Crolli a Miami, è la ne del mondo?

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LA RIVISTA Racchette: scopri il pro lo della potenza La rivoluzione dell’attrezzo dopo che Kuebler inventò la Resonanz Pag.23 GLI ALTRI CONTENUTI La prima scossa Pag.3 - Circuito Pro: 10 cose (impagabili?) da vedere sul campo Pag.4 - Batch-Point Pag.5 - Terza pagina: Jean Borotra Pag.6 - Circuito Wta: indecifrabile Vika Pag.8 - Controcampo: Agassi, lo sguardo è arte Pag.10 I numeri Pag.12 - Il tennis in tv Pag.14 - Focus: Adelchi Virgili Pag.16 - Pre-quali IBI 16 Pag.17 - ISF Fit Pag.20 Circuito Fit-Tpra Pag.21 - La regola del gioco Pag.27 I quattro pilastri della forza mentale Ecco come esprimere il tuo gioco come fanno i professionisti Pag.22 Anno XII - n.12 - 30 marzo 2016 Crolli a Miami, è la ne del mondo? Fuori subito Nadal, Murray, Serena, Wawrinka. Dentro i giovani Pag.3 Roma 2016 FEDERER C’È ULTIM’ORA

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LA RIVISTA

Racchette: scopriil profilo della potenza

La rivoluzione dell’attrezzo dopo che Kuebler inventò la Resonanz

Pag.23

GLI ALTRI CONTENUTILa prima scossa Pag.3 - Circuito Pro: 10 cose (impagabili?) da vedere sul campo Pag.4 - Batch-Point Pag.5 - Terza pagina: Jean Borotra Pag.6 - Circuito Wta: indecifrabile Vika Pag.8 - Controcampo: Agassi, lo sguardo è arte Pag.10 I numeri Pag.12 - Il tennis in tv Pag.14 - Focus: Adelchi Virgili Pag.16 - Pre-quali IBI 16 Pag.17 - ISF Fit Pag.20 Circuito Fit-Tpra Pag.21 - La regola del gioco Pag.27

I quattro pilastri della forza mentaleEcco come esprimere il tuo giococome fanno i professionisti

Pag.22

Anno XII - n.12 - 30 marzo 2016

Crolli a Miami, è la fine del mondo?

Fuori subito Nadal, Murray, Serena, Wawrinka. Dentroi giovani Pag.3

Roma 2016FEDERER C’È

ULTIM’ORA

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DIRETTOREAngelo Binaghi

COMITATO DI DIREZIONEAngelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina

DIRETTORE RESPONSABILEEnzo Anderloni

COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPER TENNIS TEAMAntonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica)

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HANNO COLLABORATOGiovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio

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La prima scossa

DI ENZO ANDERLONI - FOTO GETTY IMAGES

Come sarà il tennis dopo Fede-rer e Nadal? La risposta arri-va dal torneo di Miami, anche se non è più quello di una

volta, quando i più forti del mondo volevano vincerlo a tutti costi. Vede-re il tabellone allineato agli ottavi di finale con un solo rappresentante dei Fab Four, l’inossidabile n.1 Djokovic, fa un certo effetto. E questo strano ef-fetto acquista il sapore di svolta epo-cale quando si constata che sono già fuori dai giochi anche Stan Wawrinka (che dopo Parigi 2015 era solido can-didato a prendere il posto del primo dei quattro a cedere) e David Ferrer, inossidabile combattente stabilmente collocato tra i Top 10 da oltre un lu-stro. Federer che ha dato forfait per un virus, Nadal che si è ritirato per il caldo con il bosniaco Dzumhur, Mur-ray che si è fatto rimontare da 3-1 al terzo da Dimitrov, Wawrinka battuto da Kuznetsov, Ferrer sconfitto dal

francese Pouille al termine di una battaglia campale. Nessuno di loro è tra i primi 16 a Miami. Ci sono invece l’austriaco Dominik Thiem dal meraviglioso (e devastan-te) rovescio a una mano, il minuto ed elegantissimo belga David Goffin, il colossale canadese Milos Raonic con la manica colorata a tenere caldo il braccione spara-servizi, lo spaccone australiano Nick Kyrgios dai colpi fulminanti, il sosia biomeccanico di Roger Federer (e noto dongiovanni) Grigor Dimitrov. Il più anziano di lo-ro ha 25 anni e hanno tutti gran ta-lento.È la prima scossa del futuro terremo-to destinato a sconvolgere le gerar-chie. Che non significa che non rive-dremo ancora in più di un’occasione i vecchi eroi contendersi i grandi titoli. Significa però che l’incantesi-mo è definitivamente rotto, come il ginocchio di Roger alle prese con i suoi bambini e la grinta irriducibile di Rafa, che qualche anno fa avrebbe

rincorso la palla anche tra le fiamme dell’inferno pur di rimandarla di là un’altra volta. Altro che sciogliersi al sole di Miami. In fondo è giusto e natu-rale che sia così: che chi ha lottato una vita cominci a scricchiolare davvero. E che chi ha fame di dimostrare qualco-sa, dimostri di essere pronto ad arriva-re fino in fondo. A fare la rivoluzione. Largo ai giovani, ai veramente giovani, capaci di rischiare e di innovare. E lar-go ai vecchi, ai veramente vecchi, quel-li che hanno saputo succhiare la vita fino in fondo, giocandosi tutti i talenti e inseguendo tutti i sogni (spesso rea-lizzandoli), capaci ora di essere saggio riferimento per i primi. Lo afferma in uno dei suoi ultimi video il guru del digitale Marco Montemagno (casual-mente ex giocatore professionista di tennistavolo). Il mondo e il tennis han-no bisogno di questi soggetti (non di chi traccheggia, tira a campare, vive di luce riflessa). Il tennis sembra in gra-do di esprimerne un buon numero (sia degli uni che degli altri). E il mondo?

Federer c’èCi sono tutti (ma proprio tutti) i migliori gio-catori del mondo nell’entry list ufficiale (pub-blicata ieri) degli IBI 2016, compreso Roger Federer che all’inizio dell’anno non aveva inserito il torneo nella sua programmazione.

Dominic Thiem

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10 cose (impagabili?)da vedere sul campoSecondo Djokovic più gente ti guarda e più meriti di incassare. Eccoallora una lista di avvenimenti tennistici (e affini) per cui varrebbela pena sborsare dei soldi. Tra microchip nel cranio e tifoni tropicali...

DI PIERO VALESIO - FOTO GETTY IMAGES

Il Djokovic-pensiero stabilisce che più gente ti guarda più sei degno di ricevere robusti cachet? Se dunque questa spietata legge di

mercato ha ragione di esistere dob-biamo porci una domanda. Per cosa, noi tennisti incalliti, siamo disposti a mettere mano al portafoglio? Per quali protagonisti della (ex) nobile arte la parsimonia che ci deve carat-terizzare in questi tempi è destinata a farsi da parte? Visto che la risposta può non essere semplice ecco una piccola guida agli investimenti giu-sti. In ordine decrescente, ovvio.

10 Gli outfitdi Berdych

Tomas Berdych che entra in cam-po con la tuta al primo turno di un torneo e tu ti domandi: quale ma-glietta “sorprendente” indosserà oggi? La scarica di sensazioni for-ti che ti invade quanto lo scopri è senza prezzo.

9 Le volée di AgaAga Radwanska che si scopre

giocatrice di volo e dimostra che è possibile eseguire volée apprezza-bili anche con impugnature al limi-te dell’assurdo e violando tutte le regole della fisica.

8 I “passi” di VikaOsservare Vika Azarenka che

ci propone uno dei suoi imperdibili passi di danza e sperare che quella sia proprio la volta in cui inavvertita-mente si inciampa da sola, si avvita proponendo agli astanti un doppio flip senza pattini e conclude l’eser-cizio spiaccicandosi a terra come la Kostner a Vancouver.

7 La “creatività” di SimonGilles Simon che colto da un

insopprimibile afflato di creatività smette di colpo di spostarsi lungo la linea di fondo campo come un attac-cante del calciobalilla e prende a tira-re vincenti pure da casa sua.

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batch - pointLa fine del mondo?Allora. Federer operato, Nadal che si ritira perché fa caldo, Murray a zero tituli nel 2016, Serena che non vince un torneo dall’estate scorsa, la Sharapova che non si sa se e quando la rivedremo in campo. È solo il prevedibile crepuscolo degli dei o la fine del mondo che conoscevamo? Batch

6 Le crisi di Nadal Rafa Nadal che improvvisamente

si trasforma da guerriero senza paura in un talvolta tremebondo essere uma-no fatto di carne e ossa, che in qualche caso limite può addirittura essere colto da crisi di panico (Che dite? Che è esat-tamente ciò che sta succedendo? Meglio per voi, potete essere certi che i vostri soldini non saranno spesi per niente).

5 I passanti di Fognini Fabio Fognini che cinque metri

fuori dal campo scaglia uno dei suoi passanti rabbiosi che lasciano inebetiti qualunque avversario. E se avrete ap-plaudito con adeguata energia avrete in dono pure il book che contiene tutti gli abiti fra i quali il nostro sceglierà quello da indossare il giorno del matrimonio con Flavia Pennetta.

4 Djokovic col microchip... al rallentatore

Poter seguire al rallentatore un intero match di Djokovic al fine di scoprire quale sia il segreto della naturalezza con cui esegue tutti i colpi possibili. Eventualmente scoprendo che il nostro ha uno strano microchip impiantato dietro l’orecchio in stile Terminator.

3 Una finale da sogno Roger Federer che rivince Wimble-

don dopo una finale di dieci ore di gio-co intervallata da un tifone tropicale, da un’invasione aliena e da un’intervista ad un gran capo dell’Atp che sentenzi: le partite durano troppo, inseriamo il tie-break sul tre pari.

2 Conferenze e farmaciLa conferenza stampa di un(a)

qualunque top player che dica con lo sguardo compunto: non sapevo che il Meldxxxx fosse vietato, nessuno mi ha avvertito. Ah pure questo è già succes-so? Chiedo venia per la scarsa fantasia.

