L’anno nuovo si annuncia con tre prospettive - fmto.it · L’anno nuovo si annuncia con tre...

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gennaio 2009 - n. 260 confederata in Direzione: Torino - via San Francesco da Paola, 20 - Sped. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Torino - N. 1/2009 - Torino - gennaio 2009 - n. 260 - Anno XXXI - Abbonamento annuale 20 - (contiene I.P.) L’anno nuovo si annuncia con tre prospettive: la presidenza rinnovata il contratto in fieri il ritocco delle pensioni

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gennaio 2009 - n. 260

confederata in

Direzione: Torino - via San Francesco da Paola, 20 - Sped. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Torino - N. 1/2009 - Torino - gennaio 2009 - n. 260 - Anno XXXI - Abbonamento annuale € 20 - (contiene I.P.)

L’anno nuovo si annuncia con tre prospettive:la presidenza rinnovata

il contratto in fieriil ritocco delle pensioni

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3gennaio 2009

gennaio 2009 n. 260gennaio 2009 - n. 260

confederata in

Direzione: Torino - via San Francesco da Paola, 20 - Sped. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Torino - N. 1/2009 - Torino - gennaio 2009 - n. 260 - Anno XXXI - Abbonamento annuale € 20 - (contiene I.P.)

L’anno nuovo si annuncia con tre prospettive:la presidenza rinnovata

il contratto in fieriil ritocco delle pensioni

Sommario

In copertina: Pannello di piastrelle invetriate cm 84 x cm 84 Siria (Damasco) XVII secoloPannello che riproduce la sezione trasversale di una versione semplificata della moscheadel Profeta a Medina, composto di nove piastrelle dipinte sotto vetrina nei colori blucobalto, turchese, verde mela e violetto manganese su fondo bianco (Museo ArteOrientale-MAO). Si ringrazia la direzione del Museo per la gentile collaborazione.

Questo numero è stato chiuso in tipografia il 23 gennaio 2009.

Dirigente:impre14

Come uscire dallabirinto dei numeridella “bustapaga”.di sè stesso.

genti. Aspettative sulcontra8

La città di Alba,autorevoletestimonianza di unacombattivaAssemblea.o di avoro.

Spinetta Marengo.La 18Pensionati, iscritti alFASI. Eternaquerelle sulladeduzione dellespese sanitarie.Italy.

7Giorgio Ambrogioni.Primo obiettivo,risvegliare l’orgogliodella categoria.

Questo numero è disponibile sul sito: www.ildirigente.it

COPERTINA4 L’informazione dei dirigenti. Iniziativa

statistica dell’APDAI Torino con l’Insintesi.Per conoscere strumenti e modi con cui idirigenti si informano

EDITORIALE5 Giorgio Ambrogioni eletto Presidente

Federmanager. Prospettive per il nuovoanno. Carlo Barzan

VITA ASSOCIATIVA6-7 Rinnovo cariche Federmanager 2008/2011. Risultati delle votazioni. ■

Una breve storia di Federmanager. Intervista al Presidente federaleAmbrogioni

8-12 Assemblea di Cuneo. Una provincia “granda” e operosa quella diCuneo. ■ Relazione del Presidente Gianfranco Sibilla. ■ Analisi dellapiattaforma del contratto di Giovanni Censi. ■ Intervento del prof.Caramelli sulla crisi finanziaria mondiale

CRONACHE CIDA13 Commenti sulla manovra finanziaria regionale Edoardo Benedicenti

SINDACALE14-19 Sezionata la busta paga Silvia Reale e Arturo Bertolotti ■ Perequazione

automatica delle pensioni 2008/2009 ■ Echi della manifestazione diMilano novembre 2008 Claudio De Rosa, Renato Cuselli ■ Spesesanitarie Fasi dei pensionati. Direttive dell’Agenzia delle Entrate sulladeducibilità fiscale ■ Previndai, favorevole bilancio del 2008 ■ Nascita diun presidente Gianni Silvestri

ATTUALITÀ20-23 Vita da dirigenti: cronaca di una giornata “normale” ■ Cefalea, analisi

e rimedi naturali Paolo Pozzato ■ Biella, Festa degli auguri, nonostante...Sandro Becchia

SPICCIOLI26 Corso di modellismo a Venaria Reale ■ Marchesato di Saluzzo

all’Archivio di Stato ■ II Guerra Mondiale raccontata a un nipote ■ Il latino parlato ■ Nuvola e l’uccellino

OPINIONI27-29 Nuova gloria per la lingua latina Marcello Carucci ■ La speranza con le

ali Giulio Airaghi ■ Rivoglio il Natale di una volta Gianni Formagnana

LIBRI30-31 La formazione dell’io Giovanni Reverso ■ De Senectute, poesie di

Armando Alciato

VARIE34 DIRCLUB Piemonte: Programma 2009 Lina del Core ■ Anziani

benemeriti ■ Ricerca lavoro

4 gennaio 2009

Copertina

DIRIGENTE D’AZIENDAwww.ildirigente.it

Periodico di Federmanager Piemontein collaborazione con:Federmanager Aosta

CIDA e Federazioni aderentiFondato da

Antonio ColettiDirettore responsabile

Carlo BarzanCondirettori

Andrea Rossi, Roberto GranatelliSegretaria di Redazione

Daniela ParisiImpaginazione e iconografia

Enza GonellaRassegna stampa

Augusto BotComitato di redazione

Mario Benedetti, Arturo Bertolotti (Collaboratore),Edoardo Benedicenti, Marcello Carucci,

Claudio Cavone, Sergio Favero, Andrea Freni,Gianfranco Guazzone, Antonino Lo Biondo,

Stefano Moscarelli, Pier Giorgio Prato,Ezechiele Saccone, Giuseppe Scoffone

Corrispondenti dalle ProvinceLuigi Caprioglio (Alessandria),

Ezio Mosso (Asti), Sandro Becchia (Biella), Gianni Formagnana (Cuneo), Giovanni Silvestri (Novara),

Pierluigi Lanza de Cristoforis (VCO),Renzo Michelini (Vercelli)

Dirigente d’azienda viene inviato agli iscritti,in abbonamento compreso nella quota as-sociativa anche a: Parlamentari, SegreteriePartiti Politici, Autorità regionali e locali, Uffi-ci Stampa, Ministeri, Istituzioni varie,Finanziarie, Camere di Commercio, Univer-sità, Aziende a PP.SS. e Private, Rappresen-tanti Enti e Associazioni, Stampa ordinaria especializzata e TV locali, Organizzazioni Sin-dacali dei Lavoratori e degli Imprenditori,Consiglieri Federmanager, Unioni RegionaliCIDA, Presidenti CIDA - FASI - Consed

Pubblicitàc/o Federmanager Piemonte [email protected]

tel. 011.562.55.88Direzione, redazione e amministrazione

c/o Federmanager TorinoVia S. Francesco da Paola, 20 - 10123 Torino

Tel. 011.562.55.88 - Fax [email protected]

[email protected]@federpiemonte.it

EDITOREFEDERMANAGER PIEMONTE

Presidente Angelo LuvisonVice Presidente Andrea FreniTesoriere Vittorio Ambrosioc/o Federmanager Torino

[email protected] e Stampa

G. Canale & C. S.p.A. - Borgaro T.se (TO)Spediz. in abb. post. Pubblicità 45% art. 2 c. 20/bLegge 662/96 filiale di Torino. Autorizzazione delTribunale di Torino N. 2894 del 13 settembre 1979- Iscrizione al ROC. numero 15699

Associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

Lettere e articoli firmati impegnano tuttae solo la responsabilità degli autori.

La tiratura di questo numero è stata di 9.500 copie

L’Oriente, il paese del Sol Levante, il frontemisterioso al di là dei confini conosciuti, è sem-pre stato fonte di storiche memorie per gli ardi-mentosi viaggiatori che hanno osato spingersioltre le colonne d’Ercole, ovvero le praterie del-l’invincibile Gengis Khan.

Dopo le Olimpiadi di Pechino nella GrandeMuraglia si è aperta una crepa, ma quel mon-do resta ancora avvolto nel mistero.

Ci riprova il nuovo Museo d’Arte orientale(MAO) a Torino nella sede di Palazzo Mazzo-nis, via San Domenico 11.

Al via la ricerca di INSINTESI e FEDERMANAGER Torino

Come si informano i dirigenti?Sul sito di APDAI dal 15 febbraio al 2 marzo un questionario perindividuare gli strumenti più utili all’aggiornamento professionale deimanager

Milano, 19 gennaio 2009 –INSINTESI ricerca & comunica-zione e FEDERMANAGER TO-

RINO, Associazione Provinciale Dirigen-ti Aziende Industriali, annunciano l’avviodi una ricerca per conoscere come siinformano i dirigenti. In particolare ver-ranno analizzate le fonti prese maggior-mente in considerazione per aggiornarsiin campo professionale ed economico.

Gli strumenti per sviluppare le compe-tenze manageriali sono molteplici: si vadall’esperienza acquisita sul campo, finocorsi di formazione, passando attraversole informazioni acquisite attraverso gliold media, i new media e i diversi gene-ri di eventi. Proprio sugli strumenti diinformazione e sui relativi contenuti sisofferma la ricerca che si propone diesplorare le preferenze dei dirigenti.“Siamo lieti di partecipare a questa ricer-ca – dichiara Renato Cuselli Presidentedi APDAI – perché riteniamo importan-te sapere come si informano e si aggior-nano i nostri dirigenti per meglio comu-nicare con loro”.

I risultati verranno presentati agli stu-denti del Corso di Comunicazione eSocietà della Facoltà di Scienze Politichedell’Università degli Studi di Milano, cheseguiranno un workshop sulla comunica-

zione a giugno 2009 condotto da Massi-mo Pizzo, Managing Partner di INSINTE-SI, che dichiara: “È importante conosce-re quali strumenti sono ritenuti più effi-caci dai manager per informarsi. Questidati potranno contribuire alla qualitàdella comunicazione business to busi-ness e alla formazione delle nuove levedi specialisti in comunicazione”.

Le interviste saranno realizzate on-linecon metodologia cawi. Il questionariosarà inviato direttamente agli associati esarà disponibile sul sito www.apdai.it dal15 febbraio al 2 marzo. I risultati verran-no resi pubblici entro la fine di luglio.

INSINTESI ricerca & comunicazioneINSINTESI, partner di 6DVision Italia, stu-

dia soluzioni di marketing e comunicazioneattraverso una attività di ricerca continuativarealizzata anche in partnership con università,istituti di ricerca e associazioni d’impresa e dimanager. L’attività applicativa supporta ilmarketing e la comunicazione delle aziendee delle organizzazioni non profit con soluzio-ni per: la raccolta e l’analisi di dati e informa-zioni, la generazione di contatti commercialie la comunicazione di marketing. Operativa-mente INSINTESI realizza ricerche e analisi dimercato, quantitative e qualitative, e la relati-va comunicazione attraverso media relation,white paper, eventi, newsletter, ecc. ❑

La sede stessa del MAO, collocato nella partepiù antica della città – il quadrilatero romano,cuore della Torino multietnica, crocevia di popo-li e di lingue diverse e oggetto in questi anni di

un ampio progetto di riqualificazione urbana –assume un valore simbolico, in linea con questiobiettivi. Ma il MAO – la cui direzione è stataaffidata al professor Franco Ricca – è anche ilpunto d’arrivo di un percorso culturale e scienti-fico che ha una storia antica e radicata.

Sono cinque gli ambiti geografici e le aree cul-turali – Asia Meridionale, Cina, Regione Hima-layana, Paesi Islamici e Giappone – in cui sonostate suddivise le raccolte, esposte in distinte “gal-lerie” ricavate negli ambienti di Palazzo Mazzo-nis. La settecentesca residenza nobiliare, privataormai di ogni arredo interno e sottoposta dopo laguerra a devastanti interventi di ricostruzione, èora fortemente connotata, grazie al progetto alle-stitivo dell’architetto Andrea Bruno, da un sug-gestivo “cubo” vetrato a copertura del cortileinterno, che accoglie il visitatore e lo indirizza alpercorso museale: elemento di transizione tra ilmondo occidentale appena lasciato alle spalle equello orientale, in cui ci si immerge da questomomento in poi. ❑

Il M.A.O. - MuseoArte Orientale a Torino

Editoriale

5gennaio 2009

Il 2009 si è aperto con una buona no-tizia per la nostra Associazione: ilCongresso Nazionale tenutosi a Bo-

logna il 19 e 20 dicembre ha eletto i ver-tici federali in un clima di sostanzialeunità. E’ noto che ciò è avvenuto dopouna fase di contrasti interni durata perl’intero 2008, ma l’importante è che l’esi-to sia stato positivo, sia per il clima, siaper la qualità degli eletti.

Abbiamo quindi un nuovo PresidenteNazionale nella persona di Giorgio Am-brogioni, un nome, e per molti anche unvolto, molto familiare all’interno della ca-tegoria.

Il suo curriculum, pur anomalo per lacarica che ricopre – Ambrogioni viene dairanghi interni della nostra Federazione edè stato il suo Direttore Generale fino al-l’assunzione della carica – offre amplis-sime garanzie sulla conoscenza tecnicadei nostri problemi, oltre che su una con-solidata rete di rapporti, sia con la paral-lela struttura della nostra controparte da-toriale, sia con il mondo politico.

Come si può vedere da quanto pubbli-chiamo nel seguito, Giorgio Ambrogioniha lavorato con tutti i Presidenti Nazio-nali di Federmanager fin dal 1975 ed èlegittimo ritenere che da ciascuno di es-si abbia tratto il meglio, sia nelle idee, sianell’atteggiamento complessivo con cuiesse sono portate avanti.

Le relazioni da lui intrattenute all’esternosono tanto più importanti in una fase comequesta, caratterizzata dal rinnovo contrat-tuale e da una situazione di crisi, ormai tra-sformatasi da crisi finanziaria in vera e pro-pria crisi produttiva, che richiede misuretanto incisive, quanto innovative, sia sul ver-sante della tutela del lavoro e quindi delreddito, sia su quello della correzione del-le storture che la hanno provocata.

La figura di Ambrogioni, come dimo-stra una sua prima intervista comparsa su

“Il Messaggero” del 19 gennaio, costitui-sce al riguardo la migliore garanzia sulfatto che alla nostra categoria sarà assi-curata quantomeno la possibilità di farsentire la propria voce nelle sedi che con-tano e, poiché riteniamo a buon titolo diessere portatori di proposte tecnicamen-

te ineccepibili, tale possibilità costituisceil primo passo per raggiungere l’obietti-vo di essere anche ascoltati.

A questo primo motivo di ragionatasperanza, si aggiunge il fatto che il rin-novo contrattuale porta con se aspettati-ve che certamente non si tradurrannocompletamente in risultati raggiunti, mache miglioreranno sicuramente la situa-zione attuale. Il punto più delicato è no-toriamente rappresentato dalla possibilitàper i colleghi più giovani operanti nellerealtà più piccole di farsi riconoscere con-cretamente il diritto alla quota variabiledella retribuzione a fronte di risultati rag-giunti, come unico strumento per guar-dare al futuro con la serenità che derivadalla percezione di poter migliorare neltempo la propria situazione economica.

Ma esiste anche un terzo motivo, e que-sta volta più concreto, per indulgere al-l’ottimismo: dopo un anno di blocco, l’a-deguamento delle nostre pensioni ètornato a farsi sentire ed in modo abba-stanza consistente, consentendoci di re-cuperare gran parte del loro potere d’ac-quisto eroso dall’inflazione, nel 2008ancora relativamente alta, e che accennaora a scendere velocemente.

Dunque meglio di così non potrebbeandare? No, non esageriamo, abbiamomotivi generali per essere molto preoc-cupati, in assoluto e in particolare inquanto italiani, se dobbiamo dare rettaalla stampa internazionale specializzatain questioni economiche, tuttavia vedereche le piantine del nostro orticello cre-scono in modo soddisfacente e sonoquindi più robuste, aiuta a tenere lonta-ni i timori per il temporale che vediamoincombere su di esse e ci legittima a spe-rare che i danni che ad esse arrecherànon comprometteranno la possibilità diricavarne gli attesi frutti. ❑

Nonostante le negative previsioni

Un confronto aperto con leAziende e la pubblica opinione

Le premesse di un ricupero d’immagine e di autorevolezza non mancano. Ma sono i dirigenti stessi checon uno scatto di orgoglio debbono presentarsi combattivi perché consapevoli del loro ruolo

per l’economia nazionale

Carlo Barzan

Giorgio Ambrogioni• Nato a Grottaferrata (Roma) il21/7/1948• In Federmanager dal 1975• Dal 1995 Direttore Generale dellaProgetti Manageriali S.r.l. e DirettoreResponsabile di Progetto Manager• Ha ricoperto incarichi presso: BancaManager, Fondazione IDI, CNEL,Nomisma, Praesidium.

Dall’intervista ri lasciata dalquotidiano il Messaggero del 19gennaio 2009: “Siamo una

categoria utile al Paese. La classe manageriale italiana è moltopreparata, consapevole delladelicatezza del momento… I manageritaliani credono nell’innovazione, hannoforti e specifiche competenze,vorrebbero essere percepiti come unarisorsa, pronti a sperimentare e a fareproposte a partire dalla politicaindustriale”.

6 gennaio 2009

Vita associativa

Bologna 19-20 dicembre 2008: risultati delle elezioni

Congresso NazionalePRESIDENTE FEDERALE

1° scrutinio di votazione

Votanti n.142 Voti validi espressi n. 74

Schede bianche n. 62

Schede nulle n. 6

Maggioranza qualificata dei 2/3 dei delegati votanti = 95 voti

Ha ottenuto voti:

1. AMBROGIONI Giorgio n. 74

Pertanto, constatato che il candidato alla carica di Presidente nonha ottenuto – al primo scrutinio – la maggioranza qualificata dei 2/3dei votanti, il Congresso ha proceduto alla seconda votazione.

2° scrutinio di votazione

Maggioranza assoluta dei delegati presenti = 72 voti

Votanti n.136 Voti validi espressi n. 88

Schede bianche n. 47Schede nulle n. 1

Ha ottenuto voti:

1. AMBROGIONI Giorgio n. 88

Pertanto risulta eletto Presidente federale al 2° scrutinio AMBRO-GIONI GIORGIO.

Conseguentemente il Signor:

BIGAZZI GIOVANNI (Firenze), è il nuovo Vice Presidente.

TESORIERE FEDERALE

1° scrutinio di votazione

Votanti n.141 Voti validi espressi n. 135

Schede bianche n. 1

Schede nulle n. 5

Maggioranza qualificata dei 2/3 dei delegati votanti = 94 voti

Hanno ottenuto voti:

1. BALLERINI Ugo (Friuli) n. 662. BISSARO Giangaetano (Verona) n. 67 3. D’ANGELO Franco (Catania) n. 2 Constatato che nessun candidato alla carica di Tesoriere ha ottenu-

to – al 1° scrutinio – la maggioranza pari ai 2/3 dei delegati votanti, siè proceduto a una seconda votazione di ballottaggio tra i due candi-dati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.

