Cristianesimo Interiore - l'arte di vivere

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    Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiavedella conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevanoentrare voi lavete impedito.

    Lc. 11,52

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    PRESENTAZIONE

    Essendo, come il testo chiarir, ormai maturo luomo per ac-cogliere determinati insegnamenti, dato che le risposte chele attuali scienza e religione gli sanno dare non gli bastanopi, assistiamo alla nascita di un ....mercato (inteso in sensopositivo, ma anche negativo) che si affretta a riempire ilvuoto che quella insoddisfazione provoca. In realt, la reli-gione non pu pi avere lautorit che le sempre apparte-nuta, perch luomo vuole oggi conoscere anzich obbedire,e la scienza che si attarda sempre pi nel particolare non sarispondere allansia di infinito che sgorga dallanimo umano.Sorgono allora innumerevoli pratiche ed associazioni spiri-tuali, fra le quali ben difficile discriminare quelle che inten-dono il suddetto mercato nel senso positivo o in senso nega-tivo. Vorremmo per riuscire a porre lattenzione sopra unaconsiderazione: i due termini associazione e spiritualesono in realt antitetici. Per associazione dobbiamo intende-re infatti una struttura ben definita, con regole e procedurestabilite, una cosa cio che ha una forma; ma la forma non altro che lombra dello spirito, non pu mai essere lo spiri-to. Il quale quella forza che produce la forma e la disinte-gra, che la abita e che la dirige, ma che altro da essa.Lideafa nascere la forma, ma non pu identificarsi con es-sa. Qualora lo si facesse, lidea degenererebbe: lo scopo di-verrebbe quello di salvaguardare la forma, a prescindere eanche a scapito dellidea. sempre rischioso perci creare una associazione spirituale;

    lo si visto in tutte quelle finora note: quando lanimatore, ilfondatore non c pi, il loro destino sembra essere la cri-stallizzazione nella forma. Ci si accapiglia per conservare lospirito originario, senza accorgersi che facendo diventare leidee del fondatore come pietre inamovibili si ottiene esatta-

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    mente lopposto. Manca lo spirito che animava quelle idee;resta solo unidea, che priva dello spirito comincia a diventa-re ideologia, cio cosa morta.Come facciamo allora noi a discriminare, a intravedere sedietro ad un insegnamento, ad un pensiero, vi o non vi lavita, lo spirito che cerchiamo?Dobbiamo, per riuscire in questo intento, fare una distinzio-ne preliminare. Di solito, di fronte ad un testo (specialmentein simili argomenti) non discriminiamo fra due termini che,invece, andrebbero separatamente considerati: la fonte, lautorit.Se veramente lo spirito che ci anima quello di conoscere,non possiamo non ricorrere ad una fonte di insegnamento.Essa pu essere, come detto, la scienza o la religione, oppu-re qualcosa che le superi e integri, qualora esse non ci sianosufficienti. Comunque, sarebbe inevitabile una fonte esternaa noi alla quale dare ascolto. Non possibile evitare questo:lunica cosa ammettere che in questa fase necessariauna certa fede, ma non cieca. Si presta fede, in attesa dipoter verificare la verit di quanto comunicatoci. Questo pe-r lo potremo fare quando, grazie allinsegnamento ricevuto,avremo raggiunto un livello di conoscenza e coscienza supe-riori a quelle attuali. In altri termini, la fede cos intesa unostrumento per riuscire, domani, a farne a meno. Come diceS. Paolo: tre cose durano attualmente: la fede, la speranzae lamore; ma la sola che durer in eterno lamore.Lerrore che comunemente si commette, infatti, quello diabbinare alla fonte lautorit, unautorit che deve essereperci degna di fede. Un tale atteggiamento, in realt, si tra-sforma in un pregiudizio, che non pu che chiuderci la viaverso strade di possibile arricchimento. Lanelito che sentia-mo verso la conoscenza o verso la devozione viene dalla no-

    stra interiorit; da qui che siamo in grado di stabilire la ve-rit di quanto ci si propone: soltanto lassetato pu stabilirequanto una bevanda stata in grado di dissetarlo. Facciamodunque decidere a lui! Solo a lui possiamo legittimamente ri-conoscere lautorit per farlo.

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    Lautorit a cui fare appello, dunque, non potr trovarsi chedentro ciascuno di noi, e il giudizio si baser sulla capacitdegli insegnamenti contenuti in quello che leggeremo di ap-pagare la nostra sete, e di avviarci verso una autonoma viaspirituale. Li riconoscerete dai loro frutti!Riguardo alla fonte, necessaria qualche precisazione. Il te-sto che segue si vuole considerare Cristianesimo Interio-re; cosa intendiamo con questa definizione? Certamente innessun modo attinente ad associazioni o chiese portanti lostesso nome. Il termine Cristianesimo ha per noi il valore diunidea, di un archetipo, al quale nel corso dellevoluzioneumana hanno fatto riferimento (magari chiamandolo connomi diversi) quegli Spiriti che vedevano una ben definitanecessit nelluomo: quella di superare tutte le divisioni in-terne ed esterne attraverso lAmore, grazie allazione delSalvatore Cristo Ges in collaborazione con lazione coscien-te dello Spirito delluomo, tese al raggiungimento della paceinteriore e della fratellanza universale.Tutto questo rappresenta il Cristianesimo Esoterico nella suaaccezione pi pura ed elevata, e sono gli insegnamenti diquei grandi Spiriti a rappresentare la fonte (sicuramente ri-dimensionata da quanto lautore riuscito a capire deglistessi) del testo che segue.Da parte sua, lautore una persona anche troppo normale,che ha il solo merito di avere studiato quelle fonti, di avervitrovato linsegnamento cui anelava, e di sentire perci comesuo dovere il cercare di comunicarlo anche ad altri, che aspi-rano alla stessa ricerca. Questo testo, perci, non vuole es-sere un libro iniziatico, e non promette nessun particolarepotere a chi lo legger. Chi fosse attirato in maniera premi-nente dal cosiddetto fascino del mistero, probabilmente a-vrebbe sbagliato testo, dato che qui ci proponiamo di cercaredi risolvere i misteri, e non di alimentarli.

    E a chi cercasse qualche esperienza straordinaria da un al-trettanto straordinario maestro, sarebbe da chiedergli: cosacambia, per te, se chi ti parla possiede o meno doti partico-lari? Dovresti comunque credergli sulla fiducia, sottoporlocontinuamente a prove, e a te non verrebbe niente in pi.

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    Non questo limportante; limportante sta solo in ci che safar nascere, con le sue parole, in te. Se ti sa dissetare.Daltra parte, altre interpretazioni degli insegnamenti cristia-ni sostengono che la salvezza dipende esclusivamentedallazione divina, e che luomo ne solo il destinatario, manon un attore. Se cos fosse, non servirebbero insegnamenti,ma semmai ammaestramenti tesi solo a farci accettarequanto altrove gi deciso. No, noi rifiutiamo questa posizio-ne: luomo fa ora parte delle Gerarchie Creatrici, con la re-sponsabilit che ne consegue.C solo una cosa da fare: mettersi allopera. Chi prendequesta decisione, ha gi iniziato il suo cammino spirituale.

    A questo punto, ahim, un altro problema pu sorgere, quel-lo del vagabondaggio spirituale. difficile dire al ricercatore che per avanzare nella sua ricer-ca deve fermarsi. Lo si pu fare forse usando unimmagine.Chi vuole indagare spesso salta di ramo in ramo, passandoda una scuola o unassociazione o un maestro o insegnantead un altro; in questo modo, per, non approfondisce mainulla, e lunico risultato che otterr, sar quello di sentire i-dee le pi diverse, ma nessuna lo toccher mai davvero oltrelentusiasmo iniziale. Si pu dirgli che oltre alla dimensioneda lui perseguita: quella orizzontale che spazia superfi-cialmente, esiste anche quella verticale da lui trascurata.Come un albero deve prima affondare le proprie radici ne l-la terra, cos anche il ricercatore deve approfondire la suaricerca fermandosi ad una scuola da lui scelta, dopo che isuoi insegnamenti ne hanno ispirato lintuizione. Una voltasaldo nelle radici, allora come lalbero potr protendere ipropri rami anche lungo la direzione orizzontale. Sapr alloracomprendere e valutare le differenze fra le varie scuole.

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    INTRODUZIONE

    Iniziamo dal titolo. Con Cristianesimo Interiore intendiamolesperienza e lo studio dellaspetto pi autenticamente spiri-tuale ed esoterico del Cristianesimo. Le ricerche esteriori diordine storico-culturale sono da rispettare sinceramente, marischiano di credere e far credere di rappresentarne tutto ilpossibile messaggio. Quando, entrando in una pinacoteca,ammiriamo i capolavori della pittura, se ascoltiamo un criticodarte o sfogliamo una rivista del settore, troviamo ci che lacultura, la didattica ci dice: i mezzi che il pittore ha usato,legati alla sua scuola, al suo stile, alla sua epoca, ecc. Limi-tandoci a questo, per, non realizziamo che escludiamo lacosa pi importante, la sola che probabilmente interessavaallartista: il messaggioche tramite la sua opera voleva co-municarci; egli ha semplicemente usato gli strumenti che lasua scuola e la sua epoca gli consentivano, ma lo scopo eraquello di comunicare qualcosa, ed questo laspetto princi-pale, che va colto. Sono stati versati fiumi di inchiostro sullavita e le opere del fondatore del Cristianesimo; ma Egli nonci ha lasciato una sola parola scritta. Ci siamo mai chiesti ilperch? La buona novellanon qualcosa da studiare sui li-bri, ma da vivere dentro noi stessi, che viene dal di fuori, odal di l, dello spazio e del tempo; il Cristo scesonella sto-ria, ma per aiutarci a usciredalla storia. Il Cristianesimo e-steriore rappresenta soltanto la veste con cui quel messag-gio si mostrato; la veste avrebbe anche potuto essere leg-germente o totalmente diversa: il messaggio sarebbe co-

    munque sempre stato identico. questo Messaggio e questoatteggiamento, che illuminano il cammino che stiamo intra-prendendo.

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    Dire che dovremmo evolutivamente giungere ad essere Dei(come ci esorta a fare S. Paolo), non presunzione, masemmai renderci responsabilidi quello che ci aspetta. Non presunzione, ma responsabilit. presunzione pretenderedi avere come diritto di nascitala capacit di essere liberi e,in nome di questa libert, di poter pensare, parlare, deside-rare ed agire come si vuole senza interessarci di come cipossa influenzare il mondo circostante. Dobbiamo invecesapere chi siamo, e che ogni nostro pensiero produce uneffetto di cui ci rendiamo responsabili e di cui sopporteremole conseguenze. Per questo non considerarlo non porta allalibert, ma alla schiavit. La libert deve essere conquistata:non un diritto acquisito alla nascita. Libert significa re-sponsabilit, e non il contrario.La responsabilit quindi deve guidarci nello stabilire quali so-no le motivazioni che ci spingono verso questo studio ed es-sa ci dice che dobbiamo farlo essenzialmente per motivi al-truistici e di rispetto delle libert altrui. Tutto ci che nonrientra in queste due motivazioni, si trasforma in azione cheva in direzione opposta a quella della nostra evoluzione eche quindi col tempo ci far retrocedere anzich progredire.

