Così lontani così vicini fieri 2010 abstract binotto

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.: Così lontani così vicini - Fieri 2010 Abstract Binotto.doc Abstract dell’Intervento al convegno organizzato da FIERI, Forum Internazionale Europeo Ricerche sull'Immigrazione (Torino, giovedì 29 aprile 2010) Così lontani, così vicini. Tra deontologia ed emergenza l’Immaginario e l’informazione dell’Italia multiculturale di Marco Binotto Vicini, troppo vicini. Ma così lontani. La popolazione immigrata, i clandestini, gli extra- comunitari visti dai media sono sempre troppo vicini. Contigui, raggruppati, minacciosi. Troppi. Eppure sono troppo lontani, sempre sconosciuti, sempre in arrivo, sempre in transito, perennemente stranieri. Eppure non lo sono, non lo sono più. Dopo venti o trent’anni d’immigrazione la presenza straniera appare familiare, intima, ravvicinata. Risulta essere, dovrebbe essere, oramai consueta, naturale, naturalizzata al nostro quotidiano, alle nostre re- lazioni lavorative, ai nostri affetti, alla nostra socialità. Allora la presenza nell’immaginario collettivo di un’Italia orami multiculturale, da sempre multiculturale, appare inavvertita, o- scura: costantemente prossima e mai attuale. Intorno a questa duplicità si gioca, a mio avviso, il confronto tra una stessa realtà e due prospettive, due narrazioni, due possibili politiche. Entrambe sono reali ma solo una appare vincente. Appare trionfare quella mediatica, retriva ed emergenziale. Scompare quella diffu- sa nei reticoli sociali, quella faticosa ma normale, difficile ma futura: quella che non fa noti- zia, che forse non può far notizia. Allora vince il solito racconto dell’informazione “generali- sta”. La solita emergenza, la solita criminalità, i soliti temi con i soliti protagonisti. Una “Gi- gantografia in nero” ritratta dalla «Ricerca nazionale su immigrazione e asilo nei media ita- liani» presentata nel dicembre 2009 e che sarà la prima di una serie di indagini sul rapporto tra media e immigrazione. Ricerche svolte nell’ambito dell’Osservatorio nazionale che pren- de il via dalla “Carta di Roma”, il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifu- giati, vittime della tratta e migranti» sottoscritto dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana «condividendo le preoccupa- zioni» dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Ricerca e risul- tati che proprio sul terreno della tensione etica e dell’attenzione professione alla responsabili- tà sociale del giornalismo decide, anche in Italia, di giocare la partita di un’informazione ap- profondita, corretta, imparziale, non discriminatoria, potremmo quasi dire “normale”. Per farlo, in modo credo lodevole, parte dall’analisi del presente. Di un presente fatto di cronaca, spessissimo nera e giudiziaria, che può riprodurre discriminazione senza commen- tare o fornire spiegazioni: anche semplicemente nelle notizie che evidenzia e in quelle che nasconde, nelle informazioni che fornisce e in quelle che evita di approfondire, nei protago- nisti a cui da’ voce e quelli che consegna al silenzio. Oppure un presente fatto di grandi casi di cronaca, fragori eccezionali quanto sono i provvedimenti caldeggiati. Fatti di schieramenti e opinioni che superano le notizie. Un urlar di voci in cui si confondono cronaca, sicurezza, immigrazione, politiche e culture. Sempre lo stesso e il sempre nuovo, tra immobili conferme e temibili novità. Un’informazione che pare non saper rinnovare linguaggi e codici e un nuovo giornalismo che forse riesce a farlo sin troppo bene. Eppure pieno di possibilità, di alternative, di eccezio- ni alle regole. Buone notizie da ricercare nei meandri della grande stampa o dei media sem- pre più diffusi. Oppure, più spesso, destinato ad altri tipi di narrazioni che restituiscano sen- so e complessità al presente. Marco Binotto, è ricercatore e professore aggregato presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dove insegna Processi culturali e comunicativi, Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa e Co- municazione dei diritti e della cittadinanza attiva. Coordina l’Osservatorio sulla Comunicazione So- marcobinotto ::: 24.03.10 ::: 1

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Abstract dell'intervento al convegno Facce da straniero. Torino, 29 aprile 2010.

