltre che il gruppo di civilini. È stato bello lavorare in squadra e spesso in coppia con la mia collega Anita, con cui abbiamo condiviso bei momenti. Ci sono state alcune piccole criticità e, per que-stioni di tempistiche, non tutti i progetti previsti sono stati portati a termine. Tra questi il libro che dovrebbe fotografare la realtà dell’amministrazione di sostegno in provincia, anche se spero di realizzarlo in qualche modo anche dopo aver finito il mio periodo di

servizio. Infine spero di continuare ancora a collaborare nel settore dell’amministrazione di sostegno e con il Comitato d’Intesa». Voto 8,5

Enrico De Col«Quest’anno è stato per me di grande stimolo per conoscere tantissime realtà e ascol-tare diverse persone, cementando una cospicua rete di relazioni. Ho avuto l’occasione di girare molto la nostra fantastica provincia e di gestire in prima persona alcuni per-corsi di approfondimento su cui ho avuto “carta bianca”, tra cui alcuni con le scuole. Entusiasmante anche il fatto di aver tenuto le lezioni del corso sull’informazione per le associazioni della provincia organizzato dall’ufficio stampa in varie tappe, di cui una per le consulte giovani provinciali. Grazie quindi a tutto lo staff del Csv e al direttivo, in particolare ai consiglieri Antonio Dazzi e Luigino Fornasier, e al mio referente Paolo Ca-

praro per avermi sempre dato consigli e contatti utili e, in alcune occasioni, reso protagonista. Non posso poi non ringraziare tutti i miei compagni di viaggio: i civilini con cui ho condiviso bellissimi momenti e con cui spero di lavorare ancora in futuro. Ho riscontrato che c’è ancora molto da fare nel settore della co-municazione sociale in provincia di Belluno, le associazioni devono fare più rete e rendersi più consapevoli del proprio ruolo, anche nello stesso Csv e Comitato d’Intesa ci sono delle grandi potenzialità inespresse in questo senso. Grazie a questi mesi di servizio ho quindi potuto raffinare le mie capacità giornalistiche. Il mondo della comunicazione, così come quello della scuola, è quello in cui ho lavorato e in cui vorrei lavo-rare in futuro: ambiti nei quali potrebbe intrecciarsi ancora il Csv». Voto 8,5 (e.d.c.)

2. ALLA COOPERATIVA DUMIAUn’esperienza ricca per le due ragazze che, nell’ambito del bando 2013-2014 del servizio civile regionale al Comitato d’Intesa, sono state impiegate presso la cooperativa sociale Dumia a Feltre.

Ilaria Carelle

«Mi ha sempre affascinata l’area delle tossicodipendenze, infatti durante l’università ho svolto un tirocinio di 9 mesi all’interno di un Sert. Per questo non appena ho visto che c’era la possibilità di svolgere il servizio civile in una comunità terapeutica, ho fatto subito domanda. Quest’esperienza mi ha arricchita molto sia da un punto di vista professionale sia umano e sono davvero dispiaciuta nel realizzare che tra poco avrò finito questo percor-so. Mi sono trovata molto bene con tutti, operatori, educatori e psicoterapeuti che hanno sempre cercato di farci sentire utili - e in alcuni casi anche indispensabili - e di renderci partecipi di tutto ciò che avveniva alla Dumia, senza però farci pesare i momenti difficili o

CSVinforma Aprile 2014 CSVinformaAprile 201416 17

di stress. Credo poi di aver costruito un buon rapporto anche con gli ospiti. Mi sono resa conto che l’ambito delle tossicodipendenze è proprio quello in cui mi piacerebbe lavorare. Se sarà possibile, credo farò domanda alla cooperativa anche l’anno prossimo per un nuovo turno di servizio civile.» Voto 9,5

Martina Colle

«Ho scelto la cooperativa Dumia perché mi ero da poco laureata in sociologia con una tesi sulle dipendenze e mi sembrava naturale provare un’esperienza lavorativa in un ambiente di aiuto per le persone afflitte da dipendenze da alcool e droghe, tematiche che fino a quel momento avevo affrontato solo sui libri universitari. Da allora mi sono cimentata in va-rie mansioni: dall’affiancamento delle educatrici nell’organizzazione di attività comunitarie come i laboratori creativi ai corsi di lingua inglese e di pasticceria, alle gite e uscite per far conoscere anche a coloro che vengono da fuori provincia le ricchezze storiche e culturali delle nostre zone. Non meno importante è la parte di cura, che riguarda il supporto alle necessità

quotidiane degli utenti, guidandoli nelle pulizie e nella preparazione dei pasti nella struttura dove alloggiano e accompagnandoli a visite mediche e nel disbrigo di commissioni varie. Vorrei ringraziare in particolare un’amica che ha fatto il servizio civile negli anni precedenti, incuriosendomi a tal punto da volerlo provare in prima persona, poi i civilini con cui ho condiviso la formazione, sperando che il futuro riservi a tutti noi delle altre occasioni di crescita come questa. Infine ringrazio Manuel ed Elena per avermi scelta tra tutti coloro che avevano presentato domanda alla Dumia ed aver fatto sì che tutto questo sia potuto accadere. Durante quest’anno ho imparato a livello professionale molte nozioni specifiche riguardanti ad esempio il mondo del-le dipendenze e il loro trattamento, l’inquadramento giuridico e il funzionamento di una cooperativa sociale, insieme alle mansioni e competenze dell’educatore di comunità. Le mie aspettative sono quelle di continuare a lavorare nel settore del sociale, già per il momento esaudite in quanto ho avuto di recente una proposta lavorativa in un’altra cooperativa, accettata con l’entusiasmo di una nuova sfida in cui misurarmi. Questa è l’ennesima conferma che il sevizio civile non è sempre fine a se stesso ma può, come nel mio caso, offrire nuove e stimolanti opportunità». Voto 9 (e.d.c.)

IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTO

Anche il Csv di Belluno è stato presente alla manifestazione Arena di pace e disarmo organizzata a Verona il 25 aprile da una rete di associazioni, enti e fondazioni nazionali e internazionali. Ben 13 mila persone si sono recate all’arena di Verona per ascoltare diversi interventi con relatori di grande interesse: sul palco si sono

succeduti l’ex partigiana Lidia Menapace, don Luigi Ciotti, padre Alex Zanottelli, il sindaco di Messina Renato Accorinti, Gad Lerner che ha intervistato i sindacati e le Acli e tanti altri. Non sono mancati diversi intermezzi musicali molto apprezzati, tra cui quelli di Simone Crisiticchi ed Eugenio Finardi. Sono stati lanciati alcuni messaggi importanti come la necessità di tagliare i fondi per l’acquisto degli aerei militari F35, spesa considerata non prioritaria e di sostenere maggiormente i progetti di servizio civile.La squadra bellunese, composta da alcuni ragazzi in servi-zio civile e dal vicedirettore del Csv di Belluno Angelo Paga-nin, si è unita agli altri partner dello Csev, il Coordinamento spontaneo degli enti e volontari di servizio civile del Veneto. Alla fine dell’intensa giornata c’è stata una grande soddisfa-zione per il bel momento passato in compagnia, all’insegna dei valori della pace e dei diritti civili. (e.d.c.)

ARENA DI PACE E DISARMO

IL SERVIZIO CIVILE: UN VALORE AGGIUNTOCSVinforma Aprile 2014 CSVinformaAprile 2014

IL LAVORO NOBILITA L’UOMO, IL SERVIZIO CIVILE LO ABILITA*presa di posizione dello Csev sul mancato stanziamento di fondi comunitari per il SC

*Nei mesi scorsi in Veneto si è svolta una fase delicata per soste-nere la formazione e l’inserimento professionale dei giovani attraver-so l’attuazione del piano europeo Garanzia giovani. Il consiglio re-gionale, con non poche tensioni anche tra la maggioranza, ha de-ciso di non destinare al servizio civile nemmeno una piccola parte degli ingenti finanziamenti comu-nitari previsti per potenziare, rive-dere e migliorare la rete di azioni, percorsi e servizi che facilitino l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. Tutto ciò sebbene il servi-zio civile sia stato fatto rientrare tra queste possibilità di facilitazio-ne dagli stessi soggetti che si oc-cupano dello studio delle linee di finanziamento a livello nazionale, come si può verificare leggendo le valutazioni di Italia Lavoro o di Isfol.L’istituto del servizio civile fin dalla sua origine è stato concepito come strumento di formazione alla per-sona che nel corso del tempo e per le mutate condizioni socio-econo-miche attuali ha assunto anche un ruolo rilevante nella formazione professionale e nello sviluppo di competenze trasversali, che oggi risultano fondamentali per il futu-ro lavorativo dei giovani. Tutto ciò in una cornice nella quale si pro-muove un approccio fondato sui valori costituzionali di salvaguar-dia e difesa del patrimonio collet-tivo sia esso sociale, ambientale, artistico-culturale, storico.Non sono bastati i dati forniti dall’indagine ideata dai numero-si enti che da tre anni animano il

Coordinamento spontaneo enti e volontari di servizio civile (Csev). L’indagine è stata condotta nel 2012 su 900 ex volontari coinvolti in progetti all’interno della regione Veneto, a conferma delle evidenze empiriche dei molteplici enti sia pubblici sia del privato sociale con pluriennale esperienza. Tali evi-denze trasversali ai vari contesti territoriali si stanno moltiplican-do e stanno consolidando gradual-mente la loro rilevanza statistica, ma al contempo i dati già disponi-bili non possono essere miscono-sciuti come importante indicatore di un processo in evoluzione. Pur-troppo per il servizio civile, per i giovani e per la collettività anche questi dati sono stati ingenerosa-mente sottovalutati, spogliandoli soprattutto di quel valore di visio-ne di futuro che in sé rappresen-tavano. Negli ultimi anni stiamo assistendo alla crescita della disoc-cupazione giovanile e all’esplosio-ne del fenomeno “Neet”, giovani che non lavorano, non investono sulla propria formazione e hanno smesso di cercare lavoro, decine di migliaia in tutto il Veneto. La crisi è economica, ma anche sociale e di valori. Investire sul servizio ci-vile significa affrontare tutti questi aspetti, offrendo alle nuove gene-razioni uno spazio per apprendere e sperimentare le proprie com-petenze, prepararsi al mondo del lavoro e formarsi come cittadini. Ma così non sarà, almeno per il momento, sebbene si stiano dif-fondendo in questo periodo ri-cerche ed indagini a sostegno del valore aggiunto dell’esperienza di

servizio civile nei termini del mi-glioramento dell’occupabilità dei giovani. In consiglio regionale ha prevalso la concezione che relega, secondo una visione anacronistica, i gio-vani in servizio a “lavoratori so-cialmente utili poi difficilmente impiegabili altrove” e i progetti di servizio civile a “politiche sociali o assistenziali”. Così come da tem-po noto a tutti gli enti impegna-ti, agli oltre 15 mila giovani attivi quest’anno, alle decine di migliaia che hanno concluso l’esperienza negli anni scorsi, ai beneficiari che hanno ottenuto maggiori servizi grazie alla loro presenza, è neces-sario operare un cambio culturale e attribuire al servizio civile la di-gnità che merita quale strumento strategico per la crescita e la for-mazione professionale dei giovani. Su questo traguardo, pur pren-dendo atto della conferma e del leggero potenziamento (da 600 a 700 mila euro) del servizio civile regionale attingendo dai fondi re-gionali, registriamo con speranza e con riconoscenza la posizione dei consiglieri di maggioranza e op-posizione che ci hanno creduto e ci attiveremo in tutte le sedi locali e nazionali con tutti gli interlocu-tori possibili perché si possa porre rimedio a quello che consideriamo un vero e proprio errore strategi-co, oltre che culturale e politico.

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LA PAROLA AL DIRETTORENevio MENEGUZdirettore Csv di Belluno

BILANCIO CONSUNTIVO DEL 2013Il bilancio economico 2013 del Csv di Belluno chiude con un risultato positivo: utile di € 1.194,27. Si sono stati registrati oneri per € 482.774,52 a fronte di proventi per € 483.968,79. Il costante monitoraggio dei costi e delle entrate extra rispetto a quelle asse-gnate (€ 37.590,89) ha consentito un equilibrio so-stanziale del bilancio e di realizzare qualche attività in più rispetto a quelle previste. Di per sé il risultato può sembrare poca cosa, ma quello che però fa guardare avanti con maggiore tranquillità rispetto agli anni scorsi è la capacità che la struttura ha avuto di accumulare un avanzo di amministrazione al 31/12/2013 pari a € 296.667,01. Quindi nonostante nel 2013 il Csv di Belluno abbia avuto una riduzione delle risorse rispetto al 2012 pari a - 11,92%, nella gestione si è realizzata un’ul-teriore crescita dell’avanzo di amministrazione per un +9,98% (l’avanzo al 31/12/2012 era pari a € 269.755,91). Un tesoretto che permetterà al Csv di destinare risorse aggiuntive rispetto alle somme che saranno assegnate nel triennio 2014-2016 in base all’accordo nazionale, sottoscritto a giugno 2010 e aggiornato a ottobre 2013. Disponibilità che saran-no destinate esclusivamente ai progetti realizzati dalle organizzazioni di volontariato bellunesi iscritte nell’apposito registro regionale e che, stante il per-durante momento di crisi economica e finanziaria, saranno comunque oggetto di prudente gestione da parte del consiglio direttivo e della struttura del Csv di Belluno. Nel 2013 le risorse inizialmente destinate su bando alla progettazione sociale delle odv ammontavano a € 105.000,00. Successivamente il consiglio direttivo ha deciso di operare una variazione di bilancio, as-segnando risorse aggiuntive per i bandi destinati alle odv pari a € 25.000,00 e prelevando una parte dell’a-vanzo di amministrazione per metterla a disposizio-ne del volontariato bellunese, rendendo così meno grave la riduzione delle disponibilità. Infine grazie al recupero di ulteriori risorse, il budget complessiva-mente destinato ai progetti sociali delle odv è stato pari a € 151.120,00. Questo a testimonianza della forte attenzione riservata dal Csv alla progettazione sociale espressa dalle associazioni locali.

