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WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 1 Country Report Brasile Riservato-Confidenziale (Novembre 2011)

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WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 1

Country Report

Brasile

Riservato-Confidenziale

(Novembre 2011)

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

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INDICE

CARTINA GEOGRAFICA 3

IL PAESE IN SINTESI 4 EXECUTIVE SUMMARY 5 CONTESTO POLITICO-ECONOMICO 7 POLITICA E ISTITUZIONI 7 CV DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 23 CV DEL VICE PRESIDENE DELLA REPUBBLICA 24 CV DEL MINISTRO DEGLI ESTERI 25 CV DEL MINISTRO DEL PETROLIO E DELLE MINIERE 26 CV DEL PRESIDENTE DI PETROBRAS 27 CV DEL GOVERNATORE DELLA BANCA CENTRALE 28 ECONOMIA E FINANZA 29 QUADRO ENERGETICO 35 BILANCIO ENERGETICO NAZIONALE 35 IDROCARBURI E BIOCARBURANTI 37 SETTORE ELETTRICO 51

Pubblicazione gratuita fuori commercio la cui circolazione è strettamente limitata all’interno dell’Associazione WEC-Italia Report ultimato il 30 Novembre 2011 Predisposto per stampa fronte/retro

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CARTINA GEOGRAFICA

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IL PAESE IN SINTESI

Generalità

Popolazione: 190,8 milioni (censimento 2010) Superficie: 8,51 milioni di Kmq Lingue: Il Portoghese è l’idioma ufficiale del paese Religioni: Cattolici (70%), Protestanti (19%)

Principali cariche dello Stato

Presidente e Capo del Governo: Dilma Vana Rousseff Vice Presidente: Michel Temer Ministro degli Esteri: Ambasciatore Antonio de Aguiar Patriota Ministro dell’Energia e Miniere: Edison Lobão

Indicatori economici e finanziari (2010)

PIL nominale: 2.088 miliardi $USA PIL nominale procapite: 10.950 $USA Tasso di crescita PIL: 7,5 % Tasso d’inflazione: 5,0 % Tasso di disoccupazione: 6,7% Esportazioni: 201,9 miliardi $USA Importazioni: 181,7 miliardi $USA

Bilancia commerciale: + 20,2 miliardi $USA Principali paesi acquirenti: Cina, USA, Argentina, Olanda, Germania Principali paesi fornitori: USA, Cina, Argentina, Germania, Sud Corea Bilancia dei conti correnti: -47,4 miliardi $USA (2,28% PIL) Investimenti Diretti Esteri (FDI): 48,5 miliardi di dollari USA Deficit Pubblico % sul PIL: -2,1% Debito Estero: 346,5 miliardi di $USA (16,6% PIL) Rapporto del Servizio del debito: 38,5% (su export di beni&servizi) Riserve internazionali di valuta: 352 miliardi di $USA (agosto 2011) Tasso di cambio (fine anno): 1,76 R/$USA

Riserve, produzione e consumi idrocarburi (2010)

Riserve provate petrolio e condensati: 12,9 miliardi di barili Produzione di petrolio e condensati: 2,0 milioni di barili/giorno Rapporto riserve/produzione petrolio: 18 anni Capacità di raffinazione: 2,1 milioni di barili/giorno Consumi petroliferi: 2,6 milioni di barili/giorno Riserve provate gas naturale : 377 miliardi di metri cubi Produzione lorda gas naturale: 14,4 miliardi di metri cubi Rapporto riserve/produzione gas: 26 anni Consumi gas naturale: 26,5 miliardi di metri cubi Importazioni di gas naturale (di cui LNG): 12,6 miliardi mc (di cui 2,8 LNG) Potenza elettrica installata: 113,3 GW Generazione elettrica: 509,2 TWh Consumi finali di elettricità: 455,7 TWh

Importazioni energia elettrica: 35,9 TWh

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Executive Summary

Con una popolazione di circa 191 milioni di abitanti e un reddito pro capite di circa 11.000 $USA nel 2010, il Brasile è la prima economia dell’America Latina. Nell’ottobre 2010 si sono tenute le elezioni generali per la nomina del nuovo Presidente della Repubblica, della Camera e del Senato federali, dei Governatori e delle Assemblee dei singoli Stati e del Distretto Federale. La frammentazione partitica ha reso indispensabile la composizione di larghe alleanze, che si sono tradotte nella formazione di una coalizione comprendente 10 partiti al cui interno ha una funzione guida il Partito dei Lavoratori. Sotto la Presidenza Lula e Rousseff il paese ha marcato tre principali aree di intervento: rafforzamento delle relazioni con i partner tradizionali del Sud America; diversificazione delle relazioni e dei legami con le altre nazioni in via di sviluppo; sostegno al multilateralismo, nella direzione di un allargamento della governance mondiale. La maggiore stabilità macroeconomica ha consentito al paese di accelerare la crescita interna e di ridurre la povertà e le disuguaglianze economiche attraverso mirate politiche sociali. Nel 2010 l'economia si è ripresa con forza dalla crisi dell’anno precedente, con il più alto tasso di crescita (7,5%) mai rilevato nell’arco degli ultimi 25 anni. Gli sviluppi offrono interessanti opportunità anche per le imprese italiane, nonostante la politica economica del Governo sia tesa a favorire il rafforzamento delle imprese pubbliche nazionali. Il Brasile è il nono consumatore di energia del mondo e il terzo nell’emisfero occidentale, dopo Stati Uniti e Canada. I suoi consumi di energia sono notevolmente aumentati e nell’ultimo decennio il paese ha compiuto grandi progressi nell’aumentare la sua produzione di energia (253 milioni di TEP nel 2010) e in particolare di idrocarburi. Le più recenti scoperte di estesi giacimenti off-shore dovrebbero proiettarlo tra i grandi produttori mondiali di petrolio entro il 2020. I dati consolidati del bilancio energetico 2010, relativi all’offerta interna di energia primaria, evidenziano un approvvigionamento complessivo di circa 259 milioni di TEP, derivato per il 54,5% dalle fonti tradizionali, principalmente petrolio (37,6%) e in misura secondaria da gas naturale (10,3%), carbone (5,2%) e dall’energia nucleare (1,4%). Il contributo delle fonti rinnovabili è stato del 45,5%, con in testa i derivati della canna da zucchero (etanolo e bagassa) per il 17,8%, seguiti dall’idroelettrico (14%), legna (9,7%) e altre rinnovabili (4%). Il paese mostra consumi procapite ancora modesti (1,4 TEP) e una bassa intensità energetica e carbonica del PIL. E’ comunque dodicesimo nella graduatoria mondiale delle emissioni globali di gas serra e secondo tra i paesi dell’America Latina, dopo il Messico. Il settore energetico contribuisce tuttavia soltanto per il 20% alle emissioni totali, che invece sono determinate per circa l’80% dall’agricoltura, silvicoltura e allevamento. Il Brasile ha

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comunicato alle Nazioni Unite la disponibilità a intraprendere, su base volontaria, una serie di azioni (riduzione della deforestazione, ripristino dei terreni da pascolo, maggior impiego di biocarburanti e di idro-elettricità, recupero di efficienza energetica) volte a mitigare, entro il 2020, le proprie emissioni di gas serra in una misura compresa tra il 36% e 39%, rispetto alle normali previsioni di crescita business as usual. Nel 2010 la produzione di petrolio e condensati è consistita in oltre 2,1 milioni di barili/giorno, collocando il paese nel gruppo dei primi 15 produttori mondiali. Il Governo ha aumentato il controllo sulla compagnia petrolifera Petrobras che è divenuta la terza compagnia petrolifera mondiale per capitalizzazione borsistica. Con un consumo giornaliero che ha superato i 2,6 milioni di barili/giorno nel 2010, il paese mira a raggiungere una produzione petrolifera di 4 milioni di b/g entro il 2020 e a potenziare la capacità di raffinazione a 3,6 milioni di b/g. Nel comparto dei biocarburanti, il Brasile risulta secondo produttore e primo esportatore mondiale di etanolo. Nel settore del gas naturale, ove riserve e produzione sono meno ingenti, i crescenti fabbisogni sono integrati attraverso importazioni provenienti dalla Bolivia e arrivi via nave di gas naturale liquefatto (GNL) ai terminali costieri di rigassificazione di Pecém e Guanabara Bay. Nel 2012, Petrobras potrebbe maturare la decisione di costruire un impianto offshore di liquefazione di gas naturale, per sfruttare riserve altrimenti non utilizzabili economicamente. Il settore elettrico, dotato di una potenza installata di circa 113 GW nel 2010, ha fornito una generazione elettrica lorda di 509 miliardi di kWh. La fonti idroelettriche e rinnovabili hanno contribuito all’offerta elettrica per l’85,6% del totale, mentre le fonti fossili hanno pesato per circa l’11,7% e il nucleare per il 2,7%. Il paese avrà bisogno di una potenza aggiuntiva di 60 GW entro il 2020, che è stata già contrattata per quasi due terzi. Oltre a tre grandi progetti idroelettrici, importanti contributi proverranno da un maggior impiego del gas, della bagassa di canna da zucchero, dal carbone e dall’eolico. Il paese ha anche riavviato la costruzione di una centrale nucleare, dopo una sospensione durata più di vent’anni. Dagli attuali 2 GW dei reattori PWR di Angra dos Reis 1 e 2, la nuova unità di Itaorna farà salire la potenza elettro-nucleare a 3,4 GW nel 2018. Il Brasile è intenzionato a perseguire una completa indipendenza tecnologica e industriale nel ciclo della fabbricazione del combustibile nucleare, disponendo di cospicue riserve di uranio e potendo vantare l’impiego di centrifughe originali tecnologicamente avanzate. Il settore eolico, sia pure con ritardo rispetto ad altri paesi, sta registrando una crecita considerevole. Nelle ultime Aste pubbliche sono stati assegnati contratti per nuova capacità di generazione di 5,8 GW a prezzi molto competitivi. In questo comparto, il Brasile è in grado di affermarsi come leader della regione latino americana, per la presenza di alcune aziende internazionali che producono turbine eoliche nel Paese. Il potenziale fotovoltaico, invece, risulta poco impiegato nella generazione essendo stato escluso finora dai programmi energetici di lungo termine del Paese.

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Contesto Politico-Economico

Istituzioni e Politica

Il Brasile è una Repubblica Federale composta da 27 Stati e un Distretto federale che include la capitale Brasilia. In base alla Costituzione promulgata il 5 ottobre del 1988, il Potere Esecutivo è esercitato dal Presidente della Repubblica, con l’ausilio di un Vice Presidente e dei Ministri di Stato. Il Presidente della Repubblica viene eletto a suffragio universale con un mandato di quattro anni, per un massimo di due mandati, insieme al Vice Presidente candidatosi insieme a lui, con la maggioranza assoluta dei voti validi nella prima votazione (o con maggioranza semplice nella seconda votazione). Il mandato del Presidente della Repubblica ha inizio il primo gennaio dell’anno seguente alla sua elezione. Al Presidente compete nominare o esonerare i Ministri di Stato ed esercitare la direzione superiore dell’Amministrazione federale; ratificare, promulgare e far pubblicare le leggi, così come porre il veto a progetti di legge; mantenere relazioni con Stati stranieri e accreditare i loro rappresentanti diplomatici; concedere indulto e commutare pene, sentiti, se necessario, gli organi istituiti per legge; esercitare il comando supremo delle Forze Armate, nominare i Comandanti della Marina, dell’Esercito e dell’Aereonautica; nominare, dopo approvazione del Senato Federale, i Ministri del Supremo Tribunale Federale e dei Tribunali Superiori, il Procuratore Generale della Repubblica, il Presidente e i Direttori della Banca Centrale. Il Presidente si avvale inoltre del Consiglio della Repubblica e del Consiglio della Difesa. Il Potere Legislativo è esercitato dal Congresso Nazionale, che si compone della Camera dei Deputati e dal Senato Federale. La Camera dei Deputati è attualmente composta da 513 rappresentanti eletti per quattro anni con il sistema proporzionale in ogni Stato e nel Distretto Federale, proporzionalmente alla popolazione ma con l’apporto di correttivi affinché nessuna unità della Federazione abbia meno di 8 o più di 70 Deputati. Il Senato Federale si compone di 81 rappresentanti, tre per ciascuno Stato e il Distretto Federale, che vengono eletti secondo il sistema maggioritario con un mandato di otto anni. Ogni quattro anni vengono rinnovati a turno un terzo e due terzi dei seggi. A livello dei singoli Stati, che si avvalgono di un’ampia autonomia politica e amministrativa garantita dalla Costituzione Federale (ogni Stato ha il potere di promulgare una propria Costituzione) il potere legislativo consiste nelle Assemblee unicamerali, mentre quello esecutivo rispecchia il sistema

Il Brasile è una Repubblica Federativa Presidenziale

La struttura bicamerale del Congresso Nazionale

Il Presidente guida l’Esecutivo, con ampi poteri

La Costituzione garantisce ampia autonomia ai singoli Stati

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federale, con l’elezione diretta dei Governatori (mandato di quattro anni rinnovabile una sola volta) che guidano il potere esecutivo. Nel 2004, alcune modifiche costituzionali hanno profondamnte modificato l’assetto organzizzativo della Giustizia. I massimi organi del Potere Giudiziario risiedono nel Tribunale Supremo Federale, nella Corte Superiore di Giustizia e nei Tribunali Federali. Al Tribunale Supremo Federale competono le questioni pertinenti alla Costituzione; si compone di undici Ministri, che sono sono nominati a vita dal Presidente della Repubblica, dopo l’approvazione con maggioranza assoluta del Senato Federale. Gli altri organismi si articolano nei Tribunali Federali Regionali e Statali, che riguardano distintamente la Giustizia (civile e penale), quella del Lavoro e quella Elettorale. Non esistendo tribunali a livello di singole città, tutti i processi di giustizia penale e civile sono trattati da tribunali statali, con gradi di burocrazia e tempi piuttosto elevati. Una differenza sostanziale con il sistema italiano è che la figura del Pubblico Ministero (federale o degli Stati) costituisce una carriera autonoma, diversa da quella di magistrato. Principali partiti e coalizioni politiche Sono poco più di una ventina i partiti politici che a seguito delle ultime competizioni elettorali fanno parte del Congresso Nazionale. Le principali formazioni in termini di seggi sono il Partito dei Lavoratori (PT), il Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), il Partito della Social Democrazia del Brasile (PSDB), il Partito Social Democratico (PSD) e il Partito della Republica (PR). Il Partido dos Trabalhadores (PT), fondato nel 1980 dai sindacati che si opponevano alla dittatura militare è stato riconosciuto nel 1982. Costituito da elementi fuoriusciti dal Partido Trabalhista Brasileiro (PTB) si ispira ai principi social democratici; al suo interno operano correnti di diverso orientamento politico: a destra il Campo Majoritàrio di cui fanno parte Lula e la Presidente Roussef, che è la corrente più moderata, e a sinistra Democrazia Socialista. Alle elezioni del 2010, il PT ha ottenuto il maggior numero di voti (16,8% delle preferenze) alla Camera, dove conta 87 deputati. Nel Senato rappresenta la seconda forza, con 13 senatori. Il partito guida i Governatorati di 5 Stati (Acre, Bahia, Distretto Federale, Rio Grande do Sul e Sergipe). Come partito socialista ha proposto cambiamenti radicali nelle politiche socio-economiche a favore delle classi meno abbienti, recuperando parti della società civile precedentemente escluse (ad es. Movimento dei Lavoratori senza Terra), convergendo tuttavia negli ultimi anni verso posizioni centriste in modo di proporsi come partito di più ampio consenso democratico.

Evoluzione politica del PT verso posizioni più

moderate

I principali organi del Potere

Giudiziario

Il Partido dos Trabalhadores

di Lula

Le principali formazioni

del Congresso

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Il centro è occupato da due grandi partiti: il Partido do Movimento Democrático Brasileiro (PMDB) e il Partido da Social Democrazia Brasileira (PSDB) che nel passato hanno rappresentato “l’opposizione ufficiale” ai militari. Entrambi sono partiti populisti, con una forte strutturazione organizzativa in tutti gli Stati, in grado di raccogliere larghi consensi elettorali. Il PMDB, contraddistinto dalla sua politca pragmatica più che ideologica, è stato un decisivo intermediario politico a livello nazionale fin dalla fine del regime militare e ha dato il suo appoggio sia ai governi Cardoso che ai governi Lula e Roussef. Guidato dall’attuale Vice Presidente Michel Temer, il PMDB governa 5 Stati (Maragnao, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Rio de Janeiro e Rondonia) e possiede il maggior numero di seggi al Senato (19). Il PSDB, popolarmente noto come il partito del Tucano, rappresenta il principale partito di opposizione e governa in 8 Stati (Alagoas, Goias, Minas Gerais, Parà, Paranà, Roraima, São Paolo, Tocantins). Fondato da una corrente dissidente uscita dal PMDB alla fine degli anni ottanta, è caratterizzato da una più spiccata base ideologica, di tipo social democratico. Annovera tra i suoi leader l’ex Presidente Fernando Henrique Cardoso, vincitore delle elezioni presidenziali nel 1994 e 1998, e l’ex Governatore dello Stato di São Paolo José Serra (attuale Presidente del partito) che è stato ripetutamente sconfitto nelle elezioni presidenziali da Lula e Dilma Rousseff. Più volte Ministro, Serra è stato tra l’altro responsabile di importanti riforme nel settore della sanità e protagonista di aspre contese con le multinazionali farmaceutiche. Il Partido Social Democrático (PSD), di orientamento centrista e liberale, è stato costituito nel marzo 2011 ed è soltanto omonimo del vecchio partito getulista disciolto nel passato dalla dittatura militare. Raccoglie un nutrito numero di dissidenti (circa una cinquantina) eletti in precedenza nei ranghi di vari partiti politici (soprattutto del DEM, ma anche del PSDB, PPS, etc.). Il suo fondatore, Gilberto Kassab (ex DEM) economista e ingegnere, è succeduto a José Serra come Prefetto della città di São Paolo. Dopo una militanza nei ranghi del centro destra ha virato verso il centro, offrendo la disponibilità a collaborare con la Rousseff. Ha ricevuto, tra l’altro, l’adesione al partito di Henrique Meirelles, ex governatore della Banca Centrale sotto le due presidenze Lula. Il PSD potrà partecipare per la prima volta alle elezioni amministrative nel 2012. Ha presentato un Manifesto per la creazione di un’Assemblea Nazionale Costituente, nel 2014, volta a riformare la Costituzione federale. Il Partido Progressista (PP) creato nel 1995 dalla fusione con il Partito Riformista Progressista (che due anni prima aveva inglobato il Partito Democratico Cristiano), sostiene posizioni alquanto conservatrici. Nel 2003 ha cambiato la sua denominazione di Partito Progressista Brasiliano in PP,

La forza del PMDB nel Congresso, può condizionare qualsiasi maggioranza

Il partito del Tucano, maggiore forza di opposizione

I due maggiori partiti del centro

Il PSD propone di modificare la Costituzione federale con le elezioni 2014

Il Partito Progressista esprime posizioni conservatrici di opposizione

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rinunciando all’identità nazionale. Guidato da Francisco Dornelles, raccoglie consensi tra l’elettorato di centrodestra e conta 37 rappresentanti alla Camera. Il Partido da República (PR) è nato nel 2006 a seguito della fusione del PartidoLiberal (PL) e del Partido da Reedificação da Ordem Nacional (PRONA). Riunisce numerosi politici dissidenti del vecchio Fronte Liberale e del PDS. La sua proposta politica combina i fondamenti del nazionalismo di Enéas Carneiro con il liberismo sociale proposto da Álvaro Valle. Si è fatto promotore di una petizione affichè le spese per l’istruzione salgano dall’attuale 4,3% al 10% del PIL come previsto dalla Costituzione (invece il Plano Nacional de Educação-PNE elaborato dall’Esecutivo federale prevede soltanto un aumento del 7% delle spese). Guidato da Lincoln Portela, conta 36 seggi alla Camera, dove capeggia un Blocco parlamentare che raccoglie altri 7 rappresentanti di partiti minori come il Partido Trabalhista do Brasil (PTdoB), il Partido Republicano Progressista (PRP), il Partido Humanista da Solidariedade (PHS), il Partido Trabalhista Cristão (PTC) e il Partido Social Liberal (PSL). Democratas (DEM), creato nel 2007 e presieduto da José Agripino, è l’erede del vecchio Fronte Liberale che nel 1984 raccolse l’adesione di numerosi membri del Partito Democratico Sociale. Radicato nella regione del Nordeste, la sua ideologia amalgama i principi democristiani con posizioni liberali e conservatrici, collocandolo tra i partiti di opposizione di centro destra. Governa 2 Stati (Rio Grande do Norte e Santa Caterina). Il Partido Trabalhista Brasileiro (PTB) con radici storiche (1945) di sinistra fondate sui principi nazionalistici predicati dall’ex Presidente Getulio Vargas, è stato rifondato nel 1981 con il contributo della nipote Ivete Vargas, subendo però una profonda evoluzione politica verso posizioni più liberiste. E’ stato protagonista di un’alleanza con il primo Presidente eletto Collor de Mello (1990-92), che venne poi destituito per corruzione. Il PTB è presiduto da Roberto Jefferson, uno dei protagonisti dello scandalo del 2005/2006 che portò alle dimissioni di José Dutra titolare del superministero della Casa Civil, determinando la peggiore crisi per il Governo Lula (che fu costretto a sostituirlo con la Rousseff). Jefferson, allora Ministro delle Poste, aveva denunciato il meccanismo corruttivo (caso Mensalão, relativo a compensi elargiti mensilmente a parlamentari del PT, in cambio dei loro voti), ma poi venne lui stesso sospeso e indagato per corruzione del Ministero. Riabilitato, è tornato a dirigere il PTB, che conta 20 seggi alla Camera e 6 senatori. Il Partido Democrático Trabalhista (PDT) è un partito laburista, fondato nel 1989 da Leonel Brizola, affiliato all’Internazionale Socialista. A seguito dei sopra citati scandali finanziari, alcuni suoi componenti si sono allontanati dal PDT dando vita, insieme ad altri fuoriusciti dal partito di Lula (PT), alla nuova formazione politica del Partido Socialismo e Liberdade (PSOL).

