Corso Resp 13 Lezione Via Vas

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• VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.), • VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE (V.I.A.) • AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE INTEGRATA (I.P.P.C.)

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• VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.),

• VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE (V.I.A.)

• AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE INTEGRATA (I.P.P.C.)

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• Principio di precauzione• Articolo 174 Trattato UE• 2. La politica della Comunità in materia ambientale mira a un elevato livello

di tutela, tenendo• conto della diversità delle situazioni nelle varie regioni della Comunità. Essa

è fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonché sul principio «chi inquina paga».

• Il principio di precauzione può essere invocato quando è necessario un intervento urgente di fronte a un possibile pericolo per la salute

umana, animale o vegetale, ovvero per la protezione dell'ambiente nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio. Esso non può essere utilizzato come pretesto per azioni

aventi fini protezionistici. (Commissione, del 2 febbraio 2000)

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DIRETTIVA 2001/42/CE (avrebbe dovuto essere recepita entro il 21 luglio 2004. L’Italia non l’ha

fatto ed è partita la procedura di infrazione)

ART. 1 - Obiettivi• La presente direttiva ha l'obiettivo di garantire un elevato livello• di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di• considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione• di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo• sostenibile, assicurando che, ai sensi della presente direttiva,• venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani• e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente.

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APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVATAR LAZIO, ROMA, SEZ. III – TER, 4 GENNAIO 2006, N. 82

Nega l’assoggettabilità della delibera CIPE alla VAS prevista dalla direttiva in quanto la stessa non è self executing.

L’ottavo “considerando” Occorre pertanto intervenire a livello comunitario in modo da fissare un

quadro minimo per la valutazioneambientale che sancisca i principi generali del sistema di valutazione

ambientale e lasci agli Stati membri il compito di definire i dettagli procedurali tenendo conto del principio della sussidiarietà. L'azione della Comunità non va al di là di quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nel trattato.

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Prime applicazioni della VAS

i Programmi dei fondi strutturali 2000 – 2006 per i quali era obbligatoria

Olimpiadi di Torino (le Amm.ni pubbliche hanno ritenuto applicarla per maggiore garanzia del proprio operato)

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• Art. 5 del Codice dell’ambiente (in vigore dal 1° agosto 2007)

Il procedimento di valutazione ambientale strategica - VAS:

1) elaborazione di un rapporto concernente l'impatto sull'ambiente conseguente all'attuazione di un determinato piano o programma da adottarsi o approvarsi

2) svolgimento di consultazioni3) valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle

consultazioni nell'iterdecisionale di approvazione di un piano o programma

4) messa a disposizione delle informazioni sulla decisione

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• Art. 4 del Codice dell’ambiente

1) garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente;

2) contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali nelle fasi di elaborazione, di adozione e di approvazione di determinati piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;

3) promuovere l'utilizzo della valutazione ambientale nella stesura dei piani e dei programmi statali, regionali e sovracomunali;

4) assicurare che venga comunque effettuata la valutazione ambientale dei piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente;

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• Art. 4 del Codice dell’ambiente

1) garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente;

2) contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali nelle fasi di elaborazione, di adozione e di approvazione di determinati piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile;

3) promuovere l'utilizzo della valutazione ambientale nella stesura dei piani e dei programmi statali, regionali e sovracomunali;

4) assicurare che venga comunque effettuata la valutazione ambientale dei piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente;

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• DIFFERENZE CON LA DIRETTIVA 85/337/CEE

1)La VAS ha lo scopo di semplificare le procedure di valutazione di impatto ambientale

2)Anticipare la procedura di valutazione dell’impatto ambientale alla fase di preparazione del piano o programma

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• LA VAS E’ PARTE INTEGRANTE DEL

PROCEDIMENTO AUTORIZZATORIO

I provvedimenti di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale

strategica, ove prescritta, sono nulli (ART. 4 COMMA 3)

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IMPATTO AMBIENTALE

l'alterazione qualitativa e/o quantitativa dell'ambiente, inteso come sistema di relazioni fra i fattori antropici, fisici, chimici, naturalistici, climatici, paesaggistici, architettonici, culturali ed economici, in conseguenza dell'attuazione sul territorio di piani o programmi o della realizzazione di progetti relativi a particolari impianti, opere o interventi pubblici o privati, nonché della messa in esercizio delle relative attività;

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PIANI E PROGRAMMI

tutti gli atti e provvedimenti di pianificazione e di programmazione comunque denominati previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative adottati o approvati da autorità statali, regionali o locali, compresi quelli cofìnanziati dalla Comunità europea, nonché le loro modifiche; salvi i casi in cui le norme di settore vigenti dispongano altrimenti, la valutazione ambientale strategica viene eseguita, prima dell'approvazione, sui piani e programmi adottati oppure, ove non sia previsto un atto formale di adozione, sulle proposte di piani o programmi giunte al grado di elaborazione necessario e sufficiente per la loro presentazione per l'approvazione;

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QUANDO VIENE ESEGUITA LA VALUTAZIONE ?

salvi i casi in cui le norme di settore vigenti dispongano altrimenti, la valutazione ambientale strategica viene eseguita, prima dell'approvazione, sui piani e programmi adottati oppure, ove non sia previsto un atto formale di adozione, sulle proposte di piani o programmi giunte al grado di elaborazione necessario e sufficiente per la loro presentazione per l'approvazione;

