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LABORATORIO DI IDEE GRUPPO CREATIVA/MENTE OTTOBRE 2011

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house horgan

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LABORATORIO DI IDEE GRUPPO CREATIVA/MENTE OTTOBRE2011

www.creat iva-mente. info

*in caso di... comunicazione

*Usare tempestivamente in caso di “comUnicazione”.

Una comunicazione di valore per realizzare idee sempre nuove ed interessanti

da trasmettere agli altri. Ideazione e creazione di nuovi progetti ottenuti grazie

a conoscenze condivise finalizzate allo sviluppo ed alla realizzazione di un

nuovo concept. Una comunicazione creativa ed efficace ottenuta tramite la

personalizzazione di un’idea e la migliore realizzazione di valore. Crediamo

nella trasparenza, nell’innovazione e nella conoscenza condivisa. Un gruppo

in costante evoluzione per soddisfare le esigenze del cliente con realizzazioni

personalizzate sia online che offline.

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Un occhio al futuro? Troppo poco… io nel futuro mi

gioco tutto!

Conoscete il marchio Acqua&Sapone? Fino a

settembre di quest’ anno ho lavorato per l’Azienda

proprietaria, tra le altre, di questa Insenga, la Gottardo

Spa.

Undici anni fa fu un amore a prima vista. Dal giorno in

cui iniziai a lavorare in Gottardo le soddisfazioni e le

responsabilità crescevano seconde solamente alla

mia carriera.

Prima Responsabile del Controllo di Gestione, poi

Direttore Vendite di una rete di oltre 300 negozi con

più di 1.600 dipendenti.

Secondo molti amici una crescita fulminea, brillante,

ricca di esperienze positive: una carriera invidiabile.

Consolidati i risultati che con i miei collaboratori

avevamo portato all’ Azienda, nel gennaio di quest’

anno ho accettato di seguire nuovi progetti di

business. Sicuramente un’idea stimolante ma un

cambiamento che ha avuto effetti immediati nella mia

vita professionale.

Il primo effetto è stato sicuramente il divenire storia

della vita professionale che mi aveva accompagnato

sino ad allora: le relazioni ed i rapporti, dentro e fuori

Azienda, sono radicalmente mutati facendomi

passare dalla gestione di 1.600 collaboratori al non

gestirne alcuno, con l’impegnativo compito di

costruire un’area aziendale dal nulla dovendo cercare

contatti, fornitori, idee e successi. Il secondo effetto

è stato quello di mettermi velocemente in contatto

con situazioni nuove e con un network variegato;

questo perché i due filoni sui quali scelsi di sviluppare

i nuovi business aziendali erano l’estero, o meglio l’est

europeo e balcani, ed un progetto e-commerce.

Ho iniziato quindi a viaggiare ed a conoscere quelli

che consideravo Paesi di serie B, ma ci ho messo

poco a rendermi conto di quanto in realtà il mio

pensiero fosse solamente un preconcetto.

Mi è parso subito chiaro che in realtà le opportunità

che questi paesi potevano offrire erano molte e molto

più ampie rispetto all’ ormai sempre più ridotto gap

che li separa dal mondo occidentale.

Se da una parte è vero che infrastrutture,

distribuzione del reddito e tenore di vita non sono al

nostro livello, è altresì vero che lì il commercio è molto

vivo ed in frenetico sviluppo. Mi è parso presto

evidente che fare affari risulta molto più semplice, che

i costi sono molto più bassi, che il sistema dei

pagamenti non prevede modalità differenti dalla

rimessa diretta, che la domanda di investire è molto

alta e che gli investitori hanno mediamente tra i 25 ed

i 35 anni.

Preso lo schiaffo, e data la sveglia al cervello sopito,

ho iniziato a studiare la storia e la situazione politico-

economica della Polonia, della Rep. Ceca, della

Slovacchia, della Ex-Yugoslavia, della Albania e della

Bulgaria, ed ho scoperto che sono tutti paesi con

prestazioni, nell’ultimo triennio, superiori alla media

mondiale ed europea. La Polonia, ad esempio, è

l’unico paese della UE27 ad aver avuto una crescita

positiva in tutti gli ultimi tre anni; Serbia e Bulgaria

sono il 2° ed il 3° mercato finanziario per crescita nel

2010.

Parallelamente ho voltato lo sguardo anche al mondo

del web e nello specifico verso un progetto

e-commerce. Oltre all’attesa conferma sui numeri che

pongono il mercato del commercio elettronico come

sicuro protagonista per il decennio avvenire, mi sono

concentrato su quello che, a mio avviso,

risultava essere un grande problema ma

contemporaneamente una enorme opportunità: la

relazione tra il web e le aziende.

Ho appurato che esiste una forte scollatura fra le

potenzialità che il web può offrire e la capacità delle

aziende di sfruttarle. Non credo sia un problema

generazionale, bensì un problema di informazione.

Chi lavora nel web risulta solitamente avere un profilo

molto tecnico, la sua tendenza è quella di porre

l’approccio alla rete come un dovere morale, una

sorta di dogma; dal canto opposto, chi opera off-line

sottovaluta la visibilità e la credibilità che un corretto

approccio ad internet può costituire.

Con queste premesse, che risultano ormai essere veri

e propri preconcetti, è inevitabile che troppo spesso

vi sia una difficoltà di comunicazione tra le parti.

Grazie quindi ai viaggi all'estero e al percorso nella

rete, si è consolidata in me una convinzione: se si

vuole fare business oggi, e fare un business che

cresca rapidamente, bisogna puntare su idee

collocate in paesi a forte crescita, o idee che siano

b2c orientate nel world wide web.

Carico e convinto elaborai la mia strategia, i miei

progetti ed i miei piani operativi.

La mia prima mossa fu quindi quella di tentare di

spingere l’azienda a muoversi in questa direzione, ma

fu un tentativo che presto e purtroppo si dimostrò

vano. La concentrazione della proprietà era

fortemente votata al consolidamento ed alla

massimizzazione di quel modello di business che si

era dimostrato e continuava a dimostrarsi di

successo, modello che però era diventato per molti

aspetti autoreferenziale e non lasciava spazio e

visibilità ad idee e sperimentazioni. Non riuscivo ad

essere convincente o forse a trasmettere quelle che

potevano essere le potenzialità.

Cosa fare allora? Rivedere le proprie

convinzioni e giungere a compromessi

per vendere un’idea a chi avrebbe

dovuto crederci? Quanto

valeva questa idea

che giorno dopo giorno

andava a palesarsi

come vincente?

Molto, anzi per me

valeva tutto!

Dopo lunghe valutazioni

e profonde riflessioni,

mediando tra istinto e

ragione, giocando tra il

non dormirci le notti ed il palleggiare tra i valori di quel

che lasciavo (molto) e quel in cui credo (tutto) io ho

fatto la mia scelta! Ho preso la decisione di rendermi

artefice della realizzazione delle mie idee e dei miei

progetti: mi sono dimesso e mi sono messo in

proprio.

In questo preciso istante mi arriva la notizia della triste

scomparsa di

Steve Jobs ed il suo famoso discorso a Stanford

torna dirompente a darmi la carica ed a rassicurarmi:

I’ m hungry. I’m foolish!

Creare CreativaMente un brand

20 luglio 2010, nasce la rivista C/M Creativa/Mente.

21 ottobre 2011, è passato poco più di un anno e nasce Creativa/Mente il Gruppo che unisce 3 aziende

che operano nel mondo della comunicazione: Gusella adv, Puntoffset, Xtragroove.

Poco più di un anno fa, circa un anno e mezzo fa se non ricordo male, io il mio socio andrea e mio

fratello daniele, un sabato mattina eravamo seduti in sala riunioni in agenzia per discutere sul futuro e

sui progetti della Gusella adv. erano mesi che ci frullava in mente di creare qualcosa di importante e

quella mattina abbiamo deciso di far nascere Creativa/Mente, una rivista non convenzionale capace di

essere lo specchio della nostra agenzia ed uno spazio dove esprimere il pensiero nostro, dei nostri

collaboratori e dei nostri clienti. e’ passato solamente un anno e la nostra rivista è diventata qualcosa

di molto più grande, è diventata brand, è diventata il significato ed il nome del Gruppo che racchiude

le nostre aziende, Gusella adv, Puntoffset e Xtragroove.

voglio però entrare nel dettaglio e spiegarvi bene cos’è il gruppo Creativa/Mente. non è un’azienda e

tanto meno un semplice logo di un gruppo. É il significato, è il senso, è il sogno. É l’armonia di valori

che legano le nostre aziende e che al tempo stesso ne sono il motore. vi chiederete quali sono questi

valori. Presto detto: entusiasmo, trasparenza, Serietà, Onestà, Credibilità, Condivisione.

Creativa/Mente è un brand al servizio del brand, con il chiaro e dichiarato obiettivo di studiare, definire

ed applicare le corrette modalità per porsi nel mercato.

e la nostra rivista? Quell’inconfondibile plico dalla copertina monocromo con la C e M a rilievo nata un

anno fa? non è cambiata, si è evoluta, è diventata un house organ creativo.

C/M mantiene lo spirito di sempre, il suo spirito di confronto confidenziale, dove i creativi si mettono a

confronto con imprenditori e dove esperti di comunicazione e marketing portano la loro esperienza.

in questo numero, color Magenta, a differenza dei precedenti c’è qualcosa di più grande, non c’è più

solamente il team Gusella adv, c’è il gruppo Creativa/Mente, un piccolo gruppo capace grazie ai suoi

uomini di fare grandi cose.

edito-ria-le

/// ANDREA CARONE MI GIOCO TUTTO!

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Se si vuole fare businessoggi, e fare un business

che cresca rapidamente,bisogna puntare su ideecollocate in paesi a forte

crescita, o idee che sianob2c orientate nel world

wide web.

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TE2 / dA MArChIo A MArCA - CoMe fAre BrANd

4 / GIANNI SIMoNAto - Il BrANd Nell’IMPreSA dI CrIStAllo

6 / 10 ANNI dI hoMe fItNeSS

8 / tIto AllevA - StrAteGIe Per CoMPetere

9 / Pr oNlINe 2.0

10 / ISI ItAlIA - MAurIzIo BAGGIo

13 / GIorGIo PAleSA - CreAtIvItà, CreAtIvItà, CreAtIvItà

14 / PANe, AMore e CreAtIvItà - NIeNte PAurA

16 / MIrCo GASPArotto - BAStA ChIACChere!