L’evoluzione del PTB ex alleato di Lulaha appoggiato la

candidatura di Serra nelle ultime elezioni

Il PR guida un blocco parlamentare

che appoggia la maggioranza

Il DEM,radicato nel Nordeste,

indebolito dalle defezioni verso

il PSD

Il PDT membro dell’Internazionale

Socialista; alcuni suoi militanti sono confluiti nel PSOL

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Il Partido Verde, guidato da Fernando Sarney figlio dell’ex Presidente Sarney (1985-1990) e attuale Presidente del Senato, conta su 11 seggi alla Camera e un rappresentante al Senato. Persegue gli obiettivi dei movimenti ecologisti. Insieme al Partido Popular Socialista, che detiene 9 seggi alla Camera, ha dato vita a un unico blocco parlamentare di opposizione. Alle elezioni presidenziali del 2010, la candidata del partito Marina Silva ha ottenuto il 19% dei voti. Ex Ministro dell’Ambiente del Governo Lula, si era dimessa dal PT nel 2008 rimproverando a Lula una politica ambientale non adeguata. Tuttavia, nel luglio 2011 la Silva ha lasciato anche il PV, con un gruppo di suoi fedelissimi, annunciando la fondazione di un nuovo partito. Il Partido Republicano Brasileiro (PRB), vicino alla Chiesa Evangelica, ha 10 deputati federali e un senatore federale. Uno dei massimi esponenti del partito José Alencar, è stato Vice Presidente del Brasile dal 2006 al 2010, durante la presidenza Lula. Tra i partiti minori si possono inoltre citare il Partido Popular Socialista (PPS) umanista–socialista metamorfosi del vecchio partito comunista che ha 9 seggi alla Camera, il Partido Trabalhista do Brasil (PTdB) con 3 deputati, il Partido Trabalhista Cristão (PTC), il Partido Republicano Progressista (PRP), il Partido Humanista da Solidariedade (PHS), il Partido Social Liberal (PSL) e il Partido Renovador Trabalhista Brasileiro (PRTB) che dispongono ciascuno di un deputato federale. Altre formazioni, come il Partido Trabalhista Nacional (PTN) populista centrista, il Partido Comunista Brasileiro (PCB) di orientamento marxista e il Partido Socialista dos Trabalhadores Unificado (PSTU) di orientamento Trotzkista, non sono rappresentate nel Congresso. La composizione del Parlamento e del Senato Nell’ottobre 2010 si sono tenute le elezioni del Presidente della Repubblica, dei Governatori degli Stati e del Distretto Federale, dei 513 Deputati federali e di 54 Senatori (su 81) federali, delle Assemblee unicamerali dei singoli Stati e dei distretti amministrativi. La frammentazione partitica ha reso indispensabile la composizione di larghe alleanze. Nel caso del PT, tale esigenza si è tradotta nella formazione di una coalizione comprendente 10 partiti al cui interno, in aggiunta al PT, hanno avuto un funzione importante il PMDB e i partiti minori PDT, PSB, PCdoB, PRB, PR, PSC, PTC e PTN. La leadership del PT, spinta della necessità di trovare un appoggio politico duraturo nel Congresso e nella corsa per il rinnovo della Presidenza, ha scelto di candidare un minor numero di suoi rappresentanti alla carica di

La frammentazione politica rispecchia le profonde differenze economco-sociali del paese

Il Partito ambientalista dei Verdi, guidato dal figlio dell’ex Presidente Sarney

Il PRB, vicino alla Chiesa Evangelica

I Partiti minori e quelli extra parlamentari

Le elezioni presidenziali e politiche 2010

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Governatore nei diversi Stati (soltanto 9 rispetto ai 18 candidati presentati nel 2006 e ai 24 del 2002), lasciando maggiore spazio ai partiti alleati. Tale strategia ha permesso al PT di assicurare un pieno sostegno alla candidata erede di Lula, Dilma Rousseff, che ha battuto l’oppositore social-democratico Josè Serra, al secondo turno con il 56% dei suffragi. Nel primo aveva ottenuto il 46,5% dei voti, rispetto al 32,7% di Serra che aveva contato sull’appoggio dei partiti DEM, PTB, PPS, PMN e PTdoB. Data la forza dell'economia brasiliana (il reddito pro capite è più che raddoppiato negli otto anni di Presidenza Lula) entrambi i candidati avevano promesso continuità rispetto alla precedente amministrazione.

* partiti che hanno appoggiato la candidatura di Dilma Rousseff ^ partiti che hanno appoggiato la candidatura di José Serra

Insediata alla Presidenza nel gennaio 2011, in virtù dell’ampia maggioranza che la coalizione ha conquistato nel Congresso, la Rousseff ha ribadito il suo impegno per consolidare e sviluppare le politiche avviate da Lula, migliorare

Partiti Politici

(Situazione a inizio Novembre 2011) Seggi alla

Camera

Seggi al

Senato

Partito dei Lavoratori (PT)* 87 13

Partito Movimento Democratico Brasiliano (PMDB)* 80 19

Partito della Social Democrazia Brasiliana (PSDB)^ 50 9

Partito Social Democratico (PSD) 48 1

Partito della Repubblica (PR)* 36 7

Partito Progressista (PP) 37 5

Partito Democratici (DEM)^ 27 5

Partito Democratico Laburista (PDT)* 26 5

Partito Laburista Brasiliano (PTB)^ 20 6

Partito Socialista Brasiliano (PSB)* 30 3

Partito Comunista do Brazil (PCdB)* 13 2

Partito Social Cristiano (PSC)* 16 1

Partito Repubblicano del Brasile (PRB)* 10 1

Partito Verde (PV) 11 1

Partito Popolare Socialista (PPS)^ 9

Partito Laburista del Brasile (PTdoB)^ 3

Partiti PRP, PHS*, PSL, PTC* 4

Partito Socialismo e Libertà (PSOL) 3 2

Partito della Mobilitazione Nazionale (PMN)^ 2 1

Partito Rinnovamento Laburista Brasiliano (PRTB) 1

Totale Seggi 513 81

Presidenza Rousseff erede, nel segno della

continuità, della politica di Lula

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le infrastrutture del paese e ridurre gli alti tassi di criminalità e violenza nei centri urbani. I partiti che hanno sostenuto la sua candidatura sono tuttavia ideologicamente molto diversi tra di loro (dall’estrema sinistra alla destra populista) e alcuni di essi (tra cui PMDB, PSB e PR), dimostrando maggiore interesse per la distribuzione delle risorse, attraverso il bilancio federale, e il controllo dei Ministeri piuttosto che per le politiche del PT. Alcuni settori della coalizione peraltro hanno espresso i primi malcontenti all’indomani stesso della formazione del nuovo Gabinetto dei Ministri. Dopo nemmeno sei mesi dalla formazione del Governo, le dimissioni del Capo della Casa Civil (massimo organo dipendente dal Presidente, preposto al coordinamento dell'azione di Governo e degli altri Ministeri), Antonio Palocci, hanno causato il primo sbandamento politico per la Rousseff, che tuttavia ha cercato di limitare i danni nominando con rapidità Gleisi Hoffmann, Senatrice del PT e moglie del Ministro delle Comunicazioni, nuovo Capo del suo staff ministeriale. Le principali cariche istituzionali (attuali) del Brasile Presidente e (Primo Ministro) Dilma Rousseff (PT) Vice Presidente Michel Temer (PMDB) Casa Civil della Presidenza della Repubblica Gleisi Hoffmann (PT) Ministero Affari Esteri Antonio Patriota

Ministero Difesa Celso Amorin Ministero Finanze Guido Mantega (PT) Ministero Miniere e dell'Energia Edison Lobão (PMDB) Mnistero Sviluppo, Industria, Commercio Estero Fernando Pimentel(PT) Ministero Ambiente Izabella Teixeira

Ministero dei Trasporti P. Sérgio Oliveira Passos Ministero Lavoro Carlos Lupi (PDT) Ministero Giustizia José Eduardo Cardozo (PT) Ministero Comunicazioni Paulo Bernardo Silva (PT) Ministero Scienza e della Tecnologia Aloizo Mercadante (PT) Presidente della Camera Marco Aurélio Spall Maia (PT) Predsidente del Senato José Sarney (PMDB) Governatore della Banca Centrale Alexandre Tombini

In seguito, si è verificata una serie di episodi che hanno portato alle dimissini di altri cinque Ministri del Governo Rousseff. Nel luglio 2011 le dimissioni hanno riguardato il Ministro dei Trasporti, Alfredo Nascimento, e l'intera cupola del suo dicastero accusata di corruzione. In agosto il Ministro dell’Agricoltura, Wagner Rossi, avvocato e produttore agricolo molto vicino al Vice Presidente Michel Temer, si è dimesso a seguito della denuncia di pagamenti irregolari del suo Ministero. A settembre, il quotidiano O Estado di San Paolo ha accusato il Ministro del Turismo Pedro Novais di utilizzare soldi pubblici per spese private,

Il Governo Rousseff pur guadagnando una crescente autonomia (rispetto a Lula), nei primi 10 mesi ha dovuto affrontare le dimissioni di numerosi Ministri

La serie di scandali che hanno travolto i Ministri dei Trasporti dell’Agricoltura, del Turismo, della Difesa e dello Sport

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costringendolo a dimettersi per organizzare la sua difesa. Il Ministro della Difesa, Nelson Jobim, si è dimesso dopo aver rivolto pesanti critiche ai suoi colleghi di Governo (tra cui la Hoffman) e alla stessa Roussef (dichiarando perfino di aver votato per José Serra alle presidenziali). Per ultimo, in ottobre, si è dimesso il Ministro dello Sport, Orlando Silva (PCdoB), per accuse di corruzione legate ai lavori dei prossimi Mondiali di Calcio. I primi di novembre ulteriori accuse di corruzione sono piovute su un Consigliere del Ministro del Lavoro Carlos Lupi, mosse da rivelazioni della rivista brasilana Veja. Nonostante tutto la Rousseff è uscita personalmente indenne dagli scandali che hanno colpito alcuni dei suoi più stretti alleati e lo stesso Partito dei Lavoratori, ma le tensioni venutesi a creare tra i partiti della coalizione hanno creato alcune temporanee paralisi nella maggioranza e nel Congresso. Sul piano diplomatico, le iniziative della Presidenza nel corso dei primi dieci mesi del 2011 sono state invece molto intense, interessando la visita di ben quattordici paesi nel seguente ordine: Argentina, Portogallo, Cina, Uruguay, Paraguay, Perù, Stati Uniti, Belgio, Bulgaria, Turchia, Sud Africa, Mozambico, Angola e Francia. Le Relazioni Internazionali

La politica estera del Brasile sotto le amministrazioni dei Presidenti Lula e Rousseff continua a essere rimarcata da tre principali aree di intervento: il rafforzamento delle relazioni con i partner tradizionali del Sud America; la diversificazione delle relazioni e dei legami con le nazioni in via di sviluppo; il sostegno al multilateralismo, nella direzione di un allargamento della governance mondiale. Lula aveva per primo ridefinito gli assi prioritari, puntando sul Mercato Comune del Sud (Mercosur) e sulle relazioni Sud–Sud. Dopo un periodo di conflittualità, il Mercosur (creato nel 1991 da Argentina, Brasile, Uruguay Paraguay) sembrava aver ritrovato un rilancio nel 2006 con l’accettazione del Venezuela. Ma da allora i negoziati con la UE per un trattato di libero scambio (FTA), dopo una lunga interruzione durata dal 2006 al 2010, stentano ancora a decollare. Il Summit UE-LAC di Madrid (maggio 2010) ha deliberato una ripresa delle trattative entro giugno 2012, per la presentazione di nuove proposte tariffarie relative a una serie di prodotti. I problemi ancora aperti del Mercosur non hanno impedito al Brasile di premere per una più ampia integrazione regionale. Nel 2008, dodici paesi del Sud America hanno dato vita all’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), in cui il Brasile ha avuto un ruolo influente, contribuendo direttamente anche alla risoluzione di conflitti politici in Bolivia (2008) e in

Relazioni prioritariecon Mercosur

Unasur, rafforzamento del

ruolo regionale

Tensioni tra i partiti della

coalizione

Intense iniziative diplomatiche

internazionali

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Ecuador (2010). Attraverso le due organizzazioni Mercosur e Unasur, il Brasile ha potuto consolidare il suo ruolo di potenza regionale, diffondendo una maggiore fiducia sulla possibilità che le nazioni in Sud America possano risolvere i loro problemi senza dover ricorrere a poteri extraregionali più forti, come gli Stati Uniti. Tuttavia, non è ancora chiaro se il Brasile sarà disposto ad accettare, oltre alle responsabilità, anche gli elevati costi connessi alla leadership regionale (il Brasile contribuisce al 70% del bilancio annuale del Fondo di Convergenza Strutturale e di Rafforzamento Istituzionale del Mercosur). Ad esempio, quando nel 2009 Lula accettò di pagare un prezzo più elevato per l’energia elettrica ritirata dal Paraguay (dalla centrale idroelettrica condivisa di Itaipu), il Congresso brasiliano ha bloccato l'accordo per due anni (fino a maggio 2011). Probabilmente il Congresso riteneva che fosse difficile convincere il paese, impegnato a risolvere i propri problemi economici e sociali, che gli elevati costi dell’accordo potessero in qualche modo essere ricompensati dai benefici intangibili della leadership regionale. Lo stallo si è sbloccato quando il Senato brasiliano ha accettato un aumento di prezzo (per la quota del 45% di energia generata dalla centrale non utilizzata dal Paraguay) due volte superiore a quello precedente, che ha comportato un costo di 360 milioni di dollari rispetto ai 120 milioni pagati in precedenza. Con l’Argentina, dopo le forti rivalità del passato, si sono instaurati buoni rapporti, con convergenze sul nucleare e sulla Competitiveness Adaptation Clause del Mercosur che in sostanza protegge alcuni settori specifici dei due paesi (vestiario e cotone argentino, vini e frutta brasiliana). Non a caso la prima visita all’estero della Roussef ha riguardato proprio l’Argentina dove ha incontrato la collega Cristina Fernandez de Kirchner (che è stata poi rieletta Presidente il 23 ottobre 2011). L’Argentina, tuttavia teme l’aumento dell’influenza economica del Brasile in America Latina (dato che è creditore verso la maggior parte dei paesi latinoamericani oppure che, ad esempio, un terzo della coltivazione di soia boliviana è controllata da farmers brasiliani) e si è opposta alla sua richiesta di un seggio permantente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il Brasile rappresenta un importante riferimento anche per gli Stati membri dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) - vale a dire Venezuela, Bolivia e Cuba - che perseguono una politica anti-neoliberista; come pure per l’Uruguay, dove la sinistra militante dei Tupamaros si è riconfermata vincitrice nelle elezioni presidenziali del 2009. Le relazioni con il Venezuela si sono molto rafforzate e il commercio bilaterale tra i due paesi ha superato un valore di 5 miliardi di dollari l’anno. La cooperazione è destinata ad aumentare a seguito di nuove joint venture, relative all'acquisto di materie prime del Venezuela e alla costruzione di una

I costi elevati della leadership regionale

Le relazioni con l’Argentina sono notevolmente migliorate

Collegamenti con i paesi anti-neoliberalisti dell’Alternativa Bolivariana

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raffineria di petrolio nella città di Abreu e Lima, nello Stato orientale di Pernambuco (progetto da 13 miliardi di dollari). La collaborazione attuale con L’Avana riguarda il progetto di espansione del porto di Mariel (50 km a ovest della capitale), dove il Governo cubano intende creare una zona di libero scambio. Attraverso il sostegno finanziario della Banca brasiliana di Sviluppo Economico e Sociale (BNDES), finora il Brasile ha fornito 400 degli 800 milioni di dollari promessi per la costruzione (brasiliana Odebrecht) di strutture portuali, di una autostrada e della ferrovia di collegamento Mariel-L’avana, che dovrebbero essere completate nel 2014. Oltre a consolidare la sua influenza nel Sud America, il Brasile ha cercato di espandere il suo peso nei Caraibi e nell'America Centrale. Ad esempio assumendo una responsabilità considerevole ad Haiti, dove dal 2004 è al Comando della missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite, che registra un personale militare di circa 12 mila uomini e comporta per il Brasile un costo annuo di oltre 40 milioni di $ USA (che recentemente ha indotto il nuovo Ministro della Difesa, Celso Amorin, a mettere in discussione il proseguimento della missione). Le relazioni con gli Stati Uniti sono invece più complesse: il Brasile è stato il pricipale responsabile del fallimento (2005) dell’area di libero scambio americana (AFTA), promossa negli anni scorsi da Washington. Ulteriori elementi di frizione hanno riguardato dispute sulla proprietà intellettuale (brevetti farmaceutici, vaccini per HIV/AIDS, tubercolosi e malaria) e la ormai decennale controversia sui sussidi USA all’industria del cotone, che ha comportato ritorsioni e ricorsi alla World Trade Organization-WTO. Tuttavia, a seguito dell'inaugurazione della Presidenza Rousseff, i leader dei due paesi hanno cercato di migliorare le relazioni e nel marzo 2011 Obama si è recato in visita in Brasile, effettuando il suo primo viaggio in Sud America. Dopo che la Cina è divenuta il primo partner commerciale di Brasile e Cile, scalzando gli Stati Uniti, gli USA hanno deciso di prestare maggiore attenzione al Brasile, che presenta un mercato potenzialmente molto ampio e in forte crescita. I nuovi temi di collaborazione riguardano i progetti infrastrutturali in vista dei mondiali di calcio (2014), il settore della difesa, l’accesso alle riserve petrolifere (ivi inclusa l’apertura degli USA alle esportazioni brasiliane di etanolo), come pure le misure antiterrorismo e antidroga. Le possibilità di un appoggio degli USA all’ingresso del Brasile nel Consiglio di Sicurezza, potrebbero essere facilitate qualora il Brasile riconoscesse che i paesi dell’America centrale rappresentano una zona di sicurezza irrinunciabile per gli Stati Uniti. Il Brasile nel rivendicare una governance allargata delle maggiori istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il G8 e il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, finora si è unito ad altri paesi emergenti formando delle coalizioni più o meno formali, come i Gruppi Brasile-Russia-India-Cina-Sud Africa (BRICS) e India-Brasile-Sudafrica (IBSA).

