LABORATORIO DI IDEE GRUPPO CREATIVA/MENTE OTTOBRE2011
www.creat iva-mente. info
*in caso di... comunicazione
*Usare tempestivamente in caso di “comUnicazione”.
Una comunicazione di valore per realizzare idee sempre nuove ed interessanti
da trasmettere agli altri. Ideazione e creazione di nuovi progetti ottenuti grazie
a conoscenze condivise finalizzate allo sviluppo ed alla realizzazione di un
nuovo concept. Una comunicazione creativa ed efficace ottenuta tramite la
personalizzazione di un’idea e la migliore realizzazione di valore. Crediamo
nella trasparenza, nell’innovazione e nella conoscenza condivisa. Un gruppo
in costante evoluzione per soddisfare le esigenze del cliente con realizzazioni
personalizzate sia online che offline.
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Un occhio al futuro? Troppo poco… io nel futuro mi
gioco tutto!
Conoscete il marchio Acqua&Sapone? Fino a
settembre di quest’ anno ho lavorato per l’Azienda
proprietaria, tra le altre, di questa Insenga, la Gottardo
Spa.
Undici anni fa fu un amore a prima vista. Dal giorno in
cui iniziai a lavorare in Gottardo le soddisfazioni e le
responsabilità crescevano seconde solamente alla
mia carriera.
Prima Responsabile del Controllo di Gestione, poi
Direttore Vendite di una rete di oltre 300 negozi con
più di 1.600 dipendenti.
Secondo molti amici una crescita fulminea, brillante,
ricca di esperienze positive: una carriera invidiabile.
Consolidati i risultati che con i miei collaboratori
avevamo portato all’ Azienda, nel gennaio di quest’
anno ho accettato di seguire nuovi progetti di
business. Sicuramente un’idea stimolante ma un
cambiamento che ha avuto effetti immediati nella mia
vita professionale.
Il primo effetto è stato sicuramente il divenire storia
della vita professionale che mi aveva accompagnato
sino ad allora: le relazioni ed i rapporti, dentro e fuori
Azienda, sono radicalmente mutati facendomi
passare dalla gestione di 1.600 collaboratori al non
gestirne alcuno, con l’impegnativo compito di
costruire un’area aziendale dal nulla dovendo cercare
contatti, fornitori, idee e successi. Il secondo effetto
è stato quello di mettermi velocemente in contatto
con situazioni nuove e con un network variegato;
questo perché i due filoni sui quali scelsi di sviluppare
i nuovi business aziendali erano l’estero, o meglio l’est
europeo e balcani, ed un progetto e-commerce.
Ho iniziato quindi a viaggiare ed a conoscere quelli
che consideravo Paesi di serie B, ma ci ho messo
poco a rendermi conto di quanto in realtà il mio
pensiero fosse solamente un preconcetto.
Mi è parso subito chiaro che in realtà le opportunità
che questi paesi potevano offrire erano molte e molto
più ampie rispetto all’ ormai sempre più ridotto gap
che li separa dal mondo occidentale.
Se da una parte è vero che infrastrutture,
distribuzione del reddito e tenore di vita non sono al
nostro livello, è altresì vero che lì il commercio è molto
vivo ed in frenetico sviluppo. Mi è parso presto
evidente che fare affari risulta molto più semplice, che
i costi sono molto più bassi, che il sistema dei
pagamenti non prevede modalità differenti dalla
rimessa diretta, che la domanda di investire è molto
alta e che gli investitori hanno mediamente tra i 25 ed
i 35 anni.
Preso lo schiaffo, e data la sveglia al cervello sopito,
ho iniziato a studiare la storia e la situazione politico-
economica della Polonia, della Rep. Ceca, della
Slovacchia, della Ex-Yugoslavia, della Albania e della
Bulgaria, ed ho scoperto che sono tutti paesi con
prestazioni, nell’ultimo triennio, superiori alla media
mondiale ed europea. La Polonia, ad esempio, è
l’unico paese della UE27 ad aver avuto una crescita
positiva in tutti gli ultimi tre anni; Serbia e Bulgaria
sono il 2° ed il 3° mercato finanziario per crescita nel
2010.
Parallelamente ho voltato lo sguardo anche al mondo
del web e nello specifico verso un progetto
e-commerce. Oltre all’attesa conferma sui numeri che
pongono il mercato del commercio elettronico come
sicuro protagonista per il decennio avvenire, mi sono
concentrato su quello che, a mio avviso,
risultava essere un grande problema ma
contemporaneamente una enorme opportunità: la
relazione tra il web e le aziende.
Ho appurato che esiste una forte scollatura fra le
potenzialità che il web può offrire e la capacità delle
aziende di sfruttarle. Non credo sia un problema
generazionale, bensì un problema di informazione.
Chi lavora nel web risulta solitamente avere un profilo
molto tecnico, la sua tendenza è quella di porre
l’approccio alla rete come un dovere morale, una
sorta di dogma; dal canto opposto, chi opera off-line
sottovaluta la visibilità e la credibilità che un corretto
approccio ad internet può costituire.
Con queste premesse, che risultano ormai essere veri
e propri preconcetti, è inevitabile che troppo spesso
vi sia una difficoltà di comunicazione tra le parti.
Grazie quindi ai viaggi all'estero e al percorso nella
rete, si è consolidata in me una convinzione: se si
vuole fare business oggi, e fare un business che
cresca rapidamente, bisogna puntare su idee
collocate in paesi a forte crescita, o idee che siano
b2c orientate nel world wide web.
Carico e convinto elaborai la mia strategia, i miei
progetti ed i miei piani operativi.
La mia prima mossa fu quindi quella di tentare di
spingere l’azienda a muoversi in questa direzione, ma
fu un tentativo che presto e purtroppo si dimostrò
vano. La concentrazione della proprietà era
fortemente votata al consolidamento ed alla
massimizzazione di quel modello di business che si
era dimostrato e continuava a dimostrarsi di
successo, modello che però era diventato per molti
aspetti autoreferenziale e non lasciava spazio e
visibilità ad idee e sperimentazioni. Non riuscivo ad
essere convincente o forse a trasmettere quelle che
potevano essere le potenzialità.
Cosa fare allora? Rivedere le proprie
convinzioni e giungere a compromessi
per vendere un’idea a chi avrebbe
dovuto crederci? Quanto
valeva questa idea
che giorno dopo giorno
andava a palesarsi
come vincente?
Molto, anzi per me
valeva tutto!
Dopo lunghe valutazioni
e profonde riflessioni,
mediando tra istinto e
ragione, giocando tra il
non dormirci le notti ed il palleggiare tra i valori di quel
che lasciavo (molto) e quel in cui credo (tutto) io ho
fatto la mia scelta! Ho preso la decisione di rendermi
artefice della realizzazione delle mie idee e dei miei
progetti: mi sono dimesso e mi sono messo in
proprio.
In questo preciso istante mi arriva la notizia della triste
scomparsa di
Steve Jobs ed il suo famoso discorso a Stanford
torna dirompente a darmi la carica ed a rassicurarmi:
I’ m hungry. I’m foolish!
Creare CreativaMente un brand
20 luglio 2010, nasce la rivista C/M Creativa/Mente.
21 ottobre 2011, è passato poco più di un anno e nasce Creativa/Mente il Gruppo che unisce 3 aziende
che operano nel mondo della comunicazione: Gusella adv, Puntoffset, Xtragroove.
Poco più di un anno fa, circa un anno e mezzo fa se non ricordo male, io il mio socio andrea e mio
fratello daniele, un sabato mattina eravamo seduti in sala riunioni in agenzia per discutere sul futuro e
sui progetti della Gusella adv. erano mesi che ci frullava in mente di creare qualcosa di importante e
quella mattina abbiamo deciso di far nascere Creativa/Mente, una rivista non convenzionale capace di
essere lo specchio della nostra agenzia ed uno spazio dove esprimere il pensiero nostro, dei nostri
collaboratori e dei nostri clienti. e’ passato solamente un anno e la nostra rivista è diventata qualcosa
di molto più grande, è diventata brand, è diventata il significato ed il nome del Gruppo che racchiude
le nostre aziende, Gusella adv, Puntoffset e Xtragroove.
voglio però entrare nel dettaglio e spiegarvi bene cos’è il gruppo Creativa/Mente. non è un’azienda e
tanto meno un semplice logo di un gruppo. É il significato, è il senso, è il sogno. É l’armonia di valori
che legano le nostre aziende e che al tempo stesso ne sono il motore. vi chiederete quali sono questi
valori. Presto detto: entusiasmo, trasparenza, Serietà, Onestà, Credibilità, Condivisione.
Creativa/Mente è un brand al servizio del brand, con il chiaro e dichiarato obiettivo di studiare, definire
ed applicare le corrette modalità per porsi nel mercato.
e la nostra rivista? Quell’inconfondibile plico dalla copertina monocromo con la C e M a rilievo nata un
anno fa? non è cambiata, si è evoluta, è diventata un house organ creativo.
C/M mantiene lo spirito di sempre, il suo spirito di confronto confidenziale, dove i creativi si mettono a
confronto con imprenditori e dove esperti di comunicazione e marketing portano la loro esperienza.
in questo numero, color Magenta, a differenza dei precedenti c’è qualcosa di più grande, non c’è più
solamente il team Gusella adv, c’è il gruppo Creativa/Mente, un piccolo gruppo capace grazie ai suoi
uomini di fare grandi cose.
edito-ria-le
/// ANDREA CARONE MI GIOCO TUTTO!
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Se si vuole fare businessoggi, e fare un business
che cresca rapidamente,bisogna puntare su ideecollocate in paesi a forte
crescita, o idee che sianob2c orientate nel world
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TE2 / dA MArChIo A MArCA - CoMe fAre BrANd
4 / GIANNI SIMoNAto - Il BrANd Nell’IMPreSA dI CrIStAllo
6 / 10 ANNI dI hoMe fItNeSS
8 / tIto AllevA - StrAteGIe Per CoMPetere
9 / Pr oNlINe 2.0
10 / ISI ItAlIA - MAurIzIo BAGGIo
13 / GIorGIo PAleSA - CreAtIvItà, CreAtIvItà, CreAtIvItà
14 / PANe, AMore e CreAtIvItà - NIeNte PAurA
16 / MIrCo GASPArotto - BAStA ChIACChere!
17 / uoMINI dI MArketING - AleSSIo rABBolINI
18 / SPAzIo StAMPA - SCrIvere eMozIoNI, lASCIANdo uN SeGNo
20 / SeBAStIANo zANollI - SeNzA tutto quello Che NoN volevI PIù
22 / rePort - lA MIA BIeNNAle
27 / PolyedrA - rICCArdo tASSINI - SCoPrIAMo le CArte
28 / GolferA IN lAvezzolA - CoNCorSo BreSì
29 / ANdreA CAroNe - MI GIoCo tutto
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C/M house organ of Gruppo Creativa/Mente
via d. Scapin 36 - 35020 Ponte S. Nicolò - Padova
tel. +39 049 717110
art director Andrea Pasqui - [email protected]
ufficio grafico [email protected]
ufficio stampa Irene Benetazzo - [email protected]
stampa Puntoffset - [email protected]
Sebastiano
Zanolli
Gianni
Simonato
Tito
Alleva
Giorgio
Palesa
Mirco
Gasparotto
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COMEFAREBRANDCon questo numero ho deciso di creare unappuntamento fisso, una rubrica dedicataalla materia che più mi affascina, che hoiniziato a studiare e che sarà il fulcroattorno al quale ruoterà la comunicazionedel futuro. questa materia ha un nomepreciso che nel design dellacomunicazione significa progettostrategico e creativo di costruzionedell'identità e dell'immagine di una marcao brand appunto.questa materia si chiama branding.Ma facciamo chiarezza una volta per tuttee capiamo assieme cos’è. Brand, è il
termine anglosassone che in italiano si puòtradurre in marca. Il brand, o marca quindi,è una combinazione di elementi con cui siidentifica un prodotto o servizio e cherende il prodotto o servizio stessoidentificabile e distintivo rispetto allaconcorrenza sul mercato.
