CS_E_africa4_ott09DEF

20
Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM E AFRICA In Tanzania 8.000 donne perdono la vita ogni anno nel dare alla luce i loro figli. Un’ingiustizia che non accettiamo. Nel distretto di Iringa il nostro impegno è per mamme e bambini. VITE IN SOSPESO

description

In Tanzania 8.000 donne perdono la vita ogni anno nel dare alla luce i loro figli. Un’ingiustizia che non accettiamo. Nel distretto di Iringa il nostro impegno è per mamme e bambini. NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 MEDICI CON L’AFRICA BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI CUAMM Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ENRICO BOSSAN

Transcript of CS_E_africa4_ott09DEF

Page 1: CS_E_africa4_ott09DEF

Spedizioneinabbonam

entopostaleArt.2comma20/C

Legge622/96,FilialediPadova

ENRICOBOSSAN

NUMERO 4 | OTTOBRE 2009

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMMEAFRICA

In Tanzania 8.000 donneperdono la vita ogni annonel dare alla luce i lorofigli. Un’ingiustiziache non accettiamo.Nel distretto di Iringail nostro impegnoè per mammee bambini.

VITEINSOSPESO

Page 2: CS_E_africa4_ott09DEF

ÈAFRICADIRETTORELuigi Mazzucato

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIE DI REDAZIONEElisa BissaccoMariangela Zanni

REDAZIONEAndrea Borgato, Dante Carraro,Marcello Enio, Serena Foresi,Fabio Manenti, Linda Previato,Bettina Simoncini

FOTOGRAFIEEnrico BossanMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

IMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 1238057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni.Medici con l’Africa Cuammè onlus ong. Le offerte inviatesono quindi deducibili nelladichiarazione dei redditi,allegando la ricevutadell’offerta eseguita.

Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353 intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org

DALL’ALBUM DEL CUAMM

MEDICICON L’AFRICACUAMM

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO MORIRE DI PARTO A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS BUONE NOTIZIE MA FINTEPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

SCONCERTO E DOLOREASSASSINATO DON RUGGERO RUVOLETTO

Nhamatanda, Mozambicofoto di Enrico Bossan.

2009

La tragica scomparsa di don Ruggero Ruvoletto, brutalmente assassinato il 19 settembre a Manausnel nord-est dell’Amazzonia, ci coinvolge profondamente. In via San Francesco era di casa. Un amico.Affabile, sorridente e generoso. Veniva a trovarci settimanalmente, condividendo un progettoo una preghiera, partecipando ai nostri Consigli e Assemblee, condividendo il lavoro sul campo:era stato con noi a visitare il Mozambico, l’Etiopia e l’Angola. Facciamo fatica a razionalizzaree a riprendere forza ma dobbiamo farlo anche sulla scorta del suo esempio. Non ci sono stati per luifunerali di Stato né lutti nazionali, ma il tricolore del Servizio, del Dono e del Coraggio sfreccia nelcielo del nostro animo per darci perseveranza e fiducia “a servizio dei poveri, da vicino, con la vita”.

Page 3: CS_E_africa4_ott09DEF

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 3

I UN’AFRICA IN CRESCItA pARLANo I MEDIA, I poLItICI, gLI ECoNoMIStI. I paesi africani sonoin evoluzione e molti di essi stanno vivendo una fase di significativo sviluppo. Nonsono solo il Sudafrica o il Maghreb a giocare oggi partite di business promettenti,ma altri 33 paesi africani stanno emergendo con classi dirigenti moderne e dal for-te spirito imprenditoriale. Un’Africa ricca di risorse e carica di opportunità è stataprotagonista al Forum internazionale, promosso dalla Fondazione Banco di Siciliae organizzato in collaborazione con European House - Ambrosetti.

Sembra non esserci più un popolo da aiutare ma un continente in cui investire. Aiutiamo l’Africadicevamo ieri, investiamo in Africa diremmo oggi. Sempre più lo sviluppo del continente africano vieneletto nella prospettiva dell’investimento economico e finanziario e sempre meno nella logica dell’aiutoallo sviluppo. Nel frattempo la Banca Mondiale diffonde le ultime stime, tragico risultato della crisiglobale: 90 milioni di nuovi poveri entro la fine del 2010. Sui progressi faticosamente ottenuti per rag-giungere gli obiettivi del Millennio entro il 2015, c’è il pericolo di una drammatica retromarcia. Anche

i 228 Vescovi africani riuniti a Roma per il secondo Sinodo africano,denunciano: «Le ristrutturazioni delle economie africane “imposte”dalle istituzioni finanziarie internazionali hanno comportato l’in-debolimento delle stesse economie e il degrado del tessuto socialecon l’aumento del tasso di criminalità, l’allargamento del divario traricchi e poveri, l’esodo dalle zone rurali e la sovrappopolazione dellecittà». Monsignor Berhaneyesus, Arcivescovo di Addis Abeba e presi-

dente della Conferenza Episcopale Etiope, confessa: «sono qui a Roma ma sto pensando alla mia gente;quest’anno ha piovuto poco e ci sarà nuovamente carestia». E Monsignor Franzelli, Vescovo di Lira, nelnord Uganda, sconsolato dice: «abbiamo perso due medici in ospedale; fuggono dalle periferie, le sirenedella città sono troppo allettanti; aiutateci». Le potenzialità di sviluppo economico dell’Africa esistono.tuttavia persistono gravi situazioni di miseria, guerra e malattie. L’Africa chiede aiuto, investimento,inserimento nella rete mondiale. Il mercato interno deve acquistare forza, il livello di povertà si deveridurre, il tasso di mortalità abbassarsi e quello di istruzione alzarsi: senza tutto questo è impensabile chepossa essere protagonista della crescita sociale, culturale ed economica internazionale, come si auspica.E le promesse continuano a non essere mantenute. In occasione dell’ultimo g8 de L’Aquila l’Italia siscusava per aver realizzato solo il 3% di quanto promesso ai paesi africani nel 2005 e si è impegnata a por-tare l’aiuto pubblico allo sviluppo allo 0,51% del pil entro il 2013. Le difficoltà economiche esistono e so-no pesanti per tutti, ma solo investendo riusciremo a dare prosperità e stabilità a un continente denso dipotenzialità e opportunità. Con le risorse e le energie di tutti, umane e finanziarie. Anche la Chiesa cat-tolica vuole continuare a fare la propria parte. In Africa i cattolici sono passati da meno di 2 milioni nel 1900a oltre 160 milioni oggi. Resta la sfida della qualità. tra gli impegni della Chiesa spicca la formazione diuomini e donne cristiani, pronti a “sacrificarsi” per il bene comune e a rinnovare la politica, battendosi con-tro la violenza, lo sperpero del denaro, la manipolazione della giustizia. Servono intelligenze e coscienzelibere e forti, capaci di responsabilità; figure eminenti ed illuminate come sono stati Senghor in Senegale Nyerere in tanzania. La Chiesa è impegnata ad andare in profondità e rischiare la via del futuro.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

UN CONTINENTE INMARCIA…MA I POVERI AUMENTANO

EDITORIALE

D

Sempre più lo sviluppo del continenteafricano viene letto nella prospettivadell’investimento economico e finanziarioe sempre meno nella logica dell’aiutoallo sviluppo.

