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Il Magazie della Regina delle Dolomiti

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SERGIO LUCIANOUna carriera iniziata veramente presto: Avvenire, Radiocor, Il Giorno prima di arrivare a La Repubblica, chiamato da Eugenio Scalfari. Nel ’92 Paolo Mieli lo vuole a La Stampa affidandogli la responsabilità del-le pagine economiche. Nel ’96 è redattore capo della sezione Finanza e Mercati del quotidiano economico Il Sole 24 Ore, nel ’98 il ritorno a Repubblica, come responsabile della sezione economica e coordi-natore del settimanale Affari e Finanza. Nel febbraio del 2000, per e.Biscom è partner incaricato della supervisione sui contenuti editoriali e sulle relazioni esterne del gruppo e consigliere d’amministrazione del-la subholding editoriale e.BisMedia, nella quale ha poi guidato lo start-up del quotidiano on-line ilNuovo.it, che ha diretto per oltre due anni, fino al febbraio 2003. Dopo una parentesi di due anni di imprenditoria “in proprio”, l’incarico di direttore di Panorama Economy.

MASSIMO SPAMPANIGiornalista e scrittore, da quasi vent’anni interviene sulle pagine del Corriere della Sera con arti-coli che spaziano dalla cronaca alla scienza, dalla cultura ai temi di attualità. Collabora con Io Donna, con AD, e con la rivista Sci. Per Traveller Condè Nast ha raccontato ai lettori i luoghi più belli del mondo. Nato a Cortina d’Ampezzo, laurea in biologia, conosce profondamente il mondo della montagna e della neve. Ama allo stesso modo lo sci e la voga nella Laguna di Venezia. È autore di numerosi libri che hanno come soggetto aspetti naturalistici e storici delle Dolomiti.

CONTENUTI CONTRIBUTOR

CHIARA BERIA DI ARGENTINE Un avvincente spaccato di ricordi è condensato nel cammeo che ci regala Chiara Beria di Argentine, editorialista de La Stampa che ha iniziato la sua carriera nel 1973 al settimanale Panorama diretto da Lam-berto Sechi. Inviato a Canale 5, vice direttore dell’Espresso, direttore del magazine Lo Specchio. Figlia di Adolfo, già Procuratore Generale di Mi-lano e di Cecilia Vallardi (famiglia di editori a Milano per 7 generazioni), madre di due figli (il maggiore, Emanuele Farneti, 32 anni, è direttore del mensile di Panorama, First), Chiara Beria ha fondato ed è direttore edi-toriale del Giornale di San Patrignano. Nominata, nel 2001, Cavaliere della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, ha vinto -tra gli altri- il Premiolino nel 1979 (oggi è vicepresidente della giuria), il premio Carlo Casalegno (2000), il premio Arrigo Benedetti (2001), i premi Asti e Positano (2002), il premio Saint Vincent (2003).

GIULIO ANSELMI Dopo aver iniziato la sua carriera giornalistica a Stampa Sera, nel 1969, passa al settimanale Panorama in qualità di inviato speciale. Condirettore del Secolo XIX, direttore del settimanale economico Il Mondo, nel 1987 arriva al Corriere della Sera con l’incarico di vi-cedirettore e a seguire di condirettore. Direttore de Il Messaggero, dell’Ansa e dell’Espresso. Nello stesso gruppo ha ricoperto la cari-ca di vicepresidente della Finegil Spa (Quotidiani Locali). E’ stato anche editorialista del quotidiano La Repubblica e consulente Rai. Dal 20 luglio 2005 è direttore de La Stampa.

MARIA LUISA AGNESENon ha esitato un attimo ad accettare la nostra proposta Maria Luisa Agnese, inviato de Il Corriere della Sera, che ha cominciato la sua carriera nel Panorama di Lamberto Sechi. “Una scuola di vita”: scrive di tutto, dai pezzi di scienza a quelli di politica, passando per esteri e società, viaggi. A Panorama arriva ad essere vice-redattore capo e inviato. All’inizio del 1990 viene chiamata da Vittorio Feltri come vice-direttore all’Europeo; nell’autunno ‘91 torna a Panorama come vice-direttore di Andrea Monti. Dal ‘96 al ‘98 dirige Lo Specchio, il sup-plemento de La Stampa, e dal dicembre ‘98 al settembre 2007 è al timone di Sette (in seguito Magazine), supplemento del Corriere.

LUCIANO REGOLO“La regina incompresa”- sulla vita di Maria Josè di Savoia; “Il re signore” su Umberto di Savoia; “La Reginella santa” su Maria Cristina di Savoia, sovrana delle Due Sicilie; “Je-lena” su Elena di Savoia. Titoli che da soli evidenziano la competenza di Luciano Regolo in tema di famiglie rea-li. Giornalista professionista dal ’94, ha scritto per varie testate tra cui: La Nuova Venezia, la Repubblica, Gente, Noi, Ecco!, Novella 2000, Bella, Oggi. Dal 2000 al 2005 ha lavorato al settimanale Chi come vice caporedattore e poi dal 2003 come caporedattore. Ha collaborato con il Tg4 e con Sipario in cui teneva una rubrica di ritratti dei vip. Come giornalista, si è occupato di diversi argomenti ma ha da sempre approfondito la ricerca su tutte le fami-glie reali europee, sul jet set e sulle celebrity, realizzando interviste e inchieste. Da giugno 2005 a giugno 2008 è stato direttore responsabile di Novella Duemila.

Editorialedi Stefano Illing

InnanzituttoTanti nuovi contenutiper la Cortina di domaniIntervista di Sergio Lucianoal Sindaco Andrea Franceschi

Fatti&personeGrandi firme sotto le Tofanedi Massimo Spampani

Caro DirettoreGiulio Anselmi, Chiara Beria di Argen-tine e Maria Luisa Agnese raccontano il direttore onorario di CORTINA.TOPic Lamberto Sechi

Primo pianoC’era una volta un Re alpinista, Alberto I del Belgio, cui è dedicata la grande mostra Il Re e la Regina.Ritratto di Luciano Regolo

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ARRIGO PETACCOPer una celebrazione importante come il novantesimo dalla fine della Grande Guerra, il contributo di uno scrittore che con le sue opere è stato capace di colmare grandi lacune storiche. Arrigo Petacco, storico e giornalista, inviato speciale e direttore de La Nazione e del mensile Storia Illustrata nella sua lunga carriera. Nei suoi libri affronta i grandi misteri della storia, ribaltando spesso verità giudicate incon-testabili. Fra gli altri ricordiamo: Dear Benito, caro Winston, I ragazzidel ’44, La regina del Sud, Il Prefetto di ferro, La principessa del Nord, La Signora della Vandea, La nostra guerra. 1940-1945, Il comunista in camicia nera, L’archivio segreto di Mussolini, Regina. La vita e i segreti di Maria José, Il Superfascista, L’armata scomparsa, L’esodo, L’anarchico che venne dall’America, L’amante dell’imperatore, Joe Petrosino, L’armata nel deserto, Ammazzate quel fascista!, Il Cristo dell’Amiata, Faccetta nera e L’uomo della Provvidenza.

GIUSEPPE SEVERINI Consigliere di Stato, un tempo magistrato ordinario, si in-teressa tra l’altro di legislazione dei beni culturali e ha una passione particolare per la storia, di cui ogni tanto scrive. Ha concorso all’elaborazione della legge n. 78 del 2001 sul-la tutela del patrimonio storico della Grande Guerra e fa parte del relativo Comitato tecnico scientifico presso il Mi-nistero per i beni e le attività culturali. Dal 1997 è stato parte di tutte le commissioni che hanno predisposto le norme na-zionali sui beni culturali e sul paesaggio, dal Testo unico del 1999 al Codice del 2004 e alle sue integrazioni del 2006 e del 2008. Dal 2001 in poi è stato consigliere giuridico di ben tre ministri della difesa, come prima di diversi altri mi-nistri. Perugino, ha la montagna nel sangue in tutte le sue stagioni. A Cortina è di casa da tempo immemorabile.

DANIELE RAVENNAConsigliere parlamentare del Senato, dirige il Servizio studi di Pa-lazzo Madama, svolge attività di insegnamento nell’università ed è autore di studi in materia di diritto costituzionale e tutela dei beni cul-turali. Da molti anni si occupa anche di questioni di storia militare; ha concorso all’elaborazione della legge n. 78 del 2001, con cui l’Italia - prima in Europa - ha dettato una organica protezione del patrimonio storico della Grande Guerra e fa parte del Comitato tecnico scientifi-co nazionale per la tutela di tale patrimonio. Benchè nato a Ferrara, la città più pianeggiante della Bassa Padana - o forse proprio per questo - è appassionato di montagna. Ha imparato a percorrere ed amare le montagne di Cortina da oltre quarant’anni grazie all’incon-tro e all’amicizia con due montanari - un vecchio “recuperante” e uno scrittore - che gliene hanno aperto i segreti.

BRUNO VESPAA Cortina è di casa, il giornalista e scrittore Bruno Vespa. Direttore del Tg1 dal 1990 al 1993, dove è rimasto come inviato per i grandi av-venimenti. Dal 1996 la sua trasmissione “Porta a porta” è il program-ma di politica, attualità e costume più seguito. Per la prima volta nella storia vi è intervenuto un papa, Giovanni Paolo II, con una telefonata in diretta. Due presidenti della Repubblica – Pertini nel 1979, Ciampi nel 2000 – gli hanno consegnato il Premio Saint-Vincent per la televi-sione. I suoi libri più recenti: Il Cavaliere e il Professore (2003), Storia d’Italia da Mussolini a Berlusconi (2004), Vincitori e Vinti (2005), L’Ita-lia spezzata (2006). Ultimo in ordine di tempo, L’amore e il potere - da Rachele a Veronica, un secolo di storia d’Italia.

CATERINA CIANICaterina Ciani ha un MBA dalla Anderson School of Management di UCLA (University of California Los Angeles) con una specializza-zione in “non-profit arts management” e lavora da più di 15 anni nel mondo della musica, danza e festival a Los Angeles, New York, Spo-leto, Santander e Madrid. Nata in Italia, cresciuta negli Stati Uniti, adesso vive a Madrid. Dai tre anni ha avuto la grande fortuna di trascorrere le vacanze estive a Cortina d’Ampezzo.

JEFFREY SWANN Nato nel 1951 a Williams, in Arizona, Jeffrey Swann ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di quattro anni. Numerosi i riconosci-menti ottenuti in campo internazionale, tra i quali il 1° Premio alla prima edizione del Premio Dino Ciani al Teatro alla Scala di Milano, la medaglia d’oro al Concorso Queen Elisabeth di Bruxelles ed il massimo dei riconoscimenti ai Concorsi Chopin di Varsavia, Van Cliburn, Vianna da Motta e Montreal.Da allora, la sua carriera si è affermata con successo non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Jeffrey Swann è il Direttore Artistico del Festival e Accademia Dino Ciani.

Non solo storiaLe montagne della memoria nell’anno in cui si celebra il 90esimo dalla fine della Prima Guerra Mondiale che ripercorre per noi Arrigo PetaccoTrincee da tutelare di Giuseppe Severinie Daniele Ravenna

Dritto&rovescioIl disagio del Nord-estdi Bruno Vespa

EVENTIMusica, MaestroFestival e Accademia Dino Ciani.A cura di Caterina Ciani e Jeffrey Swann

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ENRICO CISNETTOEditorialista economico e opinion leader, da anni studia e descrive i processi di cambiamento del capitalismo italiano e internazionale, soprattutto in relazione alle dinamiche politiche. Già direttore di di-verse testate della Rusconi, vicedirettore del quotidiano l’Informazio-ne e vicedirettore del settimanale Panorama, svolge un’intensa attivi-tà di editorialista per il Messaggero, Il Foglio, Il Gazzettino di Venezia, La Sicilia di Catania, Panorama e Il Mondo. Inoltre, tiene una rubrica quotidiana nella trasmissione radiofonica Zapping (Rai Radio1) ed è spesso ospite delle trasmissioni di approfondimento di Sky, La7 e Rai. Dal 2002, attraverso la società Belle Arti Percorsi Culturali – di cui è amministratore unico la moglie, Iole Sacchi Cisnetto – realizza il pro-gramma di manifestazioni “Cortina InConTra”.

MASSIMILIANO FINAZZER FLORYAutore teatrale e saggista, è curatore di importanti rassegne cultura-li. Il prossimo 10 agosto sarà in scena a Cortina con il suo spettacolo “L’orecchio di Beethoven” con la partecipazione al pianoforte di Jef-frey Swann, direttore artistico del Festival Dino Ciani. Tra le sue ulti-me pubblicazioni: Il Gioco serio dell’Arte (2008); Cittàteatro (2008).

GIANNI MERLOPer La Gazzetta dello Sport è una colonna portante: assunto nel 1974, oggi ricopre la carica di caposervizio per l’atletica, lo sci e la politica olimpica. È stato inviato in sedici Giochi Olimpici: otto invernali e otto estivi. Ha partecipato a tutti i più grandi eventi sportivi di atletica, sci e altri sport dal 1976 ad oggi. Dal 1986 è presidente della commissio-ne di atletica dell’Associazione Internazionale della Stampa (AIPS). Dal 1994 al 1998 è stato presidente dell’Unione della Stampa Sportiva Europea (UEPS). Nel maggio del 2005 in Marakech, è stato eletto Presidente dell’ AIPS (Association Internationale Presse Sportive), associazione della stampa sportiva mondiale, con iscritti in 152 paesi nel mondo.

ANDREA GRISDj, giornalista, direttore artistico di Radio Cortina, autore radio/televisivo. Ha collaborato con TMC, Rai, Mediaset, Sky Sport, Rete Veneta. Ha realizzato una serie di 50 reportage dal mondo intitolati “Appunti disordinati di viaggio” con il noto regista Sergio Colabona, con cui ha scritto a quattro mani “La Venezia d’Oriente: Bangkok” e “Jamaica, l’isola che c’è” editi da Fuori Thema per Feltrinelli.Conduttore di Radio Rai, announcer sportivo ad importanti mani-festazioni internazionali come i Giochi Olimpici di Torino 2006, ra-diocronista ufficiale del pool di “Tutto l’hockey minuto per minuto”. Ideatore di “Fm la radio degli ottomila” il programma che per tre volte ha fatto raggiungere gli ottomila metri all’emittente ampezzana seguendo e raccontando quotidianamente via satellite, insieme ai protagonisti, le spedizioni cortinesi sul K2, Shisa Pangma ed Everest nel 2008.

STEFANO ZARDINIHa studiato tra Milano e Londra specializzandosi nell’arte del ritratto e del reportage. Ha immortalato situazioni di guerra e di emergenza in 60 paesi e attualmente, per incarico delle Nazioni Unite, sta do-cumentando il traffico di droga in Asia Centrale. Ha pubblicato 30 libri di fotografia ed i suoi lavori sono stati oggetto di mostre in Italia

e all’estero. 22 mostre personali tra Cortina, Roma, Milano, Solferino, Palermo, Ginevra, Parigi e Klosters oltre a 6 mostre collettive a Cortina, Milano, Brescia, Vienna, Bangkok e New York. È membro di “Fotografi Senza Frontiere”. Membro ASMP – American Society of Media Photographers. Premiato “Qualified European Pho-tographer” in Reportage.

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L’attualità in vacanzaCortina InConTra.A cura di Enrico Cisnetto

Tra natura e culturaIl Festival delle Vette.A cura di Massimiliano Finazzer Flory

L’attimodi Stefano Zardini

SPORTOltre i mondiali 2013Il coraggio di andare avantidi Gianni Merlo

Mondiali 2010Curling, cuore di pietra

Mondiali 2011Una leggenda chiamata Bobdi Andrea Gris

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MARZIO BARDINato a Milano, è cresciuto professionalmente nell’area del marketing editoriale. Consulente di testate prestigiose quali Il Sole 24 Ore, Mondo Economico, Espansione. Negli anni ‘80, in pieno boom della mountain bike fonda la casa editrice Gruppo B Editore che si impone sul mercato dell’editoria sportiva con le testate Tutto Mountainbike, Windsurf Italia, Kiteboard Italia, Skate Board e altre minori, periodici oggi del Gruppo Editoriale Cantelli di Bologna. Dal 2003 si dedica quasi esclusivamen-te alla direzione di Tutto Mountainbike, leader del settore.

ALESSANDRA SEGAFREDDODottoressa in filosofia con una tesi su “La metafisica in Hans Georg Ga-damer”, giornalista, è corrispondente del Corriere delle Alpi. Discorsiva, chiara, obiettiva, pragmatica: ecco le doti che l’hanno resa un punto di riferimento per la cronaca ampezzana.

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Editorial by Stefano Illing

First of All Exciting Plans forthe Cortina of Tomorrow

Facts and PeopleJournalism beneath the Tofane

Close-Up The King and the Queen

Not Only History Mountains of Memory

EVENTSDino Ciani Festival and Academy

Current Events and Culture On Vacation

Peaks’ Festival

The Instant

SPORTAlpine World Ski Championships.The Courage to Continue

Curling Heart of Stone

A Legend Called Bob

Cortina Bike Resort

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/contentsTOPICALITYCortina’s Four-Wheeled Passion

Playing Golf One Morning

Season’s Must

The Secret of Infancy

Radio Cortina. A Privileged Observatory

FASHION&DESIGNWhen Main Street Becomes a Set

New Openings

APPOINTMENTS SUMMER 2008Synergies: Architecture and Artisanship

Culture and nature, sport and tradition

PREVIEWCortina Collection Autumn/Winter 2008

USEFUL NUMBERS

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Se ne parlaYacht Club Cortina: col vento in poppaTutti pazzi per l’elicottero

EccellenzeIl metodo Montessori in una “scuola non scuola” di Raniero Regni

Gente che viene gente che va Andreotti, la telecamera e la pistola di Nives Milani

Ma dove vai bellezza in bicicletta?È nata la Cortina Bike Resortdi Marzio Bardi

ATTUALITàPassione autoAl via il Car Club della Regina

Giocando a Golf una mattinaNotizia ufficiale, il green sorgerà sul versante sinistro della concadi Massimo Spampani

MODA&DESIGNSe il Corso si trasforma in un setfotografico

New openingA tutto shoppingdi Alessandra Segafreddo

AGENDA ESTATE 2008Tra tradizione e innovazioneQuando l’architettura sposa l’artigiana-to, la sinergia creativa di Ambra Piccin

Tutti gli appuntamenti tra cultura e sport, natura e tradizione

PREVIEWCollezione autunno/inverno 2008Proposte e offerte per le prossime stagioni

L’ALMACCOI numeri utili di Cortina d’Ampezzo

Foto di copertina “Croda Rossa d’Ampezzo” di Stefano Zardini - Foto del Re Alberto I del Belgio di Charles Lefébure - elaborazione grafica di Marco Innocenti Chiuso in redazione il 10/07/2008

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Direttore editoriale Stefano Illing

Direttore onorario Lamberto SechiDirettore responsabile Chiara Caliceti

Redazione [email protected]

Cortina Turismo Eleonora Alverà, Alessandro Broccolo, Monica Burba,Gabriella Talamini, Maria Grazia Soravia

Omnia Relations Luciana Caramia, Cristina Palmiotto, Laura Salmi, Fabiana Salsi

Hanno collaborato a questo numero

Per i testi Maria Luisa Agnese, Giulio Anselmi, Marzio Bardi,Chiara Beria di Argentine, Caterina Ciani, Enrico Cisnetto,Massimiliano Finazzer Flory, Andrea Gris, Sergio Luciano, Gianni Merlo, Nives Milani, Arrigo Petacco, Daniele Ravenna, Raniero Regni,Luciano Regolo, Alessandra Segafreddo, Giuseppe Severini,Massimo Spampani, Jeffrey Swann, Bruno Vespa

Servizi fotografici Giacomo Pompanin, Paola Dandrea

Foto Archivio Carlo Gandini, Archivio Ciani, Archivio Cortina Turismo,Archivio Libreria Sovilla, Archivio Gis, Archivio Golf Club Miramonti,Archivio Rolly Marchi, Collezione Franco Gaspari, Dino Colli, Diego Gaspari Bandion, Enrico Ghezze, Silvia Lelli - www.riccardomuti.com,Maurizio Riccardi - AGR press, Emilio Zangiacomi Pompanin, Stefano Zardini

Progetto grafico Kidstudio Communicationsvia L. Gordigiani, 58 – 50127 Firenzetel. +39 055 4369618 – fax +39 055 4289922 www.kidstudio.it – [email protected]

Art director Marco InnocentiSupervisione Luca Parenti

Traduzioni Amelia Bertozzi Villa

Comitato promotore Andrea Franceschi - Sindaco del Comune di Cortina d’AmpezzoHerbert Huber - Assessore al Turismo del Comune di Cortina d’AmpezzoPaola Valle - Assessore alla Cultura del Comune di Cortina d’AmpezzoEnrico Ghezze - Presidente Consorzio Impianti a Fune di CortinaRoberto Cardazzi - Presidente Associazione Albergatori di Cortina d’AmpezzoFabio Bernardi - Presidente della Scuola Sci CortinaDavide Gaspari - Presidente Associazione Artigiani di Cortina d’AmpezzoCinzia Ghedina - Presidente Regole d’AmpezzoLuciano Bernardi - Presidente Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina e delle DolomitiPaolo Caldara - Presidente Cooperativa di CortinaEnrico Valle - Presidente Comitato Coppa del Mondo di SciNicola Bellodis - Presidente Sestieri d’AmpezzoIgor Ghedina - Presidente dello Sci Club CortinaPiergiorgio Cusinato - Presidente Associazione Astronomica CortinaTeodoro Sartori - Presidente Gis Gestione Impianti Sportivi CortinaMichele Da Pozzo - Direttore del Parco delle Dolomiti

Cortina Turismo Proprietario ed editore

Sede sociale via Marconi 15/b – 32043 Cortina d’Ampezzotel. + 39 0436 866252 – fax +39 0436 [email protected]

Stampa Cantelli-Rotowebvia Saliceto 22/e – 40013 Castel Maggiore (Bo)tel. +39 051 700606 – fax +39 051 6328090

Concessionaria esclusivapubblicità nazionale

More Than Media MTM srlvia La Spezia, 37 – 00182 Romatel. + 39 06 701476418 – fax +39 06 [email protected]

Pubblicità locale Erica Majoni – Cortina Turismo [email protected]

CORTINA.TOPic è un periodico di informazione di carattere culturale e di promozione turistica di Cortina d’Ampezzo.Copyright 2008: Tutti i diritti sono riservati. Nes-suna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma rielaborata con l’uso dei sistemi elettronici e diffusa senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Manoscritti e fotografie anche se pubblicati non vengono restituiti.Pubblicità inferiore al 45%. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato espri-me esclusivamente il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta responsabilità alcuna per l’Editore.

Naming CORTINA.TOPic: MamaLab - Bologna

Registrazione al Tribunale di Bellunon. 04/08 del 23 maggio 2008

Cortina d’Ampezzo fa parte dell’associazione europea “Best of the Alps” che riuni-sce le 12 località montane più famose ed esclusive di 5 nazioni Alpine.

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In cosa consiste il fascino di un luogo? Me lo sono chiesto spes-so visitando per la prima volta una località, sorpreso da impres-sioni ed emozioni. Il paesaggio fisico è importante, così come l’esotismo, quel diverso che stuzzica e che obbliga a confron-tarsi. Molto altro e di più però è indefinibile: sensazioni, profu-mi, sguardi, scorci che sorprendono, e più inafferrabile ancora, quanto è stato modellato dalle tracce lasciate da chi ci ha pre-ceduto. Ciò che affascina di Cortina non è la conformazione della valle o le forme che qui le Dolomiti assumono. Non che il paesaggio non sia importante, ma ad uno sguardo più attento, più sensibile, ciò che resta quando la bellezza dei tramonti, o l’abbraccio avvolgente delle montagne, diventa ormai un fatto naturale, è qualcosa di altro, meno evidente, ma molto più si-gnificativo. Cortina è piena di sorprese. Che siano la storia o le istituzioni che l’hanno plasmata, l’essere stata identificata fin dall’800 come la Regina delle Dolomiti, l’aver guidato la scoper-

ta turistica della montagna, l’aver ospitato le Olimpiadi, ha fatto sì che a Cortina siano passati veramente tutti. Da Hemingway a Montanelli, da Fellini alla Bardot, personalità e personaggi l’hanno scelta per vivere, o per recitare, incontri, sentimenti, svaghi. E tutti quanti sono passati hanno lasciato tracce che hanno segnato la storia di Cortina. E la nostra storia. Come nei veri romanzi, a Cortina c’è molto più di quello che si vede. Non si consuma rapidamente con una visita distratta. Richiede riflessione, attenzione, sensibilità. CORTINA.TOPic raccoglie la sfida di riprendere il racconto di Cortina, di svelare con rispetto e attenzione i segreti, le sorprese, la storia e le storie di chi ha contribuito a farne, appunto, la Regina. Al centro di questo rac-conto saranno Cortina, le Dolomiti, quanti a Cortina vengono e l’amano, ma anche quanto accade nel mondo intorno a noi, con gli occhi dei protagonisti che ci aiutano a leggere l’oggi e il domani da questo particolare angolo di paradiso.

E D I T O R I A L E

LA NOsTRA sFIDA, “svELARE”Come nei veri romanzi a Cortina C’è molto di più di quello Che si vede di Stefano Illing

TO UNVEIL IS OUR CHALLENGE

What is it that makes any one place fascinating? I ask myself this question every time I find myself in a new environment, filled with awe at the marvels that surround me. The physical properties of the place are important, of course—a touch of exoticism always teases the imagination—but the attributes that truly set a place apart are much more indefinite: sensations, smells,

glimpses, and a few moments of pure magic. Perhaps the most intriguing quality of a place is how much of an impact history has had in shaping it. The amazing thing about Cortina is not the curve of the valley or the shape of the mountains. The scenery adds much to the town’s appeal, but the observant know that there is still something that inspires awe long after the beauty of the sunsets and the splendour of the mountains have become commonplace, and this “something” is much harder to define. Cortina is full of surprises. The history and the institutions that founded Cortina and shaped its culture, its seventh-century title of “the Queen of the Dolomites,” and its hosting of the Olympics have guaranteed that literally everyone has visited our town. From Hemingway to Montanelli, from Fellini to Bardot, the famous have always come to Cortina, whether to live, sing, play, speak, or simply have a good time. And every person that has passed through has left an indelible mark on Cortina, on our history. There is much more to Cortina than first meets the eye. It is not a place to be scanned quickly and tossed aside as simply another stop on a tour. It requires reflection, attention, analysis. CORTINA.TOPic takes on the challenge of telling Cortina’s story, revealing in a respectful and appropriate manner the secrets , surprises, legends, and history of the town. It is the story of the Dolomites, of those who love the mountains, but also of what occurs in the outside world and how we respond to it that help us understand the yesterday, today, and tomorrow of this little corner of paradise.

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TANTI NUOvI CONTENUTI PER LACORTINADI DOMANI

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Un po’ sindaco, un po’ editore: già, Andrea Franceschi – primo cittadino di Cortina d’Ampezzo – ha i progetti, e i problemi, di un editore che cerchi contenuti di qualità per il suo giornale, o per la sua tv. “Sì, è vero: la nostra am-ministrazione è determinata a riempire Cortina di contenuti nuovi e attraenti, perché soltanto così potremo consegui-re il nostro obiettivo, quello di allungare la stagione turistica a 9-10 mesi all’anno”. Trentenne – è uno dei sindaci più giova-ni d’Italia – ha fatto una campagna elet-torale imperniata su internet, ha creato un sito che è valso più di mille tazebao (www.progettocortina.it) ed ha messo on-line un programma operativo di do-dici cartelle, che è lì da leggere. Inte-ressante, ambizioso: “Cortina è il paese dove vogliamo che crescano i nostri figli e i nostri nipoti…”. Ed è solo l’incipit. Il grosso delle realizzazioni programmate è ancora da fare. Ma qualcosa inizia a

muoversi, in concreto.Sindaco, cominciamo da questa forte scommessa sul futuro che è stata l’ar-chitrave del suo programma. Far sì che Cortina resti un luogo appetibile per vivere, anche a vantaggio dei bambini di oggi. Teme che ciò sia improbabile? Da alcuni decenni Cortina sta vivendo un lento ma costante spopolamento. Eravamo 8200 abitanti, venticinque anni fa. Ora siamo 6000: ma almeno un mi-gliaio vivono fuori paese. Questo signifi-ca che in 30 anni la popolazione è calata di circa il 35%, un dato preoccupante. Come rimediare? Innanzitutto agendo sul piano urbanistico. Dobbiamo fare case per la popolazione locale, case che un tempo si sarebbero definite popolari, per riportare qui quelli che sono andati a vivere a 15-20 chilometri fuori dal paese, ma gravitano ancora professionalmente su Cortina.E sul piano economico? È vero che questi cortinesi lavorano ancora in Paese, ma ritenete che il lavoro conti-nuerà a non mancare, che continuerà ad essercene per tutti? Occorre un deciso rilancio turistico: abbiamo un po’ dormito sugli allori, negli ultimi anni. Vede, le cose oggi non vanno male ma bisogna esaminare il quadro internazio-nale dell’industria turistica per capire cosa rischiamo e cosa dobbiamo fare per prevenire la crisi. Oggi nel mondo la concorrenza turistica è molto agguerrita, basti pensare a come sta muovendosi la

provincia di Bolzano… E poi oggi con la stessa cifra che si spende per trascorre-re una vacanza sulle nostre montagne si può andare alle Maldive… Il modo di fare turismo sta cambiando in tutto il mondo, ma Cortina è rimasta seduta…E cosa farà il Comune? Innanzitutto, darà spazio alla voglia di fare che mi sembra stia emergendo, voglia di rim-boccarsi le maniche, da parte di tutti. Come amministrazione non potremo che sostenere il processo di sviluppo dell’attività turistica, nelle due direzioni necessarie: infrastrutture e contenuti.Andiamo per gradi. Le infrastrutture? C’è una premessa che vorrei fare… Pur-troppo, negli ultimi dieci anni il grosso dell’economia di Cortina s’è spostato dal settore turistico a quello immobiliare, con tutto quel che è connesso: imprese di costruzione, artigianato, agenzie… le seconde case hanno preso sopravvento sulle strutture alberghiere e purtroppo

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EXCITING PLANS FOR THE CORTINA OF TOMORROW

Ambitious new programs are underway for urban planning and infrastructure in Cortina.