1Vinci-Williams, ancora e ancora

Roberta Vinci che stronca Serena Wil-liams a New York. Lo so, è successo dav-vero. Ma è stato talmente entusiasman-te che varrebbe la pena di spendere dei soldi per farsi cancellare la memoria e riguardare quel match senza sapere co-me va a finire.

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Borotra, moschettiere (e ministro) sotto reteJean Borotra, artista del tennis d’attacco negli Anni ’30, vinse due volte Wimbledon e più volte la Davis con Lacoste, Cochet e Brugnon. Nella Seconda Guerra Mondiale fu ministro dello sport per la Repubblica di Vichy

DI ALESSANDRO MASTROLUCA

Nella Francia di Vichy, il calcio è lo sport più popolare. No-nostante la mancata vittoria del Mondiale in casa, ci sono

5.700 club e 190 mila praticanti. Ma tra il nuovo regime e il pallone si rivela da subito una fortissima incompatibilità ideologica. Il primo nemico del calcio, che avrebbe potuto essere un formi-dabile strumento di propaganda, è il ministro dello Sport, che vorrebbe uno sport cavalleresco e disinteressato, non mercenario. Quel ministro ha scritto la storia di uno sport cavalleresco e disin-teressato. Quel ministro è Jean Borotra, il primo idolo del tennis moderno.

Ogni partita è uno showPrima della Borg-mania, è il Basco Sal-terino, questo il soprannome che gli daranno gli inglesi, il primo a scaldare il pubblico di Wimbledon. Arrivava alla vigilia del torneo, con tanto di autista, portando mezza dozzina di racchet-te e una valigia: dentro c’era il frac e una cravatta bianca per la serata di ga-la. Vince il titolo in singolare nel 1924 e nel 1926. Ogni partita sembra una produzione teatrale, una performance perfetta per alimentare la mistica dei Championships. Sempre all’attacco, sempre sotto rete, a volleare, a “smec-ciare”, acrobatico e spettacolare. Ogni volta che si ritiene ingiustamente av-vantaggiato da una decisione dell’arbi-tro, concede all’avversario il punto suc-cessivo. E se la palla finisce verso gli spalti, Borotra si toglie il berretto blu che non abbandona mai e si inchina per un baciamano alla prima spettatri-ce nei paraggi.Nel 1925 gioca il misto con Suzanne Lenglen. Prima della finale, l’arbitro gli chiede di tornare negli spogliatoi per-ché la Divina è nel pieno di una crisi

isterica. “Sono stato l’unico maschio che sia mai entrato nello spogliatoio femminile a Wimbledon”, dirà anni do-po. Ma non è vero: l’All England Club assumerà infatti un massaggiatore cie-co per le tenniste.

Una divinità HinduIl tennis è ancora un passatempo e Bo-rotra, che si laurea all’Ecole Polytechni-que nel 1922, si divide tra il campo e il lavoro alla Satam, una compagnia che distribuisce pompe di benzina dove ri-mane per 15 anni. “Potremmo dipinger-lo come una di quelle statue in bronzo di una divinità Hindu con molte brac-cia”, scriveva Ren Domergue su Paris Soir nel 1929. Una divinità che regala alla Francia una stagione irripetibile in Coppa Davis. È quella dei Moschettieri con Rene Lacoste, il più giovane e auste-ro, che studiava i colpi e le tattiche, con

il freddo Henri Cochet e Toto Brugnon, la roccia su cui il quartetto ha costruito i grandi successi in doppio. “Far parte di quella squadra - ha detto - è stata una delle mie gioie più grandi”. Nel 1931 annuncia il ritiro dalla Davis, ma l’anno successivo torna per la finale contro gli Usa, a Parigi, perché Lacoste si è amma-lato. Batte Ellsworth Vines e nell’ultima giornata rimonta uno svantaggio di due set, salva 4 match point e piega Wilmer Allison. La Francia vince 3-2. Ma non conquisterà più l’insalatiera per 59 anni.Nel 1942 lascerà l’incarico di ministro dello sport e verrà arrestato mentre cerca di scappare in Nord Africa. Reste-rà nel mondo del tennis, lavorerà per la federazione francese e per l’Itf. Nel 1968 è tra i sostenitori dell’apertura ai professionisti. Il tempo dello sport cavalleresco e senza interessi è finito. Anche per il Basco salterino.

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Indecifrabile Vika,ma chi sei veramente?In campo Victoria Azarenka sta dimostrando di essere l’unica alternativa credibile a Serena Williams. Fuori è un personaggio poco inquadrabile. Molto attiva sui social, gaffe comprese. Proviamo a conoscerla meglio

DI ANDREA NIZZERO - FOTO GETTY IMAGES

Chi è Vika Azarenka? È una “due volte campionessa degli Au-stralian Open”, una ex nume-ro 1 del mondo e l’unica reale

candidata al ruolo di rivale di Serena Williams. È una delle tenniste più im-portanti degli ultimi vent’anni, e l’ha appena confermato ad Indian Wells. Eppure nessuno sembra avere un’idea precisa su di lei, nessuno sembra riu-scire a metterla in una casella. La ca-sella Venus, la casella Federer, la casel-la Djokovic, la casella Hingis: giusta o sbagliata che sia, chi segue il tennis ha in testa una descrizione, una serie di caratteristiche, con cui identifica quel campione o quella campionessa e le ri-spettive personalità.Con Vika è più difficile. Può essere una lottatrice incredibile, come può essere arrendevole e insicura. Può rimontare con le unghie una partita già persa, come farsi scivolare una vittoria tra le

Victoria Azarenka27 anni da compiere il 31 luglio

2 titoli Slam già n.1 del mondo nel 2012, oggi n.81.491.469 Mi Piace alla sua pagina su Facebook

460.000 follower su Instagram,con oltre 1000 immagini postate

737.736 follower su Twitter,con quasi 7.200 tweet inviati

Circa 450.000 risultati trovati, in 0,45 secondi, tramite ricerca Google

dita. Può rendersi protagonista di una conferenza stampa piena di spunti in-teressanti, come di una raffica di tweet superficiali.

Gli infortuni e la testaVika disorienta perché non è mono-tona, né monodimensionale. Il tennis è la sua passione, la sua croce, il suo lavoro, ma non è la sua vita. E come tutte le persone che non si limitano a essere tennisti, ha una personalità che non si lascia decifrare con quello che si può vedere sul campo da tennis. Dal suo titolo a Cincinnati nel 2013 a quello di Brisbane nello scorso gen-naio sono passati 16 mesi. Nel mez-zo, tre infortuni (piede destro, piede sinistro e ginocchio destro) le sono ufficialmente costati almeno sei mesi sparsi. Sono anche la ragione ufficiale della sua discesa in classifica e delle sue difficoltà prima di questo 2016 fin qui strepitoso. Ora, mettersi a discu-tere di vita personale e relazioni sen-

timentali, quando ci sono i certificati medici a parlare, potrebbe sembrare superfluo se non addirittura di cattivo gusto. Però, a più riprese, fonti vicine a Vika hanno raccontato di come la fi-ne della sua relazione con Stefan Gor-dy - meglio conosciuto come popstar con il suo nome d’arte Redfoo - l’abbia scossa e stesa più di una distorsione al ginocchio, spingendola sull’orlo della depressione. Aggiungeteci pure que-sto fatto, che nulla conta se non come contesto: nella stagione 2013 in cui ha chiuso al numero 2 mondiale do-po aver vinto l’Australian Open e aver spaventato (per davvero) Serena in fi-nale degli Us Open, la conta dei suoi infortuni aveva superato di parecchio i tre malanni accusati nel suo annus horribilis: cinque senza cercare più a fondo del sito WTA. Ora, cosa ci sareb-be di strano se una ragazza poco più che ventenne desse la priorità alla pro-pria vita personale. In un momento di difficoltà, prendersi qualche mese per

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Dagli account social di Vika: la prima da Instagram, con Bob Sinclar; la seconda da Facebook durante una sessione in palestra, la terza da Twitter per la festa della donna con in mano una foto della nonna (“la mia superdonna”, dice il tweet)

riorganizzare la propria testa non è solo normale, è anche salutare. Gli in-fortuni ai piedi e al ginocchio nessuno li mette in dubbio, ma il vero proble-ma era altrove.

Vika da SocialPer conoscere un po’ meglio Vika, si possono citare due equivoci in cui è incappata - senza colpe ma con una buona dose di innocua sfiga - su twit-ter. Il primo, e più recente, viene co-modo per raccontare la sua grande passione per la cultura pop america-na, che va decisamente oltre la sua vagamente comica riproposizione del “dab”, passo di danza hip hop diven-tato virale (ma neanche troppo) negli States che le abbiamo visto tentare dopo molte vittorie. Dunque: nello stesso, famigerato lunedì in cui Maria Sharapova ha annunciato la sua posi-tività al meldonium, ha ufficializzato il suo ritiro Peyton Manning, 39enne quarterback di football americano che ha chiuso con la vittoria al Super-bowl una carriera storica per lo sport statunitense. Quando, quella sera, i più maliziosi hanno avuto l’idea di controllare il feed twitter di Vika in cerca di un commento o una reazione alla notizia shock (Sharapova), hanno trovato una entusiasta reazione alla notizia pop (“Congratulazioni per una carriera leggendaria Sceriffo!” - che sarebbe Manning): non c’è da stupirsi se qualcuno l’ha preso come il voltar-si dall’altra parte, un po’ beffardo e ghignante, di una rivale. In realtà, il tweet di Vika era partito pochi minuti prima dell’annuncio shock della Sha-

rapova, su cui poi non ha nemmeno commentato.