Page 4: CS_E_africa4_ott09DEF

4 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

REUTERS/THOMASMUKOYA

Page 5: CS_E_africa4_ott09DEF

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 5

Oltre 200 persone sonocomparse di fronteal tribunale di Kampala,in Uganda, con l’accusadi aver partecipato aiviolenti scontri che hannointeressato la capitaleagli inizi di settembree nei quali hanno persola vita almeno una ventinadi persone mentrecentinaia di altre sonorimaste ferite. Gli scontrisono nati quando lapolizia ha impedito adun esponente del regnodi Buganda di recarsi nelvillaggio di Kayunga,in un distretto a nord-estdi Kampala, per avviarei preparativi in vista diuna visita del sovrano.La situazione sembraessere tornata calmama i commentatori localitemono le ripercussioniche questa fiammatadi violenza potrebbeavere sulle elezionipresidenziali del 2011.Il regno di Buganda avevacontribuito alla vittoriadi Museveni nel 2001,ma questa relazione siè deteriorata due anni faquando sono diventatepressanti le richiestedi trasformare l’Ugandain una federazione(“Federo”) nella qualei regni tradizionalidetengono poteri realie non solo simbolici.Sullo sfondo rimangonoaltre questioni, come losfruttamento delle risorsepetrolifere ugandesi,da poco iniziato, neipressi del Lago Albert,in un territorio situato ingran parte nel regnodi Bunyoro. Questo regnoè destinato a diventarel’epicentro dell’economiaugandese, una situazioneche se gestita in modoinappropriato rischia peròdi creare nuove tensioni.(Fides)

DISORDINIA KAMPALA

FOTONOTIZIA

Page 6: CS_E_africa4_ott09DEF

6 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

REUTERS/HONEW

Page 7: CS_E_africa4_ott09DEF

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 7

FOTONOTIZIA

È di 102 morti, tra cui51 civili, 22 soldatie 23 guerriglieri, l’ultimobilancio dell’attaccomosso, alla fine disettembre, da diversecentinaia di guerriglierinel sud del Sudan.Lo ha reso notoun generale dell’Esercitodi liberazione del Sud(l’ex milizia separatistaSpla), Kuol Diem Kuol.«Non si è trattata di unadisputa per il bestiamema di un attacco controle forze di sicurezza», hariferito lo stesso generale,citato dal sito della Bbc.È solo l’ultimo di una seriedi scontri tribali che negliultimi mesi hannoprovocato oltre 2000vittime nel sud del Paese.Per anni tribù rivalisi sono affrontate, spessoper il possesso delbestiame, ma le violenzesono aumentate,soprattutto contro le donnee i bambini. Secondoalcuni osservatori,le violenze sarebberofomentate dai partiti delnord, insofferenti all’ideadi un sud indipendente,visto che in quella partedel Paese si concentrala maggior partedelle riserve petroliferedel Sudan.I continui scontri,ha sottolineato l’Onu,rischiano di innescareuna nuova guerra civilee di mettere in pericololo svolgimento delle primeelezioni multi-partitichein Sudan da 20 anni,in programma per l’apriledel 2010. (Swissinfo)

SUDANMINACCEALLA PACE

Page 8: CS_E_africa4_ott09DEF

UCy ERA IN tRAVAgLIo DA tRE gIoRNI

quando i parenti l’hanno portata alCentro di Salute di Idodi, negli alti-piani meridionali della tanzania. La

vicina di casa che l’assisteva, dopo molteore di contrazioni, si è resa conto che le co-se non andavano bene e ha consigliato dicercare aiuto.

Nessuno aveva consigliato a Lucy di re-carsi in una struttura sanitaria per partorire.Dopotutto, i tre parti precedenti, assistitidalla stessa vicina, erano andati bene. Lucy,25 anni compiuti da poco, non si aspettavaniente di diverso. Alle visite di controllo ef-fettuate durante la gravidanza, le ostetrichele avevano detto che era tutto a posto.Ma ogni parto è a rischio, anche se i prece-denti sono andati bene.

In luglio si è svolta la cerimonia inaugurale delprogetto per migliorare la salute materno-infantilee per la lotta alle pandemie di Aids, tubercolosie malaria nel distretto di Iringa. Ce ne parla ilcapo progetto, la dottoressa Manuela Straneo.

All’arrivo al Centro di Salute, l’ostetricanon ha dubbi. La ragazza ha una rotturad’utero, una complicanza molto grave chepuò essere mortale. Una flebo la aiuta, maha bisogno di un intervento, deve essereportata in ospedale.

All’ospedale missionario di tosamagan-ga, il medico la opera, ripara la rottura e,grazie a una trasfusione di sangue, Lucy èsalva, e potrà tornare a casa dai suoi figli.

«Circa 8.000 donne perdono la vita ognianno in tanzania durante la gravidanza oil parto» ha ricordato a luglio il presidentedella Repubblica tanzano, Jakaya Kikwete,durante un discorso all’Associazione Inter-nazionale Donne Medico dell’Africa orien-tale. «La morte di queste madri costituisceun peso enorme per le loro famiglie, per leloro comunità e per tutta la nazione», hasottolineato.

L’obiettivo del progettoproprio la riduzione della mortalità maternaè tra gli intenti principali del progetto di Me-

IN PRIMO PIANO

DIMANUELA STRANEO

La mortalità materna non ha fatto significativimiglioramenti negli ultimi 20 anni.Ogni anno muoiono 540.000 donne durantela gravidanza o il parto. La maggior partedi queste morti avviene in Africasub-Sahariana dove perdono la vita900 donne ogni 100.000 e dove non ci sonostati miglioramenti dal 1990 ad oggi.Una donna in Africa ha 1 possibilità su 26 dimorire di gravidanza o parto, mentre nelleregioni più ricche il rapporto è di 1 a 7.300.

ENRICOBOSSAN

Il distretto di Iringa, con 260.000 persone,è paragonabile a una delle nostre cittadine. Similema molto diverso se si parla di servizi sanitaridi base. Si muore di parto, di Aids, di tubercolosie di malaria, il personale sanitario è scarsissimo,e chilometri di strade impraticabili separanoi servizi sanitari dalle comunità nel territorio.

MORIREDIPART

L

UNPESOENORME

8 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

Page 9: CS_E_africa4_ott09DEF

dici con l’Africa Cuamm, inaugurato uffi-cialmente il 22 luglio 2009, alla presenzadelle autorità sanitarie e politiche del di-stretto di Iringa.

La cerimonia è stata aperta dal DistrictCommissioner, paragonabile a un prefettoitaliano, Aseri Msangi che ha parlato a lun-go degli obiettivi del Millennio, mettendol’accento in particolare sulle morti legate al-la gravidanza e al parto.

L’intervento interessa il distretto di Irin-ga, sugli altopiani meridionali del paese afri-cano, che conta una popolazione rurale di260 mila persone. Quasi nove persone su

dieci vivono di quello che riescono a colti-vare, senza altre fonti di reddito.

Il progetto mira a migliorare i servizi sa-nitari del distretto per arrivare a raggiunge-re gli obiettivi del Millennio 4, 5 e 6. Ap-punto ridurre il numero di morti materne,oltre che dei neonati e quelle legate allegrandi epidemie, prima tra tutte l’Aids. Nel-la regione di Iringa, 15 adulti su 100, unapercentuale altissima, ha il virus dell’Hiv.

L’intervento durerà tre anni ed è finan-ziato dalla Cooperazione Italiana e dallaConferenza Episcopale Italiana. Interesseràl’unico ospedale della zona, l’ospedale di to-

samaganga, i cinque centri di salute sparsinel territorio e circa un terzo dei dispensaripresenti nel distretto.