In questo contesto Creativa/Mente, ilgruppo che abbiamo deciso di presentarecon questo numero di C/M, si presentacome garante per i nostri clienti di unacomunicazione organica e coerente, siaessa offline o online, orientata alla
costruzione di un brand forte ericonoscibile.Nel primo appuntamento di questa rubrica,prima di addentrarmi nella materia, hodeciso di fare chiarezza sui termini legati albranding con un sintetico dizionario.
Marco [email protected]
Brand namee’ il nome della marca. Spesso usatocome sinonimo di "brand" sebbenesia più corretto utilizzarlo per indicarela scritta (insieme di caratteridattilografici senza una specificaformattazione). In tale contesto ilbrand name costituisce una sorta dimarchio (trademark).
Brand identitye’ l’identità di marca, è tutto ciò chel'impresa vuole che i consumatoripercepiscano utilizzando i propriprodotti. risulta chiaro che la brandidentity in un processo di marketingvirtuoso si avvicina il più possibile allabrand image.
Brand designe’ il design di un marchio erappresenta l’interfaccia visiva percomunicare il brand. Il design di un
marchio ha la funzione di definire lacodifica con cui una marca trasmettei propri valori.
Brand recognitione’ l’indice che misura la capacità deiconsumatori di ricollegare una marcaal prodotto o all'azienda che essacontraddistingue tramite il suo logo,la sua comunicazione e la suaimmagine.
Brand perceptione’ la conoscenza di marca che sisviluppa in:- Brand awareness, è la notorietà eindica la capacità dei consumatori diidentificare un particolare brand.- Brand image, è l’immagine dellamarca che racchiude le idee e leaspettative presenti nelle menti deiconsumatori legate a un prodotto oservizio.
Brand naminge’ il nome di una marca ed èl’essenza della comunicazione deivalori del brand.
Brand personalitye’ la personalità del brand che servea creare differenziazione, unicità ericonoscibilità durevoli nel mercato.
Brand equitye’ il patrimonio di marca. e’ l’insiemedei valori guida. e’ l'asset strategicoprimario per il business di un'azienda,che deve considerare la marca il veroe primo prodotto da vendere.
Brand valuee’ il valore della marca in ipotesi dicessione, cioè indica il valoreeconomico insito nel brand.
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Brand essencee’ l’essenza della marca, è l'espressionepiù semplice ed immediata dellapromessa di una brand (esempio:Mercedes=eleganza)
Brand fidelitye’ il livello di fedeltà alla marca da partedei consumatori che permette all'impresadi ottenere una differenziazione delprodotto dalla concorrenza
Brand experiencee’ il contatto dei consumatori con il branded è legato alla sperimentazione deiprodotti o servizi della marca
Brand positioninge’ la posizione distintiva che un brandassume nel suo mercato e nel suocontesto competitivo per assicurarsi cheil mercato di riferimento lo percepiscacome differente rispetto ai concorrenti.
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RUBRICA:DA M
ARCHIO A M
ARCA
DIZIONARIODEL BRAND
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http://www.simonatopartners.com +
La connessione tra strategia del personale ebrand è molto stretta. E la ragione sta neicambiamenti che stanno avvenendo nelrapporto impresa-ambiente. Fino a qualche annofa l’organizzazione delle imprese, modellata suivecchi modelli fordisti e tayloristi, vedeva leimprese divise tra interno ed esterno. La stessaorganizzazione prevedeva una comunicazioneinterna ed una comunicazione esterna, di fattosancendo la divisione tra dentro e fuori. Alcunifenomeni hanno cambiato questo sistema digoverno:1. l’informatizzazione che ha reso disponibile undifferente modello di lavoro2. le reti aziendali, che hanno connesso lepersone3. Internet che ha aperto l’informazioneall’esterno 4. I social network che hanno aggregato lepersone5. l’aumentata scolarizzazione che impone undifferente sistema di conduzione del personaleNel vecchio modello fordista il brand si potevacreare a prescindere dal vero caratteredell’azienda. Azienda poco attente alla qualità,al personale, al cliente, potevano benissimoessere presentate su carta patinata daipubblicitari e rese famose da campagnepubblicitarie che costruivano un brand “difumo”.Il brand poteva seguire quindi un suo corso, deltutto slegato da ciò che avveniva all’internodell’azienda. L’azienda decideva di posizionarsiin relazione ai suoi budget ed ai suoi desiderata.Oggi al contrario è il consumatore che posizional’azienda, che ne parla in rete e trae un suogiudizio finale.Il rapporto tra azienda e brand passava quindisulla via del brief di cosa comunicare, a chi, conquali investimenti. Nel vecchio modello fordista,quindi, protagonista assoluta delposizionamento del brand era l’azienda stessa.Le imprese di oggi e di domani, al contrario, sonocome vasi di cristallo: trasparenti. Ciò che vienefatto dentro l’azienda è immediatamenteconosciuto all’esterno. Ecco quindi che governodelle persone e brand vanno di pari passo. Unabuona gestione delle persone è parte attiva nellacostruzione del brand. Se la gestione delpersonale non gira, non c’è campagnapubblicitaria che tenga. Il brand ne risultairrimediabilmente penalizzato. Sono tantissimi icasi di aziende che hanno accusato duri colpiall’immagine del brand a causa di notizierelative alla gestione interna, immediatamentefatte conoscere all’esterno.Quali sono allora i pilastri sui quali si dovrebbeconcentrare una attenta organizzazione delpersonale, e quali strumenti impiegare?Andando ad analizzare migliaia di casi dipersone con cui ho lavorato negli ultimi 20 anniho trovato delle caratteristiche comuni nelleaziende che praticano una attenta politica digestione delle persone. Questa politica si puòriassumere nell’acronimo PEOPLE, che staper Psyche, Energy, Options, Persistence,Leadership, Empowerment. Le aziende che sviluppano un buon rapporto conil proprio personale, seguono questo modello.
PSYCHE. “Quando hai la giusta“testa”, sai dove stai andando e cosavuoi ottenere, e qualsiasi cosa possadire la gente non ha nessunaimportanza. La “testa giusta”comprende la conoscenza di cosa vuoie l’avere un piano per ottenerla.Quando la tua testa è al suo postoseguirai sempre il tuo cuore ”KurtMortensen – Maximum Influence .Occorre riprendere il controllo di sestessi, facendosi domande per otteneredelle risposte. Il nemico da battere èdentro di noi, prima di tutto, quindiparola d’ordine: metti a posto te stessoper stare meglio con gli altri. SteveJobs ha tenuto la testa a posto, quandogli altri produttori di computerandavano in una direzione opposta. Lasua testa lo portava a seguire il suocuore.
ENERGY “Se usi ripetutamente il tuo corpo inmaniera debole, ossia le tue spallenormalmente cadono e cammini comeuno stanco, tu ti sentirai stanco. Questoperché è il tuo corpo che conduce letue emozioni.” Anthony Robbins –Awaken Giant Within. Quando ti capitaqualcosa, soprattutto notizie negative,occhio all’energia. Se decidi nelmomento in cui l’energia è bassa, le tueazioni saranno deboli, ed i tuoi pensierinegativi aumenteranno
OPTIONSHai la testa nella scatola? Allora nonhai opzioni, e il tuo mondo sarà lascatola! Affidando la propria carrieraagli altri, cercando solo posti fissi,magari facendo anche poca o nessunaformazione, la persona si chiude in unascatola, dalla quale è difficile uscirne.La libertà implica invece possibilità discelta, e la scelta è datadall’esplorazione di nuove vie. In Indiagli elefantini vengono legati ad unagamba con una catena e, quandocrescono, continueranno a pensare chela catena li blocchi. Basterebbe unpiccolo strappo e sarebbero liberi, manon lo fanno, perché hanno la testanella scatola.
PERSISTENCELa persistenza è la ragione numeroUNO del perché del successo nella vita.C’è un vecchio detto, che suona così: ‘‘Alcuni vogliono; altri non vogliono; Chise ne frega! Chi è il prossimo?”Kurt Mortensen – Maximum InfluenceLe persone di successo hanno questacaratteristica in comune: nondemordono, provano e riprovano, fino aquando non sono contente di ciò che
ottengono. Vale per chi fa dei semplici lavori di pulizia, di battitura testi, diproduzione software, di vendita, per non parlare dei fenomeni come Steve Jobsche per 15 anni, dopo essere uscito da Apple, non ha mai smesso di pensaredi tornare nell’azienda da lui creata, che lo aveva licenziato.
LEADERSHIP“Non conosco nessun leader di successo che non tenga a mente ogni giornoquesta formula: E(venti) + R(isposte) = R(isultati) (Eventi+ Risposte =Risultati). L’idea di base è che ogni risultato che tu esperimenti nella vita (siasuccesso o fallimento, ricchezza o povertà, benessere o malattia, intimità oestraneità, gioia o frustrazione) è il risultato di come hai risposto ad unprecedente evento nella tua vita. Le persone di successo non solo lo sannoistintivamente, ma prendono l'abitudine di rispondere in modi che generano irisultati che vogliono, anche durante le esperienze estremamente difficili oeventi apparentemente indipendenti dalla loro volontà.” Jack CanfieldEMPOWERMENT“L’essenza dell’empowerment è la consapevolezza che il potere è già nellepersone. Ciò che serve è creare le condizioni che lo possano scatenare.”Stephen CoveyEmpowerment è molto più di delega alle persone. E’ tirar fuori dalle personela consapevolezza e la responsabilità che molto spesso sono ancora soffocatedai retaggi culturali e scolastici.La domanda che va posta al personale per ottenere una eccellente conduzionedello stesso è la seguente: Quanto lungo è il ponte che vuoi attraversare?
