Corso Web 2.0: Evoluzione del web

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Università degli Studi di Milano Bicocca Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazione Lezione 2 Evoluzione del Web Corso Web 2.0 2 Roberto Polillo [email protected] www.rpolillo.it 1

Transcript of Corso Web 2.0: Evoluzione del web

Università degli Studi di Milano BicoccaDipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazione

Lezione 2Evoluzione del Web

Corso Web 2.02 Roberto Polillo

[email protected]

1

La rivoluzione dell’informazione:che cosa significa?

Video (5’,30”):http://www.youtube.com/watch?v=-4CV05HyAbM

2R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

La crescita del web nel mondo

Crisi della new economy(2000 – 2003)

Boom dei blog (2007)

60% del totale

3R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

… e in Italia

4R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Struttura del web

Il web può essere rappresentato da un grafo, i cui nodi rappresentano siti (o pagine) web e i cui archi (orientati) rappresentano i link che li connettono

In particolare, il web ha la struttura di un grafo a invarianza di scala (scale free network):

Hub: nodo con un numero di link (“grado”) elevanto

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Reti a invarianza di scala

Sono caratterizzate dal fatto che la distribuzione dei nodi in funzione del loro grado (= numero delle loro connessioni ) segue una legge di potenza:

x (numero di nodi)

y (numero di connessioni) = ax-k + b Pochi nodi con molte connessioni (“hub”)

Molti nodi con poche connessioni

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Esempio: una visualizzazione del web

La immagine mostra una porzione di Internet costituita da 535.000 nodi e più di 600.000 links WALRUS Visualization tool, 2001 http://www.caida.org/tools/visualization/walrus/ 7R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Esempio: una visualizzazione del web

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Esempio: una visualizzazione del web

9R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Altri esempi di reti

Rete stradale USA (non scale free) Rete aerea USA (scale free)

Fonte: A.-L.Barabasi, “Link” 10R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Come si formano le reti scale-free?

A.-L. Barabasi (1999) ha costruito un modello che spiega che le reti a invarianza di scala si formano in base a due condizioni:

1)- Crescita: la rete, inizialmente piccola, cresce, con l’aggiunta di nuovi nodi con link ai nodi già esistenti

2)- Preferential attachment: i nuovi nodi si collegano preferenzialmente ai nodi che sono maggiormente connessi (hanno grado massimo) (“rich get richer”)

Esempio:

11R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)(da Link, pag. 96)

Leggi di potenza

Una quantità si dice seguire una legge di potenza (“power law”) quando la probabilità di misurare un particolare valore di una certa grandezza varia inversamente a una potenza di quel valore

p(x) ≈ x-k = 1/ xk

La relazione è nota anche come legge di Pareto (legge dell’80/20) o legge di Zipf Molti importanti fenomeni seguono una legge di potenza, es.: la distribuzione

delle dimensioni delle città, la frequenza delle parole di una lingua, la potenza dei terremoti, le dimensioni delle macchie solari e dei crateri lunari, la distribuzione della ricchezza delle persone, le relazioni in una rete sociale, ecc. Moltissimi aspetti di internet seguono leggi di potenza.

Chi sa un po’ di matematica può leggere la eccellente rassegna in http://arxiv.org/abs/cond-mat/0412004

Chi non la sa, può leggere il libro (divulgativo ma corretto) di A.-L. Barabasi: Link – La scienza delle reti (Einaudi, 2004)

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“Le reti reali non sono statiche come i modelli teorici dei grafi di cui disponevamo fino a poco tempo fa: la loro topologia è forgiata dalla crescita.

Le reti del mondo reale non hanno la topologia centralizzata di una rete a stella, ma sono invece tenute insieme da una gerarchia di hub, dove a un nodo altamente connesso fanno seguito parecchi altri nodi meno connessi, seguiti a loro volta da nodi ancora più piccoli.

Non c’è nessun nodo centrale accomodato in mezzo alla ragnatela, che controlli e supervisioni ogni link e ogni nodo. Non c’è nessun singolo nodo la cui rimozione possa spezzare la tela. Una rete a invarianza di scala è una tela senza il ragno.

Se non c’è un ragno, significa che dietro le reti non c’è neanche un progetto. Nel mondo reale le reti sono auto-organizzate; sono il chiaro esempio di come le azioni indipendenti di milioni di nodi e link diano vita a uno spettacolare comportamento emergente. La loro topologia a invaianza di scala, senza il ragno, è un’inevitabile conseguenza della loro evoluzione.