La formazione: punto di forzadell’interventoLa formazione gioca un ruolo centrale nel-le attività previste dal progetto. Non solomigliorare le conoscenze del personale inospedale e nelle altre strutture tramite cor-si di formazione, ma anche aggiornamentocontinuo degli operatori da parte dei me-dici che fanno parte del progetto. Raffor-zare la scuola per ostetriche di tosama-

TO

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 9

Page 10: CS_E_africa4_ott09DEF

fondamentale il lavoro nelle comunità e neivillaggi del distretto. All’inizio di ottobre unteam di donne, armate di biciclette e op-portunamente formate, hanno iniziato le at-tività di informazione nei villaggi dove or-ganizzano incontri con gruppi di mamme acui spiegano l’esistenza dei servizi disponi-bili per evitare la trasmissione dell’Aids dal-la mamma al suo bambino.

ogni giorno ci si scontra con la scarsi-tà di personale sanitario. pochi medici, in-fermieri, ostetriche. Spesso un’ostetrica dasola si trova a fronteggiare situazioni chein Italia richiedono una squadra tra gine-cologi, ostetriche, anestesisti, infermierepediatriche. Il supporto alla scuola infer-miere di tosamaganga è importantissimoper aumentare il numero e migliorare laqualità delle infermiere che lavoreranno inquesto distretto.

Un’altra sfida è l’abitudine al parto incasa. «Si è sempre fatto così», dicono ledonne. Ed è vero che la maggior parte deiparti va bene. Ma quando un parto si com-plica, per esempio perché la madre inizia asanguinare, in questa realtà rurale dove lestrade sono difficili e non ci sono mezzi ditrasporto, può non esserci il tempo di tro-vare un trasporto e arrivare a una struttu-ra sanitaria. Con grave rischio per la vita dimamma e bambino. per questo è impor-tante che le donne siano informate del-l’esistenza di servizi sanitari che possonoridurre questi rischi.

Il lavoro nelle comunità sarà utile per cer-care di superare anche questa barriera.

ARCHIVIO

CUAMM

IN PRIMO PIANO

Bambini giocano nell'orfanotrofio di Tosamaganga.

ganga, motivando gli insegnanti, aumen-tarne il numero, migliorare il materiale di-dattico a disposizione, e assegnare borse distudio a studentesse che provengono da fa-miglie povere, sono le componenti princi-pali dell’intervento.

È dimostrato che un personale ben mo-tivato e formato rende più efficaci ed effi-cienti le cure.

Le sfide più grandiLa difficoltà che si incontra spesso in Africa,e così nel distretto di Iringa, è la distanzache divide i servizi sanitari dalle comunitàche vivono nel territorio. Non solo è diffici-le portare le cure al di fuori dell’ospedale,ma non è raro che le persone non conosca-no l’esistenza di servizi curativi e preventi-vi a cui far riferimento. per questo motivo è

ECONDO L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ circa 140.000 bambi-ni e 760.000 donne in Tanzania vivono con l’Aids. Un carico di ma-lattia e una possibile strage che si possono alleviare ed evitare.

È quanto si propone Medici con l’Africa Cuamm con il suo inter-vento nel distretto di Iringa, che conta un popolazione di 260.000persone. Migliorare la salute materno-infantile: l’obiettivo principaledel progetto. In particolare ridurre la mortalità materna e infantile do-vuta alle tre grandi pandemie, Aids, tubercolosi e malaria, per rag-giungere le categorie più vulnerabili della popolazione: circa 59.355mamme, 41.279 bambini con meno di 5 anni d’età e 8.903 bambi-ni con meno di 1 anno. Queste le attività: migliorare la qualità dei ser-vizi e delle cure nell’ospedale di riferimento distrettuale di Tosama-

ganga, nei 5 centri di salute e nei 20 dispensari, supportati da Me-dici con l’Africa Cuamm; diffondere nella comunità l’abitudine a usu-fruire dei servizi per la prevenzione e le cure; migliorare il sistema diraccolta dati informatico dell’ospedale e la qualità dell’insegnamen-to della Scuola per infermiere e ostetriche di Tosamaganga.

Qualità delle cure, prevenzione e formazione: è su queste tre pa-role che si gioca la più importante partita per il rafforzamento e la so-stenibilità del sistema sanitario del distretto di Iringa.

Un impegno che dura da sessant’anni e che possiamo continua-re anche grazie al tuo sostegno. Per dare più di una speranza a mam-me e bambini del Distretto di Iringa abbiamo ancora bisogno di299.869 euro.

IL NOSTRO IMPEGNOA IRINGA PER MAMME E BAMBINI

S

10 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

Page 11: CS_E_africa4_ott09DEF

FLASH DALL’AFRICA

TANZANIAL’INFORMAZIONE PER MIGLIORARE LE CURE

Grazie al supporto della Fondazione Maria Bonino un nuovo inter-vento di Medici con l’Africa Cuamm ha visto la luce nella Regionedi Iringa in Tanzania. Il progetto ‘’Salute materna e infantile per laRegione di Iringa: l’informazione come base per un miglioramento

sostenibile” è iniziato nel mese di giugno 2009.L’obiettivo è di migliorare il sistema di raccolta dei datisanitari dei sette distretti della Regione di Iringa chefinora era insufficiente e impreciso, soprattutto per i datisulle natalità e mortalità materna, neonatale e infantile.La strategia sottesa all’intervento si basa sulla constata-

zione che la pianificazione delle attività sanitarie di un territorioè difficile in un contesto di scarsità di dati sanitari attendibili.Vi sono già esperienze in Tanzania che hanno dimostrato comeun sistema di raccolta e analisi dei dati sulla salute dellapopolazione permette una riallocazione efficace delle risorse,e una riduzione della mortalità. Grazie all’intervento si prevede dimigliorare l’efficienza e l’efficacia delle cure per tutta la popolazionedella Regione di Iringa, circa 1.680.000 persone. In particolarebeneficeranno le donne e i bambini al di sotto dei 5 anni.

UGANDAINIZIATO IL NUOVO ANNO ACCADEMICO A NKOZI

Iniziato a metà agosto il nuovo anno accademico all’UgandaMartyrs University di Nkozi. Medici con l’Africa Cuamm collaboracon l’Università dal 2000 a sostegno del Dipartimento e della

Facoltà di Scienze Sanitarie, per contribuire al raf-forzamento della Facoltà e dei corsi di formazionedi manager sanitari. In Uganda, la domanda dimanager sanitari competenti e preparati è aumen-tata con le riforme del sistema sanitario del paese,diventando una priorità. Il progetto promuove

la qualità dell’insegnamento e le attività di ricerca per permettereil consolidamento dei rapporti di collaborazione della Facoltàdi Scienze Sanitarie con il Ministero della Sanità e con i partnersdel sistema sanitario ugandese, come l’Uganda Catholic MedicalBureau. Il progetto mira a facilitare l’accesso ai corsi a studenti condifficoltà economiche e a fornire adeguati strumenti di studiodurante il percorso formativo (libri, pc, contributi finanziari per imoduli “field based” e delle tesi). Quest’anno 24 studenti benefi-ceranno delle borse di studio e altri 10 studenti riceveranno uncontributo per attività di ricerca e stesura della tesi di laurea.

MOZAMBICODAY HOSPITAL PEDIATRICO

Il progetto di Medici con l’Africa Cuamm “Hiv/Aids e Malnutrizionenei bambini: una risposta integrata nella provincia di Sofála”,finanziato da Unicef, appoggia il Day Hospital Pediatrico, centro diriferimento provinciale di Sofala, provincia del Mozambico fra le più

colpite dall’epidemia, con una prevalenza dell’Hiv del23% (34% nella città di Beira). Il progetto prevede, fra irisultati attesi, il miglioramento della presa in carico deibambini, che comprende la diagnosi, il follow up clinico,biologico, immunologico, il trattamento medico inclusoquello con gli antiretrovirali, l’assistenza sociale e psico-

logica. La parte psico-sociale è fondamentale perché il trattamentocon antiretrovirali esige un’adesione perfetta alla terapia, pena losviluppo di resistenze. Per questo il progetto prevede l’appoggio allostaff che si occupa di questa componente fornendo formazione,assistenza tecnica e i mezzi per gli spostamenti.