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SONO SOTTOPOSTI OBBLIGATORIAMENTE A VAS I PIANI E PROGRAMMI

• che presentino entrambi i requisiti seguenti:• 1) concernano i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico,

industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli;2) contengano la definizione del quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione di opere ed interventi i cui progetti sono sottoposti a valutazione di impatto ambientale in base alla normativa vigente;

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SONO SOTTOPOSTI A VAS I PIANI E PROGRAMMI

• concernenti i siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica. ;

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OBBLIGATORIA LA CONSULTAZIONE DELLE AUTORITA’ INTERESSATE DAGLI EFFETTI SULL’AMBIENTE

PRODOTTI DALL’APPLICAZIONE DEL PIANO O PROGRAMMA

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CONCLUSIONI DEVONO ESSERE MESSE A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO

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SONO ESCLUSI DALLA VAS:a) i piani e i programmi destinati esclusivamente a scopi di

difesa nazionale caratterizzati da somma urgenza o coperti dal segreto di Stato;

b) i piani e i programmi finanziari o di bilancio;c) i piani e i programmi relativi agli interventi di telefonia mobile soggetti alle disposizioni di cui all'articolo 87 del

decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259

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• RAPPORTO AMBIENTALE

costituisce parte integrante della documentazione del piano o del programma proposto o adottato e da approvarsi.

Individua, descrive e valuta gli effetti significativi sull’ambiente

Fissa le ragionevoli alternative che possono adottarsi

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• Trasmissione alle autorità interessate• Prima dell'approvazione, il piano o programma adottato, oppure, qualora non sia previsto un atto

formale di adozione, la proposta di piano o di programma ed il rapporto ambientale redatto a norma dell'articolo 9 devono essere messi a disposizione delle altre autorità che, per le loro specifiche competenze ambientali o paesaggistiche, esercitano funzioni amministrative correlate agli effetti sull'ambiente dovuti all'applicazione del piano o del programma e del pubblico. (art. 10)

• Deposito e avviso del deposito (giornali e internet)• 45 giorni per osservazioni• Entro il termine di quarantacinque giorni dalla pubblicazione della notizia di avvenuto deposito e

dell'eventuale pubblicazione in internet ai sensi del comma 3, chiunque ne abbia interesse può prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo rapporto ambientale depositati e pubblicizzati a norma dei commi 1, 2 e 3. Entro lo stesso termine chiunque può presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.

• Entro 60 successivi giudizio di compatibilità ambientale• Che contiene un parere ambientale articolato e motivato che costituisce

presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del piano o del programma

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• Il giudizio di compatibilità ambientale può essere condizionato all'adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta del piano o programma valutato. In tali ipotesi, il giudizio è trasmesso al proponente con invito a provvedere alle necessarie varianti prima di ripresentare il piano o programma per l'approvazione

• In caso di inerzia, decorsi 60 giorni, interviene il Consiglio dei Ministri che diffida a provvedere entro 20 giorni

• Decorsi i 20 giorni inutilmente, il parere è negativo, cioè il giudizio di compatibilità ambientale è negativo.

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COMPETENZA

STATALE se i piani e programmi di cui all'articolo 7 devono essere approvati dallo Stato altrimenti sarà REGIONALE O PROVINCIALE se l’approvazione compete alle regioni

o agli enti locali.• 22. Procedure di vas in sede regionale o provinciale• 1. Ferme restando le disposizioni di cui agli articoli 4, 5, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13 e 14, le

regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano con proprie leggi e regolamenti le procedure per la valutazione ambientale strategica dei piani e programmi di cui all'articolo 21.

• 2. Fino all'entrata in vigore delle discipline regionali e provinciali di cui al comma 1, trovano applicazione le disposizioni di cui alla parte seconda del presente decreto.

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Codice dell’AmbienteS.S.P.A.L. - Milano 14 giugno 2007

• Ambito di applicazione vas regionale• E` effettuata una valutazione ambientale per tutti i P/P:• a) elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico,• industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle• acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale• o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro• di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli• allegati I e II della direttiva 85/337/CEE;• b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si• ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7• della direttiva 92/43/CEE.• 4.3 I P/P indicati alla lettera a) del precedente punto 4.2 individuati• nell’allegato A. Tale elenco e` meramente compilativo e non• esaustivo.

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• 4.5 L’ambito di applicazione, relativamente al settore della pianificazione

• territoriale o della destinazione dei suoli, e` stato specificato

• dal comma 2 dell’articolo 4 della legge per il governo

• del territorio, precisando che sono sempre soggetti a valutazione

• ambientale i seguenti piani e le loro varianti:

• – piano territoriale regionale;

• – piani territoriali regionali d’area;

• – piani territoriali di coordinamento provinciali

• – documento di piano.