Dove vuoi andare?Dove sei ora?Questo nuovo modo di gestire le persone richiede strumenti differenti dalpassato. Gestire in ottica PEOPLE significa che sia la persona a prendere inmano la sua vita. Ma la persona non è abituata, non sa farlo, e rimane comesmarrita e paralizzata di fronte a questo modo di vedere il mondo. Ecco perchéil coaching è fondamentale per aiutare le persone a raggiungere ciò chevogliono. Questa è la straordinaria opportunità di questi anni e dei prossimi avenire, a patto di cambiare le proprie convinzioni ed entrare in una dimensionedi pensiero totalmente diversa. Il coach è la figura che affianca la persona, netira fuori il meglio, la segue per affrontare il percorso che essa ha deciso difare. Le persone non sono più considerate “un male necessario”, al contrariosono in grado di fare la differenza tra mediocrità ed eccellenza dell’azienda. Creare un ambiente con le caratteristiche PEOPLE significa creare una aziendache può dare risultati importanti all’interno ed all’esterno. E dato che leaziende sono fatte di persone questo lavoro sulle persone contribuisce adefinire il suo brand verso l’esterno. Quando le notizie positive circolano, lepersone parlano tra loro, e la reputazione si diffonde. Così facendo il brandcomincia ad essere allineato ai valori fondamentali dell’azienda. Lacomunicazione diventa quindi vera, non occorre inventare delle storie “difumo” per creare il brand. Al contrario, tutto ciò che non è autenticorischierebbe di essere controproducente per l’azienda stessa. Brand e PEOPLEinsieme quindi per il successo nel business, nell’impresa di cristallo.
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/// GIANNI SIMONATOIL BRAND NELL’IMPRESA DI CRISTALLO
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www.gusel la-adv.com
Ripristina il SI NIFICATO autentico, per il tuo brand.
imma inedesi nmarketin strate iarafica
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Stima e fiducia, entusiasmo e passione. 10 anni di
collaborazione, dalla sua genesi sino ad ora. un percorso
stimolante e gratificante intrapreso nel 2001 con Mirco
Castellani, il fondatore di Jk fitness, l’azienda che in questi anni
è diventata leader italiana per il settore dell’home fitness.
un viaggio cominciato individuando i valori e la mission che
avrebbero guidato la Jk fitness, perché solo attraverso la
comprensione di questi fattori è possibile creare una
comunicazione efficace e coerente per il brand. Stile, benessere,
performance, dinamicità, tecnologia, eleganza, fitness e
wellness. questi i caratteri distintivi del brand che dovevano
emergere sin dalle prime comunicazioni. Abbiamo dunque
proceduto con lo studio del logo. volevamo, in poche linee,
esprimere la dinamicità del fitness e la professionalità degli
attrezzi, ed è per questo che abbiamo unito uno stile elegante a
degli uomini stilizzati disegnati a mano, in un atteggiamento
tipico delle persone che svolgono attività sportiva.
l’idea del benessere legato all’home fitness risulta evidente sia
dal primo catalogo del 2002, che dal sito internet ad esso
coordinato. una comunicazione basata sul marchio per
consolidare la sua identità sul mercato e nella mente nel
consumatore. Abbiamo dunque preferito non inserire al suo
interno elementi, come avrebbero potuto essere le immagini
fotografiche, che potessero distrarre il consumatore dal brand.
In questi 10 anni Jk fitness ha conquistato il settore dell’home
fitness italiano, e la comunicazione legata al brand ha subito delle
evoluzioni di stile pur preservando l’identità del brand stesso.
Cataloghi dal formato sempre più appariscente e particolare…
ampio spazio alle immagini fotografiche ambientate in situazioni
domestiche per mostrare il reale utilizzo degli attrezzi… linee di
prodotto sempre più eleganti grazie al nuovo design… armonia
tra mente e corpo ottenuta grazie all’attività fisica… la possibilità
di creare uno spazio dinamico all’interno della propria
abitazione…. attrezzi sempre più performanti per l’allenamento
quotidiano…
Nel 2010 è stata creata la linea i-motion, ovvero la linea di
prodotti specifici per l’home fitness, differenziata l’anno
successivo da i-tech, ovvero dalla gamma di attrezzi
professionali per palestre. queste innovazioni di prodotto sono
state accompagnate da novità anche dal punto di vista
comunicativo. È stata creata, sul sito internet Jk fitness, la
sezione My Personal Trainer, ovvero una sezione nella quale è
possibile vedere filmati esemplificativi di esercizi che si possono
eseguire con le diverse macchine. questi filmati sono stati
lanciati anche attraverso il profilo pubblico sul social network
facebook e su youtube per diffonderli in maniera virale ed
aumentare così il buzzing spontaneo del brand.
Il catalogo 2012 racchiude tutte le evoluzioni che Jk fitness ha
fatto sino ad oggi. È l’espressione del brand e dei suoi valori. la
ricercatezza e la professionalità di attrezzi per l’home fitness, sia
professionale che domestico, è stata sviluppata attraverso linee
semplici ed eleganti. Abbiamo realizzato un servizio fotografico
ad altissimo livello presso Photo design, uno studio specializzato
nell’arte della luce, per evidenziare maggiormente le linee degli
attrezzi. Abbiamo inserito poi all’interno del catalogo stesso dei
qr code in corrispondenza dei prodotti per i quali sono stati
realizzati nuovi video, in modo tale da renderli fruibili direttamente
attraverso smart phone, unendo così le innovazioni tecnologiche
al più tradizionale catalogo cartaceo, impreziosito da stampa in
rilievo in copertina.
uno speciale logo è stato poi creato dal nostro art director per
festeggiare i 10 anni di home fitness di Jk fitness, l’azienda che
in questi pochi anni è nata ed è diventata leader indiscusso nel
settore!
///10 ANNI DI HOME FITNESSMIRCO CASTELLANI
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Studio del Marchio Aziendale e suo restyling.
2001 - Abbiamo disegnato e ideato, in poche linee grafiche, un logo capace di
esprimere la dinamicità del fitness e la professionalità degli attrezzi.
2010 - Fedeli alla brand identity siamo intervenuti con un leggero restyling grafico per
rendere il marchio più attuale ed in linea con i nuovi stili e le nuove tendenze. 2001 2010
2001 - il primo catalogo generale
Formato 24x24 cm. - 32 pagine
copertina plastificata opaca con logo JK lavorato in argento a caldo.
2001 - Attuale catalogo generale
Formato 30x26 cm. - 116 pagine
copertina plastificata lucida con lavorazioni a rilievo a secco.
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export, innovazione e sinergia tra imprese ed enti sono stati al centro del
dibattito “Strategie Su Misura. Idee e opportunità per il settore legno –
arredo del territorio padovano”, organizzato da Sistema Casa Confapi
Padova all’interno di “Casa Su Misura”, la fiera di riferimento per il settore
della subfornitura edile in veneto.
Sistema Casa è il coordinamento delle aziende edili di Confapi Padova.
Costituito appena un anno fa, il gruppo guidato da Mauro Marinello
(Marinello tende s.n.c.) ha chiamato a raccolta tutti i rappresentanti delle
categorie economiche coinvolte nel settore per parlare di strategia e
guardare al futuro: da Confindustria a Confesercenti, dalla Confartigianato
alla CNA, tutte le sezioni del legno e dell’arredo hanno risposto con
entusiasmo all’invito di Confapi.
l’incontro, vero e proprio confronto tra operatori del settore, ha analizzato
le prospettive e i possibili spazi di crescita “in un momento
indubbiamente non facile – come ha spiegato il Presidente di Confapi
Padova, tito Alleva, aprendo i lavori - caratterizzato da aziende chiamate
quotidianamente a reinventarsi per competere all’interno di un contesto
estremamente mutevole. oggi il ruolo dell’imprenditore va interpretato in
chiave strategica. Non si può immaginare di restare sul mercato stando
fermi o ancorati a modelli di gestione obsoleti. Bisogna quindi
comprendere quali sono le opportunità e quali i limiti per competere e,
possibilmente, crescere”.
“le nostre aziende – ha proseguito Alleva - hanno potuto prosperare fino
ad oggi forti di un mercato locale prospero. Il contesto è cambiato: è
indispensabile guardare all’export, conoscendone le difficoltà e le
competenze tecniche necessari. Il nostro mercato domestico deve essere
l’europa. I nostri confini non sono più in Slovenia o in francia, ma sul
mediterraneo che rinasce, nella russia dei nuovi ricchi e nel nuovo ceto
medio dei mercati asiatici in forte espansione. Il confronto è prezioso
perché dobbiamo guardarci in faccia tutti per rispondere ad una domanda
impellente: come possiamo organizzarci? Come possiamo giocare la
nostra partita su un campo così vasto e competitivo? Non possiamo
rimandare oltre il problema, i nostri colleghi di altri paesi più o meno
distanti si stanno ponendo le stesse domande. e le loro risposte – ha
concluso Alleva - le vediamo già presenti in maniera prorompente sul
nostro mercato interno sotto forma di nuovi competitor”.
Preziosi stimoli al dibattito sono arrivati dai brillanti interventi dei relatori:
il primo a cura del prof. Paolo Gubitta e del dott. diego Campagnolo
dell’università degli Studi di Padova, il secondo a cura dell’ing. dmitri
Wolfson, di finint e Wolfson Associati e autore del libro “triz. tecnologia
per innovare”. le rotte tracciate, ampiamente condivise nel dibattito,
puntano all’innovazione gestionale, prima che tecnologica e di prodotto.
un vero e proprio salto culturale per affrontare le sfide del mercato
partendo da una profonda riorganizzazione dell’impresa in chiave “lean”.
/// CONFAPITITO ALLEVA
STRATEGIE>>>>>>>>>PER COMPETERE
Le PMI Padovane a confronto suI nuovI ModeLLI dI busIness Per IL rILancIo deL settore
8CREA
TIVA
/MEN
TE
interniott2011_Layout 1 17/10/11 09:17 Pagina 8
Creare una comunicazione efficace e
dinamica. veicolare le notizie per renderle
disponibili a tutti. Selezionare le
informazioni da diffondere
tramite i mass media per
raggiungere il target
desiderato. Mettere in
comunicazione le aziende con
la clientela di riferimento.
Consolidare e rafforzare la
brand identity dell’azienda.
queste sono solo alcune delle
funzioni che una buona attività
di public relations riesce a
svolgere: questo è quello che
facciamo per la Bottecchia
Cicli srl. Ci occupiamo infatti
di tutte le attività di Pr
dell’azienda, dall’ufficio stampa alla
presenza online, sino alla realizzazione del
concept per le manifestazioni fieristiche.
diversamente da quanto si può
comunemente pensare, il ruolo dell’ufficio
stampa non si esaurisce con la semplice
pianificazione pubblicitaria sulle principali
riviste del settore, ma riguarda anche la
creazione e l’invio di cartelle e di
comunicati stampa per le notizie legate
all’azienda. questi materiali vengono
anche inviati alle testate online, e
divengono argomenti da comunicare
9CREA
TIVA
/MEN
TE/// PR ONLINE
2.0> cHi
Irene Benetazzonata a chioggia il 5 agosto 1982.
> coSAmarketing, eventi, ufficio stampa.
> coMe
laureata in comunicazione d’impresa.
> QuAnTo
curiosa ed entusiasta. Precisa e puntuale nel lavoro,
ma disordinata nella vita. Affronta le sfide con passione
ed impegno.
attraverso le newsletter mensili. Siamo
presenti dunque sia a livello offline che
online per quanto riguarda le principali
riviste e portali. Continuiamo poi la
presenza online attraverso il sito internet,
sul quale vengono pubblicate le principali
news, ed attraverso il social network
facebook, e su youtube. Grazie al profilo
pubblico Bottecchia su facebook siamo
riusciti ad instaurare un rapporto
privilegiato con gli utenti fan e ad avere un
ottimo strumento per promuovere le novità
e le iniziative aziendali, e per contribuire
alla customer care.
tutte queste attività favoriscono il
consolidamento dell’identità sociale ed il
rafforzamento della notorietà e della
visibilità del brand. Sono quindi
fondamentali per creare un'immagine che
risulti duratura nel tempo e che identifichi
e valorizzi la missione e la
visione dell'azienda. È per
questo che lo stile del
brand viene mantenuto
sempre coerente.