ETIOPIAMISSIONE DELL’OSPEDALE DI TRIESTE

A fine settembre all’ospedale St. Luke di Wolisso si è recataun’équipe di esperti in salute materno-infantile dell’ospedale BurloGarofalo di Trieste, per effettuare una valutazione dei protocollidiagnostici e terapeutici attualmente in uso e uno studio sulle

modalità di riferimento dei pazienti più gravi dallestrutture sanitarie periferiche all’ospedale. Questamissione ha l’obiettivo di migliorare le capacità dellestrutture di rispondere alle necessità di donnee bambini in alcuni dei momenti più delicati dellaloro vita: la gravidanza, i parto e i primi giorni di vita.L’esperto neonatologo, l’infermiera e la ginecologa

che faranno parte del team saranno impegnati in una valutazionedella situazione attuale che permetterà loro di organizzare momentidi formazione mirata, migliorando la capacità del personaledi affrontare situazioni difficili e complesse come il parto ostruitoe i parti complicati in genere. Questa esperienza permetteràall’ospedale e alla Scuola infermieri di migliorare le competenzedel proprio personale e strutturare protocolli di intervento al finedi rispondere con sempre maggior coerenza ai bisogni delle fascepiù deboli della popolazione etiope.

KENYARIENTRATO L’ULTIMO VOLONTARIO DEL ST. MARTIN

È rientrato dal Kenya l’ultimo volontario che prestava servizio nelcentro riabilitativo di St. Martin, ma continua il supporto alleattività. L’intervento, iniziato circa 10 anni fa, ha un approccio alladisabilità prettamente di tipo comunitario con un quasi totale coin-

volgimento della comunità nell’identificazione, supportoe follow up dei disabili e delle loro famiglie. Attualmentepuò contare su 460 volontari distribuiti in 35 gruppi chehanno seguito nell’ultimo anno circa 700 disabili. A lorosi devono almeno i due terzi del lavoro di recupero dei

disabili soprattutto per quanto riguarda la formazione dei genitoria prendersi cura dei figli disabili e del reinserimento nella comunitàstessa del disabile. La formazione e la sensibilizzazione a tuttii livelli della comunità di Nyahururu ha raggiunto oltre 10.000persone, tra disabili, genitori, autorità politiche e religiose. Dall’iniziodell’intervento oltre 2.000 disabili sono stati identificati, seguiti equando possibile reinseriti nella scuola e reintegrati nella comunità.

ANGOLAALLA FIERA DELLA SALUTE DI LUANDA

Medici con l’Africa Cuamm ha partecipato alla Fiera Nazionaledella Salute a Luanda dal 10 al 13 settembre, con uno stand perso-nalizzato con i materiali informativi e i gadget dell’organizzazione.

La partecipazione è stata delle più svariate:dai privati cittadini, ai rappresentanti degliospedali di riferimento, fino ad esponentidel governo, come il Vice Ministro delCommercio, Gomes Cardoso. Unanime èstato l’interesse dei partecipanti a conoscerel’organizzazione, le sue attività, i suoi

volontari. Nell’occasione è stata ricordata Maria Bonino, pediatrache morì nel 2005 di febbre emorragica di Marburg. La Fieraè stata un momento importante per lo scambio di esperienze, infor-mazioni e buone pratiche, non solo con altre organizzazioni nongovernative, ma anche con le organizzazioni internazionali cheoperano nel campo dell’educazione, della sensibilizzazione e dellacura delle principali pandemie: Aids, tubercolosi e malaria.

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 11

Page 12: CS_E_africa4_ott09DEF

BUONE NOTIZIEMA FINTE

FOCUS

mercato kenyano è lo sbocco anche per laproduzione di altri paesi dell’East Africa co-me la tanzania, il Malawi, l’Uganda e loZimbabwe, per cui l’effetto è generale). Mai raccoglitori delle piantagioni kenyane re-stano tra i lavoratori peggio pagati dellaterra, insieme ai loro fratelli dell’India edello Sri Lanka, in barba agli alti prezzi. Ne-gli ultimi mesi la siccità infierisce crudel-mente in Kenya, causando gravissimi pro-blemi alimentari in tutto il paese (i nostrigiornali non ne parlano). Il rincaro del tènon è dunque affatto una buona notizia, ben-

sì il sintomo annun-ciatore di una crisi so-ciale di cui dovremoaccorgerci prossima-mente.

La seconda fintabuona notizia è ilrapporto sulla mor-talità infantile nelmondo diffuso dal-l’Unicef. È diminuitadel 28 per cento ri-spetto al 1990, han-no titolato i giornali.Evviva. peccato chein Sudafrica la mor-

talità infantile sia aumentata. peccato chenella maggior parte dell’Africa a sud del Sa-hara i bambini continuino a morire comemosche prima di raggiungere i cinque anni.proviamo a prendere i dati assoluti invecedelle percentuali. Nel 2008 sono morti nelmondo 8,8 milioni di bambini in quella fa-scia d’età. Di questi, il 51 per cento in Afri-ca (e il 42 per cento in Asia). Dunque, trail gennaio e il dicembre dell’anno passato,circa quattro milioni e mezzo di bambiniafricani sono morti prima di compiere 5 anni.Buona notizia davvero. R

EUTERS/THOMASMUKOYA

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

ENRICOBOSSAN/èAFRICA

dell’economia continua a dipendere dal cor-so di materie prime che essi non controlla-no minimamente e che può innalzarsi o pre-cipitare a seconda dei capricci del mercato,la notizia è una balla. Il primo motivo delrincaro del tè kenyano è la siccità, precedu-ta, nel 2007-2008, da disordini politici par-ticolarmente gravi proprio nelle zone di pro-duzione. per questo i raccolti sono diminuitie di conseguenza il prezzo del chilogrammodi tè alle aste di Mombasa è andato su finoa raddoppiare, mentre da decenni era so-stanzialmente fermo (si tenga conto che il

N ItALIA SIAMo pREoCCUpAtI dalla cre-scente inibizione della libertà di stam-pa e dalla disinformazione televisivapubblica e privata. giusta preoccupa-

zione ma, come sempre più attenti alle vi-cende del cortile di casa che a quelle delmondo, non ci accorgiamo che la manipo-lazione è ormai una specie di riflesso gene-rale, un’inerzia della grande macchina me-diatica globale che macina una quantitàcrescente di informazioni, dati, statisticheriuscendo sempre meno a valutarle. Anzisenza nemmeno preoccuparsi della valuta-zione, l’importante è che ne venga un buontitolo, e avanti un altro. Il risultato è un’im-magine distorta, falsata, fuorviante e sem-pre nel senso del roseo e dell’accomodante:il messaggio subliminale è che le cose nonvanno poi così male.

Invece le cose non vanno bene. pren-diamo due esempi recenti di queste notizie“rosee”. La prima è economica, e si è ac-compagnata sui giornali ai titoli incorag-gianti sulla fine della recessione economica.Il declino degli indicatori sta timidamentearrestandosi e anzi accenna un barlume diripresa. Evviva. per tutto il 2008-2009 ab-biamo pubblicato fiumi di articoli dicendoche bisognava cambiare, in favore di unaconcezione più etica dell’economia. Inveceil primo sintomo della ripresa è il ritornodei bonus miliardari ai supermanager. Mava bene così.

E l’Africa, di cui s’era scritto che sarebbestata la più colpita dalla recessione? Eh, vabene anche lì, ecco la notizia: il corso del tèha raggiunto massimi storici. Beato il Kenya,primo esportatore mondiale, beati gli altriproduttori africani e asiatici: soldi a palate.«Boom di richieste» (La Stampa, 8 settem-bre 2009). A parte il fatto che siamo alle so-lite, per i paesi poveri il buon andamento

I Non ci accorgiamo che lamanipolazione è ormai unaspecie di riflesso generale,un’inerzia della grandemacchina mediatica globaleche macina una quantitàcrescente di informazioni, dati,statistiche riuscendo sempremeno a valutarle.