“La fine di una storia”Ancora più spassoso, a febbraio 2015, era stato il tempismo con cui aveva twittato tutto il suo trasporto, final-mente pronta a entrare al cinema per vedere “Cinquanta sfumature di gri-gio”: “Livello di entusiasmo da 0 a 10 è 100 in questo momento!”, con tanto di faccina scherzosa. Peccato che poco prima fosse finita - con una sconfitta - la prima partita di Eugenie Bouchard sotto la guida di Sam Sumyk, il coach da cui Vika si era bruscamente sepa-rata poche settimane prima. Appena è uscita dal cinema, s’è ritrovata la twit-tosfera che le dava della “st***a” per aver gioito della sconfitta di Genie, la nuova giocatrice del suo ex coach. La polemica su quel tweet è diventata tal-mente rumorosa da diventare oggetto di una domanda specifica, in un’inter-vista che Vika ha concesso a febbraio dello scorso anno al New York Times: “Ho letto i libri e tutto e avevo guarda-to il trailer mille volte con i miei ami-ci, quindi quando finalmente abbiamo deciso di prendere i biglietti, ero così su di giri che ho scritto quella cosa”. Vi-ka giustamente nemmeno sapeva che la Bouchard aveva giocato un primo turno piuttosto insignificante ad An-versa, contro Mona Barthel. Le parole e le emozioni per commentare la se-parazione - dolorosissima e non voluta da lei - dal coach con cui è diventata grande (in tutti i sensi), le aveva scelte molto meglio: “Per me è semplicemente triste. Non ci sono altre emozioni. Non

c’è rabbia. Non c’è altro che tristezza, perché è come la fine di una storia in un certo senso”. Vika non si è mai ri-sparmiata negli elogi e nei ringrazia-menti a Sumyk, anche dopo che lui ha deciso di interrompere bruscamente il loro rapporto professionale all’indoma-ni della di lei sconfitta agli Australian Open 2015.

Non provate a decifrarlaRimanendo nella sfera degli allenatori, lo scorso anno ha portato alla tennista di Minsk un nuovo coach - Wim Fissette - che la sta riavvicinando ai piani alti del tennis mondiale, e un nuovo agen-te - Carlos Fleming di IMG ha preso il posto... della moglie di Sumyk, Meilen Tu - che la sta portando a un pubblico più ampio e più consono al personag-gio Vika. Ma per capire un po’ meglio Victoria Azarenka non serve un agen-te, bisogna solo smettere di provare a decifrarla. Perché, prima di chiunque o di qualunque altra cosa, Vika è una persona. Rimanere umani come lei, in un circuito massacrante come quello del tennis professionistico, è già una vittoria di per sé.

Victoria Azarenka con lo storico coach Sam Sumyk: rapporto finito, per volontà del tecnico, dopo gli Australian Open 2015.Oggi Vika si allena con Wim Fissette

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Agassi, lo sguardo è arteDa una foto del grande Andre che fissa la palla, l’opera-filmato dell’artista albanese Anri Sala esposta nella rassegna L’image volée a Milano.Un incontro tennistico imprevisto in un affascinante spazio espositivo

DI ENZO ANDERLONI

Giri l’angolo e te lo trovi di fronte: lo sguardo di Andre Agassi fisso sulla palla. Se ti fermi e osser-

vi bene in realtà è uno sguardo in ritardo. Lui, Andre in realtà fissa un punto dal quale quella palla gialla che lui sta per colpire è già passata. Ed è proprio per questo infinitesi-male scarto temporale, che fa una grossa differenza nell’immagine, che questa foto è finita sull’Interna-tional Herald Tribune. Per lo stesso motivo l’artista albanese Anri Sala l’ha scelta per una sua opera visi-va, intitolata Agassi, 2006, espo-sta in questi giorni a Milano, alla Fondazione Prada all’interno della rassegna L’image volée (L’immagine rubata, in programma dal 18 marzo al 28 agosto).Thomas Demand è ideatore e cura-tore della mostra che riunisce vari esempi di appropriazione artistica, vale a dire opere che evidenziano da parte degli artisti l’utilizzo del lavoro di altri, la rielaborazione di idee e di immagini altrui per rea-lizzare le proprie. Anri Sala ha tra-

sformato la foto in un filmato 16 mm muto (un proiettore analogico riproduce la pellicola in loop), con un particolare tocco di rielabora-zione. A un certo punto in alto a destra compare per due volte un cerchio bianco accanto alla palli-na (simile ai dispositivi visivi che si usano per segnalare ai proiezio-nisti che è il momento di cambiare la bobina). Compare nel punto ver-so cui Agassi rivolge lo sguardo. Il tempo tra l’apparire dei due cerchi è pari a 0,79 secondi e corrispon-de a quanto impiega la palla colpita da Agassi per raggiungere il campo avversario. Nella corposa didascalia che ac-compagna l’opera nella guida, si di-ce che “l’evocazione di questa velo-

Mandaci il tuo ControcampoIncontrare tennis anche fuori dal campo non è essere fissati, monotematici. E’ portarsi dietro la propria passione rimando aperti e curiosi del mondo. E scoprire quanto il nostro sport è entrato in profondità nelle più disparate espressioni della nostra vita. Per cui quando lo incontrate (un campo in un posto improbabile e/o meraviglioso, un quadro, una vetrina, un insegna, un oggetto strano) in contesti tanto particolari che meritano di essere condivisi, mandateci il vostro Controcampo. Una o due immagini accompagnate dal vostro racconto/spiegazione (max 2000 caratteri). L’indirizzo è [email protected]. Di-segneremo una nuova mappa del nostro tennis.

cità attraversa la rappresentazione di un picco istantaneo di concen-trazione e potenzialità visivamente sospeso nel tempo”. Noi che pas-seggiavamo nel nuovo affascinante spazio espositivo di Prada (in zona Ripamonti, due passi dalla più no-ta per noi appassionati di racchette Bottega del Tennis) abbiamo colto soprattutto l’emozione di incontra-re un volto famigliare lì, tra un ri-tratto di Raffaello realizzato da In-gres e una Gioconda con i baffi, da-daista, firmata da Francis Picabia, le tele tagliate di Francis Bacon e i concetti spaziali di Lucio Fontana. E poi in fondo, indipendentemente dalla originale trovata di Anri Sala, il tennis di Agassi era a suo modo arte. Veloce. Futurista.

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Nole, tris di doppiette

DI GIORGIO SPALLUTO - FOTO GETTY IMAGES

10 le doppiette Indian Wells-Miami riuscite in ambito maschile. L’unico a centrarla tre volte è stato Djokovic (2011, 2014 e 2015), seguito da Federer (2005-06), Agassi (2001), Rios (1998), Sampras (1994), Chang (1992) e Courier (1991).

13 le tenniste in grado di aggiudicarsi il torneo di Miami. Accanto a Serena Williams, vincitrice di ben 8 edizioni, ci sono ben 7 plurivincitrici: Steffi Graf (5 allori), Venus Williams (3), Monica Seles (2), Arantxa Sánchez Vicario (2), Martina Hingis (2), Kim Clijsters (2) e Victoria Azarenka (2).

3 le sole vincitrici del torneo di Key Biscayne a non essere mai state numero 1: Gabriela Sabatini (campionessa nel 1989), Svetlana Kuznetsova (2006) e Agnieszka Radwanska (2012).

12 gli anni trascorsi dall’ultima apparizione di Brian Baker nel main draw di Miami. Il 30enne di Nashville, costretto nella sua tribolata carriera a fare in conti con ogni sorta di infortunio, ha partecipato al 2° Masters 1000 stagionale grazie al ranking protetto di n. 56.

59 i tennisti nella storia ad aver vinto almeno un Masters 1000 da quando sono stati istituiti nel 1990. Ben 89 dei 235 tornei “1000” disputati nell’ultimo quarto di secolo, sono stati vinti dai famigerati Fab Four: Djokovic (27), Nadal (27), Federer (24) e Murray (11).

I primi 25 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 156302 Andy Murray (GBR) 78153 Roger Federer (SUI) 76954 Stan Wawrinka (SUI) 63705 Rafael Nadal (ESP) 49556 Kei Nishikori (JPN) 39357 Tomas Berdych (CZE) 35408 David Ferrer (ESP) 33709 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 3130

10 Richard Gasquet (FRA) 284011 Marin Cilic (CRO) 277012 Milos Raonic (CAN) 260513 Dominic Thiem (AUT) 242014 David Goffin (BEL) 229015 John Isner (USA) 223516 Gael Monfils (FRA) 208517 Roberto Bautista Agut (ESP) 197018 Kevin Anderson (RSA) 193019 Gilles Simon (FRA) 181020 Bernard Tomic (AUS) 162521 Benoit Paire (FRA) 159622 Viktor Troicki (SRB) 158023 Feliciano Lopez (ESP) 154024 Jack Sock (USA) 1525 151525 Pablo Cuevas (URU) 1510

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 86252 Agnieszka Radwanska (POL) 57753 Angelique Kerber (GER) 57554 Garbine Muguruza (ESP) 48315 Petra Kvitova (CZE) 37636 Simona Halep (ROU) 36907 Victoria Azarenka (BLR) 36508 Roberta Vinci (ITA) 35959 Maria Sharapova (RUS) 3432

10 Belinda Bencic (SUI) 334011 Carla Suarez Navarro (ESP) 316012 Flavia Pennetta (ITA) 303413 Venus Williams (USA) 288714 Lucie Safarova (CZE) 276815 Elina Svitolina (UKR) 275016 Karolina Pliskova (CZE) 259017 Ana Ivanovic (SRB) 253118 Svetlana Kuznetsova (RUS) 248019 Timea Bacsinszky (SUI) 246520 Sara Errani (ITA) 242021 Johanna Konta (GBR) 213022 Madison Keys (USA) 211523 Jelena Jankovic (SRB) 197524 Caroline Wozniacki (DEN) 193625 Sloane Stephens (USA) 1900

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 32 Fabio Fognini 12402 40 Andreas Seppi 10153 53 Paolo Lorenzi 8784 82 Simone Bolelli 6675 92 Marco Cecchinato 6086 103 Thomas Fabbiano 5517 139 Luca Vanni 4048 168 Andrea Arnaboldi 3349 187 Matteo Donati 285

