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www.bo7.it conversione missionaria a terza, più pericolosa, tentazione di Gesù è di tipo religioso: «Se tu sei Fi- glio di Dio, gettati giù di qui…». Il dolcissimo salmo 90, che recitiamo tut- te le domeniche sera, è usato dal diavolo per mettere Dio al servizio dei pro- getti umani. La tentazione affiora nell’esistenza quando prima di tutto ci sia- mo noi, quando si inquina senza curarsi delle generazioni future, quan- do non si ferma il business delle armi, quando ci si avventura senza re- more nella sperimentazione sul genoma umano o sull’intelligenza ar- tificiale. Ancor più subdolamente affiora quando si predica un cri- stianesimo senza croce, una religione che promette benessere sen- za responsabilità. Una religione così diventa talebana, in cui la libertà è sconosciuta e la violenza scambiata per coerenza. Ritenersi tutela- ti da Dio qualunque cosa facciamo, produce assolutismo e dittature. Gesù, superando questa tentazione, accetta di sottomettersi alla dram- maticità della storia, affidandosi totalmente al Padre come Figlio. Non ci sono privilegiati, neppure tra i credenti e praticanti. La fede ci inseri- sce ancor più profondamente nella vicenda umana, condividendone la precarietà, subendone l’ingiustizia. La Chiesa non è una specie protetta, ma l’incarnazione che continua nel tempo, e che fa della propria fragilità la premessa dell’abbandono pieno in Dio, perché si compia il suo miste- rioso disegno di salvezza. Oggi ci troviamo ancora davanti al bivio di una religione umanamente rassicurante e di una fede che trova pace nell’affi- damento e nel martirio, capace di gioire per ogni frammento di bene. Stefano Ottani L Non garanzia, affidamento di figli Missione, i testimoni del lavoro sul campo Dossier immigrati contro i pregiudizi Parrocchie collegiate proposta per il futuro a pagina 3 a pagina 2 a pagina 4 Domenica, 27 ottobre 2019 Numero 40 – Supplemento al numero odierno di Avvenire La bellezza della strada e dei portici DI ALESSANDRO RONDONI l restauro e il ripristino del portico di San Luca richiamano non solo l’importanza di un intervento di riqualificazione ma le radici stesse, artistiche e di fede, che collegano la città al colle. Perché di colle…gamento si tratta. E anche il recente passamano ha visto gente in fila per rivivere quel gesto di un cammino comune in cui tutti, credenti e non, si riconoscono. E che porta a un benessere spirituale e pure fisico. La riqualificazione del portico mette insieme più soggetti e rilancia la bellezza anche in vista del riconoscimento come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco. Accompagnare gli uomini in un cammino è un atto di condivisione dentro una strada tracciata e un portico che accoglie e protegge. I restauri e le decorazioni delle lunette saranno un ulteriore elemento che arricchirà quel tratto che tutti i bolognesi percorrono da sempre. Per guardare in alto, più su e per chiedere un aiuto. Nel tempo dell’interconnessione digitale creare collegamenti umani, come accade in tutti i portici di Bologna, compreso quello di San Luca, significa affermare il legame tra le persone, la fratellanza, la vicinanza. Un passo in comune. Sottolineando che non si è soli, che c’è una strada per tutti. Anche domenica scorsa nella Festa dei Popoli, Bologna ha dialogato con persone provenienti da varie realtà e che oggi costruiscono qui il proprio e il nostro futuro. Si tratta quindi di conoscersi e riconoscersi favorendo un clima cordiale, affrontando tematiche sociali anche complesse, promuovendo la cultura dell’incontro e la sostenibilità dell’azione inclusiva. In un frame trasmesso su 12Porte ha colpito che persone di diverse nazionalità, pronte a sfilare, abbiano prima cantato tutte insieme l’inno nazionale italiano. È stato un segno comune di appartenenza. La crisi economica ha colpito duramente il ceto medio, continua a sprigionare effetti collaterali di paura e di rabbia che inducono molti ad arroccarsi. Ma non si può ragionare di pancia. Aprire gli occhi di fronte al corso della storia, usare la testa e la ragione, è degno della tradizione culturale, civile e giuridica di questa città. Nel rispetto delle regole, della legalità, in una democrazia partecipata e in una società inclusiva, occorre riconoscersi, stringersi la mano, aiutarsi. Nelle pagine di Bo7 si stanno raccontando storie di bolognesi in missione in diversi paesi del mondo, uomini che sono “usciti” e con fede, umiltà e servizio hanno deciso di stare accanto ai più poveri. Sono testimonianze di costruttori in vari angoli della terra. Una vita spesa per gli altri. Nella conversione missionaria chiesta a tutti. E in questi giorni ha preso avvio nella zona di Castelfranco la visita pastorale all’arcidiocesi del card. Zuppi. Per rinnovare un incontro e per un cammino insieme nella Chiesa che è strada e pure un grande portico. I libanese per far ritornare in Siria i profughi, nonostante non ci fossero garanzie di sicurezza. «I profughi siriani – racconta ancora Borghi – preferiscono una situazione di estrema povertà in Libano piuttosto di un ritorno in Siria, dove non sono voluti dal governo e dove probabilmente non troverebbero più le loro case. Questi profughi sono coloro che hanno perso la guerra». Ma in concreto cosa fa in Libano l’«Operazione colomba»? «Noi soprattutto – conclude Borghi – condividiamo la vita di tutti i giorni. Abbiamo una tenda messa in un campo insieme a loro, fatta di plastica e cartone sostenuta da pezzi di legno. Insieme a loro cerchiamo di sopportare la situazione difficile sia psicologica che fisica, sopportando il caldo, il freddo, la pioggia e le malattie. Cerchiamo anche di accompagnarli, di sostenerli nella ricerca di cure sanitarie, pur non avendo grossi mezzi, e cerchiamo assieme a loro una speranza per il futuro. Abbiamo costruito corridoi umanitari verso l’Italia grazie alla comunità di Sant’Egidio e alle Chiese evangeliche e valdesi. Insieme a loro stiamo lottando per avere giustizia, cioè una soluzione di pace e di sicurezza perché i profughi, non riconosciuti come rifugiati, possano tornare in una zona protetta e sicura in Siria. Abbbiamo costruito una proposta di pace dal basso che abbiamo portato anche ai tavoli delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea: speriamo che ci sia anche concretamente una azione politica che permetta la realizzazione di questi progetti». DI LUCA TENTORI l ritorno dei combattimenti tra turchi e curdi nelle scorse settimane ha riportato sotto i riflettori dell’informazione mondiale il tema della Siria. La guerra, che sembra non finire mai, da anni ha prodotto milioni di profughi che si sono riversati nei Paesi vicini. Tante le situazioni drammatiche che si sono create con immensi campi profughi, in particolare in Libano dove si sono riversati più di un milione di persone su una popolazione residente di sei milioni e mezzo. In questo mare di sofferenza da anni opera anche un pezzo di Bologna con alcuni volontari dell’ «Operazione colomba», il corpo non violento di pace della Comunità Giovanni XXIII. Tra loro Corrado Borghi che ha vissuto lunghi periodi nella regione dell’Akkar, sul confine tra Libano e Siria. «Condividiamo la difficile situazione dei profughi – ha spiegato Borghi – cercando di dare supporto, protezione e lavorando con loro per una possibile prospettiva di pace in Siria e per aprire una possibilità di rientro in Siria in piena sicurezza. Collaboriamo stabilmente con la Comunità di Sant’Egidio nell’attivazione dei corridoi umanitari e per la predisposizione delle accoglienze in Italia». «La situazione ora in Libano – prosegue il volontario dell’“Operazione colomba” – è difficile e in continua tensione. I profughi sono lì da sette o otto anni in una situazione precaria. Soprattutto nei campi rischiano continuamente arresti e deportazioni forzate oltre il confine, in quella Siria da cui erano fuggiti e che è ancora pericolosa». E proprio su questa problematica l’estate scorsa i membri dell’Operazione colomba avevano denunciato a Roma, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, le pressioni dell’ufficio della Sicurezza generale I La testimonianza di un volontario bolognese dell’«Operazione Colomba» della Giovanni XXIII nella crisi umanitaria in Libano: «Condividiamo la difficile situazione cercando di dare protezione» Costruttori di speranza con i profughi siriani Tincani, al via l’anno dell’Università per anziani il 1981 e il professor Gianfranco Morra torna da Roma con una novità: è sorta là una nuova iniziativa, che promette di avere grande successo: una «Libera Università per anziani». Si promuove l’iniziativa, e il «Tincani» è la prima Libera Università della regione. L’idea piace: nei giorni dell’iscrizione si snoda una fila di aspiranti allievi lungo Piazza San Domenico. Comincia così un’avventura che è arrivata fino ad oggi. Iniziata con alcuni corsi di cultura, il Tincani ha continuamente variato e aggiornato la propri offerta formativa; il problema, qui e in altre città medio – grandi, è stato poi quello di sostenere la «concorrenza» e anche, di tenere in piedi un’attività il cui calendario fa pensare ad un orario ferroviario. Da due anni, si è aumentato il numero delle conferenze aperte al pubblico (gratuite), che oggi come si vede dalla Guida, leggibile anche su Internet (www.istitutotincani.it), hanno superato la quindicina. Come i corsi, più o meno lunghi, che spaziano dalla letteratura alla filosofia alla storia, dalla astronomia alla psicologia, alla salute e benessere, dalla geologia all’arte e alla musica. Così le conferenze affrontano i temi più diversi: dai proverbi in dialetto agli anniversari (5 novembre, Felicori e Zecchini, con degustazione), dalla storia della Cassa di Risparmio, all’Europa; dalla educazione civica ai testamenti (De Matteis, 4 febbraio); dai Pepoli alla sicurezza. Per non parlare delle attività collaterali, a cominciare dal teatro, ormai famoso. Siete tutti invitati, quindi, all’inaugurazione: martedì 29 ore 15,30, Sala della Traslazione del Convento San Domenico. Se non bastano le sedie, ne aggiungeremo. (G.V.) È martedì al convento San Domenico Alcune volontarie del «Progetto colomba» in un campo profughi del Libano ella chiesa della Sacra Famiglia (via Irma Bandiera 24) la Chiesa di Bologna invita a radunarsi alle 20.45 di giovedì 31 per una processione che, presieduta dal cardinale arcivescovo Matteo Zuppi, procederà sotto il portico che dall’Arco del Meloncello giunge al Cimitero della Certosa; qui, nella chiesa di San Girolamo, sarà celebrata la Liturgia della Parola. Un suggestivo appuntamento che giunge al decennale: è infatti dal 2009 che la diocesi si è riappropriata di un rito tradizionale eminentemente cattolico, e in preghiera e letizia la sera del 31 si prepara alla solennità di Ognissanti e fa memoria delle Anime purganti. La Confraternita dei Domenichini e in particolare il compianto Antonio Bugetti, con altri e con le Confraternite legate al Santuario della Beata Vergine di San Luca avanzarono la proposta, che la diocesi ha fatta propria. È un modo concreto di dare significato alla vigilia della Festa di Tutti i Santi (in inglese Halloween, che deriva da All Hallow’s Eve(ning) e vuol dire semplicemente «Sera della festa dei Santi»). Il gesto bolognese unisce alla grande vigilia di Ognissanti l’antica usanza per cui la sera di questa festa ci si riuniva per recitare il Rosario per le Anime Purganti. E in occasione della Commemorazione dei defunti, sabato 2 novembre alle 9.30 nella chiesa di Santa Maria Assunta di Borgo Panigale Messa seguita dalla benedizione al camposanto, presieduta da monsignor Stefano Ottani, vicario generale per la Sinodalità; alle 11 Messa in San Girolamo della Certosa presieduta dall’Arcivescovo. Chiara Unguendoli N In preghiera con i Santi, le celebrazioni per i defunti ggi si vota in Umbria. Quel che si decide per il governo di quella regione riguarda anche noi, l’Emilia– Romagna. Quindi tutti i politici comincino a ragionare sull’ammonimento dalla terra di San Francesco: «Abbiate cura della vita quotidiana dei cittadini». Dicono che l’Umbria sia come l’Ohio negli Stati Uniti: le scelte elettorali in quello Stato annunciano ciò che succederà a Washington, alle presidenziali fra democratici e repubblicani. L’Umbria ha sempre avuto, come l’Emilia–Romagna e la Toscana, governi di sinistra. Il voto di oggi avrà ripercussioni forti in Italia, sulla coalizione M5S–Pd. Con la possibilità di allargarla in altre zone, in caso di vittoria. Con una ferita gravissima, in caso di sconfitta. L’Emilia–Romagna ne sentirà – insieme alla Calabria – le prime conseguenze: qui si vota a gennaio, per confermare il Pd Stefano Bonaccini o eleggere la leghista Lucia Borgonzoni. Siamo già in campagna elettorale e a tutti fa bene ascoltare quel che, giusto una domenica fa, hanno detto all’Assemblea ecclesiale umbra, a Foligno. È un lungo, ripetuto invito a non giocare con le parole e la pelle della gente. «Il futuro governo per cui gli umbri voteranno– ha detto monsignor Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale di quella regione – abbia a cuore la vita quotidiana dei cittadini, pregna di sacrifici». L’esistenza della gente comune, quella che fatica ad arrivare a fine mese e che il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, racconta «disillusa dalle promesse umane». Riguarda l’Umbria, che rischia di non essere più “rossa”, riguarda l’Emilia– Romagna, dove le certezze non esistono più. Riguarda politici, cittadini, laici, cattolici, la stessa Chiesa. «Se il Vangelo non si fa politica cessa di essere Vangelo» è il parere di Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni–Narni– Amelia, che chiama i «cristiani» a «riappropriarsi di un annuncio». «Più del 90% dei cattolici non ne vuole sapere di politica» conteggia Marco Tarquinio, direttore dell’Avvenire, ponendo una discriminante nettissima: «una politica che non si interessa dei poveri non è una politica cristiana». Politici, non fatevi belli con annunci e contro annunci: misuratevi «con la vita concreta delle persone». Marco Marozzi O Una processione degli scorsi anni l’intervento. Politica per la vita concreta Il soccorso ad alcune famiglie Pagine a cura del Centro di Comunicazione multimediale dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.755 - 051 051 64.80.797 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 58 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-17.30)