17 / uoMINI dI MArketING - AleSSIo rABBolINI

18 / SPAzIo StAMPA - SCrIvere eMozIoNI, lASCIANdo uN SeGNo

20 / SeBAStIANo zANollI - SeNzA tutto quello Che NoN volevI PIù

22 / rePort - lA MIA BIeNNAle

27 / PolyedrA - rICCArdo tASSINI - SCoPrIAMo le CArte

28 / GolferA IN lAvezzolA - CoNCorSo BreSì

29 / ANdreA CAroNe - MI GIoCo tutto

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C/M house organ of Gruppo Creativa/Mente

via d. Scapin 36 - 35020 Ponte S. Nicolò - Padova

tel. +39 049 717110

art director Andrea Pasqui - [email protected]

ufficio grafico [email protected]

ufficio stampa Irene Benetazzo - [email protected]

stampa Puntoffset - [email protected]

Sebastiano

Zanolli

Gianni

Simonato

Tito

Alleva

Giorgio

Palesa

Mirco

Gasparotto

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TE

COMEFAREBRANDCon questo numero ho deciso di creare unappuntamento fisso, una rubrica dedicataalla materia che più mi affascina, che hoiniziato a studiare e che sarà il fulcroattorno al quale ruoterà la comunicazionedel futuro. questa materia ha un nomepreciso che nel design dellacomunicazione significa progettostrategico e creativo di costruzionedell'identità e dell'immagine di una marcao brand appunto.questa materia si chiama branding.Ma facciamo chiarezza una volta per tuttee capiamo assieme cos’è. Brand, è il

termine anglosassone che in italiano si puòtradurre in marca. Il brand, o marca quindi,è una combinazione di elementi con cui siidentifica un prodotto o servizio e cherende il prodotto o servizio stessoidentificabile e distintivo rispetto allaconcorrenza sul mercato.

In questo contesto Creativa/Mente, ilgruppo che abbiamo deciso di presentarecon questo numero di C/M, si presentacome garante per i nostri clienti di unacomunicazione organica e coerente, siaessa offline o online, orientata alla

costruzione di un brand forte ericonoscibile.Nel primo appuntamento di questa rubrica,prima di addentrarmi nella materia, hodeciso di fare chiarezza sui termini legati albranding con un sintetico dizionario.

Marco [email protected]

Brand namee’ il nome della marca. Spesso usatocome sinonimo di "brand" sebbenesia più corretto utilizzarlo per indicarela scritta (insieme di caratteridattilografici senza una specificaformattazione). In tale contesto ilbrand name costituisce una sorta dimarchio (trademark).

Brand identitye’ l’identità di marca, è tutto ciò chel'impresa vuole che i consumatoripercepiscano utilizzando i propriprodotti. risulta chiaro che la brandidentity in un processo di marketingvirtuoso si avvicina il più possibile allabrand image.

Brand designe’ il design di un marchio erappresenta l’interfaccia visiva percomunicare il brand. Il design di un

marchio ha la funzione di definire lacodifica con cui una marca trasmettei propri valori.

Brand recognitione’ l’indice che misura la capacità deiconsumatori di ricollegare una marcaal prodotto o all'azienda che essacontraddistingue tramite il suo logo,la sua comunicazione e la suaimmagine.

Brand perceptione’ la conoscenza di marca che sisviluppa in:- Brand awareness, è la notorietà eindica la capacità dei consumatori diidentificare un particolare brand.- Brand image, è l’immagine dellamarca che racchiude le idee e leaspettative presenti nelle menti deiconsumatori legate a un prodotto oservizio.

Brand naminge’ il nome di una marca ed èl’essenza della comunicazione deivalori del brand.

Brand personalitye’ la personalità del brand che servea creare differenziazione, unicità ericonoscibilità durevoli nel mercato.

Brand equitye’ il patrimonio di marca. e’ l’insiemedei valori guida. e’ l'asset strategicoprimario per il business di un'azienda,che deve considerare la marca il veroe primo prodotto da vendere.

Brand valuee’ il valore della marca in ipotesi dicessione, cioè indica il valoreeconomico insito nel brand.

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Brand essencee’ l’essenza della marca, è l'espressionepiù semplice ed immediata dellapromessa di una brand (esempio:Mercedes=eleganza)

Brand fidelitye’ il livello di fedeltà alla marca da partedei consumatori che permette all'impresadi ottenere una differenziazione delprodotto dalla concorrenza

Brand experiencee’ il contatto dei consumatori con il branded è legato alla sperimentazione deiprodotti o servizi della marca

Brand positioninge’ la posizione distintiva che un brandassume nel suo mercato e nel suocontesto competitivo per assicurarsi cheil mercato di riferimento lo percepiscacome differente rispetto ai concorrenti.

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RUBRICA:DA M

ARCHIO A M

ARCA

DIZIONARIODEL BRAND

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http://www.simonatopartners.com +

La connessione tra strategia del personale ebrand è molto stretta. E la ragione sta neicambiamenti che stanno avvenendo nelrapporto impresa-ambiente. Fino a qualche annofa l’organizzazione delle imprese, modellata suivecchi modelli fordisti e tayloristi, vedeva leimprese divise tra interno ed esterno. La stessaorganizzazione prevedeva una comunicazioneinterna ed una comunicazione esterna, di fattosancendo la divisione tra dentro e fuori. Alcunifenomeni hanno cambiato questo sistema digoverno:1. l’informatizzazione che ha reso disponibile undifferente modello di lavoro2. le reti aziendali, che hanno connesso lepersone3. Internet che ha aperto l’informazioneall’esterno 4. I social network che hanno aggregato lepersone5. l’aumentata scolarizzazione che impone undifferente sistema di conduzione del personaleNel vecchio modello fordista il brand si potevacreare a prescindere dal vero caratteredell’azienda. Azienda poco attente alla qualità,al personale, al cliente, potevano benissimoessere presentate su carta patinata daipubblicitari e rese famose da campagnepubblicitarie che costruivano un brand “difumo”.Il brand poteva seguire quindi un suo corso, deltutto slegato da ciò che avveniva all’internodell’azienda. L’azienda decideva di posizionarsiin relazione ai suoi budget ed ai suoi desiderata.Oggi al contrario è il consumatore che posizional’azienda, che ne parla in rete e trae un suogiudizio finale.Il rapporto tra azienda e brand passava quindisulla via del brief di cosa comunicare, a chi, conquali investimenti. Nel vecchio modello fordista,quindi, protagonista assoluta delposizionamento del brand era l’azienda stessa.Le imprese di oggi e di domani, al contrario, sonocome vasi di cristallo: trasparenti. Ciò che vienefatto dentro l’azienda è immediatamenteconosciuto all’esterno. Ecco quindi che governodelle persone e brand vanno di pari passo. Unabuona gestione delle persone è parte attiva nellacostruzione del brand. Se la gestione delpersonale non gira, non c’è campagnapubblicitaria che tenga. Il brand ne risultairrimediabilmente penalizzato. Sono tantissimi icasi di aziende che hanno accusato duri colpiall’immagine del brand a causa di notizierelative alla gestione interna, immediatamentefatte conoscere all’esterno.Quali sono allora i pilastri sui quali si dovrebbeconcentrare una attenta organizzazione delpersonale, e quali strumenti impiegare?Andando ad analizzare migliaia di casi dipersone con cui ho lavorato negli ultimi 20 anniho trovato delle caratteristiche comuni nelleaziende che praticano una attenta politica digestione delle persone. Questa politica si puòriassumere nell’acronimo PEOPLE, che staper Psyche, Energy, Options, Persistence,Leadership, Empowerment. Le aziende che sviluppano un buon rapporto conil proprio personale, seguono questo modello.

PSYCHE. “Quando hai la giusta“testa”, sai dove stai andando e cosavuoi ottenere, e qualsiasi cosa possadire la gente non ha nessunaimportanza. La “testa giusta”comprende la conoscenza di cosa vuoie l’avere un piano per ottenerla.Quando la tua testa è al suo postoseguirai sempre il tuo cuore ”KurtMortensen – Maximum Influence .Occorre riprendere il controllo di sestessi, facendosi domande per otteneredelle risposte. Il nemico da battere èdentro di noi, prima di tutto, quindiparola d’ordine: metti a posto te stessoper stare meglio con gli altri. SteveJobs ha tenuto la testa a posto, quandogli altri produttori di computerandavano in una direzione opposta. Lasua testa lo portava a seguire il suocuore.

ENERGY “Se usi ripetutamente il tuo corpo inmaniera debole, ossia le tue spallenormalmente cadono e cammini comeuno stanco, tu ti sentirai stanco. Questoperché è il tuo corpo che conduce letue emozioni.” Anthony Robbins –Awaken Giant Within. Quando ti capitaqualcosa, soprattutto notizie negative,occhio all’energia. Se decidi nelmomento in cui l’energia è bassa, le tueazioni saranno deboli, ed i tuoi pensierinegativi aumenteranno

OPTIONSHai la testa nella scatola? Allora nonhai opzioni, e il tuo mondo sarà lascatola! Affidando la propria carrieraagli altri, cercando solo posti fissi,magari facendo anche poca o nessunaformazione, la persona si chiude in unascatola, dalla quale è difficile uscirne.La libertà implica invece possibilità discelta, e la scelta è datadall’esplorazione di nuove vie. In Indiagli elefantini vengono legati ad unagamba con una catena e, quandocrescono, continueranno a pensare chela catena li blocchi. Basterebbe unpiccolo strappo e sarebbero liberi, manon lo fanno, perché hanno la testanella scatola.

PERSISTENCELa persistenza è la ragione numeroUNO del perché del successo nella vita.C’è un vecchio detto, che suona così: ‘‘Alcuni vogliono; altri non vogliono; Chise ne frega! Chi è il prossimo?”Kurt Mortensen – Maximum InfluenceLe persone di successo hanno questacaratteristica in comune: nondemordono, provano e riprovano, fino aquando non sono contente di ciò che

ottengono. Vale per chi fa dei semplici lavori di pulizia, di battitura testi, diproduzione software, di vendita, per non parlare dei fenomeni come Steve Jobsche per 15 anni, dopo essere uscito da Apple, non ha mai smesso di pensaredi tornare nell’azienda da lui creata, che lo aveva licenziato.

LEADERSHIP“Non conosco nessun leader di successo che non tenga a mente ogni giornoquesta formula: E(venti) + R(isposte) = R(isultati) (Eventi+ Risposte =Risultati). L’idea di base è che ogni risultato che tu esperimenti nella vita (siasuccesso o fallimento, ricchezza o povertà, benessere o malattia, intimità oestraneità, gioia o frustrazione) è il risultato di come hai risposto ad unprecedente evento nella tua vita. Le persone di successo non solo lo sannoistintivamente, ma prendono l'abitudine di rispondere in modi che generano irisultati che vogliono, anche durante le esperienze estremamente difficili oeventi apparentemente indipendenti dalla loro volontà.” Jack CanfieldEMPOWERMENT“L’essenza dell’empowerment è la consapevolezza che il potere è già nellepersone. Ciò che serve è creare le condizioni che lo possano scatenare.”Stephen CoveyEmpowerment è molto più di delega alle persone. E’ tirar fuori dalle personela consapevolezza e la responsabilità che molto spesso sono ancora soffocatedai retaggi culturali e scolastici.La domanda che va posta al personale per ottenere una eccellente conduzionedello stesso è la seguente: Quanto lungo è il ponte che vuoi attraversare?