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Abstract dell’Intervento al convegno organizzato da FIERI, Forum Internazionale Europeo Ricerche sull'Immigrazione (Torino, giovedì 29 aprile 2010)

Così lontani, così vicini. Tra deontologia ed emergenza l’Immaginario e l’informazione dell’Italia multiculturale di Marco Binotto

Vicini, troppo vicini. Ma così lontani. La popolazione immigrata, i clandestini, gli extra-

comunitari visti dai media sono sempre troppo vicini. Contigui, raggruppati, minacciosi. Troppi. Eppure sono troppo lontani, sempre sconosciuti, sempre in arrivo, sempre in transito, perennemente stranieri. Eppure non lo sono, non lo sono più. Dopo venti o trent’anni d’immigrazione la presenza straniera appare familiare, intima, ravvicinata. Risulta essere, dovrebbe essere, oramai consueta, naturale, naturalizzata al nostro quotidiano, alle nostre re-lazioni lavorative, ai nostri affetti, alla nostra socialità. Allora la presenza nell’immaginario collettivo di un’Italia orami multiculturale, da sempre multiculturale, appare inavvertita, o-scura: costantemente prossima e mai attuale.

Intorno a questa duplicità si gioca, a mio avviso, il confronto tra una stessa realtà e due prospettive, due narrazioni, due possibili politiche. Entrambe sono reali ma solo una appare vincente. Appare trionfare quella mediatica, retriva ed emergenziale. Scompare quella diffu-sa nei reticoli sociali, quella faticosa ma normale, difficile ma futura: quella che non fa noti-zia, che forse non può far notizia. Allora vince il solito racconto dell’informazione “generali-sta”. La solita emergenza, la solita criminalità, i soliti temi con i soliti protagonisti. Una “Gi-gantografia in nero” ritratta dalla «Ricerca nazionale su immigrazione e asilo nei media ita-liani» presentata nel dicembre 2009 e che sarà la prima di una serie di indagini sul rapporto tra media e immigrazione. Ricerche svolte nell’ambito dell’Osservatorio nazionale che pren-de il via dalla “Carta di Roma”, il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifu-giati, vittime della tratta e migranti» sottoscritto dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana «condividendo le preoccupa-zioni» dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Ricerca e risul-tati che proprio sul terreno della tensione etica e dell’attenzione professione alla responsabili-tà sociale del giornalismo decide, anche in Italia, di giocare la partita di un’informazione ap-profondita, corretta, imparziale, non discriminatoria, potremmo quasi dire “normale”.

Per farlo, in modo credo lodevole, parte dall’analisi del presente. Di un presente fatto di cronaca, spessissimo nera e giudiziaria, che può riprodurre discriminazione senza commen-tare o fornire spiegazioni: anche semplicemente nelle notizie che evidenzia e in quelle che nasconde, nelle informazioni che fornisce e in quelle che evita di approfondire, nei protago-nisti a cui da’ voce e quelli che consegna al silenzio. Oppure un presente fatto di grandi casi di cronaca, fragori eccezionali quanto sono i provvedimenti caldeggiati. Fatti di schieramenti e opinioni che superano le notizie. Un urlar di voci in cui si confondono cronaca, sicurezza, immigrazione, politiche e culture.

Sempre lo stesso e il sempre nuovo, tra immobili conferme e temibili novità. Un’informazione che pare non saper rinnovare linguaggi e codici e un nuovo giornalismo che forse riesce a farlo sin troppo bene. Eppure pieno di possibilità, di alternative, di eccezio-ni alle regole. Buone notizie da ricercare nei meandri della grande stampa o dei media sem-pre più diffusi. Oppure, più spesso, destinato ad altri tipi di narrazioni che restituiscano sen-so e complessità al presente.

Marco Binotto, è ricercatore e professore aggregato presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dove insegna Processi culturali e comunicativi, Teorie e tecniche delle comunicazioni di massa e Co-municazione dei diritti e della cittadinanza attiva. Coordina l’Osservatorio sulla Comunicazione So-

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ciale (Terza.com) e l’Osservatorio di Comunicazione ambientale e sostenibilità (Cambio). Si occupa di Comunicazione del Terzo settore e della rappresentazione mediale del tema immigrazione. Ha pubblicato Comunicazione sociale 2.0 (Nuova Cultura, 2010) e Pestilenze (Castelvecchi, 2000) e ha co-ordinato le ricerche pubblicate in FuoriLuogo. L’immigrazione e i media italiani (Pellegrini/Rai-ERI, 2004), Violenza Mediata. Il ruolo dell’informazione al G8 di Genova (Editori Riuniti, 2003) e Elezioni 2001. Descri-zione di una battaglia mediale (Sossella, 2001). In questo momento coordina il progetto “Cattive Notizie”, ricerca nazionale su cronaca, sicurezza, immigrazione e asilo nei media italiani. <

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