Cottolengo sotto la Torre - Giugno 2016

download Cottolengo sotto la Torre - Giugno 2016

of 4

Transcript of Cottolengo sotto la Torre - Giugno 2016

  • 8/15/2019 Cottolengo sotto la Torre - Giugno 2016

    1/4

    PERIODICO DELLA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA DI PISA ANNO 5 N° 21 – Giugno 2016

    CON ALCUNI CONTRIBUTI DELLA C ASA COTTOLENGO DI FIRENZE 

    Nel 1942 il diciannovenne Luigi fu arruolato nell’Artiglieria Alpina della Cuneese. Gli alpini furono

    trasferiti senza preavviso sul fronte orientale, in Russia, e tra questi vi erano anche Andrea Bordinoe suo fratello Risbaldo. L’esercito italiano però risultava inadeguato e di giorno in giorno la

    tragedia assumeva dimensioni sempre più grandi. Dopo quindici giorni di viaggio, attraversata laPolonia, gli alpini raggiunsero Kiev. Camminavano carichi di armi e zaini per una ventina dichilometri al giorno. Andrea Bordino fu affidato al Comando Reggimento, dove procurava ilforaggio agli animali e distribuiva il necessario ai commilitoni.Furono però tagliati i rifornimenti dall’Italia e i soldati dovettero arrangiarsi per risolvere il

    problema del freddo e della fame.

    Abbiamo fatto visita alla mostra di Palazzo Blu dove si racconta lastoria degli studi cinematografici di Tirrenia. “Pisorno” (tra Pisa e

    Livorno): erano gli anni 50/60 e passavano da Tirrenia molti volti noti,Sophia Loren, Carlo Ponti, registi come Mario Monicelli e Vittorio DeSica e cantanti come Claudio Villa e Luciano Tajoli.Abbiamo visto foto, costumi, locandine e spezzoni di film sia in biancoe nero che a colori, i primi muti e l’ultimo film girato prima della

    chiusura (1969).Abbiamo anche gettato uno sguardo non solo ai 30 anni di cinemaitaliano, ma anche alle politiche del regime fascista prima, sulleconseguenze della guerra poi, e infine sulla rivoluzione di costume chesegnò gli anni settanta. (Fabiana)

    Domenica 17 aprile siamo andati a Viareggio allaCittadella del Carnevale a vedere i carri che hannosfilato. Abbiamo visto il carro primo classificato deicarri. A me personalmente è piaciuto il carro con lepapere che aveva come tema l’inquinamento a

    causa della plastica che non è biodegradabile einquina tutti i mari. Prima dei carri abbiamo presoun gelato al cioccolato, era veramente buono esono stata la prima a finirlo! Siccome avevamo fattopresto, abbiamo preso il pulmino e ci siamo fatti ungiro panoramico della passeggiata lungo mare di

    Viareggio, però non siamo scesi dal pulmino, ma iosono contenta così. Dopo un bel viaggetto siamoarrivati alla Piccola Casa verso le sei e mezzo e cisiamo preparate per la cena. Sono andata a dormiree non ero troppo stanca. E’ stata una bella esperienza perché ci sono stata volentieri e soprattutto i carri erano molto

    grandi, belli e colorati. (Maria Teresa – Ospite della Piccola Casa di Pisa)

  • 8/15/2019 Cottolengo sotto la Torre - Giugno 2016

    2/4

     

    ALESSIA: La conoscenza di una possibile esperienza del servizio civile è iniziata per me casualmente. Quando venni aconoscenza del bando facevo volontariato da due anni presso la mensa cittadina con sede nella struttura delCottolengo. Una attività, che mira ad aiutare persone bisognose, ma non permette di intraprendere legami con chiusufruisce del servizio; perciò diversa da quella che poi ho intrapreso. Quando ho iniziato effettivamente il serviziocivile, che mira alla solidarietà, avevo il timore di non poter compiere adeguatamente ciò che mi si poteva richiedere, dinon imparare ogni aspetto del ruolo. Grazie alla collaborazione delle colleghe i primi mesi sono trascorsi abbastanza

    velocemente e mi sono ambientata piuttosto bene. Ho compreso col tempo le particolarità di ciascun ospite e hocercato di migliorare l’approccio e far loro sentire, sinceramente, la mia disponibilità e buona volontà. Quando ho avuto