    Luomo ha due vie per avanzare lungo questo progresso. Inogni uomo albergano due anime, per cos dire:a) una anela ad alzarsi e a contemplareil cielo e lopera di-vina; sente il bisogno di regole ed autorit (Maestri) da se-guire fedelmente e che le indichino la via. Invidia chi purinchiudersi in un eremo e condurre una vita di purezza, soli-tudine e preghiera, senza dare importanza alla vita fisica.Sente ci che bene e ci che male, e questo tuttoquanto di cui ha bisogno per decidere come agire. Rappre-senta la fase discendente della curva evolutiva, quando nonavendo ancora sviluppato pienamente lautocoscienza, il de-

    siderio era di tornare alla Fonte da cui si proveniva, per pro-vare ancora lannullamento di se stessi nella sua onniscien-za. Essa guarda quindi allalba della sua nascita, allOriente,ed rappresentata biblicamente da Abele e da suo fratelloSet. Essa spinta dalla FEDE.

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    b) laltra si affanna, con spirito di iniziativa, a lavorarepermigliorare la vita terrena. insofferente a qualsiasi imposi-zione esterna, e pretende di scegliere da sola la via da se-guire e le decisioni da prendere. Detesta qualsiasi atteggia-mento pio, che giudica esteriore se non ipocrita, non essen-do in grado di comprenderlo. Lunica cosa di cui si fida ilproprio ragionamento, e tutto ci che non spiegabile scien-tificamente o logicamente per lei solo superstizione. Rap-presenta la difficile fase di risalita della curva evolutiva, dovegrazie allesperienza fisica luomo ha conquistato lauto-coscienza. Essa guarda avanti, verso il futuro, allOccidente,ed rappresentata biblicamente da Caino, figlio di Eva e Lu-cifero, e perci semidivino e creatore. Essa non spinta chedalla RAGIONE.

    Forse possibile ottenere lapprovazione di entrambe, ren-dendosi conto che la responsabilit di aspirare ad essereDei rappresenta la volont di Dio, e che la via verso l'inte-riorit non porta all'individualismo, ma pu farsi canale perl'universale.La scienza odierna preferisce non risolvere il problema dellacausa prima dei fenomeni, e ipotizza soluzioni improbabili,seppure sottilmente argute, sulla contemporaneit degli e-venti, ad esempio tra psiche e soma, oppure tra moto stella-re e avvenimenti terrestri. Forse cos soddisfa il suo bisognodi auto ingannarsi, ma certamente non ricerca la verit. Eli-minare la causa per concentrarsi solo sugli effetti non potrfar conoscere lintera realt; come non pu farlo il confonde-re entrambi.Il Cristianesimo Interiore si prefigge di fondere queste dueanime, equilibrandole. Rappresenta tuttavia la filosofia eso-terica occidentale e come tale si dirige particolarmente a co-loro che per credere hanno bisogno di capire. Ecco il motivo

    di queste pagine: le spiegazioni perci non sono fondate sul-la fede, ma sulla logica.La scienza moderna (di indole occidentale) avanza per mez-zo del cosiddetto modello sperimentale, caratterizzato dallaobiettivite dalla ripetitivitdei vari esperimenti, tesi a di-

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    mostrare lattendibilit, secondo il suo punto di vista, dellevarie teorie. Ma con questo sistema raramente nascono leteorie stesse: anzi, le pi importanti sono certamente dovutead intuizioni che non sono caratterizzate da nientaltro chedallopposto sia di obiettivit che di ripetitivit.Gli insegnamenti del Cristianesimo Interiore non sono basatisu teorie, ma sulla esperienzadi chi ce li trasmette. Resta ilproblema di poterle accettare da parte di chi ha bisogno dicapire per credere. Esse perci non chiedono fede cieca, masi appellano alla ragione e allintuizione, e danno una spiega-zione logica e razionale del mondo e delluomo, che superatutte le teorie finora formulate. Il ricercatore che si rendeconto, daltra parte, della contraddizione sopra richiamatainsita nella scienza stessa, comprender come non ci vuolemeno fede a seguire il metodo chiamato scientifico, di quellanecessaria ad accettare provvisoriamente le spiegazioni eso-teriche in quanto intellettualmente soddisfacenti, e coglierlein attesa di poterle gradatamente egli stesso sperimentare,vivendole (il che rappresenta la vera conoscenza).

    Lo studio che intraprendiamo devessere inteso in manieratale da non renderci orgogliosi di quello che impariamo, maanzi sempre pi umili, man mano che proseguiremo. E que-sto non tanto perch pi conosciamo pi ci rendiamo contodi quanto ancora non conosciamo, ci sarebbe ancora unaforma di conoscenza fine a se stessa; ma perch questaforma di conoscenza risveglia in noi quellaltra forma, chenon appartiene pi alla mente, ma al cuore che di regolaviene zittito dalla mente, il quale ancora allalba del suo ri-sveglio e si sente partecipe del tutto.Come dice San Paolo: La conoscenza gonfia, ma lamore e-difica.

    Cominceremo cos il nostro cammino sul sentiero.

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    Parte IUOMO FERMATI, E CONOSCI TE STESSO!

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    AVVERTENZA: Nella lettura del testo si troveranno ricorreredue termini, sui quali vale la pena spendere una precisazio-ne. Il primo : esotericoe il secondo occulto. Nel loro si-gnificato letterale, "esoterico" e "occulto" significano rispetti-vamente "riservato ad una cerchia interna", in qualche modoelitaria, e "nascosto". Applicati ai nostri argomenti hannosempre significato un insegnamento da non divulgare, cosache potrebbe mostrarsi incoerente quando questi faccianoparte di un libro, che va per sua natura divulgato. nostraintenzione usare questi termini unicamente per mostrarnel'origine, appartenendo a materie a suo tempo riservate enascoste, ma che oggi devono essere divulgate in quantonon sono pi valide le motivazioni per le quali erano tenutenascoste.

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    LINVISIBILE

    1. La vita.

    Limpresa ora quella di parlare della vita, mistero sondatoma incompreso anzi, incomprensibile - dalla scienza mo-derna, e per farlo dobbiamo rivolgerci ai mondi invisibili. Alloscopo di evitare per quanto possibile fraintendimenti, e nelcontempo rendere quanto esposto accessibile a tutti,lintenzione quindi di parlare della composizione invisibile,la cosiddetta costituzione occulta, delluomo, partendodallinizio.Voler rendere comprensibile a tutti quanto riportato, oltre acostituire un dovere di carattere etico per chiunque vogliacomunicare qualcosa, non rappresenta una presunzione o undesiderio ....di cassetta (che non esiste), ma unesigenza le-gata al tipo di messaggio. Purtroppo non tutti, attualmente,sono propensi a convertire il modo consueto di condurre lapropria esistenza secondo la coerenza (non lobbligo o la co-ercizione) richiesta da quanto verr qui detto. Chi lo rap-presenta il vero tesoro su cui vogliamo investire, e questonon dipende dalle diversit esteriori, e meno che mai dallaricchezza o cultura. Ecco che quindi questo lui o questa lei,chiunque sia, deve essere in grado di comprendere dettomessaggio, per farlo proprio. Chi sta scrivendo queste pagi-ne ha fatto altrettanto, non potendo nel modo pi assolutoattribuirsene la paternit.Raramente il ricercatore interiore una persona che si avvi-

    cina per la prima volta a questi studi: di solito egli deve con-tinuare un lavoro interrotto nelle sue esistenze precedenti.Per poter far questo, per, egli deve tenere ben aperta lamente, per vagliare, soppesare, scegliere; ma nel contempodeve anche saper ascoltare il suo cuore, quando gli dicesse

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    che una via la viaritrovata. Deve saper tenere aperte en-trambe le porte della conoscenza: quella della ragione (men-te), legata alla presente esistenza, e quella dellintuizione(cuore), pi in contatto con la parte sommersa della nostracoscienza, in modo che non alzino steccati fra di loro, ma alcontrario che si integrino a vicenda. Ed di capitale impor-tanza non farsi condizionare dalleducazione o dalle consue-tudini, nemiche non tanto della verit, quanto soprattuttodello sviluppo dellemancipazione interiore. Latteggiamentodel ricercatore perci dovrebbe essere il pi possibile liberoda qualsiasi pregiudizio: dovrebbe essere cio spregiudicatocome lo sono i bambini (ai quali appartiene il Regno dei Cie-li).

    Cosa significa partire dallinizio? Significa partire da ci chegi sappiamo per esperienza diretta, e allargare mano a ma-no il nostro orizzonte, con luso della ragione, fino a com-prendere aspetti via via sempre pi profondi ed esaurienti.Per noi occidentali, infatti, di capitale importanza capirequello che ci viene detto, usando la ragione e lesperienza.La civilt occidentale odierna, stata lunica in tutta la storiadellumanit che ha cercato di eliminare ad un livello chepossiamo definire di massa laspetto spirituale-divino dallaconcezione della vita, e questo perch la nostra consapevo-lezza strettamente legata alla materia. nato qui, infatti, il Materialismo. di esperienza comunedire: io credo solo a ci che vedo!

    Figlia di questo atteggiamento sempre stata la scienzamoderna, la quale grazie a questo modo di procedere haraggiunto vette di sviluppo altrimenti impensabili. Ma proprioquesto sviluppo arrivato al limite in cui tale atteggiamentomentale non pu pi essere sostenuto. Ora la scienza psi-

    cologica stessa che chiama chi crede solo a ci che vede unrealista ingenuo! Perch si resa conto che la percezione un fattointerioree che ci che percepiamo non la realtesterna, bens una sorta di elaborazione interiore di impulsiche dallesterno ci giungono. In altre parole, ha spostato il

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    confine fra loggettivo ed il soggettivo. Come pure lascienza fisica, laddove ci si sta rendendo conto chelobiettivit dellesperimento non pi cos certa comeappariva esserlo una volta, dato che non pi trascurabilelinterazione fra lesperimento stesso e lo sperimentatore o lostrumento che sta usando.Certi campi di ricerca della fisica e della psicologia hannoraggiunto livelli di esperienza e di uso di energie tanto sottilida avvicinarsi (per chi li conosce) agli insegnamenti del Cri-stianesimo Interiore intorno allesistenza dei cosiddetti pianiinvisibili.Tutto ci, per, non significa affatto che sia scontata la finedel materialismo e il riavvicinarsi della Scienza alla Religio-ne; si rischia invece un nuovo tipo dimaterialismo,perchnon ci si rende ancora bene conto che queste energie nonsono un prodotto del corpoo della materia, ma semmaiesattamente il contrario.SUPERARE LA MATERIA, CIO, NON SIGNIFICA SUPERAREIL MATERIALISMO COME FILOSOFIA DI VITA, LA QUALECONTINUA A REGNARE ANCORA.