Centro ricreativo,Kenya.

12 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

Page 13: CS_E_africa4_ott09DEF

FOCUS

Il tèIl chilogrammo di tè haraggiunto sul mercatomondiale il prezzo di circa4 dollari, che è un recordstorico. La ragioneimmediata del rialzoè la meteorologia nei tremaggiori paesi produttorimondiali: mentre in Kenyainfierisce la siccità, Indiae Sri Lanka sono staticolpiti da devastantialluvioni. In Kenya laproduzione risulta inferioredel 10 per cento rispettoai livelli del 2008.Naturalmente il rincaronon riguarda solo il tè,ma tutti i prodottidell’agricoltura kenyana,anche quelli destinati alconsumo anzichéall’esportazione. Oxfamdenuncia che il prezzodel mais, alimento basenella dieta dellapopolazione, è aumentatodel 133 per cento.

La mortalità infantileIl rapporto Unicef 2009afferma che essa èdiminuita del 28 per centorispetto al 1990.È attualmente pari a 65decessi ogni mille nascite,mentre diciannove anni fai decessi erano 90. La metàdi queste morti infantili èconcentrata in cinque paesi,due dei quali africani:India, Nigeria, RepubblicaDemocratica del Congo,Pakistan e Cina. L’Obiettivodel Millennio – diminuiredei due terzi la mortalitàinfantile tra il 1990 e il2015 – resta molto lontano.

Raccoglitore di tè, Kenya.

SCHEDAPER CAPIRE

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 13

Page 14: CS_E_africa4_ott09DEF

L TEMA, SCELTO DA BENEDETTO XVI, è“La Chiesa in Africa a servizio dellariconciliazione, della giustizia e dellapace” con l’aggiunta della citazioneevangelica «Voi siete il sale dellaterra… voi siete la luce del mondo»(Mt 5, 13.14). Si è svolto dal 4 al 25ottobre il secondo Sinodo per l’Africae porta a Roma i vescovi di tutte leregioni del continente. Il primo Sinodosi era svolto, sempre a Roma, nel 1994.

Oggi la Chiesa inAfrica è una realtàin pieno sviluppo.I cattolici sonocirca 154 milioni,il 17 per centodella popolazione.Basti pensare che

all’inizio del Novecento non eranoneppure due milioni. Nelle riunionipreparatorie del Sinodo africano del2009 sono emersi dati significativi:per esempio, rispetto all’assembleadel 1994, i vescovi sono oggi circail 18 per cento in più (il 60 per centoè stato nominato dopo il primo Sinodo),i sacerdoti diocesani addirittura il 58.«Il tema del secondo Sinodo», affermaChidi Denis Isizoh, nigeriano, officialedel Pontificio Consiglio per il dialogointerreligioso, «mostra quanto la Chiesaafricana sia vitale nella sua responsa-bilità verso il continente.Gli ultimi cinquant’anni sono statidominati da questioni relative all’indi-pendenza e alla costruzione di realtànazionali. Nella loro lotta per l’auto-determinazione e l’autogoverno, moltiPaesi africani hanno vissuto guerre,conflitti, controversie. Alla fineci si potrebbe chiedere: cosa ne saràdell’Africa? Di questo si occuperàil Sinodo».Secondo Buti Tlhagale, vescovodi Johannesburg e presidente dellaConferenza episcopale dell’Africaaustrale, «sarebbe stato meglio cheil secondo Sinodo si fosse tenuto inAfrica». «Se vai in cima alla montagnasei lontano da ciò che accade nellavalle, e il rischio è quello di affrontarequestioni teoriche più che reali»ha detto il vescovo.

QUANDO & DOVEDal 4 al 25 ottobre a Roma

U INTERNET È SBARCATO UN NUOVO MOTORE

di ricerca sull’Africa: Zebrajobs.com.La sua mission? Essere utile agliafricani della diaspora, dichiaranoi fondatori del sito, gli emigratiin cerca di fortuna in altri continentie che desiderano ritornare al loropaese d’origine avvalendosi di unavasta gamma di opportunità di lavoro.L’obiettivo in termini di numeri èquello di registrare più di 1 milione di

persone in cercadi lavoro in tuttoil mondo nel 2010.Zebrajobs.com èuna joint venturetra la societàmadre che dànome al sito con

sede in Africa, Info Mind Solutions,con sede ad Addis Abeba, in Etiopia,e Danya International, Inc., con sedea Silver Spring, Maryland negli Usa.Registrandosi, il candidato in cercadi lavoro è in grado di ricevere avvisie-mail sulle opportunità di lavoroin Africa e creare e pubblicare profilipersonali e curriculum. Per chi lodesidera è attivo anche un serviziodi consulenza su opportunitàdi carriera, di stage e opportunitàdi formazione. I datori di lavoro hannola possibilità di navigare in un databasedi curricula vitae per scoprire candidatiqualificati.La più recente iniziativa diZebrajobs.com, insieme al Consigliodelle imprese in Africa (CCA), è statoil lancio, il 30 settembre, del primoAfrica-Wide Virtual Job Fair e il progettosi protrarrà fino al 31 dicembre 2009.Si tratta di un’opportunità per i datoridi lavoro nei settori pubblico e privato,le organizzazioni e gli altri enti chemirano ad assumere esperti professio-nisti e laureati capaci nell’utilizzodi Internet e delle nuove tecnologie.I partecipanti potranno, previaregistrazione gratis, navigare nelleopportunità di lavoro, inseriree segnalare, a possibili datori di lavoro,il proprio curriculum, condurrecolloqui di lavoro da casa a costo zero.

QUANDOFino al 31 dicembreDOVESu internet: www.zebrajobs.com

ER SCOVARLA BISOGNA ANDARE aVillacaccia, in Friuli. In un casalegestito dall’associazione culturale“Colonos” si trova da poco l’operadi una delle più affermate artisteafricane degli ultimi trent’anni.Nota a livello internazionale per untipo di pittura che coniuga l’astrazionegeometrica alle forme tradizionalidell’arte Ndebele, il popolosudafricano da cui discende e di cuiè attiva ambasciatrice nel mondo,Esther Mahlangu, 74 anni, ha appenarealizzato, lo scorso settembre, uno deisuoi celebri “wall painting” nel “museoall’aperto” curato dall’associazionefriulana. Le opere murali di Mahlangu

si distinguono peril segno colorato, precisoe simmetrico, profonda-mente simbolico eaccuratamente artigianaledell’artista. Ricchissimoe altamente qualificatol’elenco delle presenzeespositive nel mondodi Esther Mahlangu, cheha preso avvio nel 1989

con la presenza alla grande mostrainternazionale organizzata al CentrePompidou di Parigi con “Les magiciensde la terre”. Nel 1992 l’invitoall’esposizione Documenta Kasselè stato un altro grande riconoscimentoche è valso alla Mahlangu l’ingressonel collezionismo internazionale e unalunga serie di committenze di musei,istituzioni pubbliche o private, nonchéinterventi di “public art” e affreschiurbani. Nella cultura Ndebele, dallaquale l’artista proviene, il testimonedelle arti tradizionali (pittura murale,ricamo con perline, cerimonie rituali)è interamente affidato alle donne, cheall’interno di questo popolo rivestonoun ruolo cruciale sia in quantodepositarie di un sapere antico chedi primo baluardo nella difesa dellapropria identità culturale, lungoi decenni costantemente minacciatadall’oppressione coloniale ed in epocapiù recente dalle scellerate politichedell’apartheid.