Bottecchia reparto Corse
è la linea dedicata al
racing ed alla
competizione, ed è per
questo che tutta la
comunicazione di questo
brand ha la medesima
direzione. dal post su
facebook al sito internet,
dalla pagina pubblicitaria
alla newsletter; il carattere è sempre
chiaro e riconoscibile. lo stesso principio
lo abbiamo applicato anche per il concept
degli stand fieristici. Bottecchia infatti ha
partecipato a settembre alle principali fiere
di settore per il mondo del ciclismo,
Germania, Italia e uSA, ed ha voluto
comunicare il suo spirito competitivo al
primo colpo d’occhio. uno stand
maestoso ed accattivante studiato per
esaltare i modelli racing, per offrirli al
mondo del ciclismo esaltandone le qualità
grazie ad una struttura esclusiva.
Tutte queste attività favoriscono il
consolidamento dell’identità sociale ed il
rafforzamento della notorietà e della
visibilità del brand. Sono quindi
fondamentali per creare un'immagine che
risulti duratura nel tempo e che identifichi
e valorizzi la missione e la visione
dell'azienda.
PRinterniott2011_Layout 1 17/10/11 09:17 Pagina 9
Che futuro immagini per la tua azienda?
“Che dire, prevedere il futuro con i tempi attuali pare impresa ardua
e difficile, comunque volendo essere positivo come sempre penso
che il futuro della ISI sia in crescita ed orientato verso un mercato
nazionale rivolto a distributori qualificati, dove il servizio e la qualità
siano fondamentali al di la del prezzo che per noi viene in secondo
piano.”
Come è nata la passione per i serramenti in pvc?
“Sia io che mio fratello Mario, da sempre abbiamo creduto della
potenzialità del PvC come materiale per i serramenti, a febbraio
sono 30 anni che abbiamo iniziato l’attività e con grande
soddisfazione noto che attualmente le finestre in PvC raccolgono
un alto consenso della clientela ed essere stati tra i primi ad
utilizzare questo materiale ci pone come un’azienda di riferimento
per notorietà del marchio e immagine positiva per la competenza e
affidabilità che dimostriamo.
la scelta del materiale è stata soprattutto una scommessa in
quanto nel 1982 il legno la faceva da padrone e l’alluminio era
l’unica alternativa, voler essere differenti e proporre innovazione ci
ha dato alla lunga ragione.”
Quali sono i valori che guidano la tua azienda?
“da sempre sia io che mio fratello abbiamo cercato di “condurre”
la ISI in modo sano e professionale cercando di mettere in pratica
quelli che per noi sono i principi fondamentali per essere un’azienda
di riferimento: rapporto umano con collaboratori, clienti e fornitori;
Perseguire la qualità a 360° in azienda; regolarità e correttezza nei
confronti degli impegni economici assunti con i fornitori e
collaboratori; Avere punti di riferimento commerciali sempre rivolti
al futuro e all’avanguardia; e soprattutto “voler bene” all’azienda
senza spremerla e renderla sana.”
Che ruolo assume la formazione per la tua azienda?
“Personalmente credo molto nella formazione e cerco di partecipare
quanto più possibile a corsi ed eventi per la crescita personale, la
stessa cosa cerco di incuterla anche ai miei collaboratori interni per
una crescita sia loro personale che per la ISI.”
Un quesito che il pubblico sicuramente si sta domandando:
perché si dovrebbe preferire il pvc al tradizionale serramento
in legno?
“A questo potrei rispondere con un vecchio slogan che si usava
all’inizio quando pochi conoscevano le finestre in PvC: Assenza di
manutenzione, non fanno condensa e non scoloriscono negli anni;
A questo adesso possiamo dire che hanno un ottimo rapporto
qualità /prezzo e sono le finestre che hanno il miglior valore in
assoluto di isolamento termico, oltre ad offrire una gamma di
soluzioni completa e di molteplici possibilità di abbinamento di
colori per tutti i gusti.”
Cosa raccomandi a qualcuno che vuole aprire un’attività?
“difficile dare consigli perché credo che aprire un’attività oggi sia
difficile e che ci vuole testa e coraggio, ma se devo dare un
consiglio e quello di “voler bene” alla sua attività e di mantenere
sempre un atteggiamento corretto e rivolto ai clienti pensando
come loro.”
Cosa vuol dire nel 2011 essere un imprenditore in Italia?
“Certamente un sopravvissuto a tre anni di grosse difficoltà, ma la
positività mi porta a pensare già al 2012 ed in avanti, all’inserimento
dei figli in azienda e che le difficoltà odierne e passate hanno dato
spunti positivi per affrontare le prossime sfide.”
Cos’è il successo per te?
“Il successo è una parola troppo grande che fa sentire arrivati, io
non mi sento arrivato ed ho ancora voglia di sfide da condividere
con mio fratello ed i nostri figli, se guardo indietro un po’ di
gratificazione personale sicuramente c’è, ma preferisco guardare
all’orizzonte perché ci sono ancora tante cose da fare.”
10CREA
TIVA
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TE
/// ISI ITALIA MAURIZIO BAGGIO
interniott2011_Layout 1 17/10/11 09:17 Pagina 10
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é nato sotto il segno del cancro nel 1941, è veneziano d’origine ma trevigiano
d’adozione. Giorgio Palesa è la prova vivente che si può diventare un imprenditore
di successo senza conoscere il prodotto e trasformare i sogni in Business Plan. La
dimostrazione di tutto ciò è che:
- Ha creato la più grande aggregazione di aziende di informatica in Italia e non sa
nulla di computer;
- Ha seguito più il mondo Aziendale che quello Culturale ma l'hanno chiamato a
presiedere la Fondazione Mazzotti;
- Non è un medico ma é Presidente di un Istituzione Sanitaria Riabilitativa come
AREP Onlus.
L’avventura di Giorgio Palesa inizia nel 1968, quando, venditore di macchine per
scrivere, convinse l’allora Presidente della Provincia di Treviso Carlo Bernini ad
acquistarne un sostanzioso numero.
Da quel momento decise di trasformarsi da venditore ad imprenditore,
guadagnandosi pian piano stima ed ammirazione nel mondo imprenditoriale e la sua
ascesa professionale non si è mai fermata.
Informatica Palesa Spa nasce a Treviso nel 1971 e, di lì a pochi anni, nel 1978,
diviene Presidente degli Artigiani all'UPAT. Nello stesso anno fonda Bit Computer srl
a Mestre ed, in rapida successione, P & G srl a Treviso nel 1982, Service Palesa snc
a Villorba nel 1985, Innova srl a Treviso nel 1986, Più Impresa Distribuzione srl a
Milano nel 1990, referente dell'AGI (Agenzia Giornalistica Italia) nel 1990, Punto Più
srl a Treviso e Milano nel 1992, Palesa Consumer a Treviso nel 1998, Immobiliare
Palesa Treviso nel 2000.
Il segreto del suo successo si racchiude in tre parole: Creatività Creatività Creatività.
L’imprenditore riesce ad accendere un cerino anche quand’è bagnato, aggira ogni
difficoltà con caparbietà e inventiva, arriva prima degli altri e ne inventa sempre di
nuove.
Quando, qualche anno prima si rese conto che la sua azienda era troppo grande
per rimanere confinata a Treviso ma troppo piccola per competere a livello nazionale,
decise che la risposta era una sola: aggregazione!
Ma la strada da percorrere fu subito irta di ostacoli e di forti resistenze da parte dei
colleghi imprenditori che facevano molta fatica a togliersi il “cappello del padrone”
per indossare quello dell’azionista. La difficoltà era confrontarsi, mettere in
discussione le proprie idee, ridisegnare gli organigrammi aziendali.
Fu allora che Palesa ricorse alla sua conoscenza del mercato, alla sua abilità di
colloquiare con le persone, capirle e parlare con il loro stesso linguaggio.
Nel 2005 diventò socio di ALDEBRA spa, frutto della fusione di altre aziende di
informatica di Trento, Bolzano, Verona, Milano, Udine. Il suo obiettivo era diventare
un punto di riferimento nel mercato del Nordest.
L’operazione fu così innovativa per il Nordest che la creazione della Palesa-Aldebra
diventò persino un Case-History studiato da Confindustria Veneto.
Giorgio Palesa ha un sogno nel cassetto: vorrebbe insegnare ai ragazzi come si fa
a diventare imprenditori, ma non come insegnano i libri o i professori nelle aule
universitarie, ma alla sua maniera, con un linguaggio semplice e fatto di esempi
concreti e di vita vissuta.
A volte però, quando ci ha provato, si è scontrato con gli insegnanti perché non
parla la loro stessa lingua ed è al di fuori degli schemi quando dice ai ragazzi che
devono essere autosufficienti e creativi, stimarsi di più, volare alto e ascoltare un po’
meno alcuni docenti “antiquati”. Nel frattempo, la vita pubblica di Giorgio Palesa non
si è mai fermata. Ai successi imprenditoriali affianca gli impegni istituzionali,
ricoprendo diverse cariche pubbliche:
dopo la Presidenza dell'Unione Artigiani di Treviso dal 1978 al 1988 diviene:
- Rappresentante del Terziario Innovativo Veneto
in Confindustria a Roma nel 1990,
- Consigliere di Amministrazione di Treviso
Tecnologia nel 2001,
- Membro di Giunta della C.C.I.A.A. di Treviso
nel 2001,
- Consigliere di Amministrazione della Lega
contro i Tumori di Treviso nel 2002,
- Presidente della Fondazione Mazzotti di
Treviso nel 2008,
- Consigliere comunale del
Comune di Villorba dal 2007
al 2010.
- Presidente e Direttore
Generale di Arep Onlus
da Maggio 2010.
/// GIORGIO PALESACREATIVITÀ, CREATIVITÀ, CREATIVITÀ
13CREATIVA/MENTE
L’imprenditore riesce ad accendere un cerinoanche quand’è bagnato, aggira ogni difficoltà concaparbietà e inventiva, arriva prima degli altri e ne
inventa sempre di nuove.
interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 13
14CREATIVA/MENTE
/// PANE, AMORE E CREATIVITÀ NIENTE PAURA
> CHIAndrea Pasquinato a Padova il 16 giugno 1974
> COSAart director
> PERCHéNon rinuncia alla buona musica e gli piace stare ad ascoltare una bella storia davanti ad un bicchiere di vino o ad una birra artigianale, meglio se la sua.
> PER CHIDesigner con il pallino del cinema americano, quello che fa sognare.
Cosa vuol dire essere definiti “ispirazionali”?
I modelli ispirazionali si basano su comportamenti
o storie di vita capaci di rappresentare valori e
principi in cui un intero target possa ritrovarsi e da
cui tutti possano trarre spunti di emulazione.