10 191 Alessandro Giannessi 28311 208 Filippo Volandri 24612 212 Federico Gaio 24013 225 Gianluca Naso 22814 255 Lorenzo Giustino 20415 259 Salvatore Caruso 19816 271 Matteo Viola 18117 284 Flavio Cipolla 16918 294 Alessandro Bega 16219 298 Riccardo Bellotti 16120 317 Roberto Marcora 14821 333 Gianluca Mager 14022 350 Lorenzo Sonego 13323 360 Edoardo Eremin 12924 365 Francisco Bahamonde 12525 376 Marco Bortolotti 119Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 8 Roberta Vinci 35952 12 Flavia Pennetta 30343 20 Sara Errani 24204 48 Camila Giorgi 11455 72 Karin Knapp 8986 101 Francesca Schiavone 6947 265 Martina Caregaro 1668 290 Giulia Gatto-Monticone 1419 323 Anastasia Grymalska 118

10 327 Nastassja Burnett 11611 330 Alice Matteucci 11612 343 Alberta Brianti 10913 353 Cristiana Ferrando 10514 378 Gioia Barbieri 9715 379 Martina Trevisan 9716 389 Georgia Brescia 9417 408 Jessica Pieri 8518 424 Corinna Dentoni 7819 450 Claudia Giovine 7120 472 Jasmine Paolini 6221 490 Alice Balducci 5822 493 Bianca Turati 5723 515 Stefania Rubini 5424 533 Anna Giulia Remondina 5125 539 Angelica Moratelli 49

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Rafa Nadal (SPA)

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Tra Miami e “prime”

La finale femminile di Miami live domenica alle 19.00Giovedì 31

01:00 - Live WTA Premier Miami QF403:00 - WTA Miami QF1 (replica)05:00 - WTA Miami QF2 (replica)07:00 - WTA Miami QF3 (replica)08:45 - La Voce delle Regioni10:00 - WTA Miami QF4 (replica)12:00 - Magazine ATP12:30 - WTA Miami QF1 (replica)14:30 - WTA Miami QF2 (replica)16:30 - Tennis Magazine16:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 - WTA Miami QF3 (replica)19:00 - LIVE WTA Miami SF120:45 - La Voce delle Regioni21:00 - News21:05 - Tennis Parade22:00 - WTA Miami QF4 (replica)23:30 - Tennis Magazine

Venerdì 1 00:00 - WTA Miami SF1 (replica)02:00 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells03:00 - Live WTA Premier Miami SF205:00 - Tennis Magazine05:30 - Highlights06:30 - World of Tennis07:00 - WTA Premier Miami SF108:45 - La Voce delle Regioni09:00 - WTA Premier Miami SF211:00 - Agassi vs Ferrer, ATP Roma 200314:00 - Reloaded Coppa Davis 1° turno14:30 - WTA Premier Miami SF116:30 - Magazine ATP16:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 - I miti del Foro, Venus e Serena17:30 - Trofeo FIT Kinder + sport Roma18:00 - WTA Premier Miami SF220:15 - Road to Foro Italico20:45 - La Voce delle Regioni21:00 - News21:05 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells22:00 - WTA Premier Miami SF1

Sabato 200:00 - WTA Miami SF2 (replica)02:00 - Magazine ATP02:30 - WTA Miami QF1 (replica)04:30 - WTA Miami QF2 (replica)06:30 - WTA Miami QF3 (replica)08:30 - Tennis Parade08:45 - La Voce delle Regioni09:00 - WTA Miami QF4 (replica)11:00 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells12:00 - Federer vs Safin, ATP Roma 200114:30 - Tennis Magazine15:00 - WTA Premier Miami SF117.00 - News17:05 - WTA Premier Miami SF219:00 - LIVE WTA Miami Finale21.00 - News21:05 - Road to Foro Italico21:15 - La Voce delle Regioni21:15 - WTA Indian Wells Finale (replica)

Domenica 300:00 - WTA Premier Miami Finale02:00 - La Voce delle Regioni02:15 - Roddick vs Verdasco, ATP Roma 200505:30 - World of Tennis06:00 - WTA Miami (replica)07:30 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells07:30 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells08:30 - WTA Premier Miami SF110:30 - WTA Premier Miami SF212:30 - Magazine ATP13:00 - WTA Premier Miami Finale15:30 - Tennis Magazine16:00 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells17.00 - News17:05 - Road to Foro Italico17:15 - Magazine ATP17:45 - WTA Indian Wells (replica)20:30 - I miti del Foro, Venus e Serena21.00 - News21:05 - Tennis Magazine21:30 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells22:30 - WTA Premier Miami Finale

Lunedì 400:30 - I miti del Foro, Venus e Serena01:00 - WTA Premier Miami03:00 - Agassi vs Coria, ATP Roma05:00 - WTA Premier Indian Wells07:00 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells08:00 - Tennis Magazine08:30 - Roddick vs Verdasco, ATP Roma 200511:45 - Tennis Parade12:00 - Road to Foro Italico12:30 - I miti del Foro, Venus e Serena13:00 - WTA Premier Miami SF115:00 - WTA Premier Miami SF216:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 - WTA Premier Miami19:00 - WTA Premier Miami Finale20:45 - La Voce delle Regioni21.00 - News21:05 - I Miti del Foro21:30 - WTA Premier Indian Wells Finale23:30 - Tennis Magazine

Martedì 500:00 - Murray vs Djokovic, ATP Roma 201103:00 - Magazine ATP03:30 - WTA Premier Miami05:30 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells06:30 - WTA Premier Indian Wells08:15 - Road to Foro Italico08:45 - La Voce delle Regioni09:00 - WTA Premier Miami11:00 - S. Williams vs Vinci, UsOpen 201513:45 - Tennis Magazine14:15 - WTA Premier Miami Finale16:15 - I miti del Foro16:45 - La Voce delle Regioni17.00 - News17:05 - Tennis Parade17:15 - Djokovic vs Murray, Wimbledon 201320:45 - La Voce delle Regioni21.00 - News21:05 - Trofeo FIT Kinder + sport Roma21:15 - WTA Miami (replica)

Mercoledì 600:00 - Road to Foro Italico01:00 - Federer vs Del Potro, UsOpen 200904:30 - WTA Premier Indian Wells Finale06:30 - Tennis Magazine07:00 - WTA Premier Miami Finale08:45 - La Voce delle Regioni09:00 - I miti del Foro09:30 - Nadal vs Murray, ATP Roma 201412:00 - Trofeo FIT Kinder + sport Roma12:15 - WTA Premier Miami14:15 - Reloaded ATP 1000 Indian Wells15:15 - Road to Foro Italico15:45 - La Voce delle Regioni16:00 - LIVE WTA Premier Charleston17:55- News18:00 - LIVE WTA Premier Charleston20:45 - La Voce delle Regioni21.00 - News21:05 - Tennis Magazine21:30 - Magazine ATP22:00 - WTA Miami (replica)

Sempre aggiornati, condue Tg al giornoLe informazioni non mancano mai su Su-perTennis Tv. Sia nelle settimane cariche di dirette dai circuiti mondiali, sia in quelle pi-ene di format d’approfondimento e di prime visioni. L’appuntamento con le notizie si di-vide sempre in due fasce giornaliere, in prati-ca in due mini-telegiornali quotidiani. Il primo alle ore 17 in punto (eccezion fatta per mer-coledì 6, quando le dirette dal torneo Wta di Charleston ritarderanno l’appuntamento alle 17.55), l’altra invece in prima serata, sempre alle ore 21 spaccate.

La conclusione del torneo Wta, rigorosamente in diretta, il passaggio di dirette a Char-leston, sempre con il tennis

in rosa, e tanti nuovi appuntamenti con le prime visioni dei programmi d’approfondimento in esclusiva su SuperTennis. Questo propone il me-nù della settimana sulle frequenze del canale della Federazione Italiana Tennis. Andiamo con ordine: in que-sti giorni ampio spazio alle dirette delle fasi calde, caldissime del torneo

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

Wta Premier di Miami (i dettagli degli appuntamenti nel palinsesto qui sot-to), poi ancora campo con le dirette dall’altro torneo Premier femminile di Charleston (sempre Stati Uniti, ma in Carolina del Sud e su terra verde, 687.900 dollari di montepremi).

In prima serataOltre alle dirette dai campi del circui-to Wta, la settimana di SuperTennis è caratterizzata da tante nuove “prime visioni”. Quelle dei format d’appro-fondimento che caratterizzano la programmazione della Tv federale. Sempre in prima serata: lunedì sera tocca a “I miti del Foro”, per ripercor-rere le gesta di chi si è distinto negli anni sulla terra rossa romana; marte-dì spazio alle giovanissime racchet-te del Trofeo Tennis Circuito Kinder +sport. Mercoledì addirittura doppio appuntamento, prima (alle 21.05) una nuova puntata di Tennis Maga-

zine - la trasmissione con consigli pratici, anche tecnici, per chi scende in campo - poi alle 21.30 spazio ai campioni del circuito internazionale in “Atp Magazine”.

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DI ALESSANDRO MASTROLUCA

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Virgili, il poeta fragileIl fiorentino, nipote di un grande centravanti, è capace di colpi incredibili: “Non ho mai visto tirare così forte di diritto e rovescio”,disse un suo avversario Top 100. Ma è incappato in troppi infortuni...

DI ALESSANDRO NIZEGORODCEW

“Adelchi non arriva, appa-re”. Così Vittorio Selmi, ex manager Atp, era so-lito presentare Virgili

quando il toscano varcava la soglia del circolo. Sono pochi i giocatori che possiedono la capacità di illuminare un match, di elettrizzare il pubblico, di far appassionare al tennis con un unico, singolo colpo. Innamorato del tennis, troppo spesso frenato da gra-vi infortuni, Adelchi Virgili - come già accaduto tre volte in passato - sarà al via nelle Pre-qualificazioni degli Inter-nazionali Bnl d’Italia 2016. Per prova-re a raggiungere il tabellone cadetto e, se possibile, estasiare il pubblico.