Dove vuoi andare?Dove sei ora?Questo nuovo modo di gestire le persone richiede strumenti differenti dalpassato. Gestire in ottica PEOPLE significa che sia la persona a prendere inmano la sua vita. Ma la persona non è abituata, non sa farlo, e rimane comesmarrita e paralizzata di fronte a questo modo di vedere il mondo. Ecco perchéil coaching è fondamentale per aiutare le persone a raggiungere ciò chevogliono. Questa è la straordinaria opportunità di questi anni e dei prossimi avenire, a patto di cambiare le proprie convinzioni ed entrare in una dimensionedi pensiero totalmente diversa. Il coach è la figura che affianca la persona, netira fuori il meglio, la segue per affrontare il percorso che essa ha deciso difare. Le persone non sono più considerate “un male necessario”, al contrariosono in grado di fare la differenza tra mediocrità ed eccellenza dell’azienda. Creare un ambiente con le caratteristiche PEOPLE significa creare una aziendache può dare risultati importanti all’interno ed all’esterno. E dato che leaziende sono fatte di persone questo lavoro sulle persone contribuisce adefinire il suo brand verso l’esterno. Quando le notizie positive circolano, lepersone parlano tra loro, e la reputazione si diffonde. Così facendo il brandcomincia ad essere allineato ai valori fondamentali dell’azienda. Lacomunicazione diventa quindi vera, non occorre inventare delle storie “difumo” per creare il brand. Al contrario, tutto ciò che non è autenticorischierebbe di essere controproducente per l’azienda stessa. Brand e PEOPLEinsieme quindi per il successo nel business, nell’impresa di cristallo.

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/// GIANNI SIMONATOIL BRAND NELL’IMPRESA DI CRISTALLO

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www.gusel la-adv.com

Ripristina il SI NIFICATO autentico, per il tuo brand.

imma inedesi nmarketin strate iarafica

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TE

Stima e fiducia, entusiasmo e passione. 10 anni di

collaborazione, dalla sua genesi sino ad ora. un percorso

stimolante e gratificante intrapreso nel 2001 con Mirco

Castellani, il fondatore di Jk fitness, l’azienda che in questi anni

è diventata leader italiana per il settore dell’home fitness.

un viaggio cominciato individuando i valori e la mission che

avrebbero guidato la Jk fitness, perché solo attraverso la

comprensione di questi fattori è possibile creare una

comunicazione efficace e coerente per il brand. Stile, benessere,

performance, dinamicità, tecnologia, eleganza, fitness e

wellness. questi i caratteri distintivi del brand che dovevano

emergere sin dalle prime comunicazioni. Abbiamo dunque

proceduto con lo studio del logo. volevamo, in poche linee,

esprimere la dinamicità del fitness e la professionalità degli

attrezzi, ed è per questo che abbiamo unito uno stile elegante a

degli uomini stilizzati disegnati a mano, in un atteggiamento

tipico delle persone che svolgono attività sportiva.

l’idea del benessere legato all’home fitness risulta evidente sia

dal primo catalogo del 2002, che dal sito internet ad esso

coordinato. una comunicazione basata sul marchio per

consolidare la sua identità sul mercato e nella mente nel

consumatore. Abbiamo dunque preferito non inserire al suo

interno elementi, come avrebbero potuto essere le immagini

fotografiche, che potessero distrarre il consumatore dal brand.

In questi 10 anni Jk fitness ha conquistato il settore dell’home

fitness italiano, e la comunicazione legata al brand ha subito delle

evoluzioni di stile pur preservando l’identità del brand stesso.

Cataloghi dal formato sempre più appariscente e particolare…

ampio spazio alle immagini fotografiche ambientate in situazioni

domestiche per mostrare il reale utilizzo degli attrezzi… linee di

prodotto sempre più eleganti grazie al nuovo design… armonia

tra mente e corpo ottenuta grazie all’attività fisica… la possibilità

di creare uno spazio dinamico all’interno della propria

abitazione…. attrezzi sempre più performanti per l’allenamento

quotidiano…

Nel 2010 è stata creata la linea i-motion, ovvero la linea di

prodotti specifici per l’home fitness, differenziata l’anno

successivo da i-tech, ovvero dalla gamma di attrezzi

professionali per palestre. queste innovazioni di prodotto sono

state accompagnate da novità anche dal punto di vista

comunicativo. È stata creata, sul sito internet Jk fitness, la

sezione My Personal Trainer, ovvero una sezione nella quale è

possibile vedere filmati esemplificativi di esercizi che si possono

eseguire con le diverse macchine. questi filmati sono stati

lanciati anche attraverso il profilo pubblico sul social network

facebook e su youtube per diffonderli in maniera virale ed

aumentare così il buzzing spontaneo del brand.

Il catalogo 2012 racchiude tutte le evoluzioni che Jk fitness ha

fatto sino ad oggi. È l’espressione del brand e dei suoi valori. la

ricercatezza e la professionalità di attrezzi per l’home fitness, sia

professionale che domestico, è stata sviluppata attraverso linee

semplici ed eleganti. Abbiamo realizzato un servizio fotografico

ad altissimo livello presso Photo design, uno studio specializzato

nell’arte della luce, per evidenziare maggiormente le linee degli

attrezzi. Abbiamo inserito poi all’interno del catalogo stesso dei

qr code in corrispondenza dei prodotti per i quali sono stati

realizzati nuovi video, in modo tale da renderli fruibili direttamente

attraverso smart phone, unendo così le innovazioni tecnologiche

al più tradizionale catalogo cartaceo, impreziosito da stampa in

rilievo in copertina.

uno speciale logo è stato poi creato dal nostro art director per

festeggiare i 10 anni di home fitness di Jk fitness, l’azienda che

in questi pochi anni è nata ed è diventata leader indiscusso nel

settore!

///10 ANNI DI HOME FITNESSMIRCO CASTELLANI

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TE

Studio del Marchio Aziendale e suo restyling.

2001 - Abbiamo disegnato e ideato, in poche linee grafiche, un logo capace di

esprimere la dinamicità del fitness e la professionalità degli attrezzi.

2010 - Fedeli alla brand identity siamo intervenuti con un leggero restyling grafico per

rendere il marchio più attuale ed in linea con i nuovi stili e le nuove tendenze. 2001 2010

2001 - il primo catalogo generale

Formato 24x24 cm. - 32 pagine

copertina plastificata opaca con logo JK lavorato in argento a caldo.

2001 - Attuale catalogo generale

Formato 30x26 cm. - 116 pagine

copertina plastificata lucida con lavorazioni a rilievo a secco.

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export, innovazione e sinergia tra imprese ed enti sono stati al centro del

dibattito “Strategie Su Misura. Idee e opportunità per il settore legno –

arredo del territorio padovano”, organizzato da Sistema Casa Confapi

Padova all’interno di “Casa Su Misura”, la fiera di riferimento per il settore

della subfornitura edile in veneto.

Sistema Casa è il coordinamento delle aziende edili di Confapi Padova.

Costituito appena un anno fa, il gruppo guidato da Mauro Marinello

(Marinello tende s.n.c.) ha chiamato a raccolta tutti i rappresentanti delle

categorie economiche coinvolte nel settore per parlare di strategia e

guardare al futuro: da Confindustria a Confesercenti, dalla Confartigianato

alla CNA, tutte le sezioni del legno e dell’arredo hanno risposto con

entusiasmo all’invito di Confapi.

l’incontro, vero e proprio confronto tra operatori del settore, ha analizzato

le prospettive e i possibili spazi di crescita “in un momento

indubbiamente non facile – come ha spiegato il Presidente di Confapi

Padova, tito Alleva, aprendo i lavori - caratterizzato da aziende chiamate

quotidianamente a reinventarsi per competere all’interno di un contesto

estremamente mutevole. oggi il ruolo dell’imprenditore va interpretato in

chiave strategica. Non si può immaginare di restare sul mercato stando

fermi o ancorati a modelli di gestione obsoleti. Bisogna quindi

comprendere quali sono le opportunità e quali i limiti per competere e,

possibilmente, crescere”.

“le nostre aziende – ha proseguito Alleva - hanno potuto prosperare fino

ad oggi forti di un mercato locale prospero. Il contesto è cambiato: è

indispensabile guardare all’export, conoscendone le difficoltà e le

competenze tecniche necessari. Il nostro mercato domestico deve essere

l’europa. I nostri confini non sono più in Slovenia o in francia, ma sul

mediterraneo che rinasce, nella russia dei nuovi ricchi e nel nuovo ceto

medio dei mercati asiatici in forte espansione. Il confronto è prezioso

perché dobbiamo guardarci in faccia tutti per rispondere ad una domanda

impellente: come possiamo organizzarci? Come possiamo giocare la

nostra partita su un campo così vasto e competitivo? Non possiamo

rimandare oltre il problema, i nostri colleghi di altri paesi più o meno

distanti si stanno ponendo le stesse domande. e le loro risposte – ha

concluso Alleva - le vediamo già presenti in maniera prorompente sul

nostro mercato interno sotto forma di nuovi competitor”.

Preziosi stimoli al dibattito sono arrivati dai brillanti interventi dei relatori:

il primo a cura del prof. Paolo Gubitta e del dott. diego Campagnolo

dell’università degli Studi di Padova, il secondo a cura dell’ing. dmitri

Wolfson, di finint e Wolfson Associati e autore del libro “triz. tecnologia

per innovare”. le rotte tracciate, ampiamente condivise nel dibattito,

puntano all’innovazione gestionale, prima che tecnologica e di prodotto.

un vero e proprio salto culturale per affrontare le sfide del mercato

partendo da una profonda riorganizzazione dell’impresa in chiave “lean”.

/// CONFAPITITO ALLEVA

STRATEGIE>>>>>>>>>PER COMPETERE

Le PMI Padovane a confronto suI nuovI ModeLLI dI busIness Per IL rILancIo deL settore

8CREA

TIVA

/MEN

TE

interniott2011_Layout 1 17/10/11 09:17 Pagina 8

Creare una comunicazione efficace e

dinamica. veicolare le notizie per renderle

disponibili a tutti. Selezionare le

informazioni da diffondere

tramite i mass media per

raggiungere il target

desiderato. Mettere in

comunicazione le aziende con

la clientela di riferimento.

Consolidare e rafforzare la

brand identity dell’azienda.

queste sono solo alcune delle

funzioni che una buona attività

di public relations riesce a

svolgere: questo è quello che

facciamo per la Bottecchia

Cicli srl. Ci occupiamo infatti

di tutte le attività di Pr

dell’azienda, dall’ufficio stampa alla

presenza online, sino alla realizzazione del

concept per le manifestazioni fieristiche.

diversamente da quanto si può

comunemente pensare, il ruolo dell’ufficio

stampa non si esaurisce con la semplice

pianificazione pubblicitaria sulle principali

riviste del settore, ma riguarda anche la

creazione e l’invio di cartelle e di

comunicati stampa per le notizie legate

all’azienda. questi materiali vengono

anche inviati alle testate online, e

divengono argomenti da comunicare

9CREA

TIVA

/MEN

TE/// PR ONLINE

2.0> cHi

Irene Benetazzonata a chioggia il 5 agosto 1982.

> coSAmarketing, eventi, ufficio stampa.

> coMe

laureata in comunicazione d’impresa.

> QuAnTo

curiosa ed entusiasta. Precisa e puntuale nel lavoro,

ma disordinata nella vita. Affronta le sfide con passione

ed impegno.

attraverso le newsletter mensili. Siamo

presenti dunque sia a livello offline che

online per quanto riguarda le principali

riviste e portali. Continuiamo poi la

presenza online attraverso il sito internet,

sul quale vengono pubblicate le principali

news, ed attraverso il social network

facebook, e su youtube. Grazie al profilo

pubblico Bottecchia su facebook siamo

riusciti ad instaurare un rapporto

privilegiato con gli utenti fan e ad avere un

ottimo strumento per promuovere le novità

e le iniziative aziendali, e per contribuire

alla customer care.

tutte queste attività favoriscono il

consolidamento dell’identità sociale ed il

rafforzamento della notorietà e della

visibilità del brand. Sono quindi

fondamentali per creare un'immagine che

risulti duratura nel tempo e che identifichi

e valorizzi la missione e la

visione dell'azienda. È per

questo che lo stile del

brand viene mantenuto

sempre coerente.