Scrutinio della votazione di ballottaggio:

Votanti n.141 Voti validi espressi n. 135

Schede bianche n. 1

Schede nulle n. 3

Hanno ottenuto voti:

1. BISSARO Giangaetano (Verona) n. 732. BALLERINI Ugo (Friuli) n. 62

Pertanto risulta eletto Tesoriere federale al 2° scrutinio BISSAROGIANGAETANO.

COLLEGIO NAZIONALE DEI PROBIVIRI

(posti n. 5 effettivi e n. 5 supplenti)

Votanti n.141 Voti validi espressi n. 136

Schede bianche n. 1

Schede nulle n. 4

Sono risultati eletti componenti effettivi con i seguenti voti:

1. TRABUCCHI Fiorenza (Milano) n. 772. PACIFICI Giovanni (Roma) n. 753. STRAZZARINO Rinaldo (Torino) n. 744. FRASCARI Franco (Bologna) n. 665. NOCERA Antonietta (Friuli) n. 60

Sono risultati eletti componenti supplenti con i seguenti voti:

6. LOMBARDELLI Roberto (Ferrara) n. 50 7. TIBALDI Edoardo (Bergamo) n. 358. PAPPALARDO Salvatore (Siracusa) n. 26

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI(posti n. 3 effettivi e n. 5 supplenti)

Votanti n.141 Voti validi espressi n. 136

Schede bianche n. 1

Schede nulle n. 4

Sono risultati eletti componenti effettivi con i seguenti voti:

1. CIMA Anita Marina (Torino) n. 108 2. CARRARA Corrado (Roma)n. 833. FERRETTI Luca (R.Emilia) n. 67

Sono risultati eletti componenti supplenti con i seguenti voti:

4. TAGLIAPIETRA Ubaldo (Torino) n. 60 5. DI LORETO Mario (Milano) n. 57

6. VACCARO Benedetto (Palermo) n. 32

ELEZIONE DEI PRESIDENTI PROBIVIRI E REVISORI CONTI

In data 16 gennaio 2009 si è tenuta la riunione di insediamento delCollegio dei Revisori dei Conti.

È stato eletto all’unanimità quale Presidente del Collegio il Dr. Cor-rado Carrara del Sindacato Romano. ❑

Vita associativa

7gennaio 2009

I l 20 Dicembre 2008 il Consiglio Naziona-le di Federmanager, la Federazione dei diri-genti industriali, ha eletto come presiden-

te, Giorgio Ambrogioni e dell’elezione e del-l’eletto è data notizia a pagina 6 su questo stes-so numero.

Ci preme invece, a corredo della notizia,ripercorrere sia pure in modo ristretto e dida-scalico, le connotazioni e la storia della Fede-razione: Federmanager, costituita nel 1945, èl’organizzazione che rappresenta e tutela inmodo unitario ed esclusivo, gli 82.000 diri-genti industriali in servizio e i 63.000 in pen-sione. Gli iscritti sono dirigenti di piccole,medie e grandi aziende, dal dirigente di primanomina al direttore generale; essi operano intutti i settori dell’industria privata e a parteci-pazione statale, sia nella attività industrialediretta che nelle attività ausiliarie e comple-mentari dell’industria.

In rappresentanza dei dirigenti industriali,Federmanager stipula e gestisce i contrattinazionali di lavoro con Confindustria, Confa-pi, Confservizi, Confitarma, Federlinea e Fieg.Gestisce inoltre i contratti integrativi con gran-di gruppi industriali.

La Federazione è presente in tutto il territo-rio nazionale tramite 62 associazioni territoria-li, le quali forniscono ai dirigenti assistenza econsulenze di carattere contrattuale, previden-ziale, legale e fiscale; le stesse realizzano inol-tre iniziative di natura culturale e formativa.

Ecco una breve storia degli avvenimenti piùimportanti che hanno segnato l’esistenza e losviluppo della Federazione:

1945 – Nasce l’Associazione NazionaleDirigenti di Aziende industriali. L’evento faseguito alla modifica del Codice Civile che hadato riconoscimento di legge alla figura deldirigente.

1946 – L’Associazione si trasforma inFNDAI, Federazione Dirigenti di AziendeIndustriali; tra la FNDAI e le neo costituiteAssociazioni dei dirigenti del Commercio,delle Assicurazioni e del Credito, viene costi-tuita la CIDA, Confederazione Italiana Diri-genti di Azienda.

1953 – La FNDAI promuove la trasforma-zione del proprio Istituto previdenziale di cate-goria, l’INPDAI, in Ente di diritto pubblico.

1954 – La FNDAI promuove , per accordosindacale, la costituzione del Fasdai – Fondoper l’Assistenza Sanitaria Dirigenti AziendeIndustriali.

1978 – Per legge vengono sciolte le “mutue”e viene costituito il Servizio Sanitario Nazio-nale; per garantire il livello di prestazioni giàerogato dal Fasdai, la Fndai costituisce, informa unilaterale, il FASI, Fondo di Assisten-za Sanitaria Integrativa.

1979 – Il Fasi viene “contrattualizzato” equindi cogestito con le organizzazioniimprenditoriali.

1990 – La Fndai propone a Confindustria eConfapi la costituzione di due fondi per lagestione della previdenza integrativa a capita-lizzazione: nascono Previndai e Previndapi.

1991 – Nell’ambito della Fndai viene costi-tuita Progetti Manageriali S.R.L. cui vengonoaffidati compiti nel campo dell’editoria, delmercato del lavoro e dei servizi innovativi.

1991 – Per iniziativa unilaterale di Fndainasce Assidai, fondo di assistenza sanitariaintegrativo del Fasi.

1993 – La Fndai, con l’obiettivo di assiste-re i dirigenti interessati alla ricerca di nuoveopportunità professionali, dà vita alla opera-zione Dirigenti in mobilità promuovendo l’a-pertura di “Sportelli territoriali” per assistere idirigenti.

1996 – In concomitanza con l’anno euro-peo della formazione permanente, Fndai eConfindustria danno vita alla Fondazione Giu-seppe Taliercio, tra le più importanti a livelloeuropeo per lo sviluppo della cultura e dellaformazione manageriale.

2000 – Fndai assume la denominazione diFedermanager.

2005 – Federmanager, Aon spa e Assidaidanno vita a Praesidium, una società di broke-raggio assicurativo, incaricata di individuare eproporre alla categoria servizi assicurativi spe-cifici.

2005 – Viene costituita Federmanager Qua-dri con l’obiettivo di proporsi come soggettodi rappresentanza sindacale e culturale deiquadri delle industrie italiane.

2007 – Federmanager e Confindustria costi-tuiscono presso il Fasi GSR il sistema bilatera-le di sostegno al reddito per i dirigenti invo-lontariamente disoccupati.

FEDERMANAGER : I Presidenti della Fede-razione dal 1974:

Dr. Fausto D’Elia 1974 - 1979

Prof. Paolo Resta 1980 - 1981

Ing. Paolo Fornaciari 1981 - 1991

Dott. Bruno Losito 1991- 1998

Dr. Giulio Longhi 1998 - 1999

Dr. Giorgio Corradini 1999 - 2001

Dr. Edoardo Lazzati 2001 - 2008

Dr. Giorgio Ambrogioni 2009

Intervista concessa dal nuovopresidente di Federmanager, Giorgio AMBROGIONI, al quotidiano “Il Messaggero” del 19 gennaio 2009

Noi manager, al servizio del Paese

Dell’intervista caratterizzata dalla con-sapevolezza del ruolo ricoperto dalPresidente di Federmanager e dall’am-

bizione dei propositi, raccolta per “Il Messag-gero” dalla giornalista Anna Maria Sensale,riportiamo i passaggi più significativi:

“ Con la produzione industriale in calo e leaziende in sofferenza i manager avranno unruolo sempre più decisivo per il futuro del Paese.“Però, dopo i crac finanziari negli Stati Uniti, lagente ha un’immagine distorta di noi….Se leaziende ci utilizzeranno, dalle strategie anti-crisi potrà venire un valido contributo”.

Signor Presidente, qual è il ruolo sociale diun manager?

“Siamo una categoria utile al Paese. La clas-se manageriale italiana è molto preparata,consapevole della delicatezza del momen-to…I manager italiani credono nell’innova-zione, hanno forti e specifiche competenze,vorrebbero essere percepiti come una risorsa,pronti a sperimentare e a fare proposte a par-tire dalla politica industriale… Uno dei pro-blemi del Paese è quello di non avere una clas-se capace di offrire “un sogno”, sicché ognu-no va per la sua strada.

Avete il problema di ridefinire meglio ilvostro ruolo?

“Siamo i più diretti collaboratori degliimprenditori, siamo noi che forniamo all’azien-da gli elementi per attuare strategie innovative,siamo “la cerniera” tra azienda e imprenditoree, se questa cerniera non funziona la porta nonsi apre e non si chiude. Siamo creativi, tutti igiorni si misura il valore della nostra competen-za; inoltre ci consideriamo parte del patto socia-le tra impresa e società, tra inclusione e distri-buzione delle risorse…Però sono ancora pochele aziende che ci utilizzano: su 130.000 azien-de industriali iscritte a Confindustria e Confapi,quelle che hanno almeno un dirigente sono17.000. Questo accade perché, escludendo igrossi gruppi, la maggior parte dell’impresa ita-liana è polverizzata e non ha ancora la culturadella managerialità.

Con quali conseguenze?Le piccole e medie imprese senza manager

sono più a rischio, anche perché quandoscompaiono viene a mancare il fondatore, secolui che ha creato l’attività non ha eredi, l’im-presa muore o viene cannibalizzata. Però c’ècrisi occupazionale nel nostro settore, leaziende per alleggerire i costi tagliano i mana-ger. Però è anche vero che qualcuno di noi hasmesso di essere leader, si è sentito “arrivato”,perdendo capacità di interpretazione.”… ❑

Federmanager: breve storia dal 1945 (anno di fondazione) ad oggi

8 gennaio 2009

La città di Alba, dal cuore antico, ci acco-glie come la più congestionata avenue diNew York nell’ora di punta.

Nel piazzale dell’albergo I Castelli, il festi-val del cioccolato, il mercato settimanale edil traffico abituale di un centro che ospita laFerrero, il tessile della Miroglio e la stampa deiPaolini, può mandare in crisi anche un torine-se che pure è avvezzo a dribblare mezzi epedoni la mattina alle otto davanti a PortaNuova.

Il Presidente Sibilla si scusa con chi si è tro-vato in difficoltà per trovare un posto dovelasciare la macchina.

La nostra, messa di traverso nel campetto difortuna che c’è dietro all’albergo, fatica poi atrovare un corridoio per uscire.

C’è da pensare ad un buon segno; questoingorgo di mezzi nel cuneese può significareche il lavoro non manca, ma Sibilla, cifre allamano, smonta le previsioni.

La relazione del Consiglio preparata perquesta assemblea, come è d’uso a Cuneo, siinserisce nel labirinto della crisi mondiale perricavarne materia di analisi anche per il nostromercato.

Trascriviamo a parte i passi più importantidella relazione. ❑

La relazione del presidente inizia rivendi-cando con orgoglio i risultati che la Pro-vincia di Cuneo ha ottenuto, grazie alle

sue capacità imprenditoriali e dirigenziali,grazie alla sua intelligente diversificazione eall’equilibrato rapporto tra capitale e lavoro.

Unica tra le province del Piemonte ha regi-strato una percentuale di disoccupazione diappena il 2,2, percentuale mediata tra l’1,3maschile ed il 3,5 femminile.

Anche la produzione industriale ha registra-to un sensibile aumento nei primi mesi del-l’anno, evidenziando però, già all’inizio delsecondo semestre, preoccupanti segni di cedi-mento che gettano un velo di incertezza peril prossimo futuro.

Poi, il presidente Sibilla passa ad esaminarela situazione della nostra Federazione che haattraversato un anno di divisioni e di contrasti.

Un auspicio,condiviso da tutti i Consiglie-ri della Federazione cuneese, è che il nuovopresidente federale sia affiancato da un “ grup-po di governo “ che, al di là delle recenti pole-miche, sia l’espressione di tutte le componen-ti della Federazione, in grado quindi di limi-tare i danni che certamente colpiranno dura-mente anche la nostra categoria.

Gli obiettivi da proporre: Sibilla ne indicaalcuni. Tra i più importanti:

– Recuperare il consenso dei giovani diri-genti che non vedono più nella Federazionechi difende i loro interessi.

– Trovare e, “ coltivare “ a livello nazio-nale, rapporti con politici che sostengano legiuste rivendicazioni della categoria che, dasola, ha poco peso e ancor meno forza con-trattuale.

– Riproporre accordi con le altre organiz-zazioni i cui iscritti hanno i nostri stessi inte-ressi, dimenticando le passate divisioni.

– Una più ampia trasparenza nei bilancidella Federazione e di tutti gli Enti ad essa inqualunque modo collegati. Siamo Dirigenti epertanto grava su di noi l’impegno di ammini-strare bene e rendere chiaro a tutti gli associa-ti che pagano le quote, dove, come e perchévengono spesi i loro soldi.

Sono questi punti qualificanti, l’impegnoinderogabile che attende il nuovo Presidenteed il suo “ gruppo di governo “, pena l’acce-lerazione del processo di decadimento.

È a questo punto che il presidente Sibillacede la parola ai Dirigenti in servizio, perchéè arrivato in scadenza il contratto ed è giustoche loro siano arbitri del loro futuro e che aloro spetti presentare le richieste contrattua-li, segno delle loro aspettative e dei loro inte-ressi. ❑

Vita associativa

Cuneo 2008-Assemblea annuale

“Granda” ed operosa la provincia di Cuneo

L’assemblea si è caratterizzata per un’analisi attenta sia della vita sindacale – all’interno dei movimenti ed iniziative federali – come dell’attuale momento di grave crisi finanziaria ed economica internazionale.Prevale un atteggiamento ottimista che ha origine nelle tradizioni montanare, guardingo negli entusiasmima tenace nel perseguire gli obiettivi. Le proposte e le aspettative contrattuali dei dirigenti di Cuneo sonomisurate e compatibili con l’attuale mercato del lavoro. L’intervento finale del Prof. Caramelli, non a casooriginario di quella terra, sfiora anche i tasti del fatalismo quando dice “se c’è chi vende c’è qualcuno che

compra”, ma conclude con un monito perentorio. La finanziarizzazione va ostacolata

Il Presidente Pierfranco Sibilla.

Vita associativa

9gennaio 2009

Apre la parata degli ospiti il Presi-dente Lazzati – accolto con uncordiale applauso – che riferendo-

si al contratto di lavoro in scadenza pre-mette che è impossibile trovare sempreuna soluzione adatta a tutti.

Per questo erano state fatte numeroseesplorazioni territoriali per cogliere, sec’era, una unità di consensi e si è credu-to fosse possibile lanciare un progettoinnovativo – disatteso poi anche dallacontroparte – che si è rivelato poi non insintonia con gli umori territoriali su unpossibile accordo individuale di secondolivello.

La nuova piattaforma esamina questoproblema e fornisce delle proposte alter-native.

Fa poi riferimento ad un colloquio conil ministro Sacconi al quale in sintesi sonostate esposte le nostre preoccupazioni. Inprimis la perequazione automatica nega-ta con pretestuosi argomenti e la disoc-cupazione che colpisce la categoria inmodo massiccio anche perché agli eso-nerati non si presentano molte possibilitàdi reimpiego.

Ci sono invede delle speranze in segui-to a colloqui con l’onorevole Cazzola suuna possibile restituzione dell’aggraviofiscale. In proposito Federmanager haproposto una perequazione incrementa-ta senza decurtazioni percentuali. Brevecenno alle vicende del FASI, costretto aprendere misure adeguate dopo le perdi-te delle agevolazioni Arcobaleno, tenen-do sempre presente che la gestione delFASI è fatta insieme ed in accordo con laConfindustria e quindi la prudenza nelletrattative vuol garantire la continuità e ladurata del Fondo.

Chiudono gli interventi esterni il vicepresidente federale Caprioglio ed il pre-

sidente del FASI Capellari, entrambi a finemandato.

Caprioglio parla della piattaforma ela-borata dalla Commissione sindacale,lamentando tra l’altro l’assenza dei gio-vani nelle nostre file, un fenomeno cuinon sappiamo far fronte.

Chiude il suo intervento senza nascon-dere l’amarezza per le modalità di undistacco forse inevitabile, ma senza letroppe ombre ingiustamente frapposte.

Anche il presidente Capellari si attie-ne alla brevità e ricorda le recenti inno-vazioni esplicative dei molti rebus sani-tari attraverso periodici incontri con tuttiil personale incaricato a dare consulen-za agli iscritti. Non manca di ricordareche il rapporto pensionati e dirigenti inservizio è sceso allo 0,93 e che il FASI, adifferenza degli altri fondi integrativi,non pone nessun limite di età ai propriiscritti.

Un punto questo di rilenvanza tecnica,umana e sociale non abbastanza consi-derato quando si fanno dei confrontiesclusivamente numerici sulle entità deirimborsi.

In questa atmosfera poco confortevoleè stato presentato l’ospite d’onore il prof.Vincenzino Caramelli al quale sono statechieste meno fumose informazioni suldisastro economico e finanziario che staaffliggendo tutto il pianeta.

Il professore che per lunga militan-za nella scuola sa muoversi con ele-ganza senza ostentare troppa dottrinae per contro dare piacevolezza al col-loquio, esordisce denunciando leinsensate informazioni della TV in par-ticolare, ben condivise da tutti mezzimediatici. ❑

Intervento del Prof. Caramelli

I l suo è un messaggio di cauto ottimi-smo, nel senso che la crisi finanziariaattuale rientra nei percorsi ciclici di

ribasso delle quotazioni dei valori mobi-liari, precisando che se l’attuale crisiricorda quella del ‘29, essa non è similea quella di allora.

Va premesso che la valutazione di unbene, sia esso reale che finanziario,dipende da una serie di considerazionied aspettative.

Un’area edilizia che improvvisamenteè sopravvalutato perché è in una zonadove è sopraggiunto elemento che “arric-chisce” virtualmente il bene, non signifi-ca che esso oggettivamente valga di più.

Da questa maggior valutazione “vir-tuale” – fittizia – non derivante da alcunvalore aggiunto concreto, il soggetto cheè possessore del bene, improvvisamentesi sente più ricco, sente di avere un mag-gior potere di acquisto di spesa, ed è ingrado, quindi, virtualmente di mettere inmoto una catena di comportamenti edepisodi positivi di crescita e sviluppoesponenziale.

L’esemplificazione addotta dal profes-sore è chiara e convincente. La sequen-za parte da una imprevedibile ricchezzache a sua volta determina l’acquisto dibeni di lusso che può incoraggiare l’a-zienda ad aumentare il personale o didare un premio alle maestranze che a lorovolta sono indotte a comperare ciò cheda tempo avevano rinviato e così via.

La stessa scalata a rovescio provoca lasvalutazione del bene con un processoinverso di chiusura e restrizioni la cuicausa finale è la crisi economica.