The tourist industry is being seriou-sly re-evaluated. This re-evaluation has a clear goal, according to mayor Andrea Franceschi: “lengthening the season.” The thirty-year old Cortina native (and one of the youngest ma-yors in Italy), says: “Cortina cannot sit on its laurels: we need to invest in the hotel industry and bring the number of available beds in the city to 6000-6500. We then want to begin focusing on increasing our international clientele. We have a new focus on athleticism and fitness, which is evident in our re-designed ice skating facility. It will be a multi-functional centre with curling sheets, tennis courts, climbing walls, a be-autiful and spacious new swimming pool, and a fitness centre.”

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Ambiziosi progrAmmi sul piAno urbAnistico e delle infrAstrutture, un deciso rilancio turistico con un obiettivo chiArissimo: “AllungAre la stAgione”, pArola del sindAco andrea FranCesChi che hA intervistAto per cortinA.topic sergio luCiano, direttore di pAnorAmA economy.

s’è lasciato che diversi alberghi si trasfor-massero in residence. Non va bene, così. Quello delle seconde case è un turismo meno redditizio per il Paese. Per que-sto, per il futuro, vogliamo riprendere ad investire nel settore alberghiero, fa-vorendo la nascita di nuove strutture, la ristrutturazione di quelle obsolete, e fer-mando definitivamente la proliferazione delle seconde case che, come dicevo, non portano benessere.Mentre gli alberghi? Gli alberghi van-no incentivati perché creano volano a tutta l’economia del comprensorio, e riteniamo che entro alcuni anni tra nuo-ve strutture e ristrutturazioni i posti letto aumenteranno dagli attuali 4000 fino a quota 6000-6500.Ma c’è l’altro fronte, quello dei conte-nuti. Cosa farete al riguardo? Partiamo da un dato di fatto. La stagione estiva ini-zia ufficialmente a metà giugno, il pieno-ne lo registriamo solo in agosto. Quella

invernale da Sant’Ambrogio a Pasqua, e l’andamento si misura sulla quantità del-la neve. Uno degli obiettivi qualificanti dell’amministrazione che guido è quello di riempire Cortina di contenuti, in modo da allungare la stagione e ovviare all’in-cognita fatale delle condizioni meteoro-logiche. Cortina InConTra al riguardo è una bella esperienza, un appuntamento fisso di quasi un mese e mezzo che vede venire a Cortina chiunque, dall’Italia e dal mondo. Il nostro obiettivo già per quest’anno è partire a metà luglio e fini-re con l’ultimo giorno di agosto per unire alle passeggiate, alle gite e alle escursio-

ni gli aspetti più culturali del soggiorno in un posto speciale come il nostro….Qual è il tipico cliente turistico di Cor-tina? È di quel genere che, magari, s’è disgustato per l’immagine-monstre data dall’Italia nel mondo per il caso dell’immondizia a Napoli? La cliente-la di Cortina è meno internazionale di quel che si pensi. Per quanto riguarda gli alberghi - gli unici dai quali abbiamo dati certi - non si arriva al 20% di clien-tela straniera, e per le seconde case ancor meno. Noi dobbiamo impegnarci ad invertire questa situazione, comun-que non temiamo di subire ripercussio-

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ni dall’immagine negativa che l’Italia ha dato all’estero, e comunque finora non ne abbiamo avute. Piuttosto risentiamo anche noi della crisi del ceto medio che in qualche modo si avverte. Cortina ha un’immagine che non combacia perfetta-mente con l’offerta che vi si può trovare. A chi la guarda da lontano, senza cono-scerla, può sembrare una meta inacces-sibile, esclusiva, solo per vip. In realtà è una località che può essere apprezzata da una fascia di mercato ben più vasta… Certo, in paese ci sono molti leggendari alberghi di lusso, a cinque stelle, ma ci sono anche ottime pensioni a tre stelle, economicamente accessibili come quel-le dell’Adriatico.Crede che il pubblico sciistico sia sem-pre soddisfatto di voi? Riteniamo di sì, anche perché negli ultimi anni tutti gli impianti di risalita sono stati rinnovati. Certo, anche in questo specifico com-parto la concorrenza è forte, a volte qui vicino, in Alto Adige, sembra di essere in

un altro mondo… hanno impianti davve-ro innovativi. Peraltro, i nostri impiantisti hanno lavorato bene e meritano quindi un nostro sostegno se non diretto alme-no nel rilancio di tutto il settore turistico. Le ultime stagioni alla fine si sono rive-late buone, si tratta solo di non dormire sugli allori. Ma per rilanciare il turismo occorre an-che potenziare l’infelice viabilità… O no? La viabilità è sicuramente uno dei temi cruciali per Cortina, ma è anche complicatissimo. Tanto che se ne discu-te da decenni. Prima o poi qualcosa va studiato. Noi come amministrazione pos-siamo dire che stiamo lavorando a diversi progetti per arrivare a uno che sia condi-viso. Bisogna far tesoro di qualche passo falso e trovare la soluzione che meglio sia “a misura” di Cortina. Poi è chiaro che, su un tema del genere, le risorse non pos-sono essere solo quelle comunali… A noi tocca il compito di farci trovare pronti con un progetto preciso. Ma siamo anco-

ra un po’ alle premesse, non ci siamo dati una scadenza predefinita.Torniamo ai contenuti. C’è Cortina InConTra, è bellissimo. Ma non basta. Le pare? Assolutamente sì, stiamo la-vorando sodo al nuovo polo sportivo e del benessere, nella zona dell’attuale palazzo del ghiaccio, che sarà un centro polifunzionale con il campo da curling, la bocciofila, i campi da tennis, la pale-stra di arrampicata coperta e una nuova grande piscina con centro benessere all’altezza di Cortina, per far sì che le persone possano trascorrere bene il loro tempo anche nelle giornate in cui il clima non fosse clemente. È fondamen-tale che queste nuove strutture siano accessibili e ben servite da parcheggi, che sono programmati sotto terra. Con-fidiamo di realizzare tutto nel giro di 4-5 anni al massimo, tutto l’iter burocratico è già iniziato, i fondi sono stati stanzia-ti. Siamo fiduciosi, a stralci tra due anni qualcosa comincerà ad essere pronto. E poi c’è in arrivo il campo da golf i cui lavori sono finalmente partiti. Un passo alla volta faremo tutto. Convegni, sport. E poi? Alla cultura non manca qualcosa, secondo lei? Sì, e non dovrà più mancare. Per questo stia-mo finalizzando il polo culturale di Cor-tina, che sorgerà nella zona della stazio-ne degli autobus, proprio dove si svolge Cortina InConTra. Lì verrà realizzato un parcheggio sotterraneo per togliere le auto dal piano strada, e fuori una grande biblioteca molto bella, che sarà un punto d’incontro, una sala mostre di alto livel-lo, con una struttura che possa ospitare congressi, la rassegna Cortina InConTra, una sala polifunzionale di livello, ed una sala della musica, dove possano suona-re orchestre da camera di qualità. Tutte cose che ci consentono di riempire dav-vero Cortina di contenuti, per lavorare davvero 9-10 mesi all’anno col turismo. E vedere ripopolato il nostro amatissimo borgo. —Sergio Luciano

Photo: Paola Dandrea - Archivio Cortina Turismo

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F A T T I & P E R s O N E

la nostrA rivistA cominciA il suo cAmmino A pArtire dAlla sApienzA della memoriA, con un servizio sui grAndi giornAlisti che hAnno sofferto e soffrono di quello che massimo spampani – giornAlistA del corriere della serA – definisce il “mAl di cortinA”.

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Il rapporto tra Cortina e i grandi giornalisti italiani spesso è andato mol-to al di là delle ragioni professionali che hanno fatto approdare le grandi firme tra le Dolomiti. Una specie di “mal di Cortina” per cui una volta messo piede nella conca d’Ampezzo, per una motivo o per un altro, difficilmente un cronista, un inviato o un direttore di giornale, può ritenersi immune dalla sindrome che colpisce chi resta abbagliato dal fascino del luogo. E questo è accaduto e accade per grandi firme della carta stampata e della televisione. Alcune delle quali han-no sentito o sentono Cortina come una seconda dimora, mettendo radici tra i monti. Le motivazioni sono le più diverse e spesso tra loro complementari. C’è chi ha eletto la conca come buen ritiro, per staccare la spina, o per sfruttare la tran-quillità del posto, durante le vacanze, mettendo mano, chessò, alla stesura di un nuovo romanzo o di un nuovo saggio. C’è chi ha colto l’occasione di sfruttare le infinite potenzialità di un luogo d’in-contro come Cortina, o chi viene quas-sù per potersi finalmente concedere qualche giornata più attiva lontano dalla scrivania, sulle piste di sci o sui sentie-ri di montagna. Insomma una cosa non esclude l’altra ma tutte concorrono ad allungare una lista di firme che è unica per una località turistica in Italia.

Ad aprirla, con lunghi soggiorni nella sua casa di Cortina, fu Dino Buzzati. Un

atto d’amore. E non si fa certo fatica a comprendere come lo scrittore, giorna-lista e pittore, nato a Villa San Pellegrino di Belluno (bastava che alzasse lo sguar-do per vedere le sue Dolomiti) fosse in assoluta sintonia con le linee d’orizzon-te, le cime, i boschi e le atmosfere che propone la conca d’Ampezzo. Buzzati si innamorò di Cortina fin da quando a 16 anni compì la sua prima vera scalata in cordata con suo fratello Augusto e con la guida alpina Angelo Della Santa, sul-la via Eötvös alla Croda da Lago: «È la montagna che mi piace di più di tutte, la più misteriosa» scrisse. E fu anche l’ul-tima dove salì con corda e moschetto-

ni, nell’estate del 1966, insieme a Rolly Marchi, altro patriarca del giornalismo da sempre legato a Cortina e alla neve, e Lino Lacedelli, il conquistatore del K2. Erano anni in cui lo sci stava iniziando a diventare quello sport di massa di cui poi abbiamo visto l’evoluzione, e che ancora non mostrava le esasperazioni odierne. Buzzati scriveva in proposito: «Tutte le notti inverosimilmente sogno di sciare. Nei sogni a differenza della vile realtà io sono bravissimo e le ragazze mi guardano ammirate». Una volta all’anno lo scrittore convinceva Indro Montanelli ad andare con lui ai piedi della Marmola-da per far colazione al rifugio Castiglioni,

Dino Buzzati con Rolly Marchi

sulla cima della Croda da Lago

-6 settembre 19

66 per il compleanno dello scr

ittore bellunese

alla sua ultima scalata

Sopra, a sinistra: un’altra imm

agine di Dino Buzzati

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facilmente raggiungibile in auto al passo Fedaia. Tutto infatti si può dire di Montanelli, che a Cortina era di casa, e che per una decina d’anni è stato ad-dirittura residente in Ampez-zo, ma non che fosse un gran-de sportivo dell’alpe e tanto meno uno sciatore.

A passeggiare invece an-dava volentieri, assaporan-do la montagna a piccoli passi, non vere e proprie gite. Negli ultimi anni la sua predilezione andava a una stradina sterrata, con lievis-sime pendenze che da Pié Tofana, passando dietro il Col Druscié, conduce fino all’incrocio con quella che sale a Cianderòu, in mezzo a un bosco rado di larici, abeti, cembri e pini mughi. Camminava di mattina, con il suo passo lento, il cappello in te-sta, il bastone in mano, discorrendo con i pochi amici che lo accompa-gnavano, Pietro Baril-la, Giorgio Soavi, Rolly. Chiese pubblicamen-te al sindaco di allora, Paolo Franceschi, che quell’itinerario fosse

dotato di panchine: venne accontentato. Oggi quella stradina si chiama: “Passeg-giata Montanelli”. Ricordo che una volta lungo l’ex ferrovia a La Vera, in una del-le sue passeggiatine, il Direttore ebbe a discutere con Arrigo Sacchi, allora ct della nazionale, e Alfio Caruso, allora vi-cedirettore della Gazzetta dello Sport, sulla formazione della squadra in vista dei Mondiali, ed ebbe parole al veleno su Vittorio Cecchi Gori (subentrato al padre Mario), presidente della Fiorentina dalla fragile sensazione d’onnipotenza, squa-dra di cui Indro era un tifoso viscerale e anche consigliere della società. Nel 1992, organizzato da Ilario Sovilla, ci fu anche un clamoroso «processo a Montanelli» evento in scena al Savoia, pubblico mini-stero Corrado Augias, capo di imputazio-ne: aver impersonato i peggiori difetti del popolo italiano. Ad accusarlo la giornali-sta Miriam Mafai e Gianni Rocca, condi-rettore di Repubblica, testimoni a difesa lo scrittore Manlio Cancogni, con Enrico Mentana, direttore del TG5, anch’egli più volte in vacanza a Cortina. Il verdet-to: assoluzione. Ma non era infrequente vedere Montanelli lungo il corso assieme ad Enzo Biagi, anche lui allora di casa a Cortina, dove aveva un appartamento a Majon. Entrambi indossavano pantaloni di velluto, entrambi si tenevano lontani dalla mondanità (Montanelli non soppor-tava più di otto persone a tavola, Biagi restava in famiglia concedendosi qualche

Accanto: Miriam Mafai con Demetrio Volcic durante

il “processo a Montanelli”

Al centro, uno scatto particolaemente caro a Rolly

Marchi:

Indro Montanelli con la moglie Colette Rosselli

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Sopra: Enrico Mentana, Corrado Augias e Indro Montanelli

Accanto: Ilario Sovilla, ideatore dei mitici Incontri con l’Autore insieme a Giovanni Spadolini

Nella pagina a destra: una foto di Sergio Saviane e, insieme, Enzo Biagi e Lamberto Sechi

cena con amici). Ad un certo punto pre-sero strade diverse, ma l’amicizia tra le due grandi firme del giornalismo italiano non fu mai in discussione. Che dire poi dei tanti altri direttori e giornalisti che a Cortina hanno lasciato o continuano a la-sciare la loro impronta. Domenico Porzio, scrittore, direttore e inviato di numero-se testate, terminò la sua vita proprio a Cortina nel 1990. In forza alla Monda-dori, ideò, con Ilario Sovilla, molto più che un libraio, gli Incontri con l’Autore. Ricordo con affetto Paolo Frajese, punto di forza della Rai, che non saltava mai una stagione, Giulio Nascimbeni, la voce della Cultura al Corriere della Sera, anche se la sua lingua ufficiale in redazione era il dia-

letto veneto, e Sergio Saviane. Giovanni Spadolini non passava certo inosservato: per la sua corporatura e la sua autorevo-lezza culturale, anch’egli con alle spalle la direzione del Corriere. Era spesso ospi-te dell’amica Rina Brion. Ci teneva che la stampa rilevasse la sua presenza a Cor-tina. Quando interveniva pubblicamente al Savoia, nei panni del politico, scriveva appunti sui fogli che passava all’Ansa, con una grafia così grande per cui talvolta ci volevano più pagine per una sola frase. Sono assidui frequentatori di Cortina Sergio Lepri, alla direzione dell’Ansa per molti anni, Nino Milazzo, già vicedirettore del Corriere, Massimo Alberizzi, inviato dello stesso quotidiano con il “mal d’Afri-

ca”, Ettore Mocchetti, direttore di AD e Giovanni Valentini, editorialista di Repub-blica (il cui fondatore e primo direttore Eugenio Scalfari, frequenta pur esso la valle, tenendosi in disparte), Vittorio Fel-tri, direttore di Libero, con la passione per i cavalli e il Concorso Ippico Internazio-nale di Fiames, per non parlare di Milena Milani. Anche Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, da qualche stagione ha intensificato la sua presenza nella con-ca d’Ampezzo, adottando come maestro di sci l’amico Enrico Valle, che presiede il Comitato organizzatore della Coppa del Mondo. E che dire di Bruno Vespa, la cui abbronzatura, spesso esibita in tv, è quella rimediata sulle nevi della Tofana.

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Ho lasciato per ultimo Lamberto Sechi, che Cortina.TOPic ha voluto come diret-tore onorario. Da sempre è amico della conca d’Ampezzo, che frequenta d’estate e d’inverno. E non ci poteva essere scelta migliore visto che il direttore onorario è considerato il padre dei newsmagazine moderni in Italia. Non fosse altro che per aver “trasformato” nel 1965 “Panorama”, ispirandosi all’esperienza della testata americana “Time” con formato tabloid e dal taglio veloce. Il settimanale in pochi anni diventò il primo in Italia, e alla scuola di Sechi sono cresciuti molti noti giorna-listi italiani, anche tra quelli che vengono a soggiornare quassù. Un buon auspicio dunque. —Massimo Spampani

LE PIU’ BELLE FOTO DI ROLLYUna cinquantina di fotografie saranno prot

agoniste della proiezione-evento organizzata per cele-

brare Rolly Marchi. Un racconto che si dipana per immagini, quelle scattate da un

grande amico

di Cortina, che ha usato come paradigma della sua vita la montagna, la cultura e l

a fotografia,

senza separare le discipline, ma lasciando che si valorizzassero vicendevolmente. L’id

ea e’ dell’As-

sociazione Per il Futuro di Cortina presieduta da Rosanna Dona’ dalle Rose: a fin

e agosto oltre

cento soci si raccoglieranno attorno a Rolly che raccontera’ una ad una le sue im

magini. Sara’

proprio lui, infatti, a commentare i suoi scatti, per entrare nel passato di Cort

ina e riflettere

sul futuro della montagna.

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JOURNALISM BENEATH THE TOFANE

The relationship between Cortina and the biggest names in Italian journalism of-ten goes far beyond the professional obligations that have brought large media firms to the Dolomites. A type of “Cortina fever” seems to infect every reporter,

correspondent, or newspaper editor who sets foot in the valley, dazzling him or her with the charm of the locale. This phenomenon has occurred for representatives of every well-known media firm, whether from the press or from television. Several of these rep-resentatives have made Cortina a second home, growing roots in our valley. Their in-centives are many and varied: there are those who have chosen the valley as a cozy refuge, a tranquil place to relax during vacations or to work on drafts of a new novel or article; those who take advantage of the vibrant social networks of the town to make new acquaintances; and those who come to savour a few days of activity away from their desks, enjoying themselves on the ski slopes or the hiking trails. One motive does not exclude another — indeed, they all coincide and serve to lengthen the list of local journalist organizations that is already uniquely long for a tourist site in Italy.

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Caro Direttore...come poter rAccontAre quAlcosA di più del nostro direttore onorArio? come potergli fAre unA sorpresA? AbbiAmo chiesto Aiuto Ai suoi “rAgAzzi”, i giornAlisti che sechi hA AllevAto A suon di “pAllini neri” come rAccontA mAriA luisA Agnese e “tre punti esclamAtivi e interrogAtivi” ricordA chiArA beriA di Argentine. lezioni di rigore, sottolineA giulio Anselmi.

di Giulio Anselmi,direttore de La stampa

di Maria Luisa Agnese,inviato del Corriere della sera

Lamberto Sechi è stato, è e resterà il principale punto di riferimento personale e professionale per un gruppo importan-te di giornalisti: non li cito uno per uno, basti dire che hanno lavorato, spesso dirigendole, nelle più importanti testate quotidiane, televisive e periodiche d’Ita-lia. Molti hanno lasciato una traccia, ma, per quanto si siano sforzati, non sono ri-usciti a raggiungere il loro mito. Perchè questo è il punto: in Sechi e nella sua lezione di rigore espressa da Panorama si riconoscono tanti ex ragazzi ed ex ra-gazze, diversissimi tra loro, ma segnati in qualche modo dalla sua concezione del giornalismo. Un giornalismo-artigiano, fondato sulle cose e non sulle ideologie (e parliamo degli anni Settanta), impastato di rigore senza fanatismi, esemplificato nella formula dei “fatti separati dalle opinioni” che fu irrisa come semplicistica (ma quale formula non è, necessariamente, elemen-tare?) da chi ha sempre preferito eludere il problema dell’obiettività, perfino come

Il pallino nero e il giro del piattino: cosa erano mai costoro? Due piccoli tormentoni, due istituzioni che hanno afflitto l’apprendistato del vispo viva-io di giornalisti cresciuti nel Panorama di Lamberto Sechi a metà degli anni Settanta. Cominciamo dal pallino nero: era il supplizio della non firma che un direttore molto capace e molto padre-padrone, Lamberto Sechi, infliggeva ai speranzosi apprendisti che avevano fa-ticato per produrre finalmente un pezzo tutto da soli. E la firma? Beh, per quella si vedrà: bisognava aspettare, crescere e faticare ancora. Per quella volta e per tante altre ancora ci sarebbe stato solo il pallino nero in fondo al pezzo. Poi c’era l’altro incubo, e cioè il giro del piattino. Quando le idee languivano, nelle accese riunioni dove ogni settimana si pensava il giornale nuovo, il medesimo direttore cominciava il temibile rito dell’interroga-zione personale: partiva dalla sua sini-stra e interrogava, reclamando da tutti,

linea di tendenza.Sechi è stato un direttore severo. An-

cora oggi ricordo l’attesa del giudizio, pri-ma in via Bianca di Savoia, storica sede della Mondadori, e poi nel palazzone di Segrate: ogni pezzo, fosse la cover-story o una notizia ad una colonna, rappresenta-va un esame. Sechi aveva le sue preferen-ze, le sue idiosincrasie, le sue ritualità che si esprimevano in riunioni-interrogatorio rigorosamente antifumo, i suoi vezzi. Ma non era un vezzo dire: “Io ho molti amici, Panorama non ne ha nessuno”. Dei molti direttori che ho conosciuto è stato quello che ha interpretato al meglio il suo ruolo: coraggio all’esterno, con la determinazio-ne di scontrarsi con chiunque per difen-dere l’autonomia del giornale e il lavoro dei suoi redattori; fermezza all’interno, ma senza cattiveria. Per questo, tanti anni dopo, è il modello in cui noi, suoi eredi, ci riconosciamo. Tutti, anche quelli che per le circostanze della vita si sono, come dire, un po’ “spretati”.

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uno dopo l’altro, scoop, novità, tendenze e non liberava i malcapitati prima che ognuno di loro avesse gettato in quel be-nedetto piattino almeno una moneta di buon conio, ovvero un’idea che avrebbe potuto tramutarsi in un articolo di pregio. Carlo Rossella (raccontiamo le gesta di uno per tutti), già allora simpaticissimo e fantasioso, se la cavava in due modi: o arrivava con un fogliettino dove aveva segnato una quindicina di idee - alcu-ne strampalate, parecchie buone, tre o quattro geniali - e le recitava con gran di-vertimento dei colleghi, oppure latitava, inventando perlopiù catastrofi familiari tanto che la povera, amatissima, madre fu dichiarata più volte in fin di vita.

Chi provocava tali patemi d’animo, e riusciva a mandare in paranoia anche persone che in seguito si sarebbero ri-velate piene di risorse, era un direttore sardo-emiliano schivo e cocciuto, che non esibiva carismi o narcisismi partico-lari, ma che era determinato a svecchiare il giornalismo italiano, importando alcune regole auree della miglior stampa anglo-sassone: notizie di qualità, pochi aggettivi e, soprattutto, i fatti separati dalle opinio-ni. Regole che faceva rispettare con tem-pra d’acciaio e – in tempi pre-tecnologici

– dotandosi di matita rossa e blu, senza paura di appa-rire un po’ maestrino. Tanto sudore e pochi onori, in-somma, per quei giornalisti di nuovo conio, allevati alla mistica monacale e seve-ra dell’impegno, avventizi privilegiati in un’Italia di non molti anni fa ma che sembra lontana anni luce. Sechi sapeva che la sua scommessa non era fa-cile, voleva riuscire a imporre il suo modello di giornalismo all’ame-ricana, di denuncia e di tendenza, puntan-do su una redazione anomala per i tempi:

un gruppo di cinquantenni colti e pre-parati che dovevano interagire con una masnada di under trenta che portavano idee nuove dal mondo. Era convinto che solo la dialettica fra i decani di qualità e i nuovi arrivati pieni di inesperienza avreb-be tolto la polvere a un giornalismo un po’ parruccone, e per questo aveva voluto con sé l’amico francesista Gianluigi Rosa, per tutti il professore, il giornalista-poeta Raffaello Baldini, lo scrittore-inviato Gae-tano Tumiati: una squadra di professioni-sti che Sechi, con sofisticata operazione intellettual-mediatica, aveva chiamato al desk, e che volentieri si faceva trascina-re da lui ad allevare ed istruire quel team di giovani ansiosi di scoprire notizie, idee, tendenze, polemiche, e che poi si sareb-be sparso nella stampa italiana con posti di responsabilità.

Penso di essere stata privilegiata ad avere incontrato quel gruppo di “vecchi” che con il loro esempio ha contagiato e convinto una ragazza di vent’anni con tan-te idee filosofiche in testa, ancora inde-cisa fra l’università e quel giornalismo in cui era inciampata per caso. Ho impiega-to secoli a riconciliarmi con gli aggettivi e soprattutto a poterli usare senza sensi di colpa. Ma là, nelle mitiche stanze di via Bianca di Savoia a Milano, ho imparato che “Largo ai giovani” non basta comuni-carlo. Bisogna saperlo far funzionare.