Bottecchia reparto Corse

è la linea dedicata al

racing ed alla

competizione, ed è per

questo che tutta la

comunicazione di questo

brand ha la medesima

direzione. dal post su

facebook al sito internet,

dalla pagina pubblicitaria

alla newsletter; il carattere è sempre

chiaro e riconoscibile. lo stesso principio

lo abbiamo applicato anche per il concept

degli stand fieristici. Bottecchia infatti ha

partecipato a settembre alle principali fiere

di settore per il mondo del ciclismo,

Germania, Italia e uSA, ed ha voluto

comunicare il suo spirito competitivo al

primo colpo d’occhio. uno stand

maestoso ed accattivante studiato per

esaltare i modelli racing, per offrirli al

mondo del ciclismo esaltandone le qualità

grazie ad una struttura esclusiva.

Tutte queste attività favoriscono il

consolidamento dell’identità sociale ed il

rafforzamento della notorietà e della

visibilità del brand. Sono quindi

fondamentali per creare un'immagine che

risulti duratura nel tempo e che identifichi

e valorizzi la missione e la visione

dell'azienda.

PRinterniott2011_Layout 1 17/10/11 09:17 Pagina 9

Che futuro immagini per la tua azienda?

“Che dire, prevedere il futuro con i tempi attuali pare impresa ardua

e difficile, comunque volendo essere positivo come sempre penso

che il futuro della ISI sia in crescita ed orientato verso un mercato

nazionale rivolto a distributori qualificati, dove il servizio e la qualità

siano fondamentali al di la del prezzo che per noi viene in secondo

piano.”

Come è nata la passione per i serramenti in pvc?

“Sia io che mio fratello Mario, da sempre abbiamo creduto della

potenzialità del PvC come materiale per i serramenti, a febbraio

sono 30 anni che abbiamo iniziato l’attività e con grande

soddisfazione noto che attualmente le finestre in PvC raccolgono

un alto consenso della clientela ed essere stati tra i primi ad

utilizzare questo materiale ci pone come un’azienda di riferimento

per notorietà del marchio e immagine positiva per la competenza e

affidabilità che dimostriamo.

la scelta del materiale è stata soprattutto una scommessa in

quanto nel 1982 il legno la faceva da padrone e l’alluminio era

l’unica alternativa, voler essere differenti e proporre innovazione ci

ha dato alla lunga ragione.”

Quali sono i valori che guidano la tua azienda?

“da sempre sia io che mio fratello abbiamo cercato di “condurre”

la ISI in modo sano e professionale cercando di mettere in pratica

quelli che per noi sono i principi fondamentali per essere un’azienda

di riferimento: rapporto umano con collaboratori, clienti e fornitori;

Perseguire la qualità a 360° in azienda; regolarità e correttezza nei

confronti degli impegni economici assunti con i fornitori e

collaboratori; Avere punti di riferimento commerciali sempre rivolti

al futuro e all’avanguardia; e soprattutto “voler bene” all’azienda

senza spremerla e renderla sana.”

Che ruolo assume la formazione per la tua azienda?

“Personalmente credo molto nella formazione e cerco di partecipare

quanto più possibile a corsi ed eventi per la crescita personale, la

stessa cosa cerco di incuterla anche ai miei collaboratori interni per

una crescita sia loro personale che per la ISI.”

Un quesito che il pubblico sicuramente si sta domandando:

perché si dovrebbe preferire il pvc al tradizionale serramento

in legno?

“A questo potrei rispondere con un vecchio slogan che si usava

all’inizio quando pochi conoscevano le finestre in PvC: Assenza di

manutenzione, non fanno condensa e non scoloriscono negli anni;

A questo adesso possiamo dire che hanno un ottimo rapporto

qualità /prezzo e sono le finestre che hanno il miglior valore in

assoluto di isolamento termico, oltre ad offrire una gamma di

soluzioni completa e di molteplici possibilità di abbinamento di

colori per tutti i gusti.”

Cosa raccomandi a qualcuno che vuole aprire un’attività?

“difficile dare consigli perché credo che aprire un’attività oggi sia

difficile e che ci vuole testa e coraggio, ma se devo dare un

consiglio e quello di “voler bene” alla sua attività e di mantenere

sempre un atteggiamento corretto e rivolto ai clienti pensando

come loro.”

Cosa vuol dire nel 2011 essere un imprenditore in Italia?

“Certamente un sopravvissuto a tre anni di grosse difficoltà, ma la

positività mi porta a pensare già al 2012 ed in avanti, all’inserimento

dei figli in azienda e che le difficoltà odierne e passate hanno dato

spunti positivi per affrontare le prossime sfide.”

Cos’è il successo per te?

“Il successo è una parola troppo grande che fa sentire arrivati, io

non mi sento arrivato ed ho ancora voglia di sfide da condividere

con mio fratello ed i nostri figli, se guardo indietro un po’ di

gratificazione personale sicuramente c’è, ma preferisco guardare

all’orizzonte perché ci sono ancora tante cose da fare.”

10CREA

TIVA

/MEN

TE

/// ISI ITALIA MAURIZIO BAGGIO

interniott2011_Layout 1 17/10/11 09:17 Pagina 10

11CREATIVA/MENTE

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 11

www.xtragroove.com

> Strategia

:: Web marketing emozionale

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:: DEM - Direct E-mail Marketing

:: Piattaforma di invio newsletter

NON AVRAI ALTRO ALL’ INFUORI DI NOISEO

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 12

é nato sotto il segno del cancro nel 1941, è veneziano d’origine ma trevigiano

d’adozione. Giorgio Palesa è la prova vivente che si può diventare un imprenditore

di successo senza conoscere il prodotto e trasformare i sogni in Business Plan. La

dimostrazione di tutto ciò è che:

- Ha creato la più grande aggregazione di aziende di informatica in Italia e non sa

nulla di computer;

- Ha seguito più il mondo Aziendale che quello Culturale ma l'hanno chiamato a

presiedere la Fondazione Mazzotti;

- Non è un medico ma é Presidente di un Istituzione Sanitaria Riabilitativa come

AREP Onlus.

L’avventura di Giorgio Palesa inizia nel 1968, quando, venditore di macchine per

scrivere, convinse l’allora Presidente della Provincia di Treviso Carlo Bernini ad

acquistarne un sostanzioso numero.

Da quel momento decise di trasformarsi da venditore ad imprenditore,

guadagnandosi pian piano stima ed ammirazione nel mondo imprenditoriale e la sua

ascesa professionale non si è mai fermata.

Informatica Palesa Spa nasce a Treviso nel 1971 e, di lì a pochi anni, nel 1978,

diviene Presidente degli Artigiani all'UPAT. Nello stesso anno fonda Bit Computer srl

a Mestre ed, in rapida successione, P & G srl a Treviso nel 1982, Service Palesa snc

a Villorba nel 1985, Innova srl a Treviso nel 1986, Più Impresa Distribuzione srl a

Milano nel 1990, referente dell'AGI (Agenzia Giornalistica Italia) nel 1990, Punto Più

srl a Treviso e Milano nel 1992, Palesa Consumer a Treviso nel 1998, Immobiliare

Palesa Treviso nel 2000.

Il segreto del suo successo si racchiude in tre parole: Creatività Creatività Creatività.

L’imprenditore riesce ad accendere un cerino anche quand’è bagnato, aggira ogni

difficoltà con caparbietà e inventiva, arriva prima degli altri e ne inventa sempre di

nuove.

Quando, qualche anno prima si rese conto che la sua azienda era troppo grande

per rimanere confinata a Treviso ma troppo piccola per competere a livello nazionale,

decise che la risposta era una sola: aggregazione!

Ma la strada da percorrere fu subito irta di ostacoli e di forti resistenze da parte dei

colleghi imprenditori che facevano molta fatica a togliersi il “cappello del padrone”

per indossare quello dell’azionista. La difficoltà era confrontarsi, mettere in

discussione le proprie idee, ridisegnare gli organigrammi aziendali.

Fu allora che Palesa ricorse alla sua conoscenza del mercato, alla sua abilità di

colloquiare con le persone, capirle e parlare con il loro stesso linguaggio.

Nel 2005 diventò socio di ALDEBRA spa, frutto della fusione di altre aziende di

informatica di Trento, Bolzano, Verona, Milano, Udine. Il suo obiettivo era diventare

un punto di riferimento nel mercato del Nordest.

L’operazione fu così innovativa per il Nordest che la creazione della Palesa-Aldebra

diventò persino un Case-History studiato da Confindustria Veneto.

Giorgio Palesa ha un sogno nel cassetto: vorrebbe insegnare ai ragazzi come si fa

a diventare imprenditori, ma non come insegnano i libri o i professori nelle aule

universitarie, ma alla sua maniera, con un linguaggio semplice e fatto di esempi

concreti e di vita vissuta.

A volte però, quando ci ha provato, si è scontrato con gli insegnanti perché non

parla la loro stessa lingua ed è al di fuori degli schemi quando dice ai ragazzi che

devono essere autosufficienti e creativi, stimarsi di più, volare alto e ascoltare un po’

meno alcuni docenti “antiquati”. Nel frattempo, la vita pubblica di Giorgio Palesa non

si è mai fermata. Ai successi imprenditoriali affianca gli impegni istituzionali,

ricoprendo diverse cariche pubbliche:

dopo la Presidenza dell'Unione Artigiani di Treviso dal 1978 al 1988 diviene:

- Rappresentante del Terziario Innovativo Veneto

in Confindustria a Roma nel 1990,

- Consigliere di Amministrazione di Treviso

Tecnologia nel 2001,

- Membro di Giunta della C.C.I.A.A. di Treviso

nel 2001,

- Consigliere di Amministrazione della Lega

contro i Tumori di Treviso nel 2002,

- Presidente della Fondazione Mazzotti di

Treviso nel 2008,

- Consigliere comunale del

Comune di Villorba dal 2007

al 2010.

- Presidente e Direttore

Generale di Arep Onlus

da Maggio 2010.

/// GIORGIO PALESACREATIVITÀ, CREATIVITÀ, CREATIVITÀ

13CREATIVA/MENTE

L’imprenditore riesce ad accendere un cerinoanche quand’è bagnato, aggira ogni difficoltà concaparbietà e inventiva, arriva prima degli altri e ne

inventa sempre di nuove.

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 13

14CREATIVA/MENTE

/// PANE, AMORE E CREATIVITÀ NIENTE PAURA

> CHIAndrea Pasquinato a Padova il 16 giugno 1974

> COSAart director

> PERCHéNon rinuncia alla buona musica e gli piace stare ad ascoltare una bella storia davanti ad un bicchiere di vino o ad una birra artigianale, meglio se la sua.

> PER CHIDesigner con il pallino del cinema americano, quello che fa sognare.

Cosa vuol dire essere definiti “ispirazionali”?