Infine se nel ‘29, la crisi americana siespanse in Europa solo a partire dai primianni Trenta, oggi, grazie alla globalizza-zione, il processo domino di crisi è statoimmediato e altrettanto rapide le riper-cussioni conseguenti.

L’attuale crisi vedrà un ritorno a teorieeconomiche keynesiane d’intervento piùmarcato dello Stato nell’economia, ma alcontrario del ‘29, oggi ci sono istituti dipolitica economica e finanziaria che pos-sono attenuare l’impatto negativo (es.ammortizzatori sociali, programma diredistribuzione del reddito, ecc.). ❑

10 gennaio 2009

Vita associativa

Relazione del Presidente Sibillaall’assemblea dei dirigenti di Cuneo

“Cari Amici e Colleghi,quando abbiamo iniziato a pensare a questa relazione avevamo mo-

tivi di ragionevole soddisfazione per quanto riguarda l’andamento del-l’economia in generale e dell’industria in particolare della nostra pro-vincia, nonché un moderato ottimismo , anche se venato da alcuneinquietudini, sul futuro a medio termine.

Lo tsunami finanziario che ha colpito il mondo, nonché i conseguen-ti venti di recessione che stanno soffiando sempre più forti non hannotolto la soddisfazione per quanto raggiunto, ma hanno sicuramentesmorzato il nostro ottimismo e creato gravi preoccupazioni. La provin-cia di Cuneo, pur con tutte le sue doti, le sue capacità imprenditorialie dirigenziali, il suo armonico sviluppo, l’equilibrato rapporto tra ca-pitale e lavoro, la sua grande e intelligente diversificazione produttiva,non potrà superare indenne la crisi.

Non possiamo però esimerci dal parlare dei risultati positivi raggiun-ti: la provincia di Cuneo ha registrato nel 2007 una variazione del PILdel + 3,4% rispetto al 2006, consolidando il primo posto in Piemonteed il 24^ a livello nazionale. Al tempo stesso il mercato del lavoro haregistrato una disoccupazione del 2,2 %, risultato doppiamente posi-tivo se si considera che a livello nazionale il dato si attesta sul 4%. Nel-la pubblicazione “Piemonte congiuntura” elaborato dalla Unioncame-re del Piemonte e da cui abbiamo tratto i dati precedenti, veniva cosiillustrata una ricerca fatta sulle prospettive a breve dell’industria pie-montese: “Dopo un inizio contraddistinto da un moderato ottimismodegli imprenditori piemontesi, nel mese di luglio 2008 le previsioni tor-nano ad essere dominate dal pessimismo, come conseguenza dei se-gnali negativi che, a partire dalla primavera, hanno fatto la loro com-parsa nelle principali economie europee. L’ombra della stagnazionegrava sulle prospettive a breve termine dell’imprenditoria piemonte-se…”

È ovvio che la crisi finanziaria e la realistica previsione non solo distagnazione ma di recessione stanno radicalmente modificando il qua-dro di riferimento mondiale e nazionale ed ovviamente anche provin-ciale.

La nostra Federazione: la elezione del nuovo Presidente, del Vice-presidente e de nuovo gruppo di governo. E’ questo il primo argomen-to che vogliamo affrontare per la sua determinante importanza: il 2008è stato per la nostra Federazione un anno di divergenze. Questa situa-zione, che ciascuno di Voi ha percepito dalla lettura del nostro giorna-le “Progetto Manager”, è contraddistinto da contrapposizioni non so-lo su idee e programmi, ma anche su uomini e candidati. Noi pensiamoche nella nostra azione nella Federazione dobbiamo essere guidati davalori di sempre che partono da semplici constatazioni di fatto. Unaorganizzazione come la nostra, limitata nel numero e di conseguenzacon relativamente debole forza politica e contrattuale, non può per-mettersi il lusso di essere divisa. Non si può governare con una mag-gioranza sostanzialmente limitata anche se consistente: chi pensa di“governare contro” ignorando cioè le opinioni diverse e considerandonemico il dissenso, provoca alla Categoria danni irrimediabili.

Pertanto ci vuole il maggior consenso possibile, l’ascolto tollerantee meditato delle ragioni del dissenso, il tentativo fatto con tutte le for-ze di mediazione e di sintesi delle diverse posizioni: al di là di tuttonon dobbiamo dimenticare che la nostra Associazione è nata per di-fendere gli interessi dei Dirigenti. Se ciò è vero in qualunque momen-to, certamente lo sarà ancora di più in questi momenti di crisi. Comeabbiamo già detto, la nostra Categoria sarà, come tutte le altre colpitain maniera dura, pertanto al “gruppo di governo” che verrà eletto neiprossimi mesi spetta il compito primario di mettere in atto, unilateral-mente e bilateralmente dove richiesto, tutte quelle iniziative tese ad ot-timizzare i risultati e, se del caso, minimizzare i danni.

Ma quali sono gli obiettivi primari che si deve porre la nostra Fede-razione? Ne indichiamo alcuni, consapevoli di essere incompleti e nonesaustivi.

1) La nostra Associazione, come tutte le Associazioni o Sindacatista perdendo consenso fra i giovani che non riescono ad identificare lacoincidenza dei loro interessi con l’azione della Federazione a livellonazionale e territoriale.

2) Poiché molte decisioni economiche o legislative che interessanola nostra Categoria sono prese esclusivamente dalla politica, bisogneràcontinuare a rafforzare l’azione con le forze politiche soprattutto a li-vello nazionale.

3) Esistono oggi separazioni organizzative e mancate condivisionidi metodi e obiettivi con le altre Categorie di dirigenti di settori analo-ghi ai nostri: ci riferiamo ai Dirigenti Commerciali, rappresentati daManager Italia, ai Dirigenti Assicurativi, Bancari, Pubblici.

Azione primaria sarà quella di tentare il massimo possibile degli ac-cordi con tutte le altre Organizzazioni, i cui iscritti hanno nella sostan-za gli stessi interessi dei nostri, dimenticando se possibile, o riducen-do al minimo,le ovvie diversità o le passate contrapposizioni.

4) La nostra organizzazione territoriale si basa su due pilastri: i pro-fessionisti, integrati da pensionati, nelle grandi organizzazioni territo-riali, i pensionati nelle piccole e medie associazioni di categoria. I pen-sionati hanno svolto e svolgono tuttora un lavoro determinante senzail quale molte associazioni dovrebbero chiudere. C’è da riflettere sequesto tipo di organizzazione è adeguato ai tempi moderni: per con-tro è vero che ogni tipo di aggregazione, con poche lodevoli eccezio-ni, è fallito. Com’è parimenti vero che ogni tentativo di modifica del-lo Statuto Nazionale tendente a favorire le unioni tra le Associazioni èparimenti fallito.

5) Una delle critiche maggiori ai sindacati tradizionali (CGIL, CISL,Uil, ecc.) è quello della mancata trasparenza dei loro conti e dei con-ti delle organizzazioni, associazioni, ecc, che questi controllano. Nonè certamente il nostro caso: pur tuttavia non c’è mai sufficiente traspa-renza…

6) Fermo restando il concetto che il potere decisionale spetta agliOrgani statutari, dev’essre potenziato in modo sistematico il flusso del-le informazioni tra centro e periferia: Roma è e appare lontana e tal-volta ci sembra non abbia più la conoscenza esatta dele realtà territo-riali.

Rinnovo contrattuale. Con il 31 Dicembre 2008 viene a scadere ilcontratto colletivo nazionale di lavoro siglato il 24 Novembre 2004.Quanto stipulato allora rappresenta un vero cambiamento nelle rela-zioni industriali ed è stato argomento di notevole discussione sia in fa-se di stipula che in fase di applicazione. Il Consiglio Direttivo della no-stra Associazione ha deciso, all’unanimità, di delegare ai soli Dirigentiin servizio l’esame della richieste contrattuali e la congruità delle stes-se alle loro aspettative e interessi.

Dirigenti in pensione. Ci sia consentito affrontare dopo i problemidei Dirigenti in servizio anche quelli dei Dirigenti in pensione. Per mol-ti motivi, perché costituiscono il 60% degli iscritti a livello nazionale,perché contribuiscono per il 43% alle entrate della Federazione, masoprattutto perché nei loro confronti esiste il dovere istituzionale dellasolidarietà intergenerazionale.

Se mettiamo a confronto l’indice ISTAT dei prezzi al consumo degliultimi 6 anni con l’andamento di rivalutazione di una pensione mediaotteniamo risultai sconfortanti: nel periodo considerato le pensioni cre-scono dallo 0,06 % allo 0,33% all’anno contro una crescita dal 2,7 al3,8 % dei prezzi al consumo. Il confronto di queste due serie di datiparla da solo: deve esserci un forte impegno della Federazione in me-rito, se non vogliamo evitare un profondo scollamento con questa ca-tegoria di dirigenti che ha contribuito al progresso civile ed economi-co del paese e che continua a contribuire pagando, nel silenzio,fior diimposte sui redditi percepiti.

Fasi-Assidai. I valori dell’attività del Fasi sono imponenti: 130.000iscritti, 300.000 assistiti. 18.000 aziende versanti, 230 milioni di pre-stazioni l’anno; l’ente contribuisce ad una vera e reale tutela della ca-tegoria in un campo – quello sanitario- diventato sempre più oneroso.Alcune osservazioni non marginali: ad un aumento dei contributi cor-risponde in molti casi un rimborso insufficiente delle spese realmentesostenute; in molti casi abbiamo dovuto riscontrare aumentata buro-crazia. Anche l’ASSIDAI richiede una adeguata verifica e manutenzio-ne; fermo restando lì importanza dell’Istituto, non si può non riscon-

Vita associativa

11gennaio 2009

trare che i costi sono aumentati dal 2005 al 2008 del 36% (polizza Ar-cobaleno) con una contrazione delle prestazioni.

La previdenza complementare. Il PREVINDAI si pone sullo scenarionazionale come il più importante ente di previdenza complementare.Anche qui i dati essenziali, riferiti al 2007 sono di assoluto rilie-vo:77.000 iscritti in totale (55.000 gli iscritti attivi), 15.000 aziendeiscritte, 620 milioni di contributi incassati, 210 milioni di posizioni ero-gate, 3.900 milioni di patrimonio netto. La validità, ma soprattutto irendimenti dell’Istituto, particolarmente se comparati al rendimento delTFR,sono messi in forte discussione dalla crisi finanziaria che ha scon-volto il mondo.

Ci limitiamo ad alcune brevi osservazioni:– I Fondi pensione devono essere valutati per il rendimento non nel

breve periodo, ma su un arco temporale pluriennale– Il PREVINDAI, in tale ottica, ha sempre avuto rendimenti superio-

ri al TFR– Al contrario di altri fondi, il PREVINDAI non ha perso valore in

quest’ultimo periodo.La nostra Associazione.Riassumiamo, innanzitutto, la situazione associativa (vedi tabella a

lato:

Anche la nostra Associazione , pur a fronte di una tenuta del nume-ro complessivo degli iscritti, risente del problema del numero ridotto

Relazione di Gianni Censi a nome dei dirigenti in servizio

Censi, a nome del gruppo di lavoro dei dirigenti in servizio, facen-ti parte del Consiglio Direttivo di Federemanager–Cuneo, pren-de la parola, evidenziando come l’impianto contrattuale cor-

rente avesse destato, anche qui sul territorio di Cuneo, fin dalla suaadozione (24 novembre 2004) non poche perplessità tra i colleghi, perla componente individualistica che caratterizzava la negoziazione disecondo livello del dirigente e per l’eccessiva fiducia riposta nelle azien-de relativamente alla potenziale attuazione di un modello di retribu-zione variabile, capace di premiare la creazione di valore ed i risulta-ti ottenuti.

In prima istanza Censi formula richiesta alla Delegazione ed alla Pre-sidenza Federale di una nuova metodica di trattativa, evitando il pro-trarsi indefinito delle litanie sindacali, capace di generare, anche a costodi allungare la durata dell’accordo, una soddisfacente chiusura imme-diata tra le parti.

Preso atto che la funzione primaria del contratto collettivo è quelladi salvaguardare le retribuzioni minime garantite (TMCG), rileva comegli importi di base attuali siano pari a poco più della metà della retri-buzione di molti quadri direttivi; si rende quindi necessaria l’attuazio-ne di un incremento significativo, correlato alla dinamica del costoreale della vita ed alle primarie aspettative della categoria. Non con-divide la posizione diffusa, in Federmanager di mantenere basso que-sto livello allo scopo di incentivare le aziende alla nomina di nuovidirigenti, ritenendo che le stesse, soprattutto se piccolo-medie, debba-no valutare l’inserimento del dirigente nel loro organico come fatto sto-rico, di reale e straordinario miglioramento dei risultati economici edell’organizzazione interna, evento non certo vincolabile ad una dif-ferenza di poche migliaia di euro l’anno. Esprime poi la convinzioneche Osservatori, quale quello creato con Confindustria per la valuta-zione della retribuzione variabile, siano artifizi di natura politica, unasorta di fumo negli occhi creati per affermare che qualcuno sul proble-ma stia lavorando, salvo poi non deliberare nulla di concreto e spari-re nel dimenticatoio.

La negoziazione individuale, a oggi non funziona, nella maggior partedei casi, su territori a prevalenza di P.M.I. quale il nostro; concorda per-tanto col documento approvato a livello nazionale, sulla corresponsio-ne del cosiddetto “emolumento compensativo”, da riconoscersi auto-maticamente a fine anno quale “una tantum”, destinato a tutti i colle-ghi che non percepiranno alcunché di retribuzione variabile.

di dirigenti in servizio e della difficoltà di avere dirigenti giovani. An-che noi, in provincia, risentiamo degli stessi problemi che abbiamo in-dicato in sede nazionale. Ci sia permesso qui di rivolgere a tutti gliiscritti il ringraziamento per la fiducia accordata e ci sia permesso di-re che faremo non solo tutto ilo possibile ma veramente del nostro me-glio per meritarcela.

Un breve cenno sui rapporti con le altre Associazioni Piemontesi:mentre con le altre province piemontesi, pur non coincidendo alcuneposizioni non secondarie abbiamo avuto normali rapporti, con L’AP-DAI di Torino i legami si sono particolarmente rafforzati in quanto ab-biamo riscontrato non solo coincidenza di di idee ma anche cordialee competente collaborazione. Crediamo sia compito di questo Consi-glio continuare su questa strada cercando, pur nei limiti della recipro-ca autonomia sul territorio, ogni forma di integrazione e collaborazio-ne operativa. Riteniamo altresì che su questo percorso ci dovrebbeessere un comune agire di tutte le Associazioni Piemontesi. ❑

31/12/2006 31/12/2007 31/12/2008

Iscritti in servizio 124 121 120

Iscritti in pensione 259 262 268

Totale iscritti 383 383 388

Occorre altresì trovare nuove regole che consentano l’accesso allaprestazione di sostegno al reddito (Gestione Separata FASI) poiché,specie in provincia, anche in caso di licenziamento unilaterale, il diri-gente dopo avere definito la transazione, preferisce non lasciare agliatti alcuna traccia di lettera di licenziamento, negativa per il suo futu-ro professionale. Si rende necessario, pertanto, estendere l’area diapplicazione della G.S.R. anche alle risoluzioni di tipo formalmenteconsensuale, ridefinendo le regole per l’accesso in modo meno limi-tativo.

Sull’occupabilità del dirigente in sofferenza chiede poche regolechiare, semplici ed efficaci, anziché complessi meccanismi che pro-ducono soluzioni o pseudo soluzioni troppo dilazionate nel tempo,con sembianze di “rimedi post mortem”.

Censi, portavoce dei dirigenti in servizio, concorda poi sull’aspetta-tiva di un fondo pensione di categoria dotato di una normativa più fles-sibile e, quindi, di maggior competitività sul mercato, tale da consen-tire la libera determinazione dell’entità del contributo al di sopra dellealiquote minime e la concreta possibilità di accesso anche per dirigen-ti temporaneamente non più tali, permettendo quantomeno il trasferi-mento del T.F.R. su PREVINDAI ai colleghi considerati “iscritti dormien-ti” (es.: gli ex-dirigenti, oggi impiegati o quadri, per le ben note cause).

L’istituto e le indennità di preavviso contrattuale, così come recepi-ti nel documento di piattaforma, lasciano spazio a tanta amarezza,tenuto conto che il reinserimento nel mondo del lavoro oggi richiedetempi sempre più lunghi. Il livello di sussidio dovrebbe essere poten-ziato, avere una durata personalizzata variabile in funzione dell’età,della geografia di appartenenza (Cuneo non è certo Milano, comepotenzialità di ricollocamento) e della tipologia di posizione del diri-gente; infine dovrebbe essere comprensivo della contribuzione al FASIed al PREVINDAI, per salvaguardarne la continuità di fruizione.

Censi rileva che oggi esistono tre categorie di dirigenti: quella delprivato, quella del pubblico e quella, più ristretta, dei “supermanager”.

Per questi ultimi, ricordando l’assioma di Buffett, secondo cui “laregola per i top-manager è che niente rende quanto un fallimento azien-dale”, Censi chiede alla Federazione ed anche alla CIDA di prenderepubblicamente le distanze, perché, afferma, noi non abbiamo nientein comune, né desideriamo averlo, con un mondo che pone in cattivaluce le nostre vite professionali, che parlano invece di lavoro, di sacri-ficio, di occupazione e di attaccamento alle nostre aziende. ❑

12 gennaio 2009

Il presidente Sibilla riprende la parola per soffer-marsi invece sul problema dei pensionati chehanno visto, anno dopo anno, erodere il potere

d’acquisto delle loro pensioni in misura ben piùampia di quanto appaia dalle indicazioni ISTAT.

Torna prepotente la richiesta di non piùbloccare la pur modesta rivalutazione annua-le della pensione e quella della restituzione diquanto ingiustamente tolto negli anni passati;ingiustamente perché, nel generale appiatti-mento, si è voluto dimenticare, anzi penaliz-zare, il loro contributo a contribuire alle finan-ze pubbliche pagando considerevoli impostesui loro redditi.

Alcune osservazioni tuttaltro che marginaliSibilla le muove al FASI perché, ad un aumen-to non indifferente dei contributi, in molti casi,corrisponde un insufficiente rimborso dellespese realmente sostenute, rimborso non più inlinea con gli onorari attualmente in vigore.

Anche l’ASSIDAI, Istituto insostituibile perla categoria, propone un aumento eccessiva-mente gravoso per gli associati, a fronte di unacontrazione delle prestazioni. Di questo passofinirà per perdere concorrenzialità, il chè, sitraduce in un danno per la categoria.

Infine un auspicio, quasi un appello, per cer-care, pur nei limiti della reciproca autonomia ter-ritoriale, ogni forma di integrazione e collabora-zione operativa, non solo con l’APDAI di Torinocon cui esistono ottimi rapporti, ma anche contutte le altre province piemontesi. ❑

Vita associativa

Brevi cenni economici sulla provincia di Cuneo

Èsempre la provincia Granda a fare da locomotiva all’economia piemontese.Alla base del modello Cuneo c’è un tessuto imprenditoriale robusto, caratterizzato,

da un lato da alcune imprese di grandi dimensioni, sia a capitale italiano (Ferrero, Miro-glio, gruppo editoriale Ed. Paoline) sia a capitale straniero (Michelin, Alston, St. Gobain);inoltre da un sistema capillare di piccole medie imprese).

