Esauriti i posti letto...Via Aldini 74 (Mezzanino utilizzato per lo smistamento) Staz. Centrale...

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ML 4 CRONACA DI MILANO Domenica 4 Gennaio 2015 Corriere della Sera Emergenza siriani, 500 arrivi in 3 giorni Esauriti i posti letto Majorino: tutto il peso su Milano, governo assente I numeri «Emergenza Siria» comincia per il Comune di Milano il 18 ottobre 2013 Da allora i profughi transitati dai centri allestiti con il terzo settore sono stati 54 mila, di cui 14 mila bambini L’afflusso è rimasto costante e non è diminuito con l’inverno, come invece era accaduto nella stagione precedente Ieri notte le persone ospitate nelle 5 sedi attrezzati per l’emergenza sono state circa 500 La maggior parte è arrivata tra il primo gennaio (306 persone) e il 2 (203 persone) Poche decine, invece, i profughi che hanno chiesto assistenza ad operatori e volontari nel mezzanino della stazione Centrale ieri Con i nuovi sbarchi a Sud si prevedono a breve altri arrivi di massa Il racconto «Mio figlio non è lo scafista, arrestato per sbaglio» La madre di Rani e altri reduci dall’odissea della Blue Sky M: «Una vittima come noi» Gaggiano Peschiera Borromeo Baggio San Siro Assago Buccinasco Duomo Aeroporto di Linate Idroscalo MILANO A4 A50 A50 A51 La mappa della solidarietà Ecco la rete dei centri d’accoglienza per i profughi siriani d’Arco Ex Cie Via Corelli Casa Suraya Via Padre Salerio 51 Fratelli di San Francesco Via Saponaro 40 Fratelli di San Francesco Viale Isonzo 11 Progetto Arca Via Aldini 74 (Mezzanino utilizzato per lo smistamento) Staz. Centrale Piazza Duca d’Aosta 4 km Solo tre giorni dall’inizio dell’anno e i rifugiati siriani so- no già cinquecento. La pausa invernale che s’era registrata l’anno scorso di questi tempi, e che aveva dato un po’ di respiro alle strutture del Comune e del Terzo settore, nella stagione 2014-15 non c’è stata. «L’emer- genza è rimasta alta», confer- ma l’assessore alle Politiche so- ciali, Pierfrancesco Majorino. Perché la guerra in Siria con- tinua, la situazione nei campi profughi al confine, in Libano, Giordania e Turchia, è arrivata al limite. E, soprattutto, la rotta orientale, battuta dalle grandi navi mercantili capaci di resi- stere alle tempeste, s’è consoli- data, e riversa sulle coste italia- ne migranti a centinaia. Se gli scafi malconci dalla Libia con il freddo e le mareggiate non partono, dai porti turchi ci si imbarca facilmente, con il sup- porto di un’organizzazione da tempo oliata. Lo confermano, tra gli altri, Annamaria Lodi, presidente della cooperativa Farsi Prossimo, e Desio De Meo, responsabile di Casa Su- raya, che hanno accumulato una lunga esperienza: da di- cembre, la gran parte dei pro- fughi siriani indica di essere partita dalla Turchia. Il tour è il consueto: attraver- so le acque internazionali e il mare greco, quindi l’approdo a Sud, in questi giorni tra Puglia e Calabria. E il passaggio a Nord. Di propria iniziativa, con autobus o treno. Oppure con i pullman, in alcuni casi addirit- tura i charter, attrezzati dalle prefetture. Con i mezzi di Stato i punti di arrivo sono sparsi per il Paese. Qui vicino, per esem- pio, c’è la struttura della Croce Rossa a Bresso. Lo snodo resta, però, sempre la stazione Cen- trale di Milano. E il peso ritorna sempre sui centri comunali. Prendiamo il caso dei 797 sbarcati a Gallipoli, il 31 dicem- bre. Di questi, molti sono arri- vati da soli in Centrale, 160 ri- sultano trasportati a Bresso. Ma da lì, la grande maggioran- za è «evasa» appena ha potuto, e si è diretta in stazione (spesso in taxi). Nell’attesa di riorganiz- zare il viaggio verso il Nord Eu- ropa, quindi, anche i profughi presi in carico dallo Stato han- no finito per essere alloggiati nei cinque centri allestiti dal Comune, già allo stremo. Un folle gioco dell’oca in cui Roma non comunica con Milano. «Non c’è nessuna capacità di coordinamento nazionale — protesta Majorino — e dal go- verno nessuna significativa no- vità». Unico caso di collabora- zione resta il Cie di via Corelli, per il quale la convenzione con la prefettura è scaduta il 31 di- cembre «ma sarà prorogata»: continuerà a funzionare come centro di accoglienza. «Noi chiediamo un allargamento dei posti da 145 a 200». Il Co- mune ha recuperato in queste settimane 2.700 letti per senza- tetto e rifugiati. Ma tra piano freddo e afflusso di siriani, si rischia il collasso. Al caos contribuisce il foto- segnalamento che continua a essere casuale e parziale. Da quando nuove disposizioni (su pressione di Bruxelles) indica- no di prendere le impronte, una parte dei profughi viene portata negli uffici di polizia e registrata. Numerose testimo- nianze denunciano anche un uso eccessivo della forza. A. Cop. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul cargo Rani Sarkas, 34 anni, pescatore siriano. È stato fermato dalla polizia come presunto capitano della Blue Sky M, cargo di profughi dalla Turchia alla Puglia. A destra, è seduto nella stiva con gli altri passeggeri. A sinistra, bambini a Casa Suraya «Non è Rani lo scafista». La mamma è giorni che si dispera. La testa tra le mani, gli occhi lu- cidi, al tavolo della stanza dei bambini, nel centro di acco- glienza Casa Suraya, gestito dalla cooperativa Farsi Prossi- mo a Lampugnano, mostra le fotografia del figlio e chiede ai compagni di viaggio di testi- moniare: «Hanno preso lui, ma hanno sbagliato». A sostenere la sua versione è un gruppo nutrito di sopravvis- suti all’odissea della Blue Sky M, la nave moldava partita dal- la Turchia e abbandonata al lar- go della Puglia. Gli italiani l’hanno tratta in salvo il 31 di- cembre nel porto di Gallipoli e hanno poi smistato i passegge- ri, rifugiati siriani, nei centri del Paese. Non tutti. Rani è sta- to fermato dalla polizia, sospet- tato di essere il capitano del cargo. Come è successo? Feras in Siria di mestiere fa- ceva l’avvocato e del gruppo è quello che meglio riesce a met- tere in fila i fatti. Comincia dal principio: «Rani è uno di noi, un profugo». Borhan recupera dal cellulare alcune delle im- magini pubblicate ieri dal Cor- riere, che mostrano la pancia del mercantile carico di donne, uomini e bambini. «Il ragazzo con la felpa verde è Rani», se- duto tra i bagagli e gli stracci come gli altri ottocento. «Il capitano era un turco e non l’abbiamo mai visto — spiega Feras —, la cabina di pi- lotaggio era vietata. Con lui c’erano tre stranieri, che però parlavano arabo». Ultimate le operazioni di carico a largo di Mersin, «ci hanno chiesto se c’erano volontari». Uomini con una qualche competenza, me- dici, ingegneri, o anche gente di mare, capace di muoversi a bordo di una nave. «Non è stato difficile, perché in molti venia- mo dai villaggi della costa», continua l’avvocato: «Rani è un pescatore». Robusto, 34 anni, adatto al ruolo. «E si è offerto». con altri dieci, «controllavano la fila per il bagno, distribuiva- no il cibo, trasmettevano le co- municazioni». «L’ho fatto an- che io — aggiunge un ragazzo- ne con la barba —, era nell’in- teresse di tutti arrivare vivi». Dopo otto giorni in mare, però, è accaduto quello che è stato raccontato nelle cronache dalla Puglia: il cargo, che avrebbe dovuto fare rotta su Catania, è stato abbandonato con il pilota automatico inseri- to, l’equipaggio scomparso, i volontari ignari. «Rani addirit- tura era giù con noi in stiva a dormire quando ce ne siamo accorti». I primi momenti sono stati di panico, «poi siamo en- trati nella cabina di pilotaggio, abbiamo mandato messaggi di aiuto». Rani sapeva un po’ di inglese e di nuovo si è reso uti- le. «Ma ha dimenticato il cellu- lare accanto al timone». Sareb- be stato questo, dicono, il mo- tivo per cui le autorità italiane l’hanno individuato come capi- tano: «Ma immaginate un traf- ficante che viaggia con mam- ma, sorelle e fratelli e paga set- temila dollari per salire a bor- do?». © RIPRODUZIONE RISERVATA 797 i profughi scappati dalla Siria e caricati sulla nave mercantile Blue Sky M, salpata dalla Turchia e abbandonata in mare dagli scafisti di Alessandra Coppola Botteghino e Ufficio Promozione gruppi, studenti, insegnanti 02 55181377 - 02 55181362 [email protected] www.teatrocarcano.com Direzione artistica Sergio Fantoni Fioravante Cozzaglio SOCIO C I T T À Dal 7 al 18 gennaio Dal 21 al 25 gennaio Produzione TEATRO STABILE DI BOLZANO PIRANDELLO LA VITA CHE TI DIEDI Patrizia Milani KATAKLÒ Athletic Dance Theatre e MITO srl presentano KATAKLÒ in PUZZLE Una creazione Kataklò Athletic Dance Theatre Ideazione e direzione artistica Giulia Staccioli Carlo Simoni Regia Marco Bernardi