A casa di Rachele - 18-12-04

festa di Baldini con tutto

lo staff di Panorama

di Chiara Beria di Argentine,inviato de La stampa

“Il direttore è partito per Cortina”. La notizia, ogni agosto, si diffondeva con un misto di sollievo e di apprensione dal-la più “militarizzata” redazione centrale di Milano alla bella palazzina di via Sicilia, dove, all’ultimo piano, tra terrazze, partite a poker e manifesti di belle ragazze (sal-vo le segretarie eravamo solo due donne, la mitica Emilia Granzotto e io, ragazzina) lavorava l’allegra brigata romana di Pano-rama. Sollievo. Persino Lui, il nostro padre direttore, che tanto si infuriava se noi gio-vani arrivavamo la mattina con un quarto d’ora di ritardo (memorabile la strigliata che fece a Marco Giovannini e me – quan-do ancora lavoravo a Milano – per un ri-entro non in perfetto orario dopo un we-ek-end) da farsi venire le orecchie rosse pomodoro; persino Lui, il direttore instan-cabile, che sosteneva l’assunto secondo il quale chi stava in vacanza più di 15 giorni mostrava di fatto di essere superfluo per il giornale, era finalmente tra i suoi amati monti, con i suoi cari amici Montanelli e Pieroni. Apprensione. Perché, Lamberto Sechi, il più esigente e formidabile mae-stro di giornalismo, in realtà anche sotto le Dolomiti non staccava un solo giorno la presa. Anzi. Il suo mitico taccuino d’ap-punti (non era leggenda redazionale che già di prima mattina scorrendo i giornali – nel bagno, ovviamente – notasse spun-ti per articoli) seguiva immancabilmente Sechi anche in montagna. “Il direttore ha chiamato da Cortina”. A quei tempi, per fortuna, non c’erano ancora i cellulari ma Sechi era una presenza immanente. C’era il capetto assai lecchino che si beava di essere in linea (telefonica) con Lui. E c’era quello che si deprimeva (che cosa gli avrò mai fatto?) perché non veniva mai cer-cato dal superdirettore. Sicuramente ci sarà stato pure quello che gli telefonava per fargli soffiate sulla vita di redazione in sua assenza. La redazione di un giornale è un frammento di mondo. “Buongiorno direttore”, Sechi chiamava noi, giovani cronisti, quelli che firmavano l’articolo con un anonimo pallino nero (per anni mi sono sempre rivolta a Sechi con il “Lei”; particolare, tra i tanti di quell’epoca che rimpiango, visto certi ambienti di lavoro

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assai sciamannati, comunque falsamente egualitari) qualche volta per farci i compli-menti, spesso per farci cazziatoni su errori di nomi, di date o perché avevamo usato un linguaggio pigro e gergale (guai a usare il pleonastico “apposito” e mi fece sentire un verme quando mi sgridò, con tanto di pubblica circolare in bacheca, perché in un articolo di politica avevo usato il verbo “rifondare”, in quei giorni abusato dai poli-tici) altre volte, le più adrenaliche, per affi-darci un “pezzo”. Termine che Sechi avreb-be censurato con 3 punti interrogativi e 3 esclamativi come faceva quando non gli piaceva un articolo: “Riscrivilo”. Altro che certi strafalcioni sui giornali, altro che gos-sip. Fu durante le sue vacanze cortinesi che Sechi (penso ne avesse parlato con Montanelli e al telefono con Biagi) mi chiese di intervistare Fellini sull’amore. Sala di montaggio d’Amarcord, carrello di bollito da Cesarina. Fellini innamorato parlava alla ragazzina, il suo amico Sechi, mise l’intervista in pagina ma, quando il regista temette reazioni familiari con im-barazzo mi comunicò che l’intervista era

per stare qualche ora con me, di nasco-sto. Da Cortina, infatti, Sechi e sua moglie Franca, si erano spostati nella loro casa di Venezia per assistere alla premiazione del Campiello. Un incubo, se ci avesse scovati! La settimana dopo Panorama uscì con in copertina una bellissima in-chiesta di Gianni sul colera a Napoli; nella sezione Vita moderna c’era il mio articolo sul megaballo con divertenti particola-ri (grazie a una mia “fonte coperta”) del ballo con tanto di Ranieri di Monaco pre-cipitato a terra per rottura di sedia. In re-dazione certi sessantottini (oggi vestono cachemire) mugugnarono per un articolo giudicato troppo “futile” per quei tempi. Poi, Fortebraccio lo citò nella sua famosa rubrica sull’Unità e allora tacquero. Sechi, il primo in Italia a dare nel newsmagazine spazio ad argomenti non solo di politica e di economia (certi famosi stilisti do-vrebbero fargli un monumento!) ancora una volta non si era sbagliato. La bella Olimpia, una ragazza come scrissi allora 3C (chic, chèques e choc) quella sera in-contrò il suo futuro marito, David Roth-schild; l’anno dopo sposai Gianni. Nostro figlio maggiore Emanuele, al quale Sechi pronosticò fin da piccolo che sarebbe diventato direttore, è capo redattore a Panorama e dirige il mensile di Panora-ma, First. A Cortina d’Ampezzo io che di sangue piemontese sono stata allevata a Courmayeur, sotto il Monte Bianco, ama-vo venire ospite di Leonardo Mondado-ri, nipote di Arnoldo l’editore che volle lanciare Panorama. Ora, a Cortina ritor-no soprattutto d’inverno per magnifiche giornate di sci con amici carissimi. Fino all’estate di tre anni fa, a Cortina in quella casa delle telefonate di Sechi, non c’ero mai stata. Faceva caldo, c’era un gran traf-fico, sono andata a trovare il mio Gran-de Direttore, mi ha aperto Francesca, la moglie che Sechi ha avuto la fortuna di trovare in questa sua nuova stagione. Tanti suoi vecchi amici non ci sono più, tante cose nelle nostre vite sono cambia-te. Da tanto tempo gli do del tu ma, quel giorno, non ho osato chiedergli dov’era il suo bagno. Forse avrei trovato ancora un mucchio di giornali e un taccuino di appunti.

Chiara Beria con il Direttore

di RaiUno Fabrizio Del Noce,

durante un incontro al Savoia

saltata. Non era da lui; fu l’unica volta in tanti anni che non mi pubblicò un artico-lo, eppure tra terrorismo e crisi politiche mi occupai di cose ben più delicate. L’alto e il basso, Paolo Mieli con il suo “Corriere” in minigonna non era ancora all’orizzonte; lavorava in via Po, dalle parti di via Sici-lia, per i nostri grandi concorrenti, quelli dell’Espresso.

A Cortina, Sechi fiutò la notizia che a Venezia, a palazzo Volpi, ci sarebbe stato il ballo per il debutto in società di Olimpia Aldobrandini. Era il 1973, vigilia di anni drammatici. Naturalmente, visti i miei trascorsi festaioli (per fortuna, nes-suno in quel settimanale così impegnato, dove non mancavano convinti sessan-tottini, aveva visto la mia foto di deb in Francia al “Bal des Petits Lits Blancs!”) Sechi m’incaricò di partire per Venezia per fare la cronaca della serata, off limits per i giornalisti. Retroscena. Non sapeva Sechi (credo non l’abbia mai saputo) che Gianni Farneti, uno degli inviati di punta di Panorama che aveva spedito a Napoli per l’emergenza colera arrivò a Venezia

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“Il re soldato”, “il re alpinista”, “il re cavaliere”… Tra tutti i sovrani europei del Novecento, Alberto I del Belgio, è forse quello che è passato alla storia con gli appellativi più lusinghieri, lasciando un ricordo straordinariamente vivo, nono-stante siano passati oramai 74 anni dalla sua improvvisa scomparsa per un inci-dente di montagna a Namur: il cedimen-to di un appiglio, in una parete rocciosa che sembrava sicura e che invece provo-cò un volo mortale.

Di lui, la sua terzogenita Maria José, l’ultima regina d’Italia, di cui chi scrive ha raccolto le memorie, era solita ripe-tere: “Mio padre ha avuto la gloria, ma l’ha portata sempre come un peso: sape-va quanto era costa-ta quella gloria”. Al trono Alberto I, figlio del conte Filippo di Fiandra e di Maria, nata principessa di Hohenzollern, era salito nel 1909 per un doppio imprevisto: la morte prematura del fratello maggiore Bal-dovino, a 22 anni, nel 1891, per una polmo-nite e la mancanza di eredi maschi dello zio paterno, re Leopoldo II. Forse per questo interpretò il ruolo di sovrano, come un vero e proprio lavo-ro, consapevole della responsabilità piutto-sto che dei privilegi. Fosse stato per lui, avrebbe fatto volen-tieri a meno di tutti gli orpelli e dell’eti-chetta di corte, ma l’amore per il suo Paese fu più forte. E quindi abbracciò il ruolo, con piglio e rigorosità, con i suoi

ideali cavallereschi, ma mantenne come sue costanti e benefiche fughe le pas-sioni di sempre: la lettura, la botanica, le arrampicate sulle vette, dove, diceva, “ci si sente più vicini all’Assoluto”.

Anche gli affetti, la famiglia per Al-berto furono una valvola di spontaneità. Con la moglie Elisabetta di Baviera, fi-glia di un fratello dell’imperatrice Sissi d’Asburgo, Carlo Teodoro, oculista di fama, sviluppò un’intesa e una compli-cità rare, specialmente nella storia delle Case Reali, segnata da tante unioni com-binate per ragioni dinastiche.

Si incontrarono per la prima volta nel 1897, ai funerali della duchessa di Alençon, entrambi ventunenni e fu un colpo di ful-mine. Di lì a breve cominciarono a scam-biarsi lettere appassionate. Nel carteggio

pubblicato da Maria José, fiera dell’esem-pio di vita lasciato dai genitori, a un tratto Elisabetta scrive: “Se soltanto potessi en-trare in questa lettera e – quando l’aprirai, saltarti al collo e abbracciarti “wild”, ap-passionatamente”. E Alberto replica: “Ma-rito e moglie devono trovare la massima felicità nello stare assieme. Ognuno deve essere per l’altro la compagnia migliore e più ricercata”. E fedele a quest’ultimo pro-posito fu il loro matrimonio, celebrato il 2 ottobre 1900 e arricchito dalla nascita di tre figli: Leopoldo nel 1901, Carlo Teodoro nel 1903 e Maria José nel 1906. La coppia condivide una serie d’interessi, dall’arche-ologia all’arte, dalla scienza alla montagna. Elisabetta che aveva cominciato fin dalla tenera età a percorrere sentieri rupestri e a vedere in azione gli alpinisti della fa-

mosa Scuola di Mona-co, dà nuovo impulso al debole di Alberto per le vette. Le prime scalate del re risalgono al 1905, in compagnia di Char-les Lefébure, segretario del chimico Ernst Sol-vay, conosciuto per le sue foto e i suoi scritti sulle imprese monta-ne. Assieme a lui e alla guida Supesaxo, pochi mesi dopo la nascita di Maria José si misura con i ghiacci dell’Adamello.

Vittorio Varale che raccontò dettaglia-tamente le prodezze alpine del sovrano, lo descrive come un at-leta biondo, alto un metro e novantadue, di fisico forte e robusto, intrepido nonostante la forte miopia. Ma le vette nevose, a un cer-to punto, sembrarono troppo agevoli ad Al-berto che volle misurar-si con la roccia. Fu così che, durante una sca-lata al Brenta, si inna-morò delle Dolomiti. A ricordare questo colpo di fulmine c’è ancora il rifugio che porta il suo

un ritrAtto AccurAto ed esAustivo su Alberto i

del belgio – il re AlpinistA cui è dedicAtA la grAnde

mostrA dell’estAte, AllestitA All’interno dell’AlexAnder

girArdi hAll – quello che hA scritto luCiano regolo, il giornAlistA e scrittore cui mAriA Josè, terzogenitA del sovrAno belgA, hA AffidAto ricordi e documenti inediti,

trA cui i suoi diAri dA bAmbinA che tAnto rAccontAno

dello speciAle rApporto che la legAvA Al pAdre.

immAgini:

collezione frAnco gAspAri

e Archivio cArlo gAndini

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nome nei paraggi delle Torri del Vajolet, fatto erigere da Tita Piaz. A Cortina, Al-berto venne per la prima volta nel 1907, in compagnia di Lefébure e Antonio Di-mai Deo, detto Tone Deo, considerato la migliore guida del luogo, che per più d’un ventennio scortò il sovrano e spes-so anche la moglie Elisabetta, su e giù per le Dolomiti. Anni dopo molte altre guide ampezzane, come Agostino Verzi Sceco, o Angelo e Giuseppe Dimai, ac-compagnarono il sovrano.

La pratica dell’amato sport divenne più difficile per Alberto dopo l’incoronazione, il 17 dicembre 1909, ma non per questo vi rinunciò. Come re del Belgio, fu il primo a giurare fedeltà alla Costituzione, non solo in francese, ma anche in fiammingo, lasciando trapelare già con questo gesto il suo intento unifica-tore tra le diverse et-nie del Paese. Ancora oggi si conservano ne-gli archivi del Laeken, i quaderni in cui ver-gava pazientemente le parole dell’ostico idioma fiammingo con accanto la traduzione. S’impegnò inoltre a favorire la legislazione sociale, conquistan-dosi così il rispetto della classe operaia e si concentrò in una sfida importante per il Belgio: l’Esposizione Universale di Bruxel-les nel 1910. Con la moglie e i figli, vivono tra i palazzi di Laeken e Bruxelles, la residen-za di Ciergnon nelle Ardenne e quella in riva al mare di Osten-da, dov’era nata Ma-ria José. Attorno alla coppia reale, nasce un salotto di alto li-vello intellettuale. Tra i più assidui frequen-tatori c’erano: Ysaye, De Greef, van Dyck, Auguste Piccard, Ma-rie Curie e Albert Ein-stein che suonava il

violoncello con la regina Elisabetta.Nonostante gli impegni di Stato, Al-

berto continua a seguire rigorosamente l’educazione dei figli, ai quali cerca di tra-smettere i suoi stessi valori, la sua stes-sa religiosità critica. “Chi non difende la propria libertà”, era solito dire loro, “non può difendere quella del proprio popo-lo”. Oppure: “Non dovete aver paura di nulla, se non della vostra debolezza”.

In prima pagina: Re Alberto IQui sotto: Maria Josè, terzogenita del SovranoNella prossima pagina: il Re scalatore seduto,

nella foto simbolo della mostraA pag.35: Re Alberto I del Belgio osserva la valle d’Ampezzo dalla cima del Pomagagnon (2465 m.). Cima salita nel 1912 percorrendo la via Dimai-Phil-limore in cordata con l’amico Charles Lefébure e le guide Antonio Dimai e Agostino Verzi. (foto di

Charles Lefébure)

Anche nelle estati del ’12 e del ’13 il re del Belgio torna con la famiglia a Cortina per dedicarsi alle scalate, sem-pre più difficili: dal Pomagagnon al Col Rosà, da Faulhorn a Punta Fiames. Maria José che già fremeva per seguire il pa-dre nelle imprese, ne ricordava il rientro in albergo, col volto arrossato dal sole, il fazzoletto al collo, gli scarponi chiodati… Alle Alpi il sovrano poteva dedicare al massimo tre settimane all’anno, ma si te-neva perfettamente allenato e così sop-portava con incredibile vitalità levatacce notturne, ritirate nella tormenta, bivacchi improvvisati, qualunque disagio. Per te-nersi in forma, Alberto seguiva una rigida

dieta e, durante tutto l’anno, si arrampicava in Belgio, scegliendo le fa-lesie meno frequentate. Per proteggere la sua privacy, il re soggiorna-va sulle vette italiane con il nome di “conte di Réthy”. Se qualche albergo spifferava la sua vera identità, stiz-zito non vi faceva più ritorno. Arrivò persino a viaggiare su treni in seconda e terza classe per depistare giornalisti e curiosi: “Chi potrebbe immaginare”, spiegava, “che c’è un re in terza?”. E al principio degli anni Venti, quando oramai in troppi sapevano della sua passione per l’al-pinismo, smise di per-nottare nella troppo mondana Cortina, spo-standosi all’hotel Mar-marole di Calalzo.

Il 1914, con la scoppio della Grande Guerra e la neutralità del Belgio violata dalla Germania di Guglielmo II, segnò il momento forse più drammatico nella vita del sovrano, che tutta-via proprio allora mise

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in luce la sua grinta eroica. Rifiutò infatti di trasferirsi in Inghil-terra, dove mandò invece i suoi figli, ad Hackwood, la tenu-ta di Lord Curzon. La moglie Elisabetta però rientrò in Belgio per restare accanto al marito che, coman-dante in capo sul cam-po delle sue truppe, si ritirò dietro l’Yser, difendendo strenua-mente la sovranità del suo Stato. L’unico altro re che in Euro-pa fece la sua stessa, coraggiosa scelta fu Vittorio Emanuele III e dagli incontri sui ri-spettivi fronti tra i due, nacque il proposito di suggellare un’alleanza nuziale tra le due di-nastie, preparando al matrimonio, il princi-pe ereditario d’Italia, Umberto di Savoia, e Maria José, che per questo fu mandata dal 1917 a studiare al Poggio Imperiale di Firenze, dove rimase per un triennio.

Maria José conservava tra le sue cose più care, un piccolo album con i di-segni che lei, da ragazzina, aveva donato al padre, era datato La Panne, 8 aprile 1919: vi aveva raffigurato i soldati belgi e britannici come personaggi di favole, coniglietti e rane, dalle facce buone e simpatiche, mentre i tedeschi avevano le sembianze di diavoletti dal ghigno catti-vo. Tratteggiò pure il padre come un leo-ne con tanto di corona e sotto la scritta, “Viva Papà, viva il Belgio”.

Nel genitore, Maria José trovò anche un punto di riferimento prezioso per i suoi studi, con lui preparò il suo primo elaborato di storia su Il battesimo di Carlo V. Poi Alberto I scrisse per la figlia un’efficace sintesi del pensiero dei prin-cipali filosofi greci e la aiutò a documen-tarsi sulla storia di Casa Savoia, con un

exposé che la principessina ultimò nel 1920. Il re volle i figli e la moglie al suo fianco a cavallo anche il 17 ottobre 1918, giorno storico della Joyeuse Rentrée in Belgio: la guerra e il giogo tedesco erano finiti e tutta Europa rendeva onore al re soldato.

Con la pace, Alberto I riprese a de-dicarsi alla montagna. Annetta Scenico, medaglia d’oro del Club Alpino e stori-ca dell’alpinismo nelle Dolomiti, che lo incontrò con la famiglia diverse volte ha raccontato: “Anche la moglie era come lui, non voleva mettersi in mostra in al-cun modo. Andavano proprio d’accor-do quei due! Re Alberto era molto alto, c’era sempre il problema del letto con quei due immensi piedi che gli uscivano

fuori… Era instancabi-le e non aveva paura di niente. Veniva su da Madonna di Campiglio facendo di buon passo la Val di Brenta insieme con i suoi accompagna-tori, l’immancabile fou-lard rosso di seta al col-lo per ripararsi la gola dall’aria sferzante che scendeva dalla Bocca di Brenta…”.

I blitz sulle Alpi italiane divennero an-che più frequenti man mano che maturava il fidanzamento di Maria José con Umberto. Più volte i due s’incontra-rono sci ai piedi, sotto gli occhi di Alberto ed Elisabetta. Una volta, in baita, il re fece ballare la figlia, ma poi chiese ai compagni di scalata più giovani di prendere il suo posto, “perché è giusto che lei stia con le persone della sua età”. Ad Alberto piacevano l’eleganza e i modi da gentiluomo del genero, ma era molto preoccu-pato dalla situazione politica in Italia, special-

mente dopo che il 24 ottobre 1929, in oc-casione del fidanzamento ufficiale a Bru-xelles, il giovane fuoriuscito, Ferdinando La Rosa, sparò un colpo di pistola verso il principe Umberto a scopo dimostrati-vo, per attirare l’attenzione mondiale sul sopruso della dittatura fascista. Nono-stante lo shock, Alberto fece in modo che ogni cerimonia proseguisse regolar-mente, tenendo all’oscuro di tutto Maria José che a un ballo all’ambasciata d’Ita-lia, sentendo in continuazione gli invitati congratularsi con il promesso sposo “per il grande coraggio”, era sbottata: “Ma in-somma ci vuole così tanto coraggio a diventare mio marito?”.

Di Mussolini, Alberto disse alla figlia che era un politico astuto e capace, ma che aveva “reso un fantoccio il Parla-mento”. E sia lui, sia la moglie Elisabetta

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IL RE E LA REGINAle dolomiti scAlate dA re Alberto i del belgio con le guide Alpine di cortinA d’Ampezzo nelle immAgini stereoscopiche di chArles lefébure.Fino al 15 settembre, nelle sale del Centro Congressi Alexander Gi-rardi Hall (via Marangoni 1), una grande mostra fotografica guida il pubblico alla scoperta di un Re energico e coraggioso che si innamo-rò della Regina delle Dolomiti nel 1907, eleggendola a meta turistica del gotha internazionale. Un vero e proprio viaggio nel tempo, quello proposto dall’originale esposizione, aperta dalle 10.30 alle 13.00 e dal-le 16.30 alle 20.00 e chiusa il lunedì mattina. Il racconto di un’epoca memorabile e di un assiduo frequentatore delle maestose cime do-lomitiche, accompagnato durante le sue escursioni dalle guide alpine di Cortina, Antonio Dimai, Agostino Verzi, Angelo Dibona e dall’amico e compagno di scalata Charles Lefébure, che documentò le imprese con una speciale macchina fotografica a due obbiettivi.

“THE KING AND THE QUEEN”The Journey of King Albert I of Belgium in Cortina D’Ampezzo, through the Stereoscopic Photographs of Charles Lefébure.

King Albert I (1875-1934), third king of Belgium: an enlightened sover-eign, but also a simple man with a passionate love for the mountains. He is the subject of the photographic exhibition which was unveiled in Cortina on Saturday, July 5. Free of charge, the exhibition is open from 10:30 to 13:00 and from 16:30 to 20:00 and closed Monday morn-ings, and will run until September 15 in the rooms of the Centro Con-gressi Alexander Girardi Hall (Via Marangoni 1). It is the history of a simple man, perfectly comfortable with the hardships of climbing. Of particular note in the exhibition is the use of stereoscopy: an optical technique that allows the perception of three-dimensionality in images, generating a vividly realistic representation of photographed scenes. Lefébure’s photos—when mounted in slides and viewed with the appro-priate eyewear—artificially reproduce binocular vision and generate an enthralling sense of depth.For more information, visit www.kingandqueen.eu.

LA STEREOSCOPIALa stereoscopia è una spettacolare tecni-ca visiva nata nell’Ottocento che induce nell’osservatore l’apparente percezione della tridimensionalità degli oggetti, generando una sorta di clonazione della realtà e regalando la terza dimensione ai soggetti raffigurati.Le fotografie di Lefébure, esposte alla mostra “Il Re e la Regina”, sono state scattate con una particolare fotocamera provvista di due obbiet-tivi, strumento in grado di produrre coppie di immagini che - montate su vetrini e viste con un apposito visore – vengono elaborate nel cer-vello in un’unica vista, riproducendo artificial-mente i meccanismi che presiedono alla visione binoculare e provocando un senso di profondi-tà e spazialità assolutamente coinvolgente.

In alto: Re Alberto e la guida alpina Antonio Dimai sulla parete del Pomagagnon. (Collezione stereoscopica Franco Gaspari)In basso: La foto con le guide. 1911 - Re Alberto con Antonio Dimai e Agostino Verzi nei pressi dell’Hotel Des Alpes, attuale Istituto Codivilla. (Archivio Carlo Gandini)La lettera. Re Alberto scrive: “Antonio Dimai mi ha portato al Pomagagnon per il camino, alle Cinque Torri (Torre Grande e Torre Inglese), ai Cestelis. Per me è sempre un grande piacere di ritrovare questa incomparabile guida, che mi ha fat-to fare da ventidue anni sempre con la stessa maestria, le stesse premure, tante scalate interessanti e difficili”. (Archivio Carlo Gandini)

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rimasero infastiditi dal modo in cui il regime strumentalizzò a sco-po propagandistico le manifestazioni per le nozze di Umberto e Maria José, celebra-te a Roma l’8 gennaio 1930 e scandite da 5 giorni di parate, dove ovunque, accanto allo scudo dei Savoia, tro-neggiavano enormi fasci littori. Alberto difese inoltre la scel-ta della figlia che non volle “italianizzare” il suo nome in Maria Giuseppina, come in-vece chiedeva il duce, sull’atto di matrimo-nio. Maria José era il nome della nonna ma-terna, principessa di Braganza, e quindi per rispetto alla moglie il sovrano insistette. La crisi anche negli anni a venire fu risolta, tron-cando il nome della principessa, che fu chiamata per sempre Maria di Piemonte, dai giornali d’Italia.

Tra il 1925 e il 1929, Alberto I, sofferen-te per una nefrite e poi in crisi spirituale, forse per una leggera forma depressiva, stava per rinunciare per sempre alle scalate, ma poi incontrò alcuni alpinisti accademici, come Aldo Bonacossa che riaccesero il suo entusiasmo.

Così altri traguardi si aggiunsero al suo lusinghiero curriculum come la Cima Pordoi da Sud. In quest’impresa incontrò il celebre Tita Piaz, che ironicamente, lo accusò di essere stato la vera causa di un suo inspiegabile arresto per tre gior-ni alla vigilia delle nozze di Umberto con Maria José, secondo lui dovute alla ge-losia del Principe di Piemonte. Nel 1933, con Hans Steger, un’altra delle sue guide predilette, sul Catinaccio, da Nord, por-

tò a termine l’ultima delle sue 131 ascen-sioni in Dolomiti.

Quell’estate, il re aveva confidato a Bonacossa di voler smettere con l’alpi-nismo: oramai cinquantottenne si sareb-be accontentato dei titoli conquistati. Ma la passione di sempre fu più forte e durante l’inverno in Belgio riprese ad al-lenarsi. Sino a quel fatale 18 febbraio del 1934, quando decise di andare a passare qualche ora sulle sue “montagnettes”, accompagnato dal fedele cameriere. Doveva tornare a Bruxelles nel pomerig-gio per presiedere una cerimonia sporti-va, ma non fece più ritorno, precipitando dal Picco della Cornacchia, una piccola roccia alta 32 metri.

L’inchiesta condotta dal procuratore generale di Liegi, barone Meyers, e dal procuratore di Namur, Verhaegen, stabi-lì che: “Sua Maestà, avendo scalato un picco roccioso ed essendo pervenuto alla cima, ove rimangono tracce del suo

passaggio, si è appog-giato a un grosso bloc-co di pietra che, dato il volume, doveva essere apparso assolutamen-te sicuro e ben fisso alla roccia. Il blocco si è staccato e ha trasci-nato nella caduta Sua Maestà”.

Maria José, al mo-mento della disgrazia si trovava a Napoli, a Villa Rosebery: ai primi mesi di gravidanza, non potè neppure partecipare alle esequie che videro la partecipazione com-mossa di tutto un Paese il quale aveva trovato in Alberto un simbolo vivente di forza e uni-tà. La madre Elisabetta scrisse alla figlia: “La mia infelicità è infinita e il vuoto crescerà di giorno in giorno”. La regina vedova, visse un periodo di cupa depres-sione. Si ritirò nella natia Possenhofen, dove tra-scorreva intere notti all’aperto, col rischio di

ammalarsi. E se qualcuno andava a con-vincerla di rientrare, replicava: “Lasciate-mi stare, voglio morire, voglio andare dal mio Albert”. Per distrarla Maria José e la suocera Elena di Savoia la invitarono in Italia e le donarono una Topolino. Le pre-mure della famiglia e la vivacità napoleta-na ebbero un effetto positivo. La nascita della nipotina, Maria Pia, sette mesi dopo la morte del nonno, fece il resto. Ma sem-pre Elisabetta, come d’altra parte i suoi figli, coltivarono la memoria del “Re Ca-valiere”, che la curva del destino proiettò nella leggenda. Persino la morte arrivò a proposito, quando aveva 58 anni, come un fulmine, senza che egli avesse conosciuto un giorno di malattia e risparmiandogli an-che le debolezze e la codardia che pre-cedettero la Seconda Guerra Mondiale, disastrosa per il suo Belgio e per l’Europa intera. —Luciano Regolo

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Sono traScorSi più di novant’anni dA quel 1918 che vide sulle montAgne di cor-tinA d’Ampezzo migliAiA di uomini, itAliAni e Austro-ungArici, AffrontArsi nell’im-mAne scontro ArmAto della prima Guerra mondiale, che portò All’Annessione di cortinA Al regno d’itAliA. per commemorAre i 90 Anni dAlla fine della grAnde guerrA i comuni di cortinA d’Ampezzo, bAdiA e livinAllongo del col di lanA hAn-no ospitAto All’inizio di luglio unA serie di mAnifestAzioni culturAli che si sono svolte sui luoghi degli scontri e Alla presenzA di rAppresentAnze degli eserciti di tutti i popoli che si sono bAttuti su queste montAgne. un evento pensAto per tener vivo il ricordo di queGli avvenimenti e riflettere su problemi e finAlità del-la conservAzione della memoriA di cui sono vive le testimoniAnze sulle montA-gne. temAtiche Approfondite nel convegno ‘dAlle rovine Al pArco divertimenti? conservAzione e restAuro del pAesAggio della grAnde guerrA: metodologie, fi-nAlità, competenze’ che il 3 e 4 luglio hA portAto A modello di studio il decennA-le lavoro di restAuro che hA condotto Alla nAscitA di un Articolato percorso trA trincee, postAzioni e gAllerie, testimoniAnzA delle vicissitudini degli eserciti che hAnno scAvAto queste montAgne per ricAvArne All’interno ricoveri per uo-mini e armi, rifugi necessAri Alla soprAvvivenzA e terribili trAppole per il nemico. in questi territori cArichi di storiA, il comune di cortinA d’Ampezzo hA trAsformA-to - in collaborAzione con la soprintendenzA Ai beni AmbientAli ed Architetto-nici del veneto e con le regole d’Ampezzo - in un grAndioso monumento ciò che

gli Alpini itAliAni e i KAiserJAeger AustriAci costruirono trA il 1914 e il 1917. il risul-tAto di questA gigAntescA operAzione di ArcheologiA bellicA e di restAuro è il più esteso e Articolato muSeo all’aperto della Grande Guerra, visitAbile in ogni stAgione dell’Anno. lungo i sentieri e le piste dA sci, A pochi pAssi dAi rifugi e dAlle pAlestre di rocciA nel cuore delle dolomiti è oggi possibile visitAre le gAllerie di guerrA del laGazuoi, le trincee e le postAzioni All’Aperto delle cinque torri, il restAurAto forte di valparola, trAsformAto nel museo della grAnde guerrA sulle dolomiti ed il nuovo museo All’Aperto del SaSSo di Stria. unA propostA pre-ziosA per i viAggiAtori sensibili e intelligenti che su queste montAgne potrAnno rivivere situAzioni ed emozioni AppArtenute Ai protAgonisti di quella trAgediA. A coronAmento della mAnifestAzione la Giornata in GriGioverde che, giuntA Alla suA ottAvA edizione, hA riunito Anche quest’Anno sul monte lagAzuoi AppAssionA-ti di storiA vivente della grAnde guerrA provenienti dA tuttA europA. bArAcche, postAzioni e trincee restAurAte sono stAte popolate per l’interA giornAtA del 6 luglio dA uomini muniti di divise ed equipAggiAmenti originAli che hAnno risposto Alle domAnde dei visitAtori per fAr conoscere la vitA dei Soldati Sulla montaGna.