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www.bo7.itconversione missionaria

a terza, più pericolosa, tentazione di Gesù è di tipo religioso: «Se tu sei Fi-glio di Dio, gettati giù di qui…». Il dolcissimo salmo 90, che recitiamo tut-

te le domeniche sera, è usato dal diavolo per mettere Dio al servizio dei pro-getti umani. La tentazione affiora nell’esistenza quando prima di tutto ci sia-

mo noi, quando si inquina senza curarsi delle generazioni future, quan-do non si ferma il business delle armi, quando ci si avventura senza re-

more nella sperimentazione sul genoma umano o sull’intelligenza ar-tificiale. Ancor più subdolamente affiora quando si predica un cri-stianesimo senza croce, una religione che promette benessere sen-za responsabilità. Una religione così diventa talebana, in cui la libertàè sconosciuta e la violenza scambiata per coerenza. Ritenersi tutela-

ti da Dio qualunque cosa facciamo, produce assolutismo e dittature.Gesù, superando questa tentazione, accetta di sottomettersi alla dram-maticità della storia, affidandosi totalmente al Padre come Figlio. Non

ci sono privilegiati, neppure tra i credenti e praticanti. La fede ci inseri-sce ancor più profondamente nella vicenda umana, condividendone laprecarietà, subendone l’ingiustizia. La Chiesa non è una specie protetta,ma l’incarnazione che continua nel tempo, e che fa della propria fragilitàla premessa dell’abbandono pieno in Dio, perché si compia il suo miste-rioso disegno di salvezza. Oggi ci troviamo ancora davanti al bivio di unareligione umanamente rassicurante e di una fede che trova pace nell’affi-

damento e nel martirio, capace di gioire per ogni frammento di bene.Stefano Ottani

L

Non garanzia, affidamento di figli

Missione, i testimonidel lavoro sul campo

Dossier immigraticontro i pregiudizi

Parrocchie collegiateproposta per il futuro

a pagina 3

a pagina 2

a pagina 4Domenica, 27 ottobre 2019 Numero 40 – Supplemento al numero odierno di Avvenire

La bellezzadella stradae dei porticiDI ALESSANDRO RONDONI

l restauro e il ripristino del portico diSan Luca richiamano non solol’importanza di un intervento di

riqualificazione ma le radici stesse,artistiche e di fede, che collegano la cittàal colle. Perché di colle…gamento sitratta. E anche il recente passamano havisto gente in fila per rivivere quel gestodi un cammino comune in cui tutti,credenti e non, si riconoscono. E cheporta a un benessere spirituale e purefisico. La riqualificazione del porticomette insieme più soggetti e rilancia labellezza anche in vista delriconoscimento come patrimoniodell’umanità da parte dell’Unesco.Accompagnare gli uomini in uncammino è un atto di condivisionedentro una strada tracciata e un porticoche accoglie e protegge. I restauri e ledecorazioni delle lunette saranno unulteriore elemento che arricchirà queltratto che tutti i bolognesi percorronoda sempre. Per guardare in alto, più su eper chiedere un aiuto. Nel tempodell’interconnessione digitale crearecollegamenti umani, come accade intutti i portici di Bologna, compresoquello di San Luca, significa affermare illegame tra le persone, la fratellanza, lavicinanza. Un passo in comune.Sottolineando che non si è soli, che c’èuna strada per tutti. Anche domenicascorsa nella Festa dei Popoli, Bologna hadialogato con persone provenienti davarie realtà e che oggi costruiscono qui ilproprio e il nostro futuro. Si trattaquindi di conoscersi e riconoscersifavorendo un clima cordiale,affrontando tematiche sociali anchecomplesse, promuovendo la culturadell’incontro e la sostenibilitàdell’azione inclusiva. In un frametrasmesso su 12Porte ha colpito chepersone di diverse nazionalità, pronte asfilare, abbiano prima cantato tutteinsieme l’inno nazionale italiano. Èstato un segno comune di appartenenza.La crisi economica ha colpitoduramente il ceto medio, continua asprigionare effetti collaterali di paura edi rabbia che inducono molti adarroccarsi. Ma non si può ragionare dipancia. Aprire gli occhi di fronte al corsodella storia, usare la testa e la ragione, èdegno della tradizione culturale, civile egiuridica di questa città. Nel rispettodelle regole, della legalità, in unademocrazia partecipata e in una societàinclusiva, occorre riconoscersi, stringersila mano, aiutarsi. Nelle pagine di Bo7 sistanno raccontando storie di bolognesiin missione in diversi paesi del mondo,uomini che sono “usciti” e con fede,umiltà e servizio hanno deciso di stareaccanto ai più poveri. Sonotestimonianze di costruttori in variangoli della terra. Una vita spesa per glialtri. Nella conversione missionariachiesta a tutti. E in questi giorni hapreso avvio nella zona di Castelfranco lavisita pastorale all’arcidiocesi del card.Zuppi. Per rinnovare un incontro e perun cammino insieme nella Chiesa che èstrada e pure un grande portico.

I

libanese per far ritornare in Siria iprofughi, nonostante non cifossero garanzie di sicurezza. «Iprofughi siriani – racconta ancoraBorghi – preferiscono unasituazione di estrema povertà inLibano piuttosto di un ritorno inSiria, dove non sono voluti dalgoverno e dove probabilmente nontroverebbero più le loro case.Questi profughi sono coloro chehanno perso la guerra». Ma in concreto cosa fa in Libanol’«Operazione colomba»? «Noisoprattutto – conclude Borghi –condividiamo la vita di tutti igiorni. Abbiamo una tenda messain un campo insieme a loro, fatta

di plastica e cartone sostenuta dapezzi di legno. Insieme a lorocerchiamo di sopportare lasituazione difficile sia psicologicache fisica, sopportando il caldo, ilfreddo, la pioggia e le malattie.Cerchiamo anche diaccompagnarli, di sostenerli nellaricerca di cure sanitarie, pur nonavendo grossi mezzi, e cerchiamoassieme a loro una speranza per ilfuturo. Abbiamo costruito corridoiumanitari verso l’Italia grazie allacomunità di Sant’Egidio e alleChiese evangeliche e valdesi.Insieme a loro stiamo lottando peravere giustizia, cioè una soluzionedi pace e di sicurezza perché iprofughi, non riconosciuti comerifugiati, possano tornare in unazona protetta e sicura in Siria.Abbbiamo costruito una propostadi pace dal basso che abbiamoportato anche ai tavoli delleNazioni Unite e dell’UnioneEuropea: speriamo che ci sia ancheconcretamente una azione politicache permetta la realizzazione diquesti progetti».

DI LUCA TENTORI

l ritorno dei combattimenti traturchi e curdi nelle scorsesettimane ha riportato sotto i

riflettori dell’informazionemondiale il tema della Siria. Laguerra, che sembra non finire mai,da anni ha prodotto milioni diprofughi che si sono riversati neiPaesi vicini. Tante le situazionidrammatiche che si sono createcon immensi campi profughi, inparticolare in Libano dove si sonoriversati più di un milione dipersone su una popolazioneresidente di sei milioni e mezzo. Inquesto mare di sofferenza da anniopera anche un pezzo di Bolognacon alcuni volontari dell’«Operazione colomba», il corponon violento di pace dellaComunità Giovanni XXIII. Tra loroCorrado Borghi che ha vissutolunghi periodi nella regionedell’Akkar, sul confine tra Libano eSiria. «Condividiamo la difficilesituazione dei profughi – haspiegato Borghi – cercando di daresupporto, protezione e lavorandocon loro per una possibileprospettiva di pace in Siria e peraprire una possibilità di rientro inSiria in piena sicurezza.Collaboriamo stabilmente con laComunità di Sant’Egidionell’attivazione dei corridoiumanitari e per la predisposizionedelle accoglienze in Italia».«La situazione ora in Libano –prosegue il volontariodell’“Operazione colomba” – èdifficile e in continua tensione. Iprofughi sono lì da sette o ottoanni in una situazione precaria.Soprattutto nei campi rischianocontinuamente arresti edeportazioni forzate oltre ilconfine, in quella Siria da cuierano fuggiti e che è ancorapericolosa». E proprio su questaproblematica l’estate scorsa imembri dell’Operazione colombaavevano denunciato a Roma, inuna conferenza stampa allaCamera dei deputati, le pressionidell’ufficio della Sicurezza generale

I

La testimonianzadi un volontariobolognesedell’«OperazioneColomba» dellaGiovanni XXIII nella crisi umanitariain Libano:«Condividiamo la difficile situazionecercando di dare protezione»

Costruttori di speranzacon i profughi siriani

Tincani, al via l’anno dell’Università per anzianiil 1981 e il professor Gianfranco Morra torna da Roma con una

novità: è sorta là una nuova iniziativa, che promette di averegrande successo: una «Libera Università per anziani». Si promuovel’iniziativa, e il «Tincani» è la prima Libera Università della regione.L’idea piace: nei giorni dell’iscrizione si snoda una fila di aspirantiallievi lungo Piazza San Domenico. Comincia così un’avventura che èarrivata fino ad oggi. Iniziata con alcuni corsi di cultura, il Tincani hacontinuamente variato e aggiornato la propri offerta formativa; ilproblema, qui e in altre città medio – grandi, è stato poi quello disostenere la «concorrenza» e anche, di tenere in piedi un’attività il cuicalendario fa pensare ad un orario ferroviario. Da due anni, si èaumentato il numero delle conferenze aperte al pubblico (gratuite), cheoggi come si vede dalla Guida, leggibile anche su Internet(www.istitutotincani.it), hanno superato la quindicina. Come i corsi, piùo meno lunghi, che spaziano dalla letteratura alla filosofia alla storia,dalla astronomia alla psicologia, alla salute e benessere, dalla geologiaall’arte e alla musica. Così le conferenze affrontano i temi più diversi:dai proverbi in dialetto agli anniversari (5 novembre, Felicori e Zecchini,con degustazione), dalla storia della Cassa di Risparmio, all’Europa;dalla educazione civica ai testamenti (De Matteis, 4 febbraio); dai Pepolialla sicurezza. Per non parlare delle attività collaterali, a cominciare dalteatro, ormai famoso. Siete tutti invitati, quindi, all’inaugurazione:martedì 29 ore 15,30, Sala della Traslazione del Convento SanDomenico. Se non bastano le sedie, ne aggiungeremo. (G.V.)

È

martedì al convento San Domenico

Alcune volontarie del «Progetto colomba» in un campo profughi del Libano

ella chiesa della Sacra Famiglia(via Irma Bandiera 24) la Chiesa

di Bologna invita a radunarsi alle20.45 di giovedì 31 per unaprocessione che, presieduta dalcardinale arcivescovo Matteo Zuppi,procederà sotto il portico chedall’Arco del Meloncello giunge alCimitero della Certosa; qui, nellachiesa di San Girolamo, saràcelebrata la Liturgia della Parola. Unsuggestivo appuntamento chegiunge al decennale: è infatti dal2009 che la diocesi si è riappropriatadi un rito tradizionaleeminentemente cattolico, e inpreghiera e letizia la sera del 31 siprepara alla solennità di Ognissantie fa memoria delle Anime purganti.La Confraternita dei Domenichini ein particolare il compianto AntonioBugetti, con altri e con le

Confraternite legate alSantuario della BeataVergine di San Lucaavanzarono la proposta,che la diocesi ha fattapropria. È un modoconcreto di dare significatoalla vigilia della Festa diTutti i Santi (in ingleseHalloween, che deriva daAll Hallow’s Eve(ning) evuol dire semplicemente«Sera della festa deiSanti»). Il gesto bologneseunisce alla grande vigilia diOgnissanti l’antica usanza per cui lasera di questa festa ci si riuniva perrecitare il Rosario per le AnimePurganti. E in occasione dellaCommemorazione dei defunti,sabato 2 novembre alle 9.30 nellachiesa di Santa Maria Assunta di

Borgo Panigale Messa seguita dallabenedizione al camposanto,presieduta da monsignor StefanoOttani, vicario generale per laSinodalità; alle 11 Messa in SanGirolamo della Certosa presiedutadall’Arcivescovo.