Nel corso dell’anno le attività svolte sono state molte in tutti gli ambiti di intervento. Lo testimonia la ricca relazione sociale delle attività consultabile (insieme al bilancio) nella sezione “Chi siamo” del portale in-ternet del centro: www.csvbelluno.it Sia nel campo della promozione del volontariato giovanile sia della formazione alle associazioni l’offerta è stata ampia e variegata, nonché oggetto di buona partecipazio-ne. Nel settore delle consulenze vi è stata minore richiesta nelle materie più tradizionali mentre sono cresciute notevolmente le richieste di supporto nelle materie più complesse, come sicurezza e privacy. Si è inoltre ulteriormente ampliata la platea delle tipo-logie di soggetti del territorio che si rivolgono al Csv di Belluno per avere consulenze. Grazie a contributi ad hoc del Ministero dei Beni e delle Attività Cultu-rali si è potuto alimentare il Centro documentazione con strumentazione elettronica e dotazione di libri. L’ufficio stampa ha visto colmata la lacuna lasciata dal compianto Maurizio Dorigo e ha ripreso slancio con una costante tensione all’informazione attraver-so i canali istituzionali (newsletter, portale internet, Facebook e da ultimo Twitter). Importanti poi an-che le azioni su cui operatori e consiglieri del Csv si sono spesi per tessere e formalizzare relazioni con altri soggetti del territorio, sia pubblici che privati non profit, ad esempio nel campo del servizio civile, delle consulte giovanili e delle Pro loco. Attività di animazione territoriale preziosa per mettere a frutto esperienze diverse in chiave di ottimizzazione delle risorse e potenziamento dei servizi.Non da ultimo ottimo riscontro ha dato l’avvio di un innovativo percorso di ascolto dei territori su un tema di crescente attualità: “Il ruolo del volontariato nella gestione del bene comune” i cui frutti matureranno senza dubbio nella programmazione delle attività del 2014.Terminando la sintetica carrellata, va sottolineata l’attività svolta in sinergia con gli altri Csv del Veneto per ottenere un cambiamento nelle modalità di ren-dicontazione delle attività e la loro programmazione a partire dal 2014. Una rivoluzione che dai numeri si riversa sulla capacità di esprimere progettualità da parte dei Csv veneti.

I PIANI DI LAVORO PER IL 2014 E PER IL TRIENNIO 2014-16Il 2014, per i Csv del Veneto, si annuncia come un anno di transizione. Un anno di svolta, e per molti aspetti, carico di attese. Un primo aspetto positivo riguarda le risorse. L’intesa nazionale (ACRI - Volon-tariato) del 16 ottobre 2013 rappresenta un impor-tante caposaldo per la programmazione delle attivi-tà dei Csv italiani per il triennio 2014-2015-2016. Se da un lato infatti vengono ribadite le difficoltà col-legate al persistere della crisi finanziaria, dall’altro vengono garantite le risorse stabili per l’intero arco temporale, e questo permette ai Csv di programma-re una attività di medio periodo guardando ai biso-gni dei propri territori e organizzando una risposta che consenta il dispiegarsi delle azioni progettuali programmate, mantenere e potenziare i servizi già avviati, progettare nuove iniziative, monitorare e va-lutare l’efficacia delle azioni poste in essere e ripro-gettare tenendo conto degli esiti della valutazione. Ciò consentirà a Consiglio Direttivo e struttura del Csv di Belluno di formalizzare (finalmente) un piano strategico e piani operativi annuali.Il piano strategico ha durata pluriennale (tre anni) e definisce obiettivi, strategie e priorità di me-dio periodo partendo da una analisi del contesto di riferimento. Esso costituisce la cornice all’inter-no della quale si collocano i piani operativi annua-li. I piani operativi hanno decorrenza annuale e costituiscono la traduzione in pratica degli obiettivi e delle finalità di ordine strategico e degli elementi dell’analisi e della valutazione dei programmi pre-cedentemente realizzati. La programmazione per il 2014 parte da una analisi del contesto locale in cui il Csv di Belluno opera, che sta evidenziando alcuni aspetti critici su cui concentrare l’attività. Senza di-menticare ovviamente le indicazioni contenute nella delibera n. 2/2014 con cui il Comitato di Gestione del Fondo Speciale Regionale per il Volontariato del Veneto assegna ai 7 Csv della regione i fondi 2014, secondo cui “Le risorse assegnate dalla Fondazio-ni Bancarie – legge n. 266/91 e legge regionale n. 40/93 – devono far lievitare una convinta riflessione ed elaborazione di azioni coerenti che mettano in primo piano le emergenze, i disagi e le povertà che le “PERSONE E LE FAMIGLIE” rivolgono alla socie-tà ed al volontariato in modo particolare per essere aiutate, “viste” e accompagnate”.Quindi la crisi economica, in primis, continua ad essere veicolo di bisogni da “vedere” e affrontare, cercando di fare in modo che il Volontariato locale abbia gli strumenti idonei a farlo rispettando, e non travalicando, il ruolo che gli compete. Le recenti oc-casioni di confronto con le associazioni che operano

sul territorio provinciale (incontro di Pieve di Cadore a luglio 2013, percorso “Il ruolo del volontariato nel-la gestione del bene comune”, Assemblea dei soci del 22 novembre 2014) nonché i dati del Censimen-to Istat sul Non profit, i recenti dati sulla disoccupa-zione in Italia, le analisi Europee e Nazionali che ac-compagnano il progetto “Garanzia per la Gioventù” e in particolare il Questionario sulla programmazione 2014 che il Csv di Belluno ha somministrato alle Odv locali a fine 2013 fotografano una realtà i cui tratti sono dettagliati. Le aree di intervento dunque paio-no piuttosto evidenti: aiuto alle associazioni che so-stengono famiglie in difficoltà, alle associazioni che necessitano di un ricambio generazionale, sostegno ai giovani grazie a esperienze di servizio civile e atti-vità di volontariato qualificato in chiave professiona-lizzante, formazione alle associazioni su tematiche sempre più complesse legate alla gestione quotidia-na (sicurezza, privacy), ma anche grande bisogno di dialogo, ascolto e confronto, di consulenze sempre più complesse e qualificate, e di risorse economiche per progettare interventi sempre più articolati, come la situazione reale richiede. Questi gli elementi su cui si incardina la programmazione delle attività per il 2014. Infine, in prospettiva, il Csv di Belluno pun-terà sulla integrazione tra i propri canali informativi (nuovo sito Internet, Newsletter, laboratorio “Inqua-drati”, social media) al fine di favorire una più im-mediata circolazione delle notizie e rendere fruibili contenuti legati alla gestione quotidiana, alla forma-zione e agli adempimenti più importanti riguardanti le associazioni del territorio, abbattendo in questo modo costi e tempi di spostamento dalla periferia al centro, favorendo inoltre il protagonismo giovanile a favore del volontariato locale.La tensione sugli obiettivi sopra descritti sarà massi-ma, contando anche sulla capacità del Csv di Bellu-no di attrarre risorse extra rispetto a quelle già asse-gnate, e valorizzando al massimo la collaborazione con gli altri 6 Csv del Veneto e di Csvnet, coordi-namento nazionale dei Csv d’Italia, nonché, fattore strategico, l’insieme di relazioni che il Csv ha negli anni costruito e formalizzato con le istituzioni locali: pubbliche, private profit e non profit. Parlando di risorse, in questo sta il vero patrimonio che il Csv di Belluno potrà capitalizzare nel futuro. Ne è una testimonianza il convegno del 9 maggio, promosso da CSV con Confindustria Belluno Dolomiti: un in-contro tra il mondo del volontariato e quello delle aziende e delle imprese per ricercare nuovi canali di collegamento e collaborazione a sostegno della comunità locale.

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Il recente nuovo accordo del mese di ottobre 2013 tra le Fondazio-ni bancarie rappresentate da Acri (Associazione di fondazioni e di casse di risparmio) e il mondo del volontariato, con tutte le sigle

operanti nel territorio nazionale, resosi necessario per la diminuzione delle risorse, ha visto alcune novità rispetto al passato, prima fra tutte quella di ridare stabilità al sistema per tre anni fino al 2016. Le disponibilità del Fondo speciale regionale per il volontariato, secondo quanto deciso dal Comita-to di gestione alla fine di febbraio, che ha subito una riduzione dei trasferimenti nazionali del 24 per cento rispetto al 2013 con gli accantonamenti degli anni precedenti, ha assegnato la stessa cifra dell’an-no 2013 (409 mila euro circa per il Csv di Bellu-no). Altre modifiche previste dall’accordo nazionale sono state recepite dal Co.ge Veneto, che nella pro-pria delibera ha accolto tra l’altro la rendicontazione unificata, che consentirà di disporre le risorse senza alcuni vincoli parametrali, se non quelli di destinare una quota alla progettazione sociale. Nuovi indirizzi dovranno essere assunti dagli Enti Gestori e dai Csv per garantire la programmazione e i servizi a favore delle associazioni di volontaria-to, impegnando ogni nostro sforzo per mantenere il

forte radicamento sul territorio dei coordinamenti provinciali e dei Csv. È nostra volontà, in questa fase delicata, continuare a programmare la realizza-zione delle attività supportando al massimo le asso-ciazioni tramite i Csv, vista la loro competenza ed esperienza, con attenzione ai singoli bisogni e alle esigenze collettive, alla gestione amministrativo-fi-scale, alla formazione, all’attenzione verso i giovani e ai bisogni dei senza lavoro, e non da ultimo a con-fermare tutti quei servizi e progetti che ne hanno caratterizzato l’operato negli anni. Non abbiamo solo il compito di fare e diffondere la solidarietà e buone cause, di sostenere e proporre idee che abbia-mo portato anche ai convegni regionali e nazionali, ma di svolgere anche una funzione culturale di civil-tà del bene comune. La nostra non vuole essere una intrusione nelle scelte politico-amministrative, ma vogliamo esserne parte, confrontarci e condivider-le. Perché solo in questo modo, adottando i nuovi mezzi a disposizione, modernizzandoci, aprendoci con coraggio alle innovazioni, riconoscendo gli er-rori, potremo superare le difficoltà. Ma siamo altresì convinti e determinati a voler garantire, consci di quanto c’è e di quanto viene fatto da tutto il vo-lontariato bellunese, il presidio territoriale. Non to-glieteci questa prerogativa, per noi fondamentale e imprescindibile.

SPUNTI A MARGINEDEL BILANCIO PREVENTIVO 2014 DEI CSV

LA PAROLA AL PRESIDENTEGiorgio ZAMPIERIpresidente Comitato d’Intesa e Csv di Belluno

L’ASSEMBLEA DEL COMITATO D’INTESAApprovazione dei bilanci e delle linee guida per il 2014

Si è svolta il 29 aprile in sala Muccin alla presenza di una sessantina di rappresentanti delle associazioni bellunesi la prima assemblea del Comitato d’Intesa per l’anno 2014. Dopo l’approvazione dei verbali della seduta del 22 novembre è stata lasciata la parola alle associazioni per fare qualche comunicazione. Salvatore Bavasso, presi-dente dell’Anffas (associazione nazionale Famiglie di persone con disabilità) ha espresso la sua contrarietà all’i-stituzione di una Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) provinciale, dato che «esiste già un coordinamento delle associazioni, che è il Comitato d’Intesa, quindi non vedo perché debba sorgere un altro ente similare. Le associazioni locali non dovrebbero prendere questo tipo di iniziative a titolo personale, do-vrebbero prima confrontarsi almeno con il direttivo. Non possiamo vanificare così il nostro lavoro né far venire

esterni a comandare a casa nostra. Sono convinto che se arrivasse una Fish qui da noi, in pochi mesi il Comitato rischierebbe di chiudere». Stefano De Barba si è presentato come nuovo presidente dell’associazione italiana con-tro l’epilessia (Aice). Il presidente del Comitato d’Intesa Giorgio Zampieri ha annunciato l’arrivo da parte della Regione di 30 mila euro per l’acquisto di un nuovo pulmino per il trasporto solidale, anche se «siamo ancora in attesa dei contributi previsti per l’anno scorso a favore del progetto Stacco», sul quale il revisore dei conti Romeo Bristot è entrato più nel dettaglio: «È

stato presentato alla Regione e alle due Ulss un programma biennale da 200 mila euro, ma finora ne sono arrivati solo 30 mila dalla Regione. Il Comitato sta investendo soldi propri per consentire la prosecuzione del servizio, ma a queste condizioni sarà davvero difficile mantenerlo. Siamo in attesa di 67 mila dalle due Ulss e di altri 20 mila euro dalla Regione», che ha liberalizzato i fondi attesi con una delibera, ma non li ha ancora erogati.È stata quindi annunciata la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra gli enti gestori del servizio civile, firmata a Feltre il 3 febbraio, e la partecipazione di 17 associazioni al progetto di collaborazione tra Comitato d’Inte-sa e Belluno calcio per presenziare con un banchetto informativo allo stadio di Belluno durante le partite in casa (l’ultima occasione sarà il 4 maggio, dopodiché l’iniziativa sarà sospesa). Sono state annunciate le nuove presidenze di Auser Belluno (Verena Dall’Omo), Croce Verde (Stefano Murer), Acat Belluno (Luigi Dal Pan), associazione Diabetici bellunese (Tomas De Martin Deppo) e Famiglie aperte, famiglie affidatarie (Francesca Calabria).Sono stati quindi illustrati il bilancio del Comitato d’Intesa (con un conto economico che presenta 138.422 euro di ricavi, costi per 134.054 euro, un attivo di bilancio di 4.368 euro), la situazione del Fondo provinciale di solidarietà (entrate pari a 43.056 euro e uscite pari a 7 mila euro circa, disponibilità economica al 31 dicembre 2013 di 25 mila euro), la relazione morale delle attività relative allo scorso anno (alcuni numeri: 237 incontri istituzionali fatti dal presidente e dai consiglieri nel corso del 2013 per un monte ore di attività stimato in oltre 8 mila ore; 31 volontari che hanno operato per altre 8 mila ore garantendo la prosecuzione di servizi quali se-greteria, prima accoglienza e trasporti; 160 associazioni aderenti al Comi-tato su 584 organizzazioni di volontariato presenti in provincia; lo sportello Amministrazione di sostegno che ha erogato 626 consulenze telefoniche e 496 consulenze personalizzate nel solo 2013, il servizio Stacco che ha percorso oltre 500 mila chilometri accompagnando più di 1.700 utenti). Al termine, il direttore del Csv di Belluno Nevio Meneguz ha illustrato il bilancio preventivo del 2014 e le linee gui-da per la gestione dei prossimi tre anni. Quest’anno il Co.Ge. è intervenuto assegnando ai sette Csv del Veneto un importo complessivo pari a 3 milioni 500 mila euro, da ripartire secondo tre criteri percentuali: estensione territoriale, numero di abitanti e numero di associazioni di volontariato aderenti. Sulla base di questi, il Csv di Belluno riceverà per quest’anno 409.481 euro. La gestione punterà a sostenere il volontariato bellunese nei set-tori di maggiore criticità (formazione, consulenze e promozione del volontariato giovanile) non trascurando di destinare circa un quarto delle risorse al finanziamento dei progetti sociali delle organizzazioni di volontariato. Con la possibilità di aumentare questa disponibilità in corso d’esercizio grazie a un buon “tesoretto” (circa 300 mila euro) accumulato nel corso degli anni precedenti grazie a gestioni orientate al rigore dei conti. Il vicepresidente del Comitato d’Intesa Gianluca Corsetti ha infine preso la parola per annunciare ai presenti la possibilità di presentare, entro il 31 maggio, una manifestazione di interesse e un progetto per chiedere in gestio-ne una porzione dell’ex caserma Piave, passata in gestione al Comune su cessione del Demanio, composta da tet-toie, hangar, magazzini, sale ufficio e un complesso di tre piani con camerate. Ha illustrato il percorso propedeu-tico dei Csv del Veneto alla III^ Conferenza organizzativa di CSVnet che si terrà a Milano dal 16 al 18 maggio

riassumendo le chiavi di lettura e le scelte dei singoli territori provinciali in merito al futuro dei Csv, sottolineando l’identità che non può non pre-scindere dai coordinamenti delle associazioni, dal dimensionamento pro-vinciale dei Csv, dal prendersi cura delle persone e dei bisogni e necessità di riferimento e coordinamento regionale e nazionale. Ha chiesto quindi all’assemblea di ratificare la destinazione del lascito per scioglimento della fondazione Humanitas, proposto dal consiglio direttivo. (f.v.)