La topologia a invarianza di scala è presente in sistemi molto diversi fra loro, come la rete del linguaggio, i legami fra le proteine all’interno della cellula, le relazioni sessuali fra gli individui, lo schema elettrico del chip di un computer, il metabolismo della cellula vivente, internet, Holliwood, il World Wide Web, la rete delle collaborazioni scientifiche e l’intreccio delle alleanze su cui si regge l’economia, soltanto per nominarne alcune.”

A.-L.Barabási, Link (Einaudi, pagg.232-233)

(segue)

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Esempio: pageviews di un sito (www.useit.com )

http://www.useit.com/alertbox/visualizing-traffic-analysis.html14R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Digital divide (I)

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Digital divide (II)

I dati presentati in questa lezione, e altri dati molto interessanti, si trovano in: http://gandalf.it/dati/index.htm (da vedere assolutamente)

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Fasi della storia del webWorl

d Wide

Web

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(NCSA)

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Netsca

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91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 0990

WEB 1.0 WEB 2.0crisipreistoria

AOL c

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Oggi: c

risi

finan

ziaria

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Web 1.0

Siti e portali con contenuti prodotti dal publisher Organizzazione gerarchica dell’informazione e navigazione attraverso

menu Data base Interazione sito singolo utente Motori di ricerca Tecnologie push (publish & subscribe)

(http://en.wikipedia.org/wiki/Push_technology)

E-commerce Banda limitata Servizi “chiusi” (“attrarre l’utente sul sito, e tenercelo”)

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Le 3 C

I tre modi di fare business con internet:

Commerce

ContentConnection

http://en.wikipedia.org/wiki/Dot-com_company19R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

E-commerce: prime storie di successo

http://www.amazon.com (dal 1995, http://en.wikipedia.org/wiki/Amazon.com )

http://www.ebay.com (dal 1995, http://en.wikipedia.org/wiki/EBay )

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L’e-commerce oggiUSA: US$ 204 md 2008 (+17% su 2007)

Le tre categorie principali: Abbigliamento 13% Computers 11,7% Auto 9,5%

Italia: 4,9 md Euro 2007 (+42% su 2006)

(solo lo 0,49% delle vendite al dettaglio complessive

Le tre categorie principali: Turismo (48,7%) Elettronica di consumo 13,4% Assicurazioni 12,6%

(Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/04/vendite-online-crescita.shtml?uuid=76802722-0621-11dd-a01c-00000e251029&DocRulesView=Libero )

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Portali

Un portale web è un sito che costituisce una porta di ingresso a un gruppo consistente di risorse internet di vario tipo, spesso organizzate per “canali tematici”

I portali possono essere generalisti o verticali (“vortals”), e sono spesso personalizzabili sulla base delle singole esigenze

I portali hanno avuto un grande sviluppo alla fine degli anni ’90 “The portal craze, with "old media" companies racing to outbid

each other for Internet properties, died down with the dot-com flameout in 2000 and 2001”http://en.wikipedia.org/wiki/Web_portal

22R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Esempi

http://www.yahoo.com (dal 1994, http://en.wikipedia.org/wiki/Yahoo!)

I principali portali italiani oggi: http://www.libero.it

dal 1994 come Italia OnLine, acquisito da Infostrada, acquisita da Wind

http://www.virgilio.it (anche http://www.alice.it)dal 1996, Gruppo Telecom Italia

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Enterprise portals

Il principale strumento di comunicazione interna ed esterna delle aziende

Verso l’interno (accesso riservato al personale dell’azienda):

Comunicazione interna Accesso ai sistemi informativi aziendali [Cooperazione e social networking]

Verso l’esterno: Comunicazione esterna [e-commerce]

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ImpresaInterno Esterno

Partner

• Dipendenti• Consulenti• Org. Sindacali• …

EXTRANET

INTE

RN

ET

INTR

AN

ET

Enterprise portals: l’evoluzione

• Clienti• Investitori• Altre organizzazioni• Pubblico generico• ….

• Fornitori• Distributori• Banche• ….