Cooperazione con Cuba

e responsabilità nei Caraibi

Segnali di miglioramento nelle complesse relazioni

con gli Stati Uniti

Collaborazione alternativa con i

gruppi emergenti BRICS e IBSA

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Tali sforzi hanno prodotto risultati contrastanti. Da un lato, sono riusciti ad assicurare accordi per ridistribuire il potere di voto all'interno del FMI e sostituire il G8 con il G20 come importante forum internazionale per il coordinamento economico mondiale. Dall’altro hanno ostacolato i tentativi promossi dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea per concludere altri importanti accordi internazionali, come i negoziati commerciali di Doha, quelli sul clima (Copenaghen e più di recente Durban) e per riformare il Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Durante la Presidenza Lula, il Brasile è stato piuttosto critico sul ruolo degli Stati Uniti in Medio Oriente, sostenedo tra l’altro che i negoziati tra Palestinesi e Israele dovrebbero essere supervisionati dall’ONU. Il Brasile ha ospitato i Presidenti di Israele e dell'Autorità Nazionale Palestinese, proponendosi come mediatore. Inoltre ha riconosciuto la Palestina come Stato indipendente, all'interno dei suoi confini del 1967, provocando una serie di altri riconoscimenti in Sud America. Il Presidente Rousseff ha designato Lula come inviato speciale del Brasile per negoziare, con il Gruppo dei 77 paesi emergenti, il riconoscimento della Palestina alle Nazioni Unite. Mentre l’Unione Europea ha dichiarato “legittima” la richiesta di riconoscimento mossa da Abu Mazen al Palazzo di Vetro, altri membri del Consiglio di Sicurezza hanno approvato la mozione palestinese (Brasile, Cina, Russia, Libano e Sudafrica). Sempre in Medio Oriente, il Brasile ha proposto la sua mediazione (maggio 2010), insieme alla Turchia, nella vicenda nucleare iraniana, poi respinta dagli Stati Uniti. Come noto, sul tema nucleare il Brasile rimane contrario alla firma del protocollo addizionale del Trattato di non Proliferazione Nucleare che concederebbe agli ispettori dell’Agenzia internazionale AIEA un maggiore accesso ai suoi programmi nucleari. Con la Cina è in vigore una partnership strategica, fin dal 1993. Il Brasile è il principale partner commerciale della Cina, in America Latina. Nel 2010, l’interscambio commerciale ha superato 62 miliardi di dollari e nei primi nove mesi del 2011 il valore degli scambi è aumentato del 37% rispetto allo stesso periodo del 2009. La visita del Presidente Rousseff in Cina nell’aprile 2011 si è tradotta in una ventina di accordi commerciali per un valore di 1 miliardo di $. Tra questi è prevista la realizzazione di uno stabilimento per la lavorazione della soia nella citta di Barreiras (Stato di Bahia), per un investimento di circa 300 milioni di $. In Africa, dove il Brasile vanta un numero di rappresentanze diplomatiche superiori a quelle del Regno Unito, le collaborazioni più importanti riguardano il Sud Africa, l’Angola e il Mozambico. A Pretoria in ottobre si è svolto il 5° IBSA Summit dove Rousseff ha incontrato i Presidenti di Sud Africa e India discutendo numerose questioni

Critiche sul ruolo degli USA in Medio Oriente e riconoscimento dell’Autorità Nazionale Palestinese all’ONU

Tentativo di mediazione nella vicenda nucleare iraniana

Crescita della partnership commerciale con la Cina

Relazioni privilegiate in Africa con Angola, Mozambico e Sud Africa

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bilaterali e internazionali (Consiglio di Sicurezza, crisi nella zona dell’Euro, le vicende in Siria e in Libia, ecc.). Il Mozambico è il maggiore beneficiario dei crediti di aiuto brasiliani diretti in Africa, mentre l’Angola è il terzo mercato per le esportazioni brasiliane in Africa e il quarto esportatore africano verso il Brasile. Le relazioni con l’Unione Europea sono governate nell’ambito del EC-Brazil Framework Cooperation Agreement (1992). Dal 2007 sono stati avviati Summit annuali bilaterali, che sono pervenuti nell’ottobre 2011 alla loro quinta edizione. L'Unione Europea è il principale partner commerciale del Brasile, contando per il 22% del suo commercio totale. A sua volta il Brasile è il maggiore fornitore di prodotti agricoli della UE. Nel 2010, le importazioni di prodotti provenienti dal Brasile sono ammontate a 32 miliardi di euro. Nella sua prima visita a Bruxelles, pur sottolineando la solidità delle relazioni economiche, il Presidente Rousseff ha lasciato intravedere una scarsa disponibilità a partecipare finanziariamente al Fondo europeo per il blocco di stabilità finanziaria, criticando la scarsa volontà politica europea di aiutare la Grecia. Tuttavia, i primi di ottobre 2011 la BEI ha concesso una linea di credito di 500 milioni di euro alla Banca di Sviluppo brasiliana BNDES per sostenere iniziative nel campo idroelettrico. Con la Francia i rapporti sono imperniati su un’intensa collaborazione nel campo tecnico-militare e nucleare, che va dalla fornitura di armamenti allo sviluppo di sottomarini nucleari con supporto di tecnologia francese. Nel luglio 2011 il Brasile ha inaugurato il Programma di Sviluppo Sottomarini (Prosub), previsto dal Piano di Difesa Nazionale approvato nel 2008, che prevede la costruzione di sottomarini, di cui almeno uno a propulsione nucleare. Attraverso l’acquisizione di know-how tecnologico e militare il Brasile mira a un accrescimento del proprio status di potenza in vista di una riforma del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, in cui aspira ad avere un seggio permanente. Attualmente il Brasile è membro non-permanente del Consiglio di Sicurezza e il suo mandato biennale terminerà a fine dicembre 2011. Le relazioni con l’Italia sono fondate sul Piano d’Azione di Partenariato Strategico firmato il 12 aprile 2010, che ha instaurato un nuovo quadro di riferimento per il rilancio complessivo dei rapporti bilaterali. Il piano mira alla creazione di un rapporto di collaborazione industriale in alcuni settori specifici (navale, aeronautico, telecomunicazioni, difesa, infrastrutture, energia e fonti rinnovabili) e nella ricerca tecnico-scientifica. Di recente, il Ministro degli Esteri Antonio Patriota è stato in visita a Roma per sostenere la candidatura brasiliana alla carica di Direttore Generale della FAO di José Graziano da Silva (responsabile del progetto brasiliano Fame Zero) che è stato eletto con 92 voti su un totale di 180 paesi votanti, prevalendo sull'ex ministro degli esteri spagnolo Moratinos Cuyaubé.

Le relazioni con la UE

I rapporti tecnico-militari e nucleari

con la Francia

Il Partenariato con l’Italia

Nomina brasiliana alla Direzione

Generale della FAO

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Caratteristiche geo-demografiche del Brasile

Con una superficie pari a oltre due volte quella dell’Unione Europea e una popolazione che nel 2010 sfiorava 191 milioni, il Brasile presenta una densità di circa 22 abitanti per kmq (rispetto ai 115 dell’Unione Europea e ai 190 dell’Italia) e una popolazione molto giovane: circa il 24% degli abitanti si trovano entro l’età di 14 anni, mentre soltanto il 7,4% della popolazione si presenta nella fascia di età dai 65 anni e più. Rispetto al Censimento del 2000, la popolazione residente nel paese all’inizio di agosto 2010 risultava cresciuta del 12,3%. Il tasso medio annuo di sviluppo demografico nel decennio, pari all’1,7% a livello nazionale, è oscillato nei singoli Stati tra un minimo dello 0,5% (Stato di São Paulo) e un massimo del 3,5% (Stato di Amapà). Le proiezioni demografiche al 2020 fanno prevedere un aumento di 14 milioni della popolazione, a circa 205 milioni di abitanti, che per il 40% interesserà la macro regione del Sudest.

Regioni e Stati del Brasile

Convenzionalmente gli Stati e il Distretto Federale sono raggruppati in cinque grandi regioni: il Norte con circa 16 milioni di abitanti; il Nordeste con circa 53 milioni di abitanti; il Centro-Oeste con circa 14 milioni di abitanti; il Sudeste, il più popoloso, con oltre 80 milioni di abitanti; il Sul, con più di 27 milioni di abitanti. In base al censimento 2010 dell’ Instituto

La popolazione è molto giovane

Crescita demografica superiore al 12% nel decennio 2000-2010

Il Sudeste è la macro regione più popolata

Popolazione prevista a 205 milioni nel 2020

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Brasileiro de Geografia e Estatística – IBGE) circa 161 milioni di abitanti risiedevano nei centri urbani (84,4% della popolazione, rispetto all’81,2% nel 2000) e circa 30 milioni nelle aree rurali (15,6%). I quattro Stati più popolati sono quelli di São Paulo (41,3 milioni di abitanti), Minas Gerais (19,6 milioni di abitanti), Rio de Janeiro (circa 16 milioni di abitanti) e Bahia (14 milioni di abitanti). Quindici città superano un milione di abitanti, mentre le tre principali metropoli sono San Paolo (11,3 mln), Rio de Janeiro (6,3 mln) e Salvador de Bahia (2,8 mln). Con circa il 48% della popolazione di razza bianca, il 7% nera, il 44% mulatta e poco meno dell’1% indiana, il Brasile ha adottato una legislazione antirazzista molto avanzata. Nel 2003, è stato il primo paese al mondo a stabilire una Segreteria con il rango di Ministero per la promozione e la gestione della parità razziale (Secretaria de Políticas de Promoção da Igualdade Raciale) e nel 2010 ha emanato uno Estatuto da Igualdade Racial che riguarda un’ampia gamma di diritti (istruzione, sanità, lavoro). Un gran parte (60%) della foresta Amazzonica è contenuta entro i confini del Brasile, che di conseguenza raccoglie il 40% della superficie mondiale delle foreste tropicali. L’Amazzonia assorbe circa 2 miliardi di tonnellate all’anno di CO2, rappresentando un importante asset per il contenimento delle emissioni e la prevenzione dei cambiamenti climatici. Nell’area forestale brasiliana, la popolazione negli ultimi quarant’anni è tuttavia aumentata da 4 a 20 milioni di abitanti (principalmente nelle aree rurali relative agli Stati di Mato Grosso, Rondo ̂nia, Acre, Pará e Roraima). Il governo militare per primo iniziò a sovvenzionare gli insediamenti nella regione, negli anni sessanta, adducendo motivi di sicurezza nazionale. Si stima che tra il 1990 e il 2010 il Brasile abbia perso circa 347 mila kmq delle sue foreste. Nell'agosto 2008, il Brasile ha lanciato il "Fondo Amazzonia" per attirare donazioni provenienti da diversi paesi, aziende e organizzazioni non governative per aiutare i suoi sforzi nella conservazione dell’Amazzonia. L’intento è di raccogliere 21 miliardi dollari entro il 2021 per sostenere la conservazione delle foreste e le attività di ricerca scientifica connesse al loro sviluppo sostenibile. Riconoscendo che la deforestazione minaccia la biodiversità amazzonica e comporta un aggravamento delle emissioni brasiliane di gas serra, l’amministrazione brasiliana punta a ridurre il tasso di deforestazione dell'Amazzonia della metà rispetto alla media del 1996-2005, limitandola a 2.300 kmq all'anno entro il 2017 e diminuendola fino all’80% entro il 2020. Tuttavia, un numero crescente di ambientalisti ha messo in dubbio l’efficacia delle misure intraprese dal Governo per lo sviluppo sostenibile. Nel giugno 2009, Lula ha approvato una legge che ha concesso vaste estensioni nel Rio delle Amazzoni ai braccianti agricoli del Movimento Sem Terra che le avevano occupate; inoltre nel maggio 2011 la Camera dei Deputati ha

Urbanizzazione salita all’84,5%

nel 2010

Legislazione antirazziale

avanzata

60% della foresta amazzonica entro

i confini del Brasile

Il Fondo di protezione

dell’Amazzonia

I problemi della deforestazione

Occupazione dell areforestali e

revisione (contestata) del Codice Forestale

Occupazione delle aree forestali e

revisione (contestata) del Codice Forestale

Occupazione delle aree forestali e

revisione (contestata) del Codice Forestale

Occupazione delle aree forestali

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approvato una revisione del Código Florestal che prevede dei condoni per le deforestazioni del passato e la possibilità di ridurre le aree che debbono essere preservate nel caso di piccoli proprietari. Il Codice Forestale brasiliano prevede l’obbligo per i proprietari terrieri di mantenere una percentuale di foresta nativa (del 20% per la foresta pluviale costiera e dell’80% nella regione Amazzonica) nelle loro terre, ma la maggior parte degli agricoltori non lo rispetta. Mentre da un lato i sostenitori del nuovo codice ritengono tali misure necessarie per mettere in regola con la legge soprattutto i piccoli agricoltori, rendendola più applicabile, dall’altro gli ambientalisti sottolineano il rischio di una ripresa più accentuata della deforestazione. Per tali motivi il Senato ha rielaborato una nuova modifica del Código Florestal che prevede obblighi di riforestazione per i proprietari terrieri per un totale di almeno 24 milioni di ettari.

Deforestazione dell’Amazzonia brasiliana nel mese di settembre 2011

Soltanto nel mese di settembre 2011, il sistema di rilevamento in tempo reale della deforestazione (DETER), gestito dall'Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale (INPE), ha individuato nuovi casi di deforestazione e degrado in Amazzonia per un’area complessiva circa 254 kmq. I dati spaziali storicamente disponibili, dal 2001, hanno evidenziato dapprima una crescita, fino a un max. annuale di circa 28 mila kmq nel periodo agosto 2003/luglio 2004, e una successiva diminuzione negli anni più recenti, con un minimo di 6,2 mila kmq di deforestazione registrati nel periodo agosto 2010-luglio 2011.

Monitoraggio satellitare della deforestazione

La revisione (contestata) del Codice Forestale

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A fronte di una superficie di 851 milioni di ettari, le terre soggette a misure di salvaguardia ambientale (Amazzonia, Pantanal e Bacino del fiume Paraguay) rappresentano circa l’81,5% della superficie totale, quelle in teoria coltivabili contano per il 65%, mentre quelle effettivamente in uso occupano circa il 28% del totale. Un piano lanciato nel settembre 2009 dal Ministero dell’Agricoltura e Allevamento (MAPA) relativo al programma Zoneamento Agroecológico Nacional da Cana-de-Açúcar (ZAE Cana) mira a promuovere la crescita sostenibile della coltivazione della canna da zucchero, mentre la Banca di Sviluppo BNDES ha annunciato un piano finanziario di 30-35 mld di Real (19-22 mld $) per sostenerne l’espansione. Aree adatte alla coltivazione della Canna secondo il Piano ZAE Cana

La coltivazione della canna da zucchero, che è praticata in Brasile fin dai tempi coloniali, nel 2010 copriva circa 9,6 milioni di ettari, pari a circa l’1,5% per cento della terra coltivabile del paese. Nel 2017 la superficie dovrebbe aumentare a 14,6 milioni di ettari, consentendo un raccolto di circa 1,1 miliardi di tonnellate di canna (rispetto ai 627 milioni raccolti nel 2010). Oggi circa il 90% della coltivazione viene effettuata negli Stati centro meridionali e per il 60% nello Stato di São Paulo, mentre la seconda zona di coltivazione è quella del Nord-Est. I periodi di raccolto della canna normalmente riguardano i mesi di maggio-aprile per gli Stati del Sud, mentre nel Nord-Est il periodo di raccolto cade nel periodo settembre-agosto. Circa il 55% del raccolto è destinato alla produzione di etanolo, mentre il resto viene utilizzato nella produzione dello zucchero.

Le aree in uso sono pari al 28% della

superficie del paese

Coltivazione della canna occupa l’1,5%

della superficie coltivabile

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Profilo di Dilma Vana Rousseff

Presidente della Repubblica del Brasile

Dilma Vana Rousseff è nata il 14 dicembre 1947 nella città di Belo Horizonte (Minas Gerais). Figlia di un imprenditore d’origine bulgara e di un’insegnante di Resende (RJ) ancora giovanissima, all’età di 16 anni, aderì ai movimenti oppositori del regime militare (Política Operária e Comando de Libertação Nacionale). Dopo un primo matrimonio nel 1967 con il militante Cláudio Galeno Linhares, si unì nel 1969 all’avvocato Carlos Franklin Paixão de Araújo, soffrendo insieme all’ex marito e al nuovo compagno il tallonamento della Justiça Militar. Accusata di "sovversione" nel 1970 venne condannata a circa tre anni di carcere, che ha scontato dal 1970 al 1972 nella prigione Tiradentes di San Paolo. Uscita di prigione, nel 1973 si trasferì a Porto Alegre riprendendo gli studi presso l'Università Federale di Rio Grande do Sul, iniziando poi a lavorare come stagista (1975) presso la Fundação de Economia e Estatística (FEE) do Rio Grande do Sul. Nel 1979 partecipò con Araújo alla rifondazione del Partido Democrático Trabalhista (PDT) nel Rio Grande do Sul. Nel 1986 venne chiamata dal sindaco di Porto Alegre, Alceu Collares, a ricoprire la carica di Assessore dell’Economia. Dal 1990 al 1993 assunse poi la carica di Presidente della Fondazione FEE. Schieratasi a favore del Partido dos Trabalhadores (PT) di Luiz Inacio Lula da Silva, nel 1993 e nel 1998 è stata nominata per due volte Segretario delle Miniere e dell’Energia dello Stato Rio Grande do Sul, sotto i Governatorati di Alceu Collares e di Olívio Dutra. Sotto la Presidenza Lula, dal gennaio 2003 al giugno 2005 ha ricoperto la carica di Ministro Federale delle Miniere e dell'Energia, curando importanti riforme normative nel settore minerario e dell’energia, assumendo poi fino al marzo del 2010 la carica di Ministro della Casa Civil della Presidenza, dove ha seguito i più importanti programmi di sviluppo (PAC - Programa de Aceleração do Crescimento 1 e 2). Dopo aver ricevuto il 46% dei suffragi al primo turno delle elezioni presidenziali del 2010, con la seconda tornata elettorale del 31 ottobre 2010 è stata la prima donna eletta Presidente della Repubblica Federativa del Brasile, con il 56% circa delle preferenze (circa 55,7 milioni di voti).