    Nelle filosofie antiche, daltro canto, la concezione del mondorisultava rovesciata rispetto a quella che noi abbiamo ora. Ed plausibile dedurne che quando queste filosofie nacqueroanche la consapevolezza del mondo fosse rovesciata nellacoscienza delluomo antico rispetto a quella di noi moderni.La dottrina indiana antica, infatti, chiama quella che noi de-finiamo realt(derivandola dal termine latino Res = cosa;perci quanto di pi tangibile ci sia) col termine di Maya,che significa illusione.Vediamo perci esistere due correnti di pensiero:In Oriente illusione la materia,In Occidente illusione tutto ci che materia non .

    I nostri insegnamenti, peraltro, rappresentano la scuola oc-cidentale per eccellenza. Per questo motivo essi si presenta-no sotto forma razionale e dialettica (non potrebbe farsi co-munque diversamente), tendendo a soddisfare il nostro tipo

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    di mentalit e consapevolezza. La Chiesa esteriore dice: Lafede un dono; e chi non possiede questo dono, chiediamonoi? A loro, che poi sono i pi caratteristici della nostra cul-tura, vengono dati questi insegnamenti. Il fatto di puntareesclusivamente sulla fede proietta l'uomo fuori di s, nell'og-getto della fede, dove egli non pu trovare Dio, che rag-giungibile solo da dentro, ma nient'altro che un idolo.Quale delle due precedenti correnti di pensiero corretta?Noi diciamo che entrambe non sono totalmente vere, ma cheentrambehannoun fondo di verit.

    * * *

    Quando ci accingiamo ad approfondire la conoscenza delmondo, delluomo e delluniverso, ci imbattiamo subito in unmistero, la cui soluzione ci porta a quelle diverse concezionidi cui si parlava pi sopra: questo mistero la vita.Infatti, mentre per loccidentale materialista la vita non al-tro che un prodotto del corpo (o della materia), perlorientale spiritualista essa la matrice, lenergia, che formala materia, preesistente ad essa.Prima di tutto, sembra importante chiarire i concetti di forzaed energia, perch se vero, da un lato, che essi sono intui-tivamente subito comprensibili, anche vero che il loro esat-tosignificato riguarda oggi ci che la scienza fisica vuole e-sprimere quando li usa come termini.In fisica, la forza calcolata dalla seguente formula:

    F = m a ,

    cio la forza concepita come la causa di una qualsiasi va-riazione di velocit (a) della materia (m) di un corpo.Che cosa ci dice in realt la sua formula? Essa ci fa capire

    come trovandoci davanti ad un fenomeno, il suo aspetto pernoi pi evidente, cio la variazione di moto, nasconde qual-cosa che non possiamo vedere, ma che la vera causa delfenomeno stesso: una forza, senza la quale il fenomeno nonesisterebbe. La vera conoscenza della materia visibile non

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    pu prescindere dalla sua connessione con lo spirito invisibi-le.La causa, allora, non in quello che si muove, ma in qual-cosaltro che agisce in o su di esso, causandone il movimen-to. Questo vale sia per la natura cosiddetta inerte, che perquella animata. La differenza sta nel fatto che questa forzaagisce dallesternonella natura inanimata, mentre quella a-nimata possiede in squesta capacit; vedremo come que-sto sia dovuto ad un diverso grado di evoluzione.Pu sembrare un paradosso, ma siamo in grado di capiremeglio la vitase osserviamo ....la morte. difficile infattidiscriminare fra ci che vive e ci che non vive limitandociad un esame esteriore, o basandoci su certi comportamenti(reattivit - crescita - movimento, ecc.), perch possonospesso appartenere sia agli uni che agli altri fenomeni.Siamo per certi che, di fronte a qualcosa che muore, pos-siamo affermare che prima era vivente.

    Cosa avviene dunque alla morte? Noi vediamo che appenauna forma vivente muore, inizia un processo, pi o menolungo ma inesorabile, che chiamiamodecomposizione.Se guardiamo spregiudicatamente a questo processo, nonpossiamo non ammettere che esso la conseguenza di unaforza che inizia ad agire quando unaltra forza (la vita) cessala sua azione. E pi precisamente esso il risultato di forzedi tipo terrestre, inerenti la materia, che possono agire sol-tanto quando altre forze ....se ne sono andate. Infatti il risul-tato della decomposizione lomologazione della materia cheprima appariva distinta e separata, a tutta quellaltra mate-ria formante la terra.In altre parole, una forza che si opponeva a quella terrestre,teneva in un certo modo insieme uncorpo,che risultava di-stinto dal resto del mondo unicamente grazie a questa forza,

    dato che quando lazione di questa cessata, la forza terre-stre lo ha distrutto. chiaro perci che la forza che formavail corpo una forza che si oppone a quella terrestre, unaforza che non strettamente fisica, dato che pu vince-re la materia.

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    Il secondo principio della termodinamica dimostra come nellamateria dell'universo aumenti sempre pi, col trascorrere deltempo, l'entropia, cio il disordine, lomologazione. Consta-tiamo invece che la materia animata come tale procede nelverso opposto. Ora abbiamo visto come l'energia che orga-nizza la materia vitalizzandola non appartiene al piano fisicoordinario, la cui energia agisce soltanto quando quella nonopera pi, provocando allora la decomposizione, ossia l'azio-ne che aumenta l'entropia.Questa forza antagonista dellentropia, capace di creare or-dine, in occultismo viene detta Eterea.Qualsiasi corpo perci vivente se pervaso da questa so-stanza super-fisica (non chimica), detta Eterea. Ci puspiegare una moltitudine di fenomenologie, come ad esem-pio la pranoterapia, lagopuntura (meridiani), la dinamizza-zione dei preparati omeopatici, ecc., e in genere tutte le co-siddette terapie energetiche che spesso la scienza materiale,non potendole comprendere e misurare con i propri stru-menti, nega (anche se dovrebbe andarlo a dire allammalatoche ne ha invece sperimentato il successo!).Come agisce quindi questa forza vitalequando allinternodi un corpo materiale? Essa si esprime lungo linee di forzadefinite, facendolo crescere, permettendo la riproduzione elalimentazione (assimilazione ed eliminazione dei cibi). Unavolta che lenergia vitale comincia ad organizzare la materia,la sua tendenza si esprime attraverso la ripetizionecontinuadella forza prodotta, senza variazioni o interruzioni, fintanto-ch dura linflusso energetico.

    Secondo gli insegnamenti esoterici ogni organismo vivente tale in quanto oltre a possedere un corpo fisico, possiedeanche un corpo vitale(formato di etere) che il campo diquelle forze che afferrano e organizzano la materiaper for-

    mare quel corpo fisico che noi ordinariamente osserviamo.Useremo spesso questo termine: corpo; esso il campodazionedi sostanza/energia il cui centro appartiene a chi simanifesta attraverso di esso, e lo usa, per cui pu anche es-sere chiamato veicolo.

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    Vi una grande confusione al giorno doggi e una grandediscussione intorno al concetto di morte, dovuta al fattoche non si sa distinguere fra il corpo, la forma, e il vitale. Daitempi pi remoti la morte sempre stata identificata con ilmomento dellarresto cardiaco, ma da quando la medicinatecnologica moderna riesce, tramite la circolazione extracor-porea, a mantenere artificialmente la circolazione attiva, si deciso di identificare la morte con la morte cerebrale irrever-sibile. Ci provoca moltissime conseguenze negative dalpunto di vista spirituale, poich si instaura cos sialaccanimento terapeutico quando lo spirito volesse andar-sene, sia, dal lato opposto, lespianto degli organi vitali,cuore compreso mentre lo spirito abita ancora quel corpo.Una soluzione al problema pu darla solo una scienza spiri-tuale, la quale distingue fra:limpossibilit delle attivit (coscienza, consapevolezza) dellavita di manifestarsi in un corpo, e ci avviene con la mortecerebrale;labbandono del corpo da parte della vita, e ci avviene conlarresto del cuore.Prova di ci il fatto che la decomposizione non ha luogodopo la morte cerebrale, ma solo dopo che il cuore ha cessa-to di battere. Sono perci le leggi della natura stesse a ga-rantirsi, per prime, che nulla si compia contro la vita.

    Il corpo vitale, o semplicemente il vitale, stato fotografato,per mezzo della nota camera Kirlian, e pesato. Infatti, espe-rimenti effettuati sul letto di morte hanno dimostrato chenellattimo del trapasso il peso scende improvvisamente diuna certa quantit, che nelluomo si aggira sui 21 grammi.Esperimenti successivi hanno chiarito che ad ogni specie a-nimale corrisponde un proprio peso specifico. Questi risultatiscientifici purtroppo non vengono spesso ripetuti, e nemme-

    no divulgati, e viene il sospetto che ci sia dovuto ad un cer-to imbarazzo interpretativo.Il vitale ha stretta attinenza con il Sole e la sua energia:allequatore, infatti, le specie viventi sono pi floride ed ab-bondanti, contrariamente a quanto avviene, invece, ai poli.

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    Diciamo allora, e per il momento ci basti, che esso appartie-ne alla sfera Solare.Lesistenza di una forza di questo tipo, per, se pu spiegarela vita come energia ed espressione, non detto che sia suf-ficiente a spiegare anche altri fenomeni, che i nostri inse-gnamenti distinguono da essa. Infatti, la vita esiste dal re-gno vegetale in su: piante, animali e uomini, ma gli ultimidue hanno qualcosa in pi che li distingue dalle piante.Esotericamente, il regno vegetale considerato privo di co-scienza, o meglio ha un tipo di coscienza molto ottusa, defi-nita sonno.Come spiegare allora la coscienza oltre alla vita?

    2. La coscienza.

    Come per capire la vita siamo partiti da una situazione chene era priva (la morte), per cercare di approfondire la cono-scenza della coscienza1immaginiamo di trovarci in uno statodi assenza di questa, in uno stato cio di torpore.E immagi-niamo di essere, in questo stato, immersi totalmente in unliquido (fingiamo di non avere problemi di respirazione) chesia esattamente della stessa temperatura del nostro corpo.In una situazione del genere, certamente non ci sveglie-remmo dal nostro torpore, ma rimarremmo immersi, direibeatamente, in esso. Se invece per un cambiamento dellatemperatura, non importa ora stabilire se interna od esternaa noi stessi, si instaurasse una differenza, allora comince-remmo a sentire(il caldo o il freddo), nascerebbe cio unasensazione, e cominceremmo a provare il piacere ed il dolo-re, con il conseguente impulso a muoverci nella direzionedel piacere, perch pi propizia alla nostra esistenza, spinticio dallinteresse che ci fa scegliere fra due situazioni anta-

    goniste.

    1Col termine "coscienza" qui si intende il suo significato psicologicodi capacit di esperienza.

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    In questo esempio avremmo sperimentato una ulteriore for-za che, opponendosi a quella eterea che fluisce incessan-temente e senza soluzione di continuit, ci permette di svi-luppare la nostra coscienzasu questo piano fisico.