25R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

ImpresaInterno Esterno

Partner

• Dipendenti• Consulenti• Org. Sindacali• …

EXTRANET

INTE

RN

ET

INTR

AN

ET

Intranet portal

Enterprise portals: l’evoluzione

Internet portal

Extranet portal

• Clienti• Investitori• Altre organizzazioni• Pubblico generico• ….

• Fornitori• Distributori• Banche• ….

26R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

ImpresaInterno Esterno

Partner

• Dipendenti• Consulenti• Org. Sindacali• …

EXTRANET

INTE

RN

ET

INTR

AN

ET

Intranet portal

Enterprise portals: l’evoluzione

Internet portal

Extranet portal

Enterprise Information

Portal(EIP)

• Clienti• Investitori• Altre organizzazioni• Pubblico generico• ….

• Fornitori• Distributori• Banche• ….

27R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

La “bolla” delle dot-com

Dot-com: un’azienda che realizza la maggior parte del suo business attaverso internet

Nella seconda metà degli anni ’90, a partire dallo straordinario lancio in borsa di Netscape, e per la grande disponibilità di venture capital, furono create numerosissime dot-com, con l’obiettivo di un rapido collocamento in borsa

Molte avevano un business model del tutto irrealistico Ne seguì una “bolla” speculativa al Nasdaq, che culminò con il picco del 10

marzo 2000 (indice: 5132), e successivo crollo, con fallimenti a catena che paralizzarono le iniziative per diversi anni (nella Silicon Valley e in tutto il mondo)

http://en.wikipedia.org/wiki/Dot-com_bubble

28R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

La bolla della new economy

29R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Web 2.0: storia di un nome

Il termine “Web 2.0” è stato “lanciato” dalla prima O’Reilly Media Web 2.0 Conference (Ottobre 2004)

Alcuni lo considerano solo uno slogan, altri come il nome che identifica un grande cambio di paradigma nel web

Da allora ne sono state date molte definizioni, per es.:

“Web 2.0 is the business revolution in the computer industry caused caused by the move to the Internet as a platform, and an attempt to understand the rules for success on that new platform” Tim O’Reilly

Vedi anche Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0 http://en.wikipedia.org/wiki/Web_2.0

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Da: Tim O’Reilly, What is Web 2.0 (2005) http://www.oreillynet.com/pub/a/oreilly/tim/news/2005/09/30/what-is-web-20.html 31R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

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Web 2.0: caratteristiche

I siti Web 2.0 sono piattaforme che consentono una forte interazione tra utenti.

Gli utenti usufruiscono di servizi innovativi mediante potenti interfacce grafiche

Gli utenti forniscono il valore aggiunto con l’autoproduzione di contenuti  e la condivisione della conoscenza. In tal modo si sfrutta e si valorizza l’intelligenza collettiva, vero motore del Web 2.0

I servizi offerti vengono aggiornati di continuo, in modo da correggere rapidamente gli errori e aggiungere nuove funzionalità non appena disponibili (questa caratteristica viene anche chiamata “perpetual beta”) 

Video in italiano (4’): http://www.ictv.it/file/full/8/web-20/

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Web 2.0: Primi esempi

Il Page Rank di Google, basato sul “giudizio” degli altri siti Wikipedia, enciclopedia con voci decise e costruite dagli utenti Ebay, dove ogni venditore e compratore ha una reputazione pubblica

determinata dagli altri utenti a seconda dei propri comportamenti. Google Maps (http://maps.google.com/)dove gli utenti usano in

maniera creativa dati standardizzati, dando vita a nuovi servizi I blog, dove la partecipazione sostituisce la comunicazione

unidirezionale I social network sites, (YouTube, Flickr, Myspace, Facebook) che

raccolgono ed organizzano contenuti forniti dagli utenti

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Time Person of the Year, Natale 2006

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Da http://www.slideshare.net/josanku/web20-people-trends-ecosystem36R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Tipologia strumento Web 2.0 Esempi

Social bookmarking Blue Dot, del.icio.us,StumbleUpon, Technorati

Calendaring Google Calendar, bCal, Yahoo!Calendar

Images / Video Sharing YouTube, Flickr, FOTOLOG

Collaborative authoring Wikipedia, PBwiki, Basecamp,Social Text, Writely

Social Networking MySpace, Orkut, Facebook, Hi5,Friendster, LinkedIn, Neurona,Ning