DOVEAi Colonos di VillacacciaVia Giovanni da Udine 8, Lestizzatel. 0432.764912SU INTERNETwww.colonos.it

SPI

SEGNA IN AGENDA

APPUNTAMENTILA CHIESA IN AFRICA RIPARTEDAL SECONDO SINODO

SITIUNA “ZEBRA” PER TROVARELAVORO IN AFRICA

ARTEUNMURALE AFRICANONEL CUORE DEL FRIULI

14 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

Page 15: CS_E_africa4_ott09DEF

LA STORIA DELL’UMANITÀ è cominciatain Africa, anni di attenta indagine daparte di ricercatori lo hanno dimostrato,ed esistono forti probabilità che l’Homosapiens, del tutto simile a noi, abbiaavuto anch’esso origine in quelcontinente. Sotto la pelle siamo tuttiafricani.Tuttavia il passato africano è statospesso trascurato dagli storici, inclini aconcentrarsi su altre zone del pianeta.Questo testo introduce il vasto pubblicoal passato dimenticato dell’Africa,sottolineando quegli aspetti notisoltanto o soprattutto attraversole prove archeologiche.Il libro ripercorre ben quattro milionidi anni, esaminando importantielementi della ricca storia umana delcontinente africano. Brevi capitoli,corredati da numerosissime illustrazioni,prendono in esame le origini dell’uomo,

le conoscenze materiali deicacciatori-raccoglitori, gliinizi dell’agricoltura africana,lo sviluppo della metallurgia,l’emergere di peculiaritradizioni artistiche, losviluppo di città e di stati,l’espansione delle reticommercialie l’impatto prodotto dai

contatti con gli europei e con gli altripopoli esterni.Il risultato è una storia affascinantee autorevole raccontata in manierapiacevole e comprensibile.

TITOLOAfrica dimenticata.Archeologia del continente africanoAUTOREGraham ConnahINFOArkeios, pp. 247, 19,50 euro

REDO CHE CIÒ CHE MI HA RESO MALATO

per tutto questo tempo sia stato il fattodi non aver potuto raccontare la miastoria. Ma ora, è come se avessi ritro-vato la vista». Lukas Baba Sikwepere,reso cieco da una pallottola, terminavacon queste parole la testimonianza dellasua storia di sofferenza e di lotta control’apartheid. Le Commissioni per la Veritàe la Riconciliazione esprimono, pur conalcune ambiguità, una forma di «giusti-zia restaurativa» che pone al centrola guarigione dalle ferite del passato,dando «voce a chi non ha voce».Sudafrica e Sierra Leone, due stati dallevicende storiche differenti, ma accomu-nati dall’opzione di rileggere la violenzadel regime segregazionista e della guerracivile con lo sguardo delle vittime.Verità, riconciliazione, guarigione,confessione e perdono: nodi centraliper le Chiese cristiane, come testimoniail tema del secondo Sinodo africano.Attraverso lo studio delle deposizionipubbliche e dei concetti religiosi cheanimano le Commissioni, l’autricecompie un viaggio all’ascolto di parole esilenzi. Nel 2010 compirà quindici annila Commissione per la verità e la ricon-ciliazione istituita in Sudafrica dopol’apartheid. La commissione, ha detto

l’arcivescovo sudafricanoDesmond Tutu, «non haoperato per punire gli errori delpassato perché questo sarebbestato un obiettivo impossibile.Ha operato per creare un clima

che incoraggiasse la riconciliazionee in questo senso credo che sia stataampiamente efficace. La Commissioneha dato voce e riconoscimento a chi eraferito ed è stato ferito per anni. Peresempio, una delle vittime, che ha persola vista dopo essere stato ferito dallapolizia, ha ringraziato la giuria dei com-missari per avergli concesso l’opportunitàdi raccontare la sua storia e ha concluso:“Oggi mi avete restituito i miei occhi”».Nelle fasi preparatorie del sinodoafricano, i vescovi del continente hannosottolineato che alcuni modelli di ricon-ciliazione sperimentati in Africapotrebbero insegnare al resto del mondo.

TITOLOGuarigione di popoliAUTOREMaria Chiara RioliINFOEmi, pp. 256, 13,00 euro

LIBRISOTTO LA PELLESIAMO TUTTI AFRICANI

PER APPROFONDIREL’AFRICA CHE SAGUARIRELE FERITE

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

AGENNAIO DEL 2009 SI CONTAVANO 923milioni di persone affamate nel mondo.A metà del 2009 1,02 miliardi. La crisic’è e si sente, e in Africa fa crescerela fame. A rendere noti i dati è statala Fao: Africa e Asia i continenti piùcolpiti dalla malnutrizione. Nel primosono 265 milioni le persone chesoffrono la fame. In questo contesto,il 16 ottobre il mondo celebra lagiornata mondiale dell’alimentazione.

Le Nazioni Unite hannocolto l’occasione per sot-tolineare che «mentre lacrisi economica globaleoccupa le pagine di tuttii giornali, il mondo devericordarsi che non tutti

lavorano in uffici o aziende». La crisi,fa sapere l’Onu, sta colpendo in modoacuto i coltivatori e le piccole realtàagricole nei paesi poveri. La stima èche alla fine del 2009 il mondo avrà105 milioni di persone affamate in più.«La giornata mondiale dell’alimentazio-ne è un’occasione per riflettere su questinumeri, e sulle persone che stannodietro ad essi» sottolinea l’Onu. «Crisio non crisi abbiamo il know-hownecessario per fare qualcosa contro lafame. Abbiamo la possibilità di trovaredel denaro per risolvere i problemi,quando li consideriamo importanti.È necessario lavorare insieme per far sìche quello della fame sia riconosciutocome un problema critico e risolto».Secondo la Fao servono sia investimentipubblici che privati: più specificamente,servono investimenti pubblici mirati,destinati a incoraggiare e facilitare gliinvestimenti privati, specialmente deglistessi agricoltori. In Africa una dellearee più colpite dalla fame e dallasiccità è il Sud Sudan: «Non piovee siamo a metà della stagione dellepiogge» ha detto monsignor CesareMazzolari, vescovo di Rumbek. «Nelsud nessuno ha coltivato perché nonpiove e quindi ci sarà la fame, e noidipendiamo dalla comunità internazio-nale. Soprattutto il Pam, il Programmaalimentare mondiale dell’Onu, dovrebbeintervenire per sfamare almeno i piùpiccoli, i più poveri, e mantenerci invita come ha fatto durante la guerra».

QUANDO16 ottobreSU INTERNETwww.fao.org

APPUNTAMENTIAFRICA, CON LA CRISILA FAME TORNA A CRESCERE

«C

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 15

Page 16: CS_E_africa4_ott09DEF

16 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

CANTIERE CUAMMEASCUOLACONL’AFRICA

cercare, approfondire e progettare e checrescano anche nel rapporto con il territo-rio, inteso come bene comune, luogo in cuila comunità vive e insieme costruisce il pro-prio futuro.

Sensibilizzando maggiormente i citta-dini di domani e rendendoli più attivi,l’educazione in materia di sviluppo diven-ta essa stessa un potente strumento di svi-luppo.

scoprire positività e valori nella cultura dialtri popoli lontani e vicini.

L’auspicio, condiviso con la Fondazione,è che i ragazzi ne traggano lo stimolo a ri-

pERCoRSI pER LA SCUoLA di Medici conl’Africa Cuamm, Abecedafrica e Unagiornata con Mazengo, grazie al contri-buto della Fondazione Cassa di Rispar-

mio di padova e Rovigo e a grafica Veneta,propongono un’immersione nel continenteAfrica, nella sua quotidianità, nelle sue sof-ferenze ma anche nella gioia solare delle suerelazioni comunitarie. Intendono promuo-vere la comprensione e la solidarietà tra per-sone di culture diverse, sensibilizzando ai te-mi dello sviluppo, con particolare attenzioneal diritto alla salute nella sua intrecciatarete di fattori ambientali, sociali e sanitari.