    Questaltra forza, diversa, perch pu opporvisi, dalla forzavitale, viene detta in occultismo forza astraleed presentenegli animali e nell'uomo. Si passa cos da una fase univoca(sfera solare a crescita continua) ad una fase alterna (sfe-ra Lunare: lotta fra diversit). vero perci che la nostracoscienza il prodotto della lotta fra il nostro vitale elastrale (o, come viene detto, corpo emozionale). Mentreil vitale si rinforza ed agisce con continuit, cio con la ripe-tizione, lemozionale si rinforza e manifesta con lalternanzadi situazioni antagoniste.Questa caratteristica di alternanza propria di tutto quello che lunare (ciclico), la troviamo anche nellinterno del corpoemozionale stesso, il quale composto da due tipi fonda-mentali di correnti: lacorrente centripetache governa le passioni(il bas-so), corrente distruttiva; la corrente centrifuga che governa le aspirazioni(lelevato), corrente costruttiva che irradia.

    La forza astrale, quindi, arresta lo sviluppo fisico indotto dal-le forze eteriche, indurendo la materia organica che va pla-smicamente organizzandosi.

    3. La consapevolezza.

    Abbiamo fin qui scoperto che luomo un essere pi com-plesso di quanto non si pensi comunemente. Esso dotato

    infatti di vari corpi, o campi di forze diverse: oltre del corpofisico che possiamo vedere, anche di un corpo vitale e di uncorpo emozionale invisibili alla nostra percezione ordinaria,ma della cui azione possiamo vedere gli effetti sul piano fisi-co.

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    Poniamoci ora una ulteriore domanda: che rapporti abbiamonoi con questi corpi? Come li riferiamo a noi stessi? Noi di-ciamo il miocorpo, il miocorpo fisico, o vitale, ecc. e-sattamente allo stesso modo con cui diciamo: la miaauto-mobile, o la mia casa, le quali sono riconosciute senzadubbio come estranee ed esterne a noi. Cosa pu significarequesto? Significa che intuitivamente noi sappiamo benissimoche i suddetti corpi non rappresentano la nostra vera e piprofonda entit (o essenza), ma sono soltanto un qualcosache le appartiene.Altrimenti, se ci identificassimo perfet-tamente con il nostro corpo, non diremmo il mio corpo, masemplicemente, riferendoci ad esso, io.Quando diciamo io, allora, evidentemente intendiamoqualcosa daltro, che non concerne i corpi sopra riportati.Luso di un io con questultimo significato sarebbe in realtsintomo di un malessere, sarebbe cio, letteralmente, alie-nante.Ma cosa intendiamo, allora, dicendo io?Intendiamo proprio la nostra essenza, nella quale possiamopienamente identificarci, che non quei corpi, ma che chia-miamo lo spirito, al quale perci quei corpi appartengono,del quale sono veicoli di esperienza. Solo lo spirito ingrado di concepire lio.Questi veicoli rappresentano la parte transitoria e peritu-ra, mentre quella che noi definiamo io rappresenta la portaverso la parte permanente ed eterna. Ricordiamo che lanostra innataaspettativa di non morire!Il principio che inconsciamente intendiamo dicendo io, ilprincipio della mente, la quale rappresenta proprio la portaattraverso cui lo spirito entra in possesso dei suoi cor-pi o veicoli, esprimendosi nel mondo fisico attraversoessi.Ci fra laltro ci d una prima spiegazione del motivo

    per cui noi chiamiamo interiore questo insegnamento: esso legato, sia pure riflesso, come vedremo, alla nostra parteeterna, allo spirito. Che l'io non appartenga alla sfera fisica dimostrato dal fatto che dal punto di vista neuro scientificonon esiste una sede ad esso preposta nel cervello: l'io si tro-

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    va altrove. Chi consideri il cervello come l'essenza della per-sona, si troverebbe nella stessa situazione del primitivo che,davanti ad un apparecchio radio, crede che le persone chesente parare si trovino al suo interno.C un momento nella crescita del bambino in cui questo iosi attiva. In quel momento (quando il bambino comincia a di-re io, oltre che no!) la coscienza dellindividuodiventaindividuale, cio comprende pienamente la differenza fra se il resto del mondo, ci che caratterizza la coscienza o-biettiva di veglia, definita anche consapevolezza2.Infatti il corpo emozionale ci d solo un abbozzo di co-scienza, che pi interiorizzata, ad immagini, o di sogno,mentre proprio la mente a darci la cosiddetta coscienza diveglia.In realt, il sonno non esattamente descritto comeperditadi coscienza. Non esiste alcuna perdita di coscienza, n con ilsonno, n con la morte, n con qualsiasi altro mezzo: unavolta divenuta consapevole la coscienza non pu pi andareperduta. Ci che viene a mancare il ricordo delle espe-rienze vissute in piani diversi da quello fisico-chimico carat-terizzato dallo spazio-tempo come lo conosciamo, perch lanostra ragione (come chiariremo meglio pi avanti) vi esi-liata, e noi in stato di veglia abbiamo accesso soltanto al de-posito dei ricordi di quanto ha sperimentato labbinamentofra ragione e veglia (che si potrebbe definire attenzione),detto memoria consapevole.Cionondimeno, esiste una memoria inconsapevoleche re-gistra tutto, compreso ci che sfuggito alla nostra atten-zione; solo se riusciamo in qualche modo ad innalzare lamente oltre il piano fisico-chimico potremo avere accesso aquestaltra memoria. Noi siamo talmente abituati a dovercisforzare per riuscire a ricordare le cose che appena superanola dose che ci serve per la sopravvivenza quotidiana, che

    siamo convinti che non possa essere che cos. Gli insegna-menti esoterici dicono che questo imputabile alla nostra

    2"Consapevolezza" deve essere intesa come capacit individuale di"sapere di essere".

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    limitata consapevolezza: esiste una memoria che non dimen-tica nulla, ma registra, naturalmente, sia pure ancora incon-sapevolmente, tutto.Siamo ora in grado di aggiungere anche la menteai veicolidescritti in precedenza, costruendo il seguente schema:

    Personalit: MENTE PensieroCORPO EMOZIONALE ImpulsoCORPO VITALE EnergiaVitaCORPO FISICO Forma

    Questi rappresentano la personalit, ossia la parte periturache ci compone. importante notare che ogni veicolo condiziona e adatta ase stesso anche gli altri; per questo il corpo fisico delluomo diverso da quello degli altri regni della natura (eretto).I processi mentali, come detto, sono interiori;mentre ilcer-vello solo il supporto fisico che permette loro di esprimersinel mondo esterno.Se seguiamo senza alcun tipo di supervisionei suggerimentiistintivi, che non provengono dall'"io", ne consegue un gua-sto, una decadenza nel fisico (e anche nella mente), a ripro-va del fatto che i veicoli o corpi sono fatti come strumentidello spirito, e solo cos essi adempiono alla loro correttafunzione, rimanendo quindi sani.

    Possiamo perci concludere quanto detto fin qui affermandoche nella dimensione solo fisica non c' vita, ma questa na-sce con l'inserimento della dimensione eterica nella fisica(Sole); nella dimensione eterica non c' coscienza, ma que-sta nasce con l'inserimento della dimensione astrale in quellafisico-eterica (Luna); nella dimensione astrale non c' con-sapevolezza, ma questa nasce con l'inserimento della dimen-sione mentale in quella fisico-eterico-astrale (Terra). Ci va-le per l'uomo e la sua evoluzione.

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    4. La percezione.

    Ricapitolando, l'interazione fra lemozionale e il vitaledelluomo produce la coscienza, che messa a fuoco sulmondo esterno dalla mente, ottenendone la consapevolezza.La consapevolezza pu svilupparsi perch la coscienza unadote insita nello spirito; se cos non fosse, dalla lotta fra vi-tale ed astrale avremo solo un prevalere di una delle dueforze, e conseguenti spinte in una direzione anzich inunaltra, ma senza alcuna iniziativa o implicazione interiore.Luomo pertanto sta sperimentando una duplice espressionedi coscienza, le cui componenti attualmente egli non sa inte-grare. Da un lato egli contiene in s loriginaria coscienzaspirituale, che si sforza di dirigerne lesistenza secondo leleggi che le sono proprie, che sono quelle dellarmonia co-smica, attinte dove essa esiste con le sue leggi, superiori allelimitazioni dello spazio e del tempo; dallaltro sviluppa du-rante lesistenza fisica la dote dellauto-coscienza edellemancipazione dagli aiuti esterni. A scapito, per, comesar pi chiaro quando affronteremo levoluzione delluomo,della coscienza originaria.

    Entrambe queste forme sono tuttavia presenti, in diversamisura, nella sua interiorit, e sono riscontrabili anche aduna semplice osservazione, purch si sappia dove dirigerelattenzione.Ricorriamo ad un esempio per provare a dare conto di ci.Per non correre alcun tipo di rischio restiamo sul sicuro, fe-deli alla consegna di cominciare ....dallinizio; parleremodunque della cosiddetta realt. Cosa pi tangibile, pi sicu-ro, della realt? Ciascuno di noi vede le cose che lo circon-dano, ed sicuro quindi che esse esistono, che rappresenta-

    no qualcosa su cui fare affidamento. Qualsiasi argomenta-zione basata su di esse pu a buon diritto essere descrittacome dotata di solide basi.

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    Esemplifichiamo dunque questa realt attraverso una situa-zione di rapporto fra soggetto osservatore e oggetto osser-vato, nel seguente modo:

    dove i due dischetti disegnati rappresentano rispettivamenteil soggetto e loggetto. Essi sono separati fra loro, cos comela realtche osserviamo separata da noi. Non vogliamo in-fatti fare confusione: la realt tutto ci che ci circonda.Facciamo a questo punto alcune considerazioni, osservandola figura. Chiediamoci: come avviene questa percezione checi permette di conoscere detta realt? Noi siamo in grado divedere gli oggetti (facciamo il caso della vista, ma quello chediremo potr tranquillamente estendersi a qualsiasi forma dipercezione) perch i raggi luminosi li mettono in comunica-zione con i nostri occhi. La retta della figura potrebbe quindiraffigurare i raggi luminosi che uniscono la superficiedelloggetto osservato con la retina del soggetto osservatore.Quando noi vogliamo descrivere la realt che ci circonda, pe-r, normalmente omettiamo lesistenza di questo qualcosache ci unisce ad essa. Pu sembrare paradossale, ma da uncerto punto di vista questo qualcosa potrebbe invece assur-gere ad unimportanza maggiore rispetto alloggetto stessoche osservo: se non ci fosse la luce che mi mette in comuni-cazione con esso, infatti, per me non esisterebbe n essa, nloggetto. Anche quando osservo le stelle, cos belle ma coslontane, non considero che i miei occhi sono in contattoconle stesse, attraverso i raggi luminosi che hanno toccato (mi-gliaia di anni fa) la loro superficie, e che ora mi mettono in

    comunicazione con esse, toccando i miei occhi.Usualmente pertanto non rendo consapevole lesistenza delmezzo che mi permette di vedere, e ci rappresenta un pri-mo elemento di dubbio circa quello che fino a pochi istanti faconsideravo una base tanto solida da fare da discriminante

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    per una spiegazione capace di rappresentare fedelmente larealt. La distanza delle stelle, inoltre, fa s che il luogo dovele vedo ora sia ingannevole, perch nel frattempo (le mi-gliaia di anni) esse si sono naturalmente spostate: altro ele-mento di infedelt.Se adesso ci chiediamo perch i raggi luminosi che colpisco-no locchio permettono di vedere gli oggetti, ci verranno im-mediatamente in mente le spiegazioni che, fin dalle elemen-tari, abbiamo compreso benissimo: la luce che mi mette incomunicazione con gli oggetti colpisce la retina dellocchio, sitrasforma in un impulso elettrico che, attraverso il nervo ot-tico, va a sua volta a colpire la parte di corteccia cerebralepreposta alla vista. In questo modovedo gli oggetti. Restapur sempre da spiegare perch una corrente elettrica si tra-sformain immagini.Se abbiamo ben capito, fuori di noi esistono raggi luminosi,che in verit creano una realt senza soluzione di continuit,nel senso che la separazione fra noi e ci che ci circonda dovuto unicamente al fatto che ignoro gli stessi, e che quan-do giungono al cervello vedosoltanto che cosa li ha generatio riflessi.