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• g) proponente – la pubblica amministrazione o il soggetto privato,• secondo le competenze previste dalle vigenti disposizioni,• che elabora il piano od il programma da sottoporre alla valutazione• ambientale;• h) autorita` procedente – la pubblica amministrazione che attiva• le procedure di redazione e di valutazione del piano/programma;• nel caso in cui il proponente sia una pubblica amministrazione,• l’autorita` procedente coincide con il proponente; nel caso• in cui il proponente sia un soggetto privato, l’autorita` procedente• e` la pubblica amministrazione che recepisce il piano o il programma,• lo adotta e lo approva;• i) autorita` competente per la VAS – autorita` con compiti di• tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla pubblica• amministrazione, che collabora con l’autorita` procedente/proponente• nonche´ con i soggetti competenti in materia ambientale,• al fine di curare l’applicazione della direttiva e dei presenti indirizzi

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• VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

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• Risponde ad esigenze di prevenzione da realizzare mediante misure in grado di tenere preventivamente conto di tutte le eventuali ripercussioni sull’ambiente dei principali interventi ad opera dell’uomo.

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• Fino all’entrata in vigore del codice si applica la direttiva 85/337 che definisce “progetto” la realizzazione di lavori di costruzione o di altri impianti di opere e ogni intervento sull’ambiente naturale e sul paesaggio compresi quelli destinati allo sfruttamento del suolo

• Per “committente” si intende colui che chiede l’autorizzazione relativa ad un progetto privato o la pubblica autorità che prende l’iniziativa relativa ad un progetto

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• Art. 3. Autorità competente• 1. La Regione è autorità competente in via generale per le

procedure di VIA e di verifica riguardanti i progetti indicati all’art. 2, comma 1, fatte salve le disposizioni di cui ai commi successivi.

2. Relativamente alle opere per la cui approvazione o autorizzazione sia competente la provincia territorialmente interessata, quest’ultima è l’autorità competente anche per le relative procedure di VIA e di verifica.

3. La giunta regionale approva appositi elenchi, predisposti e periodicamente aggiornati dalle competenti direzioni generali regionali, recanti la ricognizione delle opere e degli interventi soggetti alla competenza provinciale ai sensi del comma 2.

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• Alle regioni sono state poi trasferite procedure di valutazione prima affidate allo stato in forza dell’art. 71 del dlgs 112/1998

• 71. Valutazione di impatto ambientale• 1. In materia di valutazione di impatto ambientale (VIA) sono di competenza dello

Stato:• a) le opere ed impianti il cui impatto ambientale investe più regioni;

b) le opere e infrastrutture di rilievo internazionale e nazionale;c) gli impianti industriali di particolare e rilevante impatto;d) le opere la cui autorizzazione è di competenza dello Stato.

• 2. Con atto di indirizzo e coordinamento da adottare entro otto mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sono individuate le specifiche categorie di opere, interventi e attività attualmente sottoposti a valutazione statale di impatto ambientale da trasferire alla competenza delle regioni.

• 3. Il trasferimento delle competenze attualmente in capo allo Stato è subordinato, per ciascuna regione, alla vigenza della legge regionale della VIA, che provvede alla individuazione dell'autorità competente nell'ambito del sistema delle regioni e delle autonomie locali, ferma restando la distinzione tra autorità competente e soggetto proponente.

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• procedimento di valutazione di impatto ambientale - VIA:

• l'elaborazione di uno studio concernente l'impatto sull'ambiente che può derivare dalla realizzazione e dall'esercizio di un'opera il cui progetto è sottoposto ad approvazione o autorizzazione,

• lo svolgimento di consultazioni,• la valutazione dello studio ambientale e dei risultati delle

consultazioni nell'iter decisionale di approvazione o autorizzazione del progetto dell'opera e

• la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione;

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• A differenza della VAS ha ad oggetto la valutazione del progetto di un’opera o di un intervento o di un impianto

• Art. 23 del codice• 1. Sono assoggettati alla procedura di valutazione di impatto ambientale:• a) i progetti di cui all'elenco A dell'Allegato III alla parte seconda del presente decreto, ovunque

ubicati;

• b) i progetti di cui all'elenco B dell'Allegato III alla parte seconda del presente decreto che ricadano, anche parzialmente, all'interno di aree naturali protette come definite dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394;

• c) i progetti elencati di cui all'elenco B dell'Allegato III alla parte seconda del presente decreto che non ricadano in aree naturali protette, ma che, sulla base degli elementi indicati nell'Allegato IV alla parte seconda del presente decreto, a giudizio dell'autorità competente richiedano ugualmente lo svolgimento della procedura di valutazione d'impatto ambientale;

• d) i progetti di specifiche opere o interventi per i quali la procedura di valutazione di impatto ambientale sia espressamente prescritta dalle leggi speciali di settore che disciplinano dette opere o interventi.

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• 4. Possono essere esclusi dal campo di applicazione del presente titolo i progetti di seguito elencati che, a giudizio dell'autorità competente, non richiedano lo svolgimento della procedura di valutazione di impatto ambientale:

• a) i progetti relativi ad opere ed interventi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale;

• b) i progetti relativi ad opere ed interventi destinati esclusivamente a scopi di protezione civile, oppure disposti in situazioni di necessità e d'urgenza a scopi di salvaguardia dell'incolumità delle persone da un pericolo imminente o a seguito di calamità;

• c) i progetti relativi ad opere di carattere temporaneo, ivi comprese quelle necessarie esclusivamente ai fini dell'esecuzione di interventi di bonifica autorizzati.