Il tallone d’Achille, se così si può dire, che da decenni tormenta il cuneese è la criti-cità delle infrastrutture. C’è dunque uno squilibrio tra le potenzialità, i meriti ed i cana-li di collegamento con le aree di mercato. La rete ferroviaria è obsoleta, quella stradalecompromessa da una stasi e da ritardi inaccettabili, il collegamento con la Francia ina-deguato ai tempi e l’aeroporto di Levaldigi ancora in cerca di soluzioni efficaci.

A fronte di questi problemi la “performance’ della Granda fa registrare un aumentodel 2,4%, dove il maggior contributo è dato dal comparto meccanico, con un risultatopari a +8,4%, mentre quelli alimentare si è assestato su un modesto +0,4%; il calo mag-giore si è verificato nella filiera tessile con una diminuzione consistente di -4,3%.

L’export cuneese ha superato nei primi 6 mesi del 2008 i 3 miliardi di valore con unacrescita, rispetto allo stesso periodo del 2007 del 7,05%.

I principali interlocutori per gli scambi commerciali sono i pesi europei, che assorbonoil 78,4% con una crescita dell’8,3%. Verso l’Asia si è registrato un aumento del 4,64%, versol’America un aumento del 3,06% mentre verso l’Africa c’è stata una contrazione del 4,55%.

Il settore alimentare ha un ruolo di eccellenza nell’ambito dell’economia piemonte-se, confermato dal fatto che i risultati, come si evince dalla relazione del presidente Sibil-la, è una delle meglio posizionate, in ambito nazionale, per ciò che concerne gli indi-catori del mercato del lavoro. La capacità di diversificazione delle imprese della provin-cia Granda sta portando risultati positivi e sta limitando, per il momento, l’impatto dellacrisi sul sistema socio-economico.

Gianni Formagnana

Cronache CIDA

13gennaio 2009

L’Unione Regionale CIDA Piemonteha analizzato il DPEFR e avanza nelpresente documento una serie di

proposte. Le nostre principali osservazio-ni sono state sinteticamente riportate indue capitoli: il primo dedicato alle que-stioni di metodo, il secondo a quelle dimerito.

Sul piano del metodoIl DPEFR dovrebbe presentare determi-

nate caratteristiche strutturali concernen-ti i dati macroeconomici, quelli relativiall’evoluzione delle entrate e delle spese,nonché l’illustrazione del quadro tenden-ziale e di quello programmatico, dellestrategie di raggiungimento degli obietti-vi e della loro influenza sulle poste dibilancio.

Le azioni da intraprendere e gli obietti-vi andrebbero specificati dal punto di vistaquantitativo e dovrebbero essere indicatele risorse che si intendono impiegare, coni conseguenti effetti sul bilancio.

Il DPEFR dovrebbe, inoltre, fornire datiquanto più possibile precisi su produzio-ne, consumi e prezzi nella Regione.Sarebbe utile anche un quadro di previ-sioni sull’economia regionale e la chiaraindicazione delle ipotesi su cui si basanoeventuali scostamenti nei tassi di cresci-ta del reddito rispetto alle previsioni del-l’economia nazionale.

Per una migliore lettura e comprensio-ne del documento si dovrebbe valutarel’andamento delle principali categorie dientrata e di spesa, per la gestione di com-petenza e cassa, e rendere disponibili ifattori che lo hanno determinato, distin-guendo tra variabili che sono sotto il con-trollo del Governo regionale e variabiliesogene, indipendenti dal comporta-mento del Governo regionale.

L’attività di previsione della Regionedovrebbe riguardare tutte le entrate e lespese e non soltanto quelle direttamentecontrollate dal Governo regionale. In talmodo si andrebbe a costruire uno scenariotendenziale in cui saranno chiaramente edesplicitamente indicate le regole utilizzateper le diverse categorie di entrate e di spese.

Sulle questioni di meritoLa CIDA Piemonte condivide, sostan-

zialmente, gli obiettivi generali su cui la

Regione dichiara di voler concentrare lapropria azione nel corso dei prossimi anni,ovvero: competitività, welfare, ambientee energia, territorio e governance.

Per quanto riguarda in particolare ilprimo punto, nel DPEFR dovrebberoessere fissate con chiarezza ed evidenzadue questioni prioritarie:

– la valutazione della competitivitàdel Piemonte in una prospettiva europea;prospettiva nell’ambito della qualeoccorre definire l’obiettivo di un inseri-mento stabile della regione nel gruppodelle aree più innovative e più dinami-che; per valutare il potenziamento delPiemonte occorre dunque un bench-marking competitivo tra le Regioni euro-pee sul quale misurare il conseguimentodelle performances;

– la previsione di misure urgenti a favo-re delle imprese. Il Piemonte è una regio-ne che ha una forte vocazione industria-le, integrata con un’alta concentrazionedi terziario avanzato. Non si può dunqueprescindere da una politica di sviluppofondata chiaramente sulla centralità del-l’industria e del terziario; tale politicadeve comprendere anche una strategiaper il rafforzamento e la qualificazione deltessuto di piccole e medie imprese cherivestono un ruolo importante per la soli-dità del sistema. In questo ambito, si è rive-lato molto positivo per l’immissione dimanagerialità nelle PMI, lo strumentocostituito dall’art. 20 della legge 266 del1997 che prevede incentivi al reimpiegodi personale con qualifica dirigenziale. IlPiemonte rientra tra quelle regioni che

hanno completamente utilizzato i finan-ziamenti della legge nazionale, per cui sirenderebbe necessario un sollecito alMinistero del Lavoro, per il tempestivoaccredito dei fondi 2007 andati finora ineconomia per ragioni procedurali. Sareb-be ancor più necessario definire, poi, unalegge regionale che integri e potenzi leprevisioni della legge nazionale garanten-do, sulla falsariga di quest’ultima, sgravicontributivi per l’assunzione di dirigentialle PMI del Piemonte.

È indispensabile che il DPEFR risulti unreale strumento di programmazione eco-nomico-finanziaria.

A tal fine, si avanzano due proposte:– l’approvazione di progetti di legge

sulla competitività, sul welfare e sulla for-mazione. Una volta approvati gli strumen-ti legislativi, dovranno essere definiti lepolitiche, i programmi attuativi e le misu-re concrete. Tutto ciò richiederà un coin-volgimento attivo delle Parti Sociali peragevolare le innovazioni e tradurle in con-creta pratica di Governo. Il principio delPartenariato, dovrebbe lasciare la massi-ma libertà di organizzazione tra le partinella scelta degli strumenti di volta in voltaritenuti più adatti per il confronto;

– l’istituzione di un tavolo di confron-to con le Parti Sociali per la definizionedi un modello chiaro e lineare di DPEFR.A tal proposito, si rinvia alle osservazio-ni di metodo già illustrate.

Sul piano fiscale si ritiene importanteche la Regione preveda due impegni:

– presentare un piano pluriennale disignificativa riduzione della spesa corren-te e di funzionamento, proseguendo glisforzi già intrapresi in questa direzione;

– concentrare le risorse derivanti daiguadagni di efficienze nelle politiche perlo sviluppo.

Edoardo Benedicenti

CIDA-PiemonteOsservazioni sul DPEFR 2009-2011

La CIDA convocata a Palazzo Chigi sulle politiche per l’economia.Giovedì 22 gennaio alle ore 16,00 è stataconvocata dal Sottosegretario alla Presidenzadel Consiglio, on. Gianni Letta, una riunioneavente ad oggetto “Politiche per l’economiasociale di mercato”. A Palazzo Chigi la CIDAsarà rappresentata dal Presidente Giorgio Corradini.

14 gennaio 2009

I l prospetto è divenuto nel tempo alquantocomplesso e oltretutto non è soggetto aforme unificate di presentazione dei dati e

tutto ciò non aggiunge chiarezza nella ricer-ca e interpretazione dei dati esposti. Da partenostra ci limitiamo a dare due soli suggerimen-ti: il primo sottolinea l’opportunità che il diri-gente conosca almeno il significato delle vociesposte, anche se non ne conosce a perfezio-ne le modalità di calcolo; ciò allo scopo diritrovare la corretta applicazione delle normedi legge, di quelle contrattuali di categorianonché degli accordi convenuti aziendalmen-te e anche personalmente con il datore di lavo-

Sindacale

Come si legge il prospetto mensile

Il calcolo della retribuzione mensile del dirigente

Obiettivo dell’articolo quello di favorire la lettura e la comprensione del “listinopaga” che mensilmente viene consegnato al dirigente contestualmente conl’accredito delle competenze

Il prospetto mensile della retribuzione del dirigente, meglio conosciuto come “listino paga,espone mese per mese le voci con le quali il datore di lavoro calcola la retribuzione di spettanza,calcola e trattiene l’importo delle imposte e ritenute, accredita al dirigente l’importo netto dellecompetenze.

ro. Il secondo suggerimento,è quello di con-servare nel tempo i prospetti mensili per poterdocumentare, anche in un secondo momen-to, eventuali richieste di regolarizzazione dispettanze e contributi, soprattutto di carattereprevidenziale, assenti oppure non erogatinella misura corretta.

Ancora qualche commento: leggere e inter-pretare le voci della retribuzione è oggettiva-mente complesso ed è corretto e opportunonon fidarsi delle sole nostre conoscenze o deiconsigli di qualche collega. È più opportunoe discreto rivolgersi alla consulenza speciali-

stica disponibile presso le strutture provincia-li di Federmanager.

Da Gennaio 2009, con l’entrata in vigoredel “Libro unico del lavoro” verranno ridefi-niti i dati da esporre obbligatoriamente sul pro-spetto della retribuzione; attendiamoci se nonl’unificazione completa dei listini, almeno laloro omogeneizzazione in termini di diciturae descrizione dei parametri.

L’esempio di listino retributivo esposto nel-l’articolo fa riferimento ad una configurazio-ne abbastanza estesa, contenente sia i para-metri obbligatori che alcuni di carattere indi-cativo. ❑

Sindacale

15gennaio 2009

VOCI DEL PROSPETTO MENSILE DELLARETRIBUZIONE1) Dati anagrafici dell’azienda e del dirigente. La matricola viene asse-gnata dall’azienda in modo progressivo, all’atto dell’assunzione.

2) Scatti. Indica il N. di scatti di anzianità maturati dal dirigente nellaqualifica, dall’assunzione al 31.11.2004. Successivamente a tale datagli scatti di anzianità sono stati eliminati facendo salvo l’eventuale scat-to in corso di maturazione alla data.

3) Prossimo scatto: vedi voce 2).

4) Settimane e giorni lavorativi compresi nel mese retribuito.

5) Mese di competenza della retribuzione.

6) Trattamento economico lordo mensile contrattuale, normalmente1/13° della retribuzione annua lorda (RAL). Riassume solitamente le vocidi Minimo Contrattuale, Sovraminimo ed Elemento di maggiorazionepresenti nel precedente Contratto Collettivo. (In alcuni prospetti retribu-tivi il Sovraminimo, o Superminimo, può ancora figurare da solo).

7) Rimborso concordato per uso auto aziendale concordato tra azien-da e dirigente: trattandosi di voce forfettaria va considerata come voceretributiva a tutti gli effetti (TFR, tassazione, contributi).

8) e 9) Voci retributive con valore convenzionale, concordate traazienda e dirigente, assoggettate a tassazione, contributi e TFR. (Vocefigurativa.)

10) Quota mensile del TFR a carico del dirigente . (Voce figurativa.)

11) e 12) Imponibile INPS. Importo sul quale si pagano i contributiprevidenziali obbligatori; corrisponde alla somma delle voci da 6) a10). Nel caso in esame il dirigente è assoggettato ad una contribuzio-ne del 9,82%, corrispondente al’importo di 912,48 Euro.

13) Retribuzione utile per il calcolo del TFR.

14) Fondo integrativo CTR: accantonamento al Fondo Integrativo Pen-sione, per la quota a carico del dirigente.

15) Fondo integrativo pensione: quota a carico dell’azienda.

16) Importo 14) + 15).

17) Assistenza sanitaria: quota mensile a carico del dirigente relativaall’iscrizione al Fondo di Assistenza Sanitaria (Fondo Aziendale oppu-re FASI).

18) Imponibile fiscale: quota della retribuzione lorda mensile assog-gettato a IRPEF (nel nostro caso la retribuzione lorda totale è di 9288,19Euro, di cui 8672,24 come imponibile IRPEF).

19) Tributo IRPEF calcolato sull’imponibile della voce 18).

20) Addizionale Regionale IRPEF: calcolato sulla voce 18).

21) Augusta: Assicurazione aziendale, quota a carico del dirigente.

22) Trattenuta sindacale: quota mensile per iscrizione a Federmana-ger.

23) Imp. Contr. A: Progressivo annuale del lordo imponibile INPS.

24) TRF 31/12: TFR accantonato in azienda al 31.12 dell’anno prece-dente.

25) IBAN: codice IBAN di accredito bancario delle retribuzione.

26) Fondo riv.: Rivalutazione del TFR aziendale effettuata al 31.12 del-l’anno precedente.

27) Imponibile IRPEF annuo: progressivo da inizio anno al mese com-preso.

28) IRPEF lorda annua: progressivo al mese compreso.

29) Importo: importo netto della retribuzione accreditato a mezzobanca.

30) Aliquota TFR teorica: aliquota IRPEF teorica da applicare al fondo.

31) TFR anno: quota di TFR accantonato.

32) TFR a fondo: quota del TFR annuo versata al Fondo di PrevidenzaIntegrativa.

33) IRPEF netta: IRPEF calcolata sull’imponibile fiscale (v. voce 18).

34) Data valuta. Data valuta di accredito della retribuzione sul CC ban-cario.

35) Trattenute: totale trattenute del mese.

36) Totale competenze: competenze lorde totali del mese.

37) Retribuzione netta del mese: competenze-trattenute. ❑

Il listino paga del dirigente èalquanto complesso; nel caso

presentato – estratto dal “vero”– si incontra una quarantina didati, generati dall’applicazionein cascata di una triplice seriedi norme o accordi: norme dilegge per le implicazioni fiscalie tributarie, norme del Contrat-to Collettivo di Lavoro, norme oaccordi di carattere aziendale.

La complessità dell’elabora-to non ne giustifica la mancataconoscenza da parte del diri-gente, almeno per quanto con-cerne l’applicazione dei mec-canismi retributivi e di tuteladerivanti dal Contratto Colletti-vo e dagli accordi aziendali.Questa doppia conoscenza puòessere reperita attraverso la Rap-presentanza Sindacale localeoppure le Organizzazioni Sin-dacali Provinciali.

Qualche breve considerazione sul prospetto retributivo

Qualche riflessione sugliimporti dell’esempio esposto,tipico di un dirigente con anzia-nità aziendale significativa, conuna retribuzione medio-alta,appartenente ad una grandeazienda. Nel caso presentato,fatto 100 l’importo della retribu-zione lorda mensile, il prelevofiscale incide per il 38%, i con-tributi a favore di istituti previ-denziali e assicurativi incidonoper il 18% e il netto disponibi-le si riduce al 43,5 del totale. Peressere corretti dovremmoaggiungere al conteggio anchegli ulteriori costi a carico deldatore di lavoro, ma il conteg-gio è già abbastanza complessoanche senza queste voci.

Silvia Reale Arturo Bertolotti

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16 gennaio 2009

Il Decreto del Ministero dell’Economia20 novembre 2008, pubblicato sullaGazzetta Ufficiale n. 290 del 12

dicembre 2008, fissa nella misura del3,3% l’aumento di perequazione automa-tica da attribuire alle pensioni in via pre-visionale per l’anno 2009.

Il predetto decreto stabilisce altresìnella misura definitiva dell’1,7% la per-centuale di variazione per il calcolo dellaperequazione automatica delle pensioniper l’anno 2007, rispetto alla misura per-centuale stabilita in via previsionale pariall’1,6%, con effetto dal 1° gennaio 2008.Di conseguenza, per l’anno 2008 saràdovuto un conguaglio pari allo 0,1% per

la rivalutazione delle pensioni rispetto aquanto stabilito in via previsionale.

Tale conguaglio non riguarda i tratta-menti pensionistici superiori a otto volteil trattamento minimo dall’Inps (pari a3.489,12 euro al mese nel 2008), la cuirivalutazione era stata impedita nel 2008dal blocco alla perequazione automaticaimposto dalla Legge n. 247/2007.

Con la rivalutazione del 3,3% verràconseguentemente aumentato l’importodel trattamento minimo di pensione del-l’Inps, che dal 1° gennaio 2009 sarà paria 458,19 euro.

Tale adeguamento coinvolgerà, inve-ce, anche i suddetti trattamenti pensioni-

stici superiori a otto volte il trattamentominimo dall’Inps, i quali dal mese di gen-naio prossimo torneranno nuovamentead essere rivalutati.

Come si ricorderà, inoltre, i criteri diapplicazione della perequazione auto-matica delle pensioni sono stati modifi-cati dalla Legge 3 agosto 2007 n. 127, laquale ha disposto che per le fasce di im-porto dei trattamenti pensionistici com-presi tra tre e cinque volte il trattamentominimo Inps, l’indice di rivalutazioneautomatica delle pensioni è applicato,per il triennio 2008-2010, nella misura del100% (anziché del 90%).

In sostanza, per effetto del citato prov-vedimento legislativo, alla fascia diimporti fino a cinque volte il trattamentominimo Inps, vale a dire fino a € 2.217,80per il 2009, si applicherà per intero la per-centuale del 3,3% di aumento per varia-zione del costo vita.

Oltre tale importo e senza alcun limi-te, la percentuale di aumento è ridotta al75%, quindi pari al 2,475%.

In sintesi, gli importi delle pensioni perl’anno 2009, verranno rivalutati automa-ticamente per l’aumento del costo dellavita, secondo gli indici riportati dallatabella sottostante:

Sindacale

Perequazione automatica delle pensioni - Rivalutazioni per l’anno 2009

Aumenti per rivalutazione automatica dal 1° gennaio 2009

Fasce retributive Percentuale Indice dimensile rivalutazione

Fino a € 2.217,80 100% Aumento del 3,3%Oltre ad € 2,217,80 75% Aumento del 2,475%

Cari Colleghi,con la presente voglio personalmente

ringraziarVi della disponibilità e parteci-pazione all’incontro scorso novembre aMilano. Come certamente si è potutonotare da Torino, abbiamo raccolto l’a-desione di oltre 100 colleghi. Il parteci-pare e fare sentire la nostra voce è unacostante che dobbiamo continuare adimostrare. Eravamo oltre 1500; i relato-ri sono rimasti stupiti e colpiti e, comequalcuno ha ricordato, contiamo come edi più di certe riunioni organizzate inpiazza.