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Profilo di Michel Temer

Vice Presidente della Repubblica del Brasile

Michel Miguel Elias Temer Lulia è nato a Tietê (São Paolo) il 23 settembre 1940. La sua famiglia, di origine libanese e religione cristiana, era emigrata in Brasile nel 1925. Laureato in Legge presso la Pontificia Università Cattolica (PUC) di São Paolo, è considerato uno dei maggiori Costituzionalisti del paese. E’ autore, tra l’altro, dei libri Constituição e Política, Territórios Federais nas Constituições Brasileiras e Seus Direitos na Constituinte e Elementos do Direito Constitucional. Nominato Procuratore Generale di São Paulo nel 1983, nell’anno seguente ha coperto la carica di Segretario della Pubblica Sicurezza. Nel 1986 ha partecipato attivamente all’Assemblea Nazionale Costituente e successivamente, come Deputato eletto nel Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), è stato nominato per tre volte Presidente della Camera dei Deputati (1997, 1999 e 2009); in tale veste ha contribuito personalmente a importanti modifiche procedurali e costituzionali. Per due volte (nel gennaio 1998 e nel giugno 1999) ha assunto per pochi giorni la Presidenza ad interim della Repubblica. Dal 2001 alla fine del 2010 ha presieduto la Direzione Nazionale del partito PMDB, incarico che ha lasciato a seguito della nomina a Vice Presidente a fianco della Rousseff, nel gennaio 2011. In qualità di Vice Presidente, Temer presiede due importanti forum di discussione con i Governi di Cina e Russia: la Comissão Sino-Brasileira de Alto Nível de Cooperação e Concertação (COSBAN) e la Comissão de Alto Nível de Cooperação Brasil-Rússia (CAN).

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Profilo di Antonio de Aguiar Patriota Ministro degli Affari Esteri del Brasile

Il Ministro degli Affari Esteri, Ambasciatore Antonio de Aguiar Patriota, è nato a Rio de Janeiro il 27 aprile 1954 e ha conseguito una Laurea in Studi Diplomatici nel 1979 presso il Curso de Altos Estudos do Instituto Rio Branco. Prima della nomina ha ricoperto i seguenti incarichi: Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, tra ottobre 2009 e dicembre 2010. Ambasciatore del Brasile a Washington, tra il 2007 e il 2009, e Vice Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, tra il 2005 e il 2007. Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri nel 2004 e Segretario della Pianificazione Diplomatica presso il Ministero degli Affari Esteri nel 2003. In precedenza ha svolto vari compiti diplomatici presso la Missione Permanente del Brasile a Ginevra (1999-2003), coprendo per due anni l’incarico di rappresentante supplente nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, presso le Nazioni Unite a New York (1994-1999), presso l'Ambasciata del Brasile a Caracas (1988-1990) e a Pechino (1987-1988), e presso la Delegazione Permanente a Ginevra (1983 -1987) .

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Profilo di Edison Lobão Ministro delle Miniere e dell’Energia del Brasile

Avvocato e Senatore della Repubblica, Edison Lobão è nato il 5 Dicembre 1936 nella cittadina di Mirador, Stato di Maranhão. Ha iniziato la sua vita professionale come giornalista, lavorando per la rivista Marquis e i quotidiani Correio Brasiliense e Última Hora. Dopo il suo ingresso nel Consiglio di Amministrazione della compagnia telefonica statale Telebrasília, nel 1978 venne eletto Deputato federale rappresentante dello Stato di Maranhão per il quadriennio 1979-83, carica che gli venne poi riconfermata nella tornata elettorale del 1982, nelle fila del Partito del Fronte Liberale (PFL). Nel 1986 venne eletto Senatore del PFL, ma nel 1990 interruppe il suo mandato, a seguito della nomina a Governatore dello Stato di Maranhão. Lobão è stato rieletto Senatore per il periodo 1995-2003, coprendo da principio la carica di vice capogruppo del PFL e poi, dal febbraio 2001, quella di Vice Presidente e quella di Presidente del Senato a partire dal settembre 2001. Nel febbraio 2003 è stato eletto all’unanimità Presidente della Comissão de Constituição, Justiça e Cidadania. Tra il 2008 e il 2010 ha ricoperto la carica di Ministro delle Miniere e dell’Energia. Nel marzo 2010 ha lasciato l’incarico (assunto dal catarinense Márcio Zimmermann) per ricandidarsi alle elezioni al Senato di ottobre 2010, ottenendo la rielezione in seno al PMDB. Nel 2011 è stato richiamato dal Presidente Dilma Rousseff a ricoprire nuovamente l’incarico di Ministro delle Miniere e dell’Energia.

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Profilo di José Sergio Gabrielli de Azevedo

Presidente di Petrobras

José Sérgio Gabrielli de Azevedo è stato nominato Presidente e Chief Executive Officer di Petroleo Brasileiro (Petrobras) nel 22 luglio 2005, dopo aver ricoperto la carica di Chief Financial Officer della compagnia dal gennaio 2003. Laureato in Economia presso la Universidade Federal da Bahia, ha conseguito un Master su Incentivi Fiscali e di Sviluppo Regionale. Nel 1987 ha ottenuto un PhD in Economics presso la Boston University con una Tesi sul finanziamento delle società brasiliane del settore pubblico. In passato ha servito come Vice Direttore della Ricerca e poi come Direttore della Facoltà di Scienze Economiche e Coordinatore del corso di Master in Economia presso l'Università Federale di Bahia. Dal 2000 al 2001, è stato Visiting Research Scholar presso la London School of Economics and Political Science. Inoltre è stato Soprintendente della Fundação de Apoio a Pesquisa e Extensão-Fapex, Fondazione per la Ricerca e la Crescita.

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

28

Profilo di Alexandre Tombini

Governatore della Banca Centrale del Brasile

Nato a Porto Alegre il 9 Dicembre 1963, si è laureato in Economia presso l'Università di Brasilia (UNB), conseguendo poi il Dottorato presso la University of Illinois, a Urbana Champaign, USA. E’ stato nominato Presidente della Banca Centrale il 18 gennaio 2011. Direttore per le Procedure dall’aprile 2006, in precedenza ha anche ricoperto la carica di Direttore degli Affari Internazionali (aprile-giugno 2006) e quella di Direttore degli Studi Speciali ( giugno 2005-aprile 2006). In qualità di membro del Consiglio della Politica Monetaria (Copom), ha collaborato alla stesura di scenari economici, specialmente sui temi dell’inflazione, della microeconomia del settore bancario e della regolamentazione del settore finanziario. Ha prestato servizio presso l'Ufficio della Delegazione brasiliana al Fondo Monetario Internazionale (FMI) dal luglio 2001 al maggio 2005, collaborando nell’ambito della politica commerciale e dei negoziati commerciali internazionali. Tra il 1992 e il 1995 è stato Coordinatore Generale del settore Estero della Segreteria di Politica Economica del Ministero delle Finanze. Durante tale periodo ha guidato i negoziati sulle Tariffe Doganali Comuni (TEC) del Mercosur. Inoltre, è stato Consigliere speciale della Camera del Commercio Estero presso la Casa Civil della Presidenza della Repubblica dal febbraio 1995 a maggio 1998. Oltre ad aver insegnato presso l'Università di Brasilia (UNB), Tombini è stato responsabile della gestione del modello econometrico per l'economia globale (GEM), sviluppato dalla London Business School.

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 29

3,24,0

6,15,2

-0,6

7,5

3,1 3,54,4

-2

-1

0

1

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3

4

5

6

7

8

2005 2006 2007 2008 2009 2010 Prev.

2011

Proiez.

2012

Proiez.

2013

Economia e Finanza Il Brasile ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi dieci anni, emergendo come protagonista sulla scena economica mondiale. La migliore resistenza dell'economia agli shock esterni e la maggiore stabilità macroeconomica hanno consentito al paese di usufruire di condizioni favorevoli per accelerare la crescita interna e ridurre la povertà e le disuguaglianze economiche attraverso mirate politiche sociali. L'economia nel 2010 si è ripresa con forza dalla crisi dell’anno precedente, con il più alto tasso di crescita mai rilevato nell’arco degli ultimi 25 anni. Pil, tasso d’inflazione e altri indici economici Il Prodotto Interno Lordo (PIL) del Paese, pari nel 2010 a circa 3.670 miliardi di Real (ovvero 2.088 miliardi di $ USA), ha registrato una crescita del 7,5%, dopo la contrazione del 2009 dovuta alla crisi globale. L’aumento è stato guidato dal settore industriale (+10,1%), da quello agricolo (+6,5%) e dai servizi (+5,4%). La domanda interna è aumentata del 9,5%, con tassi di aumento del 7,0% e del 3,3% rispettivamente nel caso dei consumi delle famiglie e dei consumi pubblici e del 21% circa nel caso degli investimenti lordi. Le prospettive per il 2011, secondo le più recenti valutazioni, permettono di prevedere una crescita più contenuta, dell’ordine del 3,1%, mentre nel 2012 potrebbe essere lievemente superiore, se non interverranno fattori negativi esterni.

La crescita reale del Prodotto Interno Lordo (Valori %)

Secondo la rivista The Economist, nel 2011 l’economia brasiliana dovrebbe superare il PIL del Regno Unito, conquistando la sesta posizione mondiale. Il reddito procapite, pari a circa $ 11.000 (19 mila Real), registra uno dei tassi di crescita più veloci tra i paesi in via di sviluppo (paragonabile a

Aumento del PIL nel 2010: 7,5 %

Economia in rallentamento nel 2011

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

30

6,9

4,23,6

5,7

4,9 5,0

6,5

5,6

4,9

0

1

2

3

4

5

6

7

8

2005 2006 2007 2008 2009 2010 Prev.

2011

Proiez.

2012

Proiez.

2013

Variazione % dei prezzi al consumo (media del periodo)

quello cinese). Il Brasile potrebbe raggiungere l’obiettivo di riduzione della povertà, previsto dal Piano per il Millennio, con una decina d'anni di anticipo. Sono comunque necessarie ulteriori azioni, in quanto si ritiene che l’8,5% della popolazione del paese vive ancora con meno di 70 Real al mese, equivalenti a meno di 1,50 dollari USA al giorno. Nel giugno del 2011, il Presidente Rousseff ha lanciato il programma anti-povertà noto come Brasil Sem Miseria (Brasile senza povertà). Il piano è progettato per sradicare entro il prossimo triennio la povertà estrema, che attualmente affligge 16 milioni brasiliani. Saranno aumentati i trasferimenti forniti attraverso programmi già esistenti, come Bolsa Familia, per migliorare l'accesso ai servizi pubblici come l'istruzione, elettricità, sanità, alloggi e servizi igienico-sanitari. La scelta di perseguire un welfare molto ampio, attraverso la crescita dei sussidi e degli stipendi, espone tuttavia il sistema ai rischi del possibile innesco di una spirale alimentata dall’aumento parallelo dell’inflazione e delle tasse, tipica nei paesi in via di sviluppo, che rischia di vanificare la crescita. L’aumento causato dalla forte domanda sulle condizioni del mercato del lavoro (+19% dei salari medi mensili nel 2010) combinato con lo shock dei prezzi delle materie prime, ha portato a un progressivo aumento dell'inflazione nel corso 2011.

L’andamento dell’inflazione in Brasile Il tasso di aumento dei prezzi, ritenuto del 5% nel 2010, secondo le valutazioni della Banca Centrale ha sfiorato il 7,3% nel settembre scorso, il valore più elevato degli ultimi sei anni, oltrepassando il target massimo del 6,5% fissato nei piani del Governo per l’inflazione.

Pressione di salari e materie prime

sull’inflazione…

Difficile equilibriotra spesa sociale e

sostenibilità fiscale

l Piani per sradicare

la povertà

…che ha superato il 7% nei primi

9 mesi del 2011

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 31

La disoccupazione, stimata al 6,7% della forza lavoro nel 2010, è comunque risultata la più bassa da quando il governo ha iniziato a pubblicare i dati nel marzo 2002. Nel 2003 ammontava infatti al 12,4%. Il Ministro del Lavoro, Carlos Lupi, conta nella creazione di circa 3 milioni di nuovi posti di lavoro nell’arco del 2011. La crescita economica interna ha tuttavia contribuito ad ampliare il disavanzo delle partite correnti, pari al 2,3% del PIL nel 2010, dopo che l’attivo della bilancia commerciale (circa 20 miliardi di $USA) è stato progressivamente ridotto dal calo delle esportazioni e dall’aumento delle importazioni (in particolare di beni di investimento). Il Governo ha quindi annunciato nel febbraio 2011 un pacchetto di riduzione delle spese di 50 miliardi di Real (rispetto al Budget iniziale) pari all’1,3% per cento del PIL con l’obiettivo di raggiungere nel 2011 un avanzo primario di circa il 3% del PIL. In effetti, l'avanzo primario del settore pubblico nel settembre 2011 risultava pari a 104,6 miliardi di Real, rappresentando circa l’85% del target stabilito per il 2011. Gli afflussi netti di capitale hanno subito un'accelerazione nel 2010, sfiorando 100 miliardi di $USA, di cui circa 49 mld relativi a investimenti diretti esteri. Il Brasile ha continuato a costituire anche nel 2011 una meta preferita per gli investitori internazionali, per le sue prospettive economiche favorevoli e l’offerta di progetti di grandi dimensioni. Ciò ha comportato un rapido aumento dei finanziamenti interni ed esterni da parte di banche e imprese, costringendo le autorità monetarie ad adottare strumenti di politica fiscale e monetaria, con correzioni degli incentivi sui flussi di capitale, rialzi dei tassi d’interesse (che hanno raggiunto il 12,5% alla fine di giugno 2011 e acquisti di valuta (circa 37 miliardi di $ sul mercato spot nel primo semestre del 2011), anche per contrastare l’apprezzamento del Real sul dollaro che provoca la perdita di competitività delle merci interne. Agli interventi sui mercati valutari della Banca Centrale si sono poi aggiunti gli aumenti della tassazione sugli investimenti esteri e sui prestiti a breve termine provenienti dall’estero. Ma nonostante queste misure, il favorevole contesto macroeconomico e i maggiori tassi d’interesse hanno continuato ad attrarre i fondi esteri. Tale situazione si è tradotta in un forte aumento delle riserve di valuta internazionali del Brasile, che alla fine di agosto 2011 hanno raggiunto 352 miliardi di $USA (all’incirca il doppio di quelle dell’Italia, ponendo il paese al sesto posto nella graduatoria mondiale) e in un sostanziale miglioramento della struttura del debito esterno (sceso al 16,6% del PIL), che ha fatto intascare al Brasile un avanzamento dei rating nel 2011 da parte di Moody’s (da Baa3 a Baa2 con outlook positivo) e Fitch (da BBB- a BBB con outlook stabile).

Disoccupazione ai minimi storici al 6,7%

Deficit dei conti correnti al 2,3% del PIL, indotto dall’aumento delle importazioni

Movimenti di capitale guidati dagli investimenti diretti esteri… …nonostante le manovre restrittive della Banca Centrale nel I° sem 2011

Aumento delle riserve di valuta e mitigazione del debito pubblico

Pacchetto di misure per avanzo primario del Bilancio Pubblico 2011

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

32

Fitch ha tuttavia criticato le debolezze infrastrutturali e il pesante carico fiscale del Brasile, sottolineando il rallentamento dell’economia brasiliana nel primo semestre 2011, dovuto al restringimento delle politiche monetarie e fiscali, con il rischio che la crescita economica nel 2012 potesse essere ulteriormente pregiudicata da fattori esterni, come la crisi del debito negli USA e nella zona dell’Euro. Il Banco Central Do Brasil non ha perso tempo, abbassando per due volte, a settembre e ottobre 2011, il tasso d’interesse ufficiale (Selic) di 50 punti base, portandolo al 12% e poi all’11,5%. Inoltre, nel taccuino delle proposte di legge del Congresso sono state prescritte ulteriori manovre, relative all’imposizione di un tetto all’aumento della spesa per le retribuzioni (del 2,5% all'anno più l'inflazione); a un nuovo regime di tassazione per le piccole imprese e quelle individuali (appena approvato a metà novembre); alla riduzione delle imposte sui salari al fine di dare specifico sollievo alle industrie ad alta intensità di lavoro; alla equiparazione del modello di sicurezza sociale (INSS) dei dipendenti pubblici a quello dei dipendenti del settore privato. La maggiore disciplina salariale imposta dalla Rousseff ha tuttavia raffreddato i rapporti con le forze sindacali, che minacciano scioperi. A novembre, ad esempio, i sindacati dei 60 mila lavoratori della Petrobras, dopo aver rifiutato un’offerta aziendale di aumento salariale del 10%, hanno prospettato la possibilità di indire scioperi in tutto il paese. Il Brasile possiede un’economia export-oriented. Nell’ultimo triennio il surplus commerciale si è andato tuttavia restringendo a causa del crescente import di beni capitali e di attrezzature. Nel 2010 il saldo attivo, pari a circa 20 miliardi di $USA, è risultato dimezzato rispetto al quello del 2007 (40 mld$) e comunque inferiore agli anni della crisi 2008 (24,9 mld$) e 2009 (25,3 mld$). Nel 2011, la ripresa dei prezzi delle materie prime e l’indebolimento del Real (in ottobre risultava più basso del 4% rispetto a inizio anno) hanno notevolmente migliorato l’andamento della bilancia commerciale che, sorprendendo le attese degli analisti, ad ottobre ha accumulato un saldo attivo di oltre 25 mld $, il maggiore nell’ultimo quadriennio. Le esportazioni (circa 212 mld$) hanno registrato un aumento record del 29%, mentre le importazioni (circa 187 mld$) hanno segnato una crescita vicina al 25%. Le principali esportazioni del Brasile nel 2011 hanno riguardato prodotti di base come minerali di ferro (34,5 mld$), petroliferi (17,5 mld), soia (14,7 mld$), caffé (6,4 mld) e pollame (5,8 mld$), semilavorati come zucchero grezzo (9,4 mld$), cellulosa (4,1 mld$) semilavorati di ferro/acciaio (3,8 mld$) e ferro-leghe (2,1 mld$) e prodotti finiti come ricambi auto (3,3 mld$), oli combustibili (3,2 mld$), autoveicoli (2,7 mld$), polimeri plastici (1,9 mld$), veicoli merci (1,8 mld$), macchine movimento terra e