I modelli ispirazionali si basano su comportamenti

o storie di vita capaci di rappresentare valori e

principi in cui un intero target possa ritrovarsi e da

cui tutti possano trarre spunti di emulazione.

Il mercato è a caccia di questi modelli che

“incarnino” lo stile del brand perché sono dei

testimonials ideali, che possono diffondere un

messaggio in modo capillare e veloce. Pensiamo a

quanto possa essere efficace per un brand poter

contare in ogni momento, per una nuova campagna

o per il lancio di nuovo prodotto, in un piccolo

esercito di clienti-fan. Ancora meglio poter disporre

di un manipolo di influenzatori che potremmo

definire super-fan, cioè dei consumatori molto

esperti del bran o del prodotto, in grado con le loro

opinioni ed il loro “vissuto” di poter influenzare molti

altri consumatori.

È evidente che il consiglio di un amico è da sempre

un potente motore di verità, non per niente

chiediamo consigli agli amici ogni volta che

facciamo un acquisto importante. Diciamo che

questa nuova frontiera del “passaparola” ha delle

potenzialità ancora inesplorate ma sono convinto

che nel prossimo futuro verrà presa in seria

considerazione. Le aziende che sapranno

coinvolgere questo target di influencer tramite

opportunità esclusive e contenuti unici avranno a

disposizione un’ arma in più rispetto ai propri

competitors. Un esempio concreto è come funziona

il social commerce di Wishpot, che si basa sul riconoscimento sociale che

un cliente affezionato ad una marca o un prodotto ottiene quando viene

riconosciuto davanti a tutti come un “esperto”. La brand reputation già

oggi comincia ad avere questi passaggi obbligati.

Forse tra qualche anno un bambino di 5 anni sognerà di diventare un

astronauta e forse sognerà di essere un modello ispirazionale, un super-

fan. In fondo già oggi c’è qualcuno che si è inventato questo nuovo

impiego. Niente paura, niente paura... si vede la luna perfino da qui.

[email protected]

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 14

///CREATIVA/MENTE SELF PROMOTIONPROGETTO H2O

Comunicare in modo accattivante e non convenzionale i valori su cui

è fondato il gruppo Creativa/Mente. Trasparenza, fiducia e chiarezza.

Una comunicazione limpida come l’acqua. Ecco a voi il “progetto

HdueO”.

Ogni azienda che compone il nostro gruppo crede infatti nella forza di

una comunicazione trasparente, basata sulla fiducia e sulla stima

reciproca. È stato per diffondere la filosofia del gruppo che abbiamo

intrapreso questa campagna di self promotion, “il progetto HdueO”,

finalizzata alla condivisione dei valori condivisi ed all’acquisizione di

nuovi contatti.

Abbiamo quindi studiato un’azione d’impatto, organizzata in due step,

per stimolare la curiosità delle persone e per agire sul loro lato

emozionale. Il primo passo è stato quello di inviare a tutti i potenziali

clienti una busta contenente una cannuccia racchiusa in una “scatola”

di cartone dalla grafica semplice ed elegante, ma allo stesso tempo

accattivante, recante solamente il logo del gruppo ed il suo sito

internet. A distanza di un paio di settimane abbiamo proceduto,

tramite un’azione di guerrilla marketing, con il secondo ed ultimo step

della campagna: abbiamo consegnato, ai prospect che avevano

ricevuto la prima cartolina, una bottiglia d’acqua personalizzata e

coordinata con la cannuccia.

Il richiamo grafico e semantico a quella strana cartolina ricevuta tempo

addietro, ha stimolato il ricordo e la curiosità nei nostri confronti nel

momento in cui abbiamo proceduto con la consegna delle bottiglie di

acqua imballata in pratici contenitori personalizzati e brandizzati.

Il “progetto HdueO” è stato dunque una comunicazione semplice e

trasparente per un’azione chiara dal grande impatto emozionale,

basata sull’elemento principale ed essenziale per l’esistenza della vita:

l’acqua.

Guerrilla marketing

È un termine coniato dal pubblicitario statunitense Jay Conrad

Levinson per indicare un insieme di tecniche di comunicazione non

convenzionale che consente di ottenere il massimo della visibilità con

il minimo degli investimenti. È una forma di promozione pubblicitaria

ottenuta attraverso l'utilizzo creativo di mezzi che fanno leva

sull'immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali. In

questa forma di promozione l'investimento si basa sul tempo,

sull'energia e sull'immaginazione.

15CREATIVA/MENTE

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 15

Ventotto anni fa decisi che dovevo migliorare la mia vita, crescere

dal punto di vista personale e professionale e da allora ho

cominciato a lavorare, leggendo centinaia di libri

sull’argomento,frequentando seminari, dialogando con esperti di

fama mondiale.

Grazie a tutto ciò ho creato nel tempo un mio metodo, prendendo

da ognuno dei formatori che ho incontrato e seminari che ho

frequentato, ciò che mi serviva.

Ed ora ecco il risultato “BASTA CHIACCHERE!”.

Chi raggiunge il successo difficilmente è disposto a condividere il

suo segreto con gli altri. Il libro nasce dal desiderio di condividere

con gli altri gli strumenti del mio successo.

Sono convinto e mi sono convinto nel corso degli anni che

qualunque persona anche la meno talentuosa, con sacrificio e

lavoro può ottenere ciò che desidera. Con l’atteggiamento mentale

corretto basato soprattutto sulla fiducia in se stessi. Fiducia e

sacrificio sono una coppia indissolubile. Sarà la fiducia stessa a

farti perseverare nel tuo impegno verso il successo. Anche se è

difficile devi continuare ad avere fiducia. Avere fiducia ti farà da

sprone per il tuo impegno. I risultati del tuo impegno concreto

alimenteranno la tua fiducia e sarai quindi pronto ad impegnarti di

più. È una ruota che deve essere alimentata.

In questo manuale di crescita personale, ho voluto mettere a

disposizione di chiunque il metodo e le tecniche che mi hanno

permesso di diventare Amministratore Delegato a soli venticinque

anni e di essere oggi uno dei protagonisti di rilievo nell’ambito del

life and business coaching.

Nel corso di sette sessioni di lavoro imparerai un metodo pratico

ed efficace per delineare e realizzare il tuo progetto di vita. Che tu

voglia potenziare alcuni aspetti della tua realtà oppure rivoluzionare

la tua quotidianità per raggiungere nuove mete, in questo manuale

troverai tutti gli strumenti necessari per modellare, affrontare e

vivere il cambiamento.

“Basta chiacchiere!” ti dimostrerà come sia sempre possibile

cambiare la direzione della tua vita.

A cominciare da oggi.

16CREATIVA/MENTE

/// MIRCO GASPAROTTO BASTA CHIACCHERE!

> CHI

> COSA

> PERCHé

MIRCO GASPAROTTOnasce il 24 febbraio del 1963 in Svizzera. Dal 2005 è Presidente diArroweld Italia, azienda leader in Italia nel settore della distribuzioneindustriale, ovvero nella vendita di strumenti e attrezzature per l’in-dustria in quattro aree: tecnologie di saldature; gomma e tecnopla-stici; strumenti di misura e controllo; utensileria professionale eabbigliamento antinfortunistico.

Mirco Gasparotto entra nell’azienda creata dall’imprenditore AntonioFumagalli, nel 1983 come semplice fattorino. Rapidamente Gaspa-rotto scala la piramide aziendale sino a diventare il braccio destrodel fondatore, per cui alla morte improvvisa nel 1988 di Fumagalli,la carica di amministratore delegato viene affidata appunto a Ga-sparotto. Nel 1990 con 3 amici (Giometto Andrea, Brazzale Ro-berto e Lorenzin Gimmi) rileva il 90% del gruppo, attraversoun’operazione di Management buy out. Nel 1995 la nuova compa-gine societaria si allarga coinvolgendo altri 7 manager. Da questomomento sino al 2001 ci sono importanti acquisizioni societarie cheportano Arroweld a raggiungere l’attuale fatturato consolidato digruppo previsto in 100 milioni di euro nel 2010, 12 società control-late, 22 siti distributivi, per totali 50000 mq ,1000 collaboratori.

IL PENSIERO AZIENDALE – “L’IMPRENDITORE INUTILE”Tutto ciò spiega Mirco Gasparotto è stato possibile grazie ad im-portanti scelte strategiche sia operative come il “management buyout” o il progetto “distinti ma non distanti”, ma anche attraverso unapproccio strategico-gestionale dal punto di vista relazionale cheprevede una forte delega di compiti e responsabilità all’interno diArroweld. La filosofia imprenditoriale di Mirco Gasparotto può rias-sumersi in una frase che ripete spesso “Il mio obiettivo come im-prenditore? Rendermi inutile.

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 16

Come ti presenteresti ai nostri lettori?

“In casual elegante, un po’ come è la mia vita. A parte gli scherzi il mio stile è

diretto e pragmatico, insomma pochi fronzoli e molta sostanza.

Un equilibrio raggiunto con un continuo lavoro su me stesso e che ancora è

un work in progress.”

Come è iniziata la tua carriera?

“Per caso. Ho annusato una buona opportunità nel settore televisivo e mi ci

sono buttato con impegno e costanza. Direi con buoni risultati.”

Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato lungo il tuo

percorso?

“Io sono dell’idea che non esistono problemi, ma solo soluzioni e che le

difficoltà sono solo delle tappe per il successo… però qualche volta il muro è

veramente alto e per superarlo serve il 110%! Le vere difficoltà sono le persone

che resistono al cambiamento e siccome da soli non si fa nulla i veri impasse

li ho trovati proprio nel “traghettare” con me

le persone nei vari cambiamenti di mercato e di tecnologia che ho vissuto in

questi anni.”

Che definizione daresti del marketing televisivo?

“È un marketing particolare, devi parlare a chi ti guarda alla tv ed a chi investe

in tv. Diciamo che è un marketing bidirezionale che deve sapersi bilanciare tra

due mondi che hanno aspettative ed esigenze diverse, ma che non possono

fare a meno uno dell’altro.”

Qual è la soddisfazione più grande nel tuo lavoro?

“Veder l’azienda crescere e lo staff orgoglioso di far parte di un grande

progetto.”

Come sta reagendo il settore televisivo all’avvento delle tv digitali e dei

nuovi media?

“La tv rimane la mamma dei media e lo sarà per ancora molto tempo.

Il digitale, quindi, è un’opportunità incredibile per gli attori in gioco, ma non tutti

(editori, utenti pubblicitari e telespettatori) l’hanno capito. Credo ci vorrà ancora

un po’ perché sia tutto assimilato bene.

I nuovi media sono in crescita, ma hanno ancora uno spazio così piccolo nel

mercato che non fanno paura. Interessante sarà valutare possibili convergenze

e sinergie.”

Com’è nato lo spirito manageriale in te?

“DNA, una predisposizione che avevo sin da ragazzo nelle compagnie l’ho

affinata con studio ed esperienza.”

Che cosa fai per mantenere il morale alto e continuare a perseverare

nei momenti bassi? Fino a che punto la fortuna è importante?

“Molto è carattere, ma è assolutamente importante nella vendita e nel

marketing essere equilibrati. Non esaltarsi nelle vittorie e non abbattersi nelle

sconfitte. Non c’è mai nulla di personale, ci sono solo nuove strade da

percorrere.