Mi auguro che alle parole seguanoanche i fatti. Certamente non abbassere-mo la guardia e saremo sempre vigili edattenti a portare avanti le nostre istanzeper vedere concretamente realizzatequanto ci spetta e ci è dovuto.

Non chiediamo “elemosine”, ma il rico-noscimento della pari dignità ed oppor-tunità di tutti gli altri lavoratori.

Sono a Vostra completa disposizioneper suggerimenti, proposte e consigli chevorrete proporre.

Renato Cuselli

Milano. Manifestazione del 17 novembre

Cari amici,sono grato all’APDAI per avermi forni-

to l’opportunità di partecipare alla mani-festazione ALDAI del 17/11/08.

È stata una manifestazione molto par-tecipata e ricca di spunti, grazie alla leva-tura degli oratori, non dominati dall’an-sia di raccogliere consensi, fra i quali hoparticolarmente apprezzato il SenatoreIchino, senza nulla togliere al prof. Unniaed agli altri. Oltre ai punti evidenziati dal-la stampa vorrei sottolineare alcuni spun-ti a mio avviso da meditare.

C’è stato un richiamo al ruolo del sin-dacato talvolta malato di eccessivo cor-porativismo.

Implicitamente si invitavano i sindaca-ti ad ampliare il loro orizzonte socio-eco-nomico; e chi più dei dirigenti può e deveimpegnarsi ad affrontare i problemisociali del mondo del lavoro (per es. rifiu-ti nocivi, sicurezza) ?

Si è fatto riferimento a condizioni eopportunità da creare per la ripresa eco-nomica; e chi più dei dirigenti può sug-

gerire interventi e piani attuativi (per es.infrastrutture, ricadute di grandi eventimetropolitani ecc.) ?

È stata sottolineata la contrazione delceto medio e la parallela carenza di pro-fessionalità; e chi più dei dirigenti puòsvolgere una funzione di professionaliz-zazione (per es. piani d’istruzione, for-mazione) ?

Ovviamente il potere dei dirigenti èmolto limitato ma sono convinto che unmaggior impegno del Sindacato su que-ste linee ne accrescerebbe il consenso.

Cordialmente.Claudio De Rosa

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18 gennaio 2009

Sindacale

Si fa seguito alle richieste di chiari-menti giunteci in questi giorni daalcune Associazioni territoriali su

quanto in oggetto, a seguito delle segna-lazioni inviate con riferimento ai conte-nuti della Risoluzione n. 293/E dell’11luglio 2008 dell’Agenzia delle Entrate,per ricordare che l’argomento del tratta-mento fiscale dei contributi e delle spesesanitarie sostenute dal dirigente, in servi-zio o in pensione, iscritto al FASI, è statooggetto di una specifica risoluzione n.78/E del 28 maggio 2004 della Agenziadelle Entrate, emessa a seguito di unaistanza di interpello proposta da Feder-manager.

Dalla risoluzione, commentata nellaCircolare n. 24/E del 10 giugno 2004 del-l’Agenzia delle Entrate, si ricava che icontributi versati al Fasi per i dirigentipensionati, sia per la quota da loro ver-sata direttamente, quanto per la quota acarico delle aziende, non rientrino nellaprevisione di cui all’art. 51, comma 2, let-tera a), del Testo Unico delle Imposte suiRedditi (D.P.R. 22/11/1986 n. 917 e suc-cessive modificazioni), relativo alla

Chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Detrazione delle spese medicheDeducibilità fiscale dei contributi e delle spese del pensionato iscritto al FASI

determinazione del reddito di lavorodipendente, e quindi non siano deduci-bili dal reddito, a differenza di quantoavviene per i dirigenti in servizio.

Ciò in quanto, come segnalato anchenella richiamata Risoluzione n. 293/Edell’11 luglio 2008 dell’Agenzia dell’En-trate, qualora il meccanismo di funziona-mento del Fondo preveda in favore delpensionato un versamento contributivo acarico del datore di lavoro e non sia pos-sibile rinvenire un collegamento diretto trail versamento stesso e la posizione di ognisingolo pensionato, come nel caso delFasi, l’Agenzia ritiene non applicabile ilsuddetto art. 51, comma 2, lett. a) del TUIR.

Tenuto conto che i contributi versati alFasi dai pensionati hanno concorso allaformazione del loro reddito imponibile,ne consegue che le spese sanitarie soste-nute dagli stessi pensionati sono integral-mente detraibili dall’imposta lorda nellamisura del 19% per la parte che eccede€ 129,11, per la quota già rimborsata dalFondo, secondo le regole previste per ledetrazioni dall’Irpef, ai sensi dell’art. 15,comma 1, lett. c), del TUIR.

Nella richiamata Risoluzione n. 293/E,in risposta ad una specifica richiesta diinterpello, l’Agenzia delle Entrate spiegache, in conformità ai principi sopra ripor-tati, debba ritenersi invece applicabile lapiù volte richiamata norma posta dall’art.51 TUIR, nel caso in cui il contributo siaintegralmente a carico del pensionato.

Pertanto, relativamente alle Casseaziendali di Assistenza Sanitaria in cui ilpensionato iscritto si facesse carico del-l’intero contributo, ovvero la contribu-zione a carico dell’azienda, diversamen-te dal Fasi, fosse ricollegabile alla posi-zione dello stesso pensionato, dovrebbeconcludersi che non si rientra nella fatti-specie sopra descritta per i pensionatiiscritti al Fasi, risultando il suddetto con-tributo deducibile dal reddito e le spesesanitarie detraibili dall’imposta soltantoin misura corrispondente alla quota nonrimborsata dalla Cassa e rimasta a caricodell’assistito, secondo la disciplina delcitato art.15 del TUIR.

Circolare FEDERMANAGER n. 2146 del 19 gennaio 2009

Il Previndai ha pubblicato sul proprio sito,www.previndai.it, nella sezione “L’anda-mento dei comparti”, i dati di chiusura del

bilancio per il 2008 che confermano le positi-ve prospettive già anticipate dal Fondo stesso aipropri iscritti con una nota del 18 dicembre u.s.

È da apprezzare e soprattutto far apprezza-re ai colleghi che il Previndai può ancora unavolta sottolineare la validità della costruzionedel proprio portafoglio previdenziale che haconsentito, anche per il 2008, il riconosci-mento di performance molto positive anchein considerazione delle criticità e delle turbo-lenze del contesto finanziario.

Come risulta evidente dai dati riportati,infatti, tanto il comparto assicurativo quanto icomparti finanziari non hanno solamente sal-vaguardato il risparmio previdenziale degliiscritti al Fondo ma hanno anche garantito ren-dimenti molto soddisfacenti se confrontaticon il mercato finanziario. Sabato 17 gennaio,

Confermata la buona gestione del Fondo

Rendimenti PREVINDAI 2008i dati relativi alle performance del Previndaisono stati pubblicati nell’inserto “Plus” de “IlSole -24 ore”.

Rendimenti 2008

Comparto Rendimenti 1.1 -31.12.2008 Valore di quota al

31.12.2008

C. Assicurativo 4,56% --

C.Bilanciato + 3,04* € 12,117

C.Sviluppo +2,50** € 13,012

* – Benchmark di comparto: - 10,37%** – Benchmark di comparto: -24,21 %

Ancora una volta il Previndai si distingue nonsolo per gli ottimi risultati ottenuti ma anche perla tempestività con la quale comunica i risultatimedesimi ai propri iscritti, indice di efficacia etrasparenza della gestione. A tal proposito siesprime al Previndai ed ai suoi vertici il nostropiù vivo apprezzamento per il lavoro svolto nel-l’interesse della categoria e che dà valore a tuttala nostra Organizzazione di rappresentanza. ❑

Sindacale

19gennaio 2009

Iscritto da quasi trent'anni all'Associa-zione, non ho mai partecipato alla vitaassociativa se non a qualche Assem-

blea annuale.Un paio di anni fa ho accettato l'inca-

rico di addetto stampa, partecipando aTorino ai Comitati di redazione e scriven-do alcuni articoli su questo periodico.Nel giro di due mesi, maggio e giugnoscorsi, sono stato eletto prima consiglie-re e poi presidente della Federmanager diNovara e Vco.

Un fatto per me inaspettato. Solo alcu-ni validi motivi, evidenziati dai miei col-leghi, mi spinsero e mi convinsero adaccettare. Una infarinatura sull'attività esull'organizzazione della Federmanagerera stata da me raccolta a Torino duran-te le riunioni di redazione dove si discu-teva sui vari argomenti da pubblicare epartecipando ad alcuni Consigli Diretti-vi della Federmanager di Novara, maniente di più. Così poco preparato per-chè ho accettato? Tutto è nato dalla miapartecipazione alla manifestazione aMilano del 12 Novembre 2007 contro leazioni punitive del governo di allora neinostri confronti. In merito scrissi un sen-tito breve articolo su questo giornale.Vedendo la numerosissima folla di diri-genti presenti, gli interventi accorati diresponsabili o meno, le discussioni pro-positive tra i partecipanti, ho sentito unimpulso a fare qualcosa anch'io a difesadella classe dirigente in cui milito da tantidecenni.

Pensavo di farlo con la penna ma l'op-portunità, che mi è stata offerta, mi per-metterà di estendere la mia azione conaltri strumenti. So che non sarà un compi-to facile da svolgere. Fortunatamente hodei bravi colleghi che mi aiutano e soprat-tutto ho trovato un'ottima disponibilitàalle mie qualche volta 'ingenue' richiesteda parte sia della Federmanager di Romae di Torino sia dei Presidenti piemontesi.

Sto migliorando le mie conoscenzedella vita associativa anche partecipandoad assemblee e riunioni ed ogni volta miaccorgo della scarsa presenza dei diri-genti in servizio e dell'assenza (o quasi )dei giovani. Mi sono posto l'impegnoprioritario di capire il 'perchè' di questopreoccupante e crescente fenomeno. Mici vorrà del tempo per uniformare un giu-dizio e poi una proposta.

Ma perchè sto raccontando questa sto-ria? Perchè sta per nascere (forse è già nato)un nostro nuovo Presidente Nazionale che,con maggior responsabilità, esperienza epreparazione della mia dovrà affrontare ilproblema urgente dei giovani, assieme adaltri non meno importanti come una piùsnella organizzazione, una maggior profes-sionalità dei responsabili ecc. Per far que-sto dovrà stimolare l'azione e la collabora-zione delle associazioni territoriali, che visi-terà, rafforzerà e, se è il caso, aiuterà.

Come tanti altri colleghi anch'io sonodisponibile, perchè è pur vero che sonoappena “nato”, ma adesso devo crescerecome presidente per compiere quella checomincio a sentire quasi come una mis-sione. ❑

Gianni Silvestri

Sindacato di Novara

Nascita di un presidente

Si fa riferimento alla Circolare Inps n.108 (Direzione centrale prestazio-ni) del 9 dicembre 2008 per sottoli-

neare che a decorrere dal 1° gennaio2009 le pensioni dirette di anzianità acarico dell’assicurazione generale obbli-gatoria e delle forme sostitutive ed esclu-sive sono totalmente cumulabili con i red-diti da lavoro autonomo e indipendente.

Nella suddetta Circolare Inps, in parti-colare, confermandosi la disciplina chesancisce la generale possibilità di cumu-lo tra pensione e redditi di lavoro a decor-rere dal termine indicato, viene ap-profondita l’analisi di taluni casi residua-li di esclusione da tale normativa, attinen-ti alle pensioni liquidate interamente conil sistema contributivo.

È opportuno evidenziare, inoltre, chenulla è innovato per quanto riguarda ilrequisito della cessazione del rapporto dilavoro dipendente, richiesto dalla legge,in via generale, per ottenere il diritto allapensione di anzianità o di vecchiaia. Inaltri termini, per poter conseguire la pen-sione continua ad essere sempre neces-sario che i lavoratori dipendenti risolva-no il proprio rapporto di lavoro.

Come accennato, l’abolizione deldivieto di cumulo vale solo per i pensio-ni a carico dell’assicurazione generaleobbligatoria e delle forme sostitutive edesclusive della medesima. Per gli iscrittialla casse professionali di previdenza oad enti privatizzati si applicano le regolepreviste dai rispettivi ordinamenti.

Restano, infine, escluse dalla pienacumulabilità le pensioni di invalidità e lepensioni ai superstiti, indirette e di rever-sibilità.

In considerazione della complessitàdell’argomento, ci riserviamo di ritorna-re in seguito sulla materia; in ogni casola nostra Segreteria è a disposizione perogni chiarimento. ❑

Circolare FEDERMANAGER n. 2139 del 9 gennaio 2009

Circolare INPS

Abolizionedei limiti al cumulo

20 gennaio 2009

Caro Renato,

In questo periodo di grandi decisioniper la nostra Associazione ti trasmettoalcuni pensieri che spero possano contri-buire a focalizzare il tipo di efficacia checredo dobbiamo garantire come rappre-sentanza dei dirigenti in servizio. Sonospunti che ho buttato giù di getto, sensa-zioni, idee che ti trasmetto in quantonostro Presidente territoriale e quindiprimo rappresentante.

Mentre alcuni stanno pensando a cari-che elettive, spartizione di posti e poltro-ne, divisione di piccole parti di potere…vorrei mettere in evidenza che questopotere e questa rappresentanza esistonoesclusivamente perché continuano adesserci manager che tutti i giorni lavora-no assiduamente e come si suol dire con-tribuiscono in maniera determinante atirare avanti la carretta!

Non si può dimenticarlo! PerchéFedermanager esiste e potrà continuaread esistere solo se tutela veramente inostri interessi e le nostre aspettative esolo se riesce a concretizzare iniziativea NOSTRO vantaggio e non a vantaggioo interesse di qualche gruppo di potereo peggio di qualche personaggio checrede, per definizione e in totale autono-mia e isolamento nella sua torre d’avo-rio romana, di saper cosa fare e comeagire.

Innanzitutto ti evidenzio che ci siamostufati di sentire parlare di manager damilioni di euro all’anno come stereotipie punti di riferimento della nostra catego-ria! Come ben sappiamo sono pochi espesso anche raccomandati, corrotti ocorruttori che assieme a una classe poli-tica sempre più marcia, compiacente esenza un minimo senso del sociale stan-no portando le nostre economie sull’or-lo del collasso, minando il benessere e ilfuturo di tutti noi. Sono questi supermanager che agendo spesso a proprioesclusivo interesse personale hanno con-tribuito a dissipare in pochi decenni il

grande patrimonio di valori e cultura fon-dato su aziende reali e produttive lascia-to dalle generazioni precedenti , e credoche anche la nostra categoria li deve uffi-cialmente isolare.

Se dovessi dare un titolo alle riflessio-ni che seguono in dettaglio e che ho sin-tetizzato nella cronostoria della mia gior-nata odierna, le chiamerei… Vita damanager!

MattinoOre 4,15 Sveglia, oggi l’aero parte alle

6,30 con destinazione Napoli. Prepara-zione veloce, con il mio gatto che misegue in bagno e mi osserva un po’ scoc-ciato lanciandomi con lo sguardo il mes-saggio …”anche oggi mi hai svegliato nelcuore della notte!”

5,00 sono in auto, per strade ancoradeserte, ascolto la radio che condividocon pochi camionisti e gli operai delprimo turno.. Verso Caselle la tangenzia-le inizia a popolarsi.

5,40 la prima coda della giornata: ilcheck-in, condiviso con altri “pendolaridi lusso” che come me, ancora infreddo-liti e mezzi addormentati, si muovono trai pochi banchi aperti.

6,00 seconda coda: il passaggio disicurezza, e poi dritto verso la sedia vici-no al gate ad attendere il boarding che siaprirà tra qualche minuto.

6,30 questa volta parte in orario… c’ègià da essere contenti… la giornata simette bene!

8,10 esco dall’aeroporto di Napoli,sono arrivato, e finalmente , dopo 4 oredalla sveglia, inizia la giornata di lavoro!

8,20 incontro l’agente di zona, sono unmanager ed ovviamente mi vengono aprendere all’uscita arrivi, e poco dopo iconvenevoli di rito… iniziano le primelamentele: prezzi, prezzi, prezzi, concor-renza, dollaro, crisi, pagamenti, e iniziail traffico… 70-80 km per raggiungere ilprimo cliente programmato durante iquali posso “tranquillamente” fare o rice-vere le prime chiamate… con la mia assi-stente per le pratiche urgenti aperte, per-sone che non sono in ufficio ( è periododi influenza), in Spagna è saltato unappuntamento con un cliente importan-te, ecc.. ecc.. e iniziano ad arrivare leprime mail… Ormai sono tantissime, tuttii giorni, e, tra i vari spam, polemiche pic-cole e grandi, invii per conoscenza, alme-no una decina al giorno richiedono rispo-ste e decisioni immediate, tanto sannoche le puoi dare anche se sei in giro…“lui ha il black berry! e può leggere tutto!”

10,00 incontro con il primo cliente, èuno importante per noi ed ero stato avver-tito che si era lamentato per qualche pro-blema relativamente all’ultima spedizio-ne… “d’altronde quando viene Lei dob-biamo affrontare le rogne, si devono risol-vere dei problemi” L’incontro si risolvebene, e le prospettive per il prossimoanno sembrano positive.

Nuovo spostamento, pranzo veloce(ma sempre di buon livello in questazona) e pronti per muoverci verso l’in-contro più importante della giornata alle14,30….

PomeriggioOvviamente in auto non si perde

tempo: non solo si prepara la visita ma sidiscute di obiettivi non raggiunti, del bud-get del prossimo anno, della prossima riu-nione commerciale, di concorrenti cine-si, siriani, americani agevolati dal dolla-ro e chi più ne ha più ne metta, si parladi nuove iniziative in uscita, ma in que-sto periodo di crisi l’azione d’obbligo èmotivare, motivare, e motivare…

Attualità

Una lettera di ordinaria follia

Una giornata come le altreCon orari scanditi dai tempi obbligati degli aerei e da un’agendache si è infittita giorno per giorno, le ventiquattro ore delmanager di azienda che opera a livelli internazionali sono unascacchiera su cui ogni giorno si giocano le sorti dell’azienda

21gennaio 2009

14,50 inizia il nuovo appuntamento, sidiscute approfonditamente su vari temi, èun cliente che paga bene e ha la fila fuoridi concorrenti che attendono un nostroqualsiasi passo falso, ma anche qui la rela-zione maturata nel tempo, accompagna-ta da condizioni particolari, ci permetto-no di prevedere anche per il prossimoanno prospettive positive, nonostante siprefiguri all’orizzonte un periodo che piùcritico e incerto non si sarebbe potutoimmaginare, anche solo 6 mesi fa…

17,00 un ultimo appuntamento, piut-tosto veloce, voluto soprattutto per solle-citare di persona un pagamento scadu-to,…. La situazione qui è di crisi profon-da e mi annoto probabile pd, che nonsignifica che il cliente sia un simpatizzan-te di Veltroni…

Ultimo spostamento e verso le 18 arri-viamo alle partenze dell’aeroporto diNapoli, saluti e ultime raccomandazionipoi entro in aeroporto. Evito la coda alcheck-in, non quella dei passaggi di sicu-rezza…. Raggiungo il gate e ho “solo più”un paio di ore di attesa per la partenza….Ancora il tempo per qualche telefonata a2 o 3 collaboratori e poi nell’attesa delsegnale per il boarding, accendo il pc emi scrivo alcuni appunti e cose da faredomani, al rientro in ufficio, relative agliimpegni presi oggi.