Chiara Unguendoli

NIn preghiera con i Santi, le celebrazioni per i defunti

ggi si vota inUmbria. Quel che sidecide per il governo

di quella regione riguardaanche noi, l’Emilia–Romagna. Quindi tutti ipolitici comincino aragionaresull’ammonimento dallaterra di San Francesco:«Abbiate cura della vitaquotidiana dei cittadini».Dicono che l’Umbria siacome l’Ohio negli StatiUniti: le scelte elettorali inquello Stato annunciano ciòche succederà a Washington,alle presidenziali frademocratici e repubblicani.L’Umbria ha sempre avuto,come l’Emilia–Romagna e laToscana, governi di sinistra.

Il voto di oggi avràripercussioni forti in Italia,sulla coalizione M5S–Pd.Con la possibilità diallargarla in altre zone, incaso di vittoria. Con unaferita gravissima, in caso disconfitta. L’Emilia–Romagnane sentirà – insieme allaCalabria – le primeconseguenze: qui si vota agennaio, per confermare ilPd Stefano Bonaccini oeleggere la leghista LuciaBorgonzoni. Siamo già incampagna elettorale e a tuttifa bene ascoltare quel che,giusto una domenica fa,hanno detto all’Assembleaecclesiale umbra, a Foligno.È un lungo, ripetuto invito anon giocare con le parole e

la pelle della gente. «Ilfuturo governo per cui gliumbri voteranno– ha dettomonsignor RenatoBoccardo, presidente dellaConferenza episcopale diquella regione – abbia acuore la vita quotidiana deicittadini, pregna di sacrifici».L’esistenza della gentecomune, quella che fatica adarrivare a fine mese e che ilcardinal Gualtiero Bassetti,presidente della Conferenzaepiscopale italiana, racconta«disillusa dalle promesseumane». Riguarda l’Umbria,che rischia di non essere più“rossa”, riguarda l’Emilia–Romagna, dove le certezzenon esistono più. Riguardapolitici, cittadini, laici,

cattolici, la stessa Chiesa. «Se il Vangelo non si fapolitica cessa di essereVangelo» è il parere diGiuseppe Piemontese,vescovo di Terni–Narni–Amelia, che chiama i«cristiani» a «riappropriarsidi un annuncio». «Più del90% dei cattolici non nevuole sapere di politica»conteggia Marco Tarquinio,direttore dell’Avvenire,ponendo una discriminantenettissima: «una politica chenon si interessa dei poverinon è una politica cristiana».Politici, non fatevi belli conannunci e contro annunci:misuratevi «con la vitaconcreta delle persone».

Marco Marozzi

O

Una processione degli scorsi anni

l’intervento.Politica per la vita concreta

Il soccorso ad alcune famiglie

Pagine a cura del Centro di Comunicazionemultimediale dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.755 - 051 051 64.80.797 fax 051 23.52.07email: [email protected]

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anche per fare il punto sull’esperienza e ilavori del Sinodo. «La Chiesa esce daquesto incontro internazionale con unadenuncia e una posizione chiara: questaeconomia uccide – scandisce padre Bossi–. La politica deve assumere comeprincipio l’ecologia integrale e non quellodella massimizzazione del profitto. Un“no” deciso deve levarsi contro leestrazioni minerarie nelle terre dei nativicome, viceversa, dobbiamo lavorare permettere in risalto il protagonismo diqueste stesse popolazioni». D’altronde èesattamente quello che ha cercato di farelo stesso appuntamento sinodale,

concepito da papa Francesco innanzituttocome un momento di ascolto delle gentiche abitano la grande foresta.«Personalmente concepisco questoSinodo come un cammino suddiviso intre tappe: quella vaticana si colloca alcentro, ma è stata preceduta da un lavoropreparatorio enorme – spiega padre Bossi–. Negli otto mesi che hanno precedutol’appuntamento romano, abbiamoascoltato migliaia di comunitàamazzoniche e non meno di 86.000persone. Ora, a Sinodo terminato,attendiamo il momento della restituzionee cioè il ritorno, che le popolazioni

oggetto dell’assemblea avranno da partedella Chiesa». Varie le modalità, prima frale quali l’Esortazione apostolica post–sinodale che – solitamente – i Ponteficiredigono come sintesi dei lavori svolti.«Siamo convinti che diverse delleintuizioni sfociate dalle discussioni diquesto ottobre, siano comunque giàperfettamente applicabili senza attendereun documento – spiega padre Bossi – inquanto si tratta di legittimi percorsi dicomunità che si risvegliano su un pianopiù plurale e sinodale». Sono stativentidue i giorni di discussione nell’Auladel Sinodo in Vaticano. Discussioni che

«Nigrizia» una voce di speranzacontro i soprusi delle tante Afriche

DI MARCO PEDERZOLI

’Amazzonia rappresenta una sfidaper la terra e per l’umanità.Potremmo tutti imparare da quei

modelli di vita ed economia, chevediamo esistere proprio in quelle terre.La chiave di lettura in questo senso èl’ecologia integrale, fondata su “Laudatosì”, della quale va incentivata la lettura ela traduzione fra le popolazioni locali».Così padre Dario Bossi, superioreprovinciale dei Missionari comboniani inBrasile, che abbiamo contattato mentre sitrovava a Roma in qualità di membro delSinodo dedicato alla regione amazzonica.Il religioso arriverà a Bologna, dunque,dopo una «full immersion» durata quasiun mese di collegialità, fede e speranzaper l’avvenire del creato e dell’umanità. E’infatti prevista la sua presenza in città ilprossimo martedì 29 ottobrenell’Auditorium «Gamaliele» di viaMascarella, al civico 46, per un incontrodedicato a «Amazzonia. Crimini sociali eambientali, resistenza e speranza» coninizio previsto per le 21. Organizzato dalCentro studi «Donati», sarà l’occasioneper conoscere più da vicino l’Amazzoniae le sue popolazioni indigene attraverso ilracconto di chi le vive da tanti anni, ma

L«hanno visto incrociarsi gli interventi deicapi dicastero della Curia Romana, deivescovi dell’area amazzonica, dei leaderdelle tribù autoctone e dei vertici deigruppi missionari che operano in quellaparticolare zona del mondo. «E’ statocome assistere alla composizione delletessere di un mosaico – haeloquentemente commentato padreDario Bossi –. Giorno dopo giorno,abbiamo cercato di ricostruire quelparticolare disegno tracciato dallo Spiritodi Dio per l’Amazzonia. Non si è trattatodi un percorso facile. E’ sempre una sfidaessere in grado di confrontarsi, di darerispetto a chiunque sia il tuo prossimo econtribuire così alla formazione di quellache il Papa chiama “diversitàriconciliata”». Sono dunque molte lesperanze e le aspettative con le quali laregione amazzonica guarda alla Chiesacattolica per il proprio futuro,«augurandoci – conclude padre Bossi –che questo appuntamento faccia da ponteall’incontro, previsto per il marzo delprossimo anno ad Assisi – dedicato a“L’economia di Francesco”, temafondamentale anche per un’Amazzoniasempre più abusata per meri finieconomici».

l nostro obiettivoprimario èraccontare “le

Afriche”, al plurale. Perchéi drammi e i criminiperpetrati ogni giornoriguardano tanti popolidiversi, come variegatesono le loro espressioni difede». Così racconta il suoimpegno di missionario edi direttore della rivista«Nigrizia» padre FilippoGanapini, comboniano diorigini parmensi rientratoin Italia nello scorso mesedi febbraio. L’occasionedell’incontro èrappresentato dall’edizionenumero 14 di«CinemAfrica» promossodal Centro Donati,conclusosi lo scorso lunedìalla Cineteca. «Non sitratta solo di denunciare letante cose che in quel vastocontinente nonfunzionano o dovrebberomutare, ma anche ditestimoniare con il nostrolavoro quelle che sono –racconta padre Ganapini –le speranze e le storie diriscatto di chi non rinunciaal riscatto proprio e dellasua gente». Prima di andarealla direzione della rivistadei missionari di sanDaniele Comboni, padreGanapini ha vissuto nelladifficile realtà del Chad apartire dal 2013. Lo hafatto nella piccola missionedi Abéché, nel nord–est delpaese, e in un’area a fortemaggioranza musulmana.

Qui ha contribuito aguidare la piccolacomunità cristianaall’interno di un territorioparticolarmente vasto, chesi estende fino ai confinidel Sudan e alle porte deldeserto del Sahara. «Lafigura del missionario ècambiata davvero tanto nelcorso dei secoli: una voltasi parlava di fare missione,mentre oggi siamochiamati ad esseremissione – spiega padreGanapini –. Essa è,innanzitutto, la nostraidentità e il nostro mododi essereindipendentemente dadove viene svolta. In ognistrada del mondo siamochiamati ad annunciare ilRegno di Dio, acondividere e adannunciare la speranza».Un tema, quellomissionario, strettamenteconnesso all’Assembleaspeciale per la regionePanamazzonica del Sinododei vescovi, che si concludeoggi in Vaticano. «Si trattadi un autentico segno deitempi, nel quale papaFrancesco ci chiede ancorauna volta di metterci inascolto delle periferie. Conloro, la cristianità è inviataa prestare attenzione aipopoli indigeni cheabitano quelle stesseperiferie – riflette padreGanapini – che sempre piùspesso ci parlano dicrimini sociali e

ambientali, dideforestazione einquinamento».Denunciare il soprusosenza dimenticarsi diesaltare speranze etestimonianze positive,dunque, proprio come«Nigrizia» tenta di faredalle sue colonne.«Parlando di Amazzonianon può che venirmi allamente quel termineparticolare, “buen vivir”,che le popolazioniautoctone utilizzano perevidenziare quello stato diarmonia con la natura, conse stessi e con Dio chedovrebbe caratterizzare lavita di ciascuno».Osservando l’andamentodei quattro giorni di«CinemAfrica», sono statiin tanti ad accostarsi aqueste realtàgeograficamente distantima sempre più prossimeall’interno del vastomondo globale. «Honotato la grande affluenzadi persone, soprattuttogiovani, a questa iniziativacinematografica. A voltebasta un’immagine, unafrase – osserva ilmissionario – per aprirealla voglia di conoscenza eapprofondimento. Proprioin questa direzione siinserisce il nostro impegnoeditoriale, volto a renderele persone cittadiniconsapevoli eresponsabili».

Marco Pederzoli

Sopra, padre Paolino Baldassarri in missione nellaforesta amazzonica. A sinistra l’ingresso dellarassegna Cinemafrica domenica scorsa.All’iniziativa ha partecipato anche padre FilippoGanapini, direttore della rivista Nigrizia.

veglia missionaria

Battezzati e inviatin colpo d’occhio quantomeno inusuale deve aver

accompagnato l’ingresso nellacattedrale di San Pietro dei tantifedeli e turisti che, lo scorsosabato, ne hanno varcato lasoglia. Stoffe colorate, inrappresentanza dei cinquecontinenti, un grandemappamondo e musichedecisamente poco abituali per unorecchio occidentale hannoinfatti integrato la celebrazionedella Veglia missionaria sul tema«Battezzati e inviati». «Il centroper il missionario ma, a benvedere, per ogni cristiano è l’altro– ha detto il cardinale MatteoZuppi nell’omelia –. La missionedovrebbe rappresentarel’ordinarietà per chiunque abbiaricevuto il battesimo anche se,purtroppo, non è sempre scontatoche sia così». Inserita all’internodel Mese missionariostraordinario voluto dalPontefice, la Veglia harappresentato l’occasione ancheper rinnovare le promessebattesimali. Al termine e dopo lalettura degli Atti degli Apostoli sisono formate due file paralleledove ognuno, bagnatosi le ditanell’acqua benedetta, ha segnatola fronte di chi lo seguiva. Aipresenti, inoltre, è stato fattodono all’ingresso in cattedrale diun cartoncino a forma di piede asimboleggiare la missione. Su diesso ognuno è stato invitato ascrivere il motivo per il qualesente la chiamata ad essereinviato al prossimo. Il momentodi preghiera si è concluso conl’ascolto di due testimonianzeaffidata a Emma Chiolini e DarioCevenini: si tratta di due giovanilaici «fidei donum», attualmenteimpegnati rispettivamente inBrasile e in Tanzania. (M.P.)