    Devo a questo punto dubitare ancora di una cosa: oltre alfatto di non vedere quello che c (i raggi luminosi), quelloche vedo, c? Le immagini infatti nascono nel cervello, enon sono che una elaborazione di questultimo a seguito diimpulsi di tipo elettrico. Se ci fosse un qualche punto debolein questa catena percettiva(oggetto - raggi luminosi - occhio- nervo ottico - corteccia cerebrale) la percezione potrebberisentirne, come nel caso del cieco. Facciamo lesempio deicolori: fin da piccolo, una certa frequenza dello spettro lumi-noso che viene elaborata dal mio cervello dandomi una de-terminata sensazione visiva, mi stato insegnato di chia-

    marla, ad esempio, giallo. Poniamo che unaltra persona ela-bori in forma leggermente diversa quello stesso segnale elet-trico: essa vedrebbe in modo diverso da me, probabilmentevedrebbe un altro colore, ma lo chiamerebbe comunque co-me le stato insegnato di chiamarlo: giallo. Vedremmo di-

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    versamente, ma senza saperlo; anzi essendo convinti delcontrario. Solo se fosse possibile entrarenellaltro ce ne ac-corgeremmo.La percezione, infatti, interiore, e le immagini (allo stessomodo dei suoni, ecc.) nascono dentro di noi a rappresenta-zionedella realt; ma non dobbiamo confonderle con essa!Fra le tante dimostrazioni possibili, ricordiamo ancora quantoavviene se osserviamo la proiezione di una pellicola cinema-tografica: le immagini, staccate e a scatti (i singoli foto-grammi), diventano per losservatore un movimento fluido econtinuo. Ebbene, questa non pu essere altrimenti definitase non illusione ottica.Esiste un limite alla capacit percetti-va, noto alla scienza psicofisica, che per in qualche modonoi integriamo, non restandovi succubi, per interpretare larealt.Ci sta a significare che c qualcosa dentro di noi che ci faentrare in contatto con la realt, al di sopra o nonostante ilimiti dei sensi. E questo ci permette di sollevarci un pochinoil morale: dopo aver imparato a dubitare di questi ultimi, co-sa che ci aveva messo in apprensione ....levandoci la terrada sotto i piedi, venire a conoscenza che siamo invece ingrado di percepire tanto sottilmente da rispondere a segnaliche sfuggono persino ai sensi pi efficienti, superando inqualche modo i loro limiti funzionali, non pu che farci torna-re la sicurezza in noi stessi. Ma ci toglie comunque lultimoresiduo di fiducia che avevamo nei sensi medesimi.Ci deve essere pertanto qualcosa dentro di noi che li supera,garantendoci un contatto con la realt molto pi fedele e si-curo, nonostante comunemente ne ignoriamo le dinamiche.Perch le ignoriamo? Lassunto iniziale che abbiamo poi, nelcorso dellesposizione, demolito, era quello di considerare larealt altra cosa rispetto a noi, cio ponendola fuori di noistessi, dicendo che ci circonda.

    Dobbiamo, allora, a questo punto apportare alcune modifi-che alla figura iniziale, nella quale vediamo chiaramentequanto percepiamo in ogni momento di veglia: un soggetto eun oggetto separati da spazio e da tempo. la percezionedovuta ai sensi, cio alla consapevolezza ottenuta dalla men-

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    te inserita nella materia, che noi definiamo percezione me-diatadai sensi. Il suo prodotto la mente speculativa logi-co-razionale tipica delluomo moderno, che pone lio alcentro, e in contrapposizione, rispetto a tutto il resto delmondo circostante. Luomo che vuole toccare per credere (i-gnorando che in ci sta lillusione).

    Per avere accesso ad una diversa forma di conoscenza, ca-pace di non essere condizionata dalle limitazioni sensoriali,riportiamo qui sotto la stessa figura, visualizzando ora peranche lo spazio-tempo che intendiamo superare; cio, pernoi, il foglio in cui sono disegnati i dischetti, come vedessimoil tutto in prospettiva:

    Superare la dimensione ordinaria su cui si basa la nostrapercezione sensoriale, significa trovare uno spazio diversoche metta in comunicazione il soggetto con loggetto. Co-struiamo dunque questo spazio extra-foglio:

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    La forma torica (che attraversa il foglio da sopra a sotto)rappresenta quindi per noi questa diversa possibilit di co-municazione fra i due. Osservandola attentamente, ci ren-diamo conto che soggetto ed oggetto (i due dischetti) quinon sono entit separate, ma perdono in qualche modo la lo-ro distinzione e si trasformano in sezioni del toro formate u-nicamente dallintersezione con il foglio, ispirandoci la dedu-zione che in quellaltro spazionon esiste separativit fra diessi, e che questa dovuta, nel nostro spazio, soltanto ai li-miti dei sensi con cui percepiamo nello spazio/tempo ordina-rio. Quando, cio, osserviamo dallo spazio/tempo fenomeniche questo nostro sguardo, in un certo senso, deforma.

    Possiamo a questo punto dire con San Paolo: "Ora conoscoin modo imperfetto, ma allora conoscer perfettamente, co-me anch'io sono conosciuto": non ci sar pi differenza fraconoscere ed essere conosciuto; sar un'unica azione.Questaltra percezione, libera dai sensi, la definiamo im-mediata, cio diretta, non mediata dagli stessi. Essa produ-ce la mente analogico-intuitiva delluomo, spesso ostacolatadalla ragione, che gli permetterebbe di superare la consuetacomunicazionecon il mondo esterno, per entrare pi inti-mamente in comunionecon lo stesso.

    Lampliamento della memoria consapevole elo sviluppo dellapercezione im-mediata, si potranno avere solo con lo svilup-po del cuore3 al fianco di quello della mente, permettendoalluomo di far fiorire le sue reali potenzialit.

    3Questo aspetto verr meglio chiarito pi avanti.

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    Che luomo non sia unentit solo terrestre pu mostrarsi an-che considerando come, ancora rispetto al sonno, egli nonpossa generalmente restare sveglio per pi di 84 ore conse-cutive: egli deve, in altre parole, trasferirsiper rigenerare lecomponenti della sua personalit negli altri piani, dato che lalotta fra il vitale e lemozionale distrugge il fisico, che soltan-to cos si pu rinforzare. Al risveglio solo lesistenza di unamemoria ancora inconsapevole non permette il ricordo diquesti viaggi extra-terrestri.

    5. Lindividualit e la personalit.

    Abbiamo dunque visto che oltre al piano fisico che tutti co-nosciamo, esistono altri piani di esistenza non visibili, mache svolgono la loro azione fin gi al piano fisico.Completiamo quindi cos lo schema che abbiamo iniziato:

    MENTE Piano Mentale Uomo VegliaC. EMOZIONALE Piano Astrale Animali SognoCORPO VITALE Piano Etereo Vegetali SonnoCORPO FISICO Piano Chimico Minerali Morte

    Non possiamo per conoscere appieno luomo se lo conside-riamo solo nei suoi veicoli (n tantomeno solo nel suo corpofisico). di moda ai nostri tempi parlare di uomo totale,ma dobbiamo stare attenti a cosa intendiamo: pu intendersisemplicemente lestensione della sua conoscenza al pianoetereo, o a quello astrale, o pi raramente anche a quellomentale, ma tutto ci parziale e fuorviante, se non lo con-sideriamo nel suo fondamentale rapporto col mondo dellospirito, che quello delle cause, mentre gli altri rappre-sentano soltanto il mondo degli effetti.

    infatti lo spirito che si riflette nei piani di manifesta-zione,usando per il proprio sviluppo i veicoli della personali-t. Vogliamo ancora una volta tornare al nostro schema, ag-giungendovi la tripartizione dellEntit Spirituale cos come

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    viene insegnata nelle scuole esoteriche. In realt, lo Spirito indivisibile; questo viene fatto per motivi didattici:

    Individualit(parte imperitu-ra):

    SPIRITO della VOLONTSPIRITO d. SAGGEZZASPIRITO dellATTIVIT

    Personalit(parte peritura):

    MENTECORPO EMOZIONALECORPO VITALECORPO FISICO

    Possiamo dire adesso che, sia pure in modo molto schemati-co ed elementare, abbiamo unidea comunque completadelluomo totale, nei suoi due aspetti, della personalit, lioe dellindividualit, il S o essenza spirituale.Ci sono alcune persone che non riescono ad accettare unaconcezione spirituale delluomo, n lidea della rinascita, ciola distinzione fra personalit ed individualit, e questo so-prattutto per un malinteso timore di perdita della propria i-dentit. Che idea hanno queste persone dellidentit? Diuna unione psico-fisica, sempre identica a se stessa, che ca-

    ratterizzerebbe la consapevolezza che abbiamo di noi stessi.Se esaminiamo per un attimo questa idea, per, troviamosubito qualcosa che dovrebbe farci riflettere: le cellule delnostro corpo hanno una vita molto limitata; le uniche chedurano sono quelle cerebrali, ma allinterno di ogni cellula, alivello atomico, al massimo ogni sette anni la materia si rin-nova, viene sostituita da altra. Quindi non pu essere la ma-teria, neppure quella che forma il cervello, a fare da baseper quella supposta unit. Inoltre, anche un esame esterioresul comportamento umano ci indica quanta grande differen-za ci sia fra un bambino e un adulto, o un anziano: vera-mente, nelladulto o nellanziano non esiste praticamente pinulla della mentalit, delle idee del bambino. A volte la reci-proca incomprensione, se non intolleranza, enorme, tantoda farci chiedere: ma quelladulto mai stato, a suo tempo,anche lui un bambino?