Il mercato è a caccia di questi modelli che
“incarnino” lo stile del brand perché sono dei
testimonials ideali, che possono diffondere un
messaggio in modo capillare e veloce. Pensiamo a
quanto possa essere efficace per un brand poter
contare in ogni momento, per una nuova campagna
o per il lancio di nuovo prodotto, in un piccolo
esercito di clienti-fan. Ancora meglio poter disporre
di un manipolo di influenzatori che potremmo
definire super-fan, cioè dei consumatori molto
esperti del bran o del prodotto, in grado con le loro
opinioni ed il loro “vissuto” di poter influenzare molti
altri consumatori.
È evidente che il consiglio di un amico è da sempre
un potente motore di verità, non per niente
chiediamo consigli agli amici ogni volta che
facciamo un acquisto importante. Diciamo che
questa nuova frontiera del “passaparola” ha delle
potenzialità ancora inesplorate ma sono convinto
che nel prossimo futuro verrà presa in seria
considerazione. Le aziende che sapranno
coinvolgere questo target di influencer tramite
opportunità esclusive e contenuti unici avranno a
disposizione un’ arma in più rispetto ai propri
competitors. Un esempio concreto è come funziona
il social commerce di Wishpot, che si basa sul riconoscimento sociale che
un cliente affezionato ad una marca o un prodotto ottiene quando viene
riconosciuto davanti a tutti come un “esperto”. La brand reputation già
oggi comincia ad avere questi passaggi obbligati.
Forse tra qualche anno un bambino di 5 anni sognerà di diventare un
astronauta e forse sognerà di essere un modello ispirazionale, un super-
fan. In fondo già oggi c’è qualcuno che si è inventato questo nuovo
impiego. Niente paura, niente paura... si vede la luna perfino da qui.
interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 14
///CREATIVA/MENTE SELF PROMOTIONPROGETTO H2O
Comunicare in modo accattivante e non convenzionale i valori su cui
è fondato il gruppo Creativa/Mente. Trasparenza, fiducia e chiarezza.
Una comunicazione limpida come l’acqua. Ecco a voi il “progetto
HdueO”.
Ogni azienda che compone il nostro gruppo crede infatti nella forza di
una comunicazione trasparente, basata sulla fiducia e sulla stima
reciproca. È stato per diffondere la filosofia del gruppo che abbiamo
intrapreso questa campagna di self promotion, “il progetto HdueO”,
finalizzata alla condivisione dei valori condivisi ed all’acquisizione di
nuovi contatti.
Abbiamo quindi studiato un’azione d’impatto, organizzata in due step,
per stimolare la curiosità delle persone e per agire sul loro lato
emozionale. Il primo passo è stato quello di inviare a tutti i potenziali
clienti una busta contenente una cannuccia racchiusa in una “scatola”
di cartone dalla grafica semplice ed elegante, ma allo stesso tempo
accattivante, recante solamente il logo del gruppo ed il suo sito
internet. A distanza di un paio di settimane abbiamo proceduto,
tramite un’azione di guerrilla marketing, con il secondo ed ultimo step
della campagna: abbiamo consegnato, ai prospect che avevano
ricevuto la prima cartolina, una bottiglia d’acqua personalizzata e
coordinata con la cannuccia.
Il richiamo grafico e semantico a quella strana cartolina ricevuta tempo
addietro, ha stimolato il ricordo e la curiosità nei nostri confronti nel
momento in cui abbiamo proceduto con la consegna delle bottiglie di
acqua imballata in pratici contenitori personalizzati e brandizzati.
Il “progetto HdueO” è stato dunque una comunicazione semplice e
trasparente per un’azione chiara dal grande impatto emozionale,
basata sull’elemento principale ed essenziale per l’esistenza della vita:
l’acqua.
Guerrilla marketing
È un termine coniato dal pubblicitario statunitense Jay Conrad
Levinson per indicare un insieme di tecniche di comunicazione non
convenzionale che consente di ottenere il massimo della visibilità con
il minimo degli investimenti. È una forma di promozione pubblicitaria
ottenuta attraverso l'utilizzo creativo di mezzi che fanno leva
sull'immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali. In
questa forma di promozione l'investimento si basa sul tempo,
sull'energia e sull'immaginazione.
15CREATIVA/MENTE
interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 15
Ventotto anni fa decisi che dovevo migliorare la mia vita, crescere
dal punto di vista personale e professionale e da allora ho
cominciato a lavorare, leggendo centinaia di libri
sull’argomento,frequentando seminari, dialogando con esperti di
fama mondiale.
Grazie a tutto ciò ho creato nel tempo un mio metodo, prendendo
da ognuno dei formatori che ho incontrato e seminari che ho
frequentato, ciò che mi serviva.
Ed ora ecco il risultato “BASTA CHIACCHERE!”.
Chi raggiunge il successo difficilmente è disposto a condividere il
suo segreto con gli altri. Il libro nasce dal desiderio di condividere
con gli altri gli strumenti del mio successo.
Sono convinto e mi sono convinto nel corso degli anni che
qualunque persona anche la meno talentuosa, con sacrificio e
lavoro può ottenere ciò che desidera. Con l’atteggiamento mentale
corretto basato soprattutto sulla fiducia in se stessi. Fiducia e
sacrificio sono una coppia indissolubile. Sarà la fiducia stessa a
farti perseverare nel tuo impegno verso il successo. Anche se è
difficile devi continuare ad avere fiducia. Avere fiducia ti farà da
sprone per il tuo impegno. I risultati del tuo impegno concreto
alimenteranno la tua fiducia e sarai quindi pronto ad impegnarti di
più. È una ruota che deve essere alimentata.
In questo manuale di crescita personale, ho voluto mettere a
disposizione di chiunque il metodo e le tecniche che mi hanno
permesso di diventare Amministratore Delegato a soli venticinque
anni e di essere oggi uno dei protagonisti di rilievo nell’ambito del
life and business coaching.
Nel corso di sette sessioni di lavoro imparerai un metodo pratico
ed efficace per delineare e realizzare il tuo progetto di vita. Che tu
voglia potenziare alcuni aspetti della tua realtà oppure rivoluzionare
la tua quotidianità per raggiungere nuove mete, in questo manuale
troverai tutti gli strumenti necessari per modellare, affrontare e
vivere il cambiamento.
“Basta chiacchiere!” ti dimostrerà come sia sempre possibile
cambiare la direzione della tua vita.
A cominciare da oggi.
16CREATIVA/MENTE
/// MIRCO GASPAROTTO BASTA CHIACCHERE!
> CHI
> COSA
> PERCHé
MIRCO GASPAROTTOnasce il 24 febbraio del 1963 in Svizzera. Dal 2005 è Presidente diArroweld Italia, azienda leader in Italia nel settore della distribuzioneindustriale, ovvero nella vendita di strumenti e attrezzature per l’in-dustria in quattro aree: tecnologie di saldature; gomma e tecnopla-stici; strumenti di misura e controllo; utensileria professionale eabbigliamento antinfortunistico.
Mirco Gasparotto entra nell’azienda creata dall’imprenditore AntonioFumagalli, nel 1983 come semplice fattorino. Rapidamente Gaspa-rotto scala la piramide aziendale sino a diventare il braccio destrodel fondatore, per cui alla morte improvvisa nel 1988 di Fumagalli,la carica di amministratore delegato viene affidata appunto a Ga-sparotto. Nel 1990 con 3 amici (Giometto Andrea, Brazzale Ro-berto e Lorenzin Gimmi) rileva il 90% del gruppo, attraversoun’operazione di Management buy out. Nel 1995 la nuova compa-gine societaria si allarga coinvolgendo altri 7 manager. Da questomomento sino al 2001 ci sono importanti acquisizioni societarie cheportano Arroweld a raggiungere l’attuale fatturato consolidato digruppo previsto in 100 milioni di euro nel 2010, 12 società control-late, 22 siti distributivi, per totali 50000 mq ,1000 collaboratori.
IL PENSIERO AZIENDALE – “L’IMPRENDITORE INUTILE”Tutto ciò spiega Mirco Gasparotto è stato possibile grazie ad im-portanti scelte strategiche sia operative come il “management buyout” o il progetto “distinti ma non distanti”, ma anche attraverso unapproccio strategico-gestionale dal punto di vista relazionale cheprevede una forte delega di compiti e responsabilità all’interno diArroweld. La filosofia imprenditoriale di Mirco Gasparotto può rias-sumersi in una frase che ripete spesso “Il mio obiettivo come im-prenditore? Rendermi inutile.
interniOTT2011_Layout 1 17/10/11 09:18 Pagina 16
Come ti presenteresti ai nostri lettori?
“In casual elegante, un po’ come è la mia vita. A parte gli scherzi il mio stile è
diretto e pragmatico, insomma pochi fronzoli e molta sostanza.
Un equilibrio raggiunto con un continuo lavoro su me stesso e che ancora è
un work in progress.”
Come è iniziata la tua carriera?
“Per caso. Ho annusato una buona opportunità nel settore televisivo e mi ci
sono buttato con impegno e costanza. Direi con buoni risultati.”
Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato lungo il tuo
percorso?
“Io sono dell’idea che non esistono problemi, ma solo soluzioni e che le
difficoltà sono solo delle tappe per il successo… però qualche volta il muro è
veramente alto e per superarlo serve il 110%! Le vere difficoltà sono le persone
che resistono al cambiamento e siccome da soli non si fa nulla i veri impasse
li ho trovati proprio nel “traghettare” con me
le persone nei vari cambiamenti di mercato e di tecnologia che ho vissuto in
questi anni.”
Che definizione daresti del marketing televisivo?
“È un marketing particolare, devi parlare a chi ti guarda alla tv ed a chi investe
in tv. Diciamo che è un marketing bidirezionale che deve sapersi bilanciare tra
due mondi che hanno aspettative ed esigenze diverse, ma che non possono
fare a meno uno dell’altro.”
Qual è la soddisfazione più grande nel tuo lavoro?
“Veder l’azienda crescere e lo staff orgoglioso di far parte di un grande
progetto.”
Come sta reagendo il settore televisivo all’avvento delle tv digitali e dei
nuovi media?
“La tv rimane la mamma dei media e lo sarà per ancora molto tempo.
Il digitale, quindi, è un’opportunità incredibile per gli attori in gioco, ma non tutti
(editori, utenti pubblicitari e telespettatori) l’hanno capito. Credo ci vorrà ancora
un po’ perché sia tutto assimilato bene.
I nuovi media sono in crescita, ma hanno ancora uno spazio così piccolo nel
mercato che non fanno paura. Interessante sarà valutare possibili convergenze
e sinergie.”
Com’è nato lo spirito manageriale in te?
“DNA, una predisposizione che avevo sin da ragazzo nelle compagnie l’ho
affinata con studio ed esperienza.”
Che cosa fai per mantenere il morale alto e continuare a perseverare
nei momenti bassi? Fino a che punto la fortuna è importante?
“Molto è carattere, ma è assolutamente importante nella vendita e nel
marketing essere equilibrati. Non esaltarsi nelle vittorie e non abbattersi nelle
sconfitte. Non c’è mai nulla di personale, ci sono solo nuove strade da
percorrere.