U

Sarà a Bolognamartedì 29 ottobrepadre Bossi,missionario e membro del Sinodo

Terra d’Amazzonia,sfida per la terra

Una celebrazione in Amazzonia nella missione di padre Dario Bossi

adre Paolino Baldassarri è statoun frate dell’Ordine dei Servi diMaria nato a Loiano il 2 aprile

1926 e morto a Rio Branco,nell’estremo confine occidentale delBrasile, l’8 aprile 2016. E’probabilmente l’uomo europeo che havissuto per più anni nella forestaamazzonica, riprendendosi decine divolte dalla malaria. Nel suo serviziomissionario faceva lunghi viaggi, anchedi mesi, lungo i fiumi perché sapevache ad attenderlo c’erano le piccolecomunità dei villaggi che rimanevanouno o anche due anni senza lapossibilità di celebra l’Eucarestia. A 83anni affrontava anche cinquantachilometri a cavallo in piena foresta,pur di non lasciare quella gente tantoamata senza il conforto deiSacramenti. Scriveva «Il viaggioquantunque stancasse molto era

poetico e bello, in mezzo alla forestaprimitiva che sta scomparendo percausa dell’ambizione selvaggia deldenaro facile. Qui la mia lotta infavore della foresta è sempre piùdifficile ma io, come una piccolaformica, – continuava padreBaldassarri – faccio la mia parte e ilSignore farà il resto». I suoi viaggirappresentavano anche l’occasione perosservare la situazione della foresta edenunciarne la progressiva distruzione.Nei suoi viaggi oltre alla comunitàdella foresta incontrava anche lepopolazioni Indi, la cui culturastimava profondamente e con le qualida giovane avrebbe voluto stabilirsi perimparare il loro stile di vita. Negliultimi anni della sua vita, si dicevamolto preoccupato notando come ilcontatto con le città avesse corrotto letribù, rischiando di far perdere il loro

senso di comunità che lecontraddistingueva. Per il suoimpegno, padre Paolino Baldassarri èstato candidato dal Brasile al PremioNobel per la pace; nel paese di Loianola scuola media è stata intitolata al suonome, quando era ancora in vita. Vivedeva un riconoscimento ai tanti chelo avevano aiutato a portare tra i poverimedicine e possibilità di istruzione.Nello stesso tempo continuava aproporre come ideale la vita fraterna inforesta, povera, ma capace di mettereal centro il bene delle persone. Solevaripetere: «Vedo che quando arriva ilprogresso se ne va la semplicità e lospirito di comunione, e l’egoismo ha ilsopravvento. Quindi non so chepensare. Umanamente parlando, nonci sono scappatoie: solo il Signore puòrisolvere il filo della matassa».

Angelo Baldassarri

P

«La Chiesa esce daquesto incontrointernazionale con unadenuncia e unaposizione chiara: questaeconomia uccide – dicepadre Bossi –. Lapolitica deve assumerecome principio l’ecologiaintegrale»

Padre Paolino, missionario nella foresta

focus2 BOLOGNASETTE

Domenica27 ottobre 2019

Page 3: Costruttori di speranza con i profughi siriani · scorsa nella Festa dei Popoli, Bologna ha dialogato con persone provenienti da varie realtà e che oggi costruiscono qui il proprio

L’arcivescovo Crepaldi e la pastorale sociale:incontro a Castel d’Argile con Stefano Fontana

a Pastorale sociale ha ancora bisogno dellaDottrina sociale della Chiesa E se sì, come

dev’essere intesa quest’ultima?». È la domanda alcentro dell’incontro con Stefano Fontana martedì29 alle 20.45 nel teatro parrocchiale di Castellod’Argile (via Marconi 5), promosso da diversi circoliMcl. Fontana, che è in libreria con il libro–intervistaal vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi «La Chiesaitaliana e il futuro della pastorale sociale»(Cantagalli). «La storia della Pastorale sociale inItalia – osserva nell’Introduzione il vescovo Crepaldi– ci indica che dopo il Concilio essa venne ripresaproprio alla luce dalla Dottrina sociale della Chiesae in stretta relazione con essa. La cosa non fusubito evidente con Paolo VI». Ma «nei ponteficiseguenti la ripresa fu più evidente», soprattutto conGiovanni Paolo II; «la Pastorale sociale fu sempreintesa come complementare alla Dottrina socialedella Chiesa in base a tre elementi irrinunciabili».Primo: «la Dottrina sociale è “della Chiesa”».Secondo: «la Dottrina sociale va intesa come uncorpus dottrinale organico che illumina e guida lavita–azione ecclesiale». Terzo: «la Dottrina sociale

L« della Chiesa è strumento di evangelizzazione».Tutto ciò aveva ispirato, nel 1991 il «Direttorio diPastorale sociale» della Conferenza episcopaleitaliana «Evangelizzare il sociale». «Si trattò di unpassaggio importante – sottolinea Crepaldi –perché si indicavano il cosa, il chi e il come dellaPastorale sociale. In esso la prassi pastorale dovevaessere illuminata dalla Dottrina sociale che andavavista come soggetta ai cambiamenti per taluni suoiaspetti, ma anche fedele alla propria tradizionenella tradizione della Chiesa». Non mancano,tuttavia le difficoltà. «L’attuale situazione ci imponedi prendere atto che la Pastorale sociale del futurosarà “dal basso”, mancando le condizioni per unapianificazione dal centro. Si tratta di alimentarecon una formazione veramente ecclesiale lecomunità creative impegnate a fronteggiare lenuove sfide della pubblica piazza. È tempo diriproporre la Dottrina sociale nella sua integralità econtinuità, inserita nella dottrina e nella vita dellaChiesa, ma partendo dalle piccole comunitàcristiane, da mettere in rete».

Federica Gieri Samoggia

Immigrati, realtà e pregiudizio

Papa Francesco incontra gli immigrati nell’Hub di via Mattei, l’1 ottobre 2017 (Foto Minnicelli – Bragaglia)

Al Mast 4ª edizione di«Foto/Industria», unicaBiennale al mondo dedicataalle foto di Industria e Lavoro

DI CHIARA UNGUENDOLI

ono in maggioranza, al contrario diquanto si crede, cristiani, soprattuttoOrtodossi; e il maggior numero viene

da un Paese europeo, addirittura membrodell’Unione europea: la Romania. Sonodue delle tante constatazioni, chesmentiscono radicati pregiudizi, contenutenel «Dossier statistico immigrazione»,promosso da 28 anni dal Centro studi ericerche Idos (collegato alla Caritas) icon ilCentro studi Confronti e presentato nei

giorni scorsi, in contemporanea, in tutte leRegioni italiane.Tanti gli elementi di interesse cheemergono dal Dossier. Intanto i numeri,che per l’Emilia Romagna ci dicono che iresidenti stranieri al 1 gennaio scorso erano551.222, pari al 12,3% della popolazionecomplessiva; il numero più alto fra leRegioni italiane, con un incremento del2,2% rispetto al 2017. Per quanto riguardain particolare la Città metropolitana diBologna i residenti stranieri sono il 12%,con una prevalenza femminile (54%) eun’età media di 34,6 anni. L’unico distrettocon un’incidenza più elevata di quellamedia provinciale è quello della Città diBologna, corrispondente al Comunecapoluogo: 15,4%. Per laRegione, le province conmaggiore presenzapercentuale di stranierisono Piacenza (14,7%),Parma (14,2%), Modena(13,2%) e Reggio Emilia(12,3%). Le nazionalità piùrappresentate sono:Romania (17,2%), Marocco(11,2%), Albania (10,6%),seguono a distanzaUcraina, Cina, Moldova ePakistan. I bambini nati daalmeno un genitorestraniero sono il 24,3% deltotale, quasi un quarto; unapresenza stabile, comedimostra il fatto che ipermessi di soggiorno dilungo periodo (oltre 5 annidi residenza) sono il 66,7%del totale.

SMolto importante e significativa è lapresenza, tra gli stranieri, di minori: nellaprovincia di Bologna sono quasi 25.500,pari al 16,3% del totale dei minori. Iminori stranieri costituiscono il 20,9% deltotale degli stranieri residenti nellaprovincia, a sottolineare la giovane età dellacomponente straniera. Una parte nonpiccola è costituita da bambini stranierinati in Italia: nel 2018 sono nati inprovincia di Bologna 1.764 bambinistranieri: il 23,3% del totale dei nati nellaprovincia, quasi uno su quattro. Il dato delComune capoluogo è ancora più alto:25,7%. Di grande rilievo i datisull’appartenenza religiosa degli stranieriresidenti in Italia: la netta maggioranzasono cristiani (52,2%), soprattuttoortodossi (29,3%) e, meno. cattolici(17,7%) e protestanti (4,4%); i musulmanicostituiscono esattamente un terzo, il 33%.Anche l’accesso al lavoro è buono, inEmilia Romagna: nella nostra regione glioccupati stranieri sono 251.462, pari al12,5% del totale; il 5,3% è occupatonell’agricoltura, il 32,4% nell’industria e il62,4% nel terziario; oltre 53000 le impresecon titolare straniero. E ciò ha importantiricadute fiscali: il gettito dei 250000lavoratori stranieri ammonta a 1,3 miliardidi euro, i contributi previdenziali a 1,4miliardi di euro. Dati che sfatano tantipregiudizi, dunque, e fanno pensare che lavia per risolvere tati problemi potrebbe edovrebbe essere quella del dialogo con gliimmigrati stessi, che,, afferma il Dossier, «avendo spessomaturato una storia di insediamento eradicamento in Italia pluridecennale,costituiscono una parte integrante deltessuto sociale, culturale, produttivo eoccupazionale del Paese».

«L’Ucsi tra passato e futuro dei media»ercoledì 30 dalle 14.30 alle 18.30 nella Sala Santa Cle-lia della Curia Arcivescovile (via Altabella 6) si terrà il

convegno «1959–2019 L’Ucsi tra passato e futuro della co-muncazione», promosso da Unione cattolica stampa italianae Ordine dei Giornalisti. Dopo i saluti di Matteo Billi, presidenteUcsi Emilia–Romagna e Giovanni Rossi, presidente OdG re-gionale introdurrà Vania De Luca, presidente nazionale Ucsi.Due le sessioni. La prima su «Cosa si deve inventare. La nasci-ta dell’Associazione nel contesto giornalistico dell’Emilia–Ro-magna»; intervengono Roberto Zalambani, giornalista, stori-co Ucsi, Giampaolo Venturi, storico, Sergio Fantini, giornali-sta, già a «L’Avvenire d’Italia», modera Alberto Lazzarini, gior-nalista. La seconda su «Il tempo degli influencer. La Rete e inuovi protagonisti della comunicazione». Parlano Luigi Ran-cilio, giornalista di Avvenire; Mauro Leonardi, prete, scrittoree blogger; modera Guido Mocellin, giornalista.

M

l San Giacomo Festival presenta diversiconcerti, come sempre nell’Oratorio diSanta Cecilia (via Zamboni 15) ore 18,

ingresso libero. Oggi concerto cross–over delpianista Giacomo Ronchini. Venerdì 1novembre Alessandro Travace, violino, e LuigiMoscatello, pianoforte, eseguiranno musichedi Bach, Ysaye, De Sarasate. Sabato 2novembre alle 17, in San Giacomo Maggiore,la Cappella Musicale San Giacomo Maggiore,con Marcella Ventura, alto; Paolo Diavolio,tenore; Cesare Lana, basso, e Roberto Cascio,liuto e concertazione eseguirà la «Messa da

I

Requiem» del 1588 di Giovanni Matteo Asola. In occasione della mostra «Vivaldi. La miavita, la mia musica» a Palazzo Fava, oggi alle17 in San Colombano – CollezioneTagliavini (via Parigi 5) Giulia Beatini(mezzosoprano) e Matteo Messori (organo eclavicembalo) eseguiranno «Cantate» diVivaldi e il «Concerto op. 3 n. 12» di Vivalditrascritto da Bach. Ingresso libero. Per il Festival corale «CantaBO 2019» ogginell’Oratorio di San Rocco (via Calari 4) alle21 il soprano Alda Caiello e il pianista AndréGallo, interpreti di fama internazionale,presenteranno Lieder moderni econtemporanei. Ingresso libero. Da martedì 29, ore 20,30 torna per il sestoanno, grazie alla collaborazione di GruppoUnipol e Musica Insieme, la poesia all’UnipolAuditorium. La prima serata è dedicata ai versidi Cavalcanti affidati all’attore Luigi Lo Cascio.Le parole si intrecceranno a brani dell’«Ars

nova italiana» affidati all’Ensemble CantilenaAntiqua (Paolo Faldi, flauti medievali;Gianfranco Russo, viella; Marco Muzzati,percussioni) guidata da Stefano Albarello,interprete e musicologo, alla voce e aglistrumenti a pizzico medievali.. Giovedì 31, alle 18, inaugura negli spazi delloStudio Cenacchi (via Santo Stefano 63) lamostra «Berlin, Brandenburger Tor 1989» con40 fotografie inedite di Massimo Golfieri, acura di Jacopo Cenacchi. Per «Il nuovo, l’antico» di Bologna Festival,giovedì 31 alle 20,30 nell’Oratorio di SanFilippo Neri (via Manzoni 5) RobertaInvernizzi, soprano, Fabio Bonizzoni,clavicembalo e direzione, e «La RisonanzaEnsemble» presentano un programmadedicato alle «Cantate Romane» di Haendel. La Fondazione Mast presenta la quartaedizione di «Foto/Industria», unica Biennale almondo dedicata alla fotografia dell’Industria e

del Lavoro, con la direzione artistica diFrancesco Zanot, che si svolgerà fino al 24novembre. L’edizione 2019 comprende 11mostre: 10 allestite in luoghi storici del centrocittadino e «Anthropocene», al Mast fino al 5gennaio. Il tema è il costruire. «A partire dallatecnologia, si aprono riflessioni che spazianonegli ambiti della filosofia, dell’antropologia,della storia, dell’economia, dell’etica e dellapolitica», spiega il direttore artistico. LaBiennale 2019 prevede oltre 160 tra visiteguidate ed eventi. Il programma è consultabilesul sito www.fotoindustria.it «Stasera gioco in casa – Una vita di canzoni» èil titolo del nuovo progetto artistico di GianniMorandi: 21 concerti, un solo palcoscenico,l’abbraccio del suo pubblico con il qualecondividere ricordi, emozioni e soprattuttogrande musica. Ad ospitarlo sarà il TeatroDuse, dall’1 novembre.