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Ormai quasi tutti gli storici sono d’accordo che in quel “parecchio” che, secondo Giolitti, avremmo guadagnato se l’Italia avesse continuato a mantenersi neutrale rispetto al conflitto che si era acceso nel 1914 in Europa, erano conte-nute delle contropartite molto allettan-ti. Per esempio, Trento e Trieste senza versare una goccia di sangue e ancora, come sovrapprezzo, una pioggia d’oro in-dotta dal fiorire del commercio e dell’in-dustria che la nostra neutralità avrebbe ovviamente favorito.

Purtroppo, Giolitti non fu ascoltato perché in quegli anni un vento di follia soffiava sull’Italia dove una minoranza rumorosa respingeva sdegnata i com-promessi utilitaristici suggeriti dall’”uomo del parecchio”, come spregiativamente D’Annunzio definiva lo statista di Drone-ro, e invocava la “bella guerra” che i poeti futuristi capeggiati da Marinetti immagi-navano romanticamente come “un ba-gno di sangue purificatore”. Era lo stesso vento che da un anno soffiava sull’intera Europa e spingeva gli uomini a correre verso il baratro come un branco di lem-ming suicidi.

Oggi riesce difficile capire e spiega-re lo spirito che animava quella genera-zione impazzita. Resta il fatto che quel conflitto esploso nell’estate del 1914, che verrà impropriamente definito “guerra mondiale” mentre, almeno all’inizio, fu a tutti gli effetti la solita guerra europea combattuta da paesi confinanti e usi da secoli a contendersi il dominio del resto del mondo. Questo conflitto, si diceva, era appunto esploso nell’estate del 1914 a causa dell’atmosfera di grande eccita-zione e persino di esultanza che si re-spirava in tutta Europa ma, soprattutto, nei circoli intellettuali della Germania e dell’antico Impero asburgico resi insof-ferenti dalla calma piatta imposta da un troppo lungo periodo di pace.

il primo conflitto mondiAle è stAto un evento fondAmentAle nella storiA dell’itAliA e dell’europA , hA sAncito la fine degli imperi e la nAscitA degli stAti nAzione. lo ripercorre per noi arrigo petaCCo, storico e giornAlistA di qn - il resto del cArlino, il giorno, la nAzione.

servizio fotogrAfico di stefAno zArdini

N O N s O L O s T O R I A

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L’attentato di Sarajevo aveva offerto il casus belli, ma la guerra ci sarebbe stata lo stesso perché la si voleva e si desiderava assaporarla fino in fondo. In quella drammatica estate erano tut-ti guerrafondai. Persino Sigmund Freud era interventista e non esitò a dichiarare di sentirsi “per la prima volta austriaco” e di essere “pronto a combattere per con-cedere all’Impero l’ultima chance per diventare il centro di tutte le emozioni”, Mentre nei salotti di Vienna e di Buda-pest si sosteneva che la guerra andava fatta perché altrimenti “si farà la fine dell’Impero turco”. Tutti insomma erano convinti che “con sangue freddo e accia-io rovente si stava compiendo una mera-vigliosa opera umana”. La pensava così anche il boemo Jaroslav Hasek, che di-venterà famoso dopo quella guerra per il suo romanzo pacifista sul “buon soldato Svejk”, ma che al suo inizio elogiava inve-ce quell’ufficiale tedesco che aveva fatto ricamare sulle mutandine dell’amante il motto “Dio stramaledica gli inglesi”.

Lo stesso zelo bellicoso, anche se con motivazioni diverse, animava gli intellet-tuali italiani che affollavano le piazze re-clamando l’entrata in guerra sopraffacen-do la maggioranza parlamentare e sociale che la guerra non la voleva. Curiosamente, fra i nostri interventisti non c’erano soltan-to i nazionalisti che auspicavano “l’ultima guerra d’Indipendenza”, o gli irredentisti giuliani, come gli Slataper, i Battisti, i Sauro, i Filzi o gli Stuparich e i tanti altri che sa-crificarono la propria vita al sogno unitario. C’erano anche molti esponenti della Sini-stra, da Mussolini a Nenni, da Salvemini a Gramsci e giù, giù, fino all’alpino Togliatti e ai tanti altri che intravedevano in quel con-flitto la via più breve per giungere alla gran-de palingenesi sociale. Soltanto i socialisti di Filippo Turati si opposero strenuamente alla guerra, per poi ricredersi quando l’Ita-lia dovette giocarsi sul Piave la propria so-pravvivenza.

Sul nostro titubante intervento a fian-co dell’”Intesa” dopo avere rotto con la “Triplice”, si è discusso all’infinito. Rifiutato il “parecchio” proposto da Giolitti (l’Au-stria era effettivamente disposta a cederci

Trento e Trieste in cambio della neutrali-tà), il nostro governo si lasciò infine sedur-re dalle promesse ancor più allettanti (ma mai mantenute) di Francia e Inghilterra che desideravano aprire un terzo fronte per alleggerire l’esausto fronte francese e il barcollante fronte russo. Non c’è dub-bio comunque, che il non onorevole giro di valzer compiuto dall’Italia fu imposto dalla rumorosa minoranza degli interven-tisti che riuscì a sopraffare una maggio-ranza silenziosa e intimidita.

Il nostro intervento in guerra provocò nel paese una profonda lacerazione. I ri-chiamati alle armi obbedirono disciplina-tamente, ma oltre mezzo milione di essi preferirono darsi alla macchia. D’altra par-te, era diffusa la convinzione che la guerra sarebbe stata breve e l’intervento italiano decisivo. Ma non sarà così. Decisivo sarà semmai il provvidenziale intervento degli Stati Uniti quando, per la prima volta, gli yankee verranno a toglierci dai guai. Ma questo accadrà più tardi, nel 1917. Tutto ciò era infatti molto lontano quando, il 23 maggio del 1915, il ministro degli Esteri Sidney Sonnino consegnò la dichiarazio-ne di guerra al barone Carlo Macchio, ambasciatore dell’Austria a Roma.

Il giorno dopo, “l’esercito marciava

per raggiunger la frontiera e far contro il nemico una barriera…” al comando del generale Cadorna. Era forte di un milio-ne di uomini (ma destinato a triplicarsi) e dava inizio a una avanzata che doveva essere fulminea, mentre invece si arre-sterà dopo qualche settimana. Per no-stra sfortuna, infatti, proprio in quei gior-ni gli austrotedeschi avevano registrato delle importanti vittorie sul fronte russo consentendo in tal modo agli asburgici di rinforzare i confini con l’Italia.

Il seguito è noto: iniziava il lungo cal-vario della guerra di trincea. Con un Ca-dorna duro e caparbio che si ostinava a lanciare uno dopo l’altro i suoi battaglioni sotto il tiro incrociato delle mitragliatrici per conquistare, quando ci riuscivano, qualche “quota” che consisteva in pochi miseri palmi di terreno. Due anni dopo, la situazione era ancora immutata, con la differenza che un milione di uomini, fra morti, feriti e prigionieri, mancavano all’appello. Poi fu Caporetto.

La “spedizione punitiva” degli austro-tedeschi, comandati dal generale von Bellow sul finire dell’ottobre del 1917, ebbe un effetto travolgente e spinse le nostre

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truppe, avvilite e battute, dietro la cosid-detta “linea del Piave”. Quel collasso fece calare sull’Italia intera una cupa cappa di piombo. Pochi speravano nella possibilità di una ripresa. Invece ci fu il “miracolo”.

Sulle cause di Caporetto si è di-scusso molto, ma oggi tutti gli storici sono concordi nel dire che si trattò di una disfatta militare solo successiva-mente trasformata in una crisi politica e morale. Fu infatti un miracolo che un esercito sconfitto, demoralizzato, falci-diato purtroppo anche dalle esecuzioni sommarie, sia riuscito pochi mesi dopo a combattere con grande valore sorpren-dendo non soltanto il comando nemico,

ma persino quello italiano che già aveva predisposto una seconda linea difensiva a sud del Piave.

Le spiegazioni di questo “miracolo” possono essere molte: in primo luogo la sostituzione di Cadorna col più umano e più moderno generale Diaz, quindi la consapevolezza che si trattava di una battaglia difensiva in cui erano in gioco i destini della Patria, l’effetto positivo della propaganda sui combattenti e, non ulti-ma, la promessa (anche questa mai man-tenuta) che ai nostri eroici fanti-contadini il paese grato avrebbe donato la terra su cui lavoravano… Tutto questo complesso di cause provocò fra il 15 e il 25 giugno

del 1918 la nostra splendida vittoria nella battaglia difensiva del Piave.

Anche su questa battaglia e sugli effet-ti che provocò la grande vittoria italiana nel quadro generale del conflitto si e di-scusso molto. E non sono mancati i tenta-tivi di ridurne l’importanza. In realtà essa segnò il punto critico dell’intera guerra nel corso della quale gli austrotedeschi non avevano ancora registrato, fino a quel momento, una così dura sconfitta. Tutto infatti era ancora in gioco e solo più tardi, grazie al continuo afflusso dei contingen-ti americani, le forze dell’Intesa avranno finalmente la meglio sugli eserciti degli Imperi centrali. —Arrigo Petacco

MOUNTAINS OF MEMORY

More than ninety years have passed since 1918, the year in which thou-sands of Italian and Austro-Hun-

garian men battled in the mountains of Cor-tina D’Ampezzo in the terrible clash of the First World War. It was during this conflict that Cortina was annexed by the Kingdom of Italy, an event that can be relived at the new open-air museum of the Sasso di Stria

of sites significant in the tragic campaign between Italians and Austrians at Cortina D’Ampezzo. It was from the Sasso di Stria that the Austro-Hungarians illuminated Mount Lagazuoi at night to prevent Italian attacks from fort Cengia Martini. Many of the encampments built by the Third Regi-ment of the Kaiserjäger have been exca-vated and can now be toured all the way up to the peak. For more information, visit www.lagazuoi5torri.dolomiti.org

in Passo Falzarago. Along with the museums of Lagazuoi, 5 Torri, and the Forte Tre Sassi, the Sas-so di Stria comprises one of the most complete examples of a World War One fort in the Dolo-mites. Twelve years in the making, the museum is the result of 6,000 days of volunteer work on the parts of the ANA (National Alpine Association) and the Alpine troops, who restored 3 km of tun-nels, hundreds of meters of trenches, and numer-ous military stations. The restoration of the Sasso di Stria is a major hallmark for the conservation

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Grande Guerra, guerra di trincea. Non vi è forse altro esempio, nella storia, di un evento di portata epocale così intimamente connesso alla fisicità del terreno. Centinaia di chilometri di fronte, dallo Stelvio all’Adriatico, con reticolati, mitra-gliatrici e cannoni avevano costretto gli eserciti a sprofondarsi nel fango e fra le rocce. La Grande Guerra ha lasciato resti imponenti quanto diffusi: trincee e caverne, strade e ponti, edifici di ogni tipo e sentieri vertiginosi, che hanno segnato il cuore e il volto di tante valli alpine e così dell’Am-pezzano. Eventi, paesaggio, memorie locali, storia d’Italia e storia d’Europa si sono fusi in ogni piega del terreno. Già un regio decreto del 1922 volle celebrare gli “immortali fasti di gloria” della guerra appena conclusa, proclamando “monumenti nazionali” le quattro montagne più segnate dai combattimenti: il Pasubio, il Grappa, il Sabotino e il San Michele.Poi il resto del fronte rimase per lo più abbando-nato al lavoro dei “recuperanti”, alla lenta opera livellatrice della natura e, talvolta, a qualche atto di più o meno consapevole vandalismo. A lungo quelle tracce sono apparse tracce immeritevoli di conservazione, pur se oggetto di tante curiosità e di un’ininterrotta produzione di studi. Chi non è mai sceso in una trincea durante una passeggiata? Chi non si è mai domandato cosa era accaduto alle Tofane o sulla Croda d’Ancona?Occorre attendere gli anni ‘80 e ‘90 per assistere ai primi sporadici interventi di restauro e valoriz-zazione, ad opera di associazioni di volontariato, italiane e straniere, e con l’aiuto determinante degli Alpini. Nel tempo, l’interesse per la Grande Guerra e le sue tracce è andato aumentando: convegni, ricerche, progetti e attività di recupero e valorizzazione si susseguono con intensità. E oggi associazioni storiche, appassionati, univer-sità, centri di studi e comunità locali di Paesi i cui soldati si combatterono, si confrontano e collaborano in una rete di relazioni sempre più stretta. Ecco, a Cortina, i restauri del Lagazuoi, delle Cinque Torri, del Forte Tre Sassi e ora anche del Sasso di Stria.Una legge non poteva mancare, perché quelle tracce dovevano essere salvaguardate. Ha aperto la strada, nel 1997, la Regione Veneto, con una legge che la impegnava al censimento, al recupero e alla valorizzazione dei beni storici, architetto-nici e culturali della grande guerra. Poi è stato il turno della Regione Friuli – Venezia Giulia e della Provincia autonoma di Trento.Nel 2001 il Parlamento italiano, primo in Europa, ha varato la legge n. 78: una disciplina legislati-va organica, espressamente destinata a tutela e valorizzazione del patrimonio storico della Grande guerra. Il messaggio lanciato dalla legge è che queste vestigia siano - nel loro complesso - un bene culturale, seppur di un genere particola-re, e per questo siano meritevoli di tutela e di valorizzazione. Certo, una trincea non è un’opera d’arte, né un reperto archeologico, dunque la legge ha posto una tutela “leggera”, non coerci-tiva, affidata in primo luogo – secondo il principio di sussidiarietà – alle iniziative del volontariato, delle associazioni, delle comunità locali: e Cortina

già da tempo ha offerto quei validi esempi. Ma quel che conta è il principio: quelle vestigia sono documenti di storia e per questo vanno conser-vate, perché le future generazioni le conoscano anch’esse prima che la trascuratezza le faccia sparire. Sono tracce di una storia non solo milita-re, ma anche sociale ed economica, scientifica e delle tecniche: dall’ingegneria all’alpinismo, dalla medicina alla cartografia, alla produzione indu-striale. Una storia che non appartiene solo alle comunità locali, alle regioni o allo Stato, perché in realtà è la storia dei popoli d’Europa. Quelle

vestigia – dice la legge - proprio perché sono un documento storico, vanno conservate con criteri di salvaguardia oggettiva, senza che nei restauri siano introdotte ricostruzioni di parte, celebrazio-ni, esecrazioni o strumentalizzazioni dettate da interessi economici.Esperienze e riflessioni, queste, in cui una volta tanto l’Italia appare all’avanguardia in Europa e che meritano di entrare a far parte di un patrimo-nio europeo condiviso a livello comunitario: un obiettivo per il quale impegnarsi d’ora in avanti. Cortina è in prima linea.

TRINCEE DA TUTELARE, COME BENI CULTURALI,TRACCE DI UNA STORIA NON SOLO MILITAREdi Giuseppe Severini e Daniele Ravenna

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Dice Giancarlo Galan in un libro uscito da poco: se al Veneto fosse attri-buita la stessa dotazione tributaria di cui beneficia la provincia autonoma di Tren-to, le risorse in più che resterebbero a favore della manovra di bilancio (escluse finanza locale, scuola e istruzione univer-sitaria) ammonterebbero a circa 13 milio-ni di euro. “Avete capito adesso perché ogni comunello del Trentino dispone di una piscina coperta e riscaldata, di otti-

me strade, di eccellenti strutture scola-stiche e via dicendo?” (Il Nordest sono io, a cura di Paolo Possamai per Marsilio). Mi dice Fernando Zilio, vice presidente di Confcommercio Veneto: “In Alto Adi-ge la provincia dà ai commercianti fino all’80 per cento a fondo perduto per la ristrutturazione dei negozi. Da noi le im-prese chiudono”.

Ancora Galan: “Nel 2002 ogni cittadi-no italiano ha versato in media allo Stato

5067 euro, mentre chi risiede in Veneto ne ha consegnati 5692. Non basta. Nel-lo stesso anno lo Stato ha mediamente erogato servizi per ogni cittadino veneto pari a 2721 euro, cifra al di sotto del 27 per cento della media nazionale…”. Fer-miamoci qui.

Il disagio del Nord Est – e del Ve-neto in particolare – è comprensibile anche a chi vive a Roma. La Lega lo ha interpretato meglio degli altri partiti e ha

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IL DIsAGIODEL NORDEsTBruno vespa riflette sull’itAliA divisA, sul federAlismo, sul successo della legA. temi tutti tAngenti “All’AriA secessionistA”che si respirA oggi A cortinA

raddoppiato i consensi. Lo ha fatto per-ché la sua classe di amministratori vive a strettissimo contatto con il territorio, perché ha usato la mano pesante sulla sicurezza e perché – come riconosce lo stesso Galan – Forza Italia è un partito nazionale e deve usare lo stesso linguag-gio da Bolzano a Cefalù, mentre il Par-tito democratico, nonostante gli sforzi ormai annosi di Enrico Letta e di Pierlu-igi Bersani, non riesce ancora a scalfire

la durissima patina di diffidenza che lo separa dai piccoli imprenditori e ormai anche dai loro operai.

Girando un po’ il Nord Est per capire come e dove nasce la rivoluzione leghista, ho percepito un’attesa spasmodica per il federalismo fiscale. I soldi sono nostri, è la traduzione pratica delle aspirazioni di qui, lasciateli spendere a noi per fare final-mente quel salto di qualità che ci rimet-ta alla pari con i nostri confinanti, italiani (Trentino Alto Adige) e stranieri. Le stesse periodiche inquietudini di Umberto Bos-si, che non parla mai a caso, sono una sveglia a carica ricorrente: come nel 2001, anche stavolta la Lega ha partecipato alla maggioranza di governo esclusivamente per ottenere il federalismo: istituzionale, certo, ma soprattutto fiscale.

Il federalismo fiscale è anche nei programmi del Partito democratico e dovrebbe dunque essere un obiettivo facilmente perseguibile. Eppure tutti, a cominciare dallo stesso Bossi, sanno che è un meccanismo da maneggiare con cura: se si sbagliano le dosi, il paziente rischia di morire. E il paziente è l’Italia.

Dopo l’Unità, di cui ricorre nel 2011 il centocinquantesimo anniversario, qualcu-no disse: “Se non parte Napoli, non parte

l’Italia”. So che da queste parti la frase ri-corrente è un’altra: se non riparte il Nord, non riparte l’Italia. Comunque la si metta, piaccia o non piaccia, non può correre un’Italia spezzata in due. Senza assicura-re alle regioni più deboli una ragionevole quota solidale non si va da nessuna par-te. Lombardia, Veneto, Emilia e Toscana sono le quattro regioni italiane in cui la sa-nità funziona bene. Le altre zoppicano o combinano disastri: finanziari e non solo. Il recente commissariamento della regio-ne Lazio deve essere di monito a tutti. E’ finito il tempo del rimborso a piè di lista, di ospedali generali a pochi chilometri l’uno dall’altro, di primariati frutto di mol-tiplicazioni clientelari. O meglio: dovreb-be essere finito. Il nuovo governo si gioca la faccia anche su questo. Ma nessuno al Nord pensi di poter intascare tutte le tas-se che paga perché questo produrrebbe squilibri devastanti. E le conseguenze sa-rebbero gravi per tutti.

D R I T T O e R O v E s C I O

DISCOMFORTIN THE NORTHEAST

Bruno Vespa reflects se-riously upon the divisive-ness and sectionalism in

Italy today. He considers topics including federalism and the success of the political party Lega Nord. These topics are particularly relevant in these times when there is secessioni-st talk even in Cortina, on the heels of the recent referendum to switch local governance from Veneto to Alto Adige. Topics ranging from a comparison of Trentino’s resources to the high expectations of fiscal federali-sm will be analyzed by a man not afraid to address the tou-chiest issues facing Northea-stern Italy.

Cortina sempre in bilico tra Imperi diversi e un confine che segna il suo destino. Dopo l’Aquileia e i Principi da Camino, Cortina si lega a Venezia e, ai primi del ‘500, passa forzatamente con il Tirolo dal quale si stacca con la fine della Prima Guerra Mondiale. In questa immagine dell’Archivio Storico Zardini, Il segno di confine in località La Gusella al Passo Giau.

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MUsICA, MAEsTRO

Photo: Silvia Lelli - appears by courtesy of www.riccardomuti.com

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dopo il grAnde successo dello scorso Anno, trA luglio e Agosto la nuovA edizione del festivAl e AccAdemiA dino ciAni, dedicAto Alla figurA di un grAnde piAnistA che con cortinA AvevA un rApporto molto speciAle. trA le novità di quest’Anno la pArtecipAzione di riccArdo muti, presidente onorArio dell’AssociAzione Amici del festivAl, “mA soprAttutto Amico di dino”, ci rAccontA la nipote Caterina Ciani.

Da una parte, un rapporto molto spe-ciale con Cortina: “Certamente di lunga data, con la stessa età dei miei figli, che in questo luogo incantato sono cresciuti. Nel mio continuo girovagare per il mondo ho sempre trovato tempo e spazio nella mia casa di Cortina per raccogliermi e meditare aiutato dal silenzio dei monti pallidi e cangianti”. Dall’altro, un legame profondo con Dino Ciani: “La nostra fu un’amicizia nata dalla gioia di far musica insieme”. Pensieri e parole che spiegano da soli la motivazione vera e profonda che lega Riccardo Muti all’associazione Amici del Festival e Accademia Dino Ciani che ha accettato di farne parte in qualità di Presidente Onorario. “L’ultima volta che incontrai Dino – ricorda il Ma-estro - fu in occasione dell’esecuzione in America del primo concerto di Brahms: fu un’interpretazione talmente intensa e trascinante da parte di Dino, che deci-demmo di riproporla a Londra. Non sa-rebbe mai più accaduto!”.

Sono tante le testimonianze di affetto e am-mirazione dedi-cate a Dino da parte di diversi artisti, molti dei quali sono stati soci fondatori dell’Associazio-ne Dino Ciani, nata nel 1975

presso il Teatro alla Scala. Dall’Associa-zione è nato il Premio Ciani Teatro alla Scala, uno dei più prestigiosi concorsi internazionali in Italia nel quale, per tre edizioni consecutive, il Riccardo Muti è stato presidente di giuria. In una di queste occasioni, il Maestro, con un in-tervento emozionante, ricordava Dino Ciani non solo come musicista e artista, ma anche sopra i propri sci a Cortina, come “uomo che sapeva amare la vita... lanciato verso la discesa, senza freni, con la grande gioia di vivere”.

Dino, come Muti, aveva trovato nelle Dolomiti ampezzane la pace, ma aveva anche scoperto il divertimento. In una lettera al padre Mario Ciani nel 1960 disse: “Cortina è l’unica cosa che non deluda. Come avrai notato, quando uno aspetta una cosa di cui ha un bel ricordo nell’ottenerla rimane deluso, il ricordo era più bello. Invece Cortina no! Ringio-vanisce nel passare degli anni e diventa sempre più bella. La sfida delle monta-

gne diventa un invito a scalarle, il rag-giungere la vetta è un incentivo per sali-re su quell’altra più alta. E così via questa specie di gioco continua e non vorrebbe finire mai.”

È per questo legame personale con Cortina che l’Associazione Dino Ciani ha deciso di proporre un Festival in suo nome capace di valorizzare al contempo i più noti musicisti del nostro tempo e i giovani talenti. Una manifestazione che crescendo negli anni “ci permetterà – sottolinea il Maestro Muti, da pochi mesi Direttore Musicale della prestigiosa Chi-cago Symphony Or-chestra – di ricordare al mondo il talento virtuosistico e le qualità eccezionali di in-terprete del grande Dino Ciani. Vivissimo è il ricordo dei nostri concerti insieme e incancellabile è il dolore nel mondo mu-sicale per la perdita di tanto artista.”

A sinistra: il Maestro Riccardo MutiSotto: Dino Ciani al pianoforte nella sua casadi Cortina

F E s T I vA L

MUsICA, MAEsTRO

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trA gli scopi dell’AssociAzione dino ciAni, offrire A tAlenti promettenti Aiuto e sostegno e presentAre musicisti di grAnde fAmA. per dAr vitA A nuovi sentieri Artistici e professionAli. come spiegA JeFFrey swann, direttore Artistico del festivAl.

Dopo il successo del nostro primo anno, ancora più concerti. Oltre al privile-gio di presentare Martha Argerich (nella foto sopra) – per il secondo anno di fila a Cortina – e il grande pianista polacco Krystian Zimerman, che suonerà il program-ma che offrirà qualche giorno dopo nella grande sala del Festival di Salisburgo.

Avremo il piacere di aprire il festival con il Cuarteto Casals, una formazio-ne spagnola che vanta già una brillante carriera internazionale e per me sarà un vero piacere suonare con loro. Ci potremo tuffare poi anche nel mondo dell’opera con la versione concertata de “Lo Speziale” di Haydn sul testo di Goldoni con una compagnia di giovani cantanti italiani e l’orchestra di Pado-va e del Veneto sotto la direzione di Claudio Desderi. Al mondo operistico rendiamo omaggio anche con un concerto dedicato alla musica di camera di Rossini con i “Péchés de vieillesse” e la “Regata veneziana” a cui partecipano giovani talenti italiani specializzati in questo repertorio incantevole. E poi an-cora il duo violino/pianoforte formato da Vera Martinez-Mehner e dal fratello Claudio, con il quale abbiamo il piacere di presentare un altro vincitore del Premio Dino Ciani alla Scala. Ci saranno poi molte altre occasioni di ascolto e di incontro con il pubblico. Come Festival, riteniamo indispensabile la presen-za della musica, non solo all’Alexander Hall di Cortina, ma anche in Corso Italia e in altri luoghi della città, affinché il festival diventi una grande festa culturale che coinvolga tutti coloro che sono alla ricerca di grandi emozioni.

DINO CIANI FESTIVAL AND ACADEMY (JULY 25-AUGUST 8)

After last year’s success, the Dino Ciani Festival and Academy is pleased to announce a second year of festivities.

Dedicated to the great pianist with a unique relationship with Cortina, the festival will run from July to August. Among the new devel-opments this year is the presence of Riccardo Muti, honorary president of the Friends of the Festival. Of last year’s festival, the Corriere della Sera proclaimed, “This newborn festival has the potential to become the most impor-tant musical presentation in Italy, drawing into the mountains some of the world’s big-gest names in music. It has certainly started on the right foot.” This year there are even more events, with a full schedule of concerts and talks. Says Jeffrey Swann, artistic director of the festival: “In light of last year’s reception, we’ve planned more concerts. We have the honour of hosting a performance by Martha Argerich (for the second year in a row), along with an appearance by the talented Polish pianist Krystian Zimerman, who will play the same program at Cortina’s festival that he will perform in the Grand Ballroom at the Festival of Saltsburg several days later. The opening performance will be by the Cuarteto Casals, a Spanish group that boasts a prestigious in-ternational reputation, and it will be a great pleasure for me to play with them.” For more information, visit www.festivaldinociani.com.

Festival e Accademia Dino Cianinumero uno (25 luglio - 8 agosto)

“Un festival appena nato con l’ambizione di diventare, nei prossimi anni, la manifestazione musicale d’«alta quota» più importante d’Italia, portando quassù a riecheggiare le note dei più grandi musicisti del mondo. Ed è partito con il piede giusto”. Così lo scorso anno il Corriere della Sera commentava la prima edizione della manifestazione. Quest’anno, ancora più attività, con un fitto programma di concerti e incontri.Per maggiori informazioni sul programma:www.festivaldinociani.com.

Photo: Emilio Zangiacomi Pompanin

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C R O N A C H E I T A L I A N E

L’ATTUALITà E LA CULTURA IN vACANzA

Photo: Maurizio Riccardi di AGR press

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nio Scalfari, il sindaco di Roma e grande ap-passionato di montagna, Gianni Alemanno, Luca Cordero di Montezemolo, Paolo Mieli, Enrico Mentana. Saranno i dibattiti pulsanti sull’attualità politica ed economica ad attrar-re moltissime altre personalità rappresentati-ve del mondo istituzionale e imprenditoriale, con la partecipazione dei più importanti di-rettori ed editorialisti di quotidiani, radio e reti televisive. Grandi intellettuali come Gio-vanni Sartori, Angelo Panebianco, Ernesto Galli della Loggia e Sergio Romano tracce-ranno gli scenari politici e culturali dell’Italia e del suo ruolo in Europa e nel mondo. Quanto alle serate d’intrattenimento “intelli-gente”, dopo il grande successo del “Proces-so a Giuda” dello scorso anno, questa volta ci saranno almeno tre “processi”, con imputati eccellenti: Gabriele D’Annunzio (impersona-to da Giordano Bruno Guerri, autore di un libro su di lui), Giuseppe Garibaldi (con il vol-to dell’attore Enrico Beruschi) e Giovanna d’Arco (attraverso la personalità di Irene Pi-vetti).