LA FORMAZIONE DEL CSV

“INformazione”Principali strategie di comunicazione a prova di associazione

“Informazione: principali strategie di comunicazione a prova di associazione” è il titolo del corso organizzato dall’ufficio stampa del Csv di Belluno che si è tenuto in quattro incontri territoriali dal 15 gennaio al 14 marzo per approfondire le principali tematiche legate all’informazione (cos’è una noti-zia, come e quando si dà, qual è il ruolo dell’ufficio stampa del Csv e quali sono i servizi erogati gratuitamente alle as-sociazioni, come bisogna interagire con i giornalisti, quanto importanti sono i social network e i siti internet). Ai quattro incontri in programma (la tappa prevista in Cadore è salta-ta per scarsità di adesioni) se n’è aggiunto un quinto il 15

febbraio rivolto ai rappresentanti delle consulte bellunesi, impegnate assieme a Paolo Capraro del Csv in un percorso di formazione orientato verso la costituzione di una consulta provinciale. Agli incontri-laboratori tenuti dai giornalisti Francesca Valente, responsabile dell’ufficio stampa del Csv, ed Enrico De Col, hanno partecipato in media una decina di persone che si sono dimostrate sempre attente e interessate. Non tutti i presenti hanno un ruolo attivo nella gestione della comunicazione della propria associazione di riferimento, ma la loro presenza ha comunque consentito loro di rinfre-scare nozioni già acquisite e di aggiungerne di nuove. Dai questionari sono emersi l’interesse verso l’argomento trattato e il bisogno di approfondire alcuni temi, come l’uso di un sito internet, dei social network o la redazione di un comunicato stampa attraverso prove pratiche singole e di gruppo. Sarà cura dell’ufficio stampa programmare altri incontri territoriali per dare risposta a queste esigenze del mondo del volontariato provinciale.

Comunicare e promuovere il volontariato

Tra gennaio e marzo scorso si è svolto il consueto corso di formazione InquaLab, tenuto dal regista Roberto Bristot, con il supporto delle due ragazze operatrici in servizio civile presso il laboratorio Inquadrati del Csv. Il percorso informativo/formativo, orientato a promuovere la visibilità delle or-ganizzazioni di volontariato tramite l’utilizzo di mezzi di comunicazione multimediali, ha coinvolto attivamente vari membri del mondo associazionistico provinciale, provenienti dal bacino territoriale del feltrino, del bellunese, dell’agordino e dell’alpago. Il corso ha fornito strumenti e conoscenze per accrescere le competenze di coloro che operano all’interno del Terzo Settore, tramite approfon-dimenti specifici inerenti alle tecniche 2.0 per una comunicazione efficace. A tutti i partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario di gradimento per valutare il livello di soddisfazione, utile per propor-re, la prossima edizione, un corso cucito sulle esigenze dei partecipanti. Dall’analisi dei dati raccolti emerge la necessità di approfondire le tecniche di realizzazione di un blog/vlog, e di trattare le modalità più efficaci di ge-stione di un sito internet. Al fine di arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e competenze, i partecipanti suggeriscono l’organizzazione di specifici laboratori di gruppo d’approfondimento, finalizzati alla redazione di un progetto multimediale specifico.

LA FORMAZIONE DEL CSV

LABORATORI DELLA CITTADINANZA ATTIVA“Il ruolo del volontariato nella gestione del bene comune”

Conclusa la prima fase: dal fare al pensare di come faredi Angelo PAGANIN

Sono cominciati nel mese novembre dello scorso anno a Tai di Cadore i laboratori territoriali di rifles-sione sul tema “Ieri, oggi, domani: il ruolo del volontariato nella gestione del bene comune”, a cui hanno partecipato numerosi rappresentanti dell’associazionismo provinciale. Gli incontri sono stati pensati in un periodo in cui il volontariato si trova sempre più in difficoltà, sia per la riduzione delle risorse umane sia per quelle finanziarie, una fase in cui le associazioni sono spesso formate soprat-tutto da soci anziani quando parallelamente aumenta la richiesta di servizi da parte delle istituzioni, specie nelle zone più periferiche della provincia, in cui il Csv di Belluno si pone come interlocutore. Gli incontri erano aperti a tutti gli interessati con lo scopo di rafforzare l’identità di chi opera nelle associazioni di volontariato, valutando le criticità e i punti di forza, per rilanciarne l’azione sociale e culturale.Ogni percorso era costituito da due laboratori per area (Agordino, Cadore, Feltrino e Belluno-Alpago-Zoldo), coordinati dalla pedagogista Rosanna Canova, da Paolo Capraro, referente dell’area promo-zione del Csv di Belluno, dal sociologo Diego Cason e da Angelo Paganin, referente dell’area forma-zione del Csv di Belluno. In ogni incontro è stato lasciato lo spazio ai partecipanti per approfondire con osservazioni, critiche, idee e suggestioni alcune tematiche cardine che riguardano il mondo del volontariato odierno, dal ruolo che il volontariato ha nella gestione del Bene Comune, dalla gratuità del servizio all’integrazione giovani e anziani al rapporto con enti e istituzioni. Ai due incontri per ciascuna area della provincia è seguito un incontro conclusivo che si è tenuto il 21 febbraio a Col Cu-mano, dove sono stati presentati e alcuni dei dati raccolti durante gli incontri e ne sono stati raccolti degli altri. Nelle prossime settimane verrà steso un documento riassuntivo con l’elaborazione dei dati, che sarà presentato in sede ufficiale a tutti gli organismi competenti che operano con il mondo del volontariato e della solidarietà provinciale.

Alcune immagini dell’incontro CCCP

che si è tenutoa Mugnai di Feltre

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GLI SPORTELLI DEL COMITATO D’INTESA

L’istituto dell’amministrazione di sostegno entrato in vigore nel 2004 e a Belluno sta ora dando buoni risultati non solo per la sua flessibilità, ma anche per la collaborazione prestata da enti pubblici, servizi sociali e sanitari e soprattutto grazie all’attività di orientamento svolta dallo spor-tello “Amministrazione di So-stegno”. Come si è giunti all’i-stituzione dello sportello?Tutto prese vita dalla disponibi-lità del Comitato d’Intesa, ente gestore del Centro di servizio per il volontariato della provincia di Belluno, a ospitare all’interno della propria struttura un servi-zio innovativo che andasse ad in-tegrare l’ampio servizio di advo-cacy e consulenza (legale, fiscale, amministrativa, contabile, pro-gettuale, eccetera) che fin dalla nascita del Csv di Belluno è stato a totale disposizione del privato cittadino e di tutte le realtà asso-ciative del territorio, promotrici di partecipazione e cittadinanza.Nei suoi oltre 35 anni di attività infatti il Comitato d’Intesa ha da sempre operato affinché, in una logica di collaborazione tra servi-zi pubblici e privati della provin-cia, si realizzasse efficacemente la funzione di promozione e tutela dei diritti, componente essenzia-le dell’azione del volontariato, e si favorissero lo sviluppo e la spe-rimentazione di nuovi modelli di servizio, soprattutto nelle aree ancora scoperte da interventi, con una particolare attenzione al settore sociale. In tale contesto,

una delle categorie cui rivolgere maggiore attenzione era quella delle persone con disabilità o con difficoltà tali da non poter sod-disfare autonomamente i propri bisogni. Si riscontrava come, sempre di più, per questi sogget-ti fosse arduo trovare risposte e soluzioni adatte ai propri biso-gni presso i servizi e gli enti a ciò solitamente preposti. Operando a contatto con tali categorie di utenti, peraltro, ci si rese conto che uno degli ambiti in cui vi era maggior difficoltà ad ottenere in-dicazioni ed aiuto concreto era quello della tutela legale.Rilevando questa esigenza, il Csv di Belluno aveva inizialmente istituito, nel 2002, la figura del “Difensore giuridico e dei di-ritti” con il compito di aiutare le organizzazioni di volontariato in merito a problematiche di natu-ra giuridica, indipendentemente dal fatto che fossero legate alla vita associativa o che derivas-sero da questioni personali de-gli aderenti alle associazioni. Le problematiche più frequenti ri-guardavano lo stato e la capacità delle persone. A partire da quella esperienza si sviluppò l’idea di creare, anche nella nostra provin-cia, un vero e proprio servizio di consulenza legale, specializzato nell’ambito dell’assistenza giuri-dica professionale e dedicato alle persone non autonome, alle loro famiglie ed agli operatori, pub-blici o privati, che se ne occupa-no quotidianamente.Con l’introduzione nel no-

stro ordinamento, grazie alla L. 6/2004, dell’istituto dell’Ammi-nistrazione di sostegno, peraltro, la necessità di un servizio di con-sulenza legale diverso da quelli esistenti era divenuta più che mai attuale. L’iter introdotto dal-la normativa prevede che l’am-ministratore di sostegno venga nominato da un giudice tutelare, il quale può agire su segnalazio-ne della famiglia, dei vicini, de-gli operatori del territorio, dal PM e dello stesso disabile, senza l’obbligo di assistenza da parte di un legale. Partendo da questo ultimo rilievo, risultava evidente la necessità di un punto di rife-rimento per chi necessitasse di consulenza legale professionale e specializzata e non avesse i mez-zi o il desiderio di rivolgersi ad un avvocato. Era chiaro, inoltre, come tale servizio dovesse essere accessibile da qualsiasi categoria di soggetto, da coloro che sono affetti da gravi disabilità fisiche o psichiche, a coloro che hanno necessità di protezione persona-le e/o patrimoniale, fino a colo-ro che vivono una difficoltà solo temporanea. In quest’ottica, l’at-tività portata avanti all’interno dello sportello era, ed è tuttora, non solo di orientamento ed av-vio dell’iter giuridico più adatto alla situazione concreta, ma an-che di vera e propria presa in ca-rico dell’utente, seguendolo du-rante l’intero percorso, attraverso tutte le pratiche ed incombenze burocratiche imposte dalla legge, sempre con quell’approccio di

servizio ed umanità che dovreb-be essere principio cardine di chi opera nell’ambito del volontaria-to.Oltre a fornire supporto, con-sulenza ed orientamento, trami-te lo sportello si è avviata inol-tre un’opera di sensibilizzazione della comunità a questa nuova forma di impegno civico, orga-nizzando corsi di formazione sia per le persone interessate ad approcciarsi a tale realtà nel ruo-lo di volontari, sia per chi già era amministratore di sostegno, ma senza quella preparazione che, seppur minima, risulta ne-cessaria per svolgere al meglio e senza insormontabili difficoltà la propria missione. Allo scopo di poter dare a tutte le persone coinvolte ed interessate una base di competenze il più complete possibile e con l’intenzione di promuovere un rapporto di co-noscenza e fiducia reciproche tra gli operatori pubblici e privati da una parte e i familiari e volontari dall’altra, nell’organizzazione e nello svolgimento dei vari corsi sono stati coinvolti fin dall’inizio sia soggetti istituzionali, quali il Tribunale di Belluno, sia i servizi sanitari.Considerato il feedback più che positivo ottenuto dallo sportello in pochissimo tempo dalla sua istituzione, si è voluto andare oltre, partendo dai suggerimen-ti dati da alcuni dei familiari e volontari impegnati nel ruolo di amministratori di sostegno per costituire una vera e propria associazione di volontariato in-teramente dedicata all’Ammini-strazione di sostegno. L’intento,

perseguito con dedizione fin da subito da un gruppo di volontari e dalla referente dello sportello, Alessia Munaro, era quello di creare una dimensione all’inter-no della quale poter liberamen-te confrontare le proprie espe-rienze, promuovere iniziative di formazione e sensibilizzazione e trovare conforto e aiuto recipro-co. Sembra paradossale, infatti, ma spesso anche gli amministra-tori di sostegno, siano essi fami-liari o volontari, hanno bisogno di essere sostenuti! L’idea è sta-ta messa in pratica nel gennaio 2012, grazie all’entusiasmo ed alla collaborazione di molte per-sone, creando l’associazione “Le Ali – Amministratori di soste-gno onlus” presieduto da Tizia-no Fiabane, senza scopo di lucro e che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale, con l’obiettivo di valorizzazione e as-sistenza della persona, promuo-vendo i valori della solidarietà umana e sociale, nei confronti di di quei soggetti “deboli” che si trovano nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi, a garanzia di pari dignità, qualità di vita e benessere della persona.

Lo Sportello sin dalla sottoscri-zione della Convenzione speri-mentale con le Conferenze dei sindaci dell’Ulss n. 1 Belluno e n. 2 Feltre e con le relative Ulss (che hanno appena confermato la loro partecipazione al progetto, sia dal punto di vista progettuale sia economico, fino al 2015), ha coordinato periodicamente le se-guenti attività:

- promozione e sensibilizzazio-ne alla cittadinanza al fine di incrementare la disponibilità di persone ad assumersi il ruolo di amministratore di sostegno, mediante incontri di sensibiliz-zazione sul territorio e corsi di formazione, nonché mediante la partecipazione di convegni ed eventi formativi;- creazione di un primo elenco di amministratori di sostegno for-mati a cui l’autorità giudiziaria, i servizi sociali e Comuni possano attingere;- sostegno e supporto del grup-po di amministratori di sostegno volontari attivi sul territorio e degli operatori dei servizi sociali delle due ulss provinciali per la corretta applicazione delle dispo-sizioni della Legge n. 6/2004;- facilitare il coordinamento fra i responsabili delle strutture, del Tribunale, e degli uffici che sono coinvolti, a livello pubblico o privato, nell’attività di imple-mentazione.