La storia - Da sempre considerato una grande promessa, Adelchi è nipo-te di Giuseppe Virgili, il leggendario Pecos Bill, attaccante titolare della Fio-rentina scudettata del ‘55/56. Cresce tennisticamente grazie a papà Ales-sandro, ancora oggi suo coach, che gli mette la racchetta in mano a 3 anni. Una famiglia che vive con le scarpe sporche di terra rossa, come dimo-strano i suoi fratelli: Alexia, classe ‘86, è stata n.328 Wta e oggi allena i giovani; Augusto, 22 anni a giugno, è un habitué del circuito Itf. Notato su-bito dagli addetti ai lavori, accecati dal suo immenso talento, Adelchi non ha mai trovato continuità a causa di molti problemi fisici, in particolar modo alla schiena. A 14 anni, poco prima dell’i-nizio del connubio con Riccardo Piatti, sono arrivate le ernie discali lombari. Da quel momento gli infortuni si sono susseguiti e, di fatto, la sua carriera non è mai decollata. Ma quando sta bene sa regalare perle di puro tocco alternate ad accelerazioni letteralmen-te imprendibili. Blaz Kavcic, ex Top 70 Atp che nel 2013 sconfisse Virgili ne-gli ottavi del challenger di San Marino, disse: “Non ho mai visto tirare così for-te con diritto e rovescio”. Parola di uno

Adelchi VirgiliNato a: FirenzeIl: 10 marzo 1990Coach: Alessandro Virgili (padre)Ranking: n.729 AtpBest ranking: 594 Atp (20/07/2015)

che ha giocato anche con gente come Tomas Berdych. “La velocità di palla di Virgili - ha aggiunto - è da Top 10”.

Gli exploit - Nonostante non sia mai riuscito a giocare con continuità per più di 2-3 mesi, Virgili sa far inna-morare del proprio tennis. Nel 2013 è stato Fabrizio Fanucci, storico allena-tore di Filippo Volandri, a prenderlo sotto la sua ala protettrice per alcuni mesi. “In tanti anni che seguo il tennis - spiegò il coach toscano - ho visto so-lo Adriano Panatta, in Italia, dotato di un talento pari al suo”. In quell’anno Virgili fece bene, ma i tornei disputa-ti erano troppo pochi per poter crea-re una buona classifica e per periodi

molto lunghi è stato costretto a scom-parire dal circuito. “La motivazione è forte, il tennis è la mia vita - spiega lui -. Che cosa sarei potuto diventa-re? Certe volte quando sono in campo percepisco che sarebbe potuto esserci qualcosa di grande. Non lo nego, non mi piace essere falso o ipocrita. Ma io ci provo sempre, ci credo molto. Gli infortuni? In un certo senso sono stati di grande aiuto: cerco sempre di co-gliere il lato positivo delle cose, penso che la sofferenza faccia parte dell’uo-mo e che trarne una motivazione for-te per migliorarsi costituisca l’aspetto più importante”. Ora lo aspettiamo al Foro Italico: accorrete gente, perché il suo è tennis champagne.

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Ecco i pass per il ForoSempre più veloci verso quota 6 mila, quasi il totale degli iscritti 2015. Adesso siamo all’incirca a metà strada e il totale continua a salire. Prosegue così a tutto gas la serie di eventi che porta dritti al Foro Italico

Si continua a giocare. Lo si è fatto anche nel week-end pa-squale. Con tornei in fase di conclusione e con tornei in

fase di avvio. E che tornei. Il gio-vedì santo è cominciata, a Milano, la tappa che lo scorso anno fu la più frequentata e che quest’anno si conferma in qualità di torneo “da battere” almeno nei numeri. 802 gli iscritti al Quanta Club, contro i 697 dello scorso anno (era già record), e contro i 733 del Match Ball Firen-ze 2016, fin qui sempre in vetta al-la specifica graduatoria. Ma non c’è solo Milano, dei 25 tornei che com-pongono il calendario delle pre-qualificazioni 2016, ormai vicine a sfondare quota 6 mila partecipanti in tutta Italia, si è giocato in tutto lo Stivale. Con diversi verdetti e vari pass distribuiti per il Foro Italico.

Da Cagliari, Floris e Fago Singolo e doppio, due vittorie che portano al Foro Italico e che arriva-no nel circolo di casa, quello dove è cresciuta tennisticamente. Diffici-le chiedere di più per la cagliarita-na Anna Floris, che si è aggiudica-ta la tappa delle pre-qualificazioni Bnl giocate al Tennis Club Cagliari. “Per me è stato motivo di grande orgoglio vincere un torneo così nel circolo dove sono nata”, ha detto a bocce ferme dopo la vittoria. Suc-cesso sfiorato - ma il viaggio a Roma all’inizio di maggio è comunque in cassaforte - anche per l’altro sardo Manuel Mazzella, l’unico in regione a poter vantare un ranking all’in-terno dei primi 1000 giocatori del mondo. Il dorgalese è stato sconfit-to nell’atto decisivo da Matteo Fago, tesserato per il Tc Parioli e passato in due set con il parziale di 6-1 6-3. Proprio i due finalisti hanno poi sa-puto conquistare il pass per Roma anche in doppio, insieme questa volta, regolando con un duplice 6-2 la coppia Zucca/Chiurulli.

Una doppietta riuscita in campo femminile anche ad Anna Floris, che oltre al singolare (vittoria in fi-nale su Federica Di Sarra con il par-ziale di 6-4 6-2) ha trionfato pure in doppio. Anche lei, come succes-so “al maschile”, curiosamente con la finalista del singolare al proprio fianco e con lo stesso punteggio dei ragazzi: un netto 6-2 6-2, que-sta volta alle giovani Martina Mone, pure lei del Tc Cagliari, e Federica Bilardo, palermitana. Oltre ai suc-cessi e alle trasferte da preparare con destinazione Foro Italico, l’O-pen Bnl del Tc Cagliari può festeg-giare anche per i numeri fatti regi-strare. 412 gli iscritti complessivi, di cui 213 soltanto per il singolare maschile. Cifre che da sole valgo-no molto ma che acquisiscono an-cor più significato se paragonate a quelle del 2015. A conti fatti il tota-le è praticamente raddoppiato (un anno fa furono 212).

I due vincitori dell’Open Bnl del Tc Cagliari Anna Floris (a sinistra) e Matteo Fago

Rovereto: trionfanoDella Tommasina e Brianti Dal veloce parquet della Baldresca al-la terra rossa romana. L’Open di Rove-reto spalanca le porte del Foro Italico a Davide Della Tommasina e Alberta Brianti, sono loro a trionfare nella tap-pa trentina che assegnava gli ambiti pass per le pre-qualificazioni degli In-ternazionali Bnl d’Italia, in program-ma dal 2 al 15 maggio nella capitale. Della Tommasina, 25enne massese, ex grande speranza dal braccio d’oro, ha fatto suo il torneo piegando in una finale in parte inattesa l’altro 2.2 pa-tavino Francesco Borgo, 30 anni, una laurea in biologia molecolare, un’asso-ciazione sportiva di proprietà, l’Alpha Tennis di cui è anche presidente. Un tipo tosto il veneto, che aveva offerto un’impressionante dimostrazione di forza nei quarti, schiacciando un gio-catore esperto come il 2.4 bresciano Marco Pedrini, classe ’83, e una prova di grande sostanza in semifinale con

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Dai tabelloni Open agli Nc,tutti i risultati delle finaliCAGLIARI, SARDEGNAFinale Open Maschile: Matteo Fago b. Manuel Mazzella 6-1 6-3.Finale Open Femminile: Anna Floris b. Federica Di Sarra 6-4 6-2.Finale 3a Categoria Maschile: Federico Visioli b. Roberto Binaghi 6-3 6-1.Finale 3a Categoria Femminile: Ilaria Pibiri b. Alessandra Gallus 6-2 6-2.Finale 4a Categoria Maschile: Virgilio Prenza b. Fabio Lilliu 2-6 6-4 6-3.Finale 4a Categoria Femminile: Ilaria Pibiri b. Virginia Pisanu 6-3 6-1.Finale Tabellone Nc Maschile: Giuseppe Silvetti b. Marco Musu 6-4 1-6 6-4.Finale Tabellone Nc Femminilie: Marcella Dessolis b. Giuseppina Finocchiaro 6-2 6-1.

ROVERETO (TRENTO), TRENTINO ALTO ADIGEFinale Open Maschile: Davide Della Tommasina b. Francesco Borgo 5-7 6-4 1-0 rit.Finale Open Femminile: Alberta Brianti b. Agnese Zucchini 6-1 6-3.Finale 3a Categoria Maschile: Alessandro Balzan b. Tommaso Pederzolli 6-3 7-5.Finale 3a Categoria Femminile: Petra Pavesi b. Sofia Sambù 6-4 6-3.Finale 4a Categoria Maschile: Giovanni Vicentini b. Paul Baldini 7-5 6-3.Finale 4a Categoria Femminile: Linda Canteri b. Giorgia Sartori 6-4 1-6 6-2.