20,20 siamo ancora fermi in pista…minimo mezz’ora di ritardo …

20,30 L’aereo parte…. Forse, speriamo,recupererà qualcosa in volo.

Mi leggo un po’ il giornale e tra politi-ca, cronaca e finanza ho anche il tempodi leggermi un articolo sul mio poveroToro, malandato pure quest’anno.

21,45 si esce dall’aereo, per fortunanon ci aspetta il bus e siamo collegati alfinger, mi avvio con camminata veloce,per evitare l’ultima possibile coda…. allemacchinette per pagare il parcheggio,pago, poi finalmente si risale in auto

Le strade nuovamente semi deserte,nessuna coda in tangenziale, qualchecamionista e prima di arrivare a casaincrocio gli operai che hanno finito il…secondo turno…

Sera22,30 rientro in casa… mi sembra di

essere uscito da poco, ma sono passatepiù di 18 ore dalla sveglia! Non ho fame,salto cena, ma in questo periodo inver-nale, in cui non si va a correre, può anche

essere un aspetto positivo per mantenerela linea!

Accendo il pc, un giro sulle news (ilToro ha vinto!), verifico le mail persona-li e mi viene in mente di scriverti questastoria a cui ho ancora dedicato una mez-zoretta, ora la mando, poi una doccia evado a nanna: sono passate quasi 20 oreda quando ha suonato la sveglia! Ventiore di attività e di quasi costante impe-gno lavorativo.

Sintesi della giornata: due voli aerei,circa 300 km di auto, 3 incontri di cui duemolto importanti, una quindicina ditelefonate, diverse mail in italiano, fran-cese, inglese (almeno ci si mantiene alle-nati con le lingue), una riunione perma-nente in auto e un pasto… Dato che hoparlato tutto il giorno ho persino la vocerauca.

Come potrai dedurre, se hai avutovoglia di arrivare fin qui, ci si sbatte parec-chio, come è giusto che sia, nel solo inte-resse dell’azienda: non solo per fare fat-turato e generare margini, ma durantequesto periodo critico anche per prende-re lavoro ed evitare la cassa integrazioneper i colleghi o ridurla il più possibile…

Ovviamente non sono l’unico, nonsono una mosca bianca, viviamo tutti oquasi i in queste condizioni , noi dirigen-ti delle PMI, anche se non ci lamentiamodato che siamo pagati per farlo, ed è que-sto che vorrei fosse tenuto ben presenteda chi ci rappresenta e dovrebbe tutela-re il nostro diritto futuro a lavorare in con-dizioni sempre più evolute.

Le giornate non sono tutte cosi, per for-tuna, ma quando si è all’estero anche soloin Europa, senza pensare alle trasferte dilungo raggio, e anziché a casa si rientrain albergo a tarda sera, è ancora più scon-solante e ovviamente l’impegno lavorati-vo dura più giorni di seguito. Senza con-

tare i sabati o le domeniche dedicati afiere, o riunioni straordinarie o ai viaggidi andata e ritorno più lunghi o scomodifatti in questi giorni… “onde evitare diperdere giornate di lavoro in viaggio”.

Queste sono le nostre giornate dellavita professionale, che ognuno di noideve ovviamente integrare e fare convi-vere con la vita privata! La famiglia, gliaffetti, lo stato di salute, gli interessi per-sonali, gli hobby, lo sport praticato, emagari… anche un impegno in Federma-nager. Ma questo è un altro capitolo!

Mi vengono in mente le cose che cisiamo detti più volte riguardo a cosadovrebbe fare la nostra Associazione sumolti temi di interesse vitale per i dirigen-ti in servizio, non solo l’aspetto economi-co, ma anche la tutela sanitaria, gli aspet-ti previdenziali, la formazione e l’aggior-namento professionale, l’attività dinetworking, , i sussidi alla disoccupazio-ne, la nostra visibilità e la cura della nostraimmagine, l’impegno per temi etici e dirispetto dei valori morali, ecc… ecc…

Quando scriverete il nome del futuroPresidente nazionale e verranno attribui-te cariche nei vari organi, spero vivamen-te che si pensi che le persone elette inquelle cariche DEVONO ESSERE ADE-GUATE a rappresentare gente come me,dirigenti che sono distanti anni luce daimilionari riportati nelle cronache rosa,che sono orgogliosi del proprio lavoro,professionalmente preparati e impegnatial massimo delle proprie capacità tutti igiorni, che dedicano gran parte del pro-prio tempo non solo per il bene proprioma anche per quello delle varie compo-nenti delle aziende per cui lavorano.

(lettera firmata)

Attualità

Anche quest’anno la Redazione diquesto giornale, insieme con i piùsolerti collaboratori, si sono riuniti

per il consueto scambio di auguri e di cor-diale verifica dei risultati raggiunti.

Hanno rallegrato la festa gli apprezzatigadget offerti dai nostri generosi sponsor einserzionisti con oggetti in linea con il perio-do di austerità, all’insegna del loro imme-diato utilizzo.

Gli sponsor:

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Festa di auguriin Redazione

22 gennaio 2009

In questa puntata parleremo di undisturbo assai diffuso: il mal di testa.La cefalea è una malattia universa-

le, ne soffre una persona su quattro e soloil 10% ne conosce davvero le cause.Spesso i farmaci non bastano e servonosolo per anestetizzarci nel momento delbisogno, coprendo il dolore senza risol-verlo. Non che questo sia necessaria-mente negativo, in un momento di fortebisogno, ma sappiamo bene che non è lìl'origine di questo male, stiamo agendosolo sul sintomo. Non mi dilungherò suipossibili effetti collaterali dei farmaci,primi fra tutti i disturbi gastro-intestina-li, ma cercheremo soprattutto di inda-garne le origini.

In generale, per affrontare l'argomen-to da un altro punto di vista, possiamocominciare col dire che la cefalea, esclu-dendo i casi di coloro che ne soffronoper motivi “organici” (cioè a causa dianomalie scatenate da traumi, malattieinfettive, patologie vascolari o di altraorigine definita), è un male che affliggetutti coloro che “pensano troppo”. Lacefalea è un disturbo che ha le sue radi-ci nei comportamenti e nello stile di vitadi tutti i giorni. Da un punto di vista disimbologia, la testa è rotonda, dura e stain alto. Si tratta infatti di un contenito-re. Un contenitore molto particolare, cheracchiude il cervello, il nostro organoprincipale a cui risalgono i sensi, le per-cezioni, ed anche il ragionamento, i sen-timenti, i pensieri e le emozioni. Quan-do in questo contenitore c'è sovraffolla-mento, ecco arrivare il mal di testa, ilmeccanismo automatico che il nostroorganismo ha previsto per farci rallen-tare, per spazzare via tutti i pensieri checontinuano a roteare dentro.

A metterci il carico, è poi in partico-lare il comportamento del cefalgico tipi-co, caratterizzato da aspetti caratterialitipicamente legati a capire, spiegare,ragionare, che hanno come conseguen-za l'andare avanti lo stesso, la coerenza,

gli schemi, il non stare con le mani inmano, tenere i piedi per terra. “Potere”e “dovere” sono i verbi più utilizzati, chene condizionano il comportamento, tipi-camente quello di pensare troppo secon-do schemi e con senso del dovere, senzalasciare spazio alle emozioni.

Le principali due tipologie sono rap-presentate da:

– Cefalea tensiva (detta anche nuca-le o posteriore): colpisce chi mantienefissa la postura, capo fisso e dolori alcranio e collo. Il modo di agire tipico èriassunto dal motto “bisogna andareavanti, costi quel che costi”. La rigiditàdella parte posteriore del cranio non èaltro che lo specchio della rigidità dipensiero di questo tipo di persona.

– Cefalea vasomotoria (detta ancheanteriore) : da stress e da tensione emo-tiva o da sovraffollamento/ingorgo dipensieri e sensazioni. Può essere presen-te già dal mattino e durare tutta la gior-nata. E' tipica di coloro che dicono frasitipo “non posso stare senza far niente”oppure “continuo a cercare delle solu-zioni per questo problema” o ancora“seguo i miei schemi per analizzare lasituazione”. In realtà spesso sono perso-ne che fanno tanto e pensano tanto, maquasi mai seguendo il fiuto, l'istinto.Sono troppo razionali. Tutto deve avereuna spiegazione e tutto deve avere una

logica. O ancora: di chi non riesce acomunicare l'ingorgo di idee o di pro-grammi che ha nella mente, quindi latesta gli “scoppia”.

Per coloro che soffrono abitualmentedi questo problema, la soluzione è rac-chiusa nel modo di pensare e agire chealcuni grandi pensatori hanno sintetiz-zato così: vivere QUI E ORA.

Vediamo allora alcuni suggerimentidi comportamenti corretti che guarisco-no la cefalea e gli errori che la scatena-no:

SI (cosa fare):

Terapia comportamentale

1) trasgredire: condurre la giornata alcontrario, fare le cose come non si fa disolito

2) rompere le regole: guardare unpanorama, lasciare il letto sfatto, inseri-re una cosa nella giornata che normal-mente non si farebbe (momento di ozio,passeggiata...)

3) liberare l'Eros: non censurare lafantasia

4) stimolare i sensi: con la musica, unquadro, andare a ballare, cedere a unpeccatuccio di gola. Curare comunquel'alimentazione, che deve esserenutriente, ma semplice e leggera.

5) arrabbiarsi: abituarsi a cercare diesprimere la collera; fallo la sera al buioper immaginare come avresti voluto rea-gire a una data situazione (una rispostao un gesto trattenuto) per prendere con-fidenza con questi comportamenti, laprossima vola sarà più facile.

NO (cosa non fare):1) non staccare mai la mente: maga-

ri chiudi gli occhi e rallenta, o fai unapausa in un luogo silenzioso

2) programmare tutto: meglio darsiscadenze e tabelle di marcia più flessi-bili, almeno un giorno alla settimananon programmare niente

3) spiegare e rimuginare sempre:lavorare più d'istinto, lasciar decantaree la soluzione; arriva come un lampo digenio, sotto forma magari di sogno oidea inattesa. Chiediti come stai (anzi-ché cosa hai fatto?)

4) farsi schiavizzare dal dolore: cercaun aspetto piacevole nel dovere. È ine-vitabile? Si può sostituire o rimandare?Lo può fare qualcun altro? Il peso del

Attualità

È un male che afflligge coloro che pensano troppo

Cefalea: malattia universalePaolo Pozzato

23gennaio 2009

mondo è per forza tutto sulle mie spal-le?

5) mascherare i propri desideri: ci fasembrare “equlibrati”, ma lasciamociandare alla spontaneità, togliamoci lamaschera e siamo consapevoli di ciò chesgorga da dentro di noi.

Vi sono certamente dei rimedi natura-li che possono accompagnare la perso-na nel percorso, come si diceva in aper-tura, di modificare i propri comporta-menti e il proprio stile di vita. Che rap-presenta la soluzione, in prospettiva, più

Nella prestigiosa cornice del CircoloSociale Biellese - con nutrita partecipa-zione degli iscritti e alla presenza di gra-

diti ospiti - si è tenuto venerdì 5 dicembre il con-vivio annuale della Federazione Biellese.

Il Presidente Renzo Penna, nel porgere uncaloroso saluto a tutti i convenuti, si è ramma-ricato dell’assenza di S. E. il Prefetto – dotto-ressa Livia Brassesco – richiamata a Roma equindi impossibilitata ad intervenire. Ha poiprovveduto a ringraziare, all’inizio dellanuova Consigliatura per il triennio 2008-2010,l’Assemblea del maggio scorso che ha sanci-to l’ingresso nel Consiglio Direttivo di giova-ni colleghi che potranno assicurare un gradua-le rinnovamento dei nostri quadri direttivi.

E, proprio a seguito dell’acuirsi delle diffi-coltà economiche e occupazionali che hannocolpito anche il territorio biellese ha organiz-zato la conferenza-dibattito: “Il terremoto deimercati finanziari mondiali, conseguenze eriflessi nei confronti dell’economia reale” chedovrebbe aiutarci a capire quale futuro ciaspetta per il nostro lavoro, per i nostri rispar-mi, per le nostre previsioni di spesa.

Il dottor Michele Russo, global advisor diUnicredit Private Banking, ha esaminato i variaspetti del problema, originato dal forteapprezzamento dei valori del mercato immo-biliare residenziale negli Stati Uniti sostenutoda un elevato ricorso all’indebitamento daparte dei consumatori. La crisi è quindi un assetbubble che ha innestato un processo di forteintensità di riduzione della leva finanziaria.

L’anno 2008 può essere suddiviso in duefasi. La prima è stata caratterizzata dalla fortedebolezza del dollaro, dal forte apprezzamen-to del petrolio, da attese di alta inflazione e datassi interbancari estremamente elevati. Laseconda inizia nel mese di agosto e presentaandamenti opposti delle variabili sopra men-

zionate (apprezzamento del dollaro, crollodella quotazione del petrolio e riduzione del-l’inflazione) e registra l’accelerazione dellacrisi a causa degli eventi straordinari verifica-tisi tra il 15 e il 17 settembre:

– l’entrata in “Chapter 11” della bancad’affari americana Lehman Brothers;

– la vendita di Merryl Linch alla “Bank ofAmerica”:

– il salvataggio di AIG, uno dei principaliattori mondiali nel settore assicurativo.

Tuttavia, salvo poche eccezioni, le difficoltàdel sistema bancario europeo sono state digran lunga inferiori a quello americano graziealla prudenza dei banchieri europei e allanatura prevalentemente commerciale degliIstituti di Credito continentali.

Le Autorità Centrali, Governi e Banche Cen-trali hanno risposto ad eventi tanto eccezio-nali con misure altrettanto straordinarie:

a. le Banche Centrali hanno messo in attosia misure di politica monetaria espansiva siamisure volte ad incrementare la liquidità delsistema;

b. i Governi, di concerto con le BancheCentrali, hanno intrapreso azioni con lo scopodi ridurre il rischio sistemico attraverso l’inter-vento diretto nei patrimoni delle banche sottoforme diverse;

c. infine, i Governi hanno elaborato inizia-tive volte a contenere l’impatto della crisi sul-l’economia reale approvando misure di poli-tica fiscale espansiva.

Nell’attuale fase economica reale, si stannoregistrando forti difficoltà su più fronti, cosìcome confermato sia dai dati macroeconomicirilevati (andamento negativo del PIL e dei con-sumi ed aumento del tasso di disoccupazione)sia dall’andamento degli indici di fiducia.

Attualità

BIELLA

Cena degli auguriQuali consigli dare ai risparmiatori? La cau-

tela è d’obbligo anche perché non è almomento possibile prevederne la durata.Secondo il relatore è comunque importante

1. Conservare il Patrimonio, a meno che cisia un’impellente necessità di liquidità.

2. Diversificare i propri investimenti, conuna componente azionaria limitata, correlataalla propria propensione al rischio.

3. La componente obbligazionaria vaimpostata su scadenze leggermente più lun-ghe, anche per effetto del previsto ulteriorecalo dei tassi da parte della BCE.

All’intervento del dottor Russo, ha fatto ecocon interventi molto incisivi, quello della dot-toressa Ester Citton - Area Manager di Unicre-dit Private Banking. Questa banca è dedicataa soddisfare nel tempo gli interessi di indivi-dui, famiglie, holding di partecipazioni ad Enticon importanti patrimoni da preservare edaccrescere nel tempo.

È poi intervenuto il Presidente della Cameradi Commercio di Biella, dottor Gianfranco DeMartini, il quale, pur rilevando che i riflessi dellacrisi finanziaria avranno purtroppo ricaduteanche sull’economia reale, sottolinea la soliditàdella filiera manifatturiera biellese che detieneil primato delle esportazioni e della BilanciaCommerciale. Con il nostro contributo, l’Italiaè l’UNICO Paese con saldo attivo di esporta-zione nel settore tessile.

Sandro Becchia

efficace e duratura, senza effetti collate-rali.

Ottimi i fiori di Bach: Pine, Horn-beam, Oak, Vervain, Rock Water, CrabApple.

A seconda della tipologia caratteria-le rappresentano un valido aiuto persupportare il cambiamento e l'adatta-mento del proprio modo di comportar-si.

Anche le piante medicinali offrono unvalido aiuto, sia in via preventiva chesituazionale.

Le più classiche, macerati o tinture

madri, da assumere in caso di cefaleamuscolo-tensiva sono l'artiglio deldiavolo, l'iperico, il ribes nigrum. Perla cefalea vasomotoria la fumaria, ilpartenio e ancora il ribes nigrum, l'an-tinfiammatorio naturale per eccellen-za.

Nel prossimo numero. Parleremo diun problema che affligge molte perso-ne: la colite. Ricordo come sempre chechi desiderasse porre dei quesiti perso-nali può scrivermi al seguente indirizzo:[email protected] o visitare il sitohttp://ilnaturopata.blogspot.com. ❑

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DIAGNOSI PRECOCE DEL CANCRO MAMMARIO

Le più recenti statistiche affermano che nell’intera Europa ogni due minuti viene diagnosticato ad unadonna il cancro mammario ed ogni sei minuti avviene un decesso per la stessa malattia: ciò significa chenella stessa Europa si fanno circa 275.000 diagnosi di tale malattia all’anno la quale causa circa 88.000decessi, per anno.

Si tratta, per le donne, della più frequente causa di cancro e della principale causa di morte nella fasciadi età compresa fra i 35 ed i 59 anni (Aslund e Coll., Med. Phys.32,3367, 2005).

È ormai noto che la mammografia è la sola indagine che permette una diagnosi precoce e che puòridurre la mortalità di oltre il 30%; se il tumore diagnosticato è di dimensioni inferiori a 1 cm, la guarigioneavviene nel 95% delle pazienti. La mammografia è un esame radiologico che provoca un modesto dolore(legato alla compressione del seno necessaria per l’assoluta immobilità della parte e per ridurre ancora ladose di radiazioni) e che permette di visualizzare attraverso i ben noti segni (opacità nodulare, distorsioneparenchimale, microcalcificazioni) il tumore mammario quando ancora di piccolissime dimensioni e nonancora palpabile.

La sensibilità della mammografia nelle donne fra i 49 ed i 69 anni è di circa il 90% ed è alquanto minorein quelle più giovani ed in quelle con seno cosidetto “denso” e pertanto di difficile interpretazioneradiologica (American Cancer Society, 2004).

La mammografia digitale, di recente introduzione in Italia, offre nei confronti di quella tradizionale,analogica, alcuni evidenti vantaggi (Charta Senologica, Rad. Med.108, 569, 2004, Pisano, Radiology 246,376, 2008): anzitutto la sensibile riduzione della dose di radiazioni e poi la migliore qualitàdell’immagine con possibilità della sua elaborazione a monitor (ingrandimenti, studio di particolari,inversione bianco-nero per una migliore visualizzazione delle microcalcificazioni).