Saldo commerciale

in attivo

I principali prodotti esportati: minerali ferrosi, petroliferi,

soia, caffé

Taglio dei tassi nonostante l’inflazione

Disciplina salarialee raffreddamento

delle relazioni con i sindacati

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 33

2.8833.445

3.783 3.844

2.693

3.880

-849-1.217 -1.223

-502

278566

250

2.057

3.314

2.4162.034 2.2282.561

3.342

2.307

-2.500

-1.500

-500

500

1.500

2.500

3.500

4.500

2005 2006 2007 2008 2009 2010 Gen-Giu

2011

Importazioni dal Brasile Esportazioni verso il Brasile Saldo

perforazione (1,8 mld$). I principali acquirenti sono stati l’Unione Europea (20,9%), la Cina (17,5%), l’Argentina (10,9%) e il Nord America (9,7%). A sua volta il Brasile ha importato principalmente beni d’investimento (21%), combustibili (16%) e beni di consumo durevoli (10,4%). Le provenienze soprattutto dall’Unione Europea (20,3%) dal Nord America (15%), dalla Cina (14,5%) e dall’Argentina (7,5%). L’interscambio commerciale dell’Italia Il Brasile è il principale partner commerciale latino-americano dell’Italia. Nel 2010, l’interscambio commerciale è aumentato del 41% circa, sfiorando 7,2 miliardi di Euro. Le esportazioni italiane verso il Brasile sono aumentate circa del 44% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 3,88 miliardi di euro. L’export ha riguardato principalmente prodotti della meccanica strumentale, autoveicoli, prodotti dell’elettronica ed elettrotecnica. Nel primo semestre 2011 si è verificato un ulteriore recupero dei flussi commerciali con un incremento dell’export del 30% rispetto allo stesso periodo del 2010. Le importazioni hanno guadagnato circa il 37% rispetto al 2009, risultando pari a 3,31 miliardi di euro. L’import dal Brasile è stato costituito prevalentemente da minerali metalliferi ferrosi, prodotti agroalimentari, prodotti della cellulosa, cuoio, metalli preziosi e non ferrosi e prodotti della siderurgia. Nel primo semestre 2011 si è verificato un aumento dell’import pari a quello registrato nello scorso anno. Nel 2010 si è riconfermato il surplus commerciale riconquistato nel biennio 2008-2009, con buone prospettive anche per il 2011. Interscambio commerciale dell’Italia con il Brasile

Milioni Euro

Interscambio commerciale dell’Italia in crescita

Surplus commerciale 566 milioni di euro nel 2010

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

34

L’Italia figura tra i principali investitori nel paese, con una presenza di oltre 580 aziende, per circa la metà attive nel settore manifatturiero. Tra di esse operano importanti aziende italiane come il Gruppo Fiat, Enel, Telecom Italia Pirelli, Api, Alma Viva, Campari, Danieli, Ferrero, Finmeccanica, Fincantieri, Ghella, Impregilo, Mossi e Ghisolfi, Saipem, Tecnimont, ecc.. Nella classifica del rischio paese, aggiornata dalla SACE al 31 agosto 2011, il Brasile risultava nella terza Categoria di rischio OCSE (su 7), con apertura di assicurabilità senza condizioni sia nel caso del rischio sovrano sia per il rischio privato e quello bancario, con outlook stabile per tutte e tre le categorie. Nel 2009, la SACE ha concluso un accordo con la Banca di Sviluppo brasiliana BNDES, con l’obiettivo di offrire garanzie per operazioni di interesse comune, fino a un importo complessivo di 1,14 miliardi di $USA. L’accordo offre sostegno agli investimenti produttivi delle consociate italiane in Brasile oppure alle imprese brasiliane che vogliono importare attrezzature italiane.

Il giudizio SACE: rischio basso

con outlook stabile

Il paese rivestealta importanza

strategica permolti investitori

diretti italiani

Collaborazione con la Banca di Sviluppo

BNDES

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 35

92,3

253,6

42,1

2,3

32,6

259,2

6,2

0

50

100

150

200

250

300

Produzione Importazioni Esportazioni Gas reiniettato

o invenduto

Variaz. Stocks Offerta Interna

Energia

Petrolio e prodotti Gas Naturale Carbone IdroelettricoNucleare Legna e Torba Prodotti Canna Altre Rinnovabili

Quadro Energetico Bilancio Energetico Nazionale Secondo i dati del Ministero dell’Energia e Miniere, la produzione di energia primaria del Brasile nel 2010 è aumentata del 5% circa rispetto al 2009, sfiorando 254 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (TEP). I principali contributi sono provenuti dal petrolio (42%), dai derivati dalla canna da zucchero come etanolo e bagassa (19,3%) e dal settore idroelettrico (13,7%) e per il resto da legna (10,3%), gas naturale (9%), carbone (0,9%), nucleare (0,7%) e dalle altre fonti rinnovabili (4,3%). Le importazioni (costituite sostanzialmente da petrolio, prodotti petroliferi, carbone ed energia elettrica) sono state pari a circa 42 milioni di TEP, mentre le esportazioni (petrolio e biocarburanti) hanno rasentato 33 milioni di TEP. L’offerta interna lorda di energia primaria, al netto delle esportazioni e della produzione di gas naturale re-iniettata e/o invenduta (pari a 6,2 milioni di TEP) e delle variazioni nette degli stock (circa 2,3 milioni di TEP) è risultata pari a circa 259 milioni di TEP.

Bilancio Energetico Nazionale Consolidato delle Fonti Primarie - 2010 (Milioni di tonnellate equivalenti petrolio – TEP)

L’offerta è stata sostenuta per il 54,5% dalle fonti energetiche non rinnovabili (petrolio e prodotti petroliferi, gas naturale, carbone ed uranio), mentre il peso delle fonti rinnovabili (derivati della canna da zucchero, energia idroelettrica, legna e torba, e altre rinnovabili) si è attestato al 45,5%.

Produzione di energia primaria in aumento del 5%

Offerta di energia 259 milioni di TEP nel 2010

Contributo delle rinnovabili 45,5%

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

36

6,69,4 10,3

6,36,3 5,2

2,01,2 1,4

11,813,8 17,8

13,6 14,8 14,0

11,6 13,0 9,7

2,4 2,9 4,0

45,438,7 37,6

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2001 2005 2010

Altre Rinnovabili

Legna e Torba

Idroelettrico

Derivati Canna

Nucleare

Carbone e Coke

Gas naturale

Petrolio e deriv.

Evoluzione del contributo delle fonti energetiche (% sull’offerta di energia primaria)

I consumi finali di energia (dopo le trasformazioni, autoconsumi e perdite) sono stati pari a 240,9 milioni di TEP. La loro distribuzione per settori d’impiego ha visto al primo posto gli usi industriali (35,6%) - con in testa i comparti dell’industria siderurgica, alimentare, cartaria e chimica - seguiti dal settore del trasporto (28,8%), dell’energia (10,5%), residenziale (9,8%), dell’agricoltura e allevamento (4,1%), commerciale (2,7%), della Pubblica Amministrazione (1,5%) e dagli altri impieghi non energetici (6,9%). Il paese mostra una bassa intensità energetica e carbonica del PIL; è tuttavia dodicesimo nella graduatoria mondiale delle emissioni globali di gas serra (2010) e secondo in America Latina dopo il Messico. La produzione di energia contribuisce per meno del 20% alle emissioni totali, che sono invece determinate per circa l’80% dall’agricoltura, silvicoltura e allevamento. Con la Legge federale 12.187/2009 sulla Politica Nacional sobre Mudança do Clima, il Brasile ha comunicato alle ONU la disponibilità a intraprendere, su base volontaria, una serie di azioni (riduzione della deforestazione, ripristino dei terreni da pascolo, maggior impiego di biocarburanti e di idro-elettricità, recupero di efficienza energetica) volte a mitigare, entro il 2020, le emissioni di gas serra nella misura compresa tra il 36,1% e 38,9%, rispetto alle normali previsioni di crescita business as usual. Il Plano Decenal de Expansão de Energia – PDE 2020 prevede che nei prossimi dieci anni la domanda totale di energia del paese crescerà più del 60%, e che nel 2020 circa due terzi dei consumi saranno dovuti ai due settori industria e trasporti, nonostante che le azioni di risparmio e di efficienza previste dovrebbero permettere al paese di evitare (nel 2020) un consumo equivalente a 22 milioni di TEP/anno.

Consumi finali di energia vicini a 241 milioni di TEP

60,7% 55,5% 54,5%

Bassa intensità energetica e

carbonica del PIL

Il PDE 2020prevede un aumento

del consumo di energia del 60%

Fonti Fossili

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 37

84,0%

11,0%

0,4%4,6%

Petrolio greggio Gas associato Gas libero NGLs

Idrocarburi e biocarburanti Alla fine del 2010, le riserve provate di idrocarburi liquidi e gassosi del Brasile (basate sulle metodologie probabilistiche della Society of Petroleum Engineers – SPE) erano stimate in oltre 15 miliardi di barili di petrolio equivalenti. Risultavano costituite per l’84% da petrolio (12,8 miliardi di barili), per lo 0,4% da liquidi del gas naturale (67,7 milioni di barili di NGLs) e per il restante 15,5% da 377,4 miliardi di metri cubi di gas naturale (circa 2,4 miliardi di barili di petrolio equivalente) disponibile per un terzo dei volumi allo stato libero e per due terzi associato a giacimenti di petrolio.

Ripartizione delle riserve totali di idrocarburi del Brasile (15,3 miliardi di boe – Anno 2010)

.

Le riserve sono notevolmente aumentate nel corso degli ultimi trenta anni, a seguito di nuovi ritrovamenti offshore, in numerosi casi di dimensioni giant. Mentre due terzi delle riserve sono ubicate in aree dove sono state già avviate attività di sviluppo e/o di produzione, il resto delle riserve riguarda bacini dove non sono stati ancora avviati progetti di sfruttamento.

Evoluzione delle riserve di idrocarburi negli anni 1980-2010 (milioni di tonnellate di petrolio equivalente)

Il paese dispone di 29 bacini sedimentari di potenziale interesse per la ricerca di idrocarburi per un equivalente di 7,5 milioni di kmq, di cui circa 2,5 milioni di kmq in mare aperto. Ma solo una piccola parte di queste aree sono

Petrolio

NGLs

Gas Naturale

Totale

1980 1.365 - 354 1.718 1985 2.655 - 694 3350 1990 4.451 62,1 1.082 5.595 1995 6.127 96,3 1.308 7.531 2000 8.240 47,0 1.359 9.648 2005 11.303 62,2 1.868 13.233 2006 11.591 79,6 2.082 13.753 2007 11.722 79,2 2.118 13.920 2008 11.900 69,7 2.124 14.093 2009 11.985 70,8 2.112 14.169 2010 12.841 67,7 2.374 15.283

Riserve totali di idrocarburi liquidi e gassosi 15,3 miliardi di boe

2/3 delle riserve localizzate in bacini già in fase di sviluppo

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

38

state finora assegnate in concessione alle compagnie (circa 340 mila kmq), di cui circa il 41% conferite alla Petrobras (e ai suoi partner) e il restante 59% ad altre compagnie petrolifere. Le aree più interessanti riguardano i bacini sedimentari di Campos e Santos. Un’altra zona promettente è quella dell’Equatorial Margin, formata dai bacini offshore della Foce del Rio delle Amazzoni, di Pará- Maranhão, Barreirinhas, Ceará e Potiguar (al largo della costa nord-est del Brasile); il petrolio identificato in alcuni di questi bacini è di eccellente qualità (fino a 44 °API) e presenta analogie con i greggi del West Africa.

Le aree di esplorazione e produzione in Concessione

Ma la zona considerata di più elevato interesse sotto il profilo geologico si estende per circa 800 km. di lunghezza e 200 km di larghezza nell’offshore che va dallo Stato di Espírito Santo fino a quello di Santa Caterina. Si tratta di rocce sottostanti a spessi strati di sale della piattaforma continentale (denominate pre-salt), che si trovano a circa 5.000 metri di profondità, in acque ultra profonde (oltre 2.000 metri) dove le perforazioni più recenti hanno consentito il rinvenimento di depositi di petrolio di buona qualità (con densità pari a circa 28-30 °API e basso tenore di zolfo). L’area caratterizzata da tali strati salini profondi è misurata in circa 149 mila kmq, di cui 42 mila risultano già assegnati mediante permessi esplorativi mentre circa 107 mila kmq sono ancora liberi e per lo più inesplorati. Considerate le alte percentuali di successo ottenute nelle perforazioni esplorative finora eseguite nella “provincia pre-salt” brasiliana, l’Autorità regolatrice petrolifera Agência Nacional do Petróleo, Gás Natural e

La nuova frontiera di ricerca nel pre-salt

della piattaforma continentale

Il potenziale di riserve di petrolio è stimato

in 50-60 miliardi di barili

Bacini sedimentari ancora poco

esplorati

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 39

Biocombustíveis (ANP) stima che il potenziale di riserve del paese possa essere quattro volte superiore (50-60 miliardi di barili) alle attuali riserve provate del Brasile. Nel 2007, l’ANP ha sospeso la gara relativa all’assegnazione di una decina di blocchi localizzati nel promettente bacino pre-salt di Santos, subordinando ogni nuovo contratto a nuove disposizioni legislative per tale tipologia di riserve, che sono state approvate nel dicembre 2010. La nuova legislazione (Lei nº 12.351, del 22/12/2010) ha disposto la creazione di una nuova Agenzia (Petrosal) per gestire i permessi di esplorazione e produzione nelle aree pre-salt, in cui Petrobras sarà l’operatore unico con una partecipazione minima del 30%. Con tale legislazione si è venuto a creare per l'esplorazione e produzione di petrolio e gas naturale in Brasile un regime misto di regolamentazione, di tipo Production Sharing Contract (PSC) per i contratti nelle aree del poligono pre-salt, mentre per il resto del territorio (circa il 98% dei rimanenti bacini sedimentari) è rimasto in vigore il precedente regime di Concessione stabilito dalla Legge n. 9478 del 06/08/1997.

Le principali strutture petrolifere offshore del Brasile

Nell’ottobre 2011, il Senato ha approvato un disegno di legge che ha modificato a favore degli Stati non produttori la distribuzione delle royalties che deriveranno dai contratti di Production Sharing (PSC) pre-salt.

Costituzione ad hoc dell’Agenzia Petrosal

Il regime ordinario di Concessione e quello di Production Sharing riservato al pre-salt

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

40

Tale normativa, che deve essere ancora definitivamente approvata dalla Camera, ha scatenato proteste di piazza negli Stati di Espírito Santo e di Rio de Janeiro, che sostengono di essere fortemente penalizzati da tali disposizioni. Recentemente il Ministro dell’Energia Lobão ha annunciato la disponibilità del Governo a riesaminare la materia, prospettando l’eventualità di una riduzione della quota federale dal 30% al 20%, a favore degli Stati produttori. Una precedente regolamentazione del settore ( Lei n° 12276 del 30 giugno 2010) ha autorizzato lo Stato federale a cedere a titolo oneroso alla Petrobras un’area esclusiva con riserve equivalenti a circa 5 miliardi di barili di petrolio, in cambio di azioni della Petrobras, che hanno portato il totale della quota d’interesse detenuta dallo Stato nel capitale sociale della società dal 40% al 47,8%. Il Governo detiene, in ogni caso, il controllo della compagnia mediante il possesso del 64% delle azioni con diritto di voto. Per adempiere al più impegnativo compito di sviluppo delle riserve, la Petrobras ha varato un piano d’investimenti per il quinquennio 2011-2015 di 225 miliardi di dollari. Circa il 57% di tale importo (109 mld$) sarà destinato alle attività di esplorazione e perforazione, che prevedono l’esecuzione di circa un migliaio di pozzi nell’offshore brasiliano. Entro il 2020 la produzione proveniente dai giacimenti pre-salt potrebbe arrivare a coprire oltre il 40% della produzione petrolifera, rispetto al 2% attuale. Nella classifica delle 50 maggiori compagnie petrolifere internazionali quotate in Borsa stilata da PFC Energy, nel 2010 la Petrobras è salita al terzo posto mondiale per capitalizzazione (229 mld $), alle spalle di ExxonMobil e Petrochina, precedendo R.D. Shell, Chevron, Gazprom e BP. Tra le compagnie petrolifere internazionali maggiormente impegnate nelle attività upstream in Brasile si annoverano Shell (primo produttore con 95 mila boe/g, campi Parque das Conchas e Bijupira-Salema), BP (campi Polvo

Xerelete, Wahoo e Itaipu), Chevron (campi Frade e Papa-Terra), BG-Group, Petrogal, Sinochem, Repsol (tutte con interessi vari nei campi Lula, Cernambi, Iara, Guarà e Carioca), Statoil/Sinochem (campo Peregrino), Anadarko, Eni, ecc. Tra le compagnie emergenti brasiliane si distingue la privata OGX, che detiene un portafoglio di circa 35 titoli minerari (di cui 22 offshore) con un potenziale di riserve stimato in circa 10 miliardi di barili.

Produzione e consumi di petrolio La produzione petrolifera media nel corso del 2010 è stata pari a 2,0 milioni di barili/giorno di petrolio e 130 mila b/g di condensati, con un aumento complessivo del 5,4% rispetto all’anno precedente. La quota off-shore della produzione ha rappresentato il 91% del totale nazionale, risultando

Produzione 2010:2,1 milioni di b/g,

con una quota offshore del 91%

Gli Stati produttorireclamano royalties

maggiori

Cessione onerosa di riserve a Petrobras

in cambio di una quota azionaria

allo Stato

Petrobras terza compagnia mondiale

per capitalizzazione

Investimenti 2011-2015 di

Petrobras225 miliardi di $

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 41

1.337 1.499 1.555 1.5421.716 1.809 1.833 1.899 2.029 2.137 2.250

2.980

3.950

0

1.000

2.000

3.000

4.000

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Prev

2011

Prev

2014

Prev

2020

Petrolio greggio e altri liquidi

particolarmente concentrata (87% circa) nello Stato di Rio de Janeiro. Relativamente alla produzione sulla terraferma, il Rio Grande do Norte è risultato il maggiore Stato produttore, con una quota del 27%. Grazie alle nuove scoperte effettuate nel corso del 2010, il tasso di rimpiazzo delle riserve prodotte (reserves replacement) è risultato del 240%. Sotto il profilo economico i costi medi di estrazione del greggio (lifting cost) di Petrobras, mediamente sono aumentati da circa 9,94 $/bbl nei primi nove mesi del 2010 a circa 12,63 $/bbl nei primi nove mesi del 2011 (circa il doppio del lifting cost medio a livello internazionale). Tenuto anche conto dell’aumento del prelievo fiscale dello Stato, i costi medi complessivi di ritiro del greggio lungo i nove mesi del 2011 sono cresciuti a 32,25 $/bbl (rispetto ai 24,31 $/bbl registrati nello stesso periodo del 2010). Nel 2014 la produzione dovrebbe avvicinarsi ai 3 milioni di barili/giorno, proiettando il Brasile tra i maggiori produttori mondiali di petrolio, arrivando poi a sfiorare 4 milioni di barili/giorno nel 2020. La produzione di idrocarburi liquidi (2001-2010)

Migliaia di barili/giorno I contributi aggiuntivi alla produzione proverranno inizialmente dai campi pre-salt di Carioca, Lula (ex Tupi) e Cernambi, che saranno sviluppati più intensamente nei prossimi anni insieme ad altri giacimenti (North e South Guarà, Iara, Franco, ecc) ubicati nei bacini Santos e Campos. I notevoli fabbisogni richiesti per le future attività offshore sono stati recepiti nella pianificazione strategica della Petrobras che prevede l’esigenza di aumentare la flotta dei rigs per acque oltre i 2000 metri da 15 a 53 unità; di accrescere da 44 a 84 le piattaforme di produzione (SS e navi FPSO); di costruire 5 nuovi Jacket o piattaforme di tipo TLWP; di portare da 254 a 504 le navi ausiliarie da impiegare nelle operazioni di supporto in mare. In questa prospettiva, la Saipem recentemente ha acquisito il Terminal Portuale di Guarujá, nel polo industriale di São Paulo, dove svilupperà la costruzione di piattaforme e attrezzature petrolifere idonee per attività in acque ultra profonde (con un investimento di 300 milioni di $).