    maggiore confidenza con le belle persone che sono è stato semplice e bello capire come soddisfare le loro necessità. Hoavuto l’opportunità di conoscere le loro storie di vita e rendermi conto di realtà trascorse che non mi sarei mai

    immaginata. Ho ascoltato con piacere ciò che desideravano condividere con me e più volte mi hanno dimostrato il loroaffetto, sia con abbracci, sia con semplici parole ma meravigliose “Grazie per quel che fai”. Avendo acquisito molta più

    pazienza di quella che credevo di avere, sono riuscita ad otteneregrandi soddisfazioni e serenità. Ho imparato che solo la semplicitàe la naturalezza servono per intraprendere questo cammino disolidarietà. Per questo il mio ringraziamento va a tutti gli ospiti delCottolengo, bisognosi sì di attenzioni e tenerezze, ma capaci di

    donare tanto. Non è stato facile per me conciliare il tutto con imiei impegni di studentessa, ma posso dire con tantapiacevolezza, al termine di questa esperienza che ne è valsa lapena. (Piccola Casa di Pisa) 

    FILOMENA:  E così siamo già arrivati alla fine del nostro anno diServizio Civile. Più ci penso e più mi sembra impossibile. Sembraieri quel 3 Giugno 2015 dove tutto ha avuto inizio e invece iltempo è passato così velocemente. Si dice che quando il tempopassato in un luogo ti sembra che voli, vuol dire che ci stai bene. Ed è così, abbiamo trovato fin da subito un ambienteaccogliente e pieno di gente che ci ha fatto sentire da subito come se fossimo a casa. Perché questa è la Piccola Casa,

    una famiglia accogliente. Certamente non è stato un anno facile, anzi, è stato un anno faticoso ed ho riscontrato moltedifficoltà, soprattutto all’inizio. Io, che per i miei studi di infermieristica ero più abituata al lato assistenziale, mi sonotrovata a dover fare attività di animazione senza averlo mai fatto prima. Ma grazie all’aiuto delle mie colleghe e diFabiana, posso dire che alla fine sono riuscita a cavarmela e ad imparare qualcosa. Avevo fatto domanda per il ServizioCivile per un mio desiderio personale di conoscere la comunità del Cottolengo e invece ho ricevuto molto di più. Inquesto anno, tra ospiti, parenti, religiosi e dipendenti, ho conosciuto e incontrato sulla mia strada tante persone.Ognuna di loro, con le loro storie ed esperienze, mi ha lasciato qualcosa, mi ha insegnato qualcosa che mi ha aiutata acrescere. Sento quindi di ringraziare queste persone una ad una per aver contribuito alla mia crescita personale edumana. Siamo portati a pensare che a donare qualcosa agli ospiti, come un sorriso o una carezza, siamo noi ma la veritàè che sono loro a donare molto a noi. Nei momenti di difficoltà e di sconforto che ho incontrato in questo anno, bastavaguardare loro per farmi capire qual era il vero scopo e il vero centro di tutto e che non dovevo mollare ma andare

    avanti. Abbiamo vissuto tante esperienze insieme, molte delle quali nuove anche per me e ci siamo divertiti tantissimo.Porterò questo anno sempre nel mio cuore e so già che tutto questo mi mancherà a partire da domani, ma lascio lapromessa di tornare a trovare tutti loro ogni volta che potrò. (Piccola Casa di Pisa)

    GIOVANNA: E’ giunta la fine di questo percorso, molte sono state le emozioni e

    sensazioni che mi hanno accompagnata, dall’entusiasmo iniziale, lo stupore nel

    conoscere il diverso da me, la gioia che ti pervade nel comprendere quanto un piccologesto, un semplice sorriso valgano più delle futilità di tutti i giorni. Non basterebbe unsemplice elenco per descrivere tutto quello che ho provato ma di certo termino il miopercorso con la consapevolezza che nonostante tutto quello che io ho fatto perognuno degli ospiti della Piccola Casa sono loro, ognuno di loro regalandomi un

    sorriso nonostante la sofferenza, una carezza, un bacio, un abbraccio … loro con leloro dimostrazioni di affetto mi hanno arricchito e cambiato dentro, un cambiamentoche si è radicato profondamente nel mio modo di essere e mi accompagnerà in tuttele relazioni future. Sarò più consapevole di ciò che è veramente essenziale e ciò che èsolo secondario, riconoscendo l’ora presente come la più importante. Quello che ho imparato è l’arte dei piccoli passi. (Piccola Casa di Firenze) 