NICE JESI (ANCONA), MARCHEFinale Open Maschile: Stefano Galvani b. Jacopo Marchegiani 6-3 6-3.Finale Open Femminile: Alice Balducci b. Federica Di Sarra 6-3 6-4.Finale 3a Categoria Maschile: Daniele Mancinelli b. Edoardo Sorci n.d.Finale 3a Categoria Femminile: Chiara Arcangeli b. Maria Giulia Properzi 6-1 6-3.Finale 4a Categoria Maschile: Paolo Mazzarini b. Andrea Stacchiotti 6-7 6-1 6-4.Finale 4a Categoria Femminile: Letizia Corsini b. Agnese Magi Galluzzi 6-3 6-1.

il primo favorito del torneo, il rovere-tano Giacomo Oradini. Borgo è partito deciso anche in finale, ma Della Tom-masina ha avuto il merito di non ar-retrare mai e nel momento topico del match i muscoli del patavino hanno ceduto: Borgo in avvio di terzo set ha dovuto arrendersi alla sfortuna. Un ri-tiro che non sminuisce i meriti di Del-la Tommasina, capace di aggiudicarsi uno spettacolare braccio di ferro con il 2.1 Marco Speronello e di mettere sotto in semifinale Patrick Prader.In campo femminile sul velluto il successo della protagonista più atte-sa, Alberta Brianti, parmense classe 1980, numero 55 al mondo nel 2011, vincitrice di due titoli Wta e undici Itf, attualmente n. 332 Wta. Dopo es-sersi sbarazzata all’esordio della 2.3 ligure Annalisa Bona, la Brianti ha do-minato anche la semifinale contro De-borah Chiesa, quindi ha controllato con grande sicurezza in finale Agne-se Zucchini, bolognese, classe 1982, ex n. 372 Wta. Nel torneo di terza bel successo di Petra Pavesi, 14enne tren-tina che si allena con i fratelli Stop-pini a Rovereto, vittoriosa in finale sulla giovanissima 3.3 veronese Sofia Sambú, papà guineano e madre italia-na. Nel maschile affermazione del ve-neto Alessandro Balzan, in finale sul giovane Tommaso Pederzolli. (l.a.)

Alberta Brianti, vincitrice a Rovereto (Tn)

Da Jesi a Roma, passper Balducci e Galvani Sono Alice Balducci ed il veterano Stefano Galvani i vincitori della tap-pa marchigiana delle pre-qualifica-zioni degli Internazionali Bnl d’Italia, disputati nell’impianto del Nice Jesi. In campo femminile (80 partecipan-ti) ha vinto la ventinovenne Balducci, numero 482 del ranking mondiale, nata nella vicina Chiaravalle (a 20 chilometri). Per lei a tifare nel cor-so del torneo un nutrito gruppo di familiari e amici, davanti ai quali in finale ha battuto per 6-3 6-4 la lazia-le Federica Di Sarra in un match che ha visto di fronte le prime due del tabellone (entrambe qualificate per Roma). In semifinale Lucia Bronzetti e Marta Bertolaso. “Sono veramente felice - ha detto la Balducci -. E sono contenta di avere vinto e di essere tornata a giocare dove sono cresciu-ta. Confesso che nel primo incontro ho avvertito l‘emozione, poi mi sono sciolta e ho giocato bene. In finale so-no riuscita a incanalare il match se-condo le mie aspettative”. Alice Bal-ducci giocherà agli Internazionali Bnl d’Italia per la terza volta. Nella pri-ma, nel 2013, perse al primo turno delle qualificazioni contro un’allora sconosciuta Simona Halep.In campo maschile (165 iscritti) Stefano Galvani, 39 anni, maestro a Rimini ma con il braccio ancora

“caldo”, ha battuto in finale l’alessan-drino Jacopo Marchegiani (30 anni proprio il giorno dopo la finale) con un duplice 6-3 riuscendo da subito a prendere il tempo e a comandare il gioco. Entrambi, comunque, dispu-teranno le pre-quali romane. Mar-chegiani aveva fatto il colpo grosso battendo nei quarti di finale Gianluca Naso, 236 del mondo ma penalizza-to da una leggera influenza (6-1 6-4). In semifinale, poi, aveva beneficiato del forfait (mal di schiena) di Pietro Rondoni, sul 2-0 del primo set. Per la cronaca i tornei intermedi sono sta-ti vinti da Daniele Mancinelli del Ct Moie e da Chiara Arcangeli del Ct Fa-enza (3a categoria); dall’anconetano Paolo Mazzarini e dalla sangiorgese Letizia Corsini (4a categoria). (r.s.)

Jesi: Marchegiani e Galvani (a destra)

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Walter Trusendi:“Mi rimetto in gioco”Nonostante non sia più un ragazzino ha grandi stimoli: “Centrare il mio best ranking e riuscire a giocare un torneo dello Slam sono gli obiettivi”. Intanto, dal Monviso di Torino, si è qualificato per il Foro Italico

Walter Trusendi, 31 anni compiuti, punta a riprendersi il best ranking di n.299 Atp

DI SARA MONTANELLI

FOTO COSTANTINI E MILETTI

Walter Trusendi, classe 1985, grazie alla vittoria dell’Open Bnl del Monvi-so Sporting Club (Torino)

scenderà in campo a Roma per le pre-qualificazioni degli Internazionali Bnl d’Italia. Il tennista toscano, dopo un periodo lontano dai campi a causa di una squalifica che l’ha visto coinvolto l’anno scorso, ha tanta voglia di rifarsi e di dimostrare che nonostante l’età può ancora regalare grandi emozioni.

Cosa significa per te tornare a gio-care sui campi del Foro Italico?“Finora mi è capitato solo in un’occa-sione di giocare le pre-qualificazioni al Foro Italico e quella volta non è andata bene. Ora ho tanta voglia di rifarmi, di rimettermi in gioco, ho una grandissi-ma opportunità. Mi piacerebbe entrare nelle qualificazioni, o perché centrare il tabellone principale. Spero di avere gente che mi stia vicina, che creda in me anche se ormai non sono più gio-vanissimo. Io ho ancora tanta voglia di far bene e spero di riuscirci”.

Nelle pre-quali ti confronti con gio-catori molto giovani. Cos’è cambia-to, secondo te, rispetto a quando avevi la loro età?“Noto che i giovani di oggi sono mol-to più attenti all’allenamento e alla preparazione atletica, che viene cura-ta sempre meglio. I metodi si stanno evolvendo, loro hanno molte più op-portunità di far bene perché questa costante attenzione glielo permette. A livello tennistico non reputo che sia-no più bravi di noi. Credo comunque che il livello si stia alzando proprio perché c’è più allenamento fisico ed è una componente che aiuta molto i giocatori”.

E i tuoi obiettivi per il futuro?“Il primo obiettivo è sicuramente quel-lo di migliorare il best ranking di 299 al mondo e poi riuscire a giocare al-meno un torneo del Grande Slam, cosa che non sono mai riuscito a fare. Sen-to che sto giocando bene, ho la pos-sibilità per farlo, vorrei provarci fino in fondo. Dopo quello che ho passato l’anno scorso la voglia di tornare è an-cora più grande”.

Credi che il tennis sarà per sem-pre la tua vita?“È una domanda che non mi sono mai posto. Spero di sì, il tennis è la mia vi-ta. Spero in futuro di essere un bravo allenatore, credo che prenderò questa strada. Poi per carità può succedere qualsiasi cosa, mi piacerebbe finire anche l’università, non si può mai sa-pere. Però il tennis è la mia vita e io spero di rimanere in questo ambito”.

Se dovessi pensare al momento più emozionante in carriera?“Sicuramente il successo più bel-lo è stata la vittoria della Serie A1 di quest’anno, il Tennis Club Italia Forte Dei Marmi è il mio circolo, è dove sono cresciuto, faccio parte del vivaio. Poi venivo da un anno di inattività, è stato un sogno, non credevo di essere già competitivo a quei livelli. È stato il momento più emozionante, quello che mi ha dato più adrenalina in assoluto. Se do-vessi pensare a una partita singola invece direi quella contro Robredo al Challenger di Genova (persa in tre set, ndr), è stata la migliore”.

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Esportiamo qualitàI tecnici dell’I.S.F. “Roberto Lombardi” tengono spesso seminari e corsia livello mondiale: ecco come è andata al Simposio Internazionale Ptrdi Hilton Head (Usa). Il racconto di Donato Campagnoli e Antonio Daino

Da quando è nata la partner-ship tra FIT e PTR, la collabo-razione tra l’Istituto Superiore di Formazione federale e la

sezione educativa del PTR è stata molto intensa. Il Professional Tennis Registry collabora attivamente all’organizzazio-ne del Simposio Internazionale Fit di Roma e l’ISF presenzia, proprio come fa regolarmente anche altri appuntamenti internazionali come quelli targati ITF, al Simposio Internazionale PTR di Hil-ton Head Island, Stati Uniti. Quest’anno a Hilton Island si sono ri-trovati quasi 800 tecnici provenienti da 46 paesi. L’ISF era rappresentato dai docenti Donato Campagnoli (an-che PTR Professional), Antonio Daino e Luigi Bertino (anche PTR International Master). Donato Campagnoli è stato in-caricato di presentare la relazione “Mo-delli di competenza della tecnica degli spostamenti per Red, Orange e Green’’, che ha riscontrato notevole interesse dei presenti e che ha affermato ancora una volta la validità del “Sistema Italia”. Donato Campagnoli era alla sua decima presenza al Simposio Ptr, mentre Anto-nio Daino era alla sua prima volta.