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• 1. La valutazione di impatto ambientale compete:

• a) per i progetti di opere ed interventi sottoposti ad autorizzazione statale e per quelli aventi impatto ambientale interregionale o internazionale, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, secondo le disposizioni di cui al presente capo I ed al capo II;

• b) negli altri casi, all'autorità individuata dalla regione o dalla provincia autonoma con propria legge, tenuto conto delle attribuzioni della competenza al rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione delle varie opere ed interventi e secondo le procedure dalla stessa stabilite sulla base dei criteri direttivi di cui al capo III del presente titolo, ferme restando le disposizioni comuni di cui al presente capo I.

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• La valutazione di impatto ambientale viene effettuata sul progetto preliminare.

• E’ sufficiente il progetto preliminare ?

• Per il TAR Lazio, Roma – sentenza n. 82 del 2006 SI

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• l’anticipazione della VIA al progetto preliminare NON comporta il venir meno di una valutazione effettiva e realistica delle ripercussioni dell’opera sull’ambiente, attesa la pienezza dei contenuti descritti dall’art. 19 e tenuto conto che l’art. 20 (ora nel testo modificato dall’art. 2 del cit. D.Lgs. n. 189 del 2005) estende ogni opportuna garanzia al progetto definitivo, il quale, oltre ad essere integrato da una relazione del progettista sulla rispondenza al progetto preliminare ed alle prescrizioni apposte in sede di approvazione (art. 4), è sottoposto alla verifica di ottemperanza da parte della stessa Commissione speciale e, nel caso sia sensibilmente diverso da quello preliminare, il Ministro dell’ambiente può richiedere l’aggiornamento dello studio e la sua nuova pubblicazione anche ai fini dell’eventuale invio di osservazioni da parte dei soggetti pubblici e privati interessati. Infine, qualora si riscontrino violazioni degli impegni presi ovvero modifiche del progetto che comportino significative variazioni dell’impatto ambientale, la Commissione ne riferisce al Ministro, che ordina di adeguare l’opera e, se necessario, chiede al CIPE la sospensione dei lavori ed il ripristino della situazione ambientale a spese del responsabile, nonché l’adozione dei provvedimenti cautelari in tema di misure provvisorie di salvaguardia, anche a carattere inibitorio, previsti dagli artt. 8 e 9 della legge 8 luglio 1986 n. 349.

• Deve pertanto concludersi nel senso della pienezza delle garanzie approntate, pur nell’ottica dell’accelerazione delle procedure di realizzazione delle grandi opere di preminente interesse nazionale.

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• 24. Finalità della via• 1. La procedura di valutazione di impatto ambientale deve assicurare che:• a) nei processi di formazione delle decisioni relative alla realizzazione di progetti individuati

negli Allegati alla parte seconda del presente decreto siano considerati gli obiettivi di proteggere la salute e di migliorare la qualità della vita umana, al fine di contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento della varietà delle specie e conservare la capacità di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale di vita, nonché gli obiettivi di garantire l'uso plurimo delle risorse naturali, dei beni pubblici destinati alla fruizione collettiva, e di assicurare lo sviluppo sostenibile;

• b) per ciascun progetto siano valutati gli effetti diretti ed indiretti della sua realizzazione sull'uomo, sulla fauna, sulla flora, sul suolo, sulle acque di superficie e sotterranee, sull'aria, sul clima, sul paesaggio e sull'interazione tra detti fattori, sui beni materiali e sul patrimonio culturale ed ambientale;

• c) per ciascun progetto siano esplicitate le principali ragioni della scelta fra le alternative proposte dal committente;

• d) in ogni fase della procedura siano garantiti lo scambio di informazioni e la consultazione tra il soggetto proponente e l'autorità competente;

• e) siano garantite l'informazione e la partecipazione del pubblico al procedimento;

• f) siano conseguite la semplificazione, la razionalizzazione ed il coordinamento delle valutazioni e degli atti autorizzativi in materia ambientale.

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LA VIA E’ UN PERCORSO SUB PROCEDIMENTALE

SFOCIA IN UN PARERE VINCOLANTE, CHE A SUA VOLTA SI AGGIUNGE AD ALTRI PARERI PER INTEGRARE IL PROCEDIMENTO AUTORIZZATORIO

la VIA viene, infatti, considerata come una valutazione ampiamente discrezionale

Sentenza TAR Veneto n. 1350 del 2000• Le ricorrenti sostengono che la competenza ad emanare il decreto impugnato spettava al dirigente, non al Ministro. • La norma fondamentale sulle attribuzioni dirigenziali è conte nuta nell'art. 3 del d. lgs. 29/93, che è intitolato "indirizzo politico-amministrativo; funzioni e

responsabilità". Tale norma è ispirata al principio della separazione tra indirizzo politico ed azione amministrativa, ed è concepita nei seguenti termini: a) gli organi di governo fissano gli obiettivi ed i programmi e verificano i risultati della gestione amministrativa; b) ai dirigenti spetta la gestione complessiva dell'attività amministrativa, il che si traduce nel potere di emanare atti che impegnano l'Amministrazione all'esterno nonché nei poteri auto nomi di spesa e di organizzazione delle risorse, umane e strumen tali; i dirigenti sono responsabili dei risultati della gestione. Questa regola sulla separazione delle attribuzioni è una norma fondamentale di organizzazione dei poteri pubblici e costituisce perciò lo svolgimento del principio costituzionale dettato dall'art. 97 della Costituzione: essa è stata ribadita e confermata dall'art. 45, co. 1, del d. lgs. 80/98, in forza della quale "a decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto, le disposizioni previgenti che conferiscono agli organi di governo l'adozione di atti di gestione ... si intendono nel senso che la relativa competenza spetta ai dirigenti".