Nel 2013 sono state erogate 366 consulenze nell’ambito dell’Ulss 1 e 260 nell’ambito dell’Ulss 2. Sono stati fatti 496 incontri per consulenze personalizzate (247 nell’Ulss 1 e 249 nell’Ulss 2) su valutazioni di progetto di sostegno assistenziale e di tute-la, condiviso con i servizi sociali e sanitari che hanno in carico la cura dei bisogni dei più fragili, informazioni sull’istituto, sulla procedura, per la documentazio-ne, nonché di consulenza e sup-porto a coloro che sono già am-ministratori di sostegno. Sono stati avviati 86 servizi di assisten-

L’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO IN PROVINCIA DI BELLUNO

GLI SPORTELLI DEL COMITATO D’INTESACSVinforma26 Aprile 2014 CSVinformaAprile 2014 27

za alla redzione di ricorsi per la nomina di un’amministratore di sostegno. La realtà delle amministrazio-ni di sostegno è espressione di una domanda forte e crescente nel tessuto sociale della provin-cia di Belluno, caratterizzata da una elevata presenza di anziani e persone con disabilità seguiti dai servizi sociali e dalla Conferen-za dei sindaci dell’Ulss 1 sanita-ri che lavorano preferibilmente nella direzione di una assistenza domiciliare. Questa realtà, carat-terizzata anche dal crescente fe-nomeno sociale della solitudine e dell’inadeguatezza gestionale prevalentemente economica, non può che sollecitare l’attenzione verso strumenti, quale è quello dell’Ads, idonei a offrire una ade-guata protezione non solo con-

tro la commissione di reati quali truffe, circonvenzioni, indebite appropriazioni, ma anche positi-vamente, a favore di una oculata, leale e vigilata gestione delle ri-sorse finanziarie delle persone in difficoltà, anche in un’ottica pre-ventiva di risparmio collettivo, per evitare ulteriori costi aggiun-tivi in capo ai Comuni e azien-de sanitarie. Stanno purtroppo emergendo nuove problematiche legate alla dipendenza da gioco, il crescente disagio psichico nelle nuove generazioni (depressione) per assenza di stimoli, perdita di occupazione, a cui è difficile poter dare una risposta concreta nell’immediato, ma l’Ammini-strazione di sostegno può essere un utile strumento per porre un limite e controllo nell’ambito del percorso riabilitativo terapeutico

anche di coloro che vivono con questa disabilità. L’associazione di volontariato “Le Ali” è sorta proprio per rappresentare e aiu-tare i volontari amministratori di sostegno e i famigliari coinvolti nell’applicazione della normati-va. La provincia di Belluno conta sulla disponibilità di oltre cento iscritti tra volontari e familiari, i quali hanno frequentato i corsi di formazione organizzati negli anni dallo sportello Ads del Csv di Belluno in collaborazione con le due Conferenze dei sindaci territoriali e delle due Ulss pro-vinciali, e che vengono continua-mente sostenuti e accompagnati dallo Sportello ora gestito dal Comitato d’Intesa tra le associa-zioni volontaristiche della pro-vincia di Belluno.

Alessia Munaro

Presa di posizione della rete degli Amministratori di sostegnocontro l’aumento del bollo per le pratiche Ads

Dal 1 gennaio 2014 le nuova legge di stabilità (Legge 27 dicembre 2013 n. 14) ha fatto scattare un au-mento delle marche da bollo per le pratiche legali: si è passati da 8 a 27 euro (articolo 1, comma 606 a). Questa maggiorazione ha creato diversi disagi nel settore dell’amministrazione di sostegno, per questo la rete regionale delle associazioni di volontariato che si occupano di amministrazione di sostegno Pas (Pro-mozione Amministrazione di Sostegno, di cui fa parte anche il Comitato d’Intesa) e l’associazione degli amministratori di sostegno “Le Ali Amministratori di sostegno” hanno preso posizione a riguardo.

«Vogliamo esprimere il nostro disappunto per una decisione che penalizzerà non poco tutti coloro che svolgono il ruolo di tutori e amministratori di sostegno, ovvero una particolare figura di tutela legale per alcune tipologie di bisogni come disabilità fisiche o psichiche e non solo», scrivono i vari enti delle rete in una nota, «questo aumento non è applicato solo ai ricorsi, ma anche a tutte le singole istanze che i tutori e gli amministratori di sostegno devono presentare al giudice tutelare per avere le necessarie autorizzazioni al compimento

degli atti di assistenza e rappresentanza eccedenti i poteri indicati nel decreto di nomina. A questi costi di deposito di ogni atto vanno aggiunte le marche da bollo per il ritiro dei documenti, le cui tariffe fortuna-tamente sono rimaste invariate. L’aggravio è quindi davvero consistente rispetto agli iniziali 8 euro e non assolutamente giustificato. Dobbiamo tenere conto che nella maggior parte dei casi gli amministratori di sostegno sono familiari o volontari e in molte situazioni il patrimonio dell’assistito è davvero esiguo, per cui lo sforzo economico aggiuntivo che si richiede non è di poco conto, senza considerare l’oramai diffusa prassi, da parte di enti e istituzioni, di chiedere alle famiglie e ai servizi sociali e sanitari, l’istituzione della figura dell’amministrazione per molte persone con disabilità. Il servizio dell’amministrazione di sostegno è divenuto negli anni sempre più richiesto, dato l’aumento dell’età media e dei casi di bisogno e di disabilità. Capiamo che questo ha aumentato considerevolmente il carico di lavoro per il personale giudiziario, che in molte regioni collabora con gli sportelli per l’amministrazione di sostegno aperti nei tribunali e nelle re-altà territoriali provinciali, ma riteniamo che questa non sia una giustificazione sufficiente per un aumento così gravoso. Chiediamo che almeno si possa tornare alla vecchia tariffa per quanto riguarda il deposito delle istanze di autorizzazione, che sono più ricorrenti, una volta emesso il provvedimento di nomina», concludono gli scriventi, «spiace che il legislatore abbia avuto poca sensibilità e non abbia prestato atten-zione alla specificità dei casi: ancora una volta ne fanno le spese le fasce più deboli della società». (a.m.)

Il Dipartimento servizi socio-sanitari e sociali della Regione del Veneto ha coinvolto le associazioni impe-gnate nel territorio regionale in materia di amministrazione di sostegno, allo scopo di attivare un tavolo tecnico che collabori con la struttura regionale per il recepimento della L.6/2004 anche in Veneto. Tale iniziativa scaturisce dall’azione di sensibilizzazione promossa dalle associazioni impegnate a dare nel Ve-neto risposte in tema di amministrazione di sostegno e che hanno costituito la rete “P.A.S.” - Promozione Amministrazione di Sostegno”, ha istituito un gruppo di lavoro regionale volto a dare una risposta legi-slativa all’istituto giuridico dell’amministratore di sostegno e che possa quindi dare risposta alle richieste che pervengono da famiglie, cittadini, servizi sociali e istituzioni varie. Del gruppo di lavoro fanno parte gli esponenti delle associazioni Amministrazione di sostegno di Padova, Le Ali di Belluno, Etica 2001 di Castelfranco, associazione nazionale Mutilati e invalidi civili di Vicenza, Pianeta handicap di Rovigo, Co-mitato d’Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di Belluno, coordinamento associazioni sinistra Piave di Vittorio Veneto, coordinamento provinciale volontariato di Treviso. Partecipano ai lavori generali Tiziano Fiabane, presidente dell’associazione Le Ali, e Angelo Paganin, componente del direttivo dell’associazione Le Ali e consulente del Csv di Belluno per le tematiche, mentre la responsabile dello sportello AdS del Comitato d’Intesa Alessia Munaro partecipa al gruppo di lavoro ristretto.Fanno parte della rete PAS: Comitato d’Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di Bel-luno, associazione “Le Ali” amministratori di sostegno di Feltre (Belluno), associazione Amministratori di sostegno di Padova, coordinamento associazioni di volontariato Sinistra Piave di Vittorio Veneto (Treviso), Anmic di Vicenza, Pianeta handicap di Rovigo, associazione Etica 2001 di Castelfranco Veneto (Treviso). Aderiscono anche la Tutela consumatori di Venezia e il coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso. (a.p.)

LA RETE REGIONALE P.A.S.Promozione Amministrazione di Sostegno

GLI SPORTELLI DEL COMITATO D’INTESA GLI SPORTELLI DEL COMITATO D’INTESACSVinforma28 Aprile 2014 CSVinformaAprile 2014 29

Il Comitato d'intesa e il Csv di Belluno hanno proposto un momento formativo alle scuole con alcuni in-terventi dedicati alla figura dell'amministratore di sostegno. Il primo si è svolto il 18 novembre all'istituto Catullo di Belluno e ha visto protagoniste le classi quarte e quinte del settore sociale, ed è stato voluto da-gli insegnanti della scuola, in particolare dalla professoressa Nadia De Pasqual, per approfondire un tema sempre più presente anche nella nostra provincia. Il secondo si è svolto all’istituto magistrale Renier di Belluno dove, su proposta della professoressa Piera Arrigoni, mercoledì 4 dicembre sono state coinvolte le classi terze dell’area scienze umane con indirizzo economico-sociale e quinte del corso pedagogico-sociale. Dato l’interesse dimostrato sia dai ragazzi sia dai docenti, è probabile che saranno organizzati altri inter-venti per il futuro che possano interessare anche altre classi dell’istituto.Alessia Munaro, responsabile dello sportello amministrazione di sostegno, ha spiegato all'attento pubbli-co degli studenti ruoli e competenze della figura giuridica, istituita nel 2004: «L'amministratore di soste-gno è una figura di tutela per tutti coloro che non sono più in grado di essere autosufficienti, per esempio anziani, disabili o persone affette da vario tipo di dipendenze. L'amministratore è nominato dal tribunale con un procedimento speciale e segue il suo assistito nelle pratiche quotidiane: vi è così una grande inte-razione anche relazionale. Questa norma ha sancito un grande cambiamento culturale e dovrebbe essere conosciuta di più, visto che il bisogno cresce di anno in anno anche nelle nostre zone. L'amministratore di sostegno di solito è un familiare o un volontario che decide di mettersi in gioco per aiutare gli altri, svol-gendo anche una funzione sociale di primaria importanza. In quattro anni di attività ho avuto occasione di conoscere tanti utenti che mi hanno arricchita anche dal punto di vista personale».Presenti anche anche Paolo Capraro, responsabile scuola e promozione del Csv che ha spinto i giovani a cogliere tutte le opportunità nell'area sociale anche con il volontariato, ed Elisa Modolo, collaboratrice in servizio civile dello sportello.

Enrico De Col

GLI SPORTELLI DEL CSV

Lo sportello Ads fa formazione nelle scuole bellunesi

ADS AL CATULLO ADS AL RENIER

Oscar De Pellegrin e gli amministratori di sostegnoin visita alla comunità alloggio di Pullir

Il campione olimpico Oscar De Pellegrin è andato in visita mercoledì 26 marzo alla comunità alloggio sperimentale di Pullir di Cesiomaggiore. L’iniziativa è stata organizzata dal personale del centro che opera con la cooperativa Kcs Caregiver e da Loris Paoletti, membro dell’associazione “Le ali” che raggruppa tutti gli amministratori di sostegno volontari della provincia e amico di lunga data del tiratore con l’arco. Gli ospiti del centro, che si occupa di proble-

matiche legate alle malattie mentali, tutto il personale, i familiari e il numeroso pubblico presente hanno potuto interagire con diverse domande e grande è stata la commozione alla fine quando De Pellegrin ha mostrato e fatto girare la sua medaglia d’oro originale vinta alle paralimpiadi di Londra del 2012. Presente anche il sindaco di Cesiomaggiore Michele Balen che ha ringra-ziato tutti gli organizzatori dell’incontro. Non è voluto mancare Tiziano Fiabane, presidente dell’associazione “Le ali” che con-ta molti volontari che interagiscono all’interno della struttura e Alessia Munaro, responsabile dello sportello amministrazione di sostegno del Comitato d’Intesa. (e.d.c.)

SPORTELLO SICUREZZAprosegue l’attività per volontari, dipendenti e collaboratori professionali

di Angelo PAGANIN e Marco BOGO

Continua il lavoro dello Spor-tello Sicurezza nell’attività di vo-lontariato del Csv di Belluno. In particolare l’attività si concentra nel promuovere la cultura della sicurezza e sviluppare un’organiz-zazione della sicurezza all’interno del volontariato. Tutta l’attività è possibile grazie alla collaborazio-ne dei referenti degli Spisal delle due Ulss provinciali, con le qua-li è stato stipulato un accordo di partenariato specifico, e la con-sulenza degli studi di ingegneria per la sicurezza Fascina di Belluno (Giuseppe Fascina, Marco Bogo), di medicina del lavoro Sma servi-

ce di Belluno (Carmelo Dinoto) e del tecnico della prevenzione negli ambienti e luoghi di lavoro Stefano Antonetti.Alle associazioni viene data pun-tuale informazione tramite la newsletter del Csv di Belluno sui provvedimenti normativi che interessano la sicurezza e sulle ri-cadute nell’azione dei volontari e delle organizzazioni di volontaria-to. Le associazioni sono state perlo-più aggiornate sul D.Lgs 106/09 che apporta importanti modifiche al Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro n. 81/08, alleggerendo le

organizzazioni di volontariato di possibili nuovi adempimenti con-tenuti nella prima versione del T.U. seppur non ancora vigenti.Il decreto correttivo, entrato in vigore lo scorso 20 agosto con-tiene infatti una normativa più favorevole in quanto innanzitut-to elimina (art. 2) dall’elenco di chi è definito lavoratore, il «volontario, come definito dalla legge 11 agosto 1991, n. 266» e il «volontario in servizio civile», andando così a modificare l’art. 2 del T.U. 81/08, e poi stabilisce che ai volontari di cui alla Legge 266/91 e ai volontari in servizio