Qui sopra, due dei tre rappresentanti dell’ISF Fit a Hilton Head Island, Stati Uniti: Donato Campagnoli (a sinistra) e Antonio Daino.Presente in America anche Luigi Bertino. Più a destra, la delegazione italiana: da sinistra, Roy Barth (presidente Ptr), Luciano Botti,Andy Andrews (Vice-presidente USTA), Luigi Bertino, Antonio Daino, Luigi Casale, Mattia Ceruti, Donato Campagnoli e Lorenzo Beltrame

Campagnoli: “10 anni di Simposio Ptr”“Se è vero che il Simposio internazionale di Hilton Head festeggiava con la sua edizione 2016 il quarantennale dalla fondazione del Ptr, rappresentava anche per me un traguardo importante, 10 partecipazioni. Il livello delle presentazioni del Simposio ha tenuto fede alle attese, così come i nomi dei presenti. Non solo Billy Jean King, ma anche relatori di fama mondiale come Jack Groppel o Jim Loehr, Lorenzo Beltrame e Emma Doyle, solo per citarne due cari e noti anche al pubblico italiano. Il nostro intervento, già presentato alla conferenza di Tennis Australia a Melbourne lo scorso gennaio, e opportunamente adattato alle esigenze del pubblico americano, si componeva di una breve introduzione teorica e soprattutto di una parte pratica che, sulla base della struttura di lezione FIT ha previsto la mia interazione con le atlete dell’Accademia Van der Meer. Al termine della presentazione, poi, si è verificato qualcosa che non capita tutti i giorni... Prima molte domande e grande interesse per l’argomento, poi un sacco di gente che si è riversata sul campo per conoscerci e, se possibile, per restare in contatto. Questa è una sensazione straordinaria e, anche per questo, mi sento di ringraziare il Ptr”. (Donato Campagnoli)

Daino: “La prima volta, che emozione”“Il primo fremito emotivo lo si prova entrando a Shipyard e leggendo la scritta Van Der Meer Tennis Center. L’intensità dell’emozione cresce nella cerimonia di presentazione dei vari paesi e quando la nostra rappresentativa sfila nella cosiddetta “parata delle nazioni”. Poi la serata di gala, con Billie Jean King ospite d’onore. Il momento più coinvolgente è stato il dialogo-intervista che Jim Loehr ha condotto proprio con BJK. Jim Loehr è il primo psicologo che si è occupato professionalmente negli Anni ‘80 di sviluppare una metodologia psicologica specifica e concreta da applicare al tennis. Ha una eccezionale capacità comunicativa che deriva dalla profondità del timbro di voce, dall’eloquio pacato e tranquillo, dal modo di muoversi con movenze misurate da attore consumato. Il passaggio più significativo? Quando BJK ha raccontato di come Jim fosse riuscito a trasformare paure, ansie e incertezze in opportunità di successo. Riuscire a far vedere al proprio allievo la pressione che si prova sul campo nei momenti cruciali di una partita come una grande opportunità, e non come una minaccia, è il tocco di classe. Quello che ogni preparatore mentale vorrebbe trasmettere ai propri allievi”. (Antonio Daino)

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Roma: Internazionalid’Italia per gli amatoriA giugno la prima edizione degli Internazionali d’Italia Amatoriali al Foro Italico. A due mesi dal via già oltre 600 gli iscritti al torneo del circuito SuperSlam. Prima, il 14 maggio, le finali dei Campionati Provinciali

DI MARCELLO SPORTELLI

Con il primo week-end di prima-vera i motori del movimento tennistico amatoriale Fit-Tpra da caldissimi si apprestano a

diventare roventi. Sabato 14 maggio, il giorno in cui i campioni veri si gio-cheranno un posto per la finale degli Internazionali BNL d’Italia, il Foro Itali-co aprirà le porte dello Stadio Pietran-geli, uno dei più affascinanti campi del mondo, ai finalisti dei campionati provinciali amatoriali. In più, a tutti i campioni provinciali qualificati sarà re-galato un biglietto Ground per seguire l’evento e respirare l’aria speciale degli Ibi16.

Secondo appuntamento,sempre a RomaMa non è finita qua, perché subito a seguire di questo grande evento, cioè dal 2 al 5 giugno, Roma ospiterà la prima edizione del SuperSlam Fit-Tpra “Internazionali d’Italia Amato-riali”. Il complimento più grande, per questi due grandi traguardi raggiunti, è dedicato al popolo degli appassionati

di tennis di tutta Italia che sta rispon-dendo a questa prima edizione con una adesione superiore a ogni più rosea aspettativa. Quando mancano ancora oltre due mesi dall’evento le iscrizioni alle varie gare superano già le 600 uni-tà e di questo passo chissà fin dove può schizzare il numero dei partecipanti. L’entusiasmo con il quale il popolo de-gli amatori si sta organizzando per dire “io c’ero” e per trascorrere 4 giorni di tennis e divertimento nei luoghi storici del tennis (italiano e non solo), ha spin-to gli organizzatori a un ulteriore sfor-zo al fine di dare a tutti l’opportunità di vivere questa esperienza irripetibile.

Non solo ForoE così la Federtennis sta selezionando i campi di altri importanti circoli della Capitale per poter “mettere in campo” tutti i fighter Fit-Tpra che si iscrive-ranno ancora nei prossimi due mesi. Il circolo ospitante, che sarà il fulcro di tutta la manifestazione, resterà ovvia-mente quello del Foro Italico, ma è evi-dente che saranno necessari molti più campi, compresi quelli di diversi altri

circoli romani per dar sfogo alla passio-ne di tutti e garantire lo svolgimento di tutte le partite. Partite importanti, per-ché saranno quelle che decreteranno i vincitori della Prima edizione degli In-ternazionali d’Italia Amatoriali.

Tutte le infovia mail, sul web o al telefonoA breve saranno disponibili maggiori dettagli in merito agli aspetti organizzativi, logistici ed economici per le due importanti manifestazioni amatoriali che si svolgeranno tra maggio e giugno a Roma. Sia la Fit che la dirigenza Tpra stanno lavorando alacremente per garantire il miglior supporto possibile ai giocatori che arriveranno da tutte le regioni d’Italia. Per cui non rimane che augurare un grande in bocca al lupo a tutti i protagonisti del circuito Fit-Tpra, e per coloro che volessero ulteriori informazioni e aggiornamenti, è possibile scrivere a [email protected] oppure visitare regolarmente il sito www.tpratennis.it nella sezione “Eventi e Tornei” - “New Calendario Tornei” - “Circuito Superslam Series”. Inoltre è possibile chiamare lo 06/98372277 dal lunedì al mercoledì dalle 10 alle 16.

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Il tempio della forza È fatto di tre gradini, quattro colonne e un frontone. Il giocatore che sa visualizzare al meglio questo schema, e sa interiorizzare i suoi principi, ha un grande vantaggio. E basta partire da 4 lettere: M.E.C.A., ovvero...

DI ANTONIO DAINO, I.S.F. R. LOMBARDI

FOTO GETTY IMAGES

La forza mentale è la capacità di utilizzare bene le proprie risorse psicologiche per la gestione dell’allenamento e

della gara. Per rendere più facile l’in-teriorizzazione del concetto di forza mentale bisogna chiedere al giocato-re di visualizzare un tempio (nella figura in alto al centro). Che abbia alla base tre gradini sui quali a loro volta poggiano quattro colonne e un frontone. Incominciando dall’alto, ovvero dal frontone, si può leggere la scritta: “La forza mentale nel tennis”, che rappresenta il costrutto che si deve sviluppare e che deve crescere nella mente del tennista con la stessa modalità con cui si allena un musco-lo in palestra. Per lo stesso motivo, cioè per farlo diventare più forte.

I gradinie le colonneAbbiamo detto che il tempio è ap-poggiato su tre gradini. Sul primo gradino c’è scritto: “se un giocatore conosce se stesso può vincere”; sul secondo: “se conosce se stesso e il suo avversario ha il doppio delle possibilità di vincere”; sul terzo: “se conosce solo l’avversario, perderà”. Queste tre affermazioni possono sembrare eccessivamente catego-riche, ma andremo ad analizzarle passo passo nel corso della nostra attività e la situazione diventerà più chiara e comprensibile. Proseguen-do nella descrizione del tempio, le colonne che sorreggono il frontone rappresentano i quattro fattori por-tanti della forza mentale nel tennis. E sono la motivazione, l’emozione, la concentrazione e l’autoconvinzione (M.E.C.A.).

Bisogna essere prontiL’immagine del tempio della Forza Mentale deve suscitare nella mente

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dello spettatore, quindi del giocato-re, un ricordo che parte da lontano e che ha bisogno di un progetto, co-sì come di impegno e applicazione sistematica. Parlando dell’aspet-to mentale, nella mente di un ten-nista spesso ci sono cose non ben definite, a volte così confuse che il giocatore stesso non riesce a verba-lizzare e spiegare che cosa accada dentro la sua testa. Spesso anche i migliori giocatori si comportano in modo “istintivo” senza una reale e consapevole competenza della pro-pria forza mentale. Così come dei loro eventuali punti deboli, sui quali lavorare per migliorare. È in queste situazioni che emerge la differenza tra chi si affida al caso e chi ha pre-parato, lavorato e sviluppato dentro di sé le risorse per gestire la sua par-te emotiva e mentale nelle situazio-ni competitivamente più difficili.

Conoscersiè fondamentaleIl punto dal quale partire è la scrit-ta “Conosci te stesso”, vale a dire quella alla base del tempio. È la scritta che vale sia per i migliori del mondo sia per i giocatori che si contendono il titolo del torneo sociale del proprio club. Il gioca-tore di club non può servire a oltre 200 km/h o tirare un vincente lun-golinea a 150 km/h, non può avere la mobilità di Djokovic o il servi-zio di Raonic, eppure può gestire le sue risorse mentali esattamente come se fosse uno dei primi gioca-tori del mondo. Ma lo può fare solo se si conosce e allena questa parte del suo gioco. Il giocatore dunque deve provare a rivedere nella sua mente che cosa è rimasto: se l’im-magine del tempio e i suoi compo-nenti sono chiari e nitidi, vuol dire che questi ha posto la prima pietra sulla quale costruire la sua forza mentale. E il suo tennis ne trarrà grande giovamento.

Le 4 colonnedel Tempio? Ricorda M.E.C.A.Da una indagine condotta tra i primi 100 giocatori e giocatrici al mondo si evince che i più vincenti si caratterizzano per: 1. un altissimo livello di Motivazione;2. la capacità di gestire la pressione e la conseguente Emozione;3. l’abilità di focalizzare la Concentrazione;4. L’Autoconvinzione di saper regolare il proprio stato di attivazione ottimale.Sono esattamente i quattro elementi delle colonne del tempio di cui abbiamo parlato (foto in alto alla pagina). Motivazione, emozione, concentrazione e autoconvinzione... abbreviandole in un acronimo, per ricordarle: semplicemente M.E.C.A.