• Il caso all’esame, tuttavia, non è riconducibile ad un’attività semplicemente gestionale, ma rientra nell’ambito dell’indirizzo politico-amministrativo :• a) perché l’esercizio di poteri che danno luogo a pronunce di concerto tra due ministri appartiene all’indirizzo politico-amministrativo: si tratta infatti di pronunce che,

mediando interessi pubblici diversi ed incidendo reciprocamente sui poteri dell’altro Ministro, eccedono la semplice attività gestionale e sono invece espressione di valutazioni anche politiche, proprie dei poteri governativi;

• b) perché, nella fattispecie, l’esercizio di poteri eccedenti la semplice gestione emerge a fortiori, in quanto il giudizio di compatibilità ambientale è stato eccezionalmente inserito in una sequenza procedimentale che è coordinata dal Comitato misto di indirizzo, coordinamento e controllo di cui all’art 4 della l. 798/84. Questo è un organo collegiale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri che, secondo l’art. 95 Cost. “mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo promovendo e coordinando l’attività dei ministri”, con una composizione di altissimo rilievo politico, cui sono demandate scelte strategiche di straordinaria importanza, a garanzia dell’effettività della dichiarazione (recata dall’art. 1 l. 171/73) che la salvaguardia di Venezia e della sua laguna è “problema di preminente interesse nazionale”. Invero, secondo tale disposizione “la Repubblica garantisce la salvaguardia dell'ambiente paesistico, storico, archeologico ed artistico della città di Venezia e della sua laguna, ne tutela l'equilibrio idraulico, ne preserva l'ambiente dall'inquinamento atmosferico e delle acque e ne assicura la vitalità socioeconomica nel quadro dello sviluppo generale e dell'assetto territoriale della Regione”.

• È perciò naturale e legittimo che tale giudizio sottenda valutazioni eccedenti l’ordinaria gestione e sia stato sottoscritto dai ministri competenti.

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Sentenza TAR Veneto n. 1350 del 2000• Le ricorrenti sostengono che la competenza ad emanare il decreto impugnato

spettava al dirigente, non al Ministro. • La norma fondamentale sulle attribuzioni dirigenziali è conte nuta nell'art. 3

del d. lgs. 29/93, che è intitolato "indirizzo politico-amministrativo; funzioni e responsabilità". Tale norma è ispirata al principio della separazione tra indirizzo politico ed azione amministrativa, ed è concepita nei seguenti termini: a) gli organi di governo fissano gli obiettivi ed i programmi e verificano i risultati della gestione amministrativa; b) ai dirigenti spetta la gestione complessiva dell'attività amministrativa, il che si traduce nel potere di emanare atti che impegnano l'Amministrazione all'esterno nonché nei poteri auto nomi di spesa e di organizzazione delle risorse, umane e strumen tali; i dirigenti sono responsabili dei risultati della gestione. Questa regola sulla separazione delle attribuzioni è una norma fondamentale di organizzazione dei poteri pubblici e costituisce perciò lo svolgimento del principio costituzionale dettato dall'art. 97 della Costituzione: essa è stata ribadita e confermata dall'art. 45, co. 1, del d. lgs. 80/98, in forza della quale "a decorrere dall'entrata in vigore del presente decreto, le disposizioni previgenti che conferiscono agli organi di governo l'adozione di atti di gestione ... si intendono nel senso che la relativa competenza spetta ai dirigenti".

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• Il caso all’esame, tuttavia, non è riconducibile ad un’attività semplicemente gestionale, ma rientra nell’ambito dell’indirizzo politico-amministrativo :

• a) perché l’esercizio di poteri che danno luogo a pronunce di concerto tra due ministri appartiene all’indirizzo politico-amministrativo: si tratta infatti di pronunce che, mediando interessi pubblici diversi ed incidendo reciprocamente sui poteri dell’altro Ministro, eccedono la semplice attività gestionale e sono invece espressione di valutazioni anche politiche, proprie dei poteri governativi;

• b) perché, nella fattispecie, l’esercizio di poteri eccedenti la semplice gestione emerge a fortiori, in quanto il giudizio di compatibilità ambientale è stato eccezionalmente inserito in una sequenza procedimentale che è coordinata dal Comitato misto di indirizzo, coordinamento e controllo di cui all’art 4 della l. 798/84. Questo è un organo collegiale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri che, secondo l’art. 95 Cost. “mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo promovendo e coordinando l’attività dei ministri”, con una composizione di altissimo rilievo politico, cui sono demandate scelte strategiche di straordinaria importanza, a garanzia dell’effettività della dichiarazione (recata dall’art. 1 l. 171/73) che la salvaguardia di Venezia e della sua laguna è “problema di preminente interesse nazionale”. Invero, secondo tale disposizione “la Repubblica garantisce la salvaguardia dell'ambiente paesistico, storico, archeologico ed artistico della città di Venezia e della sua laguna, ne tutela l'equilibrio idraulico, ne preserva l'ambiente dall'inquinamento atmosferico e delle acque e ne assicura la vitalità socioeconomica nel quadro dello sviluppo generale e dell'assetto territoriale della Regione”.