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    Dunque, n a livello fisico, n a livello psichico riscontriamoquella identit che nellidea dell'unica esistenza si vorrebbesalvaguardare. Se ci fermiamo a questi livelli, se tutto si ri-ducesse ad essi, allora s che dovremmo dubitare di poteravere una vera consapevolezza di noi stessi, come unit eidentit individuali; quindi vero il contrario: soltanto conuna concezione spirituale della vita possiamo capire perchnoi ci sentiamo sempre lo stesso individuo. Altrimenti sareb-be come considerare che una scala a pioli fosse compostasoltanto dai gradini, e ci dimenticassimo dei corrimano late-rali che quelli unisce e sostiene: cosa sarebbero i primi senzaquesti ultimi? La scala non potrebbe esistere, non sarebbecertamente una scala! Allo stesso modo, luomo un indivi-duo proprio perch non composto unicamente dai corpi cheuniti formano la sua personalit, che sono perituri e soggettia mutamenti continui, ma perch dietro ad essi esiste unqualcosa che li unisce, anzi che li produce per il proprio a-vanzamento, e questo qualcosa, eterno, imperituro, per-tanto ci che possiamo e dobbiamo considerare il vero uo-mo. Questo qualcosa lo spirito, e in esso noi concepiamolauto-coscienza, essendo la coscienza una sua caratteristica.

    La prima dote dello spirito in effetti l'Essenza. L'uomo pudire "Io sono" e avere il senso di identit perch nella suanatura pi profonda pu collegarsi con l'Essenza Universale,che la natura divina dalla quale - all'atto della Creazione -discendono la Coscienza e la Vita. per questo che l'univer-so non un semplice meccanismo composto di sezioni cheinteragiscono fra loro: tutte le singole componenti cos comeci appaiono sono dovute alla nostra soggettiva percezione.L'universo, in ultima analisi, oggettivo, ma la sola oggetti-vit che realmente esiste quella di Dio; oggettivit che simanifesta negli esseri soggettivamente. Come leggiamo: "In

    Dio siamo, ci muoviamo e abbiamo la nostra essenza".

    Secondo la psicologia accademica, il centro dell'individuo l'"io", la parte auto-cosciente o consapevole, posto tra dueparti inconsce: l'"es" da un lato, sede degli istinti e degli im-

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    pulsi vitali, e il "super-io" dall'altro, sede dei condizionamentiquali deposito delle regole morali che mirano a controllaregliimpulsi dell'es. In questo senso il super-io diventa quel de-posito dei divieti, dei "Non fare" propri dei Comandamentidelle religioni, che incontreremo pi avanti in questo lavoro.Non il super-io, quindi, ci interessa, ma l'azione di quello chechiameremo il "S", in quanto espressione dello spiritonell'uomo. Il comportamento di un animale in una determi-nata situazione pu essere preso come esempio del compor-tamento della sua specie, da cui il termine corretto per defi-nirlo : "esemplare". Lo stesso non si pu dire per l'uomo:ogni singolo forma una specie a s, e il comportamento chesegue dipende solo da lui. la personalit che agisce, madobbiamo tenere conto che essa dura una sola vita (dal lati-no "persona" = maschera, cio apparenza esteriore), mentreil vero uomo lo spirito, che interiore e perci: "individua-le", come il termine "individuo" suggerisce essere unico e in-divisibile. Per sintetizzare.- "es" = istinto = esemplare animale;- "io" = ragione = uomo come persona;- "S" = intuizione (lo "Spirito di Verit" di cui parla l'evan-gelista Giovanni) = uomo come individuo, di cui la persona il riflesso. Ricordiamo e sottoscriviamo la seguente frase diAlbert Einstein: "La mente intuitiva un dono sacro, la men-te razionale un fedele servo ... Noi abbiamo creato una so-ciet che onora il servo e ha dimenticato il dono".

    La scienza spirituale ha questa visione diversa, e pone alcentro la coscienza in quanto dote dello spirito che man ma-no si deve sviluppare nell'individuo accrescendone la consa-pevolezza, che viene acquisita grazie all'esperienza. Le rego-lein questo modo non sono provenienti dall'esterno in quan-to convenzioni da rispettare e far rispettare, ma rappresen-

    tano quella parte di legge cosmica che viene via via interio-rizzata: la consapevolezza che si avvicina cos alla conquistadella Coscienza Cosmica.In questo processo l'uomo risente del fatto che la propriaconsapevolezza stata ottenuta, come si visto, per mezzo

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    della distinzione fra se stesso e il resto del mondo, facendosimezzo della percezione mediata; egli dovr capire che accre-scere davvero la propria coscienza non dovr significare im-porla agli altri, ma dirigersi verso l'unit di comunione checaratterizza la vera coscienza cosmica spirituale.

    Non dobbiamo tuttavia cadere nel trabocchetto di confonde-re la coscienzacon l'intellettualismo. L'intellettualismo unadegenerazione, un'involuzione del pensiero speculativo, checontinua a girare sempre attorno a se stesso ponendosi con-tinuamente domande, alle quali non chiede risposte se nonin apparenza. Se, per disgrazia, si imbattesse in una, subitola seppellirebbe sotto altre domande. il pensiero mediatoche confonde se stesso col processo nel quale decaduto,impedendo il lavoro di trasmutazione. la luce riflessa cheripudia la propria origine radiante, perdendo cos la sua realeintrinseca identit.

    Quanto fin qui detto tuttavia, per quanto possa sembrarecomplesso, non ancora tutto, manca ancora un aspetto daapprofondire: dobbiamo avere unidea dinamica di tuttoquesto. Luomo, infatti, come tutto ci che esiste nellUni-verso, un essere in evoluzione.Anche restando solo al suo corpo fisico, alcuni organi untempo svolgevano un compito diverso dallattuale, e uno di-verso ancora svolgeranno in futuro.Lepfisi, ad esempio, ghiandola endocrina situata nella testa,nellantichit dellevoluzione umana era un organo di perce-zione. Ora quasi dormiente. In futuro, essa rappresentaproprio quello che dobbiamo sviluppare a livello fisico percomprovare a noi stessi quanto qui stiamo ancora soltantoleggendo e dialetticamente apprendendo.Infatti i nostri insegnamenti non sono teorie, ma risultati

    di indagini chiaroveggentisvolte proprio tramite lo svilup-po di questorgano (vista spirituale).Luomo antico (lo vedremo meglio pi avanti) possedeva unachiaroveggenza passiva, indotta, legata al sistema ner-voso involontario.

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    Esistono ancora oggi chiaroveggenti di questo tipo, legati alpassato evolutivo (appartengono alla classe mistica o o-rientale), che per non hanno il controllo di quello che vedo-no. Si sviluppano attraverso il plesso solare4, e sono i cosid-dettimedium passivi.Lo sviluppo delluomo per deve portarlo ad espandere co-scientemente i propri poteri, perch solo cos diventeranno lostrumento dello spirito e gli permetteranno di avanzarenellevoluzione, sviluppando la chiaroveggenza volonta-riaattraverso lepifisie la vicina ipfisi, facendo nascere lavista spirituale.In questo modo (col quale comunque possibile accedere apiani inaccessibili al metodo precedente) si riuscir ad inda-gare nellinteriorit delluomo, scoprendo le diverse dimen-sioni e quindi i diversi veicoli che lo compongono e che ab-biamo descritto, e nel contempo a vedere il passato, riviven-do la storia dellevoluzione umana.

    Quanto abbiamo fin qui letto e quanto leggeremo non cheun accenno della conoscenza che la vista spirituale pu ren-dere accessibile. Essa presuppone, contrariamente al metodolegato al passato, una condotta di vita spirituale.Ilprimo passo lo sviluppo del corpo vitale.Oggi tuttotende alla soddisfazione dellemozionale. Esso per suanatura instabile e fuggevole e non possibile appagarlodel tutto. Appena soddisfatto un desiderio ne affiora un altro.Esso ci tiene schiavi.Soltanto con lo sviluppo delcorpo vitalepossiamo avviarequel tirocinio esoterico spiritualeche ci dar una evolu-zione positiva, e che ci aprir la possibilit di sviluppare i no-stri poteri latenti. Ne risulter anche il dono della pace inte-riore, che vince lansia di chi non sa dare una regola agli im-pulsi dellemozionale.

    Per fare ci, per, dobbiamo sviluppare il lato del cuore, enon possiamo farlo, da occidentali, se prima non abbiamo

    4Vedi il capitolo dedicato ai centri di forza.

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    soddisfatto in questa direzione la mente. Ecco lo scopo diqueste pagine.

    Quando riuscissimo a fare nostro questo approccio multidi-mensionale alluomo e al mondo in cui egli inserito, sischiuderebbero per noi delle porte capaci di condurre ad unacomprensione fino a prima forse nemmeno sospettata. Fa-cendo il confronto con la precedente concezione,questultima apparirebbe subito nella sua totale insufficienzae incapacit di dare un senso allesistenza e una spiegazionea quello che nella stessa avviene. Il mondo cos consideratoappare estremamente limitato e appiattitonellunica dimen-sione spazio-temporale contemplata, priva di possibili spinteo aspirazioni ad andare oltre.Esiste invece un oltrequotidiano, che in ogni istante pre-sente, vicino a noi e a quanto stiamo facendo, pensando,desiderando. attingendo a questooltreche possiamo posi-tivamente operare per migliorarci, facendo scendere le sueleggi anche nel qui ed ora. Le aspirazioni che questo nuovoapproccio fanno sorgere sono quelle suggerite dal cuore, checi fanno dimenticare di noi stessi (ossia della nostra separa-tivit), permettendoci di inoltrarci nel sentiero previsto per ilfuturo, quello di sentirsi uno con tutto e con tutti, fuoridallillusione egocentrica della percezione mediata. In ogniistante il presente contiene in s, come un segreto,unapertura verso questo al-di-l: siamo solo noi, nella no-stra mente razionalmente ristretta, che impediamo a noistessi laccesso verso questo mondo salvifico. Ovviamentenon dobbiamo intendere questo presente come una partedel tempo ordinario, altrimenti il solo risultato sarebbe ilmenefreghismo, il chi vuol esser lieto sia, col rischio diottenere il grado di barbone! implicito nella ricerca delpresente uno scatto di coscienza. probabile che spesso su-

    scitiamo la disperazione degli abitanti di quel mondo, che dicerto fanno di tutto per portarci a vedere la luce, che di certoci vedono in pi occasioni ad un passo da questa realizzazio-ne, e che quasi sempre finiamo per negarci. inutile allun-gare la mano verso qualcuno, se questi a sua volta non pro-

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    tende poi anche la sua. il concentrare la nostra attenzionesulla percezione e propriocezione mediate dai sensi, che ciimpedisce di accedere consapevolmente alla percezione im-mediata che tutto comprende. Eppure necessario fare unosforzo e spendere energiaper restare in quella percezione.

    La nostra tendenza sarebbe quella di alzarci da terra, e di e-levarci... lo vediamo quando andiamo via col sonno, cioquando le energie spese per la veglia si esauriscono, e la ve-glia un po alla volta scema. Riuscire a non rimanere distoltidalla coscienza di veglia pur restando consapevoli, ci per-metterebbe di seguirela nostra coscienza quando abbando-na il fisico, facendoci accedere agli stessi piani vitali.Esiste per questo un esercizio, chiamato esercizio rivelato-re, che ci pu aiutare in tal senso. Consiste nel riuscire aconcentrare la mente in un unico pensiero-oggetto ed con-sigliabile effettuarlo la mattina, appena svegli. Senza apriregli occhi, restare totalmente rilassati, e richiamare alla men-te loggetto su cui concentrarsi. La scelta delloggetto libe-ra, e dipende dallindole di ciascuno. Tuttavia devessere dinatura semplice ed essenziale: non loggetto il protagoni-sta dellesercizio, ma lesercizio in se stesso. Eliminare quindidalla mente qualsiasi altro pensiero che non abbia attinenzacon loggetto: tutta la mente deve essere occupata da esso,ma senza sforzo fisico; non stringere le labbra, strabuzzaregli occhi, chiudere i pugni o mordersi la lingua. Lo sforzo nel pensiero. Esaminare loggetto da molteplici punti di vista,e tenerloin mente per almeno cinque minuti. Quando sare-mo abili abbastanza ad ottenere questo risultato, possiamoprovare, alla fine del periodo, a rilasciare lattenzione, masenza riempire il vuotocon altri pensieri: saranno essi a pre-sentarsi alla nostra attenzione, che rimarr tranquilla.