Costo medio di estrazione e prelievo fiscale più elevati delle medie internazionali

Tasso di rimpiazzo delle riserve del 240 %

Forte fabbisogno di mezzi offshore

Produzione greggio a 4 milioni di b/g nel 2020

Previsto contributo cantieristico della Saipem

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

42

2.047 2.030 2.010 2.020 2.078 2.0942.234

2.382 2.3992.604

0

1.000

2.000

3.000

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Raffinazione e consumi di prodotti petroliferi La domanda petrolifera nel paese nel decennio scorso è cresciuta a un ritmo di circa il 2,4% all’anno, facendo risultare il Brasile il sesto consumatore mondiale di petrolio nel 2010, alle spalle di Stati Uniti, Cina, Giappone, India e Federazione Russa. Domada petrolifera (2001-2010)

Migliaia di barili/giorno

Il Brasile è dotato di undici raffinerie attive, tutte appartenenti alla Petrobras, con una capacità complessiva di distillazione atmosferica pari a circa 2 milioni di barili/giorno. La quota maggioritaria della capacità risulta localizzata nella Regione del Sud-Est (62%) e del Sud (20% circa).

Capacità di raffinazione della Petrobras (2010) Migliaia di barili/giorno

Le raffinerie mediamente presentano tassi di utilizzazione abbastanza elevati (intorno al 92%) e abitualmente lavorano per circa l’82% greggi brasiliani

Sesto consumatoremondiale di

petrolio

Capacità attuale di raffinazione

2 milioni di b/g

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 43

(1,4-1,5 milioni di barili/giorno) e per il rimanente 18% greggi importati dall’estero (circa 350 mila barili/giorno). Tuttavia le raffinerie risultano dotate di una bassa capacità di hydrorefining pari nel 2010 al 24% circa della capacità di distillazione atmosferica. A causa di tale carenza, il paese è stato costretto nel 2010 a importare 505 milioni di litri di carburanti. Petrobras ha pertanto annunciato la volontà di potenziare la capacità di conversione del suo sistema di raffinazione al 59% entro il 2014 e al 71% entro il 2020. Complessivamente la compagnia brasiliana prevede di investire nel settore della raffinazione e distribuzione, petrolchimica inclusa, circa 80 miliardi di $ USA. In particolare nei piani di raffinazione rientrano sei nuovi moduli di raffinazione (con investimenti stimati in 56,2 mld di $ USA) .

Le nuove raffinerie previste da Petrobras

Nella città di Abreu e Lima, Stato di Pernambuco, è in costruzione un impianto da 230 mila barili/giorno, frutto di una joint venture paritetica con il Venezuela, che processerà greggi pesanti (16 ° API) provenienti per il 50% dal campo brasiliano di Marlin e per il 50% dal campo venezuelano di Carabobo. L’avviamento dell’impianto è previsto entro il 2013. Presso il complesso petrolchimico Comperj di Itaborai, Stato di Rio de Janeiro, dal 2008 sono in corso i lavori per un nuovo impianto da 165 mila b/g, che potrà essere raddoppiato prevedibilmente nel 2018. A Bacabeira (Stato Maranhão), nel gennaio 2010, è stata avviata la costruzione della raffineria Premium I, per la quale in una prima fase (2014) è prevista una capacità di 300 mila b/g. Nel 2016 la capacità verrà raddoppiata a 600 mila b/g, attraverso la costruzione di una unità gemella. Nello Stato di Ceará è previsto un impianto, Premium II, da 300 mila b/g che dovrebbe essere realizzato entro il 2017.

Capacità

prevista

barili/giorno

Anno

di

commissionino

Stati

Abreu e Lima 230.000 2013 Pernambuco

Comperj (fase 1) 165.000 2013 Rio de Janeiro

Premium I (fase 1) 300.000 2014 Maranhão

Premium I (fase 2) 300.000 2016 Maranhão

Premium II 300.000 2017 Ceará

Comperj (fase 2) 165.000 2018 Rio de Janeiro

Totale 1.460.000

Bassa capacità di conversione del sistema di raffinazione

Nuovi piani per una capacità di 1,46 milioni di b/g

Joint venture paritetica con il Venezuela nel Pernambuco

La nuova raffineria Premium I sarà raddoppiata nel 2016

Progetto Premium II nello Stato Ceará

Raffineria integrata con la petrolchimica nello Stato di Rio

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

44

1.850 1.9002.100

2.800

3.600

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

2001 2005 2010 2014 2018

Previsione della capacità di raffinazione (migliaia di barili/giorno)

Biodiesel

Nel 2010, la produzione di biodiesel (B100) ha raggiunto 2,4 miliardi di litri, con un aumento del 49% rispetto a quella del 2009 (1,6 miliardi di litri). Le principali materie prime utilizzate in Brasile consistono nell’olio di soia (82%), nel sego (13%), ovvero grasso di bovino, e derivati da altri grassi. Oggi il paese possiede 67 impianti di biodiesel con una capacità di circa 6 miliardi di litri all’anno; inoltre, l’ente di regolazione ANP ha già rilasciato autorizzazioni per nuovi impianti o ampliamenti per una capacità aggiuntiva di 1,3 miliardi di litri. A partire dal gennaio 2010 il mandato di miscelazione del B100 con il diesel è stato innalzato al 5%, ed è rimasto costante nel 2011. Considerato l’eccesso di capacità produttiva disponibile, i produttori hanno chiesto al Governo di alzare subito l’obbligo di miscelazione al 10% e possibilmente al 20% entro il 2020. E’ stato costituito perfino un “Frente Parlamentar do Biodiesel” guidato dal deputato federale Jeronimo Goergen (Partito Progressista -PP). Il Governo, però, non ha inteso apportare modifiche ai limiti attuali, nel timore di determinare aumenti del prezzo del gasolio alla pompa. Canna da zucchero e alcool etilico Il Brasile è il secondo produttore mondiale di etanolo, alle spalle degli USA. Secondo il Ministero dell'Agricoltura (MAPA), la produzione di canna da zucchero nell’anno solare 2010 ha raggiunto 627,3 milioni di tonnellate, con una lieve crescita (0,8%) rispetto al 2009. Un risultato comunque importante per il settore è consistito nell’aumento del 5,4% nella resa di zuccheri recuperati dalla lavorazione della canna, con una media di 140,1 kg per tonnellata di canna rispetto ai 132,9 kg/ton ottenuti nel 2009. La produzione nazionale di zucchero è stata pari a 37,7 milioni di tonnellate, registrando un aumento dell’11,6%.

Capacità previstaa 3,6 milioni b/g

nel 2018

Produzione 2010 di biodiesel

Produzione e resa della canna

da zucchero

Obbligo al 5%,nonostante richieste

di aumento dei produttori

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 45

La produzione di bioetanolo ha invece segnato un aumento del 7,1%, attestandosi a un livello 27,96 milioni di metri cubi. La produzione di etanolo idrato (19,93 milioni di mc) ha interessato circa il 71% del totale, con un aumento del 4,4% rispetto al 2009; la produzione di alcool anidro è stata pari a 8,04 milioni di mc, con un aumento del 14,6%. A partire dagli ultimi mesi del 2010 e durante il 2011, le condizioni di raccolto della canna e i rendimenti sono notevolmente peggiorati, determinando una crescente carenza di prodotto che ha costretto il Governo a ridurre i limiti di etanolo nella benzina dal 25% al 20% (Medida Provisoria 532). Inoltre, il Governo ha eliminato temporaneamente (fino al 31 dicembre 2011) la tariffa del 20% sulle importazioni di etanolo, che dovrebbe tornare in vigore a partire dal primo gennaio 2012, se non interverranno altre misure. Inoltre, nuovi provvedimenti hanno ampliato il ruolo dell’ANP (limitato in precedenza al monitoraggio dei prezzi dei biocarburanti alla pompa), assegnando all’Agenzia anche il compito della sorveglianza della produzione dell’etanolo negli stabilimenti produttivi, prima affidato al Ministero dell'Agricoltura.

Bilancio del Supply e della Domanda e Capacità Produttiva

del Bioetanolo (tutti gli usi) in Brasile

Anni solari 2006 2007 2008 2009 2010

Prev. 2011

Prev. 2012

Milioni di litri

Stock iniziali 2.743 3.373 4.829 5.783 4.048 5.916 7.489

Produzione 17.782 22.557 27.140 26.105 27.963 24.198 25.500

Importazioni 0 4 0 4 76 1.020 770

Supply Totale 20.525 25.934 31.969 31.893 32.089 31.134 33.759

Esportazioni 3.429 3.533 5.124 3.296 1.906 1.450 1.850

Consumi 13.723 17.573 21.062 24.548 24.269 22.195 25.050

Biocarburanti 12.698 16.203 19.584 22.823 22.162 19.845 22.500

Altri Usi 1.025 1.370 1.478 1.725 2.105 2.350 2.550

Stock finali 3.373 4.829 5.783 4.048 5.916 7.489 6.859

Capacità produttiva

Numero bioraffinerie 352 377 407 426 436 440 443

Capacità (milioni litri) 27.500 32.540 38.300 35.600 41.360 42.800 43.250

Tasso di utilizzo (%) 64,7% 69,3% 70,9% 73,3% 67,6% 56,5% 59,0%

Relativamente al numero degli impianti (436 unità, nel 2010) l’associazione brasiliana União da Indústria de Cana-de-Açúcar (UNICA) stima modici aumenti nel 2011 (4 nuove unità) e nel 2012 (3 nuove unità), a causa del rallentamento degli investimenti seguito alla crisi finanziaria globale del

Deterioramento della situazione nel 2011

Riduzione del mix nella benzina al 20%

Produzione 2010 di bioetanolo: 27,9 milioni mc

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

46

2008, che ha indotto molti investitori a optare per acquisizioni di stabilimenti già esistenti piuttosto che per investimenti in nuovi progetti. La domanda interna di etanolo per l'anno solare 2012 è prevista in 25,05 miliardi di litri, in crescita di 2,85 miliardi di litri rispetto al consumo stimato per il 2011. Gli impieghi come carburante sono stimati in 22,5 miliardi di litri per il 2012, mentre per gli altri usi le aspettative sono di un aumento della domanda a 2,5 miliardi di litri, dovuto a una maggiore richiesta delle industrie chimiche. Nel decennio in corso, per effetto dell’aumento previsto del parco degli autoveicoli flex fuel, il fabbisogno nazionale di etanolo potrebbe triplicare, crescendo a un livello di 65 miliardi di litri, nel 2020. Qualora i problemi produttivi odierni relativi alla canna dovessero perdurare anche nelle prossime stagioni, il paese potrebbe correre il rischio di trasformarsi in paese importatore netto di etanolo. Numerose iniziative di Mergers&Acquisitions effettuate negli ultimi tempi in Brasile hanno trasformato l’industria dello zucchero e dell’etanolo, caratterizzata in passato da una prevalente conduzione familiare, in un settore a più elevata concentrazione e con una crescente presenza delle grandi compagnie internazionali. Nell’aprile 2010 la Petrobras ha acquistato una quota del 46% nella Açúcar Guaranì. Inoltre ha investito circa 246 milioni di $ per acquisire una quota del 49% in due impianti del gruppo São Martinho (Stato di Goias) creando la joint venture Nova Fronteira Bioenergia, con una capacità di lavorazione di 2,5 milioni di tonnellate di canna da zucchero, che salirà a 7 milioni di ton nel 2014/15. In precedenza, nel dicembre 2009, aveva acquisito una partecipazione del 40% nella Agroindustria Canavieira che gestisce un impianto etanolo a Bambui (Minas Gerais), con una capacità produttiva di 100 milioni di litri/anno di etanolo idratato, la cui capacità verrà raddoppiata a 203 milioni di litri/anno. La BP è stata la prima compagnia petrolifera a entrare, nel 2008, nel mercato brasiliano dell’etanolo (50% della Tropical Bioenergia). Nel marzo 2011, ha lanciato l’acquisizione del controllo (83%) del produttore di canna e di etanolo Companhia Nacional de Açúcar e Álcool (CNAA) per 680 milioni dollari, espandendo la sua capacità nel settore dei biocarburanti nel paese a 1,4 miliardi di litri di etanolo equivalenti (circa 9 milioni di barili). La BP ha acquisito due impianti operativi e un terzo in costruzione, ubicati negli Stati meridionali di Goiás e Minas Gerais. I tre impianti complessivamente avranno una capacità di lavorazione di 15 milioni di tonnellate di canna da zucchero all'anno e a regime ogni stabilimento avrà una capacità produttiva di circa 480 milioni di litri di etanolo equivalente all’anno.

Ripresa della domanda nel 2012

I principali eventi di mergers &

acquisitions

Il processo di concentrazione e

internazionalizzazionedel settore canna

da zucchero/etanolo

BP, primo casod’ingresso di una major petrolifera nel comparto del

bioetanolo brasiliano

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 47

La Shell e la brasiliana Cosan nel marzo 2011 hanno lanciato la joint-venture Raizen che è divenuta uno dei principali produttori mondiali di etanolo, con una capacità di lavorazione della canna da zucchero di 65 milioni di tonnellate e una capacità di produzione di 2,2 miliardi di litri all'anno di etanolo, venduto in Brasile attraverso una rete di circa 4.500 stazioni di servizio con marchio Shell. In precedenza, nel gennaio 2010, la Cosan aveva acquistato il gruppo rivale Zanin, per circa 225 milioni di dollari, portando a 24 il numero totale dei suoi stabilimenti di produzione di zucchero/etanolo. La capacità odierna della Raizen è sufficiente a soddisfare circa il 9% della domanda di etanolo del Brasile, ma la compagnia punta a incrementare la capacità di lavorazione della canna a 100 milioni di tonnellate/anno, con nuovi investimenti per 7 miliardi di $. Il gruppo agroalimentare statunitense Cargill nel giugno 2011, pur non avendo esperienza nel settore, ha creato una joint venture paritetica con il gruppo brasiliano Usina Sao João, prevalendo con la sua offerta sui concorrenti São Martinho/Petrobras e Raizen (Shell/Cosan). La statunitense Archer Daniels Midland (ADM) nell’aprile 2011 ha accettato di acquistare dalla Canaa Participacoes (controllata dall’ex Ministro dell’Agricoltura Antonio Cabrera) la quota restante del 51% nella Limeira do Oeste, produttore di etanolo, divenendo unica proprietaria di un impianto capace di trattare circa 3 milioni di t/a di canna. Il gruppo svizzero Glencore, uno dei gruppi mondiali più diversificati del mondo nel commercio delle materie prime, dopo aver acquistato una partecipazione del 76% nella Rio Vermelho, nel dicembre 2010 ha annunciato il raddoppio della capacità del suo impianto di etanolo. Il gruppo Noble, trader molto attivo in Asia (Singapore), ha acquistato due impianti per la produzione di zucchero/etanolo della Cerradinho per 950 milioni di $, che hanno permesso al gruppo di raddoppiare la capacità di lavorazione della canna a 1,34 milioni di t/a. Nel giugno 2010, il raffinatore indiano Shree Renuka Sugars ha acquisito una quota maggioritaria nella Equipav SA Açúcar &Alcool, per 250 milioni di $. Inoltre, la francese Tereos, ha acquisito la Mandu di San Paolo per circa 200 milioni di dollari, aumentando la sua capacità di lavorazione della canna a circa 20,6 milioni di t/a. Tra dicembre 2009 e febbraio 2010, la compagnia statunitense Bunge ha rilevato, per 452 milioni di $, cinque impianti zucchero/etanolo della Moema, con una capacità di lavorazione di canna di 13,5 milioni di t/a. Il gruppo francese Louis Dreyfus nell'ottobre 2009 ha lanciato l’acquisizione del 60% nella Santelisa Vale Bioenergia, creando il secondo grande gruppo mondiale nella lavorazione della canna da zucchero (13 impianti con una capacità di lavorazione di 40 milioni di tonnellate/anno).

Raizen, mega joint venture Shell-Cosan

Entrata dei gruppi internazionali agricolo-alimentari Cargill e ADM

Attività dei trader Glencore e Noble

Le acquisizioni dei gruppi Tereos, Bunge, SRS, e Dreyfus

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

48

15,5 15,8 17,0 17,7 17,7 18,221,1

22,9

8,5

22,8 21,6

28,8

21,6

14,0 12,611,3

4,6 5,4 5,18,1 9,0 9,8 10,3

12,815,1 15,9

19,421,0 22,0 23,0

0

5

10

15

20

25

30

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Produzione Lorda Importazioni Consumi interni

Produzione e consumo di gas naturale Nel 2010, la produzione lorda di gas naturale è stata pari a 22,9 miliardi di metri cubi (+8,5% vs. il 2009), per la maggior parte associata al petrolio. Un porzione considerevole della produzione (circa 6 miliardi di mc/a) viene reiniettata nei giacimenti di petrolio, per aumentarne la resa produttiva oppure bruciata in torcia, per la mancanza di strutture di trasporto. Nel 2011, è stato avviato lo sviluppo del grande giacimento di gas naturale di Mexilhão. La Saipem ha eseguito il trasporto e i montaggi della piattaforma, a 140 km dalla costa brasiliana, realizzando per conto della Petrobras anche il gasdotto Mexilhão-Uruguà. Nel 2012 è prevista la messa in produzione delle riserve dei campi di Juruá/Araracanga. La domanda interna è stata pari a 28,8 mld di mc nel 2010, con un aumento del 130% rispetto al 2009, motivato dalla ripresa economica e dalla riduzione della produzione idroelettrica che ha fatto aumentare considerevolmente l’impiego del gas nella generazione elettrica. Il paese ha inoltre importato 12,6 miliardi di mc di gas naturale, con un aumento del 48% rispetto al 2009.

Produzione lorda, importazioni e consumi di gas naturale (Miliardi di metri cubi)

Petrobras ha un ruolo dominante nella filiera brasiliana del gas. Oltre a controllare la maggioranza delle riserve e della produzione, possiede il controllo della rete di trasmissione nazionale e 18 delle 27 compagnie di distribuzione del gas naturale; gestisce le importazioni di gas provenienti dalla Bolivia e due terminali di gassificazione del gas naturale liquefatto (GNL). Tra le compagnie straniere si distingue BG-Group che controlla la Companhia de Gás de São Paulo (Comgás), la maggiore società di distribuzione del gas del Brasile. L’Eni, invece, è uscita dal comparto, dopo aver ceduto la sua attività decennale (Gas Brasileiro Distribuidora, acquisita nel 1999) a Petrobras nel luglio 2011.

Produzione di gas naturale 22,9 mld mc

nel 2010

Aumento della domanda guidato da

generazione elettrica e impieghi industriali

Lavori Saipem per piattaforma

gas Mexilhão e gasdotto

Mexilhão-Uruguà

Ruolo dominante della Petrobras

nella filiera del gas

Distribuzione gas: importante presenza

di BG-Groupe uscita dell’Eni

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 49

La rete del gas naturale è cresciuta in modo significativo nel 2010 (1.600 km) raggiungendo un totale di 9.300 km. Sviluppatasi storicamente solo in due aree del paese (sud-est e nord-est), le due regioni sono state interconnesse per la prima volta nel 2010, con il completamento del gasdotto GASENE che da Rio de Janeiro raggiunge Bahia, dopo circa 1.400 km. Un’altra importante opera, ultimata nel 2009, consiste nel gasdotto Urucu-Manaus che collega i campi di produzione di Urucu alla capitale dello Stato di Amazonas, Manau, attraversando la foresta Amazzonica.

