Cs grig 17 feb '15 cinghiali euganei la grande ingiustizia

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COMUNICATO STAMPA GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO VENETO 17 FEB. ‘15 CINGHIALI EUGANEI: LA GRANDE INGIUSTIZIA “Uccisi 899 cinghiali, mai così tanti” è il titolo dell’articolo a firma di Nicola Cesaro pubblicato sul quotidiano “il mattino di Padova” del 15 feb. ’15. Battuto il record annuale, scatta l’esultanza, Gianni Biasetto si dice “fiducioso”, ma...non c’è nulla da festeggiare. Ohibò, che succede? A ben guardare i dati parlano chiaro sull’insuccesso della politica dell’Ente Parco Colli, dando così ragione ai protezionisti che da anni vanno dicendo che uccidere i cinghiali avrebbe solo che aggravato il problema. I dati delle uccisioni dei cinghiali sui Colli Euganei si prestano infatti ad una doppia lettura: se è vero che di anno in anno aumentano le uccisioni, è altrettanto fondato pensare che aumenti in modo consequenziale anche la numerosità degli animali. L’andamento complessivo del fenomeno, come riportato in grafico, dal 2001 (inizio abbattimenti) ad oggi, palesa un’impennata di uccisioni...e quindi anche di nascite! Un paradosso? 0 200 400 600 800 1000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 cinghiali uccisi sui Colli Euganei dal 2001 al 2014 cinghiali uccisi sui Colli Euganei dal 2001 al 2014

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“Uccisi 899 cinghiali, mai così tanti” è il titolo dell’articolo a firma di Nicola Cesaro pubblicato sul quotidiano “il mattino di Padova” del 15 feb. ’15. A ben guardare i dati parlano chiaro sull’insuccesso della politica dell’Ente Parco Colli, dando così ragione ai protezionisti che da anni vanno dicendo che uccidere i cinghiali avrebbe solo che aggravato il problema.

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COMUNICATO STAMPA GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO – VENETO 17 FEB. ‘15

CINGHIALI EUGANEI: LA GRANDE INGIUSTIZIA

“Uccisi 899 cinghiali, mai così tanti” è il titolo dell’articolo a firma di Nicola Cesaro pubblicato sul

quotidiano “il mattino di Padova” del 15 feb. ’15.

Battuto il record annuale, scatta l’esultanza, Gianni Biasetto si dice “fiducioso”, ma...non c’è nulla da

festeggiare.

Ohibò, che succede?

A ben guardare i dati parlano chiaro sull’insuccesso della politica dell’Ente Parco Colli, dando così ragione

ai protezionisti che da anni vanno dicendo che uccidere i cinghiali avrebbe solo che aggravato il problema.

I dati delle uccisioni dei cinghiali sui Colli Euganei si prestano infatti ad una doppia lettura: se è vero che di

anno in anno aumentano le uccisioni, è altrettanto fondato pensare che aumenti in modo consequenziale

anche la numerosità degli animali.

L’andamento complessivo del fenomeno, come riportato in grafico, dal 2001 (inizio abbattimenti) ad oggi,

palesa un’impennata di uccisioni...e quindi anche di nascite!

Un paradosso?

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cinghiali uccisi sui Colli Euganei dal 2001 al 2014

L’Ente Parco, con la sua politica di abbattimenti, sostiene la correlazione tra abbattimenti e nascite e al

contempo rifiuta la dipendenza delle stesse variabili quando si tratta di riconoscere la presenza di fattori per

nulla trascurabili come la destrutturazione gerarchica dei branchi di cinghiali conseguente alla caccia, la

regolazione ormonale e l’aumento di fertilità degli animali in risposta alla pressione venatoria e

l’aumento di spazio e risorse alimentari per gli animali sopravvissuti alle uccisioni.