GLI SPORTELLI DEL COMITATO D’INTESACSVinforma30 Aprile 2014 CSVinformaAprile 2014 31

civile si applichino le disposizioni previste per i lavoratori autonomi dall’art. 21 T.U. 81/08 (su tesse-re di riconoscimento, conformità delle attrezzature e uso dei dispo-sitivi di protezione individuale). In questo modo gli adempimenti richiesti alle organizzazioni di vo-lontariato vengono notevolmente ridotti. Continuano invece ad es-sere equiparati ai lavoratori i vo-lontari delle cooperative sociali, i volontari della protezione civile, i volontari della Croce rossa ita-liana, del corpo nazionale Soccor-so alpino e speleologico e i quelli dei vigili del fuoco. Nei loro con-fronti, comunque, le modalità di attuazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro verranno di-sciplinate con successivi decreti. Il nuovo decreto stabilisce inoltre che, qualora il volontario svolga la propria prestazione nell’ambito dell’organizzazione, il presiden-te (datore di lavoro), è tenuto a fornire al volontario dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti e le misure di prevenzio-ne e di emergenza. Il presidente è altresì tenuto ad adottare le misu-re utili ad eliminare o, se non pos-sibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze tra la prestazione del volontario e altre attività che si svolgono nell’ambito della stes-sa organizzazione.Le associazioni sono quindi state informate che i volontari, equipa-rati ai lavoratori autonomi, hanno i seguenti obblighi: utilizzare at-trezzature di lavoro conformi alle norme in vigore; munirsi di di-spositivi di protezione individuale ed utilizzarli in modo conforme alle norme vigenti; munirsi di ap-posita tessera di riconoscimento

corredata di fotografia contenente le proprie generalità, qualora ef-fettui la propria prestazione in un luogo di lavoro che non sia la sede dell’associazione.Inoltre si è ricordato alle associa-zioni l’obbligo di redarre il docu-mento di valutazione dei rischi sulla sicurezza per tutte le orga-nizzazioni di volontariato (“datori di lavoro”) che abbiano nel loro organico lavoratori subordinati (dipendenti) ed equiparati (col-laboratori professionali). Se un’or-ganizzazione di volontariato ha esclusivamente volontari non sus-siste infatti l’obbligo di effettuare la valutazione dei rischi con relati-va redazione del documento. Tut-tavia ricorre l’obbligo di fornire al volontario dettagliate informa-zioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui è chiamato ad operare e sulle misure di pre-venzione e di emergenza adottate. Pertanto dovrà essere svolta una valutazione dei rischi mirata a fornire ai volontari le suddette in-formazioni. Soprattutto se l’asso-ciazione è proprietaria della sede.Con la pubblicazione della legge di conversione del D.L. 57/2012 è venuta meno la possibilità per il datore di lavoro con meno di dieci lavoratori di autocertificare l’avvenuta effettuazione della va-lutazione del rischio, obbligando pertanto tutti i datori di lavoro ad adeguarsi alla redazione e tenuta del documento di valu-tazione del rischio, soprattutto per quelle associazioni che per qualificare la loro azione si av-valgono di dipendenti o colla-boratori professionali. Inoltre, altri adempimenti sono necessari per quel che concerne l’attvità di

informazione e formazione degli addetti antincendio e di primo soccorso.Di fronte a tali particolari adem-pimenti, ma anche per capire la situazione in ciascuna delle asso-ciazioni in tema di sicurezza e so-prattutto per fornire un adeguato supporto e orientamento a cia-scuna delle associazioni riguardo la specifica ed individuale situa-zione, il Csv di Belluno ha predi-sposto, in collaborazione con lo studio Fascina, un questionario che, sottoposto alle associazioni di volontariato provinciali ha avuto lo scopo di rilevare i bisogni infor-mativi, formativi e documentali delle associazioni. Con l’analisi dei bisogni, lo Spor-tello sta predisponendo in questo periodo un programma di inizia-tive di durata triennale che pre-vederà l’attivazione di corsi per dipendenti e collaboratori delle associazioni non ancora formati; per i presidenti delle stesse orga-nizzazioni (con dipendenti), oltre che di giornate di sensibilizzazio-ne e informazione nei diversi ter-ritori della provincia. Tra le atti-vità in programma ci sono anche l’attività di consulenza, di orien-tamento e accompagnamento a risolvere specifiche necessità, oltre che giornate tematiche su aspetti particolari che possono interessare il volontariato, quali ad esempio la sicurezza nel domicilio delle persone seguite, la guida sicura, la movimentazione di persone, l’organizzazione di eventi e ma-nifestazioni. Nel nuovo portale del Csv, in fase di allestimento, si potranno trovare linee guida, mo-duli, documenti di riferimento e risposte ai quesiti più importanti.

GLI SPORTELLI DEL CSV I PROGETTI DEL CSV

«Il progetto è partito nel 2011 e il riscontro da parte dei nostri dipendenti è stato estremamente posi-tivo», afferma l’amministratore delegato di Eliwell Controls Sandro Battagli, «sono stati loro stessi ad averci chiesto di essere avvicinati alle associazioni locali, per poter dare loro un contributo ancora più concreto. Eliwell è un’azienda che opera a livello mondiale, ma è profondamente legata al territorio: la maggior parte dei nostri dipendenti sono bellunesi e molti di loro già operano nel campo del volon-tariato. La formula del volontariato aziendale si è rivelata vincente perché ha permesso di condividere questo tipo di esperienze coinvolgendo anche colleghi che non si erano mai avvicinati al volontariato, creando un vincente scambio di esperienze professionali e umane e un supporto concreto».«Il mondo del volontariato si sta evolvendo», sottolinea il presidente del Comitato d’Intesa di Belluno Giorgio Zampieri, «e noi dobbiamo essere in grado di rispondere ai nuovi bisogni. Per questo ringra-ziamo Eliwell per la sua competenza e disponibilità, che ci ha permesso di mettere in diretto contatto il mondo dell’impresa con il terzo settore. Questo è il primo esperimento locale del genere che sicu-ramente farà scuola». «In questo modo si rafforza la coesione sociale e il legame tra associazionismo ed enti territoriali», aggiunge il direttore del Csv Nevio Meneguz, «al contrario di altri esempi simili, questo percorso è strutturato e duraturo nel tempo. L’augurio è che in futuro questo sia un investi-mento con sempre maggiori adesioni».

Il mondo dell’associazionismo chiama e i lavoratori rispondono. La risposta arriva dalla Eliwell Controls, azienda bellunese di Pieve d’Alpago, leader mondiale nel settore della refrigerazione e del condizionamen-to dell’aria, che ha ideato e promosso il progetto di “Volontariato aziendale” con la collaborazione del Co-mitato d’Intesa e del Centro di servizio per il volontariato di Belluno. L’obiettivo prevede il distaccamento di un gruppo di dipendenti per un monte ore settimanale a servizio di alcune realtà solidali presenti in provincia di Belluno (Abm, Insieme si può, Primavera, Samarcanda, Ceis, Associazione sordomuti Bellu-no, Comitato d’Intesa).Tra queste ha aderito anche l’associazione Bellunesi nel mondo. Giovedì 20 febbraio presso la Elliwell si è tenuto un incontro tra i 28 dipendenti “volontari” e le organizzazioni aderenti (nella foto). Ognuna ha presentato la propria realtà e le diverse mansioni che il volontario curerà durante il suo periodo di per-manenza. Per l’Abm hanno dato la propria adesione Marco Di Prima, Loris De Pasqual, Maria Filippin, Stefania Ligabue e Francesca D’Incà. I volontari hanno iniziato la propria esperienza nella sede dell’asso-ciazione nel mese di aprile. Diverse le mansioni gestite, come la digitalizzazione dell’archivio fotografico e delle annate della rivista “Bellunesi nel Mondo”. Spazio verrà riservato loro anche per una serie di in-terviste verso l’emigrazione storica e la community di Bellunoradici.net, oltre alla possibilità di diventare guide del MiM Belluno, il Museo interattivo delle Migrazioni. Il direttivo dell’Abm ha approvato con entusiasmo la partecipazione a questo progetto tra volontariato e impresa, un nuovo modo di condividere professionalità e solidarietà con la speranza che sia da stimolo anche per altre aziende locali.

VOLONTARIATO AZIENDALE

di Marco CREPAZ

Dalla conferenza stampa di presentazione:

L’ESPERIENZACON L’ABM

CSVinforma32 Aprile 2014 CSVinformaAprile 2014 33

I PROGETTI DEL COMITATO D’INTESA

Servizio di Trasporto e ACCOmpagnamento

Al Servizio di Trasporto e ACCOmpagnamento (STACCO), gestito dal Comitato d’Intesa di Belluno e cofinanziato dalla conferenza dei sindaci delle due Ulss aderiscono attualmente 25 associazioni della pro-vincia (15 fanno parte del territorio dell’Ulss 1, le altre 10 dell’Ulss 2).I dati evidenziano un incremento della richiesta, dell’operatività dei volontari e delle persone trasportate. Nel 2013 sono stati percorsi 543167 chilometri (+9,17 per cento rispetto al 2012). I trasporti eseguiti sono stati 12411 (+21,83 per cento) per un totale di 1931 utenti (+14,2 per cento. Per utente si intende la singola persona, a prescindere dal numero di viaggi che può aver fatto) e di 16529 persone trasportate complessivamente. I volontari delle associazioni aderenti hanno lavorato per 21385 ore (+29,6 per cento). Sono una quarantina i pulmini a disposizione del progetto, partito il primo gennaio del 2006 ed entrato a regime nel 2008.«Ci sono zone della provincia che sono entrate a far parte della rete da poco, questo è uno dei motivi per cui il servizio sta incrementando», osserva il consigliere del consiglio direttivo del Comitato Luigino Fornasier, «ormai lo Stacco copre l’80, se non il 90 per cento dell’area provinciale bellunese. Il progetto è conosciuto e apprezzato da molti, anche dai servizi sociali che apprezzano e stimolano a fare ancora di più. È un servizio capillare, abbastanza costante nel tempo e che sta prendendo sempre più piede. Va considerato anche l’aspetto occupazionale: molte persone che non hanno un lavoro si rendono disponibili per fare da autisti, ampliando la disponibilità del servizio. L’invecchiamento della popolazione bellunese va di pari passo». Ogni associazione aderente ha accesso a un database per l’inserimento dei dati relativi all’andamento del progetto Stacco e per consentire un’adeguata rendicontazione.

IL FONDO PROVINCIALE DI SOLIDARIETÀdi Remo DE CIAN

Il Fondo provinciale di solidarietà nasce nel 1999 come lascito derivante dalla somma residuata da una raccolta di fondi promossa dal Comune di Ospitale di Cadore, per sostenere le spese di un importante intervento sanitario negli Stati Uniti d’America. Mantiene per parecchi anni lo scopo originario intervenendo per lo più a supporto im-mediato, con successivo reintegro effettuato tra-mite raccolta fondi da parte dei richiedenti o di comitati formatisi con tale obiettivo. Negli ulti-mi anni le richieste che rientrano in tale tipologia sono state sempre più rare mentre sono cresciuti, ora in maniera esponenziale, i bisogni di interventi spiccioli a sostegno di situazioni di disagio prossi-me a provocare l’esclusione sociale dei richiedenti. Di qui il nuovo regolamento.

Scopo del “Fondo provinciale di solidarietà” è dare immediata assistenza, sia morale - di consulenza, di supporto psicologico ed informativo - sia econo-mica a situazioni di particolare emergenza e gravità che vedono coinvolte persone o famiglie con disagi di qualsiasi natura in attesa che gli stessi possano essere risolti da altre strutture pubbliche, private o associative.I soggetti sono stati indirizzati al Fds prevalente-mente da associazioni di volontariato, da assistenti sociali di Ulss e Comuni e, ultimamente dal Mi-crocredito del Ceis. L’età media dei richiedenti è attorno ai 45 anni, perlopiù disoccupati e disagiati ma anche occupati con redditi contenuti e situa-zioni familiari complesse.

Vengono erogati contributi per:- Famiglie in stato di difficoltà per pagamenti di canoni di locazione, spese condominiali, rate di mutuo, assicurazioni, spese scolastiche, utenze (enel, acqua, metano), cure sanitarie/dentarie, ga-solio, libri testo, alimentari, piccoli lavori di manu-tenzione casa- Famiglie con componenti portatori di handicap e con problemi urgenti di manutenzione straordina-ria o lavori inderogabili per l’agibilità della propria abitazione.

Richiedenti: per lo più famiglie che hanno perso uno o più redditi da lavoro o che devono rinuncia-re al lavoro per assistere anziani o disabili; anche extracomunitari ma in netta minoranza.

Zone: un po’ da tutta la provincia. Ultimamente però la maggior parte delle richieste perviene dalla zona del dal Cadore tramite le assistenti sociali del-la Ulss e delle Comunità montane.Purtroppo l’intervento è in grado molto spesso di esaudire solo parzialmente le richieste poiché la di-sponibilità dei fondi è risicata e continua a ridursi. Negli anni scorsi sono stati erogati anche alcuni prestiti per lo più destinati ad anticipare incassi certi. Attualmente tali casistiche vengono dirotta-

te all’attività del Microcredito del C.e.I.s., con il quale il Comitato d’Intesa è in rete e opera in stret-ta sinergia. La commissione che gestisce il Fondo provinciale di solidarietà si è riunita più volte an-che nel corso dell’anno 2013 per esaminare i casi sottoposti e deliberare in merito o demandare la delibera, in ossequio al regolamento, al consiglio direttivo del Comitato d’Intesa.

Negli anni 2010-11-12 sono stati fatti in media 7 interventi per anno, con importo unitario medio di circa 660 euro. Nel 2013 gli interventi sono stati 16 per un importo unitario medio di circa 280 euro (erogati in totale €. 4.500). Nel primo trimestre del 2014 sono stati fatti già 6 interven-ti (24 su proiezione annua), per un importo unita-rio medio di circa 315 euro (globali € 1.900) .

Le richieste sono sempre più numerose pur in as-senza di divulgazione e provengono dall’intero ter-ritorio provinciale. Le domande di sostegno vanno redatte e inoltrate alla segreteria (via del Piave, 5 - 32100 Belluno) su appositi moduli forniti dalla stessa, anche per via telematica ([email protected]), preferibilmente da associazioni di volontariato e istituzioni pubbliche (assistenti so-ciali, comuni Ulss).

I PROGETTI DEL COMITATO D’INTESA

Il fondo viene alimentato unicamente con oblazioni e donazioni da parte di enti, associa-zioni, singoli cittadini. Chiunque può dare il proprio contributo sul conto corrente intestato al Comitato di Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di Belluno:I B A N : I T 7 3 Y 0 2 0 0 8 1 1 9 1 0 0 0 0 1 0 1 9 0 9 0 5 9 presso Unicredit Banca Spa – Piazza dei Martiri 41 – BellunoCausale: erogazione liberale

I contributi di qualsiasi importo sono considerati erogazioni liberali e consentono le agevo-lazioni fiscali nella dichiarazione dei redditi secondo le normative vigenti.Il versamento è gratuito.

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I PROGETTI DEL COMITATO D’INTESA

All’ingresso della Casa del volontariato, sede del Csv in via del Piave 5 a Belluno, è stato allestito un banchetto di scambio di libri usati con l’obiettivo di raccogliere risorse per il Fondo di so-lidarietà del Comitato d’Intesa. In alternativa è possibile dona-

re i propri libri usati, in particolare quelli di narrativa, per contribuire così in maniera indiretta all’inizia-tiva. Si tratta di un altro momento di solidarietà dopo il buon riscon-tro del banchetto alla sagra di San Martino a Belluno, che si è tenuta a metà novembre.