  • 8/15/2019 Cottolengo sotto la Torre - Giugno 2016

    3/4

    GABRIELLA: Durante la mia permanenza in questa struttura,ho svolto dueruoli differenti: 1) Servizio Civile  per attività socio-educative conesperienze relazionali. 2) Corso di Osa (Assistenza agli ospiti per bisogniprimari quotidiani). Tali esperienze sono state x me altamente positive edi arricchimento personale perché rivolte soprattutto a pazienti portatoridi gravi patologie con deficit intellettivi e motori. Sono stata sempredisponibile sia come presenza quotidiana che come servizio di aiuto alpersonale sanitario nelle operazioni di reparto. (Piccola Casa di Firenze)

    MIGUEL: SENSIBILIZZAZIONE , una parola che facilmente e senza molti giridi parole riesce adescrivere il mio percorsonella Piccola casa della Divina Provvidenza. Ancora oggi ricordo il primogiorno, un giorno diverso, un giorno emozionante; un bellissimoconfronto tra quella che per me era la realtà di tutti i giorni e quella chemi ritrovavo davanti, un confronto che per me è stato di grandissimoaiuto, perché mi ha reso una persona migliore in molti aspetti, uno diquesti è l’empatia grazie a persone stupende come Francesco, Rossana,

    Grazia, Maria Grazia (la nostra famosa tata), Renato, ecc. Tutti loro mihanno insegnato e dato tantissimo amore, ognuno a modo suo,

    rimarranno sempre nel mio cuore. Vorrei ringraziare a tutti i colleghi(infermieri, OSS, polivalenti, fisioterapiste, educatori) per i lorograndissimo appoggio. Se posso permettermi una piccola critica direi chegli ospiti con l’Alzheimer, a mio parere, dovrebbero stare insieme. Ma

    questo non è un addio, al contrario, è soltanto un arrivederci. (Piccola Casa di Firenze)

    "La solidarietà è un gesto di grande umanità, sia per chi lo dona che per chi lo riceverà":Questa è la frase che alcuni dei nostri ospiti, aiutati dai bambini di 3 classi delle scuole

    elementari di Pisa, hanno composto insieme su un grande cartellone, che abbiamo appesosul prato dello stadio. Era la ricorrenza della “Giornata della solidarietà”, il 27 aprile, a cuiil Cottolengo è presente ormai da alcuni anni con gioia. Ogni partecipante a questolaboratorio, pensato e organizzato da Fabiana, ha colorato con fantasia o ritagliato unalettera di questa frase, con l’intenzione di costruire manualmente un bel messaggio damostrare a tutti e contemporaneamente realizzare e vivere il contenuto di questomessaggio. È stato dolce e bello guardare bambini e nonni che, seduti allo stesso tavolo, siscambiavano matite e forbici con grande semplicità. Già immaginando questa scenapossiamo parlare di solidarietà, ma l’idea di realizzare qualcosa di nuovo insieme ha reso iltutto più interessante per gli ospiti e più educativo per i bambini. Hanno partecipato Vito,Benita, Enzo e Maria Teresa, i nostri "artisti". Nonostante la giornata fosse molto ventosa

    è stata un esperienza tanto divertente! (Giada –

     Servizio Civile)

    Anche quest’anno non siamo mancati all’Agrifiera di Pontasserchio (PI), una

    fiera agricola molto importante e rinomata che si tiene ogni anno tra la fine diaprile e l’inizio di maggio.Siamo andati il primogiorno, giorno in cui si tienel’inaugurazione. All’Agrifiera

    vi troviamo diversi stand chevanno a promuovere e

    valorizzare i prodotti dellanostra regione. Ma ciò che è

    di più gradimento per i nostri ospiti è la possibilità di vedere gli animalipresenti alla fiera: cavalli, mucche, cinghiali, ed assaggiare i diversiprodotti culinari esposti: formaggi, salumi, torta coi bischeri… 

  • 8/15/2019 Cottolengo sotto la Torre - Giugno 2016

    4/4