    Possiamo immaginare le epoche passate durante le quali e-ravamo diretti dall'esterno, come la nostra interiorit fosseriempitada pensieri non nostri, che in qualche modo ci ordi-navano quali dovevano essere i nostri comportamenti: la no-stra natura ci portava allora ad obbedire, ed inutile na-

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    sconderci che in ci pu prefigurarsi un sentimento di sicu-rezza, ora percepito maggiormente dalla corrente umana piincline al carattere mistico. Quando divenimmo sordi aquest'ascolto, in seguito alla decadenza del pensiero di co-munione in quello di comunicazione, si cre un vuoto. Que-sto vuoto, ricordo inconscio di quella perdita, quasi ci spa-venta, e sentiamo il bisogno di riempirlo: lo riempiamo alloracon pensieri che sono, s, nostri, ma non possono svolgerel'identica funzione di quelli perduti. Si trasformano allora incondizionamenti, in fissazioni, in disagi mentali che ci tengo-no schiavi. FARE SILENZIO la medicina; ma silenzio inte-riore, capace perci di riaprirsi - ora in chiave consapevole -all'ascolto, in percezione im-mediata, dei suggerimenti delS. Occorrerebbe non badare ai nostri gusti, idee, ecc., perfocalizzarsi sull'oggetto o essere che ciparla.Non certamente facile arrivare a questo, perch la mente,come apprenderemo nello studio della Genesi, lultimo vei-colo che abbiamo sviluppato, ed tuttora poco pi che unabbozzo. Lesercizio ha proprio lo scopo di permettere al Sdi iniziare a parlare al nostro io, dirigendone, finalmente,lesistenza, e al pari stesso di accelerare lo sviluppo del vei-colo mentale. Dire, come faremo pi avanti, che concepirepensieri equivale a concepire figli, in una diversa dimensio-ne, letteralmente vero: ogni pensiero che noi emettiamocostruisce una sua forma nel piano mentale, che ne risultaattiva ed operante, dotata della qualit che noi le abbiamodato e della lunghezza di vita corrispondente alla forza concui labbiamo concepita. Essa interagisce con altre forme-pensiero, venendo attratta da quelle simili ed accrescendocos la sua importanza. Ecco un altro importantissimo motivoper cui iniziare fin da ora a controllare il pensiero non risulte-r essere mai troppo presto. Siamo responsabili nei pensieriche facciamo, e ci che noi stessi siamo dipende dai pensieri

    che usualmente emettiamo o attiriamo, dando loro il poterenecessario allazione.Abbiamo cos visto come le quattro correnti evolutive che sistanno sviluppando sul nostro pianeta si differenziano fra lo-ro:

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    il regno minerale, che possiede solo il corpo fisico; il regno vegetale, che possiede corpo fisico e corpo vitale; il regno animale, che possiede, oltre al corpo fisico e a

    quello vitale, anche il corpo emozionale; luomo, che oltre ai tre corpi precedenti possiede anche la

    mente.

    La croce il simbolo delle tre correnti viventi: il braccio inferiore rappresenta il regno vegetale, che cre-

    sce dalla terra e si innalza verso il cielo; esso direttodallo spirito-gruppo vegetale lungo correnti che partonodal centro della Terra e si dirigono verso lesterno delpianeta, scorrendo lungo il tronco o gli steli delle piante;

    il braccio orizzontale rappresenta il regno animale, il cuispirito-gruppo circola circondando la Terra, e controlla glianimali scorrendo lungo la loro colonna vertebrale, cheperci orizzontale. Il braccio orizzontale diviso in dueparti, a simbolizzare la divisione sessuale, che non esi-steva allo stato vegetale;

    il braccio superiore rappresenta lumanit che, conlacquisizione della mente, si innalza verso i regni supe-riori.

    Una tabella ci aiuter a visualizzare le cosiddette attivit psi-chiche nella situazione attuale del nostro sviluppo, metten-dole in relazione con quanto abbiamo fin qui appreso sullacomposizione sottile delluomo. Da qui prenderemo lo spuntoper la prosecuzione del nostro studio.

    MENTE MENTE CRITICASPECULATIVAC. EMOZIONALE

    SENSAZIONICORPO VITALE ATTIVIT

    BIOLOGICHECORPO FISICO

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    MORTE E RINASCITA

    Tutti noi vediamo, praticamente tutti i giorni, la vita chescorre davanti ai nostri occhi: nascita e morte ci si presenta-no, con tutto il loro carico di mistero.Da dove veniamo? Perch viviamo? Dove andiamo dopo lamorte? Da quando luomo tale, da quando cio ha raggiun-to la forma di coscienza detta obiettiva di veglia, ha cercatodi rispondere a queste inevitabili domande.Le risposte che si dato sono state diverse, e di diversa por-tata. Tutte sono, comunque, riconducibili a tre teorie di ba-se, che chiameremo: la Teoria Materialistica, la Teoria Unicistica, la Teoria della Rinascita.Esaminiamole allora un po da vicino.

    1. La Teoria Materialistica.

    La Teoria Materialistica afferma che tutto ci che esiste ri-conducibile alla materia (visione monistica del mondo). Lavita, la coscienza, la consapevolezza sono soltanto un pro-dotto del corpo, e terminano alla morte. Essa pu essererappresentata con un segmento:

    |___________________|

    Tutto quello che abbiamo fino a questo punto detto pu es-sere usato per confutare tale teoria. Concentriamo la nostraattenzione piuttosto sulle persone che la sostengono. Posso-no distinguersi in due grandi categorie:

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    lagnostico, lo scettico.Lagnostico possiamo trovarlo fra quelli che dicono, comegi abbiamo visto: Io credo a quello che vedo. Dicemmoche ora neppure la scienza pensa pi in questo modo, defi-nendo realista ingenuochi lo facesse. Lagnostico convintoche non possibile indagare sui misteridella vita e dellamorte, per cui non cerca. Chi si avvicinasse con spiritospregiudicato a questi argomenti, invece, in breve tempo siconvincerebbe del contrario; basterebbe sfogliare alcuni deimolti libri che al giorno doggi si trovano sullargomento. Ef-fettivamente, sembra piuttosto che lunico modo per esse-re certi che non si pu indagare sullal di l, astener-si dal farlo.Lo scettico, da parte sua, supera lagnostico, dato che sipotrebbe descriverlo dicendo che colui che dice: Io noncredo neanche se vedo. Sarebbe superfluo commentare unsimile atteggiamento, e quanto esso sia irragionevole, anchese di solito lo scettico uno che abusa di ....argomenti ra-zionali. importante per notare che molto spesso lo scetti-co adulto viene cos preparato da una certa educazione avu-ta fin dallinfanzia. I bambini, infatti, fino a sette anni circa,sono naturalmente in contatto con forze (ed esseri) pi sotti-li, e non raro che raccontino di giocare con amici invisibi-li. proprio costringendoli a negare questa, che per loro una realt, qualificandoli per bugiardi, dimostrandoci nonsoltanto increduli, ma anche deridendoli, o minacciandoli,che cominciamo a formare lo scettico di domani.Un approccio spregiudicato a questi temi, invece, pu aiutarea formarsi la convinzione che tutto ci non pu esserespiegato solo materialisticamente. Il punto di vista spiri-tuale, cio, la ricerca, deve essere coltivata, se vogliamo

    che produca frutto. In fondo, dire non credo, o dire credosignifica esattamente la stessa cosa: non so! E di conse-guenza la cosa pi ragionevole da fare cominciare a lavo-rare per saperne di pi, a ricercare.

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    Il giardino dellagnostico, non coltivato e trascurato, si riem-pie di erbacce inutili; quello dello scettico, da parte sua, di-venta un arido deserto.

    Resta comunque il fatto che la Teoria Materialistica insuffi-ciente a spiegare i misteri della vita e della morte. Tanto che costretta ad attribuirli al caso, cosa assolutamente inaccet-tabile dalla ragione.

    2. La Teoria Unicistica.

    Passiamo allora alla Teoria Unicistica, cio dellunica esisten-za: essa non pi monistica, dato che afferma esistere siaun mondo materiale (la terra), che uno spirituale (i cieli, laldi l). Possiamo rappresentarla con una semiretta:

    |___________________ . . . . . . . . . .

    perch afferma che alla nascita proveniamo, da zero, diret-tamente da Dio, e dopo una breve esistenza, in cui siamomessi nelle condizioni pi disparate e disuguali, subiremoper leternit le conseguenze del nostro comportamento nel-la vita. Possiamo prima di tutto considerare che qualcosa cheha avuto un inizio e non abbia poi anche una fine (la semi-retta) in natura una aberrazione, non possedendo in slapotenzialit per farlo.Questa teoria assurda per almeno due motivi:1. lingiustizia palese (differenti condizioni iniziali),2. lattribuzione di un sentimento vendicativo a Dio. Molti dinoi, sicuramente meno buoni di Lui, non si sentirebbero diinfliggere certe ....punizioni!

    Senza contare che una strettamente ortodossa interpreta-zione delle sacre scritture farebbe secondo alcuni ammonta-re a solo 144.000 il numero di uomini salvati.Le religioni di questo tipo sono nate quando, evolutivamente,luomo doveva concentrarsi tutto sulla vita materiale (per

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    sviluppare la coscienza obiettiva di veglia). Allumanit piprogredita furono cos assegnate le grandi religioni mono-teiste, che predicano lesistenza di una sola vita sulla Terra.Sono quindi religioni parzialmente materiali: il materialismonon che una loro degenerazione. Ma questo un argomen-to che affronteremo pi avanti.Esse, tuttavia, danno una parziale rispostaalle domandedelluomo, ma hanno una visione statica delluniverso: lanatura, luomo, Dio, restano al loro posto per leternit.Noi ricordiamo per le parole del Cristo, che disse: Voi stes-si farete le cose che io ho fatto, e anche di maggiori, e quel-le di S. Paolo: Non sapete voi che siete Dei?.La scienza, da parte sua, ha dimostrato che tutto si evolve.

    Linsegnamento pubblico che danno queste religioni, in effet-ti, soltanto il loro ASPETTO ESTERIORE. Per i motivi evolu-tivi gi ricordati fu tenuto nascosto il pi profondo significa-to, che ora lumanit pronta a ricevere: LASPETTO ESO-TERICO o interiore. Facciamo notare con forza il fatto che selumanit pronta per questo messaggio, significa che ne haassoluto bisogno, e chiunque lo ostacoli, in buona o cattivafede che sia, si mette automaticamente nella posizione delleforze ostacolatrici dellevoluzione delluomo, che sono le for-ze negative e del male.