Scambio di libri per sostenere il Fondo di solidarietà

Ci sono almeno 3 buoni motivi per sostenere il Comitato d’Intesa con il 5 per mille:1. Diffonde la cultura della SOLIDARIETÀ: il Comitato d’Intesa tra le associazioni volonta-ristiche della provincia di Belluno, ente gestore del Centro di servizio per il volontariato, costituito nel 1977 con lo scopo di coordinare le attività delle associazioni aderenti con azioni di coopera-zione e solidarietà reciproca. Ha per finalità la promozione del volontariato attraverso un’azione di integrazione, condivisione e collaborazione fra le diverse associazioni; proporsi come organo di rappresentanza del volontariato nei rapporti con le istituzioni. Fanno parte del Coordinamento oltre 160 associazioni bellunesi.2. Perché ha massima a trasparenza e affidabilità: ogni centesimo raccolto dal Comitato viene impiegato nel modo più trasparente possibile: per fare questo e per garantire ai soci e ai so-stenitori la massima chiarezza, non solo redige ogni anno un bilancio economico visibile a tutti, ma è anche una delle poche associazioni in Italia a redigere un bilancio sociale o di missione pubblico.3. Si sostiene e può quindi continuare a svolgere attività, a dare servizi e a diffondere i valori del volontariato con donazioni, liberalità e lasciti di persone, aziende ed enti. Non ha altri soste-gni pubblici. Ecco come è possibile contribuire:- Con una libera offerta, effettuando un bonifico bancario (gratuito) aUNICREDIT – BANCA IT 67 W 02008 11910 000101908829- Con una libera offerta, effettuando un bonifico bancario (gratuito) al Fondo provinciale di Solida-rietà UNICREDIT – BANCA IT 73 Y 02008 11910 000101909059- Con un versamento postale sul c/c n. IT 90 B 07601 11900 000011515327È inoltre possibile destinare al Comitato d’Intesa il 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in sede di dichiarazione dei redditi 2013. Per chi compila il modello Unico o il mo-dello 730 è sufficiente firmare nell’apposita casella con intestazione: “Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative” e riportare il codice fiscale 93001500250. I titolari di un solo reddito da lavoro dipendente o di una pensione che non devono presentare la dichiarazione dei redditi, possono consegnare la scheda (come si fa per l’8 per mille) in busta chiusa a un ufficio postale, a uno sportello bancario o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (Caf). La devoluzione, essendo a carico dello Stato, così come avviene per l’8 per mille, è totalmente gratuita per il dichiarante.

Il TUO 5x1000 AL COMITATO D’INTESAdi Giogio ZAMPIERI

I PROGETTI D’INTESA CON IL COMITATO

IL MICROCREDITO PER BELLUNO

Da giugno 2012 è attivo nel territorio della provin-cia di Belluno il progetto di Microcredito che ha costituito il Fondo etico di garanzia del Microcredi-to, attivato a ottobre del 2012 tramite il C.e.I.S. di Belluno, col sostegno finanziario di un progetto di rete finanziato dal Csv di Belluno.Il Fondo è stato attivato con un primo versamen-to di tre soci fondatori: Comitato d’Intesa, Insieme si Può e Caritas Diocesana che hanno messo a di-sposizione 5.000 euro ciascuno che sono poi servi-ti anche da cofinanziamento per il primo sostegno chiesto ed ottenuto dalla Fondazione Cariverona.Il progetto si avvale di una rete di enti ed associa-zioni del territorio (Comitato di Intesa tra le asso-ciazioni volontaristiche della provincia di Belluno, Rotary club Belluno, associazione Centro di solida-rietà Charles Peguy, Caritas diocesana di Belluno e Feltre, Centro Caritas Hakim, Integra Cooperati-va Sociale, Associazione Gruppi “Insieme Si Può, Inner Wheel, Comune di Belluno) nonché di un gruppo di volontari formati ad hoc per l’ascolto e l’accompagnamento dei casi. Il progetto e lo spor-tello del Microcredito per Belluno è finalizzato a sostenere tutte quelle persone residenti nella pro-vincia di Belluno che si trovano in una situazione di temporanea difficoltà economica a seguito di eventi di carattere non ordinario e che per questo non possano accedere a formule, anche semplici, di prestito bancario. Il progetto di Microcredito per-mette di richiedere un piccolo prestito da restituire in un arco di tempo massimo di 36 mesi, in una logica non di assistenzialismo ma di responsabiliz-zazione dei fruitori, nella convinzione che in questo modo si possano offrire alle persone gli strumenti per essere i fautori della propria crescita senza creare meccanismi di dipendenza. In tal senso è importan-te che a fronte dell’intervento di tipo economico vi siano interventi di tipo formativo ed educativo e che le persone siano accompagnate in un progetto di cui siano parte attiva. Il progetto si pone come obiettivo proprio quello di prevenire situazioni che potrebbero aggravarsi e portare una progressiva emarginazione e esclusione sociale.

Da giugno 2012 al 31 di-cembre 2013 sono stati pre-si in carico 94 utenti di cui 50 sono femmine (53%) e 44 maschi (47%). Gli italiani sono 67 (71%) e gli stranieri 27 (29%). La maggior parte delle richieste è pervenuta da persone fra i 41 e i 55 anni. Il 6% degli utenti è in età pensionabile, ma in tutto 21 utenti, ovvero il 22%, sono titolari di pensione, fra cui anche pen-sione di invalidità e di reversibilità, e si trovano in difficoltà economica sia per l’esiguità delle pensioni, sia perché in alcuni casi si trovano a dover mantene-re anche figli adulti privi di lavoro o nipoti.La zona di residenza degli utenti è concentrata mag-giormente nella città capoluogo, dove è presente anche lo sportello, ma si estende anche a tutto il territorio provinciale, dal basso Feltrino al Cadore.Il reddito complessivo del nucleo familiare delle persone che si sono rivolte allo sportello per il 48 % è inferiore ai mille euro e nel 18 % dei casi è ad-dirittura saltuario. Ciò ha comportato in molti casi l’impossibilità di attivare il fondo di Microcredito, non sussistendo i requisiti minimi richiesti.La tipologia del nucleo familiare delle persone che si sono rivolte allo sportello è composto per il 29% da persone singole e dal 71% da famiglie. I nuclei familiari con più di 5 persone sono il 13%. I biso-gni espressi riguardano soprattutto beni primari fra cui le spese per acqua, riscaldamento ed elettricità, nonché le spese per l’affitto della casa.Le persone che si sono rivolte allo sportello, aven-do già in essere altri prestiti con finanziarie sono 30, ovvero il 32%, e questo tipo di prestiti si sono rivelati in molti casi una delle cause delle difficoltà economiche in cui versano le famiglie. Molto spes-so il pagamento di rate per acquisti effettuati in un periodo di tranquillità economica gravano pesante-mente nel caso di perdita o riduzione del lavoro. In 10 casi le persone risultavano in sofferenza. L’altro fenomeno che, a latere, è stato percepito dagli ope-ratori come crescente è quello del gioco, nella cui

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rete cadono sempre più spesso proprio le persone già in difficoltà.Per quanto riguarda la segnalazione dei casi allo sportello di Microcredito, in 16 casi (17%) la se-gnalazione è stata fatta direttamente dai Servizi so-ciali del Comune di residenza; in 32 casi (34%) la segnalazione è pervenuta direttamente dalla associa-zioni aderenti al progetto.Al 31 dicembre 2013 sono state attivate 29 prati-che di Microcredito per un importo complessivo di € 54.080 impegnati. L’attivazione del fondo è stata effettuati in 17 casi (59%) a favore di cittadini italiani a in 12 casi (41%) a cittadini extracomu-nitari. La restituzione degli anticipi erogati al 30 novembre 2013 è pari al 96 %, in linea con gli alti tassi di restituzione che caratterizzano il Microcre-dito nel mondo.I dati raccolti dallo sportello di Microcredito ri-flettono la precaria situazione economica in cui in trovano le famiglie in particolar modo a causa del-la perdita del lavoro e alla diminuzione del reddito complessivo del nucleo familiare. Visto l’impor-tante lavoro di rete messo in piedi con i precedenti finanziamenti e la buona collaborazione e sinergia che si è creata fra gli operatori, vista inoltre l’impor-tanza degli interventi effettuati, è auspicabile che il progetto possa proseguire.La buona percentuale di rientri del fondo garantisce la rigenerazione continua dello stesso, ma, consi-derato che i piani di rientro sono per lo più a 36 mesi, è auspicabile che il Fondo venga ulteriormen-te implementato in modo da poter dare risposta con continuità alle richieste accolte dallo sportello, tenendo, fra l’altro, conto che per la maggior parte si tratta di richieste urgenti.

Accanto al Fondo etico di garanzia è stato aperto anche un conto donazione dove possono confluire contributi sia da parte di privati che da aziende o enti pubblici. I fondi raccolti confluiscono poi nel

fondo di garanzia. I contributi di qualsiasi importo sono considerati erogazioni liberali e consentono le agevolazioni fiscali in dichiarazione dei redditi se-condo le normative vigenti. Il versamento è gratu-ito. Le donazioni possono essere versate sul conto cor-rente intestato al Centro Italiano di Solidarietà di Belluno Onlus:conto solidarietà DONAZIONI FONDO ETICO DI GARANZIA CE.I.S. DI BELLUNO”presso Unicredit BellunoIBAN: IT08G0200811910 000102309931Causale “erogazione liberale”.

Il Ce.I.S. di Belluno onlus, nell’ambito dell’accordo di rete del febbraio 2014, ha presentato alla Fonda-zione Cariverona un secondo progetto per l’imple-mentazione del citato Fondo etico di garanzia. A fronte dell’intervento di tipo economico sono pre-visti azioni di tipo formativo ed educativo in modo che le persone siano accompagnate in un progetto di cui sono parte attiva, attraverso una consulenza mirata.Il progetto di potenziamento, in particolare, preve-de:- L’implementazione del Fondo etico di garanzia per l’erogazione di piccoli prestiti a persone e fa-miglie in difficoltà economica che non riescono ad accedere al prestito bancario; - Un servizio di consulenza, correlato ai prestiti per seguire le persone dalla fase di erogazione alla resti-tuzione e per fornire consulenza a persone, che pur non usufruendo del prestito, presentano situazioni debitorie complesse;- Un lavoro di rete con altri enti e associazioni che si occupano di povertà e disagio sociale, per coordi-nare i vari interventi.Si prevede di realizzare il progetto dal 01/07/2014 al 31/12/2015.

Remo De Cian

I PROGETTI D’INTESA CON IL COMITATO

Tutto l’Alpago unito nel nome della solidarietà. È questo l’obiettivo del progetto “Non da soli ma soli...darietà” che mette insieme tutte le amministrazioni comunali, le parrocchie e molte associazioni di volon-tariato della vallata. Il progetto è partito da alcuni mesi ed è stato finanziato dal Csv che ne è anche partner in-sieme al Comitato d’Intesa (che all’inizio ha coinvolto anche un gruppo di ragazzi del servizio civile). Gli altri

soggetti coinvolti sono i cinque comuni e le rispettive parrocchie dell’Alpago, l’Unione montana, i donatori del sangue Abvs e l’Azione cattolica di Puos, le associazioni Il Tralcio Onlus, Alba azione di gioia, Ceno Ba-rattin, “2ruote&solidarietà” e il coordinamento Oasi amicizia. Il progetto prevede una prima parte di aiuto al disagio sociale con il coinvolgimento di otto persone della zona, che saranno retribuite con il sistema dei voucher. Tutti i responsabili hanno individuato i criteri per la scelta, rispettando la rappresentanza territoriale e il reale bisogno nel tentativo di dare un sostengo a coloro che sono “ai margini”. Per queste persone sono previsti da maggio due turni di lavoro di 144 ore complessive a seconda delle necessità dei vari enti coinvolti, come piccoli lavori di manutenzione pubblica ma non solo. Un secondo importante momento sarà quello della costituzione di un osservatorio sociale per monitorare per la prima volta in modo approfondito tutte le necessità del territorio (come la presenza dell’immigrazione, i numeri delle associazioni, i casi di povertà, le attività dei giovani, eccetera). Infine da quest’estate partiranno una decina di incontri formativi con il filo conduttore “Una comunità che cresce” attraverso la novità di una comunicazione unitaria. Gli appuntamen-ti toccheranno varie tematiche come il volontariato, le nuove tecnologie, le relazioni interpersonali, il bene comune e i cambiamenti della società.Il tavolo tecnico che segue l’iniziativa è coordinato da Francesca Gaio ed è composto dal tutor Angelo Paganin per il Csv, Antonio Dazzi per il Comitato d’Intesa, Ennio Soccal in rappresentanza del mondo del volontaria-to, l’assessore al sociale di Tambre Sara Bona per le amministrazioni comunali e Silvia Vigne per le parrocchie.

NON DA SOLI MA SOLI...DARIETÀ di Enrico DE COL

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

Successo di partecipazione per la “Zoldo Be a Fan”, una tre giorni dedi-cata ai giochi sulla neve aperti davvero a tutti e organizzata dall’asso-ciazione sportiva dilettantistica “Sci di fondo Val di Zoldo” guidata da Ar-cangelo Panciera, che è riuscita a coinvolgere tantissimi partner. I giochi si sono disputati dal 23 al 25 gennaio nel bello scenario offerto dalla val zoldana. Più di 200 persone tra atleti e familiari si sono mosse per par-tecipare alla manifestazione di integrazione tra sport e solidarietà. L’Aipd (Associazione italiana persone Down) ha partecipato con una numerosa squadra guidata dalla presidente provinciale Ines Mazzoleni Ferracini, le operatrici Sabrina Campigotto, Maria Paolina De Nale e Manola Reato e la volontaria Daniela Minella. Per i ragazzi Aipd ci sono stati anche dei buoni piazzamenti, con il primo posto di Luca Corso nella discesa e il bronzo nel fondo di Francesco Cappellari.

ZOLDO BE A FAN, UN SUCCESSO DI SPORT E INTEGRAZIONE

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Sabato 12 aprile è stata celebrata per la 38esima volta la Pasqua dei Bocciofili, il torneo di bocce per portatori di handicap ospitato al Palabocce di Cavarzano che ha visto scontrarsi i finalisti delle 120 squadre che si sono incontrate nelle scorse settimane sui campi dei bocciodromi di Fonzaso, Feltre, Pederobba e Cavarzano. Durante le premiazioni il presidente della Fib provinciale Massimo De Vec-chi ha ringraziato lo staff del comitato provinciale (che comprende i giocatori, gli arbitri, il presidente della società Cavarzano Mauri-

zio Vettorel, le ditte che hanno offerto i premi e chi ha preparato la serata), il quale ha reso concretamente possibile la realizzazione della manifestazione, e ha consegnato simbolicamente al presidente del Co-mitato d’Intesa Giorgio Zampieri un assegno di 3500 euro, somma raccolta attraverso la tradizionale lotteria e con parte delle iscrizioni di gara e donata a sostegno delle attività volontaristiche, con la promessa di riproporre il gesto anche il prossimo anno. De Vecchi ha ricordato Luciano Vibani, indimenticato segretario della Fib bellunese. Sono stati quindi festeggiati i 50 anni di matrimonio di due storici collabo-ratori. I premi alle formazioni per i migliori risultati ottenuti sono stati consegnati dalle autorità presenti. Il rappresentante dell’amministrazione comunale di Belluno Francesco Masut ha sottolineato il valore della manifestazione e ha ringraziato per l’impegno profuso. Ospiti speciali, accompagnati dal presidente Salvatore Bavasso e dagli operatori, i ragazzi disabili dell’Anffas (Famiglie di persone con disabilità) che partecipano al progetto di autonomia “Prove di volo” nell’appartamento allestito nelle case Sperti di Ca-varzano, ai quali sono state donate alcune uova pasquali di cioccolato. Luigi Bristot con la sua fisarmonica ha allietato i presenti alla serata finale, conclusasi con l’estrazione dei premi della lotteria. (f.v.)