Chiara Sirk Fabio Bonizzoni (foto J. C. Villarroel)

La presenza più numerosa è quelladei romeni, cittadini comunitari, ela religione più praticata è di granlunga il cristianesimo, soprattuttoortodosso. Ed è una popolazionegiovane, con tanti minori

È stato presentato il «Dossier statistico»,promosso dal Centro studi e ricercheIdos, con il Centro studi Confronti: unafoto della comunità straniera in Italia

A fianco: l’inaugurazione deinuovi ambulatori diCardiologia dell’OspedaleMaggiore

Maggiore, rinnovati gli ambulatori di Cardiologiauattromilaottocento visite cardiologiche, 6.200 ecocardiogrammitrans–toracici, 7.700 Ecg, 4.300 controlli di pacemaker e defibril-latori cardiaci, oltre 1.000 dei quali eseguiti in remoto, 3.000 con-

sulenze cardiologiche a favore delle persone ricoverate all’Ospedale Mag-giore. Sono tra le principali prestazioni offerte, ogni anno, dai 12 am-bulatori di Cardiologia dell’Ospedale Maggiore, ora completamenterinnovati e dotati delle tecnologie diagnostiche più evolute grazie ad

un investimento dioltre 300 mila euro.L’intera Area cardio-logica del Maggiore èun’eccellenza: 1.300metri quadrati che,oltre ai 12 ambula-tori, comprendono ilreparto con 21 letti,la Terapia Intensivacon 8 letti, il Day ho-spital con 2 letti, 2 sa-le di emodinamica e1 sala di elettrofisio-logia. Diretta da Giu-seppe Di Pasquale, laCardiologia del Mag-giore si caratterizzaper il trattamento dipatologie cardiova-scolari acute e il trat-tamento elettivo in-terventistico di pato-logie coronariche earitmiche. Negli am-bulatori sono accoltipazienti complessiinviati da specialistidel territorio (F.G.S.)

Q

Sopra, la foto dicopertina del volume«La Chiesa italiana e ilfuturo della pastoralesociale»; a fianco,monsignor GiampaoloCrepaldi, vescovo diTrieste

convegno

società & cultura BOLOGNA 3SETTE

Domenica27 ottobre 2019

Gli appuntamenti culturali e musicali della settimana

OGGIAlle 16.30 nella parrocchia di IdiceMessa e Cresime. Alle 18.30 nella chiesa di Pianoro Nuovoaffida la cura pastorale di quellacomunità e di quelle di Pianoro Vecchioe Livergnano a don Daniele Busca.

DOMANI Alle 20 in Cattedrale Messa per la festadel «Senor de los Milagros», patrono deiPeruviani.

GIOVEDÌ 31 Alle 9.30 in Seminario presiede ilConsiglio presbiterale diocesano.

Alle 18 nella parrocchia di Sant’Antonioda Padova alla Dozza Messa e Cresime. Alle 21 dalla chiesa della Sacra Famigliaguida la processione alla chiesa di SanGirolamo della Certosa e qui guida laLiturgia della Parola.

VENERDÌ 1 NOVEMBRE Alle 10.30 nel monastero delleCarmelitane Scalze Messa per laconclusione del 400° anniversario dellaloro presenza a Bologna. Alle 16 nella parrocchia di Santa MariaMadre della Chiesa Messa e Cresime. Alle 18 nella parrocchia del CorpusDomini affida la cura pastorale di

quella comunità a don StefanoZangarini.

SABATO 2 Alle 11 nella chiesa di San Girolamodella Certosa Messa per laCommemorazione dei fedeli defunti.

DOMENICA 3 Alle 10.30 a Sant’Agata Bolognese Messaper la riapertura della chiesa dopo ilterremoto e dedicazione del nuovoaltare. Alle 19 nella chiesa dei Santi Vitale eAgricola Messa nei Primi Vespri dellafesta dei Protomartiri.

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Unitalsi, una settimana di eventi e l’incontro col cardinale

ettimana molto intensa quella scorsa,per la Sottosezione Unitalsi di Bologna.Molti gli avvenimenti e tutti con esiti

entusiasmanti. Il primo, quello che hacolmato di gioia i partecipanti, è statol’incontro del cardinale Zuppi con gli amiciunitalsiani di don Libero. La sera del 17ottobre il Cardinale ha celebrato la Messanella chiesa di San Cristoforo, rievocando imomenti trascorsi a Lourdes con i malati e

S

gli operatori dell’Associazione, in particolarequello della «famosa» telefonata con la qualeun amico gli ha comunicato dell’annunciodi Papa Francesco all’ Angelus. Ha confessatonell’ introdurre la celebrazione: «In quelmomento mi è arrivata sulla testa una“pietrata” così forte che ancora mi duole».Ha poi aggiunto: «Con voi sofferenti el’Unitalsi si è ormai instaurato un duraturorapporto di amicizia che mi rende davverofelice di essere qui con voi». Una felicitànotata anche nel suo sguardo, quando undisabile gli ha donato a nome dell’Unitalsiun’antica borraccia di latta raffigurante ilSantuario e la Grotta di Lourdes, con laquale un tempo si attingeva l’acquaconsiderata miracolosa. Un dono moltogradito e messo in relazione con il pozzo diGiacobbe, dove Gesù chiese da bere allaSamaritana. L’incontro è proseguito all’uscitadalla chiesa con strette di mano e abbracci a

tutti, sotto lo sguardo compiaciuto delparroco don Isidoro Sassi. Si è poi conclusonel salone, con il saluto da parte delCardinale ai commensali in attesa della cenae alle signore che l’avevano preparata. Unaltro appuntamento che ha incontrato ilfavore del pubblico è stato il concerto «3Cori per l’Unitalsi», tenutosi nella chiesa diSanta Rita venerdì 18. Circa 500 ipartecipanti, applauditissimi i cori: Euridice,Polifonica Santa Rita e Madre Foresti, direttirispettivamente da Pierpaolo Scattolin,Cristian Gentilini e Michele Ferrari. Altermine la presidente Unitalsi Anna MorenaMesini ha consegnato loro una targa ricordo.Molto gradito il ricco buffet offerto aconclusione della serata. Buono il ricavato,devoluto al Treno della Grazia dei bambini aLoreto. Domenica scorsa si è poi tenuta latradizionale Camminata in memoria di donLibero Nanni: la 14^ edizione ha visto la

partecipazione di oltre 100 persone chehanno assistito alla Messa, celebrata inoccasione del 50^ di sacerdozio damonsignor Arturo Testi e al pranzo che èseguito.

Roberto Bevilacqua

Zuppi ha celebrato la Messa perammalati e personale nella chiesa diSan Cristoforo e ha ricordato quandoa Lourdes ha ricevuto la notizia dellanomina di papa Francesco: «Uncolpo in testa», ha scherzato

Corso di logica al Veritatis con Tedescoinseguendo insieme «Il sogno di Leibniz»

Comincerà il 26 novembre dalle 18 alle 20all’Istituto Veritatis Splendor (via Riva di Reno57) il corso «Il sogno di Leibniz: avviamento allalogica simbolica» tenuto da Federico Tedesco,dottore di ricerca in Filosofia.

Avvicinandoci alla logica, la primadomanda da porre porre è se il ragionare

sia o meno un pregio cognitivo. Se osserviamoil Pensatore di Rodin, vediamo un uomo nudo,seduto da solo con postura fortemente ricurva,che si sostiene il mento con la mano, mentrefissa il vuoto tenendo lo sguardo in basso. Nellascultura, il ragionare, inteso come modod’essere dell’uomo, è chiaramenterappresentato come un travaglio cognitivodall’esito assai incerto. A questo puntointerviene la logica, che gli antichi non a casochiamavano ‘sostegno della scienza’. Più ingenerale la logica è il sostegno irrinunciabile ditutti gli uomini, perché tutti per natura

A

abbiamo una razionalità fallibile, e ciò nellavita ordinaria dà luogo a molte tensioniinterpersonali a causa del nesso ‘conclusione–persuasione–azione’. Attraverso la logica, lamente umana riesce a potenziare le suecapacità computazionali, e questo accadesoprattutto con la logica simbolica, nella qualeil ragionamento è domesticato al punto daconfigurarsi come un calcolo, per certi aspettimeccanico, algoritmico. Partendo dallamatematizzazione della logica che ha luogonell’ottocento ad opera di lungimirantimatematici quali Frege e Peano, spiegheròcos’è una lingua artificiale e perché Leibniz l’hasognata agli albori della modernità. Passerò poiai rudimenti dei calcoli proposizionale e deipredicati. Il focus del corso è l’acquisizione diuna migliora capacità ragionativa, da esercitaresia nell’ambito cognitivo (studio, ricerca,lavoro), sia nell’ambito relazionale.

Federico Tedesco

I 90 anni di monsignor Vincenzo Zarrier i suoi novant’anni monsignor Vincenzo Zarri, vescovoemerito di Forlì–Bertinoro, è stato festeggiato il 23 ottobre

anche da una delegazione di sacerdoti forlivesi, guidata dalvescovo monsignor Livio Corazza, che lo ha raggiunto nella Casadel Clero a Bologna, dove risiede da quando ha lasciato Forlì nel2006. Tra i sacerdoti pure il vicario generale monsignor PietroFabbri, e quello emerito, monsignor Dino Zattini. Era presenteanche il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, che haringraziato monsignor Zarri per il servizio che continua a svolgerenella diocesi felsinea.

P

Gottfried Wilhelm von Leibniz

Zuppi con un disabile dell’Unitalsi

Come iscriversi alle lezioni

Per il corso di Logica info ediscrizioni: Valentina Brighi c/oIstituto Veritatis Splendor, Tel.0516566239; E–mail:[email protected] Chiusura iscrizioni 19novembre; il corso verrà avviatocon un minimo di 10 iscritti.

La proposta:le parrocchiecollegiateil tema.Zuppi: «Operate e pensateviinsieme: una comunione "gratuita"»

Un momento dell’incontro del Consiglio pastorale diocesano, in Seminario

DI ROSA POPOLO

ella mattinata di sabato scorso si èritrovato, dopo la pausa estiva, ilConsiglio pastorale diocesano,

nominato nell’autunno scorso e compostoda tutti i Presidenti delle Zone pastorali, allapresenza del cardinale arcivescovo Zuppi edei vicari generali monsignor Stefano Ottanie monsignor Giovanni Silvagni . Tema all’ordine del giorno: l’ineditoprogetto delle Parrocchie Collegiate, che giànella lettera di convocazione del Consiglio sipresentava come un’importante novità e chepoi, nel giro di pochi istanti, ha provocato,nell’assemblea, una vivace curiosità diffusafra tutti i presenti. Nelle battute iniziali il cardinale Zuppi ci haesortato ad operare e pensarci insieme, inuna comunione fondata sulla gratuità e nonsul funzionalismo, invitandoci a guardarealle Zone Pastorali non come alla tattica disopravvivenza all’emergenza del momento,ma come al luogo di ricchezza ed unionedelle diversità, in una responsabilitàcondivisa. Subito dopo monsignor Ottani ha iniziato adelineare con più precisione il progetto dellaParrocchia Collegiata (il nome deriva dalluogo in cui c’era il capitolo dei Canonici, ilCollegio delle antiche chiese collegiate), unnuovo soggetto ecclesiale costituitodall’insieme delle parrocchie, comunità eluoghi di culto di un territorio: «Non si trattadi accorpare le parrocchie – ha spiegato –ma la missione è molto più ampia: favorirela comunione nella Zona in una rinnovatacollaborazione fra preti e laici». Poi monsignor Silvagni ha sottolineato unaspetto fondamentale di questa nuovastruttura: dovrà riuscire a garantire l’identità e

Nla continuità delle comunità nel tempo,grazie soprattutto ad un processo disnellimento amministrativo, cioè attraversol’alleggerimento e la semplificazione di tantiiter burocratici che oggi appesantiscono leattività parrocchiali e gravano soprattutto suiparroci. La Parrocchia collegiata ha infatti lacaratteristica di riunire tutti gli enti giuridiciche la compongono in un unico ente, con unsolo legale rappresentante o amministratoreo parroco (con un unico codice fiscale, unsolo contratto assicurativo, un soloresponsabile per la sicurezza, un’unicaarchiviazione dei dati, eccetera). Tutto ciòperché l’aspetto burocratico e giuridico nonpuò e non deve essere l’aspettopredominante alla base di una comunitàpastorale. Al contrario, sono i luoghi delloSpirito, la vita stessa della comunità, chedevono prevalere e reggere il tutto.