Dagli interventi guidati emerge sponta-neo un confronto tra due mondi che inducealla riflessione: gli studenti sono progressi-vamente portati all’ascolto, alla conoscenzae al confronto su ciò che è vicino e su ciòche è lontano, su ciò che è familiare e ciòche è sconosciuto in realtà e culture diverse.

Ai ragazzi della scuola primaria e secon-daria è offerto un percorso capace di supe-rare pregiudizi e falsi luoghi comuni e di far

Abecedafrica e Una giornata con Mazengo sono due proposteche, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmiodi Padova e Rovigo e a Grafica Veneta, Medici con l’AfricaCuamm porta al mondo della scuola.

IDESTINATARI DELL’INIZIATIVAScuole primarie e scuole secondarie di primo grado.

MATERIALE DIDATTICOAbecedafrica (1 abecedario illustrato e 1 abecedario da illustrare), Una giornata con Mazengo(1 racconto in due tempi) da consegnare in classe ai ragazzi e schede didattiche per l’insegnante.

PERCORSIIl progetto si articola in due tracce di lavoro: Abecedafrica (per le scuole primarie) e Una giornatacon Mazengo (per le scuole secondarie di primo grado).Ogni percorso prevede un incontro introduttivo in classe (2 ore) e un laboratorio (o uscita pressola sede di Medici con l’Africa Cuamm a Padova) con approfondimento (2 ore).Per i laboratori, vengono proposti 5 filoni tematici che combinano, in un mix variabile anche aseconda delle età, il tema della scoperta giocosa dell’Africa e del diritto tradito alla salute.Lo strumento formativo prescelto consiste nella lettura animata di un libretto, che getta luce sumolti aspetti della vita di un coetaneo e sprona bambini e ragazzi a mettersi in gioco attivamentenei diversi laboratori.I 5 filoni tematici a scelta sono: 1. famiglia-casa; 2. cibo-natura; 3. scuola-amicizia; 4. gioco-danza; 5. malattia-salute

PER MAGGIORI [email protected]

Page 17: CS_E_africa4_ott09DEF

ARCHIVIO

CUAMM

FESTA “UGANDA 50” sabato 21 novembre, ore 16.30Centro Congressi del santuario dei Padri OblatiCorso Europa 228, Rho (MI)ore 16.30 Saluti di don Dante Carraroe don Luigi Mazzucatoore 17.00 Testimonianze videoore 19.00 Il domaniore 19.30 cena seguita da un concerto Gospel

Per info: 049.8751279 o [email protected]

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 17

RA IL 1959 QUANDo IL NoStRo pRIMo

medico partiva per l’Uganda, anchese ad ascoltare bene don Luigi ti di-rà che in effetti i primi pionieri erano

salpati anche prima e quello è in realtà l’an-no dell’avvio del primo progetto ufficiale.Dico salpati perché 50 anni fa si “salpava”per l’Africa e poi si viaggiava per terra e ilviaggio non era di ore, ma di giorni.

Al corso per aspiranti volontari, BettinaSimoncini, responsabile delle risorse umane,risponde alle domande dei “nuovi” sulle dif-ficoltà che incontreranno se avranno il “pri-vilegio difficile” di partire e si parla, fra le al-tre cose, dell’isolamento. Sorride: «Certo,l’isolamento che potete avere oggi è al mas-simo che se piove non avete linee telefoni-che… ben diverso era l’isolamento in Africaanche solo 10 anni fa». Immaginatevi, 50 an-ni fa. Cinquant’anni sono vite di persone,partite, tornate, sposate; sono cambiamentidi un paese, delle sue etnie e delle sue crisipolitiche; sono evoluzioni del Cuamm stesso(oggi “Medici con l’Africa Cuamm”), del suomodo di essere in Africa, con l’Africa, senzaperdere la sua missione e il suo stile.

Era, quindi, imprescindibile in questoanniversario di “nozze d’oro” fermarsi, ri-cordare, fare festa. Una festa per tutti: perchi è andato e tornato; per chi ha vissuto levicende da lontano; per chi non è andato,né ha sentito mai nulla sull’Uganda, mapensa che valga la pena ascoltare i raccontie le opere “di chi sa”. Vi aspettiamo nume-rosi in questo giorno speciale, per parteci-pare alla nostra emozione.

Ilaria Savoca Corona

VERONAIN AZIONE PER INFORMARE E SENSIBILIZZAREMedici con l’Africa Cuamm ha partecipato al 6° Congresso europeo di Medicina Tropicale e SaluteInternazionale, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Tropicale dal 6 al 10 settembrea Verona. Dieci poster per illustrare il lavoro svolto e i risultati raggiunti dall’Ong in Europae in Africa sono stati presentati nelle varie poster sessions, mentre un simposio sul tema dellacooperazione sanitaria internazionale è stato organizzato e realizzato da Medici con l’AfricaCuamm assieme alla Società Italiana di Medicina Tropicale, al fine di discutere le buone pratichee le sfide relative al rafforzamento dei sistemi sanitari locali. Attraverso azioni di informazionee formazione, Medici con l’Africa Cuamm intende promuovere il ruolo del personale sanitarioquale “avvocato” per il diritto alla salute per tutti.

CONEGLIANOAFRICA CHIAMA FESTEGGIA IL SUO COMPLEANNOIl 17 ottobre l’associazione “Africa Chiama - Amici dei Medici con l’Africa” ha festeggiato il suodecennale: dieci anni ricchi di impegno, attività e ottimi risultati. L’associazione, nata come“Comitato Amici del dottor Bonadio” e oggi associazione riconosciuta, prende vita dalla volontàdi un ristretto gruppo di persone legate al dottor Bonadio – chirurgo espatriato in vari progettirealizzati da Medici con l’Africa Cuamm – decise a sostenere i progetti in cui è impegnatoin prima persona. Dal 1999 il Gruppo realizza diverse attività di educazione allo sviluppo,sensibilizzazione e raccolta fondi in tutto il territorio coneglianese, ed è un importante puntodi riferimento per la comunità. “Africa Chiama” sostiene i progetti realizzati da Medici con l’AfricaCuamm in Mozambico, Angola, Sud Sudan e Tanzania. Il primo decennale è l’occasioneper tracciare un bilancio, partendo dalle esperienze maturate e per rilanciare con ancora piùvigore l’impegno per la promozione del diritto universale alla salute. Il Gruppo si è incontratoalle ore 18 per la Messa nella parrocchia di San Pio X a Conegliano.

PADOVAASSEMBLEA DEI MEMBRI EFFETTIVIIl 24 ottobre si è tenuto presso la sede di Padova l’Assemblea dei Membri Effettivi di Medicicon l’Africa Cuamm. Questo importante momento di condivisione e scambio è arricchito dallapresenza contemporanea di tutti i Rappresentanti Paese, per un aggiornamento sullaprogrammazione triennale della nostra organizzazione e sull’avanzamento dei programmi nei7 paesi in cui opera. Sono state proposte alcune riflessioni sul Piano di Comunicazione 2010(il prossimo anno si festeggiano i 60 anni di attività dell’organizzazione) e presentato il nuovoSettore Relazioni con il Territorio e Fund Raising. Vista la rilevanza degli argomenti e la presenzadei Rappresentanti Paese, l’Assemblea era aperta anche a tutte le persone, Gruppi, amicie conoscenti che a vario titolo partecipano attivamente alla vita di Medici con l’Africa Cuamm.

50ANNICONL’UGANDA

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

Ragazzi di etniaKarimojong,Uganda.