PASQUA DEI BOCCIOFILI E DELLA SOLIDARIETÀ

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

Si è concluso il percorso formativo denominato “Stile libero” a cura dell’Odar (Opera diocesana di assistenza religiosa) e dell’associazione Amici dei disabili e dei minori. Centinaia di giovani provenienti da tutta la provincia e non solo hanno partecipato a diversi incontri a partire dal-lo scorso autunno, con lo scopo di prepararsi adeguatamente alle espe-rienze di volontariato che si terranno quest’estate alla villa Gregoriana di San Marco di Auronzo e al Villaggio San Paolo a Cavallino Treporti a Venezia. Gran parte di questi giovani sono anche inseriti nel programma “Csv volontario anche tu”. A novembre e gennaio si sono tenuti i primi appuntamenti all’Oasi Bethlehem di Col Cumano a Santa Giu-stina, importanti momenti di aggregazione, amicizia e riflessioni su tematiche importanti come il senso della vita e il valore della condivisione. Gli incontri si sono ripetuti anche nella due giorni a fine marzo alla villa Gregoriana di Auronzo. L’appuntamento più significativo però è stato quello di Taizè con una gita di due giorni a inizio marzo alla comunità monastica ecumentica francese, fondata nel 1940 da frerè Roger. Protagonisti dei vari incontri sono stati don Sandro Gabrieli, don Alessio Strapazzon, il direttore Odar Paolo Santesso e Matteo Bortoluzzi, responsabile della formazione Odar. I partner dell’Odar sono l’associa-zione Giovanni Conz, Primavera, Aitsam (Associazione tutela salute mentale), Assi (Associazione sportiva e sociale invalidi), Anglat (Guida legislazione handicappati), Aipd (associazione italiana persone Down), la cooperativa Portaperta, i servizi socio-sanitari e il Csv di Belluno. (e.d.c)

STILE LIBERO, PERCORSO FORMATIVO DELL’ODAR PER GIOVANI VOLONTARI

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

Il comitato Prevenzione salute donna ha donato al reparto di chirurgia dell’ospedale San Martino di Bel-luno, coordinato dal primario Fabio Ricagna, un macchinario di ultima generazione, una telecamera full HD 1080p per laparoscopia completa di testina costata 20 mila euro.Il comitato Prevenzione riunisce dal 2005 in comitato otto associazioni della provincia (Ados, Donne operate al seno; Avo, Volontari ospedalieri; Croce rossa italiana sezione femminile; Federcasalinghe; Fi-dapa, Donne nelle arti professioni affari; Internazional inner wheel club Belluno; Lilt, Lotta ai tumori; Soroptimist internazional d’Italia club Belluno e Feltre) e nell’arco di nove anni di attività ha fatto dona-zioni all’Ulss 1 per un totale di 177 mila 440 euro. L’ultima in ordine di tempo è la telecamera per la-paroscopia, che andrà a sostituire i vecchi macchinari per operazioni non invasive e in certi casi anche più sicure e che è stata finanziata grazie alle donazioni raccolte in occasione delle manifestazioni solidaristiche organizzate durante l’anno (domenica 9 marzo si terrà la pedonata competitiva riservata alle donne “Il vento tra i capelli”). (f.v.)

UNA NUOVA TELECAMERA PER LAPAROSCOPIA DONATA AL SAN MARTINO

Oltre 150 persone hanno partecipato alla serata informativa e di sensibilizzazione “A cuor leggendo” orga-nizzata dalla Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) di Feltre e ospitata sabato 22 marzo nell’aula magna dell’istituto Colotti. Suddiviso in due parti, l’incontro è stato aperto dai saluti di Renzo Zampieri, presidente provinciale della Lilt, e di Rosanna Zatta, direttore amministrativo dell’Usl 2 di Feltre in so-stituzione del direttore generale Adriano Rasi Caldogno. A seguire il dottor Mauro Soppelsa, direttore del Servizio igiene e sanità pubblica del Dipartimento di prevenzione dell’Usl 2, ha illustrato alcuni dati riassuntivi della situazione relativa l’incidenza di persone sovrappeso e obese in Veneto, in provincia e nel Feltrino raccolti ed elaborati all’interno del progetto Passi.Una volta terminata la relazione di Soppelsa è stato presentato il progetto “C’era una volta e poi vissero sani e contenti” condotto da Rosanna Canova nella scuola primaria di Villabruna. Proprio di lettura si sono occupati i bambini delle classi terza e quinta dell’istituto frazionale “F. De Boni” con le maestre Sabrina Bertelle e Stefania Carpene, invitati a salire sul palco per leggere le storie elaborate in classe sul tema della paura. I brevi racconti sono stati corredati di tavole illustrative realizzate dagli stessi alun-ni. La struttura della narrazione si è basata sulla tecnica del “kamishibai”, ovvero il dramma di carta giapponese basato sull’uso di illustrazioni, risalen-te al 1100 e nato per raccontare storie a un pubblico analfabeta. Chiusura con letture a voce alta a cura dei Bizzarri lettori del Polo bibliotecario feltrino, con accompagnamento musicale del maestro Pio Sagrillo. Le letture in italiano e dialetto hanno raccontato il tema della salute e della cura dei tempi passati, facendoci ricordare buoni rimedi oggi dimenticati.La serata è stata inserita nelle iniziative organizzate in occasione della settimana nazionale per la preven-

zione oncologica, che si è tenuta dal 16 al 23 marzo. Il tema di quest’anno è stato “Prevenzione in primo piano anche a tavola. In salute sin da piccoli”. I volontari della Lilt, con l’apporto prezioso di altre associazioni di volonta-riato e grazie alla collaborazione di 13 comuni bellunesi, hanno distribuito bottiglie di olio extravergine di oliva in cambio di un modesto contributo a sostegno delle attività promosse dalla Lega lotta tumori. (f.v.)

“A CUOR LEGGENDO”, LA LILT DI FELTRE PER SENSIBILIZZARE E INFORMARE

CSVinforma40 Aprile 2014 CSVinformaAprile 2014 41

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

L’Auser Veneto, in collaborazione con l’Auser provinciale bellunese e con il patrocinio della Provincia e del Comune di Belluno, dell’Ulss 1 e del Csv, ha organizzato giovedì 27 marzo un seminario di ap-profondimento e di proposta dal titolo “Non è mai troppo tardi. Volontariato e invecchiamento attivo intergenerazionale”. L’appuntamento si è svolto nell’aula magna dell’istituto Agosti di Belluno, in piazza san Giovanni Bosco a Baldenich. Il convegno è stato preceduto dallo spettacolo teatrale “Hansel e Gretel” della compagnia I Coinquilini teatro ed è stato seguito da un happy hour alla bellunese preparato dalla cooperativa sociale Mani Intrecciate.Soggetti promotori e sede dei lavori si collocano nello spirito del progetto Co.Ge. (Comitato di Gestione) che prevede il coinvolgimento e il supporto di organizzazioni di volontariato su temi quali l’invecchia-mento attivo e la solidarietà intergenerazionale, oltre che l’inclusione sociale e l’apporto dei giovani nel volontariato. A trattare di questi argomenti, dopo l’introduzione del presidente Auser Veneto Franco Piacentini, sono stati Giovanni Gobitti, responsabile dell’ufficio di statistica provinciale, il neurologo Ernesto Gastaldo, dirigente medito in neurologia all’ospedale Dell’Angelo di Mestre-Venezia e la psico-loga Chiara Da Ronch, docente incaricata in psicologia delle organizzazioni all’università degli studi di Ferrara, con una visione che dal contesto provinciale spazierà fino all’Europa.Gobitti, con la relazione di inquadramento locale “La popolazione in provincia di Belluno: evoluzione nel tempo e struttura per età” ha proposto un quadro interpretativo dei cambiamenti generazionali e sociali avvenuti nell’arco degli anni. Grazie ai dati derivati dagli ultimi censimenti della popolazione, si è potuto comprendere in modo approfondito il peso che la popolazione di una certa età sta avendo nei confronti dell’equilibrio anagrafico della provincia di Belluno. L’analisi della struttura per età ha permesso di scopri-re quale situazione si è venuta a creare con gli anni sul territorio e le conseguenti problematicità. Gastaldo ha dato alcuni “Suggerimenti dalla neurobiologia per la promozione della salute”, Da Ronch ha parlato di “Come trattiamo il nostro cervello? Si merita di meglio. Informazioni da uno studio Europeo”, con un’in-troduzione sulla tematica generale dell’aumento dell’aspettativa di vita e le sue conseguenze per la popola-zione mondiale e poi nazionale. La docente ha fatto una panoramica sui dati finora ottenuti nella ricerca condotta all’università di Ferrara sulla salute e sulle attività negli over 65 in Europa e ha illustrato alcune ricerche scientifiche che indicano quali sono le attività che accelerano o rallentano l’invecchiamento, come l’importanza dell’attività fisica, portando anche esempi di progetti recentemente messi in atto. (f.v.)

NON È MAI TROPPO TARDIConvegno dell’Auser sui temi del volontariato e dell’invecchiamento attivo

HANSEL E GRETEL IL PUBBLICO IL TAVOLO DEI RELATORI

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

ACAT DOLOMITI FELTRINEGruppo sperimentale di auto-aiuto per il gioco d’azzardo patologico

di Sara SEBBEN

L’idea di questo progetto nasce con il dottor Luigi Turco, psicologo e psicoterapeuta del Servizio per le Dipendenze dell’Ulss 2 di Feltre, per portare avanti le idee e le proposte nate all’interno del corso “Vin-cere il gioco d’azzardo: percorso formativo per la presa in carico e il trattamento di soggetti con pro-blemi di dipendenza da gioco patologico” organiz-zato dall’Ulss 2 nella primavera del 2013, al quale ha partecipato anche l’Acat Dolomiti Feltrine. Nel giugno 2013 comincia l’attività del gruppo di lavo-ro di riferimento per la realizzazione del progetto. Innanzitutto, le decisioni di base: chi coinvolgere? Come? Secondariamente, alcune questioni più pra-tiche: come far arrivare il messaggio agli interessa-ti? Quali numeri di telefono fornire? Quale sarebbe stata la sede del primo gruppo di auto-aiuto che si voleva creare? Con quante persone partire? La prima decisione presa è stata di chiamare questo gruppo di auto-aiuto per gioco d’azzardo patologico “speri-mentale”, perché nel territorio non ce n’erano altri (tutt’oggi si tratta dell’unico gruppo di auto-aiuto presente nel territorio) e perché l’unica conoscenza rispetto a questo tipo di gruppi alla quale poteva-mo far riferimento erano i Club per gli Alcolisti in Trattamento (oggi chiamati Alcologici Territoriali), con i quali l’Acat ha esperienza. Si è deciso inoltre di fare istanza di contributo al Centro di servizio per il volontariato di Belluno e che l’Acat Dolomiti Feltrine fosse capofila del progetto con il patrocinio dell’Ulss 2, dell’Acat Feltre e delle Comunità Tera-peutiche Dumia e Landris. In novembre è arrivata la risposta positiva dal Csv per il progetto “Grup-po di auto-aiuto per gioco d’azzardo patologico”. Il progetto prevede l’avvio di gruppi di auto-aiuto per gambling, un corso di formazione per conduttori di gruppi di auto-aiuto per gioco d’azzardo patologico ed incontri di informazione e promozione del pro-getto. Con il tempo abbiamo sentito il bisogno di coinvolgere più persone possibile nel progetto per aumentarne la visibilità e abbiamo contattato Fe-derico Di Giorgi della consulta giovani “Diciamo

la nostra!” che si è reso subito disponibile a colla-borare con noi e che ci ha informati dell’attenzione dell’assessore delle politiche sociali del Comune di Feltre, Giovanni Pelosio rispetto al problema del gioco d’azzardo. In dicembre siamo stati invitati a una tavola rotonda nella sede comunale di Feltre, dove abbiamo avuto l’occasione di presentare il pro-getto. Abbiamo ottenuto così il patrocinio del Co-mune di Feltre e della Consulta giovani di Feltre.È cominciato quindi il lavoro di progettazione e organizzazione del corso per conduttori di gruppi di auto-aiuto per gioco d’azzardo aperto a servitori-insegnanti (i conduttori dei gruppi di auto-mutuo-aiuto presso le Acat del nostro territorio) e opera-tori di comunità. Abbiamo contattato a questo proposito anche la dottoressa Ivana Stimamiglio, una delle maggiori esperte in Veneto in riferimento alla tipologia di riabilitazione fornita dai gruppi di auto-mutuo-aiuto, che ha accettato l’invito ad in-tervenire al nostro corso che partirà in maggio. Il 15 aprile si è tenuto il primo evento di informa-zione e promozione di questo progetto allo Spazio giovani di Feltre però, con nostro rammarico, non ha riscosso successo. Ci siamo accorti che è difficile arrivare alle persone che potrebbero avere bisogno, ma non vogliamo scoraggiarci. Probabilmente non abbiamo fatto abbastanza per attirare l’attenzione sulla possibilità di ricevere e dare aiuto e sostegno, offerta dai gruppi di auto-aiuto. Tuttavia abbiamo in programma altri e nuovi eventi e speriamo di poter essere la risposta che i giocatori patologici o problematici, i loro familiari e i loro amici stanno cercando. I gruppi di auto-aiuto non sono solo per i giocatori bensì per tutte le persone sulle quali si ripercuote il problema del gioco d’azzardo. Alla fine di gennaio, grazie a Francesca Valente, esce un arti-colo sul Corriere delle Alpi che informa sull’immi-nente avvio del nostro primo gruppo di auto-aiuto per gioco d’azzardo patologico. Il gruppo è partito in febbraio, si tiene nella sede dell’Acat Feltre e ad oggi conta la presenza di dieci famiglie, che rispetto

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Mancano ormai pochi giorni alla terza Conferenza organizzativa di CSVnet programmata per il 16, 17 e 18 maggio a Milano e fervono i lavori di pre-parazione. Tra le varie iniziative che accompagna-no la conferenza la più significativa sono stati gli incontri territoriali tra il presidente Stefano Tabò, il direttore Roberto Museo e i 18 coordinamenti regionali dei Csv. Il 28 marzo a Verona nella sede della Fidas i Csv di Belluno, Treviso, Verona, Rovigo, Venezia, Vi-cenza e Trento, i rappresentanti del volontariato nel Comitato di gestione (Co.Ge.) e alcuni mem-bri della Conferenza regionale del volontariato hanno potuto fare il punto della situazione con i vertici nazionali di CSVnet. È stato un incontro quantomeno opportuno per ragionare sul futuro di CSVnet e di conseguenza anche sul futuro dei Csv provinciali nonché per commentare, si spera per l’ultima volta, gli avvenimenti legati all’accor-do nazionale Acri-Volontariato che ha portato al volontariato risorse certe per il prossimo triennio. Ogni riflessione sul futuro dei Csv deve partire dalla considerazione che in Italia esistono modi molto diversi di intendere e di gestire i Csv anche all’interno della stessa Regione ed il CSVnet sta cercando di fare sintesi, di proporre modelli simili valorizzando nel contempo le differenze. In preparazione all’incontro di Verona, i direttivi dei Csv veneti dovevano riflettere su alcuni temi caldi e riassumerli in un documento. La somma dei documenti di ciascun coordinamento regio-nale sarà poi la base della discussione della Con-ferenza di Milano. Nella prima parte dell’incontro ogni direttivo provinciale ha presentato le proprie riflessioni su identità dei Csv, il loro dimensiona-mento, i livelli decisionali e il perimetro di azione. Il confronto è stato aperto, pacato, pieno di spunti

molto interessanti. Il Csv Verona si è assunto il compito di fare sintesi e produrre il documento veneto da presentare a CSVnet . Nella seconda parte vi sono stati gli interventi dei rappresentanti del volontariato nel CoGe e nella Conferenza .