Il problema di migliorare ancora la sensibilità della mammografia e di ridurre le pur modeste percentualidi errore si è posto da molti anni, specie da quando si sono estesi in Italia i programmi di screening delcancro mammario promossi dal Servizio Sanitario Nazionale. In tali programmi si è anzitutto introdotta ladoppia lettura delle mammografie da parte di due diversi radiologi, con possibilità quindi di una doppiapercezione delle eventuali lesioni e di una differente interpretazione delle stesse(Dinnes, The Breast 5,195, 2001).

Più recentemente, si è presa in considerazione lo sviluppo di sistemi computerizzati che fungano dasecondo lettore con i sistemi CAD (Computer-Aided Detection) che elaborano algoritmi in grado dievidenziare anomalie mammografiche allo scopo di automatizzarne l’interpretazione o, piùrealisticamente, di fornire uno strumento che potenzi l’accuratezza umana di lettura dell’immagine. Il realebeneficio di tali sistemi, certamente sensibile, è in via di definizione (Bazzocchi, Rad. Med. 112, 329,2007).

In questi ultimi anni si è diffusa in America come in Europa l’associazione dell’ecografia allamammografia, specie nelle donne di età inferiore a 40 anni e nei seni “densi”. L’esame, che richiede l’usodi sonde ad alta frequenza (circa 10MHz), lineari o anulari e comunque focalizzate sui piani superficiali,non è privo di difficoltà (specie nelle mammelle adipose, ma è comunque in grado di apportare sensibilibenefici diagnostici specie se associato alla mammografia.

Quest’ultima infatti permette una preziosa visione d’insieme ed è in grado di evidenziare le zone“dubbie” sulle quali andrà approfondita l’indagine ecotomografica (Crystal,Amer.J.Roentgenol.181,177,2003; Kaplan, Radiology 221,641, 2003) e successivamente, se del caso,praticata l’ago-biopsia guidata.

Oggi, l’associazione dell’ecotomografia alla mammografia fa comunque parte dell’ormai collaudato iterdiagnostico nei più autorevoli Centri italiani (Ciatto, Rad.Med.11, 440, 2006; Londero, Rad.Med. 112, 863,2007).

L’elastosonografia, recente tecnica ultrasonografica utile nel valutare le proprietà meccaniche deitessuti in vivo, porterà forse ulteriori contributi diagnostici nella caratterizzazione delle lesioni mammarie(Giuseppetti, Rad:Med.110, 69, 2005;Burnside, Radiology 245, 401, 2007).

Prof. E. Comino

Sanità

26 gennaio 2009

Spiccioli

Il marchesato di Saluzzo

In occasione della Mostra sul il Marchesato diSaluzzo, abbiamo varcato la soglia dell’Ar-chivio di Stato (piazza Castello, Torino) e gui-

dati dalla dr.ssa Carla Marchisio, abbiamo riper-corso la storia del Marchesato che nei secoli XIII-XVI insieme con altre signorie, ducati. Si è col-legato al regno di Francia per poi passare al Duca-to di Savoia (1681).

La visita ci ha permesso di cogliere il fascinoche emana dagli ampi saloni della sede costruitadall’architetto di Corte Filippo Juvarra la qualelungo i 70 km di scaffalature ci racconta la storiadei 12 secoli dal 726 al secolo XX. ❑

Favola d’altri tempi

La nuvola e l’uccellino

Nuvola era una bambina dai capelli rossi,con il viso ricoperto di efelidi, su cui bril-lavano gli occhi color verde mare.

Nuvola era così chiamata perché non prende-va parte ai giochi con i suoi compagni; ma se nestava sola e sognante a guardare le nuvole. Adognuna aveva dato un nome e con loro costruivaun mondo nuovo, libero e felice

Il sole e la luna erano i suoi nuovi amici.Un giorno fra i rami della quercia, su cui si era

arrampicata, si posò un uccellino con piume ditutti i colori che anche lui le spiegò che in passa-to era stato un bambino, sognatore come lei, cheera stato rapito dalle nuvole e portato in alto vici-no al sole e alla luna. Dopo qualche tempo, si eratrasformato in quel bell’uccellino affinché potes-se ritornare sulla terra e rendere felici i bambiniche avrebbe incontrato sul suo cammino.

“Nuvola” incantata dal racconto scese dallaquercia e corse dai suoi amici per narrare anchea loro che la vera felicità si trova cercando di tra-smetterla agli altri.

“Citare nell’uso”

Modellistica a Venaria

Pensiamo che tutti, in certe occasioni, abbia-no ammirato quelle costruzioni miniaturiz-zate di macchine – auto, aerei, navi o velie-

ri – ricostruite dalla abilità di sconosciuti artistiche hanno messo ingegno e pazienza per raggiun-gere l’ambito traguardo dell’oggetto compiuto.

Questa breve introduzione nasce dalla propo-sta di un gruppo di appassionati riuniti alle portedi Torino – nella ben nota Venaria – che hannocreato l’Associazione Modellistica VenarieseTorino con tanto di statuto che all’art. 1 recita.

Gli scopi dell’Associazione sono quelli di pra-ticare e di diffondere l’hobby del modellismo inamicizia, – spirito di collaborazione, senza scopicommerciali ai fini di lucro.

Un gruppo di “navigati” modellisti propone aicolleghi un corso trisettimanale di tre mesi alcosto di euro 200 mensili, escluse le spese di uten-sili e attrezzature.

Gli interessati possono avere ulteriori informa-zioni telefonando al Sig. Michele Chianarella3933000652 - 011/4342629. ❑

Lo storico

Non sono molte le lettere che ci pervengo-no, per lo più di protesta per i ritardi, glierrori, le manchevolezze. E più ne vor-

remmo. Chi scrive comunque e qualunque cosaegli scriva è un amico oltre che collega che cilegge, ci giudica, e molto spesso ci approva.

Le lettere portano spesso consigli e suggeri-menti, anche articoli di presentazione di eventi suiquali richiedono la nostra presenza. Ma l’ultimaci ha lasciato favorevolmente sorpresi.

Un collega ci scrive che una sua nipote decen-ne gli ha chiesto particolari sull’ultima guerramondiale, facendo anche delle domande imbaraz-zanti. L’età della piccola non giustifica il como-do rinvio a qualche libro troppo dettagliato ed aldi fuori della sua comprensione.

E allora il collega Secondo Ercole si è docu-mentato ed ha raccontato, sulla scorta delle sueesperienze e di ciò che aveva letto, ad uso dellabambina, le vicende e le emozioni di chi quellaguerra ha vissuto.

Ringraziamo il collega e ci complimentiamoper il suo lavoro (un fascicolo di 16 pagine di gran-de formato ripartito in vari capitoli), di cui volen-tieri avremmo pubblicato qualche passo. Ci limi-tiamo a proporlo come esempio agli altri nonniche hanno dei nipoti intelligenti e curiosi comequesta ragazzina. ❑

Nuntii latini italici

Villelmus, britannicus princeps, vigintiquinque annos natus, instituti R.A.F.nomine subcenturio, in horto sponsae cui

nomen est Catharina Middleton, militari helicop-tero terram attigit. Ministerium rei publicae tuen-dae his verbis eum defindit: “Hoc ad exercitatio-nem pertines”. De hac re acerbe disputatur. (DeSanctis).

Il principe inglese William, 25 anni, tenentedella R.A.F., è atterrato nel giardino della fidan-zata con un elicottero militare. Il Ministero dellaDifesa lo difende con queste parole: “Fa partedell’addestramento”. È aspra polemica.

Nuntii latini

Navigando in rete, alla voce Nuntii latini ita-lici abbiamo scoperto che nei paesi nordici (Litua-nia, Lettonia, ecc.) era nato un movimento a favo-re del “latino parlato”. Per causa delle difficoltàconnesse con il loro idioma natale, dopo essersiposto il problema di come favorire i rapporti com-merciali con altre lingue, ricercando uno strumen-to già conosciuto che potesse essere indicatocome lingua universale, si erano persuasi che illatino avrebbe trovato unanimità di consensi. Nonè la prima volta che il latino è chiamato a diven-tare un tramite immediato tra i popoli.

Ma non tutti sono d’accordo. Fra gli altri il col-lega incaricato di presentare questa iniziativa, chein realtà l’ha bocciata con eloquenti argomentazio-ni. Nella pagina successiva potete verificare le sueragioni. Dal canto nostro pubblichiamo una brevenotizia così com’era stata presentata da un’emit-tente estera, in attesa di altri pareri se l’argomen-to interessa. ❑

27gennaio 2009

Èaccaduto più volte, anche recente-mente, che la rappresentanza italia-na negli Organi della Comunità

europea abbia sporto lamentele e perfi-no reclami formali per l’assenza dell’ita-liano nei pronunciamenti ufficiali dell’U-nione. È in atto infatti a Bruxelles la ten-denza ad utilizzare soltanto l’inglese, ilfrancese e il tedesco per la redazione e laprima pubblicazione degli Atti formali .Solo in un secondo momento gli ufficiprovvedono invece alla traduzione diogni documento in tutte le altre 20 lin-gue, compreso l’italiano. È questo ilmetodo corrente per adeguarsi ai proto-colli che impongono la stesura degli Attiin tutte le lingue parlate nei 27 Stati mem-bri.

Il motivo dello scontento non risiedetanto nel veder ignorate inconfutabiliragioni storiche e culturali, quanto esoprattutto nel mancato riconoscimentodei grandi meriti della politica italiana,animata da convinto fervore europeistafin dal dopoguerra.

Aggiungerei che non dovrebbe sfuggi-re ai custodi delle liturgie comunitarie latendenza del mondo giovanile occiden-tale a conoscere la nostra lingua. Comead esempio nelle università americane,dove l’italiano supera ormai il francese eil tedesco tra le lingue più studiate.

All’origine, e tra le molte ragioni diquesta accertata novità, non è difficilecollocare l’antica e diffusa tradizione chemantiene intatto in Europa e nelle Ame-riche lo studio del latino; cioè della lin-gua che si è trasfusa nel tempo nell’italia-no portando con sé grandissima parte delproprio lessico. Si stima infatti che il lati-no sia la lingua più conosciuta dopo l’in-glese e lo spagnolo.

Per l’intellettualità americana, la cono-scenza del latino non è soltanto un raffi-nato segno di distinzione personale, ma

anche una fondamentale base culturale.I messaggi di civiltà che esso custodisceattirano finanche l’attenzione dei politiciche se ne servono in occasioni ricorrentiper contrastare le spinte di cambiamentoe di novità. Visto, essi dicono, che il pro-gresso è portatore di corruzione deicostumi.

Come non riconoscere ancora oggi lavitale presenza tra noi europei di questalingua pur tecnicamente definibile “estin-ta”? Non è operazione di nostalgia osser-vare la sua permanente popolarità negliistituti del diritto; la sua ufficiale designa-zione quale lingua della Chiesa Cattoli-ca (pur con le correzioni e le incertezzeseguite al Concilio Vaticano II) ; e l’ado-zione su scala mondiale del vocaboloscientifico di ogni essere vivente.

L’intero occidente è immerso in uncontesto culturale che per decine di seco-li, per centinaia e centinaia di milioni diindividui avvicendatisi al mondo ha pro-dotto e proposto strumenti concettuali evalori umani correlati alla loro espressio-ne in quell’unica lingua.

Nel citato Convegno romano del mag-gio 2008 un rappresentante dell’Accade-mia Cinese delle Scienze Sociali ha rife-rito che alcune Università cinesi in que-sti ultimi anni hanno aperto corsi di lati-no nella convinzione che l’enorme svi-luppo del Paese non possa prescinderedalla conoscenza di quella lingua.

Gli innumerevoli richiami che noi ita-liani riceviamo nelle nostre città da quan-

to ci circonda ci fanno dono di una appar-tenenza privilegiata, più diretta e imme-diata, al mondo del latino glorioso e ren-dono graditi e preziosi i ricordi scolasti-ci, dalla declinazione di rosa-rosae allametrica di Ovidio.

Noi siamo in grado di avvertire la pre-senza viva della lingua latina nella nostraquotidianità quando ci affiora alle labbra– a distillare un concetto – una delle sueinfinite locuzioni adoperate e ripetuteintatte lungo i secoli. E può solo assalirciil dubbio che la nostra pronuncia non siaquella né dei Latini di Romolo, né deiromani del tardo Impero

Dubbio legittimo che, a quanto ripor-ta un uccellino web, non scalfisce lecuriose convinzioni di gruppi di onestistudiosi i quali vorrebbero costruire ediffondere un latino “parlato” ottenutocon attente semplificazioni dai classici.Lo scopo pratico sarebbe soprattuttoquello di individuare e proporre un lin-guaggio di comunicazione europea.

L’impulso proviene soprattutto da dottiinsegnanti di latino con cattedre illustri inmezza Europa e trova riscontri nell’edi-zione di Riviste periodiche destinate agliinteressati e nella pubblicazione di unnuovo vocabolario latino che ospitaanche neologismi coniati ad hoc (par-don!).

Impudenza, magari no. Imprudenzacertamente sì: di chi si abbandona alfascino aristocratico delle fatiche inutili.Di chi finge di ignorare il pericolo dellederive maccheroniche e il danno asim-metrico allo studio dei Classici nellescuole.

È come usare le Dolomiti da giacimen-to di pietrisco.

“Exegi monumentum aere perennius” Questamassima ripresa da Orazio, bene si attaglia allalingua con cui è stata scritta.

Opinioni

Marcello Carucci

Una insostituibile base culturale

Nuova gloria per il latinoIn un Convegno internazionale del maggio scorso a Roma, promosso in Vaticano dal PontificioComitato di scienze storiche e dal nostro Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato ricordato

che il latino “ha assicurato una continuità culturale durata poco meno di tre millenni” e“costituisce una base intellettuale e morale per abilitare le generazioni future a gestire in modo

responsabile i risultati delle scienze moderne”

28 gennaio 2009

Opinioni

La speranza“Un fuoco che ci mette le ali”

Giulio Airaghi

L a necessità della Speranza è insita in tutti gli esseri viventi:attese terrene e ultraterrene di giustizia e di compenso, diriuscita e di durata, e anche quando la vediamo lontana, la

Speranza ci raggiunge e si insinua dentro di noi, cresce nell’uomoattento attraverso la fiducia, si offre come ponte verso un orizzonte diconcretezza e realismo a chi sa bene che la sua sorte non saràspeciale.

La Speranza, sentimento fratello della paura, è un movimentod’anima radicato proprio nel senso della paura: se le cose andasserosempre bene non avremmo bisogno della speranza: aspettare,attendere un futuro propizio e professionale, dare all’intuizione –forma di conoscenza non del tutto chiara ma pronta – la forza diportare le cose all’ultimo culmine che a loro, con fiducia, abbiamoassegnato.

Nelle responsabilità che cingono il lavoro – nello specifico quellodirigenziale –, nelle componenti fondamentali che permettono diportarle a compimento, la domanda “cosa mi è concesso sperare” èsempre presente perché esprime una passione umana di riuscita cheperò di fatto mostra apparenze ingannevoli e inconvenienti sul beneche si desidera e che si considera probabile. Ma senza speranza simuore!

Nella Galleria degli Uffizi, a Firenze, un trittico raffigura laSperanza insieme alle altre virtù: essa non ha alcuna caratteristicaparticolare ma guarda verso il futuro.

Voler realizzare la propria vita, la propria attività, i propri desideri,per quanto difficili da raggiungere anche attraverso una dura lotta, èun’aspirazione che ha bisogno della Speranza: essa determina unagrande energia, mobilitando la capacità naturale di lottare contro ciòche contrasta i suoi progetti. Ci vuole coraggio per superare gli ostacolie vincere i momenti di debolezza, di sconforto, di senso dell’abbandono.

Il tema centrale di “Torino Spiritualità” di fine settembre è stato“speranze dell’individuo, dell’Italia, del Mondo”. Un susseguirsi divoci alte, di origini e provenienze diverse e incontri con le correntiprincipali della filosofia, delle religioni, della poesia, le quali hannoespresso pensieri, emozioni e sentimenti di vita sulla bellezza el’importanza dello “sperare”, sia nelle cose divine che in quelleterrene. Sperare prima di morire non dopo, diceva Dante.

Rosita Capioli, donna di scrittura e di poesia, presente allarassegna ha dialogato sul movimento della Speranza: essa si muovecon la stessa dinamica delle cellule naturali, iscritte nel codicegenetico, dov’è la parola-idea, che combina sopravvivenza, felicità,immortalità: un trittico infrangibile.

Nella poesia dei grandi poeti il richiamo alla Speranza è presentein fondi di respiro cosmico, e anche se il linguaggio non è sufficienteper dire le cose nella loro ampiezza, la poetica della Speranza fascoprire quel movimento verso se stessi, gli altri, la natura, l’Assolutoe l’esercizio doveroso e prezioso della razionalità. E rende pronti acercare e ad aspettare un giorno nuovo.

Non è possibile nessuna azione, non ha sostanza la vita stessa al difuori della Speranza. ❑

Opinioni

29gennaio 2009

■ Legalmente

riconosciuto

dall’Irish

Department of

Education.

■ Corsi durante tutto

l’anno.

■ Programmi estivi

speciali per adulti.

■ Programmi di

attività/studio per i

più giovani (Giugno

- Agosto).

■ Sistemazione presso

famiglia.

■ Sconto ai membri di

Federmanager

Piemonte. (Si prega

di allegare

l’inserzione quando

si effettua

l’iscrizione).

■ Preparazione per

l’esame: FCE, CAE,

CPE.

Gianni Formagnana

Lettera a Gesù Bambino

Rivoglio il Natale di una volta

Non fa in tempo ad affacciarsi ilmese di novembre: sbrigate infretta le formalità concernenti la

festa di Ognissanti, la celebrazione delricordo dei defunti e magari l’estate diSan Martino, accompagnata da castagnee vino, quand’ecco partire il primo rin-tocco mediatico; “È Natale!”

Ma come, di già?Al primo tocco se ne aggiunge un

secondo, un terzo e poi, giù a bizzeffenotti stellate e fiocchi di neve a profusio-ne, centinaia di Babbi Natale gioviali erubicondi, su slitte cariche di pacchi epacchettini, giochi e giochini, per grandie piccini, gioielli e profumi per splendi-de dame, leccornie e dolciumi per sto-maci voraci, fino a farti implorare :“Basta”, per arginare la nausea che ti som-merge. Pensi ad una scappatoia provvi-denziale; una bella slogatura di una cavi-glia, magari una influenzetta che ti obbli-ghi a passare le feste sotto le coperte esi-mendoti da telefonate e biglietti augura-li, dallo sforzo celebrale per far quadra-re il numero degli “omaggi doverosi” conil risicato budget di cui disponi, dall’ac-quisto di provviste in abbondanza per farfronte agli ospiti fuori programma, dallaricerca di “regalini” fuori lista da teneredi riserva, dalle corse dell’ultima ora innegozi presi d’assalto da gente freneticae nevrastenica come te.