Gli appuntamenti musicali toccheran-no un picco di eccellenza con il Quintetto d’Archi dei Berliner, ma riveleranno anche, in una confessione intima sul suo legame

Come ogni anno, d’estate la cultura si trasferisce ad alta quota. Dopo il grande successo del 2007 e dopo una fortunata versione invernale nel periodo natalizio, dal 26 luglio al 31 agosto 2008 la Regina delle Dolomiti tornerà ad essere la capitale italia-na della cultura in vacanza e spettacolare palcoscenico di Cortina InConTra, negli ulti-mi anni diventata la più importante kermes-se culturale estiva d’Italia. Con la formula vincente “l’attualità in vacanza”, Cortina “in-contra” i più diversi protagonisti del nostro tempo e affronta, in piena libertà e con gran-de serenità, i temi più scottanti delle crona-che italiane e internazionali. Sul palco del PalaLexus, la tensostruttura che ormai si identifica con Cortina InConTra, si discute di politica, economia, temi internazionali ma anche di società, cultura, arte, intratteni-mento e spettacolo. Il tutto condito con una giusta dose di glamour e un pizzico d’ironia, che è ingrediente fondamentale del relax. Nello stesso periodo in cui il solleone e l’afa soffocano le grandi città, e anche i palazzi della politica tacciono, Cortina InConTra di-venta l’occasione per continuare a discutere e per cercare risposte alle grandi domande epocali del nostro tempo, ma senza lo stress della routine quotidiana. E da qui nascono le testimo-nianze più vere, quelle che fanno notizia e che – grazie al grande con-tributo di tutti gli ospiti: uomini di Governo, rappresentanti d’im-portanti istituzioni pubbliche e private e delle parti sociali, lea-der politici, personalità del mondo econo-mico e dell’impresa, intellettuali, giornalisti e personalità dello spettacolo – fanno di Cor-tina uno straordinario “laboratorio di idee”. E il pubblico? Applaude, domanda, in qualche caso contesta. Ma solo qui trova un contat-to diretto, immediato, con chi sale sul palco. Ed è proprio per questo che ama partecipa-re. Durante gli incontri – la cui totale gratuità d’accesso non ne mortifica, anzi ne esalta l’importanza – gli spettatori hanno la possibi-lità d’intervenire in piena libertà. Nell’estate del 2007 il successo è stato eccezionale: i protagonisti degli incontri sono stati circa 450 per 117 manifestazioni, che complessiva-mente hanno visto la presenza di ben 65 mila persone.

Quest’estate sono attesi i ministri chiave del nuovo governo (Tremonti, Brunetta, Sac-coni, Scajola, Bondi, Gelmini, Alfano) e i per-sonaggi divenuti familiari al pubblico di Cor-tina come Bruno Vespa, Vittorio Sgarbi, Magdi Cristiano Allam, Vittorio Feltri, Euge-

sul pAlco i protAgonisti del nostro tempo: in pienA libertà e

serenità, i temi più scottAnti. vAlorizzAndo il fAscino di

cortinA d’Ampezzo, come spiegA l’ideAtore della mAnifestAzione,

enriCo Cisnetto.

tutto particolare con il pianoforte, un gio-vane talento ormai di fama internazionale come Giovanni Allevi. Si discuterà di scienza ed etica con voci come quella di Rita Levi Montalcini e Giulio Giorello; si parlerà di storia dell’arte con Philippe Daverio e Flavio Caroli, si converserà di teatro con Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer e si riderà grazie alla serietà di Neri Marcoré. Non mancherà lo spazio per l’enogastronomia, con “sollecitazioni sensoriali” sui prodotti italiani di qualità e dibattiti sulla sicurezza alimentare, svilup-po delle coltivazioni, ogm.

È impossibile esaurire il contenuto di un cartellone sempre densissimo, attento a cogliere l’ultima onda dell’attualità e per questo continuamente soggetto a modifi-che. Per sapere sempre tutto, v’invito a visi-tare il sito internet www.cortinaincontra.it, da cui tra l’altro si può seguire in diretta vi-deo tutti gli eventi.

Infine, devo ricordare che l’Associazione Amici di Cortina, nata per consolidare il rap-porto tra gli organizzatori della manifestazio-ne e il pubblico, è impegnata in progetti di

solidarietà e negli anni ha delineato una sua linea di intervento ori-ginale come project management solidale, nell’individuare ed ela-borare progetti che prevedono fasi preci-se, monitorate e gesti-te in modo diretto, e che si concludono effi-cacemente. L’Associa-zione ha potuto porta-re a termine programmi

in favore sia di soggetti italiani (Croce Rossa, Missione Sogni onlus, Airc-Associazione per la ricerca contro il cancro, Airs-Associazione Italiana Ricerca sulla Sordità) come di nume-rosi programmi per l’Africa. Tra questi ultimi, uno a sostegno dell’Ospedale pediatrico di Kimbondo, in Congo, e una recente iniziativa in favore della Fondazione Pro Africa, istituita e presieduta da S.E. Cardinal Ersilio Tonini e in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona, per l’allestimento di un laboratorio diagnostico presso l’Ospedale di Ngozi, in Burundi.

Per l’edizione 2008 di Cortina InConTra, l’Associazione Amici di Cortina ha deciso di promuovere l’apertura della sede di Telefo-no Azzurro nel territorio del Comune di Roma, ove potere intervenire nella gestione delle emergenze che coinvolgono i bambini e gli adolescenti. Un modo silenzioso per collegare idealmente Cortina al mondo. Come capitale estiva della cultura e dell’at-tualità che promuove un’informazione libera e responsabile.

CURRENT EVENTS AND CULTUREON VACATION

With the motto “Current Events on Vacation,” the exhibition “Cortina InConTra” brings to-

gether many leading figures in today’s society to calmly examine the most controversial topics in Italian and world news. From July 26 to August 31 of this year the “Queen of the Dolomites” will once again become “the capital of cul-ture on vacation.” On the stage of the PalaLexus, which has become something of an emblem for “Cortina InConTra,” the most pressing topics in politics, econom-ics, and international relations will be dis-cussed, along with talks about popular culture, art, and entertainment. All of this, of course, is interspersed with a generous dose of glamour and irony, the fundamen-tal ingredients of relaxation. For more in-formation, visit www.cortinaincontra.it.

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QUANDO LE vETTEsI RACCONTANOIN UN FEsTIvAL

a inizio di luglioun nuovo importante evento Culturale:una kermesse –spiega maSSimiliano Finazzer Flory,Curatore della maniFestazione –Che prima di tuttoè stata una Festa.una Festa della mentee del Cuoreper deClinareil rapporto dell’uomo Con la montagnaalla riCerCa diun’altezza interiore.

R A s s E G N A A D A L T A Q U O T A

Photo: Stefano Zardini

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Cortina è stata, per una settimana di programmazione, al centro di una relazione forte tra natura e cultura che si è dispiegata attraver-so libri, teatro, cinema e pittura. Con i diversi generi artistici abbiamo riflettuto sulle vette e su come queste ultime abbiano influenzato il nostro modo di sentire l’ambiente. Perché se è invalsa l’abitudine di pensare alla montagna come meta turistica, la montagna è anche altro. Rappresenta, infatti, da sempre una meravigliosa metafora: da un lato rinvia a qualcosa di roccioso e si associa al valore della stabilità, dall’al-tro allude a un movimento, a una sfida dell’uomo con la vetta come se fosse l’ultimo gradino verso l’infinito. Recentemente qualcosa è cam-biato nel rapporto con la montagna, vissuta non di rado come spazio da consumare, luogo da occupare, confine da superare. Con un nuovo e differente approccio di natura culturale questo Festival ha, invece, rappresentato una forma di turismo sostenibile. Il Festival delle Vet-te è stato, almeno nelle intenzioni, culturalmente fondato, eticamente orientato per mettere in scena un’altra natura, quella di un’umanità che fruisce l’ambiente attraverso l’osservazione, la sperimentazione, la capacità e la voglia di meditazione con il desiderio di condivisione della parola bellezza tra gli ospitanti e gli ospiti di Cortina. Tutto ciò si è riflesso nell’articolazione della manifestazione. Dibattiti, eventi, per-formance: tra i protagonisti del Festival Reinhold Messner, la proiezio-ne del film Barnabo delle montagne di M. Brenta (1994), introdotto da Roberto Escobar, critico cinematografico de Il Sole 24 Ore; è andato in scena Sulle Dolomiti. Scritti dal 1932 al 1970 di Dino Buzzati. Con letture teatrali interpretate da Paola Gassman, la mia voce narrante, coreografie di Gilda Gelati, prima ballerina del corpo di ballo della Sca-la di Milano, accompagnamento musicale di Gianni Dallaturca, tromba dell’Orchestra Filarmonica della Scala. Con Dal Quattrocento ai giorni nostri. La Montagna in pittura Vittorio Sgarbi ha proposto un itinerario originale commentando quadri di pittori emblematici che hanno posto al centro delle loro raffigurazioni il tema della montagna. Il 12 luglio il filosofo Umberto Curi ha presentato il film I cavalieri delle vertigini di G. Quarti, F. Mariani e G. Cenacchi (2000), un tributo all’epica sfida del 1959 tra gli “Scoiattoli” di Cortina e gli Svizzeri per raggiungere la cima ovest di Lavaredo. La chiusura del Festival è stata dedicata a un evento anticonformista Le voci del bosco per scoprire con Mauro Corona che si può comunicare attraverso l’oscillazione delle fronde, la consistenza delle fibre, il suono del vento… In un fuori-programma, infine, un ricordo dello scrittore Mario Rigoni Stern, da poco scomparso, con un viaggio di parole e immagini imperniato sulle figure della scrittura, della guerra, il paesaggio, il silenzio.

Appuntamento straordinario tra musica e teatro con Massimi-liano Finazzer Flory e Jeffery Swann che il 10 agosto saranno sul palco dell’Alexander Girardi Hall (ore 21.00, ingresso libero) per lo spettacolo L’Orecchio di Beethoven.

PEAKS’ FESTIVAL

A brand new and must attend cultural event at the beginning of July: Massimiliano Finnazzer Flory, the event planner, con-siders this a celebration but most of all a party involving the

individual’s brain and heart in its relatioship with the mountains, se-arching for the interior heights. A special date with music and thea-tre with Massimiliano Finazzer Flory and Jeffrey Swann, the 10th of August at the Alexander Girardi Hall for the “Beethoven’s Ear” show (at 9 pm, free entry).

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L’ATTIMO

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Quanto lungo è un attimo? Io credo il tempo necessario affinché un’impressione, una sen-sazione, un pensiero, partendo dai nostri sensi recettivi raggiunga il luogo votato ai ricordi e alle emozioni. Quello spazio invisibile dentro di noi, più grande dell’infinito dove ci possia-mo perdere e poi, in qualche modo, ritrovarci.Questo è ciò che mi accade un istante prima dello scatto del mio dito indice sulla macchina fotografica.Quell’attimo che sa essere veloce come un lampo tra le nubi di piombo, dolce come la mano di un bambino, sicuro come lo sguardo di un cane fedele. —Stefano Zardini

THE INSTANTHow long an instant will last? Long enough to let our senses take in an emotion. The moment just before my index finger press the button on my camera. The moment that can be as fast as a flash, as sweet as a child’s hand, as safe as the eyes of a loyal dog.

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IL CORAGGIODI ANDARE AvANTI

O L T R E I M O N D I A L I 2 0 1 3

“Cortina ha perso solo la prima tappa di una lunga Corsa

verso i mondiali di sCi alpino”, diCe Gianni

merlo, inviato de la gazzetta dello sport

e presidente dell’a.i.p.s. l’assoCiazione

internazionale della stampa sportiva. l’oBiettivo ora è

tornare a Fare da traino, Come

Cinquantadue anni Fa Con l’olimpiade, al

movimentoinvernale italiano

per rilanCiareuna Cultura.

Photo: Enrico Ghezze

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ma è necessario che tutte le componenti politiche partecipino in futuro. Non può essere solo il Comitato, che organizza le gare di Coppa del Mondo, a muoversi. È necessaria una volontà più ampia, perché bisogna fare investimenti per migliorare le nostre infrastrutture. Con i tecnici della federazione internazionale, ad esempio, abbiamo già verificato la possibilità di ab-bassare l’arrivo per potere sfruttare una zona più ampia per tutti i servizi necessari

all’allestimento di un grande avvenimen-to, che richiama migliaia di persone”.

È vero, Cortina ha bisogno di scrollarsi di dosso una certa apatia. È bella, conosciu-ta, apprezzata, ma non basta più, ora deve diventare anche più dinamica. È un must, se vuole raggiungere traguardi ambiziosi. Ora le stazioni più note devono impegnarsi a fondo, non è più sufficiente il nome, la tradi-zione. Le avversarie con cui si è scontrata a Città del Capo erano toste, oltre a Schlad-ming, c’erano Vail, modernissimo centro del Colorado, che ha già ospitato i Mondiali due volte negli ultimi 20 anni, e St. Moritz, che li ha avuti solo 5 anni fa. Era una con-correnza di altissimo livello, che dimostra come sia sempre più difficile ora acquisire un avvenimento di risonanza mondiale: non basta più il blasone, perché lo sport mo-derno non vive di ricordi, ma pretende, e giustamente, proposte solide e concrete. Inoltre è fondamentale che anche tutte le componenti di una Regione partecipino al progetto, perché è necessario creare una squadra compatta e motivata. Enrico Valle e Benito Ferronato, con il loro Comitato di Coppa, hanno avuto il coraggio di aprire una strada e sarebbe un peccato ora la-sciare cadere l’iniziativa. Dopo l’Olimpiade

di Torino e i Mondiali di sci nordico in Val di Fiemme del 2013, l’Italia deve continuare a proporsi, perché è in grado di allestire avve-nimenti di altissimo livello.

C’ero anch’io quando Cortina era rien-trata nel giro della Coppa del Mondo nel 1977 con uno slalom femminile vinto dalle svizzera Morerod, poi venne il successo di Herbert Plank in discesa e più tardi sbocciò su quella pista il talento matto di Kristian Ghedina. Così a poco a poco si era riacceso un nuovo interesse, che ha portato successivamente anche a una, purtroppo, debole candidatura olimpica. Ora i Giochi possono essere un solo so-gno proibito, impossibile, ma i Campio-nati Mondiali di sci alpino sono, invece, un traguardo a portata di mano. A patto, però, che si abbiamo le idee chiare sul modo di gestire l’intera operazione. Lo sci è una perfetta vetrina per il turismo, quin-di ha una valenza sociale importante.

Cortina può tornare a fare da traino, come cinquantadue anni fa con l’Olim-piade, al movimento invernale italiano, rilanciare una cultura. E non sarebbe una cosa da poco. —Gianni Merlo

THE COURAGE TO CONTINUE

In Cape Town in May, Cortina’s hopes were dashed. A dream had begun to grow, but a harsh frost wiped it

out. The first stage of a long journey towards the Alpine World Ski Champi-onships did not lead to success. It was the team’s debut, and they suffered the effects both of their inexperience and of that of the Italian Ski Federa-tion, which does not have any great political influence and which compli-cated matters by nominating the Val-ley of Fiemme as hosts of the Nordic World Ski Championships at the same time as the team was in Cape Town, leaving the Ampezzano delegation unprepared. If the Olympics are a for-bidden, impossible dream, the Alpine World Ski Championships are instead a relatively achievable goal. Cortina could potentially return to a position of importance in the world of skiing, as it was fifty-two years ago during the Olympics. Such an event would do much to revive the culture of the town, a feat not to be scoffed at.

A Città del Capo in maggio Cortina si è scontrata con una realtà agra. Aveva cullato un sogno iridato, ma un’alba geli-da lo ha cancellato. Ha perso, a mio pare-re, però solo la prima tappa di una lunga corsa verso i Mondiali di sci alpino. Era all’esordio e ha pagato anche l’inesperien-za, non solo sua. La federazione italiana di sci purtroppo non ha ambasciatori di grande peso politico e aveva complicato le cose accettando che la Val di Fiemme

si candidasse contemporaneamente per i Mondiali di sci nordico.

Così la delegazione ampezzana si è trovata un poco spiazzata e non ha rac-colto consensi. Ma era anche normale. Schladming era troppo forte, soprat-tutto perché si presentava per la terza volta e aveva un progetto molto inte-ressante e sicuro. La stazione, gioiello della Stiria, ha creato uno stadio d’arrivo perfetto, che può ospitare più di 30.000 spettatori. Ha le carte in regola e ha me-ritato il riconoscimento questa volta. Ha anche lavorato molto diplomaticamente. Aveva un alleato potente, la Russia e ha capitalizzato la sconfitta di Salisburgo lo scorso anno nella gara per l’acquisizione dell’Olimpiade invernale del 2014, che ha premiato la russa Sochi. Può sembra-re paradossale, ma è stato un ulteriore fattore a suo favore.

Per questa ragione credo che Cortina ora ha un credito da fare valere in futuro, se avrà la voglia di continuare l’avventu-ra, perché la sua proposta era buona, ma i tempi non erano maturi.

Enrico Valle, che è stato l’anima di que-sta prima candidatura, è sicuro: “Dipen-desse solo da me, ricomincerei subito,

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CURLINGCUORE DI PIETRA

v E R s O I M O N D I A L I 2 0 1 0

Il curling e Cortina, un legame strettissimo, quasi visce-rale: una storia del passato, una realtà viva del presente e un concreto progetto per il futuro... Nel 2010 in Italia si tornerà a parlare di Curling, con l’arrivo dei Campionati Mondiali ma-schili. Una conferma in più sul ruolo di eccellenza che Cor-tina ha sempre rivestito nel panorama del curling italiano. Basti dire che a portarlo in Italia, negli anni ’20 fu proprio un cortinese, Leo Menardi, figlio di Giuseppe ed Emilia che nel 1906 avevano dato vita al Palace Hotel Cristallo.

Inizialmente si giocava sui laghi ghiacciati e presso i prin-cipali alberghi: una sorta di intrattenimento per gli ospiti. Alcune foto degli anni ’50 ritraggono la bellissima Brigitte Bardot, come sempre in anticipo sui tempi e sulle mode, alle prese con le “stone” sulla pista ghiacciata del Grand Hotel Miramonti.

I primi club italiani portano non a caso il nome dei due storici hotel della conca ampezzana: il C.C. Cristallo e il C.C. Miramonti a cui si susseguirono rapidamente il C.C. Cortina, il C.C. 66 e il C.C. Dolomiti, il C.C. Doria e il C.C. Tofane, molti dei quali sono ancora oggi in attività e vivaio di atleti di grande livello.

Nel 1955 ebbe luogo a Cortina il primo Campionato Italiano, l’espressione più interessante dell’attività del curling in Italia e un appunta-mento che da allora si ripete ogni anno. Nel 1973 Renato Ghezze, Paolo Da Ros, Lino Mayer Mariani e Andrea Pavani hanno rappresentato la nazionale italiana ai Campionati del Mondo di Regina, in Canada. Da allora non c’è più stata competizione senza una presenza di Cortina.

“tutti pAzzi per la stone”. e AncorA “fenomeno curling”, titolavAno i quotidiAni itAliAni durAnte le olimpiAdi di torino 2006. uno sport nuovo, diverso, fuori dAl comune che – A dispetto dei suoi oltre cinque secoli d’età - è uscito prepotentemente Alla ribAltA con gli ultimi giochi. e grAzie Ai successi di unA nAzionAle compostA per grAn pArte dA Atleti provenienti dA cortinA d’Ampezzo, che – guArdA cAso – è stAtA la primA locAlità A “importArlo” in itAliA.

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Parola d’ordine fair playXVI secolo, probabilmente in Scozia.

Un’origine ancora velata di mistero quella del curling. Guardando una partita si ha ancora oggi la sensazione di assistere a uno spettacolo di altri tempi, molto diverso dalle normali attività agonistiche. Anche perché un ricco cerimoniale di regole non scritte avvolge questa pratica sportiva. Parola d’or-dine fair play: è infatti una stretta di mano a dare il “LA” ai giochi e le congratulazioni reci-proche sono d’obbligo a fine partita. Mentre gli atleti in campo sono i principali arbitri del gioco, deputati a mantenere la correttezza della partita: nessun trucco, nessuna volon-tà di disturbare l’altra squadra, in campo si è avversari, ma al termine della partita tutti

sono amici, fanno parte di una grande fami-glia, quella del curling. I giocatori si alternano, la concentrazione è palpabile dall’esterno. Lo spettatore per due ore viene trasporta-to in un mondo parallelo, caratterizzato dai più autentici valori dello sport: competizio-ne, professionalità e correttezza. Provare per credere.

Come si giocaDue squadre composte da 4 atleti cia-

scuna si affrontano sulla pista ghiacciata di 44,5 metri. La partita si gioca da un’estremi-tà all’altra: ogni giocatore lancia due stone (sassi di un particolare granito proveniente da una piccola isola scozzese di circa 20 Kg l’uno e dotati di manico) alternandosi con il proprio avversario e cercando di avvicinar-si il più possibile al centro di un bersaglio

disegnato sul ghiaccio. Lo skip è colui che lancia i due ultimi sassi ed elabora la strate-gia del gioco. Dopo il lancio, due giocatori si muovono sul campo precedendo di poco la stone e, utilizzando scope di crine oppure di panno, ne assecondano la traiettoria.

Dopo che i 16 stone sono stati lanciati e dopo aver conteggiato i punti (numero di stone vicino al centro rispetto a quel-le dell’avversario) si ricomincia a giocare. Nelle competizioni ufficiali si disputano 10 mani/end, ma sono numerosi i tornei in cui il numero di end è 8, per una durata di circa 2 ore e mezza. È uno sport di abilità, che obbliga a pensare, a studiare le mosse dell’avversario utilizzando la tattica miglio-re, motivo per cui elemento fondamentale è la concentrazione. —Eleonora Alverà

Info: Le due piste ghiacciate del Curling Center di Cortina (Piazzale Autostazione) sono in attività da ottobre a fine aprile. A richiesta è possibile organizzare lezioni di gruppo, tenute da istruttori specializzati e atleti della nazionale. ([email protected])

CURLING HEART OF STONE

After the 2006 Olympics in To-rino, newspapers all over Italy ran such headlines as “Everyo-

ne’s Crazy about the Stone” and “The Curling Phenomenon.” This “new” (it’s five centuries old) and different sport was swept into the limelight in Torino with the success of a national team composed almost entirely of athletes from Cortina, which was the first Ita-lian city to “import” it into the country. In 2010 Cortina will have the pleasu-re of hosting the male World Curling Championships. The two sheets of the Curling Center of Cortina (Piazzale Autostazione) are open from Octo-ber to the end of April. Group lessons are available upon request, taught by certified instructors and members of the national Curling team. For more information, email the center at [email protected]

Al centro, la squadra nazionale ai Campionati europei.Nella prima foto della pagina accanto, Ivo Lorenzi, presidente per anni dell’Associazione Curling Cortina e dell’Italian Curling Association. Quindi il campo scoperto a ghiaccio naturale dell’Hotel Cristallo che veniva utilizzato per le partite. (Pho-to: Archivio Storico Zardini)

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UNA LEGGENDACHIAMATA BOB

un’AltrA storiA d’itAliA e di cortinA quella di

questo secolo di sport A tuttA AdrenAlinA. dAlle prime spericolate

imprese, Ai giochi olimpici con le vittorie di eugenio monti. un pAssAto importAnte – quello che ripercorre per noi andrea

gris – che si riflette in un futuro cArico di AspettAtive.

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Dalle prime discese sui bob rudimen-tali lungo la Grande Strada delle Dolomiti alle chine adrenaliniche sul budello ghiac-ciato di Ronco, dove le corse diventeran-no mozzafiato e al limite di sopportazione con una forza di gravità paragonabile a quella che si prova in picchiata su un jet, sono passati più di 100 anni. Era l’inizio del secolo scorso quando da Pocol, at-

tuale statale 48, i primi bob formati da equipaggi misti di cinque, sei e persino otto persone sfidavano le curve innevate che portavano quasi in centro, nei pressi del ponte sul torrente Boite. Allora erano solo degli spericolati avventurieri che si divertivano sfidando la strada. Erano de-

gli antesignani dello sport ‘no limits’ come oggi vengono definite le discipline fuori controllo, ovvero quelle che regalano sensazioni uniche e adrenalina al 100%, scariche alle quali nessuno è abituato.

All’epoca il pioniere di questa storia tutta cortinese fu Federico Terschack che a Cortina divenne il personaggio di primo piano degli sport invernali. Agli inizi degli anni ‘20 l’avventura continua su un trac-ciato fra gli alberi proprio dove oggi ven-gono ospitate annualmente competizioni internazionali e europee e dove se l’Italia intera contribuirà economicamente, visti i lavori milionari di ristrutturazione che si dovranno obbligatoriamente fare, si svol-geranno i mondiali del 2011.

Per Cortina l’ultima manifestazione iridata fu organizzata nel 1999 ed ebbe un grande successo con milioni di tele-spettatori che seguirono l’evento in tutto il mondo. Tra gli ospiti di allora oltre ai più forti piloti del mondo fu invitato il

Photo: Dino Colli58

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Principe Alberto di Monaco, appassio-nato bobbista ed ex pilota della nazio-nale del Principato. Il prossimo inverno torneranno gli equi-paggi più forti del mondo per sfidarsi nuovamente sui mi-tici e tecnici 1350 metri di lunghezza di una pista che tro-va la sua apoteosi nel passaggio dalla curva Antelao alla Cristallo dove all’in-gresso i bob superano la velocità di 135 chilometri all’ora e la compressione cor-porea per gli atleti è potentissima.

Tornando alla storia italiana e tutta cortinese di questo sport seguono negli anni migliorie al tracciato con la costruzio-ne di curve sopraelevate in terra che d’in-verno vengono ghiacciate grazie all’acqua pompata dal piccolo laghetto Bandion. Le vittorie cominciano ad arrivare in compe-tizioni nazionali e internazionali grazie ai fratelli Gillarduzzi. Il loro bob si chiama “Rapid”. Sono in tre: Uberto, Guido e Si-sto; ogni tanto si unisce a loro un quar-to fratello, Pietro. Dalle prime imprese a dir poco spericolate su una pista senza alcuna sicurezza la consacrazione dell’im-pianto cortinese arriva nel 1937 quando vengono organizzati i primi Campionati Mondiali di bob a due. Nel 1939 tornano i mondiali a Cortina e lo spettacolo lo re-galano i bob a quattro. La guerra ferma tutte le attività sportive e solo nel 1948 si ritorna a parlare di questo sport con la nascita del Bob Club Cortina. Sei i soci fondatori: Amedeo Angeli, in seguito sindaco del paese, Federico Terschack, Francesco de Zanna chiamato dai suoi compagni bobbisti “Cuto Ciocia” e gli inossidabili fratelli Gillarduzzi. Dopo alcu-ni anni per una scissione interna nasce un altro sodalizio il Bob Club Cristallo. Nel 1948 tornano i mondiali e viene realizzata sulla magnifica pista, disegnata come un labirinto in uno splendido bosco di larici, la famosa grande “S” ancora oggi il punto più spettacolare della pista. La leggenda del bob cortinese nel mondo comincia con la vittoria a Cortina ai Mondiali del

1954 del bob a due guidato da Guglielmo Sheibmeier con ai freni Andrea Zambelli detto “Meso”. Dagli anni 50’ comincia an-che l’era del bob ‘made in Cortina’.

La famiglia “Podar” dapprima e poi quella di Sergio Siorpaes diventano nel mondo il riferimento di tutti coloro che vogliono un bob vincente. Fino a qual-che anno prima erano gli svizzeri Feiera-bend a dettare legge.

L’intuizione geniale e vincente della pro-gettazione cortinese è il famoso “snodo”, ancora oggi garanzia di massima aderenza, perfetta entrata e uscita dalle curve, con i quattro pattini contemporaneamente sul ghiaccio. La cosa curiosa è che molti inge-gneri e case automobilistiche hanno negli anni cercato di copiare il modello ma con scarsi risultati. Solo la Germania in alcuni esemplari riuscì ad avvicinarsi all’ingegno degli artigiani cortinesi. I Giochi Olimpici invernali a Cortina del 1956 sono un trion-fo organizzativo e un successo prestigioso per il bob azzurro che grazie ad una ex promessa dello sci italiano, vincitore di tito-li italiani e una medaglia di bronzo nella di-scesa del Kandahar a Muerren, conquista le prime medaglie olimpiche. Lui si chiama Eugenio Monti e in breve tempo diventa il pilota per eccellenza. Monti, cadde sugli sci durante un allenamento al Sestriere nel 1951 lacerandosi i legamenti delle due gi-nocchia e ponendo fine alla sua carriera di sciatore. Gianni Brera lo soprannominò il Rosso Volante per il colore dei suoi capelli e per il coraggio. I trionfi per l’ampezzano si susseguono fino alle olimpiadi di Gre-noble. La tecnica della scuola bobbistica di Cortina si impone sulle piste di tutto il

mondo e dopo alcuni gravi incidenti che alla fine degli anni ‘60 cau-sano la morte di Sergio Zardini a Lake Placid e Leopoldo Gaspari a Cervinia si ritorna a vincere negli anni ‘70 con l’oro ai mondiali nel bob a due di Cervinia,

grazie a Gianfranco Gaspari, nel 1975 è Giorgio Alverà che conquista il gradino più alto del podio. Oggi il Bob Club Cortina è presieduto da Gianfranco Rezzadore, ex pilota azzuro e erede della grande profes-sionalità e passione di Luigino Grasselli che per anni ha mantenuto viva una tradizione diventata leggenda grazie ad una storia nata per gioco. Le speranze di prossime vittorie magari proprio ai mondiali del 2011 sono tutte ora riposte su due giovani piloti del sodalizio ampezzano: Simone Bertaz-zo e Michele Menardi. Da non dimenticare la neo azzurra Jessica Gillarduzzi, oggi del Centro Sportivo Forestale dopo gli esordi firmati dal Bob Club Cortina, che da quan-do questo sport ha aperto le porte alle donne è diventata la dolce erede del miti-co Eugenio Monti. Il paragone al maschile sarà sempre storicamente impossibile.