La fortuna fa parte della vita, ma normalmente una persona è il prodotto di
quello che vuole essere, poi se ha anche fortuna meglio per lui.”
Quanto importante è la gratificazione umana nel tuo lavoro?
“Siamo emozione e se non vivessimo anche di quelle il lavoro diventerebbe
arido per poi diventare stancante. Per cui una giusta dose di gratificazione è
giusto che si sia.”
Come faresti, nel tuo lavoro, senza cellulare?
“Di pancia rispondo che se ti organizzi se ne può fare a meno. Ma a freddo la
valutazione è che in effetti la tecnologia non si può fermare, quindi se il nuovo
modello di lavoro prevede l’utilizzo di strumenti che ci consento di essere
sempre connessi non possiamo negarlo e chiamarci fuori.”
17CREATIVA/MENTE
/// UOMINI DI MARKETINGALESSIO RABBOLINI
soulUTION
sono dell’idea che non esistono problemi, ma solo soluzioni e che le difficoltà sono solo
delle tappe per il successo… però qualche volta il muro è veramente alto e per
superarlo serve il 110%!
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18CREATIVA/MENTE
> CHIDaniele Gusellanato a Padova il due Gennaio millenovecentosettantatre.
> COSANella vita dirigo la Puntoffset, azienda tipografica padovana con la ferma volontà di distinguersi per stile.
> COMELo definirei un modo di pensare, un modo di essere, un modo di collaborare con il mio team e con i miei clienti per creare stampati unici e di qualità.
> DICE DI SéSono una persona posata e tranquilla abituata a lavorare con costanza e metodo con l’obiettivo di far diventare la mia azienda una grande azienda, un’azienda capace di creare valore e stampati unici, riconoscibili, con stile.
/// SPAZIO STAMPA
tecnologie digitali. Nei prossimimesi assisteremo alla stampa asecco tridimensionale (oggiancora in fase disperimentazione). Come suigrandi schermi cinematografici,anche sulla carta assisteremoad incisioni sempre piùstimolanti per la nostra mente eper i nostri occhi.Sogni, sensazioni ed emozioni,tre cose che un l’uomo devesempre avere stampati nellamente per vivere bene.
Scrivere su un foglio di carta bianca può essere stile, fragranza, unicità, ma può essereanche sporcare un foglio di carta bianco con dell’inchiostro colorato a base chimicaderivante dal petrolio. Un foglio può trasmettere emozioni visive, olfattive, e tattili,attraverso forme colorate, inchiostri profumati e preziosi fogli di carta. Per scrivere pulito, per lasciare un segno bianco, una traccia ottenuta semplicementecon delle incisioni sul foglio, l’unico sistema è l’impiego della stampa a secco. Alcuni di noi “meno fortunati”, come i non vedenti, adottano questo metodo chiamatocomunemente stampa in Braille per leggere e scrivere quotidianamente, muovendosiliberamente nel mondo della comunicazione per loro oscuro. La nostra volontà per noi “fortunati” vedenti, è quella di fondere tutte le moderne tecnichedi comunicazione dei giorni nostri senza però tralasciare quelle forme classiche che nelpassato erano impiegate come valore aggiunto. L’abbinare masse di colore a testi a secco, o meglio incidere su una base bianca o atono continuo una scritta, un pay-off, un logo, fa comprendere a chi riceve il nostromateriale informativo la nostra volontà di ricercare il dettaglio unico, un dettaglio sempliceed allo stesso tempo forte, che ci rappresenti attraverso uno stile che lasci traccia.L’incisione a secco nel tempo è una forma che non si sbiadisce e non si perde, certopuò sembrare quasi una forma d’arte antica, ma oggi si sta evolvendo grazie alle nuove
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Vorrei indietro alcune cose.
Non ho mica capito con chi devo pa
rlare.
Ma le rivorrei ind
ietro.
Mi sono fatto una lista e la rilegg
o, can
cello e agg
iung
o, depenno e riscrivo.
Ho il tim
ore di averle date via senza pensarci trop
po m
a pu
re devo stare attento a non rip
rend
ermi gli inutili
rottam
i e il ciarpam
e, quelle scatole di cose varie che ti ingo
mbran
o la vita.
Vorrei indietro le m
ie carab
attole e non so a chi chiedere.
Ricordo che ho prestato spesso il m
io orgog
lio in cam
bio di due cucchiai di app
rovazione.
E ora vorrei che m
io figlio vedesse un pa
dre dritto sulla schiena
anche qua
ndo gli deve dire che
la pensione non la vedrà.
Mi sono segn
ato po
i che in qua
lche garag
e altrui ci sono i pezzi del m
io corag
gio che ho m
esso in saldo
per
comprare qu
alche chilo di tranq
uillità e qua
lche to
nnellata di fan
go da ingo
iare.
Ora che devo an
dare a visitare la m
ia amica, stessa età, stessi sog
ni, stessa musica, solo che a lei fan
no la
chem
io e dirle che sta bene senza cap
elli e che tutto si risolverà.
Mi serve il corag
gio che non trovo.
E la m
ia serenità ha un suono fesso e incrinato. No, non é stato un ba
ratto bu
ono.
Cerco anche la dispo
nibilità verso chi non conta, che m
i é stata com
pagn
a qu
ando
vivevo con niente e che deve essere rimasta abb
ando
nata all’au
togrill,
ma chissà qua
le, m
entre di corsa tran
gugiavo un cam
ogli e pensavo al prossimo giro di giostra, sem
pre un passo trop
po avanti o uno trop
po indietro, m
a mai presente.
Forse qu
alcuno l’ha
ado
ttata.
Beh…
la rivorrei se fosse po
ssibile.
Senza si vive, m
a un po’ a m
età, e non ti gusti nemmeno il camog
li.Che tu
tto sommato sono qui perché ci sono an
che gli altri.
Non rivog
lio la pau
ra del dom
ani, qu
ella no. Chiunqu
e l’abb
ia in prestito può tenerla
. Gliela regalo ma gli raccoman
do anche di tenerla lega
ta.
Mi ha fatto più male che levare il dente del giudizio e ho cap
ito che, com
e per il dente del giudizio, averla
add
osso non è sinonimo maturità
ma solo segno di un destino che tu eviti di riscrivere, a volte perché nessuno ti ha
detto che si può fa
re, a volte perché pa
gare conti non rientra nelle attività gradevoli.
Quella la lascio volentieri al suo destino con tutti i ricatti di certi falsi amici, falsi cap
i, falsi m
aestri…
Vorrei anche evitare che qua
lcuno mi riportasse il mio senso di ina
degu
atezza.
Che non l’ho m
ai voluto.
Anzi a dire la verità ogn
i volta che rifaccio l’inventario noto che, com
e una malap
ianta, tend
e a rinascere,
ricrescere, invadere le aiuole della m
ia esistenza che tento di m
antener curate e pulite.
Allora oltre a non rip
ortamelo, vorrei darne via un po
’, sepp
ellirlo questa volta, com
e le scorie nucleari, in un
vulcan
o o una miniera abb
ando
nata.
Ma so che questo invece è proprio uno di quei pezzi di anima che qu
alcuno
ci tiene sempre a ritorna
rti o a regalarti.
Beh, m
i spiace, devo prop
rio rifiutare. Gentilmente rifiutare.
Mi rifiuto di essere inad
egua
to su richiesta.
Vorrei im
pegn
armi per essere ad
egua
to al m
io desiderio.
Che chi desidera da
’ sem
pre fastidio a chi è trop
popigro per non provarci.
Per qu
esto ti dicono che non vai bene.
Non chiedo mica tanto po
i.Solo riprend
ermi quello che scioccamente
o ingenuam
ente ho mollato e m
ollare quello che,
simile ad un boomeran
g non desiderato,
mi tiene lontan
o da
i sog
ni che m
i secca
lasciare, che non vog
lio lasciare
e che sono un motivo sicuro per cui sono qu
i.C’è sem
pre un buon mom
ento per ripartire
nuovi di zecca.
Con tu
tte qu
ello che avevi perso.
Senza tutto qu
ello che non volevi più.
/// SEBASTIANO ZANOLLISENZA TUTTO QUELLO CHE NON VOLEVI PIÙ
Sebastiano Zanolli fa il manager, un manager un po’ atipico, che sceglie un
approccio alla professione misto di pragmatismo e di sentimento. Nato nel
1964 a Bassano del Grappa (Vi), dopo la laurea in Economia presso
l’Università di Cà Foscari, incontra alcune grandi aziende, tra cui Adidas,
nella quale ha ricoperto il ruolo di direttore marketing in Germania, e Diesel,
di cui è stato General Manager per la filiale italiana. Dall’Aprile del 2007
ricopre la funzione di Amministratore Delegato di 55DSL, azienda streetwear
del Gruppo Diesel.
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/// THINK DIFFERENTIN MEMORY OF STEVE JOBS 24/02/1955 - 05/10/2011
21CREATIVA/MEN
TE
Questo è il discorso tenuto dal Ceo di Apple Steve Jobs, all' Universitàdi Stanford, il 12 giugno 2005 in occasione della consegna delle lau-ree.Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulladi speciale. Solo tre storie.
La prima storia parla di “unire i puntini”.
Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sonorimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo de-finitivamente. Allora perché ho smesso?Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica eralaureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione.Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tuttofu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di unavvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ul-timi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelliche poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trova-vano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel belmezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un ma-schietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”.La mia madre biologica venne a sapere successivamente che miamamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non siera mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti defi-nitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mesedopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giornosarei andato all’università.Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’uni-versità che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei mieigenitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Doposei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea dicosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’universitàmi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spen-dendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita,così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andatobene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardan-domi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbiamai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assisterealle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembra-vano interessanti.Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza neldormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei mieiamici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per racco-gliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso dicomprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette migliaattraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimanapresso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle coseche trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel pe-riodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia unesempio: il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i mi-gliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni eti-chetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccomeavevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali e pertanto non dovevo se-guire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafiaper imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Hoimparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziaturatra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore ti-pografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente de-licato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciòaffascinante.Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione praticanella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando ilprimo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così ilMac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi ab-bandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e fontspazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato ilMac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi ab-bandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i com-puter oggi non avrebbero quella splendida tipografia che orapossiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntinie avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò moltochiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.
Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, po-tete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiduciache, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano inqualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostroombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelocome volete... questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e hafatto la differenza nella mia vita.
La mia seconda storia parla di amore e di perdita.
Fui molto fortunato - ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piut-tosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei ge-nitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e indieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad unacompagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipen-denti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione - il Ma-cintosh - un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni...quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziatada una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assu-memmo una persona - che pensavamo fosse di grande talento - perdirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andaronobene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a di-vergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Con-siglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero aspasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia interavita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualchemese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di impren-ditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato.Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi peraver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero falli-mento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dallaSilicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavoancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple nonaveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancorainnamorato. Così decisi di ricominciare.Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licen-ziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare.La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere dinuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi piùcreativi della mia vita.Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altrachiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbediventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazioneinteramente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di ani-mazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile succes-sione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e latecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rina-scimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famigliainsieme.Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe acca-duto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina conun saporaccio, ma presumo che ‘il paziente ne avesse bisogno. Ognitanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fi-ducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad an-dare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare levostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a fidanzato/ache per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevantedelle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti saràfare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro èamare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi,continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende dicuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E,come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passaredegli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Nonaccontentatevi.