Non solo, l’Ente Parco continua ad ignorare concetti fondamentali dell’Ecologia e della Dinamica delle

popolazioni come il modello di crescita logistico e la capacità portante dell’ambiente: una popolazione

rallenta il proprio tasso di crescita in risposta alla diminuzione delle risorse disponibili fino a raggiungere la

capacità di un ambiente di sostenere un certo numero massimo di individui.

Il modello logistico ha rilevanti

implicazioni pratiche: se, per

esempio, si volesse controllare una

popolazione di ratti, ucciderne la

metà potrebbe semplicemente ridurre

la popolazione al punto (vedi curva

sigmoide) in cui aumenterà più

rapidamente. Un approccio più

efficace sarebbe quello di ridurre la

capacità portante che, nel caso dei

ratti, significa di solito maggiore

controllo sullo smaltimento dei

rifiuti, mentre nel caso dei cinghiali

potrebbe essere rappresentato da

robuste recinzioni elettrificate attorno

ai coltivi.

Non solo, andare ad influire sui cinghiali adulti con armi da guerra con gittata di alcuni chilometri (tali sono i

fucili a canna rigata), significa aggravare l’impatto dei giovani sulle colture agrarie venendo meno

l’esperienza degli adulti nella ricerca del cibo nel bosco: abitualmente i cinghiali adulti preferiscono il cibo

reperibile nel bosco ai coltivi e trasmettono questa conoscenza ai giovani cinghiali.

Il risultati sono:

- 15 anni di fallimenti delle politiche di abbattimento, dimostrati dal fatto che il numero di cinghiali

non diminuisce;

- cifre da capogiro che raggiungono i 300 mila euro annui e sperpero di denaro pubblico;

- impiego del personale dell’Ente per inseguire cinghiali e daini giorno e notte;

- danni crescenti all’imprenditoria agricola ed esasperazione degli agricoltori;

- un parco protetto che non è più tale se vi si entra con le armi, pur in presenza di piani di

abbattimento autorizzati; - giornate di caccia per i cacciatori e continue ingerenze del mondo venatorio che infestano un parco

naturale nel quale non dovrebbero neppure mettere piede;

- diffusione di punti vendita al pubblico e agriturismi che servono carne di cinghiale dei colli e

consolidamento del business;

- demonizzazione di cinghiali e daini e diffusione crescente di incultura e disinformazione;

- esportazione del “modello Colli Euganei” anche sui vicini Colli Berici dove sono stati recentemente

introdotti in modo criminale dei cinghiali per replicare l’escalation già avvenuto sui Colli Euganei;

- negli ultimi tre anni, rapida diffusione di appositi corsi organizzati dalle province (Padova, Vicenza,

etc.) per autorizzare centinaia di cacciatori-operatori alla caccia al cinghiale anche nelle aree di

divieto di caccia;

- quasi un migliaio (tra cinghiali e daini) di animali uccisi ogni anno nei Colli Euganei.

L’unica soluzione vera, efficace e desiderabile, per animali e uomini, sarebbe un programma

pluriennale di vaccinazione degli animali per renderli infertili.

Per quanti anni ancora i decisori istituzionali non avranno il coraggio di attuare metodi innovativi

e già sperimentati in altri Stati?

Quanti milioni di animali dovranno morire fucilati in un sedicente “parco protetto”?

Quanti milioni di euro di denaro pubblico saranno sperperati inutilmente e consapevolmente?

Quante giornate di caccia verranno regalate ad una categoria distruttiva come quella dei cacciatori?

Quanta ingiustizia dovranno ancora sopportare i cinghiali e i daini dei Colli Euganei?

Ne riparliamo tra qualche anno...quando il problema cinghiali sarà tutt’altro che risolto sui Colli Euganei e

sarà esploso anche sui Colli Berici. Potete scommetterci.

Gruppo di Intervento Giuridico – Veneto

Il “modello Colli Euganei” funziona (!) e quindi è stato esportato dai cacciatori anche sui vicini Colli

Berici.