    Se vogliamo affrontare la conoscenza dellaspetto esotericodelle religioni, dobbiamo abbandonare la Teoria Unicistica erivolgerci a quella che abbiamo definita la Teoria della Rina-scita. In realt, improprio definirla una teoria, dato chenon frutto di speculazioni mentali, ma di esperienza viva,insegnamenti offerti da parte chi in grado di verificarnelautenticit.

    Approfittiamo di questasserzione, per sottolineare ancorauna volta che tutto quanto viene in queste pagine espostonon deve essere accettato o considerato come una verit as-soluta, dogmatica, valida una volta per tutte. Essa appuntosoltanto il risultato di indagini eseguite da chiaroveggenti

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    positivi, che come tali hanno la possibilit di accedere allamemoria perenne della natura. Essi pure, per, sono sogget-ti ad errore: il fatto di poter indagare nei piani sottili e dipossedere la vista spirituale non sufficiente di per s acomprendere tutto quanto viene cos esaminato, cos come ilfatto di possedere la vista fisica non ci mette in grado per ilsolo fatto di vedere, di conoscere esattamente il mondo fisi-co e il suo funzionamento. I dogmi restano validi soltantoper chi ha una mentalit con caratteristiche infantili; noisiamo qui tutti in ricerca della conoscenza, e la vera cono-scenza non pu essere scritta in nessun libro, ma pu esseresolo frutto di sforzi e conquiste personali, integrando le duefonti di conoscenza di cui siamo dotati: la mente ed il cuore.Altrimenti, ricadiamo nella domanda rimasta priva di rispostadi Ponzio Pilato: Che cos la verit?.

    3. La Teoria della Rinascita.

    Non ci resta perci che indirizzarci alla terza teoria: la Teoriadella Rinascita, che possiamo raffigurarci con una retta:

    . . . . . _______________________ . . . . .

    in armonia con quanto vediamo in natura, dove non c nullache inizia o finisce improvvisamente, ma dove tutto si tra-sforma lentamente e progressivamente, per sempre. Gesdisse: In verit, in verit, io ti dico, se uno non nato dinuovo, non pu vedere il regno di Dio. In verit, in verit, ioti dico, se uno non nasce da acqua e da spirito, non pu en-trare nel regno di Dio. Quello che nato dalla carne carne;e quello che nato dallo spirito spirito... Nessuno mai

    salito al cielo, fuorch il Figlio delluomo che disceso dalcielo. Il Figlio delluomo lo spirito, il S.L'idea di un Diosuperiore alla divisione manichea tra bene e male, vieneconsiderato un approccio monistico in senso spirituale. Masfugge il fatto che in tale concezione rimane sempre la di-

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    stinzione fra Dio creatore e le creature: diventa una sorta didualismo verticale. Il vero monismo spirituale risiede nell'i-dea del Dio interiore, dove l'uomo stesso trova nella sua es-senza pi intima l'unione con Dio, che non significa affatto -come mostriamo altrove - annullamento in Lui. inutile chela Chiesa si scagli contro il panteismo e il paganesimo; infondo i veri panteismo e paganesimo sono di chi cerca Diofuori di s. "Fuori" Dio tace: oggi Egli vuole incontrarci "den-tro".Questa teoria ha una visione dinamica, e riesce a risponde-re in modo soddisfacente alle domande che luomo si pone.Cominciamo dunque ad esaminarla.Per meglio capirla, trascriviamo lo schema visto in preceden-za relativo ai veicoli delluomo e ai corrispondenti piani di e-sistenza, ponendo per in risalto la differenziazione esistenteallinterno del corpo emozionale:

    SSpirito della VolontSpirito della SaggezzaSpirito dellAttivit

    MENTE Piano MentaleCORPO EMOZIONALE SUPERIORE Piano Astrale SuperioreCORPO EMOZIONALE INFERIORE Piano Astrale InferioreCORPO VITALE Piano EtereoCORPO FISICO Piano Chimico

    Lantico aforisma ermetico Come in alto, cos in basso, olegge di analogia, sempre stata la guida migliore per af-frontare questi temi. Da essa traiamo due aspetti, che ter-remo a mente:1.qualsiasi forma di vita che troviamo sulla Terra nasce daun seme; questa stessa regola vale anche per i corpi sottili,oltre che per quello fisico, latomo-seme del quale si trovanello spermatozoo fecondatore. Il seme racchiude allo statopotenziale linsieme delle forze necessarie allo sviluppo di uncorpo: quando le condizioni esterne sono favorevoli, questeforze entrano in azione trasformandosi in forze dinamiche

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    capaci di costruire, secondo le proprie linee, quel particolarecorpo;2.come il corpo fisico alla nascita unito alla madre dal cor-done ombelicale, anche gli altri veicoli sono tenuti insiemeda cordonidi sostanza uguale a quella dei rispettivi corpi.

    Muniti di queste considerazioni, seguiamo ora il camminoche per lo spirito delluomo evolventesi va da una esistenzaallaltra sulla Terra, cos come ci viene descritto da chi lo puosservare grazie allo sviluppo della pi alta forma di chiaro-veggenza positiva.

    Dobbiamo pertanto prendere il via da quellappuntamentoche tutti ci attende, e che molti paventano, cio dalla mor-te. Dal punto di vista esoterico, la morte come viene ordina-riamente intesa non esiste. Essa piuttosto un passaggio,un trapasso, della nostra coscienza da un piano ad un altro.In altri termini, la morte in un piano contemporaneamenteanche una nascitain un piano diverso (e viceversa).La morte per noi, pertanto, avviene quando i veicoli pi sot-tili lasciano il corpo fisico. Il vitale unito al fisico dal cordo-ne argenteo, che parte dal cuore dove, durante lesistenzafisica, ha sede latomo-seme del corpo fisico stesso. Questoatomo fu quello che, dopo la fecondazione, diede il via allamoltiplicazione della catena genetica, rimanendo infine nelcuore.In questo atomo-seme sono impresse tutte le esperienze re-gistrate della vita. Il vitale, infatti, il deposito della memo-ria inconsapevole, quella cio che registra tutto quantoavviene nel corso della vita (anche quello che sfuggito allanostra attenzione, o che abbiamo rimosso). La memoria in-consapevole non dipende dallefficienza dei sensi; non di-pende nemmeno dai sensi stessi. Essa si produce attraverso

    la respirazione: le energie eteree presenti nellatmosfera checi circonda, sono impregnate delle immagini, suoni, colori,odori, sensazioni, ecc., che stanno dentro e fuori di noi inogni istante. Ogni volta che inspiriamo ed inaliamo laria, es-sa porta con s tutte queste informazioni che, attraverso la

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    piccola circolazione sanguigna, passano dai polmoni al cuore,ed ivi si imprimono nellatomo-seme del corpo fisico.Il distaccodellatomo-seme dal cuore causa larresto cardia-co. I veicoli pi sottili lasciano cos, con un movimento a spi-rale, il corpo fisico.

    Che cosa avviene in questo momento cos particolarmenteimportante? Testimonianze sono state riferite da parte di chi stato in procinto di annegare, o caduto, salvandosi, dauna grande altezza: molti di questi affermano di aver vedu-to, come in un film, i passaggi salienti della loro vita scorreredavanti agli occhi in un attimo. Ci conforta quanto diconogli insegnamenti esoterici basati sullindagine chiaroveggen-te. come se nel corso dellesistenza una specie di bobina siavvolgesse al nostro interno, registrandone tutti gli avveni-menti. Alla morte, quando cio il vitale si ritrae, questa bo-bina si svolge velocemente seguendo lallontanarsi dei veicolisuperiori ai quali rimane legata, e noi vediamo a ritroso lescene della vita trascorsa davanti alla nostra coscienza. Que-sto dura per un periodo massimo di 84 ore, ed di grandeimportanza, come vedremo, restare concentrati su questopanorama. Solo se la nostra coscienza osserva attentamentequeste immagini, infatti, esse possono trasmettersi al corpoemozionale, e fare da insegnamento per lo spirito. impor-tantissimo, perci, non disturbare la persona appena tra-passata durante i primi tre giorni e mezzo dopo larresto delbattito cardiaco. umano e comprensibile il dolore di chi ha perduto una per-sona cara, e sembra troppo duro chiedergli, in quei momen-ti, qualcosa che pu assomigliare ad un ulteriore sacrificio,cio non esprimere in forma drammatica questo suo dolore.Tuttavia, pu essere vissuta come un sollievo la consapevo-

    lezza che pu fare ancora qualcosa per la persona amata, incontrapposizione con il dolore gravato da un pesante sensodi impotenza di chi non ha queste conoscenze. Il sollievomaggiore, tuttavia, lo prova chi, grazie ad esse, riesce adavere quella visione della vita che non la limita al suo appa-

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    rire puramente esteriore, ma che sa ampliarla fino a com-prendere la continuit di unesistenza e di un rapporto soloprovvisoriamente sospesi, come preparazione e presagio diun passo in avanti nellevoluzione e nella luce. Il dolore e lasua espressione, ne risulteranno allora addolciti, lasciandolibero il trapassato di non volgersi pi di tanto indietro, e diguardare al nuovo destino che ora lo aspetta.

    Una volta trascorsi questi tre giorni e mezzo, egli lascia an-che il piano etereo e abbandona il corpo vitale, cos comeprima aveva abbandonato quello fisico. Lo spirito entra alloranel piano astrale con la mente, il corpo emozionale e gli a-tomi-seme dei corpi vitale e fisico. Abbiamo gi accennatoalla divisione in due correnti dellemozionale, che abbiamochiamato centrifuga e centripeta. Non appena entriamo nelleregioni inferiori del piano astrale, si anima, per cos dire, laforza centripeta, pi legata alla Terra. Questa regione notacome il Purgatorio. Qui le scene dellesistenza trascorsascorrono ancora una volta davanti alla nostra coscienza, maquesta volta non vi assistiamo impassibili (non sarebbe pos-sibile in questo piano, che quello della sensazione e delsentimento). Ogni volta che troveremo un fatto in cui sare-mo stati causa di sofferenza per qualcuno, si attiver la forzacentripeta, per cui questa sofferenza si ripercuoterdentro di noi, e sentiremo cos sulla nostra pelleil male cheabbiamo causato.A riprova di quanto antica sia la scienza che ora definiamoocculta, vediamo che nellantico Egitto era costume scriverevicino alla mummia alcune formule che avevano lo scopo diindurre il cuore (la memoria inconsapevole) a non testimo-niare contro il defunto nella cerimonia della pesatura (giudi-zio).Contemporaneamente alla suddetta visione e alle conse-

    guenze per la nostra coscienza, i vizi che avevamo in vitanon si sono miracolosamente estinti con la morte: la mortenon pu mai risolvere da sola alcun problema. Noi ri-maniamo gli stessi, soltanto che ci manca il fisico, necessario

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    alla loro soddisfazione. Cos saremo costretti a lottare pervincerli