In una vivace e numerosa successione,quasi a raffica, ci sono stai poi gli interventidei Presidenti delle Zone, con domande edubbi su questo nuovo progettodiocesano. Tra le questioni più dibattute: iltema delle canoniche disabitate, la nuovacollaborazione tra preti, laici e lacollegialità, la turnazione per lecelebrazioni domenicali in mancanza delsacerdote, la solitudine dei sacerdoti e lapreoccupazione per il disorientamentodelle persone davanti a questa nuova realtàecclesiale. L’Arcivescovo ha quindi ribadito la granderesponsabilità e la forte opportunità delConsiglio pastorale diocesano in questoprocesso di cambiamento, e concludendoha insistito sul concetto di collegio (corpodi persone unite) costituito sempre da tuttele comunità della Chiesa di un territorio.

Una Messa a Marzabottoa Zona Pastorale di Sasso Marconi –Marzabotto oggi alle 10.30, con una so-

lenne concelebrazione eucaristica presie-duta da monsignor Alberto Di Chio e daiparroci della Zona commemorerà le vitti-me della strage di Monte Sole. Monte So-le, infatti, si trova nel territorio della ZonaPastorale. 770 furono coloro che trovaro-no la morte per mano dei nazisti nei terri-tori di Marzabotto, Monzuno e GrizzanaMorandi. Fra loro vennero trucidati tre sa-cerdoti diocesani: don Giovanni Fornasini,don Ubaldo Marchioni, don FerdinandoCasagrande e due religiosi: don Elia Comi-

ni, salesiano e Padre Martino Capelli, deho-niano. Anche Suor Maria Fiori, Maestra Pia,venne uccisa insieme a 50 persone. Al ter-mine della Messa, nella sala parrocchialedi Marzabotto verrà proiettato il docu-mentario «I luoghi di don Giovanni Forna-sini» opera del professor Massimiliano Bel-luzzi, e presentato il volume: «I sacerdoti,i religiosi e le comunità martiri di MonteSole», con un cd che riproduce più di 300diapositive. Queste due ultime opere, edi-te dalla stessa Zona Pastorale, sono stateprodotte dai professori Giancarlo Giova-gnoni e Bruno Sidoli, già docenti all’Istitu-to Comprensivo di Marzabotto.

L

na delle esperienze più arricchentiche le nostre comunità vivono è l’ac-

coglienza e l’accompagnamento di adultiche chiedono di diventare cristiani. È un do-no sia per i catecumeni che anche per tut-ta la Chiesa, in quanto ci fa riscoprire con-cretamente la chiamata di Dio per tutti al-la comunione con lui attra-verso diverse e imprevistemodalità: un incontro ca-suale, alcune domande, unfamiliare, un’esperienza si-gnificativa, un dolore…Pervie che solo Dio conosce, tan-ti adulti «udito l’annunziodel mistero di Cristo e per lagrazia dello Spirito Santo cheapre loro il cuore, consape-volmente e liberamente cer-cano il Dio vivo e iniziano illoro cammino di fede e diconversione»; cammino chesi svolge «con una certa gra-dualità in seno alla comu-nità dei fedeli… che li inco-raggiano con il loro esempioa corrispondere più generosamente allagrazia dello Spirito Santo» (dall’introdu-zione del «Rito dell’iniziazione cristiana de-gli adulti»). Invito pertanto i parroci dei ca-tecumeni, che hanno già compiuto un pri-mo tempo di catechesi ed evangelizzazio-ne a comunicare al più presto i nominati-vi e a presentare la domanda scritta a me,Vicario per l’Evangelizzazione. Anche il ca-tecumeno è invitato a presentarsi, espri-

mendo la richiesta di ricevere i sacramen-ti dell’iniziazione cristiana, richiesta chediventa anche occasione di confronto sulcammino percorso. Per prepararci bene avivere questo dono invito parroci, catecu-meni e catechisti sabato 16 novembre al-le 10 nella Sala Bedetti dell’Arcivescovado

per un incontro di cono-scenza e di formazione. Ri-cordo che normalmente isacramenti dell’iniziazionecristiana sono celebrati dal-l’Arcivescovo in Cattedralela notte di Pasqua. I sacra-menti possono essere cele-brati nella comunità par-rocchiale solo con l’auto-rizzazione dell’Ordinario.Potete contattare diretta-mente il sottoscritto al se-guente indirizzo mail: [email protected] questo anno siamo tuttichiamati ad imitare Gesùche ha saputo sedersi al

pozzo ed incontrare la sete della donna sa-maritana: sia occasione per tutti di sco-prire il desiderio di tanti nostri fratelli e so-relle di incontrare Gesù. Auguriamo a tut-ti i catecumeni, sacerdoti, catechisti e co-munità, di crescere nella fede del Signorecrocifisso e risorto che ci sostiene e illumi-na la nostra vita.

Pietro Giuseppe Scotti, vicario episcopale per l’Evangelizzazione

U

Momento diapprofondimento e confronto nelcammino versoil Battesimo

Ha incontrato il favore delpubblico il concerto «3 Cori perl’Unitalsi», nella chiesa diSanta Rita. Circa 500 i parte-cipanti, applauditissimi i cori:Euridice, Polifonica Santa Ritae Madre Foresti. E 100 personealla camminata per don Libero

Monte Sole

Vescovi e sacerdoti con monsignor Zarri; al centro il cardinale Zuppi

Il Battesimo di Cristo

Sabato scorso si è riunitodopo la pausa estiva ilConsiglio pastoralediocesano, presieduto dal

cardinale con la presenzadei due vicari generaliAl centro un’idea illustratada monsignor Ottani

Catecumeni, incontro il 16 novembre

vita ecclesiale4 BOLOGNASETTE

Domenica27 ottobre 2019

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i conclude oggi la primatappa della Visita pastoraledell’arcivescovo Zuppi, nella

Zona pastorale di CastelfrancoEmilia. Stamattina alle 8.30 sonopreviste le Lodi nella ChiesaSanta Maria Assunta, seguitedalla Messa conclusiva delle 10.La Visita del cardinale allacomunità era iniziata lo scorsogiovedì 24, con l’accoglienza daparte dei bimbi dell’asilo diPiumazzo e dalla comunità dellaZona pastorale di CastelfrancoEmilia. L’arcivescovo si è lasciatoaccompagnare con grandeemozione, vissuta grazie allacollaborazione di tutte le

comunità coinvolte. «Comeinfatti il corpo, pur essendo uno,ha molte membra e tutte lemembra, pur essendo molte,sono un corpo solo, così ancheCristo». Parte così la lettera aiCorinzi sulla quale il cardinaleha tenuto la sua «lectio».Momento bello, quello digiovedì nella chiesa di SanGiacomo. La presidente dellaZona pastorale, Rita Bovo, haaccolto il cardinaleomaggiandolo con unsacchettino contenente 416granellini di senape, quante sonole comunità parrocchiali delladiocesi. Terminato il saluto, il

cardinale è stato accompagnatoal Santuario della Madonna dellaProvvidenza, recentementeristrutturato dopo il sisma del2012, per un momento diaffidamento alla Madonna perpoi procedere verso la piccolafrazione di Cavazzona. «Se saretequello che dovete essere,metterete fuoco in tutto ilmondo». Questo il titolo dellaveglia vocazionale missionariache ha animato la prima seradella visita. Il programma, neigiorni seguenti, ha seguito unintenso alternarsi di momenti dipreghiera: le Lodi a Manzolino eRastellino, le Messe a Panzano,

alla casa di riposo «DeliaRepetto» di Castelfranco, visitealle scuole materne di Manzolinoe Riolo, con le realtà sportive,alla casa della salute diCastelfranco, la benedizione delprogetto «Casa delle mamme SanMaurizio» a Recovato, il pranzocon gli ospiti della Casa famiglia«L’abbraccio» di Castelfranco,l’incontro con i sacerdoti dellaZona. Incontri intensi e gioiosicon i bambini delle elementari,medie e con i giovani. Lecolazioni e le cene nellecomunità, la passeggiata almercato, l’incontro con lepersone. Ultimo momento

insieme, le Lodi e la Messaconclusiva, partecipata da unaZona Pastorale diversa efrastagliata, ma che si è messa ingioco per iniziare un nuovocammino. «Nelle visite nessunotorna come era prima. Tuttitorniamo a casa cambiati – hadetto il cardinale –. Questa visitaci aiuterà a capire chi siamo, acapire di più le cose che facciamoe anche a scegliere, a cambiare, acrescere, a guardarci di piùintorno, ad ascoltare». Nelprossimo numero di BolognaSettee 12Porte, un reportagecompleto della visita.

Caterina Lai

S

Padre Marellaraccoglie le

elemosina aBologna,

all’incrocio fra viaCaprarie e via

Calzolerie (fotoWalter

Breveglieri)

DI MARCO PEDERZOLI

redo che una belladefinizione di padreMarella, sia quella

che lo distingue come untestimone ed un intellettuale,che ha trovato nella carità lavia maestra». Così il cardinaleMatteo Zuppi si è espresso loscorso mercoledì, nella Saladello «Stabat Mater»dell’Archiginnasio in occasionedel convegno «L’ostinazionedella carità». Fra gli interventidella tavola rotonda,organizzata dall’Università diBologna e dall’Opera «PadreMarella», l’arcivescovo si è

rivolto proprio a quest’ultimaringraziandola per«l’instancabile servizio cheprestate agli ultimi. Acinquant’anni dalla morte didon Olinto non solo ne tenetevivo il ricordo fra i bolognesi,ma continuate a diffonderequella solidarietà che ancoraoggi è valore indispensabile afronte delle sfide che Bolognavive». Organizzata nell’ambitodel Festival internazionaledella Storia, alla tavolarotonda hanno partecipatoanche due docenti universitaridi storia della Chiesa. AlbertoMelloni, docente all’Universitàdi Modena e Reggio Emilia e

Umberto Mazzone dell’AlmaMater hanno offerto unospaccato dei primi anni delsecolo scorso, principio diquella lotta «antimodernista»che ebbe nell’Enciclica«Pascendi» di papa Pio X il suoatto d’inizio. «Marella sicolloca storicamente in quellagenerazione di uomini di Dioche, all’inizio del XX secolo,furono letteralmenteperseguitati dalla Chiesa – haspiegato Melloni –. Troppospesso la sospensione «adivinis» del padre risulta quasiun’anticipazione indoloredella santità del soggetto,mentre per lui significò

quindici anni di grandesofferenza perché impedito neisuoi doveri sacerdotali».Domandandosi il perché delsuccesso di don Marella nelcuore e nelle coscienze deibolognesi, Melloni ha messoin risalto la «credibilità cheaccompagnava ogni gesto del

Servo di Dio. Sostantivo che sialimentava e si reggeva suun’esigenza di fede che –conclude – fortunatamenterisultò chiara al cardinaleNasalli Rocca quando, nel ‘24,gli revocò la sospensione».Eppure, ha fatto notareUmberto Mazzone nel suointervento, «di Olinto Marellanon risulta alcuna attivitàcontraria all’ortodossiacattolica. Nessunadisobbedienza ai superiori,nessuna visione teologicapotenzialmente eretica». Lasua amicizia con RomoloMurri o la partecipazione adalcune conferenze tenute da

pensatori guardati consospetto Oltre Tevere, secondoMazzone, è in definitivainsufficiente a spiegare unprovvedimento tanto gravecome una sospensione «adivinis». «Guardando ai primianni della sua vita in quel diPellestrina – ha evidenziatoMazzone – possiamo notareun’attività intensa di Olinto edel fratello. Il primo in sensoreligioso e sociale, il secondoin ambito politico. Il sindacodel tempo, vicino al vescovo diChioggia, pare non gradisseparticolarmente questatipologia di attività e, non è daescludere, che questo abbia

giocato un ruolo nei destini didon Olinto. E’ in ogni casouna certezza – ha concluso –che il clima di sospetto deiprimi del ‘900 abbia segnatoprofondamente la Chiesa,soprattutto italiana». Presenteall’incontro anche ilcaporedattore dell’«Avvenire»,Riccardo Maccione, che haportato alla platea diversiesempi di santità natedall’incontro e dall’aiutoprestato agli ultimi, oltre chealla sottolineatura «dellaconsonaza di vedute fra padreMarella e papa Francesco, chevedono nella scelta dei poveriil cuore stesso del Vangelo».