E sperare di cadere in catalessi perrisvegliarsi il 26 dicembre nel silenzio

attonito di una città sommersa dai rifiutidella Grande Festa, ma finalmente inpace.

E questo sarebbe il Natale?Cosa c’entra tutto questo con il ritorno

della speranza che il Cristo Bambino cidona ogni anno con la sua nascita fra noi,nonostante questo mondo non lo meritiaffatto?

Rivoglio il Natale di quando ero bam-bino. Di bello allora c’erano le vacanzeda scuola, il presepe della parrocchia checi facevano preparare, a partire da metàdicembre, un pezzetto al giorno, dopol’ora di catechismo, con la carta pesta permodellare le montagne, la carta stagnolaper ritagliare le stelle da incollare sul cielodi tela celeste, il muschio staccato daimuri umidi per fare il tappeto per peco-re e pastori. Il Bambinello roseo e sorri-dente col piedino nudo proteso in avan-ti ad accogliere il bacio devoto dei fede-li, sarebbe comparso soltanto alla mez-zanotte di Natale, durante la messa solen-ne a cui accorrevamo tutti quanti, imba-cuccati contro il freddo e la neve che nonmancava mai alla festa, anche lei.

Era un’emozione grande uscire di nottee percorrere le strade in mezzo a tantagente festosa che si scambiava abbraccied “Auguri”, “Auguri”.

Dopo la messa, nella calza lasciataappesa sotto il camino trovavamo noci,mandarini e, a volte, qualche cioccolati-no dorato. Gli abeti addobbati sfarzosa-mente erano ancora di là da venire. Incasa noi praticavamo ancora animali dastalla e capannucce di cartone con sopra

una cometa dorata un po’ sbilenca. Peril pranzo di Natale la nonna preparavaagnolotti fatti in casa, il pollo arrosto(allora i polli crescevano rari sulle aie deicontadini ed erano il cibo pregiato daconsumare nelle grandi solennità), e perdolce una torta della famiglia del casta-gnaccio, arricchita con mandorle e fichisecchi. Se ne mangiava una fettina minu-scola e riempiva la pancia per la giorna-ta intera. Eravamo ancora all’oscuro del-l’esistenza del panettone che allietavacon la sua prelibatezza solo le mense deipiù ricchi; noi vivevamo ancora in unaincosciente ignoranza.

La televisione e la sua ossessione pub-blicitaria erano ancora nel limbo dellatecnologia; la radio trasmetteva soltantole canzonette di Rabagliati.

Com’era bella quell’atmosfera di sem-plice letizia, quei propositi sinceri didiventare tutti buoni ed onesti, quelle oretrascorse attorno ad un tavolo, davanti alcaminetto, a giocare a tombola, tuttiquanti grandi e piccoli, pagando le car-telle del gioco. Un centesimo ciascuna!

E le grida di gioia per la vincita di unterno, di una cinquina!

I fagioli che fungevano da segnapuntirotolavano via dalle mie cartelline ad ogniscossone della tavola e mentre io miaffannavo a rincorrere i numeri estratti,qualcun altro gridava : “tombola!” ed ilgioco era finito.

Ora non ci sono più giochi che ci ral-legrino così tanto; ci resta soltanto la spe-ranza che Tu, Gesù Bambino, nella tuainfinita misericordia, continui a rinascerein questo mondo impazzito, finchè l’u-manità non sarà persuasa che soltanto inTe potrà ritrovare la serenità e la gioiadell’innocenza. ❑

30 gennaio 2009

La formazione dell’IoDaniel Dubuisson, (Dalle saggezzeantiche alla conquista della personalità)Edizioni Dedalo, Bari,pagg. 328, € 17,00

Daniel Dubuisson che attualmente dirigel’“Institut de recherches historiques du Septen-trion” dell’università Charles de Gaulle Lille 3risponde in questa sua opera in maniera esausti-va, consultando sul tema filosofi, letterati, antro-pologi, sociologi e uomini di fede di tutti i tempi,alle domande: “Cosa c’è, per ognuno di noi, dipiù caro, di più importante, ma anche di piùrischioso dell’Io?” Esso è già completo e siaccompagna a noi dal momento della nascita, o èil risultato di un processo di formazione, elabora-zione e consolidamento? Differenti, piene d’inte-resse, le varie posizioni vengono ampiamente echiaramente raccontate dall’autore.

Posizioni che si possono raccogliere in dueschieramenti contrapposti: da una parte chi nonha dubbi sull’esistenza sostanziale dell’Io(Descartes, Kant e gran parte della cultura filoso-fica occidentale, da Platone a Sartre); dall’altrachi parla di “coscienza labile” pronta a smarrirsi(Ernesto de Martino), di “intermittenze del cuore”(Proust), o di impermanenza e varietà del sogget-to (Buddha). Le moderne scienze umane hannoperso di vista l’individuo nella sua singolarità enella sua problematica esistenziale. È sui testi che

sono stati scritti e che via via si sono succedutianche ripetitivamente ma senza interruzioni, chel’uomo può vedersi e pensarsi nella costruzioneprogressiva e nella preservazione della propriaindividualità. L’insieme dei testi che ogni indivi-duo conserva in memoria, rappresenta il suomondo proprio, quello all’interno del quale eglivive la sola vita cosciente che abbia.

Infatti la nostra coscienza testualizza tuttoquello di cui essa si impadronisce. L’Io, secondoP. Janet è un fenomeno complesso, polimorfo,dalle molteplici cause e ramificazioni, sempre inequilibrio precario, come è sempre provvisoria eprecaria la costruzione della coscienza.

La natura paradossale dell’Io si situa nel cuoredella meditazione buddistica sull’uomo. L’argo-mento centrale di tutta la filosofia buddistica risie-de in quella che viene chiamata la “triplice carat-teristica” delle cose. Queste sono dolorose, per-ché effimere, sono quindi anche vuote o sprovvi-ste di “sé”, ossia di ogni substrato immutabile epermanente. Al posto di un’immagine pacificatadi un Io immutabile, Hume sviluppa una visioneestremamente moderna, “cinematografica” e nonpittorica delle impressioni che si succedono den-tro di noi, immerse in un flusso mentale continuo.

Superare, Sopportare, Affrontare. Questi treverbi sono in grado di riassumere abbastanza benel’ambizione finale delle saggezze, da qualunqueluogo esse provengano.

Il meccanismo anima/Dio riscontrabile nelleopere di teologia e di spiritualità, nei termini defi-

niti da queste ultime, si impone solo a chi accet-ta il “patto di credenza” che nello stesso momen-to esse prescrivono di adottare.

Tutti noi pensiamo, sentiamo e ammettiamo dipossedere una vita interiore dove avvertiamo ciòche viviamo, e fortifichiamo il sentimento delnostro Io, prendendone conoscenza.

Nell’affermazione “io credo in Dio” l’essen-ziale è il processo mentale che permette al sog-getto di affermare la propria esistenza attraversol’affermazione di un altro, di Dio. In questo caso,il credo rimpiazza il cogito. Nell’atto di crederel’Io si singolarizza e si fortifica.

Riconoscersi in ogni cosa che si compie, che sivede, che si sente, mantenere un atteggiamentoincrollabile di fronte alle avversità, agire concostanza e sangue freddo, affrontare le disgraziesenza battere ciglio e la morte senza tremare, sonoaltrettante attitudini che presuppongono, oltreche molta tenacia e un certo successo, una con-dotta di vita consapevole e padroneggiata inmaniera matura.

Le “saggezze” si contrappongono punto perpunto alle “religioni”.

Il saggio non è figlio di nessun tipo di Homoreligiosus, per parte sua ha insegnato all’uomosolo il terribile onore di “accettare”. Ma in que-sta accettazione risiede forse la più elevata testi-monianza di umanità che si possa immaginare.

Ecco, l’Io è servito, a fine lettura siamo più con-sapevoli di noi stessi, il nostro Io è più chiaro, enon è poco.

Giovanni Reverso

Libri

De senectute

31gennaio 2009

Sulla vecchiaia si sonocimentati in molti, forse tutticoloro che hanno avuto la ven-tura di conoscerla da vicino o perlungo tempo.

Vecchiaia oggi mascherata omisconosciuta o tradita: anzia-no, non più giovane, avanti neglianni, ma pochi oggi osano con-fessarsi “sono vecchio” chesubito viene smentito dai pre-senti che invocano la provviden-za ed alla festa di compleannoosano dire o scrivere “cento diquesti anni”, anche al festeggia-to novantenne.

De senectude, da Seneca aBobbio, da Cicerone a Ladi-slaus Boros (teologo magiaroche ha scritto pagine esemplarisulla sequenza inesorabile dellestagioni sino all’ultimo tra-guardo – il t i tolo infatti è“Misterium mortis”, e non ulti-mo le Meditazioni alla morte diPaolo VI, che volentieri vor-remmo pubblicare per intero) –dicevamo che fra i molti cele-bri o sconosciuti scrittori sipone il collega che abbiamospesso ricordato su queste pagi-ne per la brillante e fecondaopera letteraria che bene haaccompagnato la sua carriera di

Armando AlciatoIl silenzio e il tempo

Sono obbligato ad affidarmi a canna, corsetto ed a fare molte soste per compiere brevi passeggiate che mi aiutano a vincere il disincanto e a resistere per gli anni che mi restano.In tutta la mia lunga esistenza densa di gioie e dolori, luci ed ombre, ho coltivato il dubbio alla ricerca della fede.Nell’intervallo breve o lungo che precederà il commiato tenterò con l’umiltà di chi poco sa di trovare uno spiraglio aperto al sacro sperando in un Dio misericordioso che nella luce dell’aldilà mi dia il suo perdono e mi lasci con tutti coloro che ho amato.

Borgosesia31 Luglio 2008

Con l’umiltà di chi poco sadi Armando Alciato

Ecco: mip i a c e r e b b e ,te rminando,d’essere nellaluce. Di solitola fine dellavita temporale,se non è oscurata da infermità, hauna sua fosca chiarezza: quelladelle memorie, così belle, cosìattraenti, così nostalgiche, e cosìchiare ormai per denunciare il loropassato irricuperabile e per irride-re al loro disperato richiamo. Vi èla luce che svela la delusioned’una vita fondata su beni effime-ri e su speranze fallaci. Vi è quel-la di oscuri e ormai inefficacirimorsi. Vi è quella della saggez-za che finalmente intravede lavanità delle cose e il valore dellevirtù che dovevano caratterizzareil corso della vita: “vanitas vani-tatum”. Vanità della vanità. Quan-to a me vorrei avere finalmenteuna nozione riassuntiva e sapien-te sul mondo e sulla vita: pensoche tale nozione dovrebbe espri-mersi in riconoscenza.

Né meno degno d’esaltazione edi felice stupore è il quadro checirconda la vita dell’uomo: questomondo immenso, misterioso, ma-gnifico, questo universo dalle mil-le forze, dalle mille leggi, dallemille bellezze, dalle mille profon-dità. ❑

Paolo VIMeditazioni alla morte.(Testo da fotocopia di rivista non identificata)

La vita nonpuò essere pen-sata senza lamorte. Gliuomini sononon a casochiamati i“mortali”: anche i più cinici, i piùspregiudicati e spensierati, i piùsprezzanti e indifferenti, prendo-no sul serio almeno in qualchemomento della loro vita la morte,se non quella degli altri, la propria.L’unico modo di prenderla sulserio è di considerarla quale tiappare, quando vedi la immobilitàdi un corpo umano diventato cada-vere: l’opposto della vita che èmovimento. La morte presa sulserio è la fine della vita, la fine ulti-ma, una fine oltre la quale non c’èun nuovo principio. Rispetta lavita chi rispetta la morte. Prendesul serio la morte chi prende sulserio la vita, quella vita, la miavita, l’unica vita che mi è stataconcessa, anche se non so da chi,e ignoro perché. ❑

Norberto BobbioDe Senectute Ed.Einaudi 2006

Con questaoperetta, com-posta all’iniziodel ‘44 a.C.,i m m e d i a t a -mente primadell’uccisionedi Cesare, Cicerone, in un perio-do per lui pieno di amarezze fami-liari e politiche, avverte il bisognodi consolare se stesso, ormai ses-santaduenne, nonché Attico,destinatario dello scritto, di pochianni più anziano.

L’arma che meglio si addicealla vecchiezza, caro Scipione ecaro Lelio, è la pratica delle artiliberali e delle virtù, che, coltiva-te in ogni età, quando tu sia vissu-to a lungo e intensamente, dannofrutti meravigliosi, non soltantoperché non ci abbandonano mai,neppure al limite estremo dellavita – e questo di per sé è già moltoimportante – ma, anche perché èuna gioia grande poter dire a sestessi di avere speso bene la vita;e soave è il ricordo del bene ches’è fatto. ❑

CiceroneDe Senectute Oscar Mondadori 2008

In quel mo-mento chepareva l’ulti-mo della miavita avrei vo-luto, come nonmai primad’allora, parlare con Dio, esaltarequello che vedevo, coglierlo e fis-sarlo. “Signore, – sussurravo, – tiringrazio perché hai sparso coloricosì densi, hai fatto la vita e lamorte come sono, perché il tuo lin-guaggio è la grandiosità e la musi-ca, perché mi hai fatto artista, per-ché l’arte è la tua scuola, perchétutta la vita mi hai preparato a que-sta notte”, e gioivo e piangevo difelicità. ❑

Boris PasternakLettere agli amici georgianiEd.Einaudi 1967

dirigente ed imprenditore: par-liamo di Armando Alciato.

In questo volume di nonmolte pagine ma denso di senti-menti, richiami, memorie,nostalgie è racchiusa tutta unavita con le guerre, la prigionia,le case, la natura tutte ancoraviventi, ma il velo della malin-conia le nasconde, attenua le lucidel momento travolto appenadalla stanchezza o malinconica-mente subito perduto.

Il libro raccoglie parte dellaproduzione lirica dal 2002 al2007 e una serena disincantatavisione del mondo e del sogget-to che si vede progressivamenteprivato delle sue facoltà miglio-ri, oltre al corpo, anche la menteha bisogno di restauri.

Citare qualche verso può solorisvegliare, in chi legge ed è arri-vato a quell’età, la somiglianzadei segnali, puntuali avvisi chela festa è finita e sa che così è edè bene che così sia.

Ci siamo ritrovati ArmandoAlciato e chi scrive queste note,vicini nel comune lavoro di que-sto giornale – e sono trenta glianni che compie la nostra testa-ta – e ora nella pausa di un’atte-sa temuta e non respinta di quelpunto, come scrive Boros, in cuisi compie definitivamente ilnostro destino. ❑

Informazione sanitaria a cura della ODONTOBI DENTAL CLINIC

34 gennaio 2009

Varie

I l 13 Novembre nella Sala Rossa delComune di Torino la cerimonia delprestigioso riconoscimento. Tra i

premiati Jole Cavallo, moglie del col-lega Arturo Bertolotti.

Come si risponde alla chiamatadella disponibilità e come si esercitala generosità che fa diventare sè stessicompiendo azioni umane verso ilbisogno urgente dei nostri simili? Attra-verso l’intelligenza, la sensibilità e lavolontà che meritano una valutazionemorale, e l’intenzione primaria di ren-dersi utili, di placare, per quanto pos-sibile, la sofferenza morale e fisica dichi ci circonda donando tempo, aiutoe speranza.

Sono queste le azioni umane cheescono dalla generosità personale cheruota attorno al tema del Volontariatocome libera scelta ed effettivo fonda-mento dell’umana convivenza, comeperfezione della carità fraterna checrea fiducia dando luce alla propriaesistenza. ❑

È prevista nella primavera del 2009la visita alla nave scuola “AmerigoVespucci”, unica al mondo per bellez-za, struttura e funzionalità.

È la seconda visita organizzata dalDirclub per soddisfare le molte richie-ste dei soci.

L’“Amerigo Vespucci” ha superato isettantasette anni dalla sua entrata inservizio nella marina militare e destina-ta all’Accademia Navale e porta il nomedel grande navigatore fiorentino chedivise con Cristoforo Colombo la gloriadella scoperta dell’America. Significa-tivo il suo motto leonardesco: “non chicomincia ma quel persevera”.

I colleghi di Federmanager interessa-ti sono invitati a partecipare. Informa-zioni in segreteria Dirclub.

LAVORORicerca lavoro

COMUNICATO N. 1120STUDENTE di Ingegneria con il“Certificate of Profinciency inEnglish” e il “TKT” impartiscelezioni di ingleseRifer. APDAI.

COMUNICATO N. 1121EX DIRIGENTE industriale, pocopiù di 50 anni, ampia esperienza inpiccole e medie aziende sia di con-duzione aziendale che commer-

DirClub Piemonte

Club Dirigenti e Manager d’aziendaPer valorizzare il tempo liberoPer creare contatti interpersonaliPer produrre amicizia

10128 TORINO - Corso Re Umberto, 138Tel./Fax 011.318.64.42 - Cell. 338.938.71.34

e-mail: [email protected]

In silenzio per gli altriPubblico riconoscimento della città diTorino Consiglio dei seniores ad alcunianziani benemeriti particolarmentedistintisi nei campi assistenziale e culturale

ciale, esperienze significative estere(USA, Brasile, Polonia, Nord Africa,Europa occidentale, ecc.), ottimaconoscenza del mondo Automotive,si offre per inquadramento o contrat-to di collaborazione esterna.Rifer. APDAI.

Rifer. APDAI: via San Francesco da Paola,20, Torino, tel. 011/562.55.88; fax011/562.57.03; indirizzo e-mail:[email protected], [email protected].

Rifer. APDAC: via Bidone, 10, Torino, tel.011/669.02.68; fax 011/650.72.27; indiriz-zo e-mail: [email protected].

Gli appuntamenti al Caffè Piatti sonodi martedì alle ore 21 con piacevoliinterventi di personaggi a sorpresa.

3/2/09Primo appuntamento, con intervento di un esperto escursionista in terrad’Africa.I successivi: 11/3/09 - 7/4/09

12/5/09 - 9/6/09

Dal 9 al 16 febbraio si effettua ilviaggio Dirclub “Crociera sul Nilo”.

26/2/09 (data da confermare)Assemblea Ordinaria, assegnazionecontributi di solidarietà e premiazionedei soci con 15 anni di appartenenzaininterrotta al Club; al termine deilavori vi sarà un interessanteintervento di un famoso artistatorinese; segue rinfresco offerto.

Marzo 2009 - Torneo di pinnacolaPranzo tipico

Primi aprile - Concerto Jazzdata e luogo daprecisare.

È in preparazione il viaggio inCornovaglia verso metà maggio

Per le convenzioni ed altre opportunitàvisitare il sito: www.dirclubpiemonte.itInformazioni e prenotazioni inSegreteria nei giorni di: martedì,mercoledì, giovedì ore 9-12.

Programma primi incontri 2009:

22/1/09Serata con la dott.ssa E. Truzzi al “Circolo” Unione Industriale“Comunicare con armonia”Segue rinfresco