La fortuna fa parte della vita, ma normalmente una persona è il prodotto di

quello che vuole essere, poi se ha anche fortuna meglio per lui.”

Quanto importante è la gratificazione umana nel tuo lavoro?

“Siamo emozione e se non vivessimo anche di quelle il lavoro diventerebbe

arido per poi diventare stancante. Per cui una giusta dose di gratificazione è

giusto che si sia.”

Come faresti, nel tuo lavoro, senza cellulare?

“Di pancia rispondo che se ti organizzi se ne può fare a meno. Ma a freddo la

valutazione è che in effetti la tecnologia non si può fermare, quindi se il nuovo

modello di lavoro prevede l’utilizzo di strumenti che ci consento di essere

sempre connessi non possiamo negarlo e chiamarci fuori.”

17CREATIVA/MENTE

/// UOMINI DI MARKETINGALESSIO RABBOLINI

soulUTION

sono dell’idea che non esistono problemi, ma solo soluzioni e che le difficoltà sono solo

delle tappe per il successo… però qualche volta il muro è veramente alto e per

superarlo serve il 110%!

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 17

18CREATIVA/MENTE

> CHIDaniele Gusellanato a Padova il due Gennaio millenovecentosettantatre.

> COSANella vita dirigo la Puntoffset, azienda tipografica padovana con la ferma volontà di distinguersi per stile.

> COMELo definirei un modo di pensare, un modo di essere, un modo di collaborare con il mio team e con i miei clienti per creare stampati unici e di qualità.

> DICE DI SéSono una persona posata e tranquilla abituata a lavorare con costanza e metodo con l’obiettivo di far diventare la mia azienda una grande azienda, un’azienda capace di creare valore e stampati unici, riconoscibili, con stile.

/// SPAZIO STAMPA

tecnologie digitali. Nei prossimimesi assisteremo alla stampa asecco tridimensionale (oggiancora in fase disperimentazione). Come suigrandi schermi cinematografici,anche sulla carta assisteremoad incisioni sempre piùstimolanti per la nostra mente eper i nostri occhi.Sogni, sensazioni ed emozioni,tre cose che un l’uomo devesempre avere stampati nellamente per vivere bene.

Scrivere su un foglio di carta bianca può essere stile, fragranza, unicità, ma può essereanche sporcare un foglio di carta bianco con dell’inchiostro colorato a base chimicaderivante dal petrolio. Un foglio può trasmettere emozioni visive, olfattive, e tattili,attraverso forme colorate, inchiostri profumati e preziosi fogli di carta. Per scrivere pulito, per lasciare un segno bianco, una traccia ottenuta semplicementecon delle incisioni sul foglio, l’unico sistema è l’impiego della stampa a secco. Alcuni di noi “meno fortunati”, come i non vedenti, adottano questo metodo chiamatocomunemente stampa in Braille per leggere e scrivere quotidianamente, muovendosiliberamente nel mondo della comunicazione per loro oscuro. La nostra volontà per noi “fortunati” vedenti, è quella di fondere tutte le moderne tecnichedi comunicazione dei giorni nostri senza però tralasciare quelle forme classiche che nelpassato erano impiegate come valore aggiunto. L’abbinare masse di colore a testi a secco, o meglio incidere su una base bianca o atono continuo una scritta, un pay-off, un logo, fa comprendere a chi riceve il nostromateriale informativo la nostra volontà di ricercare il dettaglio unico, un dettaglio sempliceed allo stesso tempo forte, che ci rappresenti attraverso uno stile che lasci traccia.L’incisione a secco nel tempo è una forma che non si sbiadisce e non si perde, certopuò sembrare quasi una forma d’arte antica, ma oggi si sta evolvendo grazie alle nuove

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Vorrei indietro alcune cose.

Non ho mica capito con chi devo pa

rlare.

Ma le rivorrei ind

ietro.

Mi sono fatto una lista e la rilegg

o, can

cello e agg

iung

o, depenno e riscrivo.

Ho il tim

ore di averle date via senza pensarci trop

po m

a pu

re devo stare attento a non rip

rend

ermi gli inutili

rottam

i e il ciarpam

e, quelle scatole di cose varie che ti ingo

mbran

o la vita.

Vorrei indietro le m

ie carab

attole e non so a chi chiedere.

Ricordo che ho prestato spesso il m

io orgog

lio in cam

bio di due cucchiai di app

rovazione.

E ora vorrei che m

io figlio vedesse un pa

dre dritto sulla schiena

anche qua

ndo gli deve dire che

la pensione non la vedrà.

Mi sono segn

ato po

i che in qua

lche garag

e altrui ci sono i pezzi del m

io corag

gio che ho m

esso in saldo

per

comprare qu

alche chilo di tranq

uillità e qua

lche to

nnellata di fan

go da ingo

iare.

Ora che devo an

dare a visitare la m

ia amica, stessa età, stessi sog

ni, stessa musica, solo che a lei fan

no la

chem

io e dirle che sta bene senza cap

elli e che tutto si risolverà.

Mi serve il corag

gio che non trovo.

E la m

ia serenità ha un suono fesso e incrinato. No, non é stato un ba

ratto bu

ono.

Cerco anche la dispo

nibilità verso chi non conta, che m

i é stata com

pagn

a qu

ando

vivevo con niente e che deve essere rimasta abb

ando

nata all’au

togrill,

ma chissà qua

le, m

entre di corsa tran

gugiavo un cam

ogli e pensavo al prossimo giro di giostra, sem

pre un passo trop

po avanti o uno trop

po indietro, m

a mai presente.

Forse qu

alcuno l’ha

ado

ttata.

Beh…

la rivorrei se fosse po

ssibile.

Senza si vive, m

a un po’ a m

età, e non ti gusti nemmeno il camog

li.Che tu

tto sommato sono qui perché ci sono an

che gli altri.

Non rivog

lio la pau

ra del dom

ani, qu

ella no. Chiunqu

e l’abb

ia in prestito può tenerla

. Gliela regalo ma gli raccoman

do anche di tenerla lega

ta.

Mi ha fatto più male che levare il dente del giudizio e ho cap

ito che, com

e per il dente del giudizio, averla

add

osso non è sinonimo maturità

ma solo segno di un destino che tu eviti di riscrivere, a volte perché nessuno ti ha

detto che si può fa

re, a volte perché pa

gare conti non rientra nelle attività gradevoli.

Quella la lascio volentieri al suo destino con tutti i ricatti di certi falsi amici, falsi cap

i, falsi m

aestri…

Vorrei anche evitare che qua

lcuno mi riportasse il mio senso di ina

degu

atezza.

Che non l’ho m

ai voluto.

Anzi a dire la verità ogn

i volta che rifaccio l’inventario noto che, com

e una malap

ianta, tend

e a rinascere,

ricrescere, invadere le aiuole della m

ia esistenza che tento di m

antener curate e pulite.

Allora oltre a non rip

ortamelo, vorrei darne via un po

’, sepp

ellirlo questa volta, com

e le scorie nucleari, in un

vulcan

o o una miniera abb

ando

nata.

Ma so che questo invece è proprio uno di quei pezzi di anima che qu

alcuno

ci tiene sempre a ritorna

rti o a regalarti.

Beh, m

i spiace, devo prop

rio rifiutare. Gentilmente rifiutare.

Mi rifiuto di essere inad

egua

to su richiesta.

Vorrei im

pegn

armi per essere ad

egua

to al m

io desiderio.

Che chi desidera da

’ sem

pre fastidio a chi è trop

popigro per non provarci.

Per qu

esto ti dicono che non vai bene.

Non chiedo mica tanto po

i.Solo riprend

ermi quello che scioccamente

o ingenuam

ente ho mollato e m

ollare quello che,

simile ad un boomeran

g non desiderato,

mi tiene lontan

o da

i sog

ni che m

i secca

lasciare, che non vog

lio lasciare

e che sono un motivo sicuro per cui sono qu

i.C’è sem

pre un buon mom

ento per ripartire

nuovi di zecca.

Con tu

tte qu

ello che avevi perso.

Senza tutto qu

ello che non volevi più.

/// SEBASTIANO ZANOLLISENZA TUTTO QUELLO CHE NON VOLEVI PIÙ

Sebastiano Zanolli fa il manager, un manager un po’ atipico, che sceglie un

approccio alla professione misto di pragmatismo e di sentimento. Nato nel

1964 a Bassano del Grappa (Vi), dopo la laurea in Economia presso

l’Università di Cà Foscari, incontra alcune grandi aziende, tra cui Adidas,

nella quale ha ricoperto il ruolo di direttore marketing in Germania, e Diesel,

di cui è stato General Manager per la filiale italiana. Dall’Aprile del 2007

ricopre la funzione di Amministratore Delegato di 55DSL, azienda streetwear

del Gruppo Diesel.

interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:19 Pagina 20

/// THINK DIFFERENTIN MEMORY OF STEVE JOBS 24/02/1955 - 05/10/2011

21CREATIVA/MEN

TE

Questo è il discorso tenuto dal Ceo di Apple Steve Jobs, all' Universitàdi Stanford, il 12 giugno 2005 in occasione della consegna delle lau-ree.Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulladi speciale. Solo tre storie.

La prima storia parla di “unire i puntini”.

Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sonorimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo de-finitivamente. Allora perché ho smesso?Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica eralaureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione.Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tuttofu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di unavvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ul-timi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelliche poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trova-vano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel belmezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un ma-schietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”.La mia madre biologica venne a sapere successivamente che miamamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non siera mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti defi-nitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mesedopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giornosarei andato all’università.Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’uni-versità che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei mieigenitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Doposei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea dicosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’universitàmi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spen-dendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita,così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andatobene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardan-domi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbiamai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assisterealle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembra-vano interessanti.Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza neldormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei mieiamici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per racco-gliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso dicomprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette migliaattraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimanapresso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle coseche trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel pe-riodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia unesempio: il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i mi-gliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni eti-chetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccomeavevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali e pertanto non dovevo se-guire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafiaper imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Hoimparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziaturatra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore ti-pografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente de-licato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciòaffascinante.Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione praticanella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando ilprimo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così ilMac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi ab-bandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e fontspazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato ilMac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi ab-bandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i com-puter oggi non avrebbero quella splendida tipografia che orapossiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntinie avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò moltochiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.

Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, po-tete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiduciache, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano inqualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostroombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelocome volete... questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e hafatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia parla di amore e di perdita.

Fui molto fortunato - ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piut-tosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei ge-nitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e indieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad unacompagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipen-denti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione - il Ma-cintosh - un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni...quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziatada una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assu-memmo una persona - che pensavamo fosse di grande talento - perdirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andaronobene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a di-vergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Con-siglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero aspasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia interavita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualchemese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di impren-ditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato.Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi peraver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero falli-mento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dallaSilicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavoancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple nonaveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancorainnamorato. Così decisi di ricominciare.Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licen-ziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare.La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere dinuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi piùcreativi della mia vita.Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altrachiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbediventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazioneinteramente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di ani-mazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile succes-sione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e latecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rina-scimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famigliainsieme.Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe acca-duto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina conun saporaccio, ma presumo che ‘il paziente ne avesse bisogno. Ognitanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fi-ducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad an-dare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare levostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a fidanzato/ache per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevantedelle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti saràfare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro èamare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi,continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende dicuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E,come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passaredegli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Nonaccontentatevi.