• È perciò naturale e legittimo che tale giudizio sottenda valutazioni eccedenti l’ordinaria gestione e sia stato sottoscritto dai ministri competenti.

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• Sentenza CDS 17 maggio 2006, n. 2851

• , come già rilevato dalla Sezione in altra occasione, la valutazione dell’impatto ambientale non costituisce un mero giudizio tecnico, suscettibile, in quanto tale, di verificazione sulla base di oggettivi criteri di misurazione, ma presenta profili particolarmente intensi di discrezionalità amministrativa sul piano dell’apprezzamento degli interessi pubblici in rilievo (Cons. St. Sez. VI, n. 548/2004); apprezzamento che è sindacabile dal giudice amministrativo soltanto in ipotesi in cui risulti evidente lo sconfinamento dal potere discrezionale riconosciuto all’amministrazione.

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Codice dell’AmbienteS.S.P.A.L. - Milano 14 giugno 2007

• Sentenza CDS 18 gennaio 2006, n. 129

• Il procedimento di valutazione d’impatto ambientale, inoltre, anche se finalizzato a migliorare la trasparenza della decisione finale, consentendo di acquisire gli elementi necessari ad un corretto bilanciamento tra danni e benefici derivanti dall’esecuzione dell’opera pubblica, costituisce, tuttavia, mero strumento di supporto tecnico alla decisione finale, la quale, nel caso in esame, ove sia assunta dalla collegialità dell’organo competente (es Governo), oltre ad essere di tipo tecnico-discrezionale, riguardando l’attuazione di profili di valutazione politica, implicava marcati profili di valutazione politica che restringono la sindacabilità del giudice amministrativo.

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• 36. Procedimento di valutazione• i progetti delle opere ed interventi devono essere inoltrati al Ministero dell'ambiente e della

tutela del territorio, al Ministero per i beni e le attività culturali, alla regione territorialmente interessata, alla Commissione tecnico-consultiva per le valutazioni ambientali di cui all'articolo 6 ed agli altri Ministeri eventualmente interessati. Al progetto deve essere allegato lo studio di impatto ambientale di cui all'articolo 27 e la relativa sintesi non tecnica.

• Qualora l'opera o intervento progettato interessi più regioni, a ciascuna regione deve essere inviata una copia del progetto, cui vanno allegati lo studio di impatto ambientale di cui all'articolo 27 e la relativa sintesi non tecnica.

• Per le opere ed interventi che ricadano nel territorio di più enti locali, può essere depositato presso ciascuna provincia e ciascun comune solo lo stralcio del progetto e dello studio di impatto ambientale relativo alla porzione dell'opera o intervento che interessa il relativo ambito territoriale,

• l'annuncio dell'avvenuta presentazione deve essere comunque pubblicato, a cura del committente o proponente, almeno in un quotidiano a diffusione nazionale e in un quotidiano a diffusione regionale per ciascuna regione territorialmente interessata.

• Resta ferma la facoltà per il committente o proponente di richiedere in via preventiva al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio la definizione di modalità di divulgazione più adeguate e praticabili in relazione alle specifiche caratteristiche del progetto.

• Le regioni, le province ed i comuni interessati devono esprimere il loro parere entro sessanta giorni dalla data della trasmissione di cui ai commi 1 e 2. Decorso tale termine, il giudizio di compatibilità può essere emesso anche in assenza dei predetti pareri.

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• Chiunque vi abbia interesse, ai sensi delle leggi vigenti, può presentare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, oppure direttamente alla Commissione tecnico-consultiva di cui all'articolo 6, e alla regione interessata istanze, osservazioni o pareri scritti sull'opera soggetta a valutazione di impatto ambientale, nel termine di trenta giorni dalla pubblicazione dell'avvenuta comunicazione del progetto.

• Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio si pronuncia sulla compatibilità ambientale, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro proponente, entro novanta giorni dalla data dell'ultima delle pubblicazioni di cui al comma 5, e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni dall'ultima delle trasmissioni di cui ai commi 1 e 2, salvo proroga deliberata dal Consiglio dei Ministri in casi di particolare rilevanza.

• L'inutile decorso dei termini da computarsi tenuto conto delle eventuali interruzioni e sospensioni intervenute, implica l'esercizio del potere sostituivo da parte del Consiglio dei Ministri, che provvede entro sessanta giorni, previa diffida all'organo competente ad adempiere entro il termine di venti giorni, anche su istanza delle parti interessate.

• In difetto, per progetti sottoposti a valutazione d'impatto ambientale in sede statale, si intende emesso giudizio negativo sulla compatibilità ambientale del progetto. Per i progetti sottoposti a valutazione d'impatto ambientale in sede non statale, si applicano le disposizioni generali del codice fino all'entrata in vigore di apposite norme regionali e delle province autonome, da adottarsi nel rispetto della disciplina comunitaria vigente in materia.