La mia terza storia parla della morte.
Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava:“Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi ci avrai az-zeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i
successivi trentatré anni, mi sono guardato allo specchio ogni giornoe mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorreifare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era“No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qual-cosa.Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile cheabbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita.Perché quasi tutto - tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paurae l’imbarazzo per il fallimento - sono cose che scivolano via di frontealla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricor-darvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappolarappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere.Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansionealle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumorenel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosseun pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipodi cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore aitre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemarei miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire.Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avrestipotuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi farein modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più sempliceper la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguitoquella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nellagola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono unasonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero inanestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando vi-dero le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perchévenne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabileattraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, espero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirviora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte perme era solo un puro concetto intellettuale:Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare inparadiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto lamorte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo,nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe es-sere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambiodella Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo.Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontanoda oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio e sarete messi da parte.Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita diqualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porte-ranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate cheil rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, an-cora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ela vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel cono-scere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chia-mava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della miagenerazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui,a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita.Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed erafatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere po-laroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anniprima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concettichiari e nozioni speciali. Steward e il suo team pubblicarono diversinumeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo,fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e ioavevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numerofinale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mat-tino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipicosì avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”.Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giornodella vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, au-guro questo a voi.
Siate affamati. Siate folli.
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22CREATIVA/MEN
TE
Per la sede espositiva tradizionale del Padiglione Italia, ampliato in occasione
del 150° dell’Unità d’Italia, sono state selezionate 200 grandi personalità di
riconosciuto prestigio internazionale a cui è stato chiesto di indicare un artista
che abbia avuto una rilevanza nel primo decennio di questo millennio, dal 2001
al 2011. All’Arsenale di Venezia, una struttura che forse andrebbe rivalutata non
solo in occasione della Biennale, sono esposti 200 artisti frutto di 200 modi
diversi di concepire l’arte. Una rappresentazione che non si limita alle scelte
dei critici e non segue le tendenze delle gallerie, ma alimenta lo straordinario
connubio tra arte, letteratura, filosofia.
L’obiettivo è come ha dichiarato il Prof. Vittorio Sgarbi – “…il risarcimentodel rapporto fra letteratura, pensiero, intelligenza delmondo e arte, chiedendo, non a critici d’arte, neppure ame stesso, quali siano gli artisti di maggiore interessetra il 2001 e il 2011, ma a scrittori e pensatori, il cuicredito è riconosciuto per qualunque riflessione essifacciano sul nostro tempo”.Ho trovato molto interessante e architettonicamente intelligente il giardino
esterno dedicato ad opere scultoree di grande impatto. Se dovessi fare un
appunto invece lo farei alla scarsa illuminazione di alcune opere all’interno del
padiglione e agli spazi dedicati alle medesime, troppo caotica la disposizione
che reputo poco ariosa, con il rischio di non dare la giusta visibilità alle singole
opere.
A.P.
/// REPORTAGE
la mia biennale
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2011: un anno importante
Questo nuovo numero di C/M ha un grande significato per tutti noi perché oltre che essere il numero che segna di fatto la creazione del gruppo Creativa/Mente è anche testimone di 3 importanti anniversari: i 25 anni della Puntoffset, i 10 anni di Gusella adv e i 10 anni di Xtragroove.
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Una bella storia, breve ma ricca di emozioni e di grandi idee. Gusella
adv nasce 10 anni fa dal desiderio di marco e andrea di creare una
agenzia capace di ideare progetti di comunicazione innovativi e
emozionanti.
beh… quel desiderio è diventato realtà, in questi 10 anni l’agenzia è
cresciuta molto, in termini di qualità e di creatività ed è diventata un
punto di riferimento per i propri clienti italiani e internazionali che ne
riconoscono e condividono i valori, le idee e lo stile.
Un grande anniversario anche per Xtragroove, la web agency che
quest’anno, come Gusella adv, compie 10 anni. Questo compleanno
è però speciale, perché Stefano ed enrico, gli storici fondatori
festeggiano l’inizio di un nuovo e importante progetto di crescita
all’interno del gruppo Creativa/mente.
25 anni fa nasce Puntoffset, una nuova tipografia fondata da Renato
Gusella che, in un piccolo locale in via niccolò Tommaseo, vicino
alla Fiera di Padova ha dato il via a quella che oggi è diventata una
importante tipografia specializzata in stampati di qualità. nel 1992
entra in azienda Daniele Gusella, la tipografia inizia un nuovo
percorso di crescita e sulla base dei valori del passato si evolve e
diventa la tipografia del gruppo che punta sullo stile e la qualità come
garanzia dell’immagine dei propri clienti.
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26CREATIVA/MEN
TE
è con vero piacere che colgo l’occasione della presentazione del
nuovo gruppo Creativa/Mente per festeggiare il nostro più “vecchio”
collaboratore Mattia De Santi per i vent’anni di lavoro assieme a noi
della Puntoffset. In particolare, questo vuole essere un
ringraziamento speciale per il quotidiano contributo apportato in
maniera onesta, svolgendo con serietà il proprio lavoro, risolvendo
con competenza e professionalità le esigenze richieste dalla nostra
clientela. Io sono convinto che nel tempo, la presenza costante dei
collaboratori ha permesso alla Puntoffset di rispettare le scadenze
fissate e mantenere gli obiettivi preventivati.
L’ottimo lavoro svolto da Mattia ha garantito nel tempo uno standard
elevato perfettamente in linea con la Puntoffset, una ditta di piccole
dimensioni che realizza prodotti di alta qualità con uno stile unico ed
inconfondibile.
Grazie Mattia, continua così.
Daniele Gusella
Vent’anni con noi.
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27CREATIVA/MEN
TE
/// POLYEDRARICCARDO TASSINI
Agli albori dell’era digitale l’avevano circondata delle
previsioni nefaste. Tuttavia lei non solo è
sopravvissuta, ma oggi è in splendida forma e si
conferma strumento privilegiato per la
comunicazione. “Parliamo della carta – dice
Riccardo Tassini, Project Manager Creative Papers
di Polyedra, azienda leader in Italia nella
distribuzione di carte per la comunicazione
stampata, prodotti e forniture per ufficio, materiali
per imballaggio e supporti per sign & display – che,
in questa era dominata dal digitale e dal moltiplicarsi
dei media, è ancora uno strumento fondamentale per
la comunicazione. È, infatti, l’unica che possa
trasmettere sensazioni tattili e visive, ed è anche
l’unica che consente una straordinaria versatilità nel
comunicare, potendo inoltre essere conservata e
dunque comunicare più volte lo stesso messaggio”.
La comunicazione su carta non può essere sostituita
racconta Tassini – “i messaggi di un catalogo o di
una brochure possono essere letti e riletti, sfogliati,
guardati, studiati, pensati e desiderati nel tempo e
nei modi voluti dal lettore. Certo, l’uso e il consumo
della carta si stanno contraendo, basta pensare che
la massima parte degli stampati è fatta in economia
con il risultato diretto di un abbassamento della
SCOPRIAMO LE CARTE.UNA VOLONTÀ DI CRESCERE
CON PRODOTTI DI QUALITÀ INDIRIZZATI SIA ALLA CREATIVITÀ
DEI DESIGNER SIA ALLE NUOVE FRONTIERE
DELL’EDITORIA.
qualità, ma contemporaneamente a questa
contrazione si sta assistendo, quasi per contrasto,
ad una sempre maggiore ricerca di qualità e
differenziazione del prodotto. Sembra essere in atto
un passaggio fondamentale, la carta ormai non è più
intesa solo come semplice supporto per la stampa
ma sta diventando sempre più un vero e proprio
mezzo di comunicazione capace di trasmettere un
valore aggiunto”. E questo non solo conferma la
veridicità dell’affermazione di Marshal Mc Luhan che
sosteneva che il “media è il messaggio” ma anche la
volontà di crescere su un mercato che sa di doversi
rivolgere sempre più a prodotti di qualità, sia per la
creatività dei designer sia per le nuove frontiere del
settore editoriale. In un mondo globalizzato come il
nostro, vince chi riesce ad emergere, chi riesce ad
affermare la propria peculiarità, il proprio “io”, il
proprio valore aggiunto. Che sia ecologico, estetico,
funzionale, di lusso o altro non importa, il valore
aggiunto è fondamentale per chi cerca di
differenziarsi e lo sta diventando sempre più anche
quando si tratta del prodotto carta. Quindi la carta
non è più un semplice supporto, ma è un mezzo per
raccontare delle storie, delle scelte, l’identità del
cliente stesso.
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28CREATIVA/MEN
TE
/// GOLFERA IN LAVEZZOLACONCORSO BRESÌ
A gennaio abbiamo organizzato un concorso a premi per la Golfera in
Lavezzola spa, un’azienda italiana che da oltre 50 anni produce
salumi di alta qualità. Lo scopo di tale manifestazione era di promuovere
l’acquisto e la conoscenza di un loro prodotto, il Bresì, ovvero un salame
realizzato esclusivamente con carni di manzo italiano fresche. Questo
prodotto, per le sue qualità nutrizionali, risulta particolarmente indicato
per coloro che desiderano un’alimentazione sana e che sono attenti al
proprio benessere. Ed è stata proprio questa la caratteristica che è stata
messa in evidenza durante il concorso che, in accordo con l’azienda,
abbiamo denominato “Bresì, il benessere della leggerezza”. Il tema
della leggerezza e del benessere sono stati dunque i valori chiave del
concorso. I premi della manifestazione a premi dovevano dunque riflettere
i valori legati al concorso, ed è per questo che sono stati messi in palio
dei weekend benessere per due persone in strutture SPA esclusive.
Il concorso “Bresì, il benessere della leggerezza” è stato utilizzato inoltre
per profilare gli utenti che avrebbero aderito al concorso. Per parteciparvi
era indispensabile iscriversi al sito internet Golfera, in una sezione
riservata all’iniziativa, ed inserire i propri dati. L’estrazione è infatti stata
effettuata tra tutte le persone che si sono registrate al sito e che, nel
periodo di durata del concorso, avevano soddisfatto le condizioni di
adesione ed erano in grado di dimostrare l’acquisto spedendo all’azienda
lo scontrino relativo all’acquisto del prodotto.
Il gruppo Creativa/Mente è stato completamente coinvolto in questo
concorso, dall’organizzazione della manifestazione alla gestione
operativa, dallo sviluppo e realizzazione di materiali online ed offline,
dalla stesura del regolamento e dalle pratiche relative
all’apertura/chiusura del concorso sino ai documenti per la fideiussione
bancaria.
Come immagine guida della manifestazione abbiamo individuato una
fotografia che esprimesse il concetto di benessere e di relax, la scelta è
ricaduta quindi su due persone a cui veniva effettuato un massaggio
rilassante presumibilmente in una struttura wellness. Abbiamo quindi
unito tale immagine con i colori e lo stile della Golfera in Lavezzola, per
coordinarlo con la personalità del brand. Successivamente, il visual
ottenuto, è stato declinato in tutti i materiali relativi alla manifestazione,
dalla pagina adv al gadget porta-scontrino, dai banner online al form per
l’iscrizione, sino alle dem ed alle cartoline per confermare l’avvenuta
ricezione del premio.