È importantesottolinearela consonanzadi vedute frail Servo di Dio e papa Francesco,che focalizzanonella sceltadei poverinon un’operazione di «marketing»,ma il cuore stessodel Vangelodi Cristo

A sinistra, un momento delle Lodi di venerdì mattina nella chiesa di San Bartolomeo di Manzolino (foto: E. Silvestri)Al centro, un momento di preghiera al Santuario della Madonna della Provvidenza di Pimazzo (foto: F. Di Tempora)Qui accanto, l’arcivescovo al mercato di Castelfranco(foto: E. Silvestri)

L’Opera di donOlinto e l’AlmaMater si sonoritrovate sulla figuradel prete venetoall’Archiginnasio

Stamattina alle 8.30 sono previstele Lodi nella chiesa parrocchialedi Santa Maria Assunta, seguitedalla Messa conclusiva alle 10presieduta dal cardinale

L’«ostinazione» di padre Marella:«Trovò nella carità la via maestra»

Oggi la chiusura della Visita pastorale a Castelfranco

primo piano BOLOGNA 5SETTE

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L’Offertorioha mostratouno spaccatodella presenzainternazionaledei cattoliciin città

I vicari generali,monsignoriStefano Ottani e Giovanni Silvagni,hanno affiancatol’arcivescovo sindall’ingresso nella chiesa dedicataal Patrono

A ricevere e omaggiare il neo porporato non sono mancati i rappresentanti delle numerose comunità cristiane presenti sul territorio dell’arcidiocesi

L’abbraccio fra l’arcivescovo Zuppie Yassine Lafram, già presidente dellaComunità islamica di Bologna e oraa capo dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche italiane

Anche gli abititradizionalie i sorrisidei bolognesiprovenientida altre nazioni,religioni e culturehanno accoltol’arcivescovoMatteo Zuppiin San Petronio

Il massimo tempio cittadino,visto dal coro, offre un colpod’occhio eloquentesull’accoglienza riservatadalla diocesi al suo cardinale

Fra sguardi e sorrisi per il cardinalegli scatti.Una moltitudineeterogenea insieme per Zuppi

Uno dei tanti momenti di salutogioioso dei fedelibolognesicol cardinaleZuppi, primadell’iniziodella Messa

Sono stati tantissimi gli ammalati,accompagnatidall’Unitalsi,che hanno affollatole prime filedella grande basilicain occasione dellasolenne celebrazione

rosegue anche questa settimana lagalleria di scatti che hannocontraddistinto la solenne celebrazione

Eucaristica dello scorso 13 ottobre, la primacelebrata dall’arcivescovo Matteo Zuppi dopola sua creazione cardinalizia. Nella basilica diSan Petronio sono stati moltissimi i volti, isorrisi e gli sguardi di quanti hanno volutorendere omaggio al nuovo cardinale. Tanti isemplici fedeli, provenienti da ogni angolo

dell’arcidiocesi, ma anche i rappresentati dellealtre religioni presenti in città. Con loro anchele delegazioni delle Chiese cristiane etantissimi ammalati, giunti nelle prime file delmassimo tempio cittadino grazie all’ausiliodell’Unitalsi. Sul canale televisivodell’arcidiocesi «12Porte» è disponibile ilvideo integrale della celebrazione, ma ancheun significativo numero di servizi dedicati allagiornata e ai giorni del Concistoro. (M.P.)

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album6 BOLOGNASETTE

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Nella parrocchia dei Santi Vitale e Agricola in Arena si celebra la festa dei patroni, Protomartiri della Chiesa bologneseSu quali canali e a che ora è possibile vedere «12Porte», il settimanale televisivo della nostra diocesi

diocesi«LOVE IN PROGRESS». Inizia oggi alle 17«Love in progress», il cammino di crescitaper giovani coppie fra i 18 e i 28 anni,proposto dagli Uffici per la pastorale dellafamiglia e dei giovani, insieme con l’Azionecattolica. Ogni incontro prevede confrontie dialoghi, poi analizzati alla luce dellafede cristiana, e si svolge nella parrocchia diSanta Maria di Baricella (piazza Carducci7). Per info:[email protected]

parrocchie e chieseSANTI VITALE E AGRICOLA. Nella parrocchiadei Santi Vitale e Agricola in Arena sicelebra la festa dei patroni, Protomartiridella Chiesa bolognese. Domenica 3novembre, vigilia della festa, alle 18.30Primi Vespri dei Martiri e alle 19 Messa conCresime presieduta dal cardinale MatteoZuppi. Lunedì 4 novembre Messe alle 8.30e 10.30, alle 18.30 Secondi Vespri deiMartiri e alle 19 Messa.CORPUS DOMINI. La parrocchia del CorpusDomini si prepara ad accogliere il nuovoparroco don Stefano Zangarini. Oggi alle19 veglia di preghiera per ringraziare ilSignore per don Aldo Calanchi, parroco per27 anni e per don Zanagarini che si accingea cominciare il suo ministero. Venerdì 1novembre il cardinale Zuppi conferirà lacura pastorale a don Stefano; seguirà laMessa del nuovo parroco e, nella Salapolivalente, la cena insieme.SAN CRISTOFORO. Si conclude oggi nellaparrocchia di San Cristoforo (via Nicolòdall’Arca 71) il «Mercatino della solidarietàdi cose antiche e usate», il cui ricavato saràper le Missioni. Orari di apertura: 9.30–13. SAN SEVERINO. Oggi dalle 9 alle 12 nellaparrocchia di San Severino (Largo Lercaro3), nei locali al primo piano, sarà aperto ilmercatino di oggettistica «Modernariato» e«Cose dei nonni». Il ricavato andrà a favoredelle opere caritative parrocchiali. FIESSO. Nella parrocchia di San Pietro diFiesso (Castenaso) venerdì 1 novembre, inoccasione del 20° anniversario dellaDedicazione della chiesa, alle 10 Messa conCresime e alle 21 Concerto gospel e nonsolo, con il Coro Gianni Ramponi SanPietro di Fiesso. Il ricavato andrà a favoredei bimbi delle suore Missionarie dellafanciullezza, dell’Equador e del Perù.SCUOLA DI PACE. Si conclude domani alle

20.45 nella Sala Ilaria Alpi a Crevalcore (viaPersicetana 226) la «Scuola della pace»delle parrocchie di Crevalcore, Sant’Agata eSammartini. Don Matteo Prodi parlerà de«L’evangelizzazione del sociale a partire dalmagistero di Papa Francesco».

spiritualità CENACOLO MARIANO. Dal 4 all’8 novembrenel Cenacolo Mariano di Borgonuovo diSasso Marconi, Esercizi spirituali marianiper sacerdoti, diaconi e religiosi, sul tema:Dal «Tu chi sei»; al «noi chi siamo?»;guidati da padre Giancarlo Bruni, dei Servidi Maria.

società12PORTE. Ricordiamo che «12Porte», ilsettimanale televisivo dell’arcidiocesi èconsultabile sul proprio canale di«Youtube» (12portebo) e sulla propriapagina Facebook. In questi due social èpresente l’intero archivio della trasmissionee sono inoltre presenti alcuni servizi extra,come alcune omelie integralidell’arcivescovo Matteo Zuppi ed alcunifocus circa la storia e le istituzioni dellaChiesa petroniana. Approfondimenti che, amotivo delle esigenze di programmazionedella rubrica, non possonoessere inseriti nello spaziotelevisivo. È possibilevedere 12Porte il giovedìsera alle 21.50 su Tele PadrePio (canale 145); il venerdìalle 15.30 su Trc (canale14), alle 18.05 su Telepace(canale 94), alle 19.30 suTelesanterno (canale 18),alle 20.30 su Canale 24(canale 212), alle 22 su E’tv–Rete 7 (canale 10), alle23 su Telecentro (canale71); il sabato alle 17.55 suTrc (canale 15) e ladomenica alle 9 su Trc(canale 15) e alle 18.05 suTelepace (canale 94). Gliorari sono passibili dimodifica nelle varieemittenti per esigenze dipalinsesto.GAIA EVENTI. L’Associazione «Gaia Eventi»propone domenica 3 novembre «GiosuèCarducci e la “sua” Bologna». La reginaMargherita volle garantire ai bolognesi e atutti gli italiani la possibilità di conoscereappieno la vita e le opere del grande poeta.La sua fu una donazione che permette atutti, ancor oggi, la possibilità di entrarenell’ultima casa in cui visse Carducci e diammirare gli oggetti che gli furono cari e ilibri di cui volle circondarsi, e di assaporarel’atmosfera degli anni a cavallo tra ‘800 e‘900. Tutto è rimasto immutato: memorie,omaggi, oggetti e ricordi unici. Inoltre,visita al giardino monumentale dovecampeggia l’opera di Leonardo Bistolfi.

Appuntamento alle 10 in piazza Carducci.Costo 10 euro. Durata: 1h30. Accesso epartecipazione consentita a massimo 20persone. Per info e prenotazioni:[email protected] oppure tel. 0519911923 (lun–ven 10–13).POLISPORTIVA VILLAGGIO DEL FANCIULLO.Sono iniziati nella palestra dellaPolisportiva Villaggio del Fanciullo i corsi(con prove gratuite) di attività fisicaadattata per alterazioni croniche dello statodi salute e per la prevenzione secondaria eterziaria delle disabilità: lombalgia, artrosi,cardiopatie, obesità, osteoporosi, pazientipost trapianti. L’attività fisica adattata(AFA) è un’attività non sanitaria rivolta apersone affette dalle sopraelencate

patologie al termine del percorsoriabilitativo, per mantenere le funzionalitàrecuperate. Il corso è tenuto da laureati inScienze motorie. Per prenotare una provacontattare la segreteria allo 0515877764;per info più dettagliate o relative aspecifiche attività telefonare in orario diapertura o scrivere [email protected] o conWhatsApp al 3357189712, oppure tramitela pagina dei contatti sul web dellaPolisportiva

associazioni e gruppiUNIONE CAMPANARI BOLOGNESI. Oggi dalle9 a Selva Malvezzi si svolge la «Gara delleCoppe» 2019, organizzata dall’Unionecampanari bolognesi in collaborazione conla parrocchia di Santa Croce di SelvaMalvezzi. Una sfida fra gli appassionatidell’arte campanaria che contraddistingueil capoluogo emiliano i quali, divisi insquadre composte da quattro persone, siaffronteranno nelle diverse categorie delconcorso. Alle 12 sospensione della garaper la celebrazione della Messa, inmemoria dei campanari defunti. Altermine, pranzo comunitario.VAI. Il Volontariato assistenza infermicomunica che il prossimo appuntamentosarà martedì 29 nella Cappella al 12°piano dell’Ospedale Maggiore. Alle 20.30Messa celebrata da padre Geremia; seguiràincontro fraterno.UNITALSI. Oggi a Villa Pallavicini (viaMarco Emilio Lepido 196), l’Unitalsi diBologna organizza una grande «polentata».Alle 10.30 accoglienza; alle 11 Messa; alle12.30 polentata e pesca di beneficenza.SAV. Il Servizio accoglienza alla Vita onluspromuove un Mercatino natalizio, a favoredelle mamme assistite e dei loro bambini,che si terrà nell’Oratorio dei Teatini (StradaMaggiore 4) giovedì 31 ottobre, venerdì 1,sabato 2 e domenica 3 novembre conorario continuato 10 – 19. Troverete: tessutie pizzi della nonna, modernariato,oggettistica varia, biancheria dipinta,decorazioni natalizie e piccoli manufattiprodotti dalle volontarie per finanziare leattività del Sav. «LA VIGNA DI RACHELE». Dall’8 al 10novembre si terrà a Bologna il Ritirod’autunno de «La vigna di Rachele». Ilpercorso, che gode dell’approvazione ecclesiastica, accoglie donne, uomini ecoppie che portano il dolore emozionale espirituale dell’aborto volontario oterapeutico. L’appuntamento di tre giornisarà guidato da un’équipe di persone chehanno fatto il proprio percorso per risanarel’esperienza abortiva, nella condivisionedelle storie personali, meditazione edesercizi con le Scritture, celebrazione deiSacramenti ed una Funzionecommemorativa. Contattare MonikaRodman Montanaro, responsabile Italia de «La Vigna diRachele», tel. 0997724518 ovignadirachele.org /index.html

spettacoli e musica«I RAGAZZI DI MARIELE». Martedì 29 alle20.30 nel Cinema Antoniano (viaGuinizelli 3) si terrà la proiezione inanteprima del film Tv «I ragazzi delloZecchino d’Oro» coprodotto da Rai Fictione Compagnia Leone Cinematografica per laregia di Ambrogio Lo Giudice (ex bambinodel Piccolo Coro dell’Antoniano diretto daMariele Ventre), che andrà in ondadomenica 3 novembre in prima serata suRai Uno.«LA VIA DELLA MUSICA». Oggi alle 17 nellachiesa dei Santi Vitale e Agricola in Arena(via San Vitale 50), nell’ambito de «La viadella musica. Concerti aperitivo» si terrà unomaggio ad Antonio Vivaldi («Le quattrostagioni») e a Johann Pachelbel (Canone inre maggiore). Eseguono: «I Solisti di SanValentino». Aperitivo a seguire.Prenotazioni: 3455001947.TEATRO FANIN. Al Teatro Fanin di SanGiovanni in Persiceto (piazza Garibaldi3c), oggi alle 17, i «Muffins spettacoli»presentano «Fiabe in concerto». Prezzounico 8 euro. Dalle 15.00 truccabimbi elaboratorio compresi nel prezzo delbiglietto. I bambini possono veniretravestiti da principi e principesse. Info: tel.051821388.FANTATEATRO. Sabato 2 novembre nelteatro «Biagi D’Antona» di Castel Maggiorealle 16.30 rappresentazione tatrale perragazzi di Fantateatro: «Il principeranocchio», l’incredibile storia di unaprincipessa disgustata all’idea di starevicino a un rospo, che scopre di avere infondo molte cose in comune con ilranocchio, come la passione per la lettura.Prevendite disponibili online suwww.vivaticket.it e nel circuito Vivaticket.