Il “Rosso Volante” Eugenio Monti - cui oggi è intitolata la pista di bob - con Sergio Siorpaes, l’inventore dello “snodo”

A LEGEND CALLED BOB

Over the course of the last century, bobsledding has become part of the folklore

both of Italy and Cortina. Since the Olympic Games of 1956, with the great victories of “The Flying Redhead” Eugenio Monti, Italy has been known for proficiency in the sport. This prestigious past has forged bright expectations for the future, as Cortina prepares to host the 2011 FIBT World Bobsledding Championships. For more informa-tion, visit www.bobclubcortina.it

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s T I L E L I B E R O

è unA delle novità dell’estAte 2008: è nAtA la cortinA biKe resort, pArAdiso per gli AmAnti della biKe in tutte le sue declinAzioni, mA non solo. unA nuovA opportunità per gli AmAnti dello sport mA soprAttutto di uno stile di vitA “en plein Air”.

MA DOvE vAIBELLEzzAIN BICICLETTA?

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Sono 12 al momento i percorsi ufficiali, con caratteristiche diverse per soddisfare gli ap-passionati di uno sport in crescita esponenziale. Un vero paradiso per gli amanti della MTB che tra i tracciati ufficiali di diverse difficoltà e le decine di altri percorsi possibili, avranno la possibilità di sperimentare qualcosa di assolutamente unico nel panorama nazionale (le nuove cartine con tracciati disegnati su ortofoto sono in vendita presso edicole, noleggi e bike hotel). Tredici istruttori qualificati sono da quest’anno a disposizione di chi vorrà avvici-narsi a questa pratica, che trova nella MTB la versione estiva dello sci, permettendo ad una grande quantità di appassionati di avvalersi degli impianti di risalita grazie al varo del nuovo bike-pass acquistabile - con validità da 2 a 6 giorni - per scendere su percorsi dedicati, pro-prio come in inverno sulle piste da sci. C’è chi la bici la prenderà in affitto per una giornata (7 i noleggiatori a Cortina con un unico ed uguale tariffario), chi ne farà un’attività collaterale all’escursionismo, alla roccia o allo “struscio”. E chi, invece, a Cortina verrà appositamente per la nascita dell’area Bike Resort. Per questi turisti - abituati a viaggiare con la propria bici al seguito - sono sorti a Cortina numerosi bike hotel, alberghi in grado di offrire tutti i servizi necessari, dalla manutenzione e ricovero per le biciclette ad appositi menù.

Per maggiori info: www.cortinabike.dolomiti.org e depliant Cortina Bike Resort 2008

Sabato 26 luglio 2008Cortina Kid’s BikeUna gara in linea di MTB riservata ai bambini dai 7 ai 14 anni che si disputa su un circuito da ripetere più volte a seconda della categoria. Competizione aperta ai bambini dai 7 ai 14 anni.

Domenica 27 luglio 2008 Cortina Dobbiaco MTBUn grande classico di Cortina che si disputa su un percorso di media difficoltà completamen-te pedalabile molto veloce con tratti tecnici nella parte centrale. Adatta, insomma ad un pubblico allargato: per i ciclo amatori con fa-miglie al seguito. Perché il vero plus di questa competizione sono i suoi paesaggi mozzafiato di rara bellezza.Una competizione per agonisti e non che a partenze scaglionate cominciano la loro lotta contro il tempo dal Campanile di Cortina, nel pieno centro del Corso pedonale.42 i chilometri complessivi, con un dislivello complessivo di salita di 600 metri.http://www.cortinadobbiacomtb.com

Venerdì 15 agosto 2008Off Track Saranno FamosiUna gara di mountain bike, appartenente ad un circuito promosso dalla FCI, riservata ai bambini alle categorie giovani e giovanissimi.Parteciperanno alla competizione circa 100 ragazzi, da 0 a 12 anni.

Domenica 17 agosto 2008Campionato ProvincialeCross Country Oltre 100 partecipanti affronteranno in una competizione di mountain bike, valida come campionato provinciale di Cross Country. Al mo-mento più strettamente agonistico, si affianche-rà una pedalata cicloturistica aperta a tutti.

Sabato 13 e domenica 14 settembreDownhill“1° Trofeo Freccia nel Cielo”Sull’onda del successo del Campionato Italiano dello scorso anno nasce il I° Trofeo Freccia nel Cielo, competizione valida a livello provinciale. Una competizione nata con l’obiettivo di portare avanti la tradizione del Downhill presso Freccia nel Cielo. Circa 100 atleti sfrecceranno in 2 manches di easy downhill lungo la pista del Col Druscié.

WHERE ARE YOU GOING, BEAUTIFUL BICYCLE RIDER?

The summer of 2008 heralded the opening of the Cortina Bike Resort, a paradise for bicycle-lovers of all types. The resort is a beacon not just for riding buffs but for all those who love living “en plein air.” The resort contains 12 different “official”

routes of varying difficulty, but there are dozens of possible paths to take. In addition, the resort employs 13 qualified instructors and sells Bike Passes for anywhere from 2 to 6 days. There are those who rent a bike for only a day (from any one of the seven bike rental shops in Cortina) and those who ride as part of a comprehensive itinerary that also includes hiking, rock climbing, and exploring the many shops on Corso Italia, but there are also those who have come to Cortina specifically for the opening of the Bike Resort. For these tourists, who travel with their own bikes, there are numerous “bike hotels” that offer every service, from bike maintenance to restaurants. For more information, visit www.cortinabike.dolomiti.org.

TUTTI IN SELLA

UNA PASSIONE CHE VIENE DA LONTANO

Uno dei primi raduni in Italia – organizzato dal Mountain Bike Group Cortina - si è tenuto a Cortina d’Ampezzo alla fine degli anni ’80 e risale al 1995 la nascita della ormai rinomata e consolidata Cortina – Dobbiaco. I 15 sentieri, che comprendono sia percorsi dedicati ai principianti che ai bikers più esperti, vengono presto resi fruibili dal pubblico, grazie all’iniziativa di Jgor Scappin, responsabile tecnico ope-rativo della Cortina Bike Resort, che con notevole lungimiranza già nel 1996 aveva creato cartine dedicate alle escursioni in mountain bike. Ma il ruolo di protagonista della più rinomata località sciistica delle Dolomiti viene sancito definitivamente nel 2000, con l’organizzazione di tre impor-tanti eventi, destinati a rimanere nella me-moria e nel cuore di tutti gli appassionati. Nel gennaio 2000 la pista olimpica di bob completamente ghiacciata si trasforma in teatro per un evento unico al mondo: una gara di downhill. La competizione rappresenta una novità nel panorama della mountain bike, che per la prima volta viene considerata non solo come un fenomeno estivo. “Le biciclette raggiungevano veloci-tà incredibili” - racconta Enrico Guala, or-ganizzatore di eventi Mtb come la “24 Ore di Finale Ligure” ed ex campione italiano di bike trial - “Ogni team escogitava tra una manche e l’altra dei piccoli trucchetti per rendere le biciclette più veloci: dalle carenature all’utilizzo di piccoli pesi. L’idea di portare la mountain bike su una strut-tura storica e fantastica come la pista da bob – continua Guala – ha lanciato un forte segnale al mondo della Mtb: Cortina c’è!”. Dopo soli pochi mesi, nel maggio del 2000, Cortina ospita la Coppa del Mondo di Downhill sul monte Cristallo. Il percorso di gara è stato suggerito direttamente dall’ex campione del mondo di downhill, Bruno Zanchi, che ha seguito in prima persona i lavori di preparazione del tracciato. L’ottimo lavoro e la qualità della pista di Cortina ha spinto la IMBA – Internatio-nal Mountain Bicycling Association – a organizzare la prima Epic Ride Europea proprio a Cortina d’Ampezzo: una ma-nifestazione che a livello internazionale rappresenta un marchio di qualità dei percorsi per la mountain bike.

Nella foto: i fondatori del Mountain Bike Group Cortina. Da sinistra: Walter Menegus, Enrico Ghezze, Mariangela Cornacchia e Roberto Cardazzi.

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Il mondo delle “due ruote grasse”, così vengono definite le mountain bike, sta crescendo e potrebbe diventare uno dei futuri cardini del turismo estivo facendo dell’Italia un importante punto di riferimento europeo. Il condizionale è doveroso perché, sebbe-ne il movimento “mountain-biker” in Italia sia cominciato intorno agli anni ‘80, oggi, altre nazioni stanno offrendo ai biker i servizi e le opportunità che avremmo dovuto proporre noi da tempo e per primi. Stiamo parlando del fenomeno dei Bike Park o Bike Resort, ovvero aree dedicate alla pratica della bici da montagna in tutte le sue interpretazioni: pedalata su lunghi sentieri con vari gradi di diffi-coltà, in discesa su piste più o meno ripide e tecniche, aree protette e attrezzate.

La mountain bike ha grandissime affinità con lo sci, sia che si tratti di “bici pedalata” (cross-country) o di bici gravity (freeride e downhill). Perché, anche per la mountain bike, sui pendii si inizia a conoscere ed apprezzare il concetto di “gravity”, ovvero il diverti-mento in discesa e non più solo in arrampicata, come indicherebbe il nome stesso di mountain bike, la cui traduzione iniziale era “ram-pichino”. La storia della bicicletta da montagna inizia in California verso la fine degli anni sessanta: all’inizio si trattava di robuste bici-clette modificate in modo da poter sopportare le sollecitazioni in fuoristrada utilizzate da gruppi hippie in cerca di spazi incontami-nati. I pionieri del vero passaggio tecnologico furono Gary Fisher, Tom Ritchey e Joe Breeze che modificarono la geometria del telaio, rendendolo più leggero e introducendo il cambio a più velocità.

Fu la ditta Cinelli a lanciare sul mercato il modello “rampichi-no”. Da allora (1985) fino alla fine del secolo le vendite di mtb in-crementarono fino al punto di rappresentare la quota di due terzi del mercato, rilanciata anche dai primi risultati agonistici italiani, in particolare ottenuti da Paola Pezzo, medaglia Olimpica nel 1996 e nel 2000. Quindi il parallelismo tra la mountain bike estiva e gli sport invernali da montagna, diventa l’asse portante per una nuova rilettura del territorio, orientata alla riorganizzazione dello stesso, verso nuove opportunità di crescita del turismo, esattamente come succede per i comprensori sciistici.

La testimonianza di come sia possibile adeguare un territorio già con grande vocazione turistica invernale alla mountain bike giunge proprio da Cortina che nel giro di qualche stagione è de-stinata a divenire un importante punto di riferimento per i biker. Impegno e tenacia sono gli ingredienti con cui Cortina Turismo sta perseguendo i suoi obiettivi.

L’amore e il rispetto per la natura sono alla base della filosofia che da corpo al movimento MTB. Tra qualche anno il movimento e il target eterogeneo di pubblico che si recherà in un Bike Resort (o per dirla in italiano in un Comprensorio dedicato alla bici) sarà lo stesso che in questi anni, in inverno, si riversa sulle piste da sci. L’attenzione e le energie che gli amministratori pubblici e privati dedicano a questo ar-gomento è un concreto investimento per il futuro del turismo in Italia.

Focus/MOUNTAIN BIKE:una nuova opportunitàdi vivere la montagnadi Marzio Bardi, direttore di TUTTO MOUNTAIN BIKE

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P A s s I O N I

CORTINA CAR CLUB.sI sCALDANO I MOTORIFervono i preparativi per la presentazione dell’esClusivo CirColo Che raggruppa Collezionisti e amanti delle auto storiChe. e, Come sempre, grande attesa per la 61esima edizione della Coppa d’oro delle dolomiti.a cura di Cristina Palmiotto e Laura Salmi

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Pronti, partenza, via. Le strade della Regina sono già in fermento: quest’estate, la conca terrà a battesimo il Cortina Car Club. Connubio perfetto tra la passione per le vetture da sogno e paesaggi mozzafiato. Abbiamo sentito tanti cultori di auto storiche e moderne che hanno espresso aspettative, sogni e desideri. Lasciandosi andare ai ricordi legati ai loro primi amori a quattro ruote e risalendo all’origine della loro comune passione.

Sud Africa, Stati Uniti, Australia: Mas-simo Barisetti, albergatore di Cortina, non si è perso neanche un Gran Pre-mio di Formula Uno. Ovviamente con una sola grande passione nel cuore: la rossa di Maranello. Uno dei suoi ricordi più intensi risale al 1977 quando andò in Giappone per seguire Niki Lauda che, nonostante il tragico incidente in Ger-mania dell’anno precedente, conquistò il suo secondo titolo mondiale. Ma il suo pilota preferito rimane Gilles Villeneuve: “Lauda era un calcolatore, Villeneuve correva col cuore”, racconta il ferrari-sta Barisetti che vede la nascita del Car Club con grande soddisfazione. Cortina conta anche altri due fervidi appassiona-ti di auto: Luigino Grasselli, cultore del-la Maserati, e Mauro Zardini, apripista della Coppa d’Oro delle Dolomiti.

Roberto Benelli, noto industriale to-scano, è un uomo che nella vita ha sem-pre puntato ad avere il meglio, dalle auto da corsa più belle alle donne più affasci-nanti. Le quattro ruote sono però la sua grande passione da sempre, una passio-ne costellata da tante soddisfazioni e vittorie, soprattutto nella corsa su strada in montagna che lo ha visto gareggiare sui prototipi che ha poi collezionato nel tempo. Affezionato a Cortina, meta vacanziera prediletta, vede il Car Club come occasione preziosa di incontro in un luogo magico per tutti gli appassiona-ti, un arricchimento per la Regina delle Dolomiti e per il mondo dei motori.

La passione per le vetture storiche del presidente della commissione Giu-stizia del Senato Filippo Berselli nasce attorno ai sedici anni quando, guardando con ammirazione automobili che ancora

non poteva guidare, comincia a nutrire un amore viscerale per le auto storiche. Tra i pezzi forti della sua collezione, la Steyr Truck dell’esercito austriaco, vettu-ra piccola e snella che si arrampica sulle cime più impervie, e la Topolino, fedele compagna di corse con la quale ha par-tecipato anche all’edizione 2007 della Coppa d’Oro delle Dolomiti.

Le opportunità offerte dal Cortina Car Club? Sicuramente la creazione di una maratona invernale, alla scoperta dei borghi nascosti coperti di neve.

Gli anni Sessanta sono il leitmotiv della nutrita collezione del pluripre-miato pilota bolognese Mario Caliceti – ultimo riconoscimento, l’assegnazio-ne quest’anno della Coppa Csai della Montagna – e precursore del collezio-nismo di Porsche in anni non sospetti, quando queste vetture venivano rotta-mate senza troppe premure. Il suo par-co annovera anche una 550 RS – vettura posseduta anche da James Dean – con cui ha recentemente aperto la crono-scalata storica Bologna-Passo della Ra-ticosa. Da esperto pilota delle corse in montagna, dice convinto: “Cortina è il luogo perfetto per il ritorno ad un vec-chio mito che in Italia è stato interrotto

anni fa: il concorso di eleganza per auto moderne”.

Roberto Benelli

Filippo Berselli

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Mercedes, Maserati, Lamborghini e Ferrari: il garage di Norberto Ferretti, presidente e fondatore dell’omonimo gruppo leader nel settore nautico, vanta esemplari di inestimabile valore come al-cuni storici modelli della scuderia di Mara-nello che Ferretti ha pilotato in occasione di numerose corse – ultima, la Mille Miglia 2008 – che ha sempre affrontato senza curarsi troppo del cronometro. Legato a Cortina, che considera perfetta cornice per ogni tipo di manifestazione, dal con-corso di eleganza alla gara d’epoca, dal nuovo circolo si aspetta che riunisca veri appassionati: le prestigiose quattro ruote delle loro collezioni diventerebbero così delle testimonianze di un pezzo di storia e di meccanica da mostrare con orgoglio alle giovani generazioni.

Francesco Festuccia, volto noto del Tg2, di cui è inviato di cinema e spetta-colo, non colleziona automobili d’epoca. Le guida. Ama a tal punto le auto da sce-gliere di non occuparsene per lavoro, perché la passione nutrita fin da giovane possa rimanere libera da ogni condizio-namento. Un amore che ha portato Fe-stuccia negli anni ’80 alla guida di una straordinaria Rolls Royce. Degli anni ’60 è invece la Spider con guida a sinistra che ricorda come una delle esperienze più emozionanti. L’auspicio per il Corti-na Car Club è che l’amore per le auto d’epoca possa dare vita ad eventi d’arte, che mostrino il frutto del genio dell’uo-mo, una esaltazione della memoria che queste vetture sono in grado di far riaf-fiorare dalle pagine della storia passata.

Riduttivo definire Marcello Fratini un appassionato di auto sportive. Si pen-si che l’imprenditore fiorentino annove-ra nel proprio parco auto ben più di un conservato d’epoca, come la Ferrari 225 S Vignale Berlinetta del 1951, della quale si contano solo sei esemplari in tutto il mondo. Per non parlare dei suoi gioielli

Una sfida d’altri tempiÈ da giugno che il rombo dei motori anima le cime di Cortina, che conferma così la sua vocazione ad accogliere vetture da sogno e grandi collezionisti. D’altronde, qui, la passione per le quattroruote dal glorioso passato è di casa: dalla Classic Marathon alle Mitiche Sport a Bassano alla Topolino sui Monti, la Regina è il palcoscenico privilegiato delle manifestazio-ni più importanti. Ma l’evento più atteso da appassionati, turisti e curiosi è la Coppa d’Oro delle Dolomiti, la competizione di regolarità classica nata sessantuno anni fa e riservata alle vetture costruite entro il 1961. A dare un tocco di mondanità, il Concorso di Eleganza: una kermesse di antica tradizione che, da settanta anni, mette in mostra la raffinatezza delle vetture nella cornice festosa ed esclusiva di Corso Italia.Nata come una gara di velocità su strada che si esauriva in una sola giornata, la Coppa In-ternazionale delle Dolomiti – divenuta in seguito Coppa d’Oro – è rientrata subito e a buon diritto nel gotha delle manifestazioni automobilistiche italiane. Da non dimenticare poi il suo nume tutelare, Tazio Nuvolari, che partecipò come ospite d’onore alle prime edizioni. Dal 4 al 7 settembre. Per maggiori informazioni www.coppadorodelledolomiti.org.

Nella foto del box, Mauro Zardinidurante un’edizione della Coppa

d’Oro delle Dolomiti degli anni ‘70.

Diego Gianaroli

Massimo Barisetti

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Luigi Santi, imprenditore bolognese, nu-tre la passione per i motori. Da quando, a sei anni, ebbe in regalo un motorino per piccoli grintosi. Il passo dalle due alle quattro ruote fu breve e, da allo-ra, niente e nessuno l’ha più fermato. L’irresistibile tentazione di usare l’au-tomobile dei genitori – a loro insaputa, ovviamente – le corse di go-kart, la ricer-ca di tutti gli espedienti per guidare le nuove arrivate sul mercato: questo ed altro, costituiscono il ricordo più vivo della sua giovinezza. Fino a quando la sua famiglia rileva una concessionaria Mercedes del capoluogo emiliano: da quel giorno, Mercedes, Smart, Maserati, Land Rover, Ford e Ferrari diventano il suo pane quotidiano. Una svolta decisiva che, oltre ad unire l’utile al dilettevole, gli avrebbe permesso di coltivare il suo sogno: mettersi al volante di automobili dalle prestazioni elevatissime, oltre che esteticamente appaganti. E per vetture da sogno, quale location migliore di Cor-tina, luogo del cuore di Pierluigi? Proprio la Regina delle Dolomiti può diventare, secondo Santi, il salotto di ritrovo ideale per amici che condividono questa rom-bante passione.

CORTINA’S FOUR-WHEELED PASSION

Preparations are well under-way for the unveiling of the Cortina Car Club, an exclu-

sive group for collectors of antique vehicles. Members of the Organiz-ing Committee of the newborn club are all avid collectors who recount with pleasure the story of how they came to be so passionate about high-quality cars, and who excited-ly await the opening of the Club. Car-lovers are also eagerly antici-pating the 61st Annual Coppa d’Oro delle Dolomiti. September from 4 to 7. For more information, visit www.coppadorodelledolomiti.org.

Ruggero Minguzzi

Pier Luigi Santi

Norberto Ferretti

Francesco Festuccia

della scuderia Rolls Royce collezionati negli anni. Una passione, quella per le auto dal passato glorioso, trasmessa-gli dal padre fin da bambino, che lo ha portato a commettere folli atti d’amore. Oggi Fratini vede nel Cortina Car Club l’occasione di promuovere diverse ma-nifestazioni automobilistiche che coin-volgano la Regina delle Dolomiti e gli appassionati di auto e montagna.

È con una certa dose di fierezza che Diego Gianaroli, imprenditore felsineo sempre in giro tra Emilia Romagna, Ve-neto e Friuli-Venezia Giulia, racconta di essere stato il primo a sfoggiare a Bo-logna l’ultima arrivata in casa Ferrari. Un modello in serie limitata che esaspera il concetto di sportività delle vetture da

strada e che in pista raggiunge perfor-mance ottimali. Leggerezza, potenza e ‘guidabilità’, queste le caratteristiche che Gianaroli ha sempre ricercato in un’auto-mobile e che ha finalmente trovato nella Ferrari Scuderia. Insomma, una passione per le rosse che, da ben vent’anni, non ammette concorrenti e che Diego coniu-ga da sempre al suo strettissimo legame con Cortina. Il Cortina Car Club, a suo parere, potrebbe dare l’opportunità di organizzare concorsi di bellezza per auto moderne - costruite quindi dagli anni Novanta – raggruppate in base a classi d’età.

L’amore per le auto è per Ruggero Minguzzi, ingegnere con la passione per l’editoria, una questione di cromosomi: tutta la famiglia ha partecipato, e tutto-ra prende parte, a raduni storici in giro per l’Italia e l’Europa. Estimatore di ogni tipo di attività sportiva che si vive all’aria aperta, è fiero possessore di una Mer-cedes Pagoda cabrio, appena acquistata e in via di restauro. Ciò che si aspetta dal Cortina Car Club è l’attivazione di sinergie e gemellaggi con rinomati circoli automobilistici, come quello di Monte-carlo, che importi format coinvolgenti come il percorso di auto storiche legate a sessioni di jazz nei club.

È letteralmente da una vita che Pier

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GIOCANDOA GOLF

UNA MATTINAcon il simbolico tAglio del

primo Albero, A fine mAggio,la notiziA è ufficiAle: il green

sorgerà sul versAnte sinistro della concA, modellato lungo

i prAti e i boschi Alle fAldedel fAloriA, pressAppoco

nella zonA compresA trAl’hotel cristAllo, frAinA

e l’hotel mirAmonti.

E così anche Cortina avrà finalmente il suo campo da golf. La notizia non sarebbe di per sé da prima pagina (tutte le località di un certo prestigio ne hanno almeno uno) ma se si pensa che è dagli anni Settanta che se ne parla, che sono passati 18 anni da quan-do sono state fatte le prime mosse per rea-lizzarlo e sei anni da quando si è costituita l’Associazione Golf Cortina… Beh, allora la notizia è di quelle che meritano la sottolinea- tura. Il green sorgerà sul versante sinistro della conca, modellato lungo i prati e i bo-schi alle falde del Faloria, pressappoco nel-la zona compresa tra l’Hotel Cristallo, Fraina e l’Hotel Miramonti. I lavori sono iniziati con il simbolico taglio del primo albero, a fine maggio, presente il Sindaco di Cortina, An-

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drea Franceschi, a significare l’ap-poggio all’iniziativa data dal comu-ne, e tutti coloro che sono direttamente coinvolti nella realiz-zazione dell’opera. Si comincerà con un primo stralcio, 9 buche, per poi dar seguito al secondo stralcio per le rimanenti nove, una volta convinti alcuni proprietari a mette-re a disposizione i terreni (già il 70% è acquisito). “Siamo fiduciosi di poter giocare a fine luglio nell’estate prossima - dice Giovanni Dibona - ex azzurro dello sci e pri-mo presidente dell’Associazione Golf Cortina che tenacemente in questi anni ha creduto nell’iniziativa - l’impianto, nel suo complesso, si estenderà su un’area di 600 mila metri quadrati di terreno”. Dibona ha passato il testimone a Giorgio Carriero, industriale del petrolio, chiamato a dare una mano, come lui dice, dagli amici del posto: “Sono soddisfatto - commenta - ma lo sarò ancora di più quando inaugureremo il cantiere per le seconde nove bu-che. C’è da lavorare ancora». A rea-lizzare il nuovo campo sarà invece la società Cortina srl, che può con-tare finora su oltre un centinaio di soci di cui recentemente è stato de-liberato l’aumento di capitale a 6 milioni di euro. Non è però conces-so a nessun socio di accumulare più del 2% delle quote. Come dire, vo-gliamo che sia aperta a tutti. E qui hanno dato il loro apporto le grandi famiglie che di Cortina hanno fatto

la loro seconda dimora , dai Riello ai Barilla, dagli Andreani ai Fresco, dai Vanzina ai Gazzoni Frascara, dai De Longhi ai Coin, dai Frabboni ai Tabacchi. Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, anch’egli tra i soci, golfista e fondista, non ha mai avuto dubbi che “se si vuole allungare la stagione turistica estiva ora ridotta a poche settimane il golf sia indispensabile”. E aggiunge: “In quel posto lo vedo bene”. Non altrettanto favorevoli erano gli ambientalisti, che hanno combattuto una lunga bat-taglia, i cui ricorsi però sono stati respinti, ma che hanno ottenuto miglioramenti del progetto dal punto di vista ambientale.

Dicevamo della lunga attesa. Eppure a sfogliare le pagine della storia d’Ampezzo, Cortina fu addirittura all’avanguardia nel settore. Quando ancora quasi tutte le altre località dolomitiche che la circondano dovevano iniziare la loro ascesa turistica, nella conca si dava appuntamento d’estate e d’inverno la nobiltà e la borghesia dell’Italia di allora. Il primo campo da golf a 9 buche fu quello dell’albergo Tre Croci, nel 1930, segui-to due anni dopo da quello, sempre a 9 buche dell’Hotel Miramonti. Quest’ultimo campo ebbe anzi una lunga vita, sia pur via via ridotto, fino a diventare un campo pra-tica. I Trenta furono anni di grande fervore, con una incredibile ripresa del turismo, e il lancio della stagione invernale, dopo il decennio successivo alla prima Guerra mondia-

s P O R T D ’A U T O R E

le. Gli alberghi erano 52, i posti letto 3350 e le presenze in Ampezzo nel 1937 tocca-rono quota 623 mila, per allora una cifra molto consistente, pensando che quelle odierne sono di circa un milione. Conse-guentemente tutti i servizi per gli ospiti dovettero adeguarsi, e negli alberghi arri-vò il lusso, con l’acqua corrente, il riscal-damento centrale, gli ascensori. Cortina diventò un punto di riferimento per la clientela internazionale e anche le attrez-zature per la stagione estiva divennero all’altezza della fama che la conca Ampez-zana si era guadagnata in Europa. Ecco perché all’Hotel Tre Croci (e poi al Mira-monti) allora uno dei più lussuosi e fre-quentati, non sorse solo il golf, ma anche il tennis e la piscina. Cartoline oggi sbiadi-te, ma che con il nuovo green si spera di rinverdire. —Massimo Spampani

PLAYING GOLF ONE MORNING

The news became official with the symbolic felling of the first tree in May: the new golf

course will run along the left side of the valley, beside the fields and for-ests of Mount Faloria, in the area between Hotel Cristallo, Fraina, and the Hotel Miramonti. The green will initally be a single nine-hole course, to be followed by a second course in a matter of months. Giovanni Di-bona, ex-member of the national ski team and President of the Cortina Golf Association, who has strongly supported the building of the golf courses, says, “We are confident that the first balls will be able to be played by the end of next July. When completed, the golf facilities will cover over 600 square meters of ground.”

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COLvENTO

IN POPPAlo yAcht club cortinA

portA lo scoiAttolo rosso Al mAre

Porto Cervo, Santa Margherita Li-gure, Miami e Key West sono solo alcu-ne delle scene dove gli equipaggi dello Yacht Club Cortina hanno lanciato le loro sfide bordeggiando contro le flotte più agguerrite del momento. Tra i team che hanno fatto parlare di sé, spicca quel-lo della neonata “Cortina d’Ampezzo”, im-barcazione di punta della classe Melges 24 che riprende i colori della Regina del-le Dolomiti e che ha visto salire a bordo alcuni tra i professionisti più richiesti del panorama velico. Pensando al futuro e alle prossime tappe di Rimini (dal 18 al 20 luglio) e Torbole (dal 25 al 28 settem-bre) del Campionato Italiano Volvo Cup 2008, GianMarco Rinaldi, presidente del club ampezzano e armatore del “Corti-na”, punta tutto sul giovane Simone Fer-rarese, figlio d’arte e match racer spietato in lotta con i timonieri in testa alla ranking list mondiale, affidandogli il timone. Schie-ra alla tattica una garanzia, Lorenzo Bodi-ni, ex olimpionico e consolidato stratega leader tra le boe dei circuiti d’altura più prestigiosi, e inoltre Francesco Berton co-armatore e drizzista, Fabrizio Lisco tailer e Irene Saderini prodiera.