PROMUOVERE UN PRODOTTO FIDELIZZANDO I PROPRI CLIENTI EDACQUISENDONE DI NUOVI. INVOGLIARNE L’ACQUISTO E LACONOSCENZA DI UN DETERMINATO ARTICOLO. PROFILARE ICONSUMATORI PER FUTURE AZIONI COMMERCIALI. OTTENERE TUTTEQUESTE COSE IN UN MODO SEMPLICE ED ACCATTIVANTE SI PUÒ: LOSTRUMENTO PERFETTO SI CHIAMA “CONCORSO A PREMI”!
Cosa sono i ConCorsi a premio
I concorsi a premi sono iniziative di natura commerciale molto utili per le aziende
perché stimolano l’acquisto di determinati prodotti con un investimento
relativamente contenuto legato alla natura dei premi messi in palio. È un modo per
promuovere la propria azienda, o singoli prodotti, che i consumatori apprezzano,
prova ne è l’ampia partecipazione.
Non bisogna però dimenticare che anche le operazioni a premio rientrano
nell’insieme dell’immagine coordinata dell’azienda, e come tali riflettono l’identità
del brand. È dunque fondamentale che anche tutti gli strumenti comunicativi legati
a tali operazioni siano coerenti con l’identità del brand per rafforzarla e non generare
confusione nei consumatori.
CONCORSO BRESÌ
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Un occhio al futuro? Troppo poco… io nel futuro mi
gioco tutto!
Conoscete il marchio Acqua&Sapone? Fino a
settembre di quest’ anno ho lavorato per l’Azienda
proprietaria, tra le altre, di questa Insenga, la Gottardo
Spa.
Undici anni fa fu un amore a prima vista. Dal giorno in
cui iniziai a lavorare in Gottardo le soddisfazioni e le
responsabilità crescevano seconde solamente alla
mia carriera.
Prima Responsabile del Controllo di Gestione, poi
Direttore Vendite di una rete di oltre 300 negozi con
più di 1.600 dipendenti.
Secondo molti amici una crescita fulminea, brillante,
ricca di esperienze positive: una carriera invidiabile.
Consolidati i risultati che con i miei collaboratori
avevamo portato all’ Azienda, nel gennaio di quest’
anno ho accettato di seguire nuovi progetti di
business. Sicuramente un’idea stimolante ma un
cambiamento che ha avuto effetti immediati nella mia
vita professionale.
Il primo effetto è stato sicuramente il divenire storia
della vita professionale che mi aveva accompagnato
sino ad allora: le relazioni ed i rapporti, dentro e fuori
Azienda, sono radicalmente mutati facendomi
passare dalla gestione di 1.600 collaboratori al non
gestirne alcuno, con l’impegnativo compito di
costruire un’area aziendale dal nulla dovendo cercare
contatti, fornitori, idee e successi. Il secondo effetto
è stato quello di mettermi velocemente in contatto
con situazioni nuove e con un network variegato;
questo perché i due filoni sui quali scelsi di sviluppare
i nuovi business aziendali erano l’estero, o meglio l’est
europeo e balcani, ed un progetto e-commerce.
Ho iniziato quindi a viaggiare ed a conoscere quelli
che consideravo Paesi di serie B, ma ci ho messo
poco a rendermi conto di quanto in realtà il mio
pensiero fosse solamente un preconcetto.
Mi è parso subito chiaro che in realtà le opportunità
che questi paesi potevano offrire erano molte e molto
più ampie rispetto all’ ormai sempre più ridotto gap
che li separa dal mondo occidentale.
Se da una parte è vero che infrastrutture,
distribuzione del reddito e tenore di vita non sono al
nostro livello, è altresì vero che lì il commercio è molto
vivo ed in frenetico sviluppo. Mi è parso presto
evidente che fare affari risulta molto più semplice, che
i costi sono molto più bassi, che il sistema dei
pagamenti non prevede modalità differenti dalla
rimessa diretta, che la domanda di investire è molto
alta e che gli investitori hanno mediamente tra i 25 ed
i 35 anni.
Preso lo schiaffo, e data la sveglia al cervello sopito,
ho iniziato a studiare la storia e la situazione politico-
economica della Polonia, della Rep. Ceca, della
Slovacchia, della Ex-Yugoslavia, della Albania e della
Bulgaria, ed ho scoperto che sono tutti paesi con
prestazioni, nell’ultimo triennio, superiori alla media
mondiale ed europea. La Polonia, ad esempio, è
l’unico paese della UE27 ad aver avuto una crescita
positiva in tutti gli ultimi tre anni; Serbia e Bulgaria
sono il 2° ed il 3° mercato finanziario per crescita nel
2010.
Parallelamente ho voltato lo sguardo anche al mondo
del web e nello specifico verso un progetto
e-commerce. Oltre all’attesa conferma sui numeri che
pongono il mercato del commercio elettronico come
sicuro protagonista per il decennio avvenire, mi sono
concentrato su quello che, a mio avviso,
risultava essere un grande problema ma
contemporaneamente una enorme opportunità: la
relazione tra il web e le aziende.
Ho appurato che esiste una forte scollatura fra le
potenzialità che il web può offrire e la capacità delle
aziende di sfruttarle. Non credo sia un problema
generazionale, bensì un problema di informazione.
Chi lavora nel web risulta solitamente avere un profilo
molto tecnico, la sua tendenza è quella di porre
l’approccio alla rete come un dovere morale, una
sorta di dogma; dal canto opposto, chi opera off-line
sottovaluta la visibilità e la credibilità che un corretto
approccio ad internet può costituire.
Con queste premesse, che risultano ormai essere veri
e propri preconcetti, è inevitabile che troppo spesso
vi sia una difficoltà di comunicazione tra le parti.
Grazie quindi ai viaggi all'estero e al percorso nella
rete, si è consolidata in me una convinzione: se si
vuole fare business oggi, e fare un business che
cresca rapidamente, bisogna puntare su idee
collocate in paesi a forte crescita, o idee che siano
b2c orientate nel world wide web.
Carico e convinto elaborai la mia strategia, i miei
progetti ed i miei piani operativi.
La mia prima mossa fu quindi quella di tentare di
spingere l’azienda a muoversi in questa direzione, ma
fu un tentativo che presto e purtroppo si dimostrò
vano. La concentrazione della proprietà era
fortemente votata al consolidamento ed alla
massimizzazione di quel modello di business che si
era dimostrato e continuava a dimostrarsi di
successo, modello che però era diventato per molti
aspetti autoreferenziale e non lasciava spazio e
visibilità ad idee e sperimentazioni. Non riuscivo ad
essere convincente o forse a trasmettere quelle che
potevano essere le potenzialità.
Cosa fare allora? Rivedere le proprie
convinzioni e giungere a compromessi
per vendere un’idea a chi avrebbe
dovuto crederci? Quanto
valeva questa idea
che giorno dopo giorno
andava a palesarsi
come vincente?
Molto, anzi per me
valeva tutto!
Dopo lunghe valutazioni
e profonde riflessioni,
mediando tra istinto e
ragione, giocando tra il
non dormirci le notti ed il palleggiare tra i valori di quel
che lasciavo (molto) e quel in cui credo (tutto) io ho
fatto la mia scelta! Ho preso la decisione di rendermi
artefice della realizzazione delle mie idee e dei miei
progetti: mi sono dimesso e mi sono messo in
proprio.
In questo preciso istante mi arriva la notizia della triste
scomparsa di
Steve Jobs ed il suo famoso discorso a Stanford
torna dirompente a darmi la carica ed a rassicurarmi:
I’ m hungry. I’m foolish!
Creare CreativaMente un brand
20 luglio 2010, nasce la rivista C/M Creativa/Mente.
21 ottobre 2011, è passato poco più di un anno e nasce Creativa/Mente il Gruppo che unisce 3 aziende
che operano nel mondo della comunicazione: Gusella adv, Puntoffset, Xtragroove.
Poco più di un anno fa, circa un anno e mezzo fa se non ricordo male, io il mio socio andrea e mio
fratello daniele, un sabato mattina eravamo seduti in sala riunioni in agenzia per discutere sul futuro e
sui progetti della Gusella adv. erano mesi che ci frullava in mente di creare qualcosa di importante e
quella mattina abbiamo deciso di far nascere Creativa/Mente, una rivista non convenzionale capace di
essere lo specchio della nostra agenzia ed uno spazio dove esprimere il pensiero nostro, dei nostri
collaboratori e dei nostri clienti. e’ passato solamente un anno e la nostra rivista è diventata qualcosa
di molto più grande, è diventata brand, è diventata il significato ed il nome del Gruppo che racchiude
le nostre aziende, Gusella adv, Puntoffset e Xtragroove.
voglio però entrare nel dettaglio e spiegarvi bene cos’è il gruppo Creativa/Mente. non è un’azienda e
tanto meno un semplice logo di un gruppo. É il significato, è il senso, è il sogno. É l’armonia di valori
che legano le nostre aziende e che al tempo stesso ne sono il motore. vi chiederete quali sono questi
valori. Presto detto: entusiasmo, trasparenza, Serietà, Onestà, Credibilità, Condivisione.
Creativa/Mente è un brand al servizio del brand, con il chiaro e dichiarato obiettivo di studiare, definire
ed applicare le corrette modalità per porsi nel mercato.
e la nostra rivista? Quell’inconfondibile plico dalla copertina monocromo con la C e M a rilievo nata un
anno fa? non è cambiata, si è evoluta, è diventata un house organ creativo.
C/M mantiene lo spirito di sempre, il suo spirito di confronto confidenziale, dove i creativi si mettono a
confronto con imprenditori e dove esperti di comunicazione e marketing portano la loro esperienza.
in questo numero, color Magenta, a differenza dei precedenti c’è qualcosa di più grande, non c’è più
solamente il team Gusella adv, c’è il gruppo Creativa/Mente, un piccolo gruppo capace grazie ai suoi
uomini di fare grandi cose.
edito-ria-le
/// ANDREA CARONE MI GIOCO TUTTO!
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Se si vuole fare businessoggi, e fare un business
che cresca rapidamente,bisogna puntare su ideecollocate in paesi a forte
crescita, o idee che sianob2c orientate nel world
wide web.
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CR
EATI
VA/M
ENTE
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LABORATORIO DI IDEE GRUPPO CREATIVA/MENTE OTTOBRE2011
www.creat iva-mente. info
*in caso di... comunicazione
*Usare tempestivamente in caso di “comUnicazione”.
Una comunicazione di valore per realizzare idee sempre nuove ed interessanti
da trasmettere agli altri. Ideazione e creazione di nuovi progetti ottenuti grazie
a conoscenze condivise finalizzate allo sviluppo ed alla realizzazione di un
nuovo concept. Una comunicazione creativa ed efficace ottenuta tramite la
personalizzazione di un’idea e la migliore realizzazione di valore. Crediamo
nella trasparenza, nell’innovazione e nella conoscenza condivisa. Un gruppo
in costante evoluzione per soddisfare le esigenze del cliente con realizzazioni
personalizzate sia online che offline.
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