Le principali strutture del gas in Brasile

Il Brasile riceve le importazioni via terra mediante il metanodotto proveniente dalla Bolivia (9,82 miliardi di mc nel 2010). Il gasdotto Gasbol, inaugurato nel 1999, collega Santa Cruz (Bolivia) a Porto Alegre (Stato Rio Grande do Sul) passando per San Paolo, attraverso un percorso di circa 2.000 km. A seguito di un contratto d’importazione siglato nel 1996, il Brasile ha assorbito nel 2010 circa l’84% delle esportazioni boliviane di gas. Gli approvvigionamenti di gas naturale liquefatto (GNL) provengono invece da un ampio numero di paesi (Trinidad&Tobago, Nigeria, Qatar, Guinea Equatoriale, EAU, ecc.). Il GNL è trattato attraverso impianti di gassificazione allestiti su due navi (Golar Spirit ed Excellence) ormeggiate presso i terminal portuali di Pecém (capacità 7 milioni di mc/giorno, nello Stato di Ceará) e di Guanabara Bay (14 milioni di mc/giorno, isola di Boqueirão nei pressi di Rio de Janeiro), che sono stati inaugurati rispettivamente nel luglio 2008 e nel maggio 2009. Entrambi i terminal sono gestiti dalla Transpetro (consociata di Petrobras).

Completati importanti gasdotti interni

Il gasdotto dalla Bolivia

I gassificatori di Pecém e Guanabara Bay

Gasline

Urucu-Manaus

Infrastrutture

di gassificazione del

Gas Naturale Liquefatto

Capacità:

Pecém 7,0 milioni mc/g

Guanabara 14,5 milioni mc/g

Gasline

Urucu-Manaus

Infrastrutture

di gassificazione del

Gas Naturale Liquefatto

Capacità:

Pecém 7,0 milioni mc/g

Guanabara 14,5 milioni mc/g

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

50

22,9

46,853,0

60,8

12,618,3 18,3 18,3

0

10

20

30

40

50

60

70

2010 2013 2016 2019

Produzione Importazioni

Il GNL gassificato di Pecém viene utilizzato dall’industria termoelettrica, presso impianti appartenenti al Gruppo Petrobras (Termoceara e Termofortalez nel Ceará, Jesus Soares Pereira nel Rio Grande do Norte, mentre le centrali Chaves Aureliano (Minas Gerais, 221 MW) e Gov. Leonel Brizola (1,036 MW, Rio de Janeiro), anche loro appartenenti a Petrobras, sono rifornite con il gas del terminal di Guanabara. Petrobras è proprietaria di 16 centrali termoelettriche con una potenza complessiva di 5,5 GW. Nel 2012, potrebbe essere decisa la costruzione di un impianto galleggiante di liquefazione del gas naturale, che permetterebbe di valorizzare cospicue riserve offshore associate ai giacimenti di petrolio, altrimenti non utilizzabili economicamente. Le centrali a gas svolgono un’importante funzione di stabilità del sistema di generazione, in rapporto alle variazioni della produzione idroelettrica. Tuttavia la mancanza di capacità di stoccaggio del gas naturale influisce sulle disponibilità del feedstock provocando possibili instabilità nelle forniture ad altri settori. Il previsto aumento delle riserve e della produzione di gas nei prossimi anni dovrebbe comunque contribuire a mitigare tale inconveniente. Il Piano decennale di Espansione dell’Energia 2010-2019 prevede infatti che la produzione di gas possa all’incirca triplicare rispetto ai livelli del 2010, mentre le importazioni dovrebbero aumentare a partire dal 2013 e mantenersi stabili negli anni seguenti.

Produzione e import di gas previsti dal Piano Energetico 2010-2019 (Miliardi di metri cubi)

Nel 2010 le centrali a gas del paese hanno assorbito circa 8 miliardi di metri cubi di gas, mentre circa 1,5 mld di mc sono stati trasformati in prodotti petroliferi. I consumi finali del gas naturale, pari a circa 19,2 miliardi di metri cubi, hanno riguardato principalmente gli usi industriali (10,5 mld mc), quelli energetici (5,1 mld mc) e i trasporti (2 mld mc), interessando in misura sensibilmente minore quelli civili e commerciali (0,6 mld mc).

Previsioni di produzione e importazione

Attesa decisione nel 2012,

per eventuale impianto offshore

di liquefazione

Il gas è utilizzatonelle centrali di

Petrobras

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 51

3,38

12,14

0,93 2,0117,55

77,32

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Idroelettrica Termica Eolica Nucleare

GW

e

Servizio Pubblico e Produttori Indipendenti Autoproduttori

Settore Elettrico Nell’ultimo decennio l’industria elettrica brasiliana ha subito notevoli cambiamenti, a seguito di riforme istituzionali che, a partire dal 2004, hanno portato alla riorganizzazione del mercato dell’energia elettrica affidato alla Câmara de Comercialização de Energia Elétrica (CCEE) e alla istituzione di Aste sotto l’egida dell’Agência Nacional de Energia Elétrica (ANEEL). Inoltre, la pianificazione elettrica del paese è stata centralizzata a livello federale con la costituzione della società di ricerca elettrica Empresa de Pesquisa Energética (EPE), che agisce sotto le direttive politiche del Conselho Nacional de Política Energética – CNPE, organo consultivo della Presidenza della Repubblica. Nel 2010, a seguito dell’aumento della capacità installata di circa 7.100 MW, il Brasile risultava dotato di una capacità di generazione elettrica pari a 113.327 MW di potenza. Il fulcro del parco di generazione era costituito dalla capacità idroelettrica (80,7 GW) pari a circa il 71% della capacità totale, seguita con circa il 26% da quella termica (29,7 GW), e da quella nucleare (2,1 GW) ed eolica (928 MW) per il restante 3%. Tale caratteristica rende il sistema molto dipendente dalle condizioni climatiche e dalla stagionalità del regime fluviale brasiliano (crisi del 2001), ma consente costi variabili di produzione molto bassi. Complessivamente la capacità risultava dislocata per l’86,3% nell’ambito del Servizio Pubblico (97,8 GW), ivi inclusi i produttori indipendenti, e per il 13,7% presso gli auto produttori (circa 15,5 GW).

Capacità di generazione elettrica del Brasile

(113,3 GW - Anno 2010)

La società pubblica Eletrobrás, attraverso un elevato numero di consociate, all’incirca è responsabile del 38% della generazione e del 56% della trasmissione elettrica totale del paese.

Potenza installata cresciuta nel 2010 a 113 GW

Elevata dipendenza dalle risorse idroelettriche

Capacità dislocata per l’86% nel Servizio Pubblico e per il 14% presso gli autoproduttori

Il quadro istituzionale del sistema elettrico

Eletrobrás leader della generazione e trasmissione

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

52

Idroelettrico

74,0%

Carbone 1,3%

Nucleare 2,7%

Petrolio 3,6%

Gas nat. 6,8%

Eolico 0,4%

Importazioni

Elettr. 6,5%

Biomasse 4,7%

La quota maggioritaria della capacità risulta installata nella Regione del Sud-Est (40,3 GW), sorpassando considerevolmente le altre macro regioni del Sud (27,5GW), del Nord-Est (17,5 GW) del Nord (14,9 GW) e del Centro-Ovest (13,6 GW). Gli Stati dotati di maggiore potenza installata risultano São Paulo (16,8 GW), Paraná (16,7 GW), Minas Gerais (13,4 GW), Pará (8,9 GW), Rio de Janeiro (8,5 GW), Bahia (6,9 GW), Goiàs (6,8 GW) e Rio Grande do Sul (6,2 GW). Nel 2010, la produzione di energia elettrica ha raggiunto 509,2 TWh, con un aumento del 10% rispetto al 2009. Le importazioni nette di 35,9 TWh aggiunte alla produzione interna hanno consentito un’offerta totale di 545,1 TWh, con un aumento dell’8,4% rispetto al 2009. Il principale apporto all’offerta di elettricità è stato dato dal comparto idroelettrico, per il 74% del totale. Considerata l’origine idroelettrica delle importazioni (6,5%) e il concorso dato dalle biomasse (4,7%) e dal settore eolico (0,4%), la quota totale delle fonti rinnovabili è arrivata a coprire l’85,6% dell’offerta elettrica complessiva. Le fossili hanno contribuito per l’11,7% del totale (con in testa il gas naturale 6,8%, seguito da petrolio (3,6%) e carbone (1,3%), mentre il nucleare ha pesato per il 2,7%. L’offerta interna lorda di energia elettrica in Brasile

Anno 2010 - 545 TWh

Il consumo finale di elettricità è ammontato a 455,7 TWh, in crescita del 7,8% rispetto al 2009. Nel settore industriale si è registrato un aumento superiore (9,9%) rispetto al 2009, determinato da una maggiore richiesta nel settore della metallurgia ferrosa e non ferrosa, minerario e alimentare.

Apporto delle fonti rinnovabili

pari all’85,6% dell’offerta totale

Crescita deiconsumi finali 2010:+7,8%

Capacità concentratanella regione

del Sud-Est

Gli aumenti della produzione e

dell’offerta

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 53

422,9455,7

428,2

309,7 324,4 342,2359,9 375,2 389,9

412,1

0

100

200

300

400

500

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Consumi Finali in TWh

Consumi di energia elettrica del Brasile

Nei primi dieci mesi del 2011 la domanda di energia elettrica è aumentata di 16 GWh rispetto allo stesso periodo del 2010, pervenendo a un totale progressivo di 428 GWh, registrando un aumento del 3,8%, il più basso degli ultimi dieci anni. Nell’arco del decennio, si prevede un aumento di circa il 60% della domanda, tenuto conto dei consumi pro capite ancora molto bassi (circa 560 kWh). Il paese avrà bisogno di elevare la potenza installata a circa 172 GW entro la fine del 2020, in considerazione dell’aumento della popolazione (205 milioni), degli usi di elettrodomestici di maggior consumo (frigoriferi, condizionatori, ecc) e delle produzioni di acciaio, alluminio e cemento che dovrebbero raddoppiare nei prossimi dieci anni. Entro il 2020 tuttavia il contributo delle fonti rinnovabili nella matrice elettrica del paese dovrebbe scendere all’83% (e al 67% nel caso dell’energia idroelettrica) per effetto di un maggior impiego del gas naturale. Tale esito verrà comunque parzialmente compensato dall’aumento delle biomasse e delle centrali eoliche nel mix di generazione elettrica del paese. Dal 2005 ad oggi, si sono succedute una quindicina di Aste (Leilão de Energia) relative alle assegnazioni di nuove concessioni pluriennali di generazione elettrica che complessivamente hanno permesso all’Agência Nacional de Energia Elétrica -ANEEL di contrattare una quota importante della nuova capacità elettrica ritenuta necessaria entro il 2020 (circa 60 GW). All’inizio di gennaio 2011 erano già in costruzione nuove centrali con una capacità di circa 28 GW, destinate a essere completate per gradi nel corso degli anni 2011 (7,9 GW), 2012 (7,7 GW), 2013 (8,5 GW), 2014 (0,9GW) e 2015 (2,8 GW). Le società di distribuzione acquistano in pool l’energia elettrica pagando gli stessi prezzi nei periodi previsti. Poiché le aste avvengono con anticipazioni di 5 anni, nel caso di errori nelle previsioni dei fabbisogni ai distributori è

Rallentamento della domanda nel 2011 al 3,8%

Fabbisogno di 172 GW di capacità installata nel 2020

Gran parte della capacità necessaria nel 2020 è stata già contrattata

Idroelettrico al 67% nel mix di generazione e.e. nel 2020

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

54

consentita la possibilità di partecipare ad aste di riserva con soli tre anni di anticipo. Le eccedenze di offerta invece sono regolate nell’ambito della camera di commercializzazione CNEE. Con due aste (Leilão de Energia A-3 e Reserva) già avvenute nel 2011 sono state assegnate concessioni relative a una capacità di generazione di 3.963 MW (con garanzia di produzione fisica di 2.284 MW nel 2014), riguardanti 92 progetti che richiederanno investimenti per circa 11,2 miliardi di Real. Inoltre, l’asta prevista per il 20 dicembre 2011 (Leilão A-5 2011) ha attirato l’interesse di 377 progetti, dei quali soltanto 231 - corrispondenti a una capacità di generazione di 6.286 MW disponibile a partire dal gennaio 2016 - sono stati tecnicamente abilitati a partecipare. Le modalità di acquisto dell’energia elettrica contrattata riguardano forniture di elettricità lungo un periodo trentennale nel caso di progetti idroelettrici e la disponibilità di capacità di generazione, ventennale nel caso dei progetti eolici oppure quindicennale per le biomasse.

Nuovi progetti di generazione elettrica in Brasile

(capacità operativa a partire dal 2014 - 2016)

Il paese dovrebbe vedere anche l’ampliamento della rete di trasmissione per 42.550 km di nuove linee, riguardo ai 99.650 km esistenti nel 2010. In particolare nel 2011 è previsto l’avvio delle operazioni commerciali di nuove linee elettriche per un totale di 3.680 km (rispetto a 1.900 km nel 2010). Il sistema di interconnessioni riguarda il 98% del mercato elettrico, con il restante 2% pertinente al sistema isolato, che è essenzialmente limitato alla parte nord-occidentale del paese.

Nuovi Progetti di generazione

Numero

dei progetti

Potenza complessiva

installata

(MWe)

Asta A-3 Nuova Energia e Riserva (per il 2014) Idroelettrico 1 450 Biomasse 11 555 Gas naturale 2 1.029 Eolico 78 1.929

Consolidato A-3 contrattata dal 2014 92 3.963

Progetti ammessi alla prossima Asta Nuova Energia A-5 (20 dicembre 2011) Idroelettrico 5 388 Mini Idroelettrico 8 147 Bagassa di canna da zucchero 13 602 Eolico 205 5.1496

Consolidato A-5 da contrattare per 2016

231

6.286

Nuove concessioni assegnate nel

2011...

… e quelle ancora da assegnare

entro fine anno

Ampliamento del 43% della

rete elettrica entro il 2020

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 55

A partire dal 2011 il sistema nazionale di trasmissione è stato riorganizzato in quattro sotto sistemi elettrici: Nord, Nord-Est, Sud-Est/Ovest e Sud.

Il Sistema di Interconnessione Nazionale (SIN)

Inoltre nell’ambito delle misure di recupero di efficienza energetica assegnate alle imprese di distribuzione, che mirano a risparmi dei consumi annuali dello 0,5%, verrà richiesta l’installazione di contatori intelligenti (64 milioni secondo le stime dal Piano Energetico decennale). Alcune importanti utilities elettriche come CPFL Energia, Ampla, Light Serviços de Electricidade, Copel, Companhia Energetica de Minas Gerais (CEMIG), Companhia de Electricidade de São Paulo (CESP) e AES Sul, che stanno attivando le loro piattaforme di IT ed eseguendo programmi di automazione di numerose sottostazioni, hanno annunciato i primi progetti nel campo delle smart grids.

Obiettivi di efficienza e... .. nuovi progetti per le Smart Grids

Il Sistema Interlegado Nacional è organizzato in 4 sottosistemi

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

56

Generazione idroelettrica Nel 2010, la capacità idroelettrica installata operativa attiva era pari a 80,7 GW, mentre risultavano in corso i lavori per la costruzione di centrali con una capacità aggiuntiva di 5,6 GW. Insieme tali capacità rappresentano circa il 35,5% del potenziale idroelettrico complessivo del paese, che è stimato in 243 GW. Il potenziale idroelettrico residuo è dunque valutabile in circa 145 GW. I principali progetti approvati negli anni scorsi riguardano tre mega centrali in Amazzonia: quelle di Jirau (3,3 GW) e Santo Antônio (3,15 GW) sul fiume Madeira nello Stato di Rondônia, e la gigantesca centrale di Belo Monte (11,2 GW) sul fiume Xingu nello Sato di Pará, che per dimensione sarebbe la terza centrale del mondo, dopo quella delle Tre Gole in Cina e quella di Itaipu (14 GW) tra Brasile e Paraguay.

Nuove centrali idroelettriche nella regione Amazzonica

Lo schema idroelettrico di Belo Monte, che è promosso dalla Norte Energia (un consorzio di imprese e investitori pubblici e privati guidato da Eletrobrás), dovrebbe iniziare a generare elettricità all’inizio del 2015 e raggiungere il suo pieno regime nel 2019. La quota complessiva di partecipazione del Governo nel progetto, tra interessi diretti e indiretti, sfiora il 70%.

Stato Fiume Potenza

(MWe)

Anno di

Avvio

Centrali approvate

Estreito MA/TO Tocantins 1.087 2011

Santo Antônio RO Madeira 3.150 2011 Jirau RO Madeira 3.300 2012 Belo Monte PA Xingu 11.233 2015 Colíder MT Teles Pires 300 2015 Ferreira Gomes AP Araguari 153 2015 Teles Pires MT/PA Teles Pires 1.820 2015 Santo Antonio do Jari AP Jari 300 2015 Totale 21.343 Centrali prevedibili São Manuel MT Teles Pires 746 2015 Foz do Apiacás MT Apiacás 275 2015 Sinop MT Tele Pires 461 2015 São Luiz do Tapajós PA Tapajós 6.133 2018 Marabá PA Tocantins 2.160 2018 Serra Quebrada MA/TO Tocantins 1.328 2018 Jatobá PA Tapajós 2.336 2019 Jardim do Ouro PA Jamanxim 227 2019 Cachoeira dos Patos PA Jamanxim 528 2019 Jamanxim PA Jamanxim 881 2019 Cachoeira do Caí PA Jamanxim 802 2019 Totale 15.877

Il potenziale idroelettrico

complessivo è di 243 GW

I mega progetti amazzonici di Jirau,

Santo Antônio e Belo Monte

Quota d’interesse pubblico del 70%

nella centrale di Belo Monte

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 57

Il progetto, dopo la definitiva approvazione ottenuta dell’Istituto brasiliano dell’Ambiente nel giugno 2011, ha subito tuttavia un duro contraccolpo a causa dei ricorsi presentati dalle comunità indigene locali e da alcuni organismi internazionali che sono sfociati in una recente sentenza della Corte federale dello Stato di Pará, che ha vietato al consorzio Norte Energia di “alterare il corso del fiume Xingu, attraverso la costruzione di un porto, esplosioni controllate, innalzamento di dighe, incroci di canali, e qualsiasi altro lavoro che possa comportare rischi per la fauna ittica”. Il Governo federale si oppone a tale sentenza, ritenendo l’opera di notevole importanza strategica nazionale, e ha presentato ricorso; ma si trova a dover fronteggiare energiche proteste popolari (occupazioni dei cantieri e interruzioni stradali della super strada Trans Amazzonica). Nel settore mini-idrico, relativo a centrali inferiori ai 30 MW, in tutto il paese sono censiti circa 370 piccoli impianti idroelettrici con una capacità installata di 3,5 GW, corrispondente a circa il 3,1% dell’intero parco elettrico del paese. Secondo i dati dell’Agência Nacional de Energia Elétrica (ANEEL), nei prossimi quattro anni circa 130 progetti mini-idrici che sono in costruzione dovrebbero portare una capacità aggiuntiva di 1,5 GW. In particolare, in questo comparto l’Enel gestisce 20 piccole centrali con una capacità complessiva di 90 MW. Il Gruppo è presente anche nel comparto idroelettrico maggiore (centrale di Cachoeira Dourada di 665 MW) e nel termoelettrico (centrale di Fortaleza di 322 MW) attraverso la controllata spagnola Endesa. Inoltre Enel Green Power si è aggiudicata contratti relativi ad alcuni parchi eolici che entreranno in servizio tra il 2013 e il 2014.