La mia terza storia parla della morte.

Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava:“Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi ci avrai az-zeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i

successivi trentatré anni, mi sono guardato allo specchio ogni giornoe mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorreifare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era“No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qual-cosa.Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile cheabbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita.Perché quasi tutto - tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paurae l’imbarazzo per il fallimento - sono cose che scivolano via di frontealla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricor-darvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappolarappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere.Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansionealle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumorenel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosseun pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipodi cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore aitre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemarei miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire.Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avrestipotuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi farein modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più sempliceper la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguitoquella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nellagola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono unasonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero inanestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando vi-dero le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perchévenne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabileattraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, espero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirviora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte perme era solo un puro concetto intellettuale:Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare inparadiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto lamorte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo,nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe es-sere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambiodella Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo.Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontanoda oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio e sarete messi da parte.Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita diqualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porte-ranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate cheil rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, an-cora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ela vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel cono-scere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chia-mava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della miagenerazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui,a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita.Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed erafatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere po-laroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anniprima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concettichiari e nozioni speciali. Steward e il suo team pubblicarono diversinumeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo,fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e ioavevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numerofinale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mat-tino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipicosì avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”.Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giornodella vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, au-guro questo a voi.

Siate affamati. Siate folli.

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22CREATIVA/MEN

TE

Per la sede espositiva tradizionale del Padiglione Italia, ampliato in occasione

del 150° dell’Unità d’Italia, sono state selezionate 200 grandi personalità di

riconosciuto prestigio internazionale a cui è stato chiesto di indicare un artista

che abbia avuto una rilevanza nel primo decennio di questo millennio, dal 2001

al 2011. All’Arsenale di Venezia, una struttura che forse andrebbe rivalutata non

solo in occasione della Biennale, sono esposti 200 artisti frutto di 200 modi

diversi di concepire l’arte. Una rappresentazione che non si limita alle scelte

dei critici e non segue le tendenze delle gallerie, ma alimenta lo straordinario

connubio tra arte, letteratura, filosofia.

L’obiettivo è come ha dichiarato il Prof. Vittorio Sgarbi – “…il risarcimentodel rapporto fra letteratura, pensiero, intelligenza delmondo e arte, chiedendo, non a critici d’arte, neppure ame stesso, quali siano gli artisti di maggiore interessetra il 2001 e il 2011, ma a scrittori e pensatori, il cuicredito è riconosciuto per qualunque riflessione essifacciano sul nostro tempo”.Ho trovato molto interessante e architettonicamente intelligente il giardino

esterno dedicato ad opere scultoree di grande impatto. Se dovessi fare un

appunto invece lo farei alla scarsa illuminazione di alcune opere all’interno del

padiglione e agli spazi dedicati alle medesime, troppo caotica la disposizione

che reputo poco ariosa, con il rischio di non dare la giusta visibilità alle singole

opere.

A.P.

/// REPORTAGE

la mia biennale

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2011: un anno importante

Questo nuovo numero di C/M ha un grande significato per tutti noi perché oltre che essere il numero che segna di fatto la creazione del gruppo Creativa/Mente è anche testimone di 3 importanti anniversari: i 25 anni della Puntoffset, i 10 anni di Gusella adv e i 10 anni di Xtragroove.

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Una bella storia, breve ma ricca di emozioni e di grandi idee. Gusella

adv nasce 10 anni fa dal desiderio di marco e andrea di creare una

agenzia capace di ideare progetti di comunicazione innovativi e

emozionanti.

beh… quel desiderio è diventato realtà, in questi 10 anni l’agenzia è

cresciuta molto, in termini di qualità e di creatività ed è diventata un

punto di riferimento per i propri clienti italiani e internazionali che ne

riconoscono e condividono i valori, le idee e lo stile.

Un grande anniversario anche per Xtragroove, la web agency che

quest’anno, come Gusella adv, compie 10 anni. Questo compleanno

è però speciale, perché Stefano ed enrico, gli storici fondatori

festeggiano l’inizio di un nuovo e importante progetto di crescita

all’interno del gruppo Creativa/mente.

25 anni fa nasce Puntoffset, una nuova tipografia fondata da Renato

Gusella che, in un piccolo locale in via niccolò Tommaseo, vicino

alla Fiera di Padova ha dato il via a quella che oggi è diventata una

importante tipografia specializzata in stampati di qualità. nel 1992

entra in azienda Daniele Gusella, la tipografia inizia un nuovo

percorso di crescita e sulla base dei valori del passato si evolve e

diventa la tipografia del gruppo che punta sullo stile e la qualità come

garanzia dell’immagine dei propri clienti.

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26CREATIVA/MEN

TE

è con vero piacere che colgo l’occasione della presentazione del

nuovo gruppo Creativa/Mente per festeggiare il nostro più “vecchio”

collaboratore Mattia De Santi per i vent’anni di lavoro assieme a noi

della Puntoffset. In particolare, questo vuole essere un

ringraziamento speciale per il quotidiano contributo apportato in

maniera onesta, svolgendo con serietà il proprio lavoro, risolvendo

con competenza e professionalità le esigenze richieste dalla nostra

clientela. Io sono convinto che nel tempo, la presenza costante dei

collaboratori ha permesso alla Puntoffset di rispettare le scadenze

fissate e mantenere gli obiettivi preventivati.

L’ottimo lavoro svolto da Mattia ha garantito nel tempo uno standard

elevato perfettamente in linea con la Puntoffset, una ditta di piccole

dimensioni che realizza prodotti di alta qualità con uno stile unico ed

inconfondibile.

Grazie Mattia, continua così.

Daniele Gusella

Vent’anni con noi.

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27CREATIVA/MEN

TE

/// POLYEDRARICCARDO TASSINI

Agli albori dell’era digitale l’avevano circondata delle

previsioni nefaste. Tuttavia lei non solo è

sopravvissuta, ma oggi è in splendida forma e si

conferma strumento privilegiato per la

comunicazione. “Parliamo della carta – dice

Riccardo Tassini, Project Manager Creative Papers

di Polyedra, azienda leader in Italia nella

distribuzione di carte per la comunicazione

stampata, prodotti e forniture per ufficio, materiali

per imballaggio e supporti per sign & display – che,

in questa era dominata dal digitale e dal moltiplicarsi

dei media, è ancora uno strumento fondamentale per

la comunicazione. È, infatti, l’unica che possa

trasmettere sensazioni tattili e visive, ed è anche

l’unica che consente una straordinaria versatilità nel

comunicare, potendo inoltre essere conservata e

dunque comunicare più volte lo stesso messaggio”.

La comunicazione su carta non può essere sostituita

racconta Tassini – “i messaggi di un catalogo o di

una brochure possono essere letti e riletti, sfogliati,

guardati, studiati, pensati e desiderati nel tempo e

nei modi voluti dal lettore. Certo, l’uso e il consumo

della carta si stanno contraendo, basta pensare che

la massima parte degli stampati è fatta in economia

con il risultato diretto di un abbassamento della

SCOPRIAMO LE CARTE.UNA VOLONTÀ DI CRESCERE

CON PRODOTTI DI QUALITÀ INDIRIZZATI SIA ALLA CREATIVITÀ

DEI DESIGNER SIA ALLE NUOVE FRONTIERE

DELL’EDITORIA.

qualità, ma contemporaneamente a questa

contrazione si sta assistendo, quasi per contrasto,

ad una sempre maggiore ricerca di qualità e

differenziazione del prodotto. Sembra essere in atto

un passaggio fondamentale, la carta ormai non è più

intesa solo come semplice supporto per la stampa

ma sta diventando sempre più un vero e proprio

mezzo di comunicazione capace di trasmettere un

valore aggiunto”. E questo non solo conferma la

veridicità dell’affermazione di Marshal Mc Luhan che

sosteneva che il “media è il messaggio” ma anche la

volontà di crescere su un mercato che sa di doversi

rivolgere sempre più a prodotti di qualità, sia per la

creatività dei designer sia per le nuove frontiere del

settore editoriale. In un mondo globalizzato come il

nostro, vince chi riesce ad emergere, chi riesce ad

affermare la propria peculiarità, il proprio “io”, il

proprio valore aggiunto. Che sia ecologico, estetico,

funzionale, di lusso o altro non importa, il valore

aggiunto è fondamentale per chi cerca di

differenziarsi e lo sta diventando sempre più anche

quando si tratta del prodotto carta. Quindi la carta

non è più un semplice supporto, ma è un mezzo per

raccontare delle storie, delle scelte, l’identità del

cliente stesso.

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28CREATIVA/MEN

TE

/// GOLFERA IN LAVEZZOLACONCORSO BRESÌ

A gennaio abbiamo organizzato un concorso a premi per la Golfera in

Lavezzola spa, un’azienda italiana che da oltre 50 anni produce

salumi di alta qualità. Lo scopo di tale manifestazione era di promuovere

l’acquisto e la conoscenza di un loro prodotto, il Bresì, ovvero un salame

realizzato esclusivamente con carni di manzo italiano fresche. Questo

prodotto, per le sue qualità nutrizionali, risulta particolarmente indicato

per coloro che desiderano un’alimentazione sana e che sono attenti al

proprio benessere. Ed è stata proprio questa la caratteristica che è stata

messa in evidenza durante il concorso che, in accordo con l’azienda,

abbiamo denominato “Bresì, il benessere della leggerezza”. Il tema

della leggerezza e del benessere sono stati dunque i valori chiave del

concorso. I premi della manifestazione a premi dovevano dunque riflettere

i valori legati al concorso, ed è per questo che sono stati messi in palio

dei weekend benessere per due persone in strutture SPA esclusive.

Il concorso “Bresì, il benessere della leggerezza” è stato utilizzato inoltre

per profilare gli utenti che avrebbero aderito al concorso. Per parteciparvi

era indispensabile iscriversi al sito internet Golfera, in una sezione

riservata all’iniziativa, ed inserire i propri dati. L’estrazione è infatti stata

effettuata tra tutte le persone che si sono registrate al sito e che, nel

periodo di durata del concorso, avevano soddisfatto le condizioni di

adesione ed erano in grado di dimostrare l’acquisto spedendo all’azienda

lo scontrino relativo all’acquisto del prodotto.

Il gruppo Creativa/Mente è stato completamente coinvolto in questo

concorso, dall’organizzazione della manifestazione alla gestione

operativa, dallo sviluppo e realizzazione di materiali online ed offline,

dalla stesura del regolamento e dalle pratiche relative

all’apertura/chiusura del concorso sino ai documenti per la fideiussione

bancaria.

Come immagine guida della manifestazione abbiamo individuato una

fotografia che esprimesse il concetto di benessere e di relax, la scelta è

ricaduta quindi su due persone a cui veniva effettuato un massaggio

rilassante presumibilmente in una struttura wellness. Abbiamo quindi

unito tale immagine con i colori e lo stile della Golfera in Lavezzola, per

coordinarlo con la personalità del brand. Successivamente, il visual

ottenuto, è stato declinato in tutti i materiali relativi alla manifestazione,

dalla pagina adv al gadget porta-scontrino, dai banner online al form per

l’iscrizione, sino alle dem ed alle cartoline per confermare l’avvenuta

ricezione del premio.