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ML4 CRONACA DI MILANO Domenica 4 Gennaio 2015 Corriere della Sera

Emergenza siriani,500 arrivi in 3 giorniEsauriti i posti letto Majorino: tutto il peso su Milano, governo assente

I numeri

«Emergenza Siria» comincia per il Comune di Milano il 18 ottobre 2013

Da allora i profughi transitati dai centri allestiti con il terzo settore sono stati 54 mila, di cui 14 mila bambini

L’afflusso è rimasto costante e non è diminuito con l’inverno, come invece era accaduto nella stagione precedente

Ieri notte le persone ospitate nelle 5 sedi attrezzati per l’emergenza sono state circa 500

La maggior parte è arrivata tra il primo gennaio (306 persone) e il 2 (203 persone)

Poche decine, invece, i profughi che hanno chiesto assistenza ad operatori e volontari nel mezzanino della stazione Centrale ieri

Con i nuovi sbarchi a Sud si prevedono a breve altri arrivi di massa

Il racconto

«Mio figlio non è lo scafista, arrestato per sbaglio»La madre di Rani e altri reduci dall’odissea della Blue Sky M: «Una vittima come noi»

Gaggiano

PeschieraBorromeo

Baggio

San Siro

Assago

Buccinasco

Duomo

Aeroportodi Linate

Idroscalo

M I L A N O

A4

A4

A50A50

A51

La mappa della solidarietàEcco la retedei centrid’accoglienzaper i profughisiriani

d’Arco

Ex CieVia Corelli

Casa SurayaVia PadreSalerio 51

Fratellidi San FrancescoVia Saponaro 40

Fratellidi San FrancescoViale Isonzo 11

Progetto ArcaVia Aldini 74

(Mezzaninoutilizzatoper losmistamento)

Staz. CentralePiazza Ducad’Aosta

4km

Solo tre giorni dall’iniziodell’anno e i rifugiati siriani so-no già cinquecento. La pausainvernale che s’era registratal’anno scorso di questi tempi, eche aveva dato un po’ di respiroalle strutture del Comune e delTerzo settore, nella stagione2014-15 non c’è stata. «L’emer-genza è rimasta alta», confer-ma l’assessore alle Politiche so-ciali, Pierfrancesco Majorino.

Perché la guerra in Siria con-tinua, la situazione nei campiprofughi al confine, in Libano,Giordania e Turchia, è arrivataal limite. E, soprattutto, la rottaorientale, battuta dalle grandinavi mercantili capaci di resi-stere alle tempeste, s’è consoli-data, e riversa sulle coste italia-ne migranti a centinaia. Se gli

scafi malconci dalla Libia con ilfreddo e le mareggiate nonpartono, dai porti turchi ci siimbarca facilmente, con il sup-porto di un’organizzazione datempo oliata. Lo confermano,tra gli altri, Annamaria Lodi,presidente della cooperativaFarsi Prossimo, e Desio De

Meo, responsabile di Casa Su-raya, che hanno accumulatouna lunga esperienza: da di-cembre, la gran parte dei pro-fughi siriani indica di esserepartita dalla Turchia.

Il tour è il consueto: attraver-so le acque internazionali e ilmare greco, quindi l’approdo a

Sud, in questi giorni tra Pugliae Calabria. E il passaggio aNord. Di propria iniziativa, conautobus o treno. Oppure con ipullman, in alcuni casi addirit-tura i charter, attrezzati dalleprefetture. Con i mezzi di Statoi punti di arrivo sono sparsi peril Paese. Qui vicino, per esem-pio, c’è la struttura della CroceRossa a Bresso. Lo snodo resta,però, sempre la stazione Cen-trale di Milano. E il peso ritornasempre sui centri comunali.

Prendiamo il caso dei 797sbarcati a Gallipoli, il 31 dicem-bre. Di questi, molti sono arri-vati da soli in Centrale, 160 ri-sultano trasportati a Bresso.Ma da lì, la grande maggioran-za è «evasa» appena ha potuto,e si è diretta in stazione (spesso

in taxi). Nell’attesa di riorganiz-zare il viaggio verso il Nord Eu-ropa, quindi, anche i profughipresi in carico dallo Stato han-no finito per essere alloggiatinei cinque centri allestiti dalComune, già allo stremo. Unfolle gioco dell’oca in cui Romanon comunica con Milano.«Non c’è nessuna capacità dicoordinamento nazionale —protesta Majorino — e dal go-verno nessuna significativa no-vità». Unico caso di collabora-zione resta il Cie di via Corelli,per il quale la convenzione conla prefettura è scaduta il 31 di-cembre «ma sarà prorogata»:continuerà a funzionare comecentro di accoglienza. «Noichiediamo un allargamentodei posti da 145 a 200». Il Co-mune ha recuperato in questesettimane 2.700 letti per senza-tetto e rifugiati. Ma tra pianofreddo e afflusso di siriani, sirischia il collasso.