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La domanda di VIA deve essere corredata dallo studio di impatto ambientale che è predisposto dal proponente e deve contenere almeno:

• a) una descrizione del progetto con informazioni relative alle sue caratteristiche, alla sua localizzazione ed alle sue dimensioni;

• b) una descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e possibilmente compensare gli effetti negativi rilevanti;

• c) i dati necessari per individuare e valutare i principali effetti sull'ambiente e sul patrimonio culturale che il progetto può produrre, sia in fase di realizzazione che in fase di esercizio;

• d) una descrizione sommaria delle principali alternative prese in esame dal committente, ivi compresa la cosiddetta «opzione zero», con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto il profilo dell'impatto ambientale;

• e) una valutazione del rapporto costi-benefici del progetto dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

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I rapporti con la legge n. 241/1990 e l’obbligo di avvio del procedimento

SENTENZA TAR LAZIO 5 luglio 2005, n. 5481

Può, ritenersi che l’art. 7 della L. n. 241/1990, nella parte in cui prevede l’obbligo per l’amministrazione procedente di dare previa comunicazione personale dell’avvio procedimentale al diretto interessato, non si applichi alla fattispecie del procedimento di VIA, attesa la specialità della disposizione di cui all’art. 6, co. 3, della l. n. 349/1986, nella parte in cui prevede la pubblicazione dell’avviso su due quotidiani, nei confronti dei soggetti che non siano direttamente destinatari dell’atto né siano agevolmente individuabili.

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• Misure di pubblicità

• Le amministrazioni competenti assicurano l'individuazione degli uffici presso i quali, in via permanente o per casi specifici, sono depositati e consultabili dal pubblico i documenti e gli atti inerenti i procedimenti di valutazione, pendenti o conclusi, concernenti opere ed interventi attinenti le rispettive attribuzioni e competenze.

• Contestualmente alla presentazione della domanda il committente o proponente provvede a proprie spese:

• a) al deposito del progetto dell'opera, dello studio di impatto ambientale e di un congruo numero di copie

• b) alla diffusione di un annuncio dell'avvenuto deposito a mezzo stampa, secondo le modalità stabilite dall'autorità competente con apposito regolamento che assicuri criteri uniformi di pubblicità per tutti i progetti sottoposti a valutazione d'impatto ambientale, garantendo che il pubblico interessato venga in tutti i casi adeguatamente informato.

• Avverso le decisioni, gli atti o le omissioni soggetti alle isposizioni sulla partecipazione del pubblico è sempre ammesso il ricorso secondo le norme generali in materia di impugnazione degli atti amministrativi illegittimi.

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• Partecipazione al procedimento• Il soggetto interessato che intenda fornire elementi conoscitivi e valutativi

concernenti i possibili effetti dell'opera o intervento progettato può presentare all'autorità competente osservazioni scritte su tale progetto, soggetto alla procedura di valutazione d'impatto ambientale, nel termine di quarantacinque giorni dalla pubblicazione sui quotidiani

• Il giudizio di compatibilità ambientale considera, contestualmente, singolarmente o per gruppi, tali osservazioni, i pareri forniti dalle pubbliche amministrazioni e le altre eventuali osservazioni del pubblico.

• Le osservazioni sui progetti di opere soggette a VIA configurandosi come un apporto collaborativo fornito all’amministrazione da chiunque vi abia interesse non richiedono, in caso di rigetto, una dettagliata confutazione essendo sufficiente che dagli atti del procedimento risulti che sono state valutate e una sintetica motivazione della valutazione negativa che non deve necessariamente investire ogni singola argomentazione del proponente (TAR Lazio 5 luglio 2005 n. 5481)

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• Se il giudizio di compatibilità viene emesso l'amministrazione competente all'autorizzazione definitiva alla realizzazione dell'opera o dell'intervento progettato acquisisce il giudizio di compatibilità ambientale comprendente le eventuali prescrizioni per la mitigazione degli impatti, il monitoraggio delle opere e degli impianti e le misure previste per evitare, ridurre o eventualmente compensare rilevanti effetti negativi.

• i progetti devono essere adeguati agli esiti del giudizio di compatibilità ambientale prima del rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione.

• Gli esiti della procedura di valutazione di impatto ambientale devono essere comunicati ai soggetti del procedimento, a tutte le amministrazioni pubbliche competenti, anche in materia di controlli ambientali, e devono essere adeguatamente pubblicizzati.

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Le componenti ambientali sono quelle definite dal DPCM 377/88 e caratterizzate secondo i contenuti dell'art.5 del DPCM 27/12/1988, ossia:

• Atmosfera• Ambiente idrico• Suolo e sottosuolo• Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi• Paesaggio e Clima Fisico• Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e

Salute pubblica

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• Atmosfera

• Nell'ambito della normativa in materia di valutazione di impatto ambientale, il DPCM 27/12/88 definisce, per le opere incluse nell'art.1 del DPCM n. 377 del 10/8/88 (opere da sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale di competenza statale), i contenuti dello Studio di Impatto Ambientale, articolato secondo tre quadri di riferimento: programmatico, progettuale e ambientale.