PROMUOVERE UN PRODOTTO FIDELIZZANDO I PROPRI CLIENTI EDACQUISENDONE DI NUOVI. INVOGLIARNE L’ACQUISTO E LACONOSCENZA DI UN DETERMINATO ARTICOLO. PROFILARE ICONSUMATORI PER FUTURE AZIONI COMMERCIALI. OTTENERE TUTTEQUESTE COSE IN UN MODO SEMPLICE ED ACCATTIVANTE SI PUÒ: LOSTRUMENTO PERFETTO SI CHIAMA “CONCORSO A PREMI”!

Cosa sono i ConCorsi a premio

I concorsi a premi sono iniziative di natura commerciale molto utili per le aziende

perché stimolano l’acquisto di determinati prodotti con un investimento

relativamente contenuto legato alla natura dei premi messi in palio. È un modo per

promuovere la propria azienda, o singoli prodotti, che i consumatori apprezzano,

prova ne è l’ampia partecipazione.

Non bisogna però dimenticare che anche le operazioni a premio rientrano

nell’insieme dell’immagine coordinata dell’azienda, e come tali riflettono l’identità

del brand. È dunque fondamentale che anche tutti gli strumenti comunicativi legati

a tali operazioni siano coerenti con l’identità del brand per rafforzarla e non generare

confusione nei consumatori.

CONCORSO BRESÌ

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Un occhio al futuro? Troppo poco… io nel futuro mi

gioco tutto!

Conoscete il marchio Acqua&Sapone? Fino a

settembre di quest’ anno ho lavorato per l’Azienda

proprietaria, tra le altre, di questa Insenga, la Gottardo

Spa.

Undici anni fa fu un amore a prima vista. Dal giorno in

cui iniziai a lavorare in Gottardo le soddisfazioni e le

responsabilità crescevano seconde solamente alla

mia carriera.

Prima Responsabile del Controllo di Gestione, poi

Direttore Vendite di una rete di oltre 300 negozi con

più di 1.600 dipendenti.

Secondo molti amici una crescita fulminea, brillante,

ricca di esperienze positive: una carriera invidiabile.

Consolidati i risultati che con i miei collaboratori

avevamo portato all’ Azienda, nel gennaio di quest’

anno ho accettato di seguire nuovi progetti di

business. Sicuramente un’idea stimolante ma un

cambiamento che ha avuto effetti immediati nella mia

vita professionale.

Il primo effetto è stato sicuramente il divenire storia

della vita professionale che mi aveva accompagnato

sino ad allora: le relazioni ed i rapporti, dentro e fuori

Azienda, sono radicalmente mutati facendomi

passare dalla gestione di 1.600 collaboratori al non

gestirne alcuno, con l’impegnativo compito di

costruire un’area aziendale dal nulla dovendo cercare

contatti, fornitori, idee e successi. Il secondo effetto

è stato quello di mettermi velocemente in contatto

con situazioni nuove e con un network variegato;

questo perché i due filoni sui quali scelsi di sviluppare

i nuovi business aziendali erano l’estero, o meglio l’est

europeo e balcani, ed un progetto e-commerce.

Ho iniziato quindi a viaggiare ed a conoscere quelli

che consideravo Paesi di serie B, ma ci ho messo

poco a rendermi conto di quanto in realtà il mio

pensiero fosse solamente un preconcetto.

Mi è parso subito chiaro che in realtà le opportunità

che questi paesi potevano offrire erano molte e molto

più ampie rispetto all’ ormai sempre più ridotto gap

che li separa dal mondo occidentale.

Se da una parte è vero che infrastrutture,

distribuzione del reddito e tenore di vita non sono al

nostro livello, è altresì vero che lì il commercio è molto

vivo ed in frenetico sviluppo. Mi è parso presto

evidente che fare affari risulta molto più semplice, che

i costi sono molto più bassi, che il sistema dei

pagamenti non prevede modalità differenti dalla

rimessa diretta, che la domanda di investire è molto

alta e che gli investitori hanno mediamente tra i 25 ed

i 35 anni.

Preso lo schiaffo, e data la sveglia al cervello sopito,

ho iniziato a studiare la storia e la situazione politico-

economica della Polonia, della Rep. Ceca, della

Slovacchia, della Ex-Yugoslavia, della Albania e della

Bulgaria, ed ho scoperto che sono tutti paesi con

prestazioni, nell’ultimo triennio, superiori alla media

mondiale ed europea. La Polonia, ad esempio, è

l’unico paese della UE27 ad aver avuto una crescita

positiva in tutti gli ultimi tre anni; Serbia e Bulgaria

sono il 2° ed il 3° mercato finanziario per crescita nel

2010.

Parallelamente ho voltato lo sguardo anche al mondo

del web e nello specifico verso un progetto

e-commerce. Oltre all’attesa conferma sui numeri che

pongono il mercato del commercio elettronico come

sicuro protagonista per il decennio avvenire, mi sono

concentrato su quello che, a mio avviso,

risultava essere un grande problema ma

contemporaneamente una enorme opportunità: la

relazione tra il web e le aziende.

Ho appurato che esiste una forte scollatura fra le

potenzialità che il web può offrire e la capacità delle

aziende di sfruttarle. Non credo sia un problema

generazionale, bensì un problema di informazione.

Chi lavora nel web risulta solitamente avere un profilo

molto tecnico, la sua tendenza è quella di porre

l’approccio alla rete come un dovere morale, una

sorta di dogma; dal canto opposto, chi opera off-line

sottovaluta la visibilità e la credibilità che un corretto

approccio ad internet può costituire.

Con queste premesse, che risultano ormai essere veri

e propri preconcetti, è inevitabile che troppo spesso

vi sia una difficoltà di comunicazione tra le parti.

Grazie quindi ai viaggi all'estero e al percorso nella

rete, si è consolidata in me una convinzione: se si

vuole fare business oggi, e fare un business che

cresca rapidamente, bisogna puntare su idee

collocate in paesi a forte crescita, o idee che siano

b2c orientate nel world wide web.

Carico e convinto elaborai la mia strategia, i miei

progetti ed i miei piani operativi.

La mia prima mossa fu quindi quella di tentare di

spingere l’azienda a muoversi in questa direzione, ma

fu un tentativo che presto e purtroppo si dimostrò

vano. La concentrazione della proprietà era

fortemente votata al consolidamento ed alla

massimizzazione di quel modello di business che si

era dimostrato e continuava a dimostrarsi di

successo, modello che però era diventato per molti

aspetti autoreferenziale e non lasciava spazio e

visibilità ad idee e sperimentazioni. Non riuscivo ad

essere convincente o forse a trasmettere quelle che

potevano essere le potenzialità.

Cosa fare allora? Rivedere le proprie

convinzioni e giungere a compromessi

per vendere un’idea a chi avrebbe

dovuto crederci? Quanto

valeva questa idea

che giorno dopo giorno

andava a palesarsi

come vincente?

Molto, anzi per me

valeva tutto!

Dopo lunghe valutazioni

e profonde riflessioni,

mediando tra istinto e

ragione, giocando tra il

non dormirci le notti ed il palleggiare tra i valori di quel

che lasciavo (molto) e quel in cui credo (tutto) io ho

fatto la mia scelta! Ho preso la decisione di rendermi

artefice della realizzazione delle mie idee e dei miei

progetti: mi sono dimesso e mi sono messo in

proprio.

In questo preciso istante mi arriva la notizia della triste

scomparsa di

Steve Jobs ed il suo famoso discorso a Stanford

torna dirompente a darmi la carica ed a rassicurarmi:

I’ m hungry. I’m foolish!

Creare CreativaMente un brand

20 luglio 2010, nasce la rivista C/M Creativa/Mente.

21 ottobre 2011, è passato poco più di un anno e nasce Creativa/Mente il Gruppo che unisce 3 aziende

che operano nel mondo della comunicazione: Gusella adv, Puntoffset, Xtragroove.

Poco più di un anno fa, circa un anno e mezzo fa se non ricordo male, io il mio socio andrea e mio

fratello daniele, un sabato mattina eravamo seduti in sala riunioni in agenzia per discutere sul futuro e

sui progetti della Gusella adv. erano mesi che ci frullava in mente di creare qualcosa di importante e

quella mattina abbiamo deciso di far nascere Creativa/Mente, una rivista non convenzionale capace di

essere lo specchio della nostra agenzia ed uno spazio dove esprimere il pensiero nostro, dei nostri

collaboratori e dei nostri clienti. e’ passato solamente un anno e la nostra rivista è diventata qualcosa

di molto più grande, è diventata brand, è diventata il significato ed il nome del Gruppo che racchiude

le nostre aziende, Gusella adv, Puntoffset e Xtragroove.

voglio però entrare nel dettaglio e spiegarvi bene cos’è il gruppo Creativa/Mente. non è un’azienda e

tanto meno un semplice logo di un gruppo. É il significato, è il senso, è il sogno. É l’armonia di valori

che legano le nostre aziende e che al tempo stesso ne sono il motore. vi chiederete quali sono questi

valori. Presto detto: entusiasmo, trasparenza, Serietà, Onestà, Credibilità, Condivisione.

Creativa/Mente è un brand al servizio del brand, con il chiaro e dichiarato obiettivo di studiare, definire

ed applicare le corrette modalità per porsi nel mercato.

e la nostra rivista? Quell’inconfondibile plico dalla copertina monocromo con la C e M a rilievo nata un

anno fa? non è cambiata, si è evoluta, è diventata un house organ creativo.

C/M mantiene lo spirito di sempre, il suo spirito di confronto confidenziale, dove i creativi si mettono a

confronto con imprenditori e dove esperti di comunicazione e marketing portano la loro esperienza.

in questo numero, color Magenta, a differenza dei precedenti c’è qualcosa di più grande, non c’è più

solamente il team Gusella adv, c’è il gruppo Creativa/Mente, un piccolo gruppo capace grazie ai suoi

uomini di fare grandi cose.

edito-ria-le

/// ANDREA CARONE MI GIOCO TUTTO!

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Se si vuole fare businessoggi, e fare un business

che cresca rapidamente,bisogna puntare su ideecollocate in paesi a forte

crescita, o idee che sianob2c orientate nel world

wide web.

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CR

EATI

VA/M

ENTE

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LABORATORIO DI IDEE GRUPPO CREATIVA/MENTE OTTOBRE2011

www.creat iva-mente. info

*in caso di... comunicazione

*Usare tempestivamente in caso di “comUnicazione”.

Una comunicazione di valore per realizzare idee sempre nuove ed interessanti

da trasmettere agli altri. Ideazione e creazione di nuovi progetti ottenuti grazie

a conoscenze condivise finalizzate allo sviluppo ed alla realizzazione di un

nuovo concept. Una comunicazione creativa ed efficace ottenuta tramite la

personalizzazione di un’idea e la migliore realizzazione di valore. Crediamo

nella trasparenza, nell’innovazione e nella conoscenza condivisa. Un gruppo

in costante evoluzione per soddisfare le esigenze del cliente con realizzazioni

personalizzate sia online che offline.

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