Blogs Blogger, Skyblog, dBlog, Splinder,WordPress

Communications tools Windows Live Messenger, ICQ,Google Talk, Yahoo! Messenger

Social games Second Life, Half Life, World ofWarcraft, Lineage, RuneScape,Final Fantasy XI, Online Chess

Feed reader / News aggregator Netvibes, Google Reader,FeedReader, Liferea, Straw

File sharing Gnutella, eMule, BitTorrent,Napster, Kazaa

Trovate un ampio catalogo in: http://www.technorati.it/siti-del-web20/http://www.allthingsweb2.com/

Siti Web 2.0

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Web 2.0: Tecnologie

L’elemento innovativo consiste nella combinazione di vecchie tecnologie e standard (come HTML, CSS, XML, JavaScript, DOM) per realizzarne di nuove (come AJAX), che consentono lo sviluppo di applicazioni Web di nuovo tipo, le Rich Internet Applications (RIA)

(classico esempio di RIA è Google Maps).

L’innovazione tecnologica risiede nell’assemblaggio (Innovation in Assembly) di tecnologie e servizi preesistenti. Queste combinazioni prendono il nome di mash-up e hanno il vantaggio di essere semplici da realizzare e di non aver bisogno di conoscenze informatiche approfondite.

Un esempio di mashup è dato dall’unione di Google Maps e Flickr che consente di visualizzare su una mappa le foto relative alla zona selezionata.

38R.Polillo – Corso Web 2.0 (ott 2008)

Web 2.0: Funzionalità

Dal punto di vista funzionale, ciò che caratterizza il web 2.0 è sostanzialmente la centralità ed il protagonismo dell'utente che da fruitore diviene sempre più un controllore dei propri dati e dei contenuti che naviga, facendosi stesso produttore di informazioni e, contemporaneamente, principale giudice di quanto prodotti da altri.

Tutte le grandi storie di successo del web 2.0 mostrano un vero e proprio ribaltamento dei paradigmi della comunicazione cui la generazione adulta era abituata. Dalla comunicazione "da uno a molti" si passa a quella "da molti a molti".

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Web 2.0 secondo TBL

“Il web è più che un'innovazione tecnica. L'ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo”

Tim Berners-Lee

http://www-128.ibm.com/developerworks/podcast/dwi/cm-int082206.txt

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Web 2.0 secondo TBL

“Web 1.0 was all about connecting people. It was an interactive space, and I think Web 2.0 is of course a piece of jargon, nobody even knows what it means. If Web 2.0 for you is blogs and wikis, then that is people to people. But that was what the Web was supposed to be all along.

And in fact, you know, this Web 2.0, quote, it means using the standards which have been produced by all these people working on Web 1.0. It means using the document object model, it means for HTML and SVG and so on, it's using HTTP, so it's building stuff using the Web standards, plus Javascript of course.

So Web 2.0 for some people it means moving some of the thinking client side so making it more immediate, but the idea of the Web as interaction between people is really what the Web is. That was what it was designed to be as a collaborative space where people can interact.”

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Enterprise 2.0

L’adozione di modelli organizzativi (supportati da opportune tecnologie) basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo sviluppo e valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione

In pratica, il paradigma del Web 2.0 applicato all’impresa

Video in italiano (3’): http://it.youtube.com/watch?v=DEmta6DugKg

http://it.wikipedia.org/wiki/Enterprise_2.0

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Micro-progetti (individuali, obbligatori)

Prendere dimestichezza col sito di statistiche sul web http://gandalf.it/dati/index.htm, confrontando in particolare la situazione italiana con quella europea

Individuare e sperimentare le caratteristiche “2.0” del portale http://yahoo.com di oggi, ed analizzare la evoluzione del portale dal suo lancio ad oggi (per questo, usare la “wayback machine” di http://www.archive.org)

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Il presente materiale è pubblicato con licenza Creative Commons “Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo - 2.5 Italia”, reperibile presso il seguente sito Internet: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/.

Credits Diverse lezioni di questo corso sono una rielaborazione delle slides del Corso sul Web 2.0

tenuto da Carlo Vaccari alla Università di Camerino nel dicembre 2007, disponibili con identica licenza Creative Commons dal blog del corso in http://camerino20.wordpress.com/.

Molto altro materiale è stato trovato in rete. Ho cercato di indicarne sempre la fonte; segnalatemi eventuali dimenticanze, sarò lieto di correggerle appena possibile.

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