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• Atmosfera

• Nell'ambito della normativa in materia di valutazione di impatto ambientale, il DPCM 27/12/88 definisce, per le opere incluse nell'art.1 del DPCM n. 377 del 10/8/88 (opere da sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale di competenza statale), i contenuti dello Studio di Impatto Ambientale, articolato secondo tre quadri di riferimento: programmatico, progettuale e ambientale. In particolare il Quadro di riferimento Ambientale, relativamente alla componente atmosfera, stabilisce che (all. 2 , art. 5 punto A del DPCM 27/12/88):

• "Obiettivo della caratterizzazione dello stato di qualità dell'aria e delle condizioni meteoclimatiche è quello di stabilire la compatibilità ambientale sia di eventuali emissioni, anche da sorgenti mobili, con le normative vigenti, sia di eventuali cause di perturbazione meteoclimatiche con le condizioni naturali. Le analisi concernenti l'atmosfera sono pertanto effettuate attraverso:

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• In particolare il Quadro di riferimento Ambientale, relativamente alla componente atmosfera, stabilisce che (all. 2 , art. 5 punto A del DPCM 27/12/88):

• "Obiettivo della caratterizzazione dello stato di qualità dell'aria e delle condizioni meteoclimatiche è quello di stabilire la compatibilità ambientale sia di eventuali emissioni, anche da sorgenti mobili, con le normative vigenti, sia di eventuali cause di perturbazione meteoclimatiche con le condizioni naturali.

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• dati meteorologici convenzionali (temperatura, precipitazioni, umidità relativa, vento), riferiti ad un periodo di tempo significativo, ;

• La caratterizzazione dello stato fisico dell'atmosfera ;

• La caratterizzazione preventiva dello stato di qualità dell'aria (gas e materiale articolato);

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• La caratterizzazione e localizzazione delle fonti inquinanti;

• La previsione degli effetti del trasporto (orizzontale e verticale) degli effluenti mediante modelli di diffusione in atmosfera;

• Previsioni degli effetti delle trasformazioni fisico-chimiche degli effluenti

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Ambiente idrico superficiale

• L'ambiente idrico superficiale deve essere affrontato secondo quanto stabilito nell'Allegato II del DPCM del 27/12/88 'Caratterizzazione ed analisi delle componenti e dei fattori ambientali':

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• Obiettivo della caratterizzazione delle condizioni idrografiche, idrologiche e idrauliche, dello stato di qualità e degli usi dei corpi idrici è:

• stabilire la compatibilità ambientale, secondo la normativa vigente, delle variazioni quantitative (prelievi, scarichi);

• stabilire la compatibilità delle modificazioni fisiche, chimiche e biologiche, indotte dall'intervento proposto.

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Ambiente idrico sotterraneo

• Per quanto riguarda l'analisi ambientale relativa alle acque sotterranee si deve fare riferimento all'Allegato II del DPCM del 27/12/88 'Caratterizzazione ed analisi delle componenti e dei fattori ambientali' che riporta sotto la componente suolo e sottosuolo i seguenti punti :

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• Caratterizzazione geomorfologia e l'individuazione dei processi di modellamento in atto, con particolare riguardo per i fenomeni di erosione e di sedimentazione, .

• Caratterizzazione geochimica delle fasi solide (minerali, sostanze organiche) e fluide (acque, gas) presenti nel suolo e nel sottosuolo.

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Suolo e sottosuolo

• Il termine Suolo viene definito nelle sue varie accezioni dalle norme tecniche contenute nel DPCM 27/12/88, in riferimento alle opere elencate nell'Allegato I del DPCM 377/88, le quali pongono come obiettivo della caratterizzazione del suolo e sottosuolo "l'individuazione delle modifiche che l'intervento proposto può causare sull'evoluzione dei processi geodinamici esogeni ed endogeni".

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• Il quadro di riferimento progettuale specifica che all'interno dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) devono essere descritte "le motivazioni tecniche della scelta progettuale ... con particolare riferimento alle necessità progettuali di livello esecutivo.”

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Vegetazione

Il DPCM 27 dicembre 1988 definisce all'allegato I "vegetazione, flora, fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali"

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Ecosistemi

• Non ci sono a livello legislativo indicazioni di norme tecniche e limiti per l'analisi della componente tranne ovviamente quelle contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 dicembre 1988 concernente le Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale.

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Paesaggio

• La normativa di riferimento in materia di impatto ambientale, ed in particolare Il DPCM 27/12/88 che definisce nel dettaglio i contenuti dello Studio di Impatto Ambientale, in relazione alla componente 'paesaggio' stabilisce che (all. 2, art. 5, punto I del DPCM 27/12/88):....

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Clima fisico

• Gli aspetti generali relativi alla caratterizzazione della qualità ambientale della componente Rumore e Vibrazioni possono essere ricondotti ai contenuti del DPCM 27/12/1988, il quale specifica che (all.2 art.5 punto G):

• "La caratterizzazione della qualità dell'ambiente in relazione al rumore dovrà consentire di definire le modifiche introdotte dall'opera, ...”

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Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

• Relativamente alla valutazione ambientale delle componenti Radiazioni Ionizzanti e Non ionizzanti i contenuti del DPCM 27/12/88 stabiliscono che (all.2 art. 5 punto H):

• "La caratterizzazione delle qualità dell'ambiente in relazione alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti dovrà consentire la definizione delle modifiche indotte dall'opera, ...”