Il Csv di Belluno, grazie al lavoro certosino del presidente del Comitato d'Intesa Giorgio Zampie-ri, ha elaborato alcune considerazioni che hanno preso spunto dai pensieri espressi dalle associazio-ni nei recenti incontri territoriali. Naturalmente il documento di Belluno ha ripreso la natura e la particolarità dell’associazionismo bellunese, i pro-blemi demografici, la conformazione del territorio e per affermare alcuni concetti fondamentali:- Il ruolo politico dell’ente gestore, nel caso di Bel-luno il Comitato d’Intesa, oltre ad avere una vita propria distinta dal Csv, assume da decenni un ruolo di rappresentanza istituzionale diversamente da altri contesti in cui l’ente gestore è semplice-mente un’entità amministrativa;- Il dimensionamento dei Csv deve rimanere su base provinciale, eventuali accorpamenti o fusio-ni con Csv limitrofi porterebbe delle conseguenze negative per le nostre associazioni, che sono molto più piccole e meno numerose di altre province;- I livelli decisionali nei Csv provinciali non pos-sono essere delegati a coordinamenti regionali o nazionali se non su temi di tipo organizzativo o amministrativo o di politica complessiva;- La finalità dei Csv è di realizzare la figura dell’uo-mo solidale attraverso la realizzazione di attività o servizi utili alla comunità. Il Csv ha il compito di sostenere e promuovere una radicale e capillare sti-molazione delle responsabilità civile con un parti-colare riguardo alle giovani generazioni e garantire un supporto alla progettazione sociale.

ASPETTANDO LA TERZA CONFERENZA ORGANIZZATIVA DI CSVnetdi Gianluca CORSETTI

DALLA RETE DEI CSV D’INTALIA

alla reale presenza nel territorio di questo problema non sono molte, ma siamo comunque felici che siano con noi e speriamo che, grazie anche all’opportunità di farci conoscere e di far conoscere il nostro progetto che ci offre il Csv dedicandoci questo spazio, le famiglie aumentino presto.

PER CONTATTARE LA NOSTRA ASSOCIAZIONE:[email protected] Sede: 0439883844 (martedì e giovedì mattina dalle 9 alle 11)Presidente, Giovanni Fontana: 3391000365 (tutti i giorni)Dott.ssa Sara Sebben, co-conduttrice gruppi AAG: 3481424140 (tutti i giorni)

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

RITORNA IL CORSO DI FORMAZIONE CULTURALE E ARTISTICAdel Fondaco per Feltre

Riparte il 2 maggio il corso di formazione culturale e artistica organizzato dal Fondaco per Feltre, associazione culturale fondata nel 1991 per valo-rizzare la storia e le bellezze della città attraverso azioni di promozione, come l’apertura dell’area archeologica sottostante il sagrato del Duomo di Feltre e le visite all’oratorio dell’Annunziata e al museo diocesano di arte sacra. Il corso è aperto a tutti gli appassionati di arte, cultura e storia che vogliano approfondire le loro conoscenze su Feltre e il Feltrino per met-terle a disposizione dei visitatori come animatori socio-culturali. Il corso

è stato presentato il 26 aprile in una sala degli Stemmi gremita di pubblico dai due responsabili, Lucio Zamperoni e Matteo De Boni (nella foto a sinistra). Il corso rinasce con un duplice obiettivo: formare personale in grado di illustrare i tesori della città e dare ai cittadini l’occasione di conoscersi e conoscere la ricchezza custodita nell’ambiente in cui vivono. Le nove lezioni saranno tenute da otto relatori e si svolgeranno ogni venerdì sera alle 20.30 nel campus universitario “Tina Merlin” di Feltre, dal 2 maggio al 27 giugno. Il 2 e 9 maggio Gianmario Dal Molin illustrerà i punti salienti della storia di Feltre. A seguire il 16 maggio Giovanni Perenzin tratterà la cultura feltrina, il 23 Eleonora Feltrin esplorerà la cittadella, il 30 Tiziana Casagrande accompagnerà i pre-senti nei corridoi musei civici feltrini, il 6 giugno Andrea Bona percorrerà piazza Maggiore, il 13 Cristiano Velo entrerà al teatro de La Senna il 20 Marisa Rigoni esplorerà l’area archeologica e infine don Giacomo

Mazzorana, responsabile del museo diocesano, si addentrerà il 27 giu-gno nel santuario dei santi Vittore e Corona. Il percorso si concluderà domenica 6 luglio con la visita guidata ai palazzi e alle chiese della cittadella a cura di alcuni volontari del Fondaco. Il corso durerà circa 20 ore al termine delle quali sarà rilasciato un attestato di frequenza a chi avrà superato la soglia del 90 per cento di presenza, convertibile in crediti formativi seminariali sia per le scuole superiori, sia per gli istituti universitari.

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DIECI ANNI di: DOTTOR CLOWN

ANNIVERSARI DELLE ASSOCIAZIONI

VENT’ANNI di: EMERGENCY

L’associazione onlus fondata nel 2004 dalla dottoressa Anna Dal Pan quest’anno compie dieci anni e si prepara a festeggiarli con una due giorni di iniziative che si svolgeranno tra Feltre e Bellu-no i prossimi 9 e 10 maggio.Dottor Clown Belluno si propone di allietare la permanenza di bambini, anziani e disabili all’interno delle strutture socio-sanita-rie, Gli strumenti usati sono l’allegria, l’umorismo e la positività

“Cento cene, vent’anni e un progetto” è il titolo che il coordi-namento nazionale di Emergency ha voluto dare al ventennale che ricorre quest’anno per tutti i gruppi operativi locali, incluso quello di Belluno. Proprio il 21 marzo si è tenuta una cena nella pizzeria Parco di Limana ai Coi di Navasa alla quale hanno par-tecipato più di cento persone, unite nel sostegno dell’associa-zione umanitaria fondata a Milano nel 1994 per portare aiuto umanitario alle vittime civili delle guerre e della povertà.

VENTICINQUE ANNI di: CUCCHINIL’associazione Cucchini è formata da un gruppo di circa 160 vo-lontari specificatamente formati per fornire assistenza ai malati gravi ed ai loro familiari e da un’equipe multidisciplinare con specifica preparazione nella terapia del dolore e cure palliative.L’associazione è nata nel 1989 ispirandosi all’attività del profes-sore Francesco Cucchini che ha operato come primario radiolo-go all’ospedale San Martino di Belluno negli anni settanta e che per primo in provincia si è occupato di terapia del dolore.

Direttore responsabile: Francesca ValenteHanno collaborato: Anna Baerlocher, Marco Bogo, Roberto Bristot, Paolo Capraro, Franco Chemello e i ragazzi delle Scuole in rete, Gianluca Corsetti, Marco Crepaz, Remo De Cian, Enrico De Col, Adelio De Gol, Laura De Riz, Luigino Fornasier, Nevio Meneguz, Alessia Munaro, Andrea Nascimbene, Angelo Paganin, Sara Sebben, Francesca Valente, Giorgio Zampieri.Foto: Davide Dal Mas, Enrico De Col, Laura De Riz, Francesca Valente. Editore: Comitato d’Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia di BellunoPresidente: Giorgio ZampieriVicepresidente: Gianluca CorsettiDirezione e redazione: Centro di Servizio per il Volontariato della pronvicia di Belluno, via del Piave n. 5 32100 Belluno. Tel. 0437950374 - Fax 0437958273 - N. verde: 800392333e-mail: [email protected] - sito: www.csvbelluno.it

Iscrizione tribunale Belluno n. 5 del 11/04/2003

CSVinforma

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Sono cominciati il 31 gennaio e faranno tappa a Belluno il 9 maggio dalle 15 alle 18 nella sede di Confindustria gli incontri formativi per aggiornare e rinnovare la classe dirigente del volontariato ve-neto promossi dai Csv del Veneto, dal Comitato di gestione e dalla Regione. Titolo dell’incontro ter-ritoriale è “Volontariato e responsabilità sociale d’impresa, esperienze locali”, nel quale interverranno i rappresentanti del Centro di servizio per il volontariato della provincia, di Confindustria Belluno Dolomiti e di alcune aziende locali. Sono invitati all’incontro i volontari che operano con un ruolo di responsabilità nelle associazioni del Veneto, nella Conferenza regionale del volontariato, negli organi sociali degli enti gestori e dei Csv.Il percorso “Dove va il volontariato?” nasce nel momento in cui il mondo della solidarietà sta viven-do una profonda trasformazione sociale, organizzativa ed identitaria. Di fronte a questo scenario il volontariato deve tornare a riflettere sulle questioni chiave che attraversano i territori, i settori d’in-tervento e le motivazioni della gratuità. Il volontariato può ritrovare un pensiero strategico comune per produrre cultura, valori e innovazione sociale. Nello stesso tempo, alla pari degli altri attori della società, dalla politica e all’economia, il volontariato ha il dovere di rinnovare e di formare una classe dirigente capace di incidere e di segnare il futuro.

9 MAGGIO: DOVE VA IL VOLONTARIATO?

30 MAGGIO: CONCERTO SOLIDALE A FAVORE DEL COMITATO D’INTESA“Maria, il dono. Un sì che cambia la storia” è il titolo della serata di musiche e letture che il Comi-tato d’Intesa assieme al Csv di Belluno sta organizzando il occasione della conclusione del mese mariano. La serata si terrà nella concattedrale di Feltre, dove si succederanno alcuni cori e lettori, in un alternarsi di celebrazioni alla figura della Madre di Dio tratti dalle Sacre scritture, con intermezzi tratti dalla Divina Commedia, dal diario di Maria di Franco Mazza, dalle poesie di Alda Merini, dagli scritti di don Primo Mazzolari, dall’Inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta. Sarà ritagliato anche un momento per ricordare la figura di monsignor Vincenzo Savio, a dieci anni dalla morte. Il canto fina-le sarà il Magnficat di Johann Pachelbell. Parteciperanno anche i ragazzi della catechesi, dei gruppi parrocchiali e degli Scout agesci del territorio. Collaborano all’organizzazione anche il Movimento per la Vita e la Caritas diocesana di Belluno e Feltre.

GLI ALPINI FELTRINI DONANO 6 MILA EURO ALLE FAMIGLIE DI PORTAPERTALa sezione alpini di Feltre ha donato 6360 euro all’as-sociazione Famiglie di Portaperta che si occupa di dare conforto e supporto alle famiglie di minori o di-sabili in difficoltà. L’assegno è stato consegnato nel-le mani delle rappresentanti Angela Mione e Orietta Rizzon da Paolo Zanella, vicepresidente vicario della sezione Ana, Gianbattista Mira e Nicola Mione. Con quei soldi sarà dato supporto scolastico, sanitario ed economico a otto giovani ospitati in Casa Aladino e alle rispettive famiglie. (f.v.)

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CRISTINA PIGRAHo il cancro e non ho l’abito adatto, Mursia, 2007

Le vacanze estive sono programmate da tempo, mancano pochissimi giorni alla partenza ma Cristina scopre di avere un cancro. Inizia così il resoconto del viaggio che la porta a conoscere un mondo nuovo, quello della malattia, e delle emozioni che la accompagnano in varie situazioni, a volte commoventi a volte imbarazzanti e a volte buffe. L’ironia e la voglia di vivere sono le protagoniste assolute del rac-conto, ingredienti indispensabili della terapia che porterà alla guarigione.

MARCO BOSCHINILa mia scuola a impatto zero, Sonda, 2012

Eliminazione degli sprechi, riciclaggio, riduzione dei rifiuti, mobilità sostenibile: questi alcuni concetti che gli adulti faticano a comprendere ma che risultano facili da imparare se insegnati e, soprattutto, messi in pratica a scuola. L’autore pre-senta dieci progetti realizzati in altrettante scuole italiane grazie ai quali i ragazzi si sono appassionati a stili di vita virtuosi nel rispetto dell’ambiente ed all’insegna del risparmio di energia e di denaro.

SERGIO RICCITrust e non profit, Maggioli, 2013Scopo del volume è proporre il trust come fattispecie utilizzabile nel settore non profit per scopi di pubblica utilità e di finalità sociale diretta, oppure per recare protezione a soggetti in gravi condizioni di svantaggio fisico, psichico e sociale, quale valida alternativa - pratica e flessibile - ad altri strumenti giuridici più abi-tuali. In sintesi, l’istituto viene esaminato sostanzialmente in due modi: come strumento giuridico di natura sociale e caritatevole (per questo motivo, è dato anche largo spazio all’esame del trust Onlus e delle specificità che lo caratteriz-

zano, quando assume questo particolare “abito fiscale”, tipico del settore non profit italiano) e, in un secondo caso, come mezzo per garantire assistenza, programmazione e tutela futura a soggetti svantaggiati o comunque bisognosi di assistenza ed ausilio: trust con beneficiari individuati, in cui tali soggetti presentino problematiche di natura sociale ed in cui sia comunque possibile prevedere l’intervento di un ente non profit nel meccanismo del trust stesso. Per ciascuno degli aspetti trattati viene inquadrata la problematica civilistica e tributaria. (dalla quarta di copertina)

LE RECENSIONI di Anna Bärlocher

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