Ma lo scoiattolo rosso è una presenza inconfondibile anche tra le flotte italiane e internazionali della classe Melges 32, impresso sulla randa di “Matrix Cortina d’Ampezzo” dell’imprenditore bolognese Luigi Melegari, ora in rotta per scalare le classifiche del neonato circuito Audi Sai-ling Series, riservato proprio a questi mo-notipi. A bordo, schierata una vera mac-china da guerra con punte di diamante del Matrix Fortitudo Sailing Team, tra cui i fratelli Ivaldi per i ruoli di tattico e tailer, Enrico Zennaro schierato alla randa, Fran-cesco Di Caprio prodiere, Francesco Dal Bon comandante e drizzista, coadiuvati all’albero da Andrea Pavan e come secon-do tailer Davide Di Maio.

Ogni pronostico diventa difficile con il fervore dei preparativi e i momenti cal-di della stagione che si avvicinano, oltre ai continui set up delle imbarcazioni. Lo stimolo costante dei soci dello Yacht Club Cortina è il sostegno più grande per queste sfide: nonostante le origini al-pine, sono loro a rendere così concreto il sogno di avere i team migliori pronti a regatare sulla linea di partenza.

Per maggiori informazioniwww.yachtclubcortina.it.

72Photo: Roberto Marci

Season’s must. Great ex-citement for “Cortina d’Ampezzo”’s success,

the Yacht Club Cortina vessel. For more information, visit www.yachtclubcortina.it. Everybody is crazy about landing with chopper in Cortina, thanks to Elifriulia/Elicortina (info 0436/3599).

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TUTTI PAzzIPER L'ELIil ritorno delle pAle A fiAmes,ecco il tormentone dell'inverno

Da Vanity Fair a Montebianco, dell'atterraggio in elicottero nella Regina delle Dolomiti ne hanno parla-to davvero tutti. Raggiungere direttamente dai cieli le località in quota è tornato di gran voga tra i frequen-tatori della conca. Tra gli avvistati, Massimo Moratti, i fratelli Barilla, Rita Rusic e Canio Mazzaro. Scene che riportano dritti agli anni ‘70, quando Hernst Sachs von Opel, che era solito tenere il suo elicottero ‘posteggia-to’ davanti all’Hotel Cristallo, inaugurò una delle ten-denze ad alta quota più chic del momento. Oggi, nel club degli elica-addicted non figurano soltanto very important people. Il volo in elicottero è infatti un'espe-rienza alla portata, se non di tutti, di molti. Merito del servizio proposto da Elifriulia/Elicortina che per tutto l’anno assicura il trasferimento dei passeggeri in eli-cottero da Venezia, Treviso e Trieste, offrendo un bel risparmio di tempo e un panorama incantevole. Per maggiori informazioni 0436/3599.

s E N E P A R L A

Vanity Fair

Vie del Gusto

Sciare

Montebianco

Premium

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QUANDO IL CORsOsI TRAsFORMA

IN UN sETA giugno la viA dello

“struscio” hA fAtto dA cornice Alle

riprese del prossimo film pAnettone, “la

fidAnzAtA di pApà” con mAssimo boldi e

nAtAliA bush. mAcchine dA presA, flash, scenogrAfi,

Attori e compArse, il nostro bAcKstAge. on

stAge la modA di stAgione, trA lo sportsweAr che fA chic, cocKtAil dress

e preview invernAli. il tutto proposto dAi

migliori negozi di cortinA.

Servizio fotografico/Photography:Giacomo Pompanin

Styling:Eleonor Mejiò

Trucco/Makeup:profumeria Thylly

Acconciature/Hair:Parrucchiere Daniele e Paola

Hanno posato per noi/Models:Giorgia Apollonio e Andrea Dibona

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in marciacon Gli alpini

Maglione in misto cachemi-re di lavorazione artigianale Leròsa, ricamato a mano abbinato a pantalone zuava in pelle scamosciata (Ghedina Galleria C. Bian-ca). Scarponcini marroni Gronell, set ferrata con dissipatore Petzl e imbraga-tura Arc’Teryx (K2 Sport).

marchinGwith the alpini

Giorgia shows her support for the Alpine troops while showing off a beautiful artisanal hand-embroidered cashmere sweater Leròsa, paired with suede pants (Ghedina Galleria C. Bi-anca). Brown Gronell shoes and Arc’Teryx climbing gear (K2 Sport) finish off the outfit.

WHEN MAIN STREETBECOMES A SET

During the month of June, Corso Italia served as the backdrop for the

upcoming Christmas film La fidanzata di papa (“Dad’s Girlfriend”), starring Massimo Boldi and Natalia Bush. Cam-eras, flash bulbs, backdrops, and actors populated scenic Cortina. The town was a stage as actors modeled all the lat-est fashions, from sportswear to cocktail dresses to sneak peeks at winter styles, all kind-ly provided by Cortina’s best-known shops.

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Baciato dal Sole

Maglioncino in cotone a righe grigie tono su tono Sun68 (La Cooperativa) abbinato al pantalone nero in tessu-to tecnico e impermeabile Arc’Teryx (K2 Sport). Pratico zaino classico beige Fjäll Raven, caschetto blu Black Diamond e scarpe ad alta aderenza Five Ten (K2 Sport).

Sun-kiSSed

Ready for a long hike and some rock climbing, And-rea wears a striped cotton Sun68 shirt (La Coop-erativa) with black water-resistant Art’Teryx pants (K2 Sport), a classy and practical beige Fjäll Raven backpack, a blue Black Dia-mond helmet and Five Ten climbing shoes (K2 Sport).

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caSual & chic

Polo in cotone viola Sun68, sotto allo sfizioso giubbotto, rigorosamente viola, North

Sails (La Cooperativa). Panta-lone nero in tessuto tecnico

e impermeabile Arc’Teryx (K2 Sport). Pratica la borsa in

pelle bianca Orciani (Trifoglio), abbinata alle comode Super-ga bianche (La Cooperativa).

caSual & chic

Preparing for some serious shopping, Giorgia wears a

practical and intensely violet North Sails jacket over a purple

cotton Sun68 polo (La Coopera-tiva), with black water-resistant

Arc’Teryx pants (K2 Sport), a stylish white leather Orciani bag (Trifoglio), and comfortable white Superga shoes (La Cooperativa).

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cocktail in paSSerella

Aperitivo sulla terrazza dell’Hotel Cortina nel cuore di Corso Italia. Per lei chic ed elegante la giacca in velluto nero doppio petto Fabrizio Lenzi (Trifo-glio) sopra la camicia bianca in tessuto elasticizzato Borrelli (Fassina Donna). Il tutto abbinato a jeans chiari Jaggy (La Cooperativa). Ad aggiungere un pizzico di originalità le collane Maliparmi (Fassina Donna) e la borsa Hello Kitty (Top Store). Delicato maglioncino in cachemire Fedeli, dolcemente appog-giato sulla camicia bianca con sobrie righe lilla Glanshirt (Marinotti) per lui. Originalissimi i pantaloni a quadri grigi in cotone Jaggy, sulle scarpe nere Nero Giardini (La Cooperativa). Anche per le sedie e il tavolo, elegante e ricercatissimo mix di materiali ed evocazioni: osso, legno e ferro battuto per le opere artistiche di Fabbro Sior-paes Marco.

cocktail in corSo italia

Our models enjoy a lovely aperitif on the terrace of Hotel Cortina. She wears an elegant and chic black velvet Fabrizio Lenzi jacket with silver but-tons (Trifoglio) over a white Borrelli shirt (Fassina Donna). Below, she wears pale-blue Jaggy jeans (La Coopera-tiva). Maliparmi necklaces (Fassina Donna) and a Hello Kitty bag (Top Store) add a touch of originality. For him, a light Fedeli cashmere sweater rests over a white, lightly striped Glan-shirt top. Grey chequered cotton Jaggy pants and black Nero Giardini shoes make this outfit unique. Even the table and chairs are at the height of fashion: designed by Fabbro Siorpaes Marco, this elegant and sought-after furniture artfully combines antler, wood, and iron to create an innovative yet traditional ensemble.

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eleGantemente romantici

Chic e sbarazzino l’abito in viscosa grigio Twin-Set Simona Barbieri (Twin-Set). Preziosissima la borsa Jamin Puech con decorazioni floreali in perline e il foulard viola Blayde (Ghedina XXIX Maggio).Per lui camicia a righe grigie D&G (Top Class) e cravatta Holliday and Brown (Fassina) sotto ad un’elegante giacca in pelle scamosciata Prada (Bredo-Guerresco). Il tutto indossato con disin-voltura sopra il pantalone blu Jaggy e le scarpe nere Nero Giardini (La Cooperativa).

eleGantly romantic

For her, an elegant and debonair grey Twin-Set Simona Barbieri (Twin-Set) is accompanied by a flowered Jamin Puech bag and a purple Blayde scarf (Ghedina XXIX Maggio). For him, a grey D&G shirt (Top Class) and Holliday and Brown tie peep out from under an elegant brown suede Prada jacket (Bredo-Guerresco), all topped (or, rather, bottomed) off with blue Jaggy pants and black Nero Giardini shoes (La Cooperativa).

Indirizzi/Addresses

K2 Sport Lacedellivia Cesare Battisti 2 e 32, tel. 0436/863706 - 870126

La Cooperativa di CortinaCorso Italia 40, tel. 0436/861245

Bredo-GuerrescoCorso Italia 60 e 23, tel. 0436/860407 - 866996

FassinaCorso Italia 198, tel. 0436/2389

Fassina Donnavia Cesare Battisti 14, tel. 0436/863726

Ghedina AbbigliamentoGalleria Croce Bianca 7, tel. 0436/861408

Ghedina Abbigliamentovia XXIX Maggio 5, tel. 0436/878010

MarinottiCorso Italia 126, tel. 0436/3320

Top ClassCorso Italia 42, tel. 0436/2923

Top Storevia Cesare Battisti 11/a, tel. 0436/861417

Twin-SetCorso Italia 111, tel. 0436/862422

Trifoglio BoutiqueCorso Italia 93, tel. 0436/861192

Fabbro Siorpaes MarcoLocalità Pian Da Lago 43, tel. 0436/867941

Hotel CortinaCorso Italia 92, tel. 0436/4221

Profumeria ThyllyCorso Italia 54, tel. 0436/2270

Parrucchiere Daniele e PaolaCorso Italia 145/a, tel. 0436/4301

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Parlare di sodalizio fortunato sarebbe riduttivo. Qui a Cortina, il connubio che ha preso – letteralmente – forma tra l’architettura e l’artigianato si è trasformato in qualco-sa di più e d’altro di una mera collaborazione. Un incontro magico che ha generato uno stile unico e inimitabile, come testimoniano gli interni realizzati dall’architetto cortinese Ambra Piccin. È stata proprio lei, infatti, a incorporare i prodotti della tradizione nella sua attività di progettazio-ne di ambienti. Forte di una profonda conoscenza delle botteghe artigiane che costellano la Regina delle Dolomiti, Ambra Piccin ha istituito un confronto dialettico con gli innumerevoli materiali in cui si declina la perizia degli ar-tigiani del territorio – legno, ferro, vetro, ceramica, tessuti, solo per citarne alcuni. Il risultato? Un marchio di qualità fatto di antichi mestieri e innovative soluzioni stilistiche, orgogliosamente legato al territorio. Dopotutto, Cortina d’Ampezzo da sempre rappresenta un caso di eccellenza artigianale più unico che raro: in un’epoca dominata dalla dispersione e dallo stravolgimento della tradizione, non soltanto le maestrie locali sono state salvaguardate, ma hanno anche raggiunto standard qualitativi elevatissimi.

Insomma, quell’eleganza senza tempo e quell’attenzi-ne alla ricerca che non sono passate inosservate ad Ambra Piccin che ormai da anni si rivolge alle maestranze locali – come testimoniano i suoi due libri sugli interni di Cortina realizzati in collaborazione con il fotografo Diego Gaspari Bandion. Ed è proprio questo sodalizio con le botteghe locali ad aver spinto l’architetto a ideare un evento in loro onore. Un vero e proprio tributo all’imprescindibile ruolo che i laboratori ampezzani hanno esercitato nel forgiare la sua cifra stilistica. “Se il mio nome è conosciuto anche all’estero, lo devo anche alle maestranze locali di cui mi avvalgo nella mia attività - racconta Ambra Piccin - Si tratta di artigiani che hanno compreso il filo conduttore della mia filosofia: i materiali diventano architettonici quando vengono modulati dalla luce”. Ed è proprio la luce uno dei protagonisti dell’interior design secondo l’architetto am-pezzano che, influenzato da una formazione fotografica (il padre era un noto fotografo), è alla costante ricerca della forma artistica, dell’armonia dei materiali e dei colori. Una propensione che ha investito anche l’artigianato, trattato da Ambra Piccin come arte, in quanto professione di anti-ca tradizione svolta nell’osservanza di alcuni canoni codi-ficati nel tempo.

ARCHITETTURA&ARTIGIANATO

QUEsTIONEDI FEELING

elegAnzA e Attenzione Alla ricercA, ArmoniA

dei mAteriAli e dei colori. in unA pArola,

Arte senzA tempo quella che presentA

AmbrA piccin.

a cura di Cristina Palm

iotto e A

lessandro Broccolo

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Una bottega d’artea cielo apertoPer una settimana la centralissima piazza Venezia accoglierà dieci artisti del legno che realizzeranno le loro opere sotto gli occhi degli ospiti della vallata. Un evento che vuole celebrare la grande tradizione della scultura su legno che nel territorio rappresenta un’eccellenza da valorizzare.

evento: Artisti a Cortinaquando: dall’8 al 13 settembre

dove: piazza Veneziainfo: 0436/3688

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Artists in Cortina

For a week the town square, Piazza Venezia, will host ten wood carvers that will practice their craft for all the vacationers of the valley.

When: from September 8 to 13Where: Piazza Venezia

Info: 0436/3688

Un tributoalle maestranze“Quando l’artigianato diventa arte. Le sensazioni che nascono dalla collaborazione tra le maestran-ze locali di Cortina d’Ampezzo e le progettazioni di Ambra Piccin”. Recita così il sottitolo dell’even-to, fortemente voluto dall’architetto, che prevede l’allestimento di un percorso emozionale alla scoperta di un’arte declinata tra architettura e artigianato, che si riflette in suggestivi interni di abitazioni cortinesi, e di un’impronta orgogliosa-mente locale. Durante la serata verrà proiettato un cortometraggio girato all’interno delle botte-ghe di Cortina d’Ampezzo.

evento: Sinergie Architettura@Artigianatoby Ambra Piccin architetto

quando: 29 agosto alle ore 21dove: Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1)

info: www.ambrapiccin.it

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Synergies Architecture@Artisanship“When artisanship becomes art. Here one can experience the masterworks that have been born of the collaboration between local artisans of Cortina and the designs by Ambra Piccin.” This quote, from the exhibition brochu-re, describes an interesting event organized with the assistance of the architect, which pays homage to the artisans of the region.

When: August 29 at 9:00 pmWhere: Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1)

Info: www.ambrapiccin.it

Nella pagina accanto, un motivo floreale in ferro battuto di Fabbro Zino (www.fabbrozino.it). Sopra, un interno dell’architetto Ambra Pic-cin, ritratta sotto insieme a Diego Gaspari Bandion, in stile classico (Photo: Diego Gaspari Bandion).

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Nella Regina delle Dolomiti, la cultura è di casa, spe-cialmente durante il periodo estivo. Durante la bella sta-gione, infatti, Cortina d’Ampezzo diventa un luogo magico, capace di catalizzare nella sua orbita personaggi dell’arte in tutte le sue forme.

Largo spazio verrà dato all’arte contemporanea con la rassegna Garden Art-installazioni che proporrà fino al 17 agosto, lungo i due tratti dell’ex-ferrovia, materiali rici-clati, ceramiche, installazioni figurative e astratte, concet-tuali, sonore e floreali. Lavori molto diversi per materiali e per intento, ma con un unico comune denominatore: il confronto con questo spazio speciale (info 0436/3688).

Appuntamento imperdibile con la fotografia, la mostra dal titolo CCCP the lost Empire, ultimo lavoro della serie “Anemos” del fotografo ampezzano Stefano Zardini. La vernice in programma il 16 agosto alle ore 18. Attraverso venticinque immagini viene svelata un’interpretazione particolarmente personale della città di Mosca. Presso la Ikonos Art Gallery (via del Mercato 1) fino al 13 settembre (info 0436/2930).

Gli amanti della musica potranno godersi il concerto della Metropolitan London Symphony che, diretta da Maffeo Scarpis, proporrà musiche di Rossini e Tchaikov-sky presso l’Alexander Girardi Hall (via Marangoni 1). Il 22 luglio alle ore 21 (info 0436/875502).

È una galleria del Novecento dell’arte senza etichette e senza confini la mostra di ritratti-ex libris fatti con la bic dal titolo Casuali incontri. Un tesoro che Luigi Civerchia ha deciso di esporre nella libreria Sovilla (Corso Italia 118) dal 1° al 31 agosto (info 0436/ 868416).

Due viaggi tra le forme dell’architettura tradizionale. Chiese e modelli di case dell’architettura anonima am-pezzana racconta le caratteristiche e i particolari delle costruzioni storiche del territorio attraverso venticinque opere in esposizione presso il Municipio Vecchio (Cor-so Italia) fino al 30 luglio (info 0436/3688). L’abitazio-ne come nido e come anima: queste le sensazioni che Giuseppe Toscani ha trasposto nella mostra Una casa, un tempio presso l’Hotel Ambra (via XXIX Maggio 28), quindici casette di montagna in miniatura realizzate con gli stessi materiali utilizzati per le case originali. Fino al 2 novembre (info www.hotelambracortina.it).

Spazio al romanzo di inchiesta il 18 agosto con la pre-sentazione di La bimba di tutti. Dopo anni di servizio nell’arma dei Carabinieri, Sante Convertini si cimenta in un’esperienza letteraria che ruota attorno a una storia vera. Saranno presenti l’autore e il critico Ennio Rossignoli. Pres-so il Concordia Parc Hotel (Corso Italia 28).

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CONCERTS, PRESENTATIONS, EXHIBITIONS

“Garden Art-Installations”. An exhi-bition of contemporary artists will be displayed along out of service

cable car tracks. From July 13 to August 17. Info: 0436/3688.“Anemos. CCCP the lost Empire”. Twenty-five photographs by Stefano Zardini reveal a uniquely personal relationship with Moscow. Until September 13. Ikonos Art Gallery (via del Mercato 1). Info: 0436/2930.Metropolitan Symphony Concert. Don’t miss this unforgettable performance by the Met-ropolitan Symphony, conducted by Maffeo Scarpis. July 22 at 9:00 pm. Alexander Girar-di Hall (via Marangoni 1). Info: 0436/881812.“Surprise Encounters”. A fascinating exhibition of twentieth–century portraits by Luigi Civer-chia. From August 1 to 31. Libreria Sovilla (Corso Italia 118). Info: www.libreriasovilla.com.“Ampezzan Churches and Models of Houses”. Twenty-five accurate miniatures showing the unique characteristics of the most historic Ampezzan buildings. Until July 30. Municipio Vecchio (Corso Italia). Info: 0436/2930.“A House, a Temple”. Hotel Ambra (via XXIX Maggio 28) will host 15 miniature mountain houses made by Giuseppe Toscani with the same materials that were used to build the original houses in Cortina. Until November 2. Info: www.hotelambracortina.it.Presentation of Everybody’s Daughter. Sante Convertini, after years of service for the Carabinieri, presents a fascinating new book retelling his experiences in the barracks. Au-gust 18 at 5:00 pm. Grand Hall of the Con-cordia Parc Hotel (Corso Italia 28).

CONCERTI PREsENTAzIONI

RAssEGNEMOsTRE

Nella foto, una delle immagini che Stefano Zardini espone nella mostra “CCCP the lost Empire”. Qui

accanto, il ritratto di Thomas Mann dalla raccolta “Casuali incontri” (Photo: Dino Colli)

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Tra gli ingredienti più autentici dell’estate di Cortina, la musica riveste un ruolo speciale: gli eventi a carattere musicale sono appuntamenti imperdibili per valligiani e turisti. D’altronde, le sette note sono da sempre nel dna di Cortina, grazie a due colonne portanti come il Coro Cortina e il Corpo Musicale di Cortina d’Ampezzo.

50 elementi, 147 anni di attività, 150 servizi all’anno: questi i numeri di una formazione musicale che è mol-to di più di una banda. Il Corpo Musicale rappresenta, infatti, uno dei fulcri della tradizione di Cortina. Anche per quest’estate sono previsti concerti (7, 15 e 23 agosto) e sfilate (20 e 27 luglio) della formazione presieduta da Osvaldo Majoni e diretta da Antonio Rossi (info www.cor-pomusicalecortina.it).

Saranno i magnifici canti e le armoniose melodie del repertorio del Coro Cortina a invadere con solennità e maestosità la Chiesa di Ospitale il 2 agosto e la Chiesa di Verocai il 23 agosto. In occasione di entrambi i concerti, il Coro Cortina, presieduto da Diego Gaspari Bandion e diretto da Marino Baldissera, proporrà famose canzoni

APPOINTMENTS WITH THE TRADITIONAL MUSIC

Marching Band Parade. Cortina’s Marching Band, one of the city’s most beloved traditional organizations, presents its yearly parade. July

20 (Parade), July 27, and August 7, 15, and 23 (Concerts). Info: www.corpomusicalecortina.it. Cortina’s Choir Concert. Cortina’s choir has the pleasure of presenting its enchanting and harmonious repertoire at Ospitale Church on August 2 and Verocai Church on Au-gust 23. Info: www.corocortina.it. 32nd Annual Festival of the Bands. The Festival of the Bands, an event which both locals and tourists look for-ward to year-round, has filled the streets of the Queen of the Dolomites with music for the last 32 years, and will continue to do so for many more. From August 24 to 31. Info: www.corpomusicalecortina.it.

sFILATE E CORTEI

sECONDO IL COsTUME

AMPEzzANO

popolari in una versione particolarmente suggestiva (info www.corocortina.it).

Suoni dall’anima di un paese in festa. Sulla scia del motto che accompagna le sfilate della banda - “l’anima di un paese in festa” - la Festa delle Bande è uno degli eventi più attesi da valligiani e turisti che, da ben 32 anni, accorrono al richiamo della trascinante musica, riempien-do le vie della Regina delle Dolomiti.Sarà proprio il centro di Cortina il cuore di questa manifestazione che raccoglie diverse occasioni musicali, coinvolgendo il Corpo Musi-cale e varie formazioni ospiti in concerti e festosi cortei. Dal 24 al 31 agosto (info www.corpomusicalecortina.it).

Photo: Diego Gaspari Bandion

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Dei tratti dolomitici, quello che fa da sfondo a Cor-tina è indubbiamente uno dei più impressionanti: le cime che cingono la Regina delle Dolomiti offrono scenari tan-to dolci quanto maestosi e incutono quella miscela di rispetto e ammirazione, timore ed estasi che gli amanti della montagna ben conoscono. E, in questo ambiente preservato dalla cura delle famiglie ampezzane, lo sguar-do rimane inevitabilmente catturato da angoli pittoreschi e da scorci di incomparabile bellezza.

Tre occasioni per godere la magia della prima luce con la Spettacolare levata del sole da Cima Tofana con risa-lita in notturna con la funivia Freccia nel Cielo e colazione al rifugio Cima Tofana (19 luglio, 9 agosto, 6 settembre, info 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531).

Imponenti e silenziose, dominano il lato occidentale di Cortina: sono le Tofane, le tre maestose sorelle. Come da tradizione, una giornata della stagione estiva, il Tofa-na Day è dedicata a queste tre cime: un’occasione im-perdibile per assaporare l’impressionante panorama che si gode dal percorso della funivia Freccia nel Cielo al prezzo speciale di 5 euro. Il 20 luglio (info 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531).

Magiche Note. Sulle note di Bach, Haendel, Mozart e altri compositori barocchi, scorreranno le immagini delle notti stellate cortinesi con la cornice delle Dolomiti. Una suggestiva serata presso il Cinema Eden (Corso Italia). Il 25 luglio alle ore 18 (info www.cortinastelle.it).

Un’estate con gli astri. L’Associazione Astronomica Cortina propone la seconda edizione di CortinaStelle, il ciclo di conferenze (16, 22 e 29 agosto alle ore 18) de-dicate ai misteri del cosmo che vedrà, in veste di relatori, esperti e luminari in materia. Presso la Sala Cultura don Pietro Alverà (largo Poste, info www.cortinastelle.it).

Terza edizione per Dolomia 2008, il raduno annuale promosso dai quattro gruppi alpinistici storici delle Dolo-miti: le Aquile di San Martino e Primiero, i Ciamorces di Fassa, i Catores della Val Gardena e gli Scoiattoli di Corti-na d’Ampezzo. Il 13 settembre (info www.scoiattoli.org).

THE SPECTACULAR OF NATURE

“A Beautiful Sunrise from the Top of Mount Tofa-na”. There is no better time than dawn to fully appreciate Mount Tofana, especially after an

enchanting nocturnal ride on the Freccia nel Cielo ca-ble car. July 19, August 9, September 6. Info: 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531. “Tofana Day”. Traditionally, for one day a year during the summer season, visitors can explore the Tofane mountains and ride the Freccia nel Cielo cable car for the special price of 5 Euro. July 20.Info: 0436/5052, 0436/862372, 338/8694531.“Magical Notes”. A beautiful night of classical music ac-companied by images of the night sky above Cortina, framed by the Dolomites. July 25 at 6:00 pm. Cinema Eden (Corso Italia). Info: www.cortinastelle.it. “CortinaStars” Summer 2008. The Astronomical Observa-tory of Col Druscié presents the second year of CortinaS-tars, a series of talks by well-known astronomers dedicat-ed to the mysteries of the cosmos. August 16, 22, and 29 at 6:00 pm. Sala Cultura don Pietro Alverà (largo Poste).Info: www.cortinastelle.it. “Dolomia 2008”. Third annual rally of the four Alpine Troops of the Dolomites: the Eagles of San Martino and Primiero, the Ciamorces of Fassa, the Catores of the Val Gardena, and the Squirrels of Cortina D’Ampezzo. September 13. Info: www.scoiattoli.org.

TRA PAEsAGGI INCONTAMINATI E CIELI sTELLATI

La Cometa Hale Bopp sopra il Pomagagnon(Photo: Alessandro Dimai e Renzo Volcan);in basso, l’aurora boreale dal Rifugio Scoiattoli (Photo: Giuseppe Menardi).

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Il turista tra sogni e bisogni:ricerca Eurispes durante l’estateIl turista, una figura preziosa per Cortina d’Ampezzo. La sua presenza scandisce l’alternarsi delle stagioni e attorno a lui si costruiscono servizi ed eventi che a vario titolo animano la vita della Regina delle Dolomiti.Ma chi è il vero turista di Cortina? Per monitorare le principali esigenze di chi vive e frequenta la Regina, l’associazione “Per il Futuro di Cortina” promuove per questa estate una ricerca Eurispes con l’intento di tracciare una fotografia dell’esistente, cercando di individuare punti di forza e di debolezza, e soprat-tutto possibili linee di sviluppo. “Siamo sensibili a tutte le inizia-tive che possano in qualche modo favorire il territorio – spiega Franco Sabbadin, membro del Consiglio Direttivo dell’associa-zione – “le nostre attività sono strettamente guidate dall’amore per l’ambiente che cerchiamo costantemente di salvaguardare, permettendo quindi una piena valorizzazione delle meraviglie ampezzane. Siamo legati a questo paradiso incantato, dove abbiamo passato i momenti più sereni della nostra infanzia e ancora oggi Cortina è il luogo privilegiato in cui trascorriamo il tempo più importante dell’anno: quello dedicato alla famiglia ”.I questionari saranno distribuiti nei mesi di luglio e agosto (info 0436/866252).

La Regina in rosso e nero. Alla scoperta delle tecni-che del calcio immersi nelle bellezze delle Dolomiti. Que-sta è la filosofia del Milan Junior Camp che offre a tanti ragazzi la possibilità di trascorrere un’indimenticabile va-canza tra natura, sport e divertimento. Fino al 19 luglio (info www.sporteventi.com).

È davvero ad alto tasso di eleganza l’International Show Jumping, un evento che riesce a soddisfare le esi-genze degli atleti, dei cavalli, del pubblico e del territorio, e che può contare su strutture al top. Non solo, la bellezza di queste vallate riesce sempre a regalare al concorso un valore aggiunto che, avvolto dal fascino delle imponenti Dolomiti, risulta essere una delle manifestazioni equestri outdoor più suggestive. Dal 11 al 27 luglio (info www.jum-pitalia.com).