Generazione nucleare Il Brasile è dotato di due reattori nucleari, di tipo ad acqua pressurizzata (PWR) basati su tecnologia tedesca (Siemens-KWU), con una potenza complessiva di 2.007 MW che sono in esercizio rispettivamente dal 1988 e 2000. Nel 1984 vennero iniziati i lavori per costruire una terza unità ma poi a seguito di difficoltà economiche e gestionali il progetto venne sospeso nel 1988. Il comparto è gestito dalla società Eletronuclear, consociata della compagnia pubblica Eletrobrás che è posseduta dal Governo per il 70%. Nel maggio 2010, la Commissione Nazionale per l'Energia Nucleare (CNEN) ha concesso a Eletrobrás Eletronuclear il permesso di riprendere la costruzione dell’impianto ubicato nella località di Itaorna (nelle vicinanze di Angras dos Reis) che sarà basato su tecnologia tedesca di seconda generazione e richiederà investimenti dell’ordine di 9 miliardi $.

Reattori (2 GW) sotto il controllo di Eletrobrás

Difficoltà per la costruzione della centrale di Belo Monte

La crescita del mini-idroelettrico

Governo deciso a far proseguire i lavori, nonostante le proteste delle comunità locali

La presenza dell’Enel nel mini idrico e negli altri comparti della generazione

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

58

Dagli attuali 2 GW di potenza installata di Angra dos Reis 1 (657 MW) e Angra dos Reis 2 (1.350 MW) la potenza elettro-nucleare salirà a 3.412 MW nel 2018. La nuova unità di Itaorna dotata di una potenza lorda di 1.405 MW a regime sarà in grado di produrre circa 10,9 TWh all'anno di elettricità. I piani nucleari del Brasile prevedono la costruzione di altre quattro centrali da 1.000 MW entro il 2030; tuttavia a seguito dell’incidente nucleare di Fukushima, il Governo ha annunciato una loro profonda revisione.

Impianti nucleari del Brasile

In ogni caso, il paese è intenzionato a perseguire una completa indipendenza tecnologica e industriale nel ciclo di arricchimento del combustibile nucleare, ove vanta l’impiego di centrifughe originali avanzate (basate su tecnologia proprietaria a levitazione elettromagnetica). Le attività di arricchimento sono condotte presso il centro nucleare di Resende (che è stato inaugurato nel dicembre 2002), in collaborazione con il Centro Tecnológico della Marina Militare di San Paolo (CTMSP). Le riserve di uranio (U3O8) del paese sono stimate in circa 309 mila tonnellate (2010) e pongono il Brasile al sesto posto nella classifica mondiale delle risorse uranifere. La produzione è stata pari nel 2010 a 178 tonnellate di U3O8 ha registrato una sensibile diminuzione (-57%) rispetto al 2009. I consumi, pari a circa 475 tonnellate, sono stati coperti mediante un aumento delle importazioni (140 ton) e un maggiore impiego delle scorte (161 ton).

Generazione a carbone Il Brasile possiede risorse di lignite e carbone sub-bituminoso stimate in circa 30 miliardi di tonnellate, che sono localizzate prevalentemente nel sud del paese, in particolare nello Stato di Rio Grande do Sul (90% circa). Tuttavia, le riserve commerciali che appartengono a giacimenti già sfruttabili ammontano a 4,5 miliardi di tonnellate, pari a circa 0,5% delle riserve mondiali. La produzione nazionale, riguardante gli Stati di Rio Grande do Sul e di Santa Catarina, è stata pari a 5,6 milioni di tonnellate nel 2010. La

Localizzazione

Modello

Potenza

(MWe)

Anno di

Avvio

Angra dos Reis 1 (Rio de Janeiro) PWR 657 MW 1985

Angra dos Reis 2 (Rio de Janeiro) PWR 1.350 MW 2000

Admiral Álvaro Alberto (Itaorna, Rio de Jan.) PWR 1.405 MW 2018

Capacità totale prevista

3.412

Nuova centrale da 1,4 GW entro 2018

Attività di arricchimento

con centrifughe avanzate

Riserve e produzione

di U3O8

Riserve di lignite e di carbone

sub-bituminoso ubicate nel Sud

Revisione del piano nucleare

al 2030

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 59

disponibilità complessiva (6,2 milioni) è stata accresciuta da importazioni per 0,6 milioni di tonnellate. Il carbone destinato alla generazione elettrica ha riguardato l’80% degli impieghi totali, risultando pari a circa 5,1 milioni di ton., con un aumento del 28% rispetto al 2009. Il coke metallurgico, invece, viene totalmente importato dall’estero (15,9 milioni di ton. nel 2010). Nel 2010 i suoi consumi sono aumentati del 23%, a 15,5 mln di ton., a seguito di un aumento della produzione siderurgica. Nel paese sono censiti 10 impianti di generazione a carbone con una potenza complessiva di 1,9 GW, pari all’1,6% della capacità elettrica del paese, che nel 2010 hanno contribuito all’1,3% del supply elettrico. Tutti gli impianti in questione utilizzano carbone nazionale a basso potere calorifico. Tractebel Energia (Gruppo GDFSuez), con quattro centrali e una capacità installata di circa 930 MW è il maggiore operatore nella generazione elettrica basata sul carbone.

Centrali a carbone

Centrali a Carbone

Stato

Potenza installata (MW)

Anno di avvio

Impianti in esercizio

Tractebel Energia (Charqueadas) Rio G.do Sul 72 in eserc.

Copel Geração (Figueira) São Paolo 160 in eserc.

Tractebel Energia Jorge Lacerda IeII (Capivari de B.) Santa Cat. 232 in eserc.

Tractebel Energia Jorge Lacerda III(Capivari de B.) Santa Cat. 262 in eserc.

Tractebel Energia Jorge Lacerda IV (Capivari de B.) Santa Cat. 363 in eserc.

Eletrobrás CGTEE (Candiota) moduli A, B, C Rio G.do Sul 796 in eserc.

Eletrobrás CGTEE (São Jerônimo) Rio G.do Sul 20 in eserc.

Totale 1.905

Impianti in costruzione

Vale ( Barcarena) Pará 600 2012

Energia Pecem (Porto di Pecém) Ceará 720 (2 x 360) 2012/13

MPX (Porto di Pecém) Ceará 360 2012

MPX Itaqui (São Luís) Maranhão 360 2013/14

Totale 2.040

Centrali probabili

MPX (Porto do Açu, São João da Barra) Rio de Janeiro 2.100 (3x700) n.d.

La potenza installata di 1,9 GW contribuisce all’1,3% del supply elettrico

Tractebel, principale operatore della generazione a carbone

5 milioni di ton. di carbone destinate alla generazione nel 2010

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

60

Nel paese sono in fase di avanzata costruzione e/o di avviamento nuovi impianti, che avranno una potenza finale complessiva di 2 GW e sono ubicati negli Stati di Maranhão (progetto Itaqui, da 360 MW), del Ceará (progetti Energia Pecém di 720 MW e di MPX di 360 MW) e del Pará (progetto della Vale di 600 MW, destinato all’autoconsumo). I primi moduli sono destinati ad entrare in servizio nel 2012 a seguito dei contratti conseguiti nel 2007 (Asta A-5). I nuovi complessi, che vengono costruiti tutti in aree portuali, utilizzeranno carbone importato dall’estero. Inoltre, la MPX ha in progetto la realizzazione di un grande complesso nel Porto di Açu, nello stato di Rio de Janeiro, relativo a 3 moduli da 700 MW per un totale di 2.100 MW, e una possibile estensione a 3.300 MW . Generazione termica da idrocarburi Tra le centrali termiche, si rileva una presenza di circa centoventi impianti basati sul gas naturale, con una capacità installata di 11,3 GW (2010) equivalente al 9,3% del parco elettrico nazionale. Ulteriori progetti selezionati nelle ultime aste A-3 e A-5 del 2011, se tutti confermati, dovrebbero portare una capacità aggiuntiva di 14 GW entro la fine del 2015. Per via della crescente disponibilità e del minor impatto ambientale rispetto agli altri combustibili, il gas naturale è stato prescelto come l’opzione prioritaria complementare al parco idroelettrico. Il comparto della generazione a gas è caratterizzato da una forte presenza della Petrobras, rispetto agli investitori privati, in ragione di una maggiore competitività dovuta alla sua struttura verticalmente integrata. Per quanto concerne gli impianti che utilizzano gasolio o olio combustibile sono censite più di 800 centrali termiche con una capacità installata di 7,1 GW, pari al 5,8% del parco totale di generazione. Il combustibile usato in prevalenza è il gasolio, che riguarda circa il 65% degli impieghi totali che sono prevalentemente finalizzati a fronteggiare i picchi della domanda. Nuove sette centrali in costruzione dovrebbero apportare una capacità aggiuntiva di 1,1GW entro i prossimi anni.

Generazione termica da Biomasse Le centrali elettriche del settore dei derivati della canna da zucchero storicamente hanno mirato all’autosufficienza dei produttori. Tuttavia il ciclo espansivo del settore della canna negli ultimi anni ha creato condizioni favorevoli per la realizzazione di centrali di cogenerazione basate sulla

Parco elettrico di generazione a gas

in crescita

Vantaggio competitivo degli

operatori integrati nella filiera gas

Impiego prevalente del gasolio nella

generazione di punta

Condizioni favorevoli per un maggior impiego

della bagassa

Nuovi progetti nel Maranhão, Ceará

e nel Pará per circa 2 GW

Le nuove centrali costruite nei porti

impiegheranno carbone estero

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 61

bagassa più avanzate che permettono di commercializzare maggiori eccedenze di elettricità sul mercato. La capacità di generazione della bagassa è destinata a raddoppiare nei prossimi dieci anni, passando secondo le previsioni dell’ente di ricerca elettrico EPE dai 4,5 GW del 2010 a oltre 9 GW entro il 2020. Complessivamente nel comparto risultano operativi circa 270 impianti; a questi si aggiungono circa 60 unità di generazione che utilizzano black liquor, scarti legnosi, biogas e pula di riso. Generazione Eolica Nel 2010, la generazione eolica ha raggiunto 2.177 GWh, registrando un aumento del 76% rispetto al 2009 (1.238 GWh) . La capacità installata è aumentata del 54% (326 MW), giungendo a 928 MW. Complessivamente nel paese risultavano in esercizio 51 parchi eolici con una capacità totale installata corrispondente allo 0,8% del parco nazionale di generazione elettrica. Un risultato comunque apprezzabile se si considera che nel 2005 la potenza eolica installata risultava pari a soli 25 MW. Stime elaborate negli anni scorsi hanno valutato il potenziale eolico del paese in circa 143 GW, concentrato per più della metà nella regione del Nord-Est. Ma analisi più recenti ne hanno alzato il livello a oltre 300 GW, facendolo risultare superiore al potenziale idroelettrico.

Il potenziale eolico nelle macro regioni del Brasile (capacità e produzione teoriche)

Nel dicembre 2009, la prima Asta riservata all’eolico eolica ha visto la contrattazione di 71 progetti per 1,8 GW di capacità, mentre nel 2010 gareggiando con altre fonti rinnovabili (biomasse e mini idroelettrico) è risultato più competitivo nei prezzi conquistando oltre 2 GW di capacità. Si sottolinea peraltro che Enel Green Power ha partecipato a entrambe le gare, ottenendo concessioni ventennali per sei parchi eolici con una capacità complessiva di 285 MW.

Capacità 2010 928 MW

Raddoppio della capacità di generazione entro il 2020

Il potenziale eolico supera quello idroelettrico

Capacità contrattate nel 2009-2010

Enel Green Power ottiene concessioni per 6 parchi eolici

Concessioni di Enel Green Power per 6 parchi eolici

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

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Nelle prime aste del 2011 (A-3 Nuova energia e Riserva, per capacità disponibili nel 2014) l’eolico ha prevalso con circa il 49% della capacità installata contrattata (1.929 MW su un totale di 3.963 MW) e un prezzo in assoluto più basso (99,50 Real/kWh, ovvero 56$USA/kWh) rispetto a tutte le altre fonti a livello nazionale e addirittura minore del 30% rispetto al prezzo offerto nella precedente asta del 2010. Tale primato ha attirato l’attenzione degli analisti che prevedono ulteriori record nella prossima asta (20 dicembre 2011), ma ha suscitato tuttavia anche degli interrogativi sulla sostenibilità della riduzione dei margini di una tale portata, qualora in futuro i costi dovessero aumentare per effetto di un indebolimento del Real. L’Associação Brasileira de Energia Eólica - ABEEólica auspica che il settore possa mantenere una crescita della potenza installata di 2 GW all’anno, mentre un recente studio di IHS Emerging Energy Research asserisce che il Brasile entro il 2025 potrebbe superare 30 GW di potenza. Il paese è in grado di affermarsi come leader della regione latino americana, considerato che la sua capacità manifatturiera è rafforzata dalla presenza delle più importanti aziende internazionali (Alstom, Enercom, Gamesa, GE, Siemens, Suzlon, Vestas e Wobben Windpower). Fotovoltaico In Brasile le iniziative per incentivare l'energia solare non sono guidate da una politica di lungo termine. Il Plano Decenal de Expansão de Energia 2010/2019 e il Plano Nacional de Energia 2030 non hanno tenuto in conto eventuali contributi provenienti dall’energia solare, fatta eccezione per iniziative specifiche fuori della rete, relative alle aree isolate e agricole o agli impieghi termici di riscaldamento acqua. Il Brasile è comunque il maggiore produttore in America Latina di impianti solari di acqua calda, con una capacità termica installata superiore a 10 MWt e oltre 40 mila impianti. Per quanto riguarda il potenziale solare, si stima che la radiazione solare che cade sul territorio brasiliano sia in media di circa 5 kWh/mq, con punte superiori nelle aree occidentali del paese. Nel comparto della generazione elettrica, la compagnia MPX, dopo aver ottenuto dall’ANEEL una licenza per una centrale fotovoltaica di 5 MW, è stata la prima compagnia privata a realizzare un impianto nel paese, di 1 MW di potenza, che ha richiesto un investimento di 10 milioni di Real. La MPX ha annunciato l’intenzione di creare una J.V. con GE per un primo raddoppio della capacità dell’impianto.

Centrali fotovoltaiche

Centrali in esercizio

Stato

Potenza installata (MW)

Anno di avvio

Araras (Nova Mamoré) Fundação de Amparo à Pesquisa Ro 20,48 n.d.

Energias Renováveis do Ceará - Solar Tauá Ceará 1,0 (Prev.5,0) Luglio 2011

Totale 25,48

Primato eolico nelle Aste

2011

Le previsioni di sviluppo

Leadership regionale in

America Latinaper capacità

manifatturiera

Generazione fotovoltaica

esclusa dai piani di lungo termine

Prima iniziativaprivata nel Ceará,

di MPX

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 63

Riepilogo dei risultati finali delle Aste tenutesi tra il 2007 e 2011

Capacità e prezzi medi contrattati

Asta A-3 e Asta di Riserva 2011 (per 2014)

Numero dei

progetti

Potenza Istallata (MW)

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio

Real/kWh

Idroelettrico Jirau 1 450 209 102,00

Biomasse 4 198 92 102,41

Eolico 44 1.068 484 99,58

Gas naturale 2 1.029 901 103,26

Eolico di riserva 34 861 429 99,54

Biomassa di riserva 7 357 170 100,40

Totale 92 3.963 2.285

Asta A-5 2010 (per 2015)

Numero dei

progetti

Potenza Istallata (MW)

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio

Real/kWh

Idroelettrico Teles Pires 1 1.820 778 58,35

Idroelettrico S. Antônio do Jari 1 300 190 104,00

Totale/ Prezzo medio ponderato 2 2.120 668 67,31

Asta A-3 Fonti Alternative 2010 (per 2013)

Numero dei

progetti

Potenza Istallata (MW)

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio

Real/kWh

Biomasse 12 713 190 144,20

Mini Idroelettrico 7 131 70 141,93

Eolico 70 2.048 899 130,86

Totale/Prezzo medio ponderato 89 2.892 1.159 133,56

Asta A-5 Idroelettrico 2010 (per 2015)

Potenza Istallata (MW)

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio Real/kWh

Garibaldi 178 58 107,98

Colíder 300 125 103,40

Ferreira Gomes 252 105 69,78

Pirapora 25 16 154,49

Canaã 17 7 153,98

Jamari 20 9 154,23

Santa Cruz de Monte Negro 17 7 153,73

Totale 809 327 99,48

Wec Italia, Country Report Brasile – Novembre 2011

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Asta A-3 Riservata Eolico 2009 (per 2012)

Numero Progetti

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio Real/kWh

Bahia 18 390 n.d.

Ceará 21 543 n.d.

Rio Grande do Norte 23 657 n.d.

Rio Grande do Sul 8 186 n.d.

Sergipe 1 30 n.d.

Totale 71 1.806 148,39

Asta A-3 Nuova Energia 2009 (per 2012)

Numero Progetti

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio Real/kWh

Mini idrico (Rio Bonito) 1 1 144,00

Bagassa di Canna (Codora) 1 10 144,60

Totale 2 11 144,54

Asta A-5 Nuova Energia 2008 (per 2013)

Numero Progetti

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio Real/kWh

Idroelettrico (Baixo Iguaçu) 1 121 98,80

Bagassa di Canna (Cosan) 1 35 145,00

Carbone importazione (MPX) 1 276 140,00

Gas rigassificato (GNL) 4 703 145,50

Olio Combustibile 17 1990 145,90

Totale 24 3.125 141,78

Asta A-5 Nuova Energia 2007 (per 2012)

Numero Progetti

Potenza Istallata (MW)

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio

Real/kWh

Idroelettrico (Baixo Iguaçu) 5 715 129,14

Olio Combustibile 2 316 131,40

Carbone importazione (MPX) 2 930 126,97

Gas rigassificato (GNL) 1 351 129,34

Totale 10 4.353 2.312 128,33

WECItalia, Country Report Brasile – Novembre 2011 65

Asta UHE Santo Antônio 2007

Potenza Istallata (MW)

Prezzo medio Real/kWh

Idroelettrico Santo Antônio (Consórcio Madeira Energia) 3.150 78,87

Totale 3.150 78,87

Asta di Riserva Biomasse 2008 (forniture 2009 e 2010)

Numero Progetti

Potenza Istallata (MW)

Prezzo medio Real/kWh

Bagassa di Canna da zucchero e Erba Napier

2009 3 229 60,86

2010 28 2.150 58,71

Totale 31 2.379 58,84

Prima Asta Fonti Alternative 2007 (fornitura dal 2010)

Numero Progetti

Potenza Istallata (MW)

Garanzia Fisica media

(MW)

Prezzo medio

Real/kWh

Bagassa di Canna da zucchero 11 512 115

Biomasse (Avicoltura) 1 30 25 138,85

Mini idroelettrico 6 97 46 134,99

Totale 31 639 186 137,32