Al caos contribuisce il foto-segnalamento che continua aessere casuale e parziale. Daquando nuove disposizioni (supressione di Bruxelles) indica-no di prendere le impronte,una parte dei profughi vieneportata negli uffici di polizia eregistrata. Numerose testimo-nianze denunciano anche unuso eccessivo della forza.

A. Cop.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sul cargoRani Sarkas, 34 anni, pescatore siriano. È stato fermato dalla polizia come presunto capitanodella Blue Sky M, cargo di profughi dalla Turchia alla Puglia. A destra, è seduto nella stiva con gli altri passeggeri.A sinistra, bambini a Casa Suraya

«Non è Rani lo scafista». Lamamma è giorni che si dispera.La testa tra le mani, gli occhi lu-cidi, al tavolo della stanza dei bambini, nel centro di acco-glienza Casa Suraya, gestitodalla cooperativa Farsi Prossi-mo a Lampugnano, mostra lefotografia del figlio e chiede aicompagni di viaggio di testi-moniare: «Hanno preso lui, mahanno sbagliato».

A sostenere la sua versione èun gruppo nutrito di sopravvis-suti all’odissea della Blue SkyM, la nave moldava partita dal-la Turchia e abbandonata al lar-go della Puglia. Gli italianil’hanno tratta in salvo il 31 di-cembre nel porto di Gallipoli ehanno poi smistato i passegge-ri, rifugiati siriani, nei centridel Paese. Non tutti. Rani è sta-to fermato dalla polizia, sospet-tato di essere il capitano delcargo. Come è successo?

Feras in Siria di mestiere fa-ceva l’avvocato e del gruppo èquello che meglio riesce a met-tere in fila i fatti. Comincia dalprincipio: «Rani è uno di noi,un profugo». Borhan recuperadal cellulare alcune delle im-

magini pubblicate ieri dal Cor-riere, che mostrano la panciadel mercantile carico di donne,uomini e bambini. «Il ragazzocon la felpa verde è Rani», se-duto tra i bagagli e gli straccicome gli altri ottocento.

«Il capitano era un turco enon l’abbiamo mai visto —spiega Feras —, la cabina di pi-lotaggio era vietata. Con luic’erano tre stranieri, che peròparlavano arabo». Ultimate le operazioni di carico a largo diMersin, «ci hanno chiesto se

c’erano volontari». Uomini conuna qualche competenza, me-dici, ingegneri, o anche gentedi mare, capace di muoversi abordo di una nave. «Non è statodifficile, perché in molti venia-mo dai villaggi della costa»,continua l’avvocato: «Rani è unpescatore». Robusto, 34 anni, adatto al ruolo. «E si è offerto».con altri dieci, «controllavanola fila per il bagno, distribuiva-no il cibo, trasmettevano le co-municazioni». «L’ho fatto an-che io — aggiunge un ragazzo-

ne con la barba —, era nell’in-teresse di tutti arrivare vivi».

Dopo otto giorni in mare,però, è accaduto quello che èstato raccontato nelle cronachedalla Puglia: il cargo, cheavrebbe dovuto fare rotta suCatania, è stato abbandonatocon il pilota automatico inseri-to, l’equipaggio scomparso, ivolontari ignari. «Rani addirit-tura era giù con noi in stiva adormire quando ce ne siamoaccorti». I primi momenti sonostati di panico, «poi siamo en-

trati nella cabina di pilotaggio,abbiamo mandato messaggi diaiuto». Rani sapeva un po’ diinglese e di nuovo si è reso uti-le. «Ma ha dimenticato il cellu-lare accanto al timone». Sareb-be stato questo, dicono, il mo-tivo per cui le autorità italianel’hanno individuato come capi-tano: «Ma immaginate un traf-ficante che viaggia con mam-ma, sorelle e fratelli e paga set-temila dollari per salire a bor-do?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

797i profughi scappati dalla Siria e caricati sulla nave mercantile Blue Sky M, salpata dalla Turchia e abbandonata in mare dagli scafisti

di Alessandra Coppola

Botteghino e Ufficio Promozionegruppi, studenti, insegnanti02 55181377 - 02 [email protected]

Direzione artisticaSergio FantoniFioravante Cozzaglio

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ProduzioneTEATRO STABILE DI BOLZANO

PIRANDELLOLA VITA CHE TI

DIEDIPatrizia

Milani

KATAKLÒ Athletic Dance Theatre e MITO srlpresentano

KATAKLÒinPUZZLE

Una creazioneKataklò Athletic

Dance Theatre

Ideazionee direzione artistica

Giulia Staccioli

CarloSimoni

Regia MarcoBernardi