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Scopri la potenzase guardi... il profiloQuasi 30 anni fa l’ideazione della Kuebler Resonanz 50, racchettaiper-rigida con profilo a spessore maggiorato (e variabile) che cambiòi parametri della spinta. L’evoluzione di oggi è figlia di quell’intuizione

DI RAFFAELLO BARBALONGA

A ripensarci, il 1987 è un an-no strano. Gli U2 pubblicano “The Joshua Three”, Bernar-do Bertolucci ci consegna

“L’Ultimo Imperatore” e Sigfried Küe-bler la racchetta che segna l’inizio di una nuova generazione, la “Resonanz 50”. Il mondo del tennis, malgrado le innovazioni continue, rimase attonito e incredulo. Stava accadendo davvero una rivoluzione.Con l’avvento della graphite, nei primi Anni ‘80, si era generato una sorta di timore per l’eccesso di rigidità dei telai. In buona sostanza le racchette elasti-che venivano destinate ai principianti e quelle rigide agli agonisti. Il brac-cio, abituato al legno, percepiva come particolarmente traumatico l’impatto attraverso un telaio in fibra sintetica, e solo agli agonisti, ai giocatori fisica-mente allenati, ne era consigliato l’uso. Per questo motivo, in oltre un decen-nio, la graphite venne abbondantemen-

te mixata con fibra di vetro, o al massi-mo aramide.Negli Anni ‘80, una racchetta come He-ad Prestige veniva definita molto rigi-da. Ancora oggi quando parliamo con veterani che masticano tennis da diver-si decenni, rimaniamo confusi quando ci confermano questa asserzione. Ep-pure da un certo punto di vista è vero. In un mercato pullulante di telai come “Dunlop Max 200G” o “Rossignol F200”, che registrano valori anche inferiori ai 30 RA, la “Prestige” o la “Pro Staff” di-ventavano monolitiche raffigurazioni di rigidità. L’uomo che riformulò le teo-rie, ponendo nuovo ordine e regole fu appunto Sigfried Küebler.

Küebler brevetta l’ideaE Wilson gliela compraIl progetto di “Resonanz” venne alla lu-ce dopo una gestazione piuttosto com-plessa ma fin dall’inizio apparve come assoluto e inconfutabile. “La frequenza di risonanza è il tempo che serve ad un telaio flesso dopo un impatto, per

riallinearsi. Prima della mia “Resonanz 50”, i telai erano ancora flessi quando la palla lasciava il piatto-corde. La mia racchetta è così rigida che la sua fre-quenza di risonanza è quasi la stessa

Cinquetelaiflessibili

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YonexVCore Tour

TecnifibreT-Fight 315

Pro KennexQ Tour

HeadPrestigePro

WilsonBlade 98

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del tempo di impatto tra palla e corde. Meno energia è persa in flessione; più ottieni potenza’’. In sintesi: + rigidità = + potenza e + ampiezza di sweetspot.Erano le basi del tennis contempora-neo. Un tennis che anche attraverso nuovi talenti come Andre Agassi, por-tava alla luce la rapidità e la fisicità. In occasione del Mias di Milano e dell’Ispo di Monaco di Baviera, nel settembre 1987, Wilson aveva già risolto tutte le questioni legate al brevetto “Resonanz” e come era avvenuto per Lacoste e “T-2000” nel 1968, si era accaparrata i di-ritti di un geniale inventore. Il nuovo telaio Wilson prese il nome di “Profile” e si candidò come progenitore di tutta la saga delle cosiddette Widebodies, rac-chette dallo spessore (o profilo) molto consistente.L’aumento della rigidità venne cor-roborato dalla sinergia tra profili al-largati e materiali tecnologicamente davvero innovativi: il Silicon Carbide, il Boron, l’Aramide (Kevlar e Twaron), la Graphite HM, il Titanio, ma anche le soluzioni meno conosciute come il Noryl, il Nicalon, il Dyneema, il Technora, le Torayca, l’FRP, il Vectran... Vennero impiegati senza esitazioni, in una vera frenesia di sperimentazione commercializzata. I risultati furono racchette ancora più rigide e ancora più potenti. Nel 1989 Yamaha, utiliz-zando su un telaio a spessore profila-to continuo solo graphite alto modulo, realizzò un progetto clamoroso che prese il nome di “Proto”. In occidente vennero commercializzate racchette come le “Secret” e la capostipite, la fa-mosa “04”, che raggiungeva una rigidi-tà impensabile: oltre 80 RA.

Head Extreme, Babolat PureDrive: le rigide degli agonistiIl periodo delle racchette ultraprofilate però fu relativamente breve. I top play-er infatti non incentivarono la consue-tudine e tranne rari casi, come quello della nostra Raffaella Reggi, ritornaro-no ben presto a profili più contenuti. Il motivo era l’eccesso di potenza e la scarsa sensibilità che questi telai gene-ravano. Eppure i giocatori di club conti-nuarono - e continuano ancora oggi - a trarre vantaggio da questi concetti. Le racchette odierne non presentano gli stessi esagerati profili, ma struttural-mente possiedono una uguale, se non maggiore, rigidità. Oggi si lavora meno sulla forma e maggiormente sul mate-riale, ma l’idea di base è la stessa: più rigidità = più facilità di spinta.Una racchetta estremamente rigida quindi, oggi la vediamo in mano a prin-cipianti o a veterani, cioè a chi non dovrebbe supportare un impatto trau-matico. L’opposto degli Anni ‘80. Come mai? I sistemi antivibranti, atti a incen-tivare il comfort, sono molto meglio in-tegrati nei telai e le nuove generazioni di corde svolgono una funzione decisi-va nella dissipazione dell’impatto.Aziende come Babolat ci hanno abitua-to a vedere telai particolarmente rigidi. “Pure Drive”, che spesso mette d’accor-do diverse categorie di giocatori, ed è uno dei prodotti più venduti al mondo, supera i 70 RA. Head ha prodotto “Ex-treme” per andare incontro alle esigen-ze di un Top 10 come Ivan Ljubicic, ma ora, declinato nelle più disparate ver-sioni, questo telaio lo vediamo sempre più spesso in mano anche a principian-ti e veterani che possono così sfruttar-

ne la rigidità per trarre maggiore “lun-ghezza di palla”.Wilson nel catalogo 2016 presenta “Ul-tra XP” (Extreme Power) che sfrutta alti livelli di rigidità (73 RA) per generare potenza, Gamma con “RZR 100T” toc-ca i 75 RA di flex, ma in genere tutte le nuove generazioni di telai si attestano su valori pressocché simili e comunque superiori ai 70 RA. Poche quindi ormai le racchette “morbide” presenti sul mercato, e quasi tutte derivate dal miti-co stampo “H22”. Insomma, se parago-nate alle auto, le racchette si possono dividere tra comodi e ingombranti SUV, che sfruttano la potenza per tirarci fuo-ri dai guai, e fuoriserie assettate che ci fanno sentire al massimo la guida, il cosiddetto “handling”, ma che ci tra-smettono anche la più piccola buca sul terreno. A voi scegliere, ma ricordatevi che affrontando le curve al massimo della velocità, senza un’adeguata pre-parazione, è facile uscire di strada.

La YamahaSecret 04,

rigidità 80 RA

Cinquetelairigidi

GammaRZR 100

VoelklSuper G

BabolatPure Drive

HeadExtreme

WilsonUltra XP

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Chiamata in anticipo:se la prendo al volo?Un caso molto specifico ma curioso (e realmente accaduto): la secondadi servizio colpisce il nastro, la palla sta per andare fuori, il giudicedi linea chiama l’out e il ribattitore la blocca. Tutto prima del rimbalzo...

La situazioneThomas sta giocando una partita di singolare contro Federico. I due si affrontano in una partita con la pre-senza dell’arbitro di sedia e anche dei giudici di linea.

Che cosa succede?Durante un secondo servizio di Tho-mas, la palla tocca il nastro della rete prima di impennarsi dando l’impres-sione che stia chiaramente andando fuori. A causa di questa impressione il giudice di linea, di istinto, senza che la palla sia ancora rimbalzata, chiama la palla “out”. A quel punto Federico, che si trova in risposta, un po’ stupito pren-de la palla al volo con la sua racchetta.

Molte situazioni particolariInnanzitutto va detto che non si trat-ta di un’eventualità “di scuola”, ma stiamo parlando di un caso realmen-te verificatosi in un torneo Futures internazionale. Come si rileva, qui intervengono tante situazioni par-ticolari: il giudice di linea che chia-ma una palla che non è ancora rim-balzata e lo fa chiamandola fuori, il giocatore avversario che prende al volo una palla a seguito di un servi-zio, e come se non bastasse la palla che lungo il suo tragitto ha toccato il net. Come sappiamo, se a segui-to di un servizio il ribattitore viene toccato dalla palla, oppure la prenda intenzionalmente al volo senza che

questa abbia prima effettuato il rim-balzo a terra, questi perderà sempre il punto (anche perché la palla viene considerata come rimbalzata nel giu-sto campo e quindi buona).

Come si procede?Il nostro caso specifico però è diver-so. Sul servizio la palla ha toccato il net, e quindi di fatto viene “limitata” qualunque conseguenza con riferi-mento al singolo servizio, che ricor-diamo era una seconda di servizio. Così in questo caso specifico l’azione da parte del ricevitore di prendere al volo la pallina avrà rilievo solamente per quel servizio: ecco perché consi-derando in questo caso la palla buo-na perché presa al volo, l’effetto sarà unicamente quello di rigiocare il se-condo servizio, e non comporterà la perdita del punto. Se non fosse stato toccato il net su servizio, il ricevitore avrebbe perso il punto. Nel caso in cui, ancora, senza toccare il net sul servizio fosse inter-venuta la chiamata del giudice di linea e, in seguito alla chiamata, il ricevito-re avesse bloccato la palla al volo... si sarebbe dovuto far rigiocare il punto intero, perché si sarebbe considerata la chiamata del giudice di linea come un “disturbo esterno”.

Inviateci via maille vostre domandeI nostri esperti risolvono i vostri dubbi. Come? Semplicissimo: scriveteci all’indi-rizzo di posta [email protected] spiegateci i vostri dubbi - o le vostre cu-riosità - di natura regolamentare. Sotto-porremo i vostri messaggi ai nostri esperti del settore arbitrale della Fit e vi rispon-deremo sulle pagine di questa rubrica nu-mero per numero.

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