San Petronio. Le iniziative del mese di novembreper scoprire la basilica e i suoi tesori di arte e cultura

ante le iniziative organizzate dagli Amici di San Petronio, incollaborazione con «Succede solo a Bologna» per scoprire la Basilicae i capolavori di arte e cultura che custodisce. Sabato 2 novembre

alle 15 «L’organo più antico del mondo», visita all’organo di Lorenzo diGiacomo da Prato del 1475, considerato l’organo più antico a registriindipendenti. La visita sarà condotta da una guida e dal Maestro diCappella, che illustreranno le particolarità dello strumento, eseguendoalcuni brevi brani musicali. Sabato 9 novembre sempre alle 15 Visitaguidata alla Basilica, un viaggio attraverso la storia che ha reso SanPetronio uno dei monumenti più prestigiosi e significativi di Bologna. Iportali di Jacopo della Quercia, la Cappella Bolognini, la meridiana, gliorgani: un eccezionale patrimonio da scoprire. Sempre sabato 9 alle 9.30«La meridiana più lunga del mondo», visita di Giovanni Paltrinieri,esperto di orologi solari e meridiane. Altre visite sono previste sabato 16novembre alle 15 alle campane di San Petronio con i Maestridell’Unione Campanari dolognesi ed il 23 novembre alle 16 con«Scoprire il sottotetto». Info e prenotazioni: basilicadisanpetronio.org

T

Scienza e Fede. «Il miracolo eucaristico di Bolsena:un panorama storico» all’Istituto Veritatis Splendor

l miracolo eucaristico diBolsena: un panoramastorico» è il tema che sarà

affrontato martedì 29 alle 17.10in videoconferenza all’IstitutoVeritatis Splendor (via Riva Reno57). A dipingere il quadro storico,il docente dell’Università Europeadi Roma Gianluca Casagrande indialogo con padre Rafael Pascual,legionario di Cristo. A pensare eorganizzare la lezione è l’Ateneopontificio Regina Apostolorumche, insieme ad Ivs, l’ha inseritanell’ambito del master in Scienzae fede. Attivato dall’Ateneoromano e rivolto a chi desidera

approfondire il rapporto scienza efede, il master indaga un tema,appunto quello del rapporto trascienza e fede, con cui ci si deveconfrontare sempre più spesso.Inoltre, vede la collaborazionecon l’Ivs le cui aule sono adisposizione dell’ateneo romanoquale sede a distanza, così datrasmettere lezioni e conferenzein modalità interattiva. Perinformazioni e iscrizioni: tel. 0516566239; fax 051 6566260, e–mail:[email protected] oppure www.veritatis–splendor.it

Fanin. Il 4 novembre71 anni dalla morte

unedì 4 novembre cadrà il 71°anniversario della morte diGiuseppe Fanin. Ormai da

alcuni anni il ricordo viene fattonormalmente nella parrocchia ove ilServo di Dio viveva: San Giacomo di

Lorenzatico. Si desidera così sottolineare come siaimportante anche oggi che le comunità ecclesiali sianoluoghi ove attingere i valori cristiani da testimoniarenell’ambito sociale e civile. Ci ritroveremo quindi nellachiesa di Lorenzatico alle 20.30 per la Messa presiedutada don Simone Nannetti, assistente ecclesiastico delMovimento cristiano lavoratori. Saranno presentirappresentanti dei vari movimenti e associazioni. Inprecedemnza, alle 15 ci raduneremo per la recita delRosario presso il cippo in via Biancolina, che ricordaove avvenne l’aggressione a Fanin. Nella serata didomenica 3 novembre, alle 21, al quarto piano delPalazzo Fanin a San Giovanni in Persiceto, a cura deilocali Circoli Mcl e Acli, ci sarà la proiezione delcortometraggio «I migliori anni della nostra vita», sullavita di Giuseppe Fanin, prodotto dalla diocesi diBologna lo scorso anno.

Giovanni Fanin

L

«Papa Giovanni XXIII»Per i bambini mai nati

erdere un figlio è uno dei dolori piùgrandi. Ci sono vite che ancor prima

di essere generate, regalano tanta gioiaperché attese, e allo stesso tempo tanto do-lore perché perdute precocemente. Nonimporta quale sia il motivo, se sia stato

naturale o procurato. C’è bisogno di con–solazione, di dar vo-ce ai tanti genitori, nonni, fratelli che nel cuore hanno una vi-ta così breve. Anche la legge italiana se n’è fatta carico: l’art.7 del Dpr 285/90 prevede che per la sepoltura dei bambininati morti o morti prima di nascere (anche di presunta età in-feriore a 20 settimane) si osservino le stesse norme che per u-na persona già nata. È quindi facoltà dei «parenti o chi per es-si» (non solo dei genitori) presentare all’Ausl domanda di sep-pellimento, entro 24 ore dall’uscita dal grembo. Una delle pro-poste che la Comunità Papa Giovanni XXIII fa da quasi 20 an-ni è l’appuntamento dell’1 novembre, alla Certosa di Bolognae altri cimiteri. Un momento in cui, con tutta la riservatezzadel caso, si può iniziare/continuare il percorso di elaborazio-ne del lutto in modo condiviso. Ci si troverà alle 11.50 pressola chiesa di San Girolamo e da lì si raggiungerà il Campo deibambini mai nati. Quest’anno ci sarà anche «Una culla per lavita» realizzata da Amci, ospitata dalle Minime dell’Addolora-ta e gestita con diverse associazioni. Info: 800035036.

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Carmelitane, 400 anni in città

Messa del cardinale

i conclude il 4° centenario della pre-senza a Bologna delle monache Car-melitane Scalze. Venerdì 1 novembre

alle 10.30 nella Cappella del Monasterodel Cuore Immacolato di Maria (via Sie-pelunga 51) il cardinale Zuppi presiederàla solenne celebrazione eucaristica perl’anniversario. Già nel 1617 il cardinal Lu-dovisi, desideroso di accogliere le Car-melitane nella diocesi affermava: «Questaè un’impresa molto santa, e col temposarà di grande aiuto per la nostra città».

S

Museo B. V. San Luca, conferenzal Museo della Beata Vergine di San Luca (Piazza diPorta Saragozza 2/a), mercoledì 30 alle 18 verrà pre-

sentata l’originale ricerca di Nicola Ruo su una comu-nità della provincia e diocesi di Bologna, ricerca che haportato al libro: «San Giacomo del Poggetto. Storia di u-na comunità del forese», pubblicato in occasione dellariapertura al pubblico della chiesa arcipretale, dopo i la-vori di consolidamento post terremoto, e arricchito dauna presentazione del cardinale Matteo Zuppi. L’auto-re, conversando con il direttore del Museo FernandoLanzi, illustrerà la ricerca che ha portato alla realizza-zione del testo: il primo che presenta la millenaria vi-cenda storica di questo insediamento umano nella zo-na di San Pietro in Casale.

A

Premio Piccinini a Zamagnia Fondazione Piccinini, nata 20 an-ni fa per onorare la memoria del

chirurgo emiliano Enzo Piccinini, sce-glie ogni anno una personalità per ilPremio intitolato ad Enzo e destinatoad onorare i «maestri del nostro tempo»nei campi della cura, dell’assistenza edell’educazione. Il Premio 2019 è statoassegnato all’economista Stefano Za-magni, docente dell’Università di Bolo-gna, «padre» della legislazione italianasul volontariato e il Terzo Settore e scel-to dal Papa come presidente della Pon-tificia Accademia delle Scienze Sociali.

L

Assembleezonali

disponibile sulsito della diocesiall’indirizzo

https://www.chiesadibologna.it/vita–diocesana.html ilvideo di salutodell’arcivescovocardinale MatteoZuppi per leAssemblee zonali delnuovo anno pastorale.E’ possibile scaricare ilvideo direttamneteanche dal canale diYouTube di 12Porte(12portebo).

È

Gli anniversari della settimana

28 OTTOBRE Borzatta don Antonio (1953) Ghisellini don Enea (1958) Vignoli don Mario (1977) Vancini don Attilio (2013)

29 OTTOBRE Pullega don Antonio (1949) Borghi monsignor Gaetano (1966) Giovannini don Oliviero (1978) Benfenati don Giuseppe (2003)

30 OTTOBRE Azzolini don Salvatore (1963)

31 OTTOBRE Cicotti don Antonio (1947) Bicocchi don Antonio (1994)

1 NOVEMBRE Mezzetti don Cesare (1983) Carboni don Alfredo (1998) Peghetti don Adolfo (2018)

2 NOVEMBRE Poggioli don Paolo (1946) Castellini don Mario (1947) Resca don Enrico (1952) Pagnini don Guido (1971) Lenzi don Amedeo (1981) Garani don Luigi (2003)

3 NOVEMBRE Fortuzzi don Riccardo (1946) Pirazzini don Michele (1963) Sandri don Luigi (2006)

in memoria

Giuseppe Fanin

[email protected]

cinemaAUDITORIUM GAMALIELE via Mascarella 46 Nelle pieghe

del tempo3737843659 Ore 15.30 (ingr.gratuito)

ANTONIANO v. Guinizelli 13 Mio fratello051.3940212 rincorre i dinosauri

Ore 16 – 18I migliori annidella nostra vitaOre 20.15

BELLINZONA v. Bellinzona 6 Martin Eden 051.6446940 Ore 16 – 18.30 – 21

BRISTOL v. Toscana 146 Ermitage 051.477672 Ore 17.45

Pepe Mujica ore 19.30Maleficent 2 ore 21

CHAPLIN P.ta Saragozza Downton Abbey051.585253 Ore 16 – 18.30 – 21

GALLIERA v. Matteotti 25 Sole

051.4151762 Ore 16.30 – 19 – 21.30

ORIONE v. Cimabue 14 Manta Ray

ore 14.45Yuli –Danza e libertàore 16.30 Miserereore 18.30

PERLA v. S. Donato 38 Il traditore 051.242212 Ore 16 – 18.30 – 21 TIVOLI v. Massarenti 418 Il re leone051.532417 ore 16.30

E poi c’e’ Katherineore 18.30 – 20.30

CASTEL D’ARGILE (Don Bosco) v. Marconi 5 Toy Story 4 051.976490 ore 15

C’era una voltaa... HollywoodOre 17.30 – 21

CASTEL S. PIETRO (Jolly) v. Matteotti 99 Shaun, 051.944976 vita da pecora

Ore 16Jokerore 18 – 21

CENTO (Don Zucchini) v. Guercino 19 Yesterday051.902058 Ore 16 – 21 CREVALCORE (Verdi) p. Porta Bologna 13 Vivere

051.981950 Ore 18.30 – 20.30 LOIANO (Vittoria) v. Roma 35 Yesterday051.6544091 Ore 21 S. PIETRO IN CASALE (Italia) p. Giovanni XXIII Chiuso 051.818100 VERGATO (Nuovo) v. Garibaldi Joker 051.6740092 Ore 21

le sale della comunitàA cura dell’Acec–Emilia Romagna

Dal film «Joker»

notizie BOLOGNA 7SETTE

Domenica27 ottobre 2019

Page 8: Costruttori di speranza con i profughi siriani · scorsa nella Festa dei Popoli, Bologna ha dialogato con persone provenienti da varie realtà e che oggi costruiscono qui il proprio