E RETE CUAMM

E

Page 18: CS_E_africa4_ott09DEF

VISTO DA QUI

L goVERNo BERLUSCoNI, AHIMé, NoN È SoLo UN pRoBLEMA per la libertà di stampa: bastaosservare le immagini dei naufraghi nei pressi delle coste siciliane – quei corpi este-nuati, lesi – per comprendere che la legge, il dovere di assistenza, la semplice dignitàumana sono ignorati nel Mediterraneo. Da qualche mese, gli eritrei e i somali chetentano di raggiungere l’isola di Lampedusa a bordo dei gommoni sovraccarichivengono soccorsi ma non possono toccare il nostro territorio e sono ricondotti versola Libia sulla base di un trattato firmato nel 2008 da Berlusconi e “celebrato” a iniziosettembre con un viaggio improvvisato del leader italiano. poiché anche il governo di Malta preferiscevoltarsi dall’altra parte quando si avvicinano gli immigrati, le tragedie come quella di fine agosto (75migranti annegati) sono inevitabili. Le organizzazioni internazionali hanno calcolato che migliaia di afri-cani sono morti in questo modo dal 2001 ad oggi. L’Alto Commissariato per i Rifugiati delle NazioniUnite ha espresso al governo italiano la sua «viva preoccupazione» per la sorte di circa 230 persone soc-corse in mare e rispedite in Libia senza alcuna valutazione dei loro eventuali bisogni di protezione. L’Ita-

lia accoglie circa 50.000 rifugiati, la Francia 170.000, il Regno Uni-to 200.000, la germania circa 500.000: la politica del governoitaliano non ha la scusa di numero eccessivo o insostenibile di per-sone da accettare. Questa politica viola chiaramente la nostra Co-stituzione che recita: «Lo straniero al quale viene impedito nel pro-prio paese l’esercizio della libertà democratica garantita dalla

Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica» (articolo 10). In più vi è la vio-lazione della Convenzione del 1951 sullo statuto dei rifugiati che impegna gli stati firmatari, fra cui l’Ita-lia, a proteggere le persone in fuga dalle guerre e dalla persecuzione. L’Eritrea è una dittatura perso-nale e la Somalia un non-stato dove i signori della guerra sono in lotta dal 1991. I cittadini di questidue paesi, ex colonie italiane, hanno il diritto di essere soccorsi e accolti (nel 2008 il 75% degli immi-grati irregolari in Italia hanno fatto domanda di asilo e il 50% delle pratiche sono state accolte). Do-vesse non bastare, bisogna far notare che la politica di Berlusconi si fa beffe della Dichiarazione Uni-versale dei diritti umani. L’articolo 14 recita «davanti alla persecuzione, ogni persona ha il diritto dicercare asilo e di beneficiare dell’asilo presso altri paesi»; la possibilità di cercare l’asilo in Italia non puòessere negata: nulla impedisce di rifiutare l’asilo se le motivazioni dei richiedenti non sono coerenti,ma il prendere in esame le motivazioni individuali di ogni profugo non può essere rifiutato. L’Italia, nelrespingere i migranti verso la Libia, dove i diritti umani vengono ignorati, si ritrova anche in violazio-ne dell’articolo 3: «ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà, e alla sicurezza della propria perso-na». Infine la politica del respingimento non ha base giuridica nemmeno nella legge italiana: l’unicalegge che autorizza queste azioni sarebbe il “testo Unico” sull’immigrazione, che prevede il respingi-mento per gli immigrati irregolari, ad esclusione dei richiedenti di asilo e con la possibilità per le personerespinte di far ricorso alla Giustizia contro tale decisione amministrativa. Niente di tutto ciò si è mai rea-lizzato: i gommoni vengono dirottati in Libia, tranne nel caso vi sia rischio di vita fra i passeggeri.

La Commissione dell’Unione Europea dovrebbe far riscorso alla Corte di giustizia contro l’Italia, igoverni europei dovrebbero sanzionare i membri che non rispettano i testi sui quali dal 1948 il mon-do civilizzato ha scelto di fondare la propria esistenza. In questa questione, la maggior parte dei go-verni europei sono colpevoli tanto quanto l’esecutivo italiano: ragione in più per ricordare che nullapuò essere costruito sulla crudeltà e la violazione dei diritti dell’uomo.

DIRITTI CALPESTATIANZI RESPINTI

I

La legge, il dovere di assistenza, la semplicedignità umana sono ignorati nel Mediterraneo.Nulla può essere costruito sulla crudeltàe la violazione dei diritti dell’uomo.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

18 | ÈAFRICA | NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 |

Page 19: CS_E_africa4_ott09DEF

BISOGNI INPRIMOPIANOECOME PUOI AIUTARCI

| NUMERO 4 | OTTOBRE 2009 | ÈAFRICA | 19

ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Luanda: lotta alla tubercolosi.Uige: le attività vanno dalla formazionedel personale al sostegno alle attività di salutepubblica nell’ospedale di Damba.Chiulo: la presenza nell’ospedaleoffre assistenza continuativa ai malati.Si sta potenziando l’interventonel territorio con le vaccinazionie il controllo dell’Hiv/Aids.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETOCONTRO LA TB

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 6Wolisso: l’ospedale di Wolisso garantisce la salute pubblica nel territorio.CON 50 € PUOI OFFRIRE UN VACCINO A 50 BAMBINI

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 17Beira: formazione in Università e presenza in ospedale, supporto alleattività di screening e trattamento dei bambini malnutriti e sieropositivi.Moma: supporto alle attività di screening e trattamento dei bambinimalnutriti e sieropositivi, formazione e controllo della Tb.CON 1.500 € GARANTISCI UNA BORSA DI STUDIO, PER UN ANNO,A UNO STUDENTE DI MEDICINA

KENYAVOLONTARIIN SERVIZIO: 1Nyahururu:sostegno alle personedisabili e laboratoriodi analisi per l’Hiv.CON 15 € COPRI LE SPESEPER 15 TEST PER L’HIV

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Regioni di Iringa e Morogoro: attività clinica e gestione ospedalieradiagnosi e cura della Tb e dell’Aids.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 8Yirol: dopo la riapertura dell’ospedale, comincia la fase di mantenimento deiservizi sanitari offerti.Lui: riabilitazione delle strutturedell’ospedale e supportoalle attività cliniche.CON 100 € FORNISCIMATERIALE SANITARIO,PER UNA SETTIMANA,A UN OSPEDALE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 23West-Nile: assistenzatecnica ai servizi sanitaridiocesani; trattamentodei malati di Tb;supporto alle personecon disabilità.Karamoja: assistenzatecnica ai 5 distrettie alla direzione sanitariadell’ospedale di Matany;supporto alla scuolainfermieri e all’ospedaledi Moroto.Regione Centrale:nell’ospedaledi Naggalama garantiamoun sostegno amministra-tivo e gestionale;l’appoggio alla clinicadell’Hiv/Aids.Oyam: lotta della mortalitàneo-natale e maternae miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttivadegli adolescenti.Nkozi: continual’appoggio all’UgandaMartyrs University.CON 80 € ASSICURIUN PARTO CESAREOA DUE MAMME

*

*

*

*

*

*

*

* dato aggiornato al 30.09.09

Page 20: CS_E_africa4_ott09DEF

Quest’anno per Natale regaliamoun Posto di Salute a 10.000persone nel distretto di Wolisso.Come? Donando i biglietti di Nataledi Medici con l’Africa Cuamm.Il Posto di Salute è l’unità sanitariaperiferica che garantisce servizisanitari di base nelle zone piùisolate del territorio. Con questoambulatorio gestito da uninfermiere locale si possono fornirefarmaci, effettuare visite prenatali,vaccinazioni e indirizzare i casipiù gravi all’ospedale di Wolisso.Un grande faro per 10.000 personeche potranno beneficiare di questoimportante servizio.

per richiedere i biglietticompila il modulo on-line suwww.mediciconlafrica.orgo scrivi [email protected] telefona a 049.8751279

I BIGLIETTI DI NATALECHE DONANO AUGURI E SALUTE