Anche quest’anno torna il tradizionale torneo di mez-za estate, con ricchi montepremi per i vincitori. Il Torneo di Tennis di Ferragosto si terrà dall’8 al 10 agosto nel Tennis Country Club Cortina (località Sopiazes, info 0436/868486).

Nella foto in basso, il Consiglio Direttivo dell’Associazione“Per il Futuro di Cortina”: da sinistra, Diego Gianaroli,

Gemma Marzotto, Rosanna Donà dalle Rose e Franco Sabbadin.

SPORT AND FUN

“Milan Junior Camp”. The famous soccer team AC Milan is holding a Junior Camp which offers children the chance to spend an un-

forgettable vacation experiencing nature and learning the sport. Until July 19. Antonella De Rigo Stadium (in Fiames). Info: www.sporteventi.com. “International Show Jumping”. One of the world’s most striking equestrian displays. From July 17 to 27. Info: www.jumpitalia.com. “Ferragosto Tennis Tournament”. This year the traditional midsummer tennis tournament will take place with spec-tacular prizes for the victors. From August 8-10. Tennis Country Club Cortina (in Sopiazes). Info: 0436/868486. Summer Polls. In order to better meet the needs of tour-ists, the association “For the Future of Cortina” will pro-mote a poll this summer. Questionnaires will be distrib-uted throughout July and August. Info: 0436/866252.

CALCIO, IPPICAE TENNIs

CORTINAA TUTTO sPORT

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IL sEGRETO DELL’INFANzIAA zUEL

“fAcciAmo un nido”, unA scuola che non è unA scuola, come vuole montessori e come ci rAccontA raniero regni, professore AssociAto di psicologiA sociAle presso l’università lumsA di romA.

Spettacoli si succedono di continuo per chi cammina in montagna, e Corti-na ne è prodiga, in ogni stagione. Il bello è ciò che chiama, ha scritto Platone, e qui molti sono i richiami. Nella valle am-pezzana ci sono bellezze eclatanti, da cartolina, che tutti conoscono, ma ce ne sono altre, segrete, preziose. Come il centro “Facciamo un Nido” di Zuel, una scuola che non è una scuola, un luogo dove non solo si educa e si istruisce, ma dove si aiuta la vita e si coltiva la bel-

lezza. Quasi cento bambini e una deci-na tra insegnanti e volontari, dal nido alle elementari pas-sando per la Casa dei Bambini, la vivo-no ogni giorno.

Come vuole Montessori, tutto è curato con amore

e intelligenza, dal logo dell’associazione agli appendiabiti, dai laboratori di scuola elementare ai massaggi per il neonato. Sì, perché i bambini celebrano i dettagli, in essi si cela la buona educazione e lì, come diceva una vecchia canzone, “an-che un sorriso può fare rumore”.

L’imprinting montessoriano questa scuola se lo porta dietro in tutto quello che fa. Nata dall’iniziativa di un gruppo di genitori più di dieci anni fa, l’avven-tura è continuata fino alla realtà di oggi che ancora vede coinvolti padri e madri

nelle attività didattiche. Da non dimenticare il legame con il

territorio. La scuola Montessori di Zuel sfrutta il bosco e la valle come aule, dal parco delle Dolomiti all’U.L.d’A. (Unione Ladini d’Ampezzo), con cui ha realizzato un testo a disegni in lingua ampezzana: La nascita della terra in rima. Molti gli in-segnanti volontari, espressione di un’in-tera comunità locale che crede nell’edu-cazione.

Oltre a dialogare con il paesaggio, il centro deve saper connettersi al resto del mondo. E l’iniziativa della scuola di Zuel, pur nata in provincia, è tutt’altro che provinciale, come stanno a dimostrare i formatori di cui si avvale (Claus Dieter Kaul, direttore dell’Istituto per l’Appren-dimento Olistico di Monaco di Baviera) e la traduzione di libri importanti nel pa-norama pedagogico italiano come Edu-care ad essere di Rebeca Wild.

Insomma, c’è un altro aspetto della segreta bellezza di Cortina da scoprire.

THE SECRET OF A “ZUEL” INFANCY

“Facciamo un nido” (“Let’s Make a Nest”) is a small but important sign of ex-

cellence in Cortina. A school that is more than a school, students here receive not only an education, but also a love of life and an apprecia-tion of beauty, using the Montes-sori method. This school is another gem that lies hidden in Cortina, waiting to be discovered.

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P I C C O L EG R A N D I

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ANDREOTTI LA TELECAMERA E LA PIsTOLAdAll’osservAtorio privilegiAto di rAdio cortinA.

Parole in libertà, argomenti d’attua-lità, libri di cui parlare, appuntamenti da promuovere: questo ed altro ancora hanno condotto tanti personaggi nello studio di Radio Cortina, una mansarda al quarto piano di un edificio in pieno centro. Una ventina di minuti o poco più, nessuno di loro si è fermato oltre per un’intervista, ma non ce n’è uno che non abbia lasciato qualcosa. Una passerella di nomi straordinari che ha raggiunto il suo apice negli anni Ottanta, periodo clou degli incontri letterari organizzati dalla li-breria Sovilla. A conservare la traccia di

questi passaggi d’autore, autografi, firme e pensieri raccolti nel libro degli ospiti di Radio Cortina. Basta aprire una pagina a caso, e riaffiorano alla mente i ricordi di un incontro, gli aneddoti più curiosi legati a politici, scrittori, artisti. Tra gli altri, il se-natore Giulio Andreotti, soggetto del re-cente film “Il divo”. Puntuale come pochi, ripeteva la sua visita ogni anno – a Corti-na, ad onor del vero, all’epoca veniva in vacanza tutto il Governo – e non rifiutava mai un’intervista, ma metteva alcuni palet-ti: con lui bisognava alzarsi presto, anche all’alba. In compenso non chiedeva mai

di conoscere le domande in anticipo. La prima volta che varcò gli studi, ci dimen-ticammo di comunicare la presenza della televisione locale. Quando uno di que-sti si posizionò sul tetto dell’edificio per una ripresa frontale, fu istintivo per le guardie del corpo estrarre la pistola. Un ‘equivoco’ che non pregiudicò la sua pre-senza come ospite di Radio Cortina ne-gli anni successivi. Di Andreotti ci resta anche la vignetta che Giorgio Forattini ha disegnato in esclusiva per noi e che recita così: “A Radio Cortina... in questa estate lunghina”. —Nives Milani

RADIO CORTINA: A PRIVILEGED OBSERVATORY

Radio Cortina, broadcasting from a penthouse studio of a downtown building, airs

discussions of books, events, and opinions. It is a pleasure to page through the author’s statements, au-tographs, messages and thoughts collected in the guest book of this historic broadcasting station.

G E N T E C H E v I E N EG E N T E C H E vA

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A TUTTO sHOPPING

Un appuntamento immancabile a Cortina, soprattutto d’estate, è quello con lo shopping: oltre 250 sono i nego-zi che offrono il meglio della moda, oltre a prodotti tipici e grandi marchi. Ce n’è per tutti gusti e per tutti i portafogli. Ac-quistare abiti, scarpe, borse, oggetti per la casa, libri, tessuti o souvenir in centro

a Cortina è possibile. Eterogenea, infatti, è la varietà di punti vendita che la Conca offre. Per tutte le occasioni, dalla gita in montagna alla serata di gala, Cortina offre la possibilità di avere indosso l’indumen-to adeguato, comodo e alla moda. Per la stagione estiva 2008 molte sono le no-vità che residenti e turisti si troveranno

lungo il Corso. Con il finire della stagione invernale hanno, infatti, chiuso i battenti alcuni storici punti vendita della Conca, che durante la primavera si sono trasfor-mati, e ai primi di luglio hanno riaperto i battenti. Ha chiuso in centro lo storico negozio di abbigliamento Giacobbi. Da merceria, l’attività nata nel 1920 si trasfor-

un’estAte di sorprese sulla storicA viA dello “struscio”: prendono il posto di negozi storici grAndi mArchi dell’AbbigliAmento. e in più, nuove proposte di Alto ArtigiAnAto, trA le novità che ci segnAla alessandra segaFreddo.

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mò negli anni in un vero e proprio punto di riferimento per l’abbigliamento classico e sud-tirolese. Il negozio è stato gestito da sempre dalla nota famiglia e tramandato di generazione in generazione. Ora però gli ultimi eredi hanno preso strade diver-se. Giacomo, ex sindaco di Cortina, con-tinua la sua professione di avvocato tra Belluno e Cortina; il fratello più grande,

Valerio, lavora in America per Luxottica. Al posto di Giacobbi abbigliamento ora si potranno acquistare splendidi paia di occhiali firmati Salmoiraghi & Viganò, o abiti di Ballantyne o di Benetton (al terzo punto vendita a Cortina). Lungo Corso Italia sarà sicuramente un altro passeggia-re senza questo storico negozio e senza più poter vedere le originali vetrine che

verranno soprattutto ricordate per l’indi-menticabile scena in “Vacanze di Natale” dei manichini di vanziniano ricordo. Altri ricordi che spazieranno dalla “Domenica del Corriere” alle prime figurine Panini quelli che si potranno avere percorren-do via Roma dove, da maggio, è cambiata gestione alla tabaccheria “da Mina” in via Roma. Agli esordi, negli anni ’30, solo ta-

baccheria e rivendita di articoli elettrici, si trasformò in edicola col passare degli anni. Il negozio diventò un importante punto di riferimento per i fumatori tanto da far soprannominare Gabriella Mina la “pipaiola d’Italia”. Altro negozio storico che ha ceduto la sua attività è quello di Ferruccio Tormen, presidente dell’asso-ciazione cortinese dei commercianti. “La Fenice”, dopo 26 anni, è diventata “Mari-notti”, negozio di abbigliamento che ha già in paese altri tre punti vendita. La vita de “La Fenice” è stata un’altra pietra miliare del commercio ampezzano. In controten-denza il negozio di abbigliamento Ghedi-na che invece ha duplicato i punti vendita. Oltre allo storico di Galleria Croce Bian-

ca, un nuovo prezioso atelier con marchi fashion e di ricerca in via XXIX Maggio. E, per finire, ha chiuso anche un piccolo e accogliente negozio: “Baby Chic” che per anni ha vestito i bambini della conca e i figli di tantissimi Vip. Al posto di “Baby Chic” ora aprirà una gioielleria. Tra i cam-bi di gestione va inoltre segnalato quello dell’edicola Constantini in Stazione. Non è stata una impresa facile trovare chi so-stituisse, dopo 44 anni di attività, i fratelli Constantini alla conduzione della mitica edicola della stazione. Dopo una ricerca durata qualche anno, si sono fatti avanti due giovani del paese che sono subentra-ti in primavera: Klaus Cordella e suo cugi-no Andrea Gaspari. Ora l’edicola che ha

cambiato nome e si chiama “La Stazione” continuerà ad offrire giornali, riviste, libri, gadget e i biglietti dell’autobus urbano e suburbano. Non mancano poi per l’esta-te i nuovi punti vendita. All’inizio di via Cesare Battisti, dove prima c’erano uffici, l’edificio è stato completamente ristruttu-rato e ridipinto con gusto. Ora fanno bel-la mostra di sé quattro ampie vetrine che espongono il cachemire Duca di Valtorta. Un ritorno in centro della tradizione arti-gianale lo si trova, poi, con il nuovissimo negozio di Mauro Olivotto, in arte “Lam-po”. A fine giugno ha aperto in via XXIX Maggio una bottega dell’intaglio dove l’ar-tista espone le sue sculture e fa vedere ai passanti i momenti della realizzazione.

EVERYTHING IS SHOPPING

This summer has been full of surprises on the historic av-enue of Corso Italia. Taking

the place of historical shops, fa-mous clothing brands have been moving into town, along with new stores selling artisanal goods. It is always a pleasant experience to partake of Cortina’s rich offerings, with over 250 shops offering all the latest styles, along with traditional goods and brand names.

A sinistra, sopra, l’interno del nuovo ne-gozio Robe di Kappa in Corso Italia. Sotto, una suggestiva panoramica del secondo negozio Ghedina in via XXIX Maggio. Quindi una vetrina di Ballantyne.

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P R E v I E w

proposte e offerteper le prossime stAgioni

SCORCI D’AUTUNNOTRA COLORI NATURALI E RELAX Il profumo del bosco con la legna appena tagliata, una passeggiata tra baite, parchi e laghi, un’escursione in bicicletta, il sapore dei funghi appena raccolti, l’odore della polenta ancora fumante. Questo ed altro è l’autun-no a Cortina: una stagione tutta da scoprire, approfittando delle offerte ‘Regali d’Autunno’ di Cortina Turismo che propone una settimana o anche un solo finesettimana nei mesi di settembre e ottobre a prezzi vantag-giosi. Fra le proposte, i ‘Week-end a sorpresa’, i ‘Week-end con brio’ o la ‘Settimana bed–breakfast & bike’ e poi le ‘Escursioni e relax nelle Dolo-miti’, ‘Di tutto un po’’ fino agli ‘Incontri ravvicinati con la natura’ per chi ama la vacanza tra albergo e rifugio, con le passeggiate in compagnia del Grup-po Guide Alpine, gli itinerari culturali dei Musei della Grande Guerra o le attività emozionanti presso l’Adrena-lin Park.

UN INVERNO SUPERCON IL DOLOMITI SUPERSKIA Cortina le stagioni sono tutte importanti, grazie alle offerte valide in tutto il comprensorio sciistico Dolo-miti Superski per i periodi del ‘fuori stagione’. I pacchetti, gestiti come sempre da Cortina Turismo, regalano una giornata di vacanza sulla neve agli sciatori che desiderano inaugurare la stagione con dei brevi soggiorni a par-tire già dalla fine di novembre oppure concluderla godendosi le ultime sciate di aprile in un clima già primaverile. Ospiti d’onore saranno, ancora una volta, i bambini: fino ai 12 anni po-tranno usufruire di alloggio e skipass gratuito o scontato del 50%, oltre a riduzioni sui corsi di sci e sul noleggio dell’attrezzatura. Ecco le offerte del Dolomiti Superski (valide solo presso gli esercizi di Cortina che aderiscono alle iniziative, cui verrà data come sempre visibilità nell’apposito depliant realizzato in italiano, tedesco e inglese e sul sito www.cortina.dolomiti.org).

CORTINA COLLECTIONAUTUMN/WINTER 2008

Fall and Winter offer many prime opportunities to save while on vacation in Cor-

tina. Autumn, with its enchant-ing sights and smells, is rife with “Fall Gift” packages offering a week or a weekend in October or September at considerable discounts at many hotels. Win-ter offers as many opportuni-ties to save, with sales coupons valid everywhere within the “Dolomiti Superski” skiing dis-trict, even during the off-season. More information, and a full list of participating businesses, are available in Italian, German, and English at the website www.cortina.dolomiti.org.

CORTINACOLLEzIONEAUTUNNO/INvERNO 2008a cura di Gabriella Talamini, responsabile della promozione di Cortina Turismo

Photo: Paola Dandrea

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A GIFT UNDER THE TREEValid from December 20-26 for hotel stays. Families who reserve a stay at a hotel for 5 days during this period will receive an extra night’s stay for free.

UN REGALO SOTTO L’ALBEROValida dal 20 al 26 dicembre per il soggiorno alberghiero. Le famiglie che prenoteranno una vacanza di 5 giorni ricadente fra il 20 e il 26 dicembre presso gli alberghi convenzionati avranno un giorno in omaggio.

A GIFT TO THE EARLY BIRDS Dolomiti Super-Première “First Snow” 4-for-3 offer. Valid from November 29 to December 23 for hotel stays, Ski Passes, and ski slopes and rentals. Those true lovers of the beginning of the season who pur-chase a Ski Pass for more than three days will receive a free night’s stay at a mountain hotel.

PER ESSERE DAVVERO I PRIMIDolomiti-Super-Première “La prima neve” 4=3. Valida dal 29 novembre al 23 dicembre per il soggiorno alberghiero, lo skipass, i corsi di sci e il noleggio. Un pacchetto che premia gli amanti dell’inizio stagione che, per soggiorni e acquisto di skipass superiori ai 3 giorni, riceveranno una giornata di vacanza sulla neve in omaggio.

WHEN MATH IS AN OPINONDolomiti Super Sun “Skiing under the Spring Sun” 7-for-6 offer. Valid from March 14 to the end of the season (April 14-19) for hotel stays, Skipasses, and ski slopes and rental. Take advantage of a free vacation day on the snow to have a few last days fun on the slopes at season’s end.

QUANDO LA MATEMATICA È UN’OPINIONEDolomiti Super Sun “Sciare al sole di primave-ra” 7=6. Valida dal 14 marzo fino a fine stagione (14-19 aprile) per il soggiorno alberghiero, lo skipass, i corsi di sci e il noleggio. Una giornata di vacanza sulla neve in omaggio per divertirsi sulle piste sotto il sole di primavera. .

DOLOMITE SUPER CLASSICSWhoever spends the snowy week of January 17-25, 2009 in Cortina will be able to attend all of the races of the female World Ski Champion-ships that will grace the slopes of the Queen of the Dolomites from January 23-25, 2009 free of charge.

DOLOMITI SUPER CLASSICS Chi trascorrerà la propria settimana bianca a Cortina dal 17 al 25 gennaio 2009 potrà assiste-re gratuitamente a bordo pista a tutte le gare dell’ormai storico appuntamento della Coppa del Mondo di Sci femminile che animerà la Regi-na delle Dolomiti, dal 23 al 25 gennaio 2009.

SPECIAL FOR CHILDRENDolomiti-Super-Kids “Ski Special for Kids.” Valid from March 14 to the end of the season (April 14-19) for hotel stays, Ski Passes, and ski slopes and rentals. An offer just for families: free hotel stays and Ski Passes for children under 8, a 50% discount for 8-12 year-olds, and a 20% discount on all ski slopes and rentals for all children aged 12 and under.

SPECIALE BAMBINIDolomiti-Super-Kids “Ski Special for Kids”. Valida dal 14 marzo fino a fine stagione (14-19 aprile) per il soggiorno alberghiero, lo skipass, i corsi di sci e il noleggio. Un’offerta formato famiglia: soggiorno e skipass gratuito per bambini fino a 8 anni, riduzione del 50% su alloggio e skipass da 8 a 12 anni, sconto del 20% sui corsi collettivi di sci e sul noleggio per tutti i bambini fino a 12 anni.

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Aperitivi, stuzzichini, caffè... Drinks, snacks, coffee...Drinks, Snacks, Kaffee...Bar Arnika - C.so Italia, 102 - 0436 3266Bar Belvedere - Loc. Pocol, 38 - 0436 863770Bar Caffè sport - C.so Italia, 132 - 0436 868444Bar Darman - C.so Italia, 230 - 0436 2209Bar del Nano - Via del Castello, 10 - 0436 4727Bar Dolomiti - Via Roma, 50 - 0436 868344Bar El Becalen - Via C. Battisti, 22 - 0436 868597Bar Freccia - Funivia Freccia nel Cielo - 0436 866141Bar Gelateria Eddy - Via Marconi - 0436 860427Bar Gelateria Mokarabia - C.so Italia, 44 - 0436 863777Bar Gelateria Pasticceria Lovat - C.so Italia, 65 - 0436 3307Bar Gelateria Rubens - C.so Italia, 200 - 0436 3359Bar Genzian - Largo Poste, 65 - 0436 2615Bar La suite - P.zza Venezia, 6 - 0436 860563Bar La scossa - Pian da Lago, 77 - 0436 862373Bar LP 26 Prosciutteria - Largo Poste, 26 - 0436 862284Bar Pasticceria Domino - Via Roma, 23 - 0436 4663Bar stazione - Via Marconi, 7 - 0436 2529Bar Trampolino - Zuel di sopra, 40 - 0436 863771Bar z8 - C.so Italia, 234 - 0436 868621Birreria Hacker Pschorr - Via Stazione, 7 - 0436 867625Blues Bar Lacedel - Loc. Lacedel - 0436 868009Cristallino - L.go Poste, 65 - 0436 867999Enoteca - Via del Mercato - 0436 862040Enoteca Brio di vino - Largo Poste, 17 - 0436 862218Enoteca Caterina (degustazione/ingrosso) - Via Majon 18/a - 0436 866600Enoteca villa sandi - Largo Poste, 1 - 0436 862412Molo 3 / Pub - Via Majon, 4 - 328 5778957Osteria Pane vino e san Daniele - C.so Italia, 137 - 0436 868110

Top Club sala Giochi/American bar - Via C. Battisti, 11 - 0436 868370

Gourmet, piatti tipici, pizza... Gourmet, typical dishes, pizza... Gourmet, einheimische Küche, Pizza...Al Camin - Alverà, 99 - 0436 862010Al Passetto - Via Marconi, 8 - 0436 2254Amadeus (H. Villa Blu) 0436 867450American bar (H. De la Poste) 0436 4271Ariston - Via Marconi, 10 - 0436 866705Baita Fraina - Loc. Fraina - 0436 3634

L’ALMANACCO

Baita Il Cervo - Loc.Pocol, 46 - 0436 878033Camping Cortina - Loc. Campo - 0436 867575Camping Olimpia - Loc. Fiames - 0436 862230Cervo d’Oro (H. Europa) 0436 3221Cinque Torri - Largo Poste, 13 - 0436 866301Cortina (H. Cortina) 0436 4221Crignes - Lungoboite di M., 35/a - 0436 879672Croda - C.so Italia, 163 - 0436 866589Da Beppe sello - Loc. Ronco, 68 - 0436 3236Da Ferruccio (H. Villa Oretta) 0436 866741El Bronsin - Via Roma, 47 - 0436 867051El Toulà - Ronco, 123 - 0436 3339El zoco - Loc. Cademai, 18 - 0436 860041Fattoria Meneguto - Loc. Fraina, 6 - 0436 860441Fiames (H. Fiames) 0436 2366Il Ponte - Via Franchetti, 8 - 0436 867624L’incontro al Bellevue - Via d. Castello - 0436 883400La Perla - P.tta S.Francesco, 3 - 0436 4681La veranda del Cristallo (H.Cristallo) 0436 881630Lago Ghedina - Lago Ghedina, 2 - 0436 876479Lago Pianozes - Campo di sotto, 1 - 0436 5601Lago scin - Lago Scin - 0436 2391La Tavernetta - Via del Castello, 53 - 0436 868102Leone e Anna - Loc. Alverà, 112 - 0436 2768Meloncino al Camineto - Loc. Rumerlo, 1 - 0436 4432Ospitale - Loc. Ospitale, 1 - 0436 4585Pontejel (H. Astoria) 0436 863828Ra stua (H. Regina) 0436 868341Porto Rotondo - P.zza Venezia - 0436 867777siesta - Via Franchetti, 16 - 0436 867857son zuogo - P.sso Tre Croci - 0436 867571staulin - Loc. Staulin, 8 - 0436 3311Taverna Artisti (H. Ancora) - 0436 3261Terrazza viennese (H. Ancora) - 0437 3261vip Grill (H. Europa) - 0436 3221Tivoli - Loc. Lacedel, 34 - 0436 866400vienna - Via Roma, 66/68 - 0436 866944zanvor - Via C.Battisti, 64/A - 0436 860789

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Gastronomia in alta quota, panorami, rifugi alpini...Food, breathtaking views, mountain huts... Gastronomie mit Aussicht, Berghütten...Agritur. Degasper Giorgio Fraina 1.304 m - 0436 860441Agritur. El Brìte de Lariéto Rio Gere 1.664 m - 368 7008083Agritur. Malga Federa Federa 1.816 m - 0436 861447Alpe di sennes Sennes 2.170 m - 0474 501311Averau 5 Torri 2.416 m - 0436 4660Bai de Dones 5 Torri 1.900 m - 0436 860688Baita Guargné Guargné 1.304 m - 0436 3243Baita Pié Tofana Tofane 1.670 m - 0436 4258Baita son dei Prade Son dei Prade 1.650 m - 0436 2540Biella Cròda del Béco 2.350 m - 0436 866991Capanna Alpina Armentarola 1.726 m - 0471 849418Capanna Guido Lorenzi Cristallo 3.003 m - 0436 866196Cimabanche P.sso Cimabanche 1.530 m - 0474 972442Cima Tofana Tofane 3.243 m - 0436 5052Cinque Torri 5 Torri 2.137 m - 0436 2902Col Druscié Tofane 1.770 m - 0436 862372Col Gallina Falzarego 2.055 m - 0436 2939Col Taron Tofane 1.620 m - 0436 868330Col Tondo Mietres 1.437 m - 0436 3244Da strobel Falzarego 2.055 m - 0436 3609Dibona Angelo Tofane 2.000 m - 0436 860294Duca d’Aosta Tofane 2.060 m - 0436 2780El Faral Socrepes 1.322 m - 0436 860356El soréi Socrepes - Pocol 1.460 m - 0436 877017Fedare P.sso Giau 2.000 m - 0437 720182Faloria Faloria 2.120 m - 0436 2737Fanes Fanes 2.042 m - 0474 501097Fodara vedla Sennes 1.966 m - 0474 501093Giussani Tofane 2.600 m - 0436 5740Lagazuoi Lagazuoi 2.750 m - 0436 867303Lago Ajal Lago d’Ajal 1.404 m - 368 944299Lavarella Fanes 2.042 m - 0474 501079Malga Ra stua Ra Stua 1.609 m - 0436 5753Malga Pezié de Parù Pezié de Parù 1.535 m - 0436 862068Mietres Mietres 1.710 m - 0436 3245Nuvolau Nuvolau 2.576 m - 0436 867938Palmieri alla Croda da Lago Croda da Lago 2.066 m - 0436 862085Passo Giau P.sso Giau 2.236 m - 0437 720130Passo Falzarego P.sso Falzarego 2.105 m - 0436 860393Pederù Pederù 1.545 m - 0474 501086Piezza da Aurelio P.sso Giau 2.175 m - 0437 720118Pomedes Tofane 2.340 m - 0436 862061Prato Piazza Prato Piazza 1.993 m - 0474 748650Ra valles Tofane 2.470 m - 0436 3461Ria de saco Lacedel 1.300 m - 0436 860907Rio Gere Rio Gere 1.680 m - 0436 3434scoiattoli 5 Torri 2.280 m - 0436 867939scotoni Lagazuoi Armentarola 2.040 m - 0471 847330sennes Sennes 2.126 m - 0474 501092socrepes Socrepes 1.520 m - 0436 866744son Forca Cristallo 2.235 m - 0436 866192Tondi di Faloria Faloria 2.340 m - 0436 5775

valparola P.sso Valparola 2.192 m - 0436 866556vallandro Prato Piazza 2.040 m - 0474 972505vandelli Sorapis 1.926 m - 0435 39015

Consorzio Cortina Turismo +39 0436 866252Tourist Association / Tourismus VerbandInformazioni turistiche +39 0436 3231 / 2711Tourist Information / Informationsbüro (Piazzetta S. Francesco, 8 & Piazzale Roma)Ufficio skipass +39 0436 862171Skipass office / SkipassbüroGruppo Guide Alpine +39 0436 868505Alpine Guides / Bergführer VereinCortina Adrenalin Center & Adrenalin Park +39 0436 860808Regole d’Ampezzo, Musei, Parco Naturale +39 0436 2206Regole d’Ampezzo, Museums, Natural Park of the DolomitesRegole d’Ampezzo, Museen, Naturschutzpark der DolomitenGIs Cortina - Alexander Girardi Hall-Impianti sportivi +39 0436 881811“Alexander Girardi Hall” - Sport facilities / SportanlagenAssociazione Albergatori Cortina +39 0436 862013Hotel Association / Hotel Vereinigung +39 0436 860750Associazione Artigiani +39 0436 868526Craftmen Association / Cortina Kunsthandwerker VereinAssociazione Commercianti +39 0436 867685Cortina Chamber of Trade CPT/ Cortina Händler VereinsEAM servizi Ampezzo info e biglietteria treni autobus +39 0436 867921Public Transport Company Tickets&Info for rail and busesFahrkarten & Info (Bahn/Büsse)sUEM - Croce Bianca - Emergenza (118) +39 0436 862075Emergency Helicopter / Hubschrauber Rettungsdienst Weises KreuzOspedale Civile Codivilla Putti +39 0436 883111Hospital “Codivilla-Putti“ / Krankenhaus “Codivilla-Putti”soccorso Alpino +39 0436 2943 / 866022Alpine Rescue / BergrettungsdienstCarabinieri Pronto Intervento (112) +39 0436 882000Emergency “Carabinieri” / Notruf CarabinieriPolizia (113) +39 0436 882811Emergency “Police” / Notruf PolizeiMunicipio +39 0436 4291Town Hall - Lost property / Gemeinde-Rathaus

Per il mese di agosto sarà in distribuzione CORTINA.wakeUP, il daily informativo di CORTINA.TOPic, nato con lo scopo di tenere sempre aggiornati gli ospiti sulle tante iniziative, eventi e appuntamenti che offre la Regina delle Dolomiti.CORTINA.wakeUP è disponibile negli alberghi e nelle sedi istituzionali.

Aggiornamenti in tempo reale al sitowww.